Bollettino Diocesano Gennaio-Marzo 2019
Atti ufficiali e attività pastorali dell'Arcidiocesi di Bari-Bitonto
Atti ufficiali e attività pastorali dell'Arcidiocesi di Bari-Bitonto
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Anno XCV n. 1 <strong>Gennaio</strong> - Febbraio - <strong>Marzo</strong> <strong>2019</strong>
l´Odegitria<br />
BOLLETTINO DIOCESANO<br />
Atti ufficiali e attività pastorali<br />
dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto
BOLLETTINO DIOCESANO<br />
l´Odegitria<br />
Atti ufficiali e attività pastorali<br />
dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto<br />
Registrazione Tribunale di Bari n. 1272 del 26/03/1996<br />
ANNO XCV - N. 1 - <strong>Gennaio</strong> - Febbraio - <strong>Marzo</strong> <strong>2019</strong><br />
Redazione e amministrazione:<br />
Curia Arcivescovile Bari-Bitonto<br />
P.zza Odegitria - 70122 Bari - Tel. 080/5288211 - Fax 080/5244450<br />
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Ecumenica Editrice scrl - 70132 Bari - Tel. 080.5797843<br />
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DOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE<br />
SOMMARIO<br />
DOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE<br />
MAGISTERO PONTIFICIO<br />
Lettera apostolica in forma di motu proprio<br />
circa la Pontificia Commissione Ecclesia Dei 7<br />
Lettera apostolica in forma di motu proprio<br />
sulla protezione dei minori e delle persone vulnerabili 11<br />
Lettera in occasione del XXV anniversario dell’istituzione<br />
della Pontificia Accademia per la Vita Humana communitas 15<br />
DOCUMENTI DELLA CHIESA ITALIANA<br />
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />
Consiglio permanente<br />
Comunicato finale dei lavori del 14-16 gennaio <strong>2019</strong> 25<br />
Comunicato finale dei lavori del 1-3 aprile <strong>2019</strong> 33<br />
DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />
MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO<br />
Saluto all’inaugurazione dell’Anno giudiziario del<br />
Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese (Bari, 9 febbraio <strong>2019</strong>) 39<br />
BASILICA DI SAN NICOLA<br />
La presentazione a Mosca dell’edizione in lingua russa<br />
del libro sulla Traslazione della reliquia di san Nicola<br />
a Mosca e a San Pietroburgo (21 maggio-28 luglio 2017) 43<br />
VICARIATO GENERALE<br />
Le visite vicariali per l’anno <strong>2019</strong> 47<br />
5<br />
CURIA METROPOLITANA<br />
Cancelleria<br />
Nomine e decreti singolari 53<br />
Settore Presbiteri<br />
Discernere bene, discernere insieme 55<br />
Settore Evangelizzazione. Ufficio Missionario<br />
Vita di missione: tra quotidianità e speranza di futuro 59
Settore Carità. Ufficio per la pastorale della salute<br />
La celebrazione della XXVII Giornata mondiale del malato in diocesi 65<br />
CONSIGLI DIOCESANI<br />
Consiglio Presbiterale diocesano<br />
Verbale della riunione del 22 febbraio <strong>2019</strong> 75<br />
Consiglio Pastorale diocesano<br />
Verbale della riunione del 9 gennaio <strong>2019</strong> 79<br />
TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE PUGLIESE<br />
Relazione del Vicario giudiziale sulle attività del Tribunale per l’anno 2018 97<br />
SEMINARIO ARCIVESCOVILE<br />
La Giornata del Seminario (10 febbraio <strong>2019</strong>) 109<br />
AZIONE CATTOLICA ITALIANA<br />
Un anno di... AC 113<br />
PUBBLICAZIONI 119<br />
NELLA PACE DEL SIGNORE<br />
Don Luigi Armagno 129<br />
Don Rocco Silvio Pignataro 131<br />
DIARIO DELL’ARCIVESCOVO<br />
<strong>Gennaio</strong> <strong>2019</strong> 133<br />
Febbraio <strong>2019</strong> 136<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2019</strong> 138<br />
6
DOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE<br />
MAGISTERO PONTIFICIO<br />
Lettera apostolica in forma di motu proprio<br />
circa la Pontificia Commissione Ecclesia Dei<br />
Da oltre trent’anni la Pontificia Commissione Ecclesia Dei, istituita<br />
con il Motu proprio Ecclesia Dei adflicta, del 2 luglio 1988, ha assolto<br />
con sincera sollecitudine e lodevole premura al compito di collaborare<br />
coi Vescovi e coi Dicasteri della Curia Romana, nel facilitare la<br />
piena comunione ecclesiale dei sacerdoti, seminaristi, comunità o<br />
singoli religiosi e religiose, legati alla Fraternità fondata da Mons.<br />
Marcel Lefebvre, che desideravano rimanere uniti al Successore di<br />
Pietro nella Chiesa Cattolica, conservando le proprie tradizioni spirituali<br />
e liturgiche 1 .<br />
In tal modo, essa ha potuto esercitare la propria autorità e competenza<br />
a nome della Santa Sede su dette società e associazioni, fino<br />
a quando non si fosse diversamente provveduto 2 .<br />
Successivamente, in forza del Motu proprio Summorum Pontificum,<br />
del 7 luglio 2007, la Pontificia Commissione ha esteso l’autorità<br />
della Santa Sede su quegli Istituti e Comunità religiose, che avevano<br />
aderito alla forma straordinåaria del Rito romano e avevano<br />
assunto le precedenti tradizioni della vita religiosa, vigilando sull’osservanza<br />
e sull’applicazione delle disposizioni stabilite 3 .<br />
7<br />
1<br />
Cfr JOANNES PAULUS PP. II, Litterae Apostolicae ‘Motu proprio datae’, Ecclesia Dei adflicta’, 2 Iulii<br />
1988, AAS, LXXX (1988), 12 (15 Nov. 1988), 1495-1498, 6a.<br />
2<br />
Cfr Rescriptum ex Audientia Sanctissimi, 18 Oct. 1988, AAS, LXXXII (1990), 5 (3 Maii 1990),<br />
533-534, 6.<br />
3<br />
Cfr BENEDICTUS PP. XVI, Litterae Apostolicae ‘Motu proprio datae’, Summorum Pontificum, 7<br />
Iulii 2007, AAS, XCIX (2007), 9 (7 Sept. 2007), 777-781, 12.
8<br />
Due anni dopo, il mio Venerato Predecessore Benedetto XVI, col<br />
Motu proprio Ecclesiae unitatem, del 2 luglio 2009, ha riorganizzato<br />
la struttura della Pontificia Commissione, al fine di renderla più<br />
adatta alla nuova situazione venutasi a creare con la remissione<br />
della scomunica dei quattro Vescovi consacrati senza mandato<br />
pontificio. E, inoltre, ritenendo, che, dopo tale atto di grazia, le questioni<br />
trattate dalla medesima Pontificia Commissione fossero di<br />
natura primariamente dottrinale, Egli l’ha più organicamente legata<br />
alla Congregazione per la Dottrina della Fede, conservandone<br />
comunque le iniziali finalità, ma modificandone la struttura 4 .<br />
Ora, poiché la Feria IV della Congregazione per la Dottrina della<br />
Fede del 15 novembre 2017 ha formulato la richiesta che il dialogo<br />
tra la Santa Sede e la Fraternità Sacerdotale San Pio X venga condotto<br />
direttamente dalla menzionata Congregazione, essendo le<br />
questioni trattate di carattere dottrinale, alla quale richiesta ho<br />
dato la mia approvazione in Audientia al Prefetto il 24 successivo, e<br />
tale proposta ha avuto l’accoglienza della Sessione Plenaria della<br />
medesima Congregazione celebratasi dal 23 al 26 gennaio 2018,<br />
sono giunto, dopo ampia riflessione, alla seguente Decisione.<br />
Considerando mutate oggi le condizioni che avevano portato il<br />
santo Pontefice Giovanni Paolo II alla istituzione della Pontificia<br />
Commissione Ecclesia Dei;<br />
constatando che gli Istituti e le Comunità religiose che celebrano<br />
abitualmente nella forma straordinaria, hanno trovato oggi una<br />
propria stabilità di numero e di vita;<br />
prendendo atto che le finalità e le questioni trattate dalla Pontificia<br />
Commissione Ecclesia Dei sono di ordine prevalentemente dottrinale;<br />
desiderando che tali finalità si rendano sempre più evidenti alla<br />
coscienza delle comunità ecclesiali,<br />
colla presente Lettera Apostolica ‘Motu proprio data’<br />
delibero<br />
1. È soppressa la Pontificia Commissione Ecclesia Dei, istituita il<br />
2 luglio 1988 col Motu Proprio Ecclesia Dei adflicta.<br />
2. I compiti della Commissione in parola sono assegnati integralmente<br />
alla Congregazione per la Dottrina della Fede, in seno<br />
4<br />
Cfr BENEDICTUS PP. XVI, Litterae Apostolicae ‘Motu proprio datae’, Ecclesiae unitatem, 2 Iulii<br />
2009, AAS, CI (2009), 8 (7 Aug. 2009), 710-711, 5.
MAGISTERO PONTIFICIO<br />
alla quale verrà istituita una apposita Sezione impegnata a continuare<br />
l’opera di vigilanza, di promozione e di tutela fin qui condotta<br />
dalla soppressa Pontificia Commissione Ecclesia Dei.<br />
3. Il bilancio della Pontificia Commissione rientra nella contabilità<br />
ordinaria della menzionata Congregazione.<br />
Stabilisco, inoltre, che il presente Motu proprio, da osservarsi nonostante<br />
qualsiasi cosa contraria, anche se degna di particolare<br />
menzione, venga promulgato mediante pubblicazione sul quotidiano<br />
L’Osservatore Romano uscente il 19 gennaio <strong>2019</strong>, entrando in<br />
immediato vigore, e che successivamente sia inserito nel Commentario<br />
ufficiale della Santa Sede, Acta Apostolicae Sedis.<br />
Dato a Roma, presso San Pietro, il 17 gennaio <strong>2019</strong>,<br />
VI del nostro Pontificato<br />
Francesco<br />
9
DOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE<br />
MAGISTERO PONTIFICIO<br />
Lettera apostolica in forma di motu proprio<br />
sulla protezione dei minori e delle persone vulnerabili<br />
La tutela dei minori e delle persone vulnerabili fa parte integrante del<br />
messaggio evangelico che la Chiesa e tutti i suoi membri sono chiamati<br />
a diffondere nel mondo. Cristo stesso infatti ci ha affidato la cura e<br />
la protezione dei più piccoli e indifesi: «chi accoglierà un solo bambino<br />
come questo nel mio nome, accoglie me» (Mt 18,5). Abbiamo tutti,<br />
pertanto, il dovere di accogliere con generosità i minori e le persone<br />
vulnerabili e di creare per loro un ambiente sicuro, avendo riguardo in<br />
modo prioritario ai loro interessi. Ciò richiede una conversione continua<br />
e profonda, in cui la santità personale e l’impegno morale possano<br />
concorrere a promuovere la credibilità dell’annuncio evangelico e<br />
a rinnovare la missione educativa della Chiesa.<br />
Desidero, quindi, rafforzare ulteriormente l’assetto istituzionale e<br />
normativo per prevenire e contrastare gli abusi contro i minori e le<br />
persone vulnerabili affinché nella Curia Romana e nello Stato della<br />
Città del Vaticano:<br />
– sia mantenuta una comunità rispettosa e consapevole dei diritti e<br />
dei bisogni dei minori e delle persone vulnerabili, nonché attenta a<br />
prevenire ogni forma di violenza o abuso fisico o psichico, di abbandono,<br />
di negligenza, di maltrattamento o di sfruttamento che<br />
possano avvenire sia nelle relazioni interpersonali che in strutture<br />
o luoghi di condivisione;<br />
11
– maturi in tutti la consapevolezza del dovere di segnalare gli abusi<br />
alle Autorità competenti e di cooperare con esse nelle attività di<br />
prevenzione e contrasto;<br />
– sia efficacemente perseguito a norma di legge ogni abuso o maltrattamento<br />
contro minori o contro persone vulnerabili;<br />
– sia riconosciuto a coloro che affermano di essere stati vittima di<br />
sfruttamento, di abuso sessuale o di maltrattamento, nonché ai<br />
loro familiari, il diritto ad essere accolti, ascoltati e accompagnati;<br />
– sia offerta alle vittime e alle loro famiglie una cura pastorale<br />
appropriata, nonché un adeguato supporto spirituale, medico, psicologico<br />
e legale;<br />
– sia garantito agli imputati il diritto a un processo equo e imparziale,<br />
nel rispetto della presunzione di innocenza, nonché dei principi<br />
di legalità e di proporzionalità fra il reato e la pena;<br />
– venga rimosso dai suoi incarichi il condannato per aver abusato<br />
di un minore o di una persona vulnerabile e, al contempo, gli sia<br />
offerto un supporto adeguato per la riabilitazione psicologica e spirituale,<br />
anche ai fini del reinserimento sociale;<br />
– sia fatto tutto il possibile per riabilitare la buona fama di chi sia<br />
stato accusato ingiustamente;<br />
– sia offerta una formazione adeguata per la tutela dei minori e<br />
delle persone vulnerabili.<br />
Pertanto, con la presente Lettera stabilisco che:<br />
12<br />
1. I competenti organi giudiziari dello Stato della Città del Vaticano<br />
esercitano la giurisdizione penale anche in ordine ai reati di<br />
cui agli articoli 1 e 3 della Legge N. CCXCVII, sulla protezione dei<br />
minori e delle persone vulnerabili, del 26 marzo <strong>2019</strong>, commessi, in<br />
occasione dell’esercizio delle loro funzioni, dai soggetti di cui al<br />
punto 3 del Motu proprio «Ai nostri tempi», dell’11 luglio 2013.<br />
2. Fatto salvo il sigillo sacramentale, i soggetti di cui al punto 3 del<br />
Motu proprio «Ai nostri tempi», dell’11 luglio 2013, sono obbligati a<br />
presentare, senza ritardo, denuncia al promotore di giustizia presso<br />
il tribunale dello Stato della Città del Vaticano ogniqualvolta, nell’esercizio<br />
delle loro funzioni, abbiano notizia o fondati motivi per<br />
ritenere che un minore o una persona vulnerabile sia vittima di uno
MAGISTERO PONTIFICIO<br />
dei reati di cui all’articolo 1 della Legge N. CCXCVII, qualora commessi<br />
anche alternativamente:<br />
I. nel territorio dello Stato;<br />
II. in pregiudizio di cittadini o di residenti nello Stato;<br />
III. in occasione dell’esercizio delle loro funzioni, dai pubblici<br />
ufficiali dello Stato o dai soggetti di cui al punto 3 del Motu Proprio<br />
«Ai nostri tempi», dell’11 luglio 2013.<br />
3. Alle persone offese dai reati di cui all’articolo 1 della Legge n.<br />
CCXCVII è offerta assistenza spirituale, medica e sociale, compresa<br />
l’assistenza terapeutica e psicologica di urgenza, nonché informazioni<br />
utili di natura legale, tramite il Servizio di accompagnamento<br />
gestito dalla Direzione di Sanità e Igiene del Governatorato dello<br />
Stato della Città del Vaticano.<br />
4. L’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica organizza, di concerto<br />
con il Servizio di accompagnamento della Direzione di Sanità e<br />
Igiene, programmi di formazione per il personale della Curia<br />
Romana e delle Istituzioni collegate con la Santa Sede circa i rischi<br />
in materia di sfruttamento, di abuso sessuale e di maltrattamento<br />
dei minori e delle persone vulnerabili, nonché sui mezzi per identificare<br />
e prevenire tali offese e sull’obbligo di denuncia.<br />
5. Nella selezione e nell’assunzione del personale della Curia Romana<br />
e delle Istituzioni collegate con la Santa Sede, nonché di coloro<br />
che prestano collaborazione in forma volontaria, deve essere accertata<br />
l’idoneità del candidato ad interagire con i minori e con le persone<br />
vulnerabili.<br />
13<br />
6. I Dicasteri della Curia Romana e le Istituzioni collegate con la Santa<br />
Sede a cui abbiano accesso i minori o le persone vulnerabili adottano,<br />
con l’assistenza del Servizio di accompagnamento della Direzione di<br />
Sanità e Igiene, buone prassi e linee guida per la loro tutela.<br />
Stabilisco che la presente Lettera Apostolica in forma di Motu proprio
venga promulgata mediante la pubblicazione su L’Osservatore Romano<br />
e, successivamente, inserita negli Acta Apostolicae Sedis.<br />
Dispongo che quanto stabilito abbia pieno e stabile valore, anche<br />
abrogando tutte le disposizioni incompatibili, a partire dal primo<br />
giugno <strong>2019</strong>.<br />
Dato a Roma presso San Pietro, il 26 marzo dell’anno <strong>2019</strong>,<br />
settimo del Pontificato<br />
Francesco<br />
14
DOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE<br />
MAGISTERO PONTIFICIO<br />
Lettera al Presidente della Pontificia Accademia per la Vita<br />
in occasione del XXV anniversario della sua istituzione<br />
(11 febbraio 1994 – 11 febbraio <strong>2019</strong>)<br />
“Humana communitas”<br />
La comunità umana è il sogno di Dio fin da prima della creazione<br />
del mondo (cfr Ef 1,3-14). In essa il Figlio eterno generato da Dio ha<br />
preso carne e sangue, cuore e affetti. Nel mistero della generazione<br />
la grande famiglia dell’umanità può ritrovare sé stessa. Infatti, l’iniziazione<br />
famigliare alla fraternità tra le creature umane può essere<br />
considerata come un vero e proprio tesoro nascosto, in vista del<br />
riassetto comunitario delle politiche sociali e dei diritti umani, di<br />
cui oggi si sente forte necessità. Per questo occorre crescere nella<br />
consapevolezza della nostra comune discendenza dalla creazione e<br />
dall’amore di Dio. La fede cristiana confessa la generazione del<br />
Figlio come il mistero ineffabile dell’unità eterna di “far essere” e di<br />
“voler bene” che sta nell’intimità di Dio Uno e Trino. Il rinnovato<br />
annuncio di questa trascurata rivelazione può aprire un capitolo<br />
nuovo nella storia della comunità e della cultura umane, che oggi<br />
invocano – come «gemendo per dolori del parto» (cfr Rm 8,22) –<br />
una nuova nascita nello Spirito. Nel Figlio Unigenito si rivela la<br />
tenerezza di Dio e la sua volontà di riscatto di ogni umanità che si<br />
sente perduta, abbandonata, scartata, condannata senza remissione.<br />
Il mistero del Figlio eterno, fattosi uno di noi, sigilla una volta<br />
per tutte questa passione di Dio. Il mistero della sua Croce – «per<br />
noi e per la nostra salvezza» – e della sua Risurrezione – come «pri-<br />
15
mogenito di molti fratelli» (Rm 8,29) – dice fino a che punto questa<br />
passione di Dio è rivolta alla redenzione e al compimento della<br />
creatura umana.<br />
Dobbiamo restituire evidenza a questa passione di Dio per l’umana<br />
creatura e il suo mondo. Essa fu fatta da Dio a sua «immagine» –<br />
«maschio e femmina» la creò (cfr Gen 1,27) – come creatura spirituale<br />
e sensibile, consapevole e libera. La relazione tra l’uomo e la<br />
donna costituisce il luogo eminente in cui l’intera creazione diventa<br />
interlocutrice di Dio e testimone del suo amore. Questo nostro<br />
mondo è la dimora terrena della nostra iniziazione alla vita, il luogo<br />
e il tempo nel quale possiamo già iniziare a gustare la dimora celeste<br />
alla quale siamo destinati (cfr 2 Cor 5,1), ove vivremo in pienezza<br />
la comunione con Dio e con tutti. La famiglia umana è una comunità<br />
di origine e di destinazione, la cui riuscita «è nascosta, con<br />
Cristo, in Dio» (Col 3,1-4). In questo nostro tempo, la Chiesa è chiamata<br />
a rilanciare con forza l’umanesimo della vita che erompe da<br />
questa passione di Dio per la creatura umana. L’impegno a comprendere,<br />
promuovere e difendere la vita di ogni essere umano<br />
prende slancio da questo incondizionato amore di Dio. È la bellezza<br />
e l’attrattiva del Vangelo, che non riduce l’amore del prossimo<br />
all’applicazione di criteri di convenienza economica e politica né ad<br />
«alcuni accenti dottrinali o morali che procedono da determinate<br />
opzioni ideologiche» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 39).<br />
Una storia appassionata e feconda<br />
16<br />
Questa passione ha animato l’attività della Pontificia Accademia<br />
per la Vita fin dal momento della sua istituzione venticinque anni<br />
fa, da parte di san Giovanni Paolo II, dietro suggerimento del Servo<br />
di Dio e grande scienziato Jérôme Lejeune. Questi, lucidamente<br />
convinto della profondità e della rapidità dei cambiamenti in atto<br />
nel campo biomedico, ritenne opportuno sostenere un impegno<br />
più strutturato e organico su questo fronte. L’Accademia ha potuto<br />
così sviluppare iniziative di studio, formazione e informazione con<br />
l’obiettivo di rendere «manifesto che scienza e tecnica, poste al servizio<br />
della persona umana e dei suoi diritti fondamentali, contribuiscono<br />
al bene integrale dell’uomo e all’attuazione del progetto
MAGISTERO PONTIFICIO<br />
divino di salvezza (cfr Gaudium et spes, 35)» (GIOVANNI PAOLO II, Motu<br />
proprio Vitae mysterium, 11 febbraio 1994, 3). Rinnovato slancio ha<br />
impresso alle attività dell’Accademia l’elaborazione del nuovo<br />
Statuto (18 ottobre 2016). L’intento è di rendere la riflessione su<br />
questi temi sempre più attenta al contesto contemporaneo, in cui il<br />
ritmo crescente dell’innovazione tecnoscientifica e la globalizzazione<br />
moltiplicano le interazioni, da una parte, tra culture, religioni e<br />
saperi diversi, dall’altra, tra le molteplici dimensioni della famiglia<br />
umana e della casa comune che essa abita. «È urgente, perciò, intensificare<br />
lo studio e il confronto sugli effetti di tale evoluzione della<br />
società in senso tecnologico per articolare una sintesi antropologica<br />
che sia all’altezza di questa sfida epocale. L’area della vostra qualificata<br />
consulenza non può quindi essere limitata alla soluzione<br />
delle questioni poste da specifiche situazioni di conflitto etico,<br />
sociale o giuridico. L’ispirazione di condotte coerenti con la dignità<br />
della persona umana riguarda la teoria e la pratica della scienza e<br />
della tecnica nella loro impostazione complessiva in rapporto alla<br />
vita, al suo senso e al suo valore» (Discorso all’Assemblea generale della<br />
Pontificia Accademia per la Vita, 5 ottobre 2017).<br />
Degrado dell’umano e paradosso del “progresso”<br />
In questo momento della storia la passione per l’umano, per l’intera<br />
umanità, è in grave difficoltà. Le gioie delle relazioni familiari e<br />
della convivenza sociale appaiono profondamente logorate. La diffidenza<br />
reciproca dei singoli e dei popoli si nutre di una smodata<br />
ricerca del proprio interesse e di una competizione esasperata, che<br />
non rifugge dalla violenza. La distanza fra l’ossessione per il proprio<br />
benessere e la felicità dell’umanità condivisa sembra allargarsi:<br />
sino a far pensare che fra il singolo e la comunità umana sia ormai<br />
in corso un vero e proprio scisma. Nell’Enciclica Laudato si’ ho posto<br />
in luce lo stato di emergenza in cui si trova il nostro rapporto con<br />
la storia della terra e dei popoli. È un allarme provocato dalla poca<br />
attenzione accordata alla grande e decisiva questione dell’unità<br />
17
della famiglia umana e del suo futuro. L’erosione di questa sensibilità,<br />
ad opera delle potenze mondane della divisione e della guerra,<br />
è in crescita globale, con una velocità ben superiore a quella della<br />
produzione dei beni. Si tratta di una vera e propria cultura – anzi,<br />
sarebbe meglio dire di un’anti-cultura – dell’indifferenza per la<br />
comunità: ostile agli uomini e alle donne e alleata con la prepotenza<br />
del denaro.<br />
Questa emergenza rivela un paradosso: come è potuto accadere che,<br />
proprio nel momento della storia del mondo in cui le risorse economiche<br />
e tecnologiche disponibili ci consentirebbero di prenderci<br />
sufficientemente cura della casa comune e della famiglia umana,<br />
onorando la consegna di Dio stesso, proprio da esse, dalle risorse<br />
economiche e tecnologiche, vengono le nostre divisioni più aggressive<br />
e i nostri incubi peggiori? I popoli avvertono acutamente e<br />
dolorosamente, per quanto spesso confusamente, l’avvilimento spirituale<br />
– potremmo dire il nichilismo – che subordina la vita a un<br />
mondo e a una società succubi di questo paradosso. La tendenza ad<br />
anestetizzare questo profondo disagio, attraverso una cieca rincorsa<br />
al godimento materiale, produce la malinconia di una vita che<br />
non trova destinazione all’altezza della sua qualità spirituale.<br />
Dobbiamo riconoscerlo: gli uomini e le donne del nostro tempo<br />
sono spesso demoralizzati e disorientati, senza visione. Siamo un<br />
po’ tutti ripiegati su noi stessi. Il sistema del denaro e l’ideologia del<br />
consumo selezionano i nostri bisogni e manipolano i nostri sogni,<br />
senza alcun riguardo per la bellezza della vita condivisa e per l’abitabilità<br />
della casa comune.<br />
18<br />
Un ascolto responsabile<br />
Il popolo cristiano, raccogliendo il grido delle sofferenze dei popoli,<br />
deve reagire agli spiriti negativi che fomentano la divisione, l’indifferenza,<br />
l’ostilità. Deve farlo non soltanto per sé, ma per tutti. E<br />
deve farlo subito, prima che sia troppo tardi. La famiglia ecclesiale<br />
dei discepoli – e di tutti gli ospiti che cercano in essa le ragioni della<br />
speranza (cfr 1Pt 3,15) – è stata seminata sulla terra come «sacramento<br />
[…] dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere<br />
umano» (Lumen gentium, 1). La riabilitazione della creatura di Dio
MAGISTERO PONTIFICIO<br />
alla lieta speranza della sua destinazione deve diventare la passione<br />
dominante del nostro annuncio. È urgente che gli anziani credano<br />
di più ai loro “sogni” migliori; e che i giovani abbiano “visioni”<br />
capaci di spingerli a impegnarsi coraggiosamente nella storia (cfr Gl<br />
3,1). Una nuova prospettiva etica universale, attenta ai temi del<br />
creato e della vita umana, è l’obiettivo al quale dobbiamo puntare<br />
sul piano culturale. Non possiamo continuare sulla strada dell’errore<br />
perseguito in tanti decenni di decostruzione dell’umanesimo,<br />
confuso con una qualsiasi ideologia della volontà di potenza.<br />
Dobbiamo contrastare una simile ideologia, che si avvale dell’appoggio<br />
convinto del mercato e della tecnica, in favore dell’umanesimo.<br />
La differenza della vita umana è un bene assoluto, degno di<br />
essere eticamente presidiato, prezioso per la cura di tutta la creazione.<br />
Lo scandalo è il fatto che l’umanesimo contraddica sé stesso,<br />
invece di prendere ispirazione dall’atto dell’amore di Dio. La Chiesa<br />
per prima deve ritrovare la bellezza di questa ispirazione e fare la<br />
sua parte, con rinnovato entusiasmo.<br />
Un compito difficile per la Chiesa<br />
Siamo consapevoli di avere incontrato difficoltà, nella riapertura di<br />
questo orizzonte umanistico, anche in seno alla Chiesa. Per primi,<br />
dunque, ci interroghiamo sinceramente: le comunità ecclesiali, oggi,<br />
hanno una visione e danno una testimonianza all’altezza di questa<br />
emergenza dell’epoca presente? Sono seriamente concentrate sulla<br />
passione e sulla gioia di trasmettere l’amore di Dio per l’abitare dei<br />
suoi figli sulla Terra? O si perdono ancora troppo nei propri problemi<br />
e in timidi aggiustamenti che non superano la logica del compromesso<br />
mondano? Dobbiamo seriamente domandarci se abbiamo<br />
fatto abbastanza per offrire il nostro specifico contributo come cristiani<br />
a una visione dell’umano capace di sostenere l’unità della<br />
famiglia dei popoli nelle odierne condizioni politiche e culturali. O<br />
se addirittura ne abbiamo perso di vista la centralità, anteponendo<br />
le ambizioni della nostra egemonia spirituale sul governo della città<br />
19
secolare, chiusa su sé stessa e sui suoi beni, alla cura della comunità<br />
locale, aperta all’ospitalità evangelica per i poveri e i disperati.<br />
Costruire una fraternità universale<br />
20<br />
È tempo di rilanciare una nuova visione per un umanesimo fraterno<br />
e solidale dei singoli e dei popoli. Noi sappiamo che la fede e l’amore<br />
necessari per questa alleanza attingono il loro slancio dal<br />
mistero della redenzione della storia in Gesù Cristo, nascosto in<br />
Dio fin da prima della creazione del mondo (cfr Ef 1,7-10; 3,9-11;<br />
Col 1,13-14). E sappiamo anche che la coscienza e gli affetti della<br />
creatura umana non sono affatto impermeabili, né insensibili alla<br />
fede e alle opere di questa fraternità universale, seminata dal<br />
Vangelo del Regno di Dio. Dobbiamo rimetterla in primo piano.<br />
Perché una cosa è sentirsi costretti a vivere insieme, altra cosa è<br />
apprezzare la ricchezza e la bellezza dei semi di vita comune che<br />
devono essere cercati e coltivati insieme. Una cosa è rassegnarsi a<br />
concepire la vita come lotta contro mai finiti antagonisti, altra cosa<br />
è riconoscere la famiglia umana come segno della vitalità di Dio<br />
Padre e promessa di una destinazione comune al riscatto di tutto<br />
l’amore che, già ora, la tiene in vita.<br />
Tutte le vie della Chiesa conducono all’uomo, come ha solennemente<br />
proclamato il santo Papa Giovanni Paolo II nella sua Enciclica inaugurale<br />
(Redemptor hominis, 1979). Prima di lui san Paolo VI aveva ricordato,<br />
anch’egli nell’Enciclica programmatica e secondo la lezione del<br />
Concilio, che la familiarità della Chiesa si estende per cerchi concentrici<br />
ad ogni uomo: persino a chi si ritiene estraneo alla fede e all’adorazione<br />
di Dio (cfr Enc. Ecclesiam suam, 1964). La Chiesa ospita e custodisce<br />
i segni della benedizione e della misericordia che sono destinati<br />
da Dio per ogni essere umano che viene in questo mondo.<br />
Riconoscere i segni di speranza<br />
In questa missione ci sono di incoraggiamento i segni dell’operare di<br />
Dio nel tempo attuale. Essi vanno riconosciuti, evitando che l’orizzonte<br />
venga oscurato dagli aspetti negativi. In questa ottica san Gio-
MAGISTERO PONTIFICIO<br />
vanni Paolo II registrava i gesti di accoglienza e di difesa della vita<br />
umana, il diffondersi di una sensibilità contraria alla guerra e alla<br />
pena di morte, una crescente attenzione alla qualità della vita e all’ecologia.<br />
Egli indicava anche fra i segni di speranza la diffusione della<br />
bioetica, come «riflessione e dialogo – tra credenti e non credenti,<br />
come pure tra credenti di diverse religioni – su problemi etici, anche<br />
fondamentali, che interessano la vita dell’uomo» (Enc. Evangelium<br />
vitae, 25 marzo 1995, 27). La comunità scientifica della Pontificia<br />
Accademia per la Vita ha mostrato, nei suoi venticinque anni di storia,<br />
di inscriversi precisamente in questa prospettiva, offrendo il proprio<br />
apporto alto e qualificato. Ne sono testimonianza l’impegno per<br />
la promozione e la tutela della vita umana in tutto l’arco del suo svolgersi,<br />
la denuncia dell’aborto e della soppressione del malato come<br />
