TELEMACO SIGNORINI-2
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TIZIANO PANCONI<br />
<strong>TELEMACO</strong> <strong>SIGNORINI</strong><br />
CATALOGO GENERALE RAGIONATO<br />
“Questa è un’anteprima. Acquista la versione integrale del catalogo.
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“Questa è un’anteprima. Acquista la versione integrale del catalogo.<br />
<strong>TELEMACO</strong> <strong>SIGNORINI</strong><br />
CATALOGO GENERALE RAGIONATO
© Tiziano Panconi<br />
Responsabile del progetto editoriale<br />
Elisa Larese<br />
Collaborazione alla gestione iconografica e alle ricerche di archivio<br />
Loredana Angiolino<br />
Progetto grafico<br />
Quinta Classe, Firenze<br />
Ricerche biografiche, bibliografiche e di archivio<br />
Tiziano Panconi, Loredana Angiolino<br />
Coordinamento dell’opera<br />
Olimpia Banci<br />
In Copertina<br />
Telemaco Signorini, Una via di Ravenna (particolare)<br />
Finito di stampare<br />
Luglio 2019<br />
ISBN 979-12-200-5114-9<br />
Un ringraziamento particolare alla Biblioteca<br />
Nazionale Centrale e all'Ente Cassa di<br />
Risparmio di Firenze<br />
Museo archives<br />
Giovanni Boldini Macchiaioli, Pistoia.<br />
Il Museo archives Giovanni Boldini Macchiaioli promuove la<br />
conservazione, la tutela e la valorizzazione dell’opera e del<br />
patrimonio artistico di Giovanni Boldini e dei Macchiaioli, fra i<br />
quali Giovanni Fattori e Telemaco Signorini.<br />
Per questo l’obiettivo del Museo archives è sostenere la ricerca<br />
scientifica, storica, l’analisi critica e ogni altra iniziativa volta<br />
a celebrare la memoria degli artisti, in particolare di Giovanni<br />
Boldini e dei Macchiaioli.<br />
Il Centro studi di Museo archives Giovanni Boldini Macchiaioli,<br />
promuove, divulga e tutela, la pittura italiana del XIX e XX<br />
secolo, collaborando con comuni, fondazioni, università,<br />
amministrazioni pubbliche e istituzioni private.<br />
Nei limiti consentiti dalla legge e dall'atto istitutivo, il Centro<br />
studi del Museo archives Giovanni Boldini Macchiaioli archivia<br />
le opere ritenute originali, rilasciando certificati di autenticità<br />
e compilando i cataloghi generali.<br />
Questa pubblicazione è<br />
stata realizzata con il<br />
contributo di<br />
www.fondazionefoedus.it<br />
Italian Foundation • Culture • Enterprise • Solidarity<br />
Sponsor<br />
GALLERIA D'ARTE<br />
compravendita di grandi<br />
maestri antichi, dell'800,<br />
moderni, contemporanei.<br />
www.butterflyinstitute.com<br />
Lugano<br />
www.museoboldinimacchiaioli.com<br />
segreteria@museoboldinimacchiaioli.com<br />
Tiziano Panconi<br />
presidente<br />
Davide Lunghi<br />
formazione e ricerca<br />
Eleonora Di Iulio<br />
relazioni internazionali<br />
Floriano Flori<br />
registrar<br />
Andrea Gentili<br />
movimentazioni<br />
Elisa Larese<br />
ufficio mostre<br />
Giovanna Groppelli<br />
ufficio legale<br />
“Questa è un’anteprima. Acquista la versione integrale del catalogo.<br />
COMITATO SCIENTIFICO<br />
Loredana Angiolino<br />
storica dell’arte, cultore della materia in<br />
Museologia e Critica Artistica e del Restauro,<br />
Università degli studi La Sapienza, Roma<br />
Elena Di Raddo<br />
storica dell’arte, docente di Storia dell’Arte<br />
Contemporanea, Università Cattolica del<br />
Sacro Cuore, Milano<br />
Leo Lecci<br />
storico dell’arte, docente di Storia dell’Arte<br />
Contemporanea, Università degli studi di<br />
Genova<br />
Marina Mattei<br />
storica dell’arte, archeologa, curatrice Musei<br />
Capitolini, direttrice degli Scavi di Largo<br />
Argentina, docente di Storia dell’Arte, Link<br />
Campus University, Roma<br />
Tiziano Panconi<br />
storico dell’arte, presidente ICCAP, Direttore<br />
scientifico Dipartimento dipinti del XIX<br />
secolo, Cambi Casa d’aste, Genova - Milano<br />
Stefano Ticci<br />
restauratore, conservatore, diagnostica dei<br />
Beni Culturali, Studio Ticci-Falteri, Firenze
TIZIANO PANCONI<br />
<strong>TELEMACO</strong> <strong>SIGNORINI</strong><br />
CATALOGO GENERALE RAGIONATO<br />
“Questa è un’anteprima. Acquista la versione integrale del catalogo.<br />
Ricerche biografiche, bibliografiche e di archivio<br />
Tiziano Panconi, con la collaborazione di Loredana Angiolino
“Questa è un’anteprima. Acquista la versione integrale del catalogo.<br />
INDICE<br />
Lo stile di Signorini p.9<br />
La vita e le opere attraverso<br />
le lettere e le fonti di archivio p.27<br />
Le opere p.383
“Questa è un’anteprima. Acquista la versione integrale del catalogo.
LO STILE DI <strong>SIGNORINI</strong><br />
“Questa è un’anteprima. Acquista la versione integrale del catalogo.<br />
Fiore all’occhiello, guanti chiari e mazza in mano,<br />
un paltò corto e largo color di nocciola con le cuciture<br />
doppie e due spacchi sui lati, da fantino inglese, calzoni<br />
rimboccati, in capo una tuba lucida per grande travaglio<br />
di spazzole e di fiato, occhiali a stanga che sul naso un po’<br />
camuso scendevano sempre più giù degli occhi tanto che<br />
salutandovi per via egli guardava a scancio e per parlarvi<br />
spingeva avanti la faccia e alzava le sopracciglia fino<br />
a metà della fronte, una barba bionda e bianca leggera<br />
e ricciuta che aperta sul mento accentuava la mascella<br />
prominente e ostinata, nell’ampia bocca ogni sorta di<br />
denti in ordine sparso, grandi e piccoli, bianchi e gialli,<br />
dominati da una zanna cariatide che chiameremo dente.<br />
Questo il luminoso ritratto di Signorini<br />
tracciato da Enrico Somarè nel 1909 che, in<br />
copia anastatica, chiudeva il breve ma fortunato<br />
catalogo della mostra signoriniana del 2011 e -<br />
solo per ordine di impaginazione - succedeva a<br />
un nostro saggio intitolato appunto Lo stile di<br />
Signorini<br />
1 .<br />
Ci è parso utile riallacciarci a questa nostra<br />
orditura critica concernente il definirsi di<br />
uno stile fra i più originali e articolati della<br />
sua epoca, riprendendo il discorso là dove<br />
lo avevamo lasciato – allora in divenire, per<br />
dovere di sintesi – congiungendovi nuovi studi<br />
e provando a dar seguito ad alcune riflessioni<br />
critiche mai più affrontate con quella stessa<br />
ampiezza di prospettiva dopo la pubblicazione<br />
nel 1989 del fondamentale trattato di Raffaele<br />
Monti su Signorini e il Naturalismo europeo.<br />
Nell’analizzare la complessa personalità di<br />
Signorini, artista progressista, fine letterato<br />
e critico pungente e smaliziato, non di rado<br />
1 cfr. Signorini e il suo tempo, catalogo della mostra a cura di<br />
T. Panconi, Pistoia 2011.<br />
anche di se stesso, ci troviamo a misurarci con<br />
un’esperienza umana e artistica maturata nel<br />
corso di tutto il secondo Ottocento, coincidendo<br />
i suoi quasi cinquant’anni di attività con la metà<br />
e la fine del secolo, avendo egli cominciato<br />
a dipingere poco dopo il ’50 e essendo morto<br />
ancora nel pieno delle forze nel 1901, all’età di<br />
soli 66 anni.<br />
Diciamo subito, per chiarire il nostro punto di<br />
vista e i propositi del discorso, che l’equiparazione<br />
fra il Signorini pittore e scrittore-poeta suggerita<br />
fin qui dalla critica non ci persuade, non<br />
essendo a nostro parere i linguaggi utilizzati,<br />
visivo e letterario-poetico, paragonabili tra<br />
loro sia per la diversità della cifra lessicale sia<br />
per i contenuti tutto sommato stereotipati dei<br />
suoi versi e delle sue spesso ripetitive discussioni<br />
sull’arte; specialità nelle quali certamente si<br />
distinse, seppur rimanendo sovente nei limiti<br />
dell’esercizio di un eccellente mestiere. Un<br />
repertorio, quello poetico-letterario del quale<br />
