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All’improvviso Noi domande... di adozione

Cosa caratterizza un “buon” genitore? Il potere generare, il potere concepire biologicamente, non è garanzia di adeguate competenze genitoriali; un “buon” genitore fa spazio al proprio figlio, mettendosi da parte, anteponendo i bisogni del bambino ai propri; si pre-occupa nel senso che si occupa del bambino, del suo benessere, prima di ogni altra cosa. Il “Buon genitore” è colui che non sa a priori sul proprio figlio, che non smette mai di interrogarsi, di mettersi in discussione, di rimanere in una posizione di ascolto e di conoscenza continua, seppur trasmettendo sicurezza e solidità affettiva. Adoptare nella lingua latina significa “scegliere, domandare”; questo lavoro testimonia che alla domanda di adozione, seguiranno tante successive domande, che nascono durante il percorso adottivo, accompagnando la creazione di un legame meraviglioso. Il testo è frutto dell’esperienza e del racconto di genitori adottivi. A cura di Sara Bertorotta e Luigia Giallombardo

Cosa caratterizza un “buon” genitore? Il potere generare, il potere concepire biologicamente, non è garanzia di adeguate competenze genitoriali; un “buon” genitore fa spazio al proprio figlio, mettendosi da parte, anteponendo i bisogni del bambino ai propri; si pre-occupa nel senso che si occupa del bambino, del suo benessere, prima di ogni altra cosa. Il “Buon genitore” è colui che non sa a priori sul proprio figlio, che non smette mai di interrogarsi, di mettersi in discussione, di rimanere in una posizione di ascolto e di conoscenza continua, seppur trasmettendo sicurezza e solidità affettiva.
Adoptare nella lingua latina significa “scegliere, domandare”; questo lavoro testimonia che alla domanda di adozione, seguiranno tante successive domande, che nascono durante il percorso adottivo, accompagnando la creazione di un legame meraviglioso.

Il testo è frutto dell’esperienza e del racconto di genitori adottivi.

A cura di Sara Bertorotta e Luigia Giallombardo

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{Saggio}<br />

<strong>All’improvviso</strong> <strong>Noi</strong><br />

<strong>domande</strong>... <strong>di</strong> <strong>adozione</strong><br />

Acura <strong>di</strong> †Sara Bertorotta e Luigia Giallombardo


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Copyright © 2019 - Tutti i <strong>di</strong>ritti sono riservati per tutti i Paesi<br />

Casa E<strong>di</strong>trice Antipodes<br />

Via Toscana, 2<br />

90144 Palermo<br />

www.antipodes.it<br />

info@antipodes.it<br />

ISBN: 978-88-99751-73-9<br />

A cura <strong>di</strong> S. Bertorotta e L. Giallombardo, <strong>All’improvviso</strong> <strong>Noi</strong>,<br />

<strong>domande</strong>... <strong>di</strong> <strong>adozione</strong>, Antipodes, Palermo 2019


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Questo libro è de<strong>di</strong>cato a tutti i bambini in attesa…<br />

E a Voi famiglie che intraprenderete un viaggio meraviglioso.<br />

A Maria Concetta, Rosario, Li<strong>di</strong>a, Salvo, Serena, Salvo, Giusy,<br />

Francesco, Angela, Antonio, Silvia, Dario... a voi genitori va il<br />

nostro ringraziamento per averci donato parole, sentimenti, momenti<br />

<strong>di</strong> gioia, paure ed ansie. Per averci raccontato la vostra vita<br />

con semplicità, per esservi “messi a nudo” con paure e fragilità.<br />

Grazie soprattutto per le vostre <strong>domande</strong>, pertinenti, sentite, pressanti,<br />

che sono la testimonianza <strong>di</strong> un lavoro, un travaglio continuo,<br />

che accompagna il percorso meraviglioso che state<br />

compiendo insieme ai vostri figli.<br />

Grazie perché, quello che fate testimonia ogni giorno il vostro<br />

desiderio <strong>di</strong> essere genitori.<br />

Non vi può essere genitore, sia esso biologico o no, senza desiderio.<br />

Ed ancora grazie per avere aderito a questo progetto che<br />

consente la <strong>di</strong>vulgazione <strong>di</strong> un percorso così intimo e profondo,<br />

nella speranza che tanti bambini, come i vostri, possano trovare<br />

genitori come voi.<br />

Luisella e Sara


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Presentazione<br />

Ho letto tutto d’un fiato, senza riuscire a darmi delle pause e<br />

con un coinvolgimento crescente, queste pagine de<strong>di</strong>cate alla narrazione<br />

