GENITORI rivista Maggio 2020
in questo numero: Quanto è importante socializzare per i nostri bambini? Come interpretare i disagi sia fisici che psichici dei nostri bambini? Proteggerli e aiutarli anche con l’aiuto delle “favole”... come?
in questo numero:
Quanto è importante socializzare per i nostri bambini?
Come interpretare i disagi sia fisici che psichici dei nostri bambini?
Proteggerli e aiutarli anche con l’aiuto delle “favole”... come?
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La rivista Etica
che sostiene le famiglie
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anno 2 • n. 04 • Maggio 2020 s e g u i c i >
un girotondo a sostegno della crescita dei bambini
in questo
numero:
Come
interpretare
i disagi fisici
e psichici
dei nostri
bambini?
Bambini
e salute
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Fondata da Ilaria Zamboni e Donatella Danesi
con la collaborazione dei Soci Volontari
dell’Associazione
Registrazione presso il Tribunale di Bologna
n. 8.522 del 06/08/’19
Direttrice Responsabile: Alessandra Testa
Editor: Silvia Bernardi
Responsabile Comitato Scientifico:
dott.ssa Francesca Zanolla
Fumetto e illustrazioni: Lucia Zerbinati
Comunicazione, web e progetto grafico:
Ilaria Zamboni
Stampa: Casma Tipolito
via Provaglia, 3 - 40138 Bologna
Redazione: Ass.ne Culturale Bambini e Genitori APS
via Larga 36 - 40138 Bologna, tel. 347.308.22.05
redazione@bambiniegenitori.it
Finito di stampare a MAGGIO 2020
Contribuiscono al sostegno alla genitorialità con i loro
contenuti i Dottori: Paolo Crepet, Maria Rita Parsi,
Marilena Pillati, Franca Errani, Claudio Buccheri,
Carla Sale Musio, Anna Maria Casadei, Patrizia
Valenti, Camilla Targher, Michela Foti.
Ogni collaborazione è a titolo gratuito. Materiali,
foto e testi inviati per la pubblicazione non vengono
restituiti e tale invio fornisce automaticamente la
liberatoria per l’uso delle immagini e del pensiero
anche su mezzi digitali. La riproduzione anche parziale
dei testi e dei materiali pubblicati è espressamente
vietata.
L’Editoriale
Socialità & Virus
Leggi la
versione integrale
dell’ultimo numero
della Rivista Genitori
collegandoti al QR
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9
Mentre gli adulti, soprattutto le donne, si
dividevano fra quelli che lavoravano ancora
più di prima e quelli che, all’improvviso, si
sono ritrovati a dover riempire le lunghe
giornate perché in cassa integrazione o con
le attività ferme, i bambini hanno giocato di
fantasia.
L’emergenza
coronavirus ci ha
insegnato, ancora
una volta, che
i bambini sono
meglio di noi. ..
La loro immensa capacità di adattamento
(anche al nervosismo dei genitori) li ha
trasformati in atleti da appartamento, pazienti
disegnatori, instancabili costruttori, scatenati
ballerini, cuochi provetti e, soprattutto,
in dame o gentiluomini da compagnia in
videochiamate con i nonni alle prese con i
momenti più bui. Durante il lockdown c’è
stato addirittura chi ha giocato con le pistole
ad acqua con i vicini da un balcone all’altro.
Distanza rigorosamente oltre il metro.
La socialità insomma,
non è sparita; si è trasformata da necessità
a virtù. È diventata selettiva, rivolta solo ai
rapporti essenziali. Un regalo inaspettato
per i nostri figli che, in fondo, non chiedevano
altro che passare più tempo con noi.
Alla scuola, agli allenamenti, alle corse nei
prati e alle gare in bicicletta si è sostituito
tutto il buono (chi l’avrebbe mai detto) della
tecnologia: le chiacchierate con familiari e
amici del cuore davanti ad uno smartphone
e la didattica online, che è diventata per i
più fortunati (perché per troppi ancora la
strumentazione non era disponibile) anche
il pretesto per rivedere i compagni di scuola
o per chattare con loro di nascosto (glielo
abbiamo volentieri lasciato credere) invece
che partecipare alla lezione.
Dopo quasi tre mesi di reclusione forzata,
è arrivata anche per i bambini l’ora d’aria:
prima la possibilità di uscire con mamma o
papà per una passeggiata intorno all’isolato,
poi, finalmente, la riapertura dei parchi. Con
tutte le aree gioco chiuse, però. E mascherine
sul visto dai 6 anni in su e laddove non è
possibile mantenere le distanze di sicurezza
di almeno un metro. Pure in questo caso, sono
stati soprattutto gli adulti a sgarrare: con
assembramenti per chiacchierare con gli altri
genitori o illecite scorribande per liberare
scivoli e altalene dalle fasce bianche e rosse
che li delimitano.
La socialità non è per forza toccarsi o
abbracciarsi e i più piccoli lo hanno capito
subito: giocando a pallone, correndo ben
distanziati, gareggiando in monopattino e
salutandosi prima e dopo da lontano con
l’ormai gettonatissimo «abbraccio virtuale».
I bimbi se ben edotti,
capiscono tutto e sono in grado non solo di
rispettare le regole ma anche di inventarsi
nuovi giochi a prova di virus. Di dare lezioni di
senso civico a chi crede di vivere in un’isola
tutta sua o non è in grado né di rispettare la
cosa pubblica né di vedere chi resta indietro.
In attesa della riapertura delle scuole, questi
mesi saranno la palestra per introiettare
quelle basilari norme di sicurezza che poi
dovranno essere applicate sui banchi a
settembre. Anche il via libera ai centri estivi
a supporto delle famiglie che hanno ripreso il
lavoro sarà un utile banco di prova per iniziare
a sperimentare questa nuova normalità.
Quanto veramente a misura di bambini,
soprattutto i meno agiati, è ancora tutto da
capire.
Alessandra Testa
Direttrice Rivista Genitori
5pag
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La parola ai Genitori Nella nostra Bologna
Oggi parliamo di... Salute e risposte Casa e lavoro
web
TV
Bambini & Genitori
LIVE
Scoprire il corpo
e i suoi dintorni è’ l’invito che
ci fa tutti i giovedì mattina alle 11 il
dott. Claudio Buccheri, psicomotricista
e formatore TNPEE che , attraverso il
gioco ci invita a riflettere sulla crescita
e sulla formazione educativa dei nostri
figli, in un percorso che mai dimentica
l’importanza del corpo in questo
complesso e meraviglioso processo che
è “diventare adulti”. Domande? Inviatele
a: info@bambiniegenitori.it e il dottore
vi risponderà in diretta!
Il Viaggio
comincia il lunedì mattina alle 11.00
con la dott.ssa Franca Errani, counselor
relazionale a indirizzo Voice Dialogue
- Dialogo delle Voci e la frizzantissima
coach Antonietta Marrazzo vi faranno
fare fra energie dell’anima e le
incongrafia dei tarocchi, prestata a
questa danza degli opposti che
compone la nostra personalità.
Un viaggio originale e unico nel quale
tutti possiamo trovare interessantissimi
spunti di riflessione personale...
Inviate le vostre domande a:
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Una genitorialità
più consapevole grazie ai consigli che
tutti i martedì alle 11,00 la psicologa e
psicoterapeuta italo-americana Daria
Russo ci aiuta a scoprire per insegnarci
a comunicare meglio e comprenderci di
più. Inviate le vostre domande a:
info@bambiniegenitori.it e la
dottoressa vi risponderà in diretta!
Il bene-essere è uno stato d’animo
che passa attraverso un percorso di consapevolezza di sè e del proprio
meraviglioso “caleidoscopio interiore”. La dott.ssa Silvia Pelle, counselor
relazionale, vi aspetta tutti i venerdì alle 11,00 con
i suoi ospiti - ad ogni puntata diversi - per espolrare
questo vasto mondo interiore senza mai dimenticare
il corpo in cui siamo incarnati e nel quale la dott.ssa
ci guida con esercizi semplici ma efficaci per
imparare a “sentire” il proprio bene-essere.
Inviate le vostre curiosità domande a: info@
bambiniegenitori.it e la dottoressa vi risponderà
in diretta!
Vita da cani
con l’esperta istruttrice cinofila e
pet teraphist Irene Zamboni che con
tanto garbo e gentilezza ci fa entrare nel
mondo dei nostri amati amici cani tutti
i mercoledì alle 11,00 per imparare a
decifrare meglio il loro comportamento.
Vi stupirete dei tanti falsi miti di
credenza comune che la nostra Esperta
vi farà ricredere! Avete delle curiosità da
chiederle? Inviate le vostre domande a:
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web
Show
Il più grande “WEB SHOW” siamo noi
Dal mese di Maggio nel mondo dei bambini e dei loro genitori ci sono tante belle
novità! Oltre al super-seguito e già collaudato salotto d’approfondimento per
genitori con i nostri Esperti dell’infanzia in diretta tutte le mattine alle 11.00,
prosegue uno SHOW specialissimo con il meglio dell’intrattenimento educativo
per divertirci assieme ai nostri bambini. Vi aspettiamo
tutti i giorni, dal lunedi al venerdi alle 16.00 per una mezz’oretta
in DIRETTA Facebook e Youtube su “Bambini e Genitori”...
ma chi ci sarà?
al lunedì
Jam Session live
vivi le emozioni della musica dal vivo!
Scopri con gli insegnanti di musica
dell’Associazione Jam Session il gioco
di diventare dei musicisti, cantanti
e direttori d’orchestra!
Il divertimento è assicurato...
Col Circo Sotto Sopra
vediamo le cose da altre prosettive
Un contenitore colorato adatto ad
ogni età, per avvicinarsi alle antiche
arti circensi e scoprire giocoleria,
equilibrismi, clownerie, danza contact
e teatro fisico in una trasmissione
aperta alle sfide del presente!
al mercoledì
al giovedì
I burattini di Riccardo
Riccardo e i suoi burattini della tradizione
bolognese ci aspettano tutti i giovedi’
per scoprire mondi nuovi e riscoprire
il bello della cultura bolognese e le
leggende di Bologna, come nessuno le ha
mai ascoltate... bambini, non perdetevi
wuesto divertentissimo appuntamento,
ne vedrete delle belle!
martedì
e venerdì
Ale & Vale in Albonia
per un programma niente male!
