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La Pesca Mosca e Spinning February-March 2020 preview

La Pesca Mosca e Spinning February-March 2020: preview with Summary, News, four articles' beginning, next issue Contest adv. «La Pesca Mosca e Spinning» is the leading Italian magazine about fly fishing and lure fishing. Published two-monthly since 1997, it concerns techniques, tackles and itineraries in texts and photos of some of the most important fishing specialists.

La Pesca Mosca e Spinning February-March 2020: preview with Summary, News, four articles' beginning, next issue Contest adv. «La Pesca Mosca e Spinning» is the leading Italian magazine about fly fishing and lure fishing. Published two-monthly since 1997, it concerns techniques, tackles and itineraries in texts and photos of some of the most important fishing specialists.

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www.lapescamoscaespinning.it

FEBBRAIO-MARZO 2020 € 6,90

Poste Italiane SpA – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1, c. 1 C/SA/40/2016 - anno XX, n. 13 - Febbraio-Marzo 2020

Torrente Ala

Ali che passione

Lombrichi e camole

XVI Trofeo Bisenzio

Compara Dun [10 pp.]

Le correzioni del lancio

Maldive

Apertura

Microlipless

L’ora dell’aspio

Eging in quattro mari

Spigola costiera dalla barca




Direttore responsabile

Eugenio Ortali

FOTO PAOLO FORTUNATI - THE WANDERING ANGLER

12

XVI TROFEO BISENZIO

a cura della redazione

Con la nuova edizione del Trofeo Bisenzio i soci

del Prato Mosca Club, oltre a festeggiare il

loro trentennale, hanno voluto ricordare i tre

grandi maestri recentemente scomparsi, Piero

Lumini, Roberto Pragliola, Francesco Palù, ai

quali sono state ispirate le mosche da imitare.

26

L’ORA DELL’ASPIO

di Renzo Della Valle

Molti spinner pensano ancora oggi che, essendo

l’aspio una sorta di ‘cugino’ del nostro cavedano,

abbia un comportamento simile e si ostinano

a pescarlo con gli stessi artificiali che da

sempre indirizzano al ciprinide nostrano. Ma si

sbagliano.

redazione@lapescamoscaespinning.it

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www.facebook.com/MoscaeSpinning

http://twitter.com/lapescaMeS

www.flickr.com/photos/moscaespinning

www.youtube.com/user/MoscaeSpinning

Hanno collaborato a questo numero

Moreno Bartoli, Nicolò Catellani,

Alberto Deidda, Stelio Di Manno,

Renzo Della Valle, Fabio Federighi,

Loris Ferrari, Paolo Fortunati,

Massimo Ginanneschi, Francesco Li Bianchi,

Massimo Magliocco, Simone Marchetti,

Ivano Mongatti, Giorgio Montagna,

Michele Moro, Federico Renzi, Marco Simonini

16

EGING IN QUATTRO MARI

di Francesco Li Bianchi

L’eging raccontato da quattro esperti che provengono

da quattro aree marine della penisola:

Tirreno meridionale, Sardegna nord-occidentale,

bassa Toscana e alto Adriatico: una

panoramica che fa il punto sull’evoluzione e la

diffusione della tecnica nel nostro mare.

30

LOMBRICHI E CAMOLE

di Nicolò Catellani

Vermi e camole sono le esche naturali usate

dai pescatori di trota in laghetto più facilmente

replicabili per la pesca a mosca. Possono essere

realizzati sia nella classica versione piom -

bata, sia nella versione neutra, da impiegare

nel caso di pesci maliziosi o inattivi.

Amministrazione, pubblicità,

abbonamenti e arretrati

Zona Franca Edizioni srl

Via V. Veneto 169 • 00187 Roma

tel. 06/42.90.38.54

abbonamenti@lapescamoscaespinning.it

Pubbliche relazioni e pubblicità

Renzo Della Valle, Giorgio Montagna

renzo.dellavalle@gmail.com, jomontagna@tiscalinet.it

Pubblicazione periodica

Disponibile anche in versione digitale

su www.ezpress.it

Tutti i diritti riservati

LA PESCA MOSCA E SPINNING

ZONA FRANCA EDIZIONI srl

Iscrizione ROC n. 26695 del 22.9.2016

Registrazione presso il Tribunale di Roma

n. 225 del 29.9.2014

Direttore editoriale

Giulio Fascetti

Stampa: Tuccillo Arti Grafiche, Afragola

Distribuzione: Press Di, Distributore

stampa e multimedia srl - 20134 Milano

22

LE CORREZIONI DEL LANCIO

CON LE CODE LEGGERE

di Massimo Magliocco

Ci sono quattro errori nell’effettuazione del

lancio verticale: il piegamento del polso nel

lancio indietro, la coda che viaggia su un asse

diverso da quello disegnato dal vettino, le

spinte non corrette, l’uso errato della sinistra.

34

MALDIVE. PESCA E VACANZA

di Paolo Fortunati

Circondati dal freddo a casa nostra, concediamoci

un salto nelle acque turchine degli atolli delle

Maldive, per scoprire le possibilità di pesca, a mosca

e a spinning, offerte in modo costante da

questi luoghi: Giant Trevally, Bluefin Trevally,

Golden Spotted Trevally, Triggerfish.

2 • MOSCA e SPINNING • 1/2020


40

ALI CHE PASSIONE

di Stelio Di Manno

54

SPIGOLA COSTIERA DALLA BARCA

di Alberto Deidda

RUBRICHE

04 NOTIZIE

74 SHOW ROOM

Rispolverando un metodo lanciato qualche

tempo fa da Renato Cellere, Stelio propone

una serie di artificiali – effimere, tricotteri, plecotteri,

ma anche un gamberetto – nei quali le

ali sono realizzate con un foglio di cellophane

carteggiato, sagomato, ‘graffiato’ e colorato.

Pescare la spigola lungo le coste con la barca

anziché da terra comporta una sorta di ‘rivoluzione’

delle proprie abitudini e delle stesse interpretazioni

del mare e delle sue condizioni,

consentendo di sperimentare approcci nuovi,

che prescindono dagli abituali limiti.

80 RECENSIONI

80 MERCATINO

44

IL FASCINO DELL’APERTURA OGGI

di Giorgio Montagna

Un articolo un po’ riflessivo sul significato

odierno del fatidico giorno dell’apertura della

pesca in acque libere alla trota, con un incoraggiamento

alla ricerca di marmorate e lacustri

in alcuni tratti fluviali e lacuali ben conosciuti

da Giorgio e dai suoi amici.

48

TORRENTE ALA. UN GIOIELLO

DELLA VALLAGARINA

di Marco Simonini

«L’Ala è l’ultimo affluente in sinistra orografica,

di una certa consistenza, che entra in Adige prima

del confine con il Veneto. Le sue acque cristalline

nascono dai monti Lessini e precisamente

dal monte Corno, a circa 1350 m di quota».

58

COMPARA DUN

di Federico Renzi

«L’importanza che sta dietro il concetto costruttivo

della Compara Dun è relativo anche all’assetto

che la mosca assume in acqua: l’assenza

di hackles fa stare l’artificiale tutto immerso

entro la pellicola superficiale, imitando alla perfezione

un’effimera all’inizio della schiusa».

68

MICROLIPLESS PER IL CAVEDANO

di Simone Marchetti

Il microlipless presentato da Simone per l’autocostruzione

di questo numero, semplice e

funzionale, trova la sua peculiarità nella parte

superiore della testa, lasciata volutamente

piatta in modo da contribuire allo scodinzolio

dell’esca nel recupero lineare.

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POTRAI VINCERE UN kIT CON

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1/2020 • MOSCA e SPINNING • 3


fish factsa cura di Marco Sammicheli

nella Politica Comune della Pesca

SPECIE ICONICHE

Gli organismi sovranazionali che si occupano specificamente di pesca nel

Mediterraneo sono la Commissione Generale per la pesca nel Mediterraneo

(CGPM, in inglese l’acronimo è GFCM), che rappresenta tutti gli stati

costieri (UE ed extra-UE), e la Direzione Generale per gli Affari Marittimi

e pesca della Unione Europea (DGMARE), che rappresenta gli stati costieri

facenti parte dell’Unione. A queste istituzioni si aggiunge un organo

consultivo, il MEDAC, in cui sono rappresentati tutti i portatori di interesse

del bacino Mediterraneo UE. Compito del MEDAC è portare alle istituzioni

la voce degli stakeholder e i loro suggerimenti. Contrariamente alle

istituzioni, il MEDAC non ha alcun potere legislativo, ma i suoi pareri vengono

talvolta tenuti in considerazione nella stesura di norme e regolamenti.