mali gravissimi, che contraddicono lo Spirito della vita e ci fanno<br />
sprofondare nell’anti-cultura della morte. Su questa linea occorre<br />
certamente continuare, con attenzione ad altre provocazioni che la<br />
congiuntura contemporanea offre per la maturazione della fede, per<br />
una sua più profonda comprensione e per più adeguata comunicazione<br />
agli uomini di oggi.<br />
Il futuro dell’Accademia<br />
Dobbiamo anzitutto abitare la lingua e le storie degli uomini e<br />
delle donne del nostro tempo, inserendo l’annuncio evangelico<br />
nell’esperienza concreta, come il Concilio Vaticano II ci ha indicato<br />
autore-volmente. Per cogliere il senso della vita umana, l’esperienza<br />
a cui riferirsi è quella che si può riconoscere nella dinamica<br />
della generazione. Si eviterà così di ridurre la vita o a un concetto<br />
solamente biologico o a un universale astratto dalle relazioni e<br />
dalla storia. L’appartenenza originaria alla carne precede e rende<br />
possibile ogni ulteriore consapevolezza e riflessione, scongiurando<br />
la pretesa del soggetto di essere origine a sé stesso. Possiamo solo<br />
diventare consapevoli di essere in vita una volta che già l’abbiamo<br />
ricevuta, prima di ogni nostra intenzione e decisione. Vivere signi-<br />
21
22<br />
fica necessariamente essere figli, accolti e curati, anche se talvolta<br />
in modo inadeguato.<br />
«Appare allora ragionevole gettare un ponte tra quella cura che si è<br />
ricevuta fin dall’inizio della vita, e che ha consentito ad essa di dispiegarsi<br />
in tutto l’arco del suo svolgersi, e la cura da prestare<br />
responsabilmente agli altri. […] Questo prezioso legame sta a presidio<br />
di una dignità, umana e teologale, che non cessa di vivere, neppure<br />
con la perdita della salute, del ruolo sociale e del controllo sul<br />
proprio corpo» (Lettera del Cardinale Segretario di Stato in occasione del<br />
Convegno sulle cure palliative, 28 febbraio 2018).<br />
Noi sappiamo bene che la soglia del rispetto fondamentale della<br />
vita umana è violata oggi in modi brutali non solo da comportamenti<br />
individuali, ma anche dagli effetti di scelte e di assetti strutturali.<br />
L’organizzazione del profitto e il ritmo di sviluppo delle tecnologie<br />
offrono inedite possibilità di condizionare la ricerca biomedica,<br />
l’orientamento educativo, la selezione dei bisogni, la qualità<br />
umana dei legami. La possibilità di indirizzare lo sviluppo economico<br />
e il progresso scientifico all’alleanza dell’uomo e della<br />
donna, per la cura dell’umanità che ci è comune e per la dignità<br />
della persona umana, attinge certamente a un amore per la creazione<br />
che la fede ci aiuta ad approfondire e a illuminare. La prospettiva<br />
della bioetica globale, con la sua visione ampia e l’attenzione<br />
all’impatto dell’ambiente sulla vita e sulla salute, costituisce una<br />
notevole opportunità per approfondire la nuova alleanza del<br />
Vangelo e della creazione.<br />
La comunanza nell’unico genere umano impone un approccio globale<br />
e chiede a noi tutti di affrontare le domande che si pongono<br />
nel dialogo tra le diverse culture e società che, nel mondo di oggi,<br />
sono sempre più strettamente a contatto. Possa l’Accademia per la<br />
Vita essere luogo coraggioso di questo confronto e dialogo a servizio<br />
del bene di tutti. Non abbiate paura di elaborare argomentazioni<br />
e linguaggi che siano spendibili in un dialogo interculturale e<br />
interreligioso, oltre che interdisciplinare. Partecipate alla riflessione<br />
sui diritti umani, che costituiscono uno snodo centrale nella<br />
ricerca di criteri universalmene condivisibili. È in gioco la comprensione<br />
e la pratica di una giustizia che mostri il ruolo irrinunciabile<br />
della responsabilità nel discorso sui diritti umani e la loro stretta<br />
correlazione con i doveri, a partire dalla solidarietà con chi è mag-
MAGISTERO PONTIFICIO<br />
giormente ferito e sofferente. Papa Benedetto XVI ha molto insistito<br />
sull’importanza di «sollecitare una nuova riflessione su come i<br />
diritti presuppongano doveri senza i quali si trasformano in arbitrio.<br />
Si assiste oggi a una pesante contraddizione. Mentre, per un<br />
verso, si rivendicano presunti diritti, di carattere arbitrario e voluttuario,<br />
con la pretesa di vederli riconosciuti e promossi dalle strutture<br />
pubbliche, per l’altro verso, vi sono diritti elementari e fondamentali<br />
disconosciuti e violati nei confronti di tanta parte dell’umanità»,<br />
fra i quali il Papa emerito menziona «la mancanza di cibo,<br />
di acqua potabile, di istruzione di base o di cure sanitarie elementari»<br />
(Enc. Caritas in veritate, 43).<br />
Un ulteriore fronte su cui occorre sviluppare la riflessione è quello<br />
delle nuove tecnologie oggi definite “emergenti e convergenti”. Esse<br />
includono le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, le<br />
biotecnologie, le nanotecnologie, la robotica. Avvalendosi dei risultati<br />
ottenuti dalla fisica, dalla genetica e dalle neuroscienze, come<br />
pure della capacità di calcolo di macchine sempre più potenti, è<br />
oggi possibile intervenire molto profondamente nella materia<br />
vivente. Anche il corpo umano è suscettibile di interventi tali che<br />
possono modificare non solo le sue funzioni e prestazioni, ma<br />
anche le sue modalità di relazione, sul piano personale e sociale,<br />
esponendolo sempre più alle logiche del mercato. Occorre quindi<br />
anzitutto comprendere le trasformazioni epocali che si annunciano<br />
su queste nuove frontiere, per individuare come orientarle al servizio<br />
della persona umana, rispettando e promuovendo la sua intrinseca<br />
dignità. Un compito assai esigente, data la complessità e l’incertezza<br />
sugli sviluppi possibili, che richiede un discernimento<br />
ancora più attento di quanto è abitualmente auspicabile. Un discernimento<br />
che possiamo definire come «il sincero lavoro della coscienza,<br />
nel proprio impegno di conoscere il bene possibile in base<br />
a cui decidersi responsabilmente nel corretto esercizio della ragione<br />
pratica» (Sinodo dei Vescovi dedicato ai Giovani, Documento finale,<br />
27 ottobre 2018, 109). Un percorso di ricerca e di valutazione che<br />
avviene quindi attraverso le dinamiche della coscienza morale e che<br />
per il credente si svolge all’interno e alla luce della relazione con il<br />
23
Signore Gesù, assumendo la sua intenzionalità nell’agire e i suoi<br />
criteri di scelta (cfr Fil 2,5).<br />
La medicina e l’economia, la tecnologia e la politica che vengono<br />
elaborate al centro della moderna città dell’uomo, devono rimanere<br />
esposte anche e soprattutto al giudizio che viene pronunciato dalle<br />
periferie della terra. Di fatto, le molte e straordinarie risorse messe<br />
a disposizione della creatura umana dalla ricerca scientifica e tecnologica<br />
rischiano di oscurare la gioia della condivisione fraterna e<br />
la bellezza delle imprese comuni, dal cui servizio ricavano in realtà<br />
il loro autentico significato. Dobbiamo riconoscere che la fraternità<br />
rimane la promessa mancata della modernità. Il respiro universale<br />
della fraternità che cresce nel reciproco affidamento – all’interno<br />
della cittadinanza moderna, come fra i popoli e le nazioni –<br />
appare molto indebolito. La forza della fraternità, che l’adorazione<br />
di Dio in spirito e verità genera fra gli umani, è la nuova frontiera<br />
del cristianesimo. Ogni dettaglio della vita del corpo e dell’anima in<br />
cui lampeggiano l’amore e il riscatto della nuova creatura che si va<br />
formando in noi, sorprende come il vero e proprio miracolo di una<br />
risurrezione già in atto (cfr Col 3,1-2). Il Signore ci doni di moltiplicare<br />
questi miracoli! La testimonianza di san Francesco d’Assisi,<br />
con la sua capacità di riconoscersi fratello di tutte le creature terrestri<br />
e celesti, ci ispiri nella sua perenne attualità. Il Signore vi conceda<br />
di essere pronti per questa nuova fase della missione, con le lampade<br />
cariche di olio dello Spirito, per illuminare la strada e guidare<br />
i vostri passi. I piedi di coloro che portano il lieto annuncio dell’amore<br />
di Dio per la vita di ciascuno e di tutti coloro che abitano la<br />
terra sono bellissimi (cfr Is 52,7; Rm 10,15).<br />
24<br />
Dal Vaticano, 6 gennaio <strong>2019</strong><br />
Francesco
DOCUMENTI DELLA CHIESA ITALIANA<br />
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />
Consiglio permanente<br />
Comunicato finale dei lavori<br />
della sessione invernale<br />
(Roma, 14-16 gennaio <strong>2019</strong>)<br />
1. Metodo e contenuti<br />
La volontà di non limitarsi a rincorrere l’attualità, ma affrontarla<br />
con lo sguardo di Pastori, animati dalla responsabilità di assicurare<br />
il contributo dell’esperienza cristiana, quindi dell’annuncio e della<br />
testimonianza evangelica: a partire da questa consapevolezza i<br />
membri del Consiglio Permanente hanno ripreso e approfondito<br />
l’Introduzione proposta dal Cardinale Presidente in apertura dei<br />
lavori. È stato condiviso, innanzitutto, il richiamo a un metodo, che<br />
– a partire da un’idea forte e da luoghi di elaborazione culturale,<br />
discernimento e verifica – aiuti ad affrontare una stagione segnata<br />
da smarrimento e confusione. La finalità di tale metodo – è stato<br />
evidenziato – ha a che fare con il superamento dei luoghi comuni,<br />
delle risposte frettolose, dei richiami gridati, del linguaggio incattivito.<br />
Condizione della sua riuscita è il ritorno a un fondamento spirituale,<br />
in particolare a quel respiro biblico di cui Papa Francesco<br />
non cessa di essere interprete e che consente di coinvolgersi appieno<br />
nella realtà, arrivando anche a denunciarne le storpiature.<br />
L’analisi dei Vescovi ha dato voce alla domanda di vita che sale dalla<br />
gente: è domanda di opportunità per i giovani, di lavoro, di accesso<br />
25
ai servizi e alle cure sanitarie, di qualità ambientale. Ancora, è<br />
domanda di superamento delle condizioni di sofferenza, legate<br />
all’usura, alla sopraffazione mafiosa, alla dipendenza dal gioco e da<br />
Internet. Infine, è domanda di accoglienza, incarnata soprattutto<br />
dai migranti: oggi rappresentano un dramma umanitario, dal quale<br />
la Chiesa si sente interpellata in modo inderogabile nella sua coscienza<br />
e nella sua missione.<br />
Al riguardo, il Consiglio Permanente ha ribadito il rifiuto di parole<br />
e atteggiamenti di esclusione, che considerano l’altro come un pericolo<br />
o una minaccia; ha valorizzato la risposta generosa e nascosta<br />
offerta da tante comunità, in collaborazione propositiva con le Istituzioni;<br />
ha ricordato la necessità di far viaggiare l’accoglienza con<br />
l’integrazione. Davanti a questo fenomeno epocale, i Vescovi rilanciano<br />
il loro impegno per sollecitare una risposta concreta ed equa<br />
da parte dell’Unione Europea.<br />
Altro tema ampiamente condiviso dai membri del Consiglio Permanente<br />
è l’urgenza di una proposta formativa, che abbia a cuore<br />
la città e il bene comune. Le scelte politiche – è stato sottolineato<br />
dai Vescovi – non si improvvisano: necessitano di una spiritualità<br />
armoniosa e di luoghi di riflessione e animazione, in cui maturare<br />
la visione della centralità della persona e la capacità di misurarsi<br />
con i problemi reali.<br />
In questa prospettiva, anche le prossime elezioni europee sono viste<br />
come un’opportunità per favorire una partecipazione consapevole<br />
e responsabile.<br />
2. Orientamenti, condivisione di sguardo e d’impegno<br />
26<br />
L’anno che si apre porta a conclusione la parabola del decennio,<br />
dalla CEI dedicato a raccogliere nella sua «radicalità e ampiezza» la<br />
domanda educativa. Muovendo da una sintetica rilettura dei passi<br />
che ne hanno scandito gli Orientamenti pastorali, il Consiglio Permanente<br />
ha espresso la convinzione che l’impegno educativo della<br />
Chiesa italiana – nei vari ambiti della vita personale e comunitaria<br />
– sia da considerarsi tutt’altro che finito. Il contesto culturale,<br />
infatti, rimane segnato da un triste individualismo, da un realismo<br />
emotivo, da un secolarismo che non soddisfa.
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />
Su questo sfondo, sono emerse alcune prime proposte per i prossimi<br />
Orientamenti pastorali, con cui continuare a costruire condivisione<br />
di sguardo e d’impegno tra le Chiese che sono in Italia: Sfida<br />
antropologica; Relazione tra presbiteri e laici, per comunità che superino<br />
dualismi e contrapposizioni; Crisi spirituale e cura della vita interiore, in<br />
ascolto dello Spirito Santo e del volto dell’altro per un rinnovato dono di santità;<br />
Sinodalità, forma di Chiesa; Orizzonte di speranza.<br />
Tra i destinatari è stato ipotizzato di dedicare un’attenzione particolare<br />
a quella fase delicata della vita che è la pre-adolescenza.<br />
Richiede – e i Vescovi l’hanno sottolineato come urgenza – educatori<br />
e formatori disponibili a coinvolgersi con una generazione pienamente<br />
partecipe della rivoluzione digitale.<br />
Con le loro proposte i Vescovi hanno così iniziato a porre le basi per<br />
prospettare l’itinerario futuro, individuarne le coordinate e definirne<br />
contenuti e scansione temporale. A tale riguardo, sono emerse<br />
prospettive diverse: da chi – rispetto ai ritmi accelerati di trasformazione<br />
che interessano la società e la stessa comunità ecclesiale – si<br />
orienta su un arco di durata breve (3-5 anni), a chi, per le stesse<br />
ragioni, avverte ancor più l’importanza di abbracciare un orizzonte<br />
ampio, all’interno del quale possono trovare collocazione sottolineature<br />
particolari.<br />
Nel prospettarsi della fine del decennio, è stata avvertita l’importanza<br />
di mettere a punto anche alcune indicazioni precise. A titolo<br />
esemplificativo, è stata ricordata l’Esortazione apostolica postsinodale<br />
Amoris laetitia, con l’invito a dare orientamenti sui padrini<br />
della Confermazione e del Battesimo; il rapporto con la scuola, a<br />
partire dall’insegnamento della religione cattolica e dalla necessaria<br />
chiarificazione di alcuni aspetti normativi; l’Università, con la sottolineatura<br />
dell’opportunità di promuovere una relazione più stretta<br />
con la Cattolica; la formazione dei formatori dei presbiteri.<br />
In tema di educazione, i Vescovi hanno condiviso la proposta di un<br />
percorso che prepari un evento a carattere nazionale, dedicato al<br />
tema Educare ancora, da tenersi dal 19 al 21 marzo 2020. Nei prossimi<br />
mesi di settembre, ottobre e novembre si intende promuovere<br />
tre seminari tematici, attorno ai quali riunire un certo numero di<br />
27
esperti qualificati in altrettanti ambiti: sull’educazione cristiana, in<br />
riferimento alla formazione umana del credente; sull’educazione<br />
socio-culturale promossa da agenzie o ambienti quali lo sport, l’arte,<br />
i luoghi di socializzazione e di vita quotidiana, fra cui i social<br />
network; infine, sull’educazione nel mondo scolastico. L’intero percorso<br />
– promosso dalla Commissione Episcopale per l’educazione<br />
cattolica, la scuola e l’università – è pensato in collaborazione con i<br />
diversi Uffici della Segreteria generale.<br />
3. Servizio tutela minori, approvato il Regolamento<br />
28<br />
Il Consiglio Permanente ha approvato il Regolamento del Servizio nazionale<br />
per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili nella Chiesa.<br />
Finalità del Servizio è l’offerta di un supporto in questo ambito alla<br />
Conferenza Episcopale Italiana, alle Chiese particolari, agli Istituti<br />
di vita consacrata e Società di vita apostolica, alle associazioni e alle<br />
aggregazioni ecclesiali. Tra i suoi compiti, il consiglio e il supporto<br />
alla CEI, ai Vescovi e ai Superiori Maggiori; la promozione e l’accompagnamento<br />
delle attività dei Servizi regionali e inter-diocesani;<br />
lo studio e la proposta di contenuti informativi e formativi, oltre<br />
che di strumenti operativi per consolidare nelle comunità ecclesiali<br />
una cultura della tutela dei minori, per rafforzare la sicurezza dei<br />
luoghi ecclesiali frequentati dai minori, per formare tutti gli operatori<br />
pastorali e prevenire ogni forma di abuso.<br />
La struttura del Servizio prevede: un Presidente; un Coordinatore; un<br />
Consiglio di Presidenza; una Consulta nazionale. Opera in collegamento<br />
con gli altri Uffici e Servizi della Segreteria generale e in collaborazione<br />
con la Pontificia Commissione per la tutela dei minori.<br />
Il Consiglio Permanente ha nominato Presidente del Servizio nazionale<br />
S.E. Mons. Lorenzo Ghizzoni, attuale Presidente della Commissione<br />
tutela minori della CEI e referente CEI della Pontificia Commissione<br />
per la tutela dei minori.<br />
Ai Vescovi sono state presentate anche le indicazioni per la costituzione<br />
dei Servizi regionali e inter-diocesani. L’obiettivo di tali Servizi,<br />
in sinergia con il Servizio Nazionale (SNTM), è quello di contribuire<br />
a diffondere in modo concreto una cultura della prevenzione, fornire<br />
strumenti di formazione e informazione e protocolli procedurali
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />
aggiornati. Di non meno rilievo è il fatto che accanto ad un livello<br />
nazionale e un livello interdiocesano, possa esserci sempre, a livello<br />
locale, un referente diocesano di supporto al Vescovo.<br />
4. Terremoto, non solo macerie<br />
Il Consiglio Permanente ha espresso vicinanza – che si tradurrà in<br />
solidarietà concreta – alle Diocesi di Catania e di Acireale, colpite nel<br />
periodo natalizio da scosse di terremoto che hanno compromesso<br />
pesantemente case e chiese. La Presidenza della CEI si impegna a sollecitare<br />
il Governo anche per la situazione in cui versa il Centro Italia,<br />
dove le promesse di ricostruzione sono rimaste ancora inevase.<br />
5. La Bibbia, tesoro nascosto<br />
Nella Lettera apostolica Misericordia et misera, posta a conclusione<br />
del Giubileo straordinario della Misericordia, Papa Francesco ricordava<br />
che «attraverso la Sacra Scrittura, mantenuta viva dalla fede<br />
della Chiesa, il Signore continua a parlare alla sua Sposa e le indica<br />
i sentieri da percorrere» (n. 7). A fronte di questa «inesauribile ricchezza»,<br />
il Santo Padre confidava il suo «vivo desiderio che la<br />
Parola di Dio sia sempre più celebrata, conosciuta e diffusa» e invitava,<br />
quindi, ogni comunità a dedicarle una domenica.<br />
Raccogliendo questa indicazione, il Consiglio Permanente affida a<br />
ciascuna Diocesi la responsabilità di promuovere ogni anno in<br />
maniera creativa tale iniziativa. I Vescovi hanno osservato che, in un<br />
tempo di analfabetismo religioso diffuso, l’evento biblico acquista<br />
una forte valenza culturale e aiuta gli stessi fedeli a quella conoscenza<br />
delle Scritture che è elemento centrale per essere cristiani.<br />
29
6. Varie<br />
30<br />
Il Consiglio Permanente ha individuato il tema principale della<br />
prossima Assemblea generale della CEI, che si terrà a Roma dal 20<br />
al 23 maggio <strong>2019</strong>: Modalità e strumenti per una nuova presenza missionaria.<br />
Nel fare questa scelta – il cui titolo potrà essere meglio precisato<br />
– i Vescovi si sono posti in sintonia con l’intuizione di Papa<br />
Francesco di un mese missionario straordinario nell’ottobre <strong>2019</strong>,<br />
indetto «al fine di risvegliare maggiormente la consapevolezza della<br />
missio ad gentes e di riprendere con nuovo slancio la trasformazione<br />
missionaria della vita e della pastorale». Facendo eco all’Evangelii<br />
gaudium, hanno anche rimarcato come la missione richieda convinzione,<br />
ardore e passione; è annuncio del Regno, da declinare in ogni<br />
ambito della vita quotidiana.<br />
In risposta alla richiesta della Segreteria generale del Sinodo dei<br />
Vescovi, il Consiglio Permanente ha approvato la proposta di tre<br />
temi, concernenti l’argomento su cui impostare la prossima<br />
Assemblea generale ordinaria (2021). Eccoli, in ordine di rilevanza:<br />
Il Vangelo sociale: giustizia, lavoro ed ecologia integrale; Il ministero ordinato:<br />
formazione per nuove modalità di presenza e cura pastorale; Collegialità<br />
e sinodalità. Con quelli provenienti dalle altre Conferenze Episcopali,<br />
sono affidati al discernimento del Santo Padre.<br />
Nel corso dei lavori sono state affrontate alcune questioni relative<br />
agli Istituti diocesani per il sostentamento del clero. Nello specifico,<br />
è stata condivisa l’adozione e la messa in atto di nuovi principi<br />
contabili, nella linea di una trasparenza sempre maggiore nella<br />
redazione dei bilanci.<br />
I Vescovi hanno provveduto ad aggiornare le tabelle parametriche<br />
dei costi per la costruzione di nuovi edifici di culto. Rispetto al<br />
2015 – anno della precedente revisione – esse sono state riviste,<br />
applicando alle singole voci di costo unitario l’incremento dell’1% e<br />
aumentando del 15% i costi unitari parametrici relativi all’edificio<br />
chiesa, nei casi in cui la Diocesi intraprenda un processo di accompagnamento<br />
con l’Ufficio Nazionale.<br />
Il Consiglio permanente ha approvato sia la data del prossimo<br />
Congresso Eucaristico Nazionale, che si svolgerà a Matera dal 16 al<br />
19 settembre 2021, come pure alcune modifiche allo statuto dell’Associazione<br />
privata di fedeli Rinnovamento nello Spirito Santo.
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />
7. Nomine<br />
Nel corso dei lavori, il Consiglio Episcopale Permanente ha provveduto<br />
alle seguenti nomine:<br />
– Presidente del Servizio Nazionale per la tutela dei minori: S.E.R.<br />
Mons. Lorenzo GHIZZONI, Arcivescovo di Ravenna-Cervia e Referente<br />
CEI della Pontificia Commissione per la tutela dei minori.<br />
– Assistente ecclesiastico generale dell’Associazione Guide e Scouts<br />
Cattolici Italiani (AGESCI): padre Roberto DEL RICCIO, SJ.<br />
– Assistente ecclesiastico nazionale Formazione Capi dell’Associazione<br />
Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI): don Luca ALBIZZI,<br />
(Fiesole).<br />
– Presidente nazionale dell’Associazione Familiari del Clero: sig.ra<br />
Brunella CAMPEDELLI.<br />
– Assistente ecclesiastico nazionale dell’Associazione Familiari del<br />
Clero: don Pier Giulio DIACO (Cesena - Sarsina).<br />
– Assistenti nazionali dell’Associazione Italiana Guide e Scouts<br />
d’Europa Cattolici (AIGSEC):<br />
* per la Branca Lupetti: don Lorenzo MAGARELLI (Trieste);<br />
* per la Branca Esploratori: don Marco DECESARIS<br />
(Terni - Narni - Amelia);<br />
* per la Branca Rover: don Nicola Felice ABBATTISTA<br />
(Molfetta - Ruvo - Giovinazzo - Terlizzi);<br />
* per la Branca Coccinelle: padre Peter DUBOVSKY, SJ;<br />
* per la Branca Guide: don Stefano ZENI (Trento);<br />
* per la Branca Scolte: don Zbigniew Szczepan FORMELLA, SDB.<br />
* * *<br />
31<br />
Inoltre la Presidenza, nella riunione del 14 gennaio <strong>2019</strong>, ha proceduto<br />
alle seguenti nomine:<br />
– Membro della Commissione Episcopale per la dottrina della fede,<br />
l’annuncio e la catechesi: S.E.R. Mons. Giuseppe CAVALLOTTO, Vescovo<br />
emerito di Cuneo e di Fossano.<br />
– Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa
32<br />
Cattolica: S.E.R. Mons. Donato NEGRO, Presidente; dott.ssa Maria<br />
Grazia BAMBINO, Segretaria; dott. Matteo CALABRESI; Mons. Giuseppe<br />
BATURI, Sottosegretario della CEI; don Ivan MAFFEIS, Sottosegretario<br />
della CEI; don Graziano DONÀ (Ferrara-Comacchio); prof. Giorgio<br />
FELICIANI; dott.ssa Emanuela VINAI.<br />
– Segretario del Comitato per i Congressi eucaristici nazionali: don<br />
Antonio DI LEO (Matera-Irsina).<br />
– Membri del Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica:<br />
a) Membri designati dai rispettivi organismi:<br />
– per la CISM: don Roberto DAL MOLIN;<br />
– per l’USMI: suor Anna Monia ALFIERI;<br />
– per la FISM: don Gesualdo PURZIANI; dott.ssa Biancamaria GIRAR-DI;<br />
dott.ssa Lucia STOPPINI; dott. Antonio TRANI; dott. Giannino ZANFISI;<br />
avv. Stefano GIORDANO;<br />
– per la FIDAE: suor Clara BIELLA; prof. Francis CONTESSOTTO; padre<br />
Vitangelo Carlo Maria DENORA; suor Mariella D’IPPOLITO;<br />
– per la CONFAP: suor Lauretta VALENTE;<br />
– per l’AGESC: dott. Claudio MASOTTI;<br />
b) Membri di diritto:<br />
– S.E.R. Mons. Mariano CROCIATA, Presidente della Commissione<br />
Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università;<br />
– prof. Ernesto DIACO, Direttore dell’Ufficio Nazionale per l’educazione,<br />
la scuola e l’università;<br />
– prof. Sergio CICATELLI, Coordinatore scientifico del Centro Studi<br />
per la Scuola Cattolica;<br />
– dott. Luigi MORGANO, Segretario Nazionale FISM;<br />
– prof.ssa Virginia KALADICH, Presidente Nazionale FIDAE;<br />
– dott. Giancarlo FRARE, Presidente Nazionale AGESC;<br />
– padre Francesco CICCIMARRA, Presidente Nazionale AGIDAE;<br />
– don Massimiliano SABBADINI, Presidente Nazionale CONFAP;<br />
c) membri di libera nomina:<br />
– dott.ssa Paola VACCHINA; avv. Marco MASI; Jacopo GRASSO; Comm.<br />
Liliana BERIOZZA; don Guglielmo MALIZIA.<br />
Roma, 16 gennaio <strong>2019</strong>
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />
Consiglio permanente<br />
Comunicato finale dei lavori<br />
della sessione primaverile<br />
(Roma, 1-3 aprile <strong>2019</strong>)<br />
1. Insieme per camminare<br />
La famiglia, i giovani, il lavoro: gli ambiti su cui si è soffermata<br />
l’Introduzione del Cardinale Presidente – e, anche, i poveri, i migranti,<br />
la cultura e l’ambiente – sono stati ampiamente ripresi nel confronto<br />
tra i membri del Consiglio Permanente, che vi hanno riconosciuto<br />
i contenuti rispetto ai quali la sinodalità è chiamata a prendere<br />
forma. Gli interventi hanno evidenziato come essa richieda un<br />
profondo respiro ecclesiale; chiami in gioco il rapporto con la collegialità;<br />
viva di un coinvolgimento convinto del laicato, in forza della<br />
comune chiamata battesimale. A frenare tale dinamismo – è stato<br />
evidenziato – concorrono più fattori: l’individualismo, il clericalismo,<br />
la staticità e le resistenze che nascono dalla paura del nuovo. Di<br />
qui la consapevolezza della necessità di un lavoro formativo, che<br />
porti le comunità cristiane a un cambio di mentalità, a sostenere con<br />
convinzione processi di partecipazione nella vita ordinaria e ad una<br />
presenza effettiva dei laici nel tessuto della società. È emersa la<br />
preoccupazione per il rischio di fermarsi sul piano delle intenzioni:<br />
anche la proposta avanzata da alcuni vescovi di un Sinodo della<br />
Chiesa italiana – da prepararsi nelle diocesi e alle diocesi poi tornare<br />
– è intesa essenzialmente come occasione per legare la riflessione<br />
alla concretezza, a partire da un’esperienza che aiuti innanzitutto i<br />
credenti a riconciliarsi, superando contrapposizioni sterili, e a ritrovarsi<br />
in una corresponsabilità ecclesiale e sociale.<br />
Tra gli altri temi emersi, la riduzione del numero delle diocesi, dove<br />
la disponibilità a un nuovo confronto si unisce alla richiesta di<br />
ascolto e coinvolgimento delle Conferenze Episcopali regionali; la<br />
33
disoccupazione, che rimane diffusa e preoccupante, a fronte anche<br />
di un lavoro che – in nome della flessibilità – rischia di non assicurare<br />
condizioni per un progetto di vita; la questione delle autonomie<br />
regionali, nel richiamo a evitare che sfoci in frazionamento o<br />
separatismo, dando luogo a una cittadinanza diseguale. Accanto<br />
all’unità del Paese, i vescovi hanno ribadito quella dell’Europa,<br />
senza per questo rinunciare a chiedere una verifica del percorso<br />
compiuto, anche circa alcuni assetti istituzionali.<br />
2. La dignità della persona migrante<br />
34<br />
Il restringimento dei filtri d’accoglienza dei richiedenti asilo, la<br />
riduzione delle risorse destinate a qualificare i servizi alla persona,<br />
lo smarrimento di tanti operatori: sono questi i principali effetti<br />
indotti dalle disposizioni del Decreto Sicurezza (Legge 132/2018),<br />
su cui si sono confrontati i vescovi nel corso dei lavori del Consiglio<br />
Permanente. Attraverso di loro la Chiesa italiana ribadisce la dignità<br />
della persona del migrante; il dovere dell’accoglienza, a cui lo<br />
stesso Santo Padre non cessa di richiamare; il servizio generoso<br />
sostenuto da tante diocesi, parrocchie, comunità e famiglie.<br />
Anche a prezzo di un certo tasso di popolarità, la Chiesa avverte la<br />
necessità di contribuire attivamente a una cultura dell’integrazione,<br />
oltre che al superamento dell’indifferenza davanti al dramma di<br />
quanti scompaiono nel Mediterraneo o sono torturati nei campi<br />
profughi della Libia.<br />
Nello specifico, molte diocesi – a fronte della prospettiva delle dimissioni<br />
dai Centri di persone titolari di un permesso di soggiorno umanitario,<br />
ma nelle condizioni di perderlo – hanno riaffermato la volontà<br />
di continuare a ospitarle, facendosene carico e promuovendo iniziative<br />
di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e di raccolta fondi.<br />
L’orientamento condiviso dal Consiglio Permanente è quello di<br />
rimanere nel sistema istituzionale di accoglienza – a stretto contatto<br />
con le Prefetture – integrando i servizi con attività completamente<br />
autofinanziate, che permettano un corretto processo di inclusione<br />
sociale. Fra le ipotesi in campo c’è quella di riprendere in maniera<br />
strutturale il percorso già sperimentato positivamente con il<br />
modello “Protetto. Rifugiato a casa mia”.
