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In Più Economia - Intervista Andrea Di Anselmo

A colloquio con Andrea di Anselmo, cofondatore e vicepresidente di Meta Group, una società che accompagna le start-up

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del popolo<br />

del popolo<br />

4 giovedì, 25 aprile 2019 del popolo<br />

la economia&finanza<br />

la Voce<br />

giovedì, 25 aprile 2019<br />

la Voce<br />

5<br />

<strong>In</strong>novazione e creatività stanno sempre<br />

più diventando un binomio senza il<br />

quale si fa fatica a centrare il successo<br />

nel mondo imprenditoriale, tanto che sempre<br />

più spesso si parla di imprenditoria<br />

innovativa. A queste due parole si aggiunge<br />

il termine “formazione”, ovvero la<br />

capacità dell’imprenditore di comprendere<br />

il suo mercato e prevedere gli sviluppi futuri,<br />

anticipando i tempi. Le start-up hanno<br />

fanno scoprire un nuovo mondo, centinaia<br />

di migliaia di giovani si cimentano in nuovi<br />

percorsi imprenditoriali e spesso, nonostante<br />

abbiano un ottimo prodotto, non<br />

riescono a piazzarlo sul mercato proprio<br />

per la mancanza di formazione, innovazione<br />

e creatività. È di questi argomenti<br />

che parliamo con uno dei massimi esperti<br />

italiani <strong>Andrea</strong> <strong>Di</strong> <strong>Anselmo</strong>, vicepresidente<br />