La politica della pesca della UE è regolata dalla cosiddetta Politica

Comune della Pesca che, nella versione attuale (che sarà presto rivista),

considera la pesca ricreativa solo in rapporto a quella commerciale, come

concorrente per la fruizione delle risorse. La pesca ricreativa viene quindi

considerata solo quando abbia un impatto significativo sulle risorse, cosa

che deve eventualmente essere accertata con ricerche appropriate riferite

a determinate risorse ittiche in determinate zone. L’interesse evidentemente

è solo di tipo commerciale, ovvero si considera un eventuale impatto

ricreativo non nei confronti della popolazione ittica di una determinata

specie, ma nei confronti della pesca commerciale di quella specie. Di

fatto ad oggi non esistono dati su nessuna delle specie costiere di maggiore

importanza per la pesca ricreativa e la previsione di introduzione di

un regime di controlli sulla pesca ricreativa nel Mediterraneo è per adesso

limitata ad una sola specie (l’Occhione, Pagellus bogaraveo) in una sola

zona di riferimento (il mare tra la Spagna meridionale e il Marocco). Paradossalmente,

dovremmo sperare che venga accertato un impatto significativo

della pesca ricreativa perché si possa sperare di parlare di gestione

delle diverse specie considerando tutti i tipi di fruizione.

La buona notizia è che, finalmente, sia la CGPM che la DGMARE (e conseguentemente

il MEDAC) stanno iniziando a occuparsi dell’argomento a

partire dall’individuazione di una lista di specie ittiche ‘iconiche’ per la pesca

ricreativa nel Mediterraneo e considerando il problema delle taglie minime,

che nei mari italiani per molte specie continuano a essere fortemente

inferiori a quelle di maturità riproduttiva, mentre per altre mancano

completamente, permettendo ad esempio di trattenere e commerciare

ricciole e dentici rispettando una tragicomica misura legale di soli 7 cm.

sulla crisi del settore

PESCA IN STALLO

ADERISCI AD APR

La Comunicazione obbligatoria per la pesca ricreativa in mare festeggia

nove anni di vita e di assoluta inutilità e tutto lascia prevedere che potremo

festeggiare le due cifre del decennale. Ormai parlarne è diventato

ripetizione di argomenti che le sedi amministrative conoscono bene e

dei quali possono tranquillamente disinteressarsi. Nel dicembre 2018 il

Ministero ha provveduto con inusuale tempestività ad emettere un decreto

di proroga a tutto il 2019. Di sicuro avremo un proroga anche per

il 2020 nonostante a inizio gennaio non se ne sappia ancora niente.

Non c’è certo da preoccuparsi visto che negli anni scorsi ci sono stati

lunghi periodi di incertezza e che l’obbligatorietà della Comunicazione è

più formale che sostanziale e che lo stesso Ministero ha a suo tempo

provveduto a precisare che nei periodi di vacanza normativa non sono

previste sanzioni.

Se l’unica cosa interessante della Comunicazione era la previsione di

raccolta dati come base per una serie di ricerche scientifiche funzionali

alle politiche di gestione, ormai tutti sanno che i dati raccolti con il sistema

di registrazione ministeriale sono inattendibili e utili solo a poter

citare dei numeri da una fonte istituzionale. Quello della proroga di validità

della Comunicazione obbligatoria per la pesca ricreativa in mare è il

caso di maggiore attualità a inizio 2020 e possiamo considerarlo emblematico

del fatto che tutta la materia della pesca ricreativa sia in mare

che in acque interne è e resta in pieno stallo. Le poche iniziative sia istituzionali

che associative sono sempre marginali rispetto al cuore dei

problemi. Si guarda al lento e faticoso sviluppo degli indirizzi europei e

ci si chiede quale novità nel panorama del comparto potrebbe riuscire a

smuovere le istituzioni nazionali visto che tutte le rappresentanze del

settore ricreativo non riescono a raggiungere il carico utile per farlo.

La scarsità di notizie forse tranquillizza la pancia del settore ricreativo,

che naturalmente teme di perdere ancora spazi in un contesto già in

grave crisi, ma dovrebbe anche preoccuparla, dal momento che la situazione

di crisi attuale non è affatto statica ma continua inesorabilmente

a peggiorare per la persistenza delle stesse cause che l’hanno fino ad

oggi alimentata. Certamente la cultura della pesca ricreativa sta evolvendo

positivamente con i cambi generazionali, ma ciò non toglie che

tutti i maggiori elementi problematici restino al loro posto, talvolta allargandosi.

È il caso dell’emergenza bracconaggio, unica che è riuscita a

mobilitare il settore e le istituzioni sui contesti di maggiore spicco,

quelli dove la pesca illegale è davvero arrivata al livello delle organizzazioni

malavitose. Non altrettanto per il fenomeno diffuso che ci restituisce

una chiara immagine di quanto la crisi del settore sia dovuta

non solo alle cause esterne, ma anche e soprattutto a quelle interne, di

cui peraltro mancano riscontri misurabili. Lo si vede chiaramente pensando

a quale sia mediamente il livello di rispetto dei regolamenti più

semplici e significativi, primo tra tutti quello del limite di carniere. E

tutti sanno quanto per la pesca in mare sia diffusa la pratica di commercio

illegale delle catture ricreative, tanto quelle del «quando capita»,

quanto quelle di chi semplicemente pesca per commercio senza

avere una licenza di pesca commerciale e ovviamente al nero. La peggiore

sconfitta per il settore in questa situazione sarebbe aspettare

passivamente che siano i cambi generazionali a risolvere i problemi.

Purtroppo capita di constatare come varie componenti del settore vadano

oltre, rallentando e ostacolando attivamente l’evoluzione del settore

per conservare pratiche, mercati e concezioni che sono pienamente

integrati alle cause di crisi.

4 • MOSCA e SPINNING • 2/2016 in omaggio un’esca Mommotti 180 di Seaspin

www.pescaricreativa.org


un mare di esperienze alla nuova edizione

PESCARE SHOW 2020

Dal 21 al 23 febbraio 2020, appuntamento al quartiere fieristico di Vicenza

con PESCARE SHOW, il Salone Internazionale della pesca sportiva

e della nautica da diporto di Italian Exhibition Group SpA (IEG). La

manifestazione di riferimento in Italia per il settore torna ampliando

l’area dedicata al turismo alieutico (Hall 1) e arricchendo il vasto programma

di eventi con incontri e convegni sul tema della salvaguardia

delle acque, oltre alla campagna di sensibilizzazione «Pescare senza

plastica» che si svilupperà tra la Hall 2 e la Hall 6, sul sito e nel contest

social #PescaresenzaPlastica. Imperdibili il Fly Fishing World, con le

prove di lancio nelle Casting Pool e le dimostrazioni di Fly Tying Experience

con i venti migliori costruttori al mondo di esche artificiali, e lo

spettacolare Acquademo (14 metri di lunghezza e una capacità di

22.400 litri d’acqua, teatro di stage di spinning con i Pro Staff dei grandi

brand. Grande attesa per il calendario di eventi, tra cui gli incontri

con ospiti internazionali, le premiazioni ufficiali della stagione e le attività

proposte da FIPSAS.

PESCARE SHOW è il Salone internazionale della pesca sportiva e della

nautica da diporto organizzato da Italian Exhibition Group SpA. L’evento

ha cadenza annuale ed è aperto agli operatori del settore e al grande

pubblico.

Quando: da venerdì 21 a domenica 23 febbraio 2020 (dalle 09.00 alle

18.00).

Dove: Quartiere Fieristico IEG di Vicenza (Via dell’Oreficeria, 16 - 36100

Vicenza).

Biglietti: intero 17 euro; ridotto 13 euro (acquisto on-line, possessori di

regolare licenza di pesca e ragazzi dai 6 ai 12 anni); ridotto 8 euro per

gruppi di almeno 20 persone maggiori di 5 anni; gratuito per bambini

under 6, persone con disabilità e accompagnatori.

Maggiori informazioni: www.pescareshow.it.


notizie

si riapre la sfida per la conquista del titolo di campione

DAIWA CLASSIC 2020

Il 4 e 5 aprile 2020 torna il Daiwa Classic, l’evento agonistico di pesca a

spinning nelle acque interne più ambito dai lanciatori; si svolgerà ancora

nel comprensorio della Nuova Parco Laghi, in una magnifica location appenninica

sul versante tosco-romagnolo in provincia di Forlì-Cesena. La

popolarissima manifestazione tornerà a far parlare di sé con un’avvincente

due giorni in cui centocinquanta pescatori provenienti da tutta

Italia si contenderanno il titolo di campione. I campi gara della competizione,

che si preannuncia essere ai massimi livelli, saranno il lago Pontini

e il lago Lungo, in cui la diversità delle specie ittiche presenti si combina

con un format che assegnerà un punteggio differenziato e un

orientamento totalmente no kill. Il campo gara verrà inizialmente assegnato

a ogni partecipante con un sistema a estrazione per attribuire il

settore di partenza, mentre nella seconda giornata i due gruppi degli altrettanti

laghi si scambieranno le zone di pesca. Si gareggerà sia per la

classifica individuale che per quella a squadre e al termine della competizione

i risultati delle due singole giornate verranno sommati per determinare

la classifica finale e decretare i vincitori. Una particolare attenzione

sarà riservata alla classifica a squadre, che per il suo format riscontra

anno dopo anno un crescente interesse, soprattutto per l’affiatato

spirito di gruppo con cui viene vissuta dai partecipanti. I lanciatori si

affronteranno in due sessioni di pesca, entrambe con ben otto rotazioni

di settori, insidiando tutti i pesci predatori presenti nelle acque di questi

due bacini: trote iridee, fario, salmerini, lucci, black bass, persici reali e

lucioperca. Per i soli salmonidi si disporranno due considerevoli semine,

una il giorno antecedente la prima sessione di pesca, l’altra il sabato nel

tardo pomeriggio, al termine della prima giornata di gara. La stesura della

classifica finale sarà basata sull’assegnazione di un punteggio a capo differenziato

sia per specie catturata che per turno di pesca. Per info e iscrizioni

è possibile consultare il sito web dell’associazione Insidefishing

(www.insidefishing.it), dove si può scaricare l’apposita modulistica.

buti in esterna, anche direttamente sul campo gara, interviste e testimonianze.