ci occuperemo marginalmente, non riteniamo<br />
possa essere posto a contrappeso speculare<br />
dell’attività di artista e geniale caposcuola, ma<br />
semmai recuperato quale diario di esperienze<br />
e repertorio di pensieri e filosofie talvolta al<br />
limite dell’ideologia, non di rado largamente<br />
superate se non addirittura smentite dal suo<br />
stesso operato di pittore.<br />
Le radici di Signorini affondano in un<br />
contesto culturale mitteleuropeo e nell’erudito<br />
entourage intellettuale granducale, per<br />
protrarsi in una fittissima serie di esperienze<br />
visive continuamente verificate e aggiornate<br />
attraverso la frequentazione di ambienti artistici<br />
diversi fra loro, in particolare Firenze e Parigi.<br />
Il padre Giovanni, per stessa ammissione<br />
di Telemaco suo primo maestro, era uno<br />
stimato pittore di vedute – sovente destinate al
10 11<br />
1<br />
2 3 4<br />
collezionismo inglese, fanatico di questo genere<br />
quale testimonianza dei viaggi in Italia – e<br />
anche artista di corte del granduca Leopoldo II;<br />
suo mecenate del ciclo di pitture dedicate alle<br />
feste fiorentine, eseguito fra il 18 e il 18,<br />
che fotografa il particolare clima liberale del<br />
momento, anticipando lo spirito celebrativo dei<br />
festeggiamenti tenuti a Firenze due anni più<br />
tardi per la firma del granduca dello Statuto<br />
Fondamentale, che raccoglieva una controversa<br />
serie di liberalizzazioni:<br />
alle 10 antimeridiane lo sparo del cannone incominciava<br />
la festa, la campana del comune rispondeva col suono<br />
festivo, quindi le campane della Metropolitana e lo<br />
sparo di cento fucili annunciavano il Risorgimento del<br />
Popolo. Al tempo stesso la bandiera tricolore sventolava<br />
sulla gran torre di Giotto. Mille voci salutarono quelle<br />
bandiere e da tutte le vie il Popolo si riversò sulla gran<br />
piazza sulla quale, come già l’Ateniesi nell’Agora, in<br />
mezzo ai monumenti meravigliosi dell’arte moderna<br />
trattavano gli aari pulici l opolo si accalcava<br />
presso le Logge de’ Lanzi ove un cittadino leggeva<br />
quello Statuto. Altri si unirono in capannelli nel mezzo<br />
della piazza, altri al piè del David di Michelangelo.<br />
ntanto tutti si indirizzarono alla volta del uoo l<br />
in mezzo, in bella tenuta procedeva la Magistratura<br />
nell’antico Costume repubblicano recentemente ripreso.<br />
erinato il divino uzio tutti uscivano dal tepio e<br />
per via Calzaioli, per Vacchereccia e via Guicciardini<br />
andavano alla piazza Pitti per porgere al Principe<br />
i dovuti ringraziamenti. Da lì dopo, di nuovo per via<br />
Maggio, per S. Trinita e S. Gaetano: alla sera tutti i<br />
drappelli salutandosi si separarono. Poi la pubblica gioia<br />
si manifestava nuovamente coll’illuminazione notturna<br />
della città 2 .<br />
u iovanni a dissuadere il figlio dalla vocazione<br />
per gli studi letterari, iniziandolo alla pittura<br />
2 “L’Alba”, Firenze, giovedì 17 febbraio.<br />
attraverso il disegno all’aria aperta e la copia dei<br />
maestri fiamminghi del Seicento, prendendolo<br />
a studio dal 18<br />
Legato alla visione romantica, pittoresca e<br />
settecentesca, suggestionata dal vedutismo di<br />
Giuseppe Zocchi, dal paesaggismo di Bezzuoli<br />
<br />
e con rimandi alle atmosfere fredde nordeuropee<br />
sull’esempio dei Markò, Giovanni era dotato<br />
di una spiccata sensibilità per l’analisi ottica<br />
degli spazi aperti, disponendo altresì di una<br />
considerevole abilità tecnica, caratteristiche tali<br />
da costituire, per all'ora, il miglior esempio e un<br />
eccellente oggetto di riflessione e stimolo per<br />
le aspirazioni del giovane, talentuosissimo figlio<br />
n effetti, nel volgere di qualche lustro, le<br />
prospettive coniche a cannocchiale rovesciato<br />
- aperte sui lati del piano di proiezione<br />
orizzontale, chiuse perpendicolarmente, a<br />
formare come delle sponde esterne, fortemente<br />
incuneate nella perfetta convergenza delle assi<br />
trasversali verso il punto di fuga - costituiranno<br />
l’intelaiatura tipica del paesaggismo cittadino di<br />
Telemaco, sviluppatosi proprio quale mutazione<br />
generazionale dei principi geometrico-analitici<br />
apllicati da Giovanni.<br />
Lo stile del padre rappresentava la tarda<br />
testimonianza, ovvero il trascinamento, di quella<br />
tradizione paesaggistica erede del vedutismo<br />
settecentesco, poi confluita nel Romanticismo,<br />
carica di significati retorici, giunta fino a oltre<br />
metà Ottocento e a quell’epoca incapace<br />
di quelle fondamentali trasformazioni che<br />
competeranno invece alla generazione di<br />
Telemaco e dei Macchiaioli.<br />
i pare più persistente di altre linfluenza su<br />
Giovanni delle atmosfere terse di Giuseppe<br />
3 cfr. R. Monti, op. cit. 1989, p. 67<br />
1.<br />
Giovanni Signorini<br />
fuochi d’artificio sul<br />
Ponte Alla Carraia per la<br />
festa di S. Giovanni, 1843<br />
Galleria d’Arte Moderna<br />
di Palazzo Pitti, Firenze<br />
2.<br />
Telemaco Signorini<br />
l onte della azienza<br />
a Venezia, 1856-’57<br />
Collezione privata<br />
3.<br />
Telemaco Signorini<br />
L’artiglieria toscana a<br />
L’artiglieria toscana a<br />
Montechiaro salutata dai<br />
francesi feriti a Solforino,<br />
1860<br />
Collezione privata<br />
4.<br />
Telemaco Signorini<br />
l uartiere degli sraeliti<br />
l uartiere degli sraeliti<br />
a Venezia, 1860-’61<br />
a Venezia, 1860-’61<br />
Collezione privata<br />
“Questa è un’anteprima. Acquista la versione integrale del catalogo.<br />
occhi che, specie nei panorami fluviali<br />
dell’Arno e del Tevere, risentiva a sua volta<br />
del vedutismo veneto, delle acque immote<br />
di Canaletto e dei cieli inquieti di Guardi.<br />
occhi fu a tutti gli effetti il capostipite del<br />
genere vedutistico in Toscana, protrattosi dal<br />
Settecento fino alla met dellttocento el<br />
1 fu pulicata la sua serie di vedute di<br />
Firenze e delle 50 ville granducali e dei luoghi<br />
limitrofi<br />
Circa un secolo dopo, Giovanni Signorini<br />
avvertiva i mutamenti estetici portati a quel<br />
tipo di vedute proprio in ambito toscano -<br />
dalla rigenerazione e ammodernamento del<br />
bozzetto e del quadro di storia - dalle esperienze<br />
naturaliste della cosiddetta Scuola di Staggia,<br />
e poteva verificare quanto avveniva oltralpe<br />
attraverso l’aggiornatissima collezione di pittura<br />
contemporanea francese del principe Anatolio<br />
emidoff, aperta al pulico nella villa di<br />
San Donato, con la quale Giovanni vantava<br />
dimestichezza, avendovi affrescato intorno<br />
al 18 il sotto della camera cosiddetta<br />
di reuze nfine, dieci anni più tardi, pot<br />
assistere alle prorompenti novità oggetto della<br />
restaurazione macchiaiola, della quale il figlio<br />
Telemaco fu fra i fautori principali.<br />
Nella sua guisa più tipica, la pittura di Giovanni<br />
ricercava gli effetti pittoreschi del tramonto o<br />
dell’alba, rapportandosi con la realtà soltanto<br />
per trarne spunto e restituire verosimiglianza<br />
alle scene ambientate nel paesaggio cittadino,<br />
per lo più già antecedentemente immaginate<br />
e progettate nella loro configurazione scenico<br />
teatrale, che tuttavia necessitavano di un<br />
riscontro visivo sul campo, attuato sul versante<br />
dei rapporti prospettici e sullo studio e la<br />
riproduzione delle architetture e delle variegate<br />
e imprevedibili forme della natura.<br />
Gli ammodernamenti stilistici e luministici in<br />
principal modo furono adottati proprio sulla<br />
scorta delle esperienze maturate dalla Scuola<br />
di Staggia e, in quadri come Veduta dell’Arno da<br />
