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GENITORI rivista Maggio 2020

in questo numero: Quanto è importante socializzare per i nostri bambini? Come interpretare i disagi sia fisici che psichici dei nostri bambini? Proteggerli e aiutarli anche con l’aiuto delle “favole”... come?

in questo numero:
Quanto è importante socializzare per i nostri bambini?
Come interpretare i disagi sia fisici che psichici dei nostri bambini?
Proteggerli e aiutarli anche con l’aiuto delle “favole”... come?

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La rivista Etica

che sostiene le famiglie

Gratis x te

w w w.r i v istag enito r i.i t

anno 2 • n. 04 • Maggio 2020 s e g u i c i >

un girotondo a sostegno della crescita dei bambini

in questo

numero:

Come

interpretare

i disagi fisici

e psichici

dei nostri

bambini?

Bambini

e salute

fra cause,

sintomi e

rimedi

Con il Patrocinio:

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Castenaso

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Ozzano dell’Emilia

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San Giovanni in Persiceto

Quanto è importante

socializzare

per i nostri bambini?


“i sogni si avverano

se si ha il coraggio

di crederci”

WaltDisney

Basta un gesto

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per essere parte di questa grande

Comunità educativa.

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la Rivista Etica

in distribuzione gratuita nei Nidi, Scuole

d’Infanzia e Primarie dei Comuni patrocinatori

Fondata da Ilaria Zamboni e Donatella Danesi

con la collaborazione dei Soci Volontari

dell’Associazione

Registrazione presso il Tribunale di Bologna

n. 8.522 del 06/08/’19

Direttrice Responsabile: Alessandra Testa

Editor: Silvia Bernardi

Responsabile Comitato Scientifico:

dott.ssa Francesca Zanolla

Fumetto e illustrazioni: Lucia Zerbinati

Comunicazione, web e progetto grafico:

Ilaria Zamboni

Stampa: Casma Tipolito

via Provaglia, 3 - 40138 Bologna

Redazione: Ass.ne Culturale Bambini e Genitori APS

via Larga 36 - 40138 Bologna, tel. 347.308.22.05

redazione@bambiniegenitori.it

Finito di stampare a MAGGIO 2020

Contribuiscono al sostegno alla genitorialità con i loro

contenuti i Dottori: Paolo Crepet, Maria Rita Parsi,

Marilena Pillati, Franca Errani, Claudio Buccheri,

Carla Sale Musio, Anna Maria Casadei, Patrizia

Valenti, Camilla Targher, Michela Foti.

Ogni collaborazione è a titolo gratuito. Materiali,

foto e testi inviati per la pubblicazione non vengono

restituiti e tale invio fornisce automaticamente la

liberatoria per l’uso delle immagini e del pensiero

anche su mezzi digitali. La riproduzione anche parziale

dei testi e dei materiali pubblicati è espressamente

vietata.

L’Editoriale

Socialità & Virus

Leggi la

versione integrale

dell’ultimo numero

della Rivista Genitori

collegandoti al QR

CODE qui sotto

9

Mentre gli adulti, soprattutto le donne, si

dividevano fra quelli che lavoravano ancora

più di prima e quelli che, all’improvviso, si

sono ritrovati a dover riempire le lunghe

giornate perché in cassa integrazione o con

le attività ferme, i bambini hanno giocato di

fantasia.

L’emergenza

coronavirus ci ha

insegnato, ancora

una volta, che

i bambini sono

meglio di noi. ..

La loro immensa capacità di adattamento

(anche al nervosismo dei genitori) li ha

trasformati in atleti da appartamento, pazienti

disegnatori, instancabili costruttori, scatenati

ballerini, cuochi provetti e, soprattutto,

in dame o gentiluomini da compagnia in

videochiamate con i nonni alle prese con i

momenti più bui. Durante il lockdown c’è

stato addirittura chi ha giocato con le pistole

ad acqua con i vicini da un balcone all’altro.

Distanza rigorosamente oltre il metro.

La socialità insomma,

non è sparita; si è trasformata da necessità

a virtù. È diventata selettiva, rivolta solo ai

rapporti essenziali. Un regalo inaspettato

per i nostri figli che, in fondo, non chiedevano

altro che passare più tempo con noi.

Alla scuola, agli allenamenti, alle corse nei

prati e alle gare in bicicletta si è sostituito

tutto il buono (chi l’avrebbe mai detto) della

tecnologia: le chiacchierate con familiari e

amici del cuore davanti ad uno smartphone

e la didattica online, che è diventata per i

più fortunati (perché per troppi ancora la

strumentazione non era disponibile) anche

il pretesto per rivedere i compagni di scuola

o per chattare con loro di nascosto (glielo

abbiamo volentieri lasciato credere) invece

che partecipare alla lezione.

