TuttoBallo20 EnjoyArt May
TuttoBallo20 - Maggio 2020. Numero molto complicato da chiudere, ma felici io e la redazione, Copertina simbolo della danza ai tempi del Covid-19. Una sinergia di pura creatività tra la ballerina romana Camilla Mancuso, testimonial Bloch Europa, e il fotografo Jason Lavengood di Nobieville (Hamiton Indiana- USA). In questo numero abbiamo chiesto a tutti i dirigenti della danza nazionale (associazioni di categoria, federazioni, enti di promozione) quali sono le prospettive della danza post covid-19 Una redazione straordinaria composta da volontari artigiani della comunicazione raccontano le anime dell'arte e della danza. Grazie a Pina Delle Site, Marina Querzè Fabriani, Giovanni Battista Gangemi Guerrera, Eugenia Galimi, Valeria Ferrara, Mauri Menga, Walter Garibaldi, Danilo Piccini, Marianna Bonavolontà e tutti coloro che hanno collaborato inviandoci notizie e articoli. In allegato "LO SPORT RIPARTE IN SICUREZZA" scarica rivista e allegato https://drive.google.com/open?id=1j9eT974mfb0gVEtNFOb87hdfklG_URUN https://drive.google.com/open?id=1fc9ODBcmR48TfBQrqnil28bbB2IReeQw
TuttoBallo20 - Maggio 2020. Numero molto complicato da chiudere, ma felici io e la redazione,
Copertina simbolo della danza ai tempi del Covid-19. Una sinergia di pura creatività tra la ballerina romana Camilla Mancuso, testimonial Bloch Europa, e il fotografo Jason Lavengood di Nobieville (Hamiton Indiana- USA). In questo numero abbiamo chiesto a tutti i dirigenti della danza nazionale (associazioni di categoria, federazioni, enti di promozione) quali sono le prospettive della danza post covid-19
Una redazione straordinaria composta da volontari artigiani della comunicazione raccontano le anime dell'arte e della danza.
Grazie a Pina Delle Site, Marina Querzè Fabriani, Giovanni Battista Gangemi Guerrera, Eugenia Galimi, Valeria Ferrara, Mauri Menga, Walter Garibaldi, Danilo Piccini, Marianna Bonavolontà e tutti coloro che hanno collaborato inviandoci notizie e articoli.
In allegato "LO SPORT RIPARTE IN SICUREZZA"
scarica rivista e allegato
https://drive.google.com/open?id=1j9eT974mfb0gVEtNFOb87hdfklG_URUN
https://drive.google.com/open?id=1fc9ODBcmR48TfBQrqnil28bbB2IReeQw
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Mancuso
Camilla
Jasol Lavengood
Ph
TuttoBallo20
F R E E P R E S S O N L I N E n o n r e g i s t r a t a D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r t "
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m a y 2 0 2 0
C O V I D - 1 9 | F A S E 2
I L 1 8 M A G G I O " S P O R T D I G R U P P O "
P R O S P E T T I V E D E I D I R I G E N T I D I D A N Z A
Mancuso
Camilla
Jasol Lavengood
Ph
Sommario
TuttoBallo20
3 Editoriale
F R E E P R E S S O N L I N E n o n r e g i s t r a t a D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r t "
m a y 2 0 2 0
4 Emergenza Covid-19 / Fase 2
5 Danza: Fase 2. Parlano i dirigenti nazionali
6 Fids : Michele Barbone
8 CSAIn : Nicola Cottone
10 ASI: Fabio Caiazzo
11 AIMB: Nicola Amato
12 D4FA: Alessandro Maggioni
14 AIDAS: Piero Mangione
15 ANMB: Pietro Luigi Petracca
18 Alberto Sordi - Raffaella Carrà
19 AID : Giacomo Molinari
21 Jerry Abrate
23 Parola D'ordine Prevenzione di E. Galimi
26 Attività fisica... dott.sa V. Ferrara
28 Milano Rock and Love Story di M. Longo
29 Spadò e la Danza Gitana
31 Marily Santoro di G.B. Gangemi
32 Kaspar Capparoni di W. Garibaldi
34 Danza e Stagioni... di P. Delle Site
36 Il Corpo Scenico di G.B.Gangemi
38 Piatti sani in quarantena
39 Mascherine. Utilità... di M. Bonavolontà
41 Make-Up Artist. di Maury Menga
41 I Capelli per l'estate di Ernesto Biagetti
42 Dillo Alla Danza
Storia di copertina
La creatività non si ferma nemmeno davanti alle barriere del Covid-19. La storia di
copertina è stata scritta da due giovani artisti che vivono a migliaia di chilometri di
distanza. Camilla Mancuso, romana, classe 1999, promessa della danza italiana. Dopo
il diploma all'Opera di Roma inizia a lavorare con l'Hungarian National Ballet e dal
2019 diventa testimonial Bloch per dell'Europa. Dall'altra parte del mondo c'è un
giovane fotografo americano Jason Lavengood. Lo scatto in esclusiva per
TuttoBallo20 è stato realizzato con facetime in collaborazione tra Camilla da Roma e
Jason da Nobleville (Contea di HamiltonIndiana) .
@ T I M B E R . N O
J A S O N L A V E N G O O D
_ C A M I L L A M A N C U S O _
C A M I L L A M A N C U S O
Poco prima della pubblicazione abbiamo appreso dai social
di un rapporto consegnato dal CONI, nei giorni scorsi, al
Ministro Spadafora e commissionato al Politecnico di
Torino sulla base delle analisi di rischio per ciascuno sport
predisposte dalle singole Federazioni. Il documento ( che
troverete come allegato) è frutto di una prima raccolta di
dati fornita dalle singole Federazioni Sportive Nazionali,
alle Discipline Sportive Associate e agli Enti di Promozione
Sportiva attraverso le risposte a questionario basato su un
modello di analisi di rischio. Ne è risultato un quadro
generale del livello di rischio e delle misure necessarie per
la ripartenza in relazione a ciascuna delle 387 discipline
sportive riconosciute, con le raccomandazioni della
Federazione Medico Sportiva Italiana.
C O V I D E B A L L O
Emergenza Covid 19
Fase 2
d i F a b r i z i o S i l v e s t r i
Come sappiamo, periodicamente ed in base al monitoraggio relativo all’andamento della curva epidemiologica, il
Governo sta emanando già da qualche mese, diversi decreti contenenti misure di contenimento per arginare
l’emergenza Coronavirus. Abbiamo illustrato, il mese scorso, attingendo da fonti pubblicate sul portale del Ministero
della Salute (www.salute.gov.it), tutti i provvedimenti adottati di volta in volta e, tutte le disposizioni e le misure
adottate a marzo, erano state prorogate sino al 3 aprile 2020; sempre la stessa fonte (www.salute.gov.it), ci
comunicava che “Con il DPCM 1 aprile 2020, tutte le misure per contrastare il diffondersi del contagio da coronavirus
sono state prorogate fino al 13 aprile 2020. Il decreto entrato in vigore il 4 aprile sospende anche le sedute di
allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, all’interno degli impianti sportivi di ogni tipo. Infine con il
Dpcm 10 aprile 2020 tutte le misure sono state prorogate fino al 3 maggio. Il Dpcm permette la riapertura dal 14 aprile
dei negozi per neonati e bambini, librerie e cartolibrerie.” La sera del 26 aprile con una diretta televisiva, il Presidente
del Consiglio Giuseppe Conte, ha anticipato i contenuti del DPCM 26 aprile 2020 in vigore dal 4 maggio 2020, data in
cui inizia la seconda fase del periodo di emergenza che stiamo vivendo, durante la quale assistiamo ad alcuni
allentamenti dei provvedimenti che hanno caratterizzato il periodo di lockdown. E’ ovvio, come sottolineato non solo dai
rappresentanti del Governo, ma anche dagli esponenti del Comitato Tecnico Scientifico e, comunque, da gran parte di
scienziati e virologi, che siamo ancora in emergenza e la data del 4 maggio non è un “tana libera tutti” in quanto,
sebbene i dati siano incoraggianti e di conforto, il virus non è stato sconfitto e gira ancora tra noi, ed un abbassamento
della guardia, rispetto alle precauzioni ed alle regole da osservare, sicuramente potrebbe avere come conseguenza un
immediato rialzamento della curva epidemiologica. Diamo dunque uno sguardo, di seguito e sommariamente, ad
alcune delle novità introdotte dal nuovo provvedimento, che ci condurranno al graduale alleggerimento del lockdown:
esse riguardano soprattutto gli spostamenti, il cui divieto serrato ci ha fatto soffrire più di tutti; nel proprio Comune,
infatti, essi erano prima possibili solo per motivi di necessità (spesa, farmacia), di lavoro, per motivi di urgenza, e
comunque per i quali c’era bisogno di autocertificazione; a partire dal 4 maggio c’è una maggiore libertà di movimento
nel proprio Comune, senza bisogno di autocertificazione, ed anche l’attività sportiva si può effettuare lontano da casa,
rispettando sempre le dovute misure di sicurezza e di distanziamento sociale; è consentito, inoltre, l’ingresso in parchi
pubblici e giardini, rispettando sempre le distanze di sicurezza ed evitando la formazione di assembramenti. E’, inoltre,
possibile recarsi a far visita a congiunti o parenti, evitando, però gli assembramenti ed indossando i dispositivi di
protezione individuale; è possibile spostarsi tra Comuni entro la stessa Regione, per motivi di lavoro, di salute o,
comunque di necessità ed urgenza, mentre rimane ancora il divieto di spostarsi fuori dalla Regione in cui ci si trova,
eccetto che per motivi lavorativi, di salute ed è consentito il rientro presso il proprio domicilio o la propria residenza o
abitazione. Per quel che riguarda lo sport, sono ancora sospesi eventi e competizioni sportive di ogni ordine e
disciplina nei luoghi pubblici o privati, mentre le sessioni di allenamento di atleti professionisti e non, per consentire la
ripresa graduale delle attività sportive, sono consentite sempre nel rispetto delle norme di distanziamento, senza
assembramento, ed a porte chiuse per gli sport individuali. Altro aspetto importante è quello relativo alla riapertura
delle varie attività lavorative che sarà graduale; dal 4 maggio ripartono infatti le attività produttive, industriali e
l’edilizia; per bar e ristoranti è consentita la ristorazione da asporto; dal 18 maggio potranno gradualmente riaprire
negozi al dettaglio, musei, biblioteche, mentre bar, ristoranti, parrucchieri ed estetisti dovranno aspettare il 1 giugno;
molto importante, ed altrettanto complicato, è l’aspetto che riguarda la gestione dei trasporti pubblici, che prevedono
rigidi controlli sul distanziamento sociale, l’obbligo di accogliere solo un determinato numero di passeggeri (muniti di
mascherine), la necessità di potenziare il servizio e, comunque, l’invito ai lavoratori di continuare a lavorare in regime
di smart working, proprio per evitare il collasso del servizio trasporti. Rimane ancora da valutare l’aspetto relativo alle
vacanze, alle modalità secondo cui esse si potranno trascorrere e soprattutto all’organizzazione delle strutture
ricettive; molte sono state le proposte avanzate da diversi imprenditori, che hanno “allarmato” non pochi aspiranti
vacanzieri, come quella di dividere gli ombrelloni sulle spiagge con pannelli di plexiglass o all’interno di igloo di
bamboo…ma sono solo ipotesi e proposte commerciali non ufficiali e soprattutto, almeno al momento, non prese in
considerazione dagli organi ufficiali di Governo, né dal Comitato tecnico scientifico. Altra novità importante, vista
l’importanza e l’obbligatorietà delle distanze sociali e dell’uso dei dispositivi di protezione individuale, riguarda il
prezzo delle mascherine che, finalmente, sarà calmierato. Questi, solo alcuni aspetti che caratterizzeranno la nostra
vita durante la fase 2; naturalmente nulla sarà ancora come prima, i sacrifici saranno ancora tanti, ma contiamo sul
buon senso di tutti, sulla voglia di poter tornare il prima possibile alla normalità e nel modo più sereno…per questo
anche noi invitiamo tutti a rispettare le nuove regole, ad avere ancora pazienza, e ad assumerci la responsabilità di
essere ognuno cittadino del nostro Paese, certamente con i propri diritti, ma anche con i propri doveri…e sarà così che
ANDRA’ TUTTO BENE! Emergenza Covid-19: verso la fase 2. Come sappiamo, periodicamente ed in base al monitoraggio
relativo all’andamento della curva epidemiologica, il Governo sta emanando già da qualche mese, diversi decreti
contenenti misure di contenimento per arginare l’emergenza Coronavirus.
E D I T O R I A L E E B A L L O
"Ti regalerò una rosa"
di Pina delle Site
Maggio, oltre a regalarci nuovi colori, fiori, boccioli di rose che si aprono
e tante nuove speranze di rinascita, tanta voglia di fare, ed annuncia
ormai l’arrivo della bella stagione, è anche il mese di una ricorrenza
importante: la festa della mamma!
Tale ricorrenza si festeggia in tutto il mondo, in alcuni Paesi cade a
marzo, in molti altri, tra cui il nostro, cade a maggio ma, comunque,
sempre in primavera che è la stagione più bella, più rigogliosa, quella
appunto della fertilità; ed ecco che i bambini si adoperano ad imparare
poesie e canzoncine ed a realizzare i “lavoretti” nelle proprie scuole; c’è
chi compra cioccolatini a forma di cuore, chi le dona il fiore per
eccellenza di questo mese, la rosa… insomma ognuno a modo suo
omaggia colei che dona la vita, che è l’angelo custode dei propri figli e che
è stata, è o sarà sempre il punto di riferimento della vita di ognuno, al di
là del tempo e dello spazio…
Più precisamente, quest’anno, noi festeggiamo la figura della mamma il
10 maggio ma, come oramai si sa, questo è un anno particolare, un anno
che ci ha messo e ci sta mettendo a dura prova da tutti i punti di vista …e
forse, come sempre, coloro che ne escono più provate sono proprio le
mamme! Ebbene si, perché molte mamme, oltre a svolgere il proprio
lavoro quotidiano, si sono trovate a gestire per giornate intere, lunghe
ed interminabili, bambini e ragazzi di tutte le età a cui hanno dovuto
fare da mamma, da insegnante, da compagna di giochi, vestendo i panni
della pasticciera, della fornaia, della cantante, della pittrice, della
ballerina (quanti video abbiamo visto girare sui social, in cui ogni giorno
le mamme dovevano “inventarsi” qualcosa per alleggerire la quarantena
ai propri figli!) e, di non meno rilievo, ha dovuto svolgere il delicato
compito della psicologa! Non è stato semplice, infatti, spiegare
soprattutto ai ragazzi più piccoli quello che stava succedendo nel mondo,
e che d’ora in avanti la vita non sarebbe stata più la stessa…Ma non tutte
le mamme hanno potuto vivere la quarantena con i propri figli, sebbene
la preoccupazione del momento, tra studio, gioco e divertimento… ci
sono, infatti, le mamme che appartengono ad un’altra “categoria” di
angeli: quella dei medici, degli infermieri, di tutto il personale sanitario,
di coloro che si sono occupati e si occupano della pulizia degli ospedali,
della pulizia delle strade; degli angeli che continuano a lavorare nei
supermercati, per non farci mancare i beni di prima necessità in un
momento così difficile; queste mamme non hanno avuto il tempo di
giocare, di studiare, di cucinare con i propri figli, forse non hanno avuto
il tempo di essere da sostegno per i propri figli poiché esse stesse, forse,
avevano bisogno di sostegno… e qualcuno ci ha pensato invertendo i
ruoli! Ha fatto notizia, infatti, il gesto di un ragazzo, figlio di
un’infermiera che, per ringraziare la propria mamma, e tutta la
categoria di coloro che tanto ci hanno dato e continuano a darci, ma
soprattutto per sostenerli, per infondere coraggio e forza, cosa che
normalmente fanno le madri verso i propri figli, ha creato una bellissima
coreografia ed ha danzato per loro: è stato il dono più bello che quella
mamma abbia mai ricevuto!
E allora, come diceva Bennato…”W la mamma”!!! W tutte le mamme…
quelle che lavorano duramente, quelle che, nonostante tutto, vanno
avanti, quelle che sorridono, quelle che piangono, quelle che si
arrabbiano perché i figli non amano la scuola, quelle stanche, che
vorrebbero tanto riposare, ma non possono, quelle che dopo
l’arrabbiatura iniziale ridono a crepapelle, le mamme giovani, le
mamme anziane e quelle che, da lassù, come disse sempre Bennato, sono
diventate... “angeli che ballano il rock”!
i r i g e n t i
D
a z i o n a l i
N
C O V I D E B A L L O
a n z a : F a s e 2 .
D
a r l a n o i
P
Il 4 maggio, giorno in cui si assiste ad un
allentamento di molte misure che ci hanno
portato al lockdown, è iniziata la “fase 2 ”
che, tra le varie cose, ha condotto ad una
(ri) apertura, seppur con i dovuti limiti e
precauzioni, di molte attività.
Il ministro Spadafora, in una intervista a
Omnibus su La7 ha dichiarato che per le
palestre, i centri danza, i centri sportivi,
piscine si sta studiando un protocollo che
possa permettere la riapertura di questi
impianti entro maggio.
L'impresa non è facile: come garantire le
distanze in ambienti solitamente affollati e
a volte neanche troppo spaziosi? Potranno
riaprire solo i centri più grandi? E che ne
sarà delle piccole palestre che
rappresentano la maggioranza soprattutto
nei centri delle grandi città?
Ph
Ganglong Wudao
Federazioni Sportive Nazionali (FSN), Enti
di Promozione Sportiva (EPS) e Discipline
Sportive Associate (DSA) sono le tre colonne
su cui si regge lo sport italiano che, insieme
alle Associazioni Benemerite e ai Corpi
Sportivi Militari, compongono il CONI -
Comitato Olimpico Nazionale Italiano - il
quale, per dirla in maniera spicciola, funge
da Ministero dello Sport. Il settore sportivo
in generale, di anno in anno, cresce in
confusione ma diminuisce nei numeri, mia
opinione personale, perché c’è mancanza di
chiarezza: ogni rapporto, quando viene
minato da poca chiarezza, inizia a vacillare,
lasciando spazio alla confusione che, a sua
volta, genera perdita di fiducia, che porta al
disinnamoramento della disciplina.
Il Corona Virus, ha amplificato ancora di
più questa percezione, generando sconforto
in tutti coloro che vivono di attività sportiva;
in questo periodo, infatti, la sensazione che
abbiamo è di incertezza, una percezione
che crea un senso di destabilizzazione
generale soprattutto per chi lavoro con la
danza, una professione dove la vicinanza è
un elemento fondamentale per esercitarla
al meglio. CONI, e Ministro Spadafora
(Ministro per le politiche giovanili e lo
sport), in questo periodo hanno trasmesso
la percezione a tutti gli sportivi che per
l’Italia fosse importante solo il calcio. Ma è
veramente così?
Emanuela Napolitano
Noi abbiamo cercato di dare voce a chi,
durante l’anno, governa il settore danza e,
alle nostre domande, hanno risposto circa l’
80% dei dirigenti interpellati. Il nostro
obiettivo era quello di creare un’apertura
alla pluralità delle opinioni, e siamo
soddisfatti di aver messo insieme un bel
numero di voci che potrete leggere di
seguito, iniziando da Michele Barbone,
Presidente della Federazione Italiana Danza
Gaetano Iavarone
C O V I D E B A L L O
I n t e r v i s t a a
M i c h e l e B a r b o n e
P r e s i d e n t e F I D S
Grazie Presidente Barbone, per aver accettato di rispondere alle nostre
domande. Abbiamo cercato di intercettare l'idea dei nostri lettori e abbiamo
prodotto tre domande, che oltre a lei, abbiamo sottoposto anche ad altri
dirigenti delle associazioni che si occupano di danza in Italia.
