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Bollettino Diocesano Gennaio-Marzo 2019

Atti ufficiali e attività pastorali dell'Arcidiocesi di Bari-Bitonto

Atti ufficiali e attività pastorali dell'Arcidiocesi di Bari-Bitonto

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Anno XCV n. 1 <strong>Gennaio</strong> - Febbraio - <strong>Marzo</strong> <strong>2019</strong>


l´Odegitria<br />

BOLLETTINO DIOCESANO<br />

Atti ufficiali e attività pastorali<br />

dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto


BOLLETTINO DIOCESANO<br />

l´Odegitria<br />

Atti ufficiali e attività pastorali<br />

dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto<br />

Registrazione Tribunale di Bari n. 1272 del 26/03/1996<br />

ANNO XCV - N. 1 - <strong>Gennaio</strong> - Febbraio - <strong>Marzo</strong> <strong>2019</strong><br />

Redazione e amministrazione:<br />

Curia Arcivescovile Bari-Bitonto<br />

P.zza Odegitria - 70122 Bari - Tel. 080/5288211 - Fax 080/5244450<br />

www.arcidiocesibaribitonto.it - e.mail: curia@odegitria.bari.it<br />

Direttore responsabile:<br />

Giuseppe Sferra<br />

Direttore:<br />

Gabriella Roncali<br />

Redazione:<br />

Beppe Di Cagno, Luigi Di Nardi, Angelo Latrofa, Paola Loria, Franco Mastrandrea,<br />

Bernardino Simone, Francesco Sportelli<br />

Gestione editoriale e stampa:<br />

Ecumenica Editrice scrl - 70132 Bari - Tel. 080.5797843<br />

www.ecumenicaeditrice.it - info@ecumenicaeditrice.it


DOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE<br />

SOMMARIO<br />

DOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE<br />

MAGISTERO PONTIFICIO<br />

Lettera apostolica in forma di motu proprio<br />

circa la Pontificia Commissione Ecclesia Dei 7<br />

Lettera apostolica in forma di motu proprio<br />

sulla protezione dei minori e delle persone vulnerabili 11<br />

Lettera in occasione del XXV anniversario dell’istituzione<br />

della Pontificia Accademia per la Vita Humana communitas 15<br />

DOCUMENTI DELLA CHIESA ITALIANA<br />

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />

Consiglio permanente<br />

Comunicato finale dei lavori del 14-16 gennaio <strong>2019</strong> 25<br />

Comunicato finale dei lavori del 1-3 aprile <strong>2019</strong> 33<br />

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />

MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO<br />

Saluto all’inaugurazione dell’Anno giudiziario del<br />

Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese (Bari, 9 febbraio <strong>2019</strong>) 39<br />

BASILICA DI SAN NICOLA<br />

La presentazione a Mosca dell’edizione in lingua russa<br />

del libro sulla Traslazione della reliquia di san Nicola<br />

a Mosca e a San Pietroburgo (21 maggio-28 luglio 2017) 43<br />

VICARIATO GENERALE<br />

Le visite vicariali per l’anno <strong>2019</strong> 47<br />

5<br />

CURIA METROPOLITANA<br />

Cancelleria<br />

Nomine e decreti singolari 53<br />

Settore Presbiteri<br />

Discernere bene, discernere insieme 55<br />

Settore Evangelizzazione. Ufficio Missionario<br />

Vita di missione: tra quotidianità e speranza di futuro 59


Settore Carità. Ufficio per la pastorale della salute<br />

La celebrazione della XXVII Giornata mondiale del malato in diocesi 65<br />

CONSIGLI DIOCESANI<br />

Consiglio Presbiterale diocesano<br />

Verbale della riunione del 22 febbraio <strong>2019</strong> 75<br />

Consiglio Pastorale diocesano<br />

Verbale della riunione del 9 gennaio <strong>2019</strong> 79<br />

TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE PUGLIESE<br />

Relazione del Vicario giudiziale sulle attività del Tribunale per l’anno 2018 97<br />

SEMINARIO ARCIVESCOVILE<br />

La Giornata del Seminario (10 febbraio <strong>2019</strong>) 109<br />

AZIONE CATTOLICA ITALIANA<br />

Un anno di... AC 113<br />

PUBBLICAZIONI 119<br />

NELLA PACE DEL SIGNORE<br />

Don Luigi Armagno 129<br />

Don Rocco Silvio Pignataro 131<br />

DIARIO DELL’ARCIVESCOVO<br />

<strong>Gennaio</strong> <strong>2019</strong> 133<br />

Febbraio <strong>2019</strong> 136<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2019</strong> 138<br />

6


DOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE<br />

MAGISTERO PONTIFICIO<br />

Lettera apostolica in forma di motu proprio<br />

circa la Pontificia Commissione Ecclesia Dei<br />

Da oltre trent’anni la Pontificia Commissione Ecclesia Dei, istituita<br />

con il Motu proprio Ecclesia Dei adflicta, del 2 luglio 1988, ha assolto<br />

con sincera sollecitudine e lodevole premura al compito di collaborare<br />

coi Vescovi e coi Dicasteri della Curia Romana, nel facilitare la<br />

piena comunione ecclesiale dei sacerdoti, seminaristi, comunità o<br />

singoli religiosi e religiose, legati alla Fraternità fondata da Mons.<br />

Marcel Lefebvre, che desideravano rimanere uniti al Successore di<br />

Pietro nella Chiesa Cattolica, conservando le proprie tradizioni spirituali<br />

e liturgiche 1 .<br />

In tal modo, essa ha potuto esercitare la propria autorità e competenza<br />

a nome della Santa Sede su dette società e associazioni, fino<br />

a quando non si fosse diversamente provveduto 2 .<br />

Successivamente, in forza del Motu proprio Summorum Pontificum,<br />

del 7 luglio 2007, la Pontificia Commissione ha esteso l’autorità<br />

della Santa Sede su quegli Istituti e Comunità religiose, che avevano<br />

aderito alla forma straordinåaria del Rito romano e avevano<br />

assunto le precedenti tradizioni della vita religiosa, vigilando sull’osservanza<br />

e sull’applicazione delle disposizioni stabilite 3 .<br />

7<br />

1<br />

Cfr JOANNES PAULUS PP. II, Litterae Apostolicae ‘Motu proprio datae’, Ecclesia Dei adflicta’, 2 Iulii<br />

1988, AAS, LXXX (1988), 12 (15 Nov. 1988), 1495-1498, 6a.<br />

2<br />

Cfr Rescriptum ex Audientia Sanctissimi, 18 Oct. 1988, AAS, LXXXII (1990), 5 (3 Maii 1990),<br />

533-534, 6.<br />

3<br />

Cfr BENEDICTUS PP. XVI, Litterae Apostolicae ‘Motu proprio datae’, Summorum Pontificum, 7<br />

Iulii 2007, AAS, XCIX (2007), 9 (7 Sept. 2007), 777-781, 12.


8<br />

Due anni dopo, il mio Venerato Predecessore Benedetto XVI, col<br />

Motu proprio Ecclesiae unitatem, del 2 luglio 2009, ha riorganizzato<br />

la struttura della Pontificia Commissione, al fine di renderla più<br />

adatta alla nuova situazione venutasi a creare con la remissione<br />

della scomunica dei quattro Vescovi consacrati senza mandato<br />

pontificio. E, inoltre, ritenendo, che, dopo tale atto di grazia, le questioni<br />

trattate dalla medesima Pontificia Commissione fossero di<br />

natura primariamente dottrinale, Egli l’ha più organicamente legata<br />

alla Congregazione per la Dottrina della Fede, conservandone<br />

comunque le iniziali finalità, ma modificandone la struttura 4 .<br />

Ora, poiché la Feria IV della Congregazione per la Dottrina della<br />

Fede del 15 novembre 2017 ha formulato la richiesta che il dialogo<br />

tra la Santa Sede e la Fraternità Sacerdotale San Pio X venga condotto<br />

direttamente dalla menzionata Congregazione, essendo le<br />

questioni trattate di carattere dottrinale, alla quale richiesta ho<br />

dato la mia approvazione in Audientia al Prefetto il 24 successivo, e<br />

tale proposta ha avuto l’accoglienza della Sessione Plenaria della<br />

medesima Congregazione celebratasi dal 23 al 26 gennaio 2018,<br />

sono giunto, dopo ampia riflessione, alla seguente Decisione.<br />

Considerando mutate oggi le condizioni che avevano portato il<br />

santo Pontefice Giovanni Paolo II alla istituzione della Pontificia<br />

Commissione Ecclesia Dei;<br />

constatando che gli Istituti e le Comunità religiose che celebrano<br />

abitualmente nella forma straordinaria, hanno trovato oggi una<br />

propria stabilità di numero e di vita;<br />

prendendo atto che le finalità e le questioni trattate dalla Pontificia<br />

Commissione Ecclesia Dei sono di ordine prevalentemente dottrinale;<br />

desiderando che tali finalità si rendano sempre più evidenti alla<br />

coscienza delle comunità ecclesiali,<br />

colla presente Lettera Apostolica ‘Motu proprio data’<br />

delibero<br />

1. È soppressa la Pontificia Commissione Ecclesia Dei, istituita il<br />

2 luglio 1988 col Motu Proprio Ecclesia Dei adflicta.<br />

2. I compiti della Commissione in parola sono assegnati integralmente<br />

alla Congregazione per la Dottrina della Fede, in seno<br />

4<br />

Cfr BENEDICTUS PP. XVI, Litterae Apostolicae ‘Motu proprio datae’, Ecclesiae unitatem, 2 Iulii<br />

2009, AAS, CI (2009), 8 (7 Aug. 2009), 710-711, 5.


MAGISTERO PONTIFICIO<br />

alla quale verrà istituita una apposita Sezione impegnata a continuare<br />

l’opera di vigilanza, di promozione e di tutela fin qui condotta<br />

dalla soppressa Pontificia Commissione Ecclesia Dei.<br />

3. Il bilancio della Pontificia Commissione rientra nella contabilità<br />

ordinaria della menzionata Congregazione.<br />

Stabilisco, inoltre, che il presente Motu proprio, da osservarsi nonostante<br />

qualsiasi cosa contraria, anche se degna di particolare<br />

menzione, venga promulgato mediante pubblicazione sul quotidiano<br />

L’Osservatore Romano uscente il 19 gennaio <strong>2019</strong>, entrando in<br />

immediato vigore, e che successivamente sia inserito nel Commentario<br />

ufficiale della Santa Sede, Acta Apostolicae Sedis.<br />

Dato a Roma, presso San Pietro, il 17 gennaio <strong>2019</strong>,<br />

VI del nostro Pontificato<br />

Francesco<br />

9


DOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE<br />

MAGISTERO PONTIFICIO<br />

Lettera apostolica in forma di motu proprio<br />

sulla protezione dei minori e delle persone vulnerabili<br />

La tutela dei minori e delle persone vulnerabili fa parte integrante del<br />

messaggio evangelico che la Chiesa e tutti i suoi membri sono chiamati<br />

a diffondere nel mondo. Cristo stesso infatti ci ha affidato la cura e<br />

la protezione dei più piccoli e indifesi: «chi accoglierà un solo bambino<br />

come questo nel mio nome, accoglie me» (Mt 18,5). Abbiamo tutti,<br />

pertanto, il dovere di accogliere con generosità i minori e le persone<br />

vulnerabili e di creare per loro un ambiente sicuro, avendo riguardo in<br />

modo prioritario ai loro interessi. Ciò richiede una conversione continua<br />

e profonda, in cui la santità personale e l’impegno morale possano<br />

concorrere a promuovere la credibilità dell’annuncio evangelico e<br />

a rinnovare la missione educativa della Chiesa.<br />

Desidero, quindi, rafforzare ulteriormente l’assetto istituzionale e<br />

normativo per prevenire e contrastare gli abusi contro i minori e le<br />

persone vulnerabili affinché nella Curia Romana e nello Stato della<br />

Città del Vaticano:<br />

– sia mantenuta una comunità rispettosa e consapevole dei diritti e<br />

dei bisogni dei minori e delle persone vulnerabili, nonché attenta a<br />

prevenire ogni forma di violenza o abuso fisico o psichico, di abbandono,<br />

di negligenza, di maltrattamento o di sfruttamento che<br />

possano avvenire sia nelle relazioni interpersonali che in strutture<br />

o luoghi di condivisione;<br />

11


– maturi in tutti la consapevolezza del dovere di segnalare gli abusi<br />

alle Autorità competenti e di cooperare con esse nelle attività di<br />

prevenzione e contrasto;<br />

– sia efficacemente perseguito a norma di legge ogni abuso o maltrattamento<br />

contro minori o contro persone vulnerabili;<br />

– sia riconosciuto a coloro che affermano di essere stati vittima di<br />

sfruttamento, di abuso sessuale o di maltrattamento, nonché ai<br />

loro familiari, il diritto ad essere accolti, ascoltati e accompagnati;<br />

– sia offerta alle vittime e alle loro famiglie una cura pastorale<br />

appropriata, nonché un adeguato supporto spirituale, medico, psicologico<br />

e legale;<br />

– sia garantito agli imputati il diritto a un processo equo e imparziale,<br />

nel rispetto della presunzione di innocenza, nonché dei principi<br />

di legalità e di proporzionalità fra il reato e la pena;<br />

– venga rimosso dai suoi incarichi il condannato per aver abusato<br />

di un minore o di una persona vulnerabile e, al contempo, gli sia<br />

offerto un supporto adeguato per la riabilitazione psicologica e spirituale,<br />

anche ai fini del reinserimento sociale;<br />

– sia fatto tutto il possibile per riabilitare la buona fama di chi sia<br />

stato accusato ingiustamente;<br />

– sia offerta una formazione adeguata per la tutela dei minori e<br />

delle persone vulnerabili.<br />

Pertanto, con la presente Lettera stabilisco che:<br />

12<br />

1. I competenti organi giudiziari dello Stato della Città del Vaticano<br />

esercitano la giurisdizione penale anche in ordine ai reati di<br />

cui agli articoli 1 e 3 della Legge N. CCXCVII, sulla protezione dei<br />

minori e delle persone vulnerabili, del 26 marzo <strong>2019</strong>, commessi, in<br />

occasione dell’esercizio delle loro funzioni, dai soggetti di cui al<br />

punto 3 del Motu proprio «Ai nostri tempi», dell’11 luglio 2013.<br />

2. Fatto salvo il sigillo sacramentale, i soggetti di cui al punto 3 del<br />

Motu proprio «Ai nostri tempi», dell’11 luglio 2013, sono obbligati a<br />

presentare, senza ritardo, denuncia al promotore di giustizia presso<br />

il tribunale dello Stato della Città del Vaticano ogniqualvolta, nell’esercizio<br />

delle loro funzioni, abbiano notizia o fondati motivi per<br />

ritenere che un minore o una persona vulnerabile sia vittima di uno


MAGISTERO PONTIFICIO<br />

dei reati di cui all’articolo 1 della Legge N. CCXCVII, qualora commessi<br />

anche alternativamente:<br />

I. nel territorio dello Stato;<br />

II. in pregiudizio di cittadini o di residenti nello Stato;<br />

III. in occasione dell’esercizio delle loro funzioni, dai pubblici<br />

ufficiali dello Stato o dai soggetti di cui al punto 3 del Motu Proprio<br />

«Ai nostri tempi», dell’11 luglio 2013.<br />

3. Alle persone offese dai reati di cui all’articolo 1 della Legge n.<br />

CCXCVII è offerta assistenza spirituale, medica e sociale, compresa<br />

l’assistenza terapeutica e psicologica di urgenza, nonché informazioni<br />

utili di natura legale, tramite il Servizio di accompagnamento<br />

gestito dalla Direzione di Sanità e Igiene del Governatorato dello<br />

Stato della Città del Vaticano.<br />

4. L’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica organizza, di concerto<br />

con il Servizio di accompagnamento della Direzione di Sanità e<br />

Igiene, programmi di formazione per il personale della Curia<br />

Romana e delle Istituzioni collegate con la Santa Sede circa i rischi<br />

in materia di sfruttamento, di abuso sessuale e di maltrattamento<br />

dei minori e delle persone vulnerabili, nonché sui mezzi per identificare<br />

e prevenire tali offese e sull’obbligo di denuncia.<br />

5. Nella selezione e nell’assunzione del personale della Curia Romana<br />

e delle Istituzioni collegate con la Santa Sede, nonché di coloro<br />

che prestano collaborazione in forma volontaria, deve essere accertata<br />

l’idoneità del candidato ad interagire con i minori e con le persone<br />

vulnerabili.<br />

13<br />

6. I Dicasteri della Curia Romana e le Istituzioni collegate con la Santa<br />

Sede a cui abbiano accesso i minori o le persone vulnerabili adottano,<br />

con l’assistenza del Servizio di accompagnamento della Direzione di<br />

Sanità e Igiene, buone prassi e linee guida per la loro tutela.<br />

Stabilisco che la presente Lettera Apostolica in forma di Motu proprio


venga promulgata mediante la pubblicazione su L’Osservatore Romano<br />

e, successivamente, inserita negli Acta Apostolicae Sedis.<br />

Dispongo che quanto stabilito abbia pieno e stabile valore, anche<br />

abrogando tutte le disposizioni incompatibili, a partire dal primo<br />

giugno <strong>2019</strong>.<br />

Dato a Roma presso San Pietro, il 26 marzo dell’anno <strong>2019</strong>,<br />

settimo del Pontificato<br />

Francesco<br />

14


DOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE<br />

MAGISTERO PONTIFICIO<br />

Lettera al Presidente della Pontificia Accademia per la Vita<br />

in occasione del XXV anniversario della sua istituzione<br />

(11 febbraio 1994 – 11 febbraio <strong>2019</strong>)<br />

“Humana communitas”<br />

La comunità umana è il sogno di Dio fin da prima della creazione<br />

del mondo (cfr Ef 1,3-14). In essa il Figlio eterno generato da Dio ha<br />

preso carne e sangue, cuore e affetti. Nel mistero della generazione<br />

la grande famiglia dell’umanità può ritrovare sé stessa. Infatti, l’iniziazione<br />

famigliare alla fraternità tra le creature umane può essere<br />

considerata come un vero e proprio tesoro nascosto, in vista del<br />

riassetto comunitario delle politiche sociali e dei diritti umani, di<br />

cui oggi si sente forte necessità. Per questo occorre crescere nella<br />

consapevolezza della nostra comune discendenza dalla creazione e<br />

dall’amore di Dio. La fede cristiana confessa la generazione del<br />

Figlio come il mistero ineffabile dell’unità eterna di “far essere” e di<br />

“voler bene” che sta nell’intimità di Dio Uno e Trino. Il rinnovato<br />

annuncio di questa trascurata rivelazione può aprire un capitolo<br />

nuovo nella storia della comunità e della cultura umane, che oggi<br />

invocano – come «gemendo per dolori del parto» (cfr Rm 8,22) –<br />

una nuova nascita nello Spirito. Nel Figlio Unigenito si rivela la<br />

tenerezza di Dio e la sua volontà di riscatto di ogni umanità che si<br />

sente perduta, abbandonata, scartata, condannata senza remissione.<br />

Il mistero del Figlio eterno, fattosi uno di noi, sigilla una volta<br />

per tutte questa passione di Dio. Il mistero della sua Croce – «per<br />

noi e per la nostra salvezza» – e della sua Risurrezione – come «pri-<br />

15


mogenito di molti fratelli» (Rm 8,29) – dice fino a che punto questa<br />

passione di Dio è rivolta alla redenzione e al compimento della<br />

creatura umana.<br />

Dobbiamo restituire evidenza a questa passione di Dio per l’umana<br />

creatura e il suo mondo. Essa fu fatta da Dio a sua «immagine» –<br />

«maschio e femmina» la creò (cfr Gen 1,27) – come creatura spirituale<br />

e sensibile, consapevole e libera. La relazione tra l’uomo e la<br />

donna costituisce il luogo eminente in cui l’intera creazione diventa<br />

interlocutrice di Dio e testimone del suo amore. Questo nostro<br />

mondo è la dimora terrena della nostra iniziazione alla vita, il luogo<br />

e il tempo nel quale possiamo già iniziare a gustare la dimora celeste<br />

alla quale siamo destinati (cfr 2 Cor 5,1), ove vivremo in pienezza<br />

la comunione con Dio e con tutti. La famiglia umana è una comunità<br />

di origine e di destinazione, la cui riuscita «è nascosta, con<br />

Cristo, in Dio» (Col 3,1-4). In questo nostro tempo, la Chiesa è chiamata<br />

a rilanciare con forza l’umanesimo della vita che erompe da<br />

questa passione di Dio per la creatura umana. L’impegno a comprendere,<br />

promuovere e difendere la vita di ogni essere umano<br />

prende slancio da questo incondizionato amore di Dio. È la bellezza<br />

e l’attrattiva del Vangelo, che non riduce l’amore del prossimo<br />

all’applicazione di criteri di convenienza economica e politica né ad<br />

«alcuni accenti dottrinali o morali che procedono da determinate<br />

opzioni ideologiche» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 39).<br />

Una storia appassionata e feconda<br />

16<br />

Questa passione ha animato l’attività della Pontificia Accademia<br />

per la Vita fin dal momento della sua istituzione venticinque anni<br />

fa, da parte di san Giovanni Paolo II, dietro suggerimento del Servo<br />

di Dio e grande scienziato Jérôme Lejeune. Questi, lucidamente<br />

convinto della profondità e della rapidità dei cambiamenti in atto<br />

nel campo biomedico, ritenne opportuno sostenere un impegno<br />

più strutturato e organico su questo fronte. L’Accademia ha potuto<br />

così sviluppare iniziative di studio, formazione e informazione con<br />

l’obiettivo di rendere «manifesto che scienza e tecnica, poste al servizio<br />

della persona umana e dei suoi diritti fondamentali, contribuiscono<br />

al bene integrale dell’uomo e all’attuazione del progetto


MAGISTERO PONTIFICIO<br />

divino di salvezza (cfr Gaudium et spes, 35)» (GIOVANNI PAOLO II, Motu<br />

proprio Vitae mysterium, 11 febbraio 1994, 3). Rinnovato slancio ha<br />

impresso alle attività dell’Accademia l’elaborazione del nuovo<br />

Statuto (18 ottobre 2016). L’intento è di rendere la riflessione su<br />

questi temi sempre più attenta al contesto contemporaneo, in cui il<br />

ritmo crescente dell’innovazione tecnoscientifica e la globalizzazione<br />

moltiplicano le interazioni, da una parte, tra culture, religioni e<br />

saperi diversi, dall’altra, tra le molteplici dimensioni della famiglia<br />

umana e della casa comune che essa abita. «È urgente, perciò, intensificare<br />

lo studio e il confronto sugli effetti di tale evoluzione della<br />

società in senso tecnologico per articolare una sintesi antropologica<br />

che sia all’altezza di questa sfida epocale. L’area della vostra qualificata<br />

consulenza non può quindi essere limitata alla soluzione<br />

delle questioni poste da specifiche situazioni di conflitto etico,<br />

sociale o giuridico. L’ispirazione di condotte coerenti con la dignità<br />

della persona umana riguarda la teoria e la pratica della scienza e<br />

della tecnica nella loro impostazione complessiva in rapporto alla<br />

vita, al suo senso e al suo valore» (Discorso all’Assemblea generale della<br />

Pontificia Accademia per la Vita, 5 ottobre 2017).<br />

Degrado dell’umano e paradosso del “progresso”<br />

In questo momento della storia la passione per l’umano, per l’intera<br />

umanità, è in grave difficoltà. Le gioie delle relazioni familiari e<br />

della convivenza sociale appaiono profondamente logorate. La diffidenza<br />

reciproca dei singoli e dei popoli si nutre di una smodata<br />

ricerca del proprio interesse e di una competizione esasperata, che<br />

non rifugge dalla violenza. La distanza fra l’ossessione per il proprio<br />

benessere e la felicità dell’umanità condivisa sembra allargarsi:<br />

sino a far pensare che fra il singolo e la comunità umana sia ormai<br />

in corso un vero e proprio scisma. Nell’Enciclica Laudato si’ ho posto<br />

in luce lo stato di emergenza in cui si trova il nostro rapporto con<br />

la storia della terra e dei popoli. È un allarme provocato dalla poca<br />

attenzione accordata alla grande e decisiva questione dell’unità<br />

17


della famiglia umana e del suo futuro. L’erosione di questa sensibilità,<br />

ad opera delle potenze mondane della divisione e della guerra,<br />

è in crescita globale, con una velocità ben superiore a quella della<br />

produzione dei beni. Si tratta di una vera e propria cultura – anzi,<br />

sarebbe meglio dire di un’anti-cultura – dell’indifferenza per la<br />

comunità: ostile agli uomini e alle donne e alleata con la prepotenza<br />

del denaro.<br />

Questa emergenza rivela un paradosso: come è potuto accadere che,<br />

proprio nel momento della storia del mondo in cui le risorse economiche<br />

e tecnologiche disponibili ci consentirebbero di prenderci<br />

sufficientemente cura della casa comune e della famiglia umana,<br />

onorando la consegna di Dio stesso, proprio da esse, dalle risorse<br />

economiche e tecnologiche, vengono le nostre divisioni più aggressive<br />

e i nostri incubi peggiori? I popoli avvertono acutamente e<br />

dolorosamente, per quanto spesso confusamente, l’avvilimento spirituale<br />

– potremmo dire il nichilismo – che subordina la vita a un<br />

mondo e a una società succubi di questo paradosso. La tendenza ad<br />

anestetizzare questo profondo disagio, attraverso una cieca rincorsa<br />

al godimento materiale, produce la malinconia di una vita che<br />

non trova destinazione all’altezza della sua qualità spirituale.<br />

Dobbiamo riconoscerlo: gli uomini e le donne del nostro tempo<br />

sono spesso demoralizzati e disorientati, senza visione. Siamo un<br />

po’ tutti ripiegati su noi stessi. Il sistema del denaro e l’ideologia del<br />

consumo selezionano i nostri bisogni e manipolano i nostri sogni,<br />

senza alcun riguardo per la bellezza della vita condivisa e per l’abitabilità<br />

della casa comune.<br />

18<br />

Un ascolto responsabile<br />

Il popolo cristiano, raccogliendo il grido delle sofferenze dei popoli,<br />

deve reagire agli spiriti negativi che fomentano la divisione, l’indifferenza,<br />

l’ostilità. Deve farlo non soltanto per sé, ma per tutti. E<br />

deve farlo subito, prima che sia troppo tardi. La famiglia ecclesiale<br />

dei discepoli – e di tutti gli ospiti che cercano in essa le ragioni della<br />

speranza (cfr 1Pt 3,15) – è stata seminata sulla terra come «sacramento<br />

[…] dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere<br />

umano» (Lumen gentium, 1). La riabilitazione della creatura di Dio


MAGISTERO PONTIFICIO<br />

alla lieta speranza della sua destinazione deve diventare la passione<br />

dominante del nostro annuncio. È urgente che gli anziani credano<br />

di più ai loro “sogni” migliori; e che i giovani abbiano “visioni”<br />

capaci di spingerli a impegnarsi coraggiosamente nella storia (cfr Gl<br />

3,1). Una nuova prospettiva etica universale, attenta ai temi del<br />

creato e della vita umana, è l’obiettivo al quale dobbiamo puntare<br />

sul piano culturale. Non possiamo continuare sulla strada dell’errore<br />

perseguito in tanti decenni di decostruzione dell’umanesimo,<br />

confuso con una qualsiasi ideologia della volontà di potenza.<br />

Dobbiamo contrastare una simile ideologia, che si avvale dell’appoggio<br />

convinto del mercato e della tecnica, in favore dell’umanesimo.<br />

La differenza della vita umana è un bene assoluto, degno di<br />

essere eticamente presidiato, prezioso per la cura di tutta la creazione.<br />

Lo scandalo è il fatto che l’umanesimo contraddica sé stesso,<br />

invece di prendere ispirazione dall’atto dell’amore di Dio. La Chiesa<br />

per prima deve ritrovare la bellezza di questa ispirazione e fare la<br />

sua parte, con rinnovato entusiasmo.<br />

Un compito difficile per la Chiesa<br />

Siamo consapevoli di avere incontrato difficoltà, nella riapertura di<br />

questo orizzonte umanistico, anche in seno alla Chiesa. Per primi,<br />

dunque, ci interroghiamo sinceramente: le comunità ecclesiali, oggi,<br />

hanno una visione e danno una testimonianza all’altezza di questa<br />

emergenza dell’epoca presente? Sono seriamente concentrate sulla<br />

passione e sulla gioia di trasmettere l’amore di Dio per l’abitare dei<br />

suoi figli sulla Terra? O si perdono ancora troppo nei propri problemi<br />

e in timidi aggiustamenti che non superano la logica del compromesso<br />

mondano? Dobbiamo seriamente domandarci se abbiamo<br />

fatto abbastanza per offrire il nostro specifico contributo come cristiani<br />

a una visione dell’umano capace di sostenere l’unità della<br />

famiglia dei popoli nelle odierne condizioni politiche e culturali. O<br />

se addirittura ne abbiamo perso di vista la centralità, anteponendo<br />

le ambizioni della nostra egemonia spirituale sul governo della città<br />

19


secolare, chiusa su sé stessa e sui suoi beni, alla cura della comunità<br />

locale, aperta all’ospitalità evangelica per i poveri e i disperati.<br />

Costruire una fraternità universale<br />

20<br />

È tempo di rilanciare una nuova visione per un umanesimo fraterno<br />

e solidale dei singoli e dei popoli. Noi sappiamo che la fede e l’amore<br />

necessari per questa alleanza attingono il loro slancio dal<br />

mistero della redenzione della storia in Gesù Cristo, nascosto in<br />

Dio fin da prima della creazione del mondo (cfr Ef 1,7-10; 3,9-11;<br />

Col 1,13-14). E sappiamo anche che la coscienza e gli affetti della<br />

creatura umana non sono affatto impermeabili, né insensibili alla<br />

fede e alle opere di questa fraternità universale, seminata dal<br />

Vangelo del Regno di Dio. Dobbiamo rimetterla in primo piano.<br />

Perché una cosa è sentirsi costretti a vivere insieme, altra cosa è<br />

apprezzare la ricchezza e la bellezza dei semi di vita comune che<br />

devono essere cercati e coltivati insieme. Una cosa è rassegnarsi a<br />

concepire la vita come lotta contro mai finiti antagonisti, altra cosa<br />

è riconoscere la famiglia umana come segno della vitalità di Dio<br />

Padre e promessa di una destinazione comune al riscatto di tutto<br />

l’amore che, già ora, la tiene in vita.<br />

Tutte le vie della Chiesa conducono all’uomo, come ha solennemente<br />

proclamato il santo Papa Giovanni Paolo II nella sua Enciclica inaugurale<br />

(Redemptor hominis, 1979). Prima di lui san Paolo VI aveva ricordato,<br />

anch’egli nell’Enciclica programmatica e secondo la lezione del<br />

Concilio, che la familiarità della Chiesa si estende per cerchi concentrici<br />

ad ogni uomo: persino a chi si ritiene estraneo alla fede e all’adorazione<br />

di Dio (cfr Enc. Ecclesiam suam, 1964). La Chiesa ospita e custodisce<br />

i segni della benedizione e della misericordia che sono destinati<br />

da Dio per ogni essere umano che viene in questo mondo.<br />

Riconoscere i segni di speranza<br />

In questa missione ci sono di incoraggiamento i segni dell’operare di<br />

Dio nel tempo attuale. Essi vanno riconosciuti, evitando che l’orizzonte<br />

venga oscurato dagli aspetti negativi. In questa ottica san Gio-


MAGISTERO PONTIFICIO<br />

vanni Paolo II registrava i gesti di accoglienza e di difesa della vita<br />

umana, il diffondersi di una sensibilità contraria alla guerra e alla<br />

pena di morte, una crescente attenzione alla qualità della vita e all’ecologia.<br />