Dopo quasi tre mesi di reclusione forzata,

è arrivata anche per i bambini l’ora d’aria:

prima la possibilità di uscire con mamma o

papà per una passeggiata intorno all’isolato,

poi, finalmente, la riapertura dei parchi. Con

tutte le aree gioco chiuse, però. E mascherine

sul visto dai 6 anni in su e laddove non è

possibile mantenere le distanze di sicurezza

di almeno un metro. Pure in questo caso, sono

stati soprattutto gli adulti a sgarrare: con

assembramenti per chiacchierare con gli altri

genitori o illecite scorribande per liberare

scivoli e altalene dalle fasce bianche e rosse

che li delimitano.

La socialità non è per forza toccarsi o

abbracciarsi e i più piccoli lo hanno capito

subito: giocando a pallone, correndo ben

distanziati, gareggiando in monopattino e

salutandosi prima e dopo da lontano con

l’ormai gettonatissimo «abbraccio virtuale».

I bimbi se ben edotti,

capiscono tutto e sono in grado non solo di

rispettare le regole ma anche di inventarsi

nuovi giochi a prova di virus. Di dare lezioni di

senso civico a chi crede di vivere in un’isola

tutta sua o non è in grado né di rispettare la

cosa pubblica né di vedere chi resta indietro.

In attesa della riapertura delle scuole, questi

mesi saranno la palestra per introiettare

quelle basilari norme di sicurezza che poi

dovranno essere applicate sui banchi a

settembre. Anche il via libera ai centri estivi

a supporto delle famiglie che hanno ripreso il

lavoro sarà un utile banco di prova per iniziare

a sperimentare questa nuova normalità.

Quanto veramente a misura di bambini,

soprattutto i meno agiati, è ancora tutto da

capire.

Alessandra Testa

Direttrice Rivista Genitori

5pag

Y

La parola ai Genitori Nella nostra Bologna

Oggi parliamo di... Salute e risposte Casa e lavoro


web

TV

Bambini & Genitori

LIVE

Scoprire il corpo

e i suoi dintorni è’ l’invito che

ci fa tutti i giovedì mattina alle 11 il

dott. Claudio Buccheri, psicomotricista

e formatore TNPEE che , attraverso il

gioco ci invita a riflettere sulla crescita

e sulla formazione educativa dei nostri

figli, in un percorso che mai dimentica

l’importanza del corpo in questo

complesso e meraviglioso processo che

è “diventare adulti”. Domande? Inviatele

a: info@bambiniegenitori.it e il dottore

vi risponderà in diretta!

Il Viaggio

comincia il lunedì mattina alle 11.00

con la dott.ssa Franca Errani, counselor

relazionale a indirizzo Voice Dialogue

- Dialogo delle Voci e la frizzantissima

coach Antonietta Marrazzo vi faranno

fare fra energie dell’anima e le

incongrafia dei tarocchi, prestata a

questa danza degli opposti che

compone la nostra personalità.

Un viaggio originale e unico nel quale

tutti possiamo trovare interessantissimi

spunti di riflessione personale...

Inviate le vostre domande a:

info@bambiniegenitori.it e le

dottoresse vi risponderanno in diretta!

Una genitorialità

più consapevole grazie ai consigli che

tutti i martedì alle 11,00 la psicologa e

psicoterapeuta italo-americana Daria

Russo ci aiuta a scoprire per insegnarci

a comunicare meglio e comprenderci di

più. Inviate le vostre domande a:

info@bambiniegenitori.it e la

dottoressa vi risponderà in diretta!

Il bene-essere è uno stato d’animo

che passa attraverso un percorso di consapevolezza di sè e del proprio

meraviglioso “caleidoscopio interiore”. La dott.ssa Silvia Pelle, counselor

relazionale, vi aspetta tutti i venerdì alle 11,00 con

i suoi ospiti - ad ogni puntata diversi - per espolrare

questo vasto mondo interiore senza mai dimenticare

il corpo in cui siamo incarnati e nel quale la dott.ssa

ci guida con esercizi semplici ma efficaci per

imparare a “sentire” il proprio bene-essere.

Inviate le vostre curiosità domande a: info@

bambiniegenitori.it e la dottoressa vi risponderà

in diretta!

Vita da cani

con l’esperta istruttrice cinofila e

pet teraphist Irene Zamboni che con

tanto garbo e gentilezza ci fa entrare nel

mondo dei nostri amati amici cani tutti

i mercoledì alle 11,00 per imparare a

decifrare meglio il loro comportamento.

Vi stupirete dei tanti falsi miti di

credenza comune che la nostra Esperta

vi farà ricredere! Avete delle curiosità da

chiederle? Inviate le vostre domande a:

info@bambiniegenitori.it


web

Show

Il più grande “WEB SHOW” siamo noi

Dal mese di Maggio nel mondo dei bambini e dei loro genitori ci sono tante belle

novità! Oltre al super-seguito e già collaudato salotto d’approfondimento per

genitori con i nostri Esperti dell’infanzia in diretta tutte le mattine alle 11.00,

prosegue uno SHOW specialissimo con il meglio dell’intrattenimento educativo

per divertirci assieme ai nostri bambini. Vi aspettiamo

tutti i giorni, dal lunedi al venerdi alle 16.00 per una mezz’oretta

in DIRETTA Facebook e Youtube su “Bambini e Genitori”...

ma chi ci sarà?

al lunedì

Jam Session live

vivi le emozioni della musica dal vivo!