D. L'attività della danza è da sempre considerata aggregante. Nella fase 2-3
del Covid-19, si tornerà piano piano alla normalità, pur rispettando le regole
fondamentali: mascherine, guanti e soprattutto distanza di sicurezza tra le
persone... Il 31 maggio è prevista anche la riapertura degli sport collettivi.
Tutto questo come si concilia con l'attività Danza?
R. Si concilierà con il rispetto di tutte le procedure che saranno indicate dal Governo e dal CONI; siamo una Federazione sportiva (in verità l’unica
riconosciuta per la danza) e abbiamo l’obbligo e l’interesse a fare tutto ciò che deve essere fatto. L’obbligo perché come Federazione abbiamo una
scala di valori etici e morali a cui ispiriamo la nostra attività, l’interesse perché diffondiamo i principi della salute e del benessere oltre a quelli
della competizione sportiva leale e rispettosa degli avversari. Adotteremo tutti i dispositivi di protezione, garantiremo le distanze previste,
organizzeremo la logistica sulla base delle prescrizioni di sicurezza. Nulla sarà estemporaneo o improvvisato. Abbiamo troppo rispetto per la
scienza per lasciarci andare a comportamenti che possono danneggiare la salute di chi ama la danza: atleti, maestri, giudici, e pubblico.
D. Nei vari decreti, della danza non si è mai parlato, così come degli altri sport minori, il business resta il calcio. Le varie società di calcio si sono
mobilitate affinché la loro voce venisse ascoltata. Voi, e altre Associazioni Nazionali di Danza cosa avete fatto? Vi siete mai confrontati per fare
fronte comune e studiare una strategia?
R. Non possiamo certo essere sorpresi del fatto che nel nostro Paese si parli quasi esclusivamente di calcio. Il volume di affari del calcio (tra
sponsorizzazioni, diritti tv, partecipazione agli eventi, scommesse) rappresenta una “industry” che sfiora i 5 miliardi di euro di fatturato diretto
annuo e rappresenta il 12% del Pil del calcio mondiale. È un settore economico che sorregge aziende, occupazione e indotto di proporzioni
significative. Fare dei paragoni è improponibile almeno sul fronte squisitamente economico-finanziario. Per tutto il resto da settimane, in sintonia
con il CONI, stiamo sensibilizzando il Governo sulle questioni che riguardano la “sopravvivenza” delle società sportive in Federazioni come la
nostra. Questa crisi generata dal COVID-19 è una minaccia pesante che toglie “ossigeno” alla base del movimento. Per questo, da parte nostra, a
parte la restituzione delle somme versate per le tasse delle gare, stiamo per adottare provvedimenti che alleggeriranno l’impegno economico di
società e atleti, a cominciare dal prolungamento del tesseramento (un’operazione che da sola vale 800mila euro). Metteremo in campo azioni che
supereranno il milione di euro e forse vale la pena di considerare che il bilancio FIDS è costituito da risorse pubbliche solo per il 23%.
D. La danza è quasi al collasso. Quali sono le proposte da mettere in "pista" subito per salvare l'intero sistema per la Federazione Italiana Danza
Sportiva?
R. Il Paese è al collasso. E dobbiamo lavorare tutti insieme con un rinnovato senso del dovere per rimettere in piedi la nostra Italia minacciata in
tante attività economiche che sono il fiore all’occhiello della nostra identità: turismo, agroalimentare, moda e via dicendo. Per parte nostra stiamo
predisponendo delle linee guida che funzionino da bussola per l’intero movimento. Bisognerà, con le attività di comunicazione, rassicurare atleti e
pubblico, dovremo distribuire in modo nuovo il calendario delle gare per evitare sovraffollamenti, dovranno essere sempre più accessibili le
politiche di prezzo giacché le difficoltà del Paese si riverbereranno sui bilanci familiari, ed anche le attività sportive inevitabilmente ne
risentiranno. La danza sportiva ha il vantaggio di essere un “prodotto” riconosciuto come un toccasana per il benessere e quindi si tratta di un
investimento in salute a qualsiasi età. In tanti dicono che nulla sarà come prima ed è fuor di dubbio che sarà così. Dovremo cambiare alcune
nostre abitudini ed anche alcuni modelli mentali; ci aspetta un percorso in salita ma, se l’affronteremo con una strategia condivisa ed un metodo
rigoroso, con il tempo torneremo a vivere tempi migliori. E dobbiamo però anche considerare che non dipenderà solo da noi, gli scienziati
ammoniscono: se non avremo il vaccino entro il prossimo autunno dovremo fare i conti con una nuova possibile epidemia. Per questo occorre
oggi molta prudenza per governare questa fase che, ripeto, non ci riguarda solo come appartenenti al mondo della Danza sportiva, ma ci investe
come cittadini della nostra Italia.
C O V I D E B A L L O
C o m u n i c a t i F I D S s u l C O V I D - 1 9
21 aprile 2020
Il Presidente Barbone scrive al Ministro Spadafora: "Valutare ripresa attività a maggio"
Il Presidente della FIDS, Michele Barbone ha inviato una lettera al Ministro delle Politiche Giovanili e dello Sport, Vincenzo Spadafora e al
Presidente del CONI, Giovanni Malagò con la quale ha chiesto che l’attività della Danza Sportiva possa ripartire gradualmente già a maggio, non
appena l’Italia entrerà nella programmazione della “fase 2”.
Il presidente ha sintetizzato in 5 punti essenziali il piano della FIDS per consentire agli atleti, ai maestri, agli insegnati e alle scuole di riaprire
gradualmente già nel mese di maggio consentendo ad un movimento sportivo composto da oltre 100.000 tesserati di riprendere in sicurezza e
secondo le norme vigenti le proprie attività sportive.
Ecco i cinque punti:
1) L’attività sportiva di allenamento può essere svolta con una o più unità competitive e l’insegnante tecnico in una pista di dimensioni idonee a
garantire le norme di distanziamento sociale di cui ai decreti richiamati, cui si garantisce la sanificazione della struttura e del piano ballabile al
cambio di ogni lezione, con l’utilizzo al minimo necessario di locali atti a spogliatoi come delle strutture sanitarie (bagno in caso di estrema
urgenza, divieto assoluto di utilizzo della doccia).
2) L’attività della Danza Sportiva dal punto di vista psicologico e cardio-vascolare presenta provati vantaggi per il potenziamento del sistema
immunitario. Danzando si generano endorfine, ossitocine ed ormoni di sicuro potenziamento psico-fisico dell’atleta.
3) Le Associazioni di Danza Sportiva, vista la necessità di spazi molto estesi per la pratica della disciplina, possono facilmente mettere in atto tutte
le misure relative al distanziamento di sicurezza tra gli atleti e gli insegnanti.
4) Confermata la sospensione dell’attività agonistica delle competizioni (che può rappresentare un punto di debolezza per la massiccia
partecipazione di atleti e pubblico), la stessa può essere sostituita fino a luglio con concorsi da svolgersi online, mediante la comparazione delle
prestazioni sportive registrate ed inviate a commissioni giudicanti sempre in modalità digitale.
5) Fermo quanto sopra, è necessario consentire l’insegnamento e l’allenamento; ciò aiuterà, aspetto questo non secondario, soprattutto le coppie
di Alto Agonismo a trovarsi al massimo della propria capacità prestazionale sportiva in occasione dei Campionati Internazionali a titolo tutt’ora
calendarizzati dalle Federazioni Internazionali, di cui la FIDS è membro, dal mese di settembre.
Alla luce dei profili evidenziati e in conclusione, si sottolinea come sia assolutamente indispensabile distinguere opportunamente l’attività delle
Associazioni dilettantistiche di Danza Sportiva dalle attività ludico ricreative di socializzazione legate al mondo del ballo (“scuole di ballo”). Infatti,
gli associati alla FIDS sono atleti agonisti che necessitano di costante allenamento.
L'italia che danza per sport ha voglia di tornare a salire sui gradini del podio nel mondo.
27 aprile 2020
Consiglio Federale. Nominata la Task-Force tecnico scientifica per la "fase 2"
Il Consiglio Federale - riunitosi in videoconferenza - ha proseguito l’analisi sulle conseguenze che l’emergenza COVID-19 ha provocato in ambito
sportivo alla luce delle disposizione di sicurezza personale e collettiva messe in campo dall’Esecutivo per il contrasto alla pandemia, soffermandosi in
particolar modo sulla crisi profonda che investe gli oltre 100.000 tesserati della FIDS e le oltre 2mila associazioni e società sportive affiliate senza
tralasciare il blocco delle attività federali sia in campo nazionale sia in quello internazionale. La FIDS e tutto il Consiglio è consapevole del grande
sforzo che sta investendo tutto il mondo della Danza Sportiva ed altresì consapevole che la strada per una ripresa totale delle attività arriverà
gradualmente. I sacrifici saranno ancora tanti ma l’intenzione della FIDS è quella di fornire suggerimenti, idee e proposte al fine di favorire e
promuovere, non appena sarà possibile, la riapertura delle strutture sportive nella programmazione della cosiddetta “fase 2” favorendo un dialogo
costruttivo con le istituzioni nazionali e con tutto il territorio federale.
Il Presidente ha inoltre avuto, per conto del Ministro Spadafora, un colloquio con il Capo Ufficio Sport del Ministero per le politiche Giovanili e
per lo Sport dott. Giuseppe Pierro ed ha toccato con mano la piena efficacia della comunicazione inviata nei giorni scorsi ribadendo quindi la
possibilità di creare una task force per la predisposizione di linee guida di attuazione della “fase 2” facendo sempre la necessaria distinzione tra
l’attività sportiva agonistica e di alto livello della FIDS e le attività ludico ricreative di socializzazione, tipiche delle organizzazioni non riconosciute (cd.
“scuole di ballo”).
Barbone ha rimarcato l’impegno nei confronti del Governo affinché adotti misure emergenziali a sostegno e a favore delle ASD e SSD che gestiscono
strutture prevalentemente private e garantiscono l’attività sportiva dalla base fino all’alto livello.
Il Segretario generale ha inoltre comunicato di aver inviato al Segretario Generale del CONI il questionario relativo alla segnalazione dell’incidenza dei
fattori di rischio per le diverse aree ed attività (sito sportivo, allenamento, gara, presenza di pubblico) per poter affrontare la “fase 2” dell’emergenza
COVID-19 e la ripresa delle attività, nel pieno rispetto delle attuali disposizioni di tutela di salute.
Al termine della discussione il Consiglio Federale ha adottato i seguenti provvedimenti: la nomina di una commissione composta da specialisti in
ambito sanitario e da referenti federali per redigere un protocollo che fornisca ausilio e supporto alle autorità governative e che rappresenti un
valido modello da adottare per riprendere l’attività sportiva in piena sicurezza per praticanti e tesserati. La Commissione, coadiuvata dal Segretario
Generale, è composta da Edilio Pagano, Alessandra Valeri, Laura Lunetta, Angelo Tecchio in rappresentanza del Settore Tecnico Federale e il prof.
Carlo Tranquilli per la Commissione Medica Federale.
Alla ripresa dell’attività sportiva, compatibilmente con le misure di prevenzione stabilite dal governo e dalle linee guida federali, sarà data priorità allo
svolgimento di eventi a carattere territoriale limitando in tal modo lo spostamento dei tesserati. Fondamentale sarà l’attività degli organi regionali
federali per promuovere ed incoraggiare la ripresa favorendo lo svolgimento di manifestazioni a basso impatto economico.
Alla luce del DPCM emanato il 26 aprile, con particolare riferimento all'art. 1, comma 1, lett. g), la FIDS è in pieno contatto con il Ministero dello
Sport ed il CONI per fornire tutto il supporto necessario all'approvazione delle Linee Guida per la danza sportiva. Ogni comunicazione ufficiale
sarà perciò pubblicata e diffusa attraverso i canali federali istituzionali.
AS TA T LU A T LE I TE A B' AE L BL OA L L O
Monica Nigro &Valerio Colantoni
Ph World Diamonds
C O V I D E B A L L O
I n t e r v i s t a a N i c o l a C o t t o n e P r e s i d e n t e
P r o v i n c i a l e C S A I n T r a p a n i
Grazie Presidente Cottone, per aver accettato di rispondere alle nostre
domande. Abbiamo cercato di intercettare l'idea dei nostri lettori e
abbiamo prodotto tre domande, che oltre a lei, abbiamo sottoposto
anche ad altri dirigenti delle associazioni che si occupano di danza in
Italia.
D. L'attività della danza è da sempre considerata aggregante. Nella fase
2-3 del Covid-19, si tornerà piano piano alla normalità, pur
rispettando le regole fondamentali: mascherine, guanti e soprattutto
distanza di sicurezza tra le persone... Il 31 maggio è prevista anche la
riapertura degli sport collettivi. Tutto questo come si concilia con
l'attività Danza?
R. Per quel che riguarda la danza, essa è, sicuramente, un’ attività aggregante ma, nello stesso tempo, per molti è un’attività secondaria; infatti,
tranne che per i professionisti, e questo vale per tutti gli sport, essa non è presa nella giusta considerazione.
Per le date di ritorno alla "normalità", mi immagino una ripresa molto ma molto lenta; probabilmente saranno i balli di gruppo a tornare per
primi ed a riprendere in parte, naturalmente osservando quelle che sono le disposizioni sanitarie, come l’uso di mascherine e di guanti oltre al
rispetto della distanza sociale; per i balli di coppia, invece, come anche le arti marziali ed altri sport da contatto, i tempi saranno molto più
lunghi.
D. Nei vari decreti, della danza non se ne è mai parlato, così come degli altri sport minori, il business resta il calcio. Le varie società di calcio si
sono mobilitate affinché la loro voce venisse ascoltata. Voi Associazioni Nazionali di Danza cosa avete fatto? Vi siete mai confrontati per fare
fronte comune e studiare una strategia?
R: In tutti i decreti non si è mai parlato e, forse, non si parlerà mai, della danza, né di tutti gli altri sport minori; questo per me significa che,
probabilmente, sia chi governa, che chi si occupa, dal punto di vista manageriale degli sport economicamente “più forti”, reputa la danza uno
sport minore. Vero è che le societa' di calcio (mi riferisco soprattutto a quelle che sono in Serie A si sono mobilitate, ma tutti sanno cosa gira, dal
punto di vista economico, intorno al calcio; le società più piccole, hanno mai pensato di fare fronte comune?
Noi enti ci siamo attivati, insieme ad altri enti e federazioni, per cercare di salvaguardare e tutelare tutti coloro che si adoperano alla sana pratica
e diffusione di tutti gli sport; abbiamo così ottenuto che Sport e Salute invierà la somma, anche se non grandissima, di 600 euro a tutti gli
istruttori qualificati, mentre per le ASD, grazie al nostro intervento, a quello di tutti gli EPS ed al Ministro dello Sport, si è ottenuto lo stanziamento
di 1.000,00 euro da parte dell’Istituto per il Credito Sportivo, e siamo in attesa che vengano comunicate le modalità di accesso per l’erogazione
della suddetta somma.
D. La danza è quasi al collasso. Quali sono le proposte da mettere in “pista” subito per salvare l’intero sistema secondo CSAIn?
R: Credo che in questo momento non sia al collasso solo la danza, ma tutti gli sport “minori”; probabilmente molte attività sportive non si
riattiveranno, e questo sarà un grande danno nella vita sociale sia dei giovani, che rischierebbero così di dedicarsi ad altre attività magari poco
“sane”, ma sarà una grande perdita anche per gli anziani che vedevano nella danza un’occasione di aggregazione salutare.
Noi di CSAIN assieme ad altri, e grazie ad un pool di professionisti del settore, guidati dal Presidente Fortuna, ci siamo da tempo attivati per
salvare le piccole realtà sportive, senza le quali anche le realtà più grandi andrebbero incontro a grosse difficoltà che, nei casi peggiori
porterebbero ad una scomparsa generale di tutte le discipline.
C O V I D E B A L L O
I n t e r v i s t a a F a b i o C a i a z z o
G i u n t a E s e c u t i v a A S I
Grazie Dottor Caiazzo per aver accettato di rispondere alle nostre domande.
Abbiamo cercato di intercettare l'idea dei nostri lettori e abbiamo prodotto tre
domande, che oltre a lei, abbiamo sottoposto anche ad altri dirigenti delle
associazioni che si occupano di danza in Italia.
D. L'attività della danza è da sempre considerata aggregante. Nella fase 2-3 del
Covid-19, si tornerà piano piano alla normalità, pur rispettando le regole
fondamentali: mascherine, guanti e soprattutto distanza di sicurezza tra le
persone... Il 31 maggio è prevista anche la riapertura degli sport collettivi.
Tutto questo come si concilia con l'attività Danza?
R: Per antonomasia, la Danza è una forma d’Arte inconciliabile con qualsiasi vincolo o condizione che ne limiti, anche minimamente, la sua
libertà di espressione. Appare, pertanto, chiaro che le future norme di distanziamento sociale, che il Governo imporrà nelle cosiddette fasi 2 e 3,
non potranno non avere un pesante effetto condizionante della natura intrinseca della danza; tanto che sarà lecito domandarsi se, di fronte a
restrizioni altamente limitanti, varrà ancora la pena praticare una forma surrogata di danza o, piuttosto, attendere che ogni divieto venga
rimosso, per tornare a danzare in totale libertà. Il dilemma, che coinvolge necessariamente anche il ballo, si pone solamente nel caso in cui si
parli di danza o ballo di coppia o di gruppo, dove l’imposizione di distanze minime tra i corpi renderebbe impossibile l’esecuzione di coreografie,
nelle quali, al contrario, il contatto costituisce la vera essenza della danza o del ballo praticato. La risposta non può che competere a ciascun
danzatore e ballerino, coinvolgere la sua personalissima opinione che ha della danza e del ballo e, soprattutto, le condizioni minime che si
pretendono sussistere per praticare l’attività tanto amata. Se ci rifacessimo esclusivamente agli altissimi dati numerici di coloro che in Italia
praticano la danza ed il ballo a tutti i livelli, si può verosimilmente immaginare che torneranno a danzare e ballare solo coloro che - da soli e in
spazi adeguati - saranno in grado di tenere la distanza minima imposta e che, proprio da quest’ultima, non si sentano condizionati. Sicuramente,
le scuole di danza e di ballo faranno di tutto per tutelare la genuinità del loro ambito operativo, probabilmente sospendendo la pratica di quelle
pratiche della danza e del ballo incompatibile con le imponende restrizioni; ma, sicuramente, non resteranno sorde di fronte all’irrefrenabile
desiderio di coloro che vorranno tornare a danzare o ballare, anche solo come allenamento minimo, pur accettando le regole del distanziamento
sociale. In conclusione, se volessimo capire come sarà la danza ed il ballo ai tempi del coronavirus, non resterà che attendere gli eventi, ben
consci del fatto che le scuole di danza e di ballo faranno tutto il possibile per tutelare l’autenticità delle loro discipline e la volontà dei propri
praticanti.
D. Nei vari decreti, della danza non se ne è mai parlato, così come degli altri sport minori, il business resta il calcio. Le varie società di calcio si
sono mobilitate affinché la loro voce venisse ascoltata. Voi Associazioni Nazionali di Danza cosa avete fatto? Vi siete mai confrontati per fare
fronte comune e studiare una strategia?
