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Petranboard<br />
The people of Petran, Turkey,<br />
have been snowboarding for roughly<br />
300 years.<br />
Offline in Albania<br />
Sometimes you get a trip so good<br />
that the travel part is just as exciting<br />
as the destination.<br />
Severin Van Der Meer<br />
“I don’t really like to get told I shouldn’t<br />
do something, but I love to get<br />
inspired from other people.”
JONES MTB
+ + +<br />
JONES<br />
JONES XLT<br />
JONES ZEPHYR<br />
EXPERIENCE<br />
THE<br />
THIRTYTWO.COM
Edito°<br />
TEXT<br />
Matteo Rossato<br />
PHOTO<br />
Achille Mauri<br />
Il tema di questo edito è la tecnologia.<br />
Prima che controlliate la copertina per vedere se<br />
avete erroneamente aperto una copia di Focus,<br />
vi anticipo che sì, vi è un nesso con lo snowboarding,<br />
quindi abbiate la pazienza di leggere fino in fondo.<br />
Dunque dicevamo il tema è la tecnologia e in particolare<br />
i suoi pro e contro. La tecnologia ha reso<br />
fruibile l’informazione ad un pubblico infinitamente<br />
più ampio di quanto i mezzi di comunicazione classici<br />
abbiamo mai potuto aspirare. La tecnologia ha<br />
messo alla portata di tutti i famosi 15 minuti di celebrità,<br />
così come ha dato l’occasione a chiunque di<br />
potersi affermare, grazie alle infinite possibilità dei<br />
social network e delle piattaforme digitali.<br />
La tecnologia ha letteralmente azzerato le distanze<br />
tra le persone, almeno potenzialmente. Ma la tecnologia<br />
ha anche compromesso la qualità dell’informazione<br />
e dei media: oggi chiunque con una connessione<br />
dati può dire la sua e renderla pubblica: questo<br />
non lo rende necessariamente un divulgatore, un attore<br />
o un giornalista. La tecnologia ha azzerato così<br />
efficacemente le distanze, che ora abbiamo intere<br />
generazioni di alienati, che non riescono a comunicare<br />
se non tramite la rete, con messaggi, commenti<br />
o video reaction: si litiga su instagram, si denuncia<br />
su twitter e ci si sfoga su youtube. Su questo numero<br />
di <strong>Sequence</strong> troverete molti spunti di riflessione in<br />
merito. Abbiamo parlato con Absinthe di quanto le<br />
premier dei video, una volta comuni e ora una rarità,<br />
siano importanti per il tessuto sociale del nostro<br />
sport e per tale motivo loro, da 15 anni, non mancano<br />
di organizzare un tour mondiale di date.<br />
Siamo andati Offline con Nitro in Albania, che tramite<br />
il loro ultimo film, propone di scollegarsi ogni tanto<br />
dalla rete per godere del mondo reale. Abbiamo<br />
discusso con Matt Georges del suo ultimo progetto<br />
DIY cartaceo Club Sandwich ed infine abbiamo raccontato<br />
la gloriosa storia di Transworld snowboarding,<br />
caduto sotto il fuoco nemico della democratica<br />
“comunicazione digitale” moderna.<br />
In tutto questo quindi, qual’è la morale? La tecnologia<br />
è un male? Non necessariamente. Ma sicuramente<br />
dopo la scorpacciata di informazioni istantanee<br />
propinate ogni minuto dai social negli ultimi anni, il<br />
popolo dello snowboard sta sentendo la necessità di<br />
fermarsi un momento e tornare a godere dei preziosi<br />
momenti che la montagna offre, delle ragionevoli<br />
attese per vedere un bel video o per leggere un articolo<br />
ben scritto su un magazine, o semplicemente<br />
compiere l’atto sovversivo di buttare il cellulare<br />
nella giacca in modalità silenzioso e scambiare due<br />
parole con il compagno di surfata.<br />
Sono certo che il buon Jake sarebbe d’accordo.<br />
2°
Grilo at Avoriaz 1800<br />
Snowboarding<br />
simplified<br />
for everyone.<br />
BUR19_20W_StepOn_<strong>Sequence</strong>IT_#2.indd 1 10.10.19 09:47
Editor In Chief<br />
Denis Piccolo<br />
Creative Director<br />
George Boutall<br />
Editorial Coordinator<br />
Matteo Rossato<br />
Crew<br />
Editor In Chief<br />
Denis Piccolo<br />
denis@hand-communication.com<br />
Editorial Coordinator<br />
Matteo Rossato<br />
ross@hand-communication.com<br />
Advertising Office<br />
hello@hand-communication.com<br />
+39 333 7741508<br />
Creative Director<br />
George Boutall<br />
george@evergreendesignhouse.com<br />
Graphic Design<br />
Francesca Pagliaro, Diego Marmi,<br />
Stefano Luongo<br />
Editing & Translation<br />
Giacomo Margutti<br />
<strong>Sequence</strong>-Magazine.com<br />
Federico Mura<br />
hello@hand-communication.com<br />
Photographers & Filmers<br />
Matt Georges, Dominic Zimmermann, Markus<br />
Rohrbacher, Gianfranco Battaglia, Claudio<br />
Foco, Cyril, Silvano Zeiter, Kevin Kok, Achille<br />
Mauri, Migi, Roberto Bragotto, Alex Steward,<br />
Francesco Zoppei, Scotty Stephenson, Ben<br />
Gavelda, Aaron Schwartz, Andrea Schilirò,<br />
Thomas Monsorno<br />
Collaborators<br />
Lisa Filippini, Elisa Maria Ferrari, Giulia<br />
Boccola, Silvia Galliani, Marta Manzoni, Luca<br />
Albrisi, Enrico Santillo, Antonio Isaja, Sofia<br />
Parisi, Fabrizio Bertone, Simone Lovera<br />
Cover<br />
Severin Van Der Meer by Silvano Zeiter<br />
Company Editor<br />
Hand Communication<br />
Corso Francia 17 - Torino<br />
hello@hand-communication.com<br />
Store Magazine Map<br />
sequence-magazine.com/magazine-finder<br />
Online Shop & Subscriptions<br />
sequence-magazine.com/shop<br />
Printers<br />
L’artistica Savigliano<br />
Savilgiano - Cuneo - Italy<br />
lartsavi.it<br />
Distribution<br />
25.000 copies distibuted in +500 European<br />
stores: Italy, Switzerland, Austria, Germany,<br />
France, England, Spain, Belgium,<br />
Finland, Holland, Czech Republic,<br />
Slovakia & Portugal<br />
4°
RIDE SICKY SEQUENCE SINGLE 190X250.indd 1<br />
9/16/19 6:18 PM
116° Severin Van Der Meer<br />
84° Campiglio to Alberg<br />
92° On the Shoulders<br />
of Giants<br />
76° Jake Burton<br />
98° Offline in Albania<br />
60° Petranboard<br />
106° Japan Triple<br />
Index<br />
8° The daily News<br />
12° Fresh Made<br />
16° Killer Collabs<br />
20° Eco Seven<br />
24° Auclair Gloves<br />
26° <strong>Sequence</strong> Guide<br />
28° Blue Tomato<br />
30° Yoga Snowboarding<br />
32° Skicircus<br />
34° Ursus Snowpark<br />
36° Pila Snowland<br />
38° 15 Minutes<br />
40° Sam McMahon<br />
42° Club Sandwich<br />
44° <br />
46° Suzy Greenberg 270<br />
48° Ten years of Jones<br />
50° On the Lookout<br />
54° Halldor Helgason<br />
56° Gigi Ruf is back<br />
68° Isle of Snow<br />
6°
K2Snbd-ITA-<strong>Sequence</strong>_Mag-Kennedi_Deck_Ad-230x285+5mm-1.0-Print.pdf 1 15.10.19 14:23<br />
KENNEDI<br />
DECK<br />
K2 proudly welcomes Kennedi Deck to the International AM Team. Snowboarding by Kennedi<br />
Deck. She is riding the Cold Shoulder board and Meridian binding. Photos by Marc O’Malley.<br />
Location: Washington, USA.<br />
K2SNOW.COM<br />
SINCE 1987<br />
7°
The Daily Pill<br />
BY DAVIDE FIORASO<br />
Burton Mountain Mash 2020<br />
Annunciate date, location e preview del Burton Mountain Mash 2020. Madonna di Campiglio<br />
si riconferma location ideale per le attività che andranno a comporre l’agenda tra<br />
il 27 gennaio e il 2 febbraio 2020. Torneranno pro-rider nazionali ed internazionali per il<br />
consueto appuntamento con lo Slope Style presso l’Ursus Snowpark, mentre amatori ed<br />
appassionati potranno sfidarsi nell’Anon Banked Slalom. Nel village farà tappa il Test Ride<br />
dove provare le tavole 2020/21 e gli attacchi Step On, mentre i rider più piccoli potranno<br />
divertirsi in tutta sicurezza al Burton Riglet Park. Per le donne tornerà lo snowboard camp<br />
in rosa, mentre non mancheranno i momenti dedicati agli “addetti ai lavori” che coinvolgeranno<br />
negozianti e rivenditori.<br />
Quiksilver presenta Dark Matter<br />
Basterebbe un solo nome, quello di Travis Rice, per far crescere l’attesa. Non un nome<br />
qualsiasi, ma quello di uno dei rider più significativi del nostro tempo, un atleta che da<br />
sempre sa innovare ed emozionare. Dopo il progetto Fourth Phase, Travis Rice torna in<br />
grande stile chiamando a raccolta l’amico Elias Elhardt ed il leggendario regista Curt Morgan<br />
di Brain Farm, con cui ha condiviso That’s It, That’s All e The Art Of Flight, artefice di<br />
aver rivoluzionato i film d’azione dell’ultimo decennio. Il risultato è Dark Matter, presentato<br />
da Quiksilver, una celebrazione dello spazio e del tempo al Tordrillo Mountain Lodge, nel<br />
remoto backcountry dell’Alaska. Sarà disponibile da Natale 2019 su Amazon Prime, iTunes<br />
e Vimeo on Demand.<br />
Arthur longo entra nel team Capita<br />
Scott Stevens, Kazu Kokubo, Jess Kimura, Kevin Backstrom, Brandon Cocard, Mike Rav,<br />
Johnny O’Conner, Phil Jacques. Come alzare ancora il livello di un team stellare? Beh, con<br />
Arthur Longo. Il 31 enne di Grenoble è letteralmente atterrato nel team Capita andando a<br />
rinforzare il fortissimo roster dei Defender of Awesome. Per celebrare l’arrivo in pompa<br />
magna, Capita ha realizzato una limited edition della Mercury, la sua all-mountain per<br />
eccellenza, sul mercato in versione pro model 157 con un design customizzato. Una tavola<br />
dalla versatilità estrema, pensata per raggiungere standard elevati in powder, condurre<br />
curve impeccabili in pista e affrontare il park se decidi di dar sfogo alla tua fantasia. Proprio<br />
come piace fare ad Arthur.<br />
Giro è il primo brand a incorporare un tessuto polartec nei caschi<br />
Giro Sport Design ha integrato l’innovativo tessuto Polartec Power Grid nella sua nuova<br />
linea di caschi all mountain e freestyle. Power Grid non solo aumenta il calore riducendo<br />
gli spazi, ma genera punti di contatto mirati che assorbono e diffondono il sudore favorendo<br />
un’evaporazione più rapida. La sua lavorazione a maglia bi-componente utilizza due<br />
costruzioni diverse in altrettante superfici: una ottimizzata per allontanare l’umidità dal<br />
corpo, l’altra per asciugare rapidamente. Incorpora inoltre il cloruro d’argento che previene<br />
la formazione di odori. “La competenza di Polartec nella termoregolazione è un naturale<br />
completamento della leadership di Giro nella progettazione di caschi” – afferma David Karstad<br />
di Polartec.<br />
Conzzeta mette Mammut sul mercato<br />
Il gruppo Conzzeta ha annunciato di volersi focalizzare su uno specifico campo di interesse<br />
con l’intento di cedere gli altri marchi a portafoglio, tra cui Mammut Sports Group AG, parte<br />
della holding svizzera fin dal 1982. A partire dal 2020, Conzzeta concentrerà le sue risorse su<br />
Bystronic, leader globale nella produzione di sistemi per la lavorazione della lamiera. Di conseguenza<br />
Mammut, Schmid Rhyner e FoamPartner, non riceveranno più il supporto di cui<br />
hanno bisogno. I profitti di Mammut, aumentati in modo significativo dal 2016 al 2018, con<br />
ottime previsioni anche per il 2019, mostrano prospettive di crescita e sviluppo favorevoli per<br />
il potenziale acquirente. La vendita di Mammut è specificamente diretta all’internazionalizzazione<br />
del marchio che, sotto un nuovo proprietario, potrebbe trovare una nuova spinta.<br />
8°
ASYMMETRICAL<br />
NEVER<br />
FELT SO<br />
NATURAL<br />
The 3 asymmetrical functions FIT - FEEL - FLEX are combined in an asymmetric<br />
shape and closure system that delivers optimum support and flex. The result is the<br />
highest performance and most incredible feeling boot on snow.
The Daily Pill<br />
BY DAVIDE FIORASO<br />
Rene Rinnekangas promosso al global pro team di Rome<br />
Rene Rinnekangas, già parte del programma AM da diverse stagioni, si unisce a Stale Sandbech,<br />
Thomas Delfino e Alek Ostreng nel Pro team di Rome Snowboards. L’annuncio a<br />
sorpresa gli è stato comunicato durante il Sales Meeting di qualche settimana fa a Killington,<br />
nel Vermont. Rider finlandese classe 1999, Rinne è apparso dal nulla qualche anno<br />
fa, diventato famoso in poco tempo. E’ entrato per la prima volta nella coscienza collettiva<br />
durante la Dew Tour Team Challenge 2017, collezionando di lì a breve un’incredibile video<br />
part come quella di “Everybody, Everybody”, eccellenti risultati agli X-Games e la partecipazione<br />
alle Olimpiadi di Pyeongchang del 2018. Un risultato meritato che porterà tanta<br />
energia contagiosa a tutto il team.<br />
Zen snowboard: original, customized or fully customized?<br />
Zen Snowboards, progetto dell’ex snowboarder professionista e park shaper Reto Neiger,<br />
spinge la customizzazione ai massimi livelli. Le tavole Zen si differenziano qualitativamente<br />
e funzionalmente dai prodotti di massa. Sono realizzate con componenti di fascia alta,<br />
assemblate con attenzione ai dettagli, dando come risultato un pow(d)ertool orientato alle<br />
prestazioni. Con il Big Nose “BN 3.0”, terza rimodulazione dei suoi ibridi all-mountain, Reto<br />
ha sviluppato uno shape sorprendentemente versatile, veloce e affidabile. Disponibili in<br />
undici diverse dimensioni con pop, flex e design personalizzabili a proprio piacimento. Per<br />
coloro che desiderano la massima qualità e la massima affidabilità, adattata alle proprie<br />
esigenze.<br />
Il superpipe di Kitzsteinhorn apre a pieno regime<br />
Il Superpipe di Kitzsteinhorn, Zell am See-Kaprun, in Austria, è in ottime condizioni e<br />
pronto ad accogliervi. Dopo aver ospitato gli allenamenti di molte star internazionali provenienti<br />
da Europa, Asia, Australia e Nord America, il Superpipe ha aperto a tutti i rider, dilettanti<br />
e professionisti. Una struttura lunga 150 m e alta 6.5 costruita da Alli Zehetner ed il<br />
team di Parkshaper. Quest’anno inoltre, Glacier Park e Superpipe saranno ancora più facili<br />
da raggiungere grazie alla nuova 3K K-onnection, una linea di funivie lunga 12 chilometri<br />
che collega il centro di Kaprun direttamente con il ghiacciaio Kitzsteinhorn attraverso la<br />
Maiskogel, raggiungendo i 3029 m sopra il livello del mare.<br />
Victor de le rue entra nel team jones snowboards<br />
Victor De Le Rue, attuale campione del Freeride World Tour 2019, entra nella famiglia<br />
Jones come nuovo rider del Team Internazionale. Cresciuto nei Pirenei francesi, in una<br />
famiglia di snowboarder leggendari, Victor ha iniziato a fare snowboard a sei anni, diventando<br />
campione juniores di boardercross, slopestyle e halfpipe. Raggiunta la maggior età,<br />
Victor si è allontanato sempre più dalle discipline agonistiche tradizionali per dedicarsi al<br />
filming e al freeride. “Siamo felicissimi di avere Victor nel team! Ho avuto occasione di surfare<br />
e campeggiare con lui e sono rimasto strabiliato dalla sua abilità nel riding e le buone vibrazioni<br />
che emana in montagna. Ha grandissime capacità alpinistiche e come freestyler, inoltre è umile ed<br />
estremamente pacato. Sarà perfetto nel nostro team” - ha dichiarato Jeremy Jones.<br />
Selezionati i vincitori di Ispo brandnew 2020<br />
Sono stati selezionati i vincitori di ISPO Brandnew 2020, la principale competizione di<br />
startup nel settore sportivo. Una giuria indipendente di esperti ha valutato le proposte, redatto<br />
un elenco iniziale di 50 nomi e selezionato un vincitore in ciascuna delle 8 categorie.<br />
Ognuno di loro ha saputo conquistare la giuria con concetti sostenibili e personalizzabili,<br />
prodotti che hanno un enorme fattore di divertimento. Per le startup premiate, ISPO Brandnew<br />
crea un potente trampolino di lancio nel moderno business degli articoli sportivi.<br />
Tutti i vincitori e i marchi selezionati presenteranno le loro soluzioni all’ISPO di Monaco<br />
dal 26 al 29 gennaio 2020 presso il Brandnew Village del padiglione B4.<br />
10°
Fresh Made<br />
BY DAVIDE FIORASO<br />
1. 2. 3.<br />
4. 5. 6.<br />
1. DC shoes asap anorak<br />
Parte della Transitors Collection, Asap<br />
Anorak è una giacca da snowboard ripiegabile<br />
e comprimibile che abbina lo stile<br />
streetwear a dettagli pensati per l’inverno.<br />
Un guscio ricco di caratteristiche tecniche,<br />
tra cui l’impermeabilità Weather<br />
Defense da 10K, le prese d’aria in mesh, le<br />
cuciture nastrate, il cappuccio regolabile<br />
in due direzioni, la fodera in taffeta, le<br />
tasche scaldamani con zip. Questa versione<br />
Repurpose utilizza residui di poliestere.<br />
2. Jones carbon flagship<br />
Pronta per la competizione, costruita per<br />
solcare i terreni ripidi alla massima velocità.<br />
Per il 2020 Jones Snowboards ha completamente<br />
ridisegnato la Carbon Flagship con<br />
una nuova forma e nuovi materiali. Il tapered<br />
shape di 12.5 mm sulla coda agevola il<br />
galleggiamento e le curve veloci, mentre l’anima<br />
in legno a tripla densità e la tecnologia<br />
Traction 3.0 offrono una risposta torsionale<br />
e un controllo senza eguali. La nuova<br />
Ultra Base è la soletta più veloce mai testata.<br />
3. Komono Anton Goggle<br />
Un tributo alla legacy decennale di Komono<br />
e un passo avanti in territori ancora inesplorati.<br />
La prima maschera per gli sport invernali<br />
presentata dal brand di Anversa porta il<br />
nome del suo fondatore, Anton Jannssens,<br />
ex-snowboarder professionista. Caratterizzata<br />
da lenti potenziate e strap in caucciù, abbina<br />
un fit perfetto a una protezione ampia, con<br />
una attitudine forte e decisa. La maschera è<br />
disponibile con un set di divertenti patches<br />
che possono essere applicati a proprio gusto.<br />
4. Shimoda Action X Camera Bag<br />
Shimoda Designs, la company di Ian Millar<br />
nota per progettare alcune delle borse<br />
fotografiche più innovative al mondo, presenta<br />
la nuova collezione Action X pensata per i<br />
fotografi di avventura che vogliono muoversi<br />
sulla neve. Tre zaini da 30L, 50L e 70L con<br />
unità Core rimovibile di nuova concezione e<br />
una funzione di caricamento dall’alto che si<br />
affianca al pannello laterale ad accesso rapido<br />
e all’apertura posteriore. Si completa di cinghie<br />
in TPU e supporto rimovibile per casco. È<br />
disponibile attraverso la campagna Kickstarter.<br />
5. Nidecker Carbon Binding<br />
Superleggeri, resistenti, reattivi. I Carbon<br />
Binding stabiliscono un nuovo standard<br />
in termini di rapporto prestazioni-peso. È<br />
l’unico modello della gamma Nidecker che<br />
presenta gli straps con la rivoluzionaria<br />
tecnologia Hyperfuse sviluppata da Now<br />
Bindings per portare il massimo livello<br />
di precisione e trasferimento di energia<br />
sulle curve, mantenendo comunque<br />
un alto comfort. Utilizzano l’esclusivo<br />
baseplate Unibody Pro con il 33% di fibra<br />
di vetro, highback e buckles in alluminio.<br />
6. Korua Bullet Train Plus<br />
È iniziata una nuova era nel carving. Bullet<br />
Train è la tavola direzionale progettata<br />
per rendere agevoli le svolte estreme. Fa<br />
parte della collezione Plus di Korua, una<br />
linea che mira a costruire le migliori tavole<br />
da snowboard possibili. I materiali di alta<br />
qualità la rendono veloce come un proiettile;<br />
grazie alla costruzione in titanio,<br />
che assorbe le vibrazioni garantendo una<br />
migliore torsione, questa bestia silenziosa<br />
taglia i dossi con facilità e precisione. “By<br />
far the best carving board I have ever ridden”.<br />
12°
ADDITIONAL INFORMATION<br />
ONLINE:UNIONBINDINGCOMPANY.COM<br />
SOCIAL:@UNIONBINDINGCO<br />
UNION BINDING COMPANY<br />
RIDER<br />
JOHNNY O'CONNOR<br />
RIDING<br />
STRATA<br />
CONTACT<br />
California Sports<br />
tel:00390119277943<br />
www.californiasport.info<br />
YR.15<br />
PHOTO<br />
DANIEL BERNSTAL
Fresh Made<br />
BY DAVIDE FIORASO<br />
7. 8. 9.<br />
10. 11. 12.<br />
7. O’neill Original Anorak Jacket<br />
Ispirata al passato, con dettagli tecnici aggiornati<br />
ai nostri tempi. Original Anorak è<br />
una rivisitazione della giacca progettata per<br />
la prima Coppa del mondo di snowboard. Si<br />
fa notare per la sua tasca a marsupio e i colori<br />
audaci, ma non è pensata solo per avere<br />
un bell’aspetto. E’ dotata di impermeabilità e<br />
traspirabilità 10K/10K con tecnologia O’Neill<br />
Hyperdry a rapida asciugatura ed è realizzata<br />
nell’esclusivo tessuto Repreve, fibra sostenibile<br />
ricavata dalle bottiglie di plastica riciclata.<br />
8. Thirtytwo Tm-2 Xlt Helgason Boot<br />
Un grip imbattibile, una costruzione a prova<br />
di proiettile e la tecnologia Storm Shield per<br />
affrontare qualsiasi situazione atmosferica.<br />
L’upgrade del popolare TM-2 ora anche nella<br />
versione Black/Camo creata per Halldor<br />
Helgason. Questo scarpone all-mountain/<br />
backcountry dal flex rigido ha una linguetta<br />
sagomata in 3D che riduce i punti di pressione,<br />
gambale articolato, suola Vibram e<br />
intersuola dotata di ammortizzazione Evolution<br />
Foam.<br />
9. Plum Carbon Feyan<br />
L’attacco di fascia alta per splitboarder esperti<br />
che desiderano coniugare reattività, prestazioni<br />
e leggerezza senza trascurare la solidità.<br />
Lo spoiler in carbonio offre una presa ideale<br />
senza compressione superflua, migliore resistenza<br />
alla torsione e maggiore precisione di<br />
guida. Grazie al sistema WoR (Walk or Ride)<br />
è possibile eseguire molto rapidamente la<br />
regolazione dalla modalità di salita a quella<br />
di discesa. Feyan è il compagno ideale<br />
per conquistare le vette su una splitboard.<br />
10. Roxy Torah Bright Summit<br />
Hydrosmart<br />
Stile retrò reinterpreto in una morbidissima<br />
pelle di pecora, per una protezione<br />
impermeabile che migliora con il tempo.<br />
Queste muffole da snowboard della<br />
collezione Torah Bright tengono le mani<br />
al caldo grazie all’isolamento PrimaLoft<br />
Gold Eco e la fodera in pile con tecnologia<br />
HydroSmart sul dorso della mano. Il tessuto,<br />
arricchito con una formula al 100% biologica,<br />
protegge, lenisce e si prende cura della pelle<br />
mentre lo indossi.<br />
11. Stranda Tree Surfer<br />
Nell’arco di una stagione non sempre possiamo<br />
disporre di neve fresca e giornate<br />
perfette. Ecco allora che la Tree Surfer viene<br />
in nostro aiuto. La sua coda fishshaped potrebbe<br />
ingannare, ma questa non è soltanto<br />
un ottima tavola da powder. Il rivoluzionario<br />
nose a testa di martello rompe qualsiasi<br />
crosta come un carro armato e intaglia la<br />
pista come nessun’altro. Unisce un cuore in<br />
frassino con barre di torsione in carbonio<br />
ad un topsheet costituito da un sottile strato<br />
di bambù.<br />
12. Switch Designs Coyote Boot Bag<br />
Dalla contea di Jefferson, Colorado, Switch<br />
Designs ha creato la borsa per scarponi<br />
più innovativa ed elegante sul mercato,<br />
progettata per trasportare e stivare la tua<br />
attrezzatura in maniera flessibile e pratica.<br />
Il design brevettato e la fibbia Fidlock reversibile<br />
consentono di trasformarla nella<br />
forma più adatta, convertendola da tote<br />
bag completa a zaino singolo, riducendo<br />
gli ingombri e i vincoli di stoccaggio. E’<br />
realizzata in Cordura e nylon 500D con finiture<br />
in pelle di alce.<br />
14°
nitro-quiver-sequence.indd 1 22.10.19 16:33
Killer Collabs<br />
BY DAVIDE FIORASO<br />
1. 2. 3.<br />
4. 5. 6.<br />
1. Dakine X Eric Pollard<br />
Wyeast Jacket<br />
Dopo 20 anni di collaborazione con Eric Pollard,<br />
Dakine è orgogliosa di presentare la EP<br />
Artist Series, una collezione che celebra l’arte<br />
e lo stile di prodotti realizzati per resistere<br />
alle intemperie. L’iconico shell Wyeast ha una<br />
costruzione impermeabile e traspirante, con<br />
dettagli studiati per mantenerti asciutto nello<br />
giornate di powder. Include una moltitudine<br />
di tasche per organizzare gli oggetti, ghette sui<br />
polsi e prese d’aria per regolare la temperatura.<br />
2. Nitro X Grif<br />
Mountain Snowboard<br />
Geologo, avventuriero, artista, nonché uno<br />
dei rider più stilosi ed eccentrici di tutta la<br />
Nitro Family. Fan per eccellenza del modello<br />
Mountain, per la stagione 2020 Griffin Seibert<br />
ha ricevuto in dono la tela perfetta su cui realizzare<br />
la sua visione: una grafica ispirata al<br />
suo paese d’origine, lo Utah. Totalmente rivoluzionata,<br />
la Mountain è una all terrain dallo<br />
shape direzionale con sciancratura progressiva<br />
e camber cam-out.<br />
3.Nixon X Recco<br />
Summit Backpack<br />
Parte della nuova collezione Backcountry,<br />
Summit è lo zaino sviluppato insieme a Nicolas<br />
Müller per garantire massima capienza e<br />
impatto ridotto mentre ti muovi con agilità tra<br />
gli alberi o nella fila di un aeroporto. La tecnologia<br />
di segnalazione Recco, i dettagli riflettenti<br />
e il fischietto di salvataggio incorporato ti<br />
aiutano a rimanere al sicuro anche fuori pista.<br />
L’esclusivo guscio in cotone combina fibre<br />
naturali con un rivestimento impermeabile.<br />
4. 686 X Slayer<br />
Mountain Mitt<br />
686, marchio fondato nel 1992 dal Michael<br />
Akira West, incontra lo stile thrash metal<br />
degli Slayer in una collezione limited edition<br />
per gli amanti del genere. Ecco allora<br />
che l’iconico logo dell’aquila romana compare<br />
sulla muffola Mountain Mitt. Inalterate<br />
le altre caratteristiche: tecnologia touchscreen<br />
Soundtouch, polsino regolabile con<br />
velcro, leash da polso, tessuto esterno in<br />
Dense Oxford con trattamento DWR, inserto<br />
impermeabile e traspirante infiDRY, isolamento<br />
Fiber Fill con fodera in micro tricot.<br />
5. Element X National<br />
Geographic Nyjah Lion 8 Deck<br />
Ha preso ufficialmente il via la prima release<br />
del progetto di collaborazione tra National<br />
Geographic ed Element. Una vasta<br />
capsule collection, a sostegno della conservazione<br />
e dell’educazione ambientale,<br />
che celebra il regno animale grazie ad una<br />
selezione di immagini fotografiche raccolte<br />
dagli archivi della National Geographic<br />
Society. Nella serie di tavole customizzate<br />
per l’occasione anche il pro model di<br />
Nyjah Huston.<br />
6. Vans Ferra X Mary Rand<br />
Pro Boot<br />
Vans si è riunita ancora una volta con Mary<br />
Rand, forza trainante del team femminile,<br />
per creare la nuova interpretazione dello<br />
scarpone Ferra Pro, aggiornato con una<br />
colorazione floreale ispirata alla classica<br />
arte del tatuaggio. Vera novità di questa<br />
versione 2020 è la V2 Ultracush Smartwool,<br />
una fodera termoformabile in lana merino<br />
che arriva per la prima volta sul mercato<br />
creando nuovi livelli di comfort e calore.<br />
Soletta V2 Popcush e sistema di chiusura<br />
Hybrid Boa.<br />
16°
Killer Collabs<br />
BY DAVIDE FIORASO<br />
7. 8. 9.<br />
10. 11. 12.<br />
7. Woolrich X Stussy<br />
Plaid Workshirt<br />
Woolrich annuncia la collaborazione con il<br />
brand californiano Stüssy, reinterpretando<br />
un classico d’archivio. La camicia da lavoro<br />
a quadretti è realizzata in 100% lana americana<br />
e presenta un’imbottitura in Tactel, una<br />
speciale fibra sviluppata da Dupont, ideale<br />
per l’utilizzo quotidiano e per il tempo libero.<br />
Woolrich x Stüssy sarà disponibile presso<br />
gli store Woolrich di Milano, New York e<br />
Aoyama, nonché nei chapter store Stüssy.<br />
8. Death Label X Dayze<br />
Death Series Ltd Board<br />
Death Series Ltd 2 è il risultato della collaborazione<br />
tra il brand giapponese e Dayze,<br />
all’anagrafe Yusaku Horii e Ryosuke<br />
Horii. Una tavola da park scattante e votata<br />
al divertimento: anima ottimizzata per<br />
facilitare il controllo della torsione, inserto<br />
X-Basalt Fiber che dona un pop incredibile,<br />
morbidi sidewall in uretano per<br />
una guida più fluida, angoli pre-smussati<br />
per eliminare qualsiasi attrito sui rail.<br />
9. Vssl X Vans<br />
Mountain Series<br />
Sk8-Hi MTE è il pezzo forte della nuova limited<br />
collection tra Vans e VSSL, marchio canadese<br />
di outdoor utility tools. La leggendaria<br />
high top, nella versione Mountain Edition,<br />
aggiunge dettagli pensati per la stagione fredda:<br />
calda imbottitura, strato isolante e suola<br />
vulcanizzata con struttura waffle. A questo<br />
pacchetto si abbina il kit personalizzato Camp<br />