Scopri con gli insegnanti di musica

dell’Associazione Jam Session il gioco

di diventare dei musicisti, cantanti

e direttori d’orchestra!

Il divertimento è assicurato...

Col Circo Sotto Sopra

vediamo le cose da altre prosettive

Un contenitore colorato adatto ad

ogni età, per avvicinarsi alle antiche

arti circensi e scoprire giocoleria,

equilibrismi, clownerie, danza contact

e teatro fisico in una trasmissione

aperta alle sfide del presente!

al mercoledì

al giovedì

I burattini di Riccardo

Riccardo e i suoi burattini della tradizione

bolognese ci aspettano tutti i giovedi’

per scoprire mondi nuovi e riscoprire

il bello della cultura bolognese e le

leggende di Bologna, come nessuno le ha

mai ascoltate... bambini, non perdetevi

wuesto divertentissimo appuntamento,

ne vedrete delle belle!

martedì

e venerdì

Ale & Vale in Albonia

per un programma niente male!

Alessandro e Valerio, educatori ed

animatori di lungo corso fanno prendere

vita ad un programma d’intrattenimento

basato sull’improvvisazione e

l’interazione con i bambini e i loro

genitori durante la diretta.

Y

La parola ai Genitori Nella nostra Bologna

Oggi parliamo di... Salute e risposte Casa e lavoro

7pag


Uno spazio d’ascolto

gratuito per accoglierti e sostenerti

a cura dell’Associazione

Bambini e Genitori APS

Un riferimento

autorevole

per tutti noi Genitori... a portata di click!

Ecco

i nostri numeri:

> 300.000 VISITATORI

del sito all’anno

> 60.000 LETTORI della

rivista online all’anno

> 35.000 ASCOLTATORI

della trasmissione

al mese

> 25.000 FOLLOWER

nella pagina

Facebook

l’Associazione Bambini e Genitori - nata

da mamme per altre mamme - fra le

sue tante iniziative di sostegno alla

genitorialità, offre anche uno spazio

informativo d’ascolto e sostegno gratuito

per adulti: genitori, nonni, zii, insegnanti,

educatori...

Un colloquio individuale dedicato a te:

con questa consulenza si cercherà di

capire insieme come essere d’aiuto nei

tuoi ostacoli quotidiani, nei momenti duri...

Ad accoglierti

per un ascolto sincero, partecipato, non

tecnico la dott.ssa Francesca Zanolla

che da oltre 15 anni si occupa, in qualità’

di pedagogista, di ascolto e sostegno a

ragazzi nel percorso formativo e anche

delle loro famiglie.

Una chiacchierata a cuore aperto per

ascoltare il tuo sentire e accompagnarti

verso le tue scelte senza esprimere giudizi

ne’ su di te ne’ su chiunque altro.

Prenota il tuo

spazio d’ascolto gratuito telefonando al

339.560.07.48. Il servizio è gratuito ed è

garantita la massima riservatezza.

Come aiutare mio figlio che non vuole

sapere di andare a letto presto? Regole

“si” o regole “no”? Sarò in grado di

affrontare la sua adolescenza? Come

posso trasformare un noioso pomeriggio

di pioggia in una festosa opportunità di

divertimento? Che libro posso regalare

al mio nipotino? C’è una ricetta facile e

golosa per “pastrocchiare” insieme?

Queste e tante altre curiosità,

informazioni, suggerimenti e consigli li

potrete trovare sul sito

www.rivistagenitori.it e sulla pagina

Facebook Bambini e Genitori.

“Genitori” infatti non è solo la rivista

dei bambini e delle loro famiglie che

periodicamente entra nelle vostre case

tramite le scuole.

Arriviamo

quotidianamente anche via web e via

Facebook per supportare, divertire e

informare genitori, ragazzi ma anche

nonni, zii, fratelli, operatori del settore e

chiunque voglia saperne di più!

In questi mesi, in particolare con le sue

dirette Facebook di approfondimento

degli specialisti ogni mattina alle 11 e

per il divertimento dei bambini tutti i

pomeriggi alle 16!

Basta cliccare comodamente da casa

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per entrare nel meraviglioso mondo di

Bambini e Genitori: oltre alle consuete

rubriche il sito offre a chi lo visita

un’ampia gamma di proposte; elenco

dei professionisti, consigli su strutture

adatte ai più piccoli, cultura e sport, eventi

dedicati ai bambini, spazi per domande e

suggerimenti.

Se hai bisogno

di informazioni specifiche puoi trovale

cliccando su “cerca sul sito” e inserendo

una parola chiave scoprirai tutti gli

articoli e gli approfondimenti pubblicati

sul sito dagli esperti di Bambini e Genitori!

E trovi anche in formato sfogliabile tutti i

numeri delle riviste pubblicate!