Egli indicava anche fra i segni di speranza la diffusione della<br />

bioetica, come «riflessione e dialogo – tra credenti e non credenti,<br />

come pure tra credenti di diverse religioni – su problemi etici, anche<br />

fondamentali, che interessano la vita dell’uomo» (Enc. Evangelium<br />

vitae, 25 marzo 1995, 27). La comunità scientifica della Pontificia<br />

Accademia per la Vita ha mostrato, nei suoi venticinque anni di storia,<br />

di inscriversi precisamente in questa prospettiva, offrendo il proprio<br />

apporto alto e qualificato. Ne sono testimonianza l’impegno per<br />

la promozione e la tutela della vita umana in tutto l’arco del suo svolgersi,<br />

la denuncia dell’aborto e della soppressione del malato come<br />

mali gravissimi, che contraddicono lo Spirito della vita e ci fanno<br />

sprofondare nell’anti-cultura della morte. Su questa linea occorre<br />

certamente continuare, con attenzione ad altre provocazioni che la<br />

congiuntura contemporanea offre per la maturazione della fede, per<br />

una sua più profonda comprensione e per più adeguata comunicazione<br />

agli uomini di oggi.<br />

Il futuro dell’Accademia<br />

Dobbiamo anzitutto abitare la lingua e le storie degli uomini e<br />

delle donne del nostro tempo, inserendo l’annuncio evangelico<br />

nell’esperienza concreta, come il Concilio Vaticano II ci ha indicato<br />

autore-volmente. Per cogliere il senso della vita umana, l’esperienza<br />

a cui riferirsi è quella che si può riconoscere nella dinamica<br />

della generazione. Si eviterà così di ridurre la vita o a un concetto<br />

solamente biologico o a un universale astratto dalle relazioni e<br />

dalla storia. L’appartenenza originaria alla carne precede e rende<br />

possibile ogni ulteriore consapevolezza e riflessione, scongiurando<br />

la pretesa del soggetto di essere origine a sé stesso. Possiamo solo<br />

diventare consapevoli di essere in vita una volta che già l’abbiamo<br />

ricevuta, prima di ogni nostra intenzione e decisione. Vivere signi-<br />

21


22<br />

fica necessariamente essere figli, accolti e curati, anche se talvolta<br />

in modo inadeguato.<br />

«Appare allora ragionevole gettare un ponte tra quella cura che si è<br />

ricevuta fin dall’inizio della vita, e che ha consentito ad essa di dispiegarsi<br />

in tutto l’arco del suo svolgersi, e la cura da prestare<br />

responsabilmente agli altri. […] Questo prezioso legame sta a presidio<br />

di una dignità, umana e teologale, che non cessa di vivere, neppure<br />

con la perdita della salute, del ruolo sociale e del controllo sul<br />

proprio corpo» (Lettera del Cardinale Segretario di Stato in occasione del<br />

Convegno sulle cure palliative, 28 febbraio 2018).<br />

Noi sappiamo bene che la soglia del rispetto fondamentale della<br />

vita umana è violata oggi in modi brutali non solo da comportamenti<br />

individuali, ma anche dagli effetti di scelte e di assetti strutturali.<br />

L’organizzazione del profitto e il ritmo di sviluppo delle tecnologie<br />

offrono inedite possibilità di condizionare la ricerca biomedica,<br />

l’orientamento educativo, la selezione dei bisogni, la qualità<br />

umana dei legami. La possibilità di indirizzare lo sviluppo economico<br />

e il progresso scientifico all’alleanza dell’uomo e della<br />

donna, per la cura dell’umanità che ci è comune e per la dignità<br />

della persona umana, attinge certamente a un amore per la creazione<br />

che la fede ci aiuta ad approfondire e a illuminare. La prospettiva<br />

della bioetica globale, con la sua visione ampia e l’attenzione<br />

all’impatto dell’ambiente sulla vita e sulla salute, costituisce una<br />

notevole opportunità per approfondire la nuova alleanza del<br />

Vangelo e della creazione.<br />

La comunanza nell’unico genere umano impone un approccio globale<br />

e chiede a noi tutti di affrontare le domande che si pongono<br />

nel dialogo tra le diverse culture e società che, nel mondo di oggi,<br />

sono sempre più strettamente a contatto. Possa l’Accademia per la<br />

Vita essere luogo coraggioso di questo confronto e dialogo a servizio<br />

del bene di tutti. Non abbiate paura di elaborare argomentazioni<br />

e linguaggi che siano spendibili in un dialogo interculturale e<br />

interreligioso, oltre che interdisciplinare. Partecipate alla riflessione<br />

sui diritti umani, che costituiscono uno snodo centrale nella<br />

ricerca di criteri universalmene condivisibili. È in gioco la comprensione<br />

e la pratica di una giustizia che mostri il ruolo irrinunciabile<br />

della responsabilità nel discorso sui diritti umani e la loro stretta<br />

correlazione con i doveri, a partire dalla solidarietà con chi è mag-


MAGISTERO PONTIFICIO<br />

giormente ferito e sofferente. Papa Benedetto XVI ha molto insistito<br />

sull’importanza di «sollecitare una nuova riflessione su come i<br />

diritti presuppongano doveri senza i quali si trasformano in arbitrio.<br />

Si assiste oggi a una pesante contraddizione. Mentre, per un<br />

verso, si rivendicano presunti diritti, di carattere arbitrario e voluttuario,<br />

con la pretesa di vederli riconosciuti e promossi dalle strutture<br />

pubbliche, per l’altro verso, vi sono diritti elementari e fondamentali<br />

disconosciuti e violati nei confronti di tanta parte dell’umanità»,<br />

fra i quali il Papa emerito menziona «la mancanza di cibo,<br />

di acqua potabile, di istruzione di base o di cure sanitarie elementari»<br />

(Enc. Caritas in veritate, 43).<br />

Un ulteriore fronte su cui occorre sviluppare la riflessione è quello<br />

delle nuove tecnologie oggi definite “emergenti e convergenti”. Esse<br />

includono le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, le<br />

biotecnologie, le nanotecnologie, la robotica. Avvalendosi dei risultati<br />

ottenuti dalla fisica, dalla genetica e dalle neuroscienze, come<br />

pure della capacità di calcolo di macchine sempre più potenti, è<br />

oggi possibile intervenire molto profondamente nella materia<br />

vivente. Anche il corpo umano è suscettibile di interventi tali che<br />

possono modificare non solo le sue funzioni e prestazioni, ma<br />

anche le sue modalità di relazione, sul piano personale e sociale,<br />

esponendolo sempre più alle logiche del mercato. Occorre quindi<br />

anzitutto comprendere le trasformazioni epocali che si annunciano<br />

su queste nuove frontiere, per individuare come orientarle al servizio<br />

della persona umana, rispettando e promuovendo la sua intrinseca<br />

dignità. Un compito assai esigente, data la complessità e l’incertezza<br />

sugli sviluppi possibili, che richiede un discernimento<br />

ancora più attento di quanto è abitualmente auspicabile. Un discernimento<br />

che possiamo definire come «il sincero lavoro della coscienza,<br />

nel proprio impegno di conoscere il bene possibile in base<br />

a cui decidersi responsabilmente nel corretto esercizio della ragione<br />

pratica» (Sinodo dei Vescovi dedicato ai Giovani, Documento finale,<br />

27 ottobre 2018, 109). Un percorso di ricerca e di valutazione che<br />

avviene quindi attraverso le dinamiche della coscienza morale e che<br />

per il credente si svolge all’interno e alla luce della relazione con il<br />

23


Signore Gesù, assumendo la sua intenzionalità nell’agire e i suoi<br />

criteri di scelta (cfr Fil 2,5).<br />

La medicina e l’economia, la tecnologia e la politica che vengono<br />

elaborate al centro della moderna città dell’uomo, devono rimanere<br />

esposte anche e soprattutto al giudizio che viene pronunciato dalle<br />

periferie della terra. Di fatto, le molte e straordinarie risorse messe<br />

a disposizione della creatura umana dalla ricerca scientifica e tecnologica<br />

rischiano di oscurare la gioia della condivisione fraterna e<br />

la bellezza delle imprese comuni, dal cui servizio ricavano in realtà<br />

il loro autentico significato. Dobbiamo riconoscere che la fraternità<br />

rimane la promessa mancata della modernità. Il respiro universale<br />

della fraternità che cresce nel reciproco affidamento – all’interno<br />

della cittadinanza moderna, come fra i popoli e le nazioni –<br />

appare molto indebolito. La forza della fraternità, che l’adorazione<br />

di Dio in spirito e verità genera fra gli umani, è la nuova frontiera<br />

del cristianesimo. Ogni dettaglio della vita del corpo e dell’anima in<br />

cui lampeggiano l’amore e il riscatto della nuova creatura che si va<br />

formando in noi, sorprende come il vero e proprio miracolo di una<br />

risurrezione già in atto (cfr Col 3,1-2). Il Signore ci doni di moltiplicare<br />

questi miracoli! La testimonianza di san Francesco d’Assisi,<br />

con la sua capacità di riconoscersi fratello di tutte le creature terrestri<br />

e celesti, ci ispiri nella sua perenne attualità. Il Signore vi conceda<br />

di essere pronti per questa nuova fase della missione, con le lampade<br />

cariche di olio dello Spirito, per illuminare la strada e guidare<br />

i vostri passi. I piedi di coloro che portano il lieto annuncio dell’amore<br />

di Dio per la vita di ciascuno e di tutti coloro che abitano la<br />

terra sono bellissimi (cfr Is 52,7; Rm 10,15).<br />

24<br />

Dal Vaticano, 6 gennaio <strong>2019</strong><br />

Francesco


DOCUMENTI DELLA CHIESA ITALIANA<br />

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />

Consiglio permanente<br />

Comunicato finale dei lavori<br />

della sessione invernale<br />

(Roma, 14-16 gennaio <strong>2019</strong>)<br />

1. Metodo e contenuti<br />

La volontà di non limitarsi a rincorrere l’attualità, ma affrontarla<br />

con lo sguardo di Pastori, animati dalla responsabilità di assicurare<br />

il contributo dell’esperienza cristiana, quindi dell’annuncio e della<br />

testimonianza evangelica: a partire da questa consapevolezza i<br />

membri del Consiglio Permanente hanno ripreso e approfondito<br />

l’Introduzione proposta dal Cardinale Presidente in apertura dei<br />

lavori. È stato condiviso, innanzitutto, il richiamo a un metodo, che<br />

– a partire da un’idea forte e da luoghi di elaborazione culturale,<br />

discernimento e verifica – aiuti ad affrontare una stagione segnata<br />

da smarrimento e confusione. La finalità di tale metodo – è stato<br />

evidenziato – ha a che fare con il superamento dei luoghi comuni,<br />

delle risposte frettolose, dei richiami gridati, del linguaggio incattivito.<br />

Condizione della sua riuscita è il ritorno a un fondamento spirituale,<br />

in particolare a quel respiro biblico di cui Papa Francesco<br />

non cessa di essere interprete e che consente di coinvolgersi appieno<br />

nella realtà, arrivando anche a denunciarne le storpiature.<br />

L’analisi dei Vescovi ha dato voce alla domanda di vita che sale dalla<br />

gente: è domanda di opportunità per i giovani, di lavoro, di accesso<br />

25


ai servizi e alle cure sanitarie, di qualità ambientale. Ancora, è<br />

domanda di superamento delle condizioni di sofferenza, legate<br />

all’usura, alla sopraffazione mafiosa, alla dipendenza dal gioco e da<br />

Internet. Infine, è domanda di accoglienza, incarnata soprattutto<br />

dai migranti: oggi rappresentano un dramma umanitario, dal quale<br />

la Chiesa si sente interpellata in modo inderogabile nella sua coscienza<br />

e nella sua missione.<br />

Al riguardo, il Consiglio Permanente ha ribadito il rifiuto di parole<br />

e atteggiamenti di esclusione, che considerano l’altro come un pericolo<br />

o una minaccia; ha valorizzato la risposta generosa e nascosta<br />

offerta da tante comunità, in collaborazione propositiva con le Istituzioni;<br />

ha ricordato la necessità di far viaggiare l’accoglienza con<br />

l’integrazione. Davanti a questo fenomeno epocale, i Vescovi rilanciano<br />

il loro impegno per sollecitare una risposta concreta ed equa<br />

da parte dell’Unione Europea.<br />

Altro tema ampiamente condiviso dai membri del Consiglio Permanente<br />

è l’urgenza di una proposta formativa, che abbia a cuore<br />

la città e il bene comune. Le scelte politiche – è stato sottolineato<br />

dai Vescovi – non si improvvisano: necessitano di una spiritualità<br />

armoniosa e di luoghi di riflessione e animazione, in cui maturare<br />

la visione della centralità della persona e la capacità di misurarsi<br />

con i problemi reali.<br />

In questa prospettiva, anche le prossime elezioni europee sono viste<br />

come un’opportunità per favorire una partecipazione consapevole<br />

e responsabile.<br />

2. Orientamenti, condivisione di sguardo e d’impegno<br />

26<br />

L’anno che si apre porta a conclusione la parabola del decennio,<br />

dalla CEI dedicato a raccogliere nella sua «radicalità e ampiezza» la<br />

domanda educativa. Muovendo da una sintetica rilettura dei passi<br />

che ne hanno scandito gli Orientamenti pastorali, il Consiglio Permanente<br />

ha espresso la convinzione che l’impegno educativo della<br />

Chiesa italiana – nei vari ambiti della vita personale e comunitaria<br />

– sia da considerarsi tutt’altro che finito. Il contesto culturale,<br />

infatti, rimane segnato da un triste individualismo, da un realismo<br />

emotivo, da un secolarismo che non soddisfa.


CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />

Su questo sfondo, sono emerse alcune prime proposte per i prossimi<br />

Orientamenti pastorali, con cui continuare a costruire condivisione<br />

di sguardo e d’impegno tra le Chiese che sono in Italia: Sfida<br />

antropologica; Relazione tra presbiteri e laici, per comunità che superino<br />

dualismi e contrapposizioni; Crisi spirituale e cura della vita interiore, in<br />

ascolto dello Spirito Santo e del volto dell’altro per un rinnovato dono di santità;<br />

Sinodalità, forma di Chiesa; Orizzonte di speranza.<br />

Tra i destinatari è stato ipotizzato di dedicare un’attenzione particolare<br />

a quella fase delicata della vita che è la pre-adolescenza.<br />

Richiede – e i Vescovi l’hanno sottolineato come urgenza – educatori<br />

e formatori disponibili a coinvolgersi con una generazione pienamente<br />

partecipe della rivoluzione digitale.<br />

Con le loro proposte i Vescovi hanno così iniziato a porre le basi per<br />

prospettare l’itinerario futuro, individuarne le coordinate e definirne<br />

contenuti e scansione temporale. A tale riguardo, sono emerse<br />

prospettive diverse: da chi – rispetto ai ritmi accelerati di trasformazione<br />

che interessano la società e la stessa comunità ecclesiale – si<br />

orienta su un arco di durata breve (3-5 anni), a chi, per le stesse<br />

ragioni, avverte ancor più l’importanza di abbracciare un orizzonte<br />

ampio, all’interno del quale possono trovare collocazione sottolineature<br />

particolari.<br />

Nel prospettarsi della fine del decennio, è stata avvertita l’importanza<br />

di mettere a punto anche alcune indicazioni precise. A titolo<br />

esemplificativo, è stata ricordata l’Esortazione apostolica postsinodale<br />

Amoris laetitia, con l’invito a dare orientamenti sui padrini<br />

della Confermazione e del Battesimo; il rapporto con la scuola, a<br />

partire dall’insegnamento della religione cattolica e dalla necessaria<br />

chiarificazione di alcuni aspetti normativi; l’Università, con la sottolineatura<br />

dell’opportunità di promuovere una relazione più stretta<br />

con la Cattolica; la formazione dei formatori dei presbiteri.<br />

In tema di educazione, i Vescovi hanno condiviso la proposta di un<br />

percorso che prepari un evento a carattere nazionale, dedicato al<br />

tema Educare ancora, da tenersi dal 19 al 21 marzo 2020. Nei prossimi<br />

mesi di settembre, ottobre e novembre si intende promuovere<br />

tre seminari tematici, attorno ai quali riunire un certo numero di<br />

27


esperti qualificati in altrettanti ambiti: sull’educazione cristiana, in<br />

riferimento alla formazione umana del credente; sull’educazione<br />

socio-culturale promossa da agenzie o ambienti quali lo sport, l’arte,<br />

i luoghi di socializzazione e di vita quotidiana, fra cui i social<br />

network; infine, sull’educazione nel mondo scolastico. L’intero percorso<br />

– promosso dalla Commissione Episcopale per l’educazione<br />

cattolica, la scuola e l’università – è pensato in collaborazione con i<br />

diversi Uffici della Segreteria generale.<br />

3. Servizio tutela minori, approvato il Regolamento<br />

28<br />

Il Consiglio Permanente ha approvato il Regolamento del Servizio nazionale<br />

per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili nella Chiesa.<br />

Finalità del Servizio è l’offerta di un supporto in questo ambito alla<br />

Conferenza Episcopale Italiana, alle Chiese particolari, agli Istituti<br />

di vita consacrata e Società di vita apostolica, alle associazioni e alle<br />

aggregazioni ecclesiali. Tra i suoi compiti, il consiglio e il supporto<br />

alla CEI, ai Vescovi e ai Superiori Maggiori; la promozione e l’accompagnamento<br />

delle attività dei Servizi regionali e inter-diocesani;<br />

lo studio e la proposta di contenuti informativi e formativi, oltre<br />

che di strumenti operativi per consolidare nelle comunità ecclesiali<br />

una cultura della tutela dei minori, per rafforzare la sicurezza dei<br />

luoghi ecclesiali frequentati dai minori, per formare tutti gli operatori<br />

pastorali e prevenire ogni forma di abuso.<br />

La struttura del Servizio prevede: un Presidente; un Coordinatore; un<br />

Consiglio di Presidenza; una Consulta nazionale. Opera in collegamento<br />

con gli altri Uffici e Servizi della Segreteria generale e in collaborazione<br />

con la Pontificia Commissione per la tutela dei minori.<br />

Il Consiglio Permanente ha nominato Presidente del Servizio nazionale<br />

S.E. Mons. Lorenzo Ghizzoni, attuale Presidente della Commissione<br />

tutela minori della CEI e referente CEI della Pontificia Commissione<br />

per la tutela dei minori.<br />

Ai Vescovi sono state presentate anche le indicazioni per la costituzione<br />

dei Servizi regionali e inter-diocesani. L’obiettivo di tali Servizi,<br />

in sinergia con il Servizio Nazionale (SNTM), è quello di contribuire<br />

a diffondere in modo concreto una cultura della prevenzione, fornire<br />

strumenti di formazione e informazione e protocolli procedurali


CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />

aggiornati. Di non meno rilievo è il fatto che accanto ad un livello<br />

nazionale e un livello interdiocesano, possa esserci sempre, a livello<br />

locale, un referente diocesano di supporto al Vescovo.<br />

4. Terremoto, non solo macerie<br />

Il Consiglio Permanente ha espresso vicinanza – che si tradurrà in<br />

solidarietà concreta – alle Diocesi di Catania e di Acireale, colpite nel<br />

periodo natalizio da scosse di terremoto che hanno compromesso<br />

pesantemente case e chiese. La Presidenza della CEI si impegna a sollecitare<br />

il Governo anche per la situazione in cui versa il Centro Italia,<br />

dove le promesse di ricostruzione sono rimaste ancora inevase.<br />

5. La Bibbia, tesoro nascosto<br />

Nella Lettera apostolica Misericordia et misera, posta a conclusione<br />

del Giubileo straordinario della Misericordia, Papa Francesco ricordava<br />

che «attraverso la Sacra Scrittura, mantenuta viva dalla fede<br />

della Chiesa, il Signore continua a parlare alla sua Sposa e le indica<br />

i sentieri da percorrere» (n. 7). A fronte di questa «inesauribile ricchezza»,<br />

il Santo Padre confidava il suo «vivo desiderio che la<br />

Parola di Dio sia sempre più celebrata, conosciuta e diffusa» e invitava,<br />

quindi, ogni comunità a dedicarle una domenica.<br />

Raccogliendo questa indicazione, il Consiglio Permanente affida a<br />

ciascuna Diocesi la responsabilità di promuovere ogni anno in<br />

maniera creativa tale iniziativa. I Vescovi hanno osservato che, in un<br />

tempo di analfabetismo religioso diffuso, l’evento biblico acquista<br />

una forte valenza culturale e aiuta gli stessi fedeli a quella conoscenza<br />

delle Scritture che è elemento centrale per essere cristiani.<br />

29


6. Varie<br />

30<br />

Il Consiglio Permanente ha individuato il tema principale della<br />

prossima Assemblea generale della CEI, che si terrà a Roma dal 20<br />

al 23 maggio <strong>2019</strong>: Modalità e strumenti per una nuova presenza missionaria.<br />

Nel fare questa scelta – il cui titolo potrà essere meglio precisato<br />

– i Vescovi si sono posti in sintonia con l’intuizione di Papa<br />

Francesco di un mese missionario straordinario nell’ottobre <strong>2019</strong>,<br />

indetto «al fine di risvegliare maggiormente la consapevolezza della<br />

missio ad gentes e di riprendere con nuovo slancio la trasformazione<br />

missionaria della vita e della pastorale». Facendo eco all’Evangelii<br />

gaudium, hanno anche rimarcato come la missione richieda convinzione,<br />

ardore e passione; è annuncio del Regno, da declinare in ogni<br />

ambito della vita quotidiana.<br />

In risposta alla richiesta della Segreteria generale del Sinodo dei<br />

Vescovi, il Consiglio Permanente ha approvato la proposta di tre<br />

temi, concernenti l’argomento su cui impostare la prossima<br />

Assemblea generale ordinaria (2021). Eccoli, in ordine di rilevanza:<br />

Il Vangelo sociale: giustizia, lavoro ed ecologia integrale; Il ministero ordinato:<br />

formazione per nuove modalità di presenza e cura pastorale; Collegialità<br />

e sinodalità. Con quelli provenienti dalle altre Conferenze Episcopali,<br />

sono affidati al discernimento del Santo Padre.<br />

Nel corso dei lavori sono state affrontate alcune questioni relative<br />

agli Istituti diocesani per il sostentamento del clero. Nello specifico,<br />

è stata condivisa l’adozione e la messa in atto di nuovi principi<br />

contabili, nella linea di una trasparenza sempre maggiore nella<br />

redazione dei bilanci.<br />

I Vescovi hanno provveduto ad aggiornare le tabelle parametriche<br />

dei costi per la costruzione di nuovi edifici di culto. Rispetto al<br />

2015 – anno della precedente revisione – esse sono state riviste,<br />

applicando alle singole voci di costo unitario l’incremento dell’1% e<br />

aumentando del 15% i costi unitari parametrici relativi all’edificio<br />

chiesa, nei casi in cui la Diocesi intraprenda un processo di accompagnamento<br />

con l’Ufficio Nazionale.<br />

Il Consiglio permanente ha approvato sia la data del prossimo<br />

Congresso Eucaristico Nazionale, che si svolgerà a Matera dal 16 al<br />

19 settembre 2021, come pure alcune modifiche allo statuto dell’Associazione<br />

privata di fedeli Rinnovamento nello Spirito Santo.


CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />

7. Nomine<br />

Nel corso dei lavori, il Consiglio Episcopale Permanente ha provveduto<br />

alle seguenti nomine:<br />

– Presidente del Servizio Nazionale per la tutela dei minori: S.E.R.<br />

Mons. Lorenzo GHIZZONI, Arcivescovo di Ravenna-Cervia e Referente<br />

CEI della Pontificia Commissione per la tutela dei minori.<br />

– Assistente ecclesiastico generale dell’Associazione Guide e Scouts<br />

Cattolici Italiani (AGESCI): padre Roberto DEL RICCIO, SJ.<br />

– Assistente ecclesiastico nazionale Formazione Capi dell’Associazione<br />

Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI): don Luca ALBIZZI,<br />

(Fiesole).<br />

– Presidente nazionale dell’Associazione Familiari del Clero: sig.ra<br />

Brunella CAMPEDELLI.<br />

– Assistente ecclesiastico nazionale dell’Associazione Familiari del<br />

Clero: don Pier Giulio DIACO (Cesena - Sarsina).<br />

– Assistenti nazionali dell’Associazione Italiana Guide e Scouts<br />

d’Europa Cattolici (AIGSEC):<br />

* per la Branca Lupetti: don Lorenzo MAGARELLI (Trieste);<br />

* per la Branca Esploratori: don Marco DECESARIS<br />

(Terni - Narni - Amelia);<br />

* per la Branca Rover: don Nicola Felice ABBATTISTA<br />

(Molfetta - Ruvo - Giovinazzo - Terlizzi);<br />

* per la Branca Coccinelle: padre Peter DUBOVSKY, SJ;<br />

* per la Branca Guide: don Stefano ZENI (Trento);<br />

* per la Branca Scolte: don Zbigniew Szczepan FORMELLA, SDB.<br />

* * *<br />

31<br />

Inoltre la Presidenza, nella riunione del 14 gennaio <strong>2019</strong>, ha proceduto<br />

alle seguenti nomine:<br />

– Membro della Commissione Episcopale per la dottrina della fede,<br />

l’annuncio e la catechesi: S.E.R. Mons. Giuseppe CAVALLOTTO, Vescovo<br />

emerito di Cuneo e di Fossano.<br />

– Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa


32<br />

Cattolica: S.E.R. Mons. Donato NEGRO, Presidente; dott.ssa Maria<br />

Grazia BAMBINO, Segretaria; dott. Matteo CALABRESI; Mons. Giuseppe<br />

BATURI, Sottosegretario della CEI; don Ivan MAFFEIS, Sottosegretario<br />

della CEI; don Graziano DONÀ (Ferrara-Comacchio); prof. Giorgio<br />

FELICIANI; dott.ssa Emanuela VINAI.<br />

– Segretario del Comitato per i Congressi eucaristici nazionali: don<br />

Antonio DI LEO (Matera-Irsina).<br />

– Membri del Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica:<br />

a) Membri designati dai rispettivi organismi:<br />

– per la CISM: don Roberto DAL MOLIN;<br />

– per l’USMI: suor Anna Monia ALFIERI;<br />

– per la FISM: don Gesualdo PURZIANI; dott.ssa Biancamaria GIRAR-DI;<br />

dott.ssa Lucia STOPPINI; dott. Antonio TRANI; dott. Giannino ZANFISI;<br />

avv. Stefano GIORDANO;<br />

– per la FIDAE: suor Clara BIELLA; prof. Francis CONTESSOTTO; padre<br />

Vitangelo Carlo Maria DENORA; suor Mariella D’IPPOLITO;<br />

– per la CONFAP: suor Lauretta VALENTE;<br />

– per l’AGESC: dott. Claudio MASOTTI;<br />

b) Membri di diritto:<br />

– S.E.R. Mons. Mariano CROCIATA, Presidente della Commissione<br />

Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università;<br />

– prof. Ernesto DIACO, Direttore dell’Ufficio Nazionale per l’educazione,<br />

la scuola e l’università;<br />

– prof. Sergio CICATELLI, Coordinatore scientifico del Centro Studi<br />

per la Scuola Cattolica;<br />

– dott. Luigi MORGANO, Segretario Nazionale FISM;<br />

– prof.ssa Virginia KALADICH, Presidente Nazionale FIDAE;<br />

– dott. Giancarlo FRARE, Presidente Nazionale AGESC;<br />

– padre Francesco CICCIMARRA, Presidente Nazionale AGIDAE;<br />

– don Massimiliano SABBADINI, Presidente Nazionale CONFAP;<br />

c) membri di libera nomina:<br />

– dott.ssa Paola VACCHINA; avv. Marco MASI; Jacopo GRASSO; Comm.<br />

Liliana BERIOZZA; don Guglielmo MALIZIA.<br />

Roma, 16 gennaio <strong>2019</strong>


CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />

Consiglio permanente<br />

Comunicato finale dei lavori<br />

della sessione primaverile<br />

(Roma, 1-3 aprile <strong>2019</strong>)<br />

1. Insieme per camminare<br />

La famiglia, i giovani, il lavoro: gli ambiti su cui si è soffermata<br />

l’Introduzione del Cardinale Presidente – e, anche, i poveri, i migranti,<br />

la cultura e l’ambiente – sono stati ampiamente ripresi nel confronto<br />

tra i membri del Consiglio Permanente, che vi hanno riconosciuto<br />

i contenuti rispetto ai quali la sinodalità è chiamata a prendere<br />

forma. Gli interventi hanno evidenziato come essa richieda un<br />

profondo respiro ecclesiale; chiami in gioco il rapporto con la collegialità;<br />

viva di un coinvolgimento convinto del laicato, in forza della<br />

comune chiamata battesimale. A frenare tale dinamismo – è stato<br />

evidenziato – concorrono più fattori: l’individualismo, il clericalismo,<br />

la staticità e le resistenze che nascono dalla paura del nuovo. Di<br />

qui la consapevolezza della necessità di un lavoro formativo, che<br />

porti le comunità cristiane a un cambio di mentalità, a sostenere con<br />

convinzione processi di partecipazione nella vita ordinaria e ad una<br />

presenza effettiva dei laici nel tessuto della società. È emersa la<br />

preoccupazione per il rischio di fermarsi sul piano delle intenzioni:<br />

anche la proposta avanzata da alcuni vescovi di un Sinodo della<br />

Chiesa italiana – da prepararsi nelle diocesi e alle diocesi poi tornare<br />

– è intesa essenzialmente come occasione per legare la riflessione<br />

alla concretezza, a partire da un’esperienza che aiuti innanzitutto i<br />

credenti a riconciliarsi, superando contrapposizioni sterili, e a ritrovarsi<br />

in una corresponsabilità ecclesiale e sociale.<br />

Tra gli altri temi emersi, la riduzione del numero delle diocesi, dove<br />

la disponibilità a un nuovo confronto si unisce alla richiesta di<br />

ascolto e coinvolgimento delle Conferenze Episcopali regionali; la<br />

33


disoccupazione, che rimane diffusa e preoccupante, a fronte anche<br />

di un lavoro che – in nome della flessibilità – rischia di non assicurare<br />

condizioni per un progetto di vita; la questione delle autonomie<br />

regionali, nel richiamo a evitare che sfoci in frazionamento o<br />

separatismo, dando luogo a una cittadinanza diseguale. Accanto<br />

all’unità del Paese, i vescovi hanno ribadito quella dell’Europa,<br />

senza per questo rinunciare a chiedere una verifica del percorso<br />

compiuto, anche circa alcuni assetti istituzionali.<br />

2. La dignità della persona migrante<br />

34<br />

Il restringimento dei filtri d’accoglienza dei richiedenti asilo, la<br />

riduzione delle risorse destinate a qualificare i servizi alla persona,<br />

lo smarrimento di tanti operatori: sono questi i principali effetti<br />

indotti dalle disposizioni del Decreto Sicurezza (Legge 132/2018),<br />

su cui si sono confrontati i vescovi nel corso dei lavori del Consiglio<br />

Permanente. Attraverso di loro la Chiesa italiana ribadisce la dignità<br />

della persona del migrante; il dovere dell’accoglienza, a cui lo<br />

stesso Santo Padre non cessa di richiamare; il servizio generoso<br />

sostenuto da tante diocesi, parrocchie, comunità e famiglie.<br />

Anche a prezzo di un certo tasso di popolarità, la Chiesa avverte la<br />

necessità di contribuire attivamente a una cultura dell’integrazione,<br />

oltre che al superamento dell’indifferenza davanti al dramma di<br />

quanti scompaiono nel Mediterraneo o sono torturati nei campi<br />

profughi della Libia.<br />

Nello specifico, molte diocesi – a fronte della prospettiva delle dimissioni<br />

dai Centri di persone titolari di un permesso di soggiorno umanitario,<br />

ma nelle condizioni di perderlo – hanno riaffermato la volontà<br />

di continuare a ospitarle, facendosene carico e promuovendo iniziative<br />

di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e di raccolta fondi.<br />

L’orientamento condiviso dal Consiglio Permanente è quello di<br />

rimanere nel sistema istituzionale di accoglienza – a stretto contatto<br />

con le Prefetture – integrando i servizi con attività completamente<br />

autofinanziate, che permettano un corretto processo di inclusione<br />

sociale. Fra le ipotesi in campo c’è quella di riprendere in maniera<br />

strutturale il percorso già sperimentato positivamente con il<br />

modello “Protetto. Rifugiato a casa mia”.


CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />

3. Criteri etici di gestione finanziaria<br />

Alle modalità d’uso del denaro sono legate l’affidabilità della Chiesa<br />

e la testimonianza dei valori di fede professati. Di qui l’importanza<br />

che sul versante etico ogni investimento finanziario sia fatto in sintonia<br />

con i principi evangelici ripresi e approfonditi nei testi del Magistero,<br />

dalla Centesimus annus alla Caritas in veritate alla Laudato si’.<br />

Con questa finalità il Consiglio Permanente si è confrontato su una<br />

bozza di documento, che individua criteri oggettivi di selezione degli<br />

investimenti, integrando gli standard internazionali legati alle tre<br />

dimensioni della finanza sostenibile e responsabile (ambiente, sociale e<br />

buon governo societario) con quelli della dottrina sociale della Chiesa.<br />

Entro la prossima Assemblea generale, i vescovi del Consiglio sono<br />

chiamati a far giungere alla Segreteria generale osservazioni e proposte,<br />

che serviranno a rielaborare il testo in vista di una sua approvazione<br />

nella sessione autunnale.<br />

4. Diritto a morte degna<br />

Sarà approvato nel corso del Consiglio Permanente di maggio un<br />

documento, curato dalla Commissione Episcopale per il servizio<br />

della carità e la salute, sulla fase terminale della vita terrena. I Vescovi<br />

ne hanno condiviso un indice ragionato, dove emerge una Chiesa – la<br />

stessa che incarna la pastorale della salute diffusa sul territorio,<br />

attenta a farsi carico delle fragilità – che non si sottrae a vivere la propria<br />

missione, offrendo a tutti una riflessione che affronta alcune<br />

situazioni umanamente ed eticamente complesse. Rispetto a un presunto<br />

“diritto” a morire, si impegna a sostenere quello a una morte<br />

degna, come affermazione della cura dell’uomo verso di sé e verso il<br />

prossimo. Di qui, in particolare, il richiamo a non disattendere ulteriormente<br />

l’applicazione della legge che assicura le cure palliative.<br />

Altro aspetto centrale, l’affermazione del rispetto della libertà di<br />

coscienza del medico e di tutto il personale sanitario, al fine di garantire<br />

a tutti la possibilità di perseguire azioni eticamente buone.<br />

35


5. Disabili, soggetti a pieno titolo<br />

Finora era un settore dell’Ufficio Catechistico Nazionale; ora – per<br />

assicurare un contributo più unitario, trasversale e continuativo –<br />

il Consiglio Permanente l’ha costituito come Servizio nazionale per la<br />

pastorale delle persone con disabilità. L’intento è quello di offrire alla<br />

CEI, alle Diocesi, agli Istituti di Vita consacrata, alle Società di Vita<br />

apostolica, ad associazioni e movimenti un supporto per l’inclusione<br />

nella vita ecclesiale delle persone con disabilità – intese come<br />

soggetti a pieno titolo della pastorale – e dei loro familiari.<br />

Il Servizio diverrà pienamente operativo dopo la definizione del<br />

Regolamento.<br />

6. Varie<br />

36<br />

Verso l’Assemblea. Nel corso dei lavori, il Consiglio Permanente ha<br />

approvato l’ordine del giorno dell’Assemblea generale, che si svolgerà<br />

in Vaticano, nell’aula del Sinodo, da lunedì 20 a giovedì 23 maggio<br />

prossimo; l’apertura sarà qualificata dall’intervento del Santo Padre a<br />

dal dialogo con i Vescovi. Alla luce del nuovo contesto antropologico<br />

e sociale, il tema principale (Modalità e strumenti per una nuova presenza<br />

missionaria), intende proporre una nuova “forma” della missione della<br />

Chiesa italiana, ispirata ai criteri dell’Evangelii Gaudium e della consegna<br />

che il Papa ha affidato in occasione del Convegno di Firenze.<br />

Per conseguire tale obiettivo, verranno messe a fuoco le modalità e<br />

gli strumenti di una nuova presenza missionaria. In Assemblea la<br />

relazione centrale sarà introdotta da un contributo video; nei lavori<br />

di gruppo è prevista la partecipazione e la testimonianza di persone<br />

che hanno vissuto l’esperienza missionaria nei diversi contesti,<br />

compresa quella di cappellani delle 370 missioni degli italiani all’estero<br />

e di quanti vengono dalle Chiese dell’Oriente per la cura<br />

pastorale dei fedeli. A conclusione sarà offerta una prima sintesi dei<br />

contributi emersi, per riconsegnare un materiale più strutturato al<br />

Consiglio Episcopale Permanente di settembre.<br />

Ottobre Missionario. Rientra nel medesimo orizzonte l’impegno a<br />

valorizzare l’Ottobre Missionario – con il carattere di straordinarietà<br />

conferitogli quest’anno dal Papa –, quindi la Giornata Missio-


CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />

naria Mondiale e le Pontificie Opere Missionarie. Il mese si concluderà<br />

con un Forum di 4 giorni per rilanciare la missione quale<br />

dimensione costitutiva della vita della Chiesa, trasversale a tutti i<br />

suoi ambiti.<br />

Tutela minori. La testimonianza di due vittime, abusate da sacerdoti<br />

quando erano minorenni, è stata ascoltata con viva partecipazione<br />

dai membri del Consiglio Permanente. Gli stessi hanno autorizzato<br />

il testo delle Linee guida, da presentare all’esame e all’approvazione<br />

dell’Assemblea generale a maggio.<br />

Tale testo è oggi in corso di valutazione presso i competenti organi<br />

della Santa Sede; la Commissione CEI per la Tutela dei minori e degli<br />

adulti vulnerabili ne recepirà le necessarie modifiche e lo invierà a<br />

tutti i vescovi italiani prima del passaggio finale in Assemblea.<br />

Le 16 Conferenze Episcopali regionali hanno nominato i vescovi<br />

delegati del Servizio Nazionale per la tutela minori; dopo Pasqua saranno<br />

convocati per indicazioni e criteri circa la scelta dei referenti diocesani,<br />

attorno ai quali si intende costituire una rete di collaboratori<br />

che – opportunamente formati – possano promuovere una prevenzione<br />

diffusa in tutti gli ambienti ecclesiali.<br />

Orientamenti pastorali. Continuando la riflessione iniziata nella sessione<br />

di gennaio, il Consiglio Permanente si è soffermato sul tema dei<br />

prossimi Orientamenti pastorali: ne ha stabilita la scansione temporale,<br />

passando dal tradizionale orizzonte decennale al quinquennio; si è<br />

confrontato su una proposta contenutistica, relativa all’annuncio del<br />

Vangelo in stile sinodale; ha affidato alla Presidenza la costituzione<br />

di un gruppo di lavoro che possa mettere a punto una prima traccia,<br />

che sia frutto di un percorso sinodale di ampio coinvolgimento.<br />

Settimana sociale. Il Consiglio Episcopale Permanente ha scelto Taranto<br />

come sede della 49 a Settimana sociale dei cattolici italiani, e<br />

l’ha fissata per l’inizio del 2021. Accogliendo la proposta del<br />

Comitato scientifico e organizzatore, ha posto come tema la questione<br />

ambientale e specificamente il suo rapporto con il lavoro,<br />

nella prospettiva dell’ecologia integrale della Laudato si’.<br />

Il Consiglio ha approvato la pubblicazione del Messaggio per la<br />

Giornata del primo maggio (Il capitale umano al servizio del lavoro),<br />

37


curato dalla Commissione Episcopale per i problemi sociali e il<br />

lavoro, la giustizia e la pace.<br />

Liturgia delle Ore. In vista della pubblicazione della seconda edizione<br />

italiana della Liturgia delle Ore, il Consiglio Permanente ha deciso<br />

di adottare la traduzione della Bibbia CEI 2008, autorizzando eventualmente<br />

l’apporto di piccole modifiche, in ordine alla recita corale<br />

e alla cantabilità di salmi e cantici biblici.<br />

È stata presentata la proposta di ripartizione dei fondi dell’otto per<br />

mille per l’anno in corso, la cui approvazione spetterà alla prossima<br />

Assemblea generale.<br />

Il Consiglio ha approvato il Calendario delle attività della CEI per<br />

l’anno pastorale <strong>2019</strong>-2020.<br />

7. Nomine<br />

Nel corso dei lavori, il Consiglio Episcopale Permanente ha provveduto<br />

alle seguenti nomine:<br />

– Membro del Consiglio per gli affari giuridici: mons. Guglielmo<br />

Giombanco, vescovo di Patti.<br />

– Direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi giuridici: mons.<br />

Roberto Malpelo (Montepulciano-Chiusi-Pienza).<br />

– Responsabile del Servizio nazionale per gli studi superiori di teologia<br />

e di scienze religiose: mons. Valentino Bulgarelli (Bologna).<br />

* * *<br />

38<br />

Inoltre la Presidenza, nella riunione del 1° aprile <strong>2019</strong>, ha proceduto<br />

alle seguenti nomine:<br />

– Membro del Consiglio per gli affari economici: mons. Ciro Miniero,<br />

vescovo di Vallo della Lucania.<br />

– Consulente ecclesiastico del Centro Italiano Femminile (CIF): S.Em.<br />

card. Edoardo Menichelli, arcivescovo emerito di Ancona-Osimo.<br />

Roma, 4 aprile <strong>2019</strong>


DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />

MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO<br />

Saluto all’inaugurazione dell’Anno giudiziario<br />

del Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese<br />

(Bari, 9 febbraio <strong>2019</strong>)<br />

Un cordiale saluto a tutti voi, che avete gentilmente accolto<br />

l’invito a partecipare all’inaugurazione dell’Anno giudiziario<br />

del Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese.<br />

Il mio deferente pensiero va alle Autorità civili e militari presenti.<br />

La loro partecipazione conferma la costante attenzione e<br />

sinergia nel bene operare a favore della comunità locale, nell’ambito<br />

delle rispettive responsabilità.<br />

Un cordiale benvenuto rivolgo ai rappresentanti del Tribunale<br />

Ecclesiastico di Appello di Benevento. La Chiesa pugliese continua ad<br />

afferire a tale Sede per gli eventuali appelli, nella certezza di<br />

avere dal Vostro Tribunale decisioni improntate alla giusta celerità<br />

e competenza. È il bene dei fedeli che lo esige più di ogni<br />

altra cosa.<br />

Saluto altresì i graditi ospiti degli altri Tribunali Ecclesiastici, in<br />

particolare Mons. Erasmo Napolitano, Vicario giudiziale del tribunale<br />

interdiocesano partenopeo e di appello e Presidente dell’Associazione<br />

Canonistica Italiana.<br />

Esprimo particolare gratitudine a S.E. Rev.ma Mons. Marcello<br />

Semeraro, Vescovo di Albano, che ha accettato volentieri di tenere<br />

39


40<br />

la Prolusione per questo solenne Atto inaugurale. Il suo contributo,<br />

in questa cerimonia, è espressione di quella sintonia tra diritto<br />

e teologia pastorale così intensamente auspicata dai Padri sinodali<br />

e felicemente confluita nella recente riforma del processo canonico<br />

per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio, promulgata<br />

dal Santo Padre, con le due Lettere emanate Motu proprio<br />

ed entrate in vigore nel dicembre 2015. Attraverso la Sua presenza<br />

completiamo un ciclo di riflessioni sull’Amoris Laetitia che ha toccato,<br />

nei precedenti anni, l’aspetto morale, giuridico e ora teologico-pastorale.<br />

Già stimato docente ordinario di teologia, S.E.<br />

Mons. Semeraro è, al proposito, una voce particolarmente autorevole<br />

nella Chiesa, in quanto Segretario del Consiglio di Cardinali<br />

per aiutare il Santo Padre nel governo della Chiesa universale, istituito<br />

con chirografo pontificio del 28 settembre 2013. Fin dall’inizio<br />

del pontificato di papa Francesco è suo prezioso collaboratore.<br />

Lo ascolteremo volentieri.<br />

È mia consuetudine, in questa solenne circostanza, farmi eco di<br />

quanto il Santo Padre ha proposto al mondo della giustizia<br />

ecclesiastica in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario<br />

del Tribunale della Rota Romana, attingendo al Discorso<br />

tenuto il 29 gennaio scorso, presso la Sala Clementina.<br />

Evidenzio il richiamo iniziale del Pontefice, in riferimento<br />

all’attuale contesto sociale in cui si inserisce l’impegno ecclesiale:<br />

«La società in cui viviamo è sempre più secolarizzata, e non<br />

favorisce la crescita della fede, con la conseguenza che i fedeli<br />

cattolici fanno fatica a testimoniare uno stile di vita secondo il<br />

Vangelo, anche per quanto riguarda il Sacramento del matrimonio».<br />

In tale ambito il Papa richiama i valori portanti del matrimonio<br />

cristiano, l’unità e la fedeltà, che definisce quasi come le<br />

arcate principali non solo dello stesso matrimonio cristiano, ma<br />

del vivere civile in generale: «Unità e fedeltà – afferma – sono due<br />

valori importanti e necessari non solo tra i coniugi, ma in generale<br />

nei rapporti interpersonali e in quelli sociali. Tutti siamo<br />

consapevoli degli inconvenienti che determinano, nel consorzio<br />

civile, le promesse non mantenute, la mancanza di fedeltà alla<br />

parola data e agli impegni assunti».<br />

Intenso poi è l’appello di Francesco ad una preparazione autentica e<br />

corale al matrimonio che sia espressione di tutta la Chiesa, pastori e


MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO<br />

laici, sull’esempio delle comunità delle origini. Il Papa afferma: «Ci<br />

farà bene considerare, nelle Scritture, l’esperienza dei santi sposi<br />

Aquila e Priscilla. Essi furono tra i più fedeli compagni della missione<br />

di san Paolo, che li chiama con grato affetto suoi sinergoi, cioè collaboratori<br />

in pieno dell’ansia e del lavoro dell’Apostolo. Si resta colpiti<br />

e commossi da questo riconoscimento alto da parte di Paolo<br />

verso l’opera missionaria di questi sposi; e nello stesso tempo si può<br />

riconoscere come tale sinergia fosse un dono prezioso dello Spirito<br />

alle prime comunità cristiane. Chiediamo pertanto allo Spirito<br />

Santo di donare anche oggi alla Chiesa sacerdoti capaci di apprezzare<br />

e valorizzare i carismi dei coniugi con fede robusta e spirito apostolico<br />

come Aquila e Priscilla». Questo è l’auspicio che accogliamo<br />

dal Santo Padre, il quale conclude con una sana provocazione:<br />

«Davvero tanti sposi cristiani sono una predica silenziosa per tutti,<br />

una predica “feriale” direi, di tutti i giorni, e dobbiamo purtroppo<br />

constatare che una coppia che vive da tanti anni insieme non fa notizia<br />

– è triste questo –, mentre fanno notizia gli scandali, le separazioni,<br />

i divorzi... (cfr Omelia a S. Marta, venerdì 18 maggio 2018)».<br />

Il solenne Atto inaugurale che oggi celebriamo, oltre a rappresentare<br />

un rito ormai consolidato negli anni, mi offre la possibilità<br />

di esprimere sincera gratitudine a quanti, con discrezione e<br />

laboriosità, operano per il bene dei fedeli. La recente sessione<br />

della Conferenza Episcopale Pugliese, essendo scaduto il mandato<br />

quinquennale affidato al Collegio dei giudici, ai Difensori<br />

del Vincolo e ai Patroni stabili, apprezzando il lavoro svolto in<br />

questi anni ha deciso di confermare l’intero organigramma nel<br />

proprio ufficio. Un plauso unanime è stato riconosciuto, in particolare,<br />

al delicato impegno profuso nell’attuazione puntuale e<br />

scrupolosa, fedele alle indicazioni dell’Episcopato pugliese,<br />

della recente riforma voluta dal Santo Padre in materia processuale<br />

matrimoniale.<br />

I frutti di tale impegno saranno illustrati dal Vicario giudiziale,<br />

don Pasquale Larocca, il quale con competenza e scrupolo<br />

accompagna e presiede il lavoro di una struttura complessa e<br />

ben articolata. A lui e a tutti gli operatori della Giustizia eccle-<br />

41


siastica, il mio personale e grato plauso, anche a nome di tutti i<br />

confratelli dell’Episcopato pugliese.<br />

Rinnovo il mio ringraziamento per la qualificata presenza e auguro<br />

a tutti buon ascolto.<br />

+ Francesco Cacucci<br />

Arcivescovo di Bari-Bitonto<br />

Moderatore del T.E.R.P.<br />

42


DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />

BASILICA DI SAN NICOLA<br />

Presentazione a Mosca<br />

dell’edizione in lingua russa del libro<br />

sulla Traslazione delle reliquie di San Nicola<br />

a Mosca e a San Pietroburgo<br />

(21 maggio – 28 luglio 2017)<br />

Dal 21 al 24 marzo <strong>2019</strong>, Mons. Francesco Cacucci si è recato a<br />

Mosca dietro invito della Chiesa ortodossa russa, per partecipare<br />

alla presentazione dell’edizione in lingua russa di un libro-album<br />

sulla traslazione delle reliquie di San Nicola a Mosca e a San<br />

Pietroburgo, che ha avuto luogo dal 21 maggio al 28 luglio 2017.<br />

L’evento faceva seguito alla presentazione di un libro simile in italiano<br />

organizzata presso la Basilica di San Nicola a Bari il 19 dicembre<br />

2018.<br />

La presentazione si è tenuta il 22 marzo presso il Dipartimento per le<br />

relazioni ecclesiastiche del Patriarcato di Mosca, alla presenza del<br />

Metropolita Hilarion, Presidente del Dipartimento, di Mons. Celestino<br />

Migliore, Nunzio apostolico a Mosca, del Rev.do Hyacinthe<br />

Destivelle, Officiale del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità<br />

dei cristiani, e di numerosi rappresentanti della Chiesa ortodossa,<br />

tra cui il Metropolita Sergji di Singapore e il Metropolita Niphon del<br />

Patriarca di Antiochia.<br />

Il Metropolita Hilarion ha aperto la presentazione, osservando che<br />

la traslazione è stata “uno degli eventi ecclesiali più significativi<br />

degli ultimi anni”, che ha attirato 2,5 milioni di pellegrini e coinvolto<br />

circa 14.000 volontari. Il Presule ha ricordato le parole del<br />

Patriarca Kirill pronunciate nel monastero di san Aleksandr Nevski:<br />

“Penso che la traslazione delle reliquie di san Nicola abbia fatto per<br />

43


44<br />

la riconciliazione tra Oriente e Occidente quanto non ha mai fatto<br />

nessuna diplomazia — sia secolare sia ecclesiastica”. Notando che la<br />

traslazione era un frutto dell’incontro di Cuba tra Papa Francesco<br />

e il Patriarca Kirill, il Metropolita ha dichiarato: “si può affermare<br />

con sicurezza che la traslazione delle reliquie di San Nicola è stata<br />

il primo evento nella storia delle relazioni bilaterali tra la Chiesa<br />

cattolica romana e il Patriarcato di Mosca che è stato conosciuto da<br />

vari settori della nostra società e che ha coinvolto molti di loro”.<br />

Menzionando il fatto che il libro comprende le parole del Patriarca<br />

Kirill, del Cardinale Kurt Koch e dell’Arcivescovo Francesco<br />

Cacucci, il Metropolita ha concluso: “Spero vivamente che la pubblicazione<br />

di questo libro sia un altro contributo alla causa dell’approfondimento<br />

della comprensione reciproca tra le nostre Chiese”.<br />

Mons. Cacucci, da parte sua, ha osservato che i rapporti tra il Patriarcato<br />

di Mosca e la Basilica di San Nicola a Bari hanno una lunghissima<br />

storia: “Dovremmo rivolgerci alla fine degli anni ‘60 per<br />

ricordare la visita del Metropolita Nikodim (Rotov) a Bari nel corso<br />

dell’incontro della Commissione sul dialogo tra la Chiesa cattolica<br />

romana e il Patriarcato di Mosca”, ha dichiarato l’arcivescovo. Il<br />

Patriarca Kirill era allora segretario del Metropolita Nikodim. In<br />

quei giorni e successivamente, il futuro Patriarca ha visitato Bari<br />

varie volte, in particolare nel 2004 in veste di Presidente del<br />

Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne. Mons. Cacucci<br />

ha sottolineato che la traslazione delle reliquie è stata di grande<br />

importanza non solo per i fedeli in Russia, ma anche per i rappresentanti<br />

della Chiesa cattolica che accompagnavano le reliquie.<br />

Il Nunzio apostolico nella Federazione Russa, Mons. Celestino<br />

Migliore, ha parlato dei suoi ricordi circa la traslazione delle reliquie<br />

di San Nicola avvenuta due anni fa a Mosca e a San Pietroburgo,<br />

notando in particolare: “Sono stati due mesi indimenticabili<br />

quando presso la cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca e il Monastero<br />

di Alexander Nevsky a San Pietroburgo, i credenti che provenivano<br />

da diversi luoghi della grande Russia si sono fermati per<br />

molte ore, compiendo un pellegrinaggio a San Nicola, il grande<br />

santo della Chiesa indivisa. Questo è il volto della fede russa. Persone<br />

semplici con facce molto luminose rappresentano l’intera<br />

Russia da cima a fondo. Tutto ciò è chiaramente visibile nel libro<br />

presentato oggi”.


BASILICA DI SAN NICOLA<br />

Il Rev.do Hyacinthe Destivelle ha letto il messaggio del Cardinale<br />

Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione<br />

dell’unità dei cristiani. Il messaggio afferma in particolare: “Oltre<br />

all’‘ecumenismo dei santi’ si deve parlare anche di un ‘ecumenismo<br />

del popolo’. Il frutto ricercato e raccolto della traslazione della reliquia<br />

di san Nicola era di rendere partecipe il popolo di Dio dell’incontro<br />

tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill. La traslazione delle<br />

reliquie di san Nicola in Russia ha mostrato che l’ecumenismo non<br />

deve essere prerogativa dei capi di Chiesa o dei teologi; deve coinvolgere<br />

l’insieme della Chiesa, tutto il popolo di Dio”.<br />

Durante il suo soggiorno a Mosca, Mons. Cacucci ha assistito alla<br />

Divina Liturgia celebrata dal Metropolita Hilarion presso la cattedrale<br />

dell’Icona della Madre di Dio “Gioia degli afflitti”. Ha anche celebrato<br />

la Santa Messa nella cattedrale cattolica dell’Immacolata Concezione<br />

a Mosca, dove è stato accolto dall’Arcivescovo Paolo Pezzi.<br />

Il viaggio dell’Arcivescovo in Russia ha anche offerto l’opportunità<br />

di fare memoria del Cardinale Francesco Colasuonno che, nato e<br />

sepolto a Grumo Appula, fu nominato nel 1990 primo rappresentante<br />

della Santa Sede presso l’Unione sovietica e poi la Federazione<br />

russa. I quattro anni del suo servizio diplomatico a Mosca sono<br />

stati di grande importanza non solo per i rapporti con la Santa<br />

Sede, ma anche per la rinascita della Chiesa cattolica dopo la lunga<br />

persecuzione nei territori che precedentemente facevano parte dell’Unione<br />

Sovietica.<br />

P. Hyacinte Destivelle O.P.<br />

Ufficiale del Pontificio Consiglio<br />

per la promozione dell’unità dei Cristiani<br />

45


DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />

VICARIATO GENERALE<br />

Visite pastorali ai Vicariati<br />

Anche quest’anno il Vescovo ha svolto le visite pastorali ai vicariati,<br />

dal 15 gennaio al 21 febbraio <strong>2019</strong>. Come negli anni precedenti, la<br />

mattina ha incontrato il clero sul tema: “La Chiesa, lo Spirito Santo<br />

e noi: il volto sinodale della Chiesa, unum cum Petro. E non solo a<br />

Gerusalemme 2000 anni fa, anche a Bari-Bitonto nel <strong>2019</strong>!”. Ha<br />

introdotto don Vittorio Borracci, vicario episcopale per i presbiteri,<br />

con questa precisazione: «Il tema è complementare a quello dei ritiri<br />

vicariali: in questi ultimi stiamo meditando sulla koinonia per<br />

così dire particolare tra i presbiteri e i diaconi; nelle visite del Vescovo<br />

ai vicariati, invece, l’argomento dell’incontro del mattino con i presbiteri<br />

e i diaconi è la koinonia che potremmo definire universale,<br />

quella cioè dei presbiteri e diaconi con il Papa ed il Vescovo, con i<br />

fedeli tutti, nonché con le istituzioni civili. Punto di riferimento<br />

magisteriale sono la Traccia pastorale dell’anno La Chiesa tra realtà e<br />

sogno (pp. 54-62) e Lievito di fraternità, il sussidio della Segreteria<br />

generale della CEI del 2016 sul rinnovamento del clero a partire<br />

dalla formazione permanente (in particolare il cap. III dal titolo “La<br />

profezia della fraternità”, pp. 23-29)».<br />

Don Vittorio ha diviso la sua introduzione in due parti: la prima<br />

parte biblica, con alcune considerazioni sul Concilio di Gerusalem-<br />

47


48<br />

me, così come narrato nel cap. 15 degli Atti (At 15, 1-35), approfondendo<br />

in particolare il versetto 28 «…è parso bene allo Spirito Santo<br />

e a noi…», la seconda con spunti spirituali e operativi.<br />

Circa lo Spirito Santo, Egli è stato presentato come la “chiave di lettura<br />

degli Atti degli apostoli”, citando tra gli altri Etienne Charpentier<br />

(che fu professore all’École Biblique di Gerusalemme): «È a<br />

tutti noto che lo Spirito Santo è il grande protagonista del libro<br />

degli Atti (ovviamente non il deus ex machina, colui cioè che risolve<br />

ogni problema: intesa in questo modo, la presenza dello Spirito<br />

Santo ridurrebbe gli Atti ad un racconto edificante, o anche anestetizzante,<br />

con il rischio di continuare a sognare una trascorsa età<br />

dell’oro, facendoci disperare della nostra epoca». Piccola statistica:<br />

la parola “spirito” con il significato di Spirito Santo ricorre 54<br />

volte, 7 volte per manifestazioni straordinarie, 11 volte per allusioni<br />

a manifestazioni straordinarie e 36 volte nell’ambito di un normale<br />

linguaggio di fede; si vede che il primato spetta a quest’ultimo uso.<br />

L’aspetto più originale della concezione di Luca riguardo allo<br />

Spirito Santo è dunque questo. Non è lo Spirito Santo Colui che –<br />

banalmente/magicamente – agisce su tutto, spiega tutto e risolve<br />

tutto. Spetta a ciascuno comprendere e convertirsi. Luca, grazie alla<br />

fede, non si ferma al rovescio del tappeto della storia (tutto un<br />

arruffio di fili e colori), ma vede il diritto del tappeto, cioè un gran<br />

ricamo tessuto dallo Spirito. Ma ciò si può fare solo dopo che gli<br />

avvenimenti si sono verificati, compiuti. Ad una esperienza di fede<br />

ci rinvia dunque lo storico Luca, alla sua e a quella dei suoi personaggi.<br />

Così facendo, non fa altro che rinviare noi alla nostra esperienza<br />

di credenti, presi giorno per giorno dalle difficoltà della vita,<br />

posti di fronte a scelte difficili, soggetti agli stessi scacchi e ai nostri<br />

stessi errori: anche noi chiamati, al termine di ciascuna nostra<br />

tappa esistenziale, a riconoscere che, nonostante i nostri dubbi, lì<br />

era lo Spirito. Lo stesso pensiero lo espresse benissimo il Card.<br />

Martini: «Lo Spirito c’è anche oggi, come al tempo di Gesù e degli<br />

Apostoli: c’è e sta operando, arriva prima di noi, lavora più di noi e<br />

meglio di noi; a noi non tocca né seminarlo né svegliarlo, ma anzitutto<br />

riconoscerlo, accoglierlo, assecondarlo, fargli strada, andargli<br />

dietro. C’è e non si è mai perso d’animo rispetto al nostro tempo; al<br />

contrario sorride, danza, penetra, investe, avvolge, arriva anche là<br />

dove mai avremmo immaginato. Di fronte alla crisi nodale della


VICARIATO GENERALE<br />

nostra epoca che è la perdita del senso dell’invisibile e del<br />

Trascendente, la crisi del senso di Dio, lo Spirito sta giocando, nella<br />

invisibilità e nella piccolezza, la sua partita vittoriosa» (Tre racconti<br />

dello Spirito).<br />

Circa le altre parole del versetto 28: «…e a noi», esse, scritte da Pietro<br />

& C., sono state illustrate con l’immagine e le parole di p. 54 e<br />

seguenti della Traccia del Vescovo: «La vera Chiesa non è tanto<br />

quella di mattoni che vediamo in alto, ma quella vivente che vediamo<br />

in basso. La comunità primitiva resta il suo modello. Quasi non<br />

percepiamo i diversi corpi, che compongono un solo corpo, nelle<br />

differenze (che restano). Un unico conglomerato di volti, mani,<br />

cuori, in cammino. Pietro precede, ma con la mano indica ai compagni.<br />

Ciò che conta è l’essere e l’andare: insieme, unanimi».<br />

Sull’importanza del Concilio di Gerusalemme e sul primato di Pietro in<br />

esso, don Vittorio ha riportato una pagina sintetica attinta da don Divo<br />

Barsotti nel suo classico Meditazioni sugli Atti degli apostoli, ed. San Paolo:<br />

«Siamo al centro del libro e possiamo affermare come tutto quello che<br />

finora Luca ha narrato prepara questo fatto straordinario… Infatti, è<br />

l’unico momento in cui si ritrovano insieme le tre grandi colonne della<br />

Chiesa: Pietro, il capo dei Dodici, Paolo, il convertito di Damasco che<br />

sarà l’apostolo delle genti, Giacomo, il fratello del Signore, capo della<br />

Chiesa di Gerusalemme. Sono riuniti i tre capi della Chiesa, ma Pietro<br />

è superiore a tutti. Egli infatti sovrasta Paolo e Giacomo, perché non<br />

appartiene né alla Chiesa giudaico-cristiana né alla Chiesa dei gentili,<br />

ma è capo degli uni e degli altri, è veramente il primo. Secondo una lettura<br />

superficiale degli Atti degli Apostoli e soprattutto delle Epistole di<br />

San Paolo, noi potremmo contrapporre Pietro a Paolo; in realtà non è<br />

affatto così» (cfr Barsotti, pp. 326 s.). Per Luca, dunque, il primato di<br />

Pietro non è assolutamente in dubbio, ma lo si falserebbe grandemente<br />

isolando Pietro dal gruppo apostolico. «Con una infaticabile perseveranza<br />

che assomiglia un po’ ad accanimento, Luca ritorna continuamente<br />

sull’unità che esiste tra Pietro e i suoi colleghi apostoli» (Jacques<br />

Dupont). Citiamo qualche testo: «Prendendo (singolare) la parola,<br />

Pietro e gli apostoli dissero (plurale)» (At 2, 14 e 5, 29); nei suoi discorsi<br />

parla usando il “noi” (At 4, 19; 4, 1-2.13; 8, 24) (Jacques Dupont). Inoltre<br />

49


50<br />

Luca ce lo mostra anche come responsabile della santità della comunità,<br />

con il suo correggere e raddrizzare (episodi di Anania e Saffira (At 5,<br />

1-11) e Simon mago (At 8, 18-25).<br />

La seconda parte dell’introduzione, quella degli spunti spirituali e operativi,<br />

è consistita in un’elencazione di alcuni splendidi capoversi<br />

del cap. III di Lievito di fraternità, pp. 23-29, trattandosi di spunti<br />

davvero concreti e stimolanti.<br />

Si è poi proceduto a sviluppare il dialogo-confronto tra i presenti,<br />

sulle iniziative che quest’anno si sono rivelate più fruttuose nell’alimentare<br />

il volto sinodale del nostro presbiterio (vuoi a livello particolare,<br />

vuoi a livello universale, cioè con Padre arcivescovo, con<br />

Papa Francesco, con le istituzioni civili), sulla partecipazione alle<br />

assemblee diocesane (di apertura dell’anno pastorale, etc.), ai ritiri<br />

spirituali (vuoi unitari vuoi vicariali), ed alla Settimana di formazione<br />

del clero nei giorni dell’ottava di Pasqua. Senza trascurare l’esperienza<br />

forte degli esercizi spirituali vissuti con i confratelli.<br />

L’arcivescovo ha accolto gli interventi di tutti ed ha concluso con le<br />

sue osservazioni, ribadendo come elemento a lui particolarmente a<br />

cuore quello dell’esercizio della sinodalità quando si è a guida della<br />

comunità (la tentazione del clericalismo è dietro l’angolo…). È<br />

seguito il momento conviviale.<br />

La sera, dopo la celebrazione eucaristica presieduta da Padre Arcivescovo<br />

e concelebrata dai sacerdoti del vicariato, presenti i diaconi,<br />

si è tenuto l’incontro con il Consiglio Pastorale Vicariale allargato<br />

anche alle comunità. Don Michele Birardi, direttore dell’Ufficio<br />

Giovani della Diocesi, ha guidato questo incontro, presentando l’iniziativa<br />

del tempo pasquale “Annunci di vita piena”. È l’esperienza<br />

che l’Arcivescovo mons. Francesco Cacucci ha affidato all’intera<br />

diocesi per vivere nel tempo di Pasqua la dimensione evangelizzatrice<br />

propria della comunità cristiana. Motivazione: all’indomani<br />

della risurrezione di Gesù, gli apostoli hanno sentito l’urgenza,<br />

sotto l’azione dello Spirito, di portare agli altri la novità e la vitalità<br />

del messaggio evangelico. E lo hanno fatto percorrendo le strade<br />

dell’umanità, incrociando i volti, dando voce alla Parola che salva,<br />

spezzando il Pane che nutre e dà forza. Per questo, la proposta<br />

dell’Arcivescovo ha inteso connotare la strada come segno e strumento<br />

della vita piena che trasforma l’esistenza delle persone e dà<br />

motivi per credere, sperare, amare. Sabato 16 marzo, durante una


VICARIATO GENERALE<br />

veglia di preghiera, in occasione dell’ottavario dell’Odegitria, sarà<br />

consegnato da parte dell’Arcivescovo ai Vicariati, il Libro, per scrivere<br />

pagine di Vangelo e mettere accanto le storie, le riflessioni, i<br />

messaggi di chi ieri e oggi desidera un mondo nuovo. Tutto parte<br />

dal kerygma di Gesù morto e risorto per noi. Non un motto, una<br />

teoria, ma una relazione che tocca, risana, guarisce, rimette in piedi,<br />

dona la libertà di essere stessi nell’accoglienza dell’altro.<br />

“Annunci di vita piena” è affidato a quelli della via, cioè i discepoli di<br />

Gesù, nel seguire Lui, il maestro, e farsi compagni di viaggio e contemporanei<br />

degli uomini; è la proposta ai vicariati della nostra diocesi<br />

a progettare percorsi, attività in dialogo con il territorio che si<br />

abita, nel confronto con le associazioni e enti educativi e di promozione<br />

umana che in esso operano accanto alla comunità dei cristiani.<br />

A livello di considerazioni di fondo, da parte dei Vicariati, è stata evidenziata<br />

la necessità di vivere la sinodalità come criterio, per testimoniare<br />

l’essere discepoli di Gesù dentro la forma della comunione tra<br />

di noi e con il mondo. Si è posto l’accento sulla scelta di strade o piazze<br />

o luoghi significativi o a rischio disagio da abitare, per illuminarli<br />

con la presenza e la vitalità. La dimensione della comunicazione da<br />

curare nella fase previa e la possibilità di avere spazio nell’ambiente<br />

digitale dà certamente vigore e rilevanza all’esperienza. E poi, nelle<br />

strade: giochi di squadra, mostre fotografiche, mercatini, cenacoli<br />

della parola, momenti di adorazione in piazza, tavole conviviali, flash<br />

mob, maratona lenta, festival di musica, esibizioni di danza.<br />

È stato richiesto uno spazio e un tempo per riflettere sul mondo del<br />

lavoro con la partecipazione di aziende locali e professionisti per<br />

provare a trovare percorsi condivisi. Attenzione è stata dedicata ai<br />

luoghi della povertà e della sofferenza, agli anziani soli, per portare<br />

loro il balsamo della fraternità. particolare rilevanza ha avuto il<br />

tema della cura della casa comune, attraverso la pulizia e risistemazione<br />

di alcuni luoghi in disuso o, peggio, oggetto di atti vandalici,<br />

e dell’impegno sociale con dibattiti sulla legalità e la politica.<br />

“Annunci di vita piena”: un’esperienza che intende segnare il passo<br />

di una Chiesa in uscita e estroversa, innescare processi che la comunità<br />

avrà la responsabilità di continuare e accompagnare.<br />

51


DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />

CURIA METROPOLITANA<br />

Cancelleria<br />

1. Nomine e decreti singolari<br />

A) S. Ecc. l’Arcivescovo ha nominato, in data:<br />

– 10 gennaio <strong>2019</strong> (Prot. n. 01/19/D.A.S.-N.), il sacerdote Michele<br />

Birardi, confermandolo per altri cinque anni, all’ufficio di Direttore<br />

dell’Ufficio Giovani della Curia diocesana di Bari-Bitonto;<br />

– 7 marzo <strong>2019</strong> (Prot. n. 02/19/D.A.S.-N.), il sig. Sebastiano Partipilo<br />

all’ufficio di Commissario della Confraternita “San Michele” in<br />

Bari-Carbonara, per un anno.<br />

53<br />

B) S. Ecc. l’Arcivescovo, in data:<br />

– 11 febbraio <strong>2019</strong> (Prot. n. 03/19 D.A.S.-N), ha dichiarato l’Arcidiocesi<br />

di Bari-Bitonto nuovo Attore nella causa di beatificazione e<br />

canonizzazione della Serva di Dio Isabella Morfini.


DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />

CURIA METROPOLITANA<br />

Settore Presbiteri<br />

Discernere bene, discernere insieme:<br />

spunti per un cammino sinodale<br />

nella nostra Chiesa<br />

Il discernimento è uno dei temi ricorrenti del pontificato di papa<br />

Francesco, come emerge in particolare nelle indicazioni pastorali<br />

della Amoris Laetitia prima e della Christus Vivit poi. Non a caso questi<br />

due documenti sono esortazioni apostoliche postsinodali, che lo<br />

presentano come frutto di un lavoro fatto insieme, oltre che come<br />

esigenza di un percorso personale di crescita spirituale.<br />

Sinodalità e discernimento sembrano dunque andare di pari passo.<br />

Abbiamo voluto quest’anno, come preti giovani dell’Arcidiocesi,<br />

centrare il nostro percorso su questo tema che tanto importante<br />

appare per un annuncio del Vangelo capace di incontrare la vita delle<br />

persone, aiutati da p. Ciro Puzzovio, che si è fatto per noi mediatore<br />

dell’esperienza della Compagnia di Gesù nel discernimento<br />

degli spiriti. Ci è sembrato bello vivere anche un momento comunitario<br />

prolungato, con la presenza dell’Arcivescovo, nei tre giorni dal<br />

14 al 16 febbraio scorsi, presso l’Oasi S. Maria in Cassano, condividendo<br />

riflessioni, preghiera e dialogo fraterno, per approfondire<br />

ulteriormente il tema.<br />

Nel primo giorno abbiamo chiesto a fratel Sabino Chialà della fraternità<br />

di Bose in Ostuni di guidarci in una riflessione sulla dimen-<br />

55


56<br />

sione comunitaria del discernimento, quasi a completamento del<br />

percorso fatto nei mesi precedenti.<br />

Questo esercizio comunitario è un procedimento che coinvolge il<br />

cuore e la nostra capacità di ascolto, teso alla ricerca del bene per la<br />

comunità, scegliendo la via più fedele alla chiamata del Signore.<br />

Allo stesso tempo esso si configura come un discernimento fatto in<br />

comune, frutto di uno sguardo di insieme. Il libro degli Atti degli<br />

Apostoli in questo senso può essere quasi considerato un manuale<br />

sulla materia: ci mostra una Chiesa in crescita tramite il discernimento.<br />

Esso è un processo che porta la comunità ad affrontare questioni,<br />

ad analizzarle e a prendere decisioni. Come modello Chialà ci<br />

ha proposto il passo che narra del Concilio di Gerusalemme (At 15),<br />

che potremmo assumere come un canovaccio. Sorge un problema<br />

sul quale ci sono due visioni diverse: nessuno decide per tutti, ma si<br />

sceglie insieme confrontandosi. Il confronto parte dalla narrazione<br />

dei fatti, perché una conoscenza solo teorica non può avere l’ultima<br />

parola! Dentro i fatti si legge l’azione divina, poi la si confronta con<br />

la Scrittura, che viene interpretata insieme. Infine si prendono le<br />

decisioni, nel rispetto di tutti e ponendo attenzione a preservare la<br />

comunione, e si comunicano tali decisioni, badando alla modalità.<br />

Dal testo degli Atti si desume come il discernimento abbia una componente<br />

spirituale ed una umana, ma anche come non abbia la pretesa<br />

di essere definitivo.<br />

La giornata seguente è iniziata all’insegna del dialogo, a partire da delle<br />

domande-guida lasciateci da fratel Sabino Chialà come invito a considerare<br />

quanto operiamo in questa direzione nelle nostre comunità.<br />

Nel pomeriggio abbiamo vissuto un momento di ritiro, guidato da<br />

don Angelo Garofalo, per dare spazio all’approfondimento personale:<br />

ci siamo confrontati con i capitoli 10 e 11 degli Atti degli Apostoli,<br />

che raccontano l’episodio di Pietro in casa di Cornelio, invitati a<br />

considerare la nostra apertura alle novità portate dallo Spirito,<br />

nell’ottica del dialogo con l’altro e dell’evangelizzazione.<br />

Alla sera un ulteriore spunto di riflessione è stato dato dalla visione<br />

del film “Silence”, di Martin Scorsese, accompagnato dalla lettura<br />

dell’Arcivescovo: in particolare, è emerso il dramma del confronto<br />

tra i principi morali generali e le situazioni concrete nel discernimento<br />

personale e comunitario.<br />

La mattinata successiva ci ha visti impegnati in una discussione


CURIA METROPOLITANA<br />

comune, partita dalla lettura del film e poi allargata ai temi che gli<br />

incontri dei giorni precedenti hanno suscitato in noi. Non si è trattato<br />

di un momento in cui risolvere problemi, quanto uno spazio<br />

per riscoprire la possibilità di un confronto alla ricerca di soluzioni<br />

condivise. Discernere insieme significa sentirsi accompagnati e<br />

sostenuti nel portare il peso delle decisioni, ed è qualcosa che sempre<br />

più dovrà accompagnare la nostra Chiesa nella gioia di annunciare<br />

il Vangelo.<br />

sac. Francesco Micunco<br />

57


DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />

CURIA METROPOLITANA<br />

Settore Evangelizzazione. Ufficio Missionario<br />

Vita di missione:<br />

tra quotidianità e speranza di futuro<br />

Eccoci qua, ancora una volta, di ritorno dall’ultimo viaggio nella<br />

nostra missione/parrocchia di Soddu Abala in Etiopia, dove continua<br />

la sua opera di evangelizzazione e promozione umana il nostro<br />

don Leonardo D’Alessandro.<br />

Quando siamo partiti, ci siamo portati nel cuore l’immagine della<br />

prima comunità cristiana, quella raccontata da Luca negli Atti,<br />

quella degli apostoli che, dopo la Pentecoste, pieni di Spirito Santo,<br />

hanno cominciato a vivere la loro esperienza di Chiesa missionaria.<br />

Hanno sentito forte il bisogno dell’annuncio e della testimonianza.<br />

Non hanno potuto tenere solo per sé quello che avevano udito,<br />

visto e vissuto insieme a Gesù.<br />

Gli apostoli ricevono un mandato di annuncio e di testimonianza<br />

non perché ne sappiano più degli altri, ma come dono e per fiducia<br />

da parte di Gesù. Anche noi come battezzati siamo chiamati e inviati<br />

a due a due, quale piccola comunità … e siamo chiamati ad essere<br />

perseveranti (Atti 2,42).<br />

E quindi, con tanta umiltà e semplicità, è questa l’esperienza missionaria<br />

ad gentes che cerchiamo di vivere quando siamo lì in Etio-<br />

59


60<br />

pia: provare a testimoniare la buona notizia che Dio ci ama e vuole<br />

il bene di tutti noi.<br />

Ancora una volta a Soddu Abala ci siamo sentiti pienamente accolti.<br />

Questa ulteriore permanenza ha permesso un nostro maggiore<br />

inserimento in quella bella realtà missionaria.<br />

Don Franco Ricci scriveva: «Una cosa è certa, non si sta con le mani<br />

in mano ed ogni momento che passa è occasione per stare con la<br />

gente, di vivere con loro, di capire la loro situazione e di aiutarli se<br />

ce n’è veramente bisogno».<br />

E così, nella missione, abbiamo condiviso la quotidianità, i diversi<br />

momenti della giornata, insieme ai tanti imprevisti, perché non sai<br />

mai esattamente che cosa ti riserva una giornata: si comincia alle<br />

6.00 del mattino e termina normalmente alle 9.00 di sera, sotto un<br />

meraviglioso cielo stellato che ti sembra cadere sulla testa.<br />

Abbiamo vissuto una partecipazione piena alla vita della missione<br />

e ai diversi momenti liturgici. Le Lodi al mattino (in lingua Guji),<br />

utilizzando i libretti che Abba Leo ha tradotto diversi anni fa nella<br />

lingua del posto, affinché tutti potessero imparare la Liturgia delle<br />

Ore e sentirsi parte viva dell’intera Chiesa.<br />

E poi la visita alle capanne, dove siamo stati ospitati con semplicità<br />

e familiarità.<br />

Il partecipare alla loro giornata diventa un momento di particolare<br />

attenzione verso la vita delle persone del villaggio, che nella loro<br />

umile – e per noi sicuramente difficile – quotidianità (mancanza di<br />

acqua corrente, elettricità e non solo) dimostrano tanta dignità,<br />

serenità e gioia di vivere.<br />

Abbiamo comunicato (accanto a qualche frase semplice di saluti e<br />

ringraziamento nella lingua Guji) essenzialmente con gli sguardi, le<br />

strette di mano, gli abbracci, la condivisione di momenti e di esperienze<br />

comuni, ma questo per loro è più che sufficiente.<br />

La dignità e l’umanità di questa comunità, di questo popolo, accanto<br />

al grande senso di ospitalità, va oltre la ripetitività della vita quotidiana<br />

… e diventa grazia. La domenica – per esempio – li vediamo<br />

uscire dalle loro capanne … belli, con gli abiti in ordine e soprattutto<br />

sorridenti. La domenica è veramente per loro il giorno del Signore:<br />

si fa festa insieme, si loda il Signore con canti, danze, preghiere e<br />

tanta gioia nel cuore. Noi occidentali, forse, abbiamo bisogno di<br />

valorizzare meglio questa dimensione: spesso abbiamo fretta … e


CURIA METROPOLITANA<br />

magari anche la presunzione di voler insegnare agli altri come vivere<br />

la liturgia e la gioia dell’incontro domenicale con il Signore.<br />

A questo proposito ci vengono in mente le parole di don Leonardo:<br />

«La vita del missionario è un po’ così: devi avere lo zaino sempre<br />

pronto per andare verso i fratelli più bisognosi, condividendone<br />

dolori e gioie e speranze. Il missionario non impone, è un facilitatore.<br />

Dio è già presente là dove siamo e in ciascuno di loro. Bisogna<br />

solo farlo conoscere attraverso Gesù, con la testimonianza e l’accompagnamento,<br />

nel rispetto della loro cultura e delle loro tradizioni».<br />

A Soddu Abala abbiamo ritrovato una comunità viva, accogliente,<br />

solidale, sempre animata da una fede fresca e genuina. Un gruppo di<br />

catechisti/facilitatori della liturgia sono punti di riferimento importanti<br />

per l’intera comunità e per le altre cappelle sparse all’interno<br />

del territorio della missione. E anche un bel gruppo di “chierichetti<br />

e chierichette”. Una comunità in fermento per la costruzione della<br />

nuova chiesa in muratura. Il loro grande desiderio è di poter trasferire<br />

a Soddu Abala la salma di don Franco Ricci (Abba Franko) appena<br />

terminata la costruzione della nuova chiesa. Infatti il ricordo di<br />

Abba Franko è ancora tanto presente nella comunità, grazie soprattutto<br />

a don Leonardo che ne mantiene viva la memoria. E così, pro-<br />

61


62<br />

prio durante la nostra permanenza, hanno ufficializzato la loro<br />

richiesta al Vescovo di Awasa (mons. Bergamaschi) e ci hanno chiesto<br />

di fare altrettanto in Italia, manifestando la loro volontà al<br />

nostro Arcivescovo (e naturalmente ai familiari di don Franco).<br />

La speranza di futuro invece è nei tanti ragazzi e ragazze che attualmente<br />

frequentano la piccola scuola primaria, costruita in lamiera<br />

proprio da don Franco Ricci nel lontano 1988; e la scuola secondaria<br />

di primo grado realizzata nel 2012.<br />

L’inaugurazione nel 2014 di un ponte in acciaio (dedicato a mons.<br />

Mariano Magrassi) sul fiume Awatta, che lambisce la missione, ha<br />

reso infatti possibile per molti altri ragazzi e ragazze l’accesso alla<br />

scuola. Oggi gli studenti sono talmente tanti (quasi 1.000), che si è<br />

stati costretti ad adottare il doppio turno.<br />

Nel mese di gennaio <strong>2019</strong>, grazie alla generosità di alcuni benefattori,<br />

per ovviare a questa situazione è stata avviata la costruzione di<br />

nuove strutture scolastiche (tra cui 4 aule, un laboratorio scientifico<br />

ed una sala didattica).<br />

E nell’ottica di futuro, se è importante dare accesso all’istruzione<br />

elementare e media nella scuola in foresta, lo è altrettanto continuare<br />

a seguire i giovani più volenterosi nella frequenza delle scuole<br />

superiori ubicate nei paesi vicini, anche in considerazione del fatto<br />

che in Etiopia l’istruzione superiore non è obbligatoria né gratuita.<br />

Occorre infatti continuare ad offrire a studenti e studentesse la<br />

possibilità di una crescita cristiana, culturale ed umana, per render-


CURIA METROPOLITANA<br />

li cittadini autonomi e responsabili, nella futura nuova società di<br />

questo Paese, anche attraverso una adeguata istruzione e formazione<br />

superiore. Di qui la proposta di progetto di istruzione e formazione<br />

per le giovani generazioni di Soddu Abala, presentata alla<br />

nostra comunità diocesana per la Quaresima <strong>2019</strong>.<br />

Le famiglie del villaggio cominciano a prendere sempre più consapevolezza<br />

di tutto questo. E la loro gratitudine per la nostra presenza<br />

e per il nostro impegno – e soprattutto per la vicinanza dell’intera<br />

diocesi di Bari-Bitonto – è grande e sincera. E noi sentiamo ancora<br />

forte l’emozione di quando li abbiamo salutati. Ci hanno chiesto<br />

di ritornare, insieme anche ad altri fratelli e sorelle, per condividere<br />

una esperienza indimenticabile.<br />

Ogni volta che torniamo in Etiopia, infatti, siamo noi a sentire sempre<br />

più forte la riconoscenza per i doni che il Signore attraverso<br />

questa meravigliosa occasione continua ad elargirci a piene mani.<br />

Questo umile servizio, svolto su mandato del nostro Padre Arcivescovo,<br />

ci ricarica e ci dona speranza e gioia, quella gioia che nasce<br />

dal donare un po’ del nostro tempo, della nostra energia, del nostro<br />

impegno in una realtà lontana e certamente non facile come quella<br />

dell’Africa e dell’Etiopia in particolare.<br />

Angela e Gianni Milici<br />

Collaboratori dell’Ufficio<br />

63


DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />

CURIA METROPOLITANA<br />

Settore Carità. Ufficio per la pastorale della salute<br />

La celebrazione della XXVII Giornata mondiale<br />

del malato nell’arcidiocesi di Bari-Bitonto<br />

Il Volontariato: dal servizio della Carità<br />

alla testimonianza della Fede<br />

Una Giornata già radicata nella tradizione delle comunità ecclesiali<br />

«Accogliendo con favore la richiesta da Lei inoltrata, quale Presidente<br />

del Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari, ed<br />

anche come interprete dell’attesa di non poche Conferenze<br />

Episcopali e di Organismi cattolici nazionali e internazionali, desidero<br />

comunicarLe che ho deciso di istituire la “Giornata Mondiale del<br />

Malato”, da celebrarsi l’11 febbraio di ogni anno, memoria liturgica<br />

della Beata Maria Vergine di Lourdes».<br />

Sono passati ormai 27 anni da quando Giovanni Paolo II diede questa<br />

risposta positiva alla richiesta di istituzione di una Giornata<br />

mondiale del malato. Lo stesso papa continuava specificandone lo<br />

scopo, con sei finalità: «La celebrazione annuale della Giornata<br />

mondiale del Malato ha quindi lo scopo manifesto<br />

– di sensibilizzare il Popolo di Dio e, di conseguenza, le molteplici<br />

istituzioni sanitarie cattoliche e la stessa società civile, alla necessità<br />

di assicurare la migliore assistenza agli infermi;<br />

– di aiutare chi è ammalato a valorizzare, sul piano umano e<br />

soprattutto su quello soprannaturale, la sofferenza;<br />

65


– a coinvolgere in maniera particolare le diocesi, le comunità cristiane,<br />

le famiglie religiose nella pastorale sanitaria;<br />

– a favorire l’impegno sempre più prezioso del volontariato;<br />

– a richiamare l’importanza della formazione spirituale e morale<br />

degli operatori sanitari e,<br />

– infine, a far meglio comprendere l’importanza dell’assistenza<br />

religiosa agli infermi da parte dei sacerdoti diocesani e regolari,<br />

nonché di quanti vivono ed operano accanto a chi soffre» (Lettera di<br />

Giovanni Paolo II al cardinale Fiorenzo Angelini, presidente del Pontificio<br />

Consiglio della pastorale per gli operatori sanitari, per l’istituzione<br />

della Giornata mondiale del malato, 13 maggio 1992).<br />

Questa proposta pastorale fu accettata con grande gratitudine e<br />

con entusiasmo dalla Chiesa universale e dalle Chiese locali: essa fu<br />

subito realizzata sin dall’anno successivo 1993. Perciò quella del<br />

<strong>2019</strong> è stata la XXVII edizione della sua celebrazione.<br />

“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”: essere volontari<br />

66<br />

La XXVII Giornata mondiale del malato, come ogni anno, è stata<br />

celebrata a diversi livelli: da quello universale a quello nazionale, da<br />

quello diocesano a quello parrocchiale ed ha conosciuto varie e differenti<br />

risonanze, con iniziative tradizionali ma anche con le innovative<br />

e le creative. Se da una parte la Giornata da tempo conosce le<br />

quattro piste di realizzazione (animazione, catechesi, liturgia e carità),<br />

dall’altra parte ciascun responsabile con la propria comunità<br />

ricerca anche piste originali per raggiungere lo scopo dell’iniziativa<br />

pastorale.<br />

* A livello di Chiesa universale<br />

Anzitutto la Giornata è stata celebrata a livello universale: Papa<br />

Francesco, come è consuetudine, ha proposto il tema della Giornata<br />

del <strong>2019</strong> e il relativo messaggio; in ambedue ha sintetizzato i diversi<br />

risvolti del dono in una società economicistica e della gratuità di<br />

coloro che vogliono seguire Gesù. Egli è stato il “Volontario” che ha<br />

accettato di vivere la missione redentiva ricevuta dal Padre a favore<br />

dell’umanità.


CURIA METROPOLITANA<br />

Il tema è stato enucleato con una frase evangelica: “Gratuitamente<br />

avete ricevuto, gratuitamente date”, attinta dal discorso missionario<br />

fatto da Gesù ai suoi discepoli all’inizio della loro missione<br />

evangelizzatrice (Mt 10,8).<br />

Nel messaggio sono stati evidenziati il ruolo del volontariato nella<br />

società e nella Chiesa dei nostri giorni, il ricordo e l’esempio di<br />

santa Teresa di Calcutta quale volontaria esemplare mondiale del<br />

XX secolo, i molteplici operatori della salute che anche nella loro<br />

professionalità non devono dimenticare di vivere la dimensione<br />

dello spirito del volontario nelle loro prestazioni.<br />

La celebrazione solenne triennale si è svolta in una città ed in una<br />

nazione, scelte volta per volta: quest’anno sono state privilegiate<br />

l’India e Calcutta la sua capitale, luogo dove la Santa degli ultimi e<br />

degli “scarti” si è donata totalmente al servizio degli emarginati<br />

dalla società e soprattutto per i moribondi abbandonati per strada.<br />

* A livello di Chiesa nazionale<br />

L’Ufficio nazionale CEI per la pastorale della salute, come fa da<br />

molti anni, ha preparato un manifesto e una locandina che ricordavano<br />

la data e la tematica della Giornata, accompagnate dalla riproduzione<br />

dell’icona-mosaico di Gesù che lava i piedi a Pietro, ad<br />

opera della scuola dell’artista-teologo di fama internazionale, il<br />

padre gesuita sloveno, Marko Ivan Rupnik.<br />

Non sono mancate la scheda teologico-pastorale, quella liturgica e<br />

l’immaginetta recante nel retro una preghiera sviluppata nell’orizzonte<br />

trinitario e mariano da recitarsi da tutta la comunità cristiana.<br />

Quest’anno ad esse sono state aggiunte la scheda delle Proposte<br />

per l’animazione pastorale parrocchiale e quella di una Liturgia<br />

della Parola.<br />

Ciascuna Chiesa locale ha ricevuto abbondante materiale di animazione<br />

non solo di numero di copie ma soprattutto di contenuto originale<br />

e creativo. Naturalmente ogni responsabile di comunità ha<br />

aggiunto la propria passione interiore, l’entusiasmo, l’ispirazione<br />

dello Spirito, il coraggio e la perseveranza per trasformare un ap-<br />

67


puntamento che rischia di diventare abitudinario con la ripetizione<br />

delle solite celebrazioni, in opportunità di ricerca di formule sempre<br />

nuove e innovative per svegliare i cuori e le menti alle problematiche<br />

della salute e alle attese più intime delle persone malate o<br />

anziane.<br />

68<br />

* A livello di Chiesa diocesana<br />

L’arcidiocesi di Bari Bitonto, per mezzo dell’Ufficio e della Consulta<br />

diocesana del settore, con una più che trentennale tradizione, si<br />

è mossa sui binari di iniziative ormai collaudate: il messaggio del<br />

papa è stato distribuito capillarmente a tutti i componenti della<br />

Curia, il commento ad esso è stato preparato dal direttore<br />

dell’Ufficio e riprodotto nella prima pagina del Notiziario diocesano<br />

di febbraio <strong>2019</strong>.<br />

Sabato 19 gennaio <strong>2019</strong> è stato organizzato un incontro diocesano,<br />

che, animato dalla segretaria della Consulta, la dott.ssa Ornella<br />

Scaramuzzi, è stato indirizzato soprattutto, ma non esclusivamente,<br />

ai ministri straordinari della S. Comunione (i partecipanti sono<br />

stati oltre 400!) ed è stato invitato don Gianni De Robertis, responsabile<br />

della Fondazione Migrantes della CEI, ad illustrare ed approfondire<br />

il messaggio di papa Francesco. In tale occasione sono stati<br />

distribuiti i bustoni del materiale illustrativo alle 126 parrocchie,<br />

alle comunità ospedaliere e alle associazioni di e per i malati.<br />

Dopo un mese, il 12 marzo <strong>2019</strong>, la Consulta diocesana ha fatto<br />

una verifica della celebrazione della Giornata in un incontro specifico<br />

e ogni rappresentante di vicaria o di associazione ha illustrato<br />

lo svolgimento della stessa Giornata, con riferimento soprattutto<br />

alle iniziative singole o comunitarie realizzate.<br />

*A livello di comunità parrocchiali<br />

Nella parrocchia S. Girolamo del I vicariato la Giornata del malato si è<br />

svolta con la celebrazione eucaristica; qui gli Scouts hanno sensibilizzato<br />

i ragazzi del quartiere e alcuni si sono recati nella casa di riposo<br />

Villa Giovanna per visitare gli anziani lì presenti (Grazia Guario).<br />

Nella parrocchia S. Francesco da Paola (IV vicariato), la domenica dell’11<br />

febbraio <strong>2019</strong>, p. Michele ha celebrato l’Eucaristia svolgendo<br />

un’omelia significativa. È stata data l’unzione agli infermi e infine


CURIA METROPOLITANA<br />

è stata letta la preghiera della Giornata, richiamando anche le parole<br />

del messaggio di papa Francesco (Nicola Di Ciano).<br />

Nella chiesa della parrocchia S. Andrea, don Mario Castellano ha celebrato<br />

la santa Messa, accompagnata dall’omelia particolare (Gaetano<br />

Panniello, Volontari di Bethesda).<br />

Nella parrocchia Maria SS. Addolorata (IV vicariato) la Giornata del<br />

Malato è stata vissuta nella comunità con spirito di preghiera e di<br />

coinvolgimento. Già all’inizio del mese di gennaio il parroco, don<br />

Tommaso Gigliola, aveva convocato i 5 ministri straordinari della<br />

Comunione, che ogni mese fanno un incontro formativo, per definire<br />

meglio un programma operativo finalizzato a visitare ed invitare<br />

tutti gli ammalati della parrocchia. Dopo l’incontro diocesano<br />

degli operatori pastorali si è deciso che ad ogni messa domenicale<br />

del 10 febbraio un ministro straordinario avrebbe letto un messaggio<br />

alla comunità parrocchiale. In poche righe, lette alla fine delle<br />

celebrazioni eucaristiche, la comunità è stata sensibilizzata ad interessarsi<br />

dei malati attraverso segni tangibili di accoglienza e supporto<br />

durante tutto l’anno.<br />

Lunedì 11 febbraio, alle ore 16.00, è stata celebrata la santa Messa<br />

che ha visto il coinvolgimento di almeno 200 fedeli. Tra essi molti<br />

erano gli anziani ed i malati che hanno ricevuto il sacramento dell’unzione<br />

degli infermi, ma erano presenti anche tanti operatori<br />

parrocchiali che, richiamati dall’evento particolare, hanno voluto<br />

manifestare con la loro presenza la vicinanza ai malati. Alla fine<br />

della celebrazione, si è svolto nei locali della parrocchia un breve ma<br />

intenso momento conviviale. L’obiettivo comunitario stabilito è<br />

stato quello di realizzare durante l’anno pastorale altri momenti di<br />

condivisione con gli anziani e i malati della comunità.<br />

Particolare attenzione si sta dando ai Progetti a loro dedicati: il<br />

martedì ed il giovedì mattina, per esempio, almeno una trentina di<br />

anziani si riuniscono nei locali parrocchiali per trascorrere insieme<br />

momenti di condivisione: si prega, si legge il vangelo del giorno, si<br />

svolge insieme qualche piccola attività, si canta. Essendo il quartiere<br />

parrocchiale dove vivono molti anziani soli, la condivisione di<br />

69


qualche momento vissuto insieme aiuta a vincere la solitudine ed a<br />

superare i disagi fisici e mentali che l’età e la malattia procurano<br />

(Antonio Pedace).<br />

Ad Adelfia, alcuni soci dell’UNITALSI sono stati invitati, per la prima<br />

volta, per la GMM, e i parroci di Adelfia Canneto, don Salvatore De<br />

Pascale, e di Adelfia Montrone, don Felice Iacobellis, hanno vissuto<br />

insieme la celebrazione eucaristica nella chiesa di Canneto. Poi<br />

hanno fatto una processione cittadina in entrambi i territori, concludendo<br />

nella casa di riposo S. Pio, dove hanno riaperto, per l’occasione,<br />

un locale-grotta dedicato alla Madonna di Lourdes. È stato un messaggio<br />

molto positivo di comunione e di pace per tutti (Maria Rosaria<br />

Accardi).<br />

A Mola di Bari (XI vicariato) la concelebrazione eucaristica si è svolta<br />

nella parrocchia Madonna di Loreto, ma anche nelle singole parrocchie<br />

la GMM è stata molto sentita e ben celebrata (Francesco Papeo).<br />

Nella parrocchia S. Nicola di Toritto il punto di riferimento è stata la Casa<br />

della Carità, struttura diocesana per gli anziani autonomi. Attualmente<br />

ci sono circa dieci persone, alle quali i volontari dedicano spesso<br />

parecchio tempo per varie attività. La Messa è stata celebrata qui<br />

dall’ arciprete, don Marino Cutrone (Antonio Chiappinelli).<br />

70<br />

*A livello di comunità ospedaliere e associative<br />

Nella clinica “Mater Dei” gli operatori pastorali hanno organizzato un<br />

incontro con i malati raggiunti letto per letto; alle ore 10.30 nella<br />

chiesa padre Alberto Maria Kiambu (degli Apostoli di Gesù Crocifisso)<br />

ha celebrato la Messa solenne, animata dai canti e conclusa con<br />

una processione, al termine della quale è stata letto e distribuito il<br />

messaggio del papa. Non è mancata la celebrazione comunitaria del<br />

sacramento dell’unzione degli infermi (Antonella Cataldi).<br />

Nell’ospedale IRCCS oncologico “Giovanni Paolo II” il cappellano, don<br />

Mario Persano, l’11 febbraio ha celebrato l’Eucaristia nella cappella<br />

della struttura sanitaria e i numerosi ministri straordinari per la<br />

Comunione, recentemente istituiti, hanno distribuito la comunione<br />

ai malati ricoverati e sono stati accompagnati dai volontari delle<br />

associazioni operative nel luogo (Antonio Pedace).<br />

Presso l’ospedale pediatrico “Giovanni XXIII” si è svolto l’incontro tra<br />

UNITALSI e la Cappellania per celebrare insieme la XXVII Giornata


CURIA METROPOLITANA<br />

mondiale del Malato. Allestito un carrello per portare in processione<br />

la statua della Madonna, gli operatori pastorali col cappellano si<br />

sono recati nei vari piani, fermandosi nell’androne di ogni reparto<br />

per poter accogliere quanta più gente possibile. I volontari della<br />

Cappella hanno invitato le famiglie con i piccoli ammalati a radunarsi<br />

per un momento comunitario di preghiera. Tutti insieme<br />

hanno recitato un mistero del Rosario e, successivamente, i ministri<br />

straordinari della Comunione sia della Cappellania che dell’UNI-<br />

TALSI hanno distribuito Gesù eucaristico. Per chi lo desiderava è<br />

stata messa a disposizione da bere acqua benedetta di Lourdes. Alla<br />

fine della breve celebrazione è stato donato ai bambini un ricordino<br />

preparato dai membri dell’UNITALSI e distribuita a tutti l’immaginetta<br />

della preghiera per la Giornata. Dopo essersi recati in tutti i<br />

piani dell’edificio, nella cappella il cappellano ha celebrato la Santa<br />

Messa, al termine della quale è stata fatta una foto ricordo con gli<br />

amici (Maria Gianvecchio).<br />

Nel presidio ospedaliero “S. Paolo”, come già da molti anni, il vicario<br />

zonale e i parroci hanno concelebrato la domenica pomeriggio del<br />

10 febbraio <strong>2019</strong>, nella chiesa del nosocomio alla presenza di tanti<br />

malati e fedeli, venuti anche da fuori. Il cappellano don Michele<br />

Scolletta ha preparato un altarino per la Madonna e quattro donne<br />

malate hanno portato un omaggio floreale. Quindi, i sacerdoti con<br />

gli ostensori e i MSC si sono distribuiti in tutti i reparti andando a<br />

confortare gli ammalati stanza per stanza (Maria Paparusso).<br />

Il cappellano aggiunge anche che le parrocchie del VI vicariato<br />

(S. Paolo, Stanic e Villaggio del lavoratore), che sono 7 più la Cappellania<br />

ospedaliera, si sono unite nella festa comunitaria. D’accordo con<br />

gli altri parroci, il celebrante principale, scelto di volta in volta ogni<br />

anno, è stato padre Antonio Iannuzzi, barnabita della parrocchia<br />

Madre della Divina Provvidenza. È da ricordare che il rapporto con il<br />

personale dell’ospedale è buono perché gli operatori della Cappellania<br />

si recano tutti i giorni nei reparti, guadagnandosi la fiducia e il rispetto.<br />