Branzino Live sarà inoltre condiviso con questa rivista, media

partner ufficiale, che ha scelto di affiancare la manifestazione fin dalla

prima edizione aiutandola a crescere con risultati sorprendenti.

Il 2 e 3 maggio, rispettivamente primo e secondo giorno di competizione,

si andrà in pesca per sette ore consecutive di gara, nel corso delle

quali ogni concorrente potrà presentare i cinque pesci di maggiore dimensione

catturati attraverso la misurazione diretta e l’invio della conferma

fotografica all’organizzazione. L’orientamento no kill della manifestazione

imporrà il rilascio obbligatorio dei pesci, con la rimessa di acqua

al termine della verifica della lunghezza; i punteggi conseguiti nelle

due sessioni di pesca, al termine della competizione, verranno sommati

per determinare le classifiche finali, strutturate sia con lista individuale

che per team. Per favorire la partecipazione anche di coloro che sono

sprovvisti del kayak di proprietà, l’organizzazione ha previsto la possibilità

di noleggiare direttamente in loco uno stock di scafi attrezzati per

impegnare la laguna – sarà semplicemente necessario segnalarlo in fase

di iscrizione – fino ad esaurimento della disponibilità. Grazie ai partner

Tubertini, Garmin Italia, T3 Distribution, Galaxy Kayaks, Old Captain, Pure

Fishing, BKK, NRS, Ozone Kayak, Fish Action, Birra Menabrea, Maccari

Pesca e Master Fish, sarà implementato rispetto alla scorsa edizione anche

il montepremi totale, che oltrepasserà abbondantemente i quindicimila

euro in valore complessivo, di cui un’importante componente economica

a beneficio del payout per i primi tre classificati.

Iscriversi alla manifestazione è molto semplice: è sufficiente compilare

l’apposito form di registrazione on line con accesso diretto tramite la

pagina www.branzinothechallenge.com, dove si possono anche consultare

nel dettaglio tutte le informazioni inerenti l’evento.

prende il via una nuova, avvincente edizione

BRANZINO THE CHALLENGE 2020

La quarta edizione di Branzino the Challenge, l’evento di kayak fishing

più atteso dell’anno, affermatosi a pieno diritto anche a livello europeo,

si svolgerà dal 1 al 3 maggio 2020 con una serie di novità introdotte sia

a livello organizzativo che di regolamentazione. Ancora una volta, sarà

la laguna di Orbetello a far da cornice alla manifestazione che richiama

moltissimi partecipanti dall’Italia ma anche dall’estero, coinvolgendo

agonisti della Spagna, Francia, Isole Canarie, Germania, Romania e Slovenia.

La specie target della manifestazione sarà la spigola, pesce fortemente

presente nelle due lagune dove gareggeranno i concorrenti; grazie

anche alle taglie che possono superare abbondantemente i cinque

chili, non mancheranno le sorprese per chi avrà la bravura e fortuna di

incappare nel big fish. Mai come in questa edizione, grazie alle novità

introdotte nel regolamento, sarà la strategia a fare da padrona, con l’obiettivo

di rendere ancora più avvincente questo tournament di grande

coinvolgimento e sportività. La base logistica dell’evento si troverà

presso il Circolo Canottieri di Orbetello dove, grazie anche a una struttura

dedicata, si svolgeranno tutte le attività operative con l’allestimento

di un’area espositiva per partner e sponsor che organizzeranno vari momenti

dimostrativi. In programma durante il pomeriggio di venerdì 1

maggio la suggestiva parata dei partecipanti che sfileranno per il corso

principale del centro cittadino di Orbetello, giungendo davanti agli edifici

comunali dove le autorità della Giunta locale daranno il benvenuto ai

concorrenti e decreteranno ufficialmente aperta la quarta edizione di

Branzino the Challenge. Il pubblico che non riuscirà a essere presente

sul posto potrà seguire nelle giornate dell’evento la diretta streaming

Branzino Live, attraverso la pagina Facebook di Branzino the Challenge,

una trasmissione creata appositamente per l’occasione con molti contri-

nell’inconsueta data del 10 novembre

XX TROFEO VILLA GUIDINI

Il 10 novembre scorso, nello splendido contesto della Villa Guidini di Zero

Branco, organizzata dal Mosca Club Treviso e con il contributo della

Regione Veneto, si è svolta la XX edizione del Trofeo Villa Guidini. La

manifestazione, che ha avuto luogo in novembre a causa dei lavori di

restauro della villa e per il mantenimento della biennalità, è stata baciata

dal sole nonostante abbia piovuto a dirotto quattro giorni prima e tre

giorni dopo. Buona la partecipazione dei soci per l’organizzazione dell’

evento, buona l’affluenza di visitatori che, sparsi tra i saloni della villa, il

foyer, il parco e la vasca nel prato secolare, hanno trovato un ambiente

amichevole nel quale scambiare quattro chiacchere e vedere le proposte

delle numerose aziende del settore e dei tanti altri amici espositori.

Buona anche la presenza alla gara di costruzione e di lancio, anche se

con una minor presenza rispetto alle altre edizioni, dovuta probabilmente

al periodo non particolarmente sentito dai pescatori (le prossime edizioni

saranno organizzate, come di consueto, in febbraio). Tra le due

mosche secche e le due ninfe, sono state sorteggiate per la costruzione

l’imago maschio della Serratella ignita e la ninfa dell’Ecdyonurus torrentis.

I giudici della gara di costruzione – Alberto Calzolari, Matteo de Falco

e Renato Cellere – hanno assegnato il XX Trofeo Villa Guidini ad Andrea

Pegorin del Prato Mosca Club. Miglior club classificato è stato il Mosca

Club Treviso. La gara di lancio è stata vinta da Claudio Zanon.

6 • MOSCA e SPINNING • 1/2020



notizie

a

cura dello Spinning C

Il consiglio direttivo dello Spinning Club Italia, costituito da Mario Narducci,

Vainer Mazzoni, Ettore Ghezzi, Enzo De Carlo, Guglielmo Brizio, Simone

Carsetti, Simone Cordani, Fabrizio Dallera, Renzo Della Valle, Lorenzo

Lombardi, Matteo Malinverni, Francesco Pratesi, Enzo Venturini,

ha stilato un comunicato diretto a tutti i soci quale documento riassuntivo

delle tante attività che hanno segnato il 2019. Eccone il testo.

La fine di ogni anno rappresenta l’occasione più propizia per stilare il bilancio

del cammino comune compiuto ed è importante farlo per crescere

nella condivisione delle finalità perseguite insieme e conoscere quali risultati

concreti si siano poi in effetti raggiunti. In primo luogo, vale la

pena gettare uno sguardo all’interno del nostro sodalizio. Il 2019 si

chiude con 23 sedi provinciali presenti in nove regioni e un numero di

soci in aumento per il terzo anno consecutivo. In ogni territorio in cui

siano presenti nostre Sedi abbiamo offerto a tutti la possibilità di condividere

la pesca che ci scalda il cuore, lo spinning, realizzando un numero

complessivo imponente di ritrovi, serate divulgative non solo tecniche

ma anche scientifiche, uscite di pesca pratica a cui ognuno ha potuto

partecipare. Di queste attività, senza le quali il Club semplicemente non

esisterebbe, dobbiamo tutti riconoscenza in primo luogo ai responsabili

di sede e ai loro collaboratori che si sono presi e continuano a prendersi

la responsabilità di tutelare e sviluppare l’amicizia, che in fondo è la sostanza

dell’unità del nostro sodalizio. In particolare quest’anno abbiamo

mirato ad allargarla impegnandoci nell’organizzazione di eventi comuni

a più sedi anche distanti. L’iniziativa ha goduto del favore dei soci (cito

fra gli altri i ritrovi sul fiume Adda a Lecco, Po a Isola Serafini, lago di

Osiglia) e sarà confermata nel 2020 con qualche variazione migliorativa.