e co-fondatore di META Group.<br />

<strong>Di</strong> che cosa si occupa META Group, qual<br />

è la sua storia, come si è sviluppata nel<br />

corso degli anni e di che cosa si occupa<br />

lei al suo interno?<br />

“Sono uno dei fondatori della META. META<br />

Group è una società internazionale specializzata<br />

nell’erogazione accompagnamento/<br />

accelerazione di start-up e spin off e nell’aiutare<br />

la ricerca a raggiungere il mercato.<br />

I nostri principali clienti sono tutti coloro,<br />

incluse le istituzioni, che si concentrano<br />

su R&D, innovazione e imprenditorialità<br />

quali leve di sviluppo, i giovani che vogliono<br />

sfruttare le loro attività di ricerca<br />

e gli investitori interessati a iniziative con<br />

elevati potenziali di crescita. META Group<br />

opera da 25 anni a livello internazionale.<br />

La società ha sedi in Italia, Belgio,<br />

Slovenia e Polonia. Siamo stati scelti dalla<br />

Commissione europea per realizzare azioni<br />

di supporto alla R&S&I, all’imprenditorialità<br />

e alla finanza. Abbiamo portato a<br />

termine con successo oltre 800 incarichi,<br />

assistito più di 40 regioni e consegnato<br />

oltre 300 studi di fattibilità e progetti pilota<br />

in tutto il mondo.”<br />

Un progetto «first in human»<br />

META ha investito in più di 200 start up<br />

a rapida crescita in tutta Europa attraverso<br />

otto fondi di capitale di rischio in<br />

tre Paesi. Come investite e quali sono<br />

i criteri che seguite per i vostri investimenti?<br />

C’è un investimento al quale<br />

tenete particolarmente?<br />

“Con META Ventures gestiamo investimenti<br />

‘early stage’ e cioè investiamo in imprese<br />

‘appena nate’, le cosiddette start-up.<br />

Cerchiamo e selezioniamo i team migliori,<br />

che riteniamo capaci di portare il prodotto<br />

rapidamente sul mercato. Cerchiamo imprenditori,<br />

anche alla prima esperienza,<br />

motivati e ambiziosi che condividano con<br />

noi la sfida di raggiungere un mercato<br />

globale. Tra questi, merita di essere menzionato<br />

Roberto Tonelli CEO di Biogenera,<br />

un’impresa biotech innovativa dell’Università<br />

di Bologna, che è prossima a portare<br />

in fase clinica una terapia alternativa alle<br />

cure chemioterapiche per i tumori pediatrici<br />

rari. Un ‘first in human’ che potrebbe<br />

cambiare drasticamente la qualità e l’efficacia<br />

della cura per migliaia di piccoli<br />

pazienti.<br />

Cerchiamo di sfatare un mito. È diffusa<br />

l’idea che con le start-up è facile guadagnare<br />

molto denaro in poco tempo e<br />

quindi in molti si gettano a capofitto in<br />

un progetto, senza averlo ben definito,<br />

nella speranza di fare molti soldi quanto<br />

prima. È veramente così?<br />

“Se le dicessi che tutti i ragazzi che giocano<br />

a pallone nella squadra del quartiere<br />

diventeranno campioni della nazionale, lei<br />

mi crederebbe? Ci vogliono talento e impegno,<br />

l’impegno da solo non basta, il talento<br />

da solo non è sufficiente. Ci vuole un’idea,<br />

ma ci vuole anche e principalmente un<br />

team. Un gruppo che dimostri di saper<br />

raggiungere il mercato e conquistarlo.<br />

Servono ‘imprenditori’, anche alla prima<br />

esperienza, motivati ed ambiziosi che condividano<br />

con noi la sfida di raggiungere un<br />

mercato globale e non si accontentino. Poi<br />

a volte i soldi arrivano, spesso non il giorno<br />

dopo!”<br />

Tra le vostre attività figura anche quella<br />

riguardante la promozione dello spirito<br />

imprenditoriale. Concepire, lanciare e far<br />

crescere una start-up basata sulle conoscenze<br />

richiede molto più di un ambiente<br />

favorevole e un investimento finanziario.<br />

Che cos’è questo “molto di più”, ovvero<br />

quali sono gli ingredienti per uno spirito<br />

imprenditoriale vincente?<br />

“Come evidenziavo prima ci vuole ambizione,<br />

capacità nel fare e nel raggiungere<br />

obiettivi, perseveranza. Non bisogna scoraggiarsi<br />

ai primi fallimenti, ma nemmeno<br />

intestardirsi, ma servono anche capacità che<br />

consentono di comprendere quello che sta<br />

accadendo e una visione nel gestire risorse<br />

scarse. Saper anticipare le sfide in maniera<br />

innovativa e non semplicemente reagire ai<br />

problemi.”<br />

<strong>In</strong>novazione. Una parola di moda<br />

Si parla molto di innovazione, dell’importanza del sapere innovarsi. META Group<br />

offre attività di consulenza anche ai governi nazionali. A suo avviso quanto le realtà<br />

con le quali vi siete confrontati sono sensibili al tema dell’innovazione? O meglio<br />

quanto la politica in Italia, e anche a livello europeo, è attenta all’innovazione?<br />

Perché la parola innovazione sta diventando sempre più determinante?<br />

“<strong>In</strong>novazione di per sé non significa nulla, è solo una parola di moda; inoltre troppo spesso<br />

è collegata alla tecnologia. Quello che è importante è trovare soluzioni nuove, risposte<br />

migliori ai problemi di oggi e a quelli di domani! Trovare soluzioni nuove, innovare,<br />

significa abbandonare la ‘comfort zone’ far cose diverse dal solito. Questo spaventa e<br />

spaventa anche quei funzionari pubblici che dovrebbero invece essere i primi a supportare<br />

i cambiamenti. Tutti parlano di innovazione, ma veramente pochi si impegnano affinché<br />

ci siano politiche attente all’innovazione. Perché fare cose nuove se puoi continuare a fare<br />

quello che facevi ieri e non devi tenerne conto a nessuno?”<br />

Che cosa ci dobbiamo aspettare sul lato investimenti in start-up nei prossimi anni in<br />

Europa? Riusciremo mai a colmare il gap con gli Stati Uniti?<br />

“Il gap con gli Stati Uniti è culturale! Io ho sentito parlare per la prima volta di “Elevator<br />

