L’EDITORIALE DI BUONGIORLAZIO
Splendida prestazione della Lazio, terzi in
classifica e Zona Champions “Consolidata” ora
però bisogna vincere la prima finale con la
Juventus e confermarsi. E’il momento della verità.
La Prima Squadra di Roma è in un momento
di forma eccellente e i risultati del weekend di
Sassuolo (pareggio in casa della Juventus nostra
prossima avversaria), e Lecce confermano
che le 6 vittorie consecutive e gli 8 risultati utili
di seguito (pari con Bologna e Atalanta, vittorie
con Fiorentina, Torino, Milan e appunto Lecce,
Sassuolo e Udinese, in attesa della “sentenza”
europea di giovedì 12 dicembre) sono arrivati
sempre con squadre "toste".I numeri della S.S.
Lazio sono formidabili: la Fab-Four, da Immobile
in testa alla Scarpa d’Oro con una media
goal spaventosa, a Luis Alberto-Correa-Milinkovic
che stanno girando tutti a mille, alle ali
Lazzari ormai lanciatissimo verso il ritorno in
nazionale e Lulic, ed un centrocampo formidabile,
il migliore della Serie A, con Leiva davanti
alla difesa e titolari come Parolo e Cataldi sempre
pronti in panchina o dall’inizio. E anche la
difesa ed il portiere Strakosha sono da “Champions”,
e la Juve ne sa qualcosa in questi ultimi
anni: solo 14 reti subite, la terza del campionato
dopo quella proprio dei bianconeri (12
goal subiti), e la tanto “pagata” retroguardia
dell’Inter, che ha subito solo un goal in meno,
13. Ora arriva il momento delle verità, per comprendere
dove si può arrivare: la Juve sabato,
poi e di nuovo con quasi una settimana tipo il
Rennes in Francia giovedì, e ancora lunedì
contro il Cagliari rivelazione in Sardegna,
prima della finale vera, la Supercoppa contro
la Juventus il 22 dicembre, che concluderà il
2019. C’è tempo di recuperare tra una gara e
l’altra, e di capire poi se i vari Lukaku, Berisha
etc sono da Lazio e rimarranno, o se poi a gennaio
potrebbero andare a giocare altrove, lasciando
spazio ad un vero esterno sinistro
(Jony è troppo ala) e ad un centrocampista di
sostanza e di peso, difficili però da trovare liberi
in questo periodo, anche se Tare ha dimostrato
l’anno scorso con Romulo di sapere
cogliere le giuste occasioni. In attacco, visti
Caicedo e Adekanye, forse davvero stiamo a
posto così, con Luis Alberto e Milinkovic che
possono sempre avanzare nello scacchiere,
magistralmente creato da Simone Inzaghi. .
Aspettiamo invece ancora il grande pubblico
all'Olimpico; questa S.S. Lazio per quanto
gioca bene e diverte dovrebbe avere almeno
50.000 tifosi a sostenerla ad ogni partita, non
solo nei big-match.Bisogna sempre fare attenzione
all'avversario, e la squadra di Sarri,
anche se non gioca bene, è forse la più forte
d’Europa e comunque in Serie A non perdona.Quindi,
barra dritta, attaccare ma non a
testa bassa, senza esporsi ai contropiede, e
non sbagliare in avanti: evitare inutili tocchi in
area, e quando è il momento "sfondare" subito
la rete senza se e senza ma, perchè anche
con Cluj, Sassuolo e Udinese, si sono mancati
troppi goal e si è rischiato troppo dietro, vedi le
due occasioni nitide concesse sull’1-0 ieri.Con
l'appoggio e la spinta dei nostri tifosi però, tutti
uniti, ci si può migliorare ancora e si può superare
tutto, anche gli arbitraggi "contrari"...Ma
adesso FORZA LAZIO CARICA!!!
E’ ora di sfatare anche il
Tabu’ Juventus in casa
Sono 16 anni che in campionato la Lazio non
batte in casa la Juventus. L’ultima vittoria
risale al 6 Dicembre 2003 vittoria per 2-0 con
gol di Corradi e Fiore.