Stiamo allestendo infatti il calendario delle prossime manifestazioni,

che comprenderà due gare di street fishing in Lombardia e in Veneto,

un’uscita a cheppie sul Po piacentino, una gara in belly boat alla lanca di

Soltarico e due ritrovi al luccio sul lago di Endine (BG) e Osiglia (SV) e

soprattutto una imperdibile manifestazione di due giorni in Toscana,

correndo nel 2020 il quarantennale di fondazione del Club. Per realizzale

novità per il bimestre

PESCA (SKY CANALE 236)

A partire da sabato 1 febbraio alle ore 22, Pesca (Sky canale 236) presenta

Racconti di pesca 4. Torna il programma che racconta la pesca dal

punto di vista della telecamera di Marcello Adamo, regista di professione

e pescatore per passione. Storie vere di successi, insuccessi, avventure e

difficoltà raccontate con il classico stile del reportage. Una miscela sapiente

di avventure in acque dolci e acque salate, tante catture per altrettante

tecniche, dal drifting al tonno al bolentino di alto fondale, dalle

trote a enormi totani insidiati negli abissi. Un mondo favoloso di racconti

alieutici, per chi non ne ha mai abbastanza di storie di pesca.

Da martedì 11 febbraio alle ore 22 torna con i nuovi episodi un classico

del canale, Passione artificiale, una delle trasmissioni più longeve e

amate dagli appassionati, dedicata alla pesca con le esche artificiali. Come

sempre Matteo De Falco, accompagnato dai più affermati esperti del

settore, guida lo spettatore negli itinerari più interessanti per chi utilizza

esclusivamente gli artificiali. Dettagli delle varie tecniche, scenari affascinanti,

storie interessanti e immagini spettacolari caratterizzeranno

anche questa edizione dell’imperdibile e storico appuntamento di pesca.

A partire da venerdì 28 febbraio alle ore 22, infine, Pesca presenta Artifishal,

l’importante e anche controverso film prodotto dal fondatore del

brand Patagonia, Yvon Chouinard, che parla dell’effetto devastante degli

allevamenti ittici sull’ambiente. Il documentario esplora l’elevato costo

ecologico, ma anche economico e culturale, di un’industria che di fatto

ostacola il recupero dei pesci selvatici e inquina i fiumi, contribuendo al

problema che pensa di poter risolvere. Vedremo dunque la storia di una

vera campagna pubblica a sostegno dell’ambiente in cui i cittadini chiedono

ai governi di vietare la pratica dell’allevamento dei pesci in mare aperto,

per fermare il danno arrecato alle acque pubbliche e alle ultime specie

di salmone e trote di mare selvagge. Attivisti ed esperti mostrano in questo

documento straordinario la situazione in California, Oregon e Idaho

negli USA e poi Islanda, Norvegia, Scozia, tutti paesi in cui gli allevamenti

di salmoni hanno devastato i sistemi costieri e contribuito in modo consistente

alla drammatica estinzione del salmone selvaggio dell’Atlantico.

per un bilancio delle attività del 2019

UN ALTRO ANNO INSIEME

8 • MOSCA e SPINNING • 1/2020


lub Italia • www.spinningclubitalia.it

re le nostre iniziative ci siamo giovati nel 2019 del sostegno di alcuni

sponsor, in particolare le aziende Normark Italia, Flumen e Model Resine,

nonché del tour di pesca Lapland Outdoor Events di Aldo Silva. Per

la diffusione dello spinning, oltre all’attività sociale consueta, abbiamo

tenuto a Firenze, Piacenza e Lodi tre corsi per neofiti, riconosciuti da Fipsas

grazie alla presenza dei nostri Istruttori federali.

Abbiamo organizzato anche una minore attività garistica vera e propria,

con la partecipazione di alcuni nostri atleti ai campionati Fipsas di belly

boat e trota, oltre alla competizione in belly boat presso il lancone di

Soltarico a Lodi. L’abbiamo fatto però col nostro stile, ossia – come deciso

da anni – devolvendo il ricavato dell’evento al progetto di reintroduzione

del luccio in quei territori, opera che noi stessi stiamo realizzando

in collaborazione con i locali enti gestori della pesca. In effetti, accanto

all’attività sociale ricreativa in senso stretto, che si conferma ricca e

prioritaria, il Club ha sempre cercato di dare rappresentanza nelle opportune

sedi istituzionali agli interessi comuni della nostra tecnica, che si

giova moltissimo quando viene esercitata in ambienti acquatici sani e in

buon equilibrio. Diverse nostre sedi, come Torino, Vercelli e Pavia, hanno

collaborato in recuperi ittici e si sono impegnate in progetti di tutela

come quello a favore del luccio presso la lanca del Lido a Pavia. Le sedi

venete di Treviso, Venezia, Padova e Rovigo, in sinergia con la società

‘sorella’ Lanciatori del Polesine e grazie all’intensa attività del nostro

rappresentante presso la consulta regionale della pesca ‘Tavolo Blu’, Luca

Passarella, hanno continuato in un’attività di sostegno attivo delle

popolazioni di luccio e persico reale nelle acque venete, oltre ad avere

numerosi membri impegnati nei servizi di vigilanza come guardie ittiche

volontarie. Il grande impegno di Luca è stato coronato quest’anno da un

risultato inedito e encomiabile: su proposta di Spinning Club Italia le associazioni

rappresentate al ‘Tavolo Blu’ hanno sostenuto l’adozione di

un regime di no kill totale per luccio, marmorata e relativi ibridi per l’intero

territorio regionale, proposta poi accettata dall’Assessorato regionale

e introdotta, insieme al divieto di pesca col vivo, nel nuovo regolamento

della pesca. Anche in Piemonte l’accettazione della nostra proposta

alla Consulta della Pesca di Torino, seguita dall’amico Guglielmo Brizio,

ha permesso di introdurre un progetto sperimentale di tre anni di no

kill assoluto per il luccio. Sempre a Torino due nostri soci, dopo il prescritto

iter formativo, hanno conseguito il decreto di guardie ittiche volontarie

e ora prestano servizio di vigilanza. A Lodi, grazie alla costante

attività del gruppo di volontari del Club coordinati da Maurizio Lozzi e

Benso Perini, abbiamo sviluppato una collaborazione stabile col Consorzio

Irrigazioni Cremonesi che ha permesso di affinare l’attività dello storico

incubatoio dedicato al Progetto Marmorata, allargandola al luccio di

ceppo italiano con la costruzione di un laghetto artificiale dedicato alla

sua riproduzione.

Ultimo ma non ultimo, il Club ha proseguito nella collaborazione con il

WWF nazionale, col quale dal 2011 abbiamo firmato un comune protocollo

d’intesa. In tale ambito abbiamo partecipato alla coalizione Free Rivers

Italia con cui abbiamo ottenuto un primo blocco degli incentivi al

mini-idroelettrico, incentivi che, stravolgendo logiche economiche basilari,

rendono appetibili molte distruttive opere sui torrenti. Più ancora,

siamo stati uno dei pochi sodalizi di pescatori italiani che hanno attivamente

partecipato dal settembre 2018 al marzo 2019 alla consultazione

dell’Unione Europea circa il mantenimento della Direttiva Acque e

della sua scadenza al 2027. Ricordiamo che la Direttiva obbliga gli Stati

dell’U.E. a mettere in buono stato ecologico i propri ecosistemi acquatici

utilizzando come indice le popolazioni ittiche presenti. Da più parti si sta

premendo per allentare i vincoli della Direttiva e posticiparne l’applicazione

al 2053. Insieme a tante altre associazioni nazionali e internazionali

(fra cui ci piace ricordare l’Alleanza Pescatori Tedeschi, che ha raccolto

migliaia di adesioni), coordinate dal WWF europeo, abbiamo contribuito

a raccogliere oltre 370.000 firme di cittadini europei che si sono

pronunciati a favore dell’attuale scadenza, ottenendo uno dei risultati

maggiori di sempre in tali consultazioni. In questi giorni la commissione

tecnica chiamata a pronunciarsi sulle eventuali modifiche da introdurre

ha confermato la validità della Direttiva per come è stata scritta. Spetterà

infine alla Commissione Europea nel prossimo autunno 2020 la decisione

definitiva sull’argomento, ma senza l’impegno di tanti, e anche

di noi, non avremmo avuto speranze.

Insomma un anno ricco di eventi che ci vede come sempre impegnati

nella condivisione della nostra comune passione per la pesca, senza

però saltare l’impegno – nella misura del voluto e del possibile – indirizzato

alla conservazione e al miglioramento delle acque nazionali. Per

questo speriamo che tu voglia rinnovare ancora una volta l’iscrizione a

Spinning Club Italia e magari convincere un amico a fare altrettanto.

programma anno 2020

SEDI DI LODI E CREMONA

Giovedì 9 gennaio: festa del tesseramento.

presso la sede di via Callisto Piazza n°10 a Lodi

Domenica 16 febbraio: 4° raduno di pesca alla trota in laghetto.

Si pesca al mattino segue pranzo e premiazione.