Tutto insomma per rendere “Bambini e

Genitori” sempre più un riferimento per

chi vuole svolgere con cura e passione il

mestiere più difficile ma più fantastico che

un essere umano possa svolgere!

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9


Y

La parola ai Genitori Nella nostra Bologna

Oggi parliamo di... Salute e risposte Casa e lavoro

9pag


i Tempo lettura < 3 min.

Quell’affascinante

mondo sociale

dei bambini e le relazioni tra pari

a cura dott.ssa

Patrizia Valenti

Psicologo Clinico, psicoterapeuta

con orientamento sistemico relazionale.

Specializzata in Terapia

Individuale, di Coppia e Familiare.

Socia dell’Associazione EMDR

Europe Association, n°4249/14

Socia dell’Associazione Mo.P.I.

Movimento Psicologi Indipendenti

Responsabile dello

S.T.F. Studio di Terapia Familiare

www.studioterapiafamiliare.com

Fino alla fine dell’Ottocento, serpeggiava l’idea che

fosse facile comprendere l’infanzia o l’adolescenza;

del resto, chi non aveva almeno un figlio in casa o

era stato a sua volta figlio?!

Vi basti pensare che lo stesso Stanley Hall

trascorse 30 anni della propria vita compiendo

ricerche e raccogliendo dati circa la comprensione

delle emozioni dei bambini, delle loro credenze,

alle loro regole relazionali e sociali, senza mai

osservarne uno direttamente. Erano sempre ricordi

di infanzia raccontati attraverso le narrazioni di

adulti. Solo negli anni successivi (per fortuna)

cominciò ad emergere un’immagine del bambino

come più attivo e capace fin dalla nascita di esibire

grandi abilità relazionali ed esplorative verso il

mondo esterno.

È durante l’età prescolare

che i bambini acquisiscono modalità relazionali e

sociali sempre più strutturate, caratterizzate da

dinamiche di cooperazione e di competizione tra

di loro, ed è proprio in questa fase che i bambini

sperimentano con più consapevolezza i giochi di

potere che sottostanno le relazioni.

A tal proposito, gli psicologi parlano di “relazioni

verticali” per indicare la dimensione asimmetrica

del potere che il genitore esercita sul figlio, in cui

prevalgono dinamiche di protezione e di controllo,

mentre le “relazioni orizzontali” rimandano ad

una distribuzione paritetica di potere tra coetanei,

dimensione in cui si è tutti allo stesso livello

Nella relazione

fra pari si giocano

emozioni che

favoriscono la

crescita psicologica

dei bambini...

e che dovrebbe incentivarne un confronto più

“democratico”.

La scuola è il contesto per eccellenza in cui le

relazioni orizzontali si confrontano e si scontrano

con quelle verticali esercitate dalle maestre.

La considerazione fatta da Erving Goffman, che

paragona la scuola ad una qualsiasi organizzazione

o azienda, all’interno della quale si sviluppa sempre

una vita sociale ufficiale, definita da ruoli e obiettivi

espliciti a tutti i dipendenti, ed una vita sociale

sotterranea, che ha una vita propria e che coinvolge

solo alcuni membri dell’azienda stessa, come ad

esempio: “Alla scuola materna, non si possono

portare giochi da casa”.

Questa regola, introdotta dalle maestre, viene

appresa e rispettata da tutti i bambini perché

una sua infrazione comporterebbe in primis una

condizione di disparità e poi una conflittualità

accompagnata dalla classica espressione ‘non è

giusto’!


Campi Estivi

inserto speciale

Le prime

ricerche scientifiche

sullo sviluppo

psicologico dei bambini

nacquero alla fine

dell’Ottocento, in

particolare grazie alla

curiosità di

Stanley Hall.

Non è giusto, infatti, proprio perché

salterebbe la condizione alla base

della relazione orizzontale: siamo

tutti uguali.

La soluzione è giocare con i giochi messi a

disposizione dalla scuola. Tuttavia, quella stessa

regola viene spesso ‘rivisitata’: alcuni bambini portano

da casa giochi di piccola dimensione, facilmente

nascondibili agli occhi delle maestre e mostrati

fugacemente ai propri compagni di classe.

E qui c’è l’aspetto

più divertente: se il bambino portasse il suogioco

da casa, tenendolo in tasca, senza mostrarlo a

nessuno dei suoi amici, non sortirebbe alcun effetto o

cambiamento a livello di gruppo.

Nessuno potrebbe sapere dell’infrazione, nessuno

si sentirebbe “minacciato”. Invece, il bambino che

infrange la regola cerca la condivisione con un

suo amico in gran segreto, rendendolo complice

dell’infrazione.

È la reazione dell’amico a rendere tutto ancora

più interessante perchè quel bambino introduce

spontaneamente una nuova regola: “Giochiamoci

insieme, di nascosto, e soprattutto non litighiamo,

altrimenti le maestre ci sequestrano il gioco!”.