<strong>di</strong> chi ha deciso, scelto e infine adottato.<br />

In quanto Giu<strong>di</strong>ce togato <strong>di</strong> un Tribunale per i Minorenni, la<br />

mia prima riflessione con il consueto habitat mentale dei giu<strong>di</strong>ci,<br />

è stata <strong>di</strong> tipo “valutativo”. Ho pensato con sod<strong>di</strong>sfazione che tutte<br />

le coppie che hanno scelto <strong>di</strong> narrare la loro storia adottiva hanno<br />

interiorizzato l’idea che “genitori adottivi” si <strong>di</strong>venta passo dopo<br />

passo, perché l’<strong>adozione</strong> è un percorso complesso. La semplicità<br />

e l’autenticità dei racconti però, mi hanno sollecitato al contempo<br />

una <strong>di</strong>mensione emotiva intensa: ho sentito risuonare dentro <strong>di</strong> me<br />

la gioia, l’amore, la sofferenza, i dubbi, le paure <strong>di</strong> chi ha sperato<br />

<strong>di</strong> potere adottare, <strong>di</strong> chi ha adottato, <strong>di</strong> chi attende.<br />

Mi sono occupata per tanti anni <strong>di</strong> selezione delle coppie aspiranti<br />

all’<strong>adozione</strong> e <strong>di</strong> abbinamento dei bambini <strong>di</strong>chiarati in stato<br />

<strong>di</strong> adottabilità e la sofferenza <strong>di</strong> chi attende, spera <strong>di</strong> essere scelto<br />

mi è sempre stata presente. Anche rescindere il “legame” <strong>di</strong> un bambino<br />

con la famiglia <strong>di</strong> origine è una decisione <strong>di</strong>fficile e sofferta.<br />

Il giu<strong>di</strong>ce minorile ha compiti ardui, che impegnano giorno<br />

dopo giorno la sua professionalità e la sua umanità, <strong>di</strong>mensioni<br />

che inevitabilmente si intrecciano tra loro.<br />

Dott.ssa Antonina Pardo,<br />

Giu<strong>di</strong>ce presso il Tribunale per i Minorenni <strong>di</strong> Palermo<br />

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Introduzione<br />

Questo lavoro nasce dall’esperienza <strong>di</strong> alcuni genitori adottivi<br />

che, dopo l’arrivo dei loro bambini, hanno deciso, insieme a due<br />

operatori (un’assistente sociale e una psicologa), <strong>di</strong> creare uno spazio<br />

<strong>di</strong> parola.<br />

Il gruppo, nato dalla necessità <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care un momento alla riflessione<br />

e al confronto su alcune tematiche specifiche riguardanti<br />

i minori adottati, si è riunito una volta al mese per sette incontri a<br />

tema, maturando, successivamente, la necessità <strong>di</strong> continuare il<br />

percorso insieme.<br />

L’esigenza <strong>di</strong> mettere su carta il proprio vissuto, ma anche <strong>di</strong><br />

fermarsi a riflettere su pensieri, dubbi, gioie e paure che riguardano<br />

il presente e il futuro ha costituito la premessa per la stesura <strong>di</strong><br />

questo scritto.<br />

Il libro in realtà nasce per aiutare prima <strong>di</strong> tutto se stessi e, solo<br />

successivamente, per essere <strong>di</strong> supporto, con molta semplicità e<br />

con poche pretese, a tutti coloro che si avvicinano al complesso<br />

mondo dell’<strong>adozione</strong>.<br />

Volutamente, pur essendo presenti degli operatori ad ogni incontro,<br />

le parti tecniche sono state ridotte al minimo, o talvolta<br />

semplicemente accennate, utilizzando la parola <strong>di</strong> coloro che nel<br />

tempo sono stati ascoltati.<br />

Possiamo definire il libro “aperto” secondo una duplice accezione:<br />

sia riguardo alla modalità in cui è stato scritto che alla modalità<br />

con cui può essere letto. Infatti ognuno ha dato il proprio<br />

contributo raccontandosi, in una o più parti, in base al proprio desiderio<br />

e soprattutto al proprio sentire; con la libertà <strong>di</strong> espressione<br />