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />
3. Criteri etici di gestione finanziaria<br />
Alle modalità d’uso del denaro sono legate l’affidabilità della Chiesa<br />
e la testimonianza dei valori di fede professati. Di qui l’importanza<br />
che sul versante etico ogni investimento finanziario sia fatto in sintonia<br />
con i principi evangelici ripresi e approfonditi nei testi del Magistero,<br />
dalla Centesimus annus alla Caritas in veritate alla Laudato si’.<br />
Con questa finalità il Consiglio Permanente si è confrontato su una<br />
bozza di documento, che individua criteri oggettivi di selezione degli<br />
investimenti, integrando gli standard internazionali legati alle tre<br />
dimensioni della finanza sostenibile e responsabile (ambiente, sociale e<br />
buon governo societario) con quelli della dottrina sociale della Chiesa.<br />
Entro la prossima Assemblea generale, i vescovi del Consiglio sono<br />
chiamati a far giungere alla Segreteria generale osservazioni e proposte,<br />
che serviranno a rielaborare il testo in vista di una sua approvazione<br />
nella sessione autunnale.<br />
4. Diritto a morte degna<br />
Sarà approvato nel corso del Consiglio Permanente di maggio un<br />
documento, curato dalla Commissione Episcopale per il servizio<br />
della carità e la salute, sulla fase terminale della vita terrena. I Vescovi<br />
ne hanno condiviso un indice ragionato, dove emerge una Chiesa – la<br />
stessa che incarna la pastorale della salute diffusa sul territorio,<br />
attenta a farsi carico delle fragilità – che non si sottrae a vivere la propria<br />
missione, offrendo a tutti una riflessione che affronta alcune<br />
situazioni umanamente ed eticamente complesse. Rispetto a un presunto<br />
“diritto” a morire, si impegna a sostenere quello a una morte<br />
degna, come affermazione della cura dell’uomo verso di sé e verso il<br />
prossimo. Di qui, in particolare, il richiamo a non disattendere ulteriormente<br />
l’applicazione della legge che assicura le cure palliative.<br />
Altro aspetto centrale, l’affermazione del rispetto della libertà di<br />
coscienza del medico e di tutto il personale sanitario, al fine di garantire<br />
a tutti la possibilità di perseguire azioni eticamente buone.<br />
35
5. Disabili, soggetti a pieno titolo<br />
Finora era un settore dell’Ufficio Catechistico Nazionale; ora – per<br />
assicurare un contributo più unitario, trasversale e continuativo –<br />
il Consiglio Permanente l’ha costituito come Servizio nazionale per la<br />
pastorale delle persone con disabilità. L’intento è quello di offrire alla<br />
CEI, alle Diocesi, agli Istituti di Vita consacrata, alle Società di Vita<br />
apostolica, ad associazioni e movimenti un supporto per l’inclusione<br />
nella vita ecclesiale delle persone con disabilità – intese come<br />
soggetti a pieno titolo della pastorale – e dei loro familiari.<br />
Il Servizio diverrà pienamente operativo dopo la definizione del<br />
Regolamento.<br />
6. Varie<br />
36<br />
Verso l’Assemblea. Nel corso dei lavori, il Consiglio Permanente ha<br />
approvato l’ordine del giorno dell’Assemblea generale, che si svolgerà<br />
in Vaticano, nell’aula del Sinodo, da lunedì 20 a giovedì 23 maggio<br />
prossimo; l’apertura sarà qualificata dall’intervento del Santo Padre a<br />
dal dialogo con i Vescovi. Alla luce del nuovo contesto antropologico<br />
e sociale, il tema principale (Modalità e strumenti per una nuova presenza<br />
missionaria), intende proporre una nuova “forma” della missione della<br />
Chiesa italiana, ispirata ai criteri dell’Evangelii Gaudium e della consegna<br />
che il Papa ha affidato in occasione del Convegno di Firenze.<br />
Per conseguire tale obiettivo, verranno messe a fuoco le modalità e<br />
gli strumenti di una nuova presenza missionaria. In Assemblea la<br />
relazione centrale sarà introdotta da un contributo video; nei lavori<br />
di gruppo è prevista la partecipazione e la testimonianza di persone<br />
che hanno vissuto l’esperienza missionaria nei diversi contesti,<br />
compresa quella di cappellani delle 370 missioni degli italiani all’estero<br />
e di quanti vengono dalle Chiese dell’Oriente per la cura<br />
pastorale dei fedeli. A conclusione sarà offerta una prima sintesi dei<br />
contributi emersi, per riconsegnare un materiale più strutturato al<br />
Consiglio Episcopale Permanente di settembre.<br />
Ottobre Missionario. Rientra nel medesimo orizzonte l’impegno a<br />
valorizzare l’Ottobre Missionario – con il carattere di straordinarietà<br />
conferitogli quest’anno dal Papa –, quindi la Giornata Missio-
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />
naria Mondiale e le Pontificie Opere Missionarie. Il mese si concluderà<br />
con un Forum di 4 giorni per rilanciare la missione quale<br />
dimensione costitutiva della vita della Chiesa, trasversale a tutti i<br />
suoi ambiti.<br />
Tutela minori. La testimonianza di due vittime, abusate da sacerdoti<br />
quando erano minorenni, è stata ascoltata con viva partecipazione<br />
dai membri del Consiglio Permanente. Gli stessi hanno autorizzato<br />
il testo delle Linee guida, da presentare all’esame e all’approvazione<br />
dell’Assemblea generale a maggio.<br />
Tale testo è oggi in corso di valutazione presso i competenti organi<br />
della Santa Sede; la Commissione CEI per la Tutela dei minori e degli<br />
adulti vulnerabili ne recepirà le necessarie modifiche e lo invierà a<br />
tutti i vescovi italiani prima del passaggio finale in Assemblea.<br />
Le 16 Conferenze Episcopali regionali hanno nominato i vescovi<br />
delegati del Servizio Nazionale per la tutela minori; dopo Pasqua saranno<br />
convocati per indicazioni e criteri circa la scelta dei referenti diocesani,<br />
attorno ai quali si intende costituire una rete di collaboratori<br />
che – opportunamente formati – possano promuovere una prevenzione<br />
diffusa in tutti gli ambienti ecclesiali.<br />
Orientamenti pastorali. Continuando la riflessione iniziata nella sessione<br />
di gennaio, il Consiglio Permanente si è soffermato sul tema dei<br />
prossimi Orientamenti pastorali: ne ha stabilita la scansione temporale,<br />
passando dal tradizionale orizzonte decennale al quinquennio; si è<br />
confrontato su una proposta contenutistica, relativa all’annuncio del<br />
Vangelo in stile sinodale; ha affidato alla Presidenza la costituzione<br />
di un gruppo di lavoro che possa mettere a punto una prima traccia,<br />
che sia frutto di un percorso sinodale di ampio coinvolgimento.<br />
Settimana sociale. Il Consiglio Episcopale Permanente ha scelto Taranto<br />
come sede della 49 a Settimana sociale dei cattolici italiani, e<br />
l’ha fissata per l’inizio del 2021. Accogliendo la proposta del<br />
Comitato scientifico e organizzatore, ha posto come tema la questione<br />
ambientale e specificamente il suo rapporto con il lavoro,<br />
nella prospettiva dell’ecologia integrale della Laudato si’.<br />
Il Consiglio ha approvato la pubblicazione del Messaggio per la<br />
Giornata del primo maggio (Il capitale umano al servizio del lavoro),<br />
37
curato dalla Commissione Episcopale per i problemi sociali e il<br />
lavoro, la giustizia e la pace.<br />
Liturgia delle Ore. In vista della pubblicazione della seconda edizione<br />
italiana della Liturgia delle Ore, il Consiglio Permanente ha deciso<br />
di adottare la traduzione della Bibbia CEI 2008, autorizzando eventualmente<br />
l’apporto di piccole modifiche, in ordine alla recita corale<br />
e alla cantabilità di salmi e cantici biblici.<br />
È stata presentata la proposta di ripartizione dei fondi dell’otto per<br />
mille per l’anno in corso, la cui approvazione spetterà alla prossima<br />
Assemblea generale.<br />
Il Consiglio ha approvato il Calendario delle attività della CEI per<br />
l’anno pastorale <strong>2019</strong>-2020.<br />
7. Nomine<br />
Nel corso dei lavori, il Consiglio Episcopale Permanente ha provveduto<br />
alle seguenti nomine:<br />
– Membro del Consiglio per gli affari giuridici: mons. Guglielmo<br />
Giombanco, vescovo di Patti.<br />
– Direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi giuridici: mons.<br />
Roberto Malpelo (Montepulciano-Chiusi-Pienza).<br />
– Responsabile del Servizio nazionale per gli studi superiori di teologia<br />
e di scienze religiose: mons. Valentino Bulgarelli (Bologna).<br />
* * *<br />
38<br />
Inoltre la Presidenza, nella riunione del 1° aprile <strong>2019</strong>, ha proceduto<br />
alle seguenti nomine:<br />
– Membro del Consiglio per gli affari economici: mons. Ciro Miniero,<br />
vescovo di Vallo della Lucania.<br />
– Consulente ecclesiastico del Centro Italiano Femminile (CIF): S.Em.<br />
card. Edoardo Menichelli, arcivescovo emerito di Ancona-Osimo.<br />
Roma, 4 aprile <strong>2019</strong>
DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />
MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO<br />
Saluto all’inaugurazione dell’Anno giudiziario<br />
del Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese<br />
(Bari, 9 febbraio <strong>2019</strong>)<br />
Un cordiale saluto a tutti voi, che avete gentilmente accolto<br />
l’invito a partecipare all’inaugurazione dell’Anno giudiziario<br />
del Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese.<br />
Il mio deferente pensiero va alle Autorità civili e militari presenti.<br />
La loro partecipazione conferma la costante attenzione e<br />
sinergia nel bene operare a favore della comunità locale, nell’ambito<br />
delle rispettive responsabilità.<br />
Un cordiale benvenuto rivolgo ai rappresentanti del Tribunale<br />
Ecclesiastico di Appello di Benevento. La Chiesa pugliese continua ad<br />
afferire a tale Sede per gli eventuali appelli, nella certezza di<br />
avere dal Vostro Tribunale decisioni improntate alla giusta celerità<br />
e competenza. È il bene dei fedeli che lo esige più di ogni<br />
altra cosa.<br />
Saluto altresì i graditi ospiti degli altri Tribunali Ecclesiastici, in<br />
particolare Mons. Erasmo Napolitano, Vicario giudiziale del tribunale<br />
interdiocesano partenopeo e di appello e Presidente dell’Associazione<br />
Canonistica Italiana.<br />
Esprimo particolare gratitudine a S.E. Rev.ma Mons. Marcello<br />
Semeraro, Vescovo di Albano, che ha accettato volentieri di tenere<br />
39
40<br />
la Prolusione per questo solenne Atto inaugurale. Il suo contributo,<br />
in questa cerimonia, è espressione di quella sintonia tra diritto<br />
e teologia pastorale così intensamente auspicata dai Padri sinodali<br />
e felicemente confluita nella recente riforma del processo canonico<br />
per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio, promulgata<br />
dal Santo Padre, con le due Lettere emanate Motu proprio<br />
ed entrate in vigore nel dicembre 2015. Attraverso la Sua presenza<br />
completiamo un ciclo di riflessioni sull’Amoris Laetitia che ha toccato,<br />
nei precedenti anni, l’aspetto morale, giuridico e ora teologico-pastorale.<br />
Già stimato docente ordinario di teologia, S.E.<br />
Mons. Semeraro è, al proposito, una voce particolarmente autorevole<br />
nella Chiesa, in quanto Segretario del Consiglio di Cardinali<br />
per aiutare il Santo Padre nel governo della Chiesa universale, istituito<br />
con chirografo pontificio del 28 settembre 2013. Fin dall’inizio<br />
del pontificato di papa Francesco è suo prezioso collaboratore.<br />
Lo ascolteremo volentieri.<br />
È mia consuetudine, in questa solenne circostanza, farmi eco di<br />
quanto il Santo Padre ha proposto al mondo della giustizia<br />
ecclesiastica in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario<br />
del Tribunale della Rota Romana, attingendo al Discorso<br />
tenuto il 29 gennaio scorso, presso la Sala Clementina.<br />
Evidenzio il richiamo iniziale del Pontefice, in riferimento<br />
all’attuale contesto sociale in cui si inserisce l’impegno ecclesiale:<br />
«La società in cui viviamo è sempre più secolarizzata, e non<br />
favorisce la crescita della fede, con la conseguenza che i fedeli<br />
cattolici fanno fatica a testimoniare uno stile di vita secondo il<br />
Vangelo, anche per quanto riguarda il Sacramento del matrimonio».<br />
In tale ambito il Papa richiama i valori portanti del matrimonio<br />
cristiano, l’unità e la fedeltà, che definisce quasi come le<br />
arcate principali non solo dello stesso matrimonio cristiano, ma<br />
del vivere civile in generale: «Unità e fedeltà – afferma – sono due<br />
valori importanti e necessari non solo tra i coniugi, ma in generale<br />
nei rapporti interpersonali e in quelli sociali. Tutti siamo<br />
consapevoli degli inconvenienti che determinano, nel consorzio<br />
civile, le promesse non mantenute, la mancanza di fedeltà alla<br />
parola data e agli impegni assunti».<br />
Intenso poi è l’appello di Francesco ad una preparazione autentica e<br />
corale al matrimonio che sia espressione di tutta la Chiesa, pastori e
MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO<br />
laici, sull’esempio delle comunità delle origini. Il Papa afferma: «Ci<br />
farà bene considerare, nelle Scritture, l’esperienza dei santi sposi<br />
Aquila e Priscilla. Essi furono tra i più fedeli compagni della missione<br />
di san Paolo, che li chiama con grato affetto suoi sinergoi, cioè collaboratori<br />
in pieno dell’ansia e del lavoro dell’Apostolo. Si resta colpiti<br />
e commossi da questo riconoscimento alto da parte di Paolo<br />
verso l’opera missionaria di questi sposi; e nello stesso tempo si può<br />
riconoscere come tale sinergia fosse un dono prezioso dello Spirito<br />
alle prime comunità cristiane. Chiediamo pertanto allo Spirito<br />
Santo di donare anche oggi alla Chiesa sacerdoti capaci di apprezzare<br />
e valorizzare i carismi dei coniugi con fede robusta e spirito apostolico<br />
come Aquila e Priscilla». Questo è l’auspicio che accogliamo<br />
dal Santo Padre, il quale conclude con una sana provocazione:<br />
«Davvero tanti sposi cristiani sono una predica silenziosa per tutti,<br />
una predica “feriale” direi, di tutti i giorni, e dobbiamo purtroppo<br />
constatare che una coppia che vive da tanti anni insieme non fa notizia<br />
– è triste questo –, mentre fanno notizia gli scandali, le separazioni,<br />
i divorzi... (cfr Omelia a S. Marta, venerdì 18 maggio 2018)».<br />
Il solenne Atto inaugurale che oggi celebriamo, oltre a rappresentare<br />
un rito ormai consolidato negli anni, mi offre la possibilità<br />
di esprimere sincera gratitudine a quanti, con discrezione e<br />
laboriosità, operano per il bene dei fedeli. La recente sessione<br />
della Conferenza Episcopale Pugliese, essendo scaduto il mandato<br />
quinquennale affidato al Collegio dei giudici, ai Difensori<br />
del Vincolo e ai Patroni stabili, apprezzando il lavoro svolto in<br />
questi anni ha deciso di confermare l’intero organigramma nel<br />
proprio ufficio. Un plauso unanime è stato riconosciuto, in particolare,<br />
al delicato impegno profuso nell’attuazione puntuale e<br />
scrupolosa, fedele alle indicazioni dell’Episcopato pugliese,<br />
della recente riforma voluta dal Santo Padre in materia processuale<br />
matrimoniale.<br />
I frutti di tale impegno saranno illustrati dal Vicario giudiziale,<br />
don Pasquale Larocca, il quale con competenza e scrupolo<br />
accompagna e presiede il lavoro di una struttura complessa e<br />
ben articolata. A lui e a tutti gli operatori della Giustizia eccle-<br />
41
siastica, il mio personale e grato plauso, anche a nome di tutti i<br />
confratelli dell’Episcopato pugliese.<br />
Rinnovo il mio ringraziamento per la qualificata presenza e auguro<br />
a tutti buon ascolto.<br />
+ Francesco Cacucci<br />
Arcivescovo di Bari-Bitonto<br />
Moderatore del T.E.R.P.<br />
42
DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />
BASILICA DI SAN NICOLA<br />
Presentazione a Mosca<br />
dell’edizione in lingua russa del libro<br />
sulla Traslazione delle reliquie di San Nicola<br />
a Mosca e a San Pietroburgo<br />
(21 maggio – 28 luglio 2017)<br />
Dal 21 al 24 marzo <strong>2019</strong>, Mons. Francesco Cacucci si è recato a<br />
Mosca dietro invito della Chiesa ortodossa russa, per partecipare<br />
alla presentazione dell’edizione in lingua russa di un libro-album<br />
sulla traslazione delle reliquie di San Nicola a Mosca e a San<br />
Pietroburgo, che ha avuto luogo dal 21 maggio al 28 luglio 2017.<br />
L’evento faceva seguito alla presentazione di un libro simile in italiano<br />
organizzata presso la Basilica di San Nicola a Bari il 19 dicembre<br />
2018.<br />
La presentazione si è tenuta il 22 marzo presso il Dipartimento per le<br />
relazioni ecclesiastiche del Patriarcato di Mosca, alla presenza del<br />
Metropolita Hilarion, Presidente del Dipartimento, di Mons. Celestino<br />
Migliore, Nunzio apostolico a Mosca, del Rev.do Hyacinthe<br />
Destivelle, Officiale del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità<br />
dei cristiani, e di numerosi rappresentanti della Chiesa ortodossa,<br />
tra cui il Metropolita Sergji di Singapore e il Metropolita Niphon del<br />
Patriarca di Antiochia.<br />
Il Metropolita Hilarion ha aperto la presentazione, osservando che<br />
la traslazione è stata “uno degli eventi ecclesiali più significativi<br />
degli ultimi anni”, che ha attirato 2,5 milioni di pellegrini e coinvolto<br />
circa 14.000 volontari. Il Presule ha ricordato le parole del<br />
Patriarca Kirill pronunciate nel monastero di san Aleksandr Nevski:<br />
“Penso che la traslazione delle reliquie di san Nicola abbia fatto per<br />
43
44<br />
la riconciliazione tra Oriente e Occidente quanto non ha mai fatto<br />
nessuna diplomazia — sia secolare sia ecclesiastica”. Notando che la<br />
traslazione era un frutto dell’incontro di Cuba tra Papa Francesco<br />
e il Patriarca Kirill, il Metropolita ha dichiarato: “si può affermare<br />
con sicurezza che la traslazione delle reliquie di San Nicola è stata<br />
il primo evento nella storia delle relazioni bilaterali tra la Chiesa<br />
cattolica romana e il Patriarcato di Mosca che è stato conosciuto da<br />
vari settori della nostra società e che ha coinvolto molti di loro”.<br />
Menzionando il fatto che il libro comprende le parole del Patriarca<br />
Kirill, del Cardinale Kurt Koch e dell’Arcivescovo Francesco<br />
Cacucci, il Metropolita ha concluso: “Spero vivamente che la pubblicazione<br />
di questo libro sia un altro contributo alla causa dell’approfondimento<br />
della comprensione reciproca tra le nostre Chiese”.<br />
Mons. Cacucci, da parte sua, ha osservato che i rapporti tra il Patriarcato<br />
di Mosca e la Basilica di San Nicola a Bari hanno una lunghissima<br />
storia: “Dovremmo rivolgerci alla fine degli anni ‘60 per<br />
ricordare la visita del Metropolita Nikodim (Rotov) a Bari nel corso<br />
dell’incontro della Commissione sul dialogo tra la Chiesa cattolica<br />
romana e il Patriarcato di Mosca”, ha dichiarato l’arcivescovo. Il<br />
Patriarca Kirill era allora segretario del Metropolita Nikodim. In<br />
quei giorni e successivamente, il futuro Patriarca ha visitato Bari<br />
varie volte, in particolare nel 2004 in veste di Presidente del<br />
Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne. Mons. Cacucci<br />
ha sottolineato che la traslazione delle reliquie è stata di grande<br />
importanza non solo per i fedeli in Russia, ma anche per i rappresentanti<br />
della Chiesa cattolica che accompagnavano le reliquie.<br />
Il Nunzio apostolico nella Federazione Russa, Mons. Celestino<br />
Migliore, ha parlato dei suoi ricordi circa la traslazione delle reliquie<br />
di San Nicola avvenuta due anni fa a Mosca e a San Pietroburgo,<br />
notando in particolare: “Sono stati due mesi indimenticabili<br />
quando presso la cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca e il Monastero<br />
di Alexander Nevsky a San Pietroburgo, i credenti che provenivano<br />
da diversi luoghi della grande Russia si sono fermati per<br />
molte ore, compiendo un pellegrinaggio a San Nicola, il grande<br />
santo della Chiesa indivisa. Questo è il volto della fede russa. Persone<br />
semplici con facce molto luminose rappresentano l’intera<br />
Russia da cima a fondo. Tutto ciò è chiaramente visibile nel libro<br />
presentato oggi”.
BASILICA DI SAN NICOLA<br />
Il Rev.do Hyacinthe Destivelle ha letto il messaggio del Cardinale<br />
Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione<br />
dell’unità dei cristiani. Il messaggio afferma in particolare: “Oltre<br />
all’‘ecumenismo dei santi’ si deve parlare anche di un ‘ecumenismo<br />
del popolo’. Il frutto ricercato e raccolto della traslazione della reliquia<br />
di san Nicola era di rendere partecipe il popolo di Dio dell’incontro<br />
tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill. La traslazione delle<br />
reliquie di san Nicola in Russia ha mostrato che l’ecumenismo non<br />
deve essere prerogativa dei capi di Chiesa o dei teologi; deve coinvolgere<br />
l’insieme della Chiesa, tutto il popolo di Dio”.<br />
Durante il suo soggiorno a Mosca, Mons. Cacucci ha assistito alla<br />
Divina Liturgia celebrata dal Metropolita Hilarion presso la cattedrale<br />
dell’Icona della Madre di Dio “Gioia degli afflitti”. Ha anche celebrato<br />
la Santa Messa nella cattedrale cattolica dell’Immacolata Concezione<br />
a Mosca, dove è stato accolto dall’Arcivescovo Paolo Pezzi.<br />
Il viaggio dell’Arcivescovo in Russia ha anche offerto l’opportunità<br />
di fare memoria del Cardinale Francesco Colasuonno che, nato e<br />
sepolto a Grumo Appula, fu nominato nel 1990 primo rappresentante<br />
della Santa Sede presso l’Unione sovietica e poi la Federazione<br />
russa. I quattro anni del suo servizio diplomatico a Mosca sono<br />
stati di grande importanza non solo per i rapporti con la Santa<br />
Sede, ma anche per la rinascita della Chiesa cattolica dopo la lunga<br />
persecuzione nei territori che precedentemente facevano parte dell’Unione<br />
Sovietica.<br />
P. Hyacinte Destivelle O.P.<br />
Ufficiale del Pontificio Consiglio<br />
per la promozione dell’unità dei Cristiani<br />
45
DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />
VICARIATO GENERALE<br />
Visite pastorali ai Vicariati<br />
Anche quest’anno il Vescovo ha svolto le visite pastorali ai vicariati,<br />
dal 15 gennaio al 21 febbraio <strong>2019</strong>. Come negli anni precedenti, la<br />
mattina ha incontrato il clero sul tema: “La Chiesa, lo Spirito Santo<br />
e noi: il volto sinodale della Chiesa, unum cum Petro. E non solo a<br />
Gerusalemme 2000 anni fa, anche a Bari-Bitonto nel <strong>2019</strong>!”. Ha<br />
introdotto don Vittorio Borracci, vicario episcopale per i presbiteri,<br />
con questa precisazione: «Il tema è complementare a quello dei ritiri<br />
vicariali: in questi ultimi stiamo meditando sulla koinonia per<br />
così dire particolare tra i presbiteri e i diaconi; nelle visite del Vescovo<br />
ai vicariati, invece, l’argomento dell’incontro del mattino con i presbiteri<br />
e i diaconi è la koinonia che potremmo definire universale,<br />
quella cioè dei presbiteri e diaconi con il Papa ed il Vescovo, con i<br />
fedeli tutti, nonché con le istituzioni civili. Punto di riferimento<br />
magisteriale sono la Traccia pastorale dell’anno La Chiesa tra realtà e<br />
sogno (pp. 54-62) e Lievito di fraternità, il sussidio della Segreteria<br />
generale della CEI del 2016 sul rinnovamento del clero a partire<br />
dalla formazione permanente (in particolare il cap. III dal titolo “La<br />
profezia della fraternità”, pp. 23-29)».<br />
Don Vittorio ha diviso la sua introduzione in due parti: la prima<br />
parte biblica, con alcune considerazioni sul Concilio di Gerusalem-<br />
47
48<br />
me, così come narrato nel cap. 15 degli Atti (At 15, 1-35), approfondendo<br />
in particolare il versetto 28 «…è parso bene allo Spirito Santo<br />
e a noi…», la seconda con spunti spirituali e operativi.<br />
Circa lo Spirito Santo, Egli è stato presentato come la “chiave di lettura<br />
degli Atti degli apostoli”, citando tra gli altri Etienne Charpentier<br />
(che fu professore all’École Biblique di Gerusalemme): «È a<br />
tutti noto che lo Spirito Santo è il grande protagonista del libro<br />
degli Atti (ovviamente non il deus ex machina, colui cioè che risolve<br />
ogni problema: intesa in questo modo, la presenza dello Spirito<br />
Santo ridurrebbe gli Atti ad un racconto edificante, o anche anestetizzante,<br />
con il rischio di continuare a sognare una trascorsa età<br />
dell’oro, facendoci disperare della nostra epoca». Piccola statistica:<br />
la parola “spirito” con il significato di Spirito Santo ricorre 54<br />
volte, 7 volte per manifestazioni straordinarie, 11 volte per allusioni<br />
a manifestazioni straordinarie e 36 volte nell’ambito di un normale<br />
linguaggio di fede; si vede che il primato spetta a quest’ultimo uso.<br />
L’aspetto più originale della concezione di Luca riguardo allo<br />
Spirito Santo è dunque questo. Non è lo Spirito Santo Colui che –<br />
banalmente/magicamente – agisce su tutto, spiega tutto e risolve<br />
tutto. Spetta a ciascuno comprendere e convertirsi. Luca, grazie alla<br />
fede, non si ferma al rovescio del tappeto della storia (tutto un<br />
arruffio di fili e colori), ma vede il diritto del tappeto, cioè un gran<br />
ricamo tessuto dallo Spirito. Ma ciò si può fare solo dopo che gli<br />
avvenimenti si sono verificati, compiuti. Ad una esperienza di fede<br />
ci rinvia dunque lo storico Luca, alla sua e a quella dei suoi personaggi.<br />
Così facendo, non fa altro che rinviare noi alla nostra esperienza<br />
di credenti, presi giorno per giorno dalle difficoltà della vita,<br />
posti di fronte a scelte difficili, soggetti agli stessi scacchi e ai nostri<br />
stessi errori: anche noi chiamati, al termine di ciascuna nostra<br />
tappa esistenziale, a riconoscere che, nonostante i nostri dubbi, lì<br />
era lo Spirito. Lo stesso pensiero lo espresse benissimo il Card.<br />
Martini: «Lo Spirito c’è anche oggi, come al tempo di Gesù e degli<br />
Apostoli: c’è e sta operando, arriva prima di noi, lavora più di noi e<br />
meglio di noi; a noi non tocca né seminarlo né svegliarlo, ma anzitutto<br />
riconoscerlo, accoglierlo, assecondarlo, fargli strada, andargli<br />
dietro. C’è e non si è mai perso d’animo rispetto al nostro tempo; al<br />
contrario sorride, danza, penetra, investe, avvolge, arriva anche là<br />
dove mai avremmo immaginato. Di fronte alla crisi nodale della
VICARIATO GENERALE<br />
nostra epoca che è la perdita del senso dell’invisibile e del<br />
Trascendente, la crisi del senso di Dio, lo Spirito sta giocando, nella<br />
invisibilità e nella piccolezza, la sua partita vittoriosa» (Tre racconti<br />
dello Spirito).<br />
Circa le altre parole del versetto 28: «…e a noi», esse, scritte da Pietro<br />
& C., sono state illustrate con l’immagine e le parole di p. 54 e<br />
seguenti della Traccia del Vescovo: «La vera Chiesa non è tanto<br />
quella di mattoni che vediamo in alto, ma quella vivente che vediamo<br />
in basso. La comunità primitiva resta il suo modello. Quasi non<br />
percepiamo i diversi corpi, che compongono un solo corpo, nelle<br />
differenze (che restano). Un unico conglomerato di volti, mani,<br />
cuori, in cammino. Pietro precede, ma con la mano indica ai compagni.<br />
Ciò che conta è l’essere e l’andare: insieme, unanimi».<br />
Sull’importanza del Concilio di Gerusalemme e sul primato di Pietro in<br />
esso, don Vittorio ha riportato una pagina sintetica attinta da don Divo<br />
Barsotti nel suo classico Meditazioni sugli Atti degli apostoli, ed. San Paolo:<br />
«Siamo al centro del libro e possiamo affermare come tutto quello che<br />
finora Luca ha narrato prepara questo fatto straordinario… Infatti, è<br />
l’unico momento in cui si ritrovano insieme le tre grandi colonne della<br />
Chiesa: Pietro, il capo dei Dodici, Paolo, il convertito di Damasco che<br />
sarà l’apostolo delle genti, Giacomo, il fratello del Signore, capo della<br />
Chiesa di Gerusalemme. Sono riuniti i tre capi della Chiesa, ma Pietro<br />
è superiore a tutti. Egli infatti sovrasta Paolo e Giacomo, perché non<br />
appartiene né alla Chiesa giudaico-cristiana né alla Chiesa dei gentili,<br />
ma è capo degli uni e degli altri, è veramente il primo. Secondo una lettura<br />
superficiale degli Atti degli Apostoli e soprattutto delle Epistole di<br />
San Paolo, noi potremmo contrapporre Pietro a Paolo; in realtà non è<br />
affatto così» (cfr Barsotti, pp. 326 s.). Per Luca, dunque, il primato di<br />
Pietro non è assolutamente in dubbio, ma lo si falserebbe grandemente<br />
isolando Pietro dal gruppo apostolico. «Con una infaticabile perseveranza<br />
che assomiglia un po’ ad accanimento, Luca ritorna continuamente<br />
sull’unità che esiste tra Pietro e i suoi colleghi apostoli» (Jacques<br />
Dupont). Citiamo qualche testo: «Prendendo (singolare) la parola,<br />
Pietro e gli apostoli dissero (plurale)» (At 2, 14 e 5, 29); nei suoi discorsi<br />
parla usando il “noi” (At 4, 19; 4, 1-2.13; 8, 24) (Jacques Dupont). Inoltre<br />
49
50<br />
Luca ce lo mostra anche come responsabile della santità della comunità,<br />
con il suo correggere e raddrizzare (episodi di Anania e Saffira (At 5,<br />
1-11) e Simon mago (At 8, 18-25).<br />
La seconda parte dell’introduzione, quella degli spunti spirituali e operativi,<br />
è consistita in un’elencazione di alcuni splendidi capoversi<br />
del cap. III di Lievito di fraternità, pp. 23-29, trattandosi di spunti<br />
davvero concreti e stimolanti.<br />
Si è poi proceduto a sviluppare il dialogo-confronto tra i presenti,<br />
sulle iniziative che quest’anno si sono rivelate più fruttuose nell’alimentare<br />
il volto sinodale del nostro presbiterio (vuoi a livello particolare,<br />
vuoi a livello universale, cioè con Padre arcivescovo, con<br />
Papa Francesco, con le istituzioni civili), sulla partecipazione alle<br />
assemblee diocesane (di apertura dell’anno pastorale, etc.), ai ritiri<br />
spirituali (vuoi unitari vuoi vicariali), ed alla Settimana di formazione<br />
del clero nei giorni dell’ottava di Pasqua. Senza trascurare l’esperienza<br />
forte degli esercizi spirituali vissuti con i confratelli.<br />
L’arcivescovo ha accolto gli interventi di tutti ed ha concluso con le<br />
sue osservazioni, ribadendo come elemento a lui particolarmente a<br />
cuore quello dell’esercizio della sinodalità quando si è a guida della<br />
comunità (la tentazione del clericalismo è dietro l’angolo…). È<br />
seguito il momento conviviale.<br />
La sera, dopo la celebrazione eucaristica presieduta da Padre Arcivescovo<br />
e concelebrata dai sacerdoti del vicariato, presenti i diaconi,<br />
si è tenuto l’incontro con il Consiglio Pastorale Vicariale allargato<br />
anche alle comunità. Don Michele Birardi, direttore dell’Ufficio<br />
Giovani della Diocesi, ha guidato questo incontro, presentando l’iniziativa<br />
del tempo pasquale “Annunci di vita piena”. È l’esperienza<br />
che l’Arcivescovo mons. Francesco Cacucci ha affidato all’intera<br />
diocesi per vivere nel tempo di Pasqua la dimensione evangelizzatrice<br />
propria della comunità cristiana. Motivazione: all’indomani<br />
della risurrezione di Gesù, gli apostoli hanno sentito l’urgenza,<br />
sotto l’azione dello Spirito, di portare agli altri la novità e la vitalità<br />
del messaggio evangelico. E lo hanno fatto percorrendo le strade<br />
dell’umanità, incrociando i volti, dando voce alla Parola che salva,<br />
spezzando il Pane che nutre e dà forza. Per questo, la proposta<br />
dell’Arcivescovo ha inteso connotare la strada come segno e strumento<br />
della vita piena che trasforma l’esistenza delle persone e dà<br />
motivi per credere, sperare, amare. Sabato 16 marzo, durante una
VICARIATO GENERALE<br />
veglia di preghiera, in occasione dell’ottavario dell’Odegitria, sarà<br />
consegnato da parte dell’Arcivescovo ai Vicariati, il Libro, per scrivere<br />
pagine di Vangelo e mettere accanto le storie, le riflessioni, i<br />
messaggi di chi ieri e oggi desidera un mondo nuovo. Tutto parte<br />
dal kerygma di Gesù morto e risorto per noi. Non un motto, una<br />
teoria, ma una relazione che tocca, risana, guarisce, rimette in piedi,<br />
dona la libertà di essere stessi nell’accoglienza dell’altro.<br />
“Annunci di vita piena” è affidato a quelli della via, cioè i discepoli di<br />
Gesù, nel seguire Lui, il maestro, e farsi compagni di viaggio e contemporanei<br />
degli uomini; è la proposta ai vicariati della nostra diocesi<br />
a progettare percorsi, attività in dialogo con il territorio che si<br />
abita, nel confronto con le associazioni e enti educativi e di promozione<br />
umana che in esso operano accanto alla comunità dei cristiani.<br />
A livello di considerazioni di fondo, da parte dei Vicariati, è stata evidenziata<br />
la necessità di vivere la sinodalità come criterio, per testimoniare<br />
l’essere discepoli di Gesù dentro la forma della comunione tra<br />
di noi e con il mondo. Si è posto l’accento sulla scelta di strade o piazze<br />
o luoghi significativi o a rischio disagio da abitare, per illuminarli<br />
con la presenza e la vitalità. La dimensione della comunicazione da<br />
curare nella fase previa e la possibilità di avere spazio nell’ambiente<br />
digitale dà certamente vigore e rilevanza all’esperienza. E poi, nelle<br />
strade: giochi di squadra, mostre fotografiche, mercatini, cenacoli<br />
della parola, momenti di adorazione in piazza, tavole conviviali, flash<br />
mob, maratona lenta, festival di musica, esibizioni di danza.<br />
È stato richiesto uno spazio e un tempo per riflettere sul mondo del<br />
lavoro con la partecipazione di aziende locali e professionisti per<br />
provare a trovare percorsi condivisi. Attenzione è stata dedicata ai<br />
luoghi della povertà e della sofferenza, agli anziani soli, per portare<br />
loro il balsamo della fraternità. particolare rilevanza ha avuto il<br />
tema della cura della casa comune, attraverso la pulizia e risistemazione<br />
di alcuni luoghi in disuso o, peggio, oggetto di atti vandalici,<br />
e dell’impegno sociale con dibattiti sulla legalità e la politica.<br />
“Annunci di vita piena”: un’esperienza che intende segnare il passo<br />
di una Chiesa in uscita e estroversa, innescare processi che la comunità<br />
avrà la responsabilità di continuare e accompagnare.<br />
51
DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />
CURIA METROPOLITANA<br />
Cancelleria<br />
1. Nomine e decreti singolari<br />
A) S. Ecc. l’Arcivescovo ha nominato, in data:<br />
– 10 gennaio <strong>2019</strong> (Prot. n. 01/19/D.A.S.-N.), il sacerdote Michele<br />
Birardi, confermandolo per altri cinque anni, all’ufficio di Direttore<br />
dell’Ufficio Giovani della Curia diocesana di Bari-Bitonto;<br />
– 7 marzo <strong>2019</strong> (Prot. n. 02/19/D.A.S.-N.), il sig. Sebastiano Partipilo<br />
all’ufficio di Commissario della Confraternita “San Michele” in<br />
Bari-Carbonara, per un anno.<br />
53<br />
B) S. Ecc. l’Arcivescovo, in data:<br />
– 11 febbraio <strong>2019</strong> (Prot. n. 03/19 D.A.S.-N), ha dichiarato l’Arcidiocesi<br />
di Bari-Bitonto nuovo Attore nella causa di beatificazione e<br />
canonizzazione della Serva di Dio Isabella Morfini.
DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />
CURIA METROPOLITANA<br />
Settore Presbiteri<br />
Discernere bene, discernere insieme:<br />
spunti per un cammino sinodale<br />
nella nostra Chiesa<br />
Il discernimento è uno dei temi ricorrenti del pontificato di papa<br />
Francesco, come emerge in particolare nelle indicazioni pastorali<br />
della Amoris Laetitia prima e della Christus Vivit poi. Non a caso questi<br />
due documenti sono esortazioni apostoliche postsinodali, che lo<br />
presentano come frutto di un lavoro fatto insieme, oltre che come<br />
esigenza di un percorso personale di crescita spirituale.<br />
Sinodalità e discernimento sembrano dunque andare di pari passo.<br />
Abbiamo voluto quest’anno, come preti giovani dell’Arcidiocesi,<br />
centrare il nostro percorso su questo tema che tanto importante<br />
appare per un annuncio del Vangelo capace di incontrare la vita delle<br />
persone, aiutati da p. Ciro Puzzovio, che si è fatto per noi mediatore<br />
dell’esperienza della Compagnia di Gesù nel discernimento<br />
degli spiriti. Ci è sembrato bello vivere anche un momento comunitario<br />
prolungato, con la presenza dell’Arcivescovo, nei tre giorni dal<br />
14 al 16 febbraio scorsi, presso l’Oasi S. Maria in Cassano, condividendo<br />
riflessioni, preghiera e dialogo fraterno, per approfondire<br />
ulteriormente il tema.<br />
Nel primo giorno abbiamo chiesto a fratel Sabino Chialà della fraternità<br />
di Bose in Ostuni di guidarci in una riflessione sulla dimen-<br />
55
56<br />
sione comunitaria del discernimento, quasi a completamento del<br />
percorso fatto nei mesi precedenti.<br />
Questo esercizio comunitario è un procedimento che coinvolge il<br />
cuore e la nostra capacità di ascolto, teso alla ricerca del bene per la<br />
comunità, scegliendo la via più fedele alla chiamata del Signore.<br />
Allo stesso tempo esso si configura come un discernimento fatto in<br />
comune, frutto di uno sguardo di insieme. Il libro degli Atti degli<br />
Apostoli in questo senso può essere quasi considerato un manuale<br />
sulla materia: ci mostra una Chiesa in crescita tramite il discernimento.<br />
Esso è un processo che porta la comunità ad affrontare questioni,<br />
ad analizzarle e a prendere decisioni. Come modello Chialà ci<br />
ha proposto il passo che narra del Concilio di Gerusalemme (At 15),<br />
che potremmo assumere come un canovaccio. Sorge un problema<br />
sul quale ci sono due visioni diverse: nessuno decide per tutti, ma si<br />
sceglie insieme confrontandosi. Il confronto parte dalla narrazione<br />
dei fatti, perché una conoscenza solo teorica non può avere l’ultima<br />
parola! Dentro i fatti si legge l’azione divina, poi la si confronta con<br />
la Scrittura, che viene interpretata insieme. Infine si prendono le<br />
decisioni, nel rispetto di tutti e ponendo attenzione a preservare la<br />
comunione, e si comunicano tali decisioni, badando alla modalità.<br />
Dal testo degli Atti si desume come il discernimento abbia una componente<br />
spirituale ed una umana, ma anche come non abbia la pretesa<br />
di essere definitivo.<br />
La giornata seguente è iniziata all’insegna del dialogo, a partire da delle<br />
domande-guida lasciateci da fratel Sabino Chialà come invito a considerare<br />
quanto operiamo in questa direzione nelle nostre comunità.<br />
Nel pomeriggio abbiamo vissuto un momento di ritiro, guidato da<br />
don Angelo Garofalo, per dare spazio all’approfondimento personale:<br />
ci siamo confrontati con i capitoli 10 e 11 degli Atti degli Apostoli,<br />
che raccontano l’episodio di Pietro in casa di Cornelio, invitati a<br />
considerare la nostra apertura alle novità portate dallo Spirito,<br />
nell’ottica del dialogo con l’altro e dell’evangelizzazione.<br />
Alla sera un ulteriore spunto di riflessione è stato dato dalla visione<br />
del film “Silence”, di Martin Scorsese, accompagnato dalla lettura<br />
dell’Arcivescovo: in particolare, è emerso il dramma del confronto<br />
tra i principi morali generali e le situazioni concrete nel discernimento<br />
personale e comunitario.<br />
La mattinata successiva ci ha visti impegnati in una discussione
CURIA METROPOLITANA<br />
comune, partita dalla lettura del film e poi allargata ai temi che gli<br />
incontri dei giorni precedenti hanno suscitato in noi. Non si è trattato<br />
di un momento in cui risolvere problemi, quanto uno spazio<br />
per riscoprire la possibilità di un confronto alla ricerca di soluzioni<br />
condivise. Discernere insieme significa sentirsi accompagnati e<br />
sostenuti nel portare il peso delle decisioni, ed è qualcosa che sempre<br />
più dovrà accompagnare la nostra Chiesa nella gioia di annunciare<br />
il Vangelo.<br />
sac. Francesco Micunco<br />
57
DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />
CURIA METROPOLITANA<br />
Settore Evangelizzazione. Ufficio Missionario<br />
Vita di missione:<br />
tra quotidianità e speranza di futuro<br />
Eccoci qua, ancora una volta, di ritorno dall’ultimo viaggio nella<br />
nostra missione/parrocchia di Soddu Abala in Etiopia, dove continua<br />
la sua opera di evangelizzazione e promozione umana il nostro<br />
don Leonardo D’Alessandro.<br />
Quando siamo partiti, ci siamo portati nel cuore l’immagine della<br />
prima comunità cristiana, quella raccontata da Luca negli Atti,<br />
quella degli apostoli che, dopo la Pentecoste, pieni di Spirito Santo,<br />
hanno cominciato a vivere la loro esperienza di Chiesa missionaria.<br />
Hanno sentito forte il bisogno dell’annuncio e della testimonianza.<br />
Non hanno potuto tenere solo per sé quello che avevano udito,<br />
visto e vissuto insieme a Gesù.<br />
Gli apostoli ricevono un mandato di annuncio e di testimonianza<br />
non perché ne sappiano più degli altri, ma come dono e per fiducia<br />
da parte di Gesù. Anche noi come battezzati siamo chiamati e inviati<br />
a due a due, quale piccola comunità … e siamo chiamati ad essere<br />
perseveranti (Atti 2,42).<br />
E quindi, con tanta umiltà e semplicità, è questa l’esperienza missionaria<br />
ad gentes che cerchiamo di vivere quando siamo lì in Etio-<br />
59
60<br />
pia: provare a testimoniare la buona notizia che Dio ci ama e vuole<br />
il bene di tutti noi.<br />
Ancora una volta a Soddu Abala ci siamo sentiti pienamente accolti.<br />
Questa ulteriore permanenza ha permesso un nostro maggiore<br />
inserimento in quella bella realtà missionaria.<br />
Don Franco Ricci scriveva: «Una cosa è certa, non si sta con le mani<br />
in mano ed ogni momento che passa è occasione per stare con la<br />
gente, di vivere con loro, di capire la loro situazione e di aiutarli se<br />
ce n’è veramente bisogno».<br />
E così, nella missione, abbiamo condiviso la quotidianità, i diversi<br />
momenti della giornata, insieme ai tanti imprevisti, perché non sai<br />
mai esattamente che cosa ti riserva una giornata: si comincia alle<br />
6.00 del mattino e termina normalmente alle 9.00 di sera, sotto un<br />
meraviglioso cielo stellato che ti sembra cadere sulla testa.<br />
Abbiamo vissuto una partecipazione piena alla vita della missione<br />
e ai diversi momenti liturgici. Le Lodi al mattino (in lingua Guji),<br />
utilizzando i libretti che Abba Leo ha tradotto diversi anni fa nella<br />
lingua del posto, affinché tutti potessero imparare la Liturgia delle<br />
Ore e sentirsi parte viva dell’intera Chiesa.<br />
E poi la visita alle capanne, dove siamo stati ospitati con semplicità<br />
e familiarità.<br />
Il partecipare alla loro giornata diventa un momento di particolare<br />
attenzione verso la vita delle persone del villaggio, che nella loro<br />
umile – e per noi sicuramente difficile – quotidianità (mancanza di<br />
acqua corrente, elettricità e non solo) dimostrano tanta dignità,<br />
serenità e gioia di vivere.<br />
Abbiamo comunicato (accanto a qualche frase semplice di saluti e<br />
ringraziamento nella lingua Guji) essenzialmente con gli sguardi, le<br />
strette di mano, gli abbracci, la condivisione di momenti e di esperienze<br />
comuni, ma questo per loro è più che sufficiente.<br />
La dignità e l’umanità di questa comunità, di questo popolo, accanto<br />
al grande senso di ospitalità, va oltre la ripetitività della vita quotidiana<br />
… e diventa grazia. La domenica – per esempio – li vediamo<br />
uscire dalle loro capanne … belli, con gli abiti in ordine e soprattutto<br />
sorridenti. La domenica è veramente per loro il giorno del Signore:<br />
si fa festa insieme, si loda il Signore con canti, danze, preghiere e<br />
tanta gioia nel cuore. Noi occidentali, forse, abbiamo bisogno di<br />
valorizzare meglio questa dimensione: spesso abbiamo fretta … e
CURIA METROPOLITANA<br />
magari anche la presunzione di voler insegnare agli altri come vivere<br />
la liturgia e la gioia dell’incontro domenicale con il Signore.<br />
A questo proposito ci vengono in mente le parole di don Leonardo:<br />
«La vita del missionario è un po’ così: devi avere lo zaino sempre<br />
pronto per andare verso i fratelli più bisognosi, condividendone<br />
dolori e gioie e speranze. Il missionario non impone, è un facilitatore.<br />
Dio è già presente là dove siamo e in ciascuno di loro. Bisogna<br />
solo farlo conoscere attraverso Gesù, con la testimonianza e l’accompagnamento,<br />
nel rispetto della loro cultura e delle loro tradizioni».<br />
A Soddu Abala abbiamo ritrovato una comunità viva, accogliente,<br />
solidale, sempre animata da una fede fresca e genuina. Un gruppo di<br />
catechisti/facilitatori della liturgia sono punti di riferimento importanti<br />
per l’intera comunità e per le altre cappelle sparse all’interno<br />
del territorio della missione. E anche un bel gruppo di “chierichetti<br />
e chierichette”. Una comunità in fermento per la costruzione della<br />
nuova chiesa in muratura. Il loro grande desiderio è di poter trasferire<br />
a Soddu Abala la salma di don Franco Ricci (Abba Franko) appena<br />
terminata la costruzione della nuova chiesa. Infatti il ricordo di<br />
Abba Franko è ancora tanto presente nella comunità, grazie soprattutto<br />
a don Leonardo che ne mantiene viva la memoria. E così, pro-<br />
61
62<br />
prio durante la nostra permanenza, hanno ufficializzato la loro<br />
richiesta al Vescovo di Awasa (mons. Bergamaschi) e ci hanno chiesto<br />
di fare altrettanto in Italia, manifestando la loro volontà al<br />
nostro Arcivescovo (e naturalmente ai familiari di don Franco).<br />
La speranza di futuro invece è nei tanti ragazzi e ragazze che attualmente<br />
frequentano la piccola scuola primaria, costruita in lamiera<br />
proprio da don Franco Ricci nel lontano 1988; e la scuola secondaria<br />
di primo grado realizzata nel 2012.<br />
L’inaugurazione nel 2014 di un ponte in acciaio (dedicato a mons.<br />
Mariano Magrassi) sul fiume Awatta, che lambisce la missione, ha<br />
reso infatti possibile per molti altri ragazzi e ragazze l’accesso alla<br />
scuola. Oggi gli studenti sono talmente tanti (quasi 1.000), che si è<br />
stati costretti ad adottare il doppio turno.<br />
Nel mese di gennaio <strong>2019</strong>, grazie alla generosità di alcuni benefattori,<br />
per ovviare a questa situazione è stata avviata la costruzione di<br />
nuove strutture scolastiche (tra cui 4 aule, un laboratorio scientifico<br />
ed una sala didattica).<br />
E nell’ottica di futuro, se è importante dare accesso all’istruzione<br />
elementare e media nella scuola in foresta, lo è altrettanto continuare<br />
a seguire i giovani più volenterosi nella frequenza delle scuole<br />
superiori ubicate nei paesi vicini, anche in considerazione del fatto<br />
che in Etiopia l’istruzione superiore non è obbligatoria né gratuita.<br />
Occorre infatti continuare ad offrire a studenti e studentesse la<br />
possibilità di una crescita cristiana, culturale ed umana, per render-
CURIA METROPOLITANA<br />
li cittadini autonomi e responsabili, nella futura nuova società di<br />
questo Paese, anche attraverso una adeguata istruzione e formazione<br />
superiore. Di qui la proposta di progetto di istruzione e formazione<br />
per le giovani generazioni di Soddu Abala, presentata alla<br />
nostra comunità diocesana per la Quaresima <strong>2019</strong>.<br />
Le famiglie del villaggio cominciano a prendere sempre più consapevolezza<br />
di tutto questo. E la loro gratitudine per la nostra presenza<br />
e per il nostro impegno – e soprattutto per la vicinanza dell’intera<br />
diocesi di Bari-Bitonto – è grande e sincera. E noi sentiamo ancora<br />
forte l’emozione di quando li abbiamo salutati. Ci hanno chiesto<br />
di ritornare, insieme anche ad altri fratelli e sorelle, per condividere<br />
una esperienza indimenticabile.<br />
Ogni volta che torniamo in Etiopia, infatti, siamo noi a sentire sempre<br />
più forte la riconoscenza per i doni che il Signore attraverso<br />
questa meravigliosa occasione continua ad elargirci a piene mani.<br />
Questo umile servizio, svolto su mandato del nostro Padre Arcivescovo,<br />
ci ricarica e ci dona speranza e gioia, quella gioia che nasce<br />
dal donare un po’ del nostro tempo, della nostra energia, del nostro<br />
impegno in una realtà lontana e certamente non facile come quella<br />
dell’Africa e dell’Etiopia in particolare.<br />
Angela e Gianni Milici<br />
Collaboratori dell’Ufficio<br />
63
DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />
CURIA METROPOLITANA<br />
Settore Carità. Ufficio per la pastorale della salute<br />
La celebrazione della XXVII Giornata mondiale<br />
del malato nell’arcidiocesi di Bari-Bitonto<br />
Il Volontariato: dal servizio della Carità<br />
alla testimonianza della Fede<br />
Una Giornata già radicata nella tradizione delle comunità ecclesiali<br />
«Accogliendo con favore la richiesta da Lei inoltrata, quale Presidente<br />
del Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari, ed<br />
anche come interprete dell’attesa di non poche Conferenze<br />
Episcopali e di Organismi cattolici nazionali e internazionali, desidero<br />
comunicarLe che ho deciso di istituire la “Giornata Mondiale del<br />
Malato”, da celebrarsi l’11 febbraio di ogni anno, memoria liturgica<br />
della Beata Maria Vergine di Lourdes».<br />
Sono passati ormai 27 anni da quando Giovanni Paolo II diede questa<br />
risposta positiva alla richiesta di istituzione di una Giornata<br />
mondiale del malato. Lo stesso papa continuava specificandone lo<br />
scopo, con sei finalità: «La celebrazione annuale della Giornata<br />
mondiale del Malato ha quindi lo scopo manifesto<br />
– di sensibilizzare il Popolo di Dio e, di conseguenza, le molteplici<br />
istituzioni sanitarie cattoliche e la stessa società civile, alla necessità<br />
di assicurare la migliore assistenza agli infermi;<br />
– di aiutare chi è ammalato a valorizzare, sul piano umano e<br />
soprattutto su quello soprannaturale, la sofferenza;<br />
65
– a coinvolgere in maniera particolare le diocesi, le comunità cristiane,<br />
le famiglie religiose nella pastorale sanitaria;<br />
– a favorire l’impegno sempre più prezioso del volontariato;<br />
– a richiamare l’importanza della formazione spirituale e morale<br />
degli operatori sanitari e,<br />
– infine, a far meglio comprendere l’importanza dell’assistenza<br />
religiosa agli infermi da parte dei sacerdoti diocesani e regolari,<br />
nonché di quanti vivono ed operano accanto a chi soffre» (Lettera di<br />
Giovanni Paolo II al cardinale Fiorenzo Angelini, presidente del Pontificio<br />
Consiglio della pastorale per gli operatori sanitari, per l’istituzione<br />
della Giornata mondiale del malato, 13 maggio 1992).<br />
Questa proposta pastorale fu accettata con grande gratitudine e<br />
con entusiasmo dalla Chiesa universale e dalle Chiese locali: essa fu<br />
subito realizzata sin dall’anno successivo 1993. Perciò quella del<br />
<strong>2019</strong> è stata la XXVII edizione della sua celebrazione.<br />
“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”: essere volontari<br />
66<br />
La XXVII Giornata mondiale del malato, come ogni anno, è stata<br />
celebrata a diversi livelli: da quello universale a quello nazionale, da<br />
quello diocesano a quello parrocchiale ed ha conosciuto varie e differenti<br />
risonanze, con iniziative tradizionali ma anche con le innovative<br />
e le creative. Se da una parte la Giornata da tempo conosce le<br />
quattro piste di realizzazione (animazione, catechesi, liturgia e carità),<br />
dall’altra parte ciascun responsabile con la propria comunità<br />
ricerca anche piste originali per raggiungere lo scopo dell’iniziativa<br />
pastorale.<br />
* A livello di Chiesa universale<br />
Anzitutto la Giornata è stata celebrata a livello universale: Papa<br />
Francesco, come è consuetudine, ha proposto il tema della Giornata<br />
del <strong>2019</strong> e il relativo messaggio; in ambedue ha sintetizzato i diversi<br />
risvolti del dono in una società economicistica e della gratuità di<br />
coloro che vogliono seguire Gesù. Egli è stato il “Volontario” che ha<br />
accettato di vivere la missione redentiva ricevuta dal Padre a favore<br />
dell’umanità.
CURIA METROPOLITANA<br />
Il tema è stato enucleato con una frase evangelica: “Gratuitamente<br />
avete ricevuto, gratuitamente date”, attinta dal discorso missionario<br />
fatto da Gesù ai suoi discepoli all’inizio della loro missione<br />
evangelizzatrice (Mt 10,8).<br />
Nel messaggio sono stati evidenziati il ruolo del volontariato nella<br />
società e nella Chiesa dei nostri giorni, il ricordo e l’esempio di<br />
santa Teresa di Calcutta quale volontaria esemplare mondiale del<br />
XX secolo, i molteplici operatori della salute che anche nella loro<br />
professionalità non devono dimenticare di vivere la dimensione<br />
dello spirito del volontario nelle loro prestazioni.<br />
La celebrazione solenne triennale si è svolta in una città ed in una<br />
nazione, scelte volta per volta: quest’anno sono state privilegiate<br />
l’India e Calcutta la sua capitale, luogo dove la Santa degli ultimi e<br />
degli “scarti” si è donata totalmente al servizio degli emarginati<br />
dalla società e soprattutto per i moribondi abbandonati per strada.<br />
* A livello di Chiesa nazionale<br />
L’Ufficio nazionale CEI per la pastorale della salute, come fa da<br />
molti anni, ha preparato un manifesto e una locandina che ricordavano<br />
la data e la tematica della Giornata, accompagnate dalla riproduzione<br />
dell’icona-mosaico di Gesù che lava i piedi a Pietro, ad<br />
opera della scuola dell’artista-teologo di fama internazionale, il<br />
padre gesuita sloveno, Marko Ivan Rupnik.<br />
Non sono mancate la scheda teologico-pastorale, quella liturgica e<br />
l’immaginetta recante nel retro una preghiera sviluppata nell’orizzonte<br />
trinitario e mariano da recitarsi da tutta la comunità cristiana.<br />
Quest’anno ad esse sono state aggiunte la scheda delle Proposte<br />
per l’animazione pastorale parrocchiale e quella di una Liturgia<br />
della Parola.<br />
Ciascuna Chiesa locale ha ricevuto abbondante materiale di animazione<br />
non solo di numero di copie ma soprattutto di contenuto originale<br />
e creativo. Naturalmente ogni responsabile di comunità ha<br />
aggiunto la propria passione interiore, l’entusiasmo, l’ispirazione<br />
dello Spirito, il coraggio e la perseveranza per trasformare un ap-<br />
67
puntamento che rischia di diventare abitudinario con la ripetizione<br />
delle solite celebrazioni, in opportunità di ricerca di formule sempre<br />
nuove e innovative per svegliare i cuori e le menti alle problematiche<br />
della salute e alle attese più intime delle persone malate o<br />
anziane.<br />
68<br />
* A livello di Chiesa diocesana<br />
L’arcidiocesi di Bari Bitonto, per mezzo dell’Ufficio e della Consulta<br />
diocesana del settore, con una più che trentennale tradizione, si<br />
è mossa sui binari di iniziative ormai collaudate: il messaggio del<br />
papa è stato distribuito capillarmente a tutti i componenti della<br />
Curia, il commento ad esso è stato preparato dal direttore<br />
dell’Ufficio e riprodotto nella prima pagina del Notiziario diocesano<br />
di febbraio <strong>2019</strong>.<br />
Sabato 19 gennaio <strong>2019</strong> è stato organizzato un incontro diocesano,<br />
che, animato dalla segretaria della Consulta, la dott.ssa Ornella<br />
Scaramuzzi, è stato indirizzato soprattutto, ma non esclusivamente,<br />
ai ministri straordinari della S. Comunione (i partecipanti sono<br />
stati oltre 400!) ed è stato invitato don Gianni De Robertis, responsabile<br />
della Fondazione Migrantes della CEI, ad illustrare ed approfondire<br />
il messaggio di papa Francesco. In tale occasione sono stati<br />
distribuiti i bustoni del materiale illustrativo alle 126 parrocchie,<br />
alle comunità ospedaliere e alle associazioni di e per i malati.<br />
Dopo un mese, il 12 marzo <strong>2019</strong>, la Consulta diocesana ha fatto<br />
una verifica della celebrazione della Giornata in un incontro specifico<br />
e ogni rappresentante di vicaria o di associazione ha illustrato<br />
lo svolgimento della stessa Giornata, con riferimento soprattutto<br />
alle iniziative singole o comunitarie realizzate.<br />
*A livello di comunità parrocchiali<br />
Nella parrocchia S. Girolamo del I vicariato la Giornata del malato si è<br />
svolta con la celebrazione eucaristica; qui gli Scouts hanno sensibilizzato<br />
i ragazzi del quartiere e alcuni si sono recati nella casa di riposo<br />
Villa Giovanna per visitare gli anziani lì presenti (Grazia Guario).<br />
Nella parrocchia S. Francesco da Paola (IV vicariato), la domenica dell’11<br />
febbraio <strong>2019</strong>, p. Michele ha celebrato l’Eucaristia svolgendo<br />
un’omelia significativa. È stata data l’unzione agli infermi e infine
CURIA METROPOLITANA<br />
è stata letta la preghiera della Giornata, richiamando anche le parole<br />
del messaggio di papa Francesco (Nicola Di Ciano).<br />
Nella chiesa della parrocchia S. Andrea, don Mario Castellano ha celebrato<br />
la santa Messa, accompagnata dall’omelia particolare (Gaetano<br />
Panniello, Volontari di Bethesda).<br />
Nella parrocchia Maria SS. Addolorata (IV vicariato) la Giornata del<br />
Malato è stata vissuta nella comunità con spirito di preghiera e di<br />
coinvolgimento. Già all’inizio del mese di gennaio il parroco, don<br />
Tommaso Gigliola, aveva convocato i 5 ministri straordinari della<br />
Comunione, che ogni mese fanno un incontro formativo, per definire<br />
meglio un programma operativo finalizzato a visitare ed invitare<br />
tutti gli ammalati della parrocchia. Dopo l’incontro diocesano<br />
degli operatori pastorali si è deciso che ad ogni messa domenicale<br />
del 10 febbraio un ministro straordinario avrebbe letto un messaggio<br />
alla comunità parrocchiale. In poche righe, lette alla fine delle<br />
celebrazioni eucaristiche, la comunità è stata sensibilizzata ad interessarsi<br />
dei malati attraverso segni tangibili di accoglienza e supporto<br />
durante tutto l’anno.<br />
Lunedì 11 febbraio, alle ore 16.00, è stata celebrata la santa Messa<br />
che ha visto il coinvolgimento di almeno 200 fedeli. Tra essi molti<br />
erano gli anziani ed i malati che hanno ricevuto il sacramento dell’unzione<br />
degli infermi, ma erano presenti anche tanti operatori<br />
parrocchiali che, richiamati dall’evento particolare, hanno voluto<br />
manifestare con la loro presenza la vicinanza ai malati. Alla fine<br />
della celebrazione, si è svolto nei locali della parrocchia un breve ma<br />
intenso momento conviviale. L’obiettivo comunitario stabilito è<br />
stato quello di realizzare durante l’anno pastorale altri momenti di<br />
condivisione con gli anziani e i malati della comunità.<br />
Particolare attenzione si sta dando ai Progetti a loro dedicati: il<br />
martedì ed il giovedì mattina, per esempio, almeno una trentina di<br />
anziani si riuniscono nei locali parrocchiali per trascorrere insieme<br />
momenti di condivisione: si prega, si legge il vangelo del giorno, si<br />
svolge insieme qualche piccola attività, si canta. Essendo il quartiere<br />
parrocchiale dove vivono molti anziani soli, la condivisione di<br />
69
qualche momento vissuto insieme aiuta a vincere la solitudine ed a<br />
superare i disagi fisici e mentali che l’età e la malattia procurano<br />
(Antonio Pedace).<br />
Ad Adelfia, alcuni soci dell’UNITALSI sono stati invitati, per la prima<br />
volta, per la GMM, e i parroci di Adelfia Canneto, don Salvatore De<br />
Pascale, e di Adelfia Montrone, don Felice Iacobellis, hanno vissuto<br />
insieme la celebrazione eucaristica nella chiesa di Canneto. Poi<br />
hanno fatto una processione cittadina in entrambi i territori, concludendo<br />
nella casa di riposo S. Pio, dove hanno riaperto, per l’occasione,<br />
un locale-grotta dedicato alla Madonna di Lourdes. È stato un messaggio<br />
molto positivo di comunione e di pace per tutti (Maria Rosaria<br />
Accardi).<br />
A Mola di Bari (XI vicariato) la concelebrazione eucaristica si è svolta<br />
nella parrocchia Madonna di Loreto, ma anche nelle singole parrocchie<br />
la GMM è stata molto sentita e ben celebrata (Francesco Papeo).<br />
Nella parrocchia S. Nicola di Toritto il punto di riferimento è stata la Casa<br />
della Carità, struttura diocesana per gli anziani autonomi. Attualmente<br />
ci sono circa dieci persone, alle quali i volontari dedicano spesso<br />
parecchio tempo per varie attività. La Messa è stata celebrata qui<br />
dall’ arciprete, don Marino Cutrone (Antonio Chiappinelli).<br />
70<br />
*A livello di comunità ospedaliere e associative<br />
Nella clinica “Mater Dei” gli operatori pastorali hanno organizzato un<br />
incontro con i malati raggiunti letto per letto; alle ore 10.30 nella<br />
chiesa padre Alberto Maria Kiambu (degli Apostoli di Gesù Crocifisso)<br />
ha celebrato la Messa solenne, animata dai canti e conclusa con<br />
una processione, al termine della quale è stata letto e distribuito il<br />
messaggio del papa. Non è mancata la celebrazione comunitaria del<br />
sacramento dell’unzione degli infermi (Antonella Cataldi).<br />
Nell’ospedale IRCCS oncologico “Giovanni Paolo II” il cappellano, don<br />
Mario Persano, l’11 febbraio ha celebrato l’Eucaristia nella cappella<br />
della struttura sanitaria e i numerosi ministri straordinari per la<br />
Comunione, recentemente istituiti, hanno distribuito la comunione<br />
ai malati ricoverati e sono stati accompagnati dai volontari delle<br />
associazioni operative nel luogo (Antonio Pedace).<br />
Presso l’ospedale pediatrico “Giovanni XXIII” si è svolto l’incontro tra<br />
UNITALSI e la Cappellania per celebrare insieme la XXVII Giornata
CURIA METROPOLITANA<br />
mondiale del Malato. Allestito un carrello per portare in processione<br />
la statua della Madonna, gli operatori pastorali col cappellano si<br />
sono recati nei vari piani, fermandosi nell’androne di ogni reparto<br />
per poter accogliere quanta più gente possibile. I volontari della<br />
Cappella hanno invitato le famiglie con i piccoli ammalati a radunarsi<br />
per un momento comunitario di preghiera. Tutti insieme<br />
hanno recitato un mistero del Rosario e, successivamente, i ministri<br />
straordinari della Comunione sia della Cappellania che dell’UNI-<br />
TALSI hanno distribuito Gesù eucaristico. Per chi lo desiderava è<br />
stata messa a disposizione da bere acqua benedetta di Lourdes. Alla<br />
fine della breve celebrazione è stato donato ai bambini un ricordino<br />
preparato dai membri dell’UNITALSI e distribuita a tutti l’immaginetta<br />
della preghiera per la Giornata. Dopo essersi recati in tutti i<br />
piani dell’edificio, nella cappella il cappellano ha celebrato la Santa<br />
Messa, al termine della quale è stata fatta una foto ricordo con gli<br />
amici (Maria Gianvecchio).<br />
Nel presidio ospedaliero “S. Paolo”, come già da molti anni, il vicario<br />
zonale e i parroci hanno concelebrato la domenica pomeriggio del<br />
10 febbraio <strong>2019</strong>, nella chiesa del nosocomio alla presenza di tanti<br />
malati e fedeli, venuti anche da fuori. Il cappellano don Michele<br />
Scolletta ha preparato un altarino per la Madonna e quattro donne<br />
malate hanno portato un omaggio floreale. Quindi, i sacerdoti con<br />
gli ostensori e i MSC si sono distribuiti in tutti i reparti andando a<br />
confortare gli ammalati stanza per stanza (Maria Paparusso).<br />
Il cappellano aggiunge anche che le parrocchie del VI vicariato<br />
(S. Paolo, Stanic e Villaggio del lavoratore), che sono 7 più la Cappellania<br />
ospedaliera, si sono unite nella festa comunitaria. D’accordo con<br />
gli altri parroci, il celebrante principale, scelto di volta in volta ogni<br />
anno, è stato padre Antonio Iannuzzi, barnabita della parrocchia<br />
Madre della Divina Provvidenza. È da ricordare che il rapporto con il<br />
personale dell’ospedale è buono perché gli operatori della Cappellania<br />
si recano tutti i giorni nei reparti, guadagnandosi la fiducia e il rispetto.<br />
Inoltre la Direzione generale manda una squadra a pulire da cima<br />
a fondo la chiesa, una volta al mese (don Michele Scolletta).<br />
71
72<br />
La Cappellania del presidio ospedaliero “Francesca Fallacara” e la comunità<br />
parrocchiale “S. Francesco di Assisi” di Triggiano hanno celebrato l’Eucaristia<br />
domenica sera, 10 febbraio <strong>2019</strong>, alle ore 18.30, nella chiesa<br />
dell’ospedale e poi hanno fatto una piccola processione all’interno<br />
dello stesso ospedale. Tutta la comunità ospedaliera era stata informata<br />
sul programma della Giornata del malato affisso nei luoghi<br />
più frequentati. È stato diffuso anche il messaggio del papa e le<br />
immaginette, che vanno sempre a ruba tra i malati, i familiari ed il<br />
personale sanitario.<br />
In occasione di questo appuntamento annuale è stato preparato un<br />
programma di celebrazioni eucaristiche nel reparto della dialisi (nei<br />
suoi tre turni), nel reparto di malattie infettive, e nella chiesa centrale<br />
la domenica precedente del 10 febbraio. Sono stati invitati e<br />
hanno partecipato anche i fedeli delle parrocchie della città di<br />
Triggiano/BA (fra Leonardo Nunzio Di Taranto).<br />
Gli associati del Centro Volontari della Sofferenza sono rimasti nelle parrocchie<br />
dove i loro gruppi sono costantemente presenti coadiuvando<br />
e animando le iniziative del parroco per la Giornata. C’è stata<br />
anche la processione e la distribuzione di piccoli doni del CVS ai<br />
presenti (Laura Cozzi).<br />
L’UNITALSI/Sezione di Bari l’8 febbraio <strong>2019</strong> è stata presente nella<br />
parrocchia “S. Ferdinando” per la recita del Rosario e per la celebrazione<br />
della S. Messa durante la quale è stata data l’Unzione degli<br />
infermi ai malati e agli anziani. L’11 febbraio, la stessa sottosezione<br />
di Bari era presente all’Ospedale pediatrico Giovanni XXIII dove, alle<br />
ore 16.00, hanno prima portato in processione la statua della<br />
Madonna di Lourdes per tutti i piani e poi è stata celebrata la Messa<br />
in cappella dal cappellano, don Sabino Perillo (Bibiana Di Candia).<br />
L’associazione del CVS anche quest’anno ha ribadito la propria opzione<br />
fondamentale per la parrocchialità, animando la Giornata del<br />
Malato nelle comunità in cui sono presenti i Gruppi, in Bari e nei<br />
paesi dell’Arcidiocesi. I Gruppi si sono innanzi tutto preparati riflettendo<br />
insieme sul messaggio del Papa e sulla relazione di don<br />
Gianni De Robertis all’incontro formativo dell’Ufficio diocesano di<br />
pastorale della salute del 19 gennaio scorso.<br />
Quasi tutti i Gruppi, inoltre, sono riusciti a svolgere un incontro organizzativo<br />
in preparazione della GMM con il parroco e, nella maggior
CURIA METROPOLITANA<br />
parte dei casi, con i ministri straordinari della Santa Comunione e le<br />
altre associazioni di/per/con ammalati presenti in parrocchia.<br />
In diversi casi l’incontro non si è limitato all’organizzazione della<br />
Giornata del Malato, ma ha costituito l’occasione per una verifica<br />
complessiva del cammino della pastorale della Salute a livello parrocchiale<br />
e per la programmazione di ulteriori iniziative in questo<br />
ambito della pastorale, da svolgersi nel prosieguo dell’anno liturgico.<br />
In alcune parrocchie la celebrazione della GMM si è svolta nel giorno<br />
proprio della ricorrenza mariana, lunedì 11 febbraio, mentre<br />
altre – per facilitare la partecipazione della comunità – l’hanno spostata<br />
a domenica 17 febbraio. In quasi tutte le parrocchie la celebrazione<br />
ha incluso il Rosario, con fiaccolata stile Lourdes, e una liturgia<br />
eucaristica comunitaria, che i Gruppi del CVS hanno contribuito<br />
ad animare. Nelle omelie è stato ovunque richiamato il messaggio<br />
del Papa. In diverse parrocchie durante la Santa Messa i sacerdoti<br />
hanno amministrato il sacramento dell’Unzione degli infermi.<br />
I Gruppi del CVS – in città e nei paesi – che si dedicano alla creazione<br />
di lavoretti artigianali (in collaborazione tra gli associati disabili<br />
e sani) hanno anche quest’anno preparato dei piccoli segni-ricordo<br />
per la Giornata, distribuiti alla comunità parrocchiale al termine<br />
della celebrazione.<br />
Ulteriori iniziative, diversificate in base alle esigenze ed alle opportunità<br />
offerte dal territorio, hanno permesso di sensibilizzare le<br />
comunità alla pastorale della salute, anche nei giorni precedenti e<br />
successivi alla Giornata del Malato. Tra esse si ricordano: visite e<br />
celebrazioni in Case Protette presenti nel territorio parrocchiale,<br />
messaggi nelle bacheche parrocchiali, incontri di approfondimento<br />
e testimonianza, meditazioni sul messaggio del Papa durante l’adorazione<br />
eucaristica comunitaria, etc.<br />
In conclusione, anche questa volta la Giornata mondiale del Malato<br />
è stata per il CVS un momento fondamentale dell’anno associativo,<br />
che ha rinnovato la gratitudine per i doni del Signore e la responsabilità<br />
del nostro impegno missionario di recarli ai tanti infermi che<br />
ancora soffrono la solitudine e non trovano speranza. Le ulteriori<br />
iniziative programmate in diverse parrocchie per i prossimi mesi<br />
73
appresentano uno dei frutti migliori di questa ricorrenza, che ha<br />
come obiettivo di sensibilizzare la Chiesa all’attenzione verso i malati<br />
e la pastorale della salute lungo tutto l’anno e non per un giorno<br />
soltanto (Floriano Scioscia, responsabile diocesano del CVS).<br />
Due parole di conclusione<br />
La presente relazione riferisce gli echi di quanto è stato riportato<br />
dalle varie realtà diocesane ed è pervenuto all’Ufficio e alla Consulta;<br />
certamente molte altre numerose iniziative sono state prese dalle<br />
singole comunità parrocchiali ed associative, che non sono state conosciute<br />
e che non sono state riportate in questo resoconto.<br />
Il direttore dell’Ufficio è grato a coloro che hanno fatto pervenire la<br />
loro voce e i loro scritti, ma è sicuro che questo significativo appuntamento<br />
annuale della Giornata mondiale del malato è ormai radicato<br />
nella vita e nei programmi delle parrocchie, degli ospedali e<br />
Case di Cura.<br />
Perciò siano rese grazie allo Spirito di Dio che continua ad operare<br />
creativamente nei cuori dei malati, delle famiglie che accolgono le<br />
“membra sofferenti del Corpo di Cristo”, dei sacerdoti e di tutti gli<br />
operatori pastorali, femminili e maschili.<br />
Triggiano, 15 maggio <strong>2019</strong><br />
fra Leonardo Nunzio Di Taranto, O.F.M. Cap.<br />
direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale della salute<br />
74
DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />
CONSIGLI DIOCESANI<br />
Consiglio Presbiterale <strong>Diocesano</strong><br />
Verbale della riunione del 22 febbraio <strong>2019</strong><br />
Il giorno 22 febbraio <strong>2019</strong>, alle ore 9.30, presso il salone della Casa<br />
del Clero in Bari, si è riunito il Consiglio Presbiterale diocesano, convocato<br />
e presieduto dall’Arcivescovo mons. Francesco Cacucci.<br />
Sono presenti il Vicario generale mons. Domenico Ciavarella e i<br />
Vicari episcopali: don Vittorio Borracci, mons. Domenico Falco,<br />
mons. Angelo Latrofa e don Andrea Favale.<br />
Sono assenti: mons. Domenico Padovano, Vescovo emerito di<br />
Conversano-Monopoli, p. Giovanni Distante op., padre Luigi Gaetani<br />
ocd, mons. Alberto D’Urso, don Marino Cutrone, don Biagio Lavarra,<br />
don Francesco Gramegna, don Vito Piccinonna, p. Franco Annicchiarico,<br />
don Angelo Cassano, don Angelo Garofalo e p. Damiano Bova, op.<br />
All’ordine del giorno:<br />
1. Presentazione della proposta: “Annunci di vita piena”. A cura<br />
di don Michele Birardi.<br />
2. Varie ed eventuali.<br />
75<br />
Dopo la preghiera dell’Ora Media viene data lettura del verbale<br />
della riunione del 26 ottobre 2018. Il Consiglio approva il verbale<br />
all’unanimità.<br />
1. Si passa al primo punto all’o.d.g.<br />
Don Michele Birardi, direttore dell’Ufficio di Pastorale giovanile,
76<br />
introduce il suo intervento facendo riferimento all’omelia di Papa<br />
Francesco per l’inizio del Sinodo dei Vescovi sulla realtà giovanile.<br />
Il Santo Padre invitava i giovani a «frequentare il futuro per far<br />
uscire da questo Sinodo non solo un documento, ma soprattutto<br />
propositi pastorali concreti, in grado di far germogliare sogni, suscitare<br />
profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia e creare un<br />
immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori e ridoni<br />
forza alle mani».<br />
In questa prospettiva si inserisce la proposta diocesana “Annunci di<br />
vita piena”, che ha come obiettivo quello di aiutare le comunità a<br />
riconoscere e indicare segni di vita nei dinamismi esistenziali del<br />
territorio in cui si abita, annunciare e testimoniare la vita piena,<br />
quella redenta dall’amore di Dio per trasformare le vie accecate<br />
dall’egoismo in strade illuminate dall’incontro con Gesù e che portano<br />
al bene verso il prossimo.<br />
Come è avvenuto per Filippo verso l’etiope, giovani e adulti insieme<br />
saranno chiamati a raccontare la gioia del Vangelo lungo le strade;<br />
queste ultime saranno individuate nel territorio dei vari Vicariati.<br />
“Annunci di vita piena” è un’esperienza da realizzare mettendo<br />
insieme le diverse generazioni, in modo particolare favorendo e<br />
accompagnando il protagonismo giovanile e la testimonianza di adulti<br />
nella fede. Si propone di attivare e consolidare processi, buone prassi<br />
ordinate alla promozione della vita in tutti gli ambiti e a tutti i livelli,<br />
nella collaborazione con le agenzie educative presenti sul territorio;<br />
pertanto criteri fondamentali di questa esperienza saranno la<br />
sinodalità e la profezia.<br />
Don Michele fa notare come la proposta, presentata nelle visite<br />
pastorali dell’Arcivescovo ai Vicariati, abbia avuto uno sviluppo ulteriore<br />
grazie al contributo dei consigli pastorali parrocchiali e vicariali.<br />
Sono stati proposti alcuni temi da affrontare durante le settimane<br />
di “Annunci di vita piena” quali: la destinazione universale dei beni,<br />
l’opzione preferenziale per i poveri, il primato della solidarietà, la<br />
cura della casa comune, l’ambiente digitale, il lavoro, la legalità, la<br />
giustizia, la pace, l’economia di comunione.<br />
Inoltre sono state suggerite alcune proposte: la conoscenza di qualche<br />
cooperativa agricola per proporla a giovani lavoratori, raccontare storie<br />
di vita piena durante le settimane dell’arte a scuola, creare cenacoli<br />
e tavole rotonde per le strade dei vari paesi, creare oratori di strada.