Alessandro e Valerio, educatori ed
animatori di lungo corso fanno prendere
vita ad un programma d’intrattenimento
basato sull’improvvisazione e
l’interazione con i bambini e i loro
genitori durante la diretta.
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La parola ai Genitori Nella nostra Bologna
Oggi parliamo di... Salute e risposte Casa e lavoro
7pag
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da mamme per altre mamme - fra le
sue tante iniziative di sostegno alla
genitorialità, offre anche uno spazio
informativo d’ascolto e sostegno gratuito
per adulti: genitori, nonni, zii, insegnanti,
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La parola ai Genitori Nella nostra Bologna
Oggi parliamo di... Salute e risposte Casa e lavoro
9pag
i Tempo lettura < 3 min.
Quell’affascinante
mondo sociale
dei bambini e le relazioni tra pari
a cura dott.ssa
Patrizia Valenti
Psicologo Clinico, psicoterapeuta
con orientamento sistemico relazionale.
Specializzata in Terapia
Individuale, di Coppia e Familiare.
Socia dell’Associazione EMDR
Europe Association, n°4249/14
Socia dell’Associazione Mo.P.I.
Movimento Psicologi Indipendenti
Responsabile dello
S.T.F. Studio di Terapia Familiare
www.studioterapiafamiliare.com
Fino alla fine dell’Ottocento, serpeggiava l’idea che
fosse facile comprendere l’infanzia o l’adolescenza;
del resto, chi non aveva almeno un figlio in casa o
era stato a sua volta figlio?!
Vi basti pensare che lo stesso Stanley Hall
trascorse 30 anni della propria vita compiendo
ricerche e raccogliendo dati circa la comprensione
delle emozioni dei bambini, delle loro credenze,
alle loro regole relazionali e sociali, senza mai
osservarne uno direttamente. Erano sempre ricordi
di infanzia raccontati attraverso le narrazioni di
adulti. Solo negli anni successivi (per fortuna)
cominciò ad emergere un’immagine del bambino
come più attivo e capace fin dalla nascita di esibire
grandi abilità relazionali ed esplorative verso il
mondo esterno.
È durante l’età prescolare
che i bambini acquisiscono modalità relazionali e
sociali sempre più strutturate, caratterizzate da
dinamiche di cooperazione e di competizione tra
di loro, ed è proprio in questa fase che i bambini
sperimentano con più consapevolezza i giochi di
potere che sottostanno le relazioni.
A tal proposito, gli psicologi parlano di “relazioni
verticali” per indicare la dimensione asimmetrica
del potere che il genitore esercita sul figlio, in cui
prevalgono dinamiche di protezione e di controllo,
mentre le “relazioni orizzontali” rimandano ad
una distribuzione paritetica di potere tra coetanei,
dimensione in cui si è tutti allo stesso livello
Nella relazione
fra pari si giocano
emozioni che
favoriscono la
crescita psicologica
dei bambini...
e che dovrebbe incentivarne un confronto più
“democratico”.
La scuola è il contesto per eccellenza in cui le
relazioni orizzontali si confrontano e si scontrano
con quelle verticali esercitate dalle maestre.
La considerazione fatta da Erving Goffman, che
paragona la scuola ad una qualsiasi organizzazione
o azienda, all’interno della quale si sviluppa sempre
una vita sociale ufficiale, definita da ruoli e obiettivi
espliciti a tutti i dipendenti, ed una vita sociale
sotterranea, che ha una vita propria e che coinvolge
solo alcuni membri dell’azienda stessa, come ad
esempio: “Alla scuola materna, non si possono
portare giochi da casa”.
Questa regola, introdotta dalle maestre, viene
appresa e rispettata da tutti i bambini perché
una sua infrazione comporterebbe in primis una
condizione di disparità e poi una conflittualità
accompagnata dalla classica espressione ‘non è
giusto’!
Campi Estivi
inserto speciale
Le prime
ricerche scientifiche
sullo sviluppo
psicologico dei bambini
nacquero alla fine
dell’Ottocento, in
particolare grazie alla
curiosità di
Stanley Hall.
Non è giusto, infatti, proprio perché
salterebbe la condizione alla base
della relazione orizzontale: siamo
tutti uguali.
La soluzione è giocare con i giochi messi a
disposizione dalla scuola. Tuttavia, quella stessa
regola viene spesso ‘rivisitata’: alcuni bambini portano
da casa giochi di piccola dimensione, facilmente
nascondibili agli occhi delle maestre e mostrati
fugacemente ai propri compagni di classe.
E qui c’è l’aspetto
più divertente: se il bambino portasse il suogioco
da casa, tenendolo in tasca, senza mostrarlo a
nessuno dei suoi amici, non sortirebbe alcun effetto o
cambiamento a livello di gruppo.
Nessuno potrebbe sapere dell’infrazione, nessuno
si sentirebbe “minacciato”. Invece, il bambino che
infrange la regola cerca la condivisione con un
suo amico in gran segreto, rendendolo complice
dell’infrazione.
È la reazione dell’amico a rendere tutto ancora
più interessante perchè quel bambino introduce
spontaneamente una nuova regola: “Giochiamoci
insieme, di nascosto, e soprattutto non litighiamo,
altrimenti le maestre ci sequestrano il gioco!”.
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La parola ai Genitori Nella nostra Bologna
Oggi parliamo di... Salute e risposte Casa e lavoro
11
pag
inserto speciale
Campi Estivi
di Paola Rubatta
psichiatra e psicoterapeuta sistemico-relazionale
La vita incomincia dentro uno spazio
accogliente e silenzioso non devo chiedere
nulla, tutto ciò di cui ho bisogno arriva. Poi,
improvvisamente, mi trovo nel mondo là
fuori.
Ho tanti bisogni di cui prima non percepivo
neanche l’esistenza...Chi mi accudisce fa
del suo meglio ma non sempre risponde
in tempo reale ad ogni mia esigenza, piano
piano imparo che non siamo più un’unica
entità: “io sono io e tu sei tu”.
Il mio cervello costruisce ogni giorno
nuove connessioni, imparo velocemente
tantissime cose e conquisto sempre
più autonomia: imparo ad allungarmi
nello spazio intorno a me, ad afferrare
gli oggetti che mi interessano, a rotolare
e meraviglia! a camminare che conquista!
Posso ampliare il mio raggio d’azione…
posso iniziare ad esplorare il mondo! Sono
molto curioso…
Però a volte ho bisogno di fermarmi, ho
bisogno di sapere che il nido caldo è ancora
là, pronto ad accogliermi.
Mamma, papàmi volto a guardarvi che
cosa vedo? Volti sorridenti e incoraggianti?
Volti preoccupati? Volti tesi e stressati?
Siete contenti che io esplori? O siete
preoccupati quando mi allontano?
Ogni bambino è “programmato” per
l’esplorazione (se i nostri Avi non
avessero esplorato probabilmente la
specie umana si sarebbe estinta!) ma
per farlo ha bisogno di sentirsi al sicuro
quando “va” e quando “torna”. A volte in
questo percorso qualcosa si inceppa.
Allora è il momento
per i genitori di provare a farsi alcune
domande: “Come è stato per me
“separarmi”? Che ricordi ho? Per
la mia famiglia d’origine com’era il
mondo là fuori: una sfida eccitante
o un posto pericoloso? Se avevo
Abbiate fiducia.
Più fiducia avete
nelle vostre e nelle
loro capacità innate
e più sarà facile
trovare il ritmo
giusto dell’onda...
paura mi aiutavano a superarla, mi
invitavano a rinunciare, oppure mi
spingevano a forza incontro a ciò che
mi spaventava?”, “E oggi come lo vivo il
mondo là fuori?”
“Quando mio figlio/a si mostra
spaventato o triste che cosa scatta
dentro di me (ansia, tristezza, paura di
non essere un buon genitore, senso di
colpa, rabbia, insofferenza)?”
“Andare e tornare” è un’onda che ci
accompagna per tutta la vita, dobbiamo
solo fare in modo che si tratti di un’onda
dolce e nutriente e non di un mare in
tempesta!
Gli adulti possono
riuscirci facendo pace con le loro
“onde” interiori e con la consapevolezza
che i figli non sono un prolungamento
di sé, non portano dentro le stesse
stratificazioni di ansie e paure. Anche
se per noi può essere stato difficile,
possiamo regalare a loro un’esperienza
diversa...
“
Ciao mamma,
guarda
come mi diverto!!!
Sono pronto a viaggiare nel mondo!”
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La parola ai Genitori Nella nostra Bologna
Oggi parliamo di...
Salute e risposte Casa e lavoro
13
pag
i Tempo lettura < 3 min.
Vuoi essere il mio
grande amico?
“Tutti sanno che
la vita non è vita senza
amicizia, se, almeno
in parte, si vuole vivere
da uomini liberi”
Cicerone
Nel nostro percorso
di vita sperimentiamo ed evolviamo
attraverso le relazioni di amicizia, sia
che siano relazioni profonde e intime,
puri “incontri dell’anima” o anche solo
rapporti di conoscenza quindi “incontri
di personalità”. Le relazioni d’amicizia
sono molteplici: la condivisione di
interessi e di informazioni, i compagni
di scuola, i compagni di viaggio,
gli amici del bar, le conoscenze
di Silvia Pelle
counselor relazionale a indirizzo Voice Dialogue
temporanea, gli amici dell’estate, i
compagni del pallone… Tuttavia quante
sono effettivamente le persone che
sentiamo amiche con la A maiuscola?