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che gli è propria, senza schemi e nel rispetto reciproco, come appare<br />

in<strong>di</strong>spensabile quando ci si racconta in modo tanto intimo e<br />

profondo. Inoltre chi si avvicina al testo può leggerlo o “tutto <strong>di</strong><br />

un fiato”, ovvero scegliendo <strong>di</strong> volta in volta le parti che più “risuonano<br />

nella fase attraversata”, cioè nel momento in cui alcune<br />

tematiche assumono maggiore pregnanza ed interesse.<br />

Per agevolare la comprensione e l’identificazione nel lettore i<br />

genitori hanno deciso <strong>di</strong> esporsi in prima persona, firmando i loro<br />

pensieri e i lori vissuti e donando a chi legge la loro testimonianza.<br />

Le altre parti sono quelle scritte dagli operatori.<br />

Alla stesura del libro hanno partecipato sei coppie Li<strong>di</strong>a e<br />

Salvo, Serena e Salvo, Silvia e Dario, Angela e Antonio, Maria<br />

Concetta e Rosario, Giusy e Francesco, che hanno ripercorso, in<br />

tal modo, la loro avventura e l’incontro e con i loro splen<strong>di</strong><strong>di</strong> figli.<br />

Felici <strong>di</strong> questa esperienza hanno pensato <strong>di</strong> continuare il cammino<br />

insieme per poter essere <strong>di</strong> aiuto ad altre famiglie che intraprendono<br />

questo percorso, <strong>di</strong> supporto l’uno all’altro e per cercare<br />

<strong>di</strong> crescere nel miglior modo possibile i loro figli.<br />

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Il contesto <strong>di</strong> lavoro: le emozioni in gioco<br />

Il presente contributo costituisce un momento <strong>di</strong> riflessione ed<br />

elaborazione del lavoro tuttora in itinere portato avanti da alcuni<br />

genitori adottivi, i cui figli appartengono ad una fascia <strong>di</strong> età compresa<br />

da 0 a 7 anni.<br />

Il percorso inizialmente ha preso spunto dalle proposte <strong>di</strong> alcune<br />

tematiche destinate ad attivare la riflessione in occasione <strong>di</strong><br />

ogni incontro. Tali tematiche sono state in<strong>di</strong>viduate in base ai contenuti,<br />

ai vissuti e alle <strong>domande</strong> maggiormente ricorrenti tra coloro<br />

che hanno avviato l’esperienza adottiva. La strutturazione <strong>di</strong> esse<br />

in nessun caso ha assunto una forma rigida, ma modulabile in relazione<br />

ai contenuti emersi durante i momenti <strong>di</strong> confronto.<br />

La pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> uno spazio <strong>di</strong> ascolto ha consentito <strong>di</strong><br />

dare un posto ai vissuti dei genitori, che, adeguatamente ascoltati,<br />

hanno trovato legittimazione e contenimento.<br />

Dallo stesso <strong>di</strong>scorso dei genitori sono state delineate le <strong>di</strong>mensioni<br />

emotive maggiormente ricorrenti; paura, dolore, amore, poi<br />

ulteriormente articolate e dettagliate in gioia, ansia, tristezza, rabbia,<br />

sentirsi più o meno adeguati, aspettative, appartenenza/separazione…<br />

Queste ultime hanno trovato una loro collocazione nelle varie<br />

fasi dell’esperienza adottiva: pre (dal concepimento dell’idea <strong>di</strong><br />

adottare, al momento <strong>di</strong> presentazione dell’istanza); durante (il<br />

percorso adottivo e l’abbinamento); post (l’arrivo del bambino e<br />

tutto ciò che ne consegue).<br />

Nel gruppo ha trovato posto anche una presenza immaginaria,<br />

costante nel <strong>di</strong>scorso genitoriale: colei che ha generato il bambino,<br />

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