R: In Italia, le forme d’arte come la danza ed il ballo sportivo, per il limitato interesse che suscitano sull’opinione pubblica, già in tempi normali,
non sono particolarmente ascoltate e neppure viene dato loro adeguato supporto economico o garanzie da parte delle Istituzioni. Non resta,
quindi, altro che trovare in se la forza per potersi organizzare e tutelare per far recepire all’esterno le proprie legittime istanze, provenienti, a ben
vedere, da una moltitudine di centinaia di migliaia di danzatori e ballerini, che, stante il numero impressionante di praticanti, la politica farebbe
bene a non ignorare, proprio perché portatori di necessità comuni, anzi, a questo punto, pubbliche. Però, una speranza c’è, perché le Associazioni
Nazionali ci sono, sono vive e dialogano in continuazione. Per accorgersene, sarà sufficiente annotare le centinaia di eventi che settimanalmente,
dal nord al sud del nostro Paese, coagulano incessantemente tutto il popolo della danza e del ballo, e che, fino a febbraio 2020, non ha mai
smesso di esprimere il suo amore incondizionato per la propria arte. Ebbene, è esattamente in queste realtà che il confronto continuo ha
generato forme di aggregazione a livello superiore particolarmente efficienti e preparate, che, per rispondere alla domanda, proprio in questa
fase di “ferma imposta” sta crescendo, nel mondo virtuale, come il magma vulcanico per far sentire forte la sua voce. Si tenga presente che la
danza ed il ballo sono essenzialmente il frutto di una passione, praticata in modalità e circostanze che mediamente non godono di solide basi
economiche, ma che, nonostante tutto, è ineluttabilmente praticata senza sosta. La gente della danza e del ballo non si piange addosso, ma,
abituata alle difficoltà ed alle ristrettezze economiche, tenta in ogni modo di esprimere se stessa e la propria passione al di là della mancanza
dell’altrui considerazione. Quindi la risposta è si, il confronto c’è, è vivo, nonostante le misure governative ad oggi intraprese non abbiano
minimamente riguardato la danza ed il ballo, come, ci si permetta, nessun altro sport o forma d’arte praticata in Italia.
D. La danza è quasi al collasso. Quali sono secondo ASI le proposte da mettere in “pista” subito per salvare l’intero sistema?
R: L’ASI è un Ente di Promozione Sportiva e, proprio in ossequio a questo suo importante ruolo istituzionale riconosciuto dal CONI, si è posta a
fianco delle Associazioni Nazionali che rappresentano la danza ed il ballo e di tutte le loro singole affiliate, per amplificare la loro voce e farsi
latrice delle loro legittime istanze. Quest’ultime, in prima battuta, si dovrebbero tradurre in concreti aiuti economici, anche minimi, o norme di
favore che consentano alle singole associazioni di poter mantenere aperte le strutture, per lo più condotte in locazione con privati, che riguardino
quindi i canoni e le utenze maturate nelle more dell’emergenza. Quando sarà consentito loro di poter riavviare l’attività, ospitando i propri iscritti,
sarà opportuno concedere loro un ragionevole lasso di tempo per poter onorare i propri impegni economici, perché, appare evidente che la
ripartenza non sarà uno sprint da centometristi ma, più verosimilmente, un lento rifiorire che durerà per molto tempo, soprattutto se le
restrizioni operative saranno mantenute per mesi. Una fiscalità agevolata, inoltre, potrebbe costituire un valido aiuto per affrontare il futuro con
maggiore speranza e serenità. Sicuramente, non è un azzardo affermare che la danza ed il ballo, come buona parte delle attività di questo Paese,
sono vicine al collasso e che, senza un valido e concreto ausilio dello Stato, nessuno potrà avere alcuna garanzia di potersi rialzare; ma, la forza
moltiplicatrice che un poderoso Ente di Promozione Sportiva come ASI sarà in grado di apportare al mondo della danza e del ballo, costituisce,
indubbiamente, il valore aggiunto in grado di far alzare il tono della sua voce.
C O V I D E B A L L O
I n t e r v i s t a a N i c o l a A m a t o
P r e s i d e n t e A I M B e F I D A I t a l i a
Grazie Presidente Amato, per aver accettato di rispondere alle nostre domande. Abbiamo
cercato di intercettare l'idea dei nostri lettori e abbiamo prodotto tre domande, che oltre a lei,
abbiamo sottoposto anche ad altri dirigenti delle associazioni che si occupano di danza in
Italia.
D. L'attività della danza è da sempre considerata aggregante. Nella fase 2-3 del Covid-19, si
tornerà piano piano alla normalità, pur rispettando le regole fondamentali: mascherine,
guanti e soprattutto distanza di sicurezza tra le persone... Il 31 maggio è prevista anche la
riapertura degli sport collettivi. Tutto questo come si concilia con l'attività Danza?
R: Da sempre attraverso lo sport, qualsiasi esso sia, abbiamo operato per due grandi obiettivi; il primo legato alle attività di agonismo, il secondo,
di non meno importanza, legato alle attività sociali e di svago. In entrambi i casi il minimo comune denominatore è stato "socializzare". Oggi
viviamo un momento singolare soprattutto per il rispetto di quest'ultima definizione. Pare, infatti, che la “socializzazione” sia uno degli aspetti da
tenere sotto controllo per contenere la diffusione del contagio; ecco perché sarà dura, per lo sport in generale, superare questa fase e, nel caso
specifico della Danza, sarà un vero test di responsabilità civile e organizzativa di tutti gli addetti ai lavori. La danza, con le sue mille forme
artistiche, è contatto, umano, mentale ed emotivo, ragione per cui siamo chiamati ad una grande prova di preparazione per la gestione della fase
2-3. L'utilizzo dei sistemi di protezione sono alla base della ripresa così come la sanificazione periodica dei luoghi di svolgimento delle attività; per
fortuna molte delle associazioni godono di ampi spazi e possono prevedere per gli allenamenti l'utilizzo di più sale onde evitare il contatto, ma ciò
non ci esime dalla responsabilità di richiamare l'attenzione di tutti, atleti, tecnici, dirigenti ed accompagnatori, al Buonsenso. Solo attraverso il
rispetto di comuni e banali regole riusciremo a gestire queste prossime fasi. Suddividere in più gruppi con meno atleti sarà uno dei punti chiave.
Molte discipline di danza lo prevedono a prescindere dall'attuale situazione e possono essere svolte anche in forma individuale, altre invece si
sono basate proprio sul fare gruppo, ma in questo momento sarà cura dei nostri tecnici provvedere ad una semplificazione del metodo didattico
al fine di poter continuare tutte le attività. Si dovrà istituire, tra un allenamento e l'altro, un breve periodo di pausa per permettere ai collaboratori
o agli atleti stessi, che hanno appena terminato la loro sessione di prove, il ripristino dei luoghi sanificando con le dovute modalità alcune zone
comuni, come ad esempio le maniglie delle porte per accedere ai servizi igienici, agli spogliatoi o semplicemente quella della porta per accedere
in sala. Queste sarebbero solo alcune delle norme di Buonsenso a cui mi riferivo e a cui credo fortemente
D: Nei vari decreti, della danza non si è mai parlato, così come degli altri sport minori, il business resta il calcio. Le varie società di calcio si sono
mobilitate affinché la loro voce venisse ascoltata. Voi Associazioni Nazionali di Danza cosa avete fatto? Vi siete mai confrontati per fare fronte
comune e studiare una strategia?
R: Non siamo rimasti certamente a guardare. Non lo abbiamo fatto mai, neanche dal primo momento in cui già si prevedeva una fase di stop.
Purtroppo Il Calcio gode prevalentemente dell'influenza dei media i quali dedicano gran parte delle testate giornalistiche in TV e sui giornali al
grande business che esso produce. Non è solo questo il momento in cui veniamo emarginati, questa è una triste condizione che abbiamo sempre
vissuto anche in altri periodi storici della nostra vita sportiva. Molto ci sarà da fare per farci ascoltare, e forse adesso dobbiamo anche porci una
domanda che riguarda il modo di gestire i cosiddetti sport minori, partendo proprio dalla frammentazione organizzativa che c'è su tutto il
territorio nazionale. Con Aimb e FidaItalia insieme al Nostro Ente di promozione sportiva ENDAS ci siamo subito attivati per far sentire la nostra
voce attraverso il Presidente Serapiglia il quale, in una lettera aperta inviata al Presidente Conte, ha evidenziato necessità e preoccupazioni. Di
seguito una parte della lettera inviata al Primo Ministro, un pacchetto di misure a favore del mondo dello Sport ed in particolare delle migliaia di
associazioni sportive, società sportive, palestre e impianti, costrette a fermarsi in queste settimane a causa del blocco delle attività imposto
dall'emergenza Coronavirus. Serapiglia ha ricordato come “il settore sportivo sia "l’attività “produttiva” che per prima è entrata in trincea in
questa battaglia, chiudendo centomila sedi, non erogando servizi a venti milioni di italiani e lasciando a casa un milione di tecnici ed addetti". La
definisco produttiva proprio perché produce la materia prima di cui oggi abbiamo bisogno più di ogni altra: salute, benessere e inclusione sociale.
Contribuendo ad abbattere i costi del servizio sanitario nazionale con il miglioramento dello stile di vita dei cittadini, lo sport è di fatto il primo
presidio di accoglienza per i nostri figli ed è veramente incalcolabile il valore sociale dell’operato delle affiliate, dei tecnici e dello stesso Ente di
Promozione Sportiva che, pur appartenenti alla grande famiglia Coni, afferiscono tutti alla Sport e Salute S.p.A". Questo è solo uno stralcio della
lettera da cui si evince il forte senso di responsabilità del nostro Ente e soprattutto il vivo senso di appartenenza al nostro mondo sportivo e
associativo.Auspico in un futuro che non potrà essere più rinviato, in un tavolo di confronto tra tutte le organizzazioni di Danza.
D. La danza è quasi al collasso. Quali sono le proposte da mettere in “pista” subito per salvare l’intero sistema secondo l’AIMB e FIDA Italia?
R: Fare presto! Questa è la parola d'ordine dell'Associazione Italiana Maestri di Ballo – AIMB. Da alcuni giorni insieme ad un team di miei più
stretti collaboratori stiamo portando avanti un progetto di idee e norme che possano dare subito risposte chiare a tutti i nostri associati. Per ora
siamo concentrati su un punto per me fondamentale: il ripristino di tutte le attività, che consentirebbe la produzione di un reddito ed eviterebbe
così la possibilità di chiusura o l'imminente cessazione delle attività; mettiamo in campo attraverso le norme di "buonsenso" a cui prima facevo
riferimento, un codice comportamentale che possa aiutare, dal punto di vista logistico, la ripresa del normale svolgimento di lezioni ed
allenamenti. Attraverso le Commissioni Tecniche Regionali stiamo mettendo in campo un piano di rieducazione al metodo didattico, per evitare
di lasciare fuori dalla ripresa quei settori di Danza prevalentemente di tipo a Squadre che vedono insieme un gran numero di atleti nello stesso
luogo allo stesso momento. Con il CNA di AIMB stiamo portando avanti un piano di collaborazione, mediante "convezione", con le imprese di
sanificazione e vendita di prodotti di sicurezza affinché le nostre associazioni ed i loro tesserati possano godere di particolari sconti.
Infine, ho personalmente chiesto ed ottenuto l'istituzione di un canale specifico presso i nostri studi di Consulenza Economica per seguire passo
dopo passo tutte le disposizioni Nazionali, emanate per il nostro settore, nel decreto Cura Italia e successivi emendamenti, al fine di dare supporto
e sostegno a coloro che, avendo i requisiti, potranno godere di questi aiuti messi in campo dallo Stato. Sono più che convinto, che subito dopo
questa fase, si dovrà poi procedere con l'istituzione di un vero confronto tra tutte le organizzazioni, provvedendo subito ad eventi comuni per far
fronte al periodo estivo che, come tutti sappiamo, non è stato sempre favorevole alle nostra attività. Dalla nostra Storia abbiamo ricevuto grandi
insegnamenti di rinascita, ripresa e ritorno allo splendore, credo che sia giunto il momento di fare la nostra parte e di scrivere ancora una volta
l'ennesima pagina di storia moderna per riportare l'Italia agli albori di sempre.
CS OA VL IU D T E E B AB LA L OL O
I n t e r v i s t a a A l e s s a n d r o M a g g i o n i
P r e s i d e n t e D a a n c e 4 F u n A c a d e m y
Grazie Presidente Maggioni, per aver accettato di rispondere alle nostre domande.
Abbiamo cercato di intercettare l'idea dei nostri lettori e abbiamo prodotto tre domande,
che oltre a lei, abbiamo sottoposto, anche ad altri dirigenti delle associazioni che si
occupano di danza in Italia.
D. L'attività della danza è da sempre considerata aggregante. Nella fase 2-3 del Covid-19, si
tornerà piano piano alla normalità, pur rispettando le regole fondamentali: mascherine,
guanti e soprattutto distanza di sicurezza tra le persone... Il 31 maggio è prevista anche la
riapertura degli sport collettivi. Tutto questo come si concilia con l'attività Danza?
R: Sicuramente in questa delicatissima situazione bisogna seguire le direttive nazionali in merito a quanto verrà stabilito dalle autorità
competenti riguardo alle modalità di aggregazione tra le persone. Bisognerà quindi attendere le disposizioni di come proporsi all’altra persona o
a gruppi di persone in quanto, in caso di normalità, è indispensabile avere anche un contatto fisico (seppur minimo) tra insegnante ed allievo/i. Io
non ho nessuna data di una eventuale riapertura delle Scuole di Ballo; potrebbe darsi che, visto i forti dubbi tra i virologi sulla durata di questo
virus e sul suo mutamento, tra un po’ di tempo il Covid 19 possa anche venire definito meno aggressivo e quindi che le disposizioni preventive di
contatto possano drasticamente cambiare rispetto a quello che si sente oggi.
D: Nei vari decreti, della danza non si è mai parlato, così come degli altri sport minori, il business resta il calcio. Le varie società di calcio si sono
mobilitate affinché la loro voce venisse ascoltata. Voi Associazioni Nazionali di Danza cosa avete fatto? Vi siete mai confrontati per fare fronte
comune e studiare una strategia?
R: Il Calcio, che sicuramente è lo sport mediaticamente più seguito, viene preso maggiormente in considerazione proprio perché più seguito.
Grazie anche alla televisione e alla sua diffusione in tutto il mondo, il sistema calcio è supportato da grandi sponsor. Quindi attorno a questo
sport è logico che girino tanti soldi e che questo porti ad un interesse maggiore da parte di persone, aziende, politici ed informazione rispetto ad
altri sport definiti minori. Paragonando la Danza al calcio possiamo dire che non c’è storia! Quindi partiamo notevolmente svantaggiati. Inoltre è
veramente difficile trovare un accordo tra le Associazioni. In varie occasioni si è cercato di trovare semplici accordi per un minimo di
organizzazione comune, rimanendo pur sempre in autonomia nella gestione della propria attività, ma senza nessun esito positivo. Penso sia
molto difficile, soprattutto oggi che non è possibile avere contatti con altre persone e nemmeno spostarsi (giustamente) dal proprio domicilio,
incontrarsi e discutere per una strategia comune. Però non si sa mai, potrebbe anche essere che la situazione cambi e che nasca una
collaborazione tra le Associazioni per Maestri di Ballo esistenti, vista la gravità del momento e della situazione economica sociale.
D: La danza è quasi al collasso. Quali sono le proposte da mettere in “pista” subito per salvare l’intero sistema secondo Daance4Fun Academy?
R: Secondo la nostra Associazione, la Daance4Fun Academy, il punto di svolta potrebbe proprio essere il dialogo con gli altri Enti di categoria. Noi
abbiamo provato più volte ad organizzare incontri in passato che diano inizio ad una efficace collaborazione tra tutti, ma purtroppo (ahimè)
senza successo, e saremo sempre disponibili in questo senso. Siamo convinti che in Italia ci debba essere una collaborazione tra tutte le
Associazioni anche se queste, a livello internazionale, possano a sua volta essere associate ad organizzazioni differenti. Bisognerebbe scindere
quelli che possono essere gli interessi comuni nel nostro paese da quelli internazionali. Stando uniti potremmo avere maggiore visibilità e,
perché no, anche maggiori idee che possano essere usate per arrivare dove singolarmente non siamo riusciti ad arrivare.
R I C O R D I E B A L L O
Luka e Luna Fanni
1999 protagonisti dello Show "Burn The Floor "
CS OA VL IU D T E E B AB LA L OL O
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Grazie Presidente Mangione, per aver accettato di rispondere alle
nostre domande. Abbiamo cercato di intercettare l'idea dei nostri
lettori e abbiamo prodotto tre domande, che oltre a lei, abbiamo
sottoposto, anche ad altri dirigenti delle associazioni che si
occupano di danza in Italia.
D. L'attività della danza è da sempre considerata aggregante. Nella
fase 2-3 del Covid-19, si tornerà piano piano alla normalità, pur
rispettando le regole fondamentali: mascherine, guanti e
soprattutto distanza di sicurezza tra le persone... Il 31 maggio è
prevista anche la riapertura degli sport collettivi. Tutto questo
come si concilia con l'attività Danza?
R: Per quel che riguarda il mondo della danza, in un momento tragico quale quello che stiamo vivendo, non vedo provvedimenti che lasciano
presagire una imminente riapertura. Tutto, infatti, sembrerebbe collegato alla situazione dei contagiati e, quando raggiungeremo “0 contagi”, io
sono del parere che per il C.O.N.I, le scuole di ballo non saranno la priorità, ed anche se la danza è rappresentata da una federazione, essa non
rientra nei parametri degli sport olimpionici, e questo, fa la differenza. Nei Tg si sente infatti parlare di vari sport, tranne che della danza.
Dovrei, quindi, dedurre, che per le Istituzioni, la danza ed il ballo rappresentano solo un semplice momento di socializzazione. Preciso il fatto che
le varie associazioni di sport minori e quindi anche di ballo, si definiscano ASD semplicemente per il riferimento alla famosa legge Meandri del
2002, e vengono considerate, nel registro CONI, più per l’aspetto fiscale che per quello meramente sportivo.
D: Nei vari decreti, della danza non si è mai parlato, così come degli altri sport minori, il business resta il calcio. Le varie società di calcio si sono
mobilitate affinché la loro voce venisse ascoltata. Voi Associazioni Nazionali di Danza cosa avete fatto? Vi siete mai confrontati per fare fronte
comune e studiare una strategia?
R: Qui sarò breve: nei vari decreti, non si è mai parlato di danza, forse perché essa non è riconducibile ad un settore economico “forte”, anche se
questo mondo può produrre un Pil pari a 1,5%; la FIDS è una federazione del CONI senza alcun riconoscimento di alcun Ministero, e le sue
figure professionali non hanno legittimo inquadramento; l’unica federazione a poter rivendicare dei diritti nel settore danza è l'AIDAS, seppure
tra mille difficoltà… Io, personalmente, continuerò a battermi e ad impegnarmi, affinché il settore della danza abbia i giusti riconoscimenti, anche
avanzando delle proposte in merito, come potrebbe essere quella di presentare progetti fattibili e percorsi di alta formazione, ad Istituzioni
importanti, che potrebbero essere, ad esempio, il Ministero del Lavoro, il Ministero della Pubblica Istruzione ed il Ministero dei Beni e delle
Attività Culturali; a ciò si potrebbe aggiungere la formazione di un sindacato (scuole e maestri di ballo), per la difesa della categoria.
D: La danza è quasi al collasso. Quali sono le proposte da mettere in “pista” subito per salvare l’intero sistema secondo AIDAS Italia?
R: Per evitare il collasso ed un forte dimezzamento, delle ASD, proporrei di costituire, come sopra accennato, un sindacato che unisca tutte le
rappresentanze della danza: istruttori, insegnati, formatori, dirigenti, praticanti, atleti, affinché questo soggetto possa vigilare il settore e trattare
con istituzioni, enti di promozione, federazioni varie, e CONI. Non bisogna concentrarsi, infatti, solo ed unicamente sui vantaggi economici che un
certo settore può apportare, ma bisogna dare la giusta importanza anche all’aspetto relativo alla tutela degli operatori del settore danza. Se si
capirà che è giunto il momento di mettere in campo più idee e proposte, forse qualcosa si potrà salvare.