Domenica 3 maggio: 1° raduno di pesca al lago idroscalo.

Si pesca al mattino, segue premiazione e pranzo.

Sabato 13 giugno: 13° raduno «Notturna di pesca al siluro».

A Lodi seguirà premiazione e grigliata.

Agosto: 25a vacanza di pesca al lago Aviolo trote a 2000 m.

Ai piedi del ghiacciaio Baitone nel parco dell’Adamello.

Modi e tempi da concordare.

Domenica 11 ottobre: 13° raduno di pesca a coppie al persico trota.

Luogo da destinarsi, seguirà premiazione e pranzo.

Domenica 8 novembre: 22° raduno di pesca al luccio.

Si pesca al mattino, segue pranzo e premiazione.

Per ulteriori informazioni potete contattare il responsabile di sede, Benso

Perini, al n. 391 33.75.229.

© pixaby - Direttiva acque

by REAL WINNER

w w w . r e a l w i n n e r . i t

1/2020 • MOSCA e SPINNING • 9


notizie

Ricapitoliamo le principali novità comparse

su PIPAM negli ultimi periodi, invitandovi a

leggere gli approfondimenti e novità direttamente

online sul sito www.pipam.it. Se

volete partecipare alla nostra comunità nativa

non dovete far altro che iscrivervi al

FORUM e partecipare attivamente alle discussioni.

Ma PIPAM è anche altro... troverete

articoli di tecnica, di flytying, recensioni,

test, filmati, ... fatti da pescatori a mosca

per i pescatori a mosca e con il quarto di secolo

online ormai nel mirino crediamo che di

materiale ce ne sia per molto e per tutti i

gusti. Siamo presenti anche su vari social

come Facebook (https://www.facebook.com

/groups/41688482011), Vimeo (https://

www.youtube.com/user/wwwpipam/videos)

e Instagram (https://www.instagram.com/

pipam.it) per cui, anche in questo caso, l’invito

è quello di iscrivervi e partecipare numerosi!

PIPAM NEWSLETTER

Abbiamo riattivato la NewsLetter di PIPAM

così che anche i PAM un po’ più distratti

possano essere avvisati delle novità pubblicate

sul sito. Chi non fosse ancora iscritto

può tranquillamente farlo sulla homepage

di PIPAM. Con cadenza mensile verrete

informati sulle novità del mondo della pesca

mosca.

FLY FISHING MAGAZINE

Dialogo tra il pam etico

e la sua coscienza

a cura di Valerio Santgostino (Balboa)

Solitamente la stagione di pesca va da fine

febbraio alla prima domenica di ottobre. A

dire la verità potrebbe essere da gennaio,

visto che in questo mese aprono alcuni fiumi,

però non ci sembra ‘etico’ pescarci con

le trote ancora in frega e quindi lo saltiamo.

Allora, facendo due calcoli, stando al calendario

ufficiale, dovrebbero essere sette mesi

pieni. Se consideriamo un paio di uscite

alla settimana, ne dovremmo avere a disposizione

circa una sessantina. Non male, ma…

A febbraio apre la Rienza, però le trote sono

deboli perché hanno appena finito il periodo

della riproduzione e poi inizia il prefrega

dei temoli. Ti sembra ‘etico’ pescarci!

Nei mesi di marzo e aprile c’è la frega dei timallidi:

direi che non è assolutamente ‘etico’

pescare in acque frequentate da temoli.

Mi hanno detto poi che cammino come un

elefante e calpesto tutti i letti di frega, perché

non li riconosco! Per non parlare di

avannotti di marmorata e fario che stanno

ancora sotto la ghiaia per cui si rischia di disturbarli

o addirittura di calpestarli.

Tra metà-fine aprile e metà giugno fregano

cavedano, barbo, sanguinerola, scazzone.

Pesci essenziali per le nostre marmorate,

come quelle del Brenta, ad esempio. E se

poi vogliamo essere precisi, questi due ultimi

pesci hanno forse più problemi di habitat

e sopravvivenza del temolo stesso. Per la

par condicio anche questi due pescetti andrebbero

tutelati e pure le loro freghe, o

vuoi distinguere pesci di seria A e di serie

B? Forse di serie C… Quindi non pescare!

Ephemera Dun

a cura di Luca Santoro

Materiali utilizzati:

Amo: Tiemco 103bl n. 18

Sottocorpo: Danville Spiderweb

Code: Select Hair Wing

Addome: filo 8/0 Light Olive

Rib: filo 8/0 Rusty Brown

Torace: SLF Dubbing Olive

Testa: filo 8/0 orange

Fly tying tools. Lo spillo

a cura di Andrea Cuccaro

Eccoci nuovamente a parlare di strumenti

per la costruzione degli artificiali. Oggi vorrei

dire quattro parole sullo spillo da costruzione,

a mio avviso uno degli strumenti basilari

nel kit del costruttore. Non importa

tanto che spillo sia, ma vi consiglio di averlo

sempre presente sul tavolo da lavoro, fin

dal primo tentativo di costruire un artificiale.

Il sottoscritto, novello tyer, alle prime

difficoltà, ha rubato un ago da lana dal ‘cesto

del cucito’ della moglie. Che soddisfazione

riportare alla ragione quella malefica

barbula che si era incastrata, ridare volume

a una piuma un po’ troppo schiacciata,

estrarre quei ‘due peli’ per realizzare delle

zampette, sistemare quel loop di tinsel non

proprio preciso, dividere la pelliccia per realizzare

uno zonker… e potrei continuare per

molto tempo.

A pesca di lampughe

a cura di Alberto Galeazzo (Faina)

La lampuga (nome scientifico Coryphaenna

hippurus), chiamata anche pesce capone o

corifena cavallina, è una specie pelagica

che vive nelle acque sia tropicali che subtropicali

degli oceani Atlantico, Pacifico, Indiano

ed è presente anche nel Mar Mediterraneo.

Gli esemplari sono già maturi per la

riproduzione intorno ai 4-5 mesi di età e so-

10 • MOSCA e SPINNING • 1/2020


litamente in Mediterraneo si riproducono a

fine inverno - inizio primavera, deponendo

le uova in superficie (ne producono almeno

80.000). Le lampughe possono vivere sino

a 5-6 anni e possono raggiungere i 15 Kg di

peso (qualche cattura occasionale può addirittura

arrivare ai 18-20 Kg e ai due metri di

lunghezza). Hanno un accrescimento pazzesco

e sembra addirittura che nel primo anno

di età possano aumentare la loro massa fino

a 100 g al giorno.

I THREAD PIÙ SEGUITI

Nel frattempo in un luogo

molto lontano

a cura di Antonio Napolitano (Flyaenne)

Angelo Piller e Antonio Napolitano condividono,

in tempo reale, la loro avventura di

pesca direttamente dalla Nuova Zelanda.

Tra le varie sfide, c’è quella di riuscire a catturare

le trote con l’imitazione di topo: ci saranno

riusciti? Per saperlo seguite il thread

dedicato.

Le migliori catture del 2019

a cura di Paolo Fortunati (Pablo)

Eccomi qui a fare il resoconto dell’anno di

pesca appena trascorso. Quest’anno ho fatto

meno uscite del solito, ma con i tre viaggi

da me effettuati ho mantenuto la mia solita

media annuale! È stato un grande anno,

soprattutto perché sono riuscito a catturare

diverse nuove specie mai prese prima, alcune

in luoghi meravigliosi! Le elencherò per

itinerario di pesca...

I CERCHI PIÙ INTERESSANTI

Fibra di vetro

a cura di Angelo Piller (Angelo)

«Glass is not dead!» è lo slogan che si legge

un po’ dappertutto in molti siti americani.

Ormai non si può più parlare di semplice

‘moda del momento’: le canne in fibra di vetro

si vedono sempre più spesso persino

nella pesca a mosca in mare. Il limite della

fibra di vetro, ovvero il fatto di essere più

pesante rispetto a una canna in grafite, viene

compensato da una maggiore piacevolezza

in pesca – aspetto che viene comunemente

definito fun to fish – e da una maggiore

resistenza della fibra rispetto al carbonio.

Digitalizzare vecchie foto

a cura di Beppe Saglia (Beppe S.)

Il piacere di sfogliare un vecchio album c’è e

ci sarà sempre. Ma nell’’era della condivisione

diventa quasi scontato procedere alla

noiosissima operazione di digitalizzazione

del cartaceo. Per non parlare delle diapositive.

E con risultati spesso deludenti. Esperienze?

Consigli?

Riorganizzare le flybox

a cura di Antonio Napolitano (Flyaenne)

È ormai abitudine, a fine stagione, riorganizzare

le scatole delle mosche. L’occasione

è buona per selezionare quelle che nel corso

dell’anno hanno dato maggiori soddisfazioni.