Supplies con luce LED a quattro modalità,<br />
bussola di precisione.<br />
10. Union X Funky Binding<br />
Una collaborazione italianissima in cui<br />
sono stati versati sudore, lacrime e salsa<br />
di pomodoro. Questo attacco, in edizione<br />
limitata per Funky Snowboard, è stato<br />
realizzato dalla Custom House di Union<br />
Binding per offrire durabilità e prestazioni<br />
ai rider che snowboardano oltre 100 giorni<br />
all’anno. Indistruttibile, in grado di gestire<br />
qualsiasi condizione o terreno. Comfort<br />
e affidabilità pluriennali, supportati da un<br />
baseplate con garanzia a vita.<br />
11. West X The Helvetic<br />
Collective La Hache Ltd<br />
The Helvetic Collective è un gruppo di 12<br />
fotografi e influencer svizzeri uniti dal comune<br />
interesse per la vita all’aria aperta e<br />
le Alpi svizzere, soggetto scelto per la collaborazione<br />
con West Snowboarding sul<br />
loro modello best-seller. All-mountain per<br />
eccellenza, La Hache è una tavola studiata<br />
con una forte attenzione alla polivalenza e<br />
alle prestazioni. Ideale per il freeride, ultra<br />
stabile in pista e molto efficiente in park o<br />
in pipe per buoni freestyler.<br />
12. Ugg X Rocky Mountain<br />
Featherbed Classic Mini<br />
Nel 1978, un giovane australiano ideò quella<br />
che sarebbe diventata la calzatura simbolo<br />
dei surfisti californiani. Da allora, lo<br />
stivale UGG ha subito una diffusione capillare<br />
in tutto il mondo, apprezzato per<br />
la morbidezza del montone ed il suo design<br />
intramontabile. Dall’incontro con il<br />
marchio giapponese Rocky Mountain Featherbed,<br />
nasce questa versione del Classic<br />
Mini dove la parte alta è sostituita da un<br />
piumino imbottito in nylon ripstop.<br />
18°
COMFORT,<br />
PROTECTION,<br />
FLAWLESS FIT.<br />
Ben Ferguson<br />
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BY DAVIDE FIORASO<br />
Burton diventa una B Corporation<br />
Burton è diventata la prima azienda di snowboard a ricevere la certificazione<br />
B Corporation, rinforzando così il suo impegno a fare<br />
impresa con un impatto positivo sulle persone e sull’ambiente. Le<br />
B Corps, riconosciute come gold standard del business responsabile,<br />
si impegnano a mantenere i più alti livelli sociali e ambientali. Il<br />
marchio ha ottenuto il prestigioso riconoscimento dopo un processo<br />
di B Impact Assessment che ha valutato ogni singolo aspetto dell’azienda:<br />
dall’influenza del proprio modello di business sulla comunità<br />
alla catena di fornitura, dai benefit per i dipendenti alle azioni di<br />
beneficenza che vengono attuate. “I nostri valori sono parte integrante<br />
della nostra identità come pionieri dello sport. Ora più che mai, le aziende<br />
devono farsi avanti e parlare dei problemi che impattano sul mondo e che<br />
coinvolgono tutti” – ha commentato Donna Carpenter, CEO di Burton.<br />
Vaia: Il primo amplificatore nato dalla tempesta<br />
Ciò che la tempesta ha strappato alle foreste del Nord Italia nell’autunno<br />
del 2018, viene loro restituito in un oggetto di design realizzato<br />
dagli alberi caduti. Un piccolo cubo in grado di amplificare il suono in<br />
modo naturale, nato dall’idea di tre ragazzi e la loro start up che dalla<br />
tempesta, oltre al legno, ha preso anche il nome. Un oggetto in grado<br />
di riportare valore a un territorio piegato dalle calamità naturali, secondo<br />
un processo di economia circolare in cui coinvolgere artigiani<br />
locali e materie prime già esistenti e pronte all’uso che altrimenti andrebbero<br />
sprecate, come gli alberi caduti del Trentino. Si può utilizzare<br />
come elegante supporto per lo smartphone o come amplificatore<br />
naturale per la tua playlist preferita. Al fine di tutelare le comunità e<br />
i territori esposti al rischio idrogeologico, Vaia si impegna a piantare<br />
un albero per ogni prodotto venduto. Per info www.vaiawood.eu<br />
Skullcandy svela il programma di upcycling<br />
Skullcandy ha presentato un nuovo programma di upcycling realizzato<br />
in collaborazione con la struttura green-forward Cali Resources di<br />
San Diego. La proposta è stata pianificata in modo da recuperare tutti<br />
i prodotti resi o danneggiati, rinnovandoli al fine di eliminare gli sprechi.<br />
Come bonus aggiuntivo, Skullcandy e Cali Resources doneranno<br />
parte dei proventi generati dai prodotti riciclati a Protect Our Winters<br />
(POW), il principale gruppo di difesa sul clima per l’intera comunità<br />
degli sport invernali. Dall’inizio del programma, ad aprile 2019, Skullcandy<br />
ha già riciclato oltre 34.000 prodotti. Ogni prodotto ricondizionato<br />
viene siglato con una etichetta “Upcycled For POW”, informando<br />
il consumatore che una parte dei proventi del suo acquisto<br />
andranno a favore dell’organizzazione fondata da Jeremy Jones. Il programma<br />
di riciclo si espanderà in Europa e nel Regno Unito nel 2020.<br />
20°
THE<br />
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12/8/19 12:07 PM
Schoeller introduce il tessuto biodegradabile pro earth<br />
Fondatore del sistema bluesign, primo produttore di abbigliamento<br />
sportivo a ricevere la certificazione Oeko-Tex Standard 100<br />
e una delle prime aziende a firmare l’accordo sul clima di Parigi.<br />
Schoeller Textil AG continua a dimostrarsi all’avanguardia nelle<br />
pratiche sostenibili, portando sul mercato Pro Earth, una delle prime<br />
collezioni di tessuti sintetici biodegradabili. Pro Earth è stato<br />
creato per aiutare a compensare gli oltre 16 milioni di tonnellate<br />
di rifiuti tessili prodotti ogni anno nei soli Stati Uniti. Il poliestere<br />
vergine è stato ottimizzato non solo per prestazioni di alto livello,<br />
ma soprattutto per biodegradare a velocità più elevate rispetto<br />
agli attuali standard. La nuova collezione debutterà nell’ambito<br />
della linea SFTC, joint venture tra Schoeller Textil e Formosa<br />
Co. Ltd, fornitore leader di soluzioni tessili con sede a Taiwan.<br />
Borealis: eco-friendly snowboards<br />
Sin dalla sua creazione, nel 2013, l’utilizzo di materiali a ridotto<br />
impatto ambientale è stato il fulcro del progetto di Ben Hall, fondatore<br />
di Borealis Snowboards. Il marchio francesce costruisce<br />
tavole ad alte prestazioni dando particolare enfasi al bambù, un<br />
materiale leggero, prestazionale, capace di rinnovarsi rapidamente.<br />
Tutti i nuclei in legno sono certificati FSC e provengono da<br />
foreste gestite in modo responsabile. I materiali vengono incollati<br />
con Greenpoxy, una resina epossidica composta per il 51% da biomassa<br />
riciclata, o resina Zero VOC, completamente priva di composti<br />
organici volatili. Alternative che riducono la dipendenza da<br />
prodotti derivati dal petrolio e rendono l’ambiente di lavoro più<br />
salubre. Pads in lino naturale, topsheet in bioplastica vegetale, inchiostri<br />
a base d’acqua o lattice completano il lavoro.<br />
Picture organic clothing: shelter<br />
Mat Schaer, Léo Taillefer, Levi Luggen, Thomas Delfino e Serge<br />
Lambert. Cinque amici che hanno deciso di condividere la propria<br />
passione per uno sport ed il proprio amore per la montagna.<br />
Due mesi attraverso le Alpi, cercando l’approccio più naturale<br />
possibile, esplorando valli nascoste e remote vette, lontano dal<br />
trambusto delle più grandi stazioni sciistiche del mondo. Shelter<br />
è il documentario scritto e diretto da Julien Roserens e Morgan<br />
Le Faucheur, co-prodotto da Picture Organic Clothing con Almo<br />
Films, che vuole lanciare un messaggio importante: rispettare<br />
la nostra meravigliosa Terra. Un viaggio di bivacco in bivacco,<br />
godendo fantastiche discese, lunghe traversate e faticose risalite,<br />
osservando in prima persona l’impatto del cambiamento<br />
climatico sulle Alpi. Un’avventura alla scoperta di storie uniche.<br />
Quiksilver: recycled for radness<br />
L’impegno di Quiksilver verso una produzione sostenibile si traduce<br />
in due capi simbolo della nuova collezione 2020. Il primo è la TR<br />
Stretch Snow Jacket nata per soddisfare le esigenze di Travis Rice:<br />
stile, comodità e nessun compromesso in fatto di prestazioni. Utilizza<br />
l’innovativo materiale messo a punto da Unifi: Repreve, una<br />
fibra sostenibile realizzata interamente con plastica post-consumo<br />
di qualità alimentare. Il secondo è la Spindye Snow Jacket, la preferita<br />
di Mat Crepel, realizzata in poliestere riciclato con trattamento<br />
SpinDye, tecnologia svedese che offre un sistema di tintura innovativo,<br />
pulito, tracciabile e duraturo. Un processo di colorazione certificato<br />
e trasparente, in cui il pigmento viene aggiunto alla soluzione<br />
di filatura prima dell’estrusione, diventando parte omogenea della<br />
fibra, evitando i tradizionali sistemi dannosi per l’ambiente.<br />
22°
Alberto Maffei, Italian Snowboard Freestyle Team:<br />
“ If I don’t reach a goal that I’ve set,<br />
I Just need to work harder and never give up! ”<br />
One of the best freestyle area in the Alps.<br />
campigliodolomiti.it | ursus-snowpark.com<br />
ph. by A.Botto
Max Parrot,<br />
Born to Perform.<br />
Com’è stato quando hai capito che dovevi affrontare<br />
una sfida della vita che era molto più<br />
grande di qualsiasi kicker che normalmente sfidavi<br />
come rider professionista? La cosa più difficile<br />
è stata perdere tutta la stagione scorsa! Non mi sono<br />
mai perso un contest in tutta la mia carriera e quindi<br />
non me ne sarei perso solo uno, ma tutti! Questo è stato<br />
davvero difficile da elaborare nella mia mente. Volevo<br />
competere, allenarmi e stare in tavola. Ho accettato<br />
questa sfida come se fosse una delle tante precedenti.<br />
Sapevo che non sarebbe stato facile e sarebbe stato anche<br />
lunga. L’importante era metterci tutto il mio impegno<br />
nei trattamenti e anche andare di trattamento in<br />
trattamento. Mi accorgevo così che lentamente riuscivo<br />
ad intravedere la fine di tutto quel percorso.<br />
Raccontaci il tuo programma di allenamento per<br />
tornare in forma e quando i medici ti hanno dato<br />
il via. Il mio cardio e i miei muscoli non esistevano<br />
più dopo i cicli di chemio. Sono dovuto andare in palestra<br />
cinque volte a settimana e poi andavo a saltare<br />
sui trampolini una volta a settimana. E poi a mano a<br />
mano che il mio corpo si sentiva meglio, ho iniziato ad<br />
andare sull’air bag con la mia tavola. Andavo tre volte a<br />
settimana sull’air bag e tre volte a settimana in palestra.<br />
È stato davvero intenso! Ma avevo in mente un obiettivo<br />
e avevo bisogno di raggiungerlo.<br />
Auclair Gloves sponsorizza i migliori atleti canadesi di sport invernali<br />
dagli anni ‘70. Il marchio canadese è orgoglioso della sua collaborazione<br />
con i migliori medagliati del proprio paese, e tra di loro c’è soprattutto<br />
Max Parrot, che non è solo uno snowboarder di classe mondiale che ha<br />
già vinto svariati contest tipo 10 medaglie agli X-Games e una d’argento<br />
alle Olimpiadi di PyeongChang 2018, ma è anche un eroe nella vita reale,<br />
avendo vinto la sua personale battaglia contro il cancro che gli è stato<br />
diagnosticato a fine 2018. Max, appena finito due cicli di chemioterapia<br />
durati sei mesi, è ritornato in forma il più presto possibile, e quando è<br />
tornato in tavola subito dopo ha incredibilmente vinto gli X-Games di<br />
Oslo e più recentemente il primo posto all’Air & Style di Pechino.<br />
TEXT<br />
Matteo Rossato<br />
Ciao Max, raccontaci come ti sei sentito quando<br />
ti sei reso conto di aver vinto l’oro agli X X-Games<br />
di Oslo? È stato fantastico per così tante ragioni!<br />
Prima di tutto, perchè ho raggiunto il mio obiettivo. Ho<br />
lavorato così duramente le settimane prima di andare<br />
agli X-Games ed ero davvero contento che abbia dato i<br />
suoi frutti! È stato anche per me un modo per tornare<br />
dov’ero prima del cancro, ma ora sono anche mentalmente<br />
più forte di prima. Questa vittoria ha anche segnato<br />
la mia decima medaglia X Games nella mia carriera!<br />
Quanto è importante per te essere supportato<br />
da un’azienda canadese come Auclair e far parte<br />
di una squadra di atleti così stimolante? Sono<br />
davvero orgoglioso di far parte dell’azienda Auclair e<br />
di essere circondato solo dai migliori in circolazione.<br />
Auclair è nel settore da molto tempo, sono una delle<br />
migliori aziende nella progettazione di guanti e quindi<br />
ha senso avere anche i migliori atleti nella loro squadra.<br />
Ho sempre pensato che quando ti circondi di persone<br />
che rappresentano l’elite nel loro settore, migliori anche<br />
tu imparando da tutti delle cose che tornano buone<br />
anche per te!<br />
Sempre parlando di Auclair, come è stato il processo<br />
di progettazione del tuo pro-model? Quali<br />
sono le loro caratteristiche principali? Avevo bisogno<br />
di un paio di guanti adatti allo snowboard e al<br />
mio stile di vita. Non mi devono impacciare, ma devono<br />
essere anche molto caldi! Devono essere realizzati<br />
con materiali resistenti, per cui non si tagliano quando<br />
grabbo in aria le lamine della mia tavola! E l’interno<br />
non deve essere scivoloso: la mia mano deve afferrare<br />
più facilmente la mia tavola!<br />
Quanto è importante l’attrezzatura per un atleta<br />
di classe superiore come te? In particolare, qual<br />
è la differenza tra un buon guanto e uno meno<br />
buono? Al mio livello ogni piccola cosa è importante e<br />
può fare la differenza! E l’ultima cosa che vuoi quando<br />
giri in tavola è che i tuoi guanti non siano comodo o<br />
che scivolino quando grabbi; ed è anche importante<br />
che tutto ciò che indossi si adatti al tuo stile di vita.<br />
Quali sono i tuoi piani per questa stagione in<br />
corso? Olimpiadi? Il mio piano per questa stagione<br />
è di fare tutti i grandi contest e poi iniziare le riprese in<br />
backcountry alla fine della stagione! Ho sicuramente in<br />
mente anche le Olimpiadi, ma per ora non c’è motivo<br />
di pensarci perché sono ancora molto lontane.<br />
24°
INTRODUCING THE ALPHA BETA.<br />
With a flexible 2-in-1 design featuring an insulated goatskin shell and removable<br />
soft-brushed fleece liner, the ALPHA BETA was made for your all-mountain adventures.<br />
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The Digital Snowboard Guide.<br />
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Denis Piccolo<br />
L’unica snowboard guide digitale con<br />
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Siamo già l’unica e più completa snowboard guide<br />
stampata e distribuita in Europa in più di 600 store, ma<br />
non ci bastava. Il nostro supporto ai vostri acquisti non<br />
finisce qua: al link www.sequencesnowboardguide.<br />
com potrete vedere e confrontare tutte le tavole, gli attacchi<br />
e gli scarponi disponibili sul mercato, dovunque<br />
via troviate, sia da desktop che da mobile.<br />
Come funziona? Vi faccio un esempio. Volete comprarvi<br />
una nuova split board: siete certi di conoscere tutti<br />
i modelli che il mercato offre? La verità è che ci sono<br />
molti più brand di quanti ne conosciate. Utilizzando la<br />
ricerca e i filtri dell’applicazione sarete in grado non<br />
solo di trovare tutte le split in commercio, ma di discriminare<br />
per misura, colore, tipologia di camber e tantissimi<br />
altri parametri.<br />
Dovete cambiare gli scarponi e volete un modello<br />
un’allacciatura rapida ma non sapete quante tipologie<br />
ne esistono e in cosa differiscono tra di loro? Con una<br />
veloce ricerca sarete in grado di trovare lo scarpone<br />
perfetto per voi. Amate il rosso? Con un semplice click<br />
potrete filtrare tutte le tavole, gli scarponi e gli attacchi<br />
in commercio nel vostro colore preferito!<br />
Potrete inoltre condividere le vostre recensioni tramite<br />
i principali social network o leggere quelle di altri; se<br />
avete dubbi o domande tecniche potrete farle direttamente<br />
alle aziende e otterrete la risposta in breve<br />
tempo. Nei profili dei prodotti infine, troverete tutte le<br />
caratteristiche tecniche, i video di presentazione e se<br />
l’abbiamo provata, anche la nostra recensione.<br />
www.sequencesnowboardguide.com è il punto di riferimento<br />
per l’attrezzatura da snowboard su scala globale.attrezzatura<br />
da snowboard su scala globale.<br />
26°
Areaeffe grows along the length of the Grimod<br />
piste over an area of 20.000 sqm with a length<br />
of 600 meters; it welcomes structures of all<br />
levels, from beginners to the most experts and<br />
demanding. The structure is maintained in a<br />
manic way, shaped and groomed each morning<br />
for the joy of snowboarders and freestyle skiers.<br />
An easy zone, entirely dedicated to the beginners,<br />
allows a safe approach to the world of the<br />
freestyle: sequences of funbox, railboxs satisfy the<br />
beginners in freestyle. Kickers, funboxes, rails of all<br />
types “fill”, instead, intermediate and expert lines.<br />
Located at 2200m, the snowpark is reachable<br />
from the center of Aosta in about 30 minutes<br />
(gondola + liasion + cable car): not bad!<br />
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Blue Tomato,<br />
your ride is still their mission.<br />
Come hanno potuto continuare a farlo passando da<br />
un singolo negozio a Schladming a quasi 50 negozi in<br />
tutta Europa? Hanno semplicemente messo le persone<br />
giuste nei ruoli chiave, rider appassionati che hanno<br />
messo tutto il loro know-how nel loro lavoro, servendo<br />
i clienti nel miglior modo possibile. D<br />
Vendono solo ciò in cui credono. Questo è uno dei motivi<br />
per cui Blue Tomato ha aggiunto le recensioni di<br />
Staff Pick nella parte inferiore delle pagine del prodotto:<br />
le trovi quando scorri verso il basso fino alla sezione<br />
di valutazione, così come le informazioni sui rispettivi<br />
dipendenti. In quale dipartimento lavorano? Snowboard<br />
o sci? Quanti giorni in montagna? Che tipo di requisiti<br />
per i prodotti? Le informazioni sulla loro altezza<br />
e peso ti aiuteranno a capire meglio le dimensioni del<br />
prodotto. Queste recensioni ti aiuteranno a trovare la<br />
configurazione perfetta.<br />
TEXT<br />
Matteo Rossato<br />
your ride. our mission. E’ il motto di Blue Tomato<br />
sin dal primo giorno. Fondata in Austria nel 1988 dal<br />
campione europeo di snowboard Gerfried Schuller<br />
per soddisfare le esigenze di un’attrezzatura di qualità<br />
della. Sono sempre rimasti fedeli a questo loro principio<br />
durante l’impressionante crescita fino a diventare<br />
il rivenditore di successo per snowboard, skateboard,<br />
street style, surf e freeski che sono ora. Il loro segreto?<br />
Vendere la migliore attrezzatura adatta alle esigenze<br />
dei clienti, condividendo le loro conoscenze e supportando<br />
la scena seguendone il proprio stile di vita.<br />
Ogni anno, lo staff di Blue Tomato trascorre ore a<br />
testare nuovo materiale, parlando con i rappresentanti<br />
del marchio, i rider e altre persone del settore.<br />
Gli acquirenti di Blue Tomato passano ore e ore a<br />
dare un occhio negli innumerevoli cataloghi e guardano<br />
più snowboard, scarponi e attacchi di quanto<br />
sapessi ne esistessero. Tutto ciò perchè così avrai<br />
una selezione accurata nel negozio fisico e online<br />
su blue-tomato.com.<br />
Come prova definitiva della passione che le persone<br />
dietro Blue Tomato hanno messo nel loro lavoro e<br />
l’impegno a conoscere meglio i prodotti che vendono<br />
meglio, noi di <strong>Sequence</strong> mag abbiamo scelto cinque<br />
dipendenti e abbiamo chiesto loro di prendere le loro<br />
migliori attrezzature e scrivere una revisione dopo il<br />
test sul campo.<br />
Name: Alex<br />
Job: Brand Marketing<br />
Board: Bataleon Love<br />
Powder 148<br />
Review: Il primo giorno<br />
con questa tavola è stato una<br />
perfetta giornata in powder.<br />
La tavola ha molta galleggiabilità<br />
ed è molto facile da raidare<br />
anche quando la neve<br />
è un po’ difficile. La tavola è<br />
anche molto facile per fare<br />
curve e molto maneggevole.<br />
Name: Ben<br />
Job: Brand Marketing<br />
Board: Rome Agent 148<br />
Review: Stavo cercando una<br />
tavola che potesse tirare curve<br />
in piste e e farmi divertire<br />
in powder. Tutte le tavole<br />
che ho provato in seguito<br />
non reggevano assolutamente<br />
il confronto. Che dire..è<br />
stato amore a prima curva!<br />
Name: Oli<br />
Job: Product Content<br />
Binding: Burton Cartel<br />
Review: Dopo anni e anni<br />
e molti altri attacchi, i Cartel<br />
sono comunque ancora il<br />
numero 1 per me. Che si<br />
tratti di kicker o in fresca,<br />
ho sempre il mix perfetto di<br />
stabilità e flessibilità.<br />
Name: Brad<br />
Job: Buying and Planning<br />
Boot: Thirtytwo TM2 XLT<br />
Review: Questo è lo scarpone<br />
che scelgo quando ho<br />
davvero bisogno di reattività<br />
in fresca. La suola esterna è<br />
robusta e resiste a qualsiasi<br />
sforzo, e lo scarpone è abbastanza<br />
rigido da rispondere<br />
rapidamente senza farti<br />
sentire come se indossassi<br />
degli scarponi da sci.<br />
Name: Nico<br />
Job: Brand Marketing<br />
Binding: Union Strata<br />
Review: Il perfetto equilibrio<br />
tra i Force e gli Atlas,<br />
ma allo stesso tempo ha<br />
creato una sensazione completamente<br />
nuova nell’attacco<br />
con il footbed e le straps<br />
ultra confortevoli. Monto<br />
regolarmente quest’attacco<br />
perché si adatta sempre ed è<br />
così comodo!<br />
28°
Pic: Patrick Steiner | Blue Tomato Team Rider: Felix Widnig<br />
AUSTRIA | GERMANY | SWITZERLAND | THE NETHERLANDS | FINLAND<br />
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instagram.com/bluetomato | #yourrideourmission
Emilien Badoux.<br />
Yoga for snowboarding.<br />
Nato e cresciuto nelle Alpi svizzere, Emilien Badoux è noto<br />
soprattutto come campione del Freeride World Tour 2014:<br />
una leggenda per la comunità backcountry.<br />
Ma c’è l’altro lato di Emilien, quello che ha abbracciato<br />
la pratica Yoga fin da giovane, e lo ha portato 20 anni dopo a<br />
diventare un insegnante di Yoga ampiamente riconosciuto.<br />
Ci ha spiegato come lo yoga può migliorare sia la consapevolezza<br />
mentale che fisica, migliorando l’esperienza di riding.<br />
TEXT<br />
Matteo Rossato<br />
Ciao Emilien, presentati brevemente ai lettori di<br />
<strong>Sequence</strong>. Ciao! Sono un 36enne snowboarder svizzero<br />
e insegnante di yoga. Dopo 20 anni di viaggi in<br />
giro per il mondo per entrambe le discipline, mi sono<br />
reso conto che le nostre montagne erano il luogo perfetto<br />
per praticare yoga durante l’estate. Verbier è per<br />
il freeride quello che le Hawaii sono per il surf, trovo<br />
che la pace delle montagne sia molto favorevole alla<br />
pratica dello yoga.<br />
Qual è il tuo ricordo più bello della tua vittoria<br />
del Freeride World Tour 2014? Una volta che<br />
la gara è finita, è diminuita tutta la pressione che mi<br />
schiacciava, come perdere circa sei chili in una volta<br />
sola! Potevo solo star lì ad apprezzare il lavoro svolto.<br />
Dopo quella cosa, ho potuto davvero sentire quest’energia<br />
che mi ha aiutato ad andare avanti e realizzare<br />
altri sogni.<br />
Come e quando hai iniziato a praticare yoga? A<br />
sedici anni ho iniziato a meditare con un libro, che a<br />
diciotto anni ha portato mia madre a darmi un libro<br />
intitolato “Sport e yoga”. Ho seguito la pratica per circa<br />
dodici anni prima di trovare il mio primo insegnante<br />
di yoga! Come molte altre cose che ho fatto, mi sono<br />
motivato da solo.<br />
Perché ogni rider dovrebbe praticare yoga? Ti<br />
aiuta veramente a sentirti meglio e a iniziare ogni giornata<br />
con una mente e un corpo freschi. Diventi più consapevole<br />
delle capacità e dei limiti del tuo corpo, che<br />
30°
a sua volta aumenta la tua sicurezza e il tuo amore per<br />
lo snowboard.<br />
Qual è il tuo percorso di allenamento quotidiano<br />
quando giri in tavola? Ti alleni sia prima che<br />
dopo? Comincio la giornata con i saluti al sole per svegliare<br />
il mio corpo, poi medito per impostare la mente<br />
su ciò che verrà. La sera, dopo una grande giornata di<br />
riding e dopo un bagno, provo a inserirmi in una sessione<br />
lunga e dolce per dare al mio corpo il tempo di<br />
rilassarmi.<br />
Cos’è il flusso di yoga? Un flusso di yoga è quando<br />
pratichi movimenti e posture che si collegano tra loro,<br />
come costruire una run in freeride. Non ti fermi e torni a<br />
zero in una sessione, salti sempre da una postura all’altra.<br />
Cosa fai quando non insegni yoga o spacchi nel<br />
backcountry di Verbier? Quello che mi piace di più<br />
è viaggiare per fare surf, scoprire nuovi spot e onde.<br />
Cerco di combinare viaggi con alcuni insegnamenti di<br />
yoga e meditazione per aprire ancora di più la mente<br />
e il cuore. L’obiettivo è sentire che ogni momento è<br />
magico, questo quando fai surf o snowboard ti aiuta<br />
a rimanere in contatto con la natura senza che la tua<br />
voce interna parli troppo. Pace<br />
Ti aiuta veramente a sentirti meglio e a iniziare ogni giornata<br />
con una mente e un corpo freschi. Diventi più consapevole<br />
delle capacità e dei limiti del tuo corpo, che a sua volta aumenta<br />
la tua sicurezza e il tuo amore per lo snowboard.<br />
31°
Skicircus.<br />
Saalbach Hinterglemm Leogang Fieberbrunn<br />
TEXT<br />
Silvia Galliani<br />
C’è una Mecca per i<br />
freerider nascosta nel<br />
cuore di Salisburgo e<br />
del Tirolo. Un luogo in<br />
cui puoi immergerti in<br />
sicurezza nella polvere<br />
senza preoccuparti<br />
delle valanghe e di<br />
tutti i classici pericoli del<br />
backcountry, concentrandoti<br />
solo sulla gioia<br />
di girare in una fresca<br />
profondissima.<br />
“Da Schattberg-West (Westgipfelbahn)<br />
fino a Stemmerkogel<br />
c’è una bella linea che<br />
scende fino a Hinterglemm o<br />
Jausern. Nella parte superiore<br />
si possono trovare pendii<br />
meravigliosamente aperti che<br />
terminano con bellissime run<br />
tra i boschetti. I migliori spot<br />
per i kicker in fresca sono<br />
vicino all’impianto Seekar.”<br />
- Sabine Schipflinger<br />
Questo posto è Skicircus Saalbach Hinterglemm Leogang<br />
Fieberbrunn. Grazie a 70 impianti di risalita<br />
ultramoderni e piste perfettamente preparate, puoi<br />
raggiungere facilmente l’area aperta senza lunghe<br />
camminate e goderti i numerosi percorsi freeride<br />
segnalati - dal Wildseeloder alto 2.119 m ai comodi<br />
percorsi in powder vicino alle piste. “Easy up - Wild<br />
down” è il motto dello Skicircus, che ha qualcosa per<br />
tutti, dal freerider esperto, ai nuovi arrivati e ai bambini<br />
che possono fare le loro prime curve su morbide<br />
piste di neve perfetta. Questo è ciò che rende lo<br />
Skicircus Saalbach Hinterglemm Leogang Fieberbrunn<br />
un’area da freeride per tutte le skills.<br />
14 checkpoints del ricetrasmettitore di valanghe sono<br />
posizionati strategicamente in tutto il comprensorio<br />
sciistico: questo, combinato con i due campi di ricerca<br />
del ricetrasmettitore di valanghe, le informazioni sulla<br />
neve appositamente sviluppate e il sistema di allarme<br />
valanghe LO.LA *, il freeride park e i percorsi freeride<br />
contrassegnati, garantiscono una totale sicurezza.<br />
Freeride World Tour - 7-13 marzo 2020 Il Freeride<br />
Word Tour (FWT) si ferma di nuovo nella Mecca del<br />
Freeride delle Alpi di Kitzbüheler come unica tappa<br />
del tour nelle regioni di lingua tedesca. I migliori freerider<br />
del mondo devono salire per circa 40 minuti fino<br />
alla cima del Wildseeloder, prima di immergersi nella<br />
discesa di 620 metri di vertical drop. Gli spettatori possono<br />
godersi l’azione dal Contest Village a Lärchfilzkogel<br />
(a 1.645 m). Grazie alle trasmissioni in diretta TV,<br />