Ponte alla Carraia del 18 o<br />
Piazza Santa Croce<br />
a Firenze, , eseguito intorno al 1850, si avvertono<br />
infatti una luce più vivida e limpida e soprattutto<br />
contrapposizioni chiaroscurali nettissime,<br />
tracciate sulle facciate delle case, così come le<br />
tonalità dei cieli risultano più brillanti e marcate,<br />
riflettendo puntualmente lora meridiana<br />
Lo scorrere diretto del fascio luminoso solare<br />
sui piani prospettici, plananti verso l’orizzonte,<br />
rischiarando, o meglio, chiarendo l’aspetto<br />
di ciò che nei coni d’ombra appariva come<br />
semplici sagome, come fogliami o figurette<br />
approssimative, lo obbligò alla trascrizione<br />
oggettiva e capillare dei rapporti luministici,<br />
fin qui diluiti o taciuti in provvidenziali secche<br />
descrittive, formate da vaste zone di penombra<br />
o cupe ombrosità.<br />
Un problema questo rimasto a ben vedere per lo<br />
più irrisolto, protraendo nel tempo una sintassi<br />
sovente irrigidita dallinsuciente capacit<br />
di puntualizzazione analitica del disegno e<br />
dei rapporti fra luce e ombra, che del resto<br />
non fu recuperata nemmeno nei suoi modelli<br />
anatomici, appunto fortemente massimizzati.<br />
L’impaginazione vedutistica di Signorini<br />
padre, alla maniera di un a o di un ossoli<br />
in tono certamente minore, si basava sulla<br />
rappresentazione narrativa di episodi di vita<br />
vissuta, sebbene la complessità architettonica<br />
del paesaggio urbano prevalesse sulla presenza<br />
umana, sovente demandata ai secondi e terzi<br />
piani, fino a sfumare indistintamente verso il<br />
punto di fuga.<br />
os nel ciclo delle feste fiorentine, dove vere<br />
e proprie folle transitano fuori fuoco sopra il
12 13<br />
5 6<br />
7<br />
8<br />
paesaggio, come se queste figure o queste masse<br />
festanti, funzionali ad arricchire e plaudire<br />
le bellezze architettoniche e naturali, fossero<br />
calate avanti e indietro sul binario prospettico<br />
a piacimento dell’artista a saturazione o<br />
decorazione dello spazio.<br />
ueste figure semplici, al limite del naif,<br />
evidenziano le modeste conoscenze anatomiche<br />
e morfologiche di Giovanni, i cui limiti sono<br />
ben avvertiti anche nella resa del fogliame degli<br />
alberi o dei terreni.<br />
In un ideale passaggio di consegne avvenuto sul<br />
filo dello stesso discorso stilistico, fra la fine degli<br />
anni e i primi anni , elemaco affront<br />
e risolse brillantemente la questione, avvertita<br />
come il principale limite della cifra paterna;<br />
ne sono un caso emblematico gli straordinari<br />
e modernissimi quadri di vita militare, nei<br />
quali l’artista caratterizzò le anatomie umane e<br />
animali a tal punto da portarle al limite della<br />
trasfigurazione surreale<br />
Risultando impossiile effettuare un puntuale<br />
ritratto della moltitudine di figure e figurette<br />
che non potevano essere messe in posa, ma che<br />
affollavano convulsamente le strade cittadine,<br />
Signorini ricorse alla rappresentazione di<br />
silhouette e fisionomie frutto della propria<br />
immaginazione. La perfetta tenuta formale di<br />
queste sagome umane e animali di invenzione,<br />
eppure tratte dal vero, era garantita dalla<br />
rapida ma puntuale fotografia delle masse<br />
chiaroscurali, traslate sulla scorta di un impianto<br />
luministico nettamente suddiviso fra zone in<br />
luce e in ombra e liberamente ipergeometrico.<br />
Questi personaggi richiamano le espressioni<br />
naturali, seppur in un’abbreviazione e riduzione<br />
delle sembianze, caratterizzate da quel fraseggio<br />
bozzettistico, adottato con lo stesso tenore su<br />
tutta la superficie pittorica, che costitu la novit<br />
più importante nel lungo processo di sviluppo e<br />
ammodernamento del genere vedutistico.<br />
Un salto generazionale si era reso quindi<br />
necessario per Telemaco, che aveva dimostrato<br />
di possedere una personalit rillante fin dal<br />
18, dai tempi delle frequentazioni del aff<br />
dell’Onore con Borrani e Cabianca. Con loro<br />
Signorini condivideva l’urgenza di studiare<br />
sui motivi dal vero, dipingendo e soprattutto<br />
disegnando nelle campagne intorno a Firenze,<br />
sperimentando e coniando i tipi stilistici per la<br />
realizzazione di un nuovo linguaggio espressivo<br />
più consonante con la spinta positivista profusa<br />
dai moti risorgimentali e dalla trasformazione<br />
sociale e politica che richiamava alla verità e<br />
all’oggettività quali principi fondanti dell’etica<br />
dell’uomo ottocentesco.<br />
La pittura storica fu il suo primo banco di<br />
prova, cimentandovisi almeno fra il 18 e il<br />
1855 con quadri come<br />
Fermati Abacucco, Vitellozzo<br />
e livierotto fatti assassinare dal alentino, puritani al<br />
castello di Tillieetludem, o L’invenzione della stampa.<br />
el solco del Romanticismo storico fiorentino il<br />
cui massimo esponente fu Giuseppe Bezzuoli, e<br />
del resto anche della sintassi narrativa paterna,<br />
i personaggi recuperati dalla storia, dalla<br />
letteratura o comunque dal repertorio romantico<br />
retorico erano raccolti intorno all’episodio<br />
centrale avvalorandone l’importanza attraverso<br />
la loro partecipata presenza.<br />
elemaco acquisiva dunque confidenza con il<br />
quadro ma, soprattutto, con il bozzetto storico<br />
letterario, traendo profitto da una sorta di<br />
ritmo pittorico che andava via via definendosi<br />
e che chiameremo grafico, impresso alla<br />
brava” quale impronta costruttivista del colore,<br />
steso alla prima, imprimendo pennellate<br />
5.<br />
aaello ernesi<br />
Marina a Castiglioncello<br />
Collezione privata<br />
6.<br />
Silvestro Lega<br />
l indolo, <br />
Galleria Nazionale d’Arte<br />
Moderna, Roma<br />
7.<br />
Giuseppe De Nittis<br />
La traversata dell’Appennino,<br />
1867<br />
Museo di Capodimonte, Napoli<br />
8.<br />
Giovanni Boldini<br />
La Grande Rue à Combs la<br />
Ville, 1873<br />
Museum of Art, Philadelphia<br />
“Questa è un’anteprima. Acquista la versione integrale del catalogo.<br />
sicurissime. Telemaco tesseva trame pittoriche<br />
costituite da rapidi e densi tocchi cromatici<br />
capaci di suggerire forme esattissime senza<br />
soffermarsi sulla puntualizzazione del dettaglio,<br />
predisponendosi così a cogliere con piglio<br />
spontaneo il senso formale dei contorni, dei<br />
profili e dei volumi, proiettando sulla tela<br />
sovrapposizioni prospettiche di sagome solo<br />
apparentemente incompiute e al contempo<br />
fortemente strutturate e palpitanti di vita.<br />
In un articolo scritto molti anni dopo per il<br />
Gazzettino delle Arti del Disegno, Telemaco<br />
asseriva che nel 1856 alcuni giovani pittori,<br />
i cosiddetti Macchiaioli, cominciarono a<br />
ritrovarsi fra le mura del aff ichelangelo,<br />
pronti a dar vita a un vero e proprio movimento<br />
artistico:<br />
Dopo la rivoluzione del ’48, l’insegnamento accademico<br />
si scisse e tolte poche individualità e presero a studiare<br />
e produrre sotto particolari professori e maestri, un<br />
nuero non indierente di giovani si eancip aatto<br />
da qualunque insegnamento accademico, e preso a solo<br />
maestro la natura […] iniziarono fra noi quella lotta<br />
che per 15 anni fu combattuta […]. Ed in forza di ciò<br />
non potendo quei giovani dare all’indomani i frutti della<br />
loro emancipazione sentirono la necessità di vedersi, di<br />
conoscersi, di riunirsi e […] poco dopo la restaurazione<br />
del passato governo, dato a un a di ia arga, ora<br />
avour, il noe di a ichelangelo, ed in una stanza<br />
appartata appositamente scelta e dipinta tutta da loro,<br />