CONSIGLI DIOCESANI<br />
L’Arcivescovo ringrazia don Michele e ricorda l’iter di questa proposta.<br />
Dapprima è stata approvata nel Consiglio presbiterale di febbraio,<br />
poi è stata presentata e discussa nei vari Consigli pastorali<br />
vicariali che hanno offerto suggerimenti preziosi e ora riceve ulteriori<br />
concretizzazioni in questo Consiglio presbiterale. L’Arcivescovo<br />
invita i consiglieri a intervenire affinché si possano offrire ulteriori<br />
indicazioni per la preparazione di questa esperienza.<br />
Si chiedono maggiori chiarimenti circa i tempi di svolgimento delle<br />
iniziative vicariali.<br />
Si evidenzia la validità di questa iniziativa nel contesto culturale<br />
odierno. Si incoraggiano gli Uffici di curia a proporre altre iniziative<br />
in questa modalità di sinodalità.<br />
Si propone che gli animatori di “Annunci di vita piena” vivano<br />
un’esperienza di formazione previa; è fondamentale che essi siano<br />
formati spiritualmente e pedagogicamente.<br />
Si rileva come queste iniziative invitino a ridurre il protagonismo<br />
parrocchiale per assumere uno stile di comunione tra le varie comunità<br />
parrocchiali, presenti nello stesso territorio. Queste esperienze portano<br />
la comunità a lavorare in maniera sinodale programmando percorsi<br />
interparrocchiali che mettano insieme le varie competenze.<br />
L’augurio è che la sinodalità non sia vissuta solo da un punto di vista<br />
organizzativo ma diventi un’esperienza strutturale e sistematica.<br />
Si sottolinea l’importanza della pre-evangelizzazione.<br />
Si richiamano alcuni principi della comunità evangelizzatrice di<br />
Papa Francesco: l’attenzione alla carne sofferente, il lavorare per progetti,<br />
il progettare per stare insieme.<br />
Si comunica l’efficacia dell’esperienza dei catechisti del territorio<br />
presso la comunità San Giovanni Battista in Bari.<br />
Si racconta la bella esperienza di Chiesa vissuta dai consigli pastorali<br />
parrocchiali del X vicariato che, di domenica, accompagnati<br />
dall’Arcivescovo, si sono incontrati a Loseto per una giornata di discernimento<br />
comunitario.<br />
Prende la parola l’Arcivescovo che ringrazia per tutti gli interventi e<br />
invita a lasciare che lo Spirito Santo possa agire, abbandonando forme<br />
di chiusure e atteggiamenti pessimistici.<br />
77
Sottolinea l’entusiasmo dei laici nel camminare insieme percepito<br />
nelle visite vicariali e auspica che tutti si impegnino in questa proposta<br />
di “Annunci di vita piena”, ricordando che essa non è il progetto<br />
pastorale della diocesi, ma uno strumento della programmazione<br />
annuale.<br />
A tal proposito evidenzia come tutte le esperienze vissute precedentemente<br />
(Missione giovani, Tenda dell’incontro), nonostante le difficoltà<br />
oggettive, educano sì alla sinodalità, ma hanno anche come<br />
prospettiva quella di recuperare la dimensione e l’immagine di Chiesa<br />
di popolo, incontro tra le generazioni.<br />
Concludendo, l’Arcivescovo propone “Annunci di vita piena” per il<br />
mese di maggio, con la festa conclusiva del 15 giugno. Ricorda inoltre<br />
che nel mese di febbraio del 2020 ci sarà a Bari l’incontro dei<br />
Vescovi del Mediterraneo per la pace. Pertanto comunica che le visite<br />
vicariali saranno anticipate nei mesi di ottobre e novembre anche<br />
per permettere alle comunità parrocchiali, nei mesi seguenti, di prepararsi<br />
adeguatamente all’incontro: “Mediterraneo, frontiera di pace”.<br />
La riunione si conclude alle 12.30 con la preghiera dell’Angelus.<br />
Il Segretario<br />
sac. Pierpaolo Fortunato<br />
78
DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />
CONSIGLI DIOCESANI<br />
Consiglio Pastorale <strong>Diocesano</strong><br />
Verbale della riunione del 9 gennaio <strong>2019</strong><br />
Il giorno 9 gennaio <strong>2019</strong>, alle ore 19.00, presso l’aula magna della<br />
Casa del Clero in Bari, si è riunito il Consiglio Pastorale <strong>Diocesano</strong><br />
convocato e presieduto dall’Arcivescovo mons. Francesco Cacucci,<br />
per discutere il seguente ordine del giorno:<br />
1. Introduzione a cura di don Michele Birardi, direttore dell’Ufficio<br />
Giovani: “Sintesi dell’esperienza della Tenda dell’incontro e<br />
presentazione della proposta Annunci di vita piena per il prossimo<br />
Tempo di Pasqua”.<br />
2. Proposta di tematiche da sottoporre alla riflessione del Consiglio<br />
nei prossimi incontri.<br />
3. Varie ed eventuali.<br />
79<br />
Risultano assenti giustificati: don Angelo Lagonigro, don Alessandro<br />
Tanzi, i coniugi Stufano, don Gaetano Coviello, sig.ra A. Carbone,<br />
sig.ra C. Cutrone, sig.ra P. Lella, sig. N. Delle Grazie, p. V. Giannelli,<br />
sr. A. Rizzuto, sig. N. Locorriere, sig. R. Mennuti, sig.ra G. Reali, sig.<br />
A.M. Scalioti, sig.ra T. Ferraro.<br />
Il Consiglio ha inizio con un momento di preghiera, seguito dal<br />
saluto dell’Arcivescovo.
80<br />
Prima di procedere alla discussione di quanto all’ordine del giorno,<br />
si dà lettura del verbale della seduta del 5 novembre 2018. Il verbale<br />
è letto e approvato all’unanimità.<br />
L’Arcivescovo fa memoria di don Ubaldo Aruanno, deceduto il 13<br />
novembre scorso: diverse sono le testimonianze scritte in merito al<br />
suo servizio prestato all’Ufficio catechistico e missionario, come<br />
parroco, come padre spirituale al Seminario, vicario territoriale di<br />
Bitonto-Palo e per il suo ministero di esorcista. L’Arcivescovo informa<br />
il Consiglio Pastorale che don Oronzo Pascazio continuerà il<br />
delicato servizio di esorcista, per dare particolare attenzione ai<br />
bisogni delle persone provate dal maligno.<br />
La segretaria introduce l’incontro sottolineando, come tema di<br />
fondo, l’importanza di vivere lo stile sinodale nell’impegno pastorale.<br />
L’incontro vissuto a Bari il 7 luglio 2018 per la pace nel Medioriente<br />
tra il papa e i capi delle Chiese ha offerto un insegnamento da cui<br />
trarre indicazioni e sollecitazioni per la vita di tutta la Chiesa e, in<br />
particolare, della nostra Chiesa diocesana. Ci si vuole confrontare<br />
con alcune esperienze diocesane, curate in modo particolare dall’Ufficio<br />
Giovani, che ha avviato in questi ultimi anni iniziative di<br />
testimonianza, annuncio, condivisione da vivere a livello vicariale al<br />
fine di imparare a confrontarci e vivere insieme, tessendo relazioni e<br />
dialogando con il territorio in cui viviamo. Viene chiesto a don<br />
Michele Birardi, direttore dell’Ufficio Giovani, di fare una sintesi<br />
dell’esperienza della “Tenda dell’Incontro”, e di presentare il progetto<br />
“Annunci di vita piena. Quelli della via”. L’intervento di don<br />
Michele Birardi è allegato al presente verbale.<br />
Terminato l’intervento, la segretaria ringrazia don Michele e invita i<br />
consiglieri alla condivisione: l’obiettivo è partire da queste due<br />
esperienze per riflettere e rivedere la nostra esperienza di Chiesa alla<br />
luce dello stile sinodale di cui l’Arcivescovo ci invita a fare sempre<br />
più esperienza unitamente alla sempre maggiore attenzione ai<br />
territori in cui sono inserite le nostre comunità.<br />
Si chiedono maggiori chiarimenti circa la metodologia, vicariale o<br />
parrocchiale, i tempi di svolgimento delle iniziative vicariali, se devono<br />
essere contestuali o meno, i luoghi, si chiede se “la via” possa essere<br />
intesa in senso simbolico. Si chiede anche di pensare a tempi più<br />
dilatati, che abbraccino il tempo ordinario per concludere a settembre.
CONSIGLI DIOCESANI<br />
Si sottolinea la difficoltà nel vivere questo tipo di esperienza,<br />
soprattutto in riferimento alla programmazione pastorale che ha già<br />
previsto e offerto diversi percorsi anche a livello diocesano: seguendo<br />
il criterio della sinodalità, dovrebbero, in questo progetto, convergere<br />
tutti gli uffici di Curia e i singoli percorsi. Pertanto si invita ad avere<br />
una maggiore attenzione sin dall’inizio dell’anno pastorale affinché i<br />
percorsi proposti siano pensati in maniera unitaria evitando di dover<br />
reimpostare i cammini, con non poca difficoltà, nel corso d’anno.<br />
Nonostante le difficoltà sottolineate, si evidenzia come le nostre<br />
comunità, associazioni e movimenti devono maturare la capacità di<br />
modificare la programmazione, imparando non solo a individuare il<br />
calendario delle iniziative da vivere ma anche a riprogettarsi per<br />
raggiungere al meglio l’obiettivo che la Chiesa diocesana si è dato.<br />
L’invito a lavorare insieme è una proposta dell’Arcivescovo, per cui come<br />
Chiesa dobbiamo imparare sempre più a superare la frammentazione e<br />
a lavorare insieme, mantenendo le specificità di ciascuno.<br />
A questa sollecitazione, si unisce un augurio di speranza che proviene<br />
dai giovani presenti in Consiglio: che la sinodalità diventi uno<br />
stile organico, permanente nella nostra Chiesa diocesana, qualcosa<br />
di radicato in cui crescere. L’essere immersi nelle cose da fare alle<br />
volte non aiuta a vedere il progetto di fondo: l’esperienza della<br />
Tenda, l’incontro del 7 luglio, “Annunci di vita piena” non sono<br />
eventi isolati, sono sollecitazioni dello Spirito Santo. L’augurio è che<br />
la sinodalità non sia solo vissuta dal punto di vista organizzativo,<br />
ma diventi un’esperienza strutturale e sistematica.<br />
Negli ulteriori interventi si auspica che la proposta di “Annunci di<br />
vita piena” diventi più circostanziata, tenga conto del momento<br />
storico che stiamo vivendo, con un’attenzione anche più allargata al<br />
contesto europeo. Si sottolinea anche che i destinatari non sono solo<br />
i giovani, ma tutta la comunità. Da questo punto di vista si evidenzia<br />
come le esperienze vissute in questi anni abbiano avuto un’importante<br />
ricaduta positiva su adulti e famiglie. L’esperienza della<br />
“Tenda dell’incontro” è stato già un annuncio di vita nuova, perché,<br />
in un momento di difficoltà nelle parrocchie, si sono rotti i muri<br />
della separazione e dell’isolamento. Come Chiesa, siamo chiamati a<br />
81
82<br />
essere provocazione per il territorio. A tal proposito si evidenzia<br />
come tutte le esperienze vissute in precedenza (Missione giovani,<br />
Tenda), nonostante le dif-ficoltà oggettive, ci educano sì alla sinodalità<br />
ma hanno anche come prospettiva quella di recuperare la<br />
dimensione e l’immagine di Chiesa di popolo. L’esperienza di questi<br />
incontri ci permette di entrare nelle case, di stare con i ragazzi e le<br />
famiglie anche in luoghi non prettamente parrocchiali. Tutto ciò<br />
rende il cammino di fede una proposta per tutti superando il rischio<br />
di restringere l’annuncio rendendolo poco pro-fetico. L’annuncio<br />
kerigmatico della morte e risurrezione di Gesù è il punto di partenza<br />
per guardare ai problemi e al contesto storico, leggendo la realtà,<br />
fatta anche di fragilità presenti nei nostri territori; alla luce della<br />
Scrittura, tutto si compone. Fondamentale è non separare l’annuncio<br />
dalla vita e dalla celebrazione.<br />
Alle indicazioni e sottolineature proposte dai consiglieri seguono<br />
alcuni interventi che aiutano a chiarire la proposta.<br />
Don Mario Castellano, direttore dell’Ufficio Pastorale, pone un chiarimento<br />
metodologico. Il tentativo di lavorare insieme, sottolinea, deve<br />
essere obiettivo e meta, forma e contenuto. Il lavoro degli uffici di<br />
Curia è nella direzione della formazione, proponendo itinerari e<br />
cammini for-mativi, considerando tutte le dimensioni della vita<br />
pastorale. L’importante è andare nella direzione dello stile che ci si<br />
vuole dare: queste proposte vogliono aiutarci, profeticamente, sottolinea<br />
don Mario, ad assumere uno stile e a rivedere il modo di<br />
lavorare tra comunità parrocchiali di uno stesso territorio. Certo non<br />
si nasconde che bisogna ottimizzare i percorsi, i cammini e lavorare<br />
di più insieme, programmando percorsi interparrocchiali. L’Ufficio<br />
Giovani ci sta sollecitando, proponendo progetti non solo per i<br />
giovani, ma per le famiglie e l’intera comunità parrocchiale, suscitando<br />
anche nelle parrocchie persone non ancora impegnate nella comunità,<br />
ma che hanno altre sensibilità e carismi. Richiamando la vena di<br />
speranza emersa nel Consiglio, evidenzia come questo è il seme, l’inizio<br />
di un cambiamento e una conversione pastorale.<br />
Interviene don Michele Birardi, puntualizzando alcune questioni organizzative<br />
emerse:<br />
– composizione: tenendo presenti i vicariati, l’indicazione è che i<br />
vicariati molto estesi possano considerare la distinzione in paesi;<br />
– tempi: è importante che in tutta la Diocesi si seguano gli stessi ritmi.
CONSIGLI DIOCESANI<br />
L’estate, sottolinea don Michele, è già impegnata con Grest e campi<br />
estivi. Inoltre, evidenzia che la proposta è pensata per il Tempo<br />
Pasquale, come annuncio della risurrezione;<br />
– target: è una proposta pastorale della Diocesi, pensata per adultigiovani-famiglie.<br />
È una iniziativa pastorale, emersa dalla traccia<br />
pastorale dell’Arcivescovo e rivolta a tutti. La comunione vissuta<br />
pastoralmente, evidenzia ancora don Michele, è già una forma di<br />
annuncio.<br />
Prende la parola l’Arcivescovo che ringrazia tutti per gli interventi<br />
illuminanti e sottolinea come lo Spirito Santo permette di chiarire<br />
le idee nel cammino: questo processo deve continuare ed espandersi<br />
negli incontri vicariali; durante i quali la mattina con i sacerdoti verrà<br />
ripreso il tema della sinodalità, mentre durante l’incontro serale don<br />
Michele sintetizzerà l’esperienza della “Tenda” e proporrà “Annunci<br />
di vita piena”, per poter dare chiarimenti e ricevere suggerimenti. Il<br />
tema della sinodalitá, aggiunge ancora l’Arcivescovo, deve trovare<br />
applicazione spirituale ed ecclesiale tra i sacerdoti, fino a valorizzare<br />
al massimo il contributo qualificato del laicato.<br />
Relativamente alle difficoltà di coordinamento e del camminare<br />
insieme degli Uffici di Curia, l’Arcivescovo evidenzia che il problema<br />
si sta superando. Ricorda anche che “Annunci di vita piena” non è il<br />
progetto pastorale della Diocesi, ma uno strumento del cammino<br />
diocesano. La preoccupazione degli Uffici dovrebbe essere quella di<br />
rifarsi sempre alla traccia pastorale e attendere l’assemblea diocesana<br />
per fare la propria programmazione. L’idea progettuale è una sola,<br />
la “mistagogia”; la realizzazione di questa idea passa attraverso le<br />
varie programmazioni annuali.<br />
Per quel che riguarda i tempi, l’Arcivescovo ricorda che ci sarà a Bari<br />
l’incontro dei Vescovi del Mediterraneo per il quale è in atto una<br />
macchina organizzativa complessa. Concludendo, l’Arcivescovo propone<br />
per “Annunci di vita piena” il mese di maggio, con la festa<br />
conclusiva a giugno, in modo da poter coinvolgere anche le scuole.<br />
Ringraziando tutti, la segretaria invita a comunicare per email o<br />
telefonicamente, indicazioni e tematiche su cui porre attenzione nei<br />
successivi Consigli pastorali. Indicazione comune è di riprendere la<br />
83
traccia pastorale perché sia sempre guida per il cammino diocesano.<br />
Invita inoltre tutti i consiglieri a essere una presenza positiva e<br />
propositiva nei Consigli vicariali alla luce delle positività emerse in<br />
questo incontro.<br />
Con la preghiera finale, la seduta del Consiglio si scioglie alle ore<br />
21.15.<br />
La Segretaria<br />
Michela Boezio
CONSIGLI DIOCESANI<br />
Allegato al Verbale del 9 gennaio <strong>2019</strong><br />
Dalla Tenda alla Via … sempre in cammino<br />
C’era una volta una tenda …<br />
Lo so, starai pensando ad una favola, all’autore; e magari anche che<br />
le favole non hanno diritto di parola in un consiglio pastorale.<br />
No, non è una favola, ma è un sogno, o meglio un sogno da<br />
raccontare. E allora …<br />
C’era una volta una tenda grande grande grande, tanto grande che<br />
per molte notti ha occupato gli spazi della mente degli adulti, dei<br />
giovani e delle famiglie della nostra diocesi. E sì, perché questa tenda,<br />
che esisteva già “in principio” in un altro mondo, è stata invocata,<br />
chiamata, affidata da padre Arcivescovo:<br />
Siamo invitati a vivere come comunità diocesana quella che<br />
possiamo chiamare una peregrinatio della tenda dell’incontro:<br />
un movimento di cuori che attraverserà i nostri centri abitati.<br />
Si tratterà di pensare uno spazio e un tempo in cui adulti e<br />
giovani possano confrontarsi con le domande, i sogni, le<br />
speranze che accompagnano la ricerca di senso e di pienezza<br />
della loro vita. Un invito concreto per le nostre comunità ad<br />
allargare lo spazio della nostra tenda, liberando gli adulti dall’illusione<br />
dell’autoreferenzialità e favorendo la partecipazione<br />
dei giovani alla vita sociale ed ecclesiale, nella responsabilità<br />
fedele e nel dono gratuito di sé.<br />
Da subito la macchina organizzativa si è messa in moto, del resto è<br />
raro veder arrivare e dover piantare una tenda. Dove? Nelle nostre<br />
città, dove tutto è cemento, asfalto, acciaio, ferro, sì certo c’è pure il<br />
verde, giusto per dare una quota di partecipazione alla natura!<br />
L’ingranaggio all’inizio ha singhiozzato parecchio. Riunioni dei<br />
direttori della curia, dei vicari delle zone, dei preti giovani, dei laici,<br />
diverse assemblee … Ma quanto grande è la tenda? Come e quando<br />
arriverà? Dove la metteremo? La diocesi è estesa.<br />
85
86<br />
L’idea prendeva piede, il sogno si faceva più chiaro. La tenda non era<br />
ancora arrivata ma già faceva parlare di sé, alcuni per la verità<br />
bofonchiavano; altri criticavano, ma di quella critica che vuole capire<br />
meglio; altri ancora esprimevano entusiasmo e gioia; e c’era chi,<br />
pensa tu che matto, metteva nei messaggi whatsapp accanto alla<br />
parola tenda le faccine sorridenti e i cuoricini.<br />
La tenda si faceva attendere; si doveva preparare un popolo ben<br />
disposto ad accogliere la sua carica di significato. Infatti, nel<br />
frattempo cominciava a prendere piede, è il caso di dire proprio così,<br />
un movimento tra le persone delle diverse generazioni che favoriva<br />
l’incontro, la collaborazione (commissioni territoriali composte da<br />
giovani a adulti, che miracolo è questo!), il camminare insieme (circa<br />
2000 hanno percorso a piedi 11 km da Capurso a Noicattaro in una<br />
sera di inizio autunno), la preghiera comune (la cattedrale stracolma<br />
di gente in una sera alle porte della primavera per affidare la propria<br />
vita a Maria, colei che indica la Via, Gesù).<br />
La terra di Bari era quasi pronta a piantare la tenda in mezzo, come<br />
a tratteggiare un centro attorno a cui ritrovarsi, riconoscersi, abitare.<br />
Difatti quando arrivò e posò il lembo sulla nuda terra non erano<br />
molti i presenti … tranquilli, per tirarla su (sì, lo sapete meglio di me,<br />
la tenda si pianta per innalzarla, tocca terra ma invoca il cielo, è il<br />
cielo sulla terra) non ci voleva tanta forza. È bastata una fonte di<br />
energia permanente a tenerla viva, visibile, resistente alla pioggia e<br />
al vento. Per la verità, un Soffio leggero è stato la garanzia della<br />
tenuta della tenda e dell’incontro tra le persone.<br />
Bianchissima come la luce era la sua veste esteriore, semplice e<br />
maestosa, insomma, era impossibile non farci caso. La tenda era da<br />
sola un richiamo, una chiamata a starci, ad andare a vedere, anche a<br />
mangiare qualcosa, ad ascoltare una parola, a porre domande, ad<br />
esercitare la speranza, a risvegliare il desiderio del futuro, ad allargare<br />
lo spazio della propria esistenza, perché sotto la tenda non ci sono<br />
confini o paletti, si passa, ci si lascia attraversare dal caldo e dal vento,<br />
si sperimenta luce e buio senza filtri. La tenda resta un’apertura, uno<br />
spazio di libertà dove ritrovare se stesso, finalmente affrancato da<br />
certe strutture e dinamiche stantie che annoiano lo spirito.<br />
E ha tenuto svegli tutti in quei giorni, soprattutto ci ha riconciliato<br />
con la creatività che fa accadere l’impossibile. La tenda era lì ma,<br />
facendo parlare di sé, era ovunque.
CONSIGLI DIOCESANI<br />
A scuola i ragazzi hanno potuto sperimentare l’accoglienza nella<br />
colazione offerta e nella consegna di una frase da tenere con sé per<br />
l’intera giornata. Si sono confrontati sulle domande della vita e sulla<br />
bellezza dei sogni scoprendo un Dio che sogna con loro.<br />
All’università gli studenti hanno riempito il tempo di uno snack con<br />
la ricerca di idee e soluzioni per un mondo migliore e più giusto, per<br />
la propria vita orientata alla felicità e alla stabilità, per un futuro<br />
meno incerto e più luminoso.<br />
Per strada si è scatenata la gioia: color fun come scia di colore che<br />
ha contagiato tutti, flash mob e il ritmo sale dalla terra, silent party<br />
come musica che ti avvolge e ti unisce all’universo, percorsi per<br />
riconoscere le emozioni, festival di musica, itinerari alla riscoperta<br />
di castelli antichi con l’attenzione alle sfide del presente, cena a colori<br />
a ricordare l’unità dei popoli.<br />
E poi, esibizioni teatrali, dibattiti sulla legalità e sul lavoro. Al centro<br />
la celebrazione eucaristica, veglie di preghiera, adorazione notturna:<br />
il Signore ha vegliato su di noi e ha accolto i nostri sogni.<br />
Come quelli di Giuseppe d’Egitto, la cui tunica colorata e dalle<br />
grandi maniche è stato il simbolo custodito nella tenda per ricordare<br />
che nulla è perduto, che sempre si può ricominciare, che anche lo<br />
scarabocchio è una linea …<br />
E, intanto, la tenda avvolgeva tutti, conteneva e dava respiro ad ogni<br />
espressione di vita, lanciava appelli al mondo civile e alla Chiesa,<br />
custodiva i buoni propositi dei giovani, i consigli e le buone prassi degli<br />
adulti, alimentava una fede viva in Gesù nel silenzio e nell’attenzione agli<br />
ultimi, favoriva la voglia di relazioni autentiche, mai banali, nel rispetto<br />
dell’altro e nella fedeltà a sé. La tenda ha accolto e ascoltato, aveva cuore<br />
e orecchi per chi era in-tenda e si è proposta come modo per intendere la<br />
vita nel segno del Signore Risorto: una vita riconciliata e liberata<br />
dall’amore. La tenda ha parlato, provocato riguardo la possibilità di<br />
collaborare insieme tra parrocchie, con le associazioni del territorio. Si è<br />
fatta sentire perfino sui social, non solo facendosi largo per #solo3minuti,<br />
ma anche nelle foto postate, nei commenti lasciati nella rete, negli avvisi<br />
dell’ultimo momento sulle diverse chat create apposta per sentire il<br />
bisogno che il mondo ha di ciascuno di noi per crescere bene.<br />
87
E come si usa fare per gli eventi importanti, la tenda ha pensato di<br />
portare con sé un ospite d’eccezione, don Tonino Bello (e ci voleva<br />
per ricordare 25 anni della sua nascita al cielo), il quale disse che:<br />
la tenda evoca la mobilità della Chiesa, l’itineranza, il cammino, la<br />
strada. La tenda fa capire meglio che la Chiesa è una istituzione<br />
precaria che annuncia soltanto Gesù Cristo, non sta Lei al centro,<br />
non c’è questo ecclesiocentrismo nella visione cristiana, c’è cristocentrismo,<br />
Gesù sta al centro, e la Chiesa addita Gesù. La Chiesa è<br />
mobile, cammina con gli uomini.<br />
La tenda ci ha indicato la forza innovativa della sinodalità e ha<br />
rappresentato un momento eccellente per sentire il senso del Sinodo<br />
sui giovani, tanto che dalla tenda ci siamo ritrovati X mille strade a<br />
camminare per le vie dei nostri paesi prima di giungere a Roma<br />
all’incontro con papa Francesco l’11 e 12 agosto 2018.<br />
C’è stata una volta una tenda …, non è il lieto fine di una favola, è<br />
l’inizio di una storia, quella della nostra Chiesa diocesana che non<br />
può essere più la stessa dopo quello che c’è stato, che ha la responsabilità<br />
di non deludere le attese di comunione, di una fede che<br />
attiene alla vita e ai problemi di oggi e quindi deve impegnare le<br />
proprie risorse in favore di una pastorale di ambiente meno<br />
burocraticista, più simpatica con l’umano e vicina ai vissuti, meno<br />
struttura, più cantiere.<br />
C’è stata una volta una tenda …, e tutto cominciò, quando il Verbo<br />
si fece carne e la terra diventò la sua casa e l’umanità la sua naturale<br />
connotazione. E la tenda dell’incontro altro non è che la storia di<br />
Gesù, non una favola, ma il sogno di Dio diventato realtà, il disegno<br />
di un amore che coinvolge tutti, nessuno escluso.<br />
88<br />
don Michele Birardi<br />
direttore dell’Ufficio per la Pastorale giovanile
CONSIGLI DIOCESANI<br />
Allegato al Verbale del 9 gennaio <strong>2019</strong><br />
Annunci di vita piena<br />
Traccia biblica<br />
Atti 8, 26-40<br />
Un angelo del Signore parlò a Filippo e disse: «Àlzati e va’ verso il<br />
mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; essa<br />
è deserta». Egli si alzò e si mise in cammino, quand’ecco un Etìope,<br />
eunuco, funzionario di Candace, regina di Etiopia, amministratore<br />
di tutti i suoi tesori, che era venuto per il culto a Gerusalemme, stava<br />
ritornando, seduto sul suo carro, e leggeva il profeta Isaia. Disse<br />
allora lo Spirito a Filippo: «Va’ avanti e accòstati a quel carro».<br />
Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse:<br />
«Capisci quello che stai leggendo?». Egli rispose: «E come potrei<br />
capire, se nessuno mi guida?». E invitò Filippo a salire e a sedere<br />
accanto a lui. Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo:<br />
Come una pecora egli fu condotto al macello e come un agnello senza voce<br />
innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nella sua umiliazione il<br />
giudizio gli è stato negato, la sua discendenza chi potrà descriverla? Poiché è<br />
stata recisa dalla terra la sua vita.<br />
Rivolgendosi a Filippo, l’eunuco disse: «Ti prego, di quale persona<br />
il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?». Filippo,<br />
prendendo la parola e partendo da quel passo della Scrittura,<br />
annunciò a lui Gesù. Proseguendo lungo la strada, giunsero dove<br />
c’era dell’acqua e l’eunuco disse: «Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa<br />
impedisce che io sia battezzato?». Fece fermare il carro e scesero tutti<br />
e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco, ed egli lo battezzò. Quando<br />
risalirono dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunuco<br />
non lo vide più; e, pieno di gioia, proseguiva la sua strada. Filippo<br />
invece si trovò ad Azoto ed evangelizzava tutte le città che attraversava,<br />
finché giunse a Cesarea.<br />
89
90<br />
Atti 9, 1-20<br />
Saulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore,<br />
si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di<br />
Damasco, al fine di essere autorizzato a condurre in catene a<br />
Gerusalemme tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne,<br />
appartenenti a questa Via. E avvenne che, mentre era in viaggio e stava<br />
per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo<br />
e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché<br />
mi perséguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». Ed egli: «Io sono Gesù,<br />
che tu perséguiti! Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò<br />
che devi fare». Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano<br />
fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno.<br />
Saulo allora si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla.<br />
Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco. Per tre giorni<br />
rimase cieco e non prese né cibo né bevanda.<br />
C’era a Damasco un discepolo di nome Anania. Il Signore in una<br />
visione gli disse: «Anania!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore<br />
a lui: «Su, va’ nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda<br />
un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco, sta pregando e ha visto in<br />
visione un uomo, di nome Anania, venire a imporgli le mani perché<br />
recuperasse la vista». Rispose Anania: «Signore, riguardo a quest’uomo<br />
ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli a<br />
Gerusalemme. Inoltre, qui egli ha l’autorizzazione dei capi dei<br />
sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il<br />
Signore gli disse: «Va’, perché egli è lo strumento che ho scelto per<br />
me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli<br />
d’Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome».<br />
Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse:<br />
«Saulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è<br />
apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia<br />
colmato di Spirito Santo». E subito gli caddero dagli occhi come<br />
delle squame e recuperò la vista. Si alzò e venne battezzato, poi prese<br />
cibo e le forze gli ritornarono. Rimase alcuni giorni insieme ai<br />
discepoli che erano a Damasco, e subito nelle sinagoghe annunciava<br />
che Gesù è il Figlio di Dio.