Tabù Juventus all'Olimpico per la Lazio in
campionato. Dopo 1 pareggio a reti inviolate
nel 99/00 (ricordiamo per gli attenti
alle statistiche che nei due anni precedenti
venivamo da due sconfitte consecutive
0-1 - mano clamorosa di juliano ed
1-3 con la doppietta di Henry con la Lazio
decimata de dopo derby), la LAZIO in
casa contro la vecchia Signora ha collezionato
tre vittorie consecutive (4-1 doppietta
di Crespo 1-0 Gol di Liverani da
centrocampo 2-0 Corradi/Fiore incubo dei
bianconeri -ad ora l'ultima vittoria in casa)
3 pareggi e ben 11 sconfitte nelle 14 stagioni
successive (15 considerando l'anno
di serie B dei piemontesi). Di queste 11
sconfitte, 5 sono consecutive. Non considerando
l'ultima vittoria del campionato
2003/2004 la Lazio ha gonfiato la rete
solo per 6 volte ed ha subito la bellezza
(si fa per dire) di 22 gol.Da notare che
l'apertura di questa striscia negativa in
casa (mai avuta nella nostra storia) sia
stato il gol di Nedved nella stagione
2004/05. Destino beffardo.Riguardo alle
finali di supercoppa italiana lo score è in
perfetta parità. 4 finali e 2 vittorie per
parte. La finale del 22 dicembre decreterà
la vincente anche in questo speciale albo
d'oro tra i biancocelesti e i bianconeri.
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Un Lazio Store
Nel Cuore di Roma
La Lazio ha inaugurato il nuovo Lazio Style
in via di Propaganda, adiacente a Piazza
di Spagna, in una delle vie principali dello
shopping capitolino. Il nuovo Lazio Style,
distribuito su tre livelli per un totale di
170mq espositivi, offre un’opportunità
unica al cliente, oltre allo shopping a tinte
biancocelesti: ci riferiamo ad un eccezionale
colpo d’occhio di carattere storico e
romantico. Sarà proprio il “Lazio Museum”
a rappresentare la storia del primo club ca-
pitolino all’interno del negozio, grazie ad uno
spazio espositivo situato al primo livello
dello store. Maglie e cimeli si alterneranno
in successione, rendendo la mostra sempre
nuova e variegata. Il “Lazio Museum”
(www.sslaziomuseum.com) è in rete da più
di un anno, conta più di mezzo milione di visite
e si presenta come il portale ufficiale del
club di Lotito, grazie all'esposizione virtuale
di tutte le principali casacche e dei cimeli del
sodalizio biancoceleste dalle origini ad oggi.
Dal Vangelo
Giornalista libero, dalla Voce della
Nord a Mediaset ed a Radio
Incontro Olympia, passando un
pò per Il Tempo. Estrema Lazio...
Ecco le verità di un grande laziale.
Seco
Ambiente:
Tende a distruggere tutto ciò che è laziale.
per fortuna che resiste la Curva
Nord, ultimo baluardo. Siamo circondati,
ma resteremo in piedi. MEDIOCRE.
Comunicazione:
simile al discorso ambientale. Difficile
fare comunicazione laziale in una città
dove la stampa talebana romanista
prevale. Dove tutti o quasi nelle redazioni
tifano spudoratamente un solo
club. Il problema principale è doversi
preoccupare anche della comunicazione
che parla di Lazio...Se fossimo un unico
blocco sarebbe tutto più semplice.
GIALLOROSSA
26 maggio...
semplicmente NON C'E' RIVINCITA. LA
STORIA SIAMO NOI.
Disinformazione:
mi è bastato leggere che dopo Lazio
Udinese il dato degli spettatori riportato
era di 20 mila spettatori...DELATORI.
DIritto di cronaca:
lo fanno come e quando vogliono, a loro
piacimento. Sempre contro la Lazio
ndo Paolo
Pronto soccorso giallorosso sempre aperto.
Sogno:
non si sogna più dice qualcuno. “Non siete più
laziali”, rispondo io.MALAFADEDE.
Cragnotti:
semplicemente...l’imperatore. GRAZIE.
Omologazione:
un laziale non è mai omologato. Quando lo sta
per fare, significa che sta per perdere la sua
essenza. ROMANI SI, romanisti mai.
Lotito:
solo gli stolti non cambiano mai idea. vincente.
Immobile:
giocatore più sottovalutato del pianeta. Attaccante
pazzesco, completo, cattivo, micidiale.
Bomber unico. NELLA NOSTRA STORIA.