prese piede, attirarono a sé quasi tutti gli elementi artistici<br />
che erano allora in Firenze<br />
.<br />
asceva cos la macchia, con le sue filosofie e i<br />
suoi protagonisti aggregatisi via via nel tempo,<br />
fra i quali ricordiamo, ognuno con le proprie<br />
peculiari specificit iuseppe ati, incenzo<br />
Cabianca, Adriano Cecioni, Cristiano Banti,<br />
4 T. Signorini, l a ichelangiolo, in “Gazzettino delle Arti<br />
del Disegno”, Firenze, n. 19, 25 maggio 1867, pp. 150-151.<br />
Luigi Bechi, Giovanni Boldini, Odoardo<br />
orrani, ito ncona, Serafino e ivoli,<br />
iovanni attori, Silvestro Lega, Raffaello<br />
Sernesi e, naturalmente, lo stesso Signorini.<br />
Le discussioni avvenute al aff e la sua storia <br />
ormai sucientemente sviscerata in moltissime<br />
occasioni anche da chi scrive e sulla quale non ci<br />
soffermeremo se non per cenni vertevano sulla<br />
possibilità di rinnovare radicalmente l’impianto<br />
luministico delle immagini, accrescendone<br />
la forza visiva, rendendola più impattante ed<br />
emozionale, sia attraverso la semplificazione<br />
del risvolto narrativo e iconografico, sovente<br />
ridotto in una ristretta e ravvicinata angolatura,<br />
sia per mezzo della sintesi lessicale che privava<br />
la pittura di qualsiasi dettaglio descrittivo ed<br />
effetto accessorio, come riconducendola a uno<br />
stato compositivo primitivo.<br />
La chiave di volta di questo complesso processo<br />
di modernizzazione risiede in un nuovo e<br />
inedito impianto luministico, la macchia,<br />
ove la rappresentazione dei volumi dei corpi,<br />
qualunque essi siano, è ripartita fra distinte<br />
zone di luce e di ombra, presupponendo che<br />
in natura ogni massa esposta a fonti luminose<br />
generi due aree di luminosità contrapposte,<br />
perfettamente distinte fra loro.<br />
I quadri di Signorini godettero di vere e proprie<br />
inondazioni di luce che, specialmente dalla<br />
fine degli anni e fino ai soggiorni elani<br />
dell’ultimo decennio del secolo, furono un<br />
continuo deflagrare, dando vita a quel fraseggio<br />
sicurissimo di ombre e luci, talvolta abbacinanti<br />
come lo sono nei quadri dei viaggi a La Spezia<br />
o di Castiglioncello.<br />
Le prime opere pervenuteci di questa fase iniziale<br />
dell’attività signoriniana risalgono al 1856, ossia<br />
al soggiorno veneziano compiuto in compagnia<br />
dell’amico D’Ancona. Un itinerario ricco di<br />
esperienze e foriero di nuove conoscenze, come<br />
quella con Abbati, ma soprattutto noto alle
,<br />
14 15<br />
9 10 11 12<br />
13 14<br />
cronache storiche per i dipinti, La casa di Carlo<br />
Goldoni in Venezia e Ponte delle Pazienze a Venezia,<br />
respinti dalla promotrice fiorentina dellanno<br />
successivo «per eccesso di vigore nell’impiego<br />
del chiaroscuro».<br />
Mentre D’Ancona attuò una profonda<br />
riflessione sulla pittura veneta antica,<br />
copiosamente presente nelle chiese e nei musei<br />
della città, Telemaco proseguiva i propri studi<br />
sul vero, non curandosi delle pittoresche e<br />
meravigliose ampiezze prospettiche offerte dal<br />
bacino lagunare che tanto sedussero il padre<br />
iovanni, ragurate per tutto il Settecento fino<br />
alla fine dellttocento<br />
Lì, in contiguità con Enrico Gamba e Frederic<br />
Leighton, promulgatori della filosofia rusiniana<br />
sullo studio delle architetture medievali quale<br />
rievocazione storica dell’arte moderna,<br />
5 della<br />
città sospesa fra mare e cielo il pittore colse gli<br />
aspetti meno spettacolari, recuperandone la<br />
dimensione di intimità, ricercata nella quiete<br />
delle calle strettissime dove lingue di luce<br />
taglienti fendono perpendicolarmente la cupa<br />
ombrosità.<br />
Prendendo le distanze dalle inquadrature<br />
prospettiche allontanate utilizzate dal padre,<br />
come quella de fuochi d’artificio sul onte alla<br />
Carraia per la festa di San Giovanni o del già citato<br />
Veduta dell’Arno da ponte alla Carraia, Telemaco<br />
elaborò il suo personale impianto compositivo,<br />
utilizzando prospettive chiuse sui lati, in questo<br />
periodo veneziano specialmente di estensione<br />
verticale, che in nuce rappresentavano già<br />
l’archetipo di tutta la sua successiva pittura di<br />
paesaggio. In seguito fu riadattato a visuali più<br />
5 cfr istone, op cit, 199, p <br />
ampie, sviluppate anche in panorami allungati<br />
parallelamente al filo dellorizzonte<br />
opo lulteriore soggiorno a enezia con il<br />
padre nel ’58 e poi a La Spezia nel ’59, anno<br />
della sua partecipazione come artigliere ai fatti<br />
bellici risorgimentali, sull’onda dell’entusiasmo<br />
patriottico, si dedicò al genere militare,<br />
tornando in Lomardia nel per verificare i<br />
luoghi e le ambientazioni di quegli episodi, per<br />
poi presentare una serie di dipinti sul tema alle<br />
esposizioni fiorentine del e 1<br />
Queste opere, fortemente caratterizzate anche<br />
nelle peculiarit disarmoniche delle figure e<br />
degli animali, evidenziano quel linguaggio<br />
specifico di radice realista che, ponendo quale<br />
presupposto l’esatta osservazione del vero, lo<br />
assoggetta ai propri tipi anatomici.<br />
Egli impresse, anche alle scene militari,<br />
talvolta ambientate nel paesaggio urbano, la<br />
forza espressiva del potente chiaroscuro della<br />
macchia, contenuto nella ferma disciplina<br />
del disegno, introducendovi al contempo<br />
fattezze, proporzioni, geometrie di colori<br />
compatti e sembianze umane sintetizzate e<br />
deformate, come se fossero gli elementi e i<br />
personaggi degenerati di un universo parallelo<br />
immaginario, il cui senso di profondo rigore è<br />
riscattato da una magistrale tenuta formale.<br />
Signorini, e per chiarire questo aspetto risulterà<br />
utilissimo il paragone con i volti allucinati<br />
dipinti contemporaneamente da Cecioni,<br />
avvertì l’urgenza di elaborare un linguaggio<br />
nuovo a trecentosessanta gradi, slegandosi<br />
anche dell’accezione vernacolare della<br />
trascrizione integralista naturalista evocata dai<br />
polemici scritti critici appunto di Cecioni, a cui<br />
nemmeno lui stesso faceva in effetti fede<br />
9.<br />
Telemaco Signorini<br />
Sobborgo di Porta Adriana a<br />
Ravenna, 1876<br />
Galleria Nazionale d’Arte<br />
Moderna, Roma<br />
10.<br />
Giuseppe De Nittis<br />
La signora col cane, 1878<br />
Civico Museo Revoltella, Trieste<br />
11.<br />
Telemaco Signorini<br />
l hetto a irenze, <br />
Galleria Nazionale d’Arte<br />
Moderna, Roma<br />
12.<br />
Telemaco Signorini<br />
etti a ioaggiore, ’<br />
Galleria d’Arte Moderna di<br />
Palazzo Pitti, Firenze<br />
13.<br />
Telemaco Signorini<br />
14.<br />
Telemaco Signorini<br />
Pittore che dipinge<br />
“Questa è un’anteprima. Acquista la versione integrale del catalogo.<br />
Attraverso precise norme sintattiche frutto<br />
della propria fantasia, l’artista ricercava<br />
un bello dissomigliante e, mi si passi<br />
l’aggettivo, antiestetico, quale parafrasi di una<br />
personalissima e modernissima filosofia estetica,<br />
nella quale il carattere psicologico prevale sulla<br />
piacevolezza e la ellezza come era stata fin l<br />
intesa, riconoscendosi nell’originalità dello stile.<br />
Una cifra stilistica tanto autoreferenziale da<br />
risultare al limite dell’allucinazione onirica,<br />
ruvida quel tanto che basta per mantenere una<br />
nota di drammatico realismo, seppur condotta<br />
in un’intonazione anche emotiva squillante,<br />
tendente ad alzare il registro dei limpidi<br />
rapporti cromatici verso altisonanti note acute,<br />
differenziandosi in questo anche dal repertorio<br />
cromatico, dai potenti toni bassi e marcati, di<br />