La risorsa amicizia
porta con se un grande insegnamento
e valore etico e ogni relazione ha valore
nella misura in cui ci porta benessere,
conoscenza e soddisfazione. Alcune
frequentazioni permettono di riempire il
tempo o le scegliamo per convenienza:
“questo contatto mi permette di
realizzare quella cosa”, “questo
amico mi fa ridere”,... queste sono
le “relazioni di personalità”. Tuttavia
quando si incontra una persona
affine, per cui si percepisce un feeling
inspiegabile, un sentimento sottile,
allora avviene qualcosa di diverso. Più
o meno in modo consapevole, si fa una
scelta e quella persona può diventare
un riferimento per uno scambio intimo
della nostra vita esterna ed interiore,
questa è una “relazione d’anima”.
Guardando come
un bambino si inserisce in un gruppo si
possono raccogliere informazioni
interessanti (... continua su www.rivistagenitori.it)
Campi Estivi
inserto speciale
rivistagenitori.it
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9
di Ilaria Zamboni
coach e counselor relazionale
E quegli stessi pomodori sono più buoni se li
mangi nel periodo giusto, quando il sole della
terra li fa maturare mentre tu ti occupi di
abbeverarli, togli le erbacce, pulisci attorno…
e ha funzionato. Al mattino, prima di andare
a scuola, i nostri figli andavano a cercare se
c’era qualche fragola per colazione (e quelle
piantine che sembravano poco produttive
hanno continuato a regalare frutti fino alla
fine dell’estate… pochi ma buonissimi).
Qualche tempo fa
la maestra mi ha detto che in mensa mia
figlia Chiara era stupita del fatto che ci
fossero i pomodori (era febbraio) “Ma… non
sono di stagione!” ha esclamato atterrita.
Nel nostro piccolo, vorremmo provare a
costruire un patrimonio di conoscenze
utili a noi e a loro, perché un ortaggio
raccolto e mangiato al momento giusto ha
a che fare con il buon senso, con la cultura
del cibo che non invade e non pesa sulla
terra. E soprattutto vorremmo trasmettere
l’esperienza a diretto contatto con la terra per
mettere a dimora le piantine, i semini, curarli
e farli crescere per poi raccoglierne i frutti e
mangiarli gustandone i sapori. Pensiamo sia
un ottimo strumento educativo e sociale per
insegnar loro a rispettare la natura con i fatti
e non solo con le parole.
Ecco perché l’autunno
scorso ci siamo allargati un po’ e abbiamo
preso un piccolo pezzo di orto comunale e
questa esperienza dell’orto sta avendo dei
risvolti che solo un paio di mesi fa ci erano
sconosciuti perché l’orto che abbiamo
avuto in affido fa parte di un progetto
di orto sinergico condiviso fra più famiglie e
qui a Bologna non si parla d’altro.
L’idea di fondo è di cercare di conciliare
i bisogni umani con quelli della natura,
cercando un equilibrio tra l’ambiente
naturale e quello “antropizzato”.
Ma cos’è un orto sinergico? È sinergico
l’orto in cui si coltivano diverse colture
in modo da sfruttare i benefici della
consociazione tra le diverse piante
e la sinergia tra tutti gli elementi
dell’ambiente: terra, acqua, sole, insetti,
materia organica che decomponendosi
diventa concime. Se vedete in giro delle
aiuole di terra coperte di paglia da cui
spunta qualche piantina forse ne avete
scovato uno.
L’orto sinergico affonda le sue
radici teoriche in concetti espressi
«per un pò ci siamo
dilettati a produrre
piccole quantità di
ortaggi nel terrazzo,
più che altro per far
capire ai nostri figli
che i pomodori - per
dire, nascono da
una pianta e vanno
raccolti...»
da Masanobu Fukuoka, poi ripresi
da Emilia Hazelip, promuovendo
meccanismi di auto-fertilità del terreno,
senza arature né concimi, ma facendo
attenzione a questi 4 principi base
interessanti (e pure comodi!):
• nessuna lavorazione del suolo;
• nessun concime chimico né composto;
• nessun diserbo (le erbacce vanno
controllate, non eliminate);
• consociazione delle piante per un
miglior rendimento.
Si comincia usando piante a ciclo breve
(ravanello, basilico, prezzemolo, rucola),
oppure piantine per insalata, bietola,
cipolla. Si sistemano nella parte bassa
dell’orto agli e cipolle; a metà insalate,
bietola, spinaci e nella parte
alta pomodori, melanzane, zucchine,
piselli, fagiolini.
Non dovrebbero
mai mancare piante officinali, erbe
medicamentose perennanti e annuali
sistemate in siepi o aiuole che con la
loro presenza e le loro fioriture attirano
insetti, ragni ecc... che contribuiscono
ad ampliare la complessità del piccolo
“microcosmo orto” per renderlo più
completo e quindi più resistente alle
malattie.
La natura è in equilibrio e noi, con
questo metodo di coltivazione,
potremmo risolvere le nostre necessità
senza destabilizzarlo. Non è un bel
modo di pensare la coltivazione della
terra per uso familiare?
Vivere la sinergia
dell'orto
con i nostri bambini, condividendo fra più famiglie
l’idea di coltivare e raccogliere - insieme - ciò che
generosamente la terra ci regala... una magia?
No, è solo natura!!!
Y
La parola ai Genitori Nella nostra Bologna
Oggi parliamo di...
Salute e risposte Casa e lavoro
15
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stare fra voi...
Il nostro punto chiave? La tematica “figli e nipoti”!
Un’agenzia assicurativa tutta bolognese, “a km ZERO”
dal grande cuore fra Finanza e Previdenza.
Dott.ssa Silvia Ottani
Noi di Finanza e Previdenza siamo
convinti che non bisogna arrendersi
e continuare a lottare e andare
avanti... Uniti, ce la faremo!
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Nata proprio qui, nel territorio del comprensorio
imolese oltre 10 anni fa, Finanza e previdenza ha
fatto della sua “località’ la usa specialità.
Nella sede in piazza a Crevalcore ha consulenti nati
e cresciuti in loco. Per questo motivo, conosciamo
bene la realtà locale, siamo noi, in primis, clienti
delle attività commerciali nostre clienti e abbiamo
a cuore lo sviluppo economico e sociale del nostro
amato territorio.
Crediamo e sosteniamo
una economia circolare e non possiamo, quindi,
non amare i bambini che vediamo ogni giorno
recarsi all’asilo e a scuola, passando sotto al portico
della filiale. Non possiamo, cioè, non amare il
nostro futuro. Per loro abbiamo pensato a diverse
alternative di risparmio, di tutela e previdenziali,
partendo da una consulenza personalizzata. Il
fatto di essere una compagnia plurimandataria ci
consente di trovare soluzioni che effettivamente
rispondano alle singole esigenze.
Su Crevalcore,
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assicurativi, di risparmio ed investimento, polizze
RCA, piani welfare rivolti a professionisti, nuclei
familiari ed imprese, ma la tematica “figli e nipoti”
è un nostro punto chiave.
Tra le varie proposte, abbiamo perciò scelto di
collaborare con l’Associazione Bambini e Genitori,
vedendo in essa la nostra stessa mission etica.
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La parola ai Genitori
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Nella nostra Bologna
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17
pag
(4)
di Patrizia Valenti
psicologa, psicoterapeuta
(1)
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Disegni & Co.
di Anna Maria Casadei
esperta nella lettura del disegno infantile
(2-3)
Invia il disegno o lo scarabocchio dei tuoi
bambini indicando il loro nome e l’età: li
aspetto per spiegare cosa significano su:
redazione@bambiniegenitori.it
1) Silvia, 5 anni e 9 mesi: la piccola è molto
entusiasta di rappresentare la maestra,
tanto che sceglie di rappresentarsi (io
l’albero) alla stessa altezza, ma , è questo
è un particolare assai importante, disegna
la maestra al di sopra della linea. Cosa
comunica Silvia? Sa che dovrà tanto faticare
per arrivare alla maestra. Altro segnale
comunicativo: nell’albero solo due foglioline,
come a confermare che deve
studiare e lavorare tanto.
Come interpretare
i disagi
sia fisici che psichici
dei nostri bambini?
2 e 3) Due gemelle eterozigoti, 2 anni e 1
mese. E’ stata una bella constatazione: gli
scarabocchi sono <molto> diversi come lo
sono le bambine. Il primo è costituito da
linee estese verso l’alto, pochi ammassi e
poco colore. Indica una personalità semplice
e lineare. Il secondo è più elaborato con
riccioli forme chiuse ripetizione di ghirigori
indice di una personalità complessa
nervosa che cambia spesso umore e
comportamento.
4) Emeren, 10 anni. Voleva disegnare un
albero spiritoso, è riuscito nell’intento, ma
lo spirito dell’esecutore è rimasto. E’ un
bambino molto curioso ama leggere di tutto,
ha una fantasia sbrigliata. Ciò che bloccherà
il suo spirito fantasioso, ora, sono le foglie
che mette alla base indicano che cambierà
idee molto velocemente,
senza arrivare al concreto.
Ma, come ripeto spesso,
vedrei volentieri altri
disegni successivi
a questo. rivistagenitori.it
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9
Secondo l’approccio teorico Sistemico-Relazionale
(alla base della mia formazione
come terapeuta) il sintomo non
viene mai in alcun modo osservato come
un disagio prettamente individuale solo
perchè espresso dalla persona che lo
manifesta, ma al contrario viene sempre
studiato in relazione a… (ad una figura
di accudimento, ad un contesto famigliare
ed intergenerazionale, ecc…).
Visione questa,
che alleggerisce di gran lunga la percezione
che ha di sé la persona ‘malata’
solo perché portatrice di un sintomo.
Facendo un esempio pratico, nessuno
nasce ansioso eppure lo si può diventare,
e il fattore principale che scatena
un tratto ansioso è da considerarsi nella
relazione che unisce quel bambino alla
sua figura di riferimento o al contesto
in cui vive.