CONSIGLI DIOCESANI<br />
Idea<br />
La prima comunità di cristiani è caratterizzata nel senso dell’evangelizzazione,<br />
dell’annuncio che in Gesù morto e risorto c’è vita e<br />
salvezza. Annuncio e via sono le direttrici attraverso cui passa la<br />
Parola e la Vita. L’annuncio si realizza lungo la via, quella che da<br />
Gerusalemme si snoda verso le strade dell’umanità. Annuncio perché<br />
veniamo da una Parola che ci ha chiamati, ci ha creati. Via perché<br />
siamo alla sequela del Maestro, tanto che i primi cristiani erano<br />
denominati “quelli della via”. Vita perché è nel quotidiano che rivela<br />
e si svela la forza generativa dell’amore. Proviamo, allora, a far parlare<br />
il Vangelo alla vita lungo la via.<br />
Durante il tempo di Pasqua daremo voce e forma ad “Annunci di<br />
Vita piena”. La Risurrezione di Gesù ci consegna alla vita nuova,<br />
bella, buona, vera, quella illuminata dall’Amore infinito del Padre<br />
che sconfigge le tenebre della morte, la notte del male. È la chiamata<br />
della vita e per la vita, l’anelito profondo che fa vibrare la gioia, la<br />
forza che sostiene il cammino, la consapevolezza del dono ricevuto<br />
che abilita alla testimonianza. Come è avvenuto per Filippo verso<br />
l’etiope e come sarà per Paolo che dalla via di Damasco attraverserà<br />
le strade del mondo. Gesù, la Vita, ci invita ad essere vivi per davvero,<br />
protagonisti nelle vicende dell’esistenza, costruttori della civiltà<br />
dell’amore con segni e gesti di accoglienza, giustizia, prossimità che<br />
rimettano in piedi la vita laddove è più in emergenza.<br />
Siamo nella terza fase del cammino sinodale, quella attuativa, in cui<br />
«la comunità cristiana è chiamata a uscire dall’autoreferenzialità<br />
dell’io della propria autoconservazione verso il servizio alla costruzione<br />
di un noi inclusivo nei confronti di tutta la famiglia umana e<br />
dell’intera creazione» (Documento finale del Sinodo, n. 125).<br />
Si tratta, pertanto di intitolare vie, di chiamarle, nominarle, e di far<br />
correre, lungo queste strade individuate nei diversi territori della<br />
nostra diocesi, la gioia del Vangelo che raggiunge tutti e rinnova i<br />
dinamismi esistenziali delle generazioni in contesto.<br />
“Annunci di vita piena” è il tentativo della nostra Chiesa locale di<br />
lavorare insieme «passando da un lavoro per uffici a un lavoro per<br />
91
progetti» (Documento finale del Sinodo, n. 141), dalle singole parrocchie<br />
al vicariato, zona pastorale, paese.<br />
“Annunci di vita piena” è un’esperienza da realizzare mettendo<br />
insieme le diverse generazioni, in modo particolare favorendo e<br />
accom-pagnando il protagonismo giovanile e la testimonianza di<br />
adulti nella fede.<br />
Si propone di attivare e consolidare processi, buone prassi ordinate<br />
alla promozione della vita in tutti gli ambiti e a tutti i livelli, nella<br />
collaborazione con le agenzie educative presenti sul territorio. I<br />
giovani ci chiedono di non essere lasciati soli ad affrontare le sfide<br />
del mondo sociale per trovare attraverso la forma del dialogo nuove<br />
vie di partecipazione.<br />
Criterio<br />
92<br />
Assumiamo come criterio quello della sinodalità. «In un mondo<br />
segnato dalla diversità dei popoli e dalla varietà delle culture,<br />
camminare insieme è fondamentale per dare credibilità ed efficacia<br />
alle iniziative di solidarietà, di integrazione, di promozione della<br />
giustizia, e per mostrare in che cosa consista una cultura dell’incontro<br />
e della gratuità» (Documento finale del Sinodo, n. 126). Abbiamo<br />
la responsabilità di testimoniare il nostro essere discepoli di Gesù<br />
dentro la forma della comunione tra di noi e con il mondo, per essere<br />
simpatici, profondamente umani, anzi fino in cima, contestualizzati<br />
nella complessità della storia, inseriti nel tempo presente. Nulla di<br />
ciò che è l’uomo di oggi può esserci estraneo.<br />
Ci lasciamo guidare anche da un altro criterio, quello della profezia.<br />
Il Vangelo è profetico, riguarda le cose della vita ma offre una nuova<br />
prospettiva, affida le questioni del vissuto al futuro ancora tutto da<br />
scrivere ma possibile, innalza le realtà umane alla pienezza dell’amore<br />
vero. Cerca soluzioni e attiva prassi virtuose orientate al bene<br />
comune, «inserendo nei processi sociali l’ispirazione dei principi<br />
della dottrina sociale: la dignità della persona, la destinazione<br />
universale dei beni, l’opzione preferenziale per i poveri, il primato<br />
della solidarietà, l’attenzione alla sussidiarietà, la cura della casa<br />
comune» (Documento finale del Sinodo, n. 127).
CONSIGLI DIOCESANI<br />
Riferimenti<br />
L’incontro vissuto a Bari il 7 luglio 2018, quel cerchio, quell’abbraccio<br />
ha segnato in modo provvidenziale il cammino della nostra Chiesa<br />
diocesana, lasciando una traccia che non possiamo dimenticare. È stata<br />
una grande lezione di ecclesialità, che ha richiamato alla nostra mente<br />
il cammino della Chiesa raccontato dal libro degli Atti degli Apostoli. Una<br />
Chiesa aperta alle sorprese dello Spirito, che sprona anche noi a vivere<br />
un nuovo anno alla luce di quel soffio di Pentecoste che ha scombinato<br />
i nostri programmi e ha orientato le nostre comunità a ripensare il<br />
proprio cammino pastorale. Non possiamo restare chiusi nel cenacolo<br />
per difenderci dal timore della novità, ma dobbiamo lasciare che<br />
l’azione dello Spirito ci conduca su nuove strade (FRANCESCO CACUCCI, La<br />
Chiesa tra sogno e realtà, EDB, Bologna 2018, p. 5).<br />
La consapevolezza del dono ricevuto abilita alla testimonianza.<br />
Sarebbe bello, durante il tempo pasquale, dare voce e forma ad “Annunci<br />
di vita piena”. Famiglie e giovani con le loro comunità<br />
parrocchiali potrebbero, in ogni vicariato, proporre momenti di<br />
annuncio, incontro, confronto ed esperienze di servizio in cui manifestare<br />
la pienezza della vita risorta (FRANCESCO CACUCCI, La Chiesa tra<br />
sogno e realtà, EDB, Bologna 2018, p. 53).<br />
Impegniamoci dunque nel cercare di “frequentare il futuro”, e di far<br />
uscire da questo Sinodo non solo un documento – che generalmente<br />
viene letto da pochi e criticato da molti –, ma soprattutto propositi<br />
pastorali concreti, in grado di realizzare il compito del Sinodo stesso,<br />
ossia quello di far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far<br />
fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni,<br />
risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro, e creare<br />
un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni<br />
forza alle mani (dall’omelia di Papa Francesco per l’inizio del Sinodo).<br />
Che possiamo trovare Gesù e, con lui, il bandolo della nostra esistenza<br />
redenta, la festa di vivere, il gusto dell’essenziale, il sapore delle<br />
cose semplici, la fontana della pace, la gioia del dialogo, il piacere della<br />
collaborazione, la voglia dell’impegno storico, lo stupore della vera<br />
libertà, la tenerezza della preghiera (don Tonino Bello).<br />
93
Obiettivo<br />
Aiutare a riconoscere e indicare, segni di vita nei dinamismi esistenziali<br />
del territorio in cui si abita; annunciare e testimoniare la<br />
vita piena, quella redenta dall’Amore di Dio, per trasformare le vie<br />
accecate dall’egoismo in strade illuminate dall’incontro con Gesù e<br />
che portano al bene verso il prossimo.<br />
Temi<br />
La destinazione universale dei beni, l’opzione preferenziale per i poveri,<br />
il primato della solidarietà, la cura della casa comune, l’ambiente digitale,<br />
nuovi stili di vita, la cooperazione, l’autoimprenditorialità e il mondo del<br />
lavoro, la salvaguardia del creato, la legalità, la giustizia, la pace, l’economia<br />
di comunione (cfr nn. 151-156 del Documento finale del Sinodo).<br />
Metodologia<br />
94<br />
La strada, luogo dove si incrocia e scorre la vita, sarà il segno che<br />
guida l’esperienza.<br />
Ogni giorno della settimana verrà individuata una via del proprio<br />
territorio. Sarà nominata a seconda del tema che si intende affrontare.<br />
è possibile anche trattare un unico tema e declinarlo in modo<br />
differente per i giorni della settimana. Si curi la visibilità del nome<br />
della strada.<br />
Questo sarà il luogo dell’annuncio: si potranno predisporre manifesti,<br />
striscioni; i negozi e gli esercizi ivi ubicati recheranno il logo<br />
dell’evento e a tutti coloro che si serviranno del loro servizio consegneranno<br />
un biglietto con una frase, o una domanda, o uno slogan che parla<br />
del tema del giorno. Questo biglietto rimanderà alla pagina fb della<br />
settimana dove ogni giorno si potrà intervenire, interagire. È bene<br />
curare molto bene questo ambito per favorire il clima sereno e di<br />
scambio. Inoltre il biglietto darà la posizione del Libro che ogni<br />
giorno sarà tenuto a disposizione in un ambiente diverso (chiesa,<br />
circolo, bar, ecc …). Sul Libro ciascuno potrà scrivere la propria idea,<br />
ciò che si propone di fare in merito al tema. Bisognerà specificare
CONSIGLI DIOCESANI<br />
sul biglietto che l’idea da scrivere può essere il risultato di dialoghi<br />
e scambi avvenuti nella giornata tra più persone. Il Libro sarà<br />
realizzato con cura, nella forma estetica e contenutistica … ogni<br />
giorno ci sia un brano della Scrittura, meglio del Vangelo. Il risultato<br />
è che proveremo a scrivere il Vangelo con la vita.<br />
Si curi ogni giorno una striscia di informazione che chiameremo SPOT&GO<br />
da pubblicare sulla pagina fb dedicata. E ciascun giovane si impegnerà<br />
a pubblicare su instagram una storia inerente al tema giornaliero.<br />
La strada scelta di giorno in giorno sarà il luogo di incontri e manifestazioni:<br />
giochi di squadra, oratorio di strada, percorsi artistici,<br />
mostre fotografiche, mercatini, cenacoli della parola, tavole conviviali,<br />
flash mob, maratona lenta, percorsi con la fiamma (dello<br />
Spirito), festival di musica, esibizioni di danza, spazio di co-working<br />
in cui le imprese del territorio si incontrano e decidono percorsi<br />
condivisi. Particolare attenzione si dedichi ai luoghi della povertà e<br />
della sofferenza, agli anziani soli. Si potranno allestire delle edicole<br />
con immagini e brani scelti, i balconi della strada scelta potranno<br />
essere addobbati con fiori.<br />
Si potrebbe decidere di organizzare gruppi di persone che si<br />
occupino durante la settimana della pulizia e risistemazione di<br />
alcuni luoghi in disuso o peggio oggetto di atti vandalici.<br />
Si penserà ad artisti di strada, bande/band che animeranno le strade.<br />
Dovrà essere un’esplosione di vita. Dibattiti a tema, incontri,<br />
potranno essere svolti in luoghi adatti, nelle vicinanze della strada<br />
scelta. Così come nella chiesa più vicina si curi l’adorazione o tempi<br />
di riflessione durante l’arco della giornata. Sarà bello vedere le strade<br />
senza auto parcheggiate, pronte ad aiutare la gente a incontrarsi.<br />
Sarà altresì necessario progettare la settimana in sinergia con le<br />
istituzioni civili e le diverse associazioni e enti che animano la vita<br />
del proprio territorio.<br />
Le idee segnalate, le prassi sperimentate, diventeranno processi che<br />
la comunità avrà la responsabilità di promuovere in futuro.<br />
95
Tempi<br />
da sabato 11 a venerdì 17 maggio <strong>2019</strong>: realizzazione di “Annunci di vita<br />
piena”, nei vicariati.<br />
sabato 16 marzo <strong>2019</strong>: in Cattedrale, celebrazione del Mandato e<br />
affidamento alla Vergine Maria Odegitria.<br />
sabato 18 maggio <strong>2019</strong>: Festa diocesana conclusiva.<br />
96
DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />
TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE PUGLIESE<br />
Relazione del Vicario giudiziale sulle attività<br />
del Tribunale per l’anno 2018<br />
Eccellenze Reverendissime, distinte Autorità, cari confratelli,<br />
gentili ospiti,<br />
compio il gradito incarico di illustrare l’attività del Tribunale Ecclesiastico<br />
Regionale Pugliese svolta nell’anno 2018. Come sempre,<br />
rappresenta il frutto di un impegno corale dei Vicari aggiunti, del<br />
Collegio dei Giudici, dei collaboratori e di tutti gli operatori della<br />
giustizia canonica.<br />
Esprimo innanzitutto un sincero ringraziamento alla Conferenza<br />
Episcopale Pugliese per la fiducia accordataci e per l’attenzione<br />
a noi riservata, attraverso il costante consiglio e l’attenta vigilanza<br />
dell’Arcivescovo Moderatore. Una gratitudine particolare<br />
va all’Episcopato pugliese per aver voluto confermare per un<br />
altro quinquennio l’intero organigramma del Tribunale. La stima<br />
e la considerazione dei nostri Pastori ci onora e ci esorta ad<br />
un impegno sempre più proficuo, competente e sollecito.<br />
97<br />
1. Quadro generale<br />
In realtà, la relazione sull’attività del Tribunale Ecclesiastico Regionale<br />
Pugliese, quest’anno, assume una portata più ampia. Il 31 dicembre<br />
scorso, infatti, è terminato il mandato affidato dai vescovi al
98<br />
precedente organigramma: il Collegio dei Giudici, i Difensori del<br />
Vincolo e i Promotori di giustizia, nonché i Patroni stabili hanno cessato<br />
il loro ufficio. Per questo motivo ritengo doveroso, nella presente<br />
relazione, ampliare lo sguardo all’intero quinquennio trascorso.<br />
Tale periodo è stato caratterizzato da un evento particolarmente<br />
importante che ha segnato profondamente il processo canonico<br />
per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio. Il Motu<br />
proprio Mitis Iudex Dominus Jesus di Papa Francesco, firmato in<br />
data 15 agosto 2015, pubblicato l’8 settembre ed entrato in vigore<br />
1’8 dicembre dello stesso anno, ha profondamente riformato<br />
l’attività giudiziaria in materia matrimoniale. Peraltro, il Sinodo<br />
dei Vescovi sulla famiglia celebrato nelle due sessioni tenute<br />
rispettivamente nell’ottobre del 2014 e del 2015, aveva fortemente<br />
auspicato un autorevole intervento in tale ambito.<br />
Il Documento pontificio ha, pertanto, inaugurato una fase nuova<br />
e molto positiva, rispondendo efficacemente alle attese maturate<br />
da diversi anni, anche da parte degli stessi operatori giudiziari.<br />
Le linee portanti di tale rinnovamento sono state di carattere<br />
pastorale oltre che prettamente giuridico.<br />
Emerge, innanzitutto, il nuovo impulso pastorale che il Pontefice<br />
ha voluto imprimere alla riforma, attraverso una più piena<br />
responsabilità del vescovo diocesano.<br />
La relazione tra i pastori delle diocesi e il vicario giudiziale si è resa<br />
ancor più concreta e tangibile. Tutti gli operatori del Tribunale si<br />
sentono parte attiva di una pastorale familiare d’insieme che vede<br />
coinvolti gli uffici e i consultori diocesani, in una sinergia sempre<br />
più proficua. In tal modo, è stata rimarcata l’esigenza di conformare<br />
sempre più intensamente la legislazione canonica alla salvezza<br />
delle anime che è norma di sistema di tutta la vita della Chiesa e<br />
norma di chiusura del testo codiciale vigente (cfr can. 1752 CIC).<br />
Tutto ciò, confermando che al centro della vita della Chiesa non<br />
può che esserci «la necessità di tutelare in massimo grado la verità<br />
del sacro vincolo» (Proemio del MIDI). L’azione giudiziaria si pone<br />
in questa linea, nello sforzo quotidiano e costante di restituire la<br />
giusta serenità ai fedeli.<br />
Contestualmente all’aspetto pastorale, la riforma pontificia ha<br />
inciso efficacemente nella celerità del processo attraverso lo snellimento<br />
delle procedure e, in particolare, attraverso l’abolizione
TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE PUGLIESE<br />
dell’obbligatorietà della doppia sentenza conforme. L’appello<br />
contro la sentenza di primo grado non è più obbligatorio, ma è<br />
in facoltà della parte interessata o del difensore del vincolo.<br />
Una novità rilevante, riguardo alla celerità processuale, è stata l’introduzione<br />
del processo brevior. Dall’entrata in vigore della riforma,<br />
in Puglia, sono stati celebrati cinque processi con il rito brevior, conclusi<br />
con sentenza affermativa (uno a Taranto, due a Oria, uno a<br />
Nardò e uno a Bari). Le relative sentenze sono state consegnate personalmente<br />
dal proprio Vescovo ai fedeli interessati, realizzando, in<br />
tal modo, una forma concreta di “pastorale giudiziaria”.<br />
I criteri per la celebrazione del rito brevior sono rigorosamente definiti<br />
ed esigono una valutazione altrettanto rigorosa. Tale forma processuale,<br />
espressione diretta del Sinodo straordinario del 2014, è<br />
stata in esso concepita come: «processo giudiziale straordinario».<br />
Nel Discorso ai partecipanti al Corso promosso dal Tribunale della<br />
Rota Romana, tenuto nella Sala Clementina il 25 novembre 2017,<br />
il Pontefice ha inteso «precisare definitivamente alcuni aspetti fondamentali<br />
dei due Motu proprio, in particolare la figura del Vescovo<br />
diocesano come giudice personale ed unico del Processo breviore».<br />
Partendo dalla considerazione che «il Vescovo diocesano è Iudex<br />
unum et idem cum Vicario iudiciali», onde evitare il rischio di una delega<br />
esclusiva di tale munus al tribunale, in linea con la Tradizione e<br />
la Dottrina conciliare sull’episcopato, ribadendo quanto espresso<br />
nel MIDI, il Papa ha chiarito che il Vescovo diocesano «è giudice<br />
personale e unico nel processo brevior».<br />
Il Pontefice chiarisce altresì, che l’ammissione al rito brevior esige<br />
«come condizione imprescindibile l’assoluta evidenza dei fatti comprovanti<br />
la presunta nullità del coniugio». Tale assoluta evidenza appare<br />
un’ulteriore cautela rispetto alla manifesta nullità, prescritta nel can.<br />
1683 del MIDI, al fine di evitare un abuso di tale forma processuale.<br />
Inoltre, nel Discorso viene chiarito che il Vescovo che ritenesse di non<br />
essere in grado di assolvere personalmente all’impegno processuale<br />
può avvalersi della collaborazione di un vescovo viciniore o, «nel<br />
caso poi che non si ritenesse pronto nel presente ad attuarlo, deve<br />
rinviare la causa al processo ordinario».<br />
99
100<br />
È evidente che il Pontefice ha voluto evidenziare ulteriormente la<br />
centralità del Vescovo diocesano nell’esercizio del ministero giudiziale<br />
e l’eccezionalità del ricorso alla forma del processo brevior.<br />
Qualcuno, infatti, si è spinto a vedere, in tale forma processuale,<br />
una sorta di “divorzio breve” in ambito ecclesiastico. La citata<br />
precisazione del Pontefice ha fugato ogni dubbio in tale direzione.<br />
Quanto all’organizzazione concreta del lavoro, secondo le indicazioni<br />
della Conferenza Episcopale regionale, sono stati individuati quattro<br />
istruttori (mons. Cota per la metropolia di Foggia, mons. Giampetruzzi<br />
per quella di Bari, mons. Oliva per quella di Taranto e don Albanese<br />
per quella di Lecce), cui il Vicario giudiziale ordinariamente affida la<br />
causa in ragione della competenza territoriale, mentre l’assessore è, di<br />
norma, il giudice più prossimo alla diocesi interessata.<br />
La riforma processuale ha comportato, a livello nazionale, tutta<br />
una serie di provvedimenti al fine di adeguare la normativa canonica<br />
italiana alle indicazioni del dettato pontificio. Si è così proceduto<br />
a dare un nuovo assetto circa le questioni amministrative (Norme<br />
circa il regime amministrativo dei Tribunali ecclesiastici italiani in materia<br />
di nullità matrimoniale, 7 giugno 2018), si è proposto un nuovo schema<br />
di Regolamento (Consiglio Episcopale Permanente della CEI, 14<br />
novembre 2018), si sono stabiliti nuovi parametri di contribuzione<br />
economica nel sostegno dell’attività dei Tribunali (Determinazioni,<br />
29 novembre 2018), e si è approvato un nuovo Modello di rendiconto<br />
economico (Presidenza della CEI, 18 dicembre 2018).<br />
Il nostro Tribunale si è pienamente inserito in questa felice fase<br />
di transizione e di accoglienza delle nuove norme, sperimentando<br />
fin da subito i frutti positivi del rinnovamento processuale<br />
voluto dal Santo Padre. La Conferenza Episcopale Pugliese, con<br />
Nota del 7 dicembre 2015, avvalendosi delle facoltà previste dal<br />
diritto, ha ritenuto di confermare al Tribunale Ecclesiastico<br />
Regionale la responsabilità di curare i processi canonici in materia<br />
matrimoniale. La nostra struttura, sostenuta dall’unanime<br />
consenso dei vescovi, dal contributo di collaboratori competenti<br />
e numerosi, forte anche dell’esperienza maturata fin dal 1939<br />
(anno di costituzione), ha affrontato con serenità le varie fasi del<br />
cambiamento in atto, con risultati soddisfacenti. Si è molto<br />
lavorato, in questi cinque anni, sulla certezza dei tempi processuali<br />
assegnando limiti ben definiti non solo per le varie fasi
TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE PUGLIESE<br />
processuali, ma anche per gli atti relativi (perizie, difese di avvocati,<br />
interventi dei difensori del vincolo, sentenze). Tutto è stato<br />
improntato a un servizio sempre più sollecito e competente a<br />
favore dei numerosi fedeli che si rivolgono al Tribunale regionale.<br />
In questa linea, in ossequio alle indicazioni di prossimità fornite<br />
dalla riforma, attraverso un maggior numero di rogatorie e<br />
di trasferte, si è agevolato l’ascolto di fedeli anziani, malati o in<br />
altre difficoltà in luoghi viciniori alle rispettive residenze. Una<br />
debita attenzione, in linea con il passato, è stata riservata alle<br />
persone in difficoltà economica alle quali si è sempre prontamente<br />
risposto, anche con la collaborazione dei rispettivi parroci<br />
debitamente sollecitati.<br />
Infine, merita un cenno, la situazione delle strutture stabili diocesane<br />
o interdiocesane previste dalla riforma come propedeutico al<br />
percorso giudiziale presso il Tribunale. L’art. 3 delle Regole procedurali<br />
del MIDI, infatti, chiede di istituire una struttura di accoglienza<br />
e di ascolto ove accogliere e, eventualmente, orientare i fedeli a<br />
intraprendere l’iter del processo canonico, qualora ne sussistano le<br />
condizioni. Si tratta di una realtà che coniuga diritto e pastorale,<br />
ove impegnare persone esperte e competenti. In Puglia la situazione,<br />
a questo proposito, appare variegata e le soluzioni intraprese<br />
sono di diverso tipo, così come evidenziato da una recente indagine<br />
realizzata da don Emanuele Tupputi, giudice del nostro Tribunale.<br />
Emergono, infatti, quattro modalità organizzative:<br />
1. La struttura stabile vera e propria è stata creata nell’Arcidiocesi<br />
di Trani-Barletta-Bisceglie. Con decreto arcivescovile dell’11 marzo<br />
2016 è stato istituito un Servizio diocesano per l’accoglienza dei fedeli<br />
separati nell’ambito del Tribunale ecclesiastico diocesano, in collaborazione<br />
con la pastorale familiare diocesana.<br />
2. In altre diocesi, come ad esempio Taranto, Castellaneta, San<br />
Severo, Molfetta, Cerignola e Foggia esiste una sinergia tra i vari<br />
uffici diocesani (ufficio famiglia, consultorio, Tribunale ecclesiastico<br />
diocesano, Vicario giudiziale) che realizzano tale servizio.<br />
3. Altrove poi, come ad esempio nelle diocesi di Altamura, Lec-<br />
101
102<br />
ce, Brindisi, Manfredonia, Oria, Otranto, Conversano, Andria,<br />
Ugento, Nardò, Lucera il riferimento per tale ministero è una singola<br />
persona che può essere in prima istanza il Vescovo diocesano<br />
il quale poi demanda i fedeli al proprio Vicario giudiziale o a un<br />
altro sacerdote competente.<br />
4. L’Arcidiocesi di Bari ordinariamente affida la consulenza<br />
direttamente al Tribunale Ecclesiastico Regionale.<br />
Al di là delle strutture, i Vescovi di tutte le diocesi si occupano personalmente<br />
di accogliere e ascoltare i fedeli in difficoltà e, confrontandosi<br />
con il Vicario giudiziale del TERP, li orientano nella direzione<br />
opportuna.<br />
Al termine del mandato quinquennale, si può evidenziare una<br />
risposta positiva alle indicazioni del Legislatore. L’esperienza maturata<br />
in questi ultimi anni conferma che le attuali formalità giuridiche<br />
consentono ordinariamente di evadere un intero procedimento,<br />
con il rito ordinario, in circa otto/nove mesi. Ciò, ovviamente,<br />
non vale per quei processi che esigono un impegno più prolungato<br />
a causa della complessità della fattispecie proposta e/o della talvolta<br />
accesa conflittualità delle parti in causa.<br />
Complessivamente, nello scorso quinquennio sono state introdotte<br />
1.143 cause e ne sono state decise 1.247. Le cause pendenti al 31<br />
dicembre 2013 erano 505, mentre al 31 dicembre 2018 sono 346<br />
(nonostante il rilevante incremento delle nuove cause introitate).<br />
Contestualmente il Tribunale si è aperto sempre più alla collaborazione<br />
e allo scambio con il mondo esterno attraverso un maggiore<br />
incontro con le parrocchie, le varie associazioni ecclesiali, così come<br />
con il mondo accademico universitario e giudiziario civile.<br />
Nello specifico, in tutte le nostre Diocesi si continuano a promuovere<br />
incontri di formazione per il clero e per i laici. Sono ormai consolidati<br />
gli incontri regionali con gli Uffici di Pastorale familiare e con i<br />
Consultori familiari. Gli stessi parroci si mostrano solleciti nell’organizzare<br />
nelle proprie parrocchie momenti di studio e di confronto<br />
con i giudici del Tribunale sui contenuti della riforma processuale.<br />
Segnalo anche diversi convegni organizzati di concerto con le Università<br />
degli Studi di Bari, di Taranto, di Lecce e di Foggia, così come<br />
quelli organizzati presso i Tribunali civili delle medesime città e<br />
del Tribunale di Trani.
TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE PUGLIESE<br />
Nel luglio scorso è stata sottoscritta una convenzione tra l’Università<br />
degli Studi “A. Moro” di Bari, la Pontificia Università Lateranense e il<br />
Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese circa l’istituzione di un<br />
master universitario di I livello in Diritto matrimoniale canonico, civile<br />
e concordatario, al fine, tra l’altro, di agevolare l’accesso agli studi di<br />
diritto canonico presso la Facoltà pontificia da parte degli studenti provenienti<br />
dall’Ateneo barese. Alla convenzione, prima del genere, si stava<br />
lavorando da qualche anno. Peraltro essa realizza felicemente quanto<br />
previsto dagli ultimi orientamenti emanati dalla Congregazione per l’educazione<br />
cattolica circa gli studi giuridici, a seguito della recente riforma<br />
processuale (Istruzione “Gli studi di diritto canonico alla luce della<br />
riforma del processo matrimoniale”, 28 aprile 2018). La Congregazione,<br />
infatti, ha puntualizzato in modo autorevole quanto definito dal codice<br />
circa i titoli che abilitano all’esercizio del ministero di giustizia presso i<br />
Tribunali ecclesiastici, fugando dubbi o “licenze” che si andavano diffondendo,<br />
a scapito della competenza degli operatori. Tra l’altro,<br />
l’Istruzione ha ben chiarito la differenza tra il servizio di consulenza<br />
pastorale ai fedeli e il compito di amministrare la giustizia nei diversi<br />
uffici (giudice, avvocato, difensore del vincolo), ribadendo, in questo<br />
caso, la necessità dei titoli accademici necessari. Stanno sorgendo diverse<br />
“scuole” che propongono titoli abilitanti al servizio presso i<br />
Tribunali, che, anche alla luce della citata Istruzione, in realtà hanno un<br />
valore circoscritto a un ambito eminentemente pastorale.<br />
Quanto al master citato, si sono raccolte già diverse iscrizioni e,<br />
nel prossimo mese di marzo, inizieranno i corsi che saranno<br />
tenuti da docenti provenienti dai tre Enti firmatari. Il merito di<br />
questa iniziativa va al rev. prof. Arroba Conde, già decano della<br />
Facoltà di Utroque iure della Pontificia Università Lateranense, e ai<br />
Proff. Gaetano Dammacco e Carmela Ventrella, Ordinari del<br />
Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi “A.<br />
Moro” di Bari (avvocati iscritti all’Albo del nostro Tribunale).<br />
Prosegue e si amplia il confronto con studenti universitari e liceali<br />
che ormai abitualmente frequentano la sede del Tribunale. I progetti<br />
di alternanza scuola/lavoro stanno coinvolgendo sempre più<br />
attivamente il Tribunale ecclesiastico.<br />
103
L’Ufficio per i problemi giuridici della CEI, sotto la Presidenza<br />
di S.E. Mons. Pisanello, continua a promuovere incontri per affrontare<br />
con i Vicari giudiziali problemi concreti circa l’organizzazione<br />
e la gestione amministrativa dei Tribunali. In quella<br />
sede si stanno elaborando anche linee nazionali circa l’applicazione<br />
del nuovo Regolamento europeo relativo alla protezione<br />
delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali<br />
(privacy), del 27 aprile 2016, entrato in vigore recentemente.<br />
Il nostro Tribunale è stato coinvolto, in un tavolo di lavoro specifico,<br />
in rappresentanza dei Tribunali ecclesiastici italiani.<br />
2. Attività del Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese<br />
104<br />
In linea con quanto affermato lo scorso anno, ribadisco che la riforma<br />
pontificia ha ampiamente soddisfatto le attese circa una giustizia<br />
più celere ed efficace, attraverso un sensibile snellimento delle<br />
procedure. I tempi processuali si sono notevolmente ridotti e, come<br />
accennato, un processo celebrato con rito ordinario, nelle condizioni<br />
migliori, viene evaso in meno di un anno.<br />
Il numero delle cause introdotte (210), inferiore rispetto allo<br />
scorso anno (261), è dovuto soprattutto al fatto che nell’ultimo<br />
quadrimestre, dei tre patroni stabili, è stato operativo uno solo,<br />
in quanto una ha lasciato il servizio, l’altra era in maternità. Ciò<br />
spiega anche la lieve flessione circa le cause decise: 252 rispetto<br />
alle 264 dell’anno precedente. Per l’anno in corso, comunque, la<br />
Conferenza Episcopale regionale ha deciso l’immissione in organico<br />
del terzo patrono stabile.<br />
La vita del Tribunale, nell’anno appena trascorso, si è svolta in un<br />
clima di grande serenità e collaborazione da parte di tutti gli operatori.<br />
L’impegno unanime e fattivo per rispondere al meglio alle attese<br />
dei Pastori e dei fedeli che si sono avvicinati al ministero di giustizia<br />
del nostro Tribunale è stato tangibile.<br />
Complessivamente, si può affermare che talune diffidenze e incomprensioni,<br />
che per anni hanno accompagnato la vita dei Tribunali,<br />
quali ad esempio l’eccessiva lunghezza dei processi e la questione<br />
degli oneri economici esagerati, continuano ed essere ridimensionate.<br />
Ciò anche grazie all’intervento di parroci, sacerdoti e operato-
TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE PUGLIESE<br />
ri pastorali che informano puntualmente e incoraggiano i fedeli a<br />
verificare la propria situazione matrimoniale presso il Tribunale<br />
ecclesiastico. Il rapporto con i sacerdoti è davvero fondamentale ed<br />
esprime al meglio la natura pastorale del servizio giudiziale, che<br />
sempre più assume la forma di un servizio “in uscita”.<br />
Organico. L’organico del Tribunale è composto di ventisei giudici (di<br />
cui un laico); di essi, cinque sono impegnati a tempo pieno.<br />
Mons. Giuseppe Favale, Vescovo di Conversano-Monopoli, ha<br />
offerto la disponibilità di don Giangiuseppe Luisi a prestare servizio<br />
come nuovo giudice. Ancora un giovane sacerdote che arricchisce il<br />
collegio dei giudici. Ciò dà speranza in un futuro sempre più ricco di<br />
energie per questo peculiare servizio ecclesiale. Continuiamo a guardare<br />
con attenzione anche ad altri confratelli che hanno completato<br />
o stanno completando il ciclo di studi e che, in futuro, potrebbero<br />
affiancarci nel nostro lavoro.<br />
La formazione permanente è ormai una consuetudine consolidata<br />
del collegio giudiziale. Essa si realizza attraverso la partecipazione<br />
a corsi e convegni organizzati dalle Facoltà romane e<br />
dalle Associazioni canonistiche italiane.<br />
Lo scorso anno, il 2 febbraio, Mons. Nicola Dileo ha vissuto il suo pio<br />
transito al Padre. Lo ricordiamo tutti con sincero affetto, stima e gratitudine<br />
al Signore che ha voluto donarci una tanto cara persona.<br />
Difensori del Vincolo. Il Collegio dei Difensori del Vincolo è ora composto<br />
di otto collaboratori. Il Difensore del Vincolo titolare, don<br />
Domenico Giacovelli, ha impresso al Collegio uno spirito di coesione<br />
e di disponibilità, che consente a tutti di assolvere al meglio tale<br />
delicato ministero. Purtroppo, però, a causa dei suoi numerosi<br />
impegni ha dovuto lasciare il suo servizio in tale veste, riprendendo<br />
l’ufficio di giudice che già aveva ricoperto nel passato. In sua sostituzione<br />
la Conferenza Episcopale Pugliese, con il nulla osta di S.E.<br />
Mons. Domenico Cornacchia, Vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi,<br />
ha nominato titolare dell’Ufficio don Ignazio Pansini,<br />
già sostituto. A lui il nostro cordiale buon lavoro. Il Collegio è<br />
105
stato arricchito anche dalla presenza della dott.ssa Concetta<br />
Farinato, già Patrono stabile del nostro Tribunale. Anche a lei gli<br />
auguri di buon lavoro.<br />
Il 6 aprile scorso, il dott. Giuseppe Albanese è inaspettatamente<br />
deceduto. Con sincera gratitudine ricordiamo la sua persona<br />
umile e discreta e il suo lungo, prezioso e competente servizio in<br />
questo delicato ufficio.<br />
106<br />
Avvocati. Per quanto riguarda gli avvocati iscritti all’Albo, evidenzio<br />
una lodevole fedeltà all’impegno assunto, al fine di collaborare<br />
con il Tribunale nell’accertamento della verità. Seppur<br />
con qualche sacrificio, ognuno di loro si attiene alle tabelle<br />
remunerative stabilite dalla CEI.<br />
In linea con la prassi degli altri Tribunali, si ammettono all’albo<br />
esclusivamente avvocati che hanno conseguito il dottorato in<br />
Diritto canonico. Le nomine sono ad quinquennium, in conformità<br />
con gli altri uffici ecclesiastici.<br />
I tre Patroni stabili operanti presso il Tribunale profondono con<br />
competenza e dedizione il loro impegno sia nell’ascolto dei fedeli<br />
sia nel patrocinio delle cause loro affidate. Nel corso dell’anno<br />
hanno introdotto 77 nuovi libelli. In realtà, come accennato,<br />
nell’ultimo quadrimestre, il servizio è stato reso da un solo avvocato.<br />
Infatti, la dott.ssa Farinato ha lasciato l’incarico, avendo<br />
maturato i requisiti per la pensione. A lei il nostro sincero grazie per<br />
il lungo servizio assicurato. L’avv. Angelillo, invece, ha vissuto la<br />
felice esperienza della maternità: la piccola Claudia ha portato gioia<br />
e benedizione in seno alla famiglia sua e dell’intero Tribunale. Come<br />
accennato, la Conferenza Episcopale regionale, durante l’ultima<br />
sessione plenaria, ha nominato nuovo Patrono stabile la dott.ssa<br />
Valentina Bovio, già difensore del vincolo sostituto. Anche a lei formuliamo<br />
i migliori auguri di buon lavoro.<br />
Personale. Il personale laico, composto di tredici unità, offre il proprio<br />
servizio con dedizione e spirito ecclesiale. La collaborazione tra<br />
gli addetti ai vari servizi è sempre sollecito e positivo. Mi piace sottolineare<br />
che anche il personale dipendente cura la propria formazione<br />
culturale e professionale.
TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE PUGLIESE<br />
Economia. Quanto alla gestione economica, nel 2018 si è avuto un<br />
avanzo di bilancio di ventiduemila euro che saranno restituiti alla<br />
CEI. Come sempre, si è fatto fronte alle esigenze d’indigenza rappresentate<br />
da fedeli impossibilitati a sostenere le spese sia attraverso<br />
la concessione del gratuito patrocinio (16 casi) sia attraverso l’esonero<br />
totale (17) delle spese processuali. A tal fine, si sono utilizzati<br />
criteri rigorosi e oggettivi (certificato ISEE e lettera del parroco),<br />
così come previsto dalla vigente normativa.<br />
La recente normativa emanata dalla CEI ha nuovamente disciplinato<br />
l’istituto del gratuito o semi-gratuito patrocinio, l’esonero<br />
totale o parziale dalle spese processuali, la possibilità di avvalersi<br />
gratuitamente della figura del Patrono stabile (anche se il ricorso a<br />
tale figura non è strettamente legato a questioni economiche). Le<br />
indicazioni della CEI hanno anche disciplinato la misura minima e<br />
massima del compenso dovuto dalle parti ai patroni di fiducia,<br />
onde impedire eventuali arbitri o emolumenti stridenti con lo spirito<br />
di servizio che deve contraddistinguere tale ministero. Tutto<br />
ciò, se già realizza nei fatti l’auspicio pontificio, continua a garantire<br />
un minimo di contribuzione da parte dei fedeli per il sostentamento<br />
del Tribunale ecclesiastico, istituzione complessa e articolata,<br />
che attinge le sue risorse finanziarie, in massima parte, dal gettito<br />
annuale dell’otto per mille riconosciuto dallo Stato italiano alla<br />
Chiesa cattolica. È il caso di evidenziare che, mediamente, lo scorso<br />
anno, ogni causa è costata al Tribunale 3.330 euro.<br />
Lo scorso anno è stato sottoscritto l’aggiornamento del contratto<br />
collettivo nazionale di lavoro dei dipendenti del nostro Tribunale.<br />
Pertanto, sono stati aggiornati gli stipendi e sono stati<br />
riconosciuti gli arretrati maturati nel tempo, attingendo alle<br />
risorse finanziarie disponibili.<br />
Una buona accoglienza, infine, continua ad avere, in Puglia, l’iniziativa<br />
di coinvolgere nelle spese necessarie per i singoli processi le<br />
parrocchie delleparti indigenti. Su diciassette richieste avanzate lo<br />
scorso anno, a parte motivate giustificazioni di impossibilità a<br />
contribuire, abbiamo avuto cinque risposte positive, per un contributo<br />
totale di 2.275 euro. In tal modo, i parroci e le comunità<br />
107
parrocchiali sono sensibilizzati in questa forma di autentica carità<br />
pastorale.<br />
3. Conclusione<br />
Molto, dunque, è stato fatto nello scorso quinquennio, soprattutto<br />
in riferimento alla piena attuazione della riforma processuale voluta<br />
da Papa Francesco. Nel breve arco di tre anni dalla sua entrata in<br />
vigore, l’intero sistema è stato rinnovato e adeguato ai tempi e alle<br />
sollecitudini del Supremo Legislatore per tutelare quella salus animarum<br />
che è principio e fine di ogni agire ecclesiale.<br />
Il Tribunale ecclesiastico, attraverso l’impegno fattivo e discreto<br />
di tutti i suoi ministri, ha cercato di corrispondere alle attese dei<br />
Pastori e dei fedeli per realizzare al meglio l’auspicio espresso solennemente<br />
dal Papa: «Ho deciso di dare con questo Motu proprio disposizioni<br />
con le quali si favorisca non la nullità dei matrimoni, ma<br />
la celerità dei processi, non meno che una giusta semplicità, affinché,<br />
a motivo della ritardata definizione del giudizio, il cuore dei<br />
fedeli che attendono il chiarimento del proprio stato non sia<br />
lungamente oppresso dalle tenebre del dubbio» (Proemio del Mitis<br />
Iudex Dominus Iesus).<br />
sac. Pasquale Larocca<br />
Vicario giudiziale del TERP<br />
108
DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />
SEMINARIO ARCIVESCOVILE<br />
La Giornata del Seminario<br />
E se chiamasse proprio te?<br />
(10 febbraio <strong>2019</strong>)<br />
Ero un ragazzino di 11 anni, quando una domenica di autunno il<br />
mio parroco don Oronzo Valerio, durante la celebrazione eucaristica,<br />
domandò: Che cos’è il seminario? Chi vuole conoscerlo?<br />
È iniziata così la mia personale avventura, con quelle due domande,<br />
forse lanciate per caso in quell’assemblea domenicale, ma sicuramente<br />
sono state le domande che hanno acceso una scintilla nel<br />
mio cuore, hanno fatto iniziare qualcosa che avrebbe cambiato la<br />
mia esistenza.<br />
E così per alcuni anni ho frequentato il Pre-seminario, poi i ragazzi<br />
Emmaus, maturando la decisione di entrare a far parte della Comunità<br />
del Seminario minore di Bari in IV ginnasio e divenendo sacerdote<br />
nel 2010 dopo aver compiuto gli studi teologici presso il Seminario<br />
Regionale di Molfetta.<br />
A pensarci bene, posso affermare con sicurezza che quelle due<br />
domande non sono state frutto di una fatalità, ma erano state volute<br />
e preparate da Dio che, imprevedibile nei suoi piani misteriosi, fa<br />
in modo che questi si concretizzino attraverso la mediazione di uomini<br />
che Egli pone sul cammino di ciascuno.<br />
Come è avvenuto nella mia vita, tante potrebbero essere le testimonianze<br />
di sacerdoti o consacrati che hanno iniziato a interrogarsi<br />
109
110<br />
sulla propria vocazione grazie a delle domande rivolte da alcune<br />
persone incontrate sul proprio cammino; alle volte proprio questi<br />
testimoni sono stati domanda incarnata per la propria esistenza,<br />
penso alle tante generazioni di sacerdoti, suore, religiosi, catechisti,<br />
operatori pastorali che hanno affascinato per la loro passione e credibilità<br />
verso Cristo e verso la sua Chiesa.<br />
Un detto ebraico racconta che in principio Dio creò il punto di<br />
domanda e lo depose nel cuore dell’uomo; la stessa esperienza dei<br />
primi discepoli nel Vangelo di Giovanni inizia con una domanda<br />
che Gesù rivolge: Che cercate? Per questo la 79a giornata del<br />
Seminario (10 febbraio <strong>2019</strong>) ha posto come titolo una domanda,<br />
una di quelle domande che ti toglie il fiato, che ti invita a riflettere<br />
e a interrogarti: E se chiamasse proprio te?<br />
Abbiamo immaginato questa domanda sulla bocca di una comunità<br />
parrocchiale che nei suoi membri si pone accanto ai ragazzi e ai<br />
giovani e li invita ad aprire il cuore alla scoperta della loro vocazione,<br />
li sollecita a conformare la propria vita al vangelo in un preciso<br />
progetto di vita. Oggi quanto mai è attuale quello che i vescovi scrivevano<br />
nel 1997 nel documento “Nuove vocazioni per una nuova<br />
Europa”: «Bisogna vocazionalizzare tutta la pastorale, o fare in modo<br />
che ogni espressione della pastorale manifesti in modo chiaro e<br />
inequivocabile un progetto o un dono di Dio fatto alla persona, e<br />
stimoli nella stessa una volontà di risposta e di coinvolgimento personale.<br />
O la pastorale cristiana conduce a questo confronto con<br />
Dio, con tutto ciò che esso implica in termini di tensione, di lotta,<br />
a volte di fuga o di rifiuto, ma anche di pace e gioia legate all’accoglienza<br />
del dono, o non merita questo nome» (n. 26).<br />
Il nostro arcivescovo, che nel cammino pastorale di quest’anno ci<br />
sta facendo riflettere sul libro degli Atti degli apostoli, sottolinea<br />
nel messaggio per la Giornata del Seminario come la comunità primitiva<br />
descritta da Luca viva una dimensione fortemente vocazionale,<br />
in particolare al momento della sostituzione di Giuda e dell’elezione<br />
dell’apostolo Mattia.<br />
Mattia viene indicato come apostolo da una comunità che vive alla<br />
luce della Risurrezione, prega, fa’ discernimento insieme a Pietro e<br />
si affida alla volontà di Dio (At 1, 21-26).<br />
È una comunità che, assidua nell’ascolto dell’insegnamento degli<br />
Apostoli, nell’unione fraterna, nella frazione del pane, nella pre-
SEMINARIO ARCIVESCOVILE<br />
ghiera e nella condivisione dei beni materiali, si è resa disponibile<br />
come terreno di incontro tra Dio che chiama e l’uomo (in questo<br />
caso Mattia) che risponde.<br />
«Ogni vocazione cristiana viene da Dio, ma giunge alla Chiesa e<br />
passa sempre attraverso la sua mediazione. La Chiesa, che per nativa<br />
costituzione è vocazione, è al tempo stesso generatrice ed educatrice<br />
di vocazioni; di conseguenza la pastorale vocazionale ha come<br />
soggetto attivo, come protagonista la comunità ecclesiale» (Nuove<br />
vocazioni per una nuova Europa, 25).<br />
La Giornata del Seminario che si celebra ogni anno ricorda ad ogni<br />
comunità la responsabilità nella cura dell’annuncio vocazionale e la<br />
premura della preghiera e dell’affetto verso il luogo che è il segno<br />
all’interno della nostra Chiesa locale dell’attenzione e del servizio al<br />
discernimento vocazionale: il Seminario minore.<br />
Attualmente ci sono 6 ragazzi di scuola superiore che fanno esperienza<br />
di un cammino formativo che li aiuta a sviluppare in modo<br />
armonico le diverse componenti della personalità, li invita a crescere<br />
nella libertà e nella responsabilità conoscendo in profondità<br />
Gesù e il suo Vangelo, irrobustendo in loro il desiderio e l’impegno<br />
di farsi discepoli, servi, missionari, uomini del dono di sé.<br />
Avvertire tangibilmente la premura della preghiera e dell’affetto<br />
dell’intera Comunità diocesana, di cui la colletta per il sostentamento<br />
del Seminario è piccolo ma provvidenziale segno per la sua<br />
vita ordinaria, è ogni anno, anche per i ragazzi, un’esperienza di<br />
Chiesa all’interno della quale unicamente trova senso e orizzonte il<br />
nostro lavoro e la loro formazione.<br />
sac. Pierpaolo Fortunato<br />
Rettore del Seminario<br />
111
DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />
AZIONE CATTOLICA ITALIANA<br />
“Fare nuove tutte le cose<br />
Radicati nel futuro, custodi dell’essenziale”<br />
Un anno di …AC<br />
Fare il bilancio di un anno di attività non è impresa facile, non solo<br />
perché occorre evitare il rischio di limitarsi a snocciolare “quanto”<br />
si è fatto (i numeri servono fino ad un certo punto), ma perché è<br />
difficile esprimersi sulla “qualità” di ciò che si è fatto, visto che è in<br />
ballo la vita di fede delle persone.<br />
Ciononostante, ritengo utile lo sforzo di “raccontare” il percorso<br />
realizzato in questo anno pastorale che, come da statuto associativo<br />
nazionale, coincide con il secondo anno del triennio di riferimento<br />
(2017-2020): sia per condividere con tutta la comunità diocesana<br />
il cammino di fede, sia per provare a discernere a livello associativo<br />
le opportunità e le criticità che il nostro tempo offre.<br />
Senza contraddire quanto sopra detto e senza indulgere troppo verso<br />
considerazioni di carattere meramente quantitativo, vale la pena ricordare<br />
che l’Azione Cattolica diocesana conferma i numeri degli ultimi<br />
anni, cosa nient’affatto scontata in un tempo caratterizzato, ahimè,<br />
da “mezze appartenenze” e “identità liquide”. Infatti, l’associazione<br />
conta più di 5.400 soci, presenti in 56 parrocchie della nostra diocesi;<br />
la parte più consistente dei soci appartiene alla ACR (6-14 anni) che ne<br />
conta quasi 2800, mentre la restante metà è divisa tra gli Adulti (1300)<br />
e i Giovani (570) con i Giovanissimi (780). Probabilmente siamo l’associazione<br />
diocesana più numerosa e la cosa ci riempie di gioia, ma<br />
113
114<br />
non c’è dubbio che se si considera il numero delle parrocchie della diocesi<br />
e se si guarda più in dettaglio la distribuzione degli associati,<br />
facendo particolare attenzione soprattutto ai giovanissimi e giovani,<br />
salta agli occhi un dato che ci deve far pensare: solo in 38 parrocchie<br />
c’è un gruppo giovanissimi e solo in 34 di esse c’è un gruppo giovani,<br />
rispetto alle 56 in cui è presente l’AC. Certamente questo non significa<br />
che in tutte le altre non esistano cammini specifici per giovani e giovanissimi,<br />
ma probabilmente il dato dice anche che nell’immediato<br />
futuro occorrerà prestare particolare attenzione a questi settori,<br />
dando concretezza sia alle indicazioni del Sinodo dedicato ai giovani<br />
e celebrato lo scorso ottobre, sia alle indicazioni di Padre Arcivescovo<br />
nelle sue ultime tracce pastorali.<br />
In questo secondo anno del triennio di riferimento, come da indicazione<br />
della Presidenza nazionale e in sintonia con il nostro documento<br />
assembleare, abbiamo provato a coniugare il nostro carisma<br />
associativo con l’esigenza di rilanciare un tratto essenziale della<br />
nostra associazione per riscoprirne il potenziale generativo: la popolarità,<br />
cioè la capacità di essere autenticamente “inclusivi”, per tutti<br />
e con tutti.<br />
Siamo una associazione di laici che, come recita lo statuto, «si impegnano<br />
liberamente… in diretta collaborazione con la Gerarchia,<br />
per la realizzazione del fine apostolico della Chiesa». Per questo, da<br />
una parte la vocazione battesimale con il suo “triplice munus”, dall’altro<br />
l’intrinseca vocazione ecclesiale, caratterizzano il nostro essere<br />
laici di AC: donne e uomini, ragazze, ragazzi e giovani, bambine<br />
e bambini che insieme scoprono la bellezza della propria vocazione<br />
battesimale nel mondo, vivendo l’appartenenza alla diocesi e alla<br />
parrocchia come condizione imprescindibile.<br />
Si tratta di un impegno forte che ci chiama ad investire ogni nostra<br />
energia nel compito di contribuire a formare “coscienze laicali” all’altezza<br />
delle sfide del nostro tempo, programmando alcune occasioni<br />
formative per tutti i soci ed altre calibrate su specifiche esigenze.<br />
Per tutti, infatti, è stata pensata la Scuola Unitaria che abbiamo svolto<br />
il 16 e il 18 ottobre 2018 presso il Liceo Amaldi di Bitetto, accolti<br />
dalla Dirigente Scolastica dott.ssa Rossiello. Nella prima data è<br />
stato padre Arcivescovo ad aiutarci a leggere il tema della popolarità<br />
della AC in riferimento a quello della “pietà popolare”; nella<br />
seconda è intervenuto il dott. Paolo Rametta, del Centro Studi
AZIONE CATTOLICA ITALIANA<br />
Nazionale di AC, per fornirci coordinate e riferimenti nella costruzione<br />
di “alleanze” efficaci sul territorio per il bene comune.<br />
Più articolata e specifica, invece, la proposta della Scuola diocesana di<br />
Formazione che, come ogni anno, vede non solo gli educatori e gli<br />
animatori dei gruppi parrocchiali, ma anche i laici desiderosi di formazione<br />
permanente impegnarsi in 4 domeniche: per conoscere<br />
meglio il “Progetto Formativo” di AC; per familiarizzare con gli<br />
strumenti e i diversi sussidi associativi; per approfondire un testo<br />
del magistero; per scoprire che il servizio educativo in favore di<br />
qualcuno richiede anzitutto di alimentare la “propria” vocazione<br />
battesimale ed ecclesiale. Frutto del discernimento svolto in consiglio<br />
e con i presidenti parrocchiali, il percorso formativo di quest’anno<br />
si è arricchito di una ulteriore articolazione dedicata ad<br />
approfondire un tema importante, per una associazione che ha a<br />
cuore la dimensione educativa: la “relazione educativa”. Infatti, nel<br />
servizio educativo, la sola conoscenza di strumenti e sussidi associativi<br />
non è sufficiente se non si offre all’educatore la possibilità di<br />
riflettere e comprendere ciò che sta a monte di ogni azione educativa:<br />
la “relazione educativa”, cioè la capacità e la modalità con cui<br />
accogliere e servire la vita delle persone (soprattutto ragazze e ragazzi,<br />
giovani e giovanissimi) che ci sono affidate.<br />
La Scuola si è svolta nel pomeriggio di 4 domeniche: 2 dicembre, 13<br />
gennaio, 17 febbraio e 31 marzo. Per il primo appuntamento siamo<br />
stati ospiti di don Massimo Ghionzoli presso la parrocchia San<br />
Giovanni Bosco, al quartiere San Paolo di Bari; nelle altre date,<br />
siamo stati ospiti del Liceo Salvemini di Bari, accolti dalla dott.ssa<br />
Tina Gesmundo.<br />
Una buona formazione cristiana non può fare a meno di offrire<br />
occasioni per incontrare Gesù e mettersi in ascolto della sua Parola:<br />
questo il cuore della proposta dei “Week-end di spiritualità” in forma<br />
residenziale per adulti, giovani, giovanissimi e ragazzi di terza media.<br />
Da qualche anno, ormai, registriamo una buona risposta dalla<br />
base, sebbene non da parte di tutte le associazioni parrocchiali:<br />
quasi 30 adulti si sono ritrovati dal 20 al 22 marzo; 40 giovani dal<br />
5 al 7 aprile; 15 giovanissimi dal 6 al 7 aprile; 54 ragazzi di terza<br />
115
116<br />
media il 16 e 17 marzo. In un clima di preghiera e di silenzio adeguato<br />
alle età dei partecipanti, nella casa di spiritualità dell’Oasi<br />
Santa Maria in Cassano, con la guida di diversi sacerdoti, a tutti è<br />
stata offerta la possibilità di vivere una esperienza di ascolto della<br />
Parola e di amicizia con Gesù.<br />
A questi essenziali momenti di formazione hanno fatto da corollario<br />
altri eventi a cura dei settori diocesani Adulti, Giovani e ACR:<br />
– “Back to school”, a cura del Movimento Studenti di AC, il 1 ottobre<br />
per inaugurare il nuovo anno scolastico con i giovanissimi;<br />
– il “Ciao degli Educatori”, il 14 ottobre a cura dell’ACR;<br />
– l’inaugurazione del cammino degli Adulti, il 27 ottobre presso la<br />
parrocchia Immacolata in Modugno;<br />
– l’inaugurazione del cammino giovani e giovanissimi, il 31 ottobre<br />
presso il Liceo Scientifico Amaldi in Bitetto;<br />
– il campo invernale a Roma, a cura del settore Giovani, dal 28 al 30<br />
dicembre;<br />
– l’incontro dedicato agli adulti di età compresa fra i 30 e i 45 anni,<br />
il 19 gennaio presso l’Accademia del Cinema dei Ragazzi in Enziteto<br />
(BA), con la consegna a don Giovanni Lepore di 4 alberelli di<br />
ulivo per la parrocchia della Natività di Nostro Signore;<br />
– la Festa della pace ACR, il 27 gennaio presso il Palazzetto dello<br />
Sport in Gioia del Colle;<br />
– la lectio quaresimale, a cura del settore Adulti, il 9 marzo presso la<br />
Cappella Maggiore del Seminario;<br />
– il meeting della pace dei Giovani, il 22 febbraio presso la Biblioteca<br />
comunale in Adelfia;<br />
– la “Festa degli Incontri”, il 26 maggio a Quasano, a cura dell’ACR.<br />
Da ultimo, ma non ultima per importanza, vale la pena ricordare il<br />
progetto “5 pani & 2 pesci” con cui il settore Giovani ha promosso<br />
con vari gruppi parrocchiali, in diverse date, una bella e forte esperienza<br />
di prossimità e servizio presso la comunità terapeutica<br />
“Lorusso Cipparoli” di Bari.<br />
Tutte occasioni non solo per stimolare percorsi di preparazione nei<br />
gruppi parrocchiali, ma anche per dare visibilità sul territorio e promuovere<br />
una esperienza di fede e di Chiesa che, ne siamo convinti,<br />
resta significativa anche per il nostro tempo, nonostante si tratti di<br />
una esperienza che, quest’anno, ha celebrato i suoi 150 anni. Certo,<br />
Mario Fani e Giovanni Acquaderni non immaginavano affatto che la
AZIONE CATTOLICA ITALIANA<br />
loro “Società della Gioventù Cattolica” avrebbe fatto così tanta strada<br />
da quel lontano 1868, anno in cui venne riconosciuta da Pio IX; né<br />
che, insieme a tappe importanti nella storia del nostro paese e della<br />
Chiesa, avrebbe subito il contraccolpo di una cultura sempre più<br />
secolare e indifferente al dato cristiano. Eppure, proprio questa sua<br />
lunga e altalenante storia ci incoraggia a tener fisso lo sguardo sull’essenziale<br />
e a non temere di mettere in discussione strutture e metodologie<br />
che, occorre ribadirlo, per quanto importanti e decisive non<br />
devono mai precedere e prescindere dalla vita concreta delle persone.<br />
Antonio Colagrande<br />
Presidente diocesano di AC<br />
117
DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />
PUBBLICAZIONI<br />
Giovanni De Robertis<br />
Il Dio pellegrino<br />
Prefazione di Francesco Cacucci a<br />
Il Dio pellegrino.<br />
Appunti spirituali per una città dove nessuno è straniero<br />
a cura di Lucio D’Abbicco<br />
Grecale edizioni, Bari <strong>2019</strong><br />
Indice:<br />
Prefazione di mons. Francesco Cacucci<br />
Nota del curatore<br />
Introduzione di don Gianni De Robertis<br />
«Fa di me un pellegrino»<br />
Il vocabolario di un parroco:<br />
1. Amore (tra uomo e donna) – 2. Avvento – 3. Bambini – 4. Basilica: maggiore<br />
o minore? – 5. Casa –famiglia – 6. Chiesa – 7. Croce e risurrezione –<br />
8. Dio (il volto di) – 9. Domenica – 10. Eucaristia/Messa- 11. Franco Ricci<br />
(don) – 12. Giovani – 13. Incontro (Françoise) – 14. Matrimonio e famiglia<br />
– 15. Migranti – 16. Morte e sofferenza – 17. Natale – 18. Parrocchia<br />
– 19. Pasqua – 20. Paura – 21. Pedofilia – 22. Pentecoste – 23. Politica – 24.<br />
Povertà – 25. Religione – 26. Speranza – 27. Vocazione – 28. Volontariato<br />
Congedo<br />
Postfazione<br />
Indice dei nomi<br />
Indice delle citazioni bibliche<br />
119<br />
Il Dio pellegrino è il titolo della presente pubblicazione di scritti di<br />
don Gianni De Robertis, curata da Lucio D’Abbicco. E Gesù lo è<br />
stato in Maria, alla ricerca, con lo sposo Giuseppe, di un luogo dove<br />
partorirlo, «perché non c’era posto per loro nell’alloggio» (Lc 2,7).