AKTIV HOTEL GARGANTINI

50 chilometri di riserve private dedicate alla pesca a mosca e allo spinning

In Austria, a pochi chilometri dal confine italiano, l’Aktiv Hotel vi offre:

• un prezzo uguale tutto l’anno

• una struttura completamente al servizio del pescatore

• un servizio di accompagnamento gratuito, possibilità di uscite guidate e corsi PAM

• un filo diretto sulle condizioni delle acque

Affrettatevi a prenotare: le nostre riserve sono a numero chiuso!

Per maggiori info:

www.trophyclub.it • albertogargantini@libero.it • tel. 0043/6641736341

Risparmiate sul prezzo, non sulla qualità!


TECNICA EGING

EGING

IN 4 MARI

FRANCESCO LI BIANCHI [francesco.libianchi@libero.it]

CON LA COLLABORAZIONE DI ANTONINO PALAZZOLO, ALESSANDRO PUGGIONI, ALESSANDRA GARBIN, FEDERICO PLET

Se dovessi rispondere alla domanda «Qual è la sca), e che rappresenta un modo di rapportarsi al mare ‘semplice’:

basta un minimo di attrezzatura e si è pronti a vivere

tecnica che accomuna maggiormente i pescatori

ricreativi in mare in Italia?» avrei una risposta un’avventura affascinante, che oltretutto consente di godere

certa: l’eging. Esiste in fatti un variegato mondo della pace dei paesaggi marini, essendo per lo più una pesca

di praticanti di discipline di pesca di ogni tipo, dai ritmi lenti.

sia dalla barca che dalla costa, che amano infinitamente

il magico mondo della pesca dei cefalo-

esperti della tecnica che provengono da quattro aree marine

In questo articolo mi piace far raccontare l’eging da quattro

podi con gli artificiali. Ne è testimonianza il proliferare di diverse della penisola; dai loro racconti traspare la comune

eventi, raduni e gare a cui partecipano contemporaneamente emozione nel vivere l’esperienza, accompagnata da diverse

anche duecento pescatori, attrezzati di tutto punto. C’è chi informazioni utili per i lettori su come affrontare nel miglior

proviene dal surf casting, chi dallo spinning, chi dalla pesca modo possibile la ricerca dei cefalopodi nei vari contesti, condizioni

e periodi. Niente di esaustivo, naturalmente, perché lo

con il galleggiante o dalla barca… insomma, di tutto di più, oltre

naturalmente ai ‘puristi’ della tecnica. L’eging, inoltre, è spazio a disposizione non basta mai, ma chi non si è ancora

oggi molto amato anche dal gentil sesso e dai più giovani, il avvicinato al mondo dell’eging troverà utili indicazioni, mentre

i più esperti, spero, qualche spunto. Si tratta, allo stesso

che non può fare altro che piacere. È una tecnica che si pratica

nei più disparati ambienti, molti dei quali anche di facile accesso,

come spiagge e zone portuali (dove è consentita la pe- diffusione di questa splendida tecnica nel nostro mare.

tempo, di una panoramica che fa il punto sull’evoluzione e la

16 • MOSCA e SPINNING • 1/2020


Tirreno meridionale

Pesco nella mia amata Sicilia, in particolare a Palermo, da

quando avevo sei anni; mi sono infatti sempre bastati uno

specchio di acqua salata e una canna da pesca per stare bene.

Pratico con passione diverse tecniche, ma da circa otto anni

mi dedico assiduamente ai cefalopodi. Vivendo su un’isola, ho

la possibilità di spostarmi in diversi spot e mi muovo tra le coste

palermitane e trapanesi, che per quanto vicine hanno peculiarità

diverse. In Sicilia la pesca dei cefalopodi si effettua

per lo più nel periodo invernale, quando la temperatura dell’acqua

si abbassa e i nostri amici iniziano le loro scorribande

nel sottocosta. Nel Palermitano frequento spesso le scogliere

esterne dei moli, dove anche in bassi fondali non è raro l’incontro

con calamari di ottima taglia, ma dove quella delle seppie

spesso non è rilevante a causa dell’eccessivo ‘sfruttamento’

del mare: per cercare qualche esemplare di taglia occorre allora

andare in spiaggia (qui poco profonda), dove nel periodo

che va da novembre a gennaio si possono effettuare belle catture.

Nel Trapanese, invece, vado in scogliera, dove i fondali

importanti favoriscono la presenza di calamari già a inizio stagione;

qui le seppie accostano tardivamente: nel periodo successivo

a febbraio iniziano ad essere presenti in gran numero e

con taglie di tutto rispetto. Negli spot citati la presenza dei

polpi non è rara, ma con l’eging la loro cattura non è proprio

una regola ed è preferibile impiegare attrezzature diverse.

All’inizio utilizzavo una canna da spinning, ma col passare

degli anni ho sentito la necessità di cercare un attrezzo che

rispondesse ad alcune precise esigenze: sensibilità e morbidezza,

soprattutto per le fughe dei ‘big squid’. Da due anni,

così, possiedo una canna da eging dedicata che risponde a

pieno alle mie esigenze. Alla canna abbino un mulinello di taglia

3000 di buona fattura, in quanto la tecnica prevede l’utilizzo

del trecciato, per cui, al fine di evitare le fastidiose parrucche

è bene avere qualcosa di affidabile. Il trecciato è di

fondamentale aiuto: grazie all’assenza di elasticità permette

di sentire le minime tocche, che specialmente per le seppie

sono a volte impercettibili; mi sento di consigliare un otto capi

dello 0.8 PE, al quale va unito uno spezzone di circa 60 cm

di fluorcarbon (io utilizzo un buon 0.23), che termina con

uno snap al quale agganciare gli egi.

Il capitolo delle esche è ampio e vario, dal momento che in

commercio ne esistono davvero tante, dalle più blasonate alle

più economiche. Posso dire con sicurezza che hanno tutte la

loro efficacia, perché anche i modelli meno cari permettono di

fare catture e sono molto utili quando ci si trova a testare nuovi

spot per verificare la presenza o meno di incagli. È indiscutibile

comunque che gli egi più costosi hanno qualcosa in più: si

lanciano meglio, affondano sempre in assetto (45°), hanno una

qualità dei componenti superiore, presentano infine un fattore

per me fondamentale, che definisco ‘la precisione dei cestelli’,

ovvero la qualità degli aghi in relazione all’aggancio nelle morbide

carni dei cefalopodi. Gli aghi devono infatti penetrare delicatamente,

ma assicurare una presa ben salda, che eviti lo

sganciarsi della preda. Da alcuni mesi sto testando gli Egista

Tsuriken, totanare di ottima qualità e reperibili in una gamma

di tipologie e colori notevole. Esistono infatti egi normal, slow

(affondamento lento), deep (affondamento rapido), rattle (con

sfere interne che favoriscono il suono di una lunghezza d’onda

molto attirante) e glow (dotati di luminiscenza, quando vengono

attivati con lampade adatte allo scopo sprigionano una luce

utile ad evidenziare l’artificiale). Per quanto riguarda i colori,

non esiste una regola che dica quali siano i migliori in assoluto,

anche perché ciò varia da zona in zona e in base alle condizioni

che possono presentarsi. In linea di massima, quando l’acqua è

pulita si utilizzano colori naturali, mentre quando è scura sono

da preferire tinte cangianti e di contrasto.

L’azione di pesca prevede, dopo aver lanciato, di far scendere

l’artificiale all’altezza voluta con jerkate lente e prossime al

fondo per le seppie che stazionano negli strati più bassi della

colonna d’acqua (ottimi gli egi deep in questi casi), mentre è

preferibile effettuare jerkate ampie e ripetute per sondare i

diversi strati alla ricerca dei calamari (vengono utili allora gli

egi slow), che a seconda della luna e della corrente si staccano

dal fondo, consentendo di ottenere attacchi anche negli strati

superficiali. Il recupero va sempre effettuato in modo costante

e senza forzare per evitare di ‘strappare’ i cefalopodi; è fondamentale

l’utilizzo di un buon guadino per salpare le prede.

L’eging è una tecnica apparentemente semplice, ma che dà risultati

soltanto dopo averla capita fino in fondo e averla praticata

per molto tempo. Con l’esperienza, come sempre, si imparano

trucchi e si elaborano strategie personali. Una cosa

che mi sento di consigliare, per esempio, è quella di utilizzare

colorazioni scure (anche di notte), che danno spesso ottimi

risultati: personalmente utilizzo con fiducia egi neri o marroni,

con risultati soddisfacenti nelle più disparate situazioni.

Consiglio a tutti di provare la tecnica dell’eging per la sensazione

di calma interiore e concentrazione che si vive durante

i momenti di pesca… e per l’adrenalina improvvisa che nasce

dall’incontro con gli esemplari di taglia.

Antonino Palazzolo

1/2020 • MOSCA e SPINNING • 17


TECNICA MOSCA

LE CORREZIONI DEL LANCIO

con le code leggere

MASSIMO MAGLIOCCO [max@massimomagliocco.it]

Se la nostra mosca non va dove vogliamo noi, i

motivi vanno ricercati in una cattiva impostazione

del lancio. Parlare di argomenti tecnici è

sempre arduo sulle pagine di una rivista, ma anche

la lettura di spiegazioni teoriche può dare

una mano a iniziare a comprendere i propri errori,

specie quando si è agli inizi.