la folla nella “Snow area” non si perderà nulla.<br />
Freeride Testival - 14-15 marzo 2020 Con il motto<br />
“come experience freeriding!”, Il Freeride Testival<br />
2020 ritorna per la settima volta. Per tre fine settimana<br />
consecutivi, sarai in grado di testare le migliori attrezzature<br />
per backcountry e valanghe e ti sarà data<br />
la possibilità di partecipare a vari eventi collaterali,<br />
come workshop, corsi ed esercizi di sicurezza, che sicuramente<br />
miglioreranno le tue abilità in fresca. Infine,<br />
i freerider esperti avranno l’opportunità di scoprire<br />
aree nuove e sconosciute con guide locali, mentre i<br />
principianti avranno la possibilità di muovere i primi<br />
passi fuori pista con l’aiuto di coach professionisti.<br />
Infine, eventi importanti come il “Freeride World<br />
Tour” e il “Freeride Testival”, hanno reso lo Skicircus<br />
Saalbach Hinterglemm Leogang Fieberbrunn uno dei<br />
principali hotspot di freeride in Europa.<br />
32°
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Ursus Snowpark,<br />
Madonna di Campiglio.<br />
Considerato uno tra i migliori snowpark delle Alpi e frequentatissimo<br />
da un vasto pubblico di snowboarder, vanta due<br />
aree con strutture ideali per il divertimento a tutti i livelli, dai<br />
principianti alle prime armi, alle famiglie con bambini fino agli<br />
TEXT<br />
Gian Luca Zanetti<br />
LOCATION<br />
Ursus Snowpark<br />
Madonna di Campiglio<br />
Trentino, Italy<br />
appassionati più esperti e gli atleti professionisti.<br />
L’area più grande, l’Ursus Snowpark, si trova tra i 2500<br />
e i 2300 metri di altezza e si sviluppa per circa 1km di<br />
lunghezza e quasi 100.000m².<br />
La cabinovia di riferimento percorre buona parte del<br />
park e la stazione di arrivo divide il park in due zone<br />
collegate tra loro per un totale di quasi 50 strutture:<br />
la parte alta è dedicata a strutture medio facili: box,<br />
rail e salti disposti su quatto linee per un primo approccio<br />
al freestyle.<br />
nella parte bassa, si trovano aree easy con salti, box e<br />
rail per beginner, una jibline e una linea di kicker dai<br />
7 agli 11 metri adatti ad un livello intermedio, uan jibarea<br />
con strutture per i più esperti, una linea di kicker<br />
più grandi dai 14 ai 20 metri ed inoltre un tracciato di<br />
boardercross fun adatto a tutti.<br />
Da un paio di stagioni per la progettazione dello<br />
snowpark Funivie Madonna di Campiglio si avvale<br />
della collaborazione di una delle aziende più conosciute<br />
a livello europeo, F-TECH Snowpark, che studia<br />
e progetta nei minimi dettagli il progetto del park in<br />
3D in collaborazione con lo staff dell’Ursus Snowpark<br />
che si occupa poi della realizzazione e manutenzione<br />
meticolosa delle strutture.<br />
Per essere all’avanguardia non manca l’utilizzo di nuove<br />
tecnologie, lo snowpark di Madonna di Campiglio<br />
è uno dei pochi al mondo ad utilizzare la strumentazione<br />
Leica Geosystem che permette una gestione precisa<br />
ed ottimizzata del park, a partire dalle prime fasi<br />
34°
di progettazione, produzione neve e costruzione fino<br />
alla manutenzione giornaliera, offrendo ogni giorno<br />
strutture sempre in ottime condizioni.<br />
A completare l’ottima offerta, per i super appassionati<br />
che vogliono risparmiare qualche euro e concentrarsi<br />
sui trick, c’è anche la possibilità di uno skipass dedicato<br />
allo snowpark, che permette di raggiungere l’area<br />
ed utilizzare gli impianti adiacenti.<br />
Ursus Snowpark è anche Mini, sul versante opposto<br />
del park principale, in zona Pradalago, si trova la seconda<br />
area freestyle di Madonna di Campiglio il Mini<br />
Ursus Snowpark, un fun snowpark con strutture facili<br />
e coinvolgenti per iniziare a giocare e divertirsi, attrezzato<br />
con una serie di curve paraboliche, diversi dossi,<br />
box, piccoli salti e un divertente tunnel di neve, ideale<br />
per approcciare al freestyle, una zona amata dai più<br />
piccoli e non solo!<br />
Madonna di Campiglio ospiterà alcuni degli eventi più<br />
interessanti dell’inverno:<br />
Burton Mtn Mash dal 29 gennaio al 2 febbraio<br />
Red Bull Hammers with Homies dal 15 al 16 febbraio<br />
Ursus Rookie Fest dal 15 al 19 marzo<br />
website | ursus-snowpark.it<br />
ig | instagram.com/ursuscampiglio/<br />
fb | facebook.com/ursussnowpark/<br />
resort website | ski.it<br />
tourist office website | campigliodolomiti.it<br />
35°
Pila Snowland.<br />
Cool spot alert.<br />
MonteBianco, Grand Combin, Cervino, Monte Rosa, Gran<br />
Paradiso. Bastano questi nomi per a ermare che Pila è il punto<br />
più panoramico di tutta la Valle D’Aosta. Non per altro si è<br />
TEXT<br />
Federico Mura<br />
LOCATION<br />
Area Effe Snowpark<br />
Pila, Aosta, Italy<br />
aggiudicata il soprannome di “Perla delle Alpi”.<br />
70 km di piste percorribili, 4 piste nere, 21 rosse e<br />
4 blu con innevamento perfetto fino a tarda stagione,<br />
rendono il comprensorio un paradiso tutto da<br />
shreddare. La stagione 2020 si apre con una novità,<br />
in progettazione e costruzione la nuova telecabina<br />
da Pila alla Platta de Grévon. A proposito delle<br />
cabinovie, non dimentichiamo l’estrema facilità di<br />
accesso all’impianto sciistico. Un’impianto di risalita<br />
collega l’inizio delle piste direttamente con il<br />
capoluogo valdostano in meno di venti minuti.<br />
Il comprensorio è sviluppato in un ambiente talmente<br />
diversificato che risulta difficile fare selezione<br />
di stili. Che si tratti del freerider più spericolato<br />
che ama perdersi nei boschetti e andare a caccia<br />
di nuove tracce di powder, o del freestyler che può<br />
trovare il suo pane nello Snowpoark Areaeffe, fino<br />
ad arrivare allo snowboarder padre di famiglia, con<br />
un paio di pargoli intenti a combattere contro le<br />
prime cadute. Pila ha la giusta area per ognuno di<br />
essi.<br />
Nulla da fare, la neve fresca non ha mai perso il suo<br />
fascino; per questo se avete la freddezza necessaria<br />
per prendere un giorno di ferie giusto dopo una<br />
bella nevicata, troverete una pista completamente<br />
immacolata che vi aspetta. Si tratta della nera<br />
n.27 della Platta de Grévon, e qui si può tracciare<br />
qualche linea in tutta sicurezza. Mettete la sveglia<br />
presto però: quel morbido tappeto va a ruba e se<br />
fate tardi vi toccherà andare per boschi (che non è<br />
affatto un brutto piano).<br />
Se invece l’obiettivo è quello di girare come una<br />
pala di un elicottero e sverniciare ringhiere, il posto<br />
giusto è l’Areaeffe, uno snowpark di 20.000 mq<br />
sorvegliato dalla seggiovia quadriposto Grand Grimod.<br />
Ciliegina sulla torta: il capo shaper Ivo Letey.<br />
Basterebbe il suo nome come garanzia, ma in ogni<br />
caso sottolineiamo che i kicker sono shapeati alla<br />
perfezione e che le lines progressive, progettate per<br />
tutti i livelli di esperienza, sono studiate apposta<br />
per toccare la corda dell’adrenalina. Consigliamo<br />
36°
vivamente di star dietro al calendario degli eventi<br />
del park, dove potrete incrociare con facilità pro riders<br />
di livello internazionale o lanciarvi su qualche<br />
struttura per esaltare la folla.<br />
Per i più piccoli Pila offre un servizio di mini club<br />
per i futuri groomers dai 0 ai 12 anni. Mentre per<br />
i bambini che non vedono l’ora di lanciarsi sulla<br />
neve ci sono due tapis roulant gratuiti e lezioni di<br />
avvio allo sci e snowboard delle due scuole ai piedi<br />
degli impianti.<br />
I numeri sono una garanzia: ogni anno vengono<br />
stampati mezzo milione di ingressi giornalieri. Che<br />
si tratti delle vacanze invernali o semplicemente di<br />
una toccata e fuga di un giorno, basta vedere i volti<br />
soddisfatti di chi arriva giù dall’ultima pista per capire<br />
che la location non è affatto male.<br />
Insomma, Pila Snowland ha tutte le carte in regola<br />
per essere considerato uno dei migliori resort di<br />
tutto l’arco alpino. E non dimenticate che la cena in<br />
loco è d’obbligo, l’intera zona è disseminata di rifugi<br />
e ristoranti per chiudere in bellezza la giornata<br />
con qualche ottima specialità valdostana.<br />
LEFT<br />
Simon Gruber<br />
ABOVE<br />
Marcello Grassis<br />
HERE<br />
Max Vieider<br />
website | pila.it<br />
ig | instagram.com/pilaaostavalley<br />
fb | facebook.com/pila.aostavalley<br />
37°
15 Minutes.<br />
Mammut Poker Safe.<br />
15 minuti. Sono quelli decisivi per determinare la<br />
sopravvivenza di chi rimane sepolto sotto una valanga.<br />
Dopo questa manciata di minuti le chance di uscirne vivo<br />
calano drasticamente. L’incidente di una valanga è un evento<br />
che gela il sangue nelle vene. Vedere un proprio amico<br />
scomparire tra una nuvola bianca può far perdere la lucidità<br />
necessaria per intervenire in tempo e in modo ragionato.<br />
aspettare i soccorsi impiegherebbe troppo tempo.<br />
Simon mi ricorda che è doveroso sapere che lo staccarsi<br />
di una valanga nella maggior parte dei casi è evitabile,<br />
valutando le situazioni geologiche dell’area che<br />
si va a tracciare. E anche se quelli di Mammut sono<br />
strumenti di ultima generazione estremamente affidabili,<br />
non ci devono assolutamente dare quel pizzico di<br />
sicurezza in più per inoltrarci in zone in cui il pericolo<br />
rimane ugualmente e inevitabilmente rischioso per la<br />
propria incolumità.<br />
TEXT<br />
Denis Piccolo<br />
RIDER<br />
Simon Gruber<br />
PHOTOS<br />
Roberto Bragotto<br />
Simon Gruber, rider Mammut, durante una chiacchierata<br />
tra una pista e un jump, ci ha suggerito qualche<br />
piccolo consiglio per non farci trovare impreparati.<br />
Prima cosa: essere equipaggiati adeguatamente. Seconda<br />
cosa: eseguire la procedura di soccorso in modo<br />
sistematico. L’avere bene in chiaro come muoversi e<br />
quali azioni eseguire in situazioni di emergenza sarà<br />
determinante per disseppellire la vittima nel più breve<br />
tempo possibile perché, nella maggior parte dei casi,<br />
Guardo nello zaino di Simon è vedo il Poker Safe di<br />
Mammut, studiato appositamente per aumentare la<br />
sicurezza in ogni condizione di neve fresca, per ogni<br />
tipo di freerider. Il kit è composto da zaino airbag, artva,<br />
sonda e pala. Le nuove tecnologie e la produzione<br />
sempre più ampia di questi prodotti ha permesso un<br />
notevole ribasso dei prezzi sul mercato, rendendo il<br />
rapporto costi-benefici ancora più conveniente rispetto<br />
a pochi anni fa, non abbiamo più scuse, non può<br />
mancare nella nostra attrezzatura.<br />
38°
Fuori ha iniziato a nevicare, ne approfitto per una veloce<br />
intervista a Simon.<br />
Simon cos’è il freeride per te? Il freeride è una cosa<br />
che mi fa proprio spegnere il cervello, un momento<br />
di stacco, per uscire dalla confusione della giornata<br />
e prendermi un momento da solo con la montagna.<br />
Cercare degli spot da tracciare è fantastico; diventi un<br />
bimbo che gioca con la neve. Quando vai a fare una linea<br />
l’avventura ti mette tutta questa voglia di neve fresca<br />
ed è questo che mi fa uscire ogni volta più carico.<br />
Come ti prepari per una giornata di fresca? Ovviamente<br />
facendo freeride non si sa mai al 100% quello<br />
che ti aspetta. Anche se hai visto il bollettino non puoi<br />
sapere in anticipo cosa ha combinato il vento in quella<br />
specifica zona. È sempre meglio essere equipaggiati<br />
al massimo delle proprie possibilità. Collaboro con<br />
Mammut e sono molto contento dell’attrezzatura e<br />
della qualità dei prodotti per il freeride. Artva, pala e<br />
sonda sono un must. Se hai lo zaino, ancora meglio.<br />
Cosa consigli a chi vuole andare per le prime<br />
esperienze in fresca? Il mio consiglio è non sottovalutare<br />
il bollettino valanghe, e di avere sempre la<br />
massima attenzione rispetto alle condizioni dell’ambiente<br />
in cui ci si trova. Assolutamente sconsiglio di<br />
avventurarsi se il bollettino è di grado 3 o superiore.<br />
Conoscere sempre dove stai andando, non andare da<br />
solo, prediligere i boschi. Ne va della propria vita.<br />
Ti è mai capitato di subire un incidente in neve<br />
fresca? Personalmente ho già rischiato di finire sotto<br />
una valanga. Mi è capitato in un posto dove non me<br />
lo sarei mai aspettato. Fortunatamente sono riuscito a<br />
evitarla per un pelo, ma mi è andata veramente bene<br />
perché se fossi stato qualche metro più spostato verso<br />
la valanga, avrei rischiato seriamente di non venirne<br />
più fuori, anche perché ero da solo.<br />
Progetti per quest’inverno? Farò un progetto video<br />
con Ethan Morgan che probabilmente uscirà l’anno prossimo.<br />
Abbiamo già iniziato a filmare l’anno scorso ma per<br />
ritardi vari non siamo riusciti ancora a farlo uscire. Viaggi<br />
ancora non abbiamo nulla in programma dipenderà<br />
dalle condizioni. Probabilmente starò qui in Europa per<br />
quest’inverno, anche se sai bene che sono un grande improvvisatore.<br />
Ho ancora in testa il progetto Kosovo, ma<br />
vediamo se riusciremo ad organizzare in futuro.<br />
La tua giornata in fresca più epica di sempre? È<br />
difficile da dire, visto che ogni giornata di neve fresca<br />
per me è unica e indimenticabile. A me piace snowboardare,<br />
poi in ogni giornata bisogna apprezzare il<br />
meglio che ti danno le condizioni climatiche e la location<br />
in cui ti trovi.<br />
Mammut Alugator<br />
Pro Light<br />
Mammut Probe<br />
240 Fast Lock<br />
Mammut<br />
Barryvox S<br />
Mammut Pro X<br />
Removable Airbag<br />
39°
The Feels<br />
of Sam McMahon.<br />
Nidecker è molto attiva nel settore dei media, con clip e progetti<br />
che vengono postati su Internet con frequenza settimanale. A<br />
partire dal 2016, la serie Slice ’N Dice ha iniziato a spingere il<br />
movimento del carving e poche settimane fa la clip del team The<br />
Feels ha messo in mostra la vasta gamma di talenti che ci sono<br />
nel loro team. Dietro queste produzioni c’è Sam Mc Mahon, un<br />
ragazzo britannico con un gusto speciale per le cose fighe.<br />
TEXT<br />
Matteo Rossato<br />
Ciao Sam, presentati brevemente e un po’ del<br />
tuo background nel settore. Hey! Mi chiamo Sam<br />
McMahon, sono uno scrittore, fotografo e regista che<br />
vive nelle Alpi francesi. Ho iniziato a lavorare a tempo<br />
pieno per Whitelines, ma nell’ultimo anno sono stato<br />
libero professionista ma gran parte del mio tempo<br />
passato a seguire Nidecker.<br />
Come sei entrato in contatto con Thierry Kunz<br />
e il gruppo Nidecker? Abbiamo fatto alcuni progetti<br />
per Nidecker mentre lavoravamo per Whiteline, e<br />
dopo il casino che è successo lo scorso anno quando<br />
i precedenti proprietari di Whiteline hanno perso il<br />
controllo del business, ho chiesto a TK se potevo finire<br />
l’eccezionale lavoro - invece mi ha offerto un lavoro.<br />
Proprio un brav’uomo.<br />
Qual è il tuo ruolo in Nidecker? Non sono sicuro<br />
che ne sia mai venuto fuori un titolo, ma pianifico,<br />
giro ed edito tutti i loro video, gestisco la libreria multimediale<br />
e realizzo tutti i social media per Nidecker e<br />
Flow. Gestore di contenuti? Tranne il fatto che odio la<br />
parola “contenuto”: sembra quello che metti nei panini<br />
con le salsicce! Media Guy? Qualunque cosa tu<br />
voglia chiamarlo, è fantastico vedere le tue idee prodotte<br />
fino in fondo, dalle riprese di un progetto alla<br />
sua pubblicazione. Mi sento fortunato a ottenere molta<br />
fiducia da questo team, non c’è molto che ostacola<br />
qualsiasi mia idea.<br />
Hai prodotto diversi progetti video per Nidecker.<br />
Qual è il masterplan alla base di tutti i<br />
progetti? Sembra che tu voglia raccontare tutte<br />
le sfaccettature dell’azienda. Non esiste un vero<br />
piano generale, ma penso che sia importante provare<br />
sempre a raccontare storie che ispirerebbero me stesso<br />
se le guardassi. Ricordo la sensazione di essere gasato<br />
leggendo riviste di skate e guardando video di snowboard,<br />
e sebbene ce ne siano sempre meno in giro oggigiorno,<br />
ci sono molti altri modi per esprimere le tue<br />
idee. Ci vuole più tempo per far emergere un’idea ora,<br />
ma mi piace questa sfida! Personalmente, scatto e sviluppo<br />
un sacco di rullini, e mi piace molto il modo in<br />
cui assomiglia più a un ricordo che a un’immagine<br />
40°
digitale estremamente nitida - è il tipo di connessione<br />
emotiva che cerco sempre di includere in un mio progetto.<br />
È già stato detto mille volte, ma la maggior parte<br />
delle persone spegne tutto vedendo gli stessi cinque<br />
o sei trick sugli stessi salti in park - è divertente provare<br />
a fare cose su cui le persone possono investire.<br />
C’è un progetto che ami più di tutti? Perché?<br />
“Qual è il tuo bambino preferito?!” La forza di Nidecker<br />
sta nella sua diversità, sia nel prodotto che nel<br />
team, per questo facciamo sempre qualcosa di diverso.<br />
Tim Humphreys ha fatto cose folli e le sta facendo<br />
sempre più grandi ogni anno, Mike Basich si porta<br />
sempre dietro la aurea leggendaria, Mat Crepel ha la<br />
sua connessione con il surf, Emilen Badoux mescola<br />
linee mentali con lo yoga super chill... e continua! Tuttavia,<br />
la mia cosa preferita da filmare sono le curve: ci<br />
sono molti modi per catturare qualcosa di così semplice<br />
ma che non credo che quello perfetto sia stato<br />
ancora shootato.<br />
La serie Slice ’N Dice è davvero unica e insieme<br />
a Korua sta sostanzialmente mostrando un nuovo<br />
modo di percepire lo snowboard. Da dove è<br />
nata l’idea di produrre un’intera serie interamente<br />
dedicata al carving? Il confronto con KO-<br />
RUA è lusinghiero, amo quei ragazzi e quello che Aaron<br />
fa con il design, ma penso che ciò che fanno i ragazzi<br />
SnD sia diverso: uno stile più aggressivo più tutti i tricks<br />
e i doubles. Come tutti sappiamo, questo “nuovo” stile<br />
del carving e delle curve è emerso dalla cultura giapponese<br />
dello snowsurf, ma la prima cosa che ricordo di<br />
aver visto è stata questo edit di Alex Lopez che carvava<br />
a Bachelor: così in controllo ed elegante. JP Schlick in<br />
Oregon è un altro filmmaker incredibile: una grande<br />
ispirazione. Slice ‘n’ Dice stesso non è mai stata un’idea<br />
deliberata. I due ragazzi sono entrambi istruttori, e<br />
pensavano che Dave potesse eurocarvare mentre Lewis<br />
gli saltava sopra la testa in front 3. Così una mattina<br />
presto abbiamo fatto tutto per filmare questa clip prima<br />
che iniziassero a lavorare. Non l’abbiamo capito,<br />
ma gli shot di warm up hanno funzionato così bene<br />
che li ho messi su Whitelines, senza che mi aspettassi<br />
nulla. È esploso, quindi ne abbiamo dovuto fare di più!<br />
Qual è il tuo attuale kit di shredding? Sono innamorato<br />
della mia nuova Mosquito. Mi sono sempre<br />
piaciute le tavole corte e cicciotte, ma la coda è così<br />
rigida che puoi davvero tirare le curve fino in fondo.<br />
Quest’anno sono anche iniziati a piacermi gli attacchi<br />
Flow Fuse, rimanendo ancora convinto del sistema di<br />
accesso, ma soprattutto mi piace la sensazione ad avere<br />
così tanta flessione laterale per tirare curve molto<br />
surfistiche. I Bonfire sono perfetti per farmi stare al<br />
caldo e asciutto. Quest’anno ho la loro nuova giacca<br />
super elastica Apex Neoshell: super leggera, traspirante<br />
e impermeabile.<br />
Ci puoi rivelare qualcosa su progetti o prodotti<br />
per la prossima stagione? O dovremo aspettare<br />
le fiere? Mi uccidono se rivelo qualcosa prima delle<br />
fiere, ma posso darti un cheeky shaka se funziona<br />
come un indizio? Non avrei mai pensato di essere intervistato,<br />
quindi se questa è la mia unica possibilità,<br />
vorrei ringraziare Ed, Duthie e Tristan per i giorni di<br />
Whitelines, e TK e la famiglia Nidecker per quello che<br />
stiamo facendo ora. Inoltre, mia mamma, papà e ragazza.<br />
E il mio cane, hey Parker!<br />
41°
Club<br />
Sandwich.<br />
Matt Georges è uno dei fotografi di<br />
snowboard con più talento che ci sono in<br />
giro. È anche uno dei più attivi in termini<br />
di spingere una cultura più profonda<br />
dello snowboard e, oltre a imprimere su<br />
pellicola dei fantastici momenti cinematografici,<br />
gestisce anche progetti secondari<br />
da solo o con il supporto di sponsor.<br />
Pensate a First Layer, il libro di Vans, o<br />
al suo saggio fotografico The Dirty Dogs<br />
pubblicato cinque anni fa. Nel 2019 è<br />
tornato all’editoria fai-da-te con il suo<br />
ultimo progetto Club Sandwich, e lo abbiamo<br />
incontrato per saperne di più.<br />
A PROJECT BY<br />
MATT GEORGES<br />
& PERLY<br />
ITW<br />
Matteo Rossato<br />
Ok Matt, partiamo dal nome. Perché Club Sandwich?<br />
5 anni fa ho fondato la mia casa editrice indipendente<br />
chiamata The.Dirty.Dogs. e volevo avere<br />
un nome non tanto serio e un po’ facile da ricordare.<br />
Il termine “Club” è molto rilevante per questo nuovo<br />
progetto poiché è una collaborazione tra poche persone,<br />
e il termine “Sandwich” è il risultato di questa<br />
collaborazione. È anche un piccolo omaggio a tutto<br />
il cibo spazzatura (il club sandwich in rappresentanza,<br />
diciamo) che mangiamo on the road mentre<br />
viaggiamo e filmiamo lo snowboard. Ognuno di noi<br />
è uno degli ingredienti per preparare un buon pasto!<br />
Perly potrebbe essere la lattuga, Andrew Miller il<br />
pomodoro, Rip Zinger il tofu, Cole Navin la maionese<br />
e io potrei essere essere i sottaceti per esempio.<br />
Il tuo primo saggio fotografico è uscito nel 2014:<br />
quanti libri hai pubblicato finora? Sì, in realtà ho<br />
pubblicato il primo volume di The.Dirty.Dogs. e sto<br />
ancora lavorando al secondo, ma sono stato così impegnato<br />
nel metter su famiglia (di tre bambini) e nella<br />
realizzazione di progetti per e con altre persone che<br />
è ancora in fase di realizzazione. Quindi da allora ho<br />
realizzato 5 libri diversi con Vans chiamati First_Layer<br />
insieme a 4 giornali. Il nostro nuovo progetto di collaborazione<br />
si chiama Triple, è un concept e questa<br />
volta ho fatto 3 libri diversi. Sempre con un bel po’ di<br />
cartoline da mettere sul frigo o dove si vuole. L’anno<br />
scorso ho anche aiutato Ben Thouard, un famoso fotografo<br />
di surf, a editare e progettare il suo libro SUR-<br />
FACE e qualche mese fa ho fatto esattamente lo stesso<br />
con Jerome Tanon per il suo libro Zabardast, dalla sua<br />
spedizione a Karakoram, in Pakistan. Mi piace molto<br />
editare e organizzare le mie foto per un mio libro, ma<br />
mi piace anche farlo per gli altri. Credo che sia un<br />
buon allenamento per i miei occhi e per la cultura della<br />
fotografia in generale. È come andare in una palestra<br />
fotografica, mi tiene in forma in un certo senso! :)<br />
Andrew Miller, Rip Zinger, Perly, Cole Navin e te<br />
stesso: una gamma così eclettica di menti creative<br />
con stili diversi: come li hai scelti? Cosa dobbiamo<br />
aspettarci da Club Sandwich? Voglio dire, cosa c’è<br />
dentro? Riguarda lo snowboard o c’è molto di più<br />
di del semplice riding e foto fantastiche? L’idea di<br />
Club Sandwich era quella di avere una bella scatola<br />
nera personalizzata spray dipinta insieme con una patch<br />
sopra, progettata da un artista. All’interno ci sono<br />
5 libricini con una carta diversa e differenti rilegature.<br />
Hanno tutti una tematica comune sullo snowboard<br />
ma il mio obiettivo era mostrare 5 storie diverse<br />
attraverso 5 saggi fotografici. Non è necessariamente<br />
roba d’azione, ad esempio può essere solo lo stile di<br />
vita che la circonda. Quella di Andrew è un saggio<br />
in bianco e nero sulla powder, quella di Perly è una<br />
collaborazione con Louif Paradis, Rip Zinger esplora<br />
42°
le somiglianze tra il surf invernale e lo snowboard, i<br />
documenti di Cole Navin riguardano la sua routine<br />
quotidiana mentre viaggia a causa dello snowboard<br />
e il mio è una visita a Katie Ormerod e Jamie Nicholls<br />
nello Yorkshire inglese per mostrare dove sono cresciuti<br />
facendo snowboard su una dry slope in mezzo a<br />
un campo di erba. Quindi sì, è molto eclettico!<br />
Rispetto al primo libro, Club Sandwich rivendica<br />
una sensazione più fai-da-te: perché la scatola +<br />
zines + formato patch? Beh, non proprio dato che<br />
il primo libro The.Dirty.Dogs. era rilegato a mano<br />
con una corda di cuoio e sbalzato a mano con una<br />
pressa per lettere Heidelberg di +100 anni. Mi piace<br />
sempre quel tocco D.I.Y. e voglio davvero fare qualcosa<br />
di diverso rispetto a una semplice rivista. Per Club<br />
Sandwich il fai-da-te rimane ancora mentre abbiamo<br />
personalizzato la scatola con vernici spray, numerato<br />
ognuna di esse e attaccato una patch sul davanti. Le<br />
zine hanno le stesse dimensioni ma diversi look, carta<br />
e rilegature.<br />
Qual è il messaggio nascosto dietro Club Sandwich?<br />
Probabilmente non c’è nessun messaggio nascosto,<br />
ahah. Adoriamo semplicemente scattare foto<br />
e stamparle come preferiamo. È sempre gratificante<br />
iniziare alcuni progetti da zero, vediamo dove ci porta!<br />
Non direi che è competitivo con le riviste poiché<br />
è un’edizione molto piccola di 500 copie, forse è più<br />
complementare. Capisco che alcune riviste abbiano<br />
un numero di pagine specifico per un portfolio o una<br />
storia di viaggio specifici e, a volte, la direzione editoriale<br />
è definita da marchi che acquistano pubblicità.<br />
Lo capisco perfettamente e sicuramente non sputo<br />
dove mangio. Qui con Club Sandwich siamo completamente<br />
indipendenti, non vogliamo pubblicità e<br />
l’obiettivo non è fare soldi per vivere. Tutti i vantaggi<br />
ottenuti saranno direttamente nel nuovo CB numero<br />
2, è un progetto di stampa senza scopo di lucro.<br />
Sembra che la stampa in generale stia tornando<br />
in una forma diversa e con un significato diverso.<br />
Qual è la tua opinione al riguardo? Penso solo che<br />
sia bello vedere le persone fare progetti sullo snowboard<br />
in generale, qualunque sia il mezzo. Film, riviste,<br />
libri, magazines, blogs ecc. Ultimamente abbiamo<br />
avuto alcuni bei progetti di stampa come Curator<br />
di Tassilo Hagger, Atagge / Planetaria Zine di Aaron<br />
Schwartz, il libro da coffee table Zabardast di Jerome<br />
Tanon, Torment Mag e tutto il First Layer e ora Triple<br />
di Vans. È molto stimolante!<br />
Quante copie di Club Sandwich verranno stampate?<br />
E saranno disponibili per la vendita? Se sì,<br />
dove? Abbiamo 500 scatole nere personalizzate con<br />
una patch disegnata da Will Smith + 5 zines all’interno<br />
(250 pagine tutte insieme con diversi stili di carta e<br />
rilegature) + 2 adesivi + 1 cartolina. Sarà venduto in<br />
alcuni negozi selezionati qua e là ma principalmente<br />
attraverso il nostro sito web www.clubsandwich.studio<br />
o la pagina Instagram @clubsandwich.studio per<br />
35€ spedizione inclusa.<br />
43°
«OooOoO»<br />
Skatepark at the Triennale.<br />
Il nome nasce da un gioco tra forme e lettere, lo skatepark<br />
creato dall’artista sudcoreana Koo Jeong diventa un opera alla<br />
triennale di Milano, lasciando tutti a bocca aperta.<br />
TEXT<br />
Denis Piccolo<br />
PHOTOS<br />
Davide De Martis<br />
LOCATION<br />
Triennale Milano<br />
Uno skatepark al coperto allestito ad hoc nella Galleria<br />
progettata da Gae Aulenti, al piano terra del museo.<br />
L’artista asiatica, Koo Jeong, da anni lavora sul<br />
tema del gioco e degli spazi pubblici e ha già creato<br />
altre opere simili a Liverpool, a San Paolo in Brasile e<br />
in Francia. Ma tutte all’aperto. Al contrario di questa<br />
che è un vero skatepark ma all’interno di un museo.<br />
S’intitola «OooOoO» perché riprende la forma di<br />
6 classiche ciotole “bowl” che è poi il nome classico<br />
di queste strutture nel mondo dello skateboard.<br />
«Ho giocato con le forme astratte, geometriche, come<br />