Fattori, saturo di tensioni malinconiche.<br />
Già in questi primi anni ’60, Signorini si<br />
attestava quale artista indipendente, araldo<br />
di grandi novità estetiche, attivo sul fronte del<br />
complessivo, strutturale ammodernamento<br />
del linguaggio espressivo contemporaneo e,<br />
ontologicamente, cimentandosi soltanto con<br />
motivi conosciuti per esperienza diretta, vissuti<br />
profondamente sulla propria pelle.<br />
Tali considerazioni ci portano a situare<br />
questo ciclo pittorico dedicato agli episodi di<br />
belligeranza in stretta correlazione con le opere<br />
del 1 dipinte a La Spezia e enezia<br />
differenza di quelle eseguite nel , queste,<br />
come uartiere degli sraeliti a enezia, sono<br />
tradotte in preziose e fittissime trame pittoriche<br />
ridondanti di cromaticit, torridi effetti e<br />
riverberi luministici - nelle quali il grandioso e<br />
nettissimo impianto chiaroscurale costruttivista<br />
del quadro a sua volta percorso da superfici<br />
abbondantemente lavorate, macchiettate,<br />
in un continuo intervallarsi di minute tarsie<br />
luminescenti e di ombreggiature.<br />
A La Spezia, dove fu raggiunto da Banti e<br />
Cabianca, Telemaco arrivò ancora nell’estate<br />
del 1860, conducendovi alcune sperimentazioni<br />
sulla luce, aventi oggetto gli scorci di Lerici e le<br />
piccole contrade delle Cinque Terre, spiegando<br />
in quei quadri ancora una volta una luminosità<br />
diretta e piena fino a risultare totalizzante,<br />
registrandovi le tonalità del risplendente<br />
bagliore degli intensi cieli screziati riverberati<br />
nelle sottili strisce di mare appena visibili oltre i<br />
parapetti affacciati sulla costa<br />
Come già nel primo soggiorno a La Spezia del<br />
1858, Telemaco fu attratto dai variopinti abiti da<br />
ciociara che, sebbene non fossero caratteristici<br />
del luogo, costituivano un modello di vestizione<br />
largamente accolto in pittura per le colorazioni<br />
brillanti contrapposte al bianco fulgido della<br />
camicia e del copricapo.<br />
Nel 1861 il pittore compiva il suo primo viaggio<br />
a Parigi con Banti, accompagnato dalla moglie,<br />
e con Cabianca, passando prima per Torino per<br />
visitare l’Esposizione Universale e incontrare<br />
alcuni artisti piemontesi.<br />
Raggiunta Parigi, all’epoca vera Mecca dell’arte,<br />
Signorini si recò all’annuale esposizione della<br />
Società di Belle Arti al Boulevard des Italiens,<br />
ammirandovi le opere di Corot, Millet e<br />
Rousseau, e naturalmente al Salon, dove era<br />
esposta una ampia rappresentanza di pittura<br />
francese contemporanea.<br />
L’attenzione della piccola comitiva italiana –<br />
ma in città erano presenti anche Bechi, Costa,<br />
Gamba, Gordigiani, Mochi, Pastoris, Raymond<br />
e Ussi – fu soprattutto attratta dal quieto realismo<br />
sociale di Breton che, in coincidenza con quanto
“Questa è un’anteprima. Acquista la versione integrale del catalogo.<br />
383<br />
LE OPERE<br />
Catalogo Generale<br />
In questa sezione sono raccolte tutte le opere ritenute autentiche, cono-<br />
sciute direttamente, attraverso gli arcivi o la bibliografia, fino alla data di<br />
stampa del libro.<br />
ono stati esclusi dal catalogo i dipinti ritenuti non autografi.<br />
L’iscrizione [A] a fianco del titolo, a rierimento alle opere attribuite, ossia<br />
a quelle immagini di bassa qualità che non consentono una disamina stilistica<br />
esauriente o a dipinti di incerta paternità.<br />
ali valutazioni riflettono esclusivamente il parere personale dell’autore.
384 385<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
Cortile Medioevale, 1852-1854<br />
olio su tela, cm 30x40<br />
Provenienza:<br />
P. Signorini, Firenze; Collezione<br />
Cocci, Firenze; Collezione privata<br />
Esposizioni:<br />
Milano, 1928, n. 105; Milano,<br />
1986, n. 208<br />
Bibliografia:<br />
Vendita di una grande raccolta di<br />
pittura moderna. La Collezione Cocci di Firenze,<br />
Galleria Geri, Milano, 8-16 dicembre, Milano,<br />
1828, n. 105; Finarte Casa d’Aste, Milano,<br />
Dipinti del XIX secolo, Asta n. 552, 24-28<br />
maggio 1986, n. 208<br />
Interno del Bargello, 1852-1854<br />
olio su tela, cm 26x31<br />
Provenienza: Museo Topografico Firenze<br />
com’era, Firenze, Inv. Gasu, cat. P, n. 1970<br />
Esposizioni: Firenze, 2012, n. 30<br />
Bibliografia:<br />
P. Magi, Firenze di una volta nei<br />
dipinti, nei disegni e nelle incisioni del Museo di<br />
Firenze com’era, Firenze, 1973, p. 80 tav. a colori<br />
(Anonimo, Interno del Bargello con la tettoia<br />
che sovrasta la scala); D. Durbè, C. Folcini, La<br />
Firenze dei Macchiaioli. Un mondo scomparso,<br />
Roma, 1985, pp. 198-199, n. 58; Firenze negli<br />
occhi dell’artista. Da Telemaco Signorini a<br />
Ottone Rosai, catalogo della mostra a cura di<br />
S. Condemi, Firenze, 17 luglio-28 ottobre 2012,<br />
Firenze, 2012, n. 30 (Cortile del Bargello con la<br />
tettoia abbattuta nel 1837)<br />
Antico soggetto storico,<br />
Oliverotto e Vitellozzo, 1852-1854<br />
olio su tela, cm 57x44<br />
Provenienza:<br />
P. Signorini, Firenze; Galleria<br />
d’Arte S. A., Firenze; Collezione privata<br />
Esposizioni: Milano, 1930, n. 117; Firenze,<br />
1935, n. 193<br />
Bibliografia: U. Ojetti, Telemaco Signorini,<br />
Milano - Roma, 1930, n. 117, tav. LIX (Antico<br />
soggetto storico); Grande vendita all’Asta di una<br />
importante raccolta di arte dell’Ottocento e<br />
contemporanea, Galleria d’Arte S. A., Firenze,<br />
9-16 giugno 1935, Firenze, 1935, n. 193 (Soggetto<br />
storico); Telemaco Signorini, Milano, 1942, p.<br />
39 ill.<br />
I Puritani (studio), 1854 c.<br />
olio su cartone, cm 23x31<br />
Provenienza: P. Signorini, Firenze;<br />
Collezione privata<br />
Esposizioni: Milano, 1930, n. 115<br />
Bibliografia: U. Ojetti, Telemaco Signorini,<br />
Milano - Roma, 1930, n. 115, tav. XIV;<br />
Telemaco Signorini, Milano, 1942, p. 48 ill.;<br />
Telemaco Signorini 1835-1901. Le ricerche degli<br />
anni giovanili e la Firenze scomparsa attraverso<br />
quattro capolavori ritrovati, catalogo della<br />
mostra di Milano, Galleria Enrico, Milano,<br />
2002, p. 11 cit, p. 52, nota 3<br />
La preghiera, 1854-1855<br />
olio su cartone applicato su tavoletta, cm 14x22<br />
Provenienza: P. Signorini, Firenze<br />
Esposizioni:<br />
Milano, 1930, n. 175; Milano,<br />
1991, n. 13<br />
Bibliografia:<br />
E. Somarè, Signorini, Milano,<br />
1926, tav. 1 (1854); U. Ojetti, Telemaco<br />
Signorini, Milano - Roma, 1930, n. 175, tav.<br />
XIV; Telemaco Signorini, Milano, 1942, p.<br />
102 ill.; M. Biancale, Arte Italiana, Ottocento<br />
e Novecento, Roma, 1961, p. 224; Finarte,<br />
casa d’Aste, Dipinti del XIX secolo, Milano,<br />
8-12 marzo 1991, n. 13; S. Bietoletti, Il quadro<br />
di genere come avvio alla moderna pitture di<br />
storia in Toscana in: La pittura di Storia in Italia<br />
1875-1870. Ricerche, quesiti, proposte. Atti delle<br />
giornate di studio a cura di G. Capitelli, Milano,<br />
2008, p. 240; Telemaco Signorini e la pittura in<br />
Europa, catalogo della mostra di Padova, Palazzo<br />
Zabarella 19 settembre-31 gennaio 2010, a cura<br />
di G. Matteucci, Venezia, 2009, p. 79 cit. (1856).<br />
Interno di cucina, 1854-1855<br />
olio su tela, cm 32,5x43<br />
Provenienza: Collezione privata<br />
Esposizioni: Prato, 1996; Firenze, 1999, n. 64<br />
Bibliografia: Farsetti Arte, Prato, Artisti<br />
toscani, Dipinti dell’800, asta n. 68 II, 9<br />
novembre 1996; Pandolfini Casa d’Aste, Firenze,<br />
Opere dell’800-900 e Contemporanee, Dipinti e<br />
Arredi Antichi, Argenti, Gioielli e Orologi, 10-13<br />
maggio 1999, n. 64<br />
“Questa è un’anteprima. Acquista la versione integrale del catalogo.