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I n t e r v i s t a a P i e t r o L u i g i P e t r a c c a
P r e s i d e n t e A N M B
Grazie Presidente Petracca, per aver accettato di rispondere alle nostre domande. Abbiamo
cercato di intercettare l'idea dei nostri lettori e abbiamo prodotto tre domande, che oltre a lei,
abbiamo sottoposto, anche ad altri dirigenti delle associazioni che si occupano di danza in Italia.
D. L'attività della danza è da sempre considerata aggregante. Nella fase 2-3 del Covid-19, si
tornerà piano piano alla normalità, pur rispettando le regole fondamentali: mascherine, guanti e
soprattutto distanza di sicurezza tra le persone... Il 31 maggio è prevista anche la riapertura degli
sport collettivi. Tutto questo come si concilia con l'attività Danza?
R: Premesso che la pandemia di Covid-19 ha di fatto, con una prepotenza inaspettata, modificato
la vita di tutti. Mai avrei pensato da Presidente dell’Associazione Nazionale Maestri di Ballo di
vivere e combattere di fronte a una pandemia mondiale, che mette a dura prova il mio settore.
Quello che oggi stiamo vivendo, per me era qualcosa di cosi lontano e cosi arcano, che ricorda
gli anni di studio, quando sui libri di storia venivano raccontate le epidemie di un tempo. Oggi
non possiamo arrenderci, tanto meno dare spazio allo sconforto di fronte all’attuale situazione,
che stiamo vivendo e che ha determinato lo “stop” di tutte le attività del settore Danza e contestualmente anche di tutti gli altri settori. I dati sulla
pandemia, sono in netto miglioramento, ma ciò non ci deve indurre in alcun modo a dare meno importanza alle indicazioni date dagli Organi
competenti. Gli effetti post- pandemia, non saranno risolvibili in poco tempo; servirà condurre la vita con accorgimenti ritenuti indispensabili per
evitare ulteriori contagi, di conseguenza anche le attività didattiche nella Danza, subiranno ancora delle restrizioni. Solo nella fase 3, chiamata
dagli esperti fase “immune”, la vita potrà riprendere il suo corso naturale, per come noi tutti la conosciamo. E’ mio dovere incoraggiare tutto il
settore Danza, Ballo e Danza Sportiva a non abbattersi, a non perdere la fiducia in una futura prospettiva e una possibile soluzione.
Comprendiamo che insegnanti, maestri, istruttori, ballerini e danzatori hanno subito un durissimo colpo, come tutti i settori, con il fermo delle
attività. Nessuno si aspettava o era pronto a tale situazione. In questo periodo di quarantena, siamo stati impegnati in prima persona a stare vicini
ai nostri associati, ascoltando le loro problematiche e cercando, ove ci fosse consentito, di dare supporto e coraggio. Abbiamo toccato con mano,
la disperazione di tanti uomini e donne, che della Danza ne hanno fatto una ragione di vita: mi riferisco principalmente a chi svolge l’attività di
insegnante a tempo pieno, affidando a questo lavoro, tutto il sostentamento per loro e le loro famiglie. Il Governo ha emanato una serie di aiuti,
contenuti nel decreto “cura Italia”, ma gli stessi si sono rilevati inefficaci e il più delle volte inadatti a questa gravosa circostanza. I contratti di
affitto, le utenze elettriche e le tasse a cui sono soggetti ad assolvere per poter utilizzare i locali dove si svolge l’attività didattica, molte volte sono
un peso insostenibile per gestori, dirigenti delle strutture e anche per gli stessi insegnanti. Se alla mancanza di lavoro e di guadagno, uniamo le
“spese fisse” che sono soggette a continui incrementi senza sosta, rimane poco da destinare al sostentamento quotidiano, ai bisogni primari di
tutti gli addetti al settore. Questa in sintesi è la situazione fin qui vissuta da tanti insegnanti e operatori del sistema danza: un vero e proprio
impoverimento, che a lungo andare può determinare la desertificazione di tante attività coreutiche, specie le più deboli e piccole. La fase 2 avrà
una durata variabile e dipendente dai valori epidemiologici e di contagio. Nella migliore delle ipotesi, volendo ipotizzare una riapertura delle
attività didattiche, che penso che sia la cosa più importante per il settore Danza in questo momento, bisogna fronteggiare dei problemi di
carattere psicologico, relativi alla “sicurezza personale” che desta di fatto la paura incondizionata a frequentare ambienti o luoghi in presenza di
pubblico. Bisognerà fare i conti con una “debole fiducia sociale”, che in passato nessuno di noi avrebbe mai neppure immaginato, la presenza dei
nostri appassionati e fans costituiva la nostra forza da ora e nel prossimo futuro il distanziamento e i sistemi di tutela della salute pubblica
diventeranno le regole rigorose da rispettare. Da qui si evince chiaramente, che la situazione non è tra le migliori, ma bisogna fare i conti con la
realtà e con molta pazienza bisognerà affrontare tutto, con spirito deciso, allo stesso tempo capaci di adattarsi alle più svariate circostanze che si
presenteranno. Sono certo che il mondo della danza avrà tutte le capacità per ripartire e tornare alla normalità. Nella Danza il ruolo dei Maestri
sarà centrale e importantissimo: a loro va affidato con fiducia il ruolo di educatori e cultori, non solo dell’arte coreutica, ma nella loro valenza di
informatori sul “rimodellamento” che la Danza dovrà affrontare, in primis, nell’adempimento delle norme sanitarie, a tutela delle persone e nella
messa in sicurezza delle strutture ospitanti le attività didattiche. Per tanto, siamo in attesa di tutte le disposizioni che regoleranno le attività
didattiche della Danza, che sicuramente renderanno dal punto di vista sanitario, “sicura” la frequenza degli allievi e delle loro rispettive famiglie,
che sentiranno il peso dei cambiamenti, ma anche la certezza di vivere in ambienti sani, che non permettono la diffusione virale. Bisognerà
convivere con tutti i dispositivi di protezione personale: tutte le letterature scientifiche fin qui rese note, riportano le istruzioni per l’utilizzo, di
mascherina, guanti e prodotti disinfettanti, nel corso della fase 2. Si dovrà pensare ad una distribuzione degli allievi durante le attività, evitando
gli affollamenti e lezioni con tanti Danzatori in sala. A tal proposito il distanziamento tra persone, che già è previsto per altre attività, deve
ricondurci a riformulare il piano dell’offerta formativa, di ogni singola struttura. In questi giorni, molti colleghi hanno espresso le loro perplessità
sulle Danze di coppia, in quanto per natura tecnica il distanziamento previsto, non potrebbe essere garantito. A tal proposito, ho evidenziato che
l’80% dei partecipanti al ballo di coppia, sono anche coppie di fatto e quindi si tratta di persone che vivono a stretto contatto tutto il resto del
giorno. Differente sarà per le coppie più giovani, che a mio personale avviso, dovranno avere la possibilità di utilizzare i mezzi di diagnosi al fine
di accertarsi sul loro stato di salute e di eventuale contagio. Bisognerà capire come verranno organizzati i più giovani che frequentano istituti
scolastici di vario grado. Proprio dalla “scuola pubblica”, possiamo comprendere le misure che saranno previste per le fasce di età giovanile sopra
citate. Differente analisi si deve fare per coloro che frequentano le Danze Accademiche, quindi per le Danze di squadra o praticate in gruppo,
sicuramente saranno valide le regole del distanziamento, del limite numerico di presenza nella sala danza, le protezioni individuali e tutti gli
adempimenti derivanti dalle autorità governative. Chiaramente queste ipotesi sono tutti eventuali scenari, che ancora necessitano di opportune
conferme da chi ha le competenze e il merito. Quando si passerà alla fase 3, cioè quando la popolazione, verrà considerata immune, si potrà
pensare alla riorganizzazione delle attività, auspicando che si possa ritornare alla situazione precedente alla pandemia. Inoltre, solo nella fase 3 si
potranno riformulare i calendari di tutti gli eventi con presenza di pubblico, applicando le normative che saranno emanate per questa fase. Per la
fase 2 si potrebbe programmare, previa variazione del regolamento, l'organizzazione di concorsi in modalità video online. Fino a quando
varranno le norme sarà impensabile predisporre e realizzare forme di intrattenimento e di condivisione nel linguaggio proprio dell'arte
coreutica. Tutto dipenderà dall'evoluzione del processo pandemico, ma sono certo che attraverso l'impegno di ciascuno di noi sarà più efficace
ogni forma di salvaguardia della salute pubblica.
CS OA VL IU D T E E B AB LA L OL
O
D: Nei vari decreti, della danza non si è mai parlato, così come degli altri sport minori, il business resta il calcio. Le varie società di calcio si sono
mobilitate affinché la loro voce venisse ascoltata. Voi Associazioni Nazionali di Danza cosa avete fatto? Vi siete mai confrontati per fare fronte
comune e studiare una strategia?
R: Nei vari decreti si parla di settori economici-produttivi e di codici ATECO, non di Danza in sè per sé. E questo deve essere un punto importante
che mi riservo di trattare in seguito. Per una corretta risposta alla domanda, è necessario fare un passo indietro e risalire alla diffusione del virus
già nella lontana Cina, ossia nel gennaio scorso le testate giornalistiche mondiali diffondevano le preoccupazioni di una possibile diffusione del
Covid19 anche in Europa e, quindi in Italia. In quel periodo, eravamo invasi da notizie il più delle volte contrastanti da parte non solo di politici,
ma anche da illustri nomi della scienza. Appena ci siamo resi conto, nei primi giorni di marzo, che eravamo di fronte ad una grave situazione, ci
siamo posti il problema di capire cosa sarebbe successo con il diffondersi del contagio Covid-19. L’emergenza sanitaria iniziava a prendere piede
nel nostro Paese e noi tutti abbiamo preso coscienza del rischio epidemiologico. Allertati dall’incombente contesto, come Associazione Nazionale
Maestri di Ballo, quale Ente di Categoria e Ente Morale del Ministero dell’Interno, ci siamo messi in contatto con le autorità ministeriali preposte,
le quali ci hanno reso edotti su quanto stava accadendo e sul potenziale rischio epidemico, che avrebbe condotto la nostra bella Italia prima ad
una serie di restrizioni territoriali per poi arrivare al totale “lockdown” della Nazione. Ancora ricordo quando, recatomi a Milano per un evento
internazionale promosso da ANMB, mi ritrovai nella necessità impensabile, che prevedeva la sospensione dell’evento. E vi assicuro che non è stato
facile, per nulla, prendere una decisione di tale importanza. Le prime restrizioni e le prime zone rosse si sono rese indispensabili nelle regioni
del nord, e noi, grazie all’aiuto dei nostri Consigli Regionali del nord Italia, abbiamo cercato di informare tutti i nostri colleghi e le rispettive
scuole di ballo, sulle restrizioni che venivano emanate, che evidenziavano una grave situazione, che motivava le prime chiusure delle attività
didattiche. Pochi giorni dopo, l’Italia era stata dichiarata tutta zona rossa, quindi abbiamo assistito e informato tutti sulla necessaria e disposta
sospensione di tutte le attività didattiche e di tutto gli eventi in programma. Nel frattempo, spinti dalle responsabilità che come dirigenti sentiamo,
motivati dalla diretta rappresentanza di un settore, abbiamo iniziato una campagna di sensibilizzazione politica nei confronti di tutte le forze in
campo nazionale. Per noi era, e lo è tuttora necessario, far capire a chi ci governa, che la chiusura delle attività, seppur pienamente giustificata
dall’emergenza sanitaria, si è trasformata in una emergenza economica che ha travolto tutti i settori, compreso il mondo della danza. Questa forte
e decisa azione, fatta in tutte le forme consentite, era il minimo che potevamo fare a difesa e a tutela dei tanti insegnanti italiani, non solo ANMB,
e per coloro che, a diverso titolo, “vivono per la danza e con la danza”. Abbiamo attirato l’attenzione dei nostri interlocutori politici
sull’importanza educativa, sociale e civica della Danza e i possibili scenari di crisi del settore, in cui ci saremmo ritrovati. Ci premeva far
conoscere, al mondo della politica, che il settore della Danza era in serio pericolo di una crisi economica senza precedenti, che il prolungarsi
dell’emergenza sanitaria, la relativa sospensione delle attività didattiche, degli eventi, degli spettacoli, etc avrebbero messo in ginocchio tutti.
Quindi, abbiamo avanzato la richiesta di attenzione e la previsione di eventuali misure a sostegno del settore. Non possiamo negare l’evidenza:
tutti ci hanno dato ascolto e le nostre raccomandazioni sono giunte sui tavoli dei maggiori esponenti politici. E la loro rassicurazione ci è tornata
gradita. Ma ci siamo accorti che la “politica” in Italia, ha un grande distanza dal tessuto sociale, cioè dalla gente comune, che vive nell’angoscia e
nella paura non sono di un contagio virale, ma dell’incerto futuro. Il decreto “Cura Italia” ne è la dimostrazione sostanziale. Abbiamo cercato di
unire le nostre competenze in una “regia” che facesse fronte all’emergenza sanitaria ed economica, e che vedeva coinvolto anche il settore danza,
insieme agli enti di promozione sportiva CONI (già partners di ANMB), ai tanti enti di promozione sociale e sindacale, le organizzazioni
coreutiche, accademiche e dello spettacolo vicine a ANMB. Un lavoro complesso è stato fatto insieme a differenti organizzazioni, siamo certi che
ognuno abbia dato il massimo, abbia profuso il massimo impegno e abbia messo in campo tutte le strategie possibili, al fine di far sentire con
forza e determinazione, che la Danza italiana “esiste” ed ha un valore inestimabile sotto tanti punti di vista; nella sua complessa organizzazione,
ha favorito l’occupazione di tanti addetti e abbia, non da ultimo, sollecitato la passione dei migliaia di neofiti danzatori, impegnandoli in un
percorso educativo unico nel suo genere. Tutte queste organizzazioni, insieme a ANMB, hanno dimostrato di avere a cuore il futuro di tutti i
danzatori, giovani e meno giovani, professionisti e amatori, che hanno fatto tanti sacrifici nella loro vita, seguendo una passione con tutte le
possibili forze, per realizzarsi nel settore coreutico e tersicoreo e che oggi vedono sfumare in poco tempo tutte le ambizioni e i loro sogni.
Abbiamo notato che anche altre organizzazioni hanno fatto qualcosa di utile al fine di sensibilizzare il mondo politico sulle urgenti esigenze che
la Danza richiede. Tengo mia la sensazione che, malgrado istituzioni, enti, grandi nomi della Danza abbiano manifestato in tutti i modi alla
politica la grave situazione in cui ci troviamo, non abbiamo ricevuto risposte risolutive. Perché come già ho scritto pubblicamente qualche giorno
fa, oggi mi sento di ribadire che “Di ogni buon proposito e di tante parole. Attendiamo in sintesi solo la concretezza dei fatti.” Riconosco le
difficoltà per chi Governa: non è facile fare scelte per il popolo italiano, ma del resto chi viene eletto al Governo deve assumersi la responsabilità
di fare le scelte che ritiene più giuste. Alla fine di questo brutto periodo, preso atto che i tanti decreti emessi, non hanno di fatto messo tutti al
sicuro, necessita una riflessione generale di tutti coloro che fanno parte, a diverso titolo del Mondo della Danza. Per il futuro necessita “porre in
sicurezza” il nostro mondo: strutture, salute e lavoro sono i principali punti di cui ci dobbiamo occupare. Necessita togliere la precarietà,
l’incertezza e la superficialità che, il più delle volte, determinano limiti, che oggi si sono rivelati dannosissimi per il nostro settore. Purtroppo, devo
ricordare che in passato, si è cercato di far capire l’importanza del lavoro, dei suoi diritti e dei suoi doveri, in un’ottica di riconoscimento del
settore e della figura del Maestro. In passato le attività sono state sempre floride e non hanno lasciato tempo di riflessione a tanti operatori del
sistema Danza; oggi quelle “incertezze” più volte denunciate, con la pandemia di Covid- 19, hanno assunto una forza incalcolabile che ha
destabilizzato l’intero sistema. A mio umilissimo avviso, preferisco prevenire, che curare. E spero con tutto il cuore che tutti riescano a rialzarsi e
a trovare il tempo per capire l’importanza della Danza, come lavoro, come passione, come svago, come arte e come sport, proiettando la singola
ambizione verso una posizione “sicura” che oggi certamente sarebbe di grande aiuto.
CS OA VL IU D T E E B AB LA L OL
O
D: La danza è quasi al collasso. Quali sono le proposte da mettere in “pista” subito per salvare l’intero sistema secondo ANMB?
R: Più che proposte vorrei, in qualità di Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Maestri di Ballo, dare dei consigli per il futuro che ci
accingiamo a vivere. Chi ama i ballerini ama il prossimo. Da qui partiamo dedicando la massima attenzione a tutti gli allievi, alle loro famiglie e
ai nostri preparati insegnanti. A tutti gli insegnanti: Maggiore attenzione sul lavoro autonomo del Maestro: consapevolizzare gli insegnanti sulle
possibilità di essere inquadrati e riconosciuti nel loro lavoro, o per accedere a eventuali agevolazioni e ritrovarsi nella giusta posizione
contributiva nel futuro.
A tutte le strutture didattiche:
- applicare i protocolli di profilassi sanitaria;
- creare momenti di approfondimento culturale con i danzatori, sull’etica del danzatore e sulle regole sanitarie;
- collocare all’interno delle strutture appositi strumenti per l’igiene personale del ballerino;
- assicurarsi ove previsto, che tutti i danzatori, siano in possesso dei dispositivi di protezione sanitaria;
-prevedere la sanificazione dei locali e le ordinarie e continue pulizie dei locali;
-ove necessita, adeguare il numero di allievi, in funzione del distanziamento sociale;-areare i locali costantemente e sanificare i sistemi di
aspirazione e di condizionamento dell’aria;
-ove sarà possibile, monitorare tutti gli allievi dal punto di vista sanitario;
- rielaborare i costi di partecipazione alle attività, in funzione dell’andamento dell’economia nazionale e della situazione economica territoriale,
considerando le famiglie maggiormente colpite dalla crisi economica;
-aiutare tutti i ballerini in difficoltà, nessun ballerino deve smettere di danzare, perché non ha possibilità economiche;
- stabilire con gli insegnanti una collocazione lavorativa che tuteli la figura dell’insegnante il suo lavoro.
A tutti i danzatori e ballerini:
-munirsi dei dispositivi di protezione sanitaria;
- evitare contatti ravvicinati con gli altri allievi ed evitare di trattenersi nelle sale didattiche;
- per eventuali allenamenti individuali, fare richiesta alla struttura per l’utilizzo e le modalità;
- prevedere cambio di abbigliamento prima e dopo l’attività didattica;
- applicare tutte le norme d’igiene personale;
- comunicare con la direzione o con l’insegnante qualsiasi disagio, difficoltà o il proprio stato di salute.
Alle organizzazioni di Danza:
-incoraggiare i danzatori alle attività coreutica di diverso tipo;
-informare sulle norme emanate dagli organi governativi, relative all’attività svolta;
- quando sarà consentito, creare eventi che prevedono una distribuzione temporale dei partecipanti evitando qualsiasi tipo di affollamento sia di
ballerini che di pubblico;
- privilegiare l’organizzare di eventi in locali predisposti al pubblico;
-offrire ai partecipati tutte le garanzie sanitarie e di controllo sanitario;
-ottimizzare i costi di partecipazione in funzione dello stato dell’economia nazionale, agevolare tutte le famiglie dei giovani danzatori che versano
in gravi condizioni economiche.