Inoltre la Direzione generale manda una squadra a pulire da cima<br />

a fondo la chiesa, una volta al mese (don Michele Scolletta).<br />

71


72<br />

La Cappellania del presidio ospedaliero “Francesca Fallacara” e la comunità<br />

parrocchiale “S. Francesco di Assisi” di Triggiano hanno celebrato l’Eucaristia<br />

domenica sera, 10 febbraio <strong>2019</strong>, alle ore 18.30, nella chiesa<br />

dell’ospedale e poi hanno fatto una piccola processione all’interno<br />

dello stesso ospedale. Tutta la comunità ospedaliera era stata informata<br />

sul programma della Giornata del malato affisso nei luoghi<br />

più frequentati. È stato diffuso anche il messaggio del papa e le<br />

immaginette, che vanno sempre a ruba tra i malati, i familiari ed il<br />

personale sanitario.<br />

In occasione di questo appuntamento annuale è stato preparato un<br />

programma di celebrazioni eucaristiche nel reparto della dialisi (nei<br />

suoi tre turni), nel reparto di malattie infettive, e nella chiesa centrale<br />

la domenica precedente del 10 febbraio. Sono stati invitati e<br />

hanno partecipato anche i fedeli delle parrocchie della città di<br />

Triggiano/BA (fra Leonardo Nunzio Di Taranto).<br />

Gli associati del Centro Volontari della Sofferenza sono rimasti nelle parrocchie<br />

dove i loro gruppi sono costantemente presenti coadiuvando<br />

e animando le iniziative del parroco per la Giornata. C’è stata<br />

anche la processione e la distribuzione di piccoli doni del CVS ai<br />

presenti (Laura Cozzi).<br />

L’UNITALSI/Sezione di Bari l’8 febbraio <strong>2019</strong> è stata presente nella<br />

parrocchia “S. Ferdinando” per la recita del Rosario e per la celebrazione<br />

della S. Messa durante la quale è stata data l’Unzione degli<br />

infermi ai malati e agli anziani. L’11 febbraio, la stessa sottosezione<br />

di Bari era presente all’Ospedale pediatrico Giovanni XXIII dove, alle<br />

ore 16.00, hanno prima portato in processione la statua della<br />

Madonna di Lourdes per tutti i piani e poi è stata celebrata la Messa<br />

in cappella dal cappellano, don Sabino Perillo (Bibiana Di Candia).<br />

L’associazione del CVS anche quest’anno ha ribadito la propria opzione<br />

fondamentale per la parrocchialità, animando la Giornata del<br />

Malato nelle comunità in cui sono presenti i Gruppi, in Bari e nei<br />

paesi dell’Arcidiocesi. I Gruppi si sono innanzi tutto preparati riflettendo<br />

insieme sul messaggio del Papa e sulla relazione di don<br />

Gianni De Robertis all’incontro formativo dell’Ufficio diocesano di<br />

pastorale della salute del 19 gennaio scorso.<br />

Quasi tutti i Gruppi, inoltre, sono riusciti a svolgere un incontro organizzativo<br />

in preparazione della GMM con il parroco e, nella maggior


CURIA METROPOLITANA<br />

parte dei casi, con i ministri straordinari della Santa Comunione e le<br />

altre associazioni di/per/con ammalati presenti in parrocchia.<br />

In diversi casi l’incontro non si è limitato all’organizzazione della<br />

Giornata del Malato, ma ha costituito l’occasione per una verifica<br />

complessiva del cammino della pastorale della Salute a livello parrocchiale<br />

e per la programmazione di ulteriori iniziative in questo<br />

ambito della pastorale, da svolgersi nel prosieguo dell’anno liturgico.<br />

In alcune parrocchie la celebrazione della GMM si è svolta nel giorno<br />

proprio della ricorrenza mariana, lunedì 11 febbraio, mentre<br />

altre – per facilitare la partecipazione della comunità – l’hanno spostata<br />

a domenica 17 febbraio. In quasi tutte le parrocchie la celebrazione<br />

ha incluso il Rosario, con fiaccolata stile Lourdes, e una liturgia<br />

eucaristica comunitaria, che i Gruppi del CVS hanno contribuito<br />

ad animare. Nelle omelie è stato ovunque richiamato il messaggio<br />

del Papa. In diverse parrocchie durante la Santa Messa i sacerdoti<br />

hanno amministrato il sacramento dell’Unzione degli infermi.<br />

I Gruppi del CVS – in città e nei paesi – che si dedicano alla creazione<br />

di lavoretti artigianali (in collaborazione tra gli associati disabili<br />

e sani) hanno anche quest’anno preparato dei piccoli segni-ricordo<br />

per la Giornata, distribuiti alla comunità parrocchiale al termine<br />

della celebrazione.<br />

Ulteriori iniziative, diversificate in base alle esigenze ed alle opportunità<br />

offerte dal territorio, hanno permesso di sensibilizzare le<br />

comunità alla pastorale della salute, anche nei giorni precedenti e<br />

successivi alla Giornata del Malato. Tra esse si ricordano: visite e<br />

celebrazioni in Case Protette presenti nel territorio parrocchiale,<br />

messaggi nelle bacheche parrocchiali, incontri di approfondimento<br />

e testimonianza, meditazioni sul messaggio del Papa durante l’adorazione<br />

eucaristica comunitaria, etc.<br />

In conclusione, anche questa volta la Giornata mondiale del Malato<br />

è stata per il CVS un momento fondamentale dell’anno associativo,<br />

che ha rinnovato la gratitudine per i doni del Signore e la responsabilità<br />

del nostro impegno missionario di recarli ai tanti infermi che<br />

ancora soffrono la solitudine e non trovano speranza. Le ulteriori<br />

iniziative programmate in diverse parrocchie per i prossimi mesi<br />

73


appresentano uno dei frutti migliori di questa ricorrenza, che ha<br />

come obiettivo di sensibilizzare la Chiesa all’attenzione verso i malati<br />

e la pastorale della salute lungo tutto l’anno e non per un giorno<br />

soltanto (Floriano Scioscia, responsabile diocesano del CVS).<br />

Due parole di conclusione<br />

La presente relazione riferisce gli echi di quanto è stato riportato<br />

dalle varie realtà diocesane ed è pervenuto all’Ufficio e alla Consulta;<br />

certamente molte altre numerose iniziative sono state prese dalle<br />

singole comunità parrocchiali ed associative, che non sono state conosciute<br />

e che non sono state riportate in questo resoconto.<br />

Il direttore dell’Ufficio è grato a coloro che hanno fatto pervenire la<br />

loro voce e i loro scritti, ma è sicuro che questo significativo appuntamento<br />

annuale della Giornata mondiale del malato è ormai radicato<br />

nella vita e nei programmi delle parrocchie, degli ospedali e<br />

Case di Cura.<br />

Perciò siano rese grazie allo Spirito di Dio che continua ad operare<br />

creativamente nei cuori dei malati, delle famiglie che accolgono le<br />

“membra sofferenti del Corpo di Cristo”, dei sacerdoti e di tutti gli<br />

operatori pastorali, femminili e maschili.<br />

Triggiano, 15 maggio <strong>2019</strong><br />

fra Leonardo Nunzio Di Taranto, O.F.M. Cap.<br />

direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale della salute<br />

74


DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />

CONSIGLI DIOCESANI<br />

Consiglio Presbiterale <strong>Diocesano</strong><br />

Verbale della riunione del 22 febbraio <strong>2019</strong><br />

Il giorno 22 febbraio <strong>2019</strong>, alle ore 9.30, presso il salone della Casa<br />

del Clero in Bari, si è riunito il Consiglio Presbiterale diocesano, convocato<br />

e presieduto dall’Arcivescovo mons. Francesco Cacucci.<br />

Sono presenti il Vicario generale mons. Domenico Ciavarella e i<br />

Vicari episcopali: don Vittorio Borracci, mons. Domenico Falco,<br />

mons. Angelo Latrofa e don Andrea Favale.<br />

Sono assenti: mons. Domenico Padovano, Vescovo emerito di<br />

Conversano-Monopoli, p. Giovanni Distante op., padre Luigi Gaetani<br />

ocd, mons. Alberto D’Urso, don Marino Cutrone, don Biagio Lavarra,<br />

don Francesco Gramegna, don Vito Piccinonna, p. Franco Annicchiarico,<br />

don Angelo Cassano, don Angelo Garofalo e p. Damiano Bova, op.<br />

All’ordine del giorno:<br />

1. Presentazione della proposta: “Annunci di vita piena”. A cura<br />

di don Michele Birardi.<br />

2. Varie ed eventuali.<br />

75<br />

Dopo la preghiera dell’Ora Media viene data lettura del verbale<br />

della riunione del 26 ottobre 2018. Il Consiglio approva il verbale<br />

all’unanimità.<br />

1. Si passa al primo punto all’o.d.g.<br />

Don Michele Birardi, direttore dell’Ufficio di Pastorale giovanile,


76<br />

introduce il suo intervento facendo riferimento all’omelia di Papa<br />

Francesco per l’inizio del Sinodo dei Vescovi sulla realtà giovanile.<br />

Il Santo Padre invitava i giovani a «frequentare il futuro per far<br />

uscire da questo Sinodo non solo un documento, ma soprattutto<br />

propositi pastorali concreti, in grado di far germogliare sogni, suscitare<br />

profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia e creare un<br />

immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori e ridoni<br />

forza alle mani».<br />

In questa prospettiva si inserisce la proposta diocesana “Annunci di<br />

vita piena”, che ha come obiettivo quello di aiutare le comunità a<br />

riconoscere e indicare segni di vita nei dinamismi esistenziali del<br />

territorio in cui si abita, annunciare e testimoniare la vita piena,<br />

quella redenta dall’amore di Dio per trasformare le vie accecate<br />

dall’egoismo in strade illuminate dall’incontro con Gesù e che portano<br />

al bene verso il prossimo.<br />

Come è avvenuto per Filippo verso l’etiope, giovani e adulti insieme<br />

saranno chiamati a raccontare la gioia del Vangelo lungo le strade;<br />

queste ultime saranno individuate nel territorio dei vari Vicariati.<br />

“Annunci di vita piena” è un’esperienza da realizzare mettendo<br />

insieme le diverse generazioni, in modo particolare favorendo e<br />

accompagnando il protagonismo giovanile e la testimonianza di adulti<br />

nella fede. Si propone di attivare e consolidare processi, buone prassi<br />

ordinate alla promozione della vita in tutti gli ambiti e a tutti i livelli,<br />

nella collaborazione con le agenzie educative presenti sul territorio;<br />

pertanto criteri fondamentali di questa esperienza saranno la<br />

sinodalità e la profezia.<br />

Don Michele fa notare come la proposta, presentata nelle visite<br />

pastorali dell’Arcivescovo ai Vicariati, abbia avuto uno sviluppo ulteriore<br />

grazie al contributo dei consigli pastorali parrocchiali e vicariali.<br />

Sono stati proposti alcuni temi da affrontare durante le settimane<br />

di “Annunci di vita piena” quali: la destinazione universale dei beni,<br />

l’opzione preferenziale per i poveri, il primato della solidarietà, la<br />

cura della casa comune, l’ambiente digitale, il lavoro, la legalità, la<br />

giustizia, la pace, l’economia di comunione.<br />

Inoltre sono state suggerite alcune proposte: la conoscenza di qualche<br />

cooperativa agricola per proporla a giovani lavoratori, raccontare storie<br />

di vita piena durante le settimane dell’arte a scuola, creare cenacoli<br />

e tavole rotonde per le strade dei vari paesi, creare oratori di strada.


CONSIGLI DIOCESANI<br />

L’Arcivescovo ringrazia don Michele e ricorda l’iter di questa proposta.<br />

Dapprima è stata approvata nel Consiglio presbiterale di febbraio,<br />

poi è stata presentata e discussa nei vari Consigli pastorali<br />

vicariali che hanno offerto suggerimenti preziosi e ora riceve ulteriori<br />

concretizzazioni in questo Consiglio presbiterale. L’Arcivescovo<br />

invita i consiglieri a intervenire affinché si possano offrire ulteriori<br />

indicazioni per la preparazione di questa esperienza.<br />

Si chiedono maggiori chiarimenti circa i tempi di svolgimento delle<br />

iniziative vicariali.<br />

Si evidenzia la validità di questa iniziativa nel contesto culturale<br />

odierno. Si incoraggiano gli Uffici di curia a proporre altre iniziative<br />

in questa modalità di sinodalità.<br />

Si propone che gli animatori di “Annunci di vita piena” vivano<br />

un’esperienza di formazione previa; è fondamentale che essi siano<br />

formati spiritualmente e pedagogicamente.<br />

Si rileva come queste iniziative invitino a ridurre il protagonismo<br />

parrocchiale per assumere uno stile di comunione tra le varie comunità<br />

parrocchiali, presenti nello stesso territorio. Queste esperienze portano<br />

la comunità a lavorare in maniera sinodale programmando percorsi<br />

interparrocchiali che mettano insieme le varie competenze.<br />

L’augurio è che la sinodalità non sia vissuta solo da un punto di vista<br />

organizzativo ma diventi un’esperienza strutturale e sistematica.<br />

Si sottolinea l’importanza della pre-evangelizzazione.<br />

Si richiamano alcuni principi della comunità evangelizzatrice di<br />

Papa Francesco: l’attenzione alla carne sofferente, il lavorare per progetti,<br />

il progettare per stare insieme.<br />

Si comunica l’efficacia dell’esperienza dei catechisti del territorio<br />

presso la comunità San Giovanni Battista in Bari.<br />

Si racconta la bella esperienza di Chiesa vissuta dai consigli pastorali<br />

parrocchiali del X vicariato che, di domenica, accompagnati<br />

dall’Arcivescovo, si sono incontrati a Loseto per una giornata di discernimento<br />

comunitario.<br />

Prende la parola l’Arcivescovo che ringrazia per tutti gli interventi e<br />

invita a lasciare che lo Spirito Santo possa agire, abbandonando forme<br />

di chiusure e atteggiamenti pessimistici.<br />

77


Sottolinea l’entusiasmo dei laici nel camminare insieme percepito<br />

nelle visite vicariali e auspica che tutti si impegnino in questa proposta<br />

di “Annunci di vita piena”, ricordando che essa non è il progetto<br />

pastorale della diocesi, ma uno strumento della programmazione<br />

annuale.<br />

A tal proposito evidenzia come tutte le esperienze vissute precedentemente<br />

(Missione giovani, Tenda dell’incontro), nonostante le difficoltà<br />

oggettive, educano sì alla sinodalità, ma hanno anche come<br />

prospettiva quella di recuperare la dimensione e l’immagine di Chiesa<br />

di popolo, incontro tra le generazioni.<br />

Concludendo, l’Arcivescovo propone “Annunci di vita piena” per il<br />

mese di maggio, con la festa conclusiva del 15 giugno. Ricorda inoltre<br />

che nel mese di febbraio del 2020 ci sarà a Bari l’incontro dei<br />

Vescovi del Mediterraneo per la pace. Pertanto comunica che le visite<br />

vicariali saranno anticipate nei mesi di ottobre e novembre anche<br />

per permettere alle comunità parrocchiali, nei mesi seguenti, di prepararsi<br />

adeguatamente all’incontro: “Mediterraneo, frontiera di pace”.<br />

La riunione si conclude alle 12.30 con la preghiera dell’Angelus.<br />

Il Segretario<br />

sac. Pierpaolo Fortunato<br />

78


DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />

CONSIGLI DIOCESANI<br />

Consiglio Pastorale <strong>Diocesano</strong><br />

Verbale della riunione del 9 gennaio <strong>2019</strong><br />

Il giorno 9 gennaio <strong>2019</strong>, alle ore 19.00, presso l’aula magna della<br />

Casa del Clero in Bari, si è riunito il Consiglio Pastorale <strong>Diocesano</strong><br />

convocato e presieduto dall’Arcivescovo mons. Francesco Cacucci,<br />

per discutere il seguente ordine del giorno:<br />

1. Introduzione a cura di don Michele Birardi, direttore dell’Ufficio<br />

Giovani: “Sintesi dell’esperienza della Tenda dell’incontro e<br />

presentazione della proposta Annunci di vita piena per il prossimo<br />

Tempo di Pasqua”.<br />

2. Proposta di tematiche da sottoporre alla riflessione del Consiglio<br />

nei prossimi incontri.<br />

3. Varie ed eventuali.<br />

79<br />

Risultano assenti giustificati: don Angelo Lagonigro, don Alessandro<br />

Tanzi, i coniugi Stufano, don Gaetano Coviello, sig.ra A. Carbone,<br />

sig.ra C. Cutrone, sig.ra P. Lella, sig. N. Delle Grazie, p. V. Giannelli,<br />

sr. A. Rizzuto, sig. N. Locorriere, sig. R. Mennuti, sig.ra G. Reali, sig.<br />

A.M. Scalioti, sig.ra T. Ferraro.<br />

Il Consiglio ha inizio con un momento di preghiera, seguito dal<br />

saluto dell’Arcivescovo.


80<br />

Prima di procedere alla discussione di quanto all’ordine del giorno,<br />

si dà lettura del verbale della seduta del 5 novembre 2018. Il verbale<br />

è letto e approvato all’unanimità.<br />

L’Arcivescovo fa memoria di don Ubaldo Aruanno, deceduto il 13<br />

novembre scorso: diverse sono le testimonianze scritte in merito al<br />

suo servizio prestato all’Ufficio catechistico e missionario, come<br />

parroco, come padre spirituale al Seminario, vicario territoriale di<br />

Bitonto-Palo e per il suo ministero di esorcista. L’Arcivescovo informa<br />

il Consiglio Pastorale che don Oronzo Pascazio continuerà il<br />

delicato servizio di esorcista, per dare particolare attenzione ai<br />

bisogni delle persone provate dal maligno.<br />

La segretaria introduce l’incontro sottolineando, come tema di<br />

fondo, l’importanza di vivere lo stile sinodale nell’impegno pastorale.<br />

L’incontro vissuto a Bari il 7 luglio 2018 per la pace nel Medioriente<br />

tra il papa e i capi delle Chiese ha offerto un insegnamento da cui<br />

trarre indicazioni e sollecitazioni per la vita di tutta la Chiesa e, in<br />

particolare, della nostra Chiesa diocesana. Ci si vuole confrontare<br />

con alcune esperienze diocesane, curate in modo particolare dall’Ufficio<br />

Giovani, che ha avviato in questi ultimi anni iniziative di<br />

testimonianza, annuncio, condivisione da vivere a livello vicariale al<br />

fine di imparare a confrontarci e vivere insieme, tessendo relazioni e<br />

dialogando con il territorio in cui viviamo. Viene chiesto a don<br />

Michele Birardi, direttore dell’Ufficio Giovani, di fare una sintesi<br />

dell’esperienza della “Tenda dell’Incontro”, e di presentare il progetto<br />

“Annunci di vita piena. Quelli della via”. L’intervento di don<br />

Michele Birardi è allegato al presente verbale.<br />

Terminato l’intervento, la segretaria ringrazia don Michele e invita i<br />

consiglieri alla condivisione: l’obiettivo è partire da queste due<br />

esperienze per riflettere e rivedere la nostra esperienza di Chiesa alla<br />

luce dello stile sinodale di cui l’Arcivescovo ci invita a fare sempre<br />

più esperienza unitamente alla sempre maggiore attenzione ai<br />

territori in cui sono inserite le nostre comunità.<br />

Si chiedono maggiori chiarimenti circa la metodologia, vicariale o<br />

parrocchiale, i tempi di svolgimento delle iniziative vicariali, se devono<br />

essere contestuali o meno, i luoghi, si chiede se “la via” possa essere<br />

intesa in senso simbolico. Si chiede anche di pensare a tempi più<br />

dilatati, che abbraccino il tempo ordinario per concludere a settembre.


CONSIGLI DIOCESANI<br />

Si sottolinea la difficoltà nel vivere questo tipo di esperienza,<br />

soprattutto in riferimento alla programmazione pastorale che ha già<br />

previsto e offerto diversi percorsi anche a livello diocesano: seguendo<br />

il criterio della sinodalità, dovrebbero, in questo progetto, convergere<br />

tutti gli uffici di Curia e i singoli percorsi. Pertanto si invita ad avere<br />

una maggiore attenzione sin dall’inizio dell’anno pastorale affinché i<br />

percorsi proposti siano pensati in maniera unitaria evitando di dover<br />

reimpostare i cammini, con non poca difficoltà, nel corso d’anno.<br />

Nonostante le difficoltà sottolineate, si evidenzia come le nostre<br />

comunità, associazioni e movimenti devono maturare la capacità di<br />

modificare la programmazione, imparando non solo a individuare il<br />

calendario delle iniziative da vivere ma anche a riprogettarsi per<br />

raggiungere al meglio l’obiettivo che la Chiesa diocesana si è dato.<br />

L’invito a lavorare insieme è una proposta dell’Arcivescovo, per cui come<br />

Chiesa dobbiamo imparare sempre più a superare la frammentazione e<br />

a lavorare insieme, mantenendo le specificità di ciascuno.<br />

A questa sollecitazione, si unisce un augurio di speranza che proviene<br />

dai giovani presenti in Consiglio: che la sinodalità diventi uno<br />

stile organico, permanente nella nostra Chiesa diocesana, qualcosa<br />

di radicato in cui crescere. L’essere immersi nelle cose da fare alle<br />

volte non aiuta a vedere il progetto di fondo: l’esperienza della<br />

Tenda, l’incontro del 7 luglio, “Annunci di vita piena” non sono<br />

eventi isolati, sono sollecitazioni dello Spirito Santo. L’augurio è che<br />

la sinodalità non sia solo vissuta dal punto di vista organizzativo,<br />

ma diventi un’esperienza strutturale e sistematica.<br />

Negli ulteriori interventi si auspica che la proposta di “Annunci di<br />

vita piena” diventi più circostanziata, tenga conto del momento<br />

storico che stiamo vivendo, con un’attenzione anche più allargata al<br />

contesto europeo. Si sottolinea anche che i destinatari non sono solo<br />

i giovani, ma tutta la comunità. Da questo punto di vista si evidenzia<br />

come le esperienze vissute in questi anni abbiano avuto un’importante<br />

ricaduta positiva su adulti e famiglie. L’esperienza della<br />

“Tenda dell’incontro” è stato già un annuncio di vita nuova, perché,<br />

in un momento di difficoltà nelle parrocchie, si sono rotti i muri<br />

della separazione e dell’isolamento. Come Chiesa, siamo chiamati a<br />

81


82<br />

essere provocazione per il territorio. A tal proposito si evidenzia<br />

come tutte le esperienze vissute in precedenza (Missione giovani,<br />

Tenda), nonostante le dif-ficoltà oggettive, ci educano sì alla sinodalità<br />

ma hanno anche come prospettiva quella di recuperare la<br />

dimensione e l’immagine di Chiesa di popolo. L’esperienza di questi<br />

incontri ci permette di entrare nelle case, di stare con i ragazzi e le<br />

famiglie anche in luoghi non prettamente parrocchiali. Tutto ciò<br />

rende il cammino di fede una proposta per tutti superando il rischio<br />

di restringere l’annuncio rendendolo poco pro-fetico. L’annuncio<br />

kerigmatico della morte e risurrezione di Gesù è il punto di partenza<br />

per guardare ai problemi e al contesto storico, leggendo la realtà,<br />

fatta anche di fragilità presenti nei nostri territori; alla luce della<br />

Scrittura, tutto si compone. Fondamentale è non separare l’annuncio<br />

dalla vita e dalla celebrazione.<br />

Alle indicazioni e sottolineature proposte dai consiglieri seguono<br />

alcuni interventi che aiutano a chiarire la proposta.<br />

Don Mario Castellano, direttore dell’Ufficio Pastorale, pone un chiarimento<br />

metodologico. Il tentativo di lavorare insieme, sottolinea, deve<br />

essere obiettivo e meta, forma e contenuto. Il lavoro degli uffici di<br />

Curia è nella direzione della formazione, proponendo itinerari e<br />

cammini for-mativi, considerando tutte le dimensioni della vita<br />

pastorale. L’importante è andare nella direzione dello stile che ci si<br />

vuole dare: queste proposte vogliono aiutarci, profeticamente, sottolinea<br />

don Mario, ad assumere uno stile e a rivedere il modo di<br />

lavorare tra comunità parrocchiali di uno stesso territorio. Certo non<br />

si nasconde che bisogna ottimizzare i percorsi, i cammini e lavorare<br />

di più insieme, programmando percorsi interparrocchiali. L’Ufficio<br />

Giovani ci sta sollecitando, proponendo progetti non solo per i<br />

giovani, ma per le famiglie e l’intera comunità parrocchiale, suscitando<br />

anche nelle parrocchie persone non ancora impegnate nella comunità,<br />

ma che hanno altre sensibilità e carismi. Richiamando la vena di<br />

speranza emersa nel Consiglio, evidenzia come questo è il seme, l’inizio<br />

di un cambiamento e una conversione pastorale.<br />

Interviene don Michele Birardi, puntualizzando alcune questioni organizzative<br />

emerse:<br />

– composizione: tenendo presenti i vicariati, l’indicazione è che i<br />

vicariati molto estesi possano considerare la distinzione in paesi;<br />

– tempi: è importante che in tutta la Diocesi si seguano gli stessi ritmi.


CONSIGLI DIOCESANI<br />

L’estate, sottolinea don Michele, è già impegnata con Grest e campi<br />

estivi. Inoltre, evidenzia che la proposta è pensata per il Tempo<br />

Pasquale, come annuncio della risurrezione;<br />

– target: è una proposta pastorale della Diocesi, pensata per adultigiovani-famiglie.<br />

È una iniziativa pastorale, emersa dalla traccia<br />

pastorale dell’Arcivescovo e rivolta a tutti. La comunione vissuta<br />

pastoralmente, evidenzia ancora don Michele, è già una forma di<br />

annuncio.<br />

Prende la parola l’Arcivescovo che ringrazia tutti per gli interventi<br />

illuminanti e sottolinea come lo Spirito Santo permette di chiarire<br />

le idee nel cammino: questo processo deve continuare ed espandersi<br />

negli incontri vicariali; durante i quali la mattina con i sacerdoti verrà<br />

ripreso il tema della sinodalità, mentre durante l’incontro serale don<br />

Michele sintetizzerà l’esperienza della “Tenda” e proporrà “Annunci<br />

di vita piena”, per poter dare chiarimenti e ricevere suggerimenti. Il<br />

tema della sinodalitá, aggiunge ancora l’Arcivescovo, deve trovare<br />

applicazione spirituale ed ecclesiale tra i sacerdoti, fino a valorizzare<br />

al massimo il contributo qualificato del laicato.<br />

Relativamente alle difficoltà di coordinamento e del camminare<br />

insieme degli Uffici di Curia, l’Arcivescovo evidenzia che il problema<br />

si sta superando. Ricorda anche che “Annunci di vita piena” non è il<br />

progetto pastorale della Diocesi, ma uno strumento del cammino<br />

diocesano. La preoccupazione degli Uffici dovrebbe essere quella di<br />

rifarsi sempre alla traccia pastorale e attendere l’assemblea diocesana<br />

per fare la propria programmazione. L’idea progettuale è una sola,<br />

la “mistagogia”; la realizzazione di questa idea passa attraverso le<br />

varie programmazioni annuali.<br />

Per quel che riguarda i tempi, l’Arcivescovo ricorda che ci sarà a Bari<br />

l’incontro dei Vescovi del Mediterraneo per il quale è in atto una<br />

macchina organizzativa complessa. Concludendo, l’Arcivescovo propone<br />

per “Annunci di vita piena” il mese di maggio, con la festa<br />

conclusiva a giugno, in modo da poter coinvolgere anche le scuole.<br />

Ringraziando tutti, la segretaria invita a comunicare per email o<br />

telefonicamente, indicazioni e tematiche su cui porre attenzione nei<br />

successivi Consigli pastorali. Indicazione comune è di riprendere la<br />

83


traccia pastorale perché sia sempre guida per il cammino diocesano.<br />

Invita inoltre tutti i consiglieri a essere una presenza positiva e<br />

propositiva nei Consigli vicariali alla luce delle positività emerse in<br />

questo incontro.<br />

Con la preghiera finale, la seduta del Consiglio si scioglie alle ore<br />

21.15.<br />

La Segretaria<br />

Michela Boezio


CONSIGLI DIOCESANI<br />

Allegato al Verbale del 9 gennaio <strong>2019</strong><br />

Dalla Tenda alla Via … sempre in cammino<br />

C’era una volta una tenda …<br />

Lo so, starai pensando ad una favola, all’autore; e magari anche che<br />

le favole non hanno diritto di parola in un consiglio pastorale.<br />

No, non è una favola, ma è un sogno, o meglio un sogno da<br />

raccontare. E allora …<br />

C’era una volta una tenda grande grande grande, tanto grande che<br />

per molte notti ha occupato gli spazi della mente degli adulti, dei<br />

giovani e delle famiglie della nostra diocesi. E sì, perché questa tenda,<br />

che esisteva già “in principio” in un altro mondo, è stata invocata,<br />

chiamata, affidata da padre Arcivescovo:<br />

Siamo invitati a vivere come comunità diocesana quella che<br />

possiamo chiamare una peregrinatio della tenda dell’incontro:<br />

un movimento di cuori che attraverserà i nostri centri abitati.<br />

Si tratterà di pensare uno spazio e un tempo in cui adulti e<br />

giovani possano confrontarsi con le domande, i sogni, le<br />

speranze che accompagnano la ricerca di senso e di pienezza<br />

della loro vita. Un invito concreto per le nostre comunità ad<br />

allargare lo spazio della nostra tenda, liberando gli adulti dall’illusione<br />

dell’autoreferenzialità e favorendo la partecipazione<br />

dei giovani alla vita sociale ed ecclesiale, nella responsabilità<br />

fedele e nel dono gratuito di sé.<br />

Da subito la macchina organizzativa si è messa in moto, del resto è<br />

raro veder arrivare e dover piantare una tenda. Dove? Nelle nostre<br />

città, dove tutto è cemento, asfalto, acciaio, ferro, sì certo c’è pure il<br />

verde, giusto per dare una quota di partecipazione alla natura!<br />

L’ingranaggio all’inizio ha singhiozzato parecchio. Riunioni dei<br />

direttori della curia, dei vicari delle zone, dei preti giovani, dei laici,<br />

diverse assemblee … Ma quanto grande è la tenda? Come e quando<br />

arriverà? Dove la metteremo? La diocesi è estesa.<br />

85


86<br />

L’idea prendeva piede, il sogno si faceva più chiaro. La tenda non era<br />

ancora arrivata ma già faceva parlare di sé, alcuni per la verità<br />

bofonchiavano; altri criticavano, ma di quella critica che vuole capire<br />

meglio; altri ancora esprimevano entusiasmo e gioia; e c’era chi,<br />

pensa tu che matto, metteva nei messaggi whatsapp accanto alla<br />

parola tenda le faccine sorridenti e i cuoricini.<br />

La tenda si faceva attendere; si doveva preparare un popolo ben<br />

disposto ad accogliere la sua carica di significato. Infatti, nel<br />

frattempo cominciava a prendere piede, è il caso di dire proprio così,<br />

un movimento tra le persone delle diverse generazioni che favoriva<br />

l’incontro, la collaborazione (commissioni territoriali composte da<br />

giovani a adulti, che miracolo è questo!), il camminare insieme (circa<br />

2000 hanno percorso a piedi 11 km da Capurso a Noicattaro in una<br />

sera di inizio autunno), la preghiera comune (la cattedrale stracolma<br />

di gente in una sera alle porte della primavera per affidare la propria<br />

vita a Maria, colei che indica la Via, Gesù).<br />

La terra di Bari era quasi pronta a piantare la tenda in mezzo, come<br />

a tratteggiare un centro attorno a cui ritrovarsi, riconoscersi, abitare.<br />

Difatti quando arrivò e posò il lembo sulla nuda terra non erano<br />

molti i presenti … tranquilli, per tirarla su (sì, lo sapete meglio di me,<br />

la tenda si pianta per innalzarla, tocca terra ma invoca il cielo, è il<br />

cielo sulla terra) non ci voleva tanta forza. È bastata una fonte di<br />

energia permanente a tenerla viva, visibile, resistente alla pioggia e<br />

al vento. Per la verità, un Soffio leggero è stato la garanzia della<br />

tenuta della tenda e dell’incontro tra le persone.<br />

Bianchissima come la luce era la sua veste esteriore, semplice e<br />

maestosa, insomma, era impossibile non farci caso. La tenda era da<br />

sola un richiamo, una chiamata a starci, ad andare a vedere, anche a<br />

mangiare qualcosa, ad ascoltare una parola, a porre domande, ad<br />

esercitare la speranza, a risvegliare il desiderio del futuro, ad allargare<br />

lo spazio della propria esistenza, perché sotto la tenda non ci sono<br />

confini o paletti, si passa, ci si lascia attraversare dal caldo e dal vento,<br />

si sperimenta luce e buio senza filtri. La tenda resta un’apertura, uno<br />

spazio di libertà dove ritrovare se stesso, finalmente affrancato da<br />

certe strutture e dinamiche stantie che annoiano lo spirito.<br />

E ha tenuto svegli tutti in quei giorni, soprattutto ci ha riconciliato<br />

con la creatività che fa accadere l’impossibile. La tenda era lì ma,<br />

facendo parlare di sé, era ovunque.


CONSIGLI DIOCESANI<br />

A scuola i ragazzi hanno potuto sperimentare l’accoglienza nella<br />

colazione offerta e nella consegna di una frase da tenere con sé per<br />

l’intera giornata. Si sono confrontati sulle domande della vita e sulla<br />

bellezza dei sogni scoprendo un Dio che sogna con loro.<br />

All’università gli studenti hanno riempito il tempo di uno snack con<br />

la ricerca di idee e soluzioni per un mondo migliore e più giusto, per<br />

la propria vita orientata alla felicità e alla stabilità, per un futuro<br />

meno incerto e più luminoso.<br />

Per strada si è scatenata la gioia: color fun come scia di colore che<br />

ha contagiato tutti, flash mob e il ritmo sale dalla terra, silent party<br />

come musica che ti avvolge e ti unisce all’universo, percorsi per<br />

riconoscere le emozioni, festival di musica, itinerari alla riscoperta<br />

di castelli antichi con l’attenzione alle sfide del presente, cena a colori<br />

a ricordare l’unità dei popoli.<br />

E poi, esibizioni teatrali, dibattiti sulla legalità e sul lavoro. Al centro<br />

la celebrazione eucaristica, veglie di preghiera, adorazione notturna:<br />

il Signore ha vegliato su di noi e ha accolto i nostri sogni.<br />

Come quelli di Giuseppe d’Egitto, la cui tunica colorata e dalle<br />

grandi maniche è stato il simbolo custodito nella tenda per ricordare<br />

che nulla è perduto, che sempre si può ricominciare, che anche lo<br />

scarabocchio è una linea …<br />

E, intanto, la tenda avvolgeva tutti, conteneva e dava respiro ad ogni<br />

espressione di vita, lanciava appelli al mondo civile e alla Chiesa,<br />

custodiva i buoni propositi dei giovani, i consigli e le buone prassi degli<br />

adulti, alimentava una fede viva in Gesù nel silenzio e nell’attenzione agli<br />

ultimi, favoriva la voglia di relazioni autentiche, mai banali, nel rispetto<br />

dell’altro e nella fedeltà a sé. La tenda ha accolto e ascoltato, aveva cuore<br />

e orecchi per chi era in-tenda e si è proposta come modo per intendere la<br />

vita nel segno del Signore Risorto: una vita riconciliata e liberata<br />

dall’amore. La tenda ha parlato, provocato riguardo la possibilità di<br />

collaborare insieme tra parrocchie, con le associazioni del territorio. Si è<br />

fatta sentire perfino sui social, non solo facendosi largo per #solo3minuti,<br />

ma anche nelle foto postate, nei commenti lasciati nella rete, negli avvisi<br />

dell’ultimo momento sulle diverse chat create apposta per sentire il<br />

bisogno che il mondo ha di ciascuno di noi per crescere bene.<br />

87


E come si usa fare per gli eventi importanti, la tenda ha pensato di<br />

portare con sé un ospite d’eccezione, don Tonino Bello (e ci voleva<br />

per ricordare 25 anni della sua nascita al cielo), il quale disse che:<br />

la tenda evoca la mobilità della Chiesa, l’itineranza, il cammino, la<br />

strada. La tenda fa capire meglio che la Chiesa è una istituzione<br />

precaria che annuncia soltanto Gesù Cristo, non sta Lei al centro,<br />

non c’è questo ecclesiocentrismo nella visione cristiana, c’è cristocentrismo,<br />

Gesù sta al centro, e la Chiesa addita Gesù. La Chiesa è<br />

mobile, cammina con gli uomini.<br />

La tenda ci ha indicato la forza innovativa della sinodalità e ha<br />

rappresentato un momento eccellente per sentire il senso del Sinodo<br />

sui giovani, tanto che dalla tenda ci siamo ritrovati X mille strade a<br />

camminare per le vie dei nostri paesi prima di giungere a Roma<br />

all’incontro con papa Francesco l’11 e 12 agosto 2018.<br />

C’è stata una volta una tenda …, non è il lieto fine di una favola, è<br />

l’inizio di una storia, quella della nostra Chiesa diocesana che non<br />

può essere più la stessa dopo quello che c’è stato, che ha la responsabilità<br />

di non deludere le attese di comunione, di una fede che<br />

attiene alla vita e ai problemi di oggi e quindi deve impegnare le<br />

proprie risorse in favore di una pastorale di ambiente meno<br />

burocraticista, più simpatica con l’umano e vicina ai vissuti, meno<br />

struttura, più cantiere.<br />

C’è stata una volta una tenda …, e tutto cominciò, quando il Verbo<br />

si fece carne e la terra diventò la sua casa e l’umanità la sua naturale<br />

connotazione. E la tenda dell’incontro altro non è che la storia di<br />

Gesù, non una favola, ma il sogno di Dio diventato realtà, il disegno<br />

di un amore che coinvolge tutti, nessuno escluso.<br />

88<br />

don Michele Birardi<br />

direttore dell’Ufficio per la Pastorale giovanile


CONSIGLI DIOCESANI<br />

Allegato al Verbale del 9 gennaio <strong>2019</strong><br />

Annunci di vita piena<br />

Traccia biblica<br />

Atti 8, 26-40<br />

Un angelo del Signore parlò a Filippo e disse: «Àlzati e va’ verso il<br />

mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; essa<br />

è deserta». Egli si alzò e si mise in cammino, quand’ecco un Etìope,<br />

eunuco, funzionario di Candace, regina di Etiopia, amministratore<br />

di tutti i suoi tesori, che era venuto per il culto a Gerusalemme, stava<br />

ritornando, seduto sul suo carro, e leggeva il profeta Isaia. Disse<br />

allora lo Spirito a Filippo: «Va’ avanti e accòstati a quel carro».<br />

Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse:<br />

«Capisci quello che stai leggendo?». Egli rispose: «E come potrei<br />

capire, se nessuno mi guida?». E invitò Filippo a salire e a sedere<br />

accanto a lui. Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo:<br />

Come una pecora egli fu condotto al macello e come un agnello senza voce<br />

innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nella sua umiliazione il<br />

giudizio gli è stato negato, la sua discendenza chi potrà descriverla? Poiché è<br />

stata recisa dalla terra la sua vita.<br />

Rivolgendosi a Filippo, l’eunuco disse: «Ti prego, di quale persona<br />

il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?». Filippo,<br />

prendendo la parola e partendo da quel passo della Scrittura,<br />

annunciò a lui Gesù. Proseguendo lungo la strada, giunsero dove<br />

c’era dell’acqua e l’eunuco disse: «Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa<br />

impedisce che io sia battezzato?». Fece fermare il carro e scesero tutti<br />

e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco, ed egli lo battezzò. Quando<br />

risalirono dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunuco<br />

non lo vide più; e, pieno di gioia, proseguiva la sua strada. Filippo<br />

invece si trovò ad Azoto ed evangelizzava tutte le città che attraversava,<br />

finché giunse a Cesarea.<br />

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90<br />

Atti 9, 1-20<br />

Saulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore,<br />

si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di<br />

Damasco, al fine di essere autorizzato a condurre in catene a<br />

Gerusalemme tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne,<br />

appartenenti a questa Via. E avvenne che, mentre era in viaggio e stava<br />

per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo<br />

e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché<br />

mi perséguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». Ed egli: «Io sono Gesù,<br />

che tu perséguiti! Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò<br />

che devi fare». Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano<br />

fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno.<br />

Saulo allora si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla.<br />

Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco. Per tre giorni<br />

rimase cieco e non prese né cibo né bevanda.<br />

C’era a Damasco un discepolo di nome Anania. Il Signore in una<br />

visione gli disse: «Anania!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore<br />

a lui: «Su, va’ nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda<br />

un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco, sta pregando e ha visto in<br />

visione un uomo, di nome Anania, venire a imporgli le mani perché<br />

recuperasse la vista». Rispose Anania: «Signore, riguardo a quest’uomo<br />

ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli a<br />

Gerusalemme. Inoltre, qui egli ha l’autorizzazione dei capi dei<br />

sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il<br />

Signore gli disse: «Va’, perché egli è lo strumento che ho scelto per<br />

me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli<br />

d’Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome».<br />

Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse:<br />

«Saulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è<br />

apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia<br />

colmato di Spirito Santo». E subito gli caddero dagli occhi come<br />

delle squame e recuperò la vista. Si alzò e venne battezzato, poi prese<br />

cibo e le forze gli ritornarono. Rimase alcuni giorni insieme ai<br />

discepoli che erano a Damasco, e subito nelle sinagoghe annunciava<br />

che Gesù è il Figlio di Dio.