Gli errori dei quali parleremo in questo articolo sono riferiti a

quello che di solito viene chiamato ‘lancio verticale’, non ai

lanci finalizzati a combattere il dragaggio oppure a mettere la

mosca sotto la vegetazione e così via. Per arrivare a gestire al

meglio la coda in tutte le situazioni, usando svariati lanci, occorre

infatti imparare a ‘domarla’ con il lancio verticale (non

parlo di angolato, altrimenti le cose si complicano). Una volta

che la coda è appunto doma e fa quello che vogliamo noi e

non quello che vuole lei, allora è possibile passare oltre, al fine

di imparare altre dinamiche che in pesca, specie in acque

mosse, sono estremamente importanti se non basilari al fine

di pescare a secca.

gli errori

Di solito gli errori più comuni che si commettono nel lancio

base, quello cosiddetto verticale, derivano da piccoli ma importanti

dettagli che a prima vista non vengono nemmeno

notati. Sommati a un’impostazione non corretta, ovvero a

quel minimo di stile che tutti dovremmo avere, danno vita ad

alcuni risultati negativi che si traducono nell’impossibilità

per il pescatore di mettere la mosca dove vuole. Per poter lanciare

dignitosamente, è necessario correggere quattro diversi

tipi di errore, che si possono sintetizzare in:

1. piegamento del polso nel lancio indietro;

2. coda che viaggia su un asse diverso da quello disegnato dal

vettino della canna;

3. spinte non corrette;

4. uso errato della sinistra.

Se commessi tutti quanti insieme, questi errori impediscono

qualsiasi tipo di lancio che si possa definire ‘decente’. Fortunatamente

la maggior parte di coloro che hanno deciso di migliorare

la propria tecnica ne possiedono solo alcuni.

Il piegamento indietro del polso costituisce spesso un’eredità

di precedenti tecniche, specie in chi viene dallo spinning. All’inizio,

tutti hanno l’impressione che, nel lancio indietro,

piegando il polso si riesca a imprimere alla canna più spinta.

L’inconveniente, tuttavia, fa cadere la coda all’indietro sull’acqua,

con tutte le problematiche che nascono nel rilanciarla

in avanti. Per piegamento del polso intendo l’attimo esatto

della spinta nel lancio indietro, che verrà eseguita proprio dal

piegamento del polso verso il basso, che di solito è preceduta

da un caricamento della canna estremamente ‘violento’, nel

senso che sarà eseguito senza nessuna progressione. Nel rilanciare

in avanti si dovrà rialzare la coda che era andata ver-

22

• MOSCA e SPINNING • 1/2020


Errore nel piegamento del polso nel lancio indietro. A sinistra: l’errato piegamento;

a destra: la corretta posizione del polso.

so terra alle spalle del pescatore, ottenendo il risultato, nel

lancio in avanti, della formazione di un loop molto ampio a

causa di un forzato riallineamento della coda con la vetta della

canna, dovuto a una rotazione di tutta l’attrezzatura. Se la

coda fa quello che la canna comanda, è chiaro che partendo

con una canna quasi parallela alle nostre spalle, quasi sicuramente

nel lancio in avanti la rotazione, tipo lancetta dell’orologio,

produrrà un loop enorme, che a sua volta produrrà una

coda che collasserà in acqua, spesso ammucchiandosi. Nella

spinta all’indietro, quando la canna sta all’altezza della testa e

in posizione verticale, anziché imprimere la forza verso il basso

occorre sforzarsi di spingere verso l’alto. Solo dopo aver

dato la spinta potremo flettere (non piegare) il polso e assecondare

per un po’ la coda, anche perché il loop sarà già stato

prodotto e quindi la coda seguirà la traiettoria, questa volta

giusta, che questo ha determinato. Sarà la flessibilità della

canna a fare il resto, avendo come risultato una coda che

viaggerà veloce verso l’alto alle nostre spalle. Questo primo

errore è facilmente eliminabile con un po’ di allenamento.

Il secondo errore, quello della coda disassata rispetto al vettino

della canna, è invece più difficile da eliminare. Mi sto sempre

riferendo alle code leggere,

quelle per intenderci che

arrivano alla 4, sia DT che WF,

che per poter essere lanciate

correttamente richiedono una

grande tensione. Se a ciò sommiamo

un finale piuttosto

lungo, diciamo di 5 m, le cose

si complicano ed è facile capire

perché. Una coda leggera

non tesa equivale a disegnare

in aria forme geometriche,

estremamente brutte da vedere,

che non generano nessun

risultato valido ai fini della pesca.

Con le code pesanti il discorso

cambia, in quanto la

massa della coda va a tappare i

buchi lasciati dall’eventuale

scarsa tensione. Una coda lanciata non in asse,

sia indietro che in avanti, perde tensione

e di conseguenza velocità. La causa di tale

errore sta nella spinta all’indietro o in avanti

data ‘aprendo’ o ‘chiudendo’, cioè con la canna

che esce o rientra rispetto a un ipotetico

asse, agendo quindi su traiettorie diverse. La

coda deve assolutamente seguire la stessa

retta disegnata dalla vetta della canna e viaggiare

quindi sullo stesso asse qualunque sia

l’inclinazione della canna, sia nel lancio in

avanti che in quello indietro. Stare in asse

contribuisce quindi a non far perdere alla

coda di topo la tensione necessaria che serve

per lanciare in velocità, ma è la precisione

quella che se ne gioverà di più. Pensate, ad

esempio, di aver mirato in un punto ben preciso;

se la coda non sta in asse con il vettino

della canna, che in questo caso funge da ‘mirino’, farà sicuramente

un tragitto diverso, vanificando ogni risultato prefissato.

Eliminare questo difetto, come accennato, non è facile, dal

momento che i riferimenti non sono molti, specie nel lancio

all’indietro, senza considerare che anche piccoli fuori asse, che

all’altezza del mulinello sono sì e no percettibili, a oltre due

metri più in su, e cioè all’altezza della vetta, sono sicuramente

più ampi. Per eliminare il difetto occorre anzitutto rendersi

conto del fatto che lo si sta commettendo. A meno che non sia

eclatante, infatti, la rotazione all’esterno del mulinello (l’unica

spia che il pescatore può avere per verificare la rotazione)

spesso non viene affatto ravvisata dal lanciatore. Per potersene

accorgere, o ci si fa seguire da qualcuno, che anche se non lanciatore

sarà sicuramente in grado si valutare il fuori-asse, o si

fa la cosiddetta prova del ‘muro’, che consiste, trovata una parete

possibilmente liscia e senza ostacoli, nel simulare il lancio

senza canna, facendo toccare la punta delle dita sul muro in

tutto il tragitto avanti e indietro. Chi va in fuori asse si accorgerà

che in un determinato punto del lancio, di solito nelle

spinte in avanti e indietro, le dita si discostano dal muro. Lì e

solo lì bisogna concentrare tutti gli sforzi.

Errore nell’apertura verso l'esterno nel lancio indietro che causerà un fuori

asse. A sinistra: il movimento errato, con il mulinello aperto; a destra: giusto

asse nel lancio indietro: si noti il mulinello in asse con la canna.

1/2020 • MOSCA e SPINNING • 23


TECNICA SPINNING

L’ORA DELL’ASPIO

RENZO DELLA VALLE [renzodellavalle@gmail.com]

FOTO DI RENZO DELLA VALLE, MARIO NARDUCCI E SIMONE CARSETTI

Tra i pesci predatori introdotti nei fiumi italiani

agli inizi di questo secolo, l’aspio è senza te calato nel numero: gli aspi hanno fatto strage dei piccoli

si è stabilmente insediato, il nostro cavedano sia notevolmen-

dubbio il più elusivo nei confronti dei nostri cavedani, per i quali hanno una particolare predilezione. Possiamo

affermare che l’aspio è più simile, nel comportamento,

artificiali. Molti spinner pensano ancora oggi

che, essendo un ‘cugino’ del nostro cavedano, alla grossa trota di fiume o al persico reale, visto che caccia in

abbia un comportamento simile e si ostinano particolari orari della giornata e con finestre di attività limitate

e che preferisce inseguire il pesce foraggio in piccoli gruppi

a pescarlo con gli stessi artificiali che da sempre

indirizzano al ciprinide nostrano. Ma si sbagliano. A partire

dal fatto che l’aspio è un predatore puro e che, anche se i molto differente dagli altri pesci carnivori e persino dai cipri-

bene organizzati. Ma c’è un altro aspetto che rende l’aspio

soggetti più piccoli si lasciano prendere con esche naturali nidi suoi parenti: il periodo della riproduzione è decisamente

quali il bigattino, gli esemplari medio-grandi si comportano anticipato e, per quanto riguarda i fiumi della pianura padana

da carnivori spietati, ai danni di tutto il pesce foraggio del circondario.