Infatti, la maggior parte delle volte (per
non dire sempre) le persone che intraprendono
un percorso psicoterapeutico
sono portatori di un disagio indubbiamente
individuale che mal tollerano (es.
ansia, fobia, depressione, …) ma che ha
origini di tipo relazionale e famigliare.
rivistagenitori.it
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9
In altre parole, l’individuo esprime con
un sintomo o un disagio una disfunzionalità
di una dinamica di gruppo.
Questa dinamica, tuttavia, è universale
perché non viene espressa solamente
dagli adulti, ma anche i bambini possono
diventare dei veri e propri termometri
emotivi e segnalare a modo
loro situazioni famigliari complicate o
in grande difficoltà.
Facciamo degli
esempi: un bambino che non si concentra
a scuola non è necessariamente
svogliato o non motivato, ma può essere
altresì interessato ad altre situazioni
che sono più importanti dal suo
punto di vista, e che lo preoccupano
eccessivamente, a maggior ragione se
non c’è stata una buona comunicazione
o una buona opera di contenimento genitoriale.
Penso ad es. una imminente
separazione, una coppia coniugale che
finge di andare d’accordo, alla malattia
di un genitore o ad un lutto, alle violenze
domestiche…
E’ cosi che possono
partire mal di pancia e sensazioni di
nausea, svogliatezza ed altri segnali
molto comuni che hanno un unico
obiettivo: il controllo (inconsapevole).
Controllare cioè che nella mia assenza,
proprio quando sono a scuola, quel
genitore non si aggravi, che la coppia
non scoppi definitivamente perché solo
il pensiero mi terrorizza, che i miei
genitori non si organizzino per fare un
altro figlio e volermi meno bene, che
magari un genitore non diventi eccessivamente
violento verso l’altro.
Perché i bambini, lo sappiamo, ascoltano
e sentono tutto, soprattutto emotivamente,
ma non sempre sono in
grado di tradurre in pensieri e parole
le emozioni che provano. Quello sarebbe
un compito genitoriale, per quanto
possibile.
Ricordo una
bambina che
seguivo tanti
anni fa in terapia;
passava le giornate a guardare il cielo
fuori dalla finestra della sua classe,
non stava mai attenta, spesso assente
mentalmente, e per questo motivo diventava
lo zimbello dei suoi compagni
di classe e veniva ripresa puntualmente
dalla maestra.
Finche un giorno, in seduta, mi spiego’
che stava cercando di vedere il suo
papa’, in cielo, perché i nonni le avevano
detto che era volato fin lassù. Aveva
indubbiamente ottimi motivi per non
prestare attenzione in classe. Dietro a
quei sintomi c’era qualcosa di più serio
e importante per lei, soprattutto
rispetto alla lezione di storia o matematica.
Pertanto, ci sono
disagi o sintomi che possono essere la
naturale conseguenza di cambiamenti
in corso e che pertanto lasciano il tempo
che trovano, nel senso che vanno ad
esaurirsi spontaneamente con l’evoluzione
o con l’adattamento alla nuova
situazione esperita (es. tic, mangiarsi
le unghie); diversamente, ci sono sintomatologie
più strutturate che sono
alla base di dinamiche famigliari molto
più complesse e complicate, ma che
esistono proprio perché hanno un significato
ben preciso e fondato.
Scoprirlo, è parte del lavoro terapeutico.
Y
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Salute e risposte Casa e lavoro
19
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di Claudio Buccheri
psicomotricista, TNPEE, formatore, supervisore e tutor
“Segui le nostre tracce e scoprirai
l’inatteso sentiero ”
Questa è la
cosa più importante
che mi hanno insegnato
i bambini: a seguire un
sentiero non sempre facile
da intraprendere,
affezionati come siamo
ai nostri principi di realtà,
alle nostre teorie
esplicative
A volte però
non possiamo che arrenderci alla
forza dell”evidenza. Un bambino in
particolare, che vorrei rinominare
“il mio Virgilio”, mi ha fatto da guida
19 anni fa, insegnandomi a guardare
diversamente i giochi dei miei
piccoli compagni di viaggio.
Virgilio, 6 anni, aveva da poco
iniziato la prima elementare e su
consiglio delle insegnanti, a seguito di
evidenti difficoltà di linguaggio - unite a
una goffaggine importante e il sospetto
di un ritardo cognitivo, venne inviato
presso il centro ove lavoravo.
Al primo incontro
osservativo le difficoltà si
manifestarono immediatamente,
tuttavia Virgilio presentava una
grande determinazione e il desiderio
di riuscire nel progetto di gioco
che mi aveva proposto: “diventare
pirati, conquistare un tesoro e
nasconderlo”.
Lo schema di gioco si presentava
nel più classico dei modi: vestizione,
individuazione del tesoro e sua
conquista a seguito di memorabili
battaglie e sepoltura dello stesso in
una grottanell”impeto dello scontro,
le difficoltà di parola e movimento
di Virgilio, pur presenti, venivano
superate dalla grande energia che
metteva in campo, senza che ci fossero
scostamenti dal progetto di gioco
iniziale. Una volta conquistato il tesoro,
Virgilio decise di “entrare nella grotta”
(una botte di plastica riversa a terra
(... continua su www.rivistagenitori.it)
Francesca Zanolla
pedagogista e counselor relazionale
E, allora, cosa fare?
Può sembra una sciocchezza ma la
prima cosa da fare è ricordarsi di
“respirare”, un bel respiro profondo
predispone ad accogliere il pianto del
bambino.
Prendere in braccio il bambino
in posizione verticale, petto a
petto, in questo modo si sentirà
accolto, sostenuto e protetto, potrà
abbandonare la tensione accumulata e
rilassarsi tra le nostre braccia.
Crescendo, il pianto
accompagnerà episodi quali il “ficozzo”,
il ditino schiacciato, il morso ricevuto
da un compagno d’asilo, il bambino
oltre a esprimere il dolore fisico, il suo
disagio attraverso il pianto, cercherà
di raccontare quanto accaduto; molto
spesso si tende a minimizzare “non
è niente”, “basta piangere”, anche in
questo caso può essere utile dare
attenzione al bambino, ponendosi
alla sua altezza, chiedendo dove fa
rivistagenitori.it
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9
male, facendosi raccontare cosa e come è
accaduto, per poi prendersi cura con gesti
dolci e rassicuranti “mettiamo un cerottino”;
“prendiamo il ghiaccio”, ecc...
Spesso si pensa
che in questo modo si vizia il bambino, al
contrario come sostengono
neuropsichiatri infantili e psicoterapeuti
“è preferibile far fare al bambino
unesperienza di protezione che
trasmettergli la sensazione di essere
trascurato e di non stare a cuore a
nessuno”.
Queste indicazioni valgono tanto per i
genitori, quanto per educatori ed insegnanti,
rafforzano la fiducia nell’adulto, lo
incoraggiano a quella “confidenza” così
importante per tutta la sua esperienza
futura.
La vita del bambino
è accompagnata anche da altri disturbi fisici,
dalle influenze alle malattie esantematiche,
dal febbrone alla tosse! Ancora una volta
il ruolo di noi adulti è fondamentale, è
sicuramente di grande aiuto mantenere
un atteggiamento equilibrato, premuroso
e attento, senza scivolare nell’eccesso di
cura, cosa non sempre facile, spesso l’ansia
può prendere il sopravvento rendendoci poco
lucidi e obiettivi, fondamentale affidarsi a
un professionista serio che sappia ascoltare
le nostre preoccupazioni e prescrivere la
cura piè adatta per il nostro bambino; così
come è altresì importante credere nelle
possibilità di guarigione del nostro
bambino e dargli il tempo adeguato
perchè ciò avvenga!
Ci sono, poi, malattie più gravi, che
mettono a dura prova il bambino, la
sua famiglia e tutto il microcosmo con
cui entra in relazione, molto spesso
per paura di entrare in contatto con la
propria vulnerabilità e per l’incapacità
di trovare spiegazioni adeguate, di
fronte alle domande disarmanti che ci
rivolgono i bambini cerchiamo di far
finta di niente, minimizziamo, diamo
risposte evasive, si pensa di proteggerli
in questo modo, di preservare la loro
Il bambino
percepisce la
nostra tensione: nei
movimenti agitati,
nell’essere spostato
da un braccio
all’altro, cullato più
o meno velocemente
e questo accrescere
il suo disagio...
Proteggerli
serenità più a lungo possibile, ma
se vogliamo rispettare il bambino
in quanto persona è giusto non
nascondergli nulla, naturalmente
è opportuno trovare le parole e le
modalità più adatte alla sua età; un
valido supporto ci viene offerto dalle
favole, il mondo magico della favola
consente di rappresentare situazioni
dolorose “trasfigurate dalla fantasia e
allontanate emotivamente”, il piccolo
paziente attraverso la fantasia riesce
a distrarsi dalla realtà faticosa del
momento, si sente protagonista
e identificandosi con i personaggi
(molto spesso animali) si sente
sostenuto nell’affrontare le cure.
Suggerisco una lettura molto
interessante “Pe, Sciò e Lino” di
Tommasi A., è la storia di un pesciolino
triste, Pe, non può giocare con i suoi
amichetti perchè lento e debole nel
nuoto, finchè un latte magico non lo
rende forte e felice. Questa storia è
stata scritta dalla mamma di Nicolò un
piccolo paziente di oncologia pediatrica,
è un valido strumento per tutti bambini
malati e non per introdursi con serenità
e dolcezza nel mondo della malattia.
e aiutarli
anche con l’aiuto delle “favole”... come?
“Mamma, ho la bua qui!” Il pianto del nostro
bambino, specie se piccolo, è fonte di ansia
soprattutto se i tentativi di calmarlo risultano vani...
Y
La parola ai Genitori Nella nostra Bologna
Oggi parliamo di...
Salute e risposte Casa e lavoro
21
pag
di Franca Errani
counselor relazionale, formatrice
i Tempo lettura < 3 min.