Pitch” nel 1991 negli USA all’Università quando un professore di ingegneria meccanica ci<br />

ha insegnato come presentare le nostre idee in pochi minuti. Mi dica lei in quante Facoltà<br />

d’<strong>In</strong>gegneria in Croazia i professori insegnano questo nel 2019.”<br />

Ecosistemi innovativi<br />

Lei è coinvolto nello sviluppo di progetti destinati<br />

alla creazione di ecosistemi innovativi.<br />

Ci può spiegare meglio di che cosa si tratta?<br />

“Per poter fare bene ed essere veloci non<br />

possiamo fare tutto da soli, in isolamento.<br />

Dobbiamo essere in grado di confrontarci con<br />

altri, e acquisire quello che ci manca, ‘accedere<br />

alle risorse’ come dicono gli esperti. Un<br />

ecosistema è quell’insieme di infrastrutture<br />

e servizi, anche servizi sociali, con il quale<br />

dobbiamo interagire per poter fare crescere<br />

le nostre idee e farle diventare un’impresa di<br />

successo. <strong>Più</strong> l’ecosistema è ‘moderno’, ‘innovativo’<br />

più la nostra impresa accelera. Purtroppo,<br />

la maggior parte degli ecosistemi sono ancorati<br />

a una visione del passato, poco aperta<br />

alle nuove tendenze e alle nuove modalità di<br />

lavoro, di accesso ai servizi, alla conoscenza,<br />

alla finanza e ultimo, ma non in ordine di importanza,<br />

ai mercati.”<br />

<strong>In</strong> occasione dell’Italian business forum<br />

svoltosi a Lubiana, nel suo intervento ha<br />

sottolineato l’importanza di investire nel<br />

talento sin dalla più tenera età, prendendo<br />

esempio da quanto avveniva in passato<br />

all’epoca dei grandi artisti e dei mecenati,<br />

ma anche dalla realtà svedese. Ce lo può<br />

spiegare meglio?<br />

“La creatività è un talento importante e raro.<br />

<strong>In</strong> passato ci sono stati dei grandi visionari che<br />

L’<strong>In</strong>tervista di Marin Rogić<br />

A COLLOQUIO CON ANDREA DI ANSELMO, COFONDATORE E VICEPRESIDENTE<br />

DI META GROUP, UNA SOCIETÀ CHE ACCOMPAGNA LE START-UP<br />

DA SOLI NON SI VA<br />

DA NESSUNA PARTE<br />

SERVE UN TEAM<br />

| <strong>Di</strong> <strong>Anselmo</strong><br />

| <strong>Andrea</strong><br />

hanno scelto di investire in creatività – in<br />

tutti i settori, dalle scienze all’arte, dalla letteratura<br />

alle esplorazioni –; oggi, molto di<br />

quello di cui parliamo o che osserviamo intorno<br />

a noi è la diretta conseguenza di quegli<br />

investimenti, che accaddero in un brevissimo<br />

orizzonte temporale. Oggi non siamo<br />

più capaci a fare altrettanto. Non capiamo<br />

che servono non solo co-working space o<br />

business angels, ma anche e principalmente<br />

servizi per giovani coppie, leggi che permettano<br />

alle donne di lavorare al pari degli<br />

uomini, asili nido, etc. Come fanno i giovani<br />

a diventare imprenditori di successo se non<br />

trovano i servizi giusti per loro? Ecco, questo<br />

in Svezia lo hanno capito.”<br />

Italia, Slovenia, Europa<br />

Quali ritiene che siano i pro e i contro del<br />

fare start-up in Italia rispetto magari ad<br />

altri Paesi europei come la Slovenia dove<br />

siete presenti? Quanto e come l’Italia supporta<br />

l’imprenditoria innovativa?<br />

“La difficoltà nel fare impresa in Italia è<br />

relativa al fatto che il nostro è un Paese<br />

grande, complesso, ma anche frazionato. La<br />

burocrazia è pesante e i tempi della giustizia<br />

sono lunghissimi. Tutto questo non lo rende<br />

un posto facile per il ‘business’. Ma chi ha<br />

successo in Italia, avendo vinto spesso con-<br />

|<br />

tro tutti, ha enormi possibilità di crescita<br />

anche a livello internazionale. <strong>In</strong> Slovenia<br />

| Il vicepresidente di Meta Group con Jadran Lenarčič, direttore dell’IJŠ<br />

| | L’ambasciatore Paolo Trichilo e <strong>Andrea</strong> <strong>Di</strong> <strong>Anselmo</strong><br />