la sfera, cercando di gestire al meglio lo spazio previsto<br />
per questa installazione tenendo conto dei suoi<br />
limiti, come i muri e le colonne, senza dimenticare<br />
i requisiti di sicurezza che sono fondamentali», spiega<br />
Koo, che per realizzare l’opera si è avvalsa anche<br />
della collaborazione della comunità di skaters<br />
che popola Milano, sempre molto attiva e creativa.<br />
“La mia idea è far provare la sensazione di fare ska-<br />
te di notte, all’aperto, in mezzo alla natura - continua<br />
Koo - per questo ho chiesto a Koreless, musicista elettronico<br />
di Glasgow, di riprodurre attraverso il suono<br />
il senso di oscurità”. La colonna sonora è in crescendo<br />
e quando raggiunge il suo apice le luci si<br />
spengono: con il buio l’installazione, rivestita di<br />
una vernice fluorescente, si accende e si colora.<br />
Valeria Bertaccini, 26 anni, skater dice “L’idea è davvero<br />
originale, non esistono altri skatepark di questo<br />
tipo. Io vivo a Torino ma qui tornerò sicuramente perché<br />
in inverno è anche piacevole allenarsi al chiuso”. A parte<br />
la famosissima Bastard Bowl di via Slataper questo<br />
è l’unico skatepark al coperto aperto nella città.<br />
Lorenza Baroncelli sottolinea “Stiamo organizzando<br />
tanti eventi, sia diurni, per esempio la scuola in<br />
collaborazione con Bastard, per bambini, ragazzi, famiglie<br />
e scuole, sia serali, comunicati sul nostro sito”.<br />
Questa installazione aperta a tutti, pensata per un pubblico<br />
trasversale funge da richiamo per i tanti giovani<br />
Milanesi, e chi, magari, non frequenta abitualmente<br />
i musei o le istituzioni culturali. La Triennale sta già<br />
dialogando con il Comune perché alla fine dell’esposizione,<br />
il 16 febbraio 2020, la scultura possa trovare una<br />
nuova casa così da restare in pianta stabile a Milano.<br />
44°
45°
Suzy Greenberg 270.<br />
Scott Stevens ha sempre avuto<br />
un punto di vista particolare e<br />
diverso dal solito sullo snowboard,<br />
il suo riding super creativo<br />
dice tutto. Quindi, quando ha<br />
deciso di fare e pubblicare il<br />
suo progetto cinematografico,<br />
lo ha fatto alla sua maniera.<br />
Si parla molto di SuzyGreenberg270,<br />
abbiamo già visto i<br />
boots ThirtyTwo customizzati<br />
con quel logo ovale che ci riporta<br />
agli anni ‘90, ma nessun teaser<br />
ufficiale o comunicato stampa.<br />
TEXT<br />
Giulia Boccola<br />
PHOTOS<br />
Chris Grenier<br />
by E-stone<br />
L’unico modo per avere un’immagine più chiara era<br />
cercare # SuzyGreenberg270 per i contenuti taggati su<br />
IG o raggiungere Scott direttamente. Siamo Xennials,<br />
quindi abbiamo scelto la seconda via.<br />
Ciao Scott, perché nominare il tuo progetto cinematografico<br />
prendendo il nome da una canzone<br />
di Phish? E il numero 270? Allora, la scelta del<br />
nome arriva dal mio amico Joe Baldwin. È un grande<br />
fan di Phish. Mi ha suggerito SuzyGreenberg e io ho<br />
buttato lì 270, perché è un classico numero per i trick<br />
di snowboard. Ma onestamente Phish non mi è mai<br />
piaciuto e nemmeno ora mi interessa, ed è abbastanza<br />
divertente che sia andata comunque così.<br />
Questo progetto video è abbastanza segreto.<br />
Esistono già signature boots ThirtyTwo, ma<br />
nessun teaser in giro oltre al canale YouTube<br />
pieno di edits vecchi e nuovi. Cosa sta succedendo?<br />
Allora, diciamo che sono diventato un filmer per<br />
fare questo progetto. Più della metà delle riprese sono<br />
mie, cosa di cui sono abbastanza orgoglioso. Ero sempre<br />
molto preso, quindi ho solo provato a stuzzicare<br />
la gente con delle clip su IG, ma non ho mai avuto<br />
intenzione di fare un vero e proprio teaser. Tutti nel<br />
video hanno hashtaggato così tanto e mi è sembrato<br />
comunque un buon modo per far sapere alla gente<br />
che qualcosa bolliva in pentola mantenendo però un<br />
basso profilo.<br />
Il logo stesso ci ricorda alcuni disegni di vecchia<br />
scuola della metà degli anni novanta; ti mancano<br />
i bei vecchi tempi? Pensi che dovremmo fermarci<br />
tutti e tornare dove tutto era nuovo e più<br />
semplice? Sì, amo ancora gli anni 90 dello snowboard<br />
e sono super nostalgico. Ma non credo che dovremmo<br />
mai tornare indietro. Dobbiamo continuare<br />
a spingere, divertirci e progredire. Di recente ragazzi<br />
come Miles Fallon e Zeb Powell sono così incredibili<br />
e spingono ogni aspetto del riding. E mischiano delle<br />
mosse e l’atteggiamento degli anni 90 senza nemmeno<br />
aver vissuto veramente in quell’epoca. Quindi<br />
penso che sia sempre bello rendere omaggio alle leggende,<br />
ma continuiamo a fare del futuro! Il logo è un<br />
ovale tradizionale e in realtà l’ho preso in prestito da<br />
altre cose. Niente di incredibile, ma solo una ripresa<br />
delle vibes anni ’90.<br />
Dovremmo aspettarci un riding creativo a cui ci<br />
hai abituato di solito o sarà qualcosa di completamente<br />
diverso? Beh, mi sono fatto sicuramente<br />
molto male. Ho un sacco di pezzettini miei, ma sono<br />
per lo più orgoglioso delle cose che ho filmato io per<br />
gli altri!<br />
Sei sempre stato in prima linea nello snowboard,<br />
qual è la tua idea di futuro quando parli di<br />
esso? Continua a provare e riprovare, pensa sempre<br />
positivo e non fermarti mai! I love it! Lo snowboarding<br />
è tutto per me!<br />
Quando uscirà Suzygreenberg270 e dove? Penso<br />
il 20 dicembre !!! Non vedo l’ora che sia online.<br />
Probabilmente su Vimeo.<br />
46°
47°
Ten years of Jones.<br />
TEXT<br />
Matteo Rossato<br />
Nel 2020 Jones Snowboards compie 10 anni. Jeremy Jones<br />
ha aperto la sua azienda nel 2010, il punto più alto dell’era<br />
dello snowboard urbano / jibbing. A quel tempo solo<br />
una manciata di persone sapeva cosa fosse lo splitboard<br />
e la maggior parte degli splitboard disponibili erano fatti<br />
in casa grazie ai kit da split e a delle seghe circolari.<br />
Jeremy non si è mai arreso di fronte alle grandi sfide e<br />
coraggiosamente ha seguito la sua strada. Ora, dieci anni<br />
dopo, il suo impegno e il suo duro lavoro lo hanno ampiamente<br />
ripagato. Jones è ampiamente considerata una<br />
delle aziende di snowboard più lungimiranti e rispettate<br />
al mondo in quanto continua a vincere product awards<br />
ovunque vada e si è già assicurata una fetta in rapida crescita<br />
del mercato dello snowboard.<br />
Quando le aziende stavano cercando di offrire la più<br />
ampia gamma e sperimentando tutte le ultime tendenze<br />
sul camber, Jones si è concentrato sulle attrezzature da<br />
backcountry e ha continuato a lavorare anno dopo anno<br />
per costruire le migliori tavole da freeride del settore. Jones<br />
si è anche impegnato a produrre prodotti sostenibili<br />
sin dall’inizio, poiché ogni modello al debutto nella loro<br />
linea di tavole presentava sidewalls e lamine riciclati e la<br />
Flagship presentava un topsheet in legno impiallacciato.<br />
“Ho aperto Jones Snowboards per sviluppare le tavole all-mountain con le<br />
massime prestazioni possibili sul mercato: tavole da freeride che riflettono<br />
tutto ciò che ho imparato sia sulla neve che in fabbrica. Ogni snowboard<br />
che produciamo nasce dalla mia passione, e i nostri progetti rispecchiano le<br />
esigenze prestazionali del mio riding abbinate alle esigenze ambientali dettate<br />
dalla mia coscienza. Jones Snowboards è un’evoluzione naturale per me. Lo<br />
snowboard non è il mio lavoro, è la mia vita”<br />
Jeremy si è anche assicurato che la sua prima linea di<br />
tavole stabilisse lo standard secondo il quale ogni tavola<br />
che produceva era progettata per uno stile di riding<br />
specifico. La linea del 2010 presentava quattro modelli,<br />
Flagship, Mountain Twin, Hovercraft e Solution, e insieme<br />
coprivano l’intero spettro del backcountry riding.<br />
Durante i primi anni di Jones, Jeremy aveva anche<br />
condiviso la sua visione del futuro dell’esplorazione<br />
backcountry nella leggendaria serie di video Teton Gravity<br />
Research: Deeper, Further, Higher. I video mostravaon<br />
un nuovo capitolo della carriera professionale di<br />
Jeremy mentre abbandonava l’uso di elicotteri e motoslitte<br />
per accedere alle montagne e abbracciava l’ascesa<br />
più “umana” e non dipendente dalle macchine. Non c’è<br />
dubbio che i suoi video e quella stessa ispirazione abbiano<br />
alimentato il fuoco della rivoluzione splitboard.<br />
Nel 2013 Jones Snowboards ha fatto debuttare la sua prima<br />
linea di tavole femminili e la famosa serie Carbon.<br />
La collezione femminile era composta da tre tavole che<br />
riflettevano la stessa costruzione ad alte prestazioni dei<br />
modelli degli uomini, ma su misura per le donne, più<br />
piccole e più leggere. La serie Carbon era rivolta a rider<br />
esperti che richiedevano prestazioni più elevate in un<br />
pacchetto più leggero. Il 2013 segna anche l’ultimo anno<br />
di Jeremy per le riprese della serie Deeper, Further, Higher.<br />
Come gran finale della serie, Jeremy e Luca Pandolfi<br />
- rider italiano delle tavole Jones ed esperto alpinista<br />
- intraprendono una spedizione molto impegnativa in<br />
Nepal. Dopo una dura battaglia combattuta con i ghiacciai<br />
e le montagne, Jeremy raida un’incredibile muro di<br />
spine ad alta quota che chiama Shangri-la. L’avventura di<br />
Jeremy e Luca in Nepal è descritta nel film Higher.<br />
- Jeremy Jones<br />
48°
“Sai che vai in questa valle ed entri<br />
attraverso queste porte dove è scritto ‘Sei il benvenuto<br />
in questa valle, ti preghiamo<br />
di astenerti dall’uccidere vite altrui, astenersi dalla<br />
rabbia, astenersi dall’offendere gli altri’ e queste<br />
cose che ti mettono di buon umore. Ti prepari<br />
quando entri. È molto spirituale.<br />
È molto intenso. Penso di aver trovato la mia<br />
Shangri-La lì in quel posto. Tutti hanno<br />
bisogno di trovare la loro pace interiore<br />
perché, sai, se riesci a trovarla dentro puoi portarla<br />
fuori. Ti senti tranquillo lì. È un posto fantastico.<br />
Ci dovreste andare.”<br />
- Luca Pandolfi<br />
La carriera di Jeremy ha avuto i suoi alti e bassi. Uno dei<br />
suoi momenti più difficili è stato quando il rappresentante<br />
e amico di Jones, Joe Timlin, è morto in uno degli<br />
incidenti mortali più gravi nella storia del Colorado. La<br />
tragedia è avvenuta la notte prima che Jeremy iniziasse a<br />
girare per Higher sulla catena montuosa dell’Alaska. L’obiettivo<br />
era una discesa di una delle linee più impegnative<br />
che avesse mai tentato di scalare e raidare in Alaska<br />
- una linea mostruosa assurdamente ripida e lunga 1100<br />
metri su una cima senza nome, senza scalata, senza mai<br />
essere stata raidata prima di allora. Jeremy era ancora<br />
scioccato dalla perdita del suo amico e, per peggiorare<br />
le cose, quando raggiunsero il loro campo base, delle<br />
catastrofiche valanghe di classe 5 iniziarono a scendere<br />
intorno a loro. Ma Jeremy non si arrese, e portando Joe<br />
nei suoi pensieri, riuscì a salire con successo fino alla<br />
vetta al suo secondo tentativo e scese dalla vetta fino al<br />
campo base. Chiamò il monte Mt Timlin, in onore del<br />
suo amico caduto.<br />
“8 ore dopo, faccio gli ultimi passi verso il vertice. L’accampamento<br />
è 3600 piedi più in giù, droppo per la linea più gigante<br />
della mia vita. Il rush per la run mi trasporta in un altro mondo.<br />
Le grida incontrollabili di gioia svaniscono mentre faccio<br />
gli ultimi passi per tornare al campo. Il ricordo di Joe mi riempie<br />
ancora la testa. La sua passione per lo snowboard lo ha<br />
accompagnato per tutta la vita e il suo cuore era più grande di<br />
qualsiasi montagna che io abbia mai raidato.” - Jeremy Jones.<br />
derer, che ha condotto una spedizione nel febbraio 2015<br />
sulle Alpi albanesi nell’Europa sud-orientale. Mitch e la<br />
sua crew hanno trascorso tre settimane a esplorare la remota<br />
catena montuosa della penisola balcanica, dando<br />
vita al documentario “When The Mountains Were Wild”<br />
di Whiteroom Productions.<br />
Nel 2015 Jones ha annunciato una partnership di design<br />
con Chris Christenson, uno shaper di livello mondiale.<br />
Mountain Surfer e Storm Chaser sono i primi risultati di<br />
questa importante collaborazione e sono pensati per offrire<br />
una surfata più facile ispirata proprio al surf.<br />
Nel 2017 Jones ha introdotto per la prima volta le basi 3D<br />
Contour. Le basi 3D presentavano punti di contatto rialzati<br />
con un morbido raggio “spoon” che aiuta la tavola a<br />
mantenere la velocità e migliorare la surfata.<br />
Nel 2019, le tavole Jones hanno incrementato enormemente<br />
la loro sostenibilità passando dalla resina epossidica<br />
alla bio-resina Super Sap prodotta da Entropy Resins.<br />
Tutte le tavole Jones ora sono costruite con resina<br />
epossidica rinnovabile a base biologica certificata USDA,<br />
realizzata con carbonio a base vegetale anziché a base di<br />
petrolio. Nel 2019 Jones è anche passata a tutti i core di legno<br />
certificati FSC, aumentando ulteriormente l’impegno<br />
nella produzione sostenibile di snowboard. Dai materiali<br />
sostenibili che Jeremy sceglie di utilizzare nelle sue tavole<br />
ai molti incredibili video che ha realizzato, è chiaro che<br />
Jeremy apprezza l’esperienza umana e motiva le persone<br />
a proteggere l’ambiente tanto quanto apprezza l’innovazione<br />
tecnologica. Con una paziente attenzione alla realizzazione<br />
delle migliori tavole da freeride e il supporto<br />
diretto alle cause ambientali, i prodotti e il messaggio del<br />
marchio che Jones ha portato avanti in questi primi dieci<br />
anni sono stati molto influenti sull’intero settore dello<br />
snowboard. Ecco perché per molti osservatori Jones non<br />
è solo un marchio, ma un leader di un movimento che<br />
spingono il settore in una nuova entusiasmante direzione<br />
incentrata tanto sulla sostenibilità del prodotto quanto<br />
sulle prestazioni del prodotto.<br />
Nel maggio del 2014 Jeremy Jones e la sua famiglia hanno<br />
viaggiato in Costa Rica e si sono offerti volontari per<br />
Community Carbon Trees, l’associazione di riforestazione<br />
della foresta pluviale senza scopo di lucro. Questa<br />
esperienza di aiuto per la riforestazione ha ispirato Jones<br />
a iniziare a sostenere la CCT, un modo per aiutare<br />
a combattere i cambiamenti climatici. Jones è anche un<br />
orgoglioso sostenitore di Protect our Winters, l’organizzazione<br />
no profit contro i cambiamenti climatici che ha<br />
fondato nel 2009 e membro dell’1% di For The Planet. Nel<br />
2014 Jones ha anche lanciato un programma chiamato<br />
“Jones Adventure Grant” che ha offerto alla loro famiglia<br />
di rider e ambassadors del team l’opportunità di ottenere<br />
finanziamenti per una spedizione pionieristica di snowboard<br />
in backcountry. Il vincitore del Jones Adventure<br />
Grant 2015 è stato il veterano del team rider Mitch Toel-<br />
49°
On the<br />
Lookout.<br />
TEXT<br />
Denis Piccolo<br />
Davide<br />
Boggio<br />
“Valsesia è un posto<br />
con uno dei migliori terreni<br />
per percorrere giri in<br />
powder e fare side hits, e mi<br />
è stato utile per accrescere<br />
la mia creatività e godere<br />
ogni piccolo spot che la<br />
montagna può offrire!”<br />
Info: Mi chiamo Davide Boggio, nato il 26/02/1999,<br />
giro in tavola e mi godo la vita, ho 20 anni, sono supportato<br />
da Nitro Snowboard, Dirty Gloves, Giro.<br />
Ultimo pasto: Polenta, salsicce e funghi porcini.<br />
Miglior luogo dove shreddare: Sono cresciuto in<br />
questo piccolo resort chiamato Alpe Di Mera, situato<br />
in Valsesia. Questo è un posto con uno dei migliori<br />
terreni per percorrere giri in powder e fare side hits,<br />
e mi è stato utile per accrescere la mia creatività e<br />
godere ogni piccolo spot che la montagna può offrire!<br />
Ripper più sottovalutato: Dico Max De Vries: è<br />
molto tecnico sui rail ed è impressionante quanti trick<br />
possa chiudere.<br />
Prossimo grande trend dello snowboard: Lo<br />
snowboard sta evolvendo tantissimo in questo momento<br />
ed è fighissimo guardarsi intorno per vedere<br />
il nuovo modo in cui gli snowboarder fanno cose<br />
fantastiche godendosi la loro tavola! È pazzesco vedere<br />
tutti i video che buttano fuori le crew di tutto<br />
il mondo, perché ognuna di esse racconta una storia<br />
di amici che gira in tavola nei posti più fighi,<br />
che siano città o paesaggi, cercando qualcosa di<br />
bello da raidare o disegnare un linea in fresca in<br />
backcountry.<br />
Devi una birra a: Nitro snowboard per credere nella<br />
comunità dello snowboard, RustyToothbrush e tutti i<br />
ragazzi che ne prendono parte.<br />
Cosa non manca nel tuo shred kit: gli amici con<br />
cui condividere i momenti.<br />
Prossimamente: Quest’anno tornerò a fare qualche<br />
altro contest, filmerò con RustyToothbrush per<br />
il nuovo progetto video e farò alcuni eventi in giro<br />
per l’Europa.<br />
50°
Info: Mi chiamo Dusan Kriz e ho 24 anni. Vengo dalla<br />
Repubblica Ceca e attualmente vivo a Praga, ma negli<br />
ultimi 10 anni sono cresciuto tra le montagne più<br />
grandi della Repubblica Ceca chiamate Giant Mountains.<br />
Quando non sono in tavola lavoro come mental<br />
coach o personal coach, sostanzialmente aiuto le persone<br />
a raggiungere i propri obiettivi e sogni… almeno<br />
spero ahah.<br />
Ultimo pasto: toast con formaggio, ma l’ultimo pasto<br />
che ho effettivamente cucinato era probabilmente<br />
una classica pasta con pomodori / aglio / cipolla / salsa<br />
al basilico.<br />
Miglior luogo dove shreddare: Non è facile, ma il<br />
terreno migliore per me è sicuramente ovunque in<br />
Francia o Svizzera. Adoro tutti i tipi di montagne, ma<br />
se parliamo di backcountry, quelli sono i miei preferiti!<br />
Le persone con cui vado in tavola molto più spesso<br />
sono quelle della family di Rusty Toothbrush: Alex<br />
Stewart, Jake Simpson, Joe Simpson, Davide Boggio, JJ<br />
Rayward, Tyler Charlton e oltre alla crew Rusty ci sono<br />
Mans Hedberg, Zenja Potapov, Ondra e Dan Porkerts.<br />
In realtà mi piace girare un po’ con tutti per dirla tutta.<br />
Ripper più sottovalutato: Vorrei iniziare con Joe e<br />
Jake Simpsons. Ho trascorso tutto lo scorso inverno<br />
con loro e l’energia che stanno mettendo nello snowboard<br />
è molto stimolante! Poi direi JJ Rayward. Il kid<br />
neozelandese ha uno stile e un atteggiamento pazzeschi,<br />
ed è anche uno di quelli che mi stimola maggiormente.<br />
Poi dico Zenja Potapov. È russo, cresciuto in<br />
Finlandia e vive in Svezia.<br />
Prossimo grande trend dello snowboard: Difficile<br />
dire cosa potrebbe piacere alla gente in futuro, ma il<br />
mio punto di vista è che la tendenza ora sia esplorare<br />
nuovi luoghi e regioni come la Russia, la Georgia, l’Albania<br />
ecc... Il paesaggio laggiù è ancora inesplorato e<br />
ha molto da offrire. Se parliamo di tricks, penso che<br />
andrà in due direzioni. Uno è un modo tecnico come<br />
quad 1620, pretzels 4 ecc. E l’altro andrà più alle basi<br />
come stile e creatività. Questo è un po’ organizzato dai<br />
Giochi Olimpici. Tutti vogliono vincere, e vincere PER<br />
LO PIÙ significa spin to win.<br />
Devi una birra a: La dovrò sempre ai miei genitori<br />
che mi hanno permesso di fare ciò che amo di più,<br />
dopodichè ai miei sponsor come Horsefeathers, Northwave,<br />
Drake, Appertiff, e anche senza Alex Steward<br />
e Rusty Toothbrush non saremmo qui a fare questa<br />
intervista. Ci sono così tante persone e marchi a cui<br />
sarò sempre grato, perché mi aiutano a vivere questo<br />
tipo di vita in cui sono davvero felice!<br />
Cosa non manca nel tuo shred kit: È bello avere uno<br />
snowboard per qualsiasi session haha, sto scherzando.<br />
Direi probabilmente uno spuntino adeguato, un po’<br />
di extra gear se si rompe qualcosa, un buon piano su<br />
cosa faremo in quello spot e un po’ di erbette come<br />
ricompensa dopo la sessione, ma shhh!<br />
Prossimamente: Quest’anno gireremo un progetto<br />
davvero interessante con Northwave e Drake negli<br />
Stati Uniti e non vedo davvero l’ora di realizzarlo,<br />
e voglio concentrarmi sempre di più sul BC e sulle<br />
grandi montagne, perché tutto ciò is the shit for me.<br />
Dusan<br />
Zriz<br />
“Quando non sono in<br />
tavola lavoro come mental<br />
coach o personal coach,<br />
sostanzialmente aiuto<br />
le persone a raggiungere<br />
i propri obiettivi e sogni…<br />
almeno spero ahah.<br />
51°
PHOTO<br />
Silvano Zeiter<br />
Leo<br />
Eigensatz<br />
“Ripper più sottovalutato:<br />
Chiunque si diverta con<br />
una bella session senza<br />
sentire l’impulso di<br />
pubblicare immediatamente<br />
tutto sui social media..”<br />
Info: Leo Eigensatz, 6.3.1994, lavoro presso l’azienda<br />
di mio zio che costruisce case e altre cose, e poi in<br />
inverno vado principalmente in tavola.<br />
Ultimo pasto: Amico, vorrei poter dire qualcosa di<br />
figo come la pizza o altro, ma è ancora un po’ presto<br />
quindi ho appena preso un caffè e un frullato finora.<br />
Miglior luogo dove shreddare: Probabilmente è la<br />
risposta più cliché, ma dimmi qualcosa di meglio della<br />
fresca con gli amici.<br />
Ripper più sottovalutato: Chiunque si diverta con<br />
una bella session senza sentire l’impulso di pubblicare<br />
immediatamente tutto sui social media.<br />
Prossimo grande trend dello snowboard: Non lo<br />
so... probabilmente vlog di realtà virtuale o Instagram<br />
stories o qualche merda come questa roba qui haha!<br />
Devi una birra a: Ho dimenticato a chi devo una birra,<br />
ma sicuramente ricordo chi me ne deve una!<br />
Cosa non manca nel tuo shred kit: Se non dimentico<br />
boots, tavola, guanti e maschera al mattino - è già<br />
una buona giornata.<br />
Prossimamente: Il mio piede è ancora un po’ dolorante<br />
per l’infortunio dell’ultima stagione, ma immagino<br />
che non appena mi sento meglio torno in tavola<br />
e spero di poter portare a casa anche alcune clip…<br />
52°
Info: Nicholas Bridgman, nato a Jesolo, Venezia, il 24<br />
agosto 1993. In Italia e a Thredbo sono istruttore di<br />
snowboard, e raido su tavole Funky e Airblaster. Ogni<br />
tanto aiuto mio padre nel suo centro di sport acquatici<br />
insegnando windsurf, kite surf, surf, sup e wakeboard.<br />
Ultimo pasto: Appena arrivato dall’Australia, mi<br />
sono mangiato un piatto di spaghetti con telline e bottarga!<br />
Il cibo italiano è il migliore!<br />
Miglior luogo dove shreddare: Mi piace cambiare<br />
spesso terrain, raidare con gli amici è la cosa migliore<br />
ma mi piace anche farlo da solo, con qualsiasi condizione<br />
atmosferica.<br />
Ripper più sottovalutato: Ce ne sono molti, non è<br />
semplice farsi notare.<br />
Prossimo grande trend dello snowboard: Dal<br />
mio punto di vista lo snowboard è un’espressione<br />
di libertà ed è quindi più compatibile con il freeride<br />
ed il backcountry piuttosto che con le competizioni<br />
all’interno di un rigido insieme di regole. Direi le split<br />
board, perché stanno aprendo un mondo completamente<br />
nuovo.<br />
Devi una birra a: Ai miei sponsor Funky the Garden<br />
crew, Roby Bragotto, Scotty Stephenson, Marc Grossgasteiger,<br />
Simon Gruber, Marco Concin, ai i miei genitori<br />
e sicuramente a molte altre persone che in qualche<br />
modo mi hanno aiutato durante il mio percorso.<br />
Cosa non manca nel tuo shred kit: Té, snacks, frutta,<br />
videocamera, Arva, pala, lenti di ricambio per la<br />
mia maschera e dei guanti in più.<br />
Prossimamente: Viaggiare e continuare a insegnare,<br />
esplorare altri paesi, girare video e amare la vita!<br />
Nicholas<br />
Bridgman<br />
“ Mi piace cambiare<br />
spesso terrain, raidare<br />
con gli amici è la cosa<br />
migliore ma mi piace anche<br />
farlo da solo, con qualsiasi<br />
condizione atmosferica.”<br />
PHOTO<br />
Roberto Bragotto<br />
53°
Halldor Helgason.<br />
Halldor is a living legend.<br />
His smooth, effortless and<br />
always evolving style has risen<br />
the bar of riding and he’s<br />
a never-ending inspiration<br />
source for so many riders around<br />
the world. He’s also the most<br />
down to earth and easy dude you<br />
could ever talk with. I feel<br />
he doesn’t even recognize his<br />
icon status and his love for<br />
snowboarding always came first.<br />
ITW<br />
Matteo Rossato<br />
PHOTOS<br />
Theodore Muse<br />
La sua scelta di costruire le proprie aziende e lavorare<br />
con vere aziende di snowboard la dice lunga. Dopo<br />
l’intervista che abbiamo pubblicato un paio di stagioni<br />
fa, sono successe molte cose, quindi è tempo di tornare<br />
nel mondo di Halldor.<br />
Ciao Halldor, come hai passato l’estate? Yo,<br />
sono stato a Reykjavik / Islanda. Skate, surf, relax con<br />
la famiglia e gli amici per far tornare in forma per la<br />
stagione il mio corpo, la testa e le palle.<br />
Un breve commento sul tuo amico Frank Bourg<br />
che ha vinto la terza medaglia d’oro agli X-Games.<br />
Non ci sono parole per descrivere quanto Frank<br />
sia badass, si ammazza per fare snowboard e fa ciò che<br />
fa solo perché lo adora così tanto. Ho massimo rispetto<br />
per lui e complimenti ancora una volta. Frankster!<br />
Parliamo ancora di Frank e del canadese del<br />
Quebec in generale; sei andato a fare un trip,<br />
quindi immagino tu sappia cosa intendo: perché<br />
i canadesi francesi sono così al di sopra della<br />
media quando si tratta di street riding? Sei per<br />
caso anche tu del Quebec? Ho iniziato la mia stagione<br />
con Frank in Quebec ed è stato un viaggio fantastico,<br />
è stato divertentissimo stare in giro con quei<br />
ragazzi e, sì, sono su un altro livello quando si tratta<br />
di andare in street. Frank mi ha mostrato alcuni degli<br />
spot che avevano fatto prima e alcuni dei spot che<br />
voleva fare per il suo pezzo di Real Snow e quando<br />
vedi questi spot nella vita reale ti rendi conto di quanto<br />
è completamente pazzo lui per davvero ahah. Ho<br />
sempre ammirato i ragazzi della Brothers Factory, ero<br />
super motivato di andare in un trip con loro e spero di<br />
farne un po’ di più la prossima stagione.<br />
La stagione passata non è stata proprio perfetta<br />
per te, giusto? Avevi appena iniziato a<br />
filmare per un progetto e poi ti sei infortunato.<br />
Cos’è successo? Sì, quello era il piano ma a causa di<br />
infortuni e non ero a posto mentalmente, così ho deciso<br />
di lasciar perdere tutto e farmi una stagione off e<br />
riprendermi completamente, sia per quanto riguarda<br />
il mio corpo che per il mio stato mentale. Purtroppo<br />
è quello che dovevo fare, ma alla fine abbiamo fatto<br />
diventare il mio progetto in un video del team Lobster<br />
che si è rivelato proprio figo. Volevo solo fare qualcosa<br />
di nuovo e quello è proprio quel qualcosa che volevo<br />
fare da un po’, ma il timing per me non era giusto<br />
in questa stagione, sfortunatamente, mi sono bruciato<br />
completamente a causa di molte cose, ma mi sento un<br />
molto meglio ora e sono tornato.<br />
Tre cose che devi assolutamente fare prima di<br />
abbandonare la tua carriera di snowboarder<br />
professionista. 1- Andare in Alaska, una parte di me<br />
lo vuole davvero, ma un’altra parte di me ne è davvero<br />
impaurita, devo almeno prendermi in faccia una<br />
bella valanga prima di andare. 2- Andare a Baldface!<br />
Forse è proprio lì che farò training per le valanghe? 3-<br />
Probabilmente sembro un coglione, ma vincere come<br />
rider dell’anno sarebbe un sogno bello pesante che<br />
diventa però realtà. Ma non mi concentrerei mai su<br />
quello, se ciò dovesse accadere dev’essere solo perché<br />
stavo facendo una bella stagione divertente e quello<br />
sarebbe il bonus.<br />
54°
Immagino che tu abbia avuto molte offerte<br />
da grandi sponsor una volta che hai lasciato<br />
lo Swoosh della Nike, ma in qualche modo hai<br />