Y

La parola ai Genitori Nella nostra Bologna

Oggi parliamo di... Salute e risposte Casa e lavoro

11

pag


inserto speciale

Campi Estivi


di Paola Rubatta

psichiatra e psicoterapeuta sistemico-relazionale

La vita incomincia dentro uno spazio

accogliente e silenzioso non devo chiedere

nulla, tutto ciò di cui ho bisogno arriva. Poi,

improvvisamente, mi trovo nel mondo là

fuori.

Ho tanti bisogni di cui prima non percepivo

neanche l’esistenza...Chi mi accudisce fa

del suo meglio ma non sempre risponde

in tempo reale ad ogni mia esigenza, piano

piano imparo che non siamo più un’unica

entità: “io sono io e tu sei tu”.

Il mio cervello costruisce ogni giorno

nuove connessioni, imparo velocemente

tantissime cose e conquisto sempre

più autonomia: imparo ad allungarmi

nello spazio intorno a me, ad afferrare

gli oggetti che mi interessano, a rotolare

e meraviglia! a camminare che conquista!

Posso ampliare il mio raggio d’azione…

posso iniziare ad esplorare il mondo! Sono

molto curioso…

Però a volte ho bisogno di fermarmi, ho

bisogno di sapere che il nido caldo è ancora

là, pronto ad accogliermi.

Mamma, papàmi volto a guardarvi che

cosa vedo? Volti sorridenti e incoraggianti?

Volti preoccupati? Volti tesi e stressati?

Siete contenti che io esplori? O siete

preoccupati quando mi allontano?

Ogni bambino è “programmato” per

l’esplorazione (se i nostri Avi non

avessero esplorato probabilmente la

specie umana si sarebbe estinta!) ma

per farlo ha bisogno di sentirsi al sicuro

quando “va” e quando “torna”. A volte in

questo percorso qualcosa si inceppa.

Allora è il momento

per i genitori di provare a farsi alcune

domande: “Come è stato per me

“separarmi”? Che ricordi ho? Per

la mia famiglia d’origine com’era il

mondo là fuori: una sfida eccitante

o un posto pericoloso? Se avevo

Abbiate fiducia.

Più fiducia avete

nelle vostre e nelle

loro capacità innate

e più sarà facile

trovare il ritmo

giusto dell’onda...

paura mi aiutavano a superarla, mi

invitavano a rinunciare, oppure mi

spingevano a forza incontro a ciò che

mi spaventava?”, “E oggi come lo vivo il

mondo là fuori?”

“Quando mio figlio/a si mostra

spaventato o triste che cosa scatta

dentro di me (ansia, tristezza, paura di

non essere un buon genitore, senso di

colpa, rabbia, insofferenza)?”

“Andare e tornare” è un’onda che ci

accompagna per tutta la vita, dobbiamo

solo fare in modo che si tratti di un’onda

dolce e nutriente e non di un mare in

tempesta!

Gli adulti possono

riuscirci facendo pace con le loro

“onde” interiori e con la consapevolezza

che i figli non sono un prolungamento

di sé, non portano dentro le stesse

stratificazioni di ansie e paure. Anche

se per noi può essere stato difficile,

possiamo regalare a loro un’esperienza

diversa...

Ciao mamma,

guarda

come mi diverto!!!

Sono pronto a viaggiare nel mondo!”

Y

La parola ai Genitori Nella nostra Bologna

Oggi parliamo di...

Salute e risposte Casa e lavoro

13

pag


i Tempo lettura < 3 min.

Vuoi essere il mio

grande amico?

“Tutti sanno che

la vita non è vita senza

amicizia, se, almeno

in parte, si vuole vivere

da uomini liberi”

Cicerone

Nel nostro percorso

di vita sperimentiamo ed evolviamo

attraverso le relazioni di amicizia, sia

che siano relazioni profonde e intime,

puri “incontri dell’anima” o anche solo

rapporti di conoscenza quindi “incontri

di personalità”. Le relazioni d’amicizia

sono molteplici: la condivisione di

interessi e di informazioni, i compagni

di scuola, i compagni di viaggio,

gli amici del bar, le conoscenze

di Silvia Pelle

counselor relazionale a indirizzo Voice Dialogue

temporanea, gli amici dell’estate, i

compagni del pallone… Tuttavia quante

sono effettivamente le persone che

sentiamo amiche con la A maiuscola?

La risorsa amicizia

porta con se un grande insegnamento

e valore etico e ogni relazione ha valore

nella misura in cui ci porta benessere,

conoscenza e soddisfazione. Alcune

frequentazioni permettono di riempire il

tempo o le scegliamo per convenienza:

“questo contatto mi permette di

realizzare quella cosa”, “questo

amico mi fa ridere”,... queste sono

le “relazioni di personalità”. Tuttavia

quando si incontra una persona

affine, per cui si percepisce un feeling

inspiegabile, un sentimento sottile,

allora avviene qualcosa di diverso. Più

o meno in modo consapevole, si fa una

scelta e quella persona può diventare

un riferimento per uno scambio intimo

della nostra vita esterna ed interiore,

questa è una “relazione d’anima”.