Necessita un grande amore per la Danza per capire che nessuno si deve sentire solo, nessuno deve sentirsi per nessuna ragione meno degli altri
o diverso. Se stiamo vivendo un momento brutto, guardiamo con gli occhi della solidarietà e della vera comunità tutti. Finito questo periodo di
emergenza, inizieremo una fase 2, sicuramente impegnativa, per la rinascita del nostro settore. Quando saremo alla fase 3, chiamata immune, ci
troveremo a metà dei lavori, perché il punto vero di inizio del “nuovo rinascimento” per la danza e il ballo, sarà quando non si dovrà aver paura
di un contatto fisico. Quando saremo liberi da tutto questo, arriverà il nuovo tempo, dove le persone potranno abbracciarsi, coccolarsi,
incoraggiarsi, ridere e piangere, senza nessuna paura. E in quell’abbraccio della comunità della danza, che torneremo a essere come prima, se
non decisamente meglio, più forti e pronti a dedicarci a pieno e con tutte le nostre energie a tutto il nostro meraviglioso mondo.
TS E AL LE UV TI E S I E O NB E A LE L OB A L L O
Alberto Sordi e
Raffaella Carrà
ballano il "Tuca Tuca"
in una puntata di
"Canzonissima 1971"
(RAI)
Mostra fotografica
"Scatti di Danza" 2013
n t e r v i s t a a G i a c o m o M o l i n a r i
I
r e s i d e n t e A I D
P
CS OA VL IU D T E E B AB LA L OL O
Grazie Giacomo Molinari, per aver accettato di rispondere alle nostre
domande. Abbiamo cercato di intercettare l'idea dei nostri lettori e
abbiamo prodotto tre domande, che oltre a lei, abbiamo sottoposto
anche ad altri dirigenti delle associazioni che si occupano di danza
in Italia.
D. L'attività della danza è da sempre considerata aggregante. Nella
fase 2-3 del Covid-19, si tornerà piano piano alla normalità, pur
rispettando le regole fondamentali: mascherine, guanti e soprattutto
distanza di sicurezza tra le persone... Il 31 maggio è prevista anche la
riapertura degli sport collettivi. Tutto questo come si concilia con
l'attività Danza?
R: Per le scuole di danza sarà un impegno considerevole prepararsi alla riapertura, peraltro assolutamente necessaria e che ci auspichiamo
avvenga al più presto. Infatti, dal punto di vista sanitario, le regole da rispettare sono molte: non solo le mascherine, i guanti ed il mantenimento
delle distanze di sicurezza, ma anche la sanificazione sistematica di tutti i locali, dei filtri e degli impianti di ricambio dell’aria e di
condizionamento caldo/freddo, la pulizia giornaliera delle pavimentazioni con detergenti e disinfettanti appositi, quella delle sbarre e degli
specchi, delle reception, degli spogliatoi… insomma, veramente un grande impegno. In sala poi sarà necessario limitare le presenze alle lezioni
facendo in modo che le stesse non superino mai il consentito rispetto alle dimensioni delle aree, appunto per rispettare le distanze di sicurezza. E
ci sono anche altri aspetti da valutare attentamente: quello sociale, artistico e formativo che escono da tutta questa vicenda molto penalizzati.
Dobbiamo aspettarci, infatti, da una parte un grande entusiasmo ed una voglia matta degli allievi di ricominciare, che dovrà convivere però con il
timore del contagio, con le preoccupazioni dei genitori che affidano alla scuola di danza i loro figli e che dalla stessa si aspettano il massimo
dell’attenzione. Senza contare che dovremo forse rivedere il nostro metodo di insegnamento della danza e fare in modo che essa sia accessibile e
fruibile al massimo per tutti; ora che, ormai, per quest’anno sono sfumati i progetti per eventi e spettacoli di fine anno, dovremo essere pronti e
bravi ad infondere nei nostri ragazzi la voglia di ricominciare e di pensare ad obiettivi di più lunga scadenza. La danza è aggregazione, socialità,
arte, e quindi benessere dell’anima ed in questo periodo, purtroppo, tutto ciò diventa molto difficile da mantenere, ma noi tutti ce la faremo.
D: Nei vari decreti, della danza non si è mai parlato, così come degli altri sport minori, il business resta il calcio. Le varie società di calcio si sono
mobilitate affinché la loro voce venisse ascoltata. Voi Associazioni Nazionali di Danza cosa avete fatto? Vi siete mai confrontati per fare fronte
comune e studiare una strategia?
R: Intanto mi è doveroso fare una distinzione tra sport e danza, attività che ormai vengono sempre più spesso integrate ma che presentano
caratteristiche molto diverse tra loro; la danza sportiva, ad esempio, o quella che si pratica all’interno delle ASD, rende conto agli enti ed alle
federazioni sportive dilettantistiche che fanno capo al Coni; la danza accademica (termine usato da alcune federazioni sportive come elevazione
formativa e professionale, ma che, personalmente, non riconosco) rende conto, essendo un’arte e non uno sport, agli enti preposti per la
formazione ed il perfezionamento, che sono il Miur-Afam ed il Mibact. Di solito le due istituzioni si comportano in modo molto diverso tra di loro
ma, in questa occasione, le accomuna l’essere state dimenticate nello stesso modo dal Governo che all’inizio ha promesso, ma che ancora non ha
dimostrato attenzione. Le associazioni culturali che fanno formazione della danza sono enti ed istituzioni, piccole e grandi (a parte quelle che, per
mero motivo di sgravio fiscale, si sono trasformate in ASD), che fanno su tutto il territorio nazionale un grande lavoro di iniziazione e di
professionalizzazione della danza; il settore delle scuole private, infatti, soddisfa oltre l’87% del fabbisogno e della richiesta, per lo più di danza
moderna, di danzatori e ballerini - che non hanno niente a che vedere con gli atleti nello sport - sul territorio nazionale; all’interno di queste
strutture, molte altamente professionali e qualificate, operano docenti di fama internazionale e di grande preparazione ed esperienza, che
formano i giovani danzatori al mestiere di domani. A differenza quindi delle ASD, dove tutto rimane più a livello, appunto, dilettantistico e dove si
risponde a regole sportive imposte dalle federazioni di appartenenza, che spesso non sono competenti dell’argomento e si comportano con la
danza come se stessero trattando di karate, ginnastica ritmica o calcio, discipline che sono molto più regolamentate e strutturate, come lo è la
danza a livello accademico. Solo che poi, neanche le ASD sono tutelate nella giusta misura perché, appunto, la danza non è il calcio, non fa i
numeri del calcio perciò non ha il diritto di essere protetta. Nel mondo culturale molti operatori si sono mossi in questo periodo per approntare
tavoli virtuali di discussione ed anche io personalmente ho contribuito a redigere un documento insieme a molti operatori del teatro, della
musica, della danza, dell’editoria, galleristi, museali e quant’altro, perché siamo dell’idea che la cultura è unica e come tale va trattata; potrebbe
essere molto più produttivo, infatti, presentarsi alle istituzioni in una forma aggregata, unita ed unitaria per far valere le nostre istanze di
categoria: ogni tentativo isolato, infatti, non fa che disperdere energie. Questo concetto purtroppo, soprattutto il mondo della danza non lo ha mai
compreso, troppo impegnato a fare a gara a chi è più bravo, ed ora ne paghiamo le conseguenze. Ma continuiamo a combattere, a far sentire forte
la nostra voce e forse uno spiraglio ci sarà, se non nell’immediato futuro forse nel prossimo. Sono state recepite, infatti, dal Ministro, alcune
nostre richieste, come la necessità di istituire un “tavolo permanente di confronto” fra tutte le associazioni e le istituzioni e quella di istituire un
“fondo comune” per far fronte da ogni situazione critica.
D: La danza è quasi al collasso. Quali sono le proposte da mettere in “pista” subito per salvare l’intero sistema secondo AID?
R: A questo proposito, riporterei il documento sullo spettacolo dal vivo di cui ho accennato sopra per permettere a tutti di condividere i nostri
pensieri e, naturalmente, fare le giuste osservazioni ed ampliare il campo d’azione con il contributo e la condivisione del maggior numero di
operatori possibile, perché da sempre l’unione fa la forza e noi non dobbiamo essere da meno. Il documento è stato oggetto di valutazione da
parte di alcune forze di governo che ne hanno portato una sintesi in Parlamento ed al ministro Franceschini che sembra aver recepito alcuni
concetti fondamentali.
CS OA VL IU D T E E B AB LA L OL
O
Proposta Giacomo Molinari
Misure da richiedere al Governo al fine di arginare l'annientamento del sistema culturale e di spettacolo Nazionale in atto, a causa della
condizione creata dall'epidemia CORONA VIRUS (COVID-19)
Partendo dal presupposto che il fermo obbligato scattato il 5 marzo scorso si protrarrà presumibilmente fino al 5 maggio almeno, alcuni
prevedono che la ripresa avverrà soltanto alla metà o alla fine di maggio se tutto andrà bene; per la maggior parte di noi questo vorrà dire
interrompere bruscamente l’anno produttivo che ormai dobbiamo considerare concluso. Non sarà veritiero infatti pensare che a maggio o giugno
possa riprendere una stagione teatrale, produttiva e formativa pensata e programmata per l’anno ottobre 2019 - maggio 2020.
Al fine di scongiurare un blocco totale delle categorie che operano nel campo della cultura e dello spettacolo che possa prolungarsi addirittura
per la prossima stagione ottobre 2020-maggio 2021, individuiamo gli obiettivi per i quali chiedere l’intervento dal parte del Governo:
OBIETTIVI A TERMINE IMMEDIATO
- Sospensione (o meglio azzeramento/riduzione) dei pagamenti dei canoni di locazione di teatri, sedi operative, strutture formative di proprietà
privata dal mese di marzo al mese di settembre 2020 compreso - qualunque sia il loro accatastamento.
- Sospensione per le stesse strutture del pagamento della tassa rifiuti fino al mese di ottobre 2020.
- Spostamento del pagamento dei canoni di Leasing a ottobre 2020.
- Sospensione dei pagamenti delle utenze e soprattutto annullamento delle voci fisse; ad esempio, i teatri hanno un approvvigionamento di
energia elettrica molto consistente e per questa, anche quando non la usano, pagano fissi mensili molto alti. Eliminare dalle bollette il gravame
statale compreso IVA.
- Sospensione PER TUTTI del pagamento delle cartelle esattoriali fino ad ottobre 2020.
- Spostamento delle scadenze di pagamento delle tasse tutte dal mese di ottobre in poi.
- Erogazione immediata di tutti i contributi pubblici assegnati alle associazioni e alle imprese dal FUS e da altri sistemi (Regioni ecc) per il 2019
con la presentazione del relativo consuntivo ma senza effettuazione di controlli fiscali, richiesta Durc e quant’altro possa costituire un
impedimento alla ricezione del contributo. Inoltre, applicare l’abbattimento dei parametri quantitativi corrispondenti alle assegnazioni del 2019
almeno del 50% (cioè stesse assegnazioni con –50% di spettacoli, contributi ecc.).
- Richiesta di sostegno da parte delle banche con diverse modalità: concessione di fidi e scoperti (tranne in situazioni di sofferenza naturalmente
per permettere il pagamento di quelle scadenze e rate improrogabili (titoli vari, cambiali ecc.) e scongiurare segnalazioni e protesti, con la
produzione della sola dichiarazione UNICO dell’anno precedente ed in una misura coerente che riesca veramente a salvarci dal disastro. Questo
non solo per le piccole e medie imprese ma anche per le associazioni, attualmente ritenute non “affidabili”.
- Estendere l’aiuto ad personam (600 euro ma mensili) ai “quadri” dirigenti (consigli direttivi) delle associazioni culturali che per norma non
percepiscono stipendio ma possono ricevere un rimborso spese di 500 euro al mese, se ne fanno richiesta, ma che in questo momento non
potranno ricevere; questo attraverso la produzione di statuti e verbali di cariche sociali che ne attestino la posizione. Estendere i 600 euro mensili,
dal mese di marzo al mese di giugno 2020, anche agli insegnanti – di danza, musica, teatro – a partita Iva, prestazione occasionale, tempo
determinato o co.co.co, in quanto le attività di formazione sono comunque compromesse fino alla fine dell’anno accademico.
- L’Esercizio teatrale privato deve ricevere un contributo fisso a seconda del numero dei posti.
- Prevedere un sostegno ai gestori delle scuole di danza in relazione al numero dei soci – secondo il libro soci aggiornato a dicembre 2019 o
dedotto dalle quote associative che risultano dalla dichiarazione dei redditi dell’anno precedente
- Applicare un sistema di sanatoria per gli spettacoli che le compagnie/teatri hanno dichiarato quali attività di produzione/circuitazione per la
stagione 2020. Pertanto consentire che i medesimi possano usufruire del sistema premiale del FUS anche per la stagione 2021 con un numero di
rappresentazioni proporzionato ex novo alla realtà del nuovo anno 2020.
- Dal momento in cui le ferite economiche non faciliteranno le nuove produzioni (e questo genererà, inevitabilmente, disoccupazione e
depressione di un comparto che non abbisogna di altre battute d’arresto), si rende IMMEDIATAMENTE necessario varare un sistema premiale che
favorisca l’immissione, nel mercato, di nuove produzioni. Per esser fatto questo bisognerà rendere PREMIALI e quindi CONVENIENTI le
coproduzioni pubblico/privato, destinando ai privati una quota percentuale dei cartelloni dei teatri stabili. Tale quota sarà fissata dal Ministero
(Mibact) e quindi eguale per tutta la penisola.
- Oltre naturalmente all’allungamento dei tempi degli strumenti già in essere: pagamenti contributi, assicurazioni, tasse e quant’altro che
dovranno essere fissati necessariamente dal mese di ottobre 2020 in poi.
OBIETTIVI A MEDIO TERMINE
- Creare un fondo anche con i contributi Enpals non ripartiti. Molti lavoratori dello spettacolo hanno lavorato nel settore per un periodo e poi
hanno cambiato lavoro. Negli anni però, le produzioni trattenevano e versavano i contributi Enpals che poi si sono interrotti. Utilizzare questi
fondi per la creazione del fondo – di solidarietà, di sostegno – con modalità di accesso che andrebbero stabilite.
- Poi, destinare una percentuale .della dichiarazione dei redditi al settore dello spettacolo – dalla formazione, alla produzione, alla distribuzione, ai
teatri ecc. – attraverso la creazione di un fondo comune che potrebbe garantire un sostegno in proporzione alla grandezza delle imprese dello
spettacolo (parametri da definire).
- Per la ripartenza delle attività e degli esercizi culturali, finita l’emergenza Covid-19, le banche provvedano alla concessione di prestiti o mutui
con la garanzia della regione di appartenenza (ex prestito d’onore).
OBIETTIVI A LUNGO TERMINE (ma non troppo)
- Riforma strutturale del FUS, entro il 2020, nel quale proporre un modello alternativo che utilizzi parametri di equità, multidisciplinarità,
ampliamento dell’offerta e si basi su un minimo di parametri quantitativi lasciando il passo invece ad un sistema maggiormente premiale in
relazione alla qualità, determinata però da commissioni assolutamente competenti e super partes. Oltre, naturalmente, all’ampliamento delle
risorse economiche a partire dallo spacchettamento, che vede sperequazioni vergognose in relazione al tipo di attività e di realtà giuridica dei
soggetti. Istituire un FURS (fondo unico regionale dello spettacolo) in ogni regione (qualora non ci fosse) e ristrutturare quelli esistenti con
maggiori investimenti e più agile burocrazia.
- Investire su un fondo territoriale per la defiscalizzazione delle sponsorizzazioni, con un regolamento apposito. Un nuovo regolamento nazionale
che inviti le aziende ad investire (sponsorizzazioni) in cultura. Per questo, creare sinergie e ricevere conseguenti apporti economici con il
Ministero del Lavoro, dello Sviluppo economico, Confcommercio, Confindustria ecc.
Spero che i lettori abbiano trovato in questa conversazione interessi, spunti e utilità da condividere. IL settore danza e spettacolo dal vivo è pronto
a combattere per affermare il proprio “diritto costituzionale ad esistere!” In bocca al lupo a tutti noi!
Giacomo Molinari Presidente AID
n t e r v i s t a a J e r r y A b r a t e
I
r g a n i z z a t o r e
O
1 ° C a m p i o n a t o M o n d i a l e O n L i n e
CS OA VL IU D T E E B AB LA L OL O
Grazie Jerry Abrate, per aver accettato di rispondere alle nostre domande. Abbiamo
cercato di intercettare l'idea dei nostri lettori e abbiamo prodotto tre domande, che
oltre a lei, abbiamo sottoposto anche ad altri dirigenti delle associazioni che si
occupano di danza in Italia.
D. L'attività della danza è da sempre considerata aggregante. Nella fase 2-3 del
Covid-19, si tornerà piano piano alla normalità, pur rispettando le regole
fondamentali: mascherine, guanti e soprattutto distanza di sicurezza tra le persone...
Il 31 maggio è prevista anche la riapertura degli sport collettivi. Tutto questo come
si concilia con l'attività Danza?
R: Penso che la danza, come è sempre stato in caso di grandi catastrofi, sia il collante per poter tornare a sorridere, ritrovando gioia e felicità; detto
questo, la crisi finanziaria che ci ha colpito nuovamente porta la danza su due scenari diversi:
A. La danza definita “ballo sociale”, praticata da quelle persone che lo fanno al solo fine di imparare alcuni passi, incontrarsi nelle balere e fare un
po' di attività motoria, se verrà proposta a prezzi speciali, potrà ripartire subito. Con la differenza che la scuola o l’insegnante che non è di alto
profilo professionale andrà a scomparire dal mercato, in quanto molti insegnanti di alto profilo si lanceranno alla conquista di quel mercato.
B. La danza sportiva, quella che io definisco “da competizione”, subirà una grande flessione per coloro che la svolgono ad altissimo livello, prima di
tutto per la difficoltà di spostarsi dalla propria zona di residenza sia verso regioni limitrofe che verso Nazioni vicine e/o lontane. Questo fattore
secondo me cambierà completamente lo scenario che abbiamo conosciuto negli ultimi 10/15 anni, e l’unica opportunità di sviluppo sarà l’UNITÀ e la
necessità di collaborazione tra tutti gli addetti; infine, ma non meno importante, andrebbe rivisto tutto l’aspetto finanziario legato al mondo della
danza
D: Nei vari decreti, della danza non si è mai parlato, così come degli altri sport minori, il business resta il calcio. Le varie società di calcio si sono
mobilitate affinché la loro voce venisse ascoltata. Voi Associazioni Nazionali di Danza cosa avete fatto? Vi siete mai confrontati per fare fronte
comune e studiare una strategia?
R: Non mi sorprende, anzi mi stupisco di dirigenti di Associazioni e Maestri che ne parlano come se fosse uno scandalo… e così non è!. La danza
sportiva è un settore di nicchia, ed anche se ha il suo peso, rimane tale; credo però si sia fatta molta confusione, in un momento così difficile, che ha
messo in luce alcuni difetti del nostro sistema. Mi spiego meglio: il Governo ha elaborato un piano, nel Decreto, che prevede delle tutele per chi
lavora in regime di Partita Iva, in cui possono rientrare i maestri di danza che lavorano secondo il suddetto regime; coloro, invece, che lavorano
come Maestri con agevolazioni fiscali per una Associazione dilettantistica devono affidarsi alle Federazioni, come quelle che fanno capo al CONI che,
a sua volta, dovrà farsi da portavoce con il Governo. So che la FIDS, referente della danza sportiva, sta sollecitando e sta cercando delle misure in
seno al CONI per aiutare il sistema, mentre le altre ASD affiliate ad altri Enti di promozione, si stanno muovendo attraverso i loro canali istituzionali,
per cercare di proporre le migliori soluzioni possibili. Concludo, Direttore, dicendo che non ho ruoli dirigenziali presso alcun Ente, nemmeno in
seno alla FIDS in cui svolgo, invece, il ruolo di ambasciatore, grazie al quale dò il mio contributo, proponendo idee ed alcune attività on line per
aiutare l’intera comunità, come ad esempio il reperimento delle tanto agognate quanto necessarie mascherine; questo non esclude, però che si possa
pensare ad un tipo di collaborazione e di dialogo tra il mondo della danza e tutti i player, affinché si possa elaborare una strategia comune.