sempre preferito costruire i tuoi marchi o restare<br />
fedele ai marchi di snowboard quelli core. L’ultimo<br />
è 32: potresti dirci qualcosa in più? Da bambino<br />
ho sempre comprato i boots di Thirtytwo, così<br />
dopo aver smesso di girare per DC e Nike ho provato<br />
alcuni diversi marchi di boots e nessuno di essi andavano<br />
bene per la mia caviglia dopo che me la sono<br />
rotta. Dopo invece ho provato Thirtytwo di nuovo e<br />
la mia caviglia stava da dio. Ho girato con boots Thirtytwo<br />
in realtà da 3 anni senza essere nel loro team,<br />
quindi dopo un po’ mi hanno chiamato e ora sono effettivamente<br />
nella loro crew bella badass e non potrei<br />
essere più pompato.<br />
Parliamo del tuo pro-model TM TWO XLT.<br />
Perché ti sei diretto su questo modello? E cose<br />
che ci puoi rivelare già per la prossima stagione?<br />
Altri pro-model tuoi in rampa di lancio? Mi<br />
sono buttato sui TM TWO XLT perché sono quelli che<br />
funzionavano meglio dopo che mi sono rotto la caviglia:<br />
è bello e rigido e dura molto a lungo, di solito<br />
giro in tavola per tutta la stagione con solo un paio<br />
di boots.<br />
Come ci si sente a far parte della stessa squadra<br />
insieme a gente come Nico Müller, Jeremy Jones<br />
e Chris Bradshaw? Sarà il prossimo All Star<br />
Team? È un d’onore per me, sono super entusiasta di<br />
far parte del loro team e non vedo l’ora di fare snowboard<br />
e conoscere meglio tutto il team.<br />
E la tua nuova linea Atrip? È totalmente diversa<br />
se paragonato alla roba in stile skate che hai<br />
fatto prima. Questa è la parte divertente di avere<br />
i tuoi marchi, puoi fare tutto ciò che vuoi quando<br />
vuoi, ahah. Erano alcuni anni che indossavo dell’abbigliamento<br />
dai toni tranquilli, e volevo cambiare<br />
un po’ questa cosa e il motivo per cui sono andato<br />
più verso un look anni ‘90 è perché ho tratto gran<br />
parte della mia ispirazione per lo snowboard che<br />
ha messo insieme tutti i vecchi video di snowboard<br />
classici, sono così liberi, tweakkano l’impossibile,<br />
mischiano grab random e hanno lo stile di abbigliamento<br />
più steezy possibile. Uno dei miei video<br />
preferiti della vecchia scuola è Snowboarder in Exile,<br />
se non l’avete mai visto, dovreste assolutamente<br />
darne un’occhiata!<br />
Di recente sei finito in uno spettacolo televisivo<br />
islandese. Puoi dirci qualcosa in più sull’esperienza?<br />
È passato un po’ di tempo da quando ho<br />
fatto qualcosa per la scena in Islanda, dopo che ho<br />
smesso di far gare i media non hanno più seguito<br />
niente di snowboard ed è abbastanza difficile per<br />
qualcuno che non fa snowboard capire come funziona<br />
la parte delle riprese per un video di snowboard.<br />
Ho avuto l’opportunità di mostrare davvero<br />
quel lato dello snowboard nello show televisivo, il<br />
che ha significato molto per me e le reazioni sono<br />
state fantastiche sin da quando lo show televisivo è<br />
andato in onda.<br />
Ultima domanda su Lobster: per la prima volta<br />
nel 2020 farete la prima tavola di Lobster senza<br />
3BT. Lobster sta iniziando a prendere una sua<br />
strada - parlando solo di tecnologia? Questo è<br />
l’obiettivo, vogliamo che la differenza tra Lobster e<br />
Bataleon sia più chiara, quindi rimanete sintonizzati e<br />
vedrete cosa succede.<br />
55°
Gigi Rüf is back<br />
for slashing more.<br />
Gigi Ruf è un uomo multi-talentato. Il primo talento che possiede,<br />
quello più ovvio, è la quantità pazzesca di abilità quando si allaccia ai piedi<br />
una tavola. Lo soluzioni che sceglie quando raida sono assolutamente uniche e<br />
pochi rider in tutto il mondo possono rivendicare il suo livello di creatività e visione.<br />
Ma è anche un imprenditore e la sua creatura Slash By Gigi ne è la chiara<br />
dimostrazione. Nel 2019 ha ripreso il pieno controllo del suo marchio<br />
e lo abbiamo immediatamente chiamato per sapere quali sono i suoi piani.<br />
ITW<br />
Matteo Rossato<br />
PHOTOS<br />
Blotto<br />
Ehi Gigi, dove sei e cosa stai facendo in questo<br />
momento? Sto testando nuove tavole e il prodotto<br />
del mio sponsor, girando in resort che hanno ricevuto<br />
una buona quantità di neve all’inizio della stagione.<br />
Tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 è stato un<br />
periodo molto interessante per te: hai ripreso il<br />
pieno controllo del tuo marchio Slash, hai firmato<br />
con 686 e Mons Royale. Cosa succede quasi<br />
un anno dopo? Potrei elencare tutti i miei sponsor, i<br />
marchi che supportano ciò che sto facendo attivamente<br />
in questo sport e sono ben integrato sul lato R&D<br />
delle cose. Ciò che rende il pacchetto completo al 100%<br />
è la mia società Slash Snowboard che sto gestendo.<br />
Voci dicono che stai lavorando a un progetto<br />
cinematografico di due anni con la tua crew originale<br />
dei Pirates. C’è qualcosa che ci puoi rivelare<br />
in questo momento? Pirate Movie Production<br />
si è evoluta in un pioniere nella moderna produzione<br />
di video di sport d’azione producendo il primo film di<br />
snowboard in 4k “Perceptions” o portando a casa diversi<br />
premi per “STRONGER.” Abbiamo già terminato<br />
il primo anno su due di questo progetto - ho riunito<br />
John Jackson, Victor Daviet e Manuel Diaz nei migliori<br />
spot dall’Europa all’estremo oriente. Per la stagione<br />
imminente gireranno di più qui in Europa ma abbiamo<br />
anche in programma un viaggio in Nord America.<br />
Tutte le locations che ogni snowboarder sogna, che si<br />
fondono in un’esperienza visiva eccezionale in altissima<br />
definizione.<br />
Negli ultimi due anni hai anche fatto alcune<br />
gare del Freeride World Tour; continui con quello<br />
o hai qualche progetto per questa stagione?<br />
È difficile fare tutto in effetti, quindi mi concentrerò<br />
solo sulle tappe europee del Freeride World Tour.<br />
Torniamo per un minuto su Slash: cosa è successo<br />
negli ultimi anni e cosa ti ha portato a<br />
riprenderne il pieno controllo? Nel 2016 parlando<br />
con Henry Nidecker della nostra posizione aziendale<br />
mi disse che Slash non era redditizio per il Gruppo<br />
Nidecker. Abbiamo concordato che mi avrebbe trasferito<br />
l’attività a novembre 2016 completa di stampi, forme,<br />
disegni e i marchi di snowboard relativi al brand<br />
Slash. Allo stesso tempo stavo considerando un ruolo<br />
di sviluppatore come rider con Capita Mothership ma<br />
alla fine non è stato portato a termine perché non volevo<br />
lasciare Slash. Ora va tutto bene e ho il pieno<br />
controllo di Slash con la mia rete di distribuzione in<br />
15 Paesi.<br />
Questa potrebbe essere una domanda stupida,<br />
ma scommetto che molte persone ce l’hanno in<br />
testa: perché ci sono dei morsi sui nose di una<br />
buona parte delle tue tavole? Haha, lo shape identificativo<br />
di Slash ha due ragioni. Una che ho provato<br />
un approccio minimalista per modellare le tavole<br />
quando ho iniziato nel 2012 e in secondo luogo il più<br />
funzionale è lo stand “kick” che fornisce: le tavole non<br />
possono cadere come quelle tavole rotonde.<br />
56°
57°
“Fin dall’inizio di Slash ho sempre avuto il controllo completo di<br />
tutto ciò che riguardava il design, il marketing, la strategia globale<br />
e l’immagine del marchio di Slash di Gigi. Quasi tutto c’era e<br />
funzionava già prima, tranne per il fatto che spedisco alcune<br />
tavole richieste da singoli clienti durante l’anno.”<br />
Ora che hai il pieno controllo di Slash, fai tutto<br />
da solo? Com’è il tuo programma giornaliero<br />
quando lavori su Slash? Ad esempio quando si<br />
progettano nuove tavole o quando è il momento<br />
di imballare e consegnare… Fin dall’inizio di Slash<br />
ho sempre avuto il controllo completo di tutto ciò<br />
che riguardava il design, il marketing, la strategia globale<br />
e l’immagine del marchio di Slash di Gigi. Quasi<br />
tutto c’era e funzionava già prima, tranne per il fatto<br />
che spedisco alcune tavole richieste da singoli clienti<br />
durante l’anno. La maggior parte del lavoro viene<br />
fatta durante l’estate curando i negozi per l’inverno e<br />
comunicando con i miei distributori qualsiasi nuovo<br />
sviluppo a cui sto lavorando.<br />
Devo dire che questa l’ho rubata letteralmente<br />
da un’intervista che hai fatto l’anno scorso, ma<br />
la citazione era così figa che ho dovuto: “Nulla<br />
sostituirà quella sana dose di anarchia che assicura<br />
lo stare trasversalmente”. Puoi spiegarmi il<br />
significato di una così forte affermazione? Beh,<br />
forse è fuori dal contesto qui, ma una resort si chiama<br />
ancora una “stazione sciistica” e probabilmente<br />
vogliamo solo prendere il nostro posto in un settore,<br />
appunto, sciistico. Ma di per sé la cultura della tavola<br />
si lega più a uno stile di vita artistico che a uno sport<br />
competitivo.<br />
Gigi, dove sta andando lo snowboard? Ovunque<br />
tu voglia che vada e puoi farne tutto quello che vuoi.<br />
Usa la montagna per raidare e giocare.<br />
Cosa nasconde il 2020 per Gigi? Vivo il momento<br />
e faccio quello che mi fa stare bene, e come ho detto<br />
c’è il film, le competizioni e la mia società Slash<br />
Snowboards.<br />
58°
59°
Petranboard.<br />
TEXT<br />
Achille Mauri<br />
PHOTOS<br />
Elena Gogna<br />
Achille Mauri<br />
LOCATION<br />
Petran, Turkey<br />
60°
61°
62°
La semplicità dell’oggetto<br />
era fenomenale: un asse di legno<br />
con due stopper per i piedi posti<br />
perpendicolarmente alla<br />
direzione della tavola, senza<br />
nessun tipo di sciancratura o<br />
lamine per la conduzione.<br />
Il tutto veniva gestito da una<br />
cordicella con un manico in<br />
legno all’estremità anteriore<br />
che tenuto in mano durante<br />
la discesa deformava il legno<br />
evitando infossamento: geniale.<br />
Avevamo lasciato la rumorosa capitale turca da<br />
ormai una settimana. Con Istanbul lontana, il<br />
dissolversi delle esigenze cittadine cominciava a sfumare.<br />
Stavamo bene, i nostri ritmi erano regolari e<br />
dettati dal re sole d’inverno. Io ed Elena, la mia compagna,<br />
eravamo alla ricerca di avventure locali.<br />
Ricordo bene il momento dove abbiamo deciso di<br />
andare a Petran. Stavamo guidando paralleli al grigio<br />
mar Nero il nostro furgone t4 California, portato<br />
mesi prima da Milano e depositato a Istanbul durante<br />
tutta l’esperienza lavorativa di Elena, con l’ennesimo<br />
chai abbinato al rifornimento di gasolio e il metodico<br />
scrocco di wi-fi quando abbiamo letto questa notizia:<br />
“The people of Petran, Turkey, have been snowboarding<br />
for roughly 300 years…”<br />
Ricordavo un video che vidi tempo fa sul canale Vimeo<br />
di Patagonia che raccontava l’incredibile storia<br />
di contadini Turchi che approcciavano il mondo del<br />
“discesismo” sulla neve con un singolare attrezzo in<br />
legno per ottimizzare la discesa una volta portato il<br />
gregge a far pascolare.<br />
Subito il mio entusiasmo riguardo questa notizia fu<br />
eclatante, e cominciai a capire assieme a Elena quanto<br />
fosse di strada questa irrinunciabile mecca dello<br />
snowboard. Lei, diligente e accurata nella scelta degli<br />
itinerari - capacità ereditata dal padre - pianificò il<br />
nostro arrivo nel giro di 3 giorni. Così partimmo da<br />
quella anonima gas station con un obiettivo: andare<br />
a Petran a scoprire il petranboard.<br />
Il furgone, per quanto “funky” e sportivo nell’aspetto<br />
aveva delle limitazioni sui percorsi di montagna,<br />
vista “l’età” e i singhiozzi avuti nei mesi precedenti<br />
(rotto testata del motore in Albania e fuori funzione<br />
la quinta marcia da Istanbul) e necessitava quindi di<br />
essere preparato per la meta di Petran, trovandosi a<br />
1450 msl.<br />
Così andammo a cercare gomme da neve, catene<br />
e tutto il necessario per una eventuale “lotta con<br />
l’alpe”. La volontà di raggiungere quella meta era<br />
comunque indiscutibile, e con noi avevamo sci e<br />
splitboard con pelli di foca: ci sentivamo invincibili.<br />
Approcciamo la salita e tornante dopo tornante<br />
la neve sulla strada cominciava a infittirsi rendendo<br />
sempre più rischioso e vicino il punto di stop. “Cielo”<br />
- nome di battesimo del nostro furgone - ha comunque<br />
regalato prestazioni inaspettate, rampando per<br />
diversi tornanti dall’aspetto terrificante.<br />
Calmi e fiduciosi, parcheggiammo a lato di un tornante:<br />
da qui si sarebbe continuato a piedi. Ele ai<br />
fornelli, in meno di un’ora avevamo la pancia piena,<br />
pelli assemblate e zaino pronto per una gita verso<br />
questa meta per noi ormai sacra. Neanche il tempo<br />
di chiudere la macchina e un fuoristrada - molto più<br />
prestante di Cielo - ci passò affianco con a bordo un<br />
Turco, distinto e fumatore.<br />
“Merabah”, il suo volto era stranito dal nostro look<br />
alieno pronto ad andare sulla luna. Con un semplice<br />
gesto della testa ci indicò di salire, Elena entusiasta<br />
<strong>63</strong>°
64°
più che mai del passaggio locale si catapultò in macchina.<br />
Io rimasi nel cassone del fuoristrada per cercare<br />
di fotografare qualcosa e vedere più nitidamente<br />
il mutare del paesaggio. Lei, che ha una dipendenza<br />
dalle storie delle persone, rimase in macchina a parlare<br />
con il signore.<br />
Il tempo era pessimo e man mano che salivamo entravamo<br />
nella fitta nebbia, quindi la mia idea di rimanere<br />
fuori non fu un successo, inoltre anche Ele<br />
non aveva scoperto troppe cose di quest’uomo un pò<br />
taciturno ma dall’energia molto pacifica. 30 minuti di<br />
strada e finalmente arrivammo a Petran.<br />
La visibilità era nulla. Lui parcheggiò la macchina in<br />
prossimità di una falegnameria, e ci portò a casa sua<br />
dove Fatma, sua moglie, ci accettò con un’accoglienza<br />
da Guinnes dei Primati. Chai, sguardi e qualche<br />
parola riguardo il nostro viaggio, bastarono per capire<br />
che erano buonissime persone, curiose e semplici<br />
nel loro vivere. Poche abitanti vivono a Petran durante<br />
l’inverno e loro<br />
erano alcune di queste.<br />
Subito gli diciamo il motivo che ci ha spinto a venire<br />
fin lì e non sono affatto sorpresi. La storia del Petran<br />
è diventata abbastanza famosa nell’ultimo periodo e<br />
diverse persone hanno visitato quell’area così remota<br />
del Kachatr grazie a questa stravagante attrazione.<br />
Senza neanche avere troppo tempo per decidere ci<br />
ritroviamo ospiti per la notte di questa dolce coppia<br />
turca. Abbiamo anche un ospite a cena, più giovane,<br />
con le mani di chi lavora il legno.<br />
La mattina seguente il cielo era limpido e la neve caduta<br />
durante la notte aveva ricoperto le poche tracce<br />
umane di quel paese. Faceva molto freddo, vedevamo<br />
il sole ancora lontano nelle distese valli Turche. Così<br />
ci armammo del nostro moderno materiale di salita e<br />
cominciammo a camminare verso l’alto prima penetrando<br />
il paese e poi osservandolo da sempre più sù.<br />
La nostra intenzione era tornare nel giro di qualche<br />
ora, anche se la giornata e la neve erano perfette per<br />
andare a fare qualche cima. Era una di quelle rare<br />
volte dove la scoperta era il punto di partenza e non<br />
necessitava andare più in alto di così alla ricerca di<br />
qualcosa. Le montagne hanno le capacità di creare<br />
delle culle di tradizioni che non si basano sulle vette<br />
ma sull’arena che esse creano.<br />
Petran è uno di questi casi.<br />
Ore 10.30 eravamo di nuovo a Petren. Fatma e Pietro<br />
ci aspettavano per l’immancabile chai. A questo punto<br />
la mia voglia di vedere quell’oggetto del passato<br />
era troppa da contenere e cominciai ad essere insistente<br />
nei loro confronti.<br />
65°
66°
“La morbidezza del<br />
falegname nel disegnare<br />
linee nella sua città con un<br />
oggetto che viene dalle sue<br />
piante e creato da lui era<br />
pura armonia illibata.<br />
Tutto era così soave e nativo,<br />
la sua visione del pendio<br />
era completamente differente<br />
da qualsiasi persona che<br />
approccia il discesismo<br />
nel mondo occidentale.”<br />
Il giovane uomo della sera prima arrivò dal mezzo<br />
del paese con un petranboard sotto il braccio. La<br />
semplicità dell’oggetto era fenomenale: un asse di<br />
legno con due stopper per i piedi posti perpendicolarmente<br />
alla direzione della tavola, senza nessun<br />
tipo di sciancratura o lamine per la conduzione. Il<br />
tutto veniva gestito da una cordicella con un manico<br />
in legno all’estremità anteriore che tenuto in mano<br />
durante la discesa deformava il legno evitando infossamento:<br />
geniale.<br />
Ora dovevano averne due per insegnarci veramente,<br />
quindi andammo nella falegnameria dove era parcheggiata<br />
la macchina. Un atelier rustico ma molto curato<br />
nella suddivisone delle fasi di costruzione del petranboard.<br />
Dopo una gesticolata spiegazione di come<br />
viene assemblato questo oggetto ci incamminammo<br />
verso monte alla ricerca di qualche facile pendio.<br />
A quel punto la macchina fotografica venne donata<br />
ad Elena che saltellava qua e là alla ricerca del<br />
miglior scatto che ci rappresentasse in questo momento<br />
ludico senza precedenti. Erano anni che non<br />
provavo così tanto gusto nel compire un atto tanto<br />
semplice. Durante i primi tentativi ero chiaramente<br />
in difficoltà perché cercavo di frenare curvando<br />
alla ricerca delle spigolo: errore! Tutta la frenata del<br />
petranboard si basa sulla pressione delle parte posteriore,<br />
sia con il peso che con l’ausilio del bastone<br />
- utilizzato anche per domare i pascoli di vacche.<br />
La morbidezza del falegname nel disegnare linee<br />
nella sua città con un oggetto che viene dalle sue<br />
piante e creato da lui era pura armonia illibata. Tutto<br />
era così soave e nativo, la sua visione del pendio era<br />
completamente differente da qualsiasi persona che<br />
approccia il discesismo nel mondo occidentale.<br />
“Tutto è permesso, sempre salva la fantasia”, scriveva<br />
Carlo Mollino.<br />
Abile sperimentatore di delle tecniche di discesa, che<br />
se avesse visto questa scena avrebbe sicuramente<br />
preso spunto per chissà quale definizione surreale.<br />
Alla fine lui ha abbandonato il campo da gioco, ed<br />
io ho continuato sotto la l’onnisciente lente di Elena<br />
che intrappolava un mio fanciullino momento. Lei<br />
mite e rispettosa, ha aspettato a provare il Petranboard<br />
solo alla fine, ricevendo gli applausi da tutto<br />
il paese per le sue straordinarie e lì insolite abilità<br />
sportive.<br />
La giornata si è conclusa presto, alle 13 eravamo da<br />
Cielo con un fardello in più da scarrozzare fino a Tiblisi.<br />
Mi era stato donato un Petranboard dal falegname,<br />
che oggi risiede in camera mia e grazie al suo<br />
profumo di legno e neve mi ricorda che un esigenza<br />
si può trasformare in eleganza.<br />
67°
Isle<br />
of Snow.<br />
ITW<br />
Matteo Rossato<br />
PHOTOS<br />
Silvano Zeiter
È sempre un sollievo vedere il teaser di Absinthe Movies<br />
pubblicato su internet, anno dopo anno. Ci dà la speranza<br />
che ci siano ancora persone là fuori che credono che la qualità<br />
sia migliore della quantità nello snowboard. Abbiamo avuto<br />
un’interessante e abbastanza lunga chiacchierata con David<br />
Vladyka (DV) e Shane Charlebois (SC) sulla loro ultima creatura,<br />
Isle of Snow, e il futuro dei video di snowboard in generale.<br />
Un discorso così interessante, da leggere in un colpo solo.<br />
PREVIOUS PAGE<br />
Nicolas Muller<br />
LEFT<br />
Leo Eigensatz<br />
ABOVE<br />
Leo Eigensatz<br />
70°
Ciao David e Shane, dov’è il vostro posto felice?<br />
DV: da qualche parte in una località segreta delle Alpi<br />
un lunedì mattina con 60 cm di fresca e soleggiato.<br />
SC: Stare fuori è il mio posto felice. Essere in montagna,<br />
soprattutto innevata, o nell’oceano, è una felicità<br />
insostituibile.<br />
Le vostra uscite cinematografiche sono sempre<br />
accompagnate da un tour premier piuttosto<br />
grosso: ti senti in contatto con le scene locali e<br />
incontrare fisicamente le persone con la vostra<br />
crew è ancora importante nell’era digitale in cui<br />
ogni connessione umana passa attraverso il telefono?<br />
DV: qual è il punto di fare un film se lo pubblichi<br />
solo online. Non ci sono più così tante società<br />
di video al mondo, e ancor meno quelle che fanno un<br />
tour di premiere in Europa e negli Stati Uniti. Esistono<br />
progetti video di brand che tentano di fare un tour di<br />
prime visioni, ma non arrivano mai a fare quello che<br />
facciamo noi. Lo facciamo da più di 15 anni e penso<br />
che le persone ci rispettino per questo. Entrare in contatto<br />
con un pubblico reale è importante, questo è ciò<br />
che ti fa continuare a fare ciò che fai. Le pubblicazioni<br />
online sono difficili da giudicare, ovviamente hai<br />
un numero di visualizzazioni ma con il web non sei<br />
completamente sicuro che sia preciso. Quando organizzi<br />
una premiere e hai la pressione di promuoverla,<br />
vendendo biglietti e investendo denaro che potresti<br />
non vedere mai tornare se nessuno si presenta, allora<br />
sai cosa significa portare il tuo progetto dall’inizio<br />
alla fine. Promuovere il tuo progetto è metà del lavoro<br />
di fare un video di snowboard. Molti progetti singoli<br />
tendono a dimenticare che se non sei coinvolto<br />
personalmente nella promozione il tuo progetto non<br />
andrà da nessuna parte e sarà dimenticato così rapidamente<br />
con la velocità del pollice che salta un post<br />
di Instagram. SC: Indipendentemente dalla tecnologia<br />
creata o dagli sviluppi digitali, la connessione umana<br />
sarà ancora il componente più prezioso. L’eccitazione<br />
di stare insieme con altri umani per connettersi<br />
sull’amore condiviso per una sensazione… sta tutto<br />
qui, succedono abbastanza cose al mondo che cer-<br />
71°
72°
Lo facciamo da più di 15 anni e penso che le<br />
persone ci rispettino per questo. Entrare in<br />
contatto con un pubblico reale è importante,<br />
questo è ciò che ti fa continuare a fare ciò che fai.<br />
LEFT<br />
Leo Eigensatz<br />
cano di mantenerci tutti per i fatti nostri. Ci stiamo<br />
concentrando su ciò che ci unisce. Il tour delle nostre<br />
premiere è esattamente questo. Guardare qualcosa a<br />
casa, anche da solo, è divertente, ma quando ti sincronizzi<br />
con altre persone, è un’esperienza completamente<br />
migliore. Presentarsi di persona alle anteprime,<br />
con musica dal vivo e dell’arte, questo ci fa connetterci<br />
con qualcosa di “più grande”. Mia mamma diceva<br />
sempre: “Non importa cosa succeda, mantieni un<br />
buon senso di umano”. Ecco di cosa si tratta.<br />
Il nome dei vostri film è sempre piuttosto iconico<br />
e criptico allo stesso tempo: cosa significa veramente<br />
Isle of Snow? DV: sta a te decidere. può<br />
significare: amo la neve (I love snow), l’occhio ama<br />
la neve (eye love snow) o l’isola della neve (isle of<br />
snow). Ognuno troverà un significato diverso ad esso.<br />
SC: I nomi tendono davvero a rappresentare l’anno.<br />
Questo nome è apparso chiaro, durante una nevicata<br />
notturna. La mia ragazza lo ha suggerito. Il significato<br />
deve interpretarlo il singolo individuo. Se dici tante<br />
volte Isle of Snow, potresti sentirlo. Non sono sicuro<br />
di come si traduca in altre lingue. Spero il significato<br />
sia universale.<br />
Domanda delicata: l’industria dello snowboard<br />
sostiene ancora davvero le società dei video o<br />
realizzeresti comunque un lungometraggio? DV:<br />
Francamente, è difficile dire cosa vuole veramente<br />
l’industria dello snowboard. Vogliono vendere i loro<br />
prodotti e hanno bisogno di effetti visivi per farlo, ma<br />
non sono disposti a pagare il prezzo per intero. Alcuni<br />
marchi ci hanno supportato per molto tempo e penso<br />
che per questo siano così forti nel settore. Alcuni marchi<br />
vanno e vengono. Lo stesso con i rider, spingiamo<br />
così tanti giovani talenti a prendere le prime file dello<br />
snowboard, solo per poi veder che ci lasciano per un<br />
progetto prematuro da soli o un video di brand. È un<br />
peccato perché siamo più forti tutti insieme. Tutto ciò<br />
deriva dal fatto che i brand fanno fatica a trovare un<br />
modo per comunicare con il proprio pubblico e invece<br />
di lasciarci fare ciò che sappiamo meglio spingono<br />
una loro propria agenda sui rider, che a volte non ha<br />
senso. La vera radice del problema qui è che l’industria<br />
è ancora giovane e non sente davvero le tendenze<br />
o arrivano troppo tardi per impegnarsi seriamente<br />
in queste tendenze che, quando lo fanno, è già troppo<br />
tardi. Recentemente ho parlato con un dirigente di un<br />
grande marchio nel nostro settore, abbiamo parlato<br />
dell’ultimo film e mi ha detto che gli sembrava più a<br />
poco costo e con quasi nessuno shot di big mountain<br />
riding, meno freeriding, non molto heliski e così via.<br />
Mi sentivo male ad ascoltare queste cose dette da lui,<br />
perché il motivo per cui non possiamo fare tanto heliski<br />
e freeriding come facevamo un tempo è perché<br />
hai ridotto il nostro budget tre volte rispetto all’anno<br />
precedente e ora mi stai dicendo che fa schifo il fatto<br />
che non abbiamo più freeriding nel nostro video...<br />
giusto per darvi un’idea delle cose come stanno. SC:<br />
Alcune persone seguono le tendenze, altre le fanno.<br />
Alcune aziende sanno cosa vogliono, altre stanno ancora<br />
esplorando quello che c’è da fare. Fintanto che le<br />
persone praticano lo snowboard, avranno degli eroi<br />
che li ispireranno a comprare la loro attrezzatura.<br />
Continuiamo a connettere le persone in quel modo.<br />
La passione è sempre la più forte connessione. L’industria<br />
è in costante calo, ma è eccitante lavorare con<br />
persone entusiaste. Tutto ciò che facciamo è basato<br />
sulla gratitudine e apprezzo infinitamente le persone<br />
con cui abbiamo lavorato e lo faranno ancora. Quelli<br />
che escono all’aperto e vanno in snowboard sulla<br />
neve, non solo per fare i contest e presenziare alle fiere,<br />
sono quelli che tendono a vedere e capire di più.<br />
Lo snowboard è molto vivo. In tutto il mondo.<br />
Chi ha scritto e fatto la voce fuori campo nel<br />
teaser? Sembra diffondere un messaggio. È il focus<br />
principale per voi quando fate uscire un film, vero?<br />
DV: Shane Charlebois lo ha scritto e sta parlando Scott<br />
Sullivan. Ha attirato molte persone a vedere il video e<br />
TOP<br />
Nicolas Muller<br />
73°
Tutto è successo pensando di aggiungere “di più”, “altro”,<br />
al film, quest’anno. Abbiamo abbastanza persone intorno a noi,<br />
nei media, che dicono molte parole “vuote”. Volevo che tutte<br />
le parole che usavamo fossero parole che pensavamo<br />
veramente, e che potrei anche scrivere per ricordarle.<br />
Isle<br />
of Snow.<br />
74°
BOTH<br />
Nicolas Muller<br />
questo era l’obiettivo principale. SC: Tutto è successo<br />
pensando di aggiungere “di più”, “altro”, al film,<br />
quest’anno. Abbiamo abbastanza persone intorno a<br />
noi, nei media, che dicono molte parole “vuote”. Volevo<br />
che tutte le parole che usavamo fossero parole che<br />
pensavamo veramente, e che potrei anche scrivere<br />
per ricordarle. Scott Sullivan è stata la prima persona<br />
in mente per pronunciare quelle parole. È un bravo<br />
ragazzo genuino, e si riflette nella sua voce. Mikey<br />
Leblanc ha scritto e pronuncia le parole nell’introduzione<br />
di Nico. Wolle non si sentiva a proprio agio con<br />
le proprie parole, ma sono rimasto sbalordito da come<br />
suonassero nel suo pezzo! Non avremmo potuto rinunciare<br />
a usare quelle parole dopo aver visto come<br />
si adattassero perfettamente a quello che succedeva<br />
sullo schermo. È stato davvero bello aggiungere un altro<br />
strato di significato alle loro parti video. Le parole<br />