Guardando come

un bambino si inserisce in un gruppo si

possono raccogliere informazioni

interessanti (... continua su www.rivistagenitori.it)

Campi Estivi

inserto speciale

rivistagenitori.it

collegati per

leggere l’articolo

9


di Ilaria Zamboni

coach e counselor relazionale

E quegli stessi pomodori sono più buoni se li

mangi nel periodo giusto, quando il sole della

terra li fa maturare mentre tu ti occupi di

abbeverarli, togli le erbacce, pulisci attorno…

e ha funzionato. Al mattino, prima di andare

a scuola, i nostri figli andavano a cercare se

c’era qualche fragola per colazione (e quelle

piantine che sembravano poco produttive

hanno continuato a regalare frutti fino alla

fine dell’estate… pochi ma buonissimi).

Qualche tempo fa

la maestra mi ha detto che in mensa mia

figlia Chiara era stupita del fatto che ci

fossero i pomodori (era febbraio) “Ma… non

sono di stagione!” ha esclamato atterrita.

Nel nostro piccolo, vorremmo provare a

costruire un patrimonio di conoscenze

utili a noi e a loro, perché un ortaggio

raccolto e mangiato al momento giusto ha

a che fare con il buon senso, con la cultura

del cibo che non invade e non pesa sulla

terra. E soprattutto vorremmo trasmettere

l’esperienza a diretto contatto con la terra per

mettere a dimora le piantine, i semini, curarli

e farli crescere per poi raccoglierne i frutti e

mangiarli gustandone i sapori. Pensiamo sia

un ottimo strumento educativo e sociale per

insegnar loro a rispettare la natura con i fatti

e non solo con le parole.

Ecco perché l’autunno

scorso ci siamo allargati un po’ e abbiamo

preso un piccolo pezzo di orto comunale e

questa esperienza dell’orto sta avendo dei

risvolti che solo un paio di mesi fa ci erano

sconosciuti perché l’orto che abbiamo

avuto in affido fa parte di un progetto

di orto sinergico condiviso fra più famiglie e

qui a Bologna non si parla d’altro.

L’idea di fondo è di cercare di conciliare

i bisogni umani con quelli della natura,

cercando un equilibrio tra l’ambiente

naturale e quello “antropizzato”.

Ma cos’è un orto sinergico? È sinergico

l’orto in cui si coltivano diverse colture

in modo da sfruttare i benefici della

consociazione tra le diverse piante

e la sinergia tra tutti gli elementi

dell’ambiente: terra, acqua, sole, insetti,

materia organica che decomponendosi

diventa concime. Se vedete in giro delle

aiuole di terra coperte di paglia da cui

spunta qualche piantina forse ne avete

scovato uno.

L’orto sinergico affonda le sue

radici teoriche in concetti espressi

«per un pò ci siamo

dilettati a produrre

piccole quantità di

ortaggi nel terrazzo,

più che altro per far

capire ai nostri figli

che i pomodori - per

dire, nascono da

una pianta e vanno

raccolti...»

da Masanobu Fukuoka, poi ripresi

da Emilia Hazelip, promuovendo

meccanismi di auto-fertilità del terreno,

senza arature né concimi, ma facendo

attenzione a questi 4 principi base

interessanti (e pure comodi!):

• nessuna lavorazione del suolo;

• nessun concime chimico né composto;

• nessun diserbo (le erbacce vanno

controllate, non eliminate);

• consociazione delle piante per un

miglior rendimento.

Si comincia usando piante a ciclo breve

(ravanello, basilico, prezzemolo, rucola),

oppure piantine per insalata, bietola,

cipolla. Si sistemano nella parte bassa

dell’orto agli e cipolle; a metà insalate,

bietola, spinaci e nella parte

alta pomodori, melanzane, zucchine,

piselli, fagiolini.

Non dovrebbero

mai mancare piante officinali, erbe

medicamentose perennanti e annuali

sistemate in siepi o aiuole che con la

loro presenza e le loro fioriture attirano

insetti, ragni ecc... che contribuiscono

ad ampliare la complessità del piccolo

“microcosmo orto” per renderlo più

completo e quindi più resistente alle

malattie.

La natura è in equilibrio e noi, con

questo metodo di coltivazione,

potremmo risolvere le nostre necessità

senza destabilizzarlo. Non è un bel

modo di pensare la coltivazione della

terra per uso familiare?

Vivere la sinergia

dell'orto

con i nostri bambini, condividendo fra più famiglie

l’idea di coltivare e raccogliere - insieme - ciò che

generosamente la terra ci regala... una magia?

No, è solo natura!!!

Y

La parola ai Genitori Nella nostra Bologna

Oggi parliamo di...

Salute e risposte Casa e lavoro

15

pag


i Tempo lettura < 3 min.

Nati per

stare fra voi...

Il nostro punto chiave? La tematica “figli e nipoti”!

Un’agenzia assicurativa tutta bolognese, “a km ZERO”

dal grande cuore fra Finanza e Previdenza.