Il significato prezioso del “sintomo”: un messaggio
nascosto che ci sprona a “metterci in ascolto”
Mal di testa,
del nostro corpo
bruciore di stomaco, dolori alle spalle o
mal di gola... oggi vi sono tanti prodotti
in grado di alleviare o eliminare i nostri
sintomi fisici, eppure, con sempre
maggiore attenzione un pubblico in
crescita si sta rendendo conto che vi
è qualcosa di più del dolore, dentro al
malessere o alla malattia. E’ una “voce”
che ci sta parlando, è un messaggio che
non abbiamo ascoltato... Un modo molto
potente e preciso per comprendere il
significato di un sintomo fisico che ci
affligge, e i bisogni inascoltati che vi
sono legati, è il “Dialogo col Sintomo”,
che si basa sul Metodo del Voice
Dialogue.
Quando
il dolore - grande
o piccolo che sia -
ci assale, il primo istinto
che ci pervade è quello
di ignorarlo o
farlo sparire...
Per esplorare
un disagio fisico con questo sistema,
occorre avere fiducia che il nostro corpo
ha una sua saggezza, che vi è un
linguaggio nascosto nei nostri organi
e reazioni fisiche. Occorre anche
affidarsi a un Counselor che conosca
il metodo. Ovviamente, tutto questo
non sostituisce il medico. Semmai
lo affianca, per procedere insieme
verso uno stato di migliore salute e di
maggiore consapevolezza.
Il modo più diretto usato nel Dialogo è
“dare voce”, con la tecnica opportuna,
speso a mediazione corporea, alla parte
che sta esprimendo il disagio.
Ad esempio,
Maria soffre di gastrite. Il suo
stomaco, interrogato e lasciato
libero di “espandere” il sintomo nel
corpo, racconta una storia di rabbie
accumulate: Maria è sempre gentile,
accomodante, lascia invadere i suoi
spazi, in ufficio e in casa. Lo stomaco
trattiene un “urlo” che non è altro
che il bisogno di avere più spazio, di
“proteggere il territorio” di lei, come
dice lo stomaco.
Ancora: Lorenzo ha un fortissimo mal
di gola. Un paio di giorni prima, è stato
aggredito al telefono da un conoscente,
per un equivoco. La persona era
così incalzante che Lorenzo non ha
reagito. La gola è carica delle parole
non dette dal giovane che, di natura
timida, si trova spesso a “restare senza
parole” davanti a situazioni dove invece
vorrebbe dire con chiarezza la sua
opinione.
La “parte” che si esprime attraverso
la gola è proprio quella che “saprebbe
parlare nel modo giusto”, se Lorenzo
non la “chiudesse” lì, per paura di
essere giudicato aggressivo!
La cosa bella
di questi Dialoghi con i Sintomi è che le
energie che vengono fatte esprimere
sono delle nuove risorse per la
persona: la capacità di mettere dei
confini, nel caso di Maria, o la capacità
di parlare con assertività, nel caso di
Lorenzo. Insomma, avere il coraggio
di “vedere oltre” l’aspetto “malato”
permette, molte volte, di scoprire
ricchezze che non sapevamo d’avere e
che possono aiutarci, se solo impariamo
a conoscerle e a prendere sul serio il
loro messaggio.
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9
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Salute e risposte Casa e lavoro
23
pag
i Tempo lettura < 3 min.
di Marina Ciampoli
pediatra, responsabile unità pediatrica d’Ospedale
“Caro Collega
Dottore Clown, abbiamo
lavorato insieme per
molti anni nello stesso
Reparto per curare
Io con le cose che
ho imparato sui libri e con le medicine
che le case farmaceutiche mi hanno di
volta in volta fornito, Tu con quello che
senti nel cuore e con trapianti di nasi
rossi, trasfusioni di cioccolata e iniezioni
giganti di allegria.
“
Caro Clown
dottore ti scrivo ”
bambini più o meno
malati...
Abbiamo fatto tutti e due un buon lavoro
tanto che molte mamme non fanno che
ringraziarci e ricordarci con affetto ma,
secondo me, Tu hai fatto qualcosa di più
ed è per questo che oggi ti scrivo questa
lettera. Tutti parlano dell’importanza
della “terapia del sorriso”, molti studi
scientifici sono stati fatti sull’argomento
e concordano nel dire che ridere e
giocare aiuta la guarigione dei nostri
piccoli pazienti, li fa soffrire di meno e
abbrevia il decorso di molte patologie,
anche i genitori si avvantaggiano di un’ora
di allegria e si rasserenano nel vedere i
loro figli malati sereni e felici così come
da sani.
Ma forse nessuno
ti ha mai detto quanto Tu e i tuoi Colleghi
Clown siate di aiuto a noi “medici veri”,
quelli “seri” che ridono poco e spesso
sono tristi, quelli che sono stanchi per
le troppe notti lavorate e per le poche
ore trascorse con i propri figli a casa,
quelli che per i tanti anni passati a vedere
soffrire i bambini, che detto fra di noi, è
una cosa davvero sconvolgente, si sono
dimenticati che un sorriso serve più
di una iniezione, che una carezza e un
abbraccio sono spesso più utili di una
diagnosi elaborata e che un bambino
malato ha bisogno di tanto affetto e
pochi farmaci mirati.
L’alta disponibilità
di informazioni presenti sul web fanno
apparire Internet come uno strumento in
grado di fornire le risposte giuste in tempi
rapidi. Si accede a un generico motore
di ricerca, si digitano le parole chiave
associate all’argomento di interesse e si
analizzano i risultati.
Quante volte, al termine di lunghe
ricerche, abbiamo avuto il timore di
una malattia più grave di quella che
sospettavamo all’inizio?
Se le ricerche sul web in ambito di
Salute fossero una medicina andrebbero
segnalati i seguenti effetti collaterali:
rischio di un’alternanza di stati d’animo
contrapposti (frustrazione, soddisfazione,
timore, speranza,…) accompagnati
dall’assunzione di ruoli di vario tipo
(medico esperto, malato immaginario,
sciamano,…).
Non avendo il dono
di rendere le vostre navigazioni meno
emozionanti, in questo articolo proverò
a fornirvi qualche spunto per renderle
almeno più efficaci.
Per iniziare una ricerca, limitando i
risultati solo ai siti che garantiscono
all’utente un’alta qualità delle
informazioni pubblicate, si può impiegare
il motore di ricerca specializzato della
fondazione “Health On the Net” (link di
HON: www.hon.ch/HONcode/Search/
search_it.html): sebbene la pagina web
sia in inglese, digitando le parole chiavi
(... continua su www.rivistagenitori.it)
rivistagenitori.it
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9
di Antonio Di Napoli
ingegnere informatico
all’interno della casella centrale, i primi
risultati che compariranno saranno relativi a
siti italiani.
Tali siti sono conformi
a una serie di linee guida che HON ha definito
in termini di affidabilità e imparzialità di
quanto pubblicato. Successivamente a questa
prima analisi, si può anche completare la
ricerca tramite motori non specializzati (es.
Google): l’aver consultato precedentemente
siti di alta qualità vi agevolerà nell’individuare
quelli più affidabili tra i molti che vi saranno
proposti.
Una volta trovate le informazioni di interesse
è molto importante rivolgersi e confrontarsi
con il medico di base o uno specialista.
Come prenotare una visita quando si ha poco
tempo da dedicare alle code allo sportello
o al telefono? Il sito iDoctorsconsente
di prenotare le visite mediche online in
modo piuttosto semplice anche tramite
smartphones. E se invece si ha bisogno di un
consulto online allora un sito di riferimento
è www.medicitalia.it
Quali sono le migliori
strutture sanitarie alle quali rivolgersi? La
risposta è indubbiamente complicata e i
fattori che influenzano il confronto e poi la
scelta sono molteplici.
Vi segnalo il sito www.doveecomemicuro.it in
cui è presente un sistema di classificazione
delle strutture sanitarie secondo i livelli di
qualità assistenziale. E’ un sito redatto da
soggetti privati e non da autorità pubbliche e
pertanto non può essere ritenuto una fonte
ufficiale: in ogni caso mi sembra ben
fatto, facile da usare e trasparente nella
metodologia impiegata.
Avete bambini in casa e volete un sito
semplice dove trovare le principali
informazioni per la loro salute (cosa
avere in casa, cosa fare in caso di,…):
sul sito di GuidaGenitori c’è una sezione
piuttosto pratica (www.guidagenitori.
it/Minisiti/emergenzapediatrica/
home.html). Rimanendo in tema di
Salute e Bambini, perché non usare il
web come strumento per ripassare le
principali tecniche di primo soccorso?
Attenzione: ho usato volutamente il
termine ripassare perché consiglio
caldamente di partecipare a un vero
e proprio corso. In questo caso si può
andare su YouTube (www.youtube.com),
inserire le chiavi di ricerca opportune
La ricerca di info
in tema di Salute è
complessa: si cercano
risposte a domande
che riguardano aspetti
spesso delicati e
variabili da individuo
a individuo.
(es. “primo soccorso bambini”) e poi
visualizzare i vari video: consiglio di
leggere anche i commenti ai filmati per
valutarne l’attendibilità. Inoltre evidenzio
anche una serie di video che la Croce
Rossa ha predisposto su un canale
tematico del Corriere della Sera (http://
video.corriere.it/salute/pronto-soccorsopediatria/index.shtml).
Potrei aggiungere
all’elenco molti altri siti interessanti,
ma penso sia più utile chiudere con una
riflessione. Sebbene Internet consenta
di acquisire nuove e più approfondite
conoscenze e abbia tutte le potenzialità
per divenire un valido strumento grazie
al quale orientarci in tema di Salute,
c’è ancora molta strada da percorrere
per rendere disponibili agli utenti
informazioni affidabili, poco superficiali
e maggiormente orientate al caso del
singolo individuo.
Allo stato attuale, è opportuno che la
navigazione sia condotta dotandosi di una
buona dose di capacità di discernimento,
pazienza e buon senso, ricordando
sempre di accompagnare la ricerca con
il confronto con gli specialisti del settore.