sincere aiutano davvero in questo.<br />
C’è un limite di età per divertirsi? Sembra che lo<br />
snowboard con il carving e lo split boarding stia<br />
diventando una cosa per una più ampia gamma<br />
di generazioni. Qual è la tua opinione al riguardo?<br />
DV: nessun limite di età. SC: È quello che dici a te<br />
stesso, è quello che ti senti. Come ho detto prima, lo<br />
snowboard sta crescendo. Andare in powder e sentirsi<br />
bene è qualcosa che può solo migliora. Ho appena<br />
preso un impianto, due giorni fa, con un ragazzo di<br />
76 anni! Adorava andare in tavola. Nessuno gli dirà<br />
di smettere di divertirsi. Quelle sono le persone che<br />
ammiro. Che possiamo tutti trovare la felicità fintanto<br />
che ci piace.<br />
Cosa nasconde il futuro per Absinthe? DV: fare<br />
snowboard e fare un altro lungometraggio. Ci piacerebbe<br />
fare altri viaggi nel prossimo anno nel video, e<br />
stiamo anche lavorando a un canale TV che avrà dei<br />
behind the scenes e vecchi lungometraggi. Vi terremo<br />
informati su questa cosa! SC: Stare fuori sulla neve,<br />
dire “grazie” più che mai, restituire, collegare il mondo<br />
e le persone con lo snowboard, imparare e amare.<br />
Tutti sono invitati. H<br />
75°
Jake<br />
Burton.<br />
1981 Jake riding in California by Cassimus<br />
76°
Se sono qui a scrivere in una stanza d’albergo di fronte alla struttura<br />
per big air più grossa e più spettacolare al mondo e che sia mai stata<br />
costruita è anche grazie a Jake Burton. Il fatto stesso che ci sia questa<br />
struttura gigantesca e bellissima al tempo stesso per farci sopra una<br />
gara di big air è anche grazie a Jake Burton. Il fatto che il big air di<br />
snowboard sia alle Olimpiadi è anche grazie a Jake Burton. Il fatto che<br />
lo snowboard sia conosciuto anche in un posto come questo, la Cina,<br />
è anche grazie a Jake Burton. Il fatto che ci siano gare internazionali,<br />
ragazzi di ogni parte del mondo che provano a mettersi di traverso<br />
su una tavola con degli attacchi… è anche grazie a Jake Burton.<br />
Io ho iniziato ad andare in tavola nei primi anni 90, intorno ai miei<br />
15 anni, il mio primo amore fu una Burton Air. Avevo degli attacchi<br />
rigidi, la usavo con i boots da sci - chi lo sapeva allora come si faceva,<br />
avevo visto in giro delle foto e ci provavo. Ci misi tre giorni solo<br />
per fare tre curve di fila, ma non che me ne importasse molto, era<br />
dannatamente divertente quella roba lì. Conoscevo il nome Burton<br />
prima di sapere che ci fosse un personaggio dietro a tutto quello,<br />
un signore che si divideva con un altro signore l’idea o l’invenzione<br />
dello snowboard (perlomeno quello moderno). Nel 1977 Jake Burton<br />
si mise in testa che gli sci servissero solo per scendere da una montagna.<br />
Se ci si voleva divertire veramente serviva qualcos’altro, una<br />
tavola appunto. Prova e riprova, con cocciutaggine, inventiva, creatività,<br />
sana follia, in pochi anni Jake Burton mette in piedi l’impero del<br />
divertimento puro in montagna. Chiamatelo the American Dream,<br />
fate voi. Quello resta.<br />
L’ho intervistato più volte nel corso della mia “carriera” in questo<br />
sport. La prima volta non me la dimenticherò mai. Olimpiadi di Torino<br />
2006, il grande padrino dello snowboard mondiale, un pezzo di<br />
storia come Jake Burton prende casa per un paio di settimane a Bardonecchia.<br />
Io sono alle mie prime Olimpiadi, lui decide che è giunta<br />
l’ora di venire a patti anche con le odiate Olimpiadi e sponsorizza le<br />
divise ufficiali degli atleti americani (sì, i rider sono diventati atleti<br />
da quelle Olimpiadi in poi), accreditandosi e presentandosi in finish<br />
area - dando così di fatto il suo benestare al carrozzone del CIO, che<br />
bene o male, ha portato lo snowboard su tutto un altro piano (di<br />
numeri, di ascolti, di potenza mediatica). Shaun White vince il suo<br />
primo oro davanti a Jake Burton, così come i due si abbracceranno<br />
12 anni più tardi dopo un’incredibile finale, un happy ending che più<br />
pazzesco non si poteva a pensarci bene, quando l’americano vince la<br />
sua terza medaglia d’oro olimpica a PyeongChang 2018.<br />
In quella mia intervista a Jake Burton nel suo salotto olimpico del<br />
2006 mi ricordo che mi tremavano le gambe al solo pensiero, ma che<br />
durante la stessa intervista mi mise a mio agio e filò tutto liscio. Una<br />
decina di anni dopo, la mia ultima intervista con lui si svolse davanti a<br />
uno spritz durante un aperitivo milanese: come se fossimo conoscenti<br />
di lunga data. Ancora adesso, se ci penso, fu abbastanza surreale.<br />
Lo snowboard anche grazie a Jake Burton è diventato uno sport quasi<br />
di massa, conosciuto e praticato in tutto il mondo, una delle discipline<br />
più seguite durante la vetrina più importante che accade ogni<br />
quattro anni e che può far avvicinare alla tavola persone che mai si<br />
sarebbero sognate un tempo di poter divertirsi in libertà scendendo<br />
da una montagna o dalla collinetta dietro casa.<br />
Grazie di tutto, Jake. Ride on.<br />
INTRO<br />
Giacomo Margutti<br />
TEXT<br />
Federico Mura<br />
77°
Jake in highschool<br />
Jake childhood<br />
Jake elementary graduation<br />
Non è facile far capire con semplici parole quanto incredibile sia<br />
stata la vita di Jake Carpenter Burton, e con quanto coraggio lui e<br />
Donna abbiano affrontato tutte le sfide. La vita di Jake è costellata<br />
di scelte difficili, coraggio, orgoglio, forza di volontà e una determinazione<br />
rara di questi tempi. Per noi spesso è stato un esempio,<br />
pubblicando in sintesi la sua storia crediamo che possa servire da<br />
esempio a molte generazioni di nuovi snowboarder.<br />
Prima di Burton Snowboards<br />
29 Aprile 1954.Jake Carpenter Burton nasce a New<br />
York, ultimo di quattro figli. Jake frequenta la stessa<br />
scuola di suo padre e di suo fratello maggiore, e non<br />
è il ragazzo modello che ogni madre possa sperare.<br />
Le cose cambiano quando comincia a frequentare la<br />
Marvelwood School, istituto per studenti di serie B.<br />
Dopo il diploma è il momento della University of Colorado<br />
a Boulder, ma non dura molto; solo un anno<br />
dopo Jake decide di andarsene perché si sente solo<br />
e triste. Prova un altra strada. Dopo un periodo di<br />
cambiamenti repentini, finalmente Jake trova il suo<br />
percorso di studi nelle classi serali della New York<br />
University.<br />
Nel 1977, durante gli ultimi anni di università, Jake<br />
lavora anche per una piccola società di investimenti<br />
bancari,14 ore di ufficio non sono quello che Jake intende<br />
fare per una vita; inoltre, comincia seriamente<br />
a risuonargli in testa che il surfare la neve potesse diventare<br />
uno sport.<br />
78°
1998 Jake in Vermont<br />
1979 Jake in Vermont<br />
1983 Jake at US Open<br />
1989 Jake shredding<br />
Snow Surfing<br />
Jake si trasferisce a Londonderry nel Vermont. Territorio<br />
perfetto per iniziare il suo progetto. 1977, nasce<br />
“Burton Boards”. Primo quartier generale: un fienile<br />
di una casa di cui Jake era il guardiano dei cavalli.<br />
Di notte barman, di giorno costruttore di prototipi di<br />
tavole, che testa sulle colline del Sud Vermont. Poco<br />
tempo dopo nel 1978, Peter Mel, un caro amico di Jake<br />
il cui padre possedeva una fabbrica di surf, permette<br />
a Jake di usare i macchinari per costruire i suoi innovativi<br />
prototipi di snow surf. Surf durante il giorno,<br />
snowboard durante la notte.<br />
Qualche minuto dopo la mezzanotte del capodanno<br />
1982, Jake incontra quella che sarebbe stata sua moglie:<br />
Donna Gaston. Donna frequenta la Columbia University<br />
di New York, e raggiunge Jake durante i week<br />
end, aiutandolo nella fabbrica. Nonostante gli attacchi<br />
rudimentali e la difficoltà iniziali della tecnica per<br />
stare in piedi su una tavola, un numero sempre più<br />
grande di persone attorno a Jake comincia a rimanere<br />
ammaliato da questo nuovo attrezzo.<br />
1983. Un evento per niente scontato accade a Stratton<br />
Mountain. Jake Burton va a parlare con i responsabili<br />
dell’impianto sciistico per chiedere di accettare gli<br />
snowboarders sulle piste. Fortunatamente non ci sono<br />
contrasti e Stratton Mountain diventa il primo resort al<br />
mondo ad accettare snowboarder.<br />
79°
1998 Kake<br />
1989 Jake & Donna<br />
1990 Ride Day<br />
Europa<br />
È fatta; 1985, Jake e Donna si trasferiscono a Innsbruck.<br />
Donna si occupa di creare un network di vendita europeo<br />
mentre Jake si focalizza sulla manifattura con Mr<br />
Keil. Nel 1989 nasce il primo figlio di Donna e Jake a<br />
Rutland, nel Vermont.<br />
La gente è sempre più interessata a Burton e allo<br />
snowboard in generale. La fabbrica conta poco più di<br />
100 dipendenti e va alla grande. Il mercato è in costante<br />
crescita, tutto il decennio è caratterizzato da<br />
una produzione sempre maggiore di tavole. Intanto<br />
la prima metà degli anni novanta mettono alla prova<br />
l’abilità di business-man e padre di famiglia. Nascono<br />
Taylor e Timi, secondo e terzo genito di Jake e Donna.<br />
rispettivamente nel 1993 e nel 1996.<br />
Nel frattempo Burton è ormai un successo globalmente<br />
riconosciuto, tanto che nel 1997 Sport Illustrated<br />
pubblica una intervista di Jake intitolata “Chairman of<br />
the Board Jake Burton Took a Childhood Toy & Launched<br />
an International Craze.”<br />
1999: da questo anno in poi Jake setta il suo personale<br />
goal per ogni anno; raidare almeno 100 giorni all’anno.<br />
Promessa mantenuta fino a quando ha potuto,<br />
fatta eccezione del 2011 quando gli fu diagnosticato il<br />
cancro.<br />
80°
“Con il cuore in mano, devo annunciare il trasferimento della nostra<br />
produzione a Sud Burlington, Vermont in una nuova struttura accanto<br />
alla nostra sede centrale. Di conseguenza, dovremo cessare la produzione<br />
di tavole nel Vermont. Questa operazione comporterà la perdita<br />
di 43 delle più produttive e leali persone dell’azienda.”<br />
- Jake burton<br />
Jake by Ian Ruther<br />
Jake at Baldface by Jeff Curtes<br />
Jake at Baldface by Jeff Curtes<br />
Il nuovo Millenio<br />
Il nuovo millennio si apre con un mix di emozioni<br />
decisamente contrastanti. Jake vide coi suoi occhi due<br />
rider Burton vincere le prime Olimpiadi a cui lo snowboard<br />
era stato ufficialmente ammesso: Ross Powers e<br />
Kelly Clark portano a casa l’oro. Succedeva nel febbraio<br />
del 2002 a Salt Lake City.<br />
Le Olimpiadi continuano a dare soddisfazioni; nel<br />
2006 Shaun White e Hannah Teter conquistano di<br />
nuovo l’oro con una tavola Burton ai piedi.<br />
Intanto la crescita della produzione si blocca; la crisi<br />
mondiale del 2008 colpisce anche Burton Snowboards.<br />
La situazione economica generale mette Jake e<br />
Donna con la schiena al muro. Per la sopravvivenza<br />
dell’intera azienda, sono necessari tagli al personale<br />
e riduzioni di stipendi. La lettera scritta ai dipendenti<br />
dello stabilimento in South Burlington recitava:<br />
81°
Chill Ride<br />
Le Cattive Notizie<br />
Nel 2011 Jake scopre di avere un cancro ai testicoli, e<br />
affronta la malattia di petto. Le terapie sembrano funzionare<br />
e molte cose accadono. Jake crea il suo primo<br />
Signature Snowboard con la grafica di Jimi Hendrix,<br />
vengono disegnate direttamente dai progettisti Burton<br />
le uniformi per il team USA dei giochi olimpici<br />
2014, e infine arrivano altre medaglie olimpiche come<br />
l’argento di Ayumu Hirano e i bronzi di Taku Hiraoka<br />
e Kelly Clark. Le cose non si mettono bene però per<br />
Jake; il suo ginocchio è in condizioni pessime, a causa<br />
dei traumi subiti negli anni precedenti. Il Chairman<br />
Burton deve subire un importante intervento al ginocchio<br />
che comporta l’impianto di una protesi, e dopo<br />
soli tre mesi dall’operazione, Jake era già sulla sua tavola<br />
accompagnato da George, Kevin Pearce e il suo<br />
chirurgo Bryan Huber. Il nuovo ginocchio funziona<br />
alla grande.<br />
Poche settimane dopo però, le cose si fanno decisamente<br />
più serie. Jake viene portato al Copley Hospital<br />
nel Vermont per i primi sintomi della sindrome<br />
di Miller Fisher, e venne informato che in non più di<br />
tre giorni non sarebbe più stato in grado di deglutire,<br />
respirare o aprire gli occhi. L’unica chance di sopravvivenza<br />
sono le macchine. La paralisi è quasi totale, e<br />
non c’è sicurezza che le sue condizioni migliorino. Rimane<br />
attaccato alle machine per otto settimane, fino a<br />
che la paralisi non gli dà tregua. Jake torna a muoversi<br />
autonomamente dopo 10 settimane. Viene trasferito in<br />
un centro di riabilitazione di Boston dove dovrà letteralmente<br />
imparare di nuovo tutto da capo, partendo<br />
da come mangiare usando le posate.<br />
Viene scattata una foto di gruppo fatta fuori dagli uffici<br />
Burton, realizzata per mandare un messaggio di<br />
supporto a Jake. Tutti mettono bene in vista i propri<br />
diti medi. Fanculo la malattia, fanculo la sfortuna. Da<br />
quel momento il dito medio diventa un simbolo d’amore<br />
per tutta la famiglia Burton. I dipendenti stamparono<br />
una gigantografia e la mettono proprio davanti<br />
al suo letto d’ospedale. La dedica cita:<br />
“We Fucking Love You Jake”<br />
82°
“Con il cuore distrutto condivido con voi questa notizia,<br />
Jake ci ha lasciato la scorsa notte circondato dalla sua famiglia<br />
e dai suoi cari a causa di complicazioni derivate dal suo cancro.<br />
Lui era il nostro fondatore, l’anima dello snowboarding, colui<br />
che ci ha donato lo sport che tutti noi amiamo così tanto”<br />
- John Lacy, Burton CEO<br />
2018 Jake & Donna by Blotto<br />
2018 Jake<br />
2018 Jake by Blotto<br />
Back in Business<br />
Dicembre 2015: Jake sale sullo snowboard per la prima<br />
volta dopo la malattia. Nel febbraio 2016 nomina<br />
sua moglie Donna CEO di Burton e torna a lavorare su<br />
vari progetti e a supportare i suoi atleti alle Olimpiadi:<br />
questa volta è Pyeongchang 2018.<br />
Gennaio 2019, Jake e Donna si trasferiscono in Europa,<br />
a Zurigo, per evadere dalla follia degli States e per<br />
aiutare il mercato Europeo. Jake ha sempre informato<br />
i suoi dipendenti riguardo alle proprie condizioni di<br />
salute, consapevole della propria immagine e dell’energia<br />
positiva che una figura come lui trasmetteva:<br />
“Forse non ci crederete, ma il mio cancro è tornato. È lo stesso tumore<br />
della prima volta. Sembra che abbia raggiunto i miei linfonodi e stia<br />
facendosi strada. I numeri sono dalla mia parte, ma sicuramente sarà<br />
una bella lotta. Anche se è una cosa che mi spaventa enormemente,<br />
è più facile combatterlo se so che alle mie spalle ho una famiglia che<br />
mi supporterà. Provo lo stesso per la mia azienda, i miei amici, e il<br />
nostro sport. Tornerò, ma a prescindere da questo, so che tutto è in<br />
buone mani, ed è una bellissima sensazione quando si entra in questa<br />
zona di incertezza.” - Jake Burton<br />
83°
Campiglio<br />
to Alberg.<br />
TEXT<br />
Alberto Maffei<br />
PHOTOS<br />
Roberto Bragotto<br />
LOCATIONS<br />
Madonna di Campiglio, Italy<br />
Alberg, Austria<br />
84°
85°
“Per quanto il mondo dello snowboard sia multi-variegato e<br />
racchiuda in sé tante realtà diverse, c’è un qualcosa che le accomuna tutte.<br />
Che tu sia street rider, slopestyle o pipe rider, o un jibber, surfare la fresca ti<br />
dà sempre una particolare emozione, profonda<br />
quanto le origini dello snowboard stesso.”<br />
TOP<br />
Simon Gruber<br />
& Emil Zulian<br />
TOP RIGHT<br />
Alberto Maffei<br />
RIGHT<br />
Emil Zulian<br />
86°
Per quanto il mondo dello snowboard sia multi-variegato<br />
e racchiuda in sé tante realtà diverse,<br />
c’è un qualcosa che le accomuna tutte. Che tu sia<br />
street rider, slopestyle o pipe rider, o un jibber, surfare<br />
la fresca ti dà sempre una particolare emozione,<br />
profonda quanto le origini dello snowboard stesso.<br />
Ed è proprio per questo motivo che quando abbiamo<br />
delle pause tra un contest e un altro cerchiamo<br />
di spostarci per trovare un po’ di fresca da surfare,<br />
qualche salto da costruire o qualsiasi condizione che<br />
ci permetta di sfruttare la neve nella sua forma naturale.<br />
Lo scorso anno proprio durante uno di questi momenti<br />
di pausa ero a Madonna di Campiglio con Emil<br />
Zulian e Roby Bragotto, e una breve nevicata ci ha subito<br />
spinto a cercare qualche spot da fare. Non essendoci<br />
delle perfette condizioni per costruire qualcosa<br />
di grosso, ho pensato di sfruttare la bellezza delle Dolomiti<br />
di Campiglio per scattare qualche bella foto.<br />
Così ci siamo messi subito alla ricerca, e in mezzo<br />
a dei piccoli canyon naturali ci siamo imbattuti in<br />
una mini spinetta circondata da un panorama mozzafiato.<br />
Poteva funzionare anche come struttura e<br />
così ci siamo subito messi all’opera. Cominciamo a<br />
costruire lo spot e dopo qualche istante sentiamo in<br />
lontananza un urlo nel tipico dialetto Iesolano: era<br />
Nicholas Bridgman che, capito cosa stava succedendo,<br />
si è avvicinato, si è tolto la tavola e ha iniziato a<br />
costruire con noi.<br />
ProntI... via! Primo try e prima pizza, lo spot era piccolo<br />
ma da capire, la transizione non delle più facili<br />
e il piccolo landing che avevamo a disposizione era<br />
in mezzo a due belle rocce appuntite.<br />
87°
LEFT<br />
Simon Gruber<br />
RIGHT<br />
Ivan baldi<br />
BELOW<br />
Emil Zulian<br />
Finalmente capiamo come usare al top il kicker della<br />
side hit, nessuna rotazione, nessun flip... solo dei<br />
basic grab ben fatti e tirati ed ecco a voi il risultato!<br />
Arriva la sera e scendiamo a valle, stanchi dalla giornata<br />
ma non ancora soddisfatti: una volta assaggiata<br />
un pò di pow non poteva essere tutto già finito, ed<br />
è proprio in quel momento che arriva la chiamata di<br />
Simon Gruber, che si trovava ad Arlberg, e ci dice:<br />
“ragazzi qua è una bomba”.<br />
Non ce lo siamo fatti ripetere: siamo saliti in macchina<br />
e siamo partiti.<br />
Ci siamo messi in viaggio verso l’Austria per cercare<br />
la neve, e l’abbiamo trovata. Così tanta da non immaginarsela:<br />
metri su metri! E si sa che noi snowboarder<br />
quando c’è neve diventiamo creativi e non vediamo<br />
l’ora di costruire qualsiasi cosa. E cosa c’è di meglio<br />
che un bel kickerone? Dovete sapere però che è più<br />
facile a dirsi che a farsi. Per iniziare si cammina, anche<br />
tanto, ed è così che ci ritroviamo a scherzare e<br />
prenderci in giro per un’ora camminando verso lo<br />
spot dove abbiamo pensato di costruire il nostro salto.<br />
Siamo la stessa crew di Campiglio, a cui si è aggiunto<br />
Nicolino Dioli, il grande Simon Gruber ed anche il filmer<br />
Scotty Stephenson. Ci vuole un giorno intero per<br />
costruirlo ma il giorno dopo siamo gasati per saltare.<br />
Roby insiste per la luce ideale per avere del buon materiale<br />
e nel frattempo ci mettiamo a seguire il buon<br />
Simon Gruber che, da gran esperto, ha trovato due<br />
spot natural. Si mette a sistemare un wind lip e poi risale<br />
mezza montagna (personalmente la rincorsa mi<br />
sembrava un po’ esagerata). Intanto Roby si apposta,<br />
Simon droppa e spara un Fs 360 a dir poco incredibile,<br />
arrivando a fondo landing e dimostrando che<br />
in fresca basta surfare la montagna e non è necessario<br />
sempre costruire. Dopo di lui anche noi abbiamo<br />
provato ad imitarlo, ma non con lo stesso risultato.<br />
Dopo la super performance del Gruber è arrivato il<br />
momento di saltare. Ci ritroviamo in partenza nel<br />
classico momento in cui si decide chi aprirà il salto.<br />
C’è una particolare tensione nell’aria, tutti sanno che<br />
il primo giro (first track) è quello più figo sia in foto<br />
che video, ma allo stesso tempo è il giro più difficile<br />
perché non si sa la velocità, il tipo di atterraggio e il<br />
tipo di salto. Insomma una serie di fattori che rende<br />
necessaria una conta casuale.<br />
La facciamo: tocca a Nicolino. Sale in partenza, non<br />
ha la minima idea della velocità, in più sa di non<br />
88°
“Noi scoppiamo a ridere,<br />
la tensione sparisce e scatta<br />
l’entusiasmo generale per<br />
un trick così inusuale su<br />
un kicker in fresca.”<br />
89°
poter arrivare corto altrimenti tutte le foto successive<br />
verrebbero rovinate. Così nel dubbio va velocissimo<br />
e lo apre in frontflip. Noi scoppiamo a ridere, la tensione<br />
sparisce e scatta l’entusiasmo generale per un<br />
trick così inusuale su un kicker in fresca. Comincia<br />
la session. Come sempre cominciamo con qualche<br />
trick basic, tipo Fs7, Fs3, Cab5, Bs7 e poi dal nulla<br />
è sempre Nicolino che impazzisce con un mega Bs<br />
Double Cork Nose.<br />
A quel punto parte l’ignoranza e la garella, tutti cominciano<br />
provare qualche trick un po più tecnico e<br />
il risultato è prevalentemente stecche e lavatrici. Tra<br />
qualche trick chiuso e qualche lavatrice passa la giornata,<br />
una delle più belle della stagione. Scendiamo<br />
col buio e l’immancabile e meritata birretta ci aspetta<br />
nell’apres-ski a fondo pista.<br />
È incredibile sperimentare i diversi tipi di riding.<br />
Tranne Simon, siamo prevalentemente slopestylers, e<br />
mentre in park ci sentiamo imbattibili, i primi giri in<br />
fresca sono stati veramente duri, troppo aggressivi e<br />
pesanti sulle lamine e troppo centrali nei landing. Per<br />
noi è bellissimo rimetterci così tanto in gioco, uscire<br />
dalla nostra “comfort zone” e in più avere l’opportunità<br />
di avere con noi un atleta come Simon che ha<br />
un bel background di fresca sicurante ci ha aiutato a<br />
capire tantissime cose.<br />
Questo è il motivo per cui amiamo lo snowboard:<br />
non puoi essere pro in tutto, c’è sempre qualcosa da<br />
imparare e qualcuno più forte di te in qualcosa.<br />
90°
BELOW<br />
Simon Gruber<br />
RIGHT<br />
Alberto Maffei<br />
“Questo è il motivo per cui amiamo<br />
lo snowboard: non puoi essere pro in tutto,<br />
c’è sempre qualcosa da imparare e qualcuno<br />
più forte di te in qualcosa.”<br />
91°
On the shoulders<br />
of Giants.<br />
TEXT<br />
Federico Mura<br />
92°
Da colleghi, risulta veramente difficile parlare della voce che ha accompagnato<br />
lo snowboarding praticamente da quando è nato, nonché della esempio da seguire per noi<br />
tutti magazine di snowboard di epoche più recenti. Transworld snowboarding ha ispirato<br />
centinaia di migliaia di snowboarders, in un epoca in cui l’unico mezzo per rimanere<br />
aggiornati su questo nuovo modo di vivere la neve, era proprio il magazine. Il 6 marzo 2019<br />
Transworld ha chiuso i battenti, in seguito alla cessione del gruppo TEN ad American<br />
Media Inc., con un toccante post sul sito che testualmente citava:<br />
“Tutte le cose belle, sfortunatamente, finiscono. E oggi 6 marzo 2019<br />
TransWorld SNOWboarding chiude I battenti. Il 32esimo volume<br />
del magazine sarà l’ultimo e ‘Kamikazu’ sarà il nostro ultimo film.”<br />
Per concludere vogliamo sottolineare che non vi è alcuna<br />
malizia in quest articolo: il titolo dell’articolo è<br />
altamente simbolico e nasconde il vero intento, citando<br />
un aforisma di Bernardo di Chartres, filosofo francese<br />
del XII secolo.<br />
“Noi siamo come nani che siedono sulle spalle di giganti,<br />
così che possiamo vedere molte cose anche molto più in là di<br />
loro, non come per acutezza della propria vista o perché più<br />
alti di corporatura, ma perché siamo sollevati e innalzati da<br />
gigantesca grandezza.”<br />
Transworld snowboarding è stato il nostro gigante e<br />
questa vuole essere una celebrazione della sua storia.<br />
Transworld Snowboarding è nato nel 1987, ancora<br />
quando la pratica dello snowboard era ancora giovane,<br />
e i primi rider cominciavano a farsi largo tra le linee<br />
degli ski nei resort. È stato il secondo titolo lanciato<br />
al fianco di Transworld Skateboarding. Ma al contrario<br />
di TWSkateboarding, piazzato a supporto di una cultura<br />
forte e riconosciuta, TWSnow si poneva come una<br />
scommessa. Nessuno sapeva se l’arte del surfare la neve<br />
potesse avere un futuro altrettanto glorioso quanto<br />
quello dello skateboarding. E, dopo aver visto l’evoluzione<br />
degli anni 90, e dopo aver letto su queste pagine<br />
intere carriere di snowboarder dell’ultimo trentennio,<br />
dopo essere stati spettatori di snowboard movies che<br />
ci hanno fatto sognare e dopo aver consumato 32 volumi,<br />
possiamo dire con sicurezza che la missione è<br />
stata compiuta. Dal 1987 fino a ieri, Transworld è stato il<br />
pilastro fondamentale del mondo dello snowboarding.<br />
Tutto cominciò da una semplice domanda “What<br />
about a snowboard magazine?”. Nelle uscite invernali<br />
di TransWorld Skateboarding Larry Balma, editore di<br />
Transworld Skateboarding, già inseriva diversi pezzi riguardanti<br />
lo snowboard, al fine di aumentare sempre<br />
più la popolarità di questo sport. La nascita della rivista<br />
è stato un momento fondamentale, che ha settato il<br />
mood e il linguaggio di un’intera generazione.<br />
Se c’è una cosa che non si può dire è proprio che Kevin<br />
Kinnear (editore del primo numero di TW Snowboarding)<br />
fosse un guru dello snowboard. Anzi, non aveva<br />
proprio nulla a che fare con la neve. Data la sua iniziale<br />
distanza da questo mondo, ha fatto una semplice<br />
cosa: fare domande. Ai bordi di un halfpipe con un paio<br />
di blue jeans addosso e un taccuino tra le mani: così<br />
ha fatto le sue prime domande ai riders. La strategia<br />
editoriale era la seguente: “Facevo le domande di cui<br />
volevo sapere la risposta, e la condividevo con il resto<br />
del mondo”. Al suo fianco C’era Guy Motil, accompagnato<br />
da un curriculum enorme di collaborazioni con<br />
riviste di altissimo livello, tra cui anche Surfer Magazine.<br />
Eè proprio quello del surf lo stile da seguire per la<br />
prima uscita di Transworld. Il linguaggio doveva essere<br />
estremamente friendly, al contrario di quello a cui sono<br />
abituati i lettori di TW Skateboarding. Ottiche grandangolari<br />
spinte e foto badass sono sempre state distintive<br />
della cultura dello skate. Guy invece utilizzava delle ottiche<br />
mezzo-tele. Lo snowboarding non doveva essere<br />
la versione chic dello skate. C’era però una differenza<br />
inevitabile tra skate e snowboarding, che andava ad allontanare<br />
significativamente questi due mondi: il fatto<br />
che nella nuova disciplina bisognasse avere un portafoglio<br />
bello gonfio per permettersi di raidare in montagna.<br />
Il dover pagare un impianto sciistico pieno di<br />
regole e di cose che non si possono fare, ha contribuito<br />
allo sviluppo di una cultura forzatamente differente.<br />
Ma là fuori i primi Jibbers non mancavano affatto, anzi,<br />
il riding fortemente influenzato dalla cultura skate faceva<br />
sì che qualsiasi ringhiera o tavolo da pic-nic venisse<br />
trattato come una struttura da raidare, creando<br />
non pochi problemi nei resort sciistici e con la pacifica<br />
convivenza con gli skiers dell’epoca.<br />
“Snowboarding was born, lived, and died in the mid 1990s”<br />
Jamie Meiselman, Managing Editor 1993-1995 dice: “lo<br />
snowboard è nato, vissuto e morto negli anni novanta.<br />
- Ok, il morto è solo per aumentare l’effetto drammatico”.<br />
Ma effettivamente non è andata molto diversamente<br />
da così in un certo senso. Il movimento dello<br />
snowboard ha subìto un evoluzione esponenziale.<br />
I materiali migliorano, si crea il mercato, nascono le<br />
sponsorizzazioni, ma la cosa più importante è che la<br />
gente ci si appassiona. Qual è il motivo? Perché è dannatamente<br />
divertente!<br />
93°
1987 IL PRIMO NUMERO<br />
Aloha! Ecco come inizia la prima uscita di<br />
Transworld Snowboarding. Queste prime<br />