Dott.ssa Silvia Ottani

Noi di Finanza e Previdenza siamo

convinti che non bisogna arrendersi

e continuare a lottare e andare

avanti... Uniti, ce la faremo!

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I nostri uffici sono aperti,

contattaci!

Finanza e Previdenza

via Matteotti 57, Crevalcore (Bo)

Filiale 051.009.47.29

silvia.ottani@

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Nata proprio qui, nel territorio del comprensorio

imolese oltre 10 anni fa, Finanza e previdenza ha

fatto della sua “località’ la usa specialità.

Nella sede in piazza a Crevalcore ha consulenti nati

e cresciuti in loco. Per questo motivo, conosciamo

bene la realtà locale, siamo noi, in primis, clienti

delle attività commerciali nostre clienti e abbiamo

a cuore lo sviluppo economico e sociale del nostro

amato territorio.

Crediamo e sosteniamo

una economia circolare e non possiamo, quindi,

non amare i bambini che vediamo ogni giorno

recarsi all’asilo e a scuola, passando sotto al portico

della filiale. Non possiamo, cioè, non amare il

nostro futuro. Per loro abbiamo pensato a diverse

alternative di risparmio, di tutela e previdenziali,

partendo da una consulenza personalizzata. Il

fatto di essere una compagnia plurimandataria ci

consente di trovare soluzioni che effettivamente

rispondano alle singole esigenze.

Su Crevalcore,

San Giovanni in

Persiceto, Decima

e dintorni operiamo

da un paio di anni

con tutta la nostra

anima “locale”...

Ovviamente distribuiamo anche prodotti

assicurativi, di risparmio ed investimento, polizze

RCA, piani welfare rivolti a professionisti, nuclei

familiari ed imprese, ma la tematica “figli e nipoti”

è un nostro punto chiave.

Tra le varie proposte, abbiamo perciò scelto di

collaborare con l’Associazione Bambini e Genitori,

vedendo in essa la nostra stessa mission etica.


pubbliredazionale

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IL PROGETTO SOCIALE

PER LA FORMAZIONE

DEI NOSTRI BAMBINI

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PER AIUTARE LE FAMIGLIE

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La parola ai Genitori

Y

Nella nostra Bologna

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della Rivista Genitori

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17

pag


(4)

di Patrizia Valenti

psicologa, psicoterapeuta

(1)

i Tempo lettura < 3 min.

Disegni & Co.

di Anna Maria Casadei

esperta nella lettura del disegno infantile

(2-3)

Invia il disegno o lo scarabocchio dei tuoi

bambini indicando il loro nome e l’età: li

aspetto per spiegare cosa significano su:

redazione@bambiniegenitori.it

1) Silvia, 5 anni e 9 mesi: la piccola è molto

entusiasta di rappresentare la maestra,

tanto che sceglie di rappresentarsi (io

l’albero) alla stessa altezza, ma , è questo

è un particolare assai importante, disegna

la maestra al di sopra della linea. Cosa

comunica Silvia? Sa che dovrà tanto faticare

per arrivare alla maestra. Altro segnale

comunicativo: nell’albero solo due foglioline,

come a confermare che deve

studiare e lavorare tanto.

Come interpretare

i disagi

sia fisici che psichici

dei nostri bambini?

2 e 3) Due gemelle eterozigoti, 2 anni e 1

mese. E’ stata una bella constatazione: gli

scarabocchi sono <molto> diversi come lo

sono le bambine. Il primo è costituito da

linee estese verso l’alto, pochi ammassi e

poco colore. Indica una personalità semplice

e lineare. Il secondo è più elaborato con

riccioli forme chiuse ripetizione di ghirigori

indice di una personalità complessa

nervosa che cambia spesso umore e

comportamento.

4) Emeren, 10 anni. Voleva disegnare un

albero spiritoso, è riuscito nell’intento, ma

lo spirito dell’esecutore è rimasto. E’ un

bambino molto curioso ama leggere di tutto,

ha una fantasia sbrigliata. Ciò che bloccherà

il suo spirito fantasioso, ora, sono le foglie

che mette alla base indicano che cambierà

idee molto velocemente,

senza arrivare al concreto.

Ma, come ripeto spesso,

vedrei volentieri altri

disegni successivi

a questo. rivistagenitori.it

collegati per

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9

Secondo l’approccio teorico Sistemico-Relazionale

(alla base della mia formazione

come terapeuta) il sintomo non

viene mai in alcun modo osservato come

un disagio prettamente individuale solo

perchè espresso dalla persona che lo

manifesta, ma al contrario viene sempre

studiato in relazione a… (ad una figura

di accudimento, ad un contesto famigliare

ed intergenerazionale, ecc…).

Visione questa,

che alleggerisce di gran lunga la percezione

che ha di sé la persona ‘malata’

solo perché portatrice di un sintomo.

Facendo un esempio pratico, nessuno

nasce ansioso eppure lo si può diventare,

e il fattore principale che scatena

un tratto ansioso è da considerarsi nella

relazione che unisce quel bambino alla

sua figura di riferimento o al contesto

in cui vive.

