la Ciminiera 2020 05
Auto elettriche, Davide Lazzaretti, il profeta dell'Amiata, il Cristo dell'Amiata, Jrò, Personaggi storici in 3D, Roberto Burioni - Virus la grande sfida, arte e ceramica, acrime ed Amore in Isabella Caracciolo, Duchessa di Mesuraca, Epidemie nella storia e nella letteratura antica, I Mosaici di Huqoq, Giuliano e gli Ebrei, Angelo Di Lieto, Francesca Ferraro, Pasquale Natali, Daniele Mancini, Amore e bellezza nella tragica fine della Principessa MARIA D’AVALOS, Gabriele Campagnano
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il profeta dell'Amiata, il Cristo dell'Amiata, Jrò, Personaggi storici in 3D, Roberto Burioni - Virus la grande sfida, arte e ceramica, acrime ed Amore in
Isabella Caracciolo, Duchessa di Mesuraca, Epidemie nella storia e nella letteratura antica, I Mosaici di Huqoq, Giuliano e gli Ebrei, Angelo Di Lieto, Francesca Ferraro, Pasquale Natali, Daniele Mancini,
Amore e bellezza nella tragica fine della Principessa MARIA D’AVALOS, Gabriele Campagnano
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era anche un obiettivo politico oltre che
sentimentale, perchè significava che la Corona
di Spagna avrebbe sempre potuto contare su
Don Ferrante e sul territorio di Mesuraca.
La Viceregina avrebbe pensato poi a
completare la sua parte invogliando Isabella
ad accettare quest’ottimo partito che le
veniva offerto, ovviamente senza riferire dei
retroscena che già si erano delineati. Infine,
accorse subito dal Duca Don Ferrante a dargli
la notizia che desiderava.
Così alla vigilia dei giochi, la Viceregina,
con la Madre ed altre nobili signore del
territorio, si recarono al Monastero di S.
Chiara per comunicare l’invito prima alla
Madre Superiora e poi ad Isabella, che fu ben
lieta di accettare e di allontanarsi dal Ritiro per
assistere alle competizioni dei cavalieri. In tal
modo, tutti festosamente se ne uscirono per
ritornare a casa, consci, come concordato, che
durante il tragitto Don Ferrante si sarebbe fatto
trovare con altri cavalieri lungo la strada per
offrirsi ed accompagnare al palazzo Isabella
e quelle nobili signore. Ovviamente durante
il cammino il Duca Ferrante ne approfittò
per lanciare sguardi amorosi verso la bella
cortigiana.
Quella sera, in onore di Isabella, fu offerta
una cena suntuosa, festosa ed allegra e tutti si
intrattennero sino a notte tardi conversando
soprattutto dell’orribile disgrazia che
era capitata ad Isabella e del valore e del
coraggio di Don Ferrante Spinelli, Duca di
Castrovillari, nel mentre la Viceregina trovava
in ogni circostanza le parole e gli argomenti
per infiammare il cuore della giovane verso un
così valoroso cavaliere.
26 la Ciminiera
Quando le Signore si resero conto che era
ormai tardi e che i Signori uomini, al mattino
avrebbero dovuto partecipare alla giostra
in piena forma, si ritirarono tutte nelle loro
stanze.
Dopo poche ore la luce del giorno comparve
col sole, mentre i cavalieri incominciarono
a preparare con i finimenti e le armi i loro
destrieri.
Proprio quando i cittadini cominciavano già
a pregustare l’aria di festa, arrivarono alcuni
“terrazzani”, che fuggiti dalle schiere del Duca
di Capaccio, avvisavano il Viceré Don Pietro
che l’esercito nemico, formato da circa 11 mila
uomini, stava per muovere contro la Città per
assalirla e distruggerla rovinosamente.
A questa notizia, scattò immediatamente
l’allarme generale. Il Viceré invitò tutte le
persone abili ad arruolarsi e a difendere le
loro case e le loro famiglie. Nello stesso tempo
le nobili signore, deluse che quella giornata
di divertimento e di festa era ormai svanita,
si diedero ad incoraggiare i loro cavalieri
stimolandoli a combattere con ardimento,
onore e forza, perché solo così avrebbero avuto
la possibilità di uscirne vincitori e sconfiggere
l’odiato Duca di Capaccio.
Innanzi al nemico che avanzava, Don
Pietro pensò di lasciare in Città un certo
numero di soldati per la difesa, nel mentre il
resto dell’esercito, che disponeva di numerosi
cavalli ed armi, lo divise in cinque schiere e li
piazzò nella pianura di Sala, (località nel lato
sud di Catanzaro) per affrontare il nemico non
in difesa, ma in campo aperto ed in un grande
ed inaspettato scontro.
Quando le donne videro che i due eserciti si