pagine hanno un significato forte. Larry,<br />
Kevin e Guy non stavano solamente documentando<br />
i primi passi di uno sport in<br />
rapida evoluzione, ma stavano mettendo le<br />
basi per un pilastro comune. Un punto di<br />
riferimento che avrebbe accomunato tutti<br />
coloro che sono parte della famiglia dello<br />
snowboarding. E questo vuol dire una<br />
cosa sola: cultura. Inizia l’era dello snowboarding.<br />
The First Time: ecco il claim<br />
del primo numero, incentrato sulle prime<br />
esperienze dei pro riders dell’epoca. Quattordici<br />
citazioni tra cui quelle di Craig Kelly<br />
e Damien Sanders, raccontano i propri<br />
primi lividi sulla tavola, e in una famiglia<br />
ancora poco estesa come quella di allora,<br />
queste parole generate da una domanda<br />
così semplice, furono capaci di scaturire<br />
un senso di empatia, curiosità e soprattutto<br />
un senso di community, gettando le<br />
fondamenta degli anni a venire.<br />
1987 Prima intervista ad un Pro<br />
Se si parla di prime volte non si può non citare<br />
l’intervista a Craig Kelly. Nell’uscita di<br />
novembre nel 1989, viene pubblicata la prima<br />
intervista in assoluto del mondo dello snowboard.<br />
Da quel momento in poi l’intervista<br />
diventa il traguardo da raggiungere, un must<br />
per ogni pro snowboarder per completare la<br />
propria carriera. E possiamo dire che un inizio<br />
migliore non poteva essere fatto. Craig Kelly<br />
è stato il rider d’ispirazione per eccellenza.<br />
Il suo stile di raidata è definito perfetto, e ha<br />
portato sempre più in alto il livello di snowboarding<br />
fino alla sua tragica scomparsa.<br />
1991 Il Primo Reader’s Poll<br />
La rivista ha successo, e nel 1991 viene consegnato<br />
il primo Reader’s Poll. Quell’anno,<br />
al contrario dei più recenti Awards, la giuria<br />
era unicamente composta dai lettori della<br />
rivista. Dopo aver compilato e spedito la pagina<br />
di votazione presente in un precedente<br />
numero di TransWorld, il 20 Marzo vennero<br />
eletti i primissimi vincitori di questo premio:<br />
Craig Kelly, Tara Eberhard, Peter Bauer, Tina<br />
Basich, Damian Sanders e Bonnie Leary.<br />
Il premio evolse poi nel Rider’s Poll, dove<br />
una giuria di oltre 100 pros individua i migliori<br />
riders dell’anno. È rimasta la votazione<br />
popolare nella categoria Reader’s Choice.<br />
94°
1994<br />
Transworld<br />
sbarca in<br />
Giappone<br />
Nel 1994 Nasce il<br />
gemello Giapponese<br />
di Transworld<br />
snowboarding, che<br />
riveste anche il<br />
primato di primo<br />
snowboard magazine<br />
Nipponico in<br />
assoluto (Qui foto<br />
della copertina del<br />
numero 11).<br />
1993 Il Primo Video Magazine<br />
Il 1993 è stato l’anno del TransWorld<br />
SNOW Video Magazine. La collaborazione<br />
con il filmer Mike McEntire, ha fatto sì che<br />
uscissero quattro episodi in quest’anno.<br />
Transworld è stato sempre all’avanguardia<br />
dal punto di vista dei media. E ha saputo<br />
sfruttare in modo magistrale anche<br />
lo strumento del video, aggiungendo una<br />
nuova figura dello snowboard: il filmer.<br />
1999 Il Primo Transworld<br />
Team Challenge<br />
Il primo TransWorld Team Challenge, un<br />
evento organizzato dal magazine per decretare<br />
il miglior team di snowboard in assoluto,<br />
si tenne nel 1999 a Snow Summit in<br />
California e fu vinto dal leggendario team<br />
Atlantis, company dalla vita breve ma<br />
che annoverava Daniel Franks e Ingemar<br />
Backman nel roster. L’evento andò avanti<br />
per 10 anni, poi fu rinominato Team Shoot<br />
Out. (Qui una foto della sesta edizione).<br />
95°
2003 Il Primo<br />
TWSnow TransAM<br />
Nel 2003 Transworld debutta con un nuovo<br />
interessante format dedicato non ai professionisti,<br />
ma bensì agli amateur: la TransAM<br />
amateur contest series. Un format che<br />
premiava la creatività e la personalità dei<br />
rider, volto a scoprire nuovi talenti. Tra<br />
gli storici vincitori del contest sono da ricordare<br />
Lucas Magoon, Chas Guldemond,<br />
Gabi Viteri, e Matt Ladley to name a few.<br />
Il TransAm andò avanti per 13 edizioni.<br />
2007 TWSnow<br />
Productions<br />
Transworld torna a firmare<br />
produzioni video, con Joe<br />
Carlino al comando. Non più<br />
in formato video magazine,<br />
ma veri e propri video full<br />
length come These Days,<br />
Get Real, In Color, Nation,<br />
Origins, Insights, Arcadia e<br />
il capitolo finale Kamikazu,<br />
nel 2019.<br />
2009 Il Primo Team Shoot Out<br />
Team Shoot Out are basato sul format Skate&Create<br />
di TWSkate. Quattro team erano<br />
invitati ad una settimana di shooting foto e<br />
video dove doveno creare un proprio concept<br />
creativo e produrre il miglior mateiale<br />
possibile. Il primo anno fù incoronato il<br />
team Rome.<br />
96°
2015 Prima “Eddie Wall Series”<br />
Nel 2015 Eddie Wall, ex pro ed eccellente<br />
anchorman comincia a curare una rubrica<br />
web che prevede una maggiore interazione<br />
con il pubblico, con dirette e possibilità<br />
per il pubblico di interagire con ospiti ed<br />
Eddie stesso. Durante uno di queste dirette<br />
furono svelati dettagli di The Fourth Phase,<br />
che sarebbe dovuto rimanere segreto fino<br />
alla sua presentazione.<br />
2011 200th Issue<br />
2011 segnò la 200esima uscita della rivista<br />
e fù celebrata con un numero da collezione<br />
che vedeva un salto mostroso di travis<br />
Rice in copetina.<br />
2008 Il Primo<br />
“Sunday in the Park”<br />
Una webisode series durata fino<br />
agli ultimi anni. Transworld è<br />
sempre riuscita ad adattarsi ai<br />
nuovi media. E lo ha fatto egregiamente<br />
con Sunday in the park,<br />
cavalcando l’onda del neonato<br />
Youtube. Sicuramente la serie<br />
web più di successo nel mondo<br />
dello snowboarding, realizzata in<br />
collaborazione con la mecca del<br />
freestyle e più famoso snowpack<br />
americano dei tempi Big Bear. Nel<br />
primo episodio di Sunday in the<br />
park erano presenti Johnny Miller,<br />
Nima Jalali, Darrel Mathes, Joe<br />
Mertes, Zak Hale, e Meyer.<br />
2018 L’ultimo Numero<br />
L’ultimo numero di Transworld arriva in<br />
edicola e nelle cassette degli abbonati.<br />
In cover vedeva una foto di Dustin Craven,<br />
scattata da Darcy Bacha. E’ la fine di<br />
un’epoca.<br />
97°
98°
Offline<br />
in Albania.<br />
TEXT<br />
Knut Eliassen<br />
PHOTOS<br />
Markus Rohrbacher<br />
LOCATION<br />
Albania<br />
99°
100°
el mondo iper-connesso di oggi non ci sono<br />
N troppi posti dove fuggire veramente. Durante il<br />
processo di pianificazione del nuovo film deal team<br />
di Nitro, OFFLINE, volevo trovare un luogo che fosse<br />
una vera fuga dalla realtà. Dopo giorni in cui abbiamo<br />
parlato con riders, amici, ricerche su Google Earth di<br />
gemme nascoste in tutto il mondo, abbiamo trovato un<br />
posto chiamato “Le Montagne Maledette” nella parte<br />
settentrionale dell’Albania a circa 45 minuti dal confine<br />
con il Kosovo. Sapevamo che questo doveva essere il<br />
posto giusto: con un nome come “The Cursed Mountains”<br />
avevamo finalmente scoperto la destinazione del<br />
nostro viaggio.<br />
Abbiamo deciso di guidare dal quartier generale tedesco<br />
di Nitro Snowboards, a Oberammergau, attraverso<br />
l’Austria e lungo la costa della Croazia, attraverso la Bosnia<br />
e fino a raggiungere l’Albania. Abbiamo calcolato<br />
che sarebbe stato un viaggio di 3, 4 giorni con un paio<br />
di fermate lungo la strada. Questo non è il classico percorso<br />
standard per uno snowboard trip. Normalmente<br />
quando fai uno snowboard trip ti dirigi verso nord o almeno<br />
verso le montagne, non verso il clima più caldo,<br />
ma questo era proprio uno dei motivi per intraprendere<br />
questa avventura. Il 20 febbraio 2019 siamo partiti per<br />
un viaggio che non dimenticheremo mai.<br />
Prima di entrare nei dettagli e nelle storie del viaggio,<br />
devo presentarvi la crew. Avevamo i nostri snowboarder,<br />
film e fotografi... I riders del team Nitro Markus Keller,<br />
Elias Elhardt, Sam Taxwood, il fotografo Nitro Markus<br />
Rohrbacher, i videomaker Karsten Boysen e Pirmin<br />
Juffinger, Andi Aurhammer e io - Knut Eliassen. Ecco<br />
come sarebbe un normale snowboard trip di Nitro: un<br />
paio di ragazzi dei media, un team manager e poi un<br />
gruppo di riders, ma volevamo anche coinvolgere alcuni<br />
individui più caratteristici in quest’avventura per<br />
enfatizzare l’idea di come lo snowboard possa unire le<br />
persone di ogni ceto sociale. Abbiamo invitato un musicista<br />
incaricato di creare la musica per il nostro film<br />
offline, Yves Ardelt, figlio del co-fondatore di Nitro Sepp<br />
Ardelt. Abbiamo pensato che sarebbe stato fantastico<br />
avere un musicista di livello mondiale e un appassionato<br />
di snowboard durante il viaggio per documentare<br />
proprio la nostra avventura attraverso il suono e una<br />
prospettiva diversa. Abbiamo anche deciso di invitare<br />
una delle personalità e registi di YouTube più influenti<br />
e creativi al mondo, Dan Mace, a unirsi a noi in vere avventure<br />
snowboard “offline”. Dan Mace è originario del<br />
Sud Africa, surfista, regista e appassionato di avventure.<br />
Siamo entrati in contatto con lui attraverso un video<br />
che ha realizzato sulla sua passione per lo snowboard<br />
sul suo canale Youtube pochi mesi prima del viaggio.<br />
Gli abbiamo detto che ci piacerebbe portarlo in uno<br />
snowboard trip in modo che possa aiutarci a diffondere<br />
il messaggio su come lo snowboard può portarti offline<br />
alla sua community e ai suoi fan.<br />
Chiunque abbia mai visto un video di snowboard o abbia<br />
mai fatto uno snowboard trip può capire che questo<br />
non è un normale set-up di una crew. Vi dirò che onestamente<br />
a volte ha anche creato alcuni attriti, ritardi<br />
e situazioni un po’ così durante il viaggio, ma alla fine<br />
ha aggiunto tantissimo valore e unicità all’esperienza<br />
complessiva. Di solito gli snowboard trip sono molto<br />
focalizzati sull’ottenere action shots quando la crew è<br />
giusto solo composta da riders, filmer e fotografo, ma<br />
con l’aggiunta di queste personalità creative, l’intera<br />
nostra crew è stata in grado di apprezzare il viaggio<br />
stesso, le montagne, le persone, la cultura, il cibo e le<br />
esperienze intermedie - non solo i tricks o il riding, che<br />
è stato come una boccata di aria fresca.<br />
Per la prima parte del viaggio abbiamo guidato dal<br />
quartier generale della Nitro a Oberammergau, in Germania,<br />
fino alla città di Fiume, in Croazia, per godere<br />
della vista sull’oceano e della pesca. Fiume è una città<br />
portuale croata sul mare Adriatico settentrionale con<br />
una popolazione di circa 130.000 persone. Abbiamo<br />
sentito dagli snowboarder locali in un bar che c’era<br />
una piccola stazione sciistica sulle montagne fuori da<br />
Rejika, chiamata Platak che offre piste battute e viste<br />
sul blu profondo del mare Adriatico. Dopo alcune birre<br />
Ožujsko (che è il marchio di birra più popolare in Croazia),<br />
abbiamo deciso che avremmo trascorso un’altra<br />
notte a Fiume ed esplorando la montagna di Platak.<br />
La mattina dopo ci siamo svegliati con le onde del mare<br />
e la piacevole temperatura costiera di circa 19 gradi, che<br />
non è una temperatura normale per uno snowboard<br />
trip a metà inverno. Ci siamo messi la nostra attrezzatura<br />
da snowboard, le nostre tavole in macchina per<br />
un viaggio di 45 minuti in montagna. Nessuno di noi<br />
era mai stato lì prima o sapeva perfino se fosse aperto,<br />
ma avevamo dalla nostra la fede e un bel po’ di motivazione!<br />
Dopo aver guidato attraverso colline innevate<br />
e strade ventose, alla fine arriviamo in un parcheggio<br />
completamente asciutto e senza neve. Il resort è chiuso.<br />
Due vecchi sciatori tirano un paio di curve su una<br />
piccola macchia di neve. Mi avvicino a loro e li saluto.<br />
Mi dicono che hanno chiuso la stazione circa 2 settimane<br />
prima, ma potrebbero chiamare qualcuno che<br />
potrebbe accendere l’impianto per farci arrivare in<br />
cima. Dopo circa 10 minuti un ragazzo arriva e dice che<br />
avrebbero acceso il lift per noi per farci arrivare fino in<br />
cima e ci avrebbero pure portato in giro con una motoslitta<br />
per farci fare delle run... WOW!<br />
Dopo ore di lavori di costruzione di features qua e là<br />
e un po’ di sano carving, abbiamo deciso di tornare a<br />
Fiume per uscire su una barca a vela e cercare la cena<br />
(pesce). Il giorno successivo abbiamo guidato per 600<br />
km lungo la bellissima costa croata e abbiamo passato<br />
la notte nella famosa città di Dubrovnik da “Game of<br />
Thrones”.<br />
Dopo una mattinata a fare la classica passeggiata turistica<br />
in giro che consiglio vivamente, abbiamo fatto le<br />
valigie e abbiamo pianificato di dirigerci verso sud lungo<br />
la costa del Montenegro e in Albania... Ma, dato che<br />
qualcuno ha preso la svolta a sinistra sbagliata, siamo<br />
stati poi bloccati in coda per il confine e siamo finiti<br />
per tornare in Bosnia, il che ha significato buttar via<br />
LEFT<br />
Sam Taxwood<br />
La vista dalla cima di Platak era infinita e lo sfondo dell’acqua<br />
era qualcosa che avevo visto solo sul Lago di Tahoe in<br />
USA prima d’allora, la neve non era male e gli alberi erano<br />
perfettamente distanziati. Elias e Sam hanno fatto un paio<br />
di run in motoslitta fino in cima, hanno chiuso un po’ di side<br />
hits e hanno spaccato tra i boschetti per tutto il giorno.<br />
101°
102°
circa 2 ore di attesa in fila. Quando finalmente siamo<br />
riusciti a superare il confine bosniaco, abbiamo attraversato<br />
una bellissima montagna solo per beccarci un<br />
enorme incendio nei boschi. Le colline erano letteralmente<br />
in fiamme. Sam Taxwood ha commentato con<br />
“Bene, benvenuto in Bosnia!” il che si adattava perfettamente<br />
alla situazione. Dopo alcune ore di guida su<br />
strade sterrate attraverso le montagne, siamo arrivati in<br />
Montenegro e poi al confine con l’Albania.<br />
Quando siamo arrivati al confine con l’Albania abbiamo<br />
visto la famosa bandiera rossa e nera con l’acquila<br />
nera appesa ovunque... Il popolo albanese è molto orgoglioso<br />
della sua bandiera, e fanno bene ad esserlo<br />
perché è una delle bandiere più cazzute di tutti i tempi!<br />
Il rosso rappresenta coraggio, forza e valore, mentre<br />
l’aquila nera a due teste rappresenta lo stato sovrano<br />
dell’Albania. Abbiamo anche visto la classica Mercedes<br />
nera e i ragazzi con giacche di pelle in giro ovunque...<br />
Finalmente siamo arrivati in Albania, sì! Eravamo tutti<br />
molto gasati. A guidare l’auto attraverso la campagna<br />
sembrava di essere in un film di Wes Anderson perché<br />
tutte le case erano dipinte con colori così vivaci<br />
ed eccitanti. C’erano anche molti bunker e monumenti<br />
dell’era comunista sparsi per il paese, cosa che nessuno<br />
di noi si aspettava. Durante la guida abbiamo visto che<br />
c’erano persone che stavano semplicemente lungo le<br />
strade dappertutto, il che sembrava molto strano, ma<br />
abbiamo scoperto più tardi il perché: stavano aspettando<br />
l’autobus e poiché non ci sono fermate standard<br />
dell’autobus, l’autobus si ferma e prende tutti quelli<br />
che stanno in attesa di un passaggio lungo la strada.<br />
Dopo un po’ di ore sulle strade più folli che abbia mai<br />
visto, situazioni di guida assurde, e alcune scorciatoie<br />
che in realtà si sono tramutate in tutt’altro (suggerimento:<br />
mai prendere scorciatoie nei Balcani) siamo<br />
arrivati finalmente nel nostro piccolo castello di pietra<br />
nella Valbone Valley. Finalmente eravamo arrivati alle<br />
Montagne Maledette.<br />
Ci siamo svegliati al sorgere del sole in una delle valli<br />
più belle che abbia mai visto, la Valbone Valley. Un posto<br />
che è noto ad alcuni per le escursioni estive e anche<br />
i campi di marijuana illegali, ma non ci addentreremo<br />
in questa cosa… Ciò che ci ha entusiasmato di questo<br />
posto è stato il fatto che non tante persone avessero<br />
mai praticato snowboard qui ed era un mistero il motivo<br />
per cui nessuno lo aveva fatto prima... Il terreno è<br />
pazzesco. Dopo aver camminato intorno al “castello” in<br />
cui alloggiavamo e incontrato le guide locali della compagnia<br />
Albania Heliski, ci siamo resi subito conto che<br />
c’era abbastanza WiFi per 5 persone alla volta ... una<br />
cosa che non ci importava dato che l’ambiente era così<br />
bello e stavamo andando in tavola, inoltre eravamo lì<br />
per metterci, per l’appunto, offline.<br />
Dopo le istruzioni base di backcountry e heli-safety, la<br />
crew entra nell’unico elicottero privato che c’è in Albania<br />
e decolla per raidare montagne tenute nascoste dal<br />
nostro mondo per anni. Però non c’è spazio per me,<br />
quindi devo rimanere indietro, il che va bene perché<br />
così sono in grado di esplorare la valle con la mia splitboard<br />
e startmene per un po’ di tempo offline e da solo.<br />
Vedo piccole baracche di legno con serrature coperte<br />
da telecamere di sorveglianza, e penso che è un po’<br />
strano. Più tardi scopro che devi stare molto attento<br />
e stare lontano da questi posti perché queste sono le<br />
“case di coltivazione” dove gli agricoltori locali mantengono<br />
le loro scorte e protezione per coltivare marijuana<br />
sulle montagne. I percorsi che si possono fare in<br />
split boarding sono infiniti, ma dal momento che era il<br />
mio primo giorno vado tranquillo e sicuro.<br />
Quando la crew torna dopo il primo giorno in montagna<br />
sono tutti entusiasti del terreno, dell’ambiente e<br />
pronti a raidare di nuovo il giorno successivo dall’alba<br />
al tramonto. Ho notato che una volta a casa, sono tutti<br />
corsi a connettersi sull’Internet che però è inesistente.<br />
Nel mondo di oggi, abbiamo questo bisogno incessante<br />
di pubblicare sempre ciò che abbiamo fatto e comunicarlo<br />
al resto del mondo. Sam voleva pubblicare sul<br />
suo Instagram, Elias doveva spingere questo ultimo video,<br />
“Contraddiction”, Dan aveva bisogno di caricare il<br />
suo ultimo video di Youtube, io dovevo controllare le<br />
mie e-mail di lavoro, tutti avevano il loro “motivo” per<br />
tornare online. Questo è un qualcosa con cui abbiamo<br />
lottato solo nei primi due giorni, ma dopo aver capito<br />
che è difficile essere online, inizi a smettere di stressarti<br />
di essere online e ti godi il tempo con le persone e<br />
le esperienze reali. Se c’è una cosa che tutti noi siamo<br />
portati a casa dall’esperienza al Castello, è una considerazione<br />
maggiore per quando ci prendiamo una pausa<br />
dal mondo online per goderci la vita reale. Durante i<br />
giorni in cui non potevamo raggiungere la cima delle<br />
montagne, usavamo questo tempo extra per costruire<br />
jumps intorno al Castello, conoscere la gente del posto,<br />
esplorare la zona circostante in auto e persino uscire<br />
con alcuni ballerini albanesi tradizionali.<br />
I ballerini albanesi tradizionali ci hanno mostrato<br />
come ballare la Vallja albanese dalla loro zona locale<br />
di Bajram Curri, ed è stato molto divertente soprattutto<br />
dopo alcune Birra Korca (birra albanese locale) e Raki.<br />
Come al solito, è stata Elias Elhardt ad apprezzare maggiormente<br />
la danza Vallja albanese, ballando tutto il<br />
tempo con un sorrisone in faccia dopo aver mostrato<br />
loro alcuni tricks con lo snowboard intorno al falò. Il<br />
giorno seguente, dopo aver ballato fino a tarda notte,<br />
il meteo era ancora troppo pericoloso per andare in<br />
montagna. Abbiamo deciso di guidare fino in Kosovo e<br />
visitare una piccola città tradizionale chiamata Prizren<br />
per provare la cucina locale. Se mai vi trovaste in queste<br />
zone, vi consigliamo di provare il Byrek, una torta<br />
fatta di pasta ripiena di cipolle, olio d’oliva, uova e carne<br />
macinata. Siamo anche entrati in contatto con locals<br />
molto amichevoli e sono tutti rimasti sorpresi che eravamo<br />
lì per fare snowboard.<br />
La maggior parte dei giorni nelle Montagne Maledette<br />
erano ventosi, soleggiati e desolati perchè non c’era nessun<br />
altro al di fuori di noi - sono stati dei giorni fantastici.<br />
Le Montagne Maledette sono probabilmente chiamate<br />
montagne maledette perché non vorresti mai andartene.<br />
NEXT PAGE<br />
Knut Eliassen<br />
Alla fine tutti abbiamo dovuto però tornare alle nostre “vite reali”,<br />
quindi abbiamo iniziato il nostro viaggio di ritorno sapendo<br />
di ripartire verso casa con un’esperienza dentro di noi che sarà<br />
per sempre. A volte si fa un viaggio così bello che la parte<br />
del viaggiare è emozionante quanto la destinazione: il viaggio<br />
perfetto! Forse era perché non avevamo Internet per la<br />
maggior parte del tempo ed eravamo OFFLINE!<br />
103°
104°
105°
Japan<br />
Triple.<br />
TEXT & PHOTOS<br />
Matt Georges / Triple<br />
RIDERS<br />
Danimals<br />
Benny Urban<br />
Ivika Juergenson<br />
Dominic Wagner<br />
LOCATION<br />
Hokkaido, Japan<br />
Danimals<br />
Danimals<br />
Benny Urban<br />
106°<br />
Ivika Jurgenson
Benny Urban<br />
Alex Pfeffer & Danimals<br />
Benny Urban<br />
L<br />
’Hokkaido, l’isola settentrionale del Giappone, è<br />
nota soprattutto per avere la neve fresca più leggera<br />
e profonda del mondo, ma non tanto per i suoi gioielli<br />
in street. Pochi anni fa durante un camping trip sono<br />
finito per caso a Otaru, sulla costa, ed era tutto fighissimo.<br />
È una città di pescatori molto collinosa con un’incredibile<br />
vista sul mare del Giappone. È pieno di turisti<br />
durante i fine settimana e nelle festività natalizie, ma<br />
molto tranquillo e adorabile per il resto del tempo. Per<br />
una volta è un grande cambiamento girare in tavola per<br />
le strade con una vista del genere, ma purtroppo alla<br />
polizia non piace molto il fatto che degli stupidi snowboarder<br />
spostino la neve. Siamo stati arrestati e cacciati<br />
11 volte in 2 settimane! Controllo completo del passaporto<br />
in ogni momento, circondati da 10 poliziotti a volte.<br />
È stato un po’ da pazzi ma ci siamo sempre ritrovati<br />
in situazioni molto educate e calme. L’unico problema<br />
per noi era solo cambiare i distretti di polizia per non<br />
finire con gli stessi ufficiali giorno dopo giorno. Non è<br />
stato il trip di snowboard più semplice della storia, ma<br />
fortunatamente finivamo ogni sera al ramen di Shin per<br />
ricaricare le batterie e ricominciare tutto il giorno dopo.<br />
107°
Danimals - Sketchy Boardslide<br />
L’intero scenario era piuttosto improbabile<br />
qui. L’inrun stava in un giardino privato<br />
proprio di fronte a una ferrovia trafficata, e<br />
il macchinista poteva quasi toccarlo dal finestrino.<br />
La ringhiera stessa era arrugginita,<br />
molto traballante e molto stretta, quindi<br />
a volte il tail strisciava sul muro. E, ultima<br />
cosa ma non meno importante, l’atterraggio<br />
era su un marciapiede pulito e affollato. Forse<br />
non lo sapete, ma i giapponesi odiano,<br />
o odiano veramente tanto quando si mette<br />
della neve su un marciapiede pulito. A loro<br />
non importa molto se si fa snowboard in<br />
street, ma non gli piace di sicuro quando si<br />
sposta la neve.<br />
Danimals - Ollie transfer<br />
Siamo tornati in questa palestra 3 volte per<br />
fare un rail. La sicurezza stava diventando<br />
sempre più pesante ogni volta che ci vedeva<br />
lì di nuovo. Quello era il landing di Benny<br />
e Dom e Benny non amava troppo il rail,<br />
quindi ha costruito questo piccolo transfer<br />
solo per divertimento e io gli facevo delle<br />
foto giusto tra una hit e l’altra. Sono anche<br />
quei piccoli momenti di snowboard che non<br />
si vedono nei video: tutti i momenti di attesa<br />
di altri rider e dei loro trick e il modo in cui<br />
si tengono occupati a fare altro. Alcuni guardano<br />
il telefonino, altri girano un secondo<br />
angolo di ripresa mentre altri costruiscono<br />
un mini shred per divertirsi.<br />
108°
“La sicurezza<br />
diventava più<br />
pazza, ogni volta<br />
che ci vedeva.“<br />
109°
110°
“Girare in street a<br />
Otaru è molto<br />
accogliente rispetto<br />
ad altre città dove è<br />
solo ghetto, sporco<br />
e grigio.“<br />
Benny Urban - Bluntslide 270<br />
Quel tipo di giornata in cui si guida in giro<br />
per ore in cerca di spot ma vieni preso a<br />
calci dalla polizia, combatti con la pioggia<br />
e finisci in un quartiere abbandonato per<br />
assicurarti che si riesca comunque a portare<br />
a casa un po’ di action di snowboard.<br />
Alla fine abbiamo trascorso un paio d’ore<br />
su questo divertente tetto con un’incredibile<br />
vista sul mare. A volte è bello vedere<br />
alcuni behind the scenes e non sempre e<br />
solo i trick o gli spot più assurdi.<br />
Benny Urban - 50|50 Gap 50|50<br />
È difficile notarlo su questa foto ma il rail<br />
aveva alcune viti proprio sketchy da cima a<br />
fondo. Slaminare non era davvero una cosa<br />
da rischiare e il kink era proprio gnarly. Dan<br />
e Benny ci girarono sopra insieme, su entrambi<br />
i lati, con diversi tricks. Ancora una<br />
volta avevamo una vista pazzesca sul mare<br />
giapponese. Girare in street a Otaru è molto<br />
accogliente rispetto ad altre città dove è solo<br />
ghetto, sporco e grigio.<br />
111°
Benny Urban - Frontside Lipslide<br />
Siamo tornati in quel punto quattro volte<br />
in tutto prima che Benny fosse in grado<br />
di chiudere propriamente il suo trick. Alla<br />
fine non l’abbiamo usato nel video perché<br />
è sceso dal rail forse 10 cm prima. Di solito<br />
non uso mai una foto di un trick non chiuso,<br />
ma lo ha fatto in realtà. Avrebbe potuto<br />
farlo un po’ meglio, ma sarebbe stato uno<br />
sforzo eccessivo dopo quello che abbiamo<br />
dovuto passare lì in quel posto. Siamo stati<br />
cacciati 3 volte di seguito, poi hanno piazzato<br />
delle corde intorno al rail, pieno di<br />
segni «proibiti». Benny era così entusiasta<br />
di chiudere questo lipslide che abbiamo<br />
tagliato di tutto e filmato di nuovo.<br />
Dom Wagner - Backside Wallride<br />
Stessa storia in questo spot: siamo stati cacciati<br />
3 volte di seguito. L’inrun era un campo<br />
di bambù molto ripido che portava a un gap<br />
di un piccolo tetto per poi saltare sul wall e<br />
atterrare nel mezzo di un cortile di una scuola<br />
e gli studenti potevano vederci dalla finestra<br />
della loro classe. Non era proprio il set<br />
ideale dato che abbiamo dovuto nasconderci<br />
un paio di volte per non essere visti.<br />
Benny Urban - Backside Lipslide<br />
Stessa storia in questo spot. Siamo stati cacciati<br />
3 volte – giusto la nostra routine quotidiana<br />
a Otaru. Non tanto per lo snowboard, ma solo<br />
per essere in giro e spostare la neve dal punto<br />
A al punto B. Non capiscono proprio perché<br />
lo facciamo. L’inrun era molto complicata, e<br />
Dan e Dom dovevano spingere Benny con una<br />
pala in modo che potesse ottenere un po’ più<br />
di velocità. Dovevamo fare di nuovo molto in<br />
fretta perché non volevamo essere presi dagli<br />
stessi poliziotti. Sicuramente non volevamo<br />
coinvolgere il servizio di immigrazione e<br />
cacciarci fuori dal paese solo perché abbiamo<br />
spostato della neve.<br />
112°
“Sicuramente non<br />
volevamo coinvolgere<br />
il servizio di<br />
immigrazione e<br />
cacciarci fuori dal<br />
paese solo perché<br />
abbiamo spostato<br />
della neve.“<br />
113°
Japan<br />
Triple.<br />
114°
115°
Severin<br />
Van Der Meer<br />
INTERVIEW<br />
Matteo Rossato<br />
PHOTOS<br />
Silvano Zeiter<br />
116°
117°
118°
Severin Van Der Meer è un killer silenzioso.<br />
Il suo riding lo ha fatto salire in cima alla scena<br />
europea, con una progressione impressionante<br />
e inarrestabile che lo ha portato dalle run del park<br />
di Laax al backcountry più spesso insieme<br />
