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EDITORIALE<br />
Lorsignori<br />
di Vincenzo D’Anna<br />
Presidente dell’Ordine Nazionale <strong>dei</strong> <strong>Biologi</strong><br />
Benché sia sempre più<br />
nota e meritoria l’azione<br />
svolta dai <strong>Biologi</strong>,<br />
non progredisce di pari<br />
passo la conoscenza<br />
<strong>dei</strong> loro meriti<br />
nell’opinione pubblica<br />
All’atto della mia elezione come presidente<br />
del Consiglio dell’Ordine<br />
Nazionale <strong>dei</strong> <strong>Biologi</strong> e fino ad oggi,<br />
una domanda è inciampata quotidianamente<br />
nei miei pensieri di primo rappresentante<br />
e responsabile politico di una vasta<br />
comunità associativa: che ruolo dobbiamo<br />
reclamare affinché i <strong>Biologi</strong> e le scienza biologica<br />
abbiano il giusto riconoscimento e<br />
l’apprezzamento che è loro dovuto?<br />
Una scienza, la <strong>Biologi</strong>a, che si avvale di<br />
nuove scoperte in vasti e sconosciuti<br />
orizzonti, che si segnala<br />
con cadenza continua,<br />
all’attenzione della opinione<br />
pubblica, per i problemi che<br />
risolve e le speranze di ulteriori<br />
progressi scientifici che<br />
suscita nel mondo intero. Speranze<br />
di poter allungare e migliorare<br />
la vita della comunità<br />
umana; di curarne le malattie<br />
con diagnosi e terapie genetiche<br />
personalizzate; di proteggere<br />
dalla devastazione di<br />
origine antropica l’ecosistema<br />
mondiale, riducendo l’impatto negativo<br />
dell’ambiente inquinato sul patrimonio genetico<br />
dell’umanità, un danno epigenetico il<br />
cui progressivo ampliarsi minaccia il basilare<br />
principio biologico di conservazione delle<br />
specie e della biodiversità.<br />
E tuttavia, ancorché sia sempre più nota<br />
e meritoria l’azione svolta dai <strong>Biologi</strong>, non<br />
progredisce di pari passo la consapevolezza<br />
e la conoscenza <strong>dei</strong> loro meriti, sia nella opinione<br />
pubblica sia presso le istituzioni politiche<br />
e parlamentari. Un ritardo che è certo<br />
imputabile ai profili bassi assunti, in epoche<br />
passate, dall’Onb, nella non adeguata rappresentanza<br />
degli interessi della categoria.<br />
Ma non solo. Certamente è mancato lo spirito<br />
identitario, il sentimento di appartenenza<br />
alla nostra comunità, che tuttora è ancora<br />
scarso tra i cinquantamila iscritti all’Onb,<br />
lo dicono chiaramente anche i sondaggi di<br />
opinione che abbiamo commissionato. Sono<br />
ancora molti gli iscritti che si rifiutano di<br />
rendersi disponibili a dare<br />
un giudizio, un suggerimento,<br />
una critica costruttiva.<br />
La lamentazione e la commiserazione<br />
inconsolabile è<br />
ancora l’elemento distintivo<br />
della espressione caratteriale<br />
<strong>dei</strong> <strong>Biologi</strong> Italiani. Sono<br />
migliaia i <strong>Biologi</strong> che disertano<br />
l’obbligo di iscriversi al<br />
proprio ordine, esercitando<br />
spesso abusivamente l’attività<br />
professionale, sottraendo<br />
a tutti noi risorse economiche<br />
e il peso della rappresentanza<br />
innanzi alle autorità.<br />
Nonostante una politica di costante apertura<br />
e di dialogo attraverso gli strumenti<br />
di comunicazione e informazione realizzati<br />
nell’ultimo biennio, ci sono in giro ancora<br />
molte consorterie, associazioni e gruppi<br />
chiusi che sembrano addirittura distinti e distanti<br />
dalla vita e dalla conoscenza delle molteplici<br />
attività poste in essere dal Consiglio<br />
dell’Ordine. Una frammentazione inspiegabile,<br />
dopo i profondi mutamenti realizzati<br />
<strong>Il</strong> <strong>Giornale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Biologi</strong> | Maggio 2020<br />
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