120<br />
Lo è stato nella fuga in Egitto, per sfuggire a una persecuzione, «a<br />
chi cercava il bambino per ucciderlo» (Mt 2, 13)… Sembrano storie<br />
di oggi … Lo è stato a dodici anni a Gerusalemme, quando, in viaggio<br />
con Maria e Giuseppe, si è fatto pellegrino di sapienza tra i dottori<br />
del tempio: «li ascoltava e li interrogava» (Lc 2, 46). E poi è<br />
stato pellegrino per le strade della Palestina: «e passava insegnando<br />
per città e villaggi» (Lc 13, 22)… fino alla croce, nel pellegrinaggio al<br />
Padre: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23, 46).<br />
Gesù, Dio pellegrino per amore, uscito dal seno del Padre (cfr Gv<br />
16, 28) per cercarci nelle nostre strade: «Adamo dove sei?» (Gn 3, 9).<br />
Non è un ‘dove sei?’ inquisitorio, ma un ‘dove sei?’ dell’amore, come<br />
bene è spiegato nell’Introduzione di questo volume attraverso le<br />
parole di Martin Buber: «In ogni tempo Dio interpella ogni uomo.<br />
‘Dove sei nel tuo mondo? Dei giorni e degli anni a te assegnati, ne<br />
sono già trascorsi molti: nel frattempo tu fin dove sei arrivato nel<br />
tuo mondo?’».<br />
Invertendo, per così dire, i ruoli degli sposi del Cantico, lo Sposo si<br />
fa sposa e cerca lo sposo; si fa sposa, anima, umanità, chiesa, per<br />
ritrovare la strada: «farò il giro della città per le strade e per le piazze,<br />
voglio cercare l’amore dell’anima mia» (Ct 3, 2). Si fa sposa per<br />
fare il cammino insieme, per cercare in noi quell’immagine di Dio<br />
perduta nelle strade del mondo, fino a ritrovarla. Come i magi che,<br />
«vedendo nuovamente la stella, provarono una grande gioia» (Mt 2,<br />
10). Come Ungaretti che, poeta ‘girovago’, in una sosta ritrova casa<br />
e scrive: «Sorpresa / dopo tanto / di un amore / Credevo di averlo<br />
sparpagliato / per il mondo / (Casa mia, in L’allegria, 1914-1919).<br />
Sono grato a don Gianni per queste sue meditazioni che sono conversazioni,<br />
approfondimenti, dialoghi con la gente, anche quando<br />
si tratta di omelie e di catechesi, o di interventi a incontri o convegni,<br />
e che il curatore ha disposto in ordine alfabetico, quasi un<br />
‘vocabolario dell’amore’. Sono riflessioni tenute in tante diverse<br />
occasioni nel corso dello svolgimento del suo ministero pastorale<br />
nella parrocchia di San Marcello in Bari, che ora, pubblicate, possono<br />
aiutare tanti (lo spero) nel quotidiano pellegrinaggio terreno.<br />
Gli sono grato ancor più perché non leggiamo qui delle elaborazioni<br />
dottrinali, delle erudite considerazioni esegetiche, ma la passione<br />
di un prete per un popolo, quello della parrocchia, che è essa pure<br />
‘pellegrina’ già nel suo nome: il greco paroikìa, lo sappiamo, signifi-
PUBBLICAZIONI<br />
ca ‘dimora in terra straniera’. E se è pellegrina e straniera la parrocchia,<br />
in essa «nessuno è straniero».<br />
Sono certo che a fare il direttore nazionale della Fondazione Migrantes<br />
don Gianni sia stato chiamato non dalla Conferenza Episcopale<br />
Italiana o dalla fama delle sue particolari capacità organizzative, ma<br />
questa sua profonda convinzione circa il fatto che siamo pellegrini,<br />
‘migranti’, tutti. E non si tratta solo di una convinzione ‘teorica’, ma di<br />
vita vissuta, come nell’accoglienza prestata a una ‘pellegrina’ francese,<br />
Françoise, di passaggio nel suo «andare a piedi a Gerusalemme», che è<br />
stata ospite tre giorni in parrocchia, e don Gianni ricorda il Vangelo:<br />
«ero forestiero e mi avete ospitato» (Mt 2, 35).<br />
Don Gianni parte sempre dalla Parola, una Parola studiata, meditata,<br />
amata e proposta come introduzione al mistero di Cristo, ai<br />
misteri liturgici e sacramentali prima di tutto (e questo non solo<br />
nelle omelie), ma anche alla vita, alla storia in cui Cristo è presente –<br />
e in modo privilegiato nei deboli (sono molto belle le parole rivolte<br />
ai bambini e sui bambini) e nei poveri (immigrati, barboni, emarginati).<br />
Nella riflessione proposta in una catechesi (16 gennaio 2005)<br />
in occasione della solenne riapertura della nostra Cattedrale a seguito<br />
del restauro, dopo aver riportato uno scritto di don Tonino Bello<br />
sul significato del termine ‘basilica’ (‘basilica minore’, intesa come<br />
tempio, e ‘basilica maggiore’, intesa come fedeli, cioè le pietre vive e<br />
i poveri prima di tutto), conclude ancora invitando all’attenzione<br />
«alle tante famiglie che fanno fatica a vivere o ai bambini fermi ai<br />
nostri semafori […]. I lavori di restauro non sono finiti. Anzi sono<br />
appena all’inizio! E richiedono l’impegno di tutti». Viene fuori dagli<br />
scritti di don Gianni una comunità che cerca di conformarsi a quella<br />
degli Atti degli Apostoli, in cui insegnamento, comunione, frazione del<br />
pane e preghiera (cfr At 2, 42) sono le ‘perseveranze’ che contano e su<br />
cui la nostra diocesi sta riflettendo secondo la traccia pastorale di<br />
quest’anno (La Chiesa tra realtà e sogno).<br />
Questo mettere insieme Parola, liturgia e vita – che nelle parole di<br />
don Gianni appare come naturale – risponde peraltro alla scelta del<br />
metodo mistagogico tanto caro ai Padri e proposto nella scelta<br />
pastorale che la nostra Chiesa ha fatto dopo il sinodo diocesano.<br />
121
Anche di questo sono grato a don Gianni: alla sua costante attenzione<br />
agli eventi della nostra Chiesa locale, al Congresso Eucaristico<br />
Nazionale (maggio 2005), per esempio, e quindi ai martiri di<br />
Abitene, e poi alla testimonianza di don Franco Ricci, il nostro<br />
sacerdote missionario fidei donum ucciso in Etiopia.<br />
Un’ultima considerazione: tanta Parola di Dio, tanta attenzione ai<br />
segni liturgici e ai fatti della vita ecclesiale e sociale, ma anche la<br />
‘sapienza’ di tanti testimoni di fede, di umanità e di grazia. Così<br />
don Gianni ricorre costantemente alla parola e alla testimonianza<br />
dei Padri della Chiesa, dei teologi (cattolici, protestanti, ebrei), dei<br />
martiri, ma anche di laici, che spesso riteniamo ‘lontani’, come per<br />
esempio Jean-Paul Sartre, e che hanno invece scintille di luce. Perché<br />
lo Spirito «soffia dove vuole» (Gv 1, 8) e don Gianni ci invita ad<br />
ascoltare «ciò che lo Spirito dice alle chiese» (Ap 3,6).<br />
+ Francesco Cacucci<br />
Arcivescovo di Bari-Bitonto<br />
122
PUBBLICAZIONI<br />
Fernando Russo<br />
La memoria del Sacro<br />
La memoria del Sacro<br />
Arte, storia e restauro di Maria SS. Annunziata<br />
Chiesa Matrice di Modugno<br />
di Fernando Russo<br />
Presentazione di mons. Francesco Cacucci<br />
Introduzione di don Nicola Colatorti<br />
Nardini Editore 2018<br />
Indice:<br />
Presentazione dell’Arcivescovo mons. Francesco Cacucci<br />
Introduzione di don Nicola Colatori, parroco<br />
PREMESSA<br />
LA STORIA<br />
Intorno all’anno Mille – Tra il Mille (circa) e il 1347 – Tra il 1347 e il 1626<br />
– Abbellimenti, rifacimenti e restauri dal 1636 al 2007 – Cronologia degli<br />
interventi<br />
LA CHIESA<br />
L’esterno – L’interno – Paramenti e suppellettili sacre – Le tele delle Monacelle<br />
L’ULTIMA STAGIONE DEI RESTAURI<br />
Aspetti metodologici degli interventi di restauro<br />
IL RESTAURO DELLA CHIESA<br />
Restauri architettonici: Osservazione e descrizione del degrado dei materiali<br />
lapidei – Interventi di consolidamento e restauro delle superfici lapidee<br />
esterne e del campanile<br />
Restauro degli apparati pittorici<br />
Restauro del plafond ligneo della navata: Descrizione del degrado – Interventi<br />
di restauro<br />
Restauro dei dipinti murali nella Cupola della Cappella del Santissimo: Interventi<br />
di restauro – Gli affreschi emersi durante i lavori: stato di conservazione<br />
123
– Gli affreschi emersi durante i lavori: il restauro Restauro dei dipinti su tela<br />
nella Cappella del Santissimo: Descrizione del degrado: le tele – Interventi di<br />
restauro sulle tele – Descrizione del degrado: le cornici – Interventi di<br />
restauro sulle cornici<br />
Restauro della cantoria nella Cappella del Santissimo Sacramento<br />
Restituzione dell’unità di lettura cromatica della navata<br />
CONCLUSIONI<br />
NOTE<br />
Presentazione<br />
124<br />
Ecclesia semper reformanda, recita l’antico adagio, richiamando il<br />
cammino del popolo di Dio nella storia, dove la fede si incultura.<br />
Con uno sguardo panoramico possiamo osservare nello scorrere<br />
del tempo il felice connubio tra fede e cultura: quando il cristiano<br />
respira i segni dei tempi la sua creatività prende forma, diventa arte,<br />
si incide nella pietra, dà colore alle pareti. Questo lo affermiamo in<br />
senso ampio per tutte le espressioni artistiche, dalla pittura alla<br />
scultura, all’architettura, ma anche per la musica, il canto, i vasi<br />
sacri, i paramenti liturgici. Gli artisti e le maestranze, ispirati dalla<br />
fede, hanno permesso che la Parola rivelata si rendesse immagine e<br />
armonia, così da essere contemplata.<br />
Nel nostro contesto l’attenzione si concentra sulla chiesa-tempio.<br />
Negli ultimi tempi l’arcidiocesi di Bari-Bitonto ha visto restituite<br />
all’originaria bellezza alcune opere che hanno risvegliato uno stupore<br />
sopito. L’esempio più luminoso è quello della Cattedrale che è<br />
tornata a vivere nel suo originario stile romanico semplice e solenne.<br />
Scrivevo: «Il velo di fuliggine e polvere, che anneriva le pareti,<br />
pian piano lasciava il posto al candore della pietra. Particolari che<br />
prima passavano inosservati, ora catturano il mio sguardo».<br />
Ma abbiamo visto anche altre opere. Un’attenzione merita la chiesa<br />
di Maria SS. Annunziata di Modugno. La sua forma iniziale, che<br />
costituiva l’antico edificio, risale ai secoli XI-XII. I successivi lavori<br />
di ampliamento e adattamento si sono prolungati sino al 1626,<br />
data della definitiva consacrazione.<br />
L’accostamento di più stili richiama le diverse epoche che hanno
PUBBLICAZIONI<br />
visto l’accrescersi e il trasformarsi delle sue strutture architettoniche:<br />
dal periodo tardo-romanico a quello rinascimentale e barocco.<br />
Alle forme strutturali si unisce l’arte figurativa: di stile rinascimentale<br />
è la tavola dell’Annunciazione (1472) di Bartolomeo Vivarini;<br />
ma è la pittura barocca ad essere predominante con gli artisti più<br />
rappresentativi dell’arte meridionale: Carlo Rosa, Nicola Gliri, Vito<br />
Antonio De Filippis, Nicola Porta e il modugnese Domenico Scura,<br />
autore del grande soffitto ligneo.<br />
Oggi la bellezza ritrovata dà senso alle celebrazioni riportandoci<br />
alla Bellezza Eterna, e nella liturgia si raggiunge l’espressione più<br />
alta in cui Chiesa-comunità e Chiesa-tempio si identificano.<br />
Auguro a chi entra in questa splendida chiesa, affascinato dalla bellezza<br />
e dall’arte, di poter giungere a pregare e ad adorare; e a chi vi<br />
entra per pregare e per adorare, che possa essere aiutato in questo<br />
dalla bellezza e dall’arte.<br />
+ Francesco Cacucci<br />
Arcivescovo di Bari-Bitonto<br />
Introduzione<br />
La Chiesa cammina nel tempo: un’espressione che fa riferimento in<br />
primo luogo al procedere della comunità dei cristiani riuniti nel<br />
vincolo della fede (Christifideles). Ma in senso derivato ‘chiesa’ ha<br />
significato anche lo spazio in cui quel popolo si ritrova. Le due realtà<br />
non si escludono, ma l’una richiama l’altra, poiché il popolo credente<br />
si rende visibile là dove trova luoghi e tempi per celebrare la<br />
sua fede. E come il “popolo-Chiesa” nel suo pellegrinare si accresce,<br />
si trasforma, in definitiva “si incultura”, così il “tempio-chiesa”<br />
adatta le strutture e le forme allo stile del tempo.<br />
Quanto si va dicendo per via generale lo diciamo anche della chiesa<br />
“Maria SS. Annunziata” in Modugno. Guardandola nella sua interez-<br />
125
126<br />
za non possono sfuggire le diverse parti che, pur legate fra loro da un<br />
tutt’uno, lasciano intravedere tempi diversi che l’hanno definita: il<br />
presbiterio, con i suoi imponenti pilastri costituisce la parte più antica<br />
dell’edificio, di difficile collocazione nel tempo, certo anteriore al<br />
sec. XV; la cappella dell’Addolorata, già del Crocifisso, la cui parete<br />
sovrastante l’altare con i preziosi bassorilievi, risulta essere di epoca<br />
chiaramente rinascimentale; l’ampia navata del sec. XVII, sobria e<br />
solenne insieme, opera di completamento dell’intera struttura.<br />
Annessa a essa, si colloca il campanile, simbolo della città, quasi<br />
una vedetta sull’abitato: ardita costruzione che richiama nel suo<br />
stile romanico pugliese quelli simili di Bari e di Palo del Colle.<br />
Prima ancora delle maestranze coinvolte, vi fu un certo interesse<br />
e una dedizione da parte di coloro che vollero e diedero impulso<br />
alla costruzione, all’ampliamento e al restauro dell’intero edificio.<br />
Non conosciamo i tempi della sua fondazione; sappiamo che<br />
Bona Sforza, regina di Polonia e duchessa di Bari, profondamente<br />
legata alla Terra di Modugno, contribuì con elargizioni al consolidamento<br />
della chiesa; non fu da meno lo zelo del Capitolo preposto<br />
al culto e al mantenimento del tempio; anche l’Università<br />
cittadina ebbe il suo doveroso ruolo negli interventi sulle necessità<br />
strutturali, ritenendola “chiesa ricettizia di patronato laicale”;<br />
né si può dimenticare la generosità del popolo che la sentì sua<br />
casa e si prodigò per essa in tanti modi, sapendo che in quel luogo<br />
aveva ricevuto quei doni che l’avevano nutrito e accompagnavano<br />
la sua fede.<br />
Fu questa partecipata generosità che spinse a cercare anche lontano<br />
dalla città o dalla regione ciò che poteva essere di utilità e vanto per<br />
la chiesa: fu il caso di commissionare al pittore veneziano Bartolomeo<br />
Vivarini (sec. XV) la scena dell’Annunciazione, titolare della<br />
parrocchia; così pure far pervenire da Fiume, in Dalmazia, i legni<br />
per le capriate della navata.<br />
Le produzioni pittoriche presero piede in modo consistente nei<br />
secoli XVII e XVIII: Carlo Rosa, Nicola Gliri, Vito Antonio De Filippis<br />
della scuola bitontina, diedero particolare splendore al cappellone<br />
del SS. Sacramento; non è da trascurarsi Nicola Porta, allievo<br />
e aiuto del Giaquinto, con la sua numerosa produzione proveniente<br />
dalla vicina chiesa di Santa Maria della Purità, che aggiunge quel<br />
tratto tipico del barocco pugliese.
PUBBLICAZIONI<br />
Restituita in questi ultimi anni al suo splendore con un generale<br />
consolidamento e restauro, la chiesa è tornata a narrarci la sua bellezza.<br />
Probabilmente in futuro verranno alla luce altri particolari di<br />
cui oggi abbiamo una limitata percezione, come il succorpo ancora<br />
inesplorato. Ci rimettiamo a quanti in futuro avranno ancora a<br />
cuore questa chiesa per meglio conoscere la sua storia.<br />
sac. Nicola Colatorti, parroco<br />
127
DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />
NELLA PACE DEL SIGNORE<br />
don Luigi Armagno<br />
Il sacerdote don Luigi Armagno nacque a Noicàttaro il 6 gennaio<br />
1923 da Giuseppe Armagno e Polisena Petrosino. Frequentò gli<br />
studi ginnasiali-liceali e teologici a Roma presso il Pontificio Ateneo<br />
“Angelicum”.<br />
Il 13 aprile 1947, a Roma, nella parrocchia “S. Crisogono”, per l’imposizione<br />
delle mani del venerabile mons. Giuseppe Didonna,<br />
dell’Ordine dei Padri Trinitari, vescovo di Andria, fu ordinato sacerdote<br />
nell’Ordine dei Trinitari.<br />
Nel 1960 don Luigi viene incardinato nella diocesi di Tivoli e nominato<br />
parroco nella parrocchia “S. Nicola” in Riofreddo (Roma), ove<br />
rimane fino al 1973.<br />
Il 6 febbraio del 1974 viene incardinato nella diocesi di Bari, ed il 30<br />
agosto 1975, dall’Arcivescovo mons. Anastasio Alberto Ballestrero<br />
viene nominato arciprete-curato della parrocchia “S. Giorgio Martire”<br />
in Bari-Loseto.<br />
Dal 1975 fino al pensionamento, ha insegnato religione a Bari<br />
nell’Istituto Tecnico Commerciale “Giulio Cesare”.<br />
Il 15 febbraio 1996, l’Arcivescovo mons. Mariano Magrassi accetta<br />
la rinuncia di don Luigi dall’ufficio di parroco e lo nomina parroco<br />
emerito della parrocchia “S. Giorgio Martire”.<br />
Il 16 novembre 1998, don Luigi viene nominato collaboratore della<br />
parrocchia “S. Maria di Costantinopoli” in Bitritto con le facoltà di<br />
129
130<br />
vicario parrocchiale. Il 27 marzo 2001, l’Arcivescovo mons. Francesco<br />
Cacucci nomina don Luigi Armagno vicario parrocchiale<br />
della parrocchia “S. Giorgio Martire” in Bari-Loseto.<br />
Domenica 24 febbraio <strong>2019</strong>, all’età di 96 anni, don Luigi si è spento<br />
serenamente ed il 25 febbraio, nella chiesa parrocchiale di S. Giorgio<br />
Martire in Bari-Loseto si sono celebrate le esequie presiedute dall’Arcivescovo<br />
mons. Francesco Cacucci.<br />
Sia accolto nella pace dei giusti e possa sedere al banchetto della<br />
vita eterna!
NELLA PACE DEL SIGNORE<br />
don Rocco Silvio Pignataro<br />
Nato a Mola di Bari il 20 maggio 1928, don Rocco Silvio Pignataro<br />
frequentò gli studi filosofici e teologici nel Pontificio Seminario<br />
Regionale di Molfetta, e venne ordinato sacerdote il 25 giugno<br />
1953. A settembre dello stesso anno viene nominato Prefetto presso<br />
il Seminario Arcivescovile di Bari. Ben consapevole della sua missione<br />
di animatore vocazionale, il novello sacerdote caratterizzò la sua<br />
collaborazione educativa nella comunione presbiterale con gli altri<br />
confratelli e con il rettore, mons. Angelo Cavallo.<br />
Il 25 settembre 1954 viene nominato vicario cooperatore della parrocchia<br />
“S. Maria Assunta” in Grumo Appula, ed il 18 dicembre 1956<br />
diviene vicario economo della medesima parrocchia. Il 20 maggio<br />
1957 don Silvio viene nominato parroco della parrocchia “SS. Rosario<br />
in S. Nicola” a Bari-Carbonara. In questa parrocchia, per ben 19 anni<br />
don Silvio svolse la sua opera evangelizzatrice in tutte le forme settoriali<br />
della vita parrocchiale: la formazione sistematica dei catechisti, la<br />
catechesi settimanale agli adulti e ai giovani, gli incontri con le varie<br />
categorie di artigiani e di negozianti presenti nel territorio.<br />
Il 26 febbraio 1976, l’Arcivescovo mons. Anastasio Alberto Ballestrero<br />
accoglie la rinuncia di don Silvio da parroco della parrocchia<br />
“SS. Rosario in S. Nicola” e contestualmente lo nomina rettore<br />
della chiesa di S. Maria degli Angeli in Bari e padre spirituale della<br />
omonima Arciconfraternita. Durante la Messa festiva riuscì a educare<br />
i confratelli a vivere la domenica non solo come giorno del<br />
raduno dei soci, ma anche e, soprattutto, come il giorno celebrativo<br />
della Pasqua del Signore.<br />
Animato da una viva speranza nel Signore e pieno di filiale devozione<br />
alla Vergine Maria, si è addormentato nella pace di Cristo il 24 febbraio<br />
<strong>2019</strong>. Le esequie, presiedute dall’Arcivescovo mons. Francesco<br />
Cacucci, sono state celebrate il 25 febbraio <strong>2019</strong> nella chiesa parrocchiale<br />
di Maria SS. Addolorata dei Padri Guanelliani, nella cui Casa<br />
per anziani si era ritirato negli ultimi anni della sua vita.<br />
131
DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA BARI-BITONTO<br />
DIARIO DELL’ARCIVESCOVO<br />
<strong>Gennaio</strong> <strong>2019</strong><br />
1-5 – È a Beirut (Libano), invitato da Sua Beatitudine Card. Béchera<br />
Butros Raï, O.M.M., Patriarca di Antiochia dei Maroniti.<br />
6 – Al mattino, presso la parrocchia “S. Giuseppe” in Palo del<br />
Colle, celebra la S. Messa per il 40° anniversario dell’ordinazione<br />
sacerdotale del parroco don Pasquale Amoruoso.<br />
– Alla sera, presso la parrocchia “S. Maria del Carmine” in<br />
Noicattaro, celebra la S. Messa per il 70° anniversario della<br />
parrocchia.<br />
8 – Al pomeriggio, presso l’Istituto Superiore di Scienze religiose<br />
Metropolitano “S. Sabino”, tiene una lezione sui nuovi<br />
strumenti di comunicazione sociale.<br />
– Alla sera, presso la parrocchia “Immacolata di Lourdes” in<br />
Gioia del Colle, guida la catechesi sul tema pastorale dell’anno.<br />
9 – Alla sera, presso la Casa del clero in Bari, presiede la riunione<br />
del Consiglio Pastorale <strong>Diocesano</strong>.<br />
10 – Al pomeriggio, presso la Sala Odegitria della parrocchia Cattedrale<br />
in Bari, presiede la consegna del Padre nostro alla<br />
Comunità neocatecumenale della parrocchia “S. Maria<br />
Maddalena”.<br />
– Alla sera, presso la Cappella maggiore del Seminario Arcivescovile,<br />
presiede l’Adorazione eucaristica vocazionale.<br />
11 – Alla sera, presso la parrocchia “S. Leucio” in Bitonto, celebra<br />
la S. Messa per la festa del Patrono.<br />
12 – Al mattino, celebra la S. Messa al Circo Marina Orfei sul<br />
Lungomare Vittorio Veneto.<br />
133
134<br />
– Al pomeriggio, presso l’aula sinodale, incontra i catechisti<br />
della diocesi sul tema “I catechisti al servizio della comunità”.<br />
13 – Al mattino, presso la parrocchia “S. Marcello” in Bari, celebra<br />
la S. Messa e amministra le Cresime.<br />
– Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa per la Festa diocesana<br />
della Famiglia.<br />
15 – Presso il Santuario della Madonna del Pozzo in Capurso,<br />
incontra il IX vicariato.<br />
16 – Al pomeriggio, presso il Pontificio Seminario Regionale Pio<br />
XI in Molfetta, incontra i seminaristi di teologia.<br />
17 – Presso la parrocchia “Salvatore” in Bari-Loseto, incontra il X<br />
vicariato.<br />
18 – Presso la parrocchia “S. Marcello” in Bari, incontra il V vicariato.<br />
19 – Al pomeriggio, presso l’aula magna “Attilio Alto” del Politecnico<br />
in Bari, incontra i ministri straordinari della S. Comunione.<br />
20 – Al mattino, presso la parrocchia “S. Maria Maddalena” in<br />
Bari, celebra la S. Messa e amministra le Cresime.<br />
– Alla sera, nella Basilica di San Nicola, partecipa alla Veglia<br />
ecumenica diocesana di preghiera per l’Unità dei cristiani.<br />
21 – Al mattino, nella Basilica di San Nicola, celebra la S. Messa per<br />
la festa di san Sebastiano, Patrono del Corpo dei Vigili urbani.<br />
– Al pomeriggio, presso il Monastero di S. Giuseppe in Bari,<br />
incontra le monache carmelitane scalze.<br />
22 – Presso la parrocchia “S. Fara” in Bari, incontra il IV vicariato.<br />
– Al pomeriggio, presso la parrocchia “S. Pietro Apostolo” in<br />
Modugno, celebra le esequie del diacono Onofrio Nitti.<br />
23 – Presso la parrocchia “S. Maria Assunta” in Grumo Appula,<br />
incontra il VII vicariato.<br />
24 – Presso l’Oasi Francescana De Lilla in Bari, al mattino, e la<br />
parrocchia “Resurrezione”, la sera, incontra il XII vicariato.<br />
25 – Alla sera, presso l’Istituto della Società S. Paolo in Bari, celebra<br />
la S. Messa per la comunità dei Padri Paolini nella festa<br />
della Conversione di San Paolo Apostolo.<br />
26 – Al mattino, presso il Tribunale di Corte d’Appello in Bari, partecipa<br />
alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.<br />
– Al pomeriggio, presso l’aula sinodale, partecipa all’incontro<br />
della Consulta Regionale delle Aggregazioni laicali su “Il<br />
Concilio, Paolo VI e i laici”, con S.E. mons. Vito Angiuli, vescovo
DIARIO DELL’ARCIVESCOVO<br />
di Ugento-S. Maria di Leuca e presidente della Commissione<br />
Episcopale per il Laicato, e p. Leonardo Sapienza, R.C.I., reggente<br />
della Prefettura della Casa Pontificia.<br />
– Alla sera, presso la parrocchia “Sacro Cuore” in Mola di Bari,<br />
presiede la veglia di preghiera dei giovani in occasione della<br />
GMG di Panama.<br />
27 – Al mattino, presso il Palazzetto dello Sport in Gioia del<br />
Colle, celebra la S. Messa per l’Azione Cattolica Ragazzi.<br />
– Alla sera, presso la Sala Odegitria della parrocchia Cattedrale<br />
in Bari, assiste alla rappresentazione teatrale “Natale in<br />
casa Cupiello”, presentata dalla parrocchia “Stella Maris” di<br />
Bari-Palese.<br />
28 – Al mattino, presso la Facoltà Teologica Pugliese, partecipa<br />
alla Commissione dell’Alto Patronato.<br />
– Alla sera, presso la parrocchia “S. Giovanni Bosco” in Bari, celebra<br />
la S. Messa e guida la catechesi sul tema pastorale dell’anno.<br />
29 – Presso la parrocchia “S. Michele Arcangelo” in Bitetto, incontra<br />
il III vicariato.<br />
30 – Presso il Centro pastorale “Giovanni Modugno” in Bitonto,<br />
incontra il vicariato Bitonto-Palo del Colle.<br />
– Alla sera, presso la parrocchia “Spirito Santo” in Palo del<br />
Colle, celebra la S. Messa.<br />
31 – Al mattino, presso l’aula magna “Aldo Cossu” del Palazzo<br />
Ateneo in Bari, partecipa all’incontro organizzato dall’UCSI<br />
e dall’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali con<br />
don Ivan Maffeis, direttore dell’Ufficio nazionale Comunicazioni<br />
sociali della CEI, su “Dalle community alla comunità.<br />
Il ruolo dell’informazione”.<br />
– Al pomeriggio, presso la sala Odegitria della parrocchia<br />
Cattedrale in Bari, partecipa alla presentazione dei lavori di<br />
restauro degli affreschi della Cattedrale e delle sculture dell’Episcopio.<br />
– Alla sera, presso la parrocchia “Redentore” in Bari, celebra la<br />
S. Messa per la festa di san Giovanni Bosco.<br />
135
Febbraio <strong>2019</strong><br />
136<br />
1 – Presso la parrocchia “S. Maria Assunta” in Cassano delle<br />
Murge, incontra il vicariato VIII.<br />
2 – Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa per la Giornata<br />
mondiale della Vita consacrata, nella festa della Presentazione<br />
del Signore.<br />
3 – Presso la parrocchia “Salvatore” in Bari-Loseto, incontra il X<br />
vicariato.<br />
4-6 – Presso l’Oasi S. Maria in Cassano delle Murge, partecipa ai<br />
lavori della Conferenza Episcopale Pugliese.<br />
6 – Alla sera, presso la sala Odegitria della parrocchia Cattedrale<br />
in Bari, partecipa alla presentazione del volume “Indagine<br />
sociologica in Bari vecchia” a cura del Dipartimento di Scienze<br />
politiche.<br />
7 – Presso la parrocchia “S. Giuseppe” in Bari, incontra il II vicariato.<br />
8 – Presso la parrocchia “Maria SS. del Rosario” in Bari, in-contra<br />
il I vicariato.<br />
9 – Al mattino, presso la sala Odegitria della parrocchia Cattedrale<br />
in Bari, presiede la cerimonia di inaugurazione dell’anno<br />
giudiziario del Tribunale Ecclesiastico Regionale<br />
Pugliese.<br />
– Al pomeriggio, presso la Cattedrale di Otranto, partecipa<br />
alla concelebrazione eucaristica in occasione del 25° anniversario<br />
dell’ordinazione episcopale dell’Arcivescovo S.E.<br />
mons. Donato Negro.<br />
10 – Al mattino, presso l’Oasi S. Maria in Cassano delle Murge,<br />
guida il ritiro spirituale per i fidanzati dei paesi dell’Arcidiocesi.<br />
– Alla sera, presso la parrocchia “SS. Rosario” in Mola di Bari,<br />
celebra la S. Messa per l’anniversario della dedicazione della<br />
chiesa parrocchiale.<br />
11-14 – Presso la “Casa della Pace” in Benevento, guida gli esercizi<br />
spirituali per il clero della diocesi di Teano-Calvi.<br />
15-16 – Presso l’Oasi S. Maria in Cassano delle Murge, incontra i<br />
sacerdoti del decennio.
DIARIO DELL’ARCIVESCOVO<br />
17 – Al mattino incontra i capi scout della zona Bari Centro e<br />
celebra la S. Messa presso il “Villaggio del Fanciullo” in<br />
Sannicandro.<br />
18 – Alla sera, presso la parrocchia “S. Antonio” in Bari, presiede<br />
la celebrazione dei vespri e guida la catechesi alla Comunità<br />
“Preghiera e Parola”.<br />
19 – Presso la parrocchia “S. Gabriele dell’Addolorata” in Bari,<br />
incontra il VI vicariato.<br />
20 – Al mattino, presso il Seminario arcivescovile in Bari, incontra<br />
l’Equipe formativa.<br />
21 – Presso la parrocchia “SS. Trinità” in Mola di Bari, incontra il<br />
vicariato XI.<br />
22 – Al mattino, presso la Casa del clero in Bari, presiede la<br />
riunione del Consiglio Presbiterale diocesano.<br />
– Alla sera, presso la parrocchia “Maria SS. del Rosario” in Ba-ri,<br />
celebra la S. Messa nell’anniversario della morte del Servo di Dio<br />
don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione.<br />
24 – Al mattino, presso l’Oasi Santa Maria in Cassano delle Murge,<br />
guida il ritiro spirituale per i fidanzati della città di Bari.<br />
25 – Al pomeriggio, presso la parrocchia “S. Giorgio Martire” in<br />
Bari-Loseto, celebra le esequie di don Luigi Armagno.<br />
– Successivamente, presso la parrocchia “Maria SS. Addolorata”<br />
in Bari, celebra le esequie di don Rocco Silvio Pignataro.<br />
26 – Alla sera, presso la parrocchia “Madre della Divina Provvidenza”<br />
in Bari, celebra la S. Messa per il 35° anniversario<br />
della visita di san Giovanni Paolo II.<br />
27 – Alla sera, presso la parrocchia “S. Gabriele dell’Addolorata”,<br />
celebra la S. Messa per la festa del Titolare e amministra le<br />
Cresime.<br />
28 – Al mattino, presso la Casa del clero in Bari, incontra la Commissione<br />
episcopale per l’Ecumenismo della Conferenza E-<br />
piscopale Pugliese.<br />
– Alla sera, nella chiesa di S. Domenico in Bari, celebra la S.<br />
Messa per l’Unione Giuristi Cattolici.<br />
137
<strong>Marzo</strong> <strong>2019</strong><br />
138<br />
1 – Alla sera, presso la parrocchia “Maria SS. Annunziata” in<br />
Modugno, partecipa alla presentazione del volume sulla<br />
chiesa restaurata.<br />
2/3 – A Bergamo, tiene una conferenza sul tema “La chiesa tra le<br />
case: il ministero di S.E. Mons. Cesare Bonicelli”, in occasione<br />
del decennale della morte e presiede la concelebrazione<br />
eucaristica.<br />
4 – Al pomeriggio, nella cripta della Cattedrale, celebra la S.<br />
Messa in suffragio del giornalista e scrittore Vito Maurogiovanni<br />
nel decimo anniversario della morte.<br />
5 – Al mattino, presso la parrocchia “S. Maria di Costantinopoli”<br />
in Bitritto, celebra la S. Messa per la festa della Titolare.<br />
– Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa nella solennità di<br />
Maria SS. di Costantinopoli “Odegitria” con la partecipazione<br />
dei vicariati I e II.<br />
6 – Al mattino, nella Cappella del Comando Regionale della<br />
Guardia di Finanza in Bari, celebra la S. Messa del Mercoledì<br />
delle Ceneri.<br />
– Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa del Mercoledì<br />
delle Ceneri.<br />
7 – Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa con la partecipazione<br />
dei vicariati IV e V.<br />
8 – Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa con la partecipazione<br />
dei vicariati VI e X.<br />
9 – Al mattino, presso la parrocchia “Maria SS. Annunziata” in<br />
Modugno, celebra la S. Messa per la Patrona Maria SS.<br />
Addolorata.<br />
– Al pomeriggio, presso la sede dell’Ordine dei Farmacisti in Bari,<br />
interviene all’assemblea costitutiva della sezione territoriale<br />
diocesana dell’Unione Cattolica Farmacisti italiani (UCFI).<br />
– Alla sera, presso la parrocchia “S. Maria Maddalena” in Bari,<br />
celebra la S. Messa per il 50° anniversario della costituzione<br />
della parrocchia.<br />
10 – Al mattino, presso la parrocchia “S. Nicola” in Torre a Mare,<br />
celebra la S. Messa.
DIARIO DELL’ARCIVESCOVO<br />
– Alla sera, presso la parrocchia “Sacro Cuore” in Mola di Bari,<br />
guida la lettura del film Kramer contro Kramer di Robert<br />
Benton.<br />
11 – Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa con la partecipazione<br />
dei vicariati VIII e XII.<br />
12 – Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa con la partecipazione<br />
del vicariato Bitonto-Palo del Colle.<br />
13 – Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa con la partecipazione<br />
del vicariato VII.<br />
14 – Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa con la partecipazione<br />
del vicariato III.<br />
15 – Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa con la partecipazione<br />
dei vicariati IX e XI.<br />
16 – Alla sera, in Cattedrale, in occasione del pellegrinaggio diocesano<br />
delle famiglie e dei giovani alla Madonna Odegitria,<br />
durante la veglia di preghiera, consegna il mandato per gli<br />
“Annunci di Vita Piena. Quelli della via (11-17 maggio <strong>2019</strong>).<br />
17 – Alla sera, presso la Basilica di S. Fara in Bari, celebra la S.<br />
Messa per il 50° anniversario di ordinazione sacerdotale di<br />
p. Leonardo Di Taranto e p. Zaccaria Guarnieri, O.F.M.Cap.<br />
18 – Al mattino, presso la parrocchia “SS. Salvatore” in Capurso,<br />
celebra la S. Messa per il Patrono san Giuseppe.<br />
19 – Alla sera, presso la parrocchia “S. Giuseppe” in Bari, celebra<br />
la S. Messa per la festa del Titolare.<br />
20 – A Roma partecipa all’incontro del Comitato per l’incontro<br />
dei vescovi dei Paesi del Mediterraneo (febbraio 2020).<br />
21-24 – A Mosca, partecipa, col Metropolita Hilarion di Volokolamsk,<br />
Responsabile delle Relazioni esterne del Patriarcato<br />
di Mosca, alla presentazione dell’edizione russa del volume<br />
sulla traslazione della reliquia di San Nicola da Bari a Mosca<br />
e a San Pietroburgo.<br />
25 – Alla sera, presso la parrocchia “Stella maris” in Bari-Palese,<br />
celebra la S. Messa per il 50° anniversario della dedicazione<br />
della chiesa.<br />
26 – Al mattino, presso il Pontificio Seminario Regionale Pio XI<br />
139
140<br />
in Molfetta, partecipa alla riunione della Conferenza E-<br />
piscopale Pugliese.<br />
– Alla sera, presso l’aula magna “Attilio Alto” del Politecnico di<br />
Bari, partecipa alla conferenza di S.Em. il card. Gianfranco<br />
Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, sul<br />
tema: “La Gloria, la nube, il fuoco: Dio in cammino con il suo<br />
popolo”, a conclusione del ciclo di conferenze sull’Esodo promosso<br />
dal Centro di Cultura biblica “Bereshit”.<br />
27 – Al pomeriggio, presso la cappella delle Suore Domenicane<br />
Missionarie di S. Sisto in Bari, celebra la S. Messa in preparazione<br />
alle celebrazioni pasquali per la Federazione dei<br />
Pensionati Sanitari (medici, veterinari, farmacisti) e Vedove<br />
(FEDER.S.P. e V.).<br />
28 – Alla sera, presso la parrocchia “Buon Pastore” in Bari, partecipa<br />
al concerto/meditazione per il decimo anniversario<br />
della morte di mons. Antonio Ladisa, rettore del Pontificio<br />
Seminario Regionale di Molfetta.<br />
29 – Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa e istituisce i nuovi<br />
ministri straordinari della S. Comunione.<br />
– Successivamente, presso lo Stadio San Nicola, presiede la<br />
conclusione della Via crucis del IV vicariato.<br />
30 – Al mattino, presso il Seminario Arcivescovile di Bari, celebra<br />
la S. Messa per il decimo anniversario della morte di mons.<br />
Antonio Ladisa.<br />
– Alla sera, presso la chiesa del Purgatorio in Modugno, nell’ambito<br />
degli “Incontri di frontiera <strong>2019</strong> fra fede e ragione”:<br />
“La condizione umana fra sofferenza e speranza”, tiene una<br />
relazione su “La virtù cristiana della speranza”.<br />
31 – Al mattino, presso la parrocchia “S. Girolamo” in Bari, celebra<br />
la S. Messa e partecipa alla posa della prima pietra della<br />
nuova chiesa parrocchiale.<br />
– Alla sera, presso la sala Odegitria della parrocchia Catte-drale<br />
in Bari, nell’ambito del percorso di cineforum “Gesù nel cinema”<br />
in occasione del decimo anniversario della morte di don<br />
Vito Marotta, già responsabile dell’Ufficio delle Comunicazioni<br />
Sociali della diocesi, guida la lettura del film Il Vangelo<br />
secondo Matteo di Pierpaolo Pasolini.
ANNOTAZIONI<br />
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ANNOTAZIONI
ANNOTAZIONI<br />
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Finito di stampare nel mese di luglio <strong>2019</strong> da<br />
Ecumenica Editrice - Bari