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Jolly Roger_02_03

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nel cuore di firenze<br />

nel cuore di firenze<br />

il miracolo della torre<br />

di guardamorto<br />

Nel XIII secolo le faide fra<br />

guelfi e ghibellini erano all’ordine<br />

del giorno. Dall’uccisione<br />

di Buondelmonte avvenuta nel<br />

1216 proprio davanti al ponte<br />

vecchio la guerra fra le due<br />

fazioni si era fatta sempre più<br />

cruenta e in caso di vittoria sia<br />

da una parte che dall’altra la fazione<br />

vincente distruggeva tutte<br />

le torri, simbolo di potenza,<br />

di quella avversaria.<br />

Nel 1246 Federico II di Hohenstaufen<br />

(StupoR Mundi) dette il<br />

comando della città di Firenze,<br />

che era in mano ai Ghibellini,<br />

ad un suo figlio naturale, Federico<br />

I di Antiochia. Ma solo<br />

pochi anni dopo nel 1248 grazie<br />

ad un’alleanza con la vicina<br />

Bologna i Guelfi fiorentini<br />

cedettero di poter ribaltare il<br />

governo ghibellino assalendo<br />

tutte le torri ghibelline. La città<br />

andò a ferro e fuoco in ogni<br />

quartiere. Purtroppo il capo<br />

Guelfo, Rustico Marignolli,<br />

cadde colpito presso San Pancrazio<br />

e le truppe di Federico di<br />

Antiochia, vennero richiamate<br />

in massa in città. Dopo una<br />

breve sosta al Castello di Prato,<br />

attirate dall’ingrandirsi della<br />

faida, Si presentarono in città il<br />

31 gennaio 1248, 1600 soldati.<br />

I ghibellini rinchiusi nelle torri<br />

ripresero coraggio e uscirono<br />

di Simone Molinelli<br />

al contrattacco a battagliare in<br />

strada come dei matti, resi forti<br />

dalla presenza di così tanti soldati.<br />

I Guelfi resistettero due<br />

giorni ma poi, nel giorno della<br />

candelora, vennero costretti<br />

all’esilio. Federico d’Antiochia<br />

ordinò al suo seguito di radere<br />

al suolo le torri appartenenti<br />

ai Guelfi fuggiaschi. Trentasei<br />

torri guelfe furono quindi distrutte.<br />

Far crollare una torre all’epoca<br />

non era una cosa così semplice<br />

e si ricorreva ad un trucchetto<br />

escogitato dal grande architetto<br />

e scultore Nicola Pisano (1220-<br />

1275)<br />

Gli scalpellini intaccavano le<br />

basi delle torri puntellate con<br />

travi di legno. Poi le travi venivano<br />

incendiate e le torri rovinavano<br />

a terra. In quel due febbraio<br />

1248 una in particolare<br />

è rimasta nella storia, tanto da<br />

essere citata anche nella Cronica<br />

di Giovanni Villani: la Torre<br />

degli Adimari detta anche la<br />

Torre del Gaurdamorto. Dove<br />

si trova adesso la loggia del<br />

Bigallo svettava una delle tante<br />

torri della potente famiglia<br />

Guelfa degli Adimari. Poiché<br />

ai suoi piedi si distendeva un<br />

piccolo cimitero i soliti fiorentini<br />

irriverenti gli avevano appioppato<br />

il nomignolo di Torre<br />

del Gaurdamorto. I ghibellini<br />

nell’andare a distruggerla vollero<br />

prendere due piccioni con<br />

una fava e la puntellarono in<br />

modo che cadesse sopra il Battistero<br />

monumento che simboleggiava<br />

sia la Chiesa che la libertà<br />

comunale. Con tale gesto<br />

avrebbero voluto mostrare alla<br />

fazione Guelfa chi era che veramente<br />

comandasse a Firenze.<br />

Ma la torre beffando le leggi<br />

della fisica invece che andare<br />

a schiantarsi contro il bel San<br />

Giovanni rovinò in mezzo alla<br />

piazza non facendo nessun danno<br />

a nessuna altra casa!! Così ricorda<br />

l’evento Giovanni Villani<br />

“Ancora mostraro i Ghibellini<br />

maggiore empiezza, per cagione<br />

che i Guelfi faceano di loro<br />

molto capo a la chiesa di San<br />

Giovanni, e tutta la buona gente<br />

v’usava la domenica mattina,<br />

e faceansi i matrimoni. Quando<br />

vennero a disfare le torri de’<br />

Guelfi, intra l’altre una molto<br />

grande e bella ch’era in sulla<br />

piazza di San Giovanni a l’entrare<br />

del corso degli Adimari, e<br />

chiamavasi la torre del Guardamorto,<br />

però che anticamente<br />

tutta la buona gente che moria<br />

si soppelliva a San Giovanni,<br />

i Ghibellini faccendo tagliare<br />

dal piè la detta torre, sì·lla feciono<br />

puntellare per modo che,<br />

quando si mettesse il fuoco a’<br />

puntelli, cadesse in su la chiesa<br />

di Santo Giovanni; e così fu fatto.<br />

Ma come piacque a Dio, per<br />

reverenza e miracolo del beato<br />

Giovanni, la torre, ch’era alta<br />

CXX braccia, parve manifestamente,<br />

quando venne a cadere,<br />

ch’ella schifasse la santa chiesa,<br />

e rivolsesi, e cadde per lo<br />

diritto della piazza, onde tutti i<br />

Fiorentini si maravigliaro, e il<br />

popolo ne fu molto allegro”<br />

Vedendola con gli occhi di oggi<br />

forse la storia fu montata dalla<br />

propaganda guelfa ma all’epoca<br />

tutti gridarono al miracolo di<br />

San Giovanni Patrono di Fiorenza,<br />

il miracolo della Torre<br />

del Guardamorto!<br />

R.Davidsohn, Storia di Firenze,<br />

Firenze, 1956-1968, vol.I<br />

G.Villani . Cronaca<br />

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