Alla prossima!
istruzioni
Connessioni,
e avvertenze sull’uso del mondo web
per la ricerche in tema della nostra Salute
e quella dei nostri bambini...
Y
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Oggi parliamo di...
Salute e risposte Casa e lavoro
25
pag
di Simone Sanclimenti
fisioterapista
Caratteristiche come la temperatura,
l’umidità, i venti, le precipitazioni,
l’esposizione delle abitazioni, unite
all’alimentazione e alle passioni,
costituivano nell’antichità i principali
determinanti della salute e della malattia.
L’esame dell’ambiente
fisico era di primaria importanza per
il medico, da cui traeva elementi per
comprendere non solo l’origine delle
malattie ma anche le caratteristiche degli
esseri umani, che sono diverse a seconda
dell’ambiente in cui sono cresciuti.
Questo fin da Ippocrate che è stato il
primo vero medico. Una città inquinata
ad esempio può aumentare il rischio di
allergie respiratorie, cancro, trombosi e
anche di neurodegenerazione.
I bambini,
naturalmente, sono più a rischio di allergie
per un processo che porta ad una maggiore
produzione di istamina e di una minore
attivazione del sistema del macrofago
dendritica (spazzini del corpo umano) che
li porta ad essere più esposti ai virus.
Una vecchia credenza che consigliava di
respirare con il naso e non con la bocca è
decaduta perché il naso è a diretto contatto
con il cervello.
Nelle città o in paesi molto popolosi si
tende sempre meno a dare spazio ai
parchi e i ricercatori hanno riassunto
una nuova sindrome: “sindrome da
carenza di natura”.
I bambini, in particolare, se vanno
a scuola in un edificio ubicato nelle
vicinanze di un parco migliorano la loro
maturazione cognitiva, come risulta da
uno studio realizzato a Barcellona su
2593 bambini delle elementari. Il sole
poi è un attivatore della vitamina D,
importante per la produzione del calcio
delle ossa.
L’ambiente in
cui si vive ha
un’influenza
fondamentale
sulla salute di
ogni bambino.
Quindi l’ambiente in cui viviamo è
importante per la crescita dei dei più
piccoli e comprende anche il clima
vissuto in casa e in famiglia, dove vi
è un grande coinvolgimento fisico e
mentale.
Diversi studi
confermano che situazioni di stress tra
i genitori alla presenza dei propri figli
alterano lo stato di salute dei bambini
provocando malattie croniche.
La salute dei
L’operatore sanitario deve valutare nel
bambino non solo la malattia di per
sé, ma anche l’ambiente in cui si vive
e oltre alla terapia classica si deve
bambini
impostare una “disciplina della buona
vita”: ambiente, alimentazione, attività
fisica, rapporti personali e con gli altri.
e l’ambiente in cui vivono: scopriamo
le caratteristiche fisiche dell’ambiente
nella medicina antica, orientale e occidentale
La parola ai Genitori Nella nostra Bologna
Oggi parliamo di... Salute e risposte
Casa e lavoro
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27
pag
di Carmela Travaglini
medico chirurgo, specialista in Pediatria,
Agopuntura, Omotossicologia, Kinesiologia
i Tempo lettura < 3 min.
Dieci, cento mille allergie! Piccoli accorgimenti
per sopravvivere
È opportuno iniziare fin dalla gravidanza
a proteggere nostro figlio dal fumo (è
uno dei fattori scatenanti), quindi niente
sigarette per mamma e papà.
Starnuti, occhi
rossi, naso che cola,
pruriti e una scorta
di fazzoletti sempre a
portata di mano:
ecco siamo in piena
stagione!
E insieme al primo
sole si affacciano anche le allergie che
ce la mettono tutta per rovinarci una
bella passeggiata all’aria aperta...
Ma cosa succede? Esiste qualcuno di noi
che non sia allergico? Pare proprio di
no a sentire i racconti di amici e parenti,
ognuno ha l’allergia che si merita e
quindi, soprattutto con l’arrivo della
bella stagione inizia la guerra aperta a
quella che da tutti gli addetti ai lavori è
considerata “l’epidemia del futuro”.
Se vent’anni fa solo il 7% dei bambini
aveva una manifestazione allergica, oggi
il 10% di loro soffre di asma, un 15% di
rinite da pollini ed un 10% di dermatite
atopica!
E pare che andrà ancora peggio, le
stime ci dicono che nel 2025 il 50% dei
nostri figli sarà allergico!
Come siamo arrivati a questo
punto? Senza ricorrere a spiegazioni
scientifiche troppo complesse,
possiamo dire che l’allergia è figlia
del benessere, della troppa igiene,
dell’inquinamento delle nostre città.
Vivere troppo protetti
dai patogeni esterni ci ha reso più
vulnerabili. Non è un fatto da poco
che i bambini immigrati, che nei loro
paesi di origine, certamente più poveri
e meno industrializzati del nostro, non
soffrivano di nessuna allergia, dopo
5-6 anni di vita in Italia comincino a
presentare gli stessi identici sintomi dei
nostri bambini; per loro è stato coniato
addirittura il termine di “allergia del
migrante”, ad indicare questa forma
acquisita di ipersensibilità.
Cosa possiamo fare?
Gli specialisti hanno tenuto conto
dei diversi aspetti clinici, sociali
ed ambientali delle manifestazioni
allergiche nell’infanzia e hanno stilato
un vademecum semplice che possa
essere di aiuto.
Se portate a spasso in città vostro
figlio, attenzione al passeggino che
comperate! Quelli troppo bassi sono
a livello dei tubi di scappamento delle
auto.
Se vostro figlio è allergico agli acari
della polvere, fate molta attenzione alla
pulizia della casa e niente peluche in
cameretta.
Se vostro figlio ha un’allergia ai
pollini, consultate il calendario dei
pollini (www.ilpolline.it) per sapere
quando fare una passeggiata in
campagna tranquilli.
Fate capire a vostro
figlio allergico che ha comunque tutte
le carte in regola per giocare alla pari
con i coetanei, senza vedere nella
sua patologia una limitazione o un
impedimento.
Se il carattere allergico resta per tutta
la vita, l’organismo del bambino è in
grado di elaborare strategie di difesa
che con il tempo lo renderanno più
tollerante alle cause della sua stessa
allergia. Inoltre non dimentichiamo che
esistono farmaci molto utili a ridurre
i sintomi o i rischi delle varie forme
allergiche quindi affrontiamo senza
troppi timori questa bella Primavera!
La parola ai Genitori Nella nostra Bologna
Oggi parliamo di... Salute e risposte
Y
Casa e lavoro
29
pag
i Tempo lettura < 3 min.
di Loredana Raso e Nada Raspanti
erboriste fitoterapiche
L’allergia
al pelo degli animali è
abbastanza frequente e
spesso costringe intere
famiglie a rinunciare
alla compagnia di
cani e gatti.
L’allergia al pelo
del gatto è causata da una proteina (FEL
D1) contenuta nella saliva dell’animale.
L’allergene si deposita nel pelo quando
il gatto si lecca e da qui viene disperso
nell’ambiente circostante (tappeti,
divani, vestiti, ecc). Queste particelle
microscopiche rimangono sospese
nell’aria e inalate dalle persone
causando la classica sintomatologia:
starnuti, congiuntivite e più raramente
dermatiti e prurito. Nei soggetti
maggiormente sensibili i sintomi
allergici possono essere anche più gravi
e accentuati.
Rimedi naturali per curare
e gestire l’allergia
al gatto di casa
E’ possibile continuare la convivenza
con il nostro amico felino se siamo
allergici? Per rispondere a questa
domanda meglio consultare medico
e allergologo che daranno il loro
parere in base alla sintomatologia. Se
scopriamo che è proprio così, possiamo
attenuare i sintomi con qualche
accorgimento come, ad esempio,
non toccare la lettiera con le mani,
ma indossare un paio di guanti e una
mascherina protettiva.
È fondamentale
tenere puliti ed igienizzati gli spazi di
uso comune e non fare soggiornare il
gatto nella camera da letto, che dovrà
risultare spazio neutrale dove poter
respirare e dormire serenamente.
Evitare, dove possibile, l’utilizzo di
tappeti e moquette.
Il micio dovrà essere pulito e
spazzolato con più frequenza e con
prodotti specifici e anche in questo
caso la fitoterapia ci viene in aiuto con
più rimedi come ad esempio l’olio di
Perilla: una pianta erbacea conosciuta
in Cina e introdotta successivamente in
Giappone, dove è utilizzata anche come
ortaggio. (... continua su www.rivistagenitori.it)
di Valeria Peronace - Agnese Sadotti
dentista - pedodontista
Per molti di noi
sono cambiate abitudini lavorative, per
non parlare di quelle legate allo sport,
agli stili di vita, allo sport, e anche
all’alimentazione.
Mentre stiamo scrivendo questo
articolo ancora non sappiamo quali
decisioni verranno prese in merito
alla scuola, né ai centri estivi: viviamo
ancora in un limbo, in una fase di
sospensione, facendoci molte domande
e - probabilmente - senza alcuni dei
punti di riferimento a cui eravamo
abituati.
Come abbiamo spesso ricordato, gli
appuntamenti fondamentali con il
lavaggio dei denti per un bambino in età
scolare e prescolare sono due, mattina
e sera.
Quando è possibile
inserirne altri - come per esempio
il lavarsi i denti dopo pranzo che
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9
9
viene proposto alla scuola materna e in
alcune scuole elementari - ben venga,
ma il lavaggio dei denti mattutino, dopo
colazione, e serale, prima di andare a
dormire, rimane imprescindibile.
Il rituale del mattino
può essere collegato al momento in cui il
bimbo, dopo aver fatto una bella colazione
ed essersi vestito è quasi pronto per iniziare
la giornata. Mancano solo le scarpe, o
magari sono già nei piedi, ma la sosta in
bagno per una bella spazzolata è d’obbligo.