Curva nord:
motore del tifo, da sempre. Sempre attaccata,
si è sempre difesa da sola. Senza Fabrizio
sarà dura, ma anche nel suo nome sventolerà
fiera la nostra bandiera. Dodicesimo uomo in
campo.
Supercoppa:
altra possibilità di alzare un trofeo. Dall’altra
parte del tevere si sono dimenticati anche
come sia fatta una coppa. A voi il bonsai, a
noi...Tutti a Riad
(Signorelli)
Tommaso pre
L’allenatore della Lazio vince il
Inzaghi come il Maestro, sta pe
Maestrelli a diventare un sim
“Su c’è er Maestro, che ce sta a guardà” cosi recita un verso dell’inno della Lazio del nostro
Aldo Donati e mai più parole sono cisì consone al momento. Il Maestro Tommaso
ha visto l’Allievo Simone e lo ha premiato con il suo premio, il più prestigioso, Quest’anno
il premio”Tommaso Maestrelli” per la categoria principale “Allenatori di serie A”, è stato
conferito a Simone Inzaghi. da Laziale ad un altro Laziale, entrambi con la L maiuscola
ed entrambi ormai diventati un simbolo di quyesta glorioso e storico club ultracentenario.Un
riconoscimento dato dai suoi colleghi e quindi molto vero, reale, dove gli altri
quando ti premiano, ti riconoscono ciò che hai saputo fare, il tuo lavoro, la tua passione,
mia Simone
premio “Tommaso Maestrelli”.
rcorrendo la strada che portò
bolo nella storia della Lazio.
la tua competenza. Simone Inzaghi è arrivato
alla Lazio ormai da 20 anni, ha vissuto
unperiodo da calciatore dove con la squadra
biancoceleste ha vinto tutto. Ha poi cominciato
la carriera da allenatore delle
giovanili passando per la rpimavera dove
anche li ha lasciato una impronta solida e
vincente. E infine il salto nel grande calcio,
quello vero, quello duro, quello che non risparmia
nessuno, che tu sia famoso o
meno. In quel mondo se non sei capace, ti
bruci inf retta e poi diventa difficile risalire
la china. Simone non ha fatto gavetta tra i
professionisti, Lotito gli ha dato subito in
mano la prima squadra, un fardello pesante
soprattutto perchè giunto nel peggior
momento possibile dal punto di vista
ambientale dove l’eco della vicenda
Bielsa aveva ormai ottenebrato le menti
di tutti i tifosi. Mi ricordo quel primo ritiro
con pochi intimi. Io c’ero, e vedevo comunque
in Inzaghi, quella volgia di sov-
vertire e ricompattare un’ambiente deflorato da rabbia e disperazione per l’ennesimo
“sogno infranto da Lotito”(così dicevano in molti). Quel lavoro, quell’essere un amico allenatore
per tutti ma al tempo stesso l’allenatore che non guardava in faccia a nessuno. Quel
dare un’impronta nuova con un nuovo modo di giocare che nell’era Lotito non si era mai
visto. Tutto questo col tempo ha consolidato la sua figura nell’ambiente laziale, anche se
a giugno scorso le strade tra la Lazio e Simone Inzaghi hanno davvero rischiato di dividersi
per poi di nuovo risaldarsi più forte e cominciare un’altro anno come se fosse il primo. Per
la Lazio e per i Laziali la figura di Tommaso Maestrelli è una figura iconica, che incarna lo
spirito Laziale, l’amore per questi colori, la voglia di regalare alla gente, emozioni. Inzaghi
sta ritrasmettendo tutto questo e questo premio non è altro che la ripresa di quel cammino
che dopo maestrelli hanno tentato di intraprendere i vari Fascetti con la sua meno 9, Eriksson
con il secondo scudetto del 2000, Delio Rossi nell’era Lotito e per ultimo Petkovic con
quel derby vinto il 26 maggio 2013 vinto in finale di Coppa Italia contro la Roma che rimarrà
indelebile nella storia della Lazio. Simone lo sa, sa che tornare su quella strada ha un significato
molto importante. Questo premio gli ha aperto la via, ora toccherà a lui andare e
camminare fiero portando in alto i colori del cielo, quell’Aquila che vola in alto e che emoziona
i cuori di tutti noi. “er Maestro” Tommaso lo vede e lo benedice, lo aiuta e lo accompagna
consapevole che Simone può tornare a dare quelle sensazioni perdute nel tempo.