386 387<br />
7<br />
8<br />
9<br />
10<br />
11<br />
12<br />
I Puritani “Fermati Abacucco”, 1855 c.<br />
olio su tela, cm 66x90<br />
Soggetto storico letterario, 1853-1854<br />
olio, cm 42x32<br />
Donna in costume, 1855 c.<br />
olio, cm 28x21<br />
Guerriero, 1855 c.<br />
olio, cm 27x15<br />
Duomo di Firenze (interno), 1856-1857<br />
olio, cm 25x31<br />
Chiesa dei Frari, 1856-1857<br />
olio su cartoncino applicato su cartone, cm 29x24,5<br />
Provenienza: P. Signorini, Firenze;<br />
Collezione privata<br />
Esposizioni:<br />
Firenze, 1855, n. 14; Milano,<br />
1930, n. 238<br />
Bibliografia:<br />
Catalogo delle opere ammesse<br />
nelle sale della Società delle Belle Arti in<br />
Firenze per la solenne Esposizione dell’anno<br />
1855 - undicesimo della Società, Firenze, 1855,<br />
n. 14 (Fermati Abacucco; odo uno strepito…<br />
‘Walter Scott, I Puritani’); E. Somarè, Signorini,<br />
Milano, 1926, tav. 2 (Episodio dal romanzo<br />
I Puritani di Walter Scott, 1855); U. Ojetti,<br />
Telemaco Signorini, Milano - Roma, 1930, n.<br />
283, tav. CXXIV (I puritani. Fermati Abacuno);<br />
M. Giardelli, I Macchiaioli e la loro epoca,<br />
Milano, 1958, p. 24 cit.; Vitalità dei Macchiaioli<br />
nel centenario della nascita. La grande stagione<br />
di una nostra scuola pittorica, in “Arte e cultura”,<br />
1967, n. 1, p. 126 cit. (Fermati Abacucco); N.<br />
Broude, The Macchiaioli Italian Painters of the<br />
Nineteenth Century, New-Haven-London, 1987,<br />
p. 51, n. 49; Telemaco Signorini 1835-1901.<br />
Le ricerche degli anni giovanili e la Firenze<br />
scomparsa attraverso quattro capolavori ritrovati,<br />
catalogo della mostra di Milano, Galleria Enrico,<br />
Milano, 2002, p. 11 cit., p. 52, nota 3<br />
Provenienza: P. Signorini, Firenze; Collezione<br />
privata<br />
Esposizioni: Milano, 1930, n. 156<br />
Bibliografia:<br />
U. Ojetti, Telemaco Signorini,<br />
Milano - Roma, 1930, n. 156, tav. CXXIV<br />
Provenienza: P. Signorini, Firenze; Collezione<br />
G. Noferini, Milano; Collezione privata<br />
Esposizioni:<br />
Milano, 1930, n. 210; Milano,<br />
1934, n. 48<br />
Bibliografia:<br />
U. Ojetti, Telemaco Signorini,<br />
Milano - Roma, 1930, n. 210, tav. XLIII;<br />
Raccolta Noferini, Galleria Pesaro, Milano,<br />
1934, n. 48, tav. XVI, (m 0,21x0,27); Telemaco<br />
Signorini, Milano, 1942, p. 84 ill.<br />
Provenienza:<br />
P. Signorini, Firenze; Collezione<br />
Nanni, Roma<br />
Esposizioni: Milano, 1930, n. 216<br />
Bibliografia: U. Ojetti, Telemaco Signorini,<br />
Milano - Roma, 1930, n. 216, tav. XXXV<br />
“Questa è un’anteprima. Acquista la versione integrale del catalogo.<br />
Provenienza: P. Signorini, Firenze; Collezione<br />
privata<br />
Esposizioni: Milano, 1930, n. 281; Firenze,<br />
1930, n. 200<br />
Bibliografia: U. Ojetti, Telemaco Signorini,<br />
Milano - Roma, 1930, n. 281, tav. XCV;<br />
Raccolta di opere di Pittura dell’Ottocento e<br />
Contemporanea, Galleria d’Arte Cavalensi e<br />
Botti, Firenze, 22-24 febbraio 1930, Firenze,<br />
n. 200<br />
Provenienza: Collezione privata<br />
Esposizioni: Milano, 1930, n. 52; Milano,<br />
1997, n. 61; Milano, 1998, n. 67<br />
Bibliografia: Catalogo delle opere di pittori,<br />
Signorini, Fattori, Lega, Boldini etc. che saranno<br />
vendute all’asta nei giorni 2, 3, 4, aprile, Galleria<br />
Geri, Catalogo CXLIII, Milano, 1930, n. 52:<br />
Finarte Casa d’Aste, Milano, Dipinti del XIX<br />
secolo, Asta n. 1021, 24-27 ottobre 1997, n. 61 (L’<br />
antica chiesa di San Rocco a Venezia); Finarte<br />
Casa d’Aste, Milano, Dipinti del XIX secolo,<br />
Asta n. 1042, 5-8 giugno 1998, n. 67 (L’antica<br />
chiesa di San Rocco a Venezia)
388 389<br />
13<br />
14<br />
15<br />
16<br />
17<br />
18<br />
Canale a Venezia, 1856-1857<br />
olio, cm 32x24<br />
Provenienza: P. Signorini, Firenze;<br />
Collezione privata<br />
Esposizioni:<br />
Milano, 1930, n. 269<br />
Bibliografia: U. Ojetti, Telemaco Signorini,<br />
Milano - Roma, 1930, n. 269, tav. LXVIII;<br />
Telemaco Signorini, Milano, 1942, p. 22 ill.<br />
Chiesa su un canale a Venezia<br />
(Abside della Chiesa dei Santi Giovanni<br />
e Paolo), 1856-1857<br />
olio su tela, cm 34x23<br />
Provenienza:<br />
P. Signorini, Firenze; Galleria<br />
d’Arte Firenze, Firenze; Collezione privata<br />
Esposizioni:<br />
Milano, 1930, n. 188; Firenze,<br />
1942, n. 79<br />
Bibliografia: U. Ojetti, Telemaco Signorini,<br />
Milano - Roma, 1930, n. 188, tav. LXXX;<br />
Raccolta d’Arte Artisti Italiani dell’800,<br />
Galleria d’Arte Firenze, Firenze, 3-14 gennaio<br />
1942, prefazione di V. d’Aste, Firenze, 1942,<br />
n 9, non ripr; palletti, li anni del Ca<br />
Michelangelo, Roma, 1985, p. 130, n. 104 e p.<br />
255 (Il Ponte della Pazienza, 1856)<br />
Canale veneziano o calle veneziana,<br />
1856-1857<br />
olio su tela, cm 34x24<br />
Dedicato in basso a sinistra: All’amico Borrani, T<br />
Signorini<br />
Provenienza:<br />
Collezione G. F., Milano;<br />
Galleria d’Arte Firenze, Firenze; Collezione<br />
privata, Roma; Collezione privata, Montecatini<br />
T.<br />
Esposizioni: Firenze, 1941, n. 110; Firenze,<br />
1942, n. 143; Montecatini T., 1987, n. 2; Prato,<br />
1994, n. 394<br />
Bibliografia: Catalogo della vendita all’asta<br />
della collezione G. F., Milano, giugno 1932,<br />
Milano 1932, n. 9; Raccolta d’Arte Artisti Italiani<br />
dell’800, Galleria d’Arte Firenze, Firenze, 3-14<br />
gennaio 1942, prefazione di V. d’Aste, Firenze,<br />
1942, n. 143, tav. 20 (Calle veneziana); G. L.<br />
Marini, Catalogo ola della pittura italiana<br />
dell’800, n. 9, Torino, 1981, p. 201 (Venezia);<br />
Telemaco Signorini 1835-1901, Montecatini T.<br />
11 luglio-11 ottobre 1987, Firenze, 1987, p. 139, n.<br />
2; Farsetti Arte, Prato, Dipinti dell’Ottocento, 26<br />
novembre 1994, n. 394 (Venezia, cm 34x23,5)<br />