la difficoltà è nella dimensione, troppo piccola<br />

e nella burocrazia che spesso opera<br />

come se fosse una fortezza inespugnabile e<br />

invincibile, poco disposta a essere al servizio<br />

dell’impresa. Recentemente in Italia si<br />

sta facendo moltissimo per le start-up innovative<br />

con una legislazione tutta per loro e<br />

nuovi strumenti finanziari. L’importante è<br />

che si faccia largo a giovani coraggiosi.”<br />

L’anno scorso è stato anche a un convegno<br />

a Zagabria. Quanto conosce la scena<br />

delle start-up in Croazia e cosa ne pensa?<br />

<strong>Più</strong> in generale, cosa ne pensa del sistema<br />

Croazia. A suo avviso, è un Paese “amico<br />

delle imprese”?<br />

“Le imprese si moltiplicano dove c’è un mercato<br />

aperto, dinamico e in forte crescita,<br />

disponibilità di talenti e facilità di accesso.<br />

Gli incentivi fiscali aiutano, ma non sono<br />

tutto, come le imprese arrivano poi se ne<br />

vanno. Lo sappiamo bene anche in Italia.<br />

La Croazia si sta avviando a diventare un<br />

grande Paese, più moderno e come tutti i<br />

Paesi in ‘transizione’, tiene un piede ancorato<br />

nel passato e uno ancora ‘appoggiato’<br />

sul futuro. Fatto il salto penso che la Croazia<br />

possa attrarre giovani e imprese.”<br />

Il talento si può coltivare<br />

Quanto conta la formazione per la<br />

crescita e la nascita di nuovi progetti imprenditoriali?<br />

“Il talento si può coltivare, non lo si può costruire<br />

insegnandolo a scuola. Quello che<br />

conta è la capacità di comprendere quello<br />

che sta succedendo, il saper governare gli<br />

strumenti richiesti per quel tipo di mercato/<br />

problema, essere in grado di confrontarsi a livello<br />

internazionale e sapersi circondare delle<br />

persone giuste. Quanto questo possa essere<br />

insegnato da un professore, magari all’Università,<br />

lo lascio discutere ai suoi lettori.”<br />

Oggi sembra che esista un’app per<br />

qualsiasi tipo di servizio. Quali settori rimangono,<br />

invece, ancora scoperti? Su che<br />

cosa si potrebbe puntare?<br />

“Non lo deve chiedere a me, lo chieda ai<br />

giovani talenti croati, loro sapranno rispondere.”<br />

Dall’idea alla realizzazione di un’attività<br />

imprenditoriale il passo è lungo. Cosa<br />

consiglia a un giovane che ha un idea che<br />

ritiene buona, ma non sa come muoversi,<br />

o meglio non sa come realizzarla?<br />

“Trovare un team, da soli non si va da nessuna<br />

parte. <strong>In</strong>sieme si può validare l’idea,<br />

prima di investire tempo e denaro a sviluppare<br />

una cosa che non serve a nessuno!<br />

Verificare con i potenziali acquirenti/utenti<br />

se il problema che si vuole risolvere è realmente<br />

un loro problema. Se è effettivamente<br />

un problema allora si deve capire come lo<br />

stanno risolvendo per poter offrire una soluzione<br />

migliore! Se così non è allora vale la<br />

pena abbandonare l’idea e passare ad altro.<br />

“Fail fast, fail cheap”, dicono gli americani”.

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