Nel lavaggio mattutino, il piccolo
scopre un momento di raccoglimento e
concentrazione che lo può aiutare a partire
con il piede giusto, specialmente se la
mamma e il papà gli spiegano che lavarsi
i denti è un gesto importantissimo per
prendersi cura di se.
Per il bambino, dedicarsi all’igiene orale
personale, è un modo per entrare in
contatto con se stesso, e questo lo aiuta a
scoprire la propria autonomia e a rafforzare
la propria autostima.
Il lavaggio denti
serale è poi un vero e proprio rito di
passaggio che sera dopo sera, aiuta a
salutare la giornata passata, preparandosi
alla nanna in arrivo.
Immaginiamo una routine in cui, dopo
cena, i bambini giocano ancora un
po’, si danno una lavata, si mettono
il pigiama e poi si lavano i denti: il
momento dello spazzolamento precede
quello del coricarsi, per poi magari
leggere una bella favola insieme ai
genitori, o un bel libro da solo per chi è
già più grande.
E, mentre si lava i denti, le luci si
abbassano, le voci si fanno più soffuse,
il libro della buonanotte aspetta sul
comodino, i nostri bambini possono
chiudere il cerchio della giornata
trascorsa.
Si crea così un ponte tra il lavaggio dei
Quanti cambiamenti
abbiamo affrontato
in questi mesi?
È cambiata la
dimensione di
famiglia, di casa,
di scuola...
denti del mattino e quello della sera: i
piccoli sapranno che hanno portato a
termine un compito di cura di se stessi,
osservazione delle proprie necessità,
presa in carico della propria salute. In
una parola, avranno sperimentato la
propria responsabilità … e non l’hanno
fatto da soli!
Accanto a loro,
la mamma, il papà, i fratelli più grandi
oppure più piccoli, tutti insieme.
Genitori, ricordiamoci che ancora
prima che dalla parole, i nostri bambini
imparano dall’esempio: il miglior modo
per insegnare loro una corretta routine
di lavaggio denti, è assimilarla noi per
primi.
Specialmente in questo periodo in cui
i rituali ci aiutano a ritrovare ritmo,
certezza e, appunto, responsabilità.
Lavarsi i denti
è un rito...
In questo periodo di grande cambiamento
è fondamentale ricordarci dell’importanza dei
rituali, momenti fondamentali per l’equilibrio
psicofisico dei nostri piccoli, fra cui c’è senza
dubbio il rituale del lavarsi i denti...
La parola ai Genitori Nella nostra Bologna
Oggi parliamo di... Salute e risposte
Casa e lavoro
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31
pag
i Tempo lettura < 3 min.
di Valeria Chiodini
Museo della scienza e teconologia L. da Vinci - Milano
www.museoscienza.org
Stupisci i tuoi amici con
il gelato magico!
Isotta Zamboni
Architetta, arredatrice d’interni
Ecco un
esperimento di scienze
davvero goloso! Il gelato
è un alimento molto
complesso: quello che si
realizza è un equilibrio
tra ingredienti congelabili
(acqua) e incongelabili
(zucchero).
La consistenza morbida è dovuta
all’aria che rimane intrappolata,
sottoforma di piccolissime bolle, nella
miscela di latte e zucchero.
Aggiungendo sale
al ghiaccio invece, si abbassa il punto
di congelamento dell’acqua e si evita
che lo strato superficiale di ghiaccio
geli (è per questo che si sparge sale
sulle strade d’inverno): in questo modo
il ghiaccio inizia a sciogliersi e, nel
farlo, assorbe calore dalla miscela di
latte e zucchero che così si raffredda
velocemente fino a gelare.
Lo stesso procedimento avviene nelle
moderne “gelatiere”.
Ecco cosa ti serve
per preparare il “gelato magico”:
• 1 barattolo con il tappo ermetico
• 1 sacchetto per alimenti
• 10 cubetti ghiaccio
• 3 cucchiaini sale
• 2 cucchiai zucchero a velo
• 100 ml latte fresco
Versa il latte nel sacchetto per alimenti
e aggiungi 2 cucchiai di zucchero a velo;
mescola velocemente e chiudi con cura
il sacchetto. Prendi dal freezer i cubetti
di ghiaccio e mettili nel barattolo,
poi inserisci il sacchetto con latte e
zucchero posizionandolo in mezzo ai
cubetti di ghiaccio. Spargi 3 cucchiaini
di sale sul ghiaccio, poi chiudi bene
il barattolo con il tappo e comincia a
shekerare il tutto: prendi il barattolo
fra le mani e agita energeticamente per
almeno 5 minuti!
Apri il barattolo,
estrai il sacchetto e controlla il
risultato... ecco il tuo fantastico gelato
al fiordilatte! Se vuoi cambiare gusto,
sostituisci il latte con acqua e aggiungi
qualche goccia di sciroppo o succo
di limone. Otterrai un fantastico e
dissetante sorbetto!
Noi genitori ci premuriamo che il cibo
sia biologico, che i vestiti siano in
fibra naturale, che i prodotti con cui
li laviamo non abbiano tensioattivi o
altre sostanze che possano alterare
il loro delicato bio equilibrio, che
il bagnoschiuma sia rispettoso
del loro pH naturale. Accorgimenti
importantissimi e da non sottovalutare,
soprattutto nei confronti di quei bambini
che già in tenera età presentano
dermatiti, asma o altre problematiche
influenzabili da tutto ciò.
Ma poniamo la stessa
attenzione verso l’ambiente in cui
vivono la maggior parte del loro tempo
dentro casa?
Se l’abbiamo fatto, benissimo, perché è
di estrema importanza e ancora troppo
spesso, si sottovaluta l’inquinamento
indoor, ovvero gli inquinanti nell’aria
che respiriamo in casa nostra.
Questo inquinamento è creato da tanti
fattori, principalmente l’aria esterna
con le polveri sottili e i pollini, ma anche
le emissioni nocive di colle, vernici e
altri materiali utilizzati per l’arredo
della casa.
Ed è proprio su questo punto che vorrei
provare a delineare quegli aspetti e
quei materiali da privilegiare rispetto
ad altri per migliorare l’ambiente
domestico dei nostri bambini.
Premetto che sarebbe opportuno
valutare anche i materiali con cui è
stato realizzato l’aspetto edile della
casa, ma questo richiederebbe interventi
molto drastici; magari facciamo giusto
attenzione alle pitture delle pareti e al
pavimento, evitiamo i laminati che oltre
a contenere sostanze chimiche, sono
spesso causa di accumuli di elettricità
statica.
Concentriamoci
sull’arredo e le finiture che ci
consentono di controllare questo aspetto
con interventi facilmente realizzabili.
Per quel che riguarda il materiale
con cui sono realizzati gli arredi,
assicuriamoci che il produttore abbia
i dovuti certificati di rispetto delle
normative vigenti.
La normativa principale è la EN71.3 la
quale garantisce che le vernici usate
siano atossiche e prive di sostanze come
piombi, mercurio e cromo; importante
è anche la totale o quasi emissione di
VOC, composti organici volatili come la
formaldeide. Se state scegliendo dei
mobili nuovi per la cameretta, chiedete
i dovuti certificati e diffidate di prodotti
economici, spesso il risparmio è dovuto
all’uso di prodotti di scarsa qualità e
questo va a discapito della sicurezza dei
vostri figli. In alternativa, costruiamo
noi i mobili con legno massello o
pannelli di fibre di legno naturali, magari
facendoci aiutare da qualche nonno
ingegnoso se non ne siamo capaci, così
potremo controllare tutta la filiera dei
materiali usati e potremo risparmiare
economicamente. Chiaramente
dobbiamo avere un certo know-how e
sapere come realizzare oggetti sicuri
anche dal punto di vista meccanico.
Il consiglio è sempre quello di
prediligere materiali naturali come il
legno, trattato con vernici all’acqua o
lasciato in tutti i suoi colori naturali che
creano un calore senza pari.
Importantissime sono anche le fibre
dei tessuti d’arredo, come coperte,
tende, tappeti, cuscini. Evitiamo il più
possibile fibre sintetiche che possono
Ogni giorno,
come genitori,
siamo attenti a tutto
ciò che coinvolge
i nostri figli...
essere causa di dermatiti o reazioni
allergiche, scegliamo invece lana,
cotone e lino.
Un ultimo consiglio
Quanto sono
che mi sento di dare è quello di evitare
di usare per la camera dei nostri
figli mobili di produzione industriale
che abbiano più di 20 anni, perchè
potrebbero non rispettare i requisiti
visti sopra e quindi contenere quelle
sostanze che nella produzione
industriale degli anni passati erano
frequenti. Ben vengano invece mobili
antichi ma attenzione ai prodotti
petrolchimici che potrebbero essere
stati utilizzati nel restauro, come ad
esempio nel trattamento contro i tarli
del legno.
I nostri figli, soprattutto nei loro
primi anni di vita, sono estremamente
sensibili. Diamo importanza a tutto ciò
che influenza il loro equilibrio psicofisico.
importanti
i materiali utilizzati nelle camerette
dei nostri bambini?
La parola ai Genitori Nella nostra Bologna
Oggi parliamo di... Salute e risposte
Casa e lavoro
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ricetta di Ilaria Zamboni
“In cucina c’è serenità al quadrato!”
Lavoretti & co.
di Silvia Mederi
esperta arti grafiche, diplomata IED
Siete annoiate delle vostre vecchie
t-shirt ma non volete buttarle perchè
sono ancora praticamente nuove? Volete
accompagnare l’estate dei vostri bambini
con i loro personaggi preferiti o dare un
tocco di originalità?
Ecco un’idea su come potete ri-progettare
una vecchia t-shirt e dargli un nuovo look
con pochissima spesa.
T-shirt fai da te
Materiali occorrenti:
- una t-shirt da riutilizzare,
- un tovagliolo di carta con la stampa
che volete trasferire sulla t-shirt,
- pellicola da cucina, carta da forno
e ferro da stiro.