Il Ponte di Rialto, 1856-1857<br />
olio su tela, cm 32x24<br />
Provenienza: P. Signorini, Firenze;<br />
Collezione privata<br />
Esposizioni:<br />
Milano, 1930, n. 322<br />
Bibliografia: A. J. Rusconi, La mostra di<br />
Telemaco Signorini, in “Emporium”, gennaio<br />
1927, vol. LXV, n. 385, p. 4; U. Ojetti, Telemaco<br />
Signorini, Milano - Roma, 1930, n. 322, tav. LXII<br />
(32x25); G. , G. Pischel, Pittura europea dell’800,<br />
Milano, 1945, p. 374 cit.; L’Arte Moderna dal<br />
Neoclassicismo agli ultimi anni, Milano, 1968, p.<br />
65 cit.<br />
Una chiesa a Venezia, 1856-1857<br />
olio, cm 33x24<br />
Provenienza: P. Signorini, Firenze; Galleria<br />
d’Arte Cavalensi e Botti, Firenze; Collezione<br />
privata<br />
Esposizioni: Milano, 1930, n. 59; Firenze,<br />
1930, n. 203<br />
Bibliografia:<br />
U. Ojetti, Telemaco Signorini,<br />
Milano - Roma, 1930, n. 59, tav LXIII;<br />
Raccolta di opere di Pittura dell’Ottocento e<br />
contemporanea, Galleria d’Arte Cavalensi e<br />
Botti, 22-24 febbraio, Firenze, 1930, n. 203<br />
Rudere a La Spezia, 1856-1857<br />
olio su cartone, cm 24,5x24,5<br />
Provenienza: Collezione G. Facetti, Viareggio;<br />
S. Zetti, Firenze; R. Tassi, Firenze; Collezione<br />
privata<br />
Esposizioni: Firenze, 1962, tav. XI; Viareggio,<br />
1962; Prato, 2006, n. 1017<br />
Bibliografia: Una raccolta di dipinti dell’800<br />
e 900 italiano, Galleria Spinetti, Firenze, 24<br />
febbraio - 7 marzo 1962, Firenze, 1962, tav. XI;<br />
Una raccolta di dipinti dell’800 e 900 italiano,<br />
Galleria La Navicella, Viareggio, luglio 1962,<br />
Viareggio, 1962; Farsetti Arte, Prato, Asta di<br />
importanti arredi e dipinti antichi provenienti<br />
da due dimore toscane e da altre committenze<br />
private, 5-6 maggio 2006, n. 1017 (Ruderi alla<br />
Spezia)<br />
“Questa è un’anteprima. Acquista la versione integrale del catalogo.
390 391<br />
19<br />
20<br />
21<br />
22<br />
23<br />
24<br />
L’Artista, 1856-1858<br />
olio, cm 24x19<br />
Provenienza:<br />
P. Signorini, Firenze; Collezione<br />
Gherardi, Firenze<br />
Esposizioni:<br />
Milano, 1930, n. 324; Milano,<br />
1951<br />
Studio presso La Spezia (Fontana),<br />
1856-1858<br />
olio su cartone, cm 13x15<br />
Provenienza: Collezione Signorini, Firenze;<br />
Collezione L. Ambron, Firenze; Galleria d’Arte<br />
Moderna di Palazzo Pitti, Firenze, Giorn. 1543,<br />
Com. 1988 (1956)<br />
Paese della laguna, 1856- 1857<br />
olio su tela, cm 23,5x16<br />
Provenienza: P. Signorini, Firenze;<br />
Collezione privata<br />
Esposizioni:<br />
Firenze, 1926, n. 37; Milano,<br />
1930, n. 248<br />
Calle della Scuola a Venezia, 1856-1857<br />
olio su tela, cm 31x21<br />
Provenienza:<br />
P. Signorini, Firenze; Collezione<br />
Geri, Milano; Collezione privata<br />
Esposizioni:<br />
Milano, 1930, n. 236; Firenze,<br />
1931, n. 54; Padova, 2009, n. 17<br />
Cortile a Venezia, 1856-1857<br />
olio su tela applicata a cartone, cm 33x24<br />
Provenienza: P. Signorini, Firenze;<br />
Collezione privata<br />
Esposizioni: Firenze, 1926, n. 33; Milano,<br />
1930, n. 183<br />
Interno di Palazzo Veneziano, 1856-1857<br />
olio su cartone, cm 20x17<br />
Provenienza: P. Signorini, Firenze;<br />
Collezione privata<br />
Esposizioni:<br />
Milano, 1930, n. 122; Firenze,<br />
1997, n. 6<br />
Bibliografia:<br />
U. Ojetti, Telemaco Signorini,<br />
Milano - Roma, 1930, n. 324, tav. XXVI; I<br />
Macchiaioli toscani nella raccolta Gherardi<br />
di Firenze, Galleria Guglielmi, Milano 12-15<br />
novembre 1951, Milano, 1951<br />
Esposizioni: Milano, 1930, n. 136; Genova,<br />
2004<br />
Bibliografia: U. Ojetti, Telemaco Signorini,<br />
Milano - Roma, 1930, n. 136, tav. CIV;<br />
Telemaco Signorini, Milano, 1942, p. 99 ill.;<br />
N. Broude, The Macchiaioli Italian Painters of<br />
the Nineteenth Century, New-Haven-London,<br />
1987, p. 64, n. 64 (Fountain at La Spezia, July<br />
1860, cm 13x16); Viaggio dell’anima nel golfo<br />
dei poeti. Tra le Cinque Terre e Bocca di Magra,<br />
catalogo della mostra di Genova, Palazzo Ducale<br />
16 settembre-17 ottobre 2004, a cura di P.<br />
Spagiari, Genova, 2004, p. 12; La Galleria d’arte<br />
moderna di Palazzo Pitti. Storia e collezioni, a<br />
cura di C. Sisi, Milano, 2005, p. 204; C. Sisi, A.<br />
Salvadori, Galleria d’arte moderna di Palazzo<br />
Pitti, Catalogo generale, 2 voll. Livorno, 2008,<br />
p. 1711, n. 6374; La Collezione Ambron alla<br />
Galleria d’arte moderna di Firenze, a cura di D.<br />
Liscia Bemporad, G. Lambroni, Firenze, 2013,<br />
pp. 200-201, n. II.60<br />
Bibliografia:<br />
Onoranze a Telemaco Signorini,<br />
Mostra della opere della Reale Galleria<br />
dell’Accademia, Firenze, autunno 1926, Firenze,<br />
1926, n. 37; U. Ojetti, Telemaco Signorini,<br />
Milano - Roma, 1930, n. 248, tav. CV (cm<br />
25x16); A. J. Rusconi, La mostra di Telemaco<br />
Signorini, in “Emporium”, gennaio 1927, vol.<br />
LXV, p. 4; G.- G. Pischel, Pittura europea<br />
dell’800, Milano, 1945, p. 374 cit., (Paese nella<br />
laguna, già coll. P. Signorini); Il valore dei dipinti<br />
dell’Ottocento e del primo Novecento (Annuari<br />
di Economia dell’Arte), Torino, 2012-1023, ripr.<br />
p. 661 (olio su cartone, cm 25x16)<br />
Bibliografia:<br />
U. Ojetti, Telemaco Signorini,<br />
Milano - Roma, 1930, n. 236, tav. VI; Vendita<br />
all’asta di 400 opere di pittura dell’800 e<br />
contemporanea, Collezione Geri, Galleria<br />
d’Arte Moderna, Firenze aprile 1931, Milano,<br />
1931, n. 54 ill; Il valore dei dipinti dell’Ottocento<br />
e del primo Novecento, 2003-2004, (Annuari di<br />
Economia dell’Arte), Torino, 2003, tav. a colori;<br />
Telemaco Signorini e la pittura in Europa,<br />
catalogo della mostra di Padova, Palazzo<br />
Zabarella 19 settembre-31 gennaio 2010, AA.<br />
VV., Venezia, 2009, p. 82, n. 17 e p. 222, n. 17<br />