Non è un caso se, nei fiumi di pianura dove l’aspio avviene alla fine dell’inverno.

(che poi sono quelli dove l’aspio si è diffuso maggiormente),

26 • MOSCA e SPINNING • 1/2020


in anticipo su tutti

L’anticipo della frega è un’autentica stranezza

nel mondo dei ciprinidi nostrani e di importazione.

Mentre il cavedano frega nei fiumi

tra maggio e giugno, l’aspio inizia a riprodursi

già a febbraio, sviluppando dapprima i

‘tubercoli nuziali’, una punteggiatura sempre

più marcata e localizzata del corpo, facilmente

visibile e percepibile passando i polpastrelli

su capo e dorso del pesce. Questa particolarità

anatomica ci aiuta nel prevedere quando

avverrà la fase riproduttiva, che si esaurirà

poi in una decina di giorni. Ed è questo momento

clou che coincide con le maggiori probabilità

di cattura, proprio come avverrà, con

qualche mese di ritardo, per il cavedano nostrano.

Il richiamo della riproduzione è sentito

dapprima dagli aspi più grandi, quasi sempre

femmine cariche di uova che attirano sui

letti di frega i maschietti più piccoli. In breve

si formano gruppi di aspi tutti di taglia interessante,

molto nervosi e reattivi, pronti a

scacciare qualsiasi piccolo pesce che entri nel

loro territorio di frega.

I letti di frega sono costituiti da fondali medio-bassi,

con almeno due metri d’acqua, su

correnti uniformi, costituiti da un mix di sabbia e ghiaietto.

Di norma vengono scelte le correnti vicino a rive piatte e

sabbiose che si trovano di fronte alle massicciate profonde

dove gli aspi si radunano con l’arrivo dell’inverno, cercando

di mantenere il contatto col pesce foraggio. La fase riproduttiva

vera e propria può partire decisa e durare, come si è detto,

una decina di giorni, ma possono esserci dei periodi di

stasi e di ripresa che si verificano se sopraggiungono piene

anomale o se il livello del fiume cala improvvisamente. Trovare

questi spot non è comunque facile, e occorre sempre

una buona conoscenza del fiume. Ad aiutarci intervengono

gli aspi che, dopo essersi concentrati sui fondali per la frega,

ogni tanto si mostrano saltando o compiendo rumorosi gorghi

in superficie.


ALI che passione

STELIO DI MANNO [steliodima@gmail.com]

FOTO DI RUGGERO DI MANNO

Quello delle ali è uno degli eterni dilemmi

della costruzione. Come realizzarle: in

piuma, in fibre, in pelo? Rispolverando

un metodo lanciato qualche tempo fa da

Renato Cellere, ho preso un foglio di cellophane,

ho ritagliato un quadrato e ho

cominciato a fare delle ali… Occorre anzitutto

carteggiare bene il cellophan con una carta abrasiva

da carrozziere per togliere il lucido, quindi sagomarle con le

forbici a seconda delle esigenze. Ciò fatto, ci si deve passare

sopra con uno spillo per realizzare le venature, colorarle con

dei pantoni e applicarle. Come sempre, trovato un metodo ho

provato ad applicarlo nella costruzione di diversi insetti, dalle

effimere ai tricotteri, ai plecotteri. Mi sono avventurato anche

nel mondo dei gamberetti, facendo il carapace. In pesca hanno

dimostrato un buon approccio all’acqua: non frullano e

sono abbastanza resistenti, per cui ho pensato fosse interessante

proporne qui alcuni.

1

40 • MOSCA e SPINNING • 1/2020


1. Effimera

2

• amo: n. 16

• corpo: quill oliva

• cerci: gallo grigio

• ali: cellophane sagomato tinto

grigio

• zampette: camoscio in asola

Da usare durante la schiusa di piccole

effimere in primavera.

2. May fly

• amo: n. 8

• cerci: fibre

• coda: fagiano maschio

• corpo: dubbing di maschera di lepre

chiara

• ribbing: coda di fagiano

• ali: cellophane sagomato e tinto

con pantoni

• collarino: camoscio

3

Da usare in presenza di grosse effimere

nella tarda primavera.

3. Leutra fusca

• amo: n. 18

• corpo: airone grigio

• ali: sezioni di cellophane sagomate

e tinte grigio

• collarino: cul de canard e gallo

pardo in asola

Mosca indispensabile a inizio e fine

stagione di pesca; da usare in

caccia.

4. Grey sedge

4

• amo: n. 12

• corpo: dubbing di foca grigio con

lepre artica naturale

• ali: due sezioni di cellophane sagomato

e pantonato, montate so -

vrapposte

• collarino: mix di capriolo e lepre

artica

• antenne: alce

Da usare in caccia, nei pomeriggi

estivi.


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Skirmjan MSK-PH-792MH

Length: 7’9” (236 cm)

Lure: 3/8 – 1 oz (10–28 g)

Line: 10–20 lb

Action: Fast

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La Skirmjan MSK-PH-792MH è una canna in due sezioni adatta alla ricerca di tutti i predatori, in acque sia

dolci che salate. Ottima con minnow e jerk oppure esche in gomma e testa piombata, è molto conica e dunque

estremamente sensibile per trasmettere efficacemente il contatto col fondale e le più timide abboccate,

anche 84 nei • recuperi MOSCA e a SPINNING balzi, su • profondi 4/2019 fondali e nelle grosse correnti. Non teme le forti sollecitazioni con pesci

di taglia importante.

Potenti, leggere ed estremamente bilanciate, grazie

alla tecnica costruttiva che riesce a combinare due

differenti tipi di carbonio ad alto modulo HHC (Hyper

Hard) e FC (Flexible) con una nuova resina ad alta

densità, le canne Skirmjan sono disegnate e progettate

per la moderna pesca con le esche artificiali.

Ogni modello ha caratteristiche specifiche per

tecnica e tipo di artificiale.


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partizione dei pesi, che lo bilancia in ogni condizione di pesca. I numerosi test effettuati hanno dimostrato che reagisce in scioltezza a ogni categoria

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l’utilizzo di una resina base e di una rifinitura completamente innovative. Il risultato è un artificiale suspending eccellente sino a un metro e

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recensioni

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Lure 1/32 - 3/16 oz Line wt. 1-4 lb, 50 euro l'una. Gianpiero,

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Spinnig, tutte con fodero o tubo originale, più Hardy serie Yet. Alessandro,

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Giorgio Fattori, Beppe Saglia, Valerio Santagostino, Manuale di pesca

a mosca. Tecniche, tattiche e materiali per pescare in Italia e all’estero,

Prefazione di Angelo Piller, Postfazione di Maurizio Vedovati,

Editore Ulrico Hoepli, Milano 2019, seconda edizione, 23,5x22

cm, pp. x+390 completamente illustrate a colori, ISBN 978-88-203-

9138-6, € 39,90, disponibile in e-book, www. hoeplieditore.it.

Esaurita la prima edizione del 2007, esce ora arricchita di 64 pagine,

nonché di coperta cartonata e sovracoperta a colori (ma allo stesso

prezzo di allora), la seconda edizione di questo importante manuale, che

prende in esame tutti gli aspetti della pesca a mosca, senza trascurarne

nessuno ma soffermandosi in particolare sul lancio (ben 150 pagine) e

sulle tecniche da adottare nei vari ambienti e nei confronti dei pesci che

li abitano (altre 120 pagine). Le novità e gli aggiornamenti del volume

riguardano la tecnica della Tenkara, che tanto sviluppo ha avuto in Italia

negli ultimi anni, a cura di Giorgio Fattori (con la collaborazione di Ryuta

Okano e Uberto Calligarich), i lanci con canna a due mani (Spey, Scandi e

Skagit), a cura di Valerio Santagostino, e la pesca all’estero, con la descrizione

dei relativi pesci, a cura di Beppe Saglia.

Tutte le parti del volume sono riccamente e ben illustrate, cosa della

quale si giovano in particolare le pagine sul lancio, per la migliore comprensione

di argomenti tecnicamente più complessi. Il risultato complessivo

è quello di uno strumento prezioso, ideale nel dare risposte corrette,

precise e spesso esaustive – con uno stile pratico e ben comprensibile

– alle varie domande che si possono affacciare alla mente di chi vuole

intraprendere la pratica di questa meravigliosa tecnica di pesca o vuole

approfondirne aspetti nuovi o meno noti. È una gioia che la scarsa bibliografia

italiana in materia si arricchisca della seconda edizione di questo

volume, tornato così a rappresentare una sicura fonte di partenza, ma

anche di consultazione, per il moderno pescatore a mosca. (e.o.)

Vendo le seguenti canne da spinning: Rapture X RAY 6'8, 3/16-5/8,

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nuova, vendo per sfoltimento attrezzatura € 80; Savage Gear Bushwhacker

8' 10-40 g, due pezzi: vinta in una gara, ha ancora i cartellini

e il nylon sul sughero € 80. Gran canna da luccio/serra. Spedizione a carico

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80 • MOSCA e SPINNING • 1/2020



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