CONSIGLI DIOCESANI<br />

Idea<br />

La prima comunità di cristiani è caratterizzata nel senso dell’evangelizzazione,<br />

dell’annuncio che in Gesù morto e risorto c’è vita e<br />

salvezza. Annuncio e via sono le direttrici attraverso cui passa la<br />

Parola e la Vita. L’annuncio si realizza lungo la via, quella che da<br />

Gerusalemme si snoda verso le strade dell’umanità. Annuncio perché<br />

veniamo da una Parola che ci ha chiamati, ci ha creati. Via perché<br />

siamo alla sequela del Maestro, tanto che i primi cristiani erano<br />

denominati “quelli della via”. Vita perché è nel quotidiano che rivela<br />

e si svela la forza generativa dell’amore. Proviamo, allora, a far parlare<br />

il Vangelo alla vita lungo la via.<br />

Durante il tempo di Pasqua daremo voce e forma ad “Annunci di<br />

Vita piena”. La Risurrezione di Gesù ci consegna alla vita nuova,<br />

bella, buona, vera, quella illuminata dall’Amore infinito del Padre<br />

che sconfigge le tenebre della morte, la notte del male. È la chiamata<br />

della vita e per la vita, l’anelito profondo che fa vibrare la gioia, la<br />

forza che sostiene il cammino, la consapevolezza del dono ricevuto<br />

che abilita alla testimonianza. Come è avvenuto per Filippo verso<br />

l’etiope e come sarà per Paolo che dalla via di Damasco attraverserà<br />

le strade del mondo. Gesù, la Vita, ci invita ad essere vivi per davvero,<br />

protagonisti nelle vicende dell’esistenza, costruttori della civiltà<br />

dell’amore con segni e gesti di accoglienza, giustizia, prossimità che<br />

rimettano in piedi la vita laddove è più in emergenza.<br />

Siamo nella terza fase del cammino sinodale, quella attuativa, in cui<br />

«la comunità cristiana è chiamata a uscire dall’autoreferenzialità<br />

dell’io della propria autoconservazione verso il servizio alla costruzione<br />

di un noi inclusivo nei confronti di tutta la famiglia umana e<br />

dell’intera creazione» (Documento finale del Sinodo, n. 125).<br />

Si tratta, pertanto di intitolare vie, di chiamarle, nominarle, e di far<br />

correre, lungo queste strade individuate nei diversi territori della<br />

nostra diocesi, la gioia del Vangelo che raggiunge tutti e rinnova i<br />

dinamismi esistenziali delle generazioni in contesto.<br />

“Annunci di vita piena” è il tentativo della nostra Chiesa locale di<br />

lavorare insieme «passando da un lavoro per uffici a un lavoro per<br />

91


progetti» (Documento finale del Sinodo, n. 141), dalle singole parrocchie<br />

al vicariato, zona pastorale, paese.<br />

“Annunci di vita piena” è un’esperienza da realizzare mettendo<br />

insieme le diverse generazioni, in modo particolare favorendo e<br />

accom-pagnando il protagonismo giovanile e la testimonianza di<br />

adulti nella fede.<br />

Si propone di attivare e consolidare processi, buone prassi ordinate<br />

alla promozione della vita in tutti gli ambiti e a tutti i livelli, nella<br />

collaborazione con le agenzie educative presenti sul territorio. I<br />

giovani ci chiedono di non essere lasciati soli ad affrontare le sfide<br />

del mondo sociale per trovare attraverso la forma del dialogo nuove<br />

vie di partecipazione.<br />

Criterio<br />

92<br />

Assumiamo come criterio quello della sinodalità. «In un mondo<br />

segnato dalla diversità dei popoli e dalla varietà delle culture,<br />

camminare insieme è fondamentale per dare credibilità ed efficacia<br />

alle iniziative di solidarietà, di integrazione, di promozione della<br />

giustizia, e per mostrare in che cosa consista una cultura dell’incontro<br />

e della gratuità» (Documento finale del Sinodo, n. 126). Abbiamo<br />

la responsabilità di testimoniare il nostro essere discepoli di Gesù<br />

dentro la forma della comunione tra di noi e con il mondo, per essere<br />

simpatici, profondamente umani, anzi fino in cima, contestualizzati<br />

nella complessità della storia, inseriti nel tempo presente. Nulla di<br />

ciò che è l’uomo di oggi può esserci estraneo.<br />

Ci lasciamo guidare anche da un altro criterio, quello della profezia.<br />

Il Vangelo è profetico, riguarda le cose della vita ma offre una nuova<br />

prospettiva, affida le questioni del vissuto al futuro ancora tutto da<br />

scrivere ma possibile, innalza le realtà umane alla pienezza dell’amore<br />

vero. Cerca soluzioni e attiva prassi virtuose orientate al bene<br />

comune, «inserendo nei processi sociali l’ispirazione dei principi<br />

della dottrina sociale: la dignità della persona, la destinazione<br />

universale dei beni, l’opzione preferenziale per i poveri, il primato<br />

della solidarietà, l’attenzione alla sussidiarietà, la cura della casa<br />

comune» (Documento finale del Sinodo, n. 127).


CONSIGLI DIOCESANI<br />

Riferimenti<br />

L’incontro vissuto a Bari il 7 luglio 2018, quel cerchio, quell’abbraccio<br />

ha segnato in modo provvidenziale il cammino della nostra Chiesa<br />

diocesana, lasciando una traccia che non possiamo dimenticare. È stata<br />

una grande lezione di ecclesialità, che ha richiamato alla nostra mente<br />

il cammino della Chiesa raccontato dal libro degli Atti degli Apostoli. Una<br />

Chiesa aperta alle sorprese dello Spirito, che sprona anche noi a vivere<br />

un nuovo anno alla luce di quel soffio di Pentecoste che ha scombinato<br />

i nostri programmi e ha orientato le nostre comunità a ripensare il<br />

proprio cammino pastorale. Non possiamo restare chiusi nel cenacolo<br />

per difenderci dal timore della novità, ma dobbiamo lasciare che<br />

l’azione dello Spirito ci conduca su nuove strade (FRANCESCO CACUCCI, La<br />

Chiesa tra sogno e realtà, EDB, Bologna 2018, p. 5).<br />

La consapevolezza del dono ricevuto abilita alla testimonianza.<br />

Sarebbe bello, durante il tempo pasquale, dare voce e forma ad “Annunci<br />

di vita piena”. Famiglie e giovani con le loro comunità<br />

parrocchiali potrebbero, in ogni vicariato, proporre momenti di<br />

annuncio, incontro, confronto ed esperienze di servizio in cui manifestare<br />

la pienezza della vita risorta (FRANCESCO CACUCCI, La Chiesa tra<br />

sogno e realtà, EDB, Bologna 2018, p. 53).<br />

Impegniamoci dunque nel cercare di “frequentare il futuro”, e di far<br />

uscire da questo Sinodo non solo un documento – che generalmente<br />

viene letto da pochi e criticato da molti –, ma soprattutto propositi<br />

pastorali concreti, in grado di realizzare il compito del Sinodo stesso,<br />

ossia quello di far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far<br />

fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni,<br />

risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro, e creare<br />

un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni<br />

forza alle mani (dall’omelia di Papa Francesco per l’inizio del Sinodo).<br />

Che possiamo trovare Gesù e, con lui, il bandolo della nostra esistenza<br />

redenta, la festa di vivere, il gusto dell’essenziale, il sapore delle<br />

cose semplici, la fontana della pace, la gioia del dialogo, il piacere della<br />

collaborazione, la voglia dell’impegno storico, lo stupore della vera<br />

libertà, la tenerezza della preghiera (don Tonino Bello).<br />

93


Obiettivo<br />

Aiutare a riconoscere e indicare, segni di vita nei dinamismi esistenziali<br />

del territorio in cui si abita; annunciare e testimoniare la<br />

vita piena, quella redenta dall’Amore di Dio, per trasformare le vie<br />

accecate dall’egoismo in strade illuminate dall’incontro con Gesù e<br />

che portano al bene verso il prossimo.<br />

Temi<br />

La destinazione universale dei beni, l’opzione preferenziale per i poveri,<br />

il primato della solidarietà, la cura della casa comune, l’ambiente digitale,<br />

nuovi stili di vita, la cooperazione, l’autoimprenditorialità e il mondo del<br />

lavoro, la salvaguardia del creato, la legalità, la giustizia, la pace, l’economia<br />

di comunione (cfr nn. 151-156 del Documento finale del Sinodo).<br />

Metodologia<br />

94<br />

La strada, luogo dove si incrocia e scorre la vita, sarà il segno che<br />

guida l’esperienza.<br />

Ogni giorno della settimana verrà individuata una via del proprio<br />

territorio. Sarà nominata a seconda del tema che si intende affrontare.<br />

è possibile anche trattare un unico tema e declinarlo in modo<br />

differente per i giorni della settimana. Si curi la visibilità del nome<br />

della strada.<br />

Questo sarà il luogo dell’annuncio: si potranno predisporre manifesti,<br />

striscioni; i negozi e gli esercizi ivi ubicati recheranno il logo<br />

dell’evento e a tutti coloro che si serviranno del loro servizio consegneranno<br />

un biglietto con una frase, o una domanda, o uno slogan che parla<br />

del tema del giorno. Questo biglietto rimanderà alla pagina fb della<br />

settimana dove ogni giorno si potrà intervenire, interagire. È bene<br />

curare molto bene questo ambito per favorire il clima sereno e di<br />

scambio. Inoltre il biglietto darà la posizione del Libro che ogni<br />

giorno sarà tenuto a disposizione in un ambiente diverso (chiesa,<br />

circolo, bar, ecc …). Sul Libro ciascuno potrà scrivere la propria idea,<br />

ciò che si propone di fare in merito al tema. Bisognerà specificare


CONSIGLI DIOCESANI<br />

sul biglietto che l’idea da scrivere può essere il risultato di dialoghi<br />

e scambi avvenuti nella giornata tra più persone. Il Libro sarà<br />

realizzato con cura, nella forma estetica e contenutistica … ogni<br />

giorno ci sia un brano della Scrittura, meglio del Vangelo. Il risultato<br />

è che proveremo a scrivere il Vangelo con la vita.<br />

Si curi ogni giorno una striscia di informazione che chiameremo SPOT&GO<br />

da pubblicare sulla pagina fb dedicata. E ciascun giovane si impegnerà<br />

a pubblicare su instagram una storia inerente al tema giornaliero.<br />

La strada scelta di giorno in giorno sarà il luogo di incontri e manifestazioni:<br />

giochi di squadra, oratorio di strada, percorsi artistici,<br />

mostre fotografiche, mercatini, cenacoli della parola, tavole conviviali,<br />

flash mob, maratona lenta, percorsi con la fiamma (dello<br />

Spirito), festival di musica, esibizioni di danza, spazio di co-working<br />

in cui le imprese del territorio si incontrano e decidono percorsi<br />

condivisi. Particolare attenzione si dedichi ai luoghi della povertà e<br />

della sofferenza, agli anziani soli. Si potranno allestire delle edicole<br />

con immagini e brani scelti, i balconi della strada scelta potranno<br />

essere addobbati con fiori.<br />

Si potrebbe decidere di organizzare gruppi di persone che si<br />

occupino durante la settimana della pulizia e risistemazione di<br />

alcuni luoghi in disuso o peggio oggetto di atti vandalici.<br />

Si penserà ad artisti di strada, bande/band che animeranno le strade.<br />

Dovrà essere un’esplosione di vita. Dibattiti a tema, incontri,<br />

potranno essere svolti in luoghi adatti, nelle vicinanze della strada<br />

scelta. Così come nella chiesa più vicina si curi l’adorazione o tempi<br />

di riflessione durante l’arco della giornata. Sarà bello vedere le strade<br />

senza auto parcheggiate, pronte ad aiutare la gente a incontrarsi.<br />

Sarà altresì necessario progettare la settimana in sinergia con le<br />

istituzioni civili e le diverse associazioni e enti che animano la vita<br />

del proprio territorio.<br />

Le idee segnalate, le prassi sperimentate, diventeranno processi che<br />

la comunità avrà la responsabilità di promuovere in futuro.<br />

95


Tempi<br />

da sabato 11 a venerdì 17 maggio <strong>2019</strong>: realizzazione di “Annunci di vita<br />

piena”, nei vicariati.<br />

sabato 16 marzo <strong>2019</strong>: in Cattedrale, celebrazione del Mandato e<br />

affidamento alla Vergine Maria Odegitria.<br />

sabato 18 maggio <strong>2019</strong>: Festa diocesana conclusiva.<br />

96


DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />

TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE PUGLIESE<br />

Relazione del Vicario giudiziale sulle attività<br />

del Tribunale per l’anno 2018<br />

Eccellenze Reverendissime, distinte Autorità, cari confratelli,<br />

gentili ospiti,<br />

compio il gradito incarico di illustrare l’attività del Tribunale Ecclesiastico<br />

Regionale Pugliese svolta nell’anno 2018. Come sempre,<br />

rappresenta il frutto di un impegno corale dei Vicari aggiunti, del<br />

Collegio dei Giudici, dei collaboratori e di tutti gli operatori della<br />

giustizia canonica.<br />

Esprimo innanzitutto un sincero ringraziamento alla Conferenza<br />

Episcopale Pugliese per la fiducia accordataci e per l’attenzione<br />

a noi riservata, attraverso il costante consiglio e l’attenta vigilanza<br />

dell’Arcivescovo Moderatore. Una gratitudine particolare<br />

va all’Episcopato pugliese per aver voluto confermare per un<br />

altro quinquennio l’intero organigramma del Tribunale. La stima<br />

e la considerazione dei nostri Pastori ci onora e ci esorta ad<br />

un impegno sempre più proficuo, competente e sollecito.<br />

97<br />

1. Quadro generale<br />

In realtà, la relazione sull’attività del Tribunale Ecclesiastico Regionale<br />

Pugliese, quest’anno, assume una portata più ampia. Il 31 dicembre<br />

scorso, infatti, è terminato il mandato affidato dai vescovi al


98<br />

precedente organigramma: il Collegio dei Giudici, i Difensori del<br />

Vincolo e i Promotori di giustizia, nonché i Patroni stabili hanno cessato<br />

il loro ufficio. Per questo motivo ritengo doveroso, nella presente<br />

relazione, ampliare lo sguardo all’intero quinquennio trascorso.<br />

Tale periodo è stato caratterizzato da un evento particolarmente<br />

importante che ha segnato profondamente il processo canonico<br />

per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio. Il Motu<br />

proprio Mitis Iudex Dominus Jesus di Papa Francesco, firmato in<br />

data 15 agosto 2015, pubblicato l’8 settembre ed entrato in vigore<br />

1’8 dicembre dello stesso anno, ha profondamente riformato<br />

l’attività giudiziaria in materia matrimoniale. Peraltro, il Sinodo<br />

dei Vescovi sulla famiglia celebrato nelle due sessioni tenute<br />

rispettivamente nell’ottobre del 2014 e del 2015, aveva fortemente<br />

auspicato un autorevole intervento in tale ambito.<br />

Il Documento pontificio ha, pertanto, inaugurato una fase nuova<br />

e molto positiva, rispondendo efficacemente alle attese maturate<br />

da diversi anni, anche da parte degli stessi operatori giudiziari.<br />

Le linee portanti di tale rinnovamento sono state di carattere<br />

pastorale oltre che prettamente giuridico.<br />

Emerge, innanzitutto, il nuovo impulso pastorale che il Pontefice<br />

ha voluto imprimere alla riforma, attraverso una più piena<br />

responsabilità del vescovo diocesano.<br />

La relazione tra i pastori delle diocesi e il vicario giudiziale si è resa<br />

ancor più concreta e tangibile. Tutti gli operatori del Tribunale si<br />

sentono parte attiva di una pastorale familiare d’insieme che vede<br />

coinvolti gli uffici e i consultori diocesani, in una sinergia sempre<br />

più proficua. In tal modo, è stata rimarcata l’esigenza di conformare<br />

sempre più intensamente la legislazione canonica alla salvezza<br />

delle anime che è norma di sistema di tutta la vita della Chiesa e<br />

norma di chiusura del testo codiciale vigente (cfr can. 1752 CIC).<br />

Tutto ciò, confermando che al centro della vita della Chiesa non<br />

può che esserci «la necessità di tutelare in massimo grado la verità<br />

del sacro vincolo» (Proemio del MIDI). L’azione giudiziaria si pone<br />

in questa linea, nello sforzo quotidiano e costante di restituire la<br />

giusta serenità ai fedeli.<br />

Contestualmente all’aspetto pastorale, la riforma pontificia ha<br />

inciso efficacemente nella celerità del processo attraverso lo snellimento<br />

delle procedure e, in particolare, attraverso l’abolizione


TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE PUGLIESE<br />

dell’obbligatorietà della doppia sentenza conforme. L’appello<br />

contro la sentenza di primo grado non è più obbligatorio, ma è<br />

in facoltà della parte interessata o del difensore del vincolo.<br />

Una novità rilevante, riguardo alla celerità processuale, è stata l’introduzione<br />

del processo brevior. Dall’entrata in vigore della riforma,<br />

in Puglia, sono stati celebrati cinque processi con il rito brevior, conclusi<br />

con sentenza affermativa (uno a Taranto, due a Oria, uno a<br />

Nardò e uno a Bari). Le relative sentenze sono state consegnate personalmente<br />

dal proprio Vescovo ai fedeli interessati, realizzando, in<br />

tal modo, una forma concreta di “pastorale giudiziaria”.<br />

I criteri per la celebrazione del rito brevior sono rigorosamente definiti<br />

ed esigono una valutazione altrettanto rigorosa. Tale forma processuale,<br />

espressione diretta del Sinodo straordinario del 2014, è<br />

stata in esso concepita come: «processo giudiziale straordinario».<br />

Nel Discorso ai partecipanti al Corso promosso dal Tribunale della<br />

Rota Romana, tenuto nella Sala Clementina il 25 novembre 2017,<br />

il Pontefice ha inteso «precisare definitivamente alcuni aspetti fondamentali<br />

dei due Motu proprio, in particolare la figura del Vescovo<br />

diocesano come giudice personale ed unico del Processo breviore».<br />

Partendo dalla considerazione che «il Vescovo diocesano è Iudex<br />

unum et idem cum Vicario iudiciali», onde evitare il rischio di una delega<br />

esclusiva di tale munus al tribunale, in linea con la Tradizione e<br />

la Dottrina conciliare sull’episcopato, ribadendo quanto espresso<br />

nel MIDI, il Papa ha chiarito che il Vescovo diocesano «è giudice<br />

personale e unico nel processo brevior».<br />

Il Pontefice chiarisce altresì, che l’ammissione al rito brevior esige<br />

«come condizione imprescindibile l’assoluta evidenza dei fatti comprovanti<br />

la presunta nullità del coniugio». Tale assoluta evidenza appare<br />

un’ulteriore cautela rispetto alla manifesta nullità, prescritta nel can.<br />

1683 del MIDI, al fine di evitare un abuso di tale forma processuale.<br />

Inoltre, nel Discorso viene chiarito che il Vescovo che ritenesse di non<br />

essere in grado di assolvere personalmente all’impegno processuale<br />

può avvalersi della collaborazione di un vescovo viciniore o, «nel<br />

caso poi che non si ritenesse pronto nel presente ad attuarlo, deve<br />

rinviare la causa al processo ordinario».<br />

99


100<br />

È evidente che il Pontefice ha voluto evidenziare ulteriormente la<br />

centralità del Vescovo diocesano nell’esercizio del ministero giudiziale<br />

e l’eccezionalità del ricorso alla forma del processo brevior.<br />

Qualcuno, infatti, si è spinto a vedere, in tale forma processuale,<br />

una sorta di “divorzio breve” in ambito ecclesiastico. La citata<br />

precisazione del Pontefice ha fugato ogni dubbio in tale direzione.<br />

Quanto all’organizzazione concreta del lavoro, secondo le indicazioni<br />

della Conferenza Episcopale regionale, sono stati individuati quattro<br />

istruttori (mons. Cota per la metropolia di Foggia, mons. Giampetruzzi<br />

per quella di Bari, mons. Oliva per quella di Taranto e don Albanese<br />

per quella di Lecce), cui il Vicario giudiziale ordinariamente affida la<br />

causa in ragione della competenza territoriale, mentre l’assessore è, di<br />

norma, il giudice più prossimo alla diocesi interessata.<br />

La riforma processuale ha comportato, a livello nazionale, tutta<br />

una serie di provvedimenti al fine di adeguare la normativa canonica<br />

italiana alle indicazioni del dettato pontificio. Si è così proceduto<br />

a dare un nuovo assetto circa le questioni amministrative (Norme<br />

circa il regime amministrativo dei Tribunali ecclesiastici italiani in materia<br />

di nullità matrimoniale, 7 giugno 2018), si è proposto un nuovo schema<br />

di Regolamento (Consiglio Episcopale Permanente della CEI, 14<br />

novembre 2018), si sono stabiliti nuovi parametri di contribuzione<br />

economica nel sostegno dell’attività dei Tribunali (Determinazioni,<br />

29 novembre 2018), e si è approvato un nuovo Modello di rendiconto<br />

economico (Presidenza della CEI, 18 dicembre 2018).<br />

Il nostro Tribunale si è pienamente inserito in questa felice fase<br />

di transizione e di accoglienza delle nuove norme, sperimentando<br />

fin da subito i frutti positivi del rinnovamento processuale<br />

voluto dal Santo Padre. La Conferenza Episcopale Pugliese, con<br />

Nota del 7 dicembre 2015, avvalendosi delle facoltà previste dal<br />

diritto, ha ritenuto di confermare al Tribunale Ecclesiastico<br />

Regionale la responsabilità di curare i processi canonici in materia<br />

matrimoniale. La nostra struttura, sostenuta dall’unanime<br />

consenso dei vescovi, dal contributo di collaboratori competenti<br />

e numerosi, forte anche dell’esperienza maturata fin dal 1939<br />

(anno di costituzione), ha affrontato con serenità le varie fasi del<br />

cambiamento in atto, con risultati soddisfacenti. Si è molto<br />

lavorato, in questi cinque anni, sulla certezza dei tempi processuali<br />

assegnando limiti ben definiti non solo per le varie fasi


TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE PUGLIESE<br />

processuali, ma anche per gli atti relativi (perizie, difese di avvocati,<br />

interventi dei difensori del vincolo, sentenze). Tutto è stato<br />

improntato a un servizio sempre più sollecito e competente a<br />

favore dei numerosi fedeli che si rivolgono al Tribunale regionale.<br />

In questa linea, in ossequio alle indicazioni di prossimità fornite<br />

dalla riforma, attraverso un maggior numero di rogatorie e<br />

di trasferte, si è agevolato l’ascolto di fedeli anziani, malati o in<br />

altre difficoltà in luoghi viciniori alle rispettive residenze. Una<br />

debita attenzione, in linea con il passato, è stata riservata alle<br />

persone in difficoltà economica alle quali si è sempre prontamente<br />

risposto, anche con la collaborazione dei rispettivi parroci<br />

debitamente sollecitati.<br />

Infine, merita un cenno, la situazione delle strutture stabili diocesane<br />

o interdiocesane previste dalla riforma come propedeutico al<br />

percorso giudiziale presso il Tribunale. L’art. 3 delle Regole procedurali<br />

del MIDI, infatti, chiede di istituire una struttura di accoglienza<br />

e di ascolto ove accogliere e, eventualmente, orientare i fedeli a<br />

intraprendere l’iter del processo canonico, qualora ne sussistano le<br />

condizioni. Si tratta di una realtà che coniuga diritto e pastorale,<br />

ove impegnare persone esperte e competenti. In Puglia la situazione,<br />

a questo proposito, appare variegata e le soluzioni intraprese<br />

sono di diverso tipo, così come evidenziato da una recente indagine<br />

realizzata da don Emanuele Tupputi, giudice del nostro Tribunale.<br />

Emergono, infatti, quattro modalità organizzative:<br />

1. La struttura stabile vera e propria è stata creata nell’Arcidiocesi<br />

di Trani-Barletta-Bisceglie. Con decreto arcivescovile dell’11 marzo<br />

2016 è stato istituito un Servizio diocesano per l’accoglienza dei fedeli<br />

separati nell’ambito del Tribunale ecclesiastico diocesano, in collaborazione<br />

con la pastorale familiare diocesana.<br />

2. In altre diocesi, come ad esempio Taranto, Castellaneta, San<br />

Severo, Molfetta, Cerignola e Foggia esiste una sinergia tra i vari<br />

uffici diocesani (ufficio famiglia, consultorio, Tribunale ecclesiastico<br />

diocesano, Vicario giudiziale) che realizzano tale servizio.<br />

3. Altrove poi, come ad esempio nelle diocesi di Altamura, Lec-<br />

101


102<br />

ce, Brindisi, Manfredonia, Oria, Otranto, Conversano, Andria,<br />

Ugento, Nardò, Lucera il riferimento per tale ministero è una singola<br />

persona che può essere in prima istanza il Vescovo diocesano<br />

il quale poi demanda i fedeli al proprio Vicario giudiziale o a un<br />

altro sacerdote competente.<br />

4. L’Arcidiocesi di Bari ordinariamente affida la consulenza<br />

direttamente al Tribunale Ecclesiastico Regionale.<br />

Al di là delle strutture, i Vescovi di tutte le diocesi si occupano personalmente<br />

di accogliere e ascoltare i fedeli in difficoltà e, confrontandosi<br />

con il Vicario giudiziale del TERP, li orientano nella direzione<br />

opportuna.<br />

Al termine del mandato quinquennale, si può evidenziare una<br />

risposta positiva alle indicazioni del Legislatore. L’esperienza maturata<br />

in questi ultimi anni conferma che le attuali formalità giuridiche<br />

consentono ordinariamente di evadere un intero procedimento,<br />

con il rito ordinario, in circa otto/nove mesi. Ciò, ovviamente,<br />

non vale per quei processi che esigono un impegno più prolungato<br />

a causa della complessità della fattispecie proposta e/o della talvolta<br />

accesa conflittualità delle parti in causa.<br />

Complessivamente, nello scorso quinquennio sono state introdotte<br />

1.143 cause e ne sono state decise 1.247. Le cause pendenti al 31<br />

dicembre 2013 erano 505, mentre al 31 dicembre 2018 sono 346<br />

(nonostante il rilevante incremento delle nuove cause introitate).<br />

Contestualmente il Tribunale si è aperto sempre più alla collaborazione<br />

e allo scambio con il mondo esterno attraverso un maggiore<br />

incontro con le parrocchie, le varie associazioni ecclesiali, così come<br />

con il mondo accademico universitario e giudiziario civile.<br />

Nello specifico, in tutte le nostre Diocesi si continuano a promuovere<br />

incontri di formazione per il clero e per i laici. Sono ormai consolidati<br />

gli incontri regionali con gli Uffici di Pastorale familiare e con i<br />

Consultori familiari. Gli stessi parroci si mostrano solleciti nell’organizzare<br />

nelle proprie parrocchie momenti di studio e di confronto<br />

con i giudici del Tribunale sui contenuti della riforma processuale.<br />

Segnalo anche diversi convegni organizzati di concerto con le Università<br />

degli Studi di Bari, di Taranto, di Lecce e di Foggia, così come<br />

quelli organizzati presso i Tribunali civili delle medesime città e<br />

del Tribunale di Trani.


TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE PUGLIESE<br />

Nel luglio scorso è stata sottoscritta una convenzione tra l’Università<br />

degli Studi “A. Moro” di Bari, la Pontificia Università Lateranense e il<br />

Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese circa l’istituzione di un<br />

master universitario di I livello in Diritto matrimoniale canonico, civile<br />

e concordatario, al fine, tra l’altro, di agevolare l’accesso agli studi di<br />

diritto canonico presso la Facoltà pontificia da parte degli studenti provenienti<br />

dall’Ateneo barese. Alla convenzione, prima del genere, si stava<br />

lavorando da qualche anno. Peraltro essa realizza felicemente quanto<br />

previsto dagli ultimi orientamenti emanati dalla Congregazione per l’educazione<br />

cattolica circa gli studi giuridici, a seguito della recente riforma<br />

processuale (Istruzione “Gli studi di diritto canonico alla luce della<br />

riforma del processo matrimoniale”, 28 aprile 2018). La Congregazione,<br />

infatti, ha puntualizzato in modo autorevole quanto definito dal codice<br />

circa i titoli che abilitano all’esercizio del ministero di giustizia presso i<br />

Tribunali ecclesiastici, fugando dubbi o “licenze” che si andavano diffondendo,<br />

a scapito della competenza degli operatori. Tra l’altro,<br />

l’Istruzione ha ben chiarito la differenza tra il servizio di consulenza<br />

pastorale ai fedeli e il compito di amministrare la giustizia nei diversi<br />

uffici (giudice, avvocato, difensore del vincolo), ribadendo, in questo<br />

caso, la necessità dei titoli accademici necessari. Stanno sorgendo diverse<br />

“scuole” che propongono titoli abilitanti al servizio presso i<br />

Tribunali, che, anche alla luce della citata Istruzione, in realtà hanno un<br />

valore circoscritto a un ambito eminentemente pastorale.<br />

Quanto al master citato, si sono raccolte già diverse iscrizioni e,<br />

nel prossimo mese di marzo, inizieranno i corsi che saranno<br />

tenuti da docenti provenienti dai tre Enti firmatari. Il merito di<br />

questa iniziativa va al rev. prof. Arroba Conde, già decano della<br />

Facoltà di Utroque iure della Pontificia Università Lateranense, e ai<br />

Proff. Gaetano Dammacco e Carmela Ventrella, Ordinari del<br />

Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi “A.<br />

Moro” di Bari (avvocati iscritti all’Albo del nostro Tribunale).<br />

Prosegue e si amplia il confronto con studenti universitari e liceali<br />

che ormai abitualmente frequentano la sede del Tribunale. I progetti<br />

di alternanza scuola/lavoro stanno coinvolgendo sempre più<br />

attivamente il Tribunale ecclesiastico.<br />

103


L’Ufficio per i problemi giuridici della CEI, sotto la Presidenza<br />

di S.E. Mons. Pisanello, continua a promuovere incontri per affrontare<br />

con i Vicari giudiziali problemi concreti circa l’organizzazione<br />

e la gestione amministrativa dei Tribunali. In quella<br />

sede si stanno elaborando anche linee nazionali circa l’applicazione<br />

del nuovo Regolamento europeo relativo alla protezione<br />

delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali<br />

(privacy), del 27 aprile 2016, entrato in vigore recentemente.<br />

Il nostro Tribunale è stato coinvolto, in un tavolo di lavoro specifico,<br />

in rappresentanza dei Tribunali ecclesiastici italiani.<br />

2. Attività del Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese<br />

104<br />

In linea con quanto affermato lo scorso anno, ribadisco che la riforma<br />

pontificia ha ampiamente soddisfatto le attese circa una giustizia<br />

più celere ed efficace, attraverso un sensibile snellimento delle<br />

procedure. I tempi processuali si sono notevolmente ridotti e, come<br />

accennato, un processo celebrato con rito ordinario, nelle condizioni<br />

migliori, viene evaso in meno di un anno.<br />

Il numero delle cause introdotte (210), inferiore rispetto allo<br />

scorso anno (261), è dovuto soprattutto al fatto che nell’ultimo<br />

quadrimestre, dei tre patroni stabili, è stato operativo uno solo,<br />

in quanto una ha lasciato il servizio, l’altra era in maternità. Ciò<br />

spiega anche la lieve flessione circa le cause decise: 252 rispetto<br />

alle 264 dell’anno precedente. Per l’anno in corso, comunque, la<br />

Conferenza Episcopale regionale ha deciso l’immissione in organico<br />

del terzo patrono stabile.<br />

La vita del Tribunale, nell’anno appena trascorso, si è svolta in un<br />

clima di grande serenità e collaborazione da parte di tutti gli operatori.<br />

L’impegno unanime e fattivo per rispondere al meglio alle attese<br />

dei Pastori e dei fedeli che si sono avvicinati al ministero di giustizia<br />

del nostro Tribunale è stato tangibile.<br />

Complessivamente, si può affermare che talune diffidenze e incomprensioni,<br />

che per anni hanno accompagnato la vita dei Tribunali,<br />

quali ad esempio l’eccessiva lunghezza dei processi e la questione<br />

degli oneri economici esagerati, continuano ed essere ridimensionate.<br />

Ciò anche grazie all’intervento di parroci, sacerdoti e operato-


TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE PUGLIESE<br />

ri pastorali che informano puntualmente e incoraggiano i fedeli a<br />

verificare la propria situazione matrimoniale presso il Tribunale<br />

ecclesiastico. Il rapporto con i sacerdoti è davvero fondamentale ed<br />

esprime al meglio la natura pastorale del servizio giudiziale, che<br />

sempre più assume la forma di un servizio “in uscita”.<br />

Organico. L’organico del Tribunale è composto di ventisei giudici (di<br />

cui un laico); di essi, cinque sono impegnati a tempo pieno.<br />

Mons. Giuseppe Favale, Vescovo di Conversano-Monopoli, ha<br />

offerto la disponibilità di don Giangiuseppe Luisi a prestare servizio<br />

come nuovo giudice. Ancora un giovane sacerdote che arricchisce il<br />

collegio dei giudici. Ciò dà speranza in un futuro sempre più ricco di<br />

energie per questo peculiare servizio ecclesiale. Continuiamo a guardare<br />

con attenzione anche ad altri confratelli che hanno completato<br />

o stanno completando il ciclo di studi e che, in futuro, potrebbero<br />

affiancarci nel nostro lavoro.<br />

La formazione permanente è ormai una consuetudine consolidata<br />

del collegio giudiziale. Essa si realizza attraverso la partecipazione<br />

a corsi e convegni organizzati dalle Facoltà romane e<br />

dalle Associazioni canonistiche italiane.<br />

Lo scorso anno, il 2 febbraio, Mons. Nicola Dileo ha vissuto il suo pio<br />

transito al Padre. Lo ricordiamo tutti con sincero affetto, stima e gratitudine<br />

al Signore che ha voluto donarci una tanto cara persona.<br />

Difensori del Vincolo. Il Collegio dei Difensori del Vincolo è ora composto<br />

di otto collaboratori. Il Difensore del Vincolo titolare, don<br />

Domenico Giacovelli, ha impresso al Collegio uno spirito di coesione<br />

e di disponibilità, che consente a tutti di assolvere al meglio tale<br />

delicato ministero. Purtroppo, però, a causa dei suoi numerosi<br />

impegni ha dovuto lasciare il suo servizio in tale veste, riprendendo<br />

l’ufficio di giudice che già aveva ricoperto nel passato. In sua sostituzione<br />

la Conferenza Episcopale Pugliese, con il nulla osta di S.E.<br />

Mons. Domenico Cornacchia, Vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi,<br />

ha nominato titolare dell’Ufficio don Ignazio Pansini,<br />

già sostituto. A lui il nostro cordiale buon lavoro. Il Collegio è<br />

105


stato arricchito anche dalla presenza della dott.ssa Concetta<br />

Farinato, già Patrono stabile del nostro Tribunale. Anche a lei gli<br />

auguri di buon lavoro.<br />

Il 6 aprile scorso, il dott. Giuseppe Albanese è inaspettatamente<br />

deceduto. Con sincera gratitudine ricordiamo la sua persona<br />

umile e discreta e il suo lungo, prezioso e competente servizio in<br />

questo delicato ufficio.<br />

106<br />

Avvocati. Per quanto riguarda gli avvocati iscritti all’Albo, evidenzio<br />

una lodevole fedeltà all’impegno assunto, al fine di collaborare<br />

con il Tribunale nell’accertamento della verità. Seppur<br />

con qualche sacrificio, ognuno di loro si attiene alle tabelle<br />

remunerative stabilite dalla CEI.<br />

In linea con la prassi degli altri Tribunali, si ammettono all’albo<br />

esclusivamente avvocati che hanno conseguito il dottorato in<br />

Diritto canonico. Le nomine sono ad quinquennium, in conformità<br />

con gli altri uffici ecclesiastici.<br />

I tre Patroni stabili operanti presso il Tribunale profondono con<br />

competenza e dedizione il loro impegno sia nell’ascolto dei fedeli<br />

sia nel patrocinio delle cause loro affidate. Nel corso dell’anno<br />

hanno introdotto 77 nuovi libelli. In realtà, come accennato,<br />

nell’ultimo quadrimestre, il servizio è stato reso da un solo avvocato.<br />

Infatti, la dott.ssa Farinato ha lasciato l’incarico, avendo<br />

maturato i requisiti per la pensione. A lei il nostro sincero grazie per<br />

il lungo servizio assicurato. L’avv. Angelillo, invece, ha vissuto la<br />

felice esperienza della maternità: la piccola Claudia ha portato gioia<br />

e benedizione in seno alla famiglia sua e dell’intero Tribunale. Come<br />

accennato, la Conferenza Episcopale regionale, durante l’ultima<br />

sessione plenaria, ha nominato nuovo Patrono stabile la dott.ssa<br />

Valentina Bovio, già difensore del vincolo sostituto. Anche a lei formuliamo<br />

i migliori auguri di buon lavoro.<br />

Personale. Il personale laico, composto di tredici unità, offre il proprio<br />

servizio con dedizione e spirito ecclesiale. La collaborazione tra<br />

gli addetti ai vari servizi è sempre sollecito e positivo. Mi piace sottolineare<br />

che anche il personale dipendente cura la propria formazione<br />

culturale e professionale.


TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE PUGLIESE<br />

Economia. Quanto alla gestione economica, nel 2018 si è avuto un<br />

avanzo di bilancio di ventiduemila euro che saranno restituiti alla<br />

CEI. Come sempre, si è fatto fronte alle esigenze d’indigenza rappresentate<br />

da fedeli impossibilitati a sostenere le spese sia attraverso<br />

la concessione del gratuito patrocinio (16 casi) sia attraverso l’esonero<br />

totale (17) delle spese processuali. A tal fine, si sono utilizzati<br />

criteri rigorosi e oggettivi (certificato ISEE e lettera del parroco),<br />

così come previsto dalla vigente normativa.<br />

La recente normativa emanata dalla CEI ha nuovamente disciplinato<br />

l’istituto del gratuito o semi-gratuito patrocinio, l’esonero<br />

totale o parziale dalle spese processuali, la possibilità di avvalersi<br />

gratuitamente della figura del Patrono stabile (anche se il ricorso a<br />

tale figura non è strettamente legato a questioni economiche). Le<br />

indicazioni della CEI hanno anche disciplinato la misura minima e<br />

massima del compenso dovuto dalle parti ai patroni di fiducia,<br />

onde impedire eventuali arbitri o emolumenti stridenti con lo spirito<br />

di servizio che deve contraddistinguere tale ministero. Tutto<br />

ciò, se già realizza nei fatti l’auspicio pontificio, continua a garantire<br />

un minimo di contribuzione da parte dei fedeli per il sostentamento<br />

del Tribunale ecclesiastico, istituzione complessa e articolata,<br />

che attinge le sue risorse finanziarie, in massima parte, dal gettito<br />

annuale dell’otto per mille riconosciuto dallo Stato italiano alla<br />

Chiesa cattolica. È il caso di evidenziare che, mediamente, lo scorso<br />

anno, ogni causa è costata al Tribunale 3.330 euro.<br />

Lo scorso anno è stato sottoscritto l’aggiornamento del contratto<br />

collettivo nazionale di lavoro dei dipendenti del nostro Tribunale.<br />

Pertanto, sono stati aggiornati gli stipendi e sono stati<br />

riconosciuti gli arretrati maturati nel tempo, attingendo alle<br />

risorse finanziarie disponibili.<br />

Una buona accoglienza, infine, continua ad avere, in Puglia, l’iniziativa<br />

di coinvolgere nelle spese necessarie per i singoli processi le<br />

parrocchie delleparti indigenti. Su diciassette richieste avanzate lo<br />

scorso anno, a parte motivate giustificazioni di impossibilità a<br />

contribuire, abbiamo avuto cinque risposte positive, per un contributo<br />

totale di 2.275 euro. In tal modo, i parroci e le comunità<br />

107


parrocchiali sono sensibilizzati in questa forma di autentica carità<br />

pastorale.<br />

3. Conclusione<br />

Molto, dunque, è stato fatto nello scorso quinquennio, soprattutto<br />

in riferimento alla piena attuazione della riforma processuale voluta<br />

da Papa Francesco. Nel breve arco di tre anni dalla sua entrata in<br />

vigore, l’intero sistema è stato rinnovato e adeguato ai tempi e alle<br />

sollecitudini del Supremo Legislatore per tutelare quella salus animarum<br />

che è principio e fine di ogni agire ecclesiale.<br />

Il Tribunale ecclesiastico, attraverso l’impegno fattivo e discreto<br />

di tutti i suoi ministri, ha cercato di corrispondere alle attese dei<br />

Pastori e dei fedeli per realizzare al meglio l’auspicio espresso solennemente<br />

dal Papa: «Ho deciso di dare con questo Motu proprio disposizioni<br />

con le quali si favorisca non la nullità dei matrimoni, ma<br />

la celerità dei processi, non meno che una giusta semplicità, affinché,<br />

a motivo della ritardata definizione del giudizio, il cuore dei<br />

fedeli che attendono il chiarimento del proprio stato non sia<br />

lungamente oppresso dalle tenebre del dubbio» (Proemio del Mitis<br />

Iudex Dominus Iesus).<br />

sac. Pasquale Larocca<br />

Vicario giudiziale del TERP<br />

108


DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />

SEMINARIO ARCIVESCOVILE<br />

La Giornata del Seminario<br />

E se chiamasse proprio te?<br />

(10 febbraio <strong>2019</strong>)<br />

Ero un ragazzino di 11 anni, quando una domenica di autunno il<br />

mio parroco don Oronzo Valerio, durante la celebrazione eucaristica,<br />

domandò: Che cos’è il seminario? Chi vuole conoscerlo?<br />

È iniziata così la mia personale avventura, con quelle due domande,<br />

forse lanciate per caso in quell’assemblea domenicale, ma sicuramente<br />

sono state le domande che hanno acceso una scintilla nel<br />

mio cuore, hanno fatto iniziare qualcosa che avrebbe cambiato la<br />

mia esistenza.<br />

E così per alcuni anni ho frequentato il Pre-seminario, poi i ragazzi<br />

Emmaus, maturando la decisione di entrare a far parte della Comunità<br />

del Seminario minore di Bari in IV ginnasio e divenendo sacerdote<br />

nel 2010 dopo aver compiuto gli studi teologici presso il Seminario<br />

Regionale di Molfetta.<br />

A pensarci bene, posso affermare con sicurezza che quelle due<br />

domande non sono state frutto di una fatalità, ma erano state volute<br />

e preparate da Dio che, imprevedibile nei suoi piani misteriosi, fa<br />

in modo che questi si concretizzino attraverso la mediazione di uomini<br />

che Egli pone sul cammino di ciascuno.<br />

Come è avvenuto nella mia vita, tante potrebbero essere le testimonianze<br />

di sacerdoti o consacrati che hanno iniziato a interrogarsi<br />

109


110<br />

sulla propria vocazione grazie a delle domande rivolte da alcune<br />

persone incontrate sul proprio cammino; alle volte proprio questi<br />

testimoni sono stati domanda incarnata per la propria esistenza,<br />

penso alle tante generazioni di sacerdoti, suore, religiosi, catechisti,<br />

operatori pastorali che hanno affascinato per la loro passione e credibilità<br />

verso Cristo e verso la sua Chiesa.<br />

Un detto ebraico racconta che in principio Dio creò il punto di<br />

domanda e lo depose nel cuore dell’uomo; la stessa esperienza dei<br />

primi discepoli nel Vangelo di Giovanni inizia con una domanda<br />

che Gesù rivolge: Che cercate? Per questo la 79a giornata del<br />

Seminario (10 febbraio <strong>2019</strong>) ha posto come titolo una domanda,<br />

una di quelle domande che ti toglie il fiato, che ti invita a riflettere<br />

e a interrogarti: E se chiamasse proprio te?<br />

Abbiamo immaginato questa domanda sulla bocca di una comunità<br />

parrocchiale che nei suoi membri si pone accanto ai ragazzi e ai<br />

giovani e li invita ad aprire il cuore alla scoperta della loro vocazione,<br />

li sollecita a conformare la propria vita al vangelo in un preciso<br />

progetto di vita. Oggi quanto mai è attuale quello che i vescovi scrivevano<br />

nel 1997 nel documento “Nuove vocazioni per una nuova<br />

Europa”: «Bisogna vocazionalizzare tutta la pastorale, o fare in modo<br />

che ogni espressione della pastorale manifesti in modo chiaro e<br />

inequivocabile un progetto o un dono di Dio fatto alla persona, e<br />

stimoli nella stessa una volontà di risposta e di coinvolgimento personale.<br />

O la pastorale cristiana conduce a questo confronto con<br />

Dio, con tutto ciò che esso implica in termini di tensione, di lotta,<br />

a volte di fuga o di rifiuto, ma anche di pace e gioia legate all’accoglienza<br />

del dono, o non merita questo nome» (n. 26).<br />

Il nostro arcivescovo, che nel cammino pastorale di quest’anno ci<br />

sta facendo riflettere sul libro degli Atti degli apostoli, sottolinea<br />

nel messaggio per la Giornata del Seminario come la comunità primitiva<br />

descritta da Luca viva una dimensione fortemente vocazionale,<br />

in particolare al momento della sostituzione di Giuda e dell’elezione<br />

dell’apostolo Mattia.<br />

Mattia viene indicato come apostolo da una comunità che vive alla<br />

luce della Risurrezione, prega, fa’ discernimento insieme a Pietro e<br />

si affida alla volontà di Dio (At 1, 21-26).<br />

È una comunità che, assidua nell’ascolto dell’insegnamento degli<br />

Apostoli, nell’unione fraterna, nella frazione del pane, nella pre-


SEMINARIO ARCIVESCOVILE<br />

ghiera e nella condivisione dei beni materiali, si è resa disponibile<br />

come terreno di incontro tra Dio che chiama e l’uomo (in questo<br />

caso Mattia) che risponde.<br />

«Ogni vocazione cristiana viene da Dio, ma giunge alla Chiesa e<br />

passa sempre attraverso la sua mediazione. La Chiesa, che per nativa<br />

costituzione è vocazione, è al tempo stesso generatrice ed educatrice<br />

di vocazioni; di conseguenza la pastorale vocazionale ha come<br />

soggetto attivo, come protagonista la comunità ecclesiale» (Nuove<br />

vocazioni per una nuova Europa, 25).<br />

La Giornata del Seminario che si celebra ogni anno ricorda ad ogni<br />

comunità la responsabilità nella cura dell’annuncio vocazionale e la<br />

premura della preghiera e dell’affetto verso il luogo che è il segno<br />

all’interno della nostra Chiesa locale dell’attenzione e del servizio al<br />

discernimento vocazionale: il Seminario minore.<br />

Attualmente ci sono 6 ragazzi di scuola superiore che fanno esperienza<br />

di un cammino formativo che li aiuta a sviluppare in modo<br />

armonico le diverse componenti della personalità, li invita a crescere<br />

nella libertà e nella responsabilità conoscendo in profondità<br />

Gesù e il suo Vangelo, irrobustendo in loro il desiderio e l’impegno<br />

di farsi discepoli, servi, missionari, uomini del dono di sé.<br />

Avvertire tangibilmente la premura della preghiera e dell’affetto<br />

dell’intera Comunità diocesana, di cui la colletta per il sostentamento<br />

del Seminario è piccolo ma provvidenziale segno per la sua<br />

vita ordinaria, è ogni anno, anche per i ragazzi, un’esperienza di<br />

Chiesa all’interno della quale unicamente trova senso e orizzonte il<br />

nostro lavoro e la loro formazione.<br />

sac. Pierpaolo Fortunato<br />

Rettore del Seminario<br />

111


DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />

AZIONE CATTOLICA ITALIANA<br />

“Fare nuove tutte le cose<br />

Radicati nel futuro, custodi dell’essenziale”<br />

Un anno di …AC<br />

Fare il bilancio di un anno di attività non è impresa facile, non solo<br />

perché occorre evitare il rischio di limitarsi a snocciolare “quanto”<br />

si è fatto (i numeri servono fino ad un certo punto), ma perché è<br />

difficile esprimersi sulla “qualità” di ciò che si è fatto, visto che è in<br />

ballo la vita di fede delle persone.<br />

Ciononostante, ritengo utile lo sforzo di “raccontare” il percorso<br />

realizzato in questo anno pastorale che, come da statuto associativo<br />

nazionale, coincide con il secondo anno del triennio di riferimento<br />

(2017-2020): sia per condividere con tutta la comunità diocesana<br />

il cammino di fede, sia per provare a discernere a livello associativo<br />

le opportunità e le criticità che il nostro tempo offre.<br />

Senza contraddire quanto sopra detto e senza indulgere troppo verso<br />

considerazioni di carattere meramente quantitativo, vale la pena ricordare<br />

che l’Azione Cattolica diocesana conferma i numeri degli ultimi<br />

anni, cosa nient’affatto scontata in un tempo caratterizzato, ahimè,<br />

da “mezze appartenenze” e “identità liquide”. Infatti, l’associazione<br />

conta più di 5.400 soci, presenti in 56 parrocchie della nostra diocesi;<br />

la parte più consistente dei soci appartiene alla ACR (6-14 anni) che ne<br />

conta quasi 2800, mentre la restante metà è divisa tra gli Adulti (1300)<br />

e i Giovani (570) con i Giovanissimi (780). Probabilmente siamo l’associazione<br />

diocesana più numerosa e la cosa ci riempie di gioia, ma<br />

113


114<br />

non c’è dubbio che se si considera il numero delle parrocchie della diocesi<br />

e se si guarda più in dettaglio la distribuzione degli associati,<br />

facendo particolare attenzione soprattutto ai giovanissimi e giovani,<br />

salta agli occhi un dato che ci deve far pensare: solo in 38 parrocchie<br />

c’è un gruppo giovanissimi e solo in 34 di esse c’è un gruppo giovani,<br />

rispetto alle 56 in cui è presente l’AC. Certamente questo non significa<br />

che in tutte le altre non esistano cammini specifici per giovani e giovanissimi,<br />

ma probabilmente il dato dice anche che nell’immediato<br />

futuro occorrerà prestare particolare attenzione a questi settori,<br />

dando concretezza sia alle indicazioni del Sinodo dedicato ai giovani<br />

e celebrato lo scorso ottobre, sia alle indicazioni di Padre Arcivescovo<br />

nelle sue ultime tracce pastorali.<br />

In questo secondo anno del triennio di riferimento, come da indicazione<br />

della Presidenza nazionale e in sintonia con il nostro documento<br />

assembleare, abbiamo provato a coniugare il nostro carisma<br />

associativo con l’esigenza di rilanciare un tratto essenziale della<br />

nostra associazione per riscoprirne il potenziale generativo: la popolarità,<br />

cioè la capacità di essere autenticamente “inclusivi”, per tutti<br />

e con tutti.<br />

Siamo una associazione di laici che, come recita lo statuto, «si impegnano<br />

liberamente… in diretta collaborazione con la Gerarchia,<br />

per la realizzazione del fine apostolico della Chiesa». Per questo, da<br />

una parte la vocazione battesimale con il suo “triplice munus”, dall’altro<br />

l’intrinseca vocazione ecclesiale, caratterizzano il nostro essere<br />

laici di AC: donne e uomini, ragazze, ragazzi e giovani, bambine<br />

e bambini che insieme scoprono la bellezza della propria vocazione<br />

battesimale nel mondo, vivendo l’appartenenza alla diocesi e alla<br />

parrocchia come condizione imprescindibile.<br />

Si tratta di un impegno forte che ci chiama ad investire ogni nostra<br />

energia nel compito di contribuire a formare “coscienze laicali” all’altezza<br />

delle sfide del nostro tempo, programmando alcune occasioni<br />

formative per tutti i soci ed altre calibrate su specifiche esigenze.<br />

Per tutti, infatti, è stata pensata la Scuola Unitaria che abbiamo svolto<br />

il 16 e il 18 ottobre 2018 presso il Liceo Amaldi di Bitetto, accolti<br />

dalla Dirigente Scolastica dott.ssa Rossiello. Nella prima data è<br />

stato padre Arcivescovo ad aiutarci a leggere il tema della popolarità<br />

della AC in riferimento a quello della “pietà popolare”; nella<br />

seconda è intervenuto il dott. Paolo Rametta, del Centro Studi


AZIONE CATTOLICA ITALIANA<br />

Nazionale di AC, per fornirci coordinate e riferimenti nella costruzione<br />

di “alleanze” efficaci sul territorio per il bene comune.<br />

Più articolata e specifica, invece, la proposta della Scuola diocesana di<br />

Formazione che, come ogni anno, vede non solo gli educatori e gli<br />

animatori dei gruppi parrocchiali, ma anche i laici desiderosi di formazione<br />

permanente impegnarsi in 4 domeniche: per conoscere<br />

meglio il “Progetto Formativo” di AC; per familiarizzare con gli<br />

strumenti e i diversi sussidi associativi; per approfondire un testo<br />

del magistero; per scoprire che il servizio educativo in favore di<br />

qualcuno richiede anzitutto di alimentare la “propria” vocazione<br />

battesimale ed ecclesiale. Frutto del discernimento svolto in consiglio<br />

e con i presidenti parrocchiali, il percorso formativo di quest’anno<br />

si è arricchito di una ulteriore articolazione dedicata ad<br />

approfondire un tema importante, per una associazione che ha a<br />

cuore la dimensione educativa: la “relazione educativa”. Infatti, nel<br />

servizio educativo, la sola conoscenza di strumenti e sussidi associativi<br />

non è sufficiente se non si offre all’educatore la possibilità di<br />

riflettere e comprendere ciò che sta a monte di ogni azione educativa:<br />

la “relazione educativa”, cioè la capacità e la modalità con cui<br />

accogliere e servire la vita delle persone (soprattutto ragazze e ragazzi,<br />

giovani e giovanissimi) che ci sono affidate.<br />

La Scuola si è svolta nel pomeriggio di 4 domeniche: 2 dicembre, 13<br />

gennaio, 17 febbraio e 31 marzo. Per il primo appuntamento siamo<br />

stati ospiti di don Massimo Ghionzoli presso la parrocchia San<br />

Giovanni Bosco, al quartiere San Paolo di Bari; nelle altre date,<br />

siamo stati ospiti del Liceo Salvemini di Bari, accolti dalla dott.ssa<br />

Tina Gesmundo.<br />

Una buona formazione cristiana non può fare a meno di offrire<br />

occasioni per incontrare Gesù e mettersi in ascolto della sua Parola:<br />

questo il cuore della proposta dei “Week-end di spiritualità” in forma<br />

residenziale per adulti, giovani, giovanissimi e ragazzi di terza media.<br />

Da qualche anno, ormai, registriamo una buona risposta dalla<br />

base, sebbene non da parte di tutte le associazioni parrocchiali:<br />

quasi 30 adulti si sono ritrovati dal 20 al 22 marzo; 40 giovani dal<br />

5 al 7 aprile; 15 giovanissimi dal 6 al 7 aprile; 54 ragazzi di terza<br />

115


116<br />

media il 16 e 17 marzo. In un clima di preghiera e di silenzio adeguato<br />

alle età dei partecipanti, nella casa di spiritualità dell’Oasi<br />

Santa Maria in Cassano, con la guida di diversi sacerdoti, a tutti è<br />

stata offerta la possibilità di vivere una esperienza di ascolto della<br />

Parola e di amicizia con Gesù.<br />

A questi essenziali momenti di formazione hanno fatto da corollario<br />

altri eventi a cura dei settori diocesani Adulti, Giovani e ACR:<br />

– “Back to school”, a cura del Movimento Studenti di AC, il 1 ottobre<br />

per inaugurare il nuovo anno scolastico con i giovanissimi;<br />

– il “Ciao degli Educatori”, il 14 ottobre a cura dell’ACR;<br />

– l’inaugurazione del cammino degli Adulti, il 27 ottobre presso la<br />

parrocchia Immacolata in Modugno;<br />

– l’inaugurazione del cammino giovani e giovanissimi, il 31 ottobre<br />

presso il Liceo Scientifico Amaldi in Bitetto;<br />

– il campo invernale a Roma, a cura del settore Giovani, dal 28 al 30<br />

dicembre;<br />

– l’incontro dedicato agli adulti di età compresa fra i 30 e i 45 anni,<br />

il 19 gennaio presso l’Accademia del Cinema dei Ragazzi in Enziteto<br />

(BA), con la consegna a don Giovanni Lepore di 4 alberelli di<br />

ulivo per la parrocchia della Natività di Nostro Signore;<br />

– la Festa della pace ACR, il 27 gennaio presso il Palazzetto dello<br />

Sport in Gioia del Colle;<br />

– la lectio quaresimale, a cura del settore Adulti, il 9 marzo presso la<br />

Cappella Maggiore del Seminario;<br />

– il meeting della pace dei Giovani, il 22 febbraio presso la Biblioteca<br />

comunale in Adelfia;<br />

– la “Festa degli Incontri”, il 26 maggio a Quasano, a cura dell’ACR.<br />

Da ultimo, ma non ultima per importanza, vale la pena ricordare il<br />

progetto “5 pani & 2 pesci” con cui il settore Giovani ha promosso<br />

con vari gruppi parrocchiali, in diverse date, una bella e forte esperienza<br />

di prossimità e servizio presso la comunità terapeutica<br />

“Lorusso Cipparoli” di Bari.<br />

Tutte occasioni non solo per stimolare percorsi di preparazione nei<br />

gruppi parrocchiali, ma anche per dare visibilità sul territorio e promuovere<br />

una esperienza di fede e di Chiesa che, ne siamo convinti,<br />

resta significativa anche per il nostro tempo, nonostante si tratti di<br />

una esperienza che, quest’anno, ha celebrato i suoi 150 anni. Certo,<br />

Mario Fani e Giovanni Acquaderni non immaginavano affatto che la


AZIONE CATTOLICA ITALIANA<br />

loro “Società della Gioventù Cattolica” avrebbe fatto così tanta strada<br />

da quel lontano 1868, anno in cui venne riconosciuta da Pio IX; né<br />

che, insieme a tappe importanti nella storia del nostro paese e della<br />

Chiesa, avrebbe subito il contraccolpo di una cultura sempre più<br />

secolare e indifferente al dato cristiano. Eppure, proprio questa sua<br />

lunga e altalenante storia ci incoraggia a tener fisso lo sguardo sull’essenziale<br />

e a non temere di mettere in discussione strutture e metodologie<br />

che, occorre ribadirlo, per quanto importanti e decisive non<br />

devono mai precedere e prescindere dalla vita concreta delle persone.<br />

Antonio Colagrande<br />

Presidente diocesano di AC<br />

117


DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />

PUBBLICAZIONI<br />

Giovanni De Robertis<br />

Il Dio pellegrino<br />

Prefazione di Francesco Cacucci a<br />

Il Dio pellegrino.<br />

Appunti spirituali per una città dove nessuno è straniero<br />

a cura di Lucio D’Abbicco<br />

Grecale edizioni, Bari <strong>2019</strong><br />

Indice:<br />

Prefazione di mons. Francesco Cacucci<br />

Nota del curatore<br />

Introduzione di don Gianni De Robertis<br />

«Fa di me un pellegrino»<br />

Il vocabolario di un parroco:<br />

1. Amore (tra uomo e donna) – 2. Avvento – 3. Bambini – 4. Basilica: maggiore<br />

o minore? – 5. Casa –famiglia – 6. Chiesa – 7. Croce e risurrezione –<br />

8. Dio (il volto di) – 9. Domenica – 10. Eucaristia/Messa- 11. Franco Ricci<br />

(don) – 12. Giovani – 13. Incontro (Françoise) – 14. Matrimonio e famiglia<br />

– 15. Migranti – 16. Morte e sofferenza – 17. Natale – 18. Parrocchia<br />

– 19. Pasqua – 20. Paura – 21. Pedofilia – 22. Pentecoste – 23. Politica – 24.<br />

Povertà – 25. Religione – 26. Speranza – 27. Vocazione – 28. Volontariato<br />

Congedo<br />

Postfazione<br />

Indice dei nomi<br />

Indice delle citazioni bibliche<br />

119<br />

Il Dio pellegrino è il titolo della presente pubblicazione di scritti di<br />

don Gianni De Robertis, curata da Lucio D’Abbicco. E Gesù lo è<br />

stato in Maria, alla ricerca, con lo sposo Giuseppe, di un luogo dove<br />

partorirlo, «perché non c’era posto per loro nell’alloggio» (Lc 2,7).


120<br />

Lo è stato nella fuga in Egitto, per sfuggire a una persecuzione, «a<br />

chi cercava il bambino per ucciderlo» (Mt 2, 13)… Sembrano storie<br />

di oggi … Lo è stato a dodici anni a Gerusalemme, quando, in viaggio<br />

con Maria e Giuseppe, si è fatto pellegrino di sapienza tra i dottori<br />

del tempio: «li ascoltava e li interrogava» (Lc 2, 46). E poi è<br />

stato pellegrino per le strade della Palestina: «e passava insegnando<br />

per città e villaggi» (Lc 13, 22)… fino alla croce, nel pellegrinaggio al<br />

Padre: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23, 46).<br />

Gesù, Dio pellegrino per amore, uscito dal seno del Padre (cfr Gv<br />

16, 28) per cercarci nelle nostre strade: «Adamo dove sei?» (Gn 3, 9).<br />

Non è un ‘dove sei?’ inquisitorio, ma un ‘dove sei?’ dell’amore, come<br />

bene è spiegato nell’Introduzione di questo volume attraverso le<br />

parole di Martin Buber: «In ogni tempo Dio interpella ogni uomo.<br />

‘Dove sei nel tuo mondo? Dei giorni e degli anni a te assegnati, ne<br />

sono già trascorsi molti: nel frattempo tu fin dove sei arrivato nel<br />

tuo mondo?’».<br />

Invertendo, per così dire, i ruoli degli sposi del Cantico, lo Sposo si<br />

fa sposa e cerca lo sposo; si fa sposa, anima, umanità, chiesa, per<br />

ritrovare la strada: «farò il giro della città per le strade e per le piazze,<br />

voglio cercare l’amore dell’anima mia» (Ct 3, 2). Si fa sposa per<br />

fare il cammino insieme, per cercare in noi quell’immagine di Dio<br />

perduta nelle strade del mondo, fino a ritrovarla. Come i magi che,<br />

«vedendo nuovamente la stella, provarono una grande gioia» (Mt 2,<br />

10). Come Ungaretti che, poeta ‘girovago’, in una sosta ritrova casa<br />

e scrive: «Sorpresa / dopo tanto / di un amore / Credevo di averlo<br />

sparpagliato / per il mondo / (Casa mia, in L’allegria, 1914-1919).<br />

Sono grato a don Gianni per queste sue meditazioni che sono conversazioni,<br />

approfondimenti, dialoghi con la gente, anche quando<br />

si tratta di omelie e di catechesi, o di interventi a incontri o convegni,<br />

e che il curatore ha disposto in ordine alfabetico, quasi un<br />

‘vocabolario dell’amore’. Sono riflessioni tenute in tante diverse<br />

occasioni nel corso dello svolgimento del suo ministero pastorale<br />

nella parrocchia di San Marcello in Bari, che ora, pubblicate, possono<br />

aiutare tanti (lo spero) nel quotidiano pellegrinaggio terreno.<br />

Gli sono grato ancor più perché non leggiamo qui delle elaborazioni<br />

dottrinali, delle erudite considerazioni esegetiche, ma la passione<br />

di un prete per un popolo, quello della parrocchia, che è essa pure<br />

‘pellegrina’ già nel suo nome: il greco paroikìa, lo sappiamo, signifi-


PUBBLICAZIONI<br />

ca ‘dimora in terra straniera’. E se è pellegrina e straniera la parrocchia,<br />

in essa «nessuno è straniero».<br />

Sono certo che a fare il direttore nazionale della Fondazione Migrantes<br />

don Gianni sia stato chiamato non dalla Conferenza Episcopale<br />

Italiana o dalla fama delle sue particolari capacità organizzative, ma<br />

questa sua profonda convinzione circa il fatto che siamo pellegrini,<br />

‘migranti’, tutti. E non si tratta solo di una convinzione ‘teorica’, ma di<br />

vita vissuta, come nell’accoglienza prestata a una ‘pellegrina’ francese,<br />

Françoise, di passaggio nel suo «andare a piedi a Gerusalemme», che è<br />

stata ospite tre giorni in parrocchia, e don Gianni ricorda il Vangelo:<br />

«ero forestiero e mi avete ospitato» (Mt 2, 35).<br />

Don Gianni parte sempre dalla Parola, una Parola studiata, meditata,<br />

amata e proposta come introduzione al mistero di Cristo, ai<br />

misteri liturgici e sacramentali prima di tutto (e questo non solo<br />

nelle omelie), ma anche alla vita, alla storia in cui Cristo è presente –<br />

e in modo privilegiato nei deboli (sono molto belle le parole rivolte<br />

ai bambini e sui bambini) e nei poveri (immigrati, barboni, emarginati).<br />

Nella riflessione proposta in una catechesi (16 gennaio 2005)<br />

in occasione della solenne riapertura della nostra Cattedrale a seguito<br />

del restauro, dopo aver riportato uno scritto di don Tonino Bello<br />

sul significato del termine ‘basilica’ (‘basilica minore’, intesa come<br />

tempio, e ‘basilica maggiore’, intesa come fedeli, cioè le pietre vive e<br />

i poveri prima di tutto), conclude ancora invitando all’attenzione<br />

«alle tante famiglie che fanno fatica a vivere o ai bambini fermi ai<br />

nostri semafori […]. I lavori di restauro non sono finiti. Anzi sono<br />

appena all’inizio! E richiedono l’impegno di tutti». Viene fuori dagli<br />

scritti di don Gianni una comunità che cerca di conformarsi a quella<br />

degli Atti degli Apostoli, in cui insegnamento, comunione, frazione del<br />

pane e preghiera (cfr At 2, 42) sono le ‘perseveranze’ che contano e su<br />

cui la nostra diocesi sta riflettendo secondo la traccia pastorale di<br />

quest’anno (La Chiesa tra realtà e sogno).<br />

Questo mettere insieme Parola, liturgia e vita – che nelle parole di<br />

don Gianni appare come naturale – risponde peraltro alla scelta del<br />

metodo mistagogico tanto caro ai Padri e proposto nella scelta<br />

pastorale che la nostra Chiesa ha fatto dopo il sinodo diocesano.<br />

121


Anche di questo sono grato a don Gianni: alla sua costante attenzione<br />

agli eventi della nostra Chiesa locale, al Congresso Eucaristico<br />

Nazionale (maggio 2005), per esempio, e quindi ai martiri di<br />

Abitene, e poi alla testimonianza di don Franco Ricci, il nostro<br />

sacerdote missionario fidei donum ucciso in Etiopia.<br />

Un’ultima considerazione: tanta Parola di Dio, tanta attenzione ai<br />

segni liturgici e ai fatti della vita ecclesiale e sociale, ma anche la<br />

‘sapienza’ di tanti testimoni di fede, di umanità e di grazia. Così<br />

don Gianni ricorre costantemente alla parola e alla testimonianza<br />

dei Padri della Chiesa, dei teologi (cattolici, protestanti, ebrei), dei<br />

martiri, ma anche di laici, che spesso riteniamo ‘lontani’, come per<br />

esempio Jean-Paul Sartre, e che hanno invece scintille di luce. Perché<br />

lo Spirito «soffia dove vuole» (Gv 1, 8) e don Gianni ci invita ad<br />

ascoltare «ciò che lo Spirito dice alle chiese» (Ap 3,6).<br />

+ Francesco Cacucci<br />

Arcivescovo di Bari-Bitonto<br />

122


PUBBLICAZIONI<br />

Fernando Russo<br />

La memoria del Sacro<br />

La memoria del Sacro<br />

Arte, storia e restauro di Maria SS. Annunziata<br />

Chiesa Matrice di Modugno<br />

di Fernando Russo<br />

Presentazione di mons. Francesco Cacucci<br />

Introduzione di don Nicola Colatorti<br />

Nardini Editore 2018<br />

Indice:<br />

Presentazione dell’Arcivescovo mons. Francesco Cacucci<br />

Introduzione di don Nicola Colatori, parroco<br />

PREMESSA<br />

LA STORIA<br />

Intorno all’anno Mille – Tra il Mille (circa) e il 1347 – Tra il 1347 e il 1626<br />