“Questa è un’anteprima. Acquista la versione integrale del catalogo.<br />
Bibliografia: Onoranze a Telemaco Signorini,<br />
Mostra della opere della Reale Galleria<br />
dell’Accademia, Firenze, autunno 1926, Firenze,<br />
1926, n. 33 (Studio 1856, cm 31,5x22); U. Ojetti,<br />
Telemaco Signorini, Milano - Roma, 1930, n.<br />
183, tav. LIX; Telemaco Signorini, Milano, 1942,<br />
p. 22 ill.<br />
Bibliografia:<br />
U. Ojetti, Telemaco Signorini,<br />
Milano - Roma, 1930, n. 122, tav. LXIX;<br />
Telemaco Signorini. Una retrospettiva,<br />
catalogo della mostra di Firenze, Palazzo Pitti 8<br />
febbraio-27 aprile 1997, AA. VV., Firenze, 1997,<br />
p. 36, n. 6
392 393<br />
25<br />
26<br />
27<br />
28<br />
29<br />
Studio di macchia, 1856-1857<br />
olio su cartone, cm 17,2x23,4<br />
Provenienza: P. Signorini, Firenze;<br />
Collezione privata<br />
Esposizioni:<br />
Milano, 1930, n. 32; Roma, 2000,<br />
n. 4<br />
Bibliografia:<br />
U. Ojetti, Telemaco Signorini,<br />
Milano - Roma, 1930, n. 32, tav. CIII; Telemaco<br />
Signorini, Milano, 1942, p. 28 ill.; I Macchiaioli.<br />
rigine e aermazione della Maccia 16<br />
1870, catalogo della mostra di Roma, Museo del<br />
Corso 16 maggio- 24 settembre 2000, a cura di<br />
A. Marabottini, Roma, 2000, p. 52, n. 4<br />
Paese, 1856-1857<br />
olio su tela, cm 26x16<br />
Provenienza: Raccolta P. Signorini, Firenze;<br />
Collezione L. Ambron, Firenze; Galleria d’Arte<br />
Moderna di Palazzo Pitti, Firenze, Giorn. 1144,<br />
Com. 675 (1947), deposito<br />
Esposizioni: Milano, 1930, n. 115; Roma,<br />
2002<br />
Bibliografia: U. Ojetti, Telemaco Signorini,<br />
Milano - Roma, 1930, n. 351, tav. CXI<br />
(Studio di verde a Settignano, cm 28x17);<br />
Telemaco Signorini, Milano, 1942, p. 33 ill.;<br />
Luce e pittura in Italia. 1850-1914, catalogo<br />
della mostra di Roma, Fondazione Adriano<br />
Olivetti, 23 aprile-11 maggio 2002, a cura di R.<br />
Miracco, Milano, 2002, p. 67 (1880); C. Sisi, A.<br />
Salvadori, Galleria d’arte moderna di Palazzo<br />
Pitti, Catalogo generale, 2 voll. Livorno, 2008,<br />
p. 1711, n. 6371; La Collezione Ambron alla<br />
Galleria d’arte moderna di Firenze, a cura di D.<br />
Liscia Bemporad, G. Lambroni, Firenze, 2013,<br />
pp. 196-197, n. II.58, (1890 c. )<br />
Paesaggio, 1856-1857<br />
olio su cartone, cm 14,5x26,3<br />
Provenienza: P. Signorini, Firenze; Collezione<br />
privata, Firenze<br />
Esposizioni:<br />
Firenze, 1926, n. 143; Firenze,<br />
1997-1998, n. 17<br />
Bibliografia:<br />
Onoranze a Telemaco Signorini,<br />
Mostra della opere della Reale Galleria<br />
dell’Accademia, Firenze, autunno 1926, Firenze,<br />
1926, n. 143 (Paesaggio. Una via di Settignano);<br />
I Macchiaioli Nuovi contributi, catalogo della<br />
mostra di Firenze, Galleria Pananti, Casa d'Aste,<br />
4 ottobre 1997-6 gennaio 1998, a cura di D.<br />
Durbè, Firenze, 1997, n. 17, tav. 24<br />
Venezia un canale, 1856-1857<br />
olio, cm 26x18<br />
Provenienza: P. Signorini, Firenze,<br />
Collezione privata<br />
Esposizioni: Milano, 1930, n. 6<br />
Bibliografia: U. Ojetti, Telemaco Signorini,<br />
Milano - Roma, 1930, n. 6, tav. LXIV; Telemaco<br />
Signorini, Milano, 1942, p. 19 ill.<br />
“Questa è un’anteprima. Acquista la versione integrale del catalogo.<br />
Sul Ponte della Pazienza, 1856-1857<br />
di Brescia 25 ottobre 2002 - 23 febbraio 2003, a<br />
olio su tela, cm 39x36<br />
cura di R. Barilli, Milano, 2002, p. 63, tav. 8 (Il<br />
Ponte della Pazienza a Venezia); I macchiaioli<br />
Provenienza: Collezione privata, Carpi<br />
prima dell’Impressionismo, catalogo della mostra<br />
di Padova, 27 settembre 2003 - 8 febbraio 2004,<br />
Esposizioni:<br />
Montecatini T., 1987, n. 1;<br />
a cura di F. Mazzocca, Venezia, 2003, tav. p. 46<br />
Firenze, 1997, n. 5; Firenze, 1997 - 1998, n. 7;<br />
(Il Ponte della Pazienza a Venezia); I Macchiaioli.<br />
Roma, 2000, n. 3; Brescia, 2002, n. 8; Padova,<br />
Sentimento del vero, catalogo della mostra a cura<br />
2003-2004, p. 46; Torino, 2007, n. 5; Milano,<br />
di F. Dini, Milano, 2007, (cat. Torino), p. 85, n. 5<br />
2011, p. 10<br />
(Il Ponte delle Pazienze a Venezia); Signorini e il<br />
suo tempo, catalogo della mostra di Milano 13-27<br />
Bibliografia: E. Somarè, Signorini, Milano,<br />
gennaio 2011, a cura di T. Panconi, Milano, 2011,<br />
1926, p. 265; Telemaco Signorini 1835-1901,<br />
p. 10 (Il Ponte della Pazienza, 1856-57)<br />
Montecatini T. 11 luglio-11 ottobre 1987, Firenze,<br />
1987, p. 54, p. 139, tav. 1; E. Spalletti, Telemaco<br />
Signorini, Soncino, 1994, pp. 44-45, n. 1 (Il<br />
30<br />
Ponte della Pazienza a Venezia); Telemaco<br />
Signorini. Una retrospettiva, catalogo della<br />
Il quartiere israelitico a Venezia,<br />
mostra di Firenze, Palazzo Pitti 8 febbraio-27 1856-1857<br />
aprile 1997 AA.V.V., Firenze, 1997, p. 35, n. 5;<br />
olio, cm 22x15<br />
I Macchiaioli Nuovi contributi, catalogo della<br />
mostra di Firenze, Galleria Pananti Casa d'Aste,<br />
Provenienza: P. Signorini, Firenze; Collezione<br />
4 ottobre 1997-6 gennaio 1998, a cura di D.<br />
privata<br />
Durbè, Firenze, 1997, n. 7, tav. 9; I Macchiaioli.<br />
rigine e aermazione della Maccia 16<br />
Esposizioni: Milano, 1930, n. 223<br />
1870, catalogo della mostra di Roma, Museo del<br />
Corso 16 maggio- 24 settembre 2000, a cura di Bibliografia: U. Ojetti, Telemaco Signorini,<br />
A. Marabottini, Roma, 2000, p. 51, n. 3 (Il Ponte Milano - Roma, 1930, n. 223, tav. LXVIII<br />
della Pazienza a Venezia); Telemaco Signorini<br />
1835-1901. Le ricerche degli anni giovanili<br />
e la Firenze scomparsa attraverso quattro<br />
capolavori ritrovati, catalogo della mostra di<br />
Milano, Galleria Enrico, Milano, 2002, p. 11;<br />
Impressionismo italiano, catalogo della mostra
“Questa è un’anteprima. Acquista la versione integrale del catalogo.