D: La danza è quasi al collasso. Quali sono secondo lei, le proposte da mettere in “pista” subito per salvare l’intero sistema?
R: In parte ho già risposto a questa domanda; posso ancora aggiungere che dobbiamo fare tutti un passo indietro dalle nostre posizioni personali per
farne due in avanti insieme; dissi questa cosa dal palco delle Notte delle stelle di Rimini nel Gennaio 2019. Oggi, dopo più di 50 giorni di isolamento e
restrizioni, non uso il condizionale, ma l’imperativo “DOBBIAMO” essere pronti ad applicarlo. Grazie per la sua intervista e preghiamo e speriamo,
come dice la Bibbia “negli uomini di buona volontà”.
AS TA T LU A T LE I TE A B' AE L BL OA L L O
Namire
51st World Congress Athene 2018
S CA UL OU LT A E E B A L L O
P A R O L A
di Eugenia Galimi
D ' O R D I N E :
P R E V E N Z I O N E
É da questo presupposto che bisogna partire per
riuscire a capire cosa è giusto fare, come bisogna
comportarsi, in questi giorni di paura collettiva, di
panico, di incertezza.
Se all'inizio della storia ci si è comportati secondo una
logica illogica, perché di fronte a un fatto nuovo,
sconosciuto, ci si è fatti prendere dal panico, adesso
certi comportamenti non possono essere più
giustificati. Se non si conosce il pericolo, quando lo si
affronta, si rischia, e succede molto spesso, di reagire
in maniera inadeguata e scomposta, e quindi di non
superarlo o addirittura di aggravarne le conseguenze.
Oggi, con l'esperienza acquisita, dobbiamo essere in
grado di agire e reagire in maniera più razionale e più
logica. Chiarite le cause che hanno portato ad avere
un numero elevato di decessi e che hanno quindi
inevitabilmente diffuso uno stato di panico
incontrollato, oggi, a mente fredda, possiamo
ragionare su come invece sarebbe stato più sensato
agire. Innanzitutto muoversi nella direzione della
prevenzione. Affrontare una malattia in stato di
salute ottimale consente di superarla facilmente.
È necessario quindi adottare stili di vita sani,
ponendo attenzione all'alimentazione e all'attività
fisica, senza tralasciare l'aspetto psicologico che
riveste un'importanza fondamentale. E queste
raccomandazioni valgono ancora di più per le persone
non più giovani. Si tratta, pertanto, di porsi il
problema di conciliare la necessità di praticare
attività motoria, e contemporaneamente mantenere
relazioni sociali dirette, da parte dei cosiddetti "over",
con la tutela della loro stessa salute essendo questa la
fascia di popolazione più esposta a rischi di
complicanze della malattia che eventualmente
potrebbero contrarre.
S CA UL OU LT A E E B A L L O
Le palestre dove si insegnano i balli di gruppo, in
particolare quelle frequentate da persone di una
certa età, non possono quindi essere assimilate
alle normali palestre dove si pratica la classica
attività fisica. Per i soggetti più giovani esistono
alternative alla palestra, come ad esempio attività
all'aperto in forma individuale, con opportuno
distanziamento, se non si tiene conto dell'importanza
delle relazioni sociali. Per i più anziani questo aspetto
è invece fondamentale. Oltre a garantire una
costante attività fisica, l'impegno del ballo di gruppo
consente di stimolare soprattutto l'attività mentale, la
memoria e gli affetti, mantenendo alto il morale
attraverso i rapporti interpersonali diretti, favorendo
naturalmente la stimolazione delle difese immunitarie.
La ripresa di queste attività assume quindi una
importante rilevanza, soprattutto nell'ottica della
prevenzione. L’imposizione governativa di stare
rinchiusi in casa, per garantire il distanziamento
sociale, non agevola, anzi rischia di causare
conseguenze peggiori. Per molti addetti ai lavori,
medici ed esperti sanitari, è addirittura un "suicidio".
Non è possibile scegliere di rimanere isolati dagli altri
come unica soluzione per combattere il virus, tenuto
conto che l'esperienza maturata in questi mesi di lotta
in prima linea ha consentito di capire meglio come si
sviluppa la malattia e che è possibile in maniera
classica fermarla ai primi sintomi, evitando le
complicazioni che invece sono state la causa di così
tanti decessi. Ovviamente per i soggetti anziani, che
hanno spesso altre importanti patologie, non si può
prescindere dal porsi il problema di garantirne la
necessaria tutela. Ecco perché è necessario
analizzare il rischio per porre in essere le opportune
azioni per eliminarlo o almeno ridurlo al minimo, come
comunque si dovrebbe fare per qualunque altro
rischio in qualunque luogo. Se in una scuola di ballo vi
è presenza di lavoratori dipendenti, è la legge che
impone la redazione di un DVR. Se invece si tratta di
Associazioni sportive, come ne esistono moltissime
diffuse sul territorio, non vi è alcun obbligo a
condizione che non ci siano lavoratori dipendenti, o
insegnanti che hanno un contratto di dipendenza, ma
ad esempio di co.co.co. È opportuno però che ci si
preoccupi di come affrontare situazioni
emergenziali, e quindi probabilmente prevedere
un piano di emergenza ed evacuazione, e la
formazione sul primo soccorso ed antincendio per i
collaboratori o eventuali soci volontari. In questa
prospettiva una scuola di ballo provvede ad
assicurare tutti gli associati, a richiedere una
certificazione medica sportiva, anche non agonistica,
a organizzare un piano d'emergenza con relativi
mezzi antincendio, tenere corsi di pura informazione
ai soci praticanti, ad acquistare attrezzature a norma
e apparecchiature di primo soccorso (defibrillatori), a
formare un numero congruo di collaboratori in materia
di primo soccorso e a richiedere al proprietario
dell’immobile la certificazione e la verifica dei controlli
periodici eseguiti sugli impianti. In regime di
emergenza da Covid19 è necessario fare di più, cioè
porsi anche il problema di come garantire il rispetto
delle direttive governative relative alle misure di
distanziamento sociale. Per molte attività sportive
questa condizione non è purtroppo realizzabile, in
quanto le competizioni spesso prevedono che gli
S CA UL OU LT A E E B A L L O
atleti siano in stretto contatto; per quanto ci si possa impegnare per superare questo punto, per molte discipline questo non è possibile.
Per le scuole di ballo, in particolare per quelle dove si pratica il ballo sociale di gruppo, il problema è certamente superabile.
Analizzando quindi tutte le condizioni, in cui gli allievi e gli istruttori si possono trovare durante lo svolgimento delle attività, è possibile
individuare le giuste soluzioni organizzative per consentire il regolare svolgimento delle lezioni in palestra.
Sarà sicuramente necessario contingentare l'accesso in sala, definendo un numero massimo, tenendo conto della distanza minima da
mantenere, ma anche dell'indice di affollamento, con particolare attenzione al ricambio dell'aria in funzione del tipo di impianto di
ventilazione, delle dimensioni dei locali, delle aperture esterne. Ma anche informare tutti i soggetti sui corretti comportamenti da
adottare formalizzando il tutto attraverso la sottoscrizione di dichiarazioni liberatorie. Garantire la disponibilità di uso dei dpi opportuni
(mascherine, guanti) e di idonei detergenti, oltre alla costante sanificazione dei locali.
Tutte azioni che possono essere fatte con piccoli impegni economici, ma che possono consentire la prosecuzione delle attività.
Particolare importanza rivestirà, durante la cosiddetta fase 2, la collaborazione con le autorità sanitarie locali, per quanto riguarda il
monitoraggio della "comunità" di associati che frequenterà i corsi, attraverso forme che, nel rispetto della normativa, saranno
formalmente concordate e autorizzate, al fine di segnalare tempestivamente eventuali casi di sospetto contagio. La riapertura di queste
palestre quindi è, non solo realizzabile, ma innanzitutto necessaria ed urgente, sia per poter garantirne la continuità, consentendo di far
fronte ai costi, spesso onerosi, derivanti da regolari e vincolanti contratti, ma anche nell'interesse più generale di attuare politiche
lungimiranti di prevenzione.
10 mt
4 mt
8 mq
10 mt
8 mq
capienza: 1 istruttore + 12 allievi
ES S AE LR UC T IE Z I E E B AB LA L OL O
dott.sa Valeria Ferrara
Attività fisica "ai tempi del Coronavirus"
Cambio di abitudini, notti insonni, orari
scombinati, e molto, molto, molto poco
movimento: in questo difficile periodo in cui
il mondo intero è coinvolto nella lotta contro
un nemico microscopico, ma decisamente
potente, sono queste le cose a cui la parte
più “fortunata” della popolazione deve far
fronte in questo momento.
Nulla, se paragonato a ciò che medici,
infermieri e personale sanitario deve
affrontare quotidianamente, ma comunque
invalidante nel nostro piccolo; ed ecco che
iniziano a comparire rigidità articolari,
limitazioni funzionali e fastidiosi doloretti
che si aggiungono al disagio del momento
storico. Il tempo certo non manca, e
mantenersi occupati con un po’ di
movimento giova a mente e corpo.
E allora…all’opera!!! Tiriamoci un po’ su,
mantenendoci tonici ed in forma con dei
semplici esercizi:
Skip sul posto: fare delle alzate assiali di
gambe, alternando dx e sx, portando più
che si riesce il ginocchio verso il busto.
Atterrare sulla punta del piede e darsi uno
slancio tipo saltello; questo esercizio allena
gambe, glutei e addome, ed inizia a
“scaldare” il corpo (dal momento che
difficilmente avremmo a disposizione lo
spazio per una corsetta).
Addominali bassi: sdraiati su un tappetino,
poggiare le braccia a terra, sollevare le
gambe tese, di 90° e tornare giù. Con
questo esercizio, si allena il terzo distale del
muscolo retto addominale; una variante per
lo stesso sono le “sforbiciate”: busto a terra,
sollevare le gambe tese di 45° e muoverle
alternatamente su e giù, facendo dei piccoli
movimenti di flesso-estensione delle anche.
Plank: partendo dalla posizione prona, si
poggiano gli avanbracci e le mani a terra, e
ci si solleva sulle gambe poggiando le punte
dei piedi. Mantenere la posizione più che si
riesce. E’ un esercizio isometrico, per il
potenziamento di gambe, addome e tronco,
nonché per l’equilibrio. Attenzione a non
mantenere troppo la posizione, poiché si
potrebbero sollecitare in modo scorretto i
trapezi, sollevando le spalle verso la testa,
come compenso per mancanza di forze.
Flessioni sulle braccia: anche qui si parte
dalla posizione prona, ci si solleva tenendosi
sui palmi delle mani e le punte dei piedi. Si
eseguono dei piegamenti sulle braccia,
scendendo a terra con il corpo. Questo
esercizio allena la muscolatura del dorso,
delle spalle e dell’addome; una variante per
alleggerire il carico sulle braccia, è quella di
eseguire i piegamenti sollevandosi sulle mani
e sulle ginocchia.
Squat al muro: poggiare la schiena al muro,
allontanare di circa 50 cm i piedi dal corpo e
flettersi sulle ginocchia (più si piegano le
gambe, più l’esercizio risulta difficile, ad
ogni modo non superare mai i 90° di
flessione del ginocchio, per non
sovraccaricare troppo quest’ultimo e le
strutture ad esso associate), e mantenere la
posizione per il tempo che si riesce. Anche
questo è un esercizio isometrico, per la
tonificazione di gambe e glutei, in
protezione di colonna poiché il peso del
busto è scaricato sul muro.
Ripetere tutta la serie dalle 3 alle 5 volte, e
non dimenticare di completare la seduta con
dello stretching.
Un buon esercizio di scarico ed
allungamento di tutto il corpo è la “postura
supina” come descritta dal metodo
“Mézières”. Si parte da supini, si sollevano le
gambe a 90° e si poggiano totalmente al
muro. Le braccia sono poste lungo il corpo,
con le scapole totalmente addotte e
ravvicinate alla colonna vertebrale, i palmi
delle mani direzionati verso l’alto, ed il
mento flesso sullo sterno; si eseguono delle
respirazioni profonde e si accompagnano le
espirazioni con delle spinte: spinta del sacro
contro il pavimento, delle scapole verso la
colonna, e del mento verso lo sterno.
Mantenere la posizione per il tempo che si
riesce, cercando di rimanervi per almeno 10
minuti. Buon lavoro e tranquilli: torneremo a
correre e ad abbracciarci presto!
Tricipiti brachiali: partendo dalla posizione
supina, poggiare le mani su un piano rialzato
ed i talloni a terra, e compiere dei
piegamenti sul gomito. Questo esercizio
allena la muscolatura posteriore del braccio.
C I N E M A E B A L L O
Elvis Presley - Jailhouse Rock - 1957
LS I AB LR UI T E BE A BL AL LO
L O
Adriano Celentano
MILANO ROCK
Successivamente con rara capacità organizzativa ed una entusiasmante passione
(supportato da alcuni amici competenti come il Maestro Galloni), realizzò il “ Festival
del Rock n’ Roll“ che si tenne sabato 18 Maggio 1957 al Palazzo del Ghiaccio di Via
Piranesi a Milano - primo evento Italiano nel suo genere - che si affermò come
innovativa “rottura“ verso il genere “melodico“ - in senso lato-del tempo, riferito sia
alla musica che al ballo; quell’inusuale palcoscenico segnò la strada di crescente
lustro per ballerini, competitori e Maestri della Scuola Milanese del Rn’R e B-W ed
inoltre, tenne a battesimo le brillanti carriere artistiche di Adriano Celentano ed
Enzo Jannacci, come di sicuro segnò quelle di Giorgio Gaber, Ghigo (Arrigo Agosti),
Clem Sacco, Guidone (Guido Crapanzano), Brunetta (Maria Brunetta Pacini), Ricky
Gianco (Riccardo Sanna), Baby Gate (Mina), Elio Cesari (Tony Renis), Betty Curtis
(Roberta Corti), Tony Dallara (Antonio Lardera), I due Corsari, I Camioni e Roby
Matano, Mario Pezzotta ed altri artisti... La parte “romanzata“ è solo frutto della mia
fantasia ma persegue abbastanza un “preciso filo conduttore“ dettatomi
personalmente della Sig.ra Marisa Oriani (1932 - 2013) conosciuta nel 2008 (in
quella occasione volle assolutamente che accettassi in dono una loro foto
autografata ed il suo Diploma ricevuto a Lyone nel ’56). Rammento che la Signora
Marisa mi invitò a casa sua e alla presenza di mia figlia ed il caro amico comune
Giancarlo “Micio“ Gatti, mi raccontò come un fiume in piena , di lei di Bruno e dei
loro percorsi di vita, dei traguardi raggiunti insieme (la sconfinata passione per il
ballo, le difficoltà per realizzare e provare la figura acrobatica di RnR da lui inventata
e per farlo in sicurezza utilizzarono il materasso di casa !!; l’esperienza in TV con
“lascia o raddoppia del ‘56“; il grande desiderio di scrivere la tesi per terminare
l’università; vincere tre campionati mondiali di Be-Bop e Rock n’Roll – in Francia - e…
di sposarsi entro il ‘58); sogni e progetti futuri legittimamente accarezzati dai due
giovani ballerini milanesi che un destino cinico e baro, cancellò la notte tra il 3 e 4
Aprile ’58 sull’autostrada Venezia-Milano dove furono coinvolti in uno spaventoso
incidente tra la loro automobile e un camion ! Marisa rimase ferita ma Bruno perse
la vita (erano di ritorno da Venezia e pronti per andare a Lione a difendere il titolo
per il ’58 ). Il fatidico incontro con questa donna ed il suo spontaneo potente
racconto, suscitò in me una sorta di tacito quanto incontenibile “ obbligo morale ”, di
fissare questo loro scorcio di vita e di sogni infranti, descrivendo il loro percorso
artistico ed umano, affinchè il caso gli potesse regalare una rivincita e, forse, una
ulteriore onirica possibilità di affermazione…! (il confronto ovviamente non regge,
ma mi piace assimilarlo a quanto asserì il grande “ Faber “ circa l’ispirazione ricevuta
da una tragica storia vera circa la sua “Canzone di Marinella“). Ringrazio il Sig. Boris
Guertler ( Presidente SAAR ) per avermi regalato la Prefazione e la OTMA Edizioni -
MI- 2017- per la pubblicazione ( a mie spese ) del Libro che ho presentato il
18/5/2017 nel locale milanese “ Spirit de Milan “ in occasione dei festeggiamenti del
60° del “ Primo festival italiano di Rock n’ Roll 18/5/1957 “, evento realizzato con il
patrocinio del Comune di Milano, Municipio 9.
A
N
D
Storia d’amore e di ballo, tra sogno e realtà, di
Bruno e Marisa due giovani ballerini milanesi,
raccontato di Michele Longo
L’opera si divide in due parti, quella “biografica“ che fa
riferimento a documenti dell’epoca oltre a notizie raccolte da
persone (più o meno loro coetanei) che li hanno conosciuti e
frequentati in quegli ambienti, che riporta la probante storia di
Bruno Dossena e Marisa Oriani, due giovani ballerini milanesi,
Bruno Dossena (milanese classe 1926, tragicamente scomparso
in un incidente automobilistico nel 1958) amava presentarsi
come “ballerino-geografo“, conosciuto nell’ambiente come
“Bruno Bughi“ che insieme alla sua fidanzata/ballerina Marisa
Oriani (conosciuta casualmente in un Dancing), insieme vinsero
ben 3 Campionati del Mondo; gli stessi animarono la gioventù
milanese dell’epoca poichè presi quasi a “modello“. Bruno,
grazie alla seconda grande passione della Geografia (dopo il
Ballo), fu selezionato e scelto a partecipare alla trasmissione TV
“Lascia o raddoppia“ di Mike Bongiorno nel ‘56 (in quella
occasione furono calorosamente invitati ad esibirsi in un Boogie-
Woogie) fu così che raggiunsero l’apice della popolarità (non
vinse il massimo del montepremi di 5.000.000 di lire, vinse
comunque bei soldini).
LOVE STORY
AS RA TL E U TE E B E A LB L AO
L L O
SPADO’ E LA
DANZA GITANA
di Marco Travaglini
“Spadolini con sfera in mano”, di Dora Maar 1935 (collezione Atelier Spadolini)
A R T E E B A L L O
“Spadolini nella Danza greca al Palais de Chaillot di Parig del 1946”,
di Joe Pazen, fotografo della rivista americana Life
(collezione Atelier Spadolini)
Alberto Spadolini
Ma chi è stato realmente
Alberto Spadolini?
Regista e coreografo del documentario
“Nous, les gitans” (1950), balla sulla Nato ad Ancona nel 1907, pittore per
musica tradizionale andalusa e rende un formazione al Teatro degli
omaggio originale e sperimentale alla
musicalità, alla danza e alla cultura
gitana. Si tratta di una docu-fiction senza
commenti o doppiaggio, le immagini e i
suoni parlano da soli.
Spadò, come lo chiamano i suoi amici, si
Indipendenti accanto a De Chirico e
ad Anton Giulio Bragaglia, Alberto
Spadolini emigra in Francia nei primi
anni '30, e grazie ad una lettera di
presentazione di Gabriele d’Annunzio,
viene assunto come decoratore da
mescola a carovane di famiglie gitane e
Paul Colin.
ne ritrae i balli, le voci, le musiche
Scrive Bragaglia: “In una esibizione
appassionate. Il documentario della
davanti ad amici danzò
durata di 25 minuti, restaurato nel 2011
dalla Cinémathèque française, è stato
presentato per la prima volta nel corso
della Rassegna “Toute la mémoire du
monde 2012” dal regista Martin Scorsese.