Ritagliate l’immagine che avete scelto e
togliete qualche strato del tovagliolo.
Inserite il ritaglio in due strati di pellicola
da cucina lasciando un piccolo bordo
intorno all’immagine.
Posizionate il vostro ritaglio sulla t-shirt
e copritela con della carta da forno,
con il ferro da stiro alla temperatura
massima, iniziate a stirare praticando
molta pressione e un po di pazienza... et
voilà! La vostra t-shirt è pronta per essere
indossata. Buona Estate a tutti voi!
i Tempo realizzazione < 30 min.
Mirtilli &
cheese cake
Una cheesecake golosa e leggera, che non necessita
di cottura, perfetta per l’estate! Ecco come prepararla
incompagnia dei vostri bambini...
Ingredienti
per la base:
- 130 gr circa di biscotti digestive
- 1 cucchiaio di zucchero
- 60-70 gr di burro
Per la salsa di mirtilli:
- 200 gr di mirtilli
- 1 cucchiaino di fecola di patate
- 2 cucchiai di zucchero
- 100 ml di acqua
- 100 ml di Rum (o succo di mirtilli)
Per il ripieno:
- 400 gr di yogurt greco
- 200 ml di panna da montare
- 3 cucchiai di zucchero a velo
- qualche goccia di limone
- 3 fogli di gelatina
Per prima cosa
mettere in ammollo la gelatina in acqua
fredda intanto che preparate tutto il
resto: riducete in polvere i biscotti
con il robot, metteteli in una ciotola e
miscelateli con lo zucchero e il burro
precedentemente sciolto, amalgamando
il tutto. Compattatelo bene con il dorso
di un cucchiaio nella tortiera a cerniera
apribile dal diam. di 20 cm e riponetelo
in frigo. Lavorate lo yogurt greco con lo
zucchero a velo e aggiungete l’essenza al
limone. Montate la panna e unitela allo
yogurt mescolando dal basso verso l’alto
in modo delicato x non smontarla troppo.
In un pentolino sciogliete la gelatina
strizzata in due cucchiai di acqua, stando
attenti a non farla bollire e unitela al
composto di yogurt. trasferite il tutto
nella tortiera, livellate bene e riponete
in frigo x almeno 3-4 ore in modo che si
rapprenda bene.
Ora preparate
la salsa di mirtilli che vi servirà per
ricoprire la cheese cake: in un pentolino
mettete i mirtilli lavati con l’acqua e
lo zucchero e cucinateli finché non
cominceranno a disfarsi. Frullate i
mirtilli e passateli al setaccio per
eliminare le scorze, rimetteteli nel
pentolino e aggiungete il Rum e cuocete
per qualche minuto. Lontano dal fuoco
aggiungete la fecola di patate, mescolate
bene x evitare la formazione di grumi
e rimettete sul fuoco ancora un paio di
minuti in modo che si addensi.
Lasciatela raffreddare e al momento
di servire il dolce, distribuitela sulla
superficie. Buon appetito!
rivistagenitori.it
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kids
di Alessandra Augusti
biologa, nutrizionista
Golose merende
di regni incantati per
maghi e fatine provetti !!!
Cari cuochetti, miei amichetti,
oggi voglio preparare con voi una
merenda... magica!
Prima di tutto serve
un grembiulino ma
soprattutto... una
bacchetta magica!!
Che maghi siamo
senza bacchetta? Per
realizzarla bastano degli
stampini a forma di stella,
uno stecchino, un frutto
del colore che preferite
(arancia, cocomero, ananas,
kiwi, ecc...) un po’ di mirtilli
avanzati dalla torta preparata
con mamma e papa’ e un bastoncino di
legno come quelli usati per gli spiedini.
E’ molto semplice: dopo aver lavato e sbucciato il
frutto che avete scelto, ne tagliamo una fetta spessa
e con lo stampino formiamo la stella che sara’ la
punta della bacchetta magica. Ora infiliamo i mirtilli
uno per uno nel bastoncino da spiedino e per ultima
la nostra stella per formare la punta…et voila’! Ora
abbiamo davvero tutti i super poteri per creare una
merenda magica che ci donera’àtanta energia!!
La parola ai Genitori Nella nostra Bologna
Oggi parliamo di... Salute e risposte
Casa e lavoro
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35
pag
kids
tra i tanti regali
ricevette anche
una grande scatola
contenente tantissimi giochi
di prestigio, un bel cappello,
una bacchetta, un
mantello e tre piccole scatoline
rosse, molto misteriose…
sulla scatola c’era
scritto: “MAGIE IMPOSSIILI!”
Gli occhi di Jack brillavano
di gioia... adorava le magie!
“Che bel regalo” pensò. Seguirono
giorni di gioco, incredibili
trucchi e formule
magiche, però non capiva a
cosa servissero quelle tre
scatoline.
di Marianna De Luca
educatrice scuola materna e elementari
illustrazioni di Lucia Zerbinati
counselor relazionale, illustratrice di favole per bambini
jack e le scatoline
magiche
questa è la storia di Jack, un bambino
davvero speciale, che seppur piccolo
e’ riuscito a compiere grandi imprese.
Tutto iniziò il giorno del suo settimo
compleanno...
Erano 3 scatoline rosse,
vuote e su ciascuna di esse
c’era una lettera: A, L, C. “Si
saranno sbagliati!” disse la
mamma, ma il piccolo Jack
non era convinto, un grande
mago come lui sapeva
che prima o poi avrebbe svelato
il mistero! Una notte
fece un sogno stranissimo:
giocava a palla in giardino e
all’improvviso una folata di
vento la spinse tra i rami di
un albero vicino. Jack corse
a recuperarla, ma vide
sulla pancia dell’albero un
grosso buco e si svegliò.
Il giorno seguente il suo
istinto di mago suggeriva
che quel sogno era una
magica traccia da seguire!
Corse in giardino alla ricerca
dell’albero e… lo
trovò: il buco dell’albero
era un passaggio segreto
che conduceva al Bosco incantato
di Fiabilandia.
Jack entrò nel buco e si
ritrovò davanti agli abitanti
del Bosco che sembravano
impazziti: litigavano tutti!
Aveva letto molte Fiabe su
questa meraviglia di Bosco,
e ne ricordava la gentilezza
e la dolcezza degli abitanti.
Qualcosa non andava...
cosa stava succedendo?
Split, un coniglietto bianco
si avvicinò e gli raccontò
che nel Bosco era arrivato
Zagor, un arrogante leone
che si era imposto come il
re di Fiabilandia, spaventando
tutti. Nessuno era più
libero e il cattivo umore
degli abitanti aveva preso
il sopravvento! Bisognava
fare qualcosa... Jack istintivamente
tirò fuori dalle
tasche le 3 scatoline, non
capiva bene il perché, ma lo
fece…istinto di mago? Decise
di aprire quella con la
lettera L. La scatolina fino
ad allora vuota, ora contenteneva
un misterioso
messaggio: “La Libertà è la
meraviglia del Creato, è l’anima
del Mondo.” Comprese
che quello era un messaggio
destinato a Zagor. Lo
incontrò e con la paura di
un bambino, davanti a tanta
imponenza ma con il coraggio
di un grande riuscì a
far capire a Zagor, che alla
forza non equivale la prepotenza,
e che un grande
Re può avere un altrettanto
grande cuore. Aprì anche la
seconda scatolina, quella
con la lettera A, dove c’era
un altro messaggio: “Amico.
La più bella cosa che tu
possa avere e la più bella
cosa che tu possa essere”.
Lesse il messaggio ad alta
voce affinché tutti potessero
sentire. Il magico effetto
di quelle parole non
si fece attendere, toccò
il cuore di tutti che si abbracciarono
felici. Tutto
era tornato alla normalità!
La missione era compiuta
e Jack poteva fare ritorno
a casa! Si sentiva un
eroe. prima di addormentarsi
ripensò all’incredibile
avventura, quante emozioni!
Ma… un momento… le
scatoline erano 3! Si alzò
dal letto e andò a cercare
l’ultima, quella con la lettera
C che conteneva questo
messaggio:“Il Coraggio
non è la mancanza di
paura, ma la capacità di vincerla.”
Il coraggio di Jack
nell’aver affrontato pur
avendo paura questa grande
missione! Chiuse gli occhi
e si addormentò felice.
tutto iniziò
una FREDDA
SERa D’INVERNO...
quando
GIORGINO e fido
si accorsero che una stella
era caduta
in giardino
e non potevA
più volare
perchè si era
rotta una
punta ...
TI AIUTIAMO NOI!
FIDO, PORTA I CEROTTI!
ECCO
FATTO!
ORA CHE MI HAI TOCCATA
LA MIA POLVERE DI STELLA
TI HA RESO MAGICO...
COME UN SUPEREROE!
E’ VERO!
SONO TUTTO
LUMINOSO..
GRAZIE STELLA!
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www.rivistagirotondo.it
www.rivistagenitori.it
illustrazioni di
Carlo Carota Art Design
IN QUESTo episodio
GIORGINO, GIORGINO, FIDO FIDO E... E...
LE LE MEDUSE MEDUSE INVISIBILI INVISIBILI !!
ehi giorginooo!
abbiamo il canotto!
vieni, andiamo a fare un giro
fino agli scogli
remo io!
wow
che bello!
prepara la
maschera
andiamo vicino
agli scogli a fare
il bagno
e ora,
subito
un bel
tuffo!
hei piano!
il remo!
una bella
nuotatina
e...
aahhh!!!
ma qui e’ pieno
di meduse!
torna su presto
che pizzicano!
siamo
circondati!
come
facciamo
a tornare
senza il
remo?
ho
un’idea!
ma non e’
successo niente!
ho inviato
un segnale
telepatico
a fido per
farlo venire a
prenderci
ecco che
arriva!
forza fidooo!!!
questa volta sei tu
il nostro eroe
viva fido!
fido! per te ci sara’
un bel premio!
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