Infatti, la maggior parte delle volte (per

non dire sempre) le persone che intraprendono

un percorso psicoterapeutico

sono portatori di un disagio indubbiamente

individuale che mal tollerano (es.

ansia, fobia, depressione, …) ma che ha

origini di tipo relazionale e famigliare.

rivistagenitori.it

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9


In altre parole, l’individuo esprime con

un sintomo o un disagio una disfunzionalità

di una dinamica di gruppo.

Questa dinamica, tuttavia, è universale

perché non viene espressa solamente

dagli adulti, ma anche i bambini possono

diventare dei veri e propri termometri

emotivi e segnalare a modo

loro situazioni famigliari complicate o

in grande difficoltà.

Facciamo degli

esempi: un bambino che non si concentra

a scuola non è necessariamente

svogliato o non motivato, ma può essere

altresì interessato ad altre situazioni

che sono più importanti dal suo

punto di vista, e che lo preoccupano

eccessivamente, a maggior ragione se

non c’è stata una buona comunicazione

o una buona opera di contenimento genitoriale.

Penso ad es. una imminente

separazione, una coppia coniugale che

finge di andare d’accordo, alla malattia

di un genitore o ad un lutto, alle violenze

domestiche…

E’ cosi che possono

partire mal di pancia e sensazioni di

nausea, svogliatezza ed altri segnali

molto comuni che hanno un unico

obiettivo: il controllo (inconsapevole).

Controllare cioè che nella mia assenza,

proprio quando sono a scuola, quel

genitore non si aggravi, che la coppia

non scoppi definitivamente perché solo

il pensiero mi terrorizza, che i miei

genitori non si organizzino per fare un

altro figlio e volermi meno bene, che

magari un genitore non diventi eccessivamente

violento verso l’altro.

Perché i bambini, lo sappiamo, ascoltano

e sentono tutto, soprattutto emotivamente,

ma non sempre sono in

grado di tradurre in pensieri e parole

le emozioni che provano. Quello sarebbe

un compito genitoriale, per quanto

possibile.

Ricordo una

bambina che

seguivo tanti

anni fa in terapia;

passava le giornate a guardare il cielo

fuori dalla finestra della sua classe,

non stava mai attenta, spesso assente

mentalmente, e per questo motivo diventava

lo zimbello dei suoi compagni

di classe e veniva ripresa puntualmente

dalla maestra.

Finche un giorno, in seduta, mi spiego’

che stava cercando di vedere il suo

papa’, in cielo, perché i nonni le avevano

detto che era volato fin lassù. Aveva

indubbiamente ottimi motivi per non

prestare attenzione in classe. Dietro a

quei sintomi c’era qualcosa di più serio

e importante per lei, soprattutto

rispetto alla lezione di storia o matematica.

Pertanto, ci sono

disagi o sintomi che possono essere la

naturale conseguenza di cambiamenti

in corso e che pertanto lasciano il tempo

che trovano, nel senso che vanno ad

esaurirsi spontaneamente con l’evoluzione

o con l’adattamento alla nuova

situazione esperita (es. tic, mangiarsi

le unghie); diversamente, ci sono sintomatologie

più strutturate che sono

alla base di dinamiche famigliari molto

più complesse e complicate, ma che

esistono proprio perché hanno un significato

ben preciso e fondato.

Scoprirlo, è parte del lavoro terapeutico.

Y

La parola ai Genitori Nella nostra Bologna Oggi parliamo di...

Salute e risposte Casa e lavoro

19

pag


i Tempo lettura < 3 min.

di Claudio Buccheri

psicomotricista, TNPEE, formatore, supervisore e tutor

“Segui le nostre tracce e scoprirai

l’inatteso sentiero ”

Questa è la

cosa più importante

che mi hanno insegnato

i bambini: a seguire un

sentiero non sempre facile

da intraprendere,

affezionati come siamo

ai nostri principi di realtà,

alle nostre teorie

esplicative

A volte però

non possiamo che arrenderci alla

forza dell”evidenza. Un bambino in

particolare, che vorrei rinominare

“il mio Virgilio”, mi ha fatto da guida

19 anni fa, insegnandomi a guardare

diversamente i giochi dei miei

piccoli compagni di viaggio.

Virgilio, 6 anni, aveva da poco

iniziato la prima elementare e su

consiglio delle insegnanti, a seguito di

evidenti difficoltà di linguaggio - unite a

una goffaggine importante e il sospetto

di un ritardo cognitivo, venne inviato

presso il centro ove lavoravo.

Al primo incontro

osservativo le difficoltà si

manifestarono immediatamente,

tuttavia Virgilio presentava una

grande determinazione e il desiderio

di riuscire nel progetto di gioco

che mi aveva proposto: “diventare

pirati, conquistare un tesoro e

nasconderlo”.

Lo schema di gioco si presentava

nel più classico dei modi: vestizione,

individuazione del tesoro e sua

conquista a seguito