Nell’aprile 2020, a 70 anni dall’uscita,
selvaggiamente, esprimendo al di là
dei canoni scolastici, che gli erano
ignoti, un lirismo coreico sgorgante
primitivo e prepotente, dal suo istinto
di complesso artista plastico. Per
“Nous, les gitans” è stato offerto fortuna quella volta, fu visto
gratuitamente al mondo della cultura dall’impresario lirico del Casinò. Egli lo
internazionale grazie all’interessamento scritturò, come un fenomeno
di Emilie Cauquy, responsabile della artistico, inserendolo nei suoi
diffusione e promozione delle collezioni
della Cinémathèque française.
spettacoli.”
I giornali dell’epoca sono attoniti: “L’orchestra
attaccò le prime note della seconda Rapsodia di
Liszt … Spadolini, in pantaloni bianchi e maglietta,
si mise a ballare … presto, dal brusio si passò ad
un silenzio religioso. Fu un trionfo. All’impresario
che voleva immediatamente ingaggiarlo, Alberto
rispose divertito: ‘Ma non ho mai appreso a
ballare!’
‘Che importa, voi farete ciò che vorrete, non
dovete occuparvi d’altro!’ … Non aveva né
partitura, né costume, così debuttò vestito d’un
lenzuolo. Interpretò una danza antica e tutta la
poesia greca si materializzò nella sala in delirio”.
Nel giro di pochi mesi Spadolini diventa primo
ballerino del balletto dell'Opera di Monte-Carlo;
Mistinguett e Joséphine Baker se lo contendono
come partner al Casino de Paris; stella della scena
parigina danza con Serge Lifar, è amico di Jean
Cocteau, di Max Jacob, di Paul Valéry e di Maurice
Ravel; oggetto d’amore di Marlene Dietrich e Dora
Maar; è il ‘cattivo ragazzo’ in “Le Jour se lève” il
celebre film di Carné.
Ma Spadolini è anche pittore, scultore, cantante,
scrittore, attore, agente segreto antinazista. Nel
dopoguerra è regista di “Rivage de Paris”,
documentario con Django Reinhardt e Suzy
Solidor.
Morì nel 1972, il suo appartamento di Parigi fu
svaligiato e, solo di recente i suoi archivi furono
parzialmente ricostruiti.
Oggi fra i suoi fans c’è sir Elton John che conserva
in salotto la fotografia di Spadò scattata da Dora
Maar nel 1935, e il regista Pupi Avati che ha
apprezzato le sue molteplici doti artistiche dando
così le motivazioni per la realizzazione del
documentario “Spadò, il danzatore nudo”, del
2019 (durata 50 minuti) dei registi Riccardo De
Angelis e Romeo Marconi.
Marco Travaglini, nipote dell’artista, ha
omaggiato lo zio con il romanzo “Alberto
Spadolini, galeotto fu il lenzuolo. Arte, amore e
spionaggio nella Parigi anni ‘30” (Youcanprint
Edizioni, 2019).
Il lavoro eterogeneo e pioneristico di Spadò è
visibile anche sul sito Bolero-Spadò
www.albertospadolini.it.
Nous, les gitans
Alberto Spadolini
France / 1950 / 24:25
Avec Henri Benhamou, Rosita
Duran, Francisco Grande, Line
Monty, Alberto Spadolini.
https://www.cinematheque.fr/
però, dal suo pubblico. La nostra intervista inizia come se fosse
vivere questo momento come ricerca, riflessione, ripartenza.”
lavori. Dalla sua prima Opera, “La Traviata”, nella parte di
“Violetta”, o nel suo recentissimo debutto del primo ruolo
A R T E E B A L L O
Marily Santoro
S O P R A N O , A R T I S T A C A L A B R E S E
questo periodo, durante il quale i Teatri, le scuole, e molti Enti
In
sono chiusi, per via dell’assassino invisibile, raggiungiamo
lirici
“Il contatto con il pubblico, il suono dell’orchestra, l’emozione della
prima prova d’assieme, il profumo del palcoscenico. Sentito ciò ,
mi fermo, rimango senza parole. Pensavo al suono degli
strumenti che si accordano tra di loro, al rumore della
bacchetta del direttore d’orchestra sul leggio; penso a quella
sensazione di ebbrezza che si percepisce stando sul
palcoscenico, ed a quanto possa mancare tutto ciò ad
un’artista.”
d i G i o v a n n i B a t t i s t a G a n g e m i
telefonicamente l’artista Marily Santoro, soprano, giovane artista
Calabrese, che ha già all’attivo molte esperienze in vari
Teatri,
Immagino Marily, dall’altra parte del telefono che, mentre
diretta da illustri direttori d’orchestra e registi celebri del
risponde alle mie domande, si rivede nei suo viaggi e nei sui
panorama lirico; una semplicissima ragazza calabrese molto amata,
una conversazione tra amici, Lei da una parte molto disponibile
Mozartiano come “Contessa” nelle Nozze di Figaro, all’interno del
alla conversazione , io dall’altra parte del telefono, incantato nel
Teatro Carlo Goldoni di Livorno; alla sua Tournée in Cina con il “
parlare:
sentirla
Ciao Marily, Come stai?
Pucciniano del Torre del Lago”, lei nel ruolo di “Leonora”
Festival
Teatro G. Verdi di Trieste; la vedo danzare nel ruolo di Monica
al
ne “ La Medium” di Giancarlo Menotti al Teatro Pavarotti di
Modena o, ancora di più, al suo debutto nella Norma di V.
apre la conversazione sorridendo, cercando di trovare il
Marily,
“Bene!!! Mi alzo presto
quarantena.
Bellini, presso il Teatro dell’Opera di Sophia in Bulgaria, replicato
ogni mattina, cerco di tenermi in allenamento con il fiato, audio,
nuovi ruoli e cerco di godermi la mia famiglia; dato che sono
spesso lontana da loro, guardiamo spesso insieme le opere
trasmesse in tv! Personalmente cerco, anche spiritualmente, di
nella sua città natale lo scorso novembre. Ed io, che rimango
poi
del suo parlare, seguendo con attenzione le sue
entusiasta
e la sua brillante carriera, che di sicuro lascia ben poco
parole
tempo ad altri
impegni, non posso che ringraziarla per avermi
positivo in questo periodo di
faccio di sfuggita un’ultima domanda:
Quali sono le caratteristiche che deve avere un buon
cantante ?
concesso del tempo per questa intervista. Prima di salutarci le
grande prova; vedo in tutto ciò, però, molta compattezza nel-
l’essere uniti e ricominciare più forti di prima. Non si può
“Buon ascolto, una buona cultura di base, tanta determinazione
,e… e non per ultima ma l’elemento più importante di tutti,
tanta umiltà"
Credo che, per tutti gli artisti e per i teatri, sia un periodo di
cancellare l’Arte, fa parte del nostro DNA, siamo cresciuti nella
bellezza e non se ne può fare a meno.
Cosa ti manca di più in questo periodo?
Sono certo che questa nostra conversazione stimolerà ancora di
Te.
Carissima Marily, è stato un immenso piacere parlare con
più la voglia di conoscere e di sentire dal vivo la tua voce.
A R T E E B A L L O
KASPAR
CAPPARONI
VINCITORE NEL
2011 DI
“BALLANDO CON
LE STELLE”
ATTORE
STRAORDINARIO
AMATO DAL
PUBBLICO
SOPRATTUTTO
FEMMINILE
d i W a l t e r G a r i b a l d i
foto: Danilo Piccini
A R T E E B A L L O
"SOPRAVVIVO AL COVID-19 GRAZIE ALLA MIA FAMIGLIA"
Protagonista delle fiction dagli ascolti più alti, tanto per la Rai tanto per
Mediaset (Rex per quattro stagioni, Capri per due stagioni, Donna
Detective per due stagioni, Elisa di Rivombrosa, Incantesimo, Solo per
Amore, ecc, ecc), ha sempre messo a disposizione la sua acclarata
professionalità interpretando personaggi dai diversi risvolti psicologici,
donando loro sfaccettature piene di conseguenze e colori ; fornendo,
insomma, alla dimensione stessa d’attore, il ruolo e la dignità che merita.
Kaspar ama divertirsi e stupire intrattenendo, ed ecco il motivo per il
quale adora i Talent Show che possano porgli rinnovati stimoli ed obiettivi.
È da leggere sotto quest’ottica, la sua partecipazione a “Tale e Quale” nel
2013, che continua a mostrarlo camaleontico e poliedrico, divenendo di
fatto, una delle rivelazioni del programma. Così come l’ultima edizione de
“l’Isola dei Famosi” su Canale 5, dove è arrivato in finale dopo due mesi di
reale sopravvivenza, cimentandosi con successo nella pesca, sfamando
l’intero gruppo dei “naufraghi” per gioco. Ricordiamo ancora le molteplici e
fortunate esperienze in palcoscenico a firma dei migliori Registi e con
personaggi platealmente considerati ardui, affrontati con una stoica
dedizione e serietà. L’ultima fiction “Rosamunde Pilcher: l'eredità di nostro
padre” prodotta dalla Germania e per il mercato internazionale, andata in
onda su Canale 5 a settembre 2019 è appena stata replicata battendo gli
ascolti de “La vita in diretta”. Prima dell’obbligata quarantena stava
partendo per Malta in veste di protagonista di un film per il cinema ed era
in tournée, registrando il tutto esaurito, accanto alla collega Laura
Lattuada. Adesso riusciamo finalmente ad incontrarlo …
Ciao Kaspar, come stai trascorrendo questo isolamento forzato?
Lo sto trascorrendo come tutte le famiglia italiane, chiuso in casa con
mia moglie e i miei quattro figli. Devo dirti che è un periodo utile a tutti
noi, perché possiamo passare molto più tempo insieme, rispetto a prima.
Io poi, vivendo fuori Roma, sono agevolato perché ho un bel giardino
dove possiamo uscire e fare anche un pò di esercizio fisico.
foto: Danilo Piccini
Kaspar, prima della pandemia tu eri impegnato in teatro con uno
spettacolo molto divertente di un autore spagnolo. "Quegli strani
vicini di casa", con Laura Lattuada, Emilio Fontana e Clizia Fornasier.
Per un lavoratore dello spettacolo, quali rischi secondo te, sta
correndo il settore?
Questa interruzione per tutti noi è un vero dramma. Se prima il teatro era
un'attività molto rara da fare, oggi c'è anche l'incapacità di gestire questa
emergenza. Noi, lavoratori dello spettacolo, siamo una delle categorie
dimenticate nei vari decreti. Oggi credo che la colpa sia solo nostra, della
categoria, perché siamo incapaci di rappresentarci, di presentare i nostri
problemi; poi mettiamoci anche i sindacati che ci rappresentano, i quali
diventano afoni di fronte alle istituzioni, tutto questo però è colpa nostra,
nostra di noi attori che abbiamo un ego spropositato e quindi crediamo che
molte cose a noi non possono capitare... Invece eccoci qua...
Kaspar, "Il cinema non si ferma". Che cos'è questa commedia alla
quale stai lavorando e girata ai tempi del corona virus?
Il progetto nasce dalla follia di Ruggeri, un giovane produttore, che mi ha
chiamato per propormi questo lavoro, coinvolgendo mia moglie; un racconto
a due in periodo di quarantena. La cosa bella è che tutto è stato fatto a
distanza, ogni protagonista ha raccontato la propria quarantena. La cosa
divertente è che per realizzare i miei 10/12 minuti ho impegnato tutti i mei
figli, sotto la direzione del regista, ho fatto fare al maggiore l'operatore, al
mediano il ciacchista, e al più piccolo il fotografo di scena , mentre io e mia
moglie Veronica abbiamo raccontato la nostra storia. Oltre a noi comunque ci
sono anche altri attori, Nicolas Vaporidis, Remo Girone, Karin Proia, e molti
altri.... Il ricavato del progetto va tutto in beneficenza, alla Protezione Civile,
che tanto sta facendo in questo periodo molto particolare...
foto: Danilo Piccini
Kaspar cosa ti manca di più in questo periodo di quarantena?
Gli abbracci... Il calore umano, incontrare gli amici, i parenti mia sorella.
Il contatto fisico, Io sono una persona iper affettuosa, mi è mancato questo.
Mi raccomando, nulla deve abbatterci... forza che ce la faremo...
S T O R I A E E B A A L L L O
di Pina Delle Site
L’arrivo della bella stagione spesso è intesa,
nell’immaginario collettivo e non solo, come
propiziatorio di cose belle, positive, ed è una sorta di
rinascita per tutti; anche la danza accompagna
l’andamento delle stagioni e ne segue gli umori, tanto
che al mese di maggio è dedicata una danza molto
significativa e tradizionale: la “danza del palo di
maggio”.
Danza e stagioni:
il palo di maggio
Essa ha radici antiche, sembra essere nata nell’antichità nei
Paesi del Nord Europa, forse Germania, per propagarsi e
diffondersi soprattutto nel Medioevo in tutti i Paesi celtici,
in Francia ed in alcune zone anche in Italia. Il palo di maggio,
che secondo alcuni storici è “l’antenato” del palo della
cuccagna, è un palo arricchito di decorazioni, in genere
nastri e fiori, che ci ricorda un albero, simbolo della natura,
della forza, della fertilità (che può riferirsi tanto ad un
raccolto rigoglioso, quindi augurio di ricchezza, che al
concepimento di nuove vite), della rigogliosità, della
rinascita, nonché della natura e del legame indelebile tra
essa e l’uomo e tra l’uomo ed i propri antenati; la danza del
palo di maggio si può intendere, quindi, sia come un vero e
proprio rito propiziatorio, come un rito di saluto e di
benvenuto alla nuova stagione. L’aspetto interessante di
questa danza è che c’è un vero e proprio rituale di
preparazione alla danza stessa, senza il quale essa non
potrebbe essere intesa: bisogna infatti procurarsi un albero
e, nello stesso tempo, preparare il luogo dove l’albero sarà
portato e dove si eseguirà la danza, e preparare tutte le
decorazioni che serviranno a rivestire l’albero stesso; il
primo compito spetta al gruppo di uomini, rappresentando
essi la virilità, che devono procacciarsi e tagliare un albero
giovane, mentre saranno le donne ad occuparsi delle
decorazioni ed a preparare una buca nel terreno dove
l’albero sarà poi fissato; aspettando gli uomini, le donne poi
formeranno un cerchio intorno alla buca, che verrà aperto
quando essi arriveranno con l’albero per poterlo dunque
fissare nel terreno e decorarlo con nastri, fiori ed una
ghirlanda fissata in cima ad esso; simbolicamente il cerchio
delle donne che si apre, accogliendo gli uomini, è una sorta
di anticipazione che simboleggia l’atto che porterà
concepimento, e quindi augurio di fertilità, che sarà poi
replicato da vero e proprio passo di danza che andremo a
descrivere.
il primo compito spetta al gruppo di uomini, rappresentando
essi la virilità, che devono procacciarsi e tagliare un albero
giovane, mentre saranno le donne ad occuparsi delle
decorazioni ed a preparare una buca nel terreno dove l’albero
sarà poi fissato; aspettando gli uomini, le donne poi
formeranno un cerchio intorno alla buca, che verrà aperto
quando essi arriveranno con l’albero per poterlo dunque
fissare nel terreno e decorarlo con nastri, fiori ed una
ghirlanda fissata in cima ad esso; simbolicamente il cerchio
delle donne che si apre, accogliendo gli uomini, è una sorta di
anticipazione che simboleggia l’atto che porterà
concepimento, e quindi augurio di fertilità, che sarà poi
replicato da vero e proprio passo di danza che andremo a
descrivere. La danza si svolge generalmente con due cerchi,
uno formato dagli uomini ed uno dalle donne, che si muovono
uno in senso orario ed uno in senso antiorario intorno
all’albero ornato di nastri, di cui ogni componente dei due
cerchi tiene in mano un’estremità (generalmente è bianco,
simbolo di purezza, il nastro delle donne, e rosso, simbolo di
virilità quello degli uomini); muovendosi in senso opposto,
uomini e donne incrociano i propri nastri, generando un
movimento della corona posta in cima all’albero,
verso il basso e verso l’alto, che rappresenta il passo sopra
accennato, il quale simula l’atto del concepimento già
preannunciato, in fase di preparazione alla danza, dal cerchio
delle donne che accoglie quello dell’uomo. Quando la corona
cadrà sul terreno, e dunque la danza può dirsi terminata, il
sacerdote la benedirà e la brucerà perché il fuoco è simbolo
del flusso energetico che darà vita alle finalità propiziatorie.
Di questa danza esistono anche delle varianti, come “la danza
del fiore” e “la danza del ragno”; la prima si svolge sempre con
i due cerchi formati rispettivamente da uomini e da donne,
che si muovono in senso opposto e sempre tenendo in mano
l’estremità del nastro, che quando si incrociano si spostano, la
donna verso l’esterno e l’uomo verso l’interno, simulando così
il corteggiamento tra i due sessi; la seconda, invece, si svolge
con il cerchio delle donne all’interno, ferme, che danno le
spalle agli uomini e stringono le estremità del nastro sul petto;
l’uomo girerà intorno alla donna che ha di fronte, sul lato
sinistro, e poi passerà a ruotare in senso orario, intorno alla
dama vicina e così via. Qualsiasi passo si esegua intorno al
palo di maggio, non vi è una musica particolare o dedicata che
accompagni la danza; il tutto, infatti, è scandito unicamente
dal suono di un tamburo celtico a ritmo del quale ci si muove.