Nicolas Mueller e John Jackson. La sua crescita<br />
è stata assolutamente naturale e guidata solo<br />
dal suo istinto e dalla sua volontà di esplorare<br />
terreni diversi... e non ha intenzione di fermarsi qui.<br />
Ciao Severin, prima parliamo delle tue radici. Il<br />
tuo cognome sembra essere olandese, ma sei<br />
completamente svizzero e ci dovrebbe essere<br />
anche del sangue tedesco da qualche parte. Sì,<br />
esattamente! Le radici della parte di mio padre provengono<br />
dai pirati olandesi e la parte di mia madre è<br />
completamente svizzera.<br />
Questa descrizione ti sta bene? Cresciuto in<br />
park, ti sei trasferito sui kicker in backcountry<br />
e ora sei un ripper totalmente da freestyle<br />
backcountry che ama i pillow e i drop. O ti piace<br />
considerarti solo uno snowboarder? Ho iniziato<br />
20 anni fa gasandomi solo in pista e con le side<br />
hits. Eravamo un gruppo di amici che adoravano lo<br />
snowboard, non c’era mai un “bad day”, trovavamo<br />
sempre qualcosa per divertirci. Quando sono venuto<br />
a Laax per la prima volta, stavo molto in park perché<br />
è semplicemente un paradiso lì così, un ambiente<br />
fantastico per divertirsi. Tuttavia, quando c’era neve<br />
fresca, ho sempre scelto di dare un occhio in giro.<br />
Al giorno d’oggi amo ancora girare per in park, ma<br />
preferisco semplicemente fare backcountry e trovare<br />
alcune cose divertenti costruite dal vento per essere<br />
creativo, un po’ di runs sui pillow tra gli alberi o qualunque<br />
cosa si possa trovare in giro. Mi piace moltissimo<br />
esplorare nuovi terreni e trovato nuovi spot che<br />
magari non ho mai visto prima.<br />
Ti sei unito alla crew di Absinthe Films nel 2017<br />
con AfterForeve e da allora hai sempre avuto<br />
una parte nei loro video. Come sei entrato in<br />
contatto con loro? Era la fine del 2015 quando Nico<br />
(Mueller) mi chiese se mi sarebbe piaciuto girare con<br />
Absinthe. Sono sempre stato un loro grande fan, mi<br />
son sempre piaciuti tutti i loro video, ogni anno mi<br />
pompavano con le loro release. Farne parte era sempre<br />
stato un sogno impossibile. Ovvio che ero lusingato<br />
che Nico me l’avesse chiesto, ma all’inizio mi<br />
sembrava tutto piuttosto irreale. Fino a quando Vlad<br />
(filmer di Absinthe Euro) mi ha chiamato e mi ha veramente<br />
chiesto se volevo unirmi a loro in un primo<br />
viaggio a Nendaz con Mat Schaer e Freddy Kalbermatten:<br />
non ci ho pensato due volte, ho fatto le valige e ho<br />
inaugurato un nuovo capitolo della mia vita.<br />
119°
“Al giorno d’oggi amo ancora girare per in park,<br />
ma preferisco semplicemente fare backcountry<br />
e trovare alcune cose divertenti costruite dal vento<br />
per essere creativo, un po’ di runs sui pillow tra gli alberi<br />
o qualunque cosa si possa trovare in giro.<br />
Mi piace moltissimo esplorare nuovi terreni e<br />
trovare nuovi spot che magari non ho mai visto prima.”<br />
Absinthe è una delle più iconiche produzioni di<br />
video di snowboard in tutto il mondo, e anche<br />
una delle ultime ancora in piedi. Cosa ne pensi<br />
del fenomeno web-instagram-youtube vs classico<br />
video integrale? Filmare con Absinthe è un sogno<br />
diventato realtà per me, sono cresciuto guardando<br />
i loro lungometraggi. Girare una parte completa<br />
mi è sembrato irreale e volevo fare snowboard e concentrarmi<br />
solo su quello. Non sono mai entrato nella<br />
hype di Instagram / YouTube, mi sembra tutto come<br />
se fosse uno show molto finto. Per quest’anno ho deciso<br />
di conseguire un altro mio progetto personale per<br />
cambiare uin po’ e dedicarmi a una nuova sfida.<br />
Continuando con Absinthe, qual è - secondo<br />
te - la tua parte migliore tra AfterForever, Turbodojo<br />
e quest’ultimo Isle of Snow? E perché?<br />
Penso che la mia ultima parte da Isle of Snow sia la<br />
migliore. L’intera stagione è andata davvero bene. Ho<br />
iniziato con un viaggio in Giappone insieme ai ragazzi<br />
di Beyond Medals, passato alcuni giorni con Freddi<br />
Kalbermatten per il suo progetto e filmato per la mia<br />
parte intera con Absinthe. Niente era pianificato, ma<br />
tutto è andato per il meglio e non ho sentito alcuna<br />
pressione o qualcosa del genere; mi è piaciuto come<br />
tutto è andato per il meglio ed ero solo felice di stare<br />
sulla mia tavola.<br />
Lo scorso inverno hai anche girato il mini film<br />
Laax Hibernation dove c’eri tu con due leggende<br />
viventi come Nico Muller e John Jackson.<br />
Come è andata girare in tavola con loro? Cosa<br />
ti piace del loro atteggiamento e del loro riding?<br />
Girare con loro è surreale! C’è sempre un’atmosfera<br />
così piacevole, così rilassata, che tutti sono sempre<br />
entusiasti e motivati per shreddare. Nico è sempre<br />
super tranquillo e John mantiene sempre una vibe fighissima.<br />
La Svizzera o il Giappone come miglior spot per<br />
il riding? Ci è stato detto che ti sei innamorato<br />
della Terra del Sol Levante. O ci sono altri posti<br />
nel tuo cuore? Ci sono così tanti bei posti ma è difficile<br />
battere il ramen, l’Onsen, la powder leggerissima<br />
e sentire e conoscere l’atmosfera magica del Giappone.<br />
Conoscere una nuova cultura è sempre interessante<br />
e stimolante. Apprezzo molto che la Svizzera sia<br />
casa mia però, perchè per quanto riguarda lo snowboard<br />
abbiamo tutto dietro l’angolo, devi solo aspettare<br />
e sapere quando andare e dove.<br />
120°
121°
122°
“Penso che tutti possano e debbano<br />
fare la differenza. Non mi piace davvero<br />
sentirmi dire che non dovrei fare qualcosa,<br />
ma mi piace essere ispirato da altre persone<br />
ed è quello che cerco di fare il più possibile.<br />
Questo è uno dei motivi per cui voglio<br />
realizzare il mio progetto in Svizzera.”<br />
Qual è la tua posizione sul riscaldamento globale<br />
e la vita sostenibile? Penso che tutti possano<br />
e debbano fare la differenza. Non mi piace davvero<br />
sentirmi dire che non dovrei fare qualcosa, ma mi piace<br />
essere ispirato da altre persone ed è quello che cerco<br />
di fare il più possibile. Questo è uno dei motivi per<br />
cui voglio realizzare il mio progetto in Svizzera. Abbiamo<br />
tutto qui, quindi perché andare altrove? Avrei<br />
potuto andare in qualche posto tropicale per fare surf<br />
quest’estate, ma ho deciso di tornare all’arrampicata<br />
e sono andato a fare surf in Francia. Goditi ciò che<br />
abbiamo qui.<br />
Hai anche filmato per il progetto Planetaria di<br />
Alex Tank: com’è stato essere in un video con<br />
un approccio così diverso rispetto al solito video<br />
di snowboard? Ho avuto la fortuna di unirmi a loro,<br />
anche se solo per un’ora. Adoro quando le persone<br />
mescolano la loro passione creativa con lo snowboard.<br />
Alex e Fabian sono la coppia perfetta, hanno fatto<br />
una cosa veramente fighissima. Mi piace guardare i<br />
lungometraggi per vedere tutti gli stili diversi dei miei<br />
amici, ma guardare cose come Soft o Planetaria mi<br />
gasa davvero tanto! Quella roba è unica e si vede davvero<br />
la magia di un lavoro di squadra.<br />
Il tuo sponsor di lunga data Ride ha rivoluzionato<br />
l’intero business dello snowboard con la serie<br />
Pig: cosa li rende così diversi? Con quali altri<br />
modelli giri di solito e perché? Il cambio di tavola<br />
ha davvero cambiato il mio riding. Da quasi tutte le<br />
tavole che ho provato ho potuto prendere qualcosa<br />
che amavo. Girare con la War e la Super Pig sembra<br />
proprio una combinazione perfetta di molte cose. Si<br />
può semplicemente girare con queste due tutti i giorni<br />
e ci si diverte tantissimo. La mia scelta in questo momento<br />
è la Berzerker - Blauvelt e Ride hanno creato<br />
una tavola completamente nuova per quest’anno. Si<br />
adatta davvero al mio riding, è una delle tavole più<br />
fighe di sempre!<br />
Quali sono i tuoi piani per la stagione in corso?<br />
Come ho detto prima, ho la possibilità di fare un progetto<br />
insieme ai miei amici di Hillton. Vogliamo realizzare<br />
un cortometraggio concettuale, mantenendo<br />
tutto naturale e creando qualcosa di unico. Non voglio<br />
davvero rivelare troppo, ma sono super entusiasta di<br />
cambiare un po’ le cose che faccio di solito e lavorare<br />
stavolta su qualcosa di speciale. Grazie e spero<br />
di incontrarvi tutti voi ragazzi da qualche parte nella<br />
bellissima Natura.<br />
123°
124°
125°<br />
Severin Van<br />
Der Meer
446 SNOWBOARD EUROPEAN SHOPS • BUY YOUR COPY ON SEQUENCE-MAGAZINE.COM/SHOP<br />
ITALY<br />
1. SPORTLER AFFI<br />
2. RIDERS ACTION<br />
3. RAINBOW<br />
4. SWIT SHOP<br />
5. ZEROQUATTRO<br />
6. IMPACT SHOP<br />
7. ALE’S SURF SHOP<br />
8. DF BELLINZAGO<br />
9. LANDI SPORTS<br />
10. DF SIRTORI<br />
11. SUB<br />
12. FLOWER<br />
13. MINOIA STORE<br />
14. FRISCO SHOP<br />
15. SHAPE STORE<br />
16. EMMECI<br />
17. NENCINI SPORT<br />
18. BIG AIR<br />
19. DETOMAS SHOP<br />
20. MANCINI STORE<br />
21. MAXI MERATE<br />
22. WIPE OUT<br />
23. UAINOT<br />
24. CERVINIA 2001<br />
25. AREA 41<br />
26. WHITE REEF<br />
27. OLLIE<br />
28. RADICAL SPOT<br />
29. BURNING BOARDS<br />
30. LOVE BOARD<br />
31. SPORTMARKET<br />
32. CRAZY BOARD<br />
33. SNOWYSUMMIT<br />
34. BOARDERLINE<br />
35. 360 SLIDE SHOP<br />
36. POINT DU SPORT<br />
37. DF CREMONA<br />
38. SNOWTIME<br />
39. DF DESENZANO<br />
40. GVM SHOP<br />
41. MORGAN AIR<br />
42. TWENTY FIVE<br />
43. MOUNTAIN LAB<br />
44. GIANNI SPORT<br />
45. DREAMSTORE<br />
46. ON SIDE<br />
47. SNOWGANG<br />
48. SPINNAKER<br />
49. CENTRO SURF SHOP<br />
50. BOARD CORNER<br />
51. A&F COMPANY<br />
52. BIG STONE<br />
53. SPORTWAY<br />
54. PLANET RIDER<br />
55. NAUTICA URBAN<br />
56. QUIKSILVER IMPERIA<br />
57. PLANET SPORT<br />
58. LELE SNOW SHOP<br />
59. SHAPE STORE<br />
60. BRUMA ON THE BEACH<br />
61. EAST WIND<br />
62. BOTTERO SKI<br />
<strong>63</strong>. ZONE<br />
64. DF LISSONE<br />
65. MAXI LISSONE<br />
66. MOUNTAIN RIDERS<br />
67. SPORT ADVENTURE<br />
68. NENCINI SPORT<br />
69. GRINGO<br />
70. LM STORE<br />
71. SPORT 3TRE<br />
72. THE GARDEN SCHOOL<br />
73. DODI’S<br />
74. ON SIDE<br />
75. SPORTIME<br />
76. MUD & SNOW<br />
77. DALL’ORSO<br />
78. BOARDRIDER<br />
79. SUPERSKI DANDO<br />
80. PIPE PRO SHOP<br />
81. HARLEM MELEGNANO<br />
82. FAKIE TECH SHOP<br />
83. SNOWBOARDMANIA<br />
84. BURTON STORE MILAN<br />
85. DF MILANO<br />
86. PLEASURES<br />
87. RADICAL<br />
88. BASTARD STORE<br />
89. MARGOT<br />
90. FACTORY STORE<br />
AFFI<br />
AFFI<br />
ALBA<br />
AOSTA<br />
BARDONECCHIA<br />
BARI<br />
BASSANO<br />
BELLINZAGO<br />
BERGAMO<br />
BEVERADISIRTORI<br />
BOLZANO<br />
BORGOSESIA<br />
BRESCIA<br />
BRESCIA<br />
BUSNAGO<br />
CADREZZATE<br />
CALENZANO<br />
CAMERANO<br />
CANAZEI<br />
CASTEL DI SANGRO<br />
CERNUSCO<br />
CERVIGNANO<br />
CERVINIA<br />
CERVINIA<br />
CESENA<br />
CESENA<br />
CHIETI<br />
CHIOGGIA<br />
CLES<br />
CODROIPO<br />
CORNUDA<br />
CORRIDONIA<br />
CORRIDONIA<br />
CORTINA<br />
COTRONEI<br />
COURMAYEUR<br />
CREMONA<br />
CUNEO<br />
DESENZANO<br />
DOMODOSSOLA<br />
EUPILIO<br />
FALZES<br />
FIDENZA<br />
FIORANO<br />
FIRENZE<br />
FOLGARIDA<br />
FORNO DI ZOLDO<br />
GENOVA<br />
GENOVA<br />
GENOVA<br />
GIANICO<br />
GIULIANOVA<br />
GRAVELLONA<br />
GROSSETO<br />
IGEA MARINA<br />
IMPERIA<br />
ISEO<br />
L’AQUILA<br />
LECCO<br />
LIDODITARQUINIA<br />
LIGNANO PINETA<br />
LIMONE PIEMONTE<br />
LIMONE PIEMONTE<br />
LISSONE<br />
LISSONE<br />
LIVIGNO<br />
LIVIGNO<br />
LIVORNO<br />
LODI<br />
LONATO DEL GARDA<br />
CAMPIGLIO<br />
CAMPIGLIO<br />
MAGIONE<br />
MALÈ<br />
MANTOVA<br />
MARANO SUL PANARO<br />
MARGHERA<br />
MARIA PIETRASANTA<br />
MARINA DI MASSA<br />
MARINA DI RAVENNA<br />
MELEGNANO<br />
MERANO<br />
MEZZOLOMBARDO<br />
MILANO<br />
MILANO<br />
MILANO<br />
MILANO<br />
MILANO<br />
MILANO<br />
MILANO<br />
91. NEURO SHOCK<br />
92. EXTREME<br />
93. THIRD GENERATION<br />
94. OBEREGGEN<br />
95. DF OLGIATE<br />
96. DF ORIO<br />
97. HOBBIT SHOP<br />
98. CREMA SPORT<br />
99. ALTERNATIVE SHOP<br />
100. PARMA SPORT<br />
101. THE BOFF<br />
102. PAPER SURF<br />
103. MAKAI SURFSHOP<br />
104. EIGHT SIX<br />
105. DF PIACENZA<br />
106. TOMMY SPORT<br />
107. ONBOARD<br />
108. BLACKOUT<br />
109. FINDY<br />
110. DREAMSTORE<br />
111. BOARD ROOM<br />
112. BUGS SHOPS<br />
113. DEKA UPPER<br />
114. TREE60<br />
115. HOSTILE SHOP<br />
116. SURF SHOP<br />
117. SURF PARADISE<br />
118. KAHUNA<br />
119. QUIKSILVER ROMA<br />
120. CITY BEACH<br />
121. REKORD<br />
122. FRONTSIDE<br />
123. 100 - ONE<br />
124. BANZAI SURF SHOP<br />
125. SNOWLIMITS<br />
126. NEW WHITE SHARK<br />
127. DF SAN GIULIANO<br />
128. FRESH FARM<br />
129. SPORT TENNE<br />
130. UNICO SPORT<br />
131. GIUGLAR<br />
132. PUNTO SPORT<br />
133. KAU KAU<br />
134. MAT SHOP<br />
135. 3SIXTY<br />
136. SWITCH SHOP<br />
137. LORI SPORT<br />
138. RED CAB<br />
139. DOLOMITI ADVENTURE<br />
140. BOARD STYLE<br />
141. HOT ICE<br />
142. MAXI SESTO<br />
143. SURF SHOPPE<br />
144. LIL FAKIE<br />
145. MAZZUCCHI<br />
146. MAKE MERRY<br />
147. BLU SURFER<br />
148. PROMOSPORT<br />
149. STRIKE<br />
150. JOLLY SPORT<br />
151. GRASSI SPORT<br />
152. JIMMY SURF SHOP<br />
153. TEDDY PALOMINO<br />
154. CATTI SPORT<br />
155. PURA VIDA<br />
156. ZOO PARK<br />
157. SPORTANGEL<br />
158. RIDER SHOP<br />
159. DETOUR<br />
160. SLIDE BY DETOUR<br />
161. PROSPORT<br />
162. BRUMA STREET STYLE<br />
1<strong>63</strong>. LIQUIDO<br />
GERMANY<br />
164. PULSSCHLAG<br />
165. SURF&SNOW CENTER<br />
166. HILIGHT<br />
167. BLUE TOMATO<br />
168. BLUE TOMATO<br />
169. PLANET SPORTS BERLIN<br />
170. DER BERG RUFT<br />
171. BOARD MONKEYS<br />
172. NO LIMIT<br />
173. PLAN-B FUNSPORT<br />
174. FREERIDE BOARDSHOP<br />
175. BLUE TOMATO<br />
176. SKI-ARENA<br />
177. BLUE TOMATO<br />
126°<br />
MODENA<br />
MODENA<br />
MONDOVÌ<br />
OBEREGGEN<br />
OLGIATE OLONA<br />
ORIO AL SERIO<br />
OVINDOLI<br />
PADOVA<br />
PARMA<br />
PARMA<br />
PASSO DEL TONALE<br />
PESARO<br />
PESCARA<br />
PIACENZA<br />
PIACENZA<br />
PIASCO<br />
PINEROLO<br />
PINEROLO<br />
PINZOLO<br />
PISTOIA<br />
PORTO SAN GIORGIO<br />
POZZA DI FASSA<br />
PRATO<br />
PRATO<br />
PRATO NEVOSO<br />
PRATO NEVOSO<br />
RICCIONE<br />
ROMA<br />
ROMA<br />
ROMA<br />
RONCHI DEI LEGIONARI<br />
ROSETO DEGLI ABRUZZI<br />
ROVERETO<br />
S. MARINELLA<br />
SALUZZO<br />
SB DEL TRONTO<br />
SG MILANESE<br />
SM DEI MUCCHIETTI<br />
SAN VALENTINO<br />
SAN VENDEMIANO<br />
SANT’AMBROGIO<br />
SAPPADA<br />
SARZANA<br />
SARZANA<br />
SAUZE D’OULX<br />
SCANDICCI<br />
SCHIAVON<br />
SCOPELLO<br />
SELVA DI VAL GARDENA<br />
SENAGO<br />
SERRA SAN QUIRICO<br />
SESTO SAN GIOVANNI<br />
SESTRIERE<br />
SILANDRO<br />
SONDRIO<br />
SPOLETO<br />
TERAMO<br />
TORINO<br />
TORINO<br />
TORINO<br />
TORINO<br />
TORINO<br />
TORRE DEL LAGO<br />
TRAVERSETOLO<br />
TURANO<br />
VARESE<br />
VELLETRI<br />
VERANO BRIANZA<br />
VERONA<br />
VERONA<br />
VICENZA<br />
VITERBO<br />
VITERBO<br />
AACHEN<br />
AUGSBURG<br />
BALINGEN<br />
BERLIN<br />
BERLIN<br />
BERLIN<br />
BERLIN<br />
BIELEFELD<br />
BIELEFELD<br />
BOCHUM<br />
BOLSTERLANG<br />
BONN<br />
BRANDENBURG<br />
BREMEN<br />
178. SURFSHOP CHAR.<br />
179. BIKER BOARDER<br />
180. EASTSIDE<br />
181. RAILSLIDE<br />
182. PLANET SPORTS<br />
183. BRETTLLADEN<br />
184. WILD EAST<br />
185. THE BOARDER SHOP<br />
186. WAREHOUSE ONE<br />
187. BLUE TOMATO<br />
188. PLANET SPORTS<br />
189. RAILSLIDE<br />
190. BLUE TOMATO<br />
191. EDGE 2 EDGE<br />
192. SPIN LOOP<br />
193. DAILY MILK!<br />
194. BLUE TOMATO<br />
195. FREERIDER SHOP<br />
196. PLANET SPORTS<br />
197. BRETTWERK<br />
198. BLUE TOMATO<br />
199. SPORT KAUFMANN<br />
200. POWSTORE<br />
201. PLANET SPORTS<br />
202. NUBUK SPORTS<br />
203. BLUE TOMATO<br />
204. PLANET SPORTS<br />
205. SURFLINE KIEL<br />
206. BLUE TOMATO<br />
207. PLANET SPORTS<br />
208. SPORT GRUNER<br />
209. PLANET SPORTS<br />
210. FOLLOW ME STORE<br />
211. PLANET SPORTS<br />
212. S’BRETT<br />
213. BLUE TOMATO<br />
214. PLANET SPORTS<br />
215. PLANET SPORTS<br />
216. QUIKSILVER<br />
217. SANTO LOCO<br />
218. BURTON STORE<br />
219. BLUE TOMATO<br />
220. WESTSIDE<br />
221. WESTSIDE SURFING<br />
222. PANORMA BOARDS<br />
223. PLANET SPORTS<br />
224. BLUE TOMATO<br />
225. BOARDBANDITS<br />
226. WSM FUNSPORT<br />
227. MISTERSKI<br />
228. BLUE TOMATO<br />
229. POWDER FORCE<br />
230. ADRENALIN<br />
231. BLUE TOMATO<br />
232. BLUE TOMATO<br />
233. WIND<br />
234. BALANCE<br />
235. RIDERS HEAVEN<br />
236. BLUE TOMATO<br />
237. BLUE TOMATO<br />
238. FIFTY-EIGHT<br />
239. BLOWOUT<br />
240. ENDLESS WINTER<br />
AUSTRIA<br />
241. UNDERGROUND<br />
242. MOREBOARDS<br />
243. BLUE TOMATO<br />
244. ALTON STORE<br />
245. HOTZONE.TV<br />
246. HAMMERSCHMID<br />
247. BLUE TOMATO<br />
248. BLUE TOMATO<br />
249. MOREBOARDS<br />
250. BLUE TOMATO<br />
251. BURTON STORE<br />
252. BURTON STORE<br />
253. DIE BOERSE<br />
254. MOREBOARDS<br />
255. MOREBOARDS<br />
256. XDOUBLE<br />
257. MOREBOARDS<br />
258. MOREBOARDS<br />
259. MOREBOARDS<br />
260. BLUE TOMATO<br />
261. BETABOARDS<br />
262. MOREBOARDS<br />
2<strong>63</strong>. LIVID SPORTS<br />
264. GREEN ROOM<br />
265. MOREBOARDS<br />
BREMEN<br />
CHEMNITZ<br />
CHEMNITZ<br />
DARMSTADT<br />
DRESDEN<br />
DRESDEN<br />
DRESDEN<br />
DÜSSELDORF<br />
DÜSSELDORF<br />
ESSEN<br />
FRANKFURT<br />
FRANKFURT<br />
FREIBURG<br />
GARMISCH-PARTENKIRCHEN<br />
GÖTTINGEN<br />
GÖRLITZ<br />
HAMBURG<br />
HAMBURG<br />
HAMBURG<br />
HANAU<br />
HANNOVER<br />
HANNOVER<br />
HASLACH IM KINZIGTAL<br />
HEIDELBERG<br />
HEIDENHEIM<br />
KARLSRUHE<br />
KARLSRUHE<br />
KIEL<br />
KÖLN<br />
KÖLN<br />
KONSTANZ<br />
KREFELD<br />
LÖRRACH<br />
MANNHEIM<br />
MANNHEIM<br />
MÜNCHEN<br />
MÜNCHEN<br />
MÜNCHEN<br />
MÜNCHEN<br />
MÜNCHEN<br />
MÜNCHEN<br />
MÜNSTER<br />
MÜNSTER<br />
MÜNSTER<br />
NEU-ISENBURG<br />
NÜRNBERG<br />
OBERHAUSEN<br />
OBERWIESENTHAL<br />
OLDENBURG<br />
PADERBORN<br />
PASSAU<br />
PFORZHEIM<br />
REGENSBURG<br />
REGENSBURG<br />
ROSENHEIM<br />
SAARBRÜCKEN<br />
SAARLOUIS<br />
SONTHOFEN<br />
STUTTGART<br />
TRIER<br />
ULM<br />
WÜRZBURG<br />
ZWICKAU<br />
ALTENMARKT<br />
AMSTETTEN<br />
BREGENZ<br />
FELDKIRCH<br />
GERLOS<br />
GMUNDEN<br />
GRAZ<br />
GRAZ<br />
GRAZ<br />
INNSBRUCK<br />
INNSBRUCK<br />
INNSBRUCK<br />
INNSBRUCK<br />
INNSBRUCK<br />
INNSBRUCK<br />
INNSBRUCK<br />
KIRCHBERG<br />
KLAGENFURT<br />
KUFSTEIN<br />
LIENZ<br />
LINZ<br />
LINZ<br />
LOFER<br />
MAYRHOFEN<br />
MAYRHOFEN
266. MOREBOARDS<br />
267. MOREBOARDS<br />
268. BURTON STORE<br />
269. BLUE TOMATO<br />
270. MOREBOARDS<br />
271. BOARD.AT<br />
272. BLUE TOMATO<br />
273. BLUE TOMATO<br />
274. BLUE TOMATO<br />
275. BLUE TOMATO<br />
276. BLUE TOMATO<br />
277. MOREBOARDS<br />
278. SUPA SURFER<br />
279. MOREBOARDS<br />
280. MOREBOARDS<br />
281. MOREBOARDS<br />
282. BLUE TOMATO<br />
283. MOREBOARDS<br />
284. BLUE TOMATO<br />
285. BLUE TOMATO<br />
286. DIE SURFINSEL<br />
287. FAME BOARDSHOP<br />
288. MOREBOARDS<br />
289. MOREBOARDS<br />
290. MOREBOARDS<br />
291. HANG LOOSE<br />
292. MOREBOARDS<br />
293. BLUE TOMATO<br />
294. LA RESISTANCE<br />
MAYRHOFEN<br />
NEUSTIFT<br />
PARNDORF<br />
PASCHING<br />
PASCHING<br />
SAALBACH<br />
SALZBURG<br />
SCHLADMING<br />
SCHLADMING<br />
SCS VÖSENDORF<br />
SEIERSBERG<br />
SÖLDEN<br />
ST. ANTON<br />
ST. PÖLTEN<br />
STEYR<br />
TELFS<br />
VILLACH<br />
WELS<br />
WIEN<br />
WIEN<br />
WIEN<br />
WIEN<br />
WIEN<br />
WIEN<br />
WIEN<br />
WIEN<br />
WIENER<br />
WÖRGL<br />
ZELL AM SEE<br />
349. QUIKSILVER<br />
350. L’IMPREVU SNOW<br />
351. HAWAII SURF<br />
352. MONTAZ<br />
353. GRAND CENTRAL<br />
354. ESPACE GLISSE<br />
355. BOARDRIDERS<br />
356. ATELIERDUSNOW<br />
357. SUPER WHITE<br />
358. LESPIEDSDANSL’EAU<br />
359. ADDICTED<br />
360. AINAY BOARD<br />
361. MASSILIA<br />
362. PICTURE PRO<br />
3<strong>63</strong>. AVALON RIDER<br />
364. GLISSE<br />
365. PASSION<br />
366. SLOPE STYLE<br />
367. THE WOODS<br />
368. QUAI 34<br />
369. URBANSURFERPARIS<br />
370. BOUTIK ZAO<br />
371. BOARDRIDERS<br />
372. LA LUGE<br />
373. SLIDE BOX<br />
374. TURBULENCES<br />
375. BLACK CATS<br />
376. RIP CURL<br />
HOSSEGOR<br />
ISOLA 2000<br />
IVRY SUR SEINE<br />
LA RAVOIRE<br />
LAVALETTEDUVARS<br />
LABENNE<br />
LAPORTE ANGLET<br />
LES 2 ALPES<br />
LES 2 ALPES<br />
LONS<br />
LYON<br />
LYON<br />
MARSEILLE<br />
MEGÈVE<br />
MERIBEL<br />
MONTPELLIER<br />
MORIÈRES<br />
MORZINE<br />
MORZINE<br />
NICE<br />
PARIS<br />
HOSSEGOR<br />
ST. JEAN DE LUZ<br />
SAINT-BON-TARENTAISE<br />
STRASBOURG<br />
TARBES<br />
TIGNES<br />
TOULOUSE<br />
424. THE SNOW ASYLUM<br />
425. FINCHES EMP<br />
426. SUBVERT<br />
427. THE SNOW ASYLUM<br />
428. THE SNOW ASYLUM<br />
429. THE SNOW ASYLUM<br />
430. SNOWFIT<br />
431. ODYSSEY<br />
432. THE SNOW ASYLUM<br />
433. ABSOLUTE SNOW<br />
BELGIUM<br />
434. ONE LOVE<br />
435. LA GLISSE<br />
436. YETI BOARDS<br />
437. WEST-SITE<br />
438. STOKED<br />
439. SZONE<br />
440. SURF’IN<br />
441. PACIFIC<br />
442. STAES SPORT<br />
443. THE BOARDSHOP<br />
LONDON<br />
LONDON<br />
MANCHESTER<br />
MANCHESTER<br />
MANCHESTER<br />
MILTON KEYNES<br />
NORWICH<br />
SUFFOLK<br />
TAMWORTH<br />
WALFORD<br />
ANTWERPEN<br />
BARCHON<br />
GENK<br />
GENT<br />
HALLE<br />
LOKEREN<br />
LUXEMBOURG<br />
MECHELEN<br />
MOL<br />
WATERLOO<br />
SWITZERLAND<br />
SPAIN<br />
FINLAND<br />
295. SNOWLIMIT<br />
296. AGANÉ<br />
297. DOODAH<br />
298. DOODAH<br />
299. BLUE TOMATO<br />
300. DOODAH<br />
301. LONGBOARDER<br />
302. SURF MACHINE<br />
303. RADIX<br />
304. ETTINGER<br />
305. BURTON STORE<br />
306. DOODAH<br />
307. TRANZPORT<br />
308. BACKDOOR<br />
309. TREELEE<br />
310. BURTON STORE<br />
311. BURTON<br />
312. DOODAH<br />
313. RADIX LIESTAL<br />
314. BLUE TOMATO<br />
315. DOODAH<br />
316. LEVITATION<br />
317. MANLY<br />
318. PURE<br />
319. WILD ONE<br />
320. ELEMENT<br />
321. PLAYGROUND<br />
322. ONE 80<br />
323. VICTIM CIRCLE<br />
324. CLOUD 9<br />
325. BLUE TOMATO<br />
326. JULEN SPORT<br />
327. DOODAH ZUG<br />
328. BURTON STORE<br />
329. BLUE TOMATO<br />
330. DOODAH<br />
331. RADIX<br />
FRANCE<br />
ANDERMATT<br />
ARBEDO-CASTIONE<br />
BAAR<br />
BASEL<br />
BERN<br />
BERN<br />
BIEL/BIENNE<br />
BULLE<br />
BURGDORF<br />
DAVOS DORF<br />
FLIMS<br />
GENÈVE<br />
GENÈVE<br />
GRINDELWALD<br />
HOCHDORF<br />
LAAX<br />
LAUSANNE<br />
LAUSANNE<br />
LIESTAL<br />
LUZERN<br />
LUZERN<br />
MARTIGNY<br />
MORGES<br />
SAANEN<br />
SAAS-FEE<br />
SCUOL<br />
ST. MORITZ<br />
STUDEN<br />
WERDENBERG<br />
WINTERTHUR<br />
WINTERTHUR<br />
ZERMATT<br />
ZUG<br />
ZURICH<br />
ZÜRICH<br />
ZÜRICH<br />
ZÜRICH<br />
377. BACKINBLACK<br />
378. BURTON STORE<br />
379. DAKTAK<br />
380. LA GENERAL<br />
381. TACTIC SURF<br />
382. BOARDRIDERS<br />
383. SURF 3<br />
384. FREEBOARD<br />
385. HALF PIPE<br />
386. STYLING<br />
387. WHITE DAYS<br />
388. GREEN COW<br />
389. MOMBI SURF<br />
390. DIAMOND SNOW<br />
THE NETHERLANDS<br />
391. DOWN TOWN<br />
392. EUROFUN<br />
393. BEHIND THE PINES<br />
394. MK SKI SERVICE<br />
395. BURNSIDE<br />
396. CAER<br />
397. REVERT 95<br />
398. BAUM SPORT<br />
399. THE TUBE<br />
400. FREESTYLE<br />
401. EUROFUN<br />
402. MOUNT RUCPHEN<br />
403. MOUNT TERNEUZEN<br />
404. SNOWCOUNTRY<br />
405. CELLBLOCK<br />
406. VAN BELLEN<br />
407. EUROFUN<br />
408. UNCLE’S<br />
409. DUIJVESTEIN<br />
MADRID<br />
ESCALDES<br />
MADRID<br />
BARCELLONA<br />
BARCELLONA<br />
BARCELLONA<br />
LAS ROSAS<br />
S’AGARÓ<br />
PUEBLA LEÓN<br />
BILBAO<br />
MADRID<br />
MURCIA<br />
SALARDÚ<br />
EZCARAYLARIOJA<br />
’S-HERTOGENBOSH<br />
ALBLASSERDAM<br />
AMSTERDAM<br />
BILTHOVEN<br />
DEVENTER<br />
GRONINGEN<br />
HARLEM<br />
HENGELO<br />
MIDDELBURG<br />
ROOSENDAAL<br />
ROTTERDAM<br />
RUCPHEN<br />
TERNEUZEN<br />
TERSCHUUR<br />
UTRECHT<br />
WILLEMSTAD<br />
ZEVENHUIZEN<br />
ZIERIKZEE<br />
ZOETERMEER<br />
444. BURTON STORE<br />
445. HELSINKI SURF SHOP<br />
CZECH REP.<br />
447. RIP CURL ZLIČÍN<br />
448. RIP CURL PORÍČÍ<br />
449. RIP CURL CHODOV<br />
450. RIP CURL STORE<br />
PORTUGAL<br />
446. BOARDRIDERS<br />
HELSINKI<br />
HELSINKI<br />
PRAHA<br />
PRAHA<br />
PRAHA<br />
PRAHA<br />
ERICEIRA<br />
ENGLAND<br />
332. RIP CURL<br />
333. TECNIC ESPORT<br />
334. QUIKSILVER<br />
335. BURTON<br />
336. RIP CURL<br />
337. GLISSE<br />
338. BURTON<br />
339. QUIKSILVER<br />
340. AVENTURE<br />
341. SPORT ADVENTURE<br />
342. WOOD BOARD<br />
343. BOARDRIDERS<br />
344. ZERO G<br />
345. BOARDRIDERS<br />
346. SWITCH 5<br />
347. BOARDRIDERS<br />
348. MERCYDISTILLERY<br />
ALPE D’HUEZ<br />
ANDRORRA<br />
ANNECY<br />
ANNECY<br />
ANNECY<br />
AUBIERE<br />
AVORIAZ<br />
BIARRITZ<br />
BORDEAUX<br />
BORDEAUX<br />
BOURGLESVALENCE<br />
CAPBRETON<br />
CHAMONIX<br />
CHAMONIX<br />
CHATEL<br />
CORDOVILLA<br />
GRENOBLE<br />
410. THE SNOW ASYLUM<br />
411. THE SNOW ASYLUM<br />
412. THE SNOW ASYLUM<br />
413. BOARDWISE<br />
414. THE SNOW ASYLUM<br />
415. THE SNOW ASYLUM<br />
416. THE SNOW ASYLUM<br />
417. FREEZE PRO SHOP<br />
418. THE BOARD BASE<br />
419. THE SNOW ASYLUM<br />
420. DEVINE RIDE<br />
421. SICK AND WRONG<br />
422. THE SNOW ASYLUM<br />
423. SURFDOME<br />
AVIEMORE<br />
BRAEHEAD<br />
BRISTOL<br />
CANNOCK<br />
CASTLEFORD<br />
CHELMSFORD<br />
CHESTER<br />
EDINBURGH<br />
EXETER<br />
FORT WILLIAM<br />
HALESOWEN<br />
KESWICK, CUMBRIA<br />
LIVERPOOL<br />
LONDON<br />
IF YOU WANT TO HAVE<br />
SEQUENCE IN YOUR STORE<br />
WRITE TO US:<br />
hello@hand-communication.com
TEXT<br />
Matteo Rossato<br />
PHOTO<br />
Lenadro Eigensatz &<br />
Severin Van Der Meer<br />
by Silvano Zeiter<br />
Le ultime parole di questo secondo numero le voglio<br />
dedicare ad un pensiero che mi ronza in testa<br />
da diverso tempo e che ora sento di voler condividere.<br />
Sicuramente attirerò le antipatie di qualcuno, ma<br />
vorrei che perlomeno queste scatenassero una riflessione,<br />
perchè non c’è niente di offensivo in quello<br />
che sto per dire. Partiamo con “la” domanda: esiste<br />
ancora la figura del Pro rider così com’era considerato<br />
20 anni fa? Onestamente, se penso a Shaun Palmer,<br />
Terje Haakonsen, Peter Line e più recentemente<br />
Travis Rice, Nico Müller e Gigi Rüf, o il nostro Italian<br />
stallion Giacomo Kratter, nel panorama moderno<br />
non trovo più termini di paragone. Attenzione, non<br />
mi sto riferendo al talento, che forse oggigiorno è<br />
presente in misura ben maggiore di quanto fosse due<br />
decadi fa.<br />
Non parlo neppure dello spessore umano o del valore<br />
personale: posso dire di aver incontrato recentemente<br />
giovani professionisti con menti veramente<br />
brillanti. Parlo di quell’aurea, che solitamente circonda<br />
attori o artisti di un certo calibro, quel carisma<br />
che trascende il valore intrinseco dell’essere umano<br />
e dell’atleta e che caratterizza il personaggio. Mi sono<br />
domandato se tale carisma fosse reale, o magari frutto<br />
di un artificio orchestrato dalle company, che un<br />
tempo elevavano i propri atleti al rango di semidei.<br />
Forse è così. Però poi, recentemente, mi è capitato<br />
di scambiare due parole con alcuni dei nomi sopra<br />
citati e ho chiaramente percepito quell’aurea, come<br />
fosse un rumore di fondo.<br />
Qual’è dunque la verità? Onestamente non lo so. Forse<br />
il concetto di rockstar non è più così contemporaneo,<br />
o forse non è mai esistito, o forse ancora non c’è<br />
più spazio per gli intoccabili in un mondo semplice<br />
e tangibile come lo snowboard. In fin dei conti che è<br />
forse più bello poter interagire tranquillamente con<br />
rider che solitamente vedi nei video e sui magazine<br />
senza sentirsi in soggezione. Forse in fondo, è meglio<br />
così. Voi cosa ne pensate?<br />
Word out.<br />
128°
LAAX.COM/OPEN
MAMMUT.COM<br />
WHEN TIME<br />
IS YOUR<br />
ENEMY,<br />
SPEED IS<br />
YOUR FRIEND.<br />
BARRYVOX ® S<br />
Our most advanced avalanche safety beacon ever.<br />
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