– Abbellimenti, rifacimenti e restauri dal 1636 al 2007 – Cronologia degli<br />

interventi<br />

LA CHIESA<br />

L’esterno – L’interno – Paramenti e suppellettili sacre – Le tele delle Monacelle<br />

L’ULTIMA STAGIONE DEI RESTAURI<br />

Aspetti metodologici degli interventi di restauro<br />

IL RESTAURO DELLA CHIESA<br />

Restauri architettonici: Osservazione e descrizione del degrado dei materiali<br />

lapidei – Interventi di consolidamento e restauro delle superfici lapidee<br />

esterne e del campanile<br />

Restauro degli apparati pittorici<br />

Restauro del plafond ligneo della navata: Descrizione del degrado – Interventi<br />

di restauro<br />

Restauro dei dipinti murali nella Cupola della Cappella del Santissimo: Interventi<br />

di restauro – Gli affreschi emersi durante i lavori: stato di conservazione<br />

123


– Gli affreschi emersi durante i lavori: il restauro Restauro dei dipinti su tela<br />

nella Cappella del Santissimo: Descrizione del degrado: le tele – Interventi di<br />

restauro sulle tele – Descrizione del degrado: le cornici – Interventi di<br />

restauro sulle cornici<br />

Restauro della cantoria nella Cappella del Santissimo Sacramento<br />

Restituzione dell’unità di lettura cromatica della navata<br />

CONCLUSIONI<br />

NOTE<br />

Presentazione<br />

124<br />

Ecclesia semper reformanda, recita l’antico adagio, richiamando il<br />

cammino del popolo di Dio nella storia, dove la fede si incultura.<br />

Con uno sguardo panoramico possiamo osservare nello scorrere<br />

del tempo il felice connubio tra fede e cultura: quando il cristiano<br />

respira i segni dei tempi la sua creatività prende forma, diventa arte,<br />

si incide nella pietra, dà colore alle pareti. Questo lo affermiamo in<br />

senso ampio per tutte le espressioni artistiche, dalla pittura alla<br />

scultura, all’architettura, ma anche per la musica, il canto, i vasi<br />

sacri, i paramenti liturgici. Gli artisti e le maestranze, ispirati dalla<br />

fede, hanno permesso che la Parola rivelata si rendesse immagine e<br />

armonia, così da essere contemplata.<br />

Nel nostro contesto l’attenzione si concentra sulla chiesa-tempio.<br />

Negli ultimi tempi l’arcidiocesi di Bari-Bitonto ha visto restituite<br />

all’originaria bellezza alcune opere che hanno risvegliato uno stupore<br />

sopito. L’esempio più luminoso è quello della Cattedrale che è<br />

tornata a vivere nel suo originario stile romanico semplice e solenne.<br />

Scrivevo: «Il velo di fuliggine e polvere, che anneriva le pareti,<br />

pian piano lasciava il posto al candore della pietra. Particolari che<br />

prima passavano inosservati, ora catturano il mio sguardo».<br />

Ma abbiamo visto anche altre opere. Un’attenzione merita la chiesa<br />

di Maria SS. Annunziata di Modugno. La sua forma iniziale, che<br />

costituiva l’antico edificio, risale ai secoli XI-XII. I successivi lavori<br />

di ampliamento e adattamento si sono prolungati sino al 1626,<br />

data della definitiva consacrazione.<br />

L’accostamento di più stili richiama le diverse epoche che hanno


PUBBLICAZIONI<br />

visto l’accrescersi e il trasformarsi delle sue strutture architettoniche:<br />

dal periodo tardo-romanico a quello rinascimentale e barocco.<br />

Alle forme strutturali si unisce l’arte figurativa: di stile rinascimentale<br />

è la tavola dell’Annunciazione (1472) di Bartolomeo Vivarini;<br />

ma è la pittura barocca ad essere predominante con gli artisti più<br />

rappresentativi dell’arte meridionale: Carlo Rosa, Nicola Gliri, Vito<br />

Antonio De Filippis, Nicola Porta e il modugnese Domenico Scura,<br />

autore del grande soffitto ligneo.<br />

Oggi la bellezza ritrovata dà senso alle celebrazioni riportandoci<br />

alla Bellezza Eterna, e nella liturgia si raggiunge l’espressione più<br />

alta in cui Chiesa-comunità e Chiesa-tempio si identificano.<br />

Auguro a chi entra in questa splendida chiesa, affascinato dalla bellezza<br />

e dall’arte, di poter giungere a pregare e ad adorare; e a chi vi<br />

entra per pregare e per adorare, che possa essere aiutato in questo<br />

dalla bellezza e dall’arte.<br />

+ Francesco Cacucci<br />

Arcivescovo di Bari-Bitonto<br />

Introduzione<br />

La Chiesa cammina nel tempo: un’espressione che fa riferimento in<br />

primo luogo al procedere della comunità dei cristiani riuniti nel<br />

vincolo della fede (Christifideles). Ma in senso derivato ‘chiesa’ ha<br />

significato anche lo spazio in cui quel popolo si ritrova. Le due realtà<br />

non si escludono, ma l’una richiama l’altra, poiché il popolo credente<br />

si rende visibile là dove trova luoghi e tempi per celebrare la<br />

sua fede. E come il “popolo-Chiesa” nel suo pellegrinare si accresce,<br />

si trasforma, in definitiva “si incultura”, così il “tempio-chiesa”<br />

adatta le strutture e le forme allo stile del tempo.<br />

Quanto si va dicendo per via generale lo diciamo anche della chiesa<br />

“Maria SS. Annunziata” in Modugno. Guardandola nella sua interez-<br />

125


126<br />

za non possono sfuggire le diverse parti che, pur legate fra loro da un<br />

tutt’uno, lasciano intravedere tempi diversi che l’hanno definita: il<br />

presbiterio, con i suoi imponenti pilastri costituisce la parte più antica<br />

dell’edificio, di difficile collocazione nel tempo, certo anteriore al<br />

sec. XV; la cappella dell’Addolorata, già del Crocifisso, la cui parete<br />

sovrastante l’altare con i preziosi bassorilievi, risulta essere di epoca<br />

chiaramente rinascimentale; l’ampia navata del sec. XVII, sobria e<br />

solenne insieme, opera di completamento dell’intera struttura.<br />

Annessa a essa, si colloca il campanile, simbolo della città, quasi<br />

una vedetta sull’abitato: ardita costruzione che richiama nel suo<br />

stile romanico pugliese quelli simili di Bari e di Palo del Colle.<br />

Prima ancora delle maestranze coinvolte, vi fu un certo interesse<br />

e una dedizione da parte di coloro che vollero e diedero impulso<br />

alla costruzione, all’ampliamento e al restauro dell’intero edificio.<br />

Non conosciamo i tempi della sua fondazione; sappiamo che<br />

Bona Sforza, regina di Polonia e duchessa di Bari, profondamente<br />

legata alla Terra di Modugno, contribuì con elargizioni al consolidamento<br />

della chiesa; non fu da meno lo zelo del Capitolo preposto<br />

al culto e al mantenimento del tempio; anche l’Università<br />

cittadina ebbe il suo doveroso ruolo negli interventi sulle necessità<br />

strutturali, ritenendola “chiesa ricettizia di patronato laicale”;<br />

né si può dimenticare la generosità del popolo che la sentì sua<br />

casa e si prodigò per essa in tanti modi, sapendo che in quel luogo<br />

aveva ricevuto quei doni che l’avevano nutrito e accompagnavano<br />

la sua fede.<br />

Fu questa partecipata generosità che spinse a cercare anche lontano<br />

dalla città o dalla regione ciò che poteva essere di utilità e vanto per<br />

la chiesa: fu il caso di commissionare al pittore veneziano Bartolomeo<br />

Vivarini (sec. XV) la scena dell’Annunciazione, titolare della<br />

parrocchia; così pure far pervenire da Fiume, in Dalmazia, i legni<br />

per le capriate della navata.<br />

Le produzioni pittoriche presero piede in modo consistente nei<br />

secoli XVII e XVIII: Carlo Rosa, Nicola Gliri, Vito Antonio De Filippis<br />

della scuola bitontina, diedero particolare splendore al cappellone<br />

del SS. Sacramento; non è da trascurarsi Nicola Porta, allievo<br />

e aiuto del Giaquinto, con la sua numerosa produzione proveniente<br />

dalla vicina chiesa di Santa Maria della Purità, che aggiunge quel<br />

tratto tipico del barocco pugliese.


PUBBLICAZIONI<br />

Restituita in questi ultimi anni al suo splendore con un generale<br />

consolidamento e restauro, la chiesa è tornata a narrarci la sua bellezza.<br />

Probabilmente in futuro verranno alla luce altri particolari di<br />

cui oggi abbiamo una limitata percezione, come il succorpo ancora<br />

inesplorato. Ci rimettiamo a quanti in futuro avranno ancora a<br />

cuore questa chiesa per meglio conoscere la sua storia.<br />

sac. Nicola Colatorti, parroco<br />

127


DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO<br />

NELLA PACE DEL SIGNORE<br />

don Luigi Armagno<br />

Il sacerdote don Luigi Armagno nacque a Noicàttaro il 6 gennaio<br />

1923 da Giuseppe Armagno e Polisena Petrosino. Frequentò gli<br />

studi ginnasiali-liceali e teologici a Roma presso il Pontificio Ateneo<br />

“Angelicum”.<br />

Il 13 aprile 1947, a Roma, nella parrocchia “S. Crisogono”, per l’imposizione<br />

delle mani del venerabile mons. Giuseppe Didonna,<br />

dell’Ordine dei Padri Trinitari, vescovo di Andria, fu ordinato sacerdote<br />

nell’Ordine dei Trinitari.<br />

Nel 1960 don Luigi viene incardinato nella diocesi di Tivoli e nominato<br />

parroco nella parrocchia “S. Nicola” in Riofreddo (Roma), ove<br />

rimane fino al 1973.<br />

Il 6 febbraio del 1974 viene incardinato nella diocesi di Bari, ed il 30<br />

agosto 1975, dall’Arcivescovo mons. Anastasio Alberto Ballestrero<br />

viene nominato arciprete-curato della parrocchia “S. Giorgio Martire”<br />

in Bari-Loseto.<br />

Dal 1975 fino al pensionamento, ha insegnato religione a Bari<br />

nell’Istituto Tecnico Commerciale “Giulio Cesare”.<br />

Il 15 febbraio 1996, l’Arcivescovo mons. Mariano Magrassi accetta<br />

la rinuncia di don Luigi dall’ufficio di parroco e lo nomina parroco<br />

emerito della parrocchia “S. Giorgio Martire”.<br />

Il 16 novembre 1998, don Luigi viene nominato collaboratore della<br />

parrocchia “S. Maria di Costantinopoli” in Bitritto con le facoltà di<br />

129


130<br />

vicario parrocchiale. Il 27 marzo 2001, l’Arcivescovo mons. Francesco<br />

Cacucci nomina don Luigi Armagno vicario parrocchiale<br />

della parrocchia “S. Giorgio Martire” in Bari-Loseto.<br />

Domenica 24 febbraio <strong>2019</strong>, all’età di 96 anni, don Luigi si è spento<br />

serenamente ed il 25 febbraio, nella chiesa parrocchiale di S. Giorgio<br />

Martire in Bari-Loseto si sono celebrate le esequie presiedute dall’Arcivescovo<br />

mons. Francesco Cacucci.<br />

Sia accolto nella pace dei giusti e possa sedere al banchetto della<br />

vita eterna!


NELLA PACE DEL SIGNORE<br />

don Rocco Silvio Pignataro<br />

Nato a Mola di Bari il 20 maggio 1928, don Rocco Silvio Pignataro<br />

frequentò gli studi filosofici e teologici nel Pontificio Seminario<br />

Regionale di Molfetta, e venne ordinato sacerdote il 25 giugno<br />

1953. A settembre dello stesso anno viene nominato Prefetto presso<br />

il Seminario Arcivescovile di Bari. Ben consapevole della sua missione<br />

di animatore vocazionale, il novello sacerdote caratterizzò la sua<br />

collaborazione educativa nella comunione presbiterale con gli altri<br />

confratelli e con il rettore, mons. Angelo Cavallo.<br />

Il 25 settembre 1954 viene nominato vicario cooperatore della parrocchia<br />

“S. Maria Assunta” in Grumo Appula, ed il 18 dicembre 1956<br />

diviene vicario economo della medesima parrocchia. Il 20 maggio<br />

1957 don Silvio viene nominato parroco della parrocchia “SS. Rosario<br />

in S. Nicola” a Bari-Carbonara. In questa parrocchia, per ben 19 anni<br />

don Silvio svolse la sua opera evangelizzatrice in tutte le forme settoriali<br />

della vita parrocchiale: la formazione sistematica dei catechisti, la<br />

catechesi settimanale agli adulti e ai giovani, gli incontri con le varie<br />

categorie di artigiani e di negozianti presenti nel territorio.<br />

Il 26 febbraio 1976, l’Arcivescovo mons. Anastasio Alberto Ballestrero<br />

accoglie la rinuncia di don Silvio da parroco della parrocchia<br />

“SS. Rosario in S. Nicola” e contestualmente lo nomina rettore<br />

della chiesa di S. Maria degli Angeli in Bari e padre spirituale della<br />

omonima Arciconfraternita. Durante la Messa festiva riuscì a educare<br />

i confratelli a vivere la domenica non solo come giorno del<br />

raduno dei soci, ma anche e, soprattutto, come il giorno celebrativo<br />

della Pasqua del Signore.<br />

Animato da una viva speranza nel Signore e pieno di filiale devozione<br />

alla Vergine Maria, si è addormentato nella pace di Cristo il 24 febbraio<br />

<strong>2019</strong>. Le esequie, presiedute dall’Arcivescovo mons. Francesco<br />

Cacucci, sono state celebrate il 25 febbraio <strong>2019</strong> nella chiesa parrocchiale<br />

di Maria SS. Addolorata dei Padri Guanelliani, nella cui Casa<br />

per anziani si era ritirato negli ultimi anni della sua vita.<br />

131


DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA BARI-BITONTO<br />

DIARIO DELL’ARCIVESCOVO<br />

<strong>Gennaio</strong> <strong>2019</strong><br />

1-5 – È a Beirut (Libano), invitato da Sua Beatitudine Card. Béchera<br />

Butros Raï, O.M.M., Patriarca di Antiochia dei Maroniti.<br />

6 – Al mattino, presso la parrocchia “S. Giuseppe” in Palo del<br />

Colle, celebra la S. Messa per il 40° anniversario dell’ordinazione<br />

sacerdotale del parroco don Pasquale Amoruoso.<br />

– Alla sera, presso la parrocchia “S. Maria del Carmine” in<br />

Noicattaro, celebra la S. Messa per il 70° anniversario della<br />

parrocchia.<br />

8 – Al pomeriggio, presso l’Istituto Superiore di Scienze religiose<br />

Metropolitano “S. Sabino”, tiene una lezione sui nuovi<br />

strumenti di comunicazione sociale.<br />

– Alla sera, presso la parrocchia “Immacolata di Lourdes” in<br />

Gioia del Colle, guida la catechesi sul tema pastorale dell’anno.<br />

9 – Alla sera, presso la Casa del clero in Bari, presiede la riunione<br />

del Consiglio Pastorale <strong>Diocesano</strong>.<br />

10 – Al pomeriggio, presso la Sala Odegitria della parrocchia Cattedrale<br />

in Bari, presiede la consegna del Padre nostro alla<br />

Comunità neocatecumenale della parrocchia “S. Maria<br />

Maddalena”.<br />

– Alla sera, presso la Cappella maggiore del Seminario Arcivescovile,<br />

presiede l’Adorazione eucaristica vocazionale.<br />

11 – Alla sera, presso la parrocchia “S. Leucio” in Bitonto, celebra<br />

la S. Messa per la festa del Patrono.<br />

12 – Al mattino, celebra la S. Messa al Circo Marina Orfei sul<br />

Lungomare Vittorio Veneto.<br />

133


134<br />

– Al pomeriggio, presso l’aula sinodale, incontra i catechisti<br />

della diocesi sul tema “I catechisti al servizio della comunità”.<br />

13 – Al mattino, presso la parrocchia “S. Marcello” in Bari, celebra<br />

la S. Messa e amministra le Cresime.<br />

– Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa per la Festa diocesana<br />

della Famiglia.<br />

15 – Presso il Santuario della Madonna del Pozzo in Capurso,<br />

incontra il IX vicariato.<br />

16 – Al pomeriggio, presso il Pontificio Seminario Regionale Pio<br />

XI in Molfetta, incontra i seminaristi di teologia.<br />

17 – Presso la parrocchia “Salvatore” in Bari-Loseto, incontra il X<br />

vicariato.<br />

18 – Presso la parrocchia “S. Marcello” in Bari, incontra il V vicariato.<br />

19 – Al pomeriggio, presso l’aula magna “Attilio Alto” del Politecnico<br />

in Bari, incontra i ministri straordinari della S. Comunione.<br />

20 – Al mattino, presso la parrocchia “S. Maria Maddalena” in<br />

Bari, celebra la S. Messa e amministra le Cresime.<br />

– Alla sera, nella Basilica di San Nicola, partecipa alla Veglia<br />

ecumenica diocesana di preghiera per l’Unità dei cristiani.<br />

21 – Al mattino, nella Basilica di San Nicola, celebra la S. Messa per<br />

la festa di san Sebastiano, Patrono del Corpo dei Vigili urbani.<br />

– Al pomeriggio, presso il Monastero di S. Giuseppe in Bari,<br />

incontra le monache carmelitane scalze.<br />

22 – Presso la parrocchia “S. Fara” in Bari, incontra il IV vicariato.<br />

– Al pomeriggio, presso la parrocchia “S. Pietro Apostolo” in<br />

Modugno, celebra le esequie del diacono Onofrio Nitti.<br />

23 – Presso la parrocchia “S. Maria Assunta” in Grumo Appula,<br />

incontra il VII vicariato.<br />

24 – Presso l’Oasi Francescana De Lilla in Bari, al mattino, e la<br />

parrocchia “Resurrezione”, la sera, incontra il XII vicariato.<br />

25 – Alla sera, presso l’Istituto della Società S. Paolo in Bari, celebra<br />

la S. Messa per la comunità dei Padri Paolini nella festa<br />

della Conversione di San Paolo Apostolo.<br />

26 – Al mattino, presso il Tribunale di Corte d’Appello in Bari, partecipa<br />

alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.<br />

– Al pomeriggio, presso l’aula sinodale, partecipa all’incontro<br />

della Consulta Regionale delle Aggregazioni laicali su “Il<br />

Concilio, Paolo VI e i laici”, con S.E. mons. Vito Angiuli, vescovo


DIARIO DELL’ARCIVESCOVO<br />

di Ugento-S. Maria di Leuca e presidente della Commissione<br />

Episcopale per il Laicato, e p. Leonardo Sapienza, R.C.I., reggente<br />

della Prefettura della Casa Pontificia.<br />

– Alla sera, presso la parrocchia “Sacro Cuore” in Mola di Bari,<br />

presiede la veglia di preghiera dei giovani in occasione della<br />

GMG di Panama.<br />

27 – Al mattino, presso il Palazzetto dello Sport in Gioia del<br />

Colle, celebra la S. Messa per l’Azione Cattolica Ragazzi.<br />

– Alla sera, presso la Sala Odegitria della parrocchia Cattedrale<br />

in Bari, assiste alla rappresentazione teatrale “Natale in<br />

casa Cupiello”, presentata dalla parrocchia “Stella Maris” di<br />

Bari-Palese.<br />

28 – Al mattino, presso la Facoltà Teologica Pugliese, partecipa<br />

alla Commissione dell’Alto Patronato.<br />

– Alla sera, presso la parrocchia “S. Giovanni Bosco” in Bari, celebra<br />

la S. Messa e guida la catechesi sul tema pastorale dell’anno.<br />

29 – Presso la parrocchia “S. Michele Arcangelo” in Bitetto, incontra<br />

il III vicariato.<br />

30 – Presso il Centro pastorale “Giovanni Modugno” in Bitonto,<br />

incontra il vicariato Bitonto-Palo del Colle.<br />

– Alla sera, presso la parrocchia “Spirito Santo” in Palo del<br />

Colle, celebra la S. Messa.<br />

31 – Al mattino, presso l’aula magna “Aldo Cossu” del Palazzo<br />

Ateneo in Bari, partecipa all’incontro organizzato dall’UCSI<br />

e dall’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali con<br />

don Ivan Maffeis, direttore dell’Ufficio nazionale Comunicazioni<br />

sociali della CEI, su “Dalle community alla comunità.<br />

Il ruolo dell’informazione”.<br />

– Al pomeriggio, presso la sala Odegitria della parrocchia<br />

Cattedrale in Bari, partecipa alla presentazione dei lavori di<br />

restauro degli affreschi della Cattedrale e delle sculture dell’Episcopio.<br />

– Alla sera, presso la parrocchia “Redentore” in Bari, celebra la<br />

S. Messa per la festa di san Giovanni Bosco.<br />

135


Febbraio <strong>2019</strong><br />

136<br />

1 – Presso la parrocchia “S. Maria Assunta” in Cassano delle<br />

Murge, incontra il vicariato VIII.<br />

2 – Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa per la Giornata<br />

mondiale della Vita consacrata, nella festa della Presentazione<br />

del Signore.<br />

3 – Presso la parrocchia “Salvatore” in Bari-Loseto, incontra il X<br />

vicariato.<br />

4-6 – Presso l’Oasi S. Maria in Cassano delle Murge, partecipa ai<br />

lavori della Conferenza Episcopale Pugliese.<br />

6 – Alla sera, presso la sala Odegitria della parrocchia Cattedrale<br />

in Bari, partecipa alla presentazione del volume “Indagine<br />

sociologica in Bari vecchia” a cura del Dipartimento di Scienze<br />

politiche.<br />

7 – Presso la parrocchia “S. Giuseppe” in Bari, incontra il II vicariato.<br />

8 – Presso la parrocchia “Maria SS. del Rosario” in Bari, in-contra<br />

il I vicariato.<br />

9 – Al mattino, presso la sala Odegitria della parrocchia Cattedrale<br />

in Bari, presiede la cerimonia di inaugurazione dell’anno<br />

giudiziario del Tribunale Ecclesiastico Regionale<br />

Pugliese.<br />

– Al pomeriggio, presso la Cattedrale di Otranto, partecipa<br />

alla concelebrazione eucaristica in occasione del 25° anniversario<br />

dell’ordinazione episcopale dell’Arcivescovo S.E.<br />

mons. Donato Negro.<br />

10 – Al mattino, presso l’Oasi S. Maria in Cassano delle Murge,<br />

guida il ritiro spirituale per i fidanzati dei paesi dell’Arcidiocesi.<br />

– Alla sera, presso la parrocchia “SS. Rosario” in Mola di Bari,<br />

celebra la S. Messa per l’anniversario della dedicazione della<br />

chiesa parrocchiale.<br />

11-14 – Presso la “Casa della Pace” in Benevento, guida gli esercizi<br />

spirituali per il clero della diocesi di Teano-Calvi.<br />

15-16 – Presso l’Oasi S. Maria in Cassano delle Murge, incontra i<br />

sacerdoti del decennio.


DIARIO DELL’ARCIVESCOVO<br />

17 – Al mattino incontra i capi scout della zona Bari Centro e<br />

celebra la S. Messa presso il “Villaggio del Fanciullo” in<br />

Sannicandro.<br />

18 – Alla sera, presso la parrocchia “S. Antonio” in Bari, presiede<br />

la celebrazione dei vespri e guida la catechesi alla Comunità<br />

“Preghiera e Parola”.<br />

19 – Presso la parrocchia “S. Gabriele dell’Addolorata” in Bari,<br />

incontra il VI vicariato.<br />

20 – Al mattino, presso il Seminario arcivescovile in Bari, incontra<br />

l’Equipe formativa.<br />

21 – Presso la parrocchia “SS. Trinità” in Mola di Bari, incontra il<br />

vicariato XI.<br />

22 – Al mattino, presso la Casa del clero in Bari, presiede la<br />

riunione del Consiglio Presbiterale diocesano.<br />

– Alla sera, presso la parrocchia “Maria SS. del Rosario” in Ba-ri,<br />

celebra la S. Messa nell’anniversario della morte del Servo di Dio<br />

don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione.<br />

24 – Al mattino, presso l’Oasi Santa Maria in Cassano delle Murge,<br />

guida il ritiro spirituale per i fidanzati della città di Bari.<br />

25 – Al pomeriggio, presso la parrocchia “S. Giorgio Martire” in<br />

Bari-Loseto, celebra le esequie di don Luigi Armagno.<br />

– Successivamente, presso la parrocchia “Maria SS. Addolorata”<br />

in Bari, celebra le esequie di don Rocco Silvio Pignataro.<br />

26 – Alla sera, presso la parrocchia “Madre della Divina Provvidenza”<br />

in Bari, celebra la S. Messa per il 35° anniversario<br />

della visita di san Giovanni Paolo II.<br />

27 – Alla sera, presso la parrocchia “S. Gabriele dell’Addolorata”,<br />

celebra la S. Messa per la festa del Titolare e amministra le<br />

Cresime.<br />

28 – Al mattino, presso la Casa del clero in Bari, incontra la Commissione<br />

episcopale per l’Ecumenismo della Conferenza E-<br />

piscopale Pugliese.<br />

– Alla sera, nella chiesa di S. Domenico in Bari, celebra la S.<br />

Messa per l’Unione Giuristi Cattolici.<br />

137


<strong>Marzo</strong> <strong>2019</strong><br />

138<br />

1 – Alla sera, presso la parrocchia “Maria SS. Annunziata” in<br />

Modugno, partecipa alla presentazione del volume sulla<br />

chiesa restaurata.<br />

2/3 – A Bergamo, tiene una conferenza sul tema “La chiesa tra le<br />

case: il ministero di S.E. Mons. Cesare Bonicelli”, in occasione<br />

del decennale della morte e presiede la concelebrazione<br />

eucaristica.<br />

4 – Al pomeriggio, nella cripta della Cattedrale, celebra la S.<br />

Messa in suffragio del giornalista e scrittore Vito Maurogiovanni<br />

nel decimo anniversario della morte.<br />

5 – Al mattino, presso la parrocchia “S. Maria di Costantinopoli”<br />

in Bitritto, celebra la S. Messa per la festa della Titolare.<br />

– Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa nella solennità di<br />

Maria SS. di Costantinopoli “Odegitria” con la partecipazione<br />

dei vicariati I e II.<br />

6 – Al mattino, nella Cappella del Comando Regionale della<br />

Guardia di Finanza in Bari, celebra la S. Messa del Mercoledì<br />

delle Ceneri.<br />

– Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa del Mercoledì<br />

delle Ceneri.<br />

7 – Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa con la partecipazione<br />

dei vicariati IV e V.<br />

8 – Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa con la partecipazione<br />

dei vicariati VI e X.<br />

9 – Al mattino, presso la parrocchia “Maria SS. Annunziata” in<br />

Modugno, celebra la S. Messa per la Patrona Maria SS.<br />

Addolorata.<br />

– Al pomeriggio, presso la sede dell’Ordine dei Farmacisti in Bari,<br />

interviene all’assemblea costitutiva della sezione territoriale<br />

diocesana dell’Unione Cattolica Farmacisti italiani (UCFI).<br />

– Alla sera, presso la parrocchia “S. Maria Maddalena” in Bari,<br />

celebra la S. Messa per il 50° anniversario della costituzione<br />

della parrocchia.<br />

10 – Al mattino, presso la parrocchia “S. Nicola” in Torre a Mare,<br />

celebra la S. Messa.


DIARIO DELL’ARCIVESCOVO<br />

– Alla sera, presso la parrocchia “Sacro Cuore” in Mola di Bari,<br />

guida la lettura del film Kramer contro Kramer di Robert<br />

Benton.<br />

11 – Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa con la partecipazione<br />

dei vicariati VIII e XII.<br />

12 – Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa con la partecipazione<br />

del vicariato Bitonto-Palo del Colle.<br />

13 – Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa con la partecipazione<br />

del vicariato VII.<br />

14 – Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa con la partecipazione<br />

del vicariato III.<br />

15 – Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa con la partecipazione<br />

dei vicariati IX e XI.<br />

16 – Alla sera, in Cattedrale, in occasione del pellegrinaggio diocesano<br />

delle famiglie e dei giovani alla Madonna Odegitria,<br />

durante la veglia di preghiera, consegna il mandato per gli<br />

“Annunci di Vita Piena. Quelli della via (11-17 maggio <strong>2019</strong>).<br />

17 – Alla sera, presso la Basilica di S. Fara in Bari, celebra la S.<br />

Messa per il 50° anniversario di ordinazione sacerdotale di<br />

p. Leonardo Di Taranto e p. Zaccaria Guarnieri, O.F.M.Cap.<br />

18 – Al mattino, presso la parrocchia “SS. Salvatore” in Capurso,<br />

celebra la S. Messa per il Patrono san Giuseppe.<br />

19 – Alla sera, presso la parrocchia “S. Giuseppe” in Bari, celebra<br />

la S. Messa per la festa del Titolare.<br />

20 – A Roma partecipa all’incontro del Comitato per l’incontro<br />

dei vescovi dei Paesi del Mediterraneo (febbraio 2020).<br />

21-24 – A Mosca, partecipa, col Metropolita Hilarion di Volokolamsk,<br />

Responsabile delle Relazioni esterne del Patriarcato<br />

di Mosca, alla presentazione dell’edizione russa del volume<br />

sulla traslazione della reliquia di San Nicola da Bari a Mosca<br />

e a San Pietroburgo.<br />

25 – Alla sera, presso la parrocchia “Stella maris” in Bari-Palese,<br />

celebra la S. Messa per il 50° anniversario della dedicazione<br />

della chiesa.<br />

26 – Al mattino, presso il Pontificio Seminario Regionale Pio XI<br />

139


140<br />

in Molfetta, partecipa alla riunione della Conferenza E-<br />

piscopale Pugliese.<br />

– Alla sera, presso l’aula magna “Attilio Alto” del Politecnico di<br />

Bari, partecipa alla conferenza di S.Em. il card. Gianfranco<br />

Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, sul<br />

tema: “La Gloria, la nube, il fuoco: Dio in cammino con il suo<br />

popolo”, a conclusione del ciclo di conferenze sull’Esodo promosso<br />

dal Centro di Cultura biblica “Bereshit”.<br />

27 – Al pomeriggio, presso la cappella delle Suore Domenicane<br />

Missionarie di S. Sisto in Bari, celebra la S. Messa in preparazione<br />

alle celebrazioni pasquali per la Federazione dei<br />

Pensionati Sanitari (medici, veterinari, farmacisti) e Vedove<br />

(FEDER.S.P. e V.).<br />

28 – Alla sera, presso la parrocchia “Buon Pastore” in Bari, partecipa<br />

al concerto/meditazione per il decimo anniversario<br />

della morte di mons. Antonio Ladisa, rettore del Pontificio<br />

Seminario Regionale di Molfetta.<br />

29 – Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa e istituisce i nuovi<br />

ministri straordinari della S. Comunione.<br />

– Successivamente, presso lo Stadio San Nicola, presiede la<br />

conclusione della Via crucis del IV vicariato.<br />

30 – Al mattino, presso il Seminario Arcivescovile di Bari, celebra<br />

la S. Messa per il decimo anniversario della morte di mons.<br />

Antonio Ladisa.<br />

– Alla sera, presso la chiesa del Purgatorio in Modugno, nell’ambito<br />

degli “Incontri di frontiera <strong>2019</strong> fra fede e ragione”:<br />

“La condizione umana fra sofferenza e speranza”, tiene una<br />

relazione su “La virtù cristiana della speranza”.<br />

31 – Al mattino, presso la parrocchia “S. Girolamo” in Bari, celebra<br />

la S. Messa e partecipa alla posa della prima pietra della<br />

nuova chiesa parrocchiale.<br />

– Alla sera, presso la sala Odegitria della parrocchia Catte-drale<br />

in Bari, nell’ambito del percorso di cineforum “Gesù nel cinema”<br />

in occasione del decimo anniversario della morte di don<br />

Vito Marotta, già responsabile dell’Ufficio delle Comunicazioni<br />

Sociali della diocesi, guida la lettura del film Il Vangelo<br />

secondo Matteo di Pierpaolo Pasolini.


ANNOTAZIONI<br />

141


142<br />

ANNOTAZIONI


ANNOTAZIONI<br />

143


Finito di stampare nel mese di luglio <strong>2019</strong> da<br />

Ecumenica Editrice - Bari

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