Da tutto ciò si può quindi dedurre anche il motivo per cui,
come si accennava, l’albero di maggio sia considerato
l’antenato del palo della cuccagna, in cima a cui ci sono doni
appetibili a cui mirare ed a cui ambire, sfoggiando la propria
virilità, in questo caso, nella sfida ad un palo insaponato … c’è
da dire però che la stessa virilità si manifesta, intorno al palo
di maggio, con un rituale meno “feroce”, forse meno bramoso,
ma più etereo, più delicato o forse, si passi il termine, più
educato verso ciò che è il “premio” finale…e forse perché
ancora una volta è la danza che fa la differenza!
un teatro che cambia costantemente le sue
Esiste
di azione riappropriandosi dei contesti sociali
strategie
difficili, cercando di ridurre le distanze fra gli esseri
più
promuovendo il dialogo e lottando contro le
umani,
di esclusione. Citando Nietzsche “Solo gli artisti, e
logiche
quelli del teatro, hanno dato agli uomini
specialmente
e orecchi per sentire e vedere con un certo piacere
occhi
che ognuno sente in sé, vive in sé e vuole in sé”.
quello
progetto di formazione “Il corpo scenico” è ideato dal
Il
Proskenion di Reggio Calabria, nasce nel 2016 e
Teatro
il suo percorso di ricerca sulle diverse possibilità
sviluppa
che il linguaggio teatrale offre. Dal corpo alle
espressive
dall'uso del dialetto a quello di strumenti
maschere,
l'atto di esporre, rappresentare situazioni,
musicali,
e fatti storici viene veicolato dagli spettacoli e
vicende
ricerca antropologica che la compagnia continua
dalla
esplorare. Partecipare al progetto formativo significa
ad
direttamente le tecniche, il lavoro e la
incontrare
usata dagli attori della compagnia nei loro
metodologia
e nel loro percorso di ricerca individuale.
spettacoli
artisti formatori coinvolti sono:
Gli
Brusco, che si forma nel panorama della musica
Nando
percorso esistenziale e di studi sui tamburi e, nel
proprio
avvia la collaborazione con il Teatro Proskenion;
2015,
Berazzi, che lavora come CantOra attrice,
Mariangela
e musicista. Napoletana, vive in Umbria;
cantante
Battista Gangemi, è educatore professionale,
Giovanni
docente di DanceAbility, esperto in DMT,
poeta,
e coreografo. Si occupa della ricerca e della
danzatore
del movimento e della DanceAbility e conduce
pratica
di integrazione della persona con disabilità.
progetti
tra scuole, teatri, e organizzazioni del terzo
Opera
come conduttore di laboratori di teatro danza;
settore,
Mercurio, Direttore del teatro Proskenion, si
Vincenzo
di regia; Nino Racco che si forma come attore a
occupa
negli anni ottanta. Decisivo è l’incontro col maestro
Roma
Grotowski che segnerà fortemente la sua
Jerzy
Fra il 1989 ed il 1990 fa rifluire la ricca
formazione.
professionale in una ricerca che lo condurrà
esperienza
radici della teatralità meridionale: la riscoperta della
alle
del cantastorie;
figura
Votta, che vede muovere i suoi primi passi nel
Giulio
del teatro e dello spettacolo fin da adolescente;
mondo
di sedici anni inizia il suo percorso di studio e
all’età
con una compagnia di teatro per ragazzi a L’Aquila
lavoro
spaziando in seguito dal teatro di strada al
(L’uovo),
classico e contemporaneo. Importanti i suoi studi
teatro
clown, che lo hanno condotto alla ricerca di spazi
sul
Teatro Proskenion è stato fondato nel 1989 a Reggio
Il
Composto da attori di teatro, intellettuali, artisti
Calabria.
diversa provenienza e formazione, Proskenion svolge
di
artistiche, di ricerca, rassegne internazionali di
attività
iniziative nel campo sociale, attività di rete,
teatro,
di mostre fotografiche, audiovisive e
produzioni
Ha collaborato con l’ISTA (International
multimediali.
of Theatre Anthropology) dal 1995 per lo
School
delle attività dell’Università del Teatro
svolgimento
coordinando e realizzando le sessioni annuali
Eurasiano,
fondata e diretta da Eugenio Barba in
dell’Università,
Dal 2000 ha stabilito un protocollo d’intesa con
Italia.
di l’Aquila (Dipartimento di studi teatrali), per
l’Università
studio della drammaturgia, dell’arte del racconto orale,
lo
maschera e dell’improvvisazione. Dal 2013 la
della
ha prodotto i seguenti spettacoli: “Naples”,
compagnia
‘a pistol down”, “Il Gatto e la Luna”, “La guerra di
“Levate
“Rosetta Malaspina, “Ovvero da un punto
prima”,
“Viviani dalla vita alle scene” ispirata
dell’eternità”,
di Raffaele Viviani con la Piccola
all’autobiografia
Vivianea di Campobasso, “Salsi Colui. Storie
Orchestra
con l'Ensemble Proskenion, “’O Megalomén”. Dal
sepolte”
ha coordinato diversi progetti di teatro sociale e di
2007
giovanile come “Sguardi di Strada” e “Un
aggregazione
per la memoria”, in collaborazione con “Casa
ponte
Felicia e Peppino Impastato”, dando vita allo
Memoria
“Lo Specchio e il Silenzio”. Dal 2015 ha
spettacolo
la Rassegna di Teatro e Danza
organizzato
“ScillaFest”. Nel 2018 sono iniziate delle
contemporanea
nel Borgo di Bova (RC), dove avverrà la seconda
attività
della Residenza “Il Corpo il Scenico”
edizione
www.proskenion.it
P R O G E T T O E B A L L O
PROGETTO DI FORMAZIONE
Il Corpo
scenico
Teatro Proskenion di Reggio Calabria
D I G I O V A N N I B A T T I S T A G A N G E M I
del folk.
Inizia così, nei primi anni duemila un vero e
performativi diversi e di azioni nel sociale.
A T T U A L I T A ' E B A L L O
Kataklò Athletic Dance Theatre
compagnia italiana di danza acrobatica fondata nel 1996 - Mostra fotografica "Scatti di Danza " 2013
C U C I N A E B A L L O
Carpaccio di Salmone
Disponete le fettine di pesce su di un piatto da portata.
Mettete in una piccola ciotola l’olio e il limone, salate e
aggiungete il pepe a piacere, dopodiché sbattete il
condimento con una forchetta per miscelare al meglio i
diversi ingredienti. Versate poi il condimento sulle fettine
di salmone e servite.
PIATTI SANI
IN QUARANTENA
foto di Danilo Piccini
Insalata Araba
Prezzemolo, menta, bulghur (grano essiccato e triturato),
cipollotto, pomodoro, sale, succo di limone, olio.
Lavare molto bene il prezzemolo e la menta. Staccare le foglie
di menta e tritarle molto fini. Fare lo stesso con le foglie di
prezzemolo, a cui avremo tolto i gambi. Unire il cipollotto
tagliuzzato finemente. Questa operazione va fatta con una
mezzaluna.
Versare le erbe in una ciotola e mescolarvi qualche cucchiaione
a piacere di bulghur. A questo punto condire con sale, olio e
succo di limone abbondante e girare bene.Tagliuzzare il
pomodoro e adagiarlo al centro dell'insalata. Far riposare il tutto
in frigorifero minimo un'oretta, è un passaggio essenziale
perche' il bulghur deve assorbire il condimento, gonfiarsi un
pochino ma soprattutto ammorbidirsi.
stretching to antiquity. Significant changes occurred with the
discovery of the New World and the introduction of potatoes,
tomatoes, bell peppers and maize, now central to the cuisine
but not introduced in quantity.
Trancio Tonno al Sesamo
Tonno Fresco, sale, pepe, olio, semi di sesamo, salsa di
soia, aceto.
Prendete una terrina capiente di vetro e adagiatevi i
tranci di tonno, inumidite con la salsa di soia, olio extravergine
di oliva, un cucchiaio di aceto balsamico in
crema, un pizzico di sale e lasciate il tonno marinare in
questo intingolo per quindici minuti. Quando il tonno ha
preso colore estraetelo dalla terrina mantenendo il fondo
della marinata, e passatelo in un piatto pieno di semi di
sesamo. Schiacciate bene il tonno con i polpastrelli delle
dita da tutti e due i lati per fare aderire i semini alle
strutture del filetto. Prendete ora una padella
antiaderente, versate un filo di olio e quando diventa
caldo scottate il tonno da tutti e due i lati, assorbite un
po’ di salsa di marinatura e procedete alla cottura, più
minuti se lo volete ben cotto, solo due minuti se vi piace il
sapore crudo all’interno. Servite in tavola su un letto di
insalata a foglie larghe o affettate i tranci di tonno al
sesamo come una tagliata.
TS E S
A N A
L D L
U U
E T N T
E Z
E E A E BE B A B A
L A L LO
O
L O
MASCHERINE:
@LA_CHIC_BOHEMIAN
Appena passato il periodo delle sfilate di moda e
del Carnevale, del travestimento e delle
rivelazioni, ma qualcosa ancora oggi rimane: la
maschera.
Dietro una passerella della Fashion Week di
Milano si anima un team di attori non
protagonisti, costumisti, designer, grafici, art
director, tutti studiano una commedia da mettere
in scena e più questa è disordinaria più resterà
impressa. Chi ha memoria non dimentica le
performance di Alexander McQueen che, durante
una sfilata, fece recapitare al pubblico autentiche
maschere definendo la vita stessa un eterno
Carnevale.
A Venezia va in scena il Carnevale tra balli del
Doge, della Mascherada e del Tiepolo, ed ognuno
ha in mano la licenza di essere chi vuole per un
giorno.
PILLOLE DI STORIA
Nel 17mo secolo, la maschera, era riservata ai
medici che si vestivano da testa a piedi per
difendersi dalla peste bubbonica; in tutta Europa
scoppiò una vera e propria pandemia, come oggi,
con il coronavirus.
I medici indossavano un cappotto ricoperto di
cera profumata, calzoni alla zuava legati agli
stivali, una camicia infilata nei pantaloni, cappello,
occhiali e guanti e, per finire, la bauta. Questa
maschera dal becco lungo e ricurvo conteneva dei
profumi, erbe come mazzolini di fiori, incensi e
piante aromatiche che alleviavano l’odore acre
dei morti e degli infettati e pare anche che fosse
un antibatterico naturale.
Certo, al tempo credevano che la peste si
diffondesse attraverso l’aria, a loro dire,
avvelenata.
Fa strano pensare la somiglianza con la peste, per
cui la trasmissione avveniva tramite le goccioline
liberate dagli starnuti o dai colpi di tosse e si
moriva per la polmonite.
Utilità o Tendenza?
UTILITA' O ACCESSORIO?
le maschere viso
hanno avuto un
incremento del
147%
“Oggi non è più
una scelta ma un
dovere morale.
Allo stesso tempo
possiamo seguire
i dettami della
moda ...”
https://www.mariannabonavolonta.com/
MUST-HAVE CONTEMPORANEO
da Sanremo al Coronavirus
Dall’esposizione mediatica incontrollabile alla
tutela pubblica del proprio essere il passo è
sempre più breve, lo racconta bene la maschera
indossata dal rapper Junior Cally
paradossalmente per proteggersi dalla
popolarità, peccato che poi abbia deciso di
toglierla poco prima della pandemia.
Qualcuno invece questo accessorio non lo toglie
mai, ed è il caso di Miss Keta che si nasconde
dietro la maschera per poter dire la sua, o almeno,
questo è quello che ha dichiarato quando le è
stato chiesto il perché della sua mascherina.
Non vorrei diventassimo ora tutte maschere di
Carnevale irriconoscibili per avere il coraggio di
essere noi stesse.
Dall’Ansa si legge che sul motore moda, le
maschere viso hanno avuto un incremento del
147% dopo che Billie Eilish ha indossato la
mascherina di Gucci ai Grammys; in Italia Fedez e
i due cantanti a Sanremo ( Keta e Cally ) hanno
aperto le porte al fenomeno.
SU LA MASCHERA
Dobbiamo abituarci ad indossare la mascherina,
su questo non si discute.
Che sia home made, acquistata in farmacia o
scelta tra le tendenze fashion style, dobbiamo
iniziare a procurarcene tante, ed avere una scorta
come si fa con la salsa di pomodoro o con il
vasetto di tonno in casa.
Oggi non è più una scelta ma un dovere morale.
Allo stesso tempo possiamo seguire i dettami
della moda e di quegli stilisti che l’hanno
sdoganata come accessorio chic e glamour per
ogni occasione.
E allora via libere alle maschere, tante, diverse,
per ogni occasione, da Gucci a Fendi, da quelle in
pizzo alla bandiera italiana o in tinta con il
costume modello trikini, quelle con materiali
riciclati o dalle stampe più estrose.
È come se assumessimo la personalità ed il
carattere della maschera che decidiamo di
indossare e, finché non decidiamo di toglierla per
rivelare la nostra vera identità, siamo chi
vogliamo essere ogni giorno della nostra vita.
.
N A K E - U P E B A L L O
Il Trucco non
Trucco
Si dice che dopo la notte inizi un nuovo giorno...
Oggi vi propongo un trucco molto pratico, in
quanto si può effettuare sulle donne di
qualsiasi età ed etnia; parliamo di un
maquillage che c'è ma non si vede o in termini
più tecnici "nude". Un make-up che si
percepisce sul volto di una donna, senza un
eccesivo utilizzo del colore, adatto a
qualsiasi occasione e che, con piccoli
cambiamenti, può essere trasformato per
una determinata occasione. Sarà necessario
iniziare con una pelle pulita e ben idratata;
questo implica una detersione del viso con un
latte detergente , un risciacquo con abbondante
acqua fredda che aiuta a tonificare, dando uno
stimolo maggiore ai vasi sanguigni della nostra
pelle, rendendola più rosea e turgida. Eseguita la
detersione, asciugate e rinfrescate con un
tonico. Importante: prima dell' inizio del
nostro operato usate una crema veicolante
ed una crema liquida che aiuterà ad
idratare in profondità, evitando che la pelle
diventi oleosa o lucida. Ricordiamoci che
quando ci dobbiamo truccare, dovremo dare
alla nostra pelle luminosità e leggerezza,
evitando che assuma un aspetto cereo o
pesante. Inizieremo, dunque, utilizzando un
primer che ci aiuterà a fissare il trucco sulla
pelle; per questo tipo di trucco, consiglio una
crema colorata, oppure, se non siete in possesso
della crema colorata, la potrete fabbricare voi
stessi con un fondotinta, miscelandolo con un
poco di crema idratante; una volta miscelata sul
dorso della mano o su una apposita palet, la
distribuiremo su tutto il viso con l'aiuto di un
pennello o di una spugnetta di lattice inumidita;
controllate di sfumare anche sul collo, per
evitare demarcazioni visibili e per dare, in
questo modo, un aspetto più naturale, senza
creare differenze tra viso e collo.
Con un veloce picchiettamento su tutto il viso,
fate aderire il fondotinta, e controllate se è
necessario applicarlo anche sulle orecchie.
Ricordate che il fondotinta andrà scelto tenendo
conto del vostro decolté: provarlo, infatti su di
esso quando lo andrete ad acquistare poiché, di
solito, la pelle del decolté é sempre meno
esposta alla luce e tende ad essere meno esposta
ai raggi solari e, di conseguenza esso sarà meno
colorito del viso. Per quel che riguarda le
occhiaie, invece, con un pennellino piatto e un
pò di correttore chiaro dovrete intervenire dove
cade l'ombra scura dell’ occhio, fino a far sì che
quell'ombra scura, le occhiaie insomma, si
attenui o sparisca del tutto. Una cipria neutra,
compatta o in polvere libera , ci aiuterà a fissare
la nostra base e dovrà essere applicata con un
piumino di velluto praticando una lieve
pressione sul viso. Con un fard scuro andremo
a delineare lo zigomo, creando una
ombreggiatura sul vostro viso, che sembrerà più
scavato; poi, con uno spazzolino ed un fissatore
per le sopracciglia, pettinate queste ultime,
sversando il pelo e portandolo verso l'alto ; ciò vi
aiuterà a creare apertura all' arcata
sopraccigliare. Se vi piace un look più intenso,
potrete riempirle con un pò di matita biondo
cenere, chiaro o scura dipende dalla tonalità del
vostro pelo, oppure un ombretto specifico per
sopracciglia. Per iniziare a truccare l'occhio, vi
voglio ricordare che esso si divide in due parti:
una mobile e una fissa, per la quale avremo
bisogno di un pennellino piatto e stretto, intriso
di un ombretto chiaro a vostro piacimento senza
creare troppo distacco con la tonalità della pelle
della vostra palpebra mobile; fate aderire
l'ombretto con l'aiuto del vostro polpastrello;
l'uso del polpastrello vi aiuterà a creare un
effetto più compatto ed uniforme.
il make-up
di
Maury Menga
Potreste utilizzare sulla palpebra, al posto dell'
ombretto, anche un correttore chiaro, che è un
prodotto in crema, l'importante è che lo fissiate
con un po' di cipria; in tal modo non si formerà
un addensamento di prodotto. Per creare
intensità nello sguardo, vi consiglio una matita
nera infracigliare, con cui andrete a riempire gli
spazi vuoti che ci sono tra le ciglia. Questo
donerà una maggior continuità della rima
cigliare, creando una certa intensità sull'occhio
ed un maggior effetto ottico di infoltimento delle
ciglia. Poi, con l'aiuto di un pennellino piccolo e
piatto, intriso di ombretto nero, andate a
sfumare la rima cigliare; fisserete, in questo
modo, la vostra matita, dando così maggior
intensità allo sguardo. Con un ombretto
marrone opaco delineate meglio la divisione
dell' occhio, dopo di che sfumatelo verso
l'esterno e verso l'alto; questo vi aiuterà ad
aprire la palpebra, ammorbidendo la ptosi
palpebrale, cioè la tendenza della palpebra fissa
ad andare verso il basso. Fate in modo che non
si veda dove inizia e dove finisce la sfumatura
dell'ombretto marrone opaco (si tenga presente
che parliamo sempre di un trucco nude). Infine,
un abbondante utilizzo del mascara sarà il tocco
finale. Se volete, con utilizzo dell’ ombretto
marrone opaco andate a creare una sfumatura
sotto l'occhio; ciò vi darà un effetto di
ingrandimento dello stesso e, al suo interno,
potrete utilizzare una matita color burro per
illuminare ed aprire. Per le labbra utilizzeremo
una matita neutra, con cui disegneremo le
labbra, senza demarcarle troppo e le potremo
riempire con la stessa matita, oppure con un
rossetto della stessa tonalità. Per dare maggiore
morbidezza alle labbra, potreste utilizzare un
lucidalabbra trasparente oppure un po' di burro
di cacao da applicare sopra al riempimento
eseguito in precedenza. Una volta finito il tutto,
se vi vedrete troppo monocolore, potrete
utilizzare un fard pesca o rosa sullo zigomo per
dare un tocco di salute.
Foto di Michele Ricci e Eolo Perfido Studio
H A I R E B A L L O
I capelli per
l'estate
2020
di
ERNESTO
BIAGETTI
"Ritorno
agli anni
'80"
"Il mood sarà
sicuramente
Natural"
Ci sono, infatti, diversi tipi di espressione: la ragazza che vuole giocare ed
osare con i capelli, sceglierà dei colori particolari; per colei che ha
voglia di osare con delle fantasie multi level, ci sono dei toni rosa pastello o
dei brown rose… tutto sempre adeguato alla propria personalità per
esaltarne le meraviglie…
stiamo notando, in questi ultimi tempi, c’è un ritorno alle
Come
naturali, linee ai volumi e sempre più ai capelli nella loro
quindi… benvenute a tutte le ragazze con i capelli
naturalezza,
ricci che fino ad oggi hanno portato capelli piastrati e sfruttati
fino allo sfinimento. Anche l’industria della moda e del food, in
questo momento, stanno promuovendo questo ritorno a
tutto quello che è naturale; quindi ora si trovano, sempre più,
pack riciclabili e prodotti per capelli sempre più attenti al
pianeta. Per la moda capelli c’è un ritorno agli anni '80, con
bellissime scalature e volumi, certo, rivisitati ai giorni nostri.
Chi ricorda il famoso taglio selvaggio? Le donne stanno
riscoprendo questa voglia di capelli liberi, leggeri e di biondo! E
le ragazze che non hanno vissuto quel periodo, giocano a
fare le dive con queste nuove linee: colori schiariti dal biondo
caldo della primavera, ad un biondo freddo per l’estate. Ci
siamo sempre chiesti, entrando in un salone, parlando con
nostri hair stylist, o cercando sui social, quello che va di moda
oggi, non concentrandoci su cosa è meglio per noi ,
considerando il tipo di capello , la quantità ... amo noi con le
nostre qualità, attraverso il colore della pelle o con la nostra
tipologia di fisico, che possiamo fare “moda”; siamo noi stessi
che dettiamo quello che è giusto per noi. Se abbiamo un corpo
morbido o troppo magro, troppo seno o poco seno,
cercheremo di regalargli una certa armoniosità con vestiti e
colori che lo possano valorizzare meglio, si esaltandolo ed
allungandolo, ed il colore che useremo per i capelli, dovrà
essere in armonia con la nostra carnagione: una donna
mediterranea sarà sicuramente una donna dai colori
caldi/ambrati, la donna nordica, invece, presenterà colori più
freddi; ed è per questo che dobbiamo conservare, giusti equilibri
di colore che la possano esaltare e rendere unica e bellissima. Se
sbagliamo taglio, colore o piega, ne verrebbe fuori un disastro.
https://www.ernestobiagetti.it/
"La Ballerina Africana" China e acquarello - Roberto Funaro
Disponibile su Believe e tutti i Digital Store “Dillo All
Danza"- Music World Day Dance. La prima compilation
dedicata alla XXXVIII Giornata Mondiale della Danza
(CID Unesco). Se anche tu hai un’emozione da
esprimere, “Dillo Alla Danza” è la tua compilation...
per ascoltarla vai su:
https://www.pomodorostudio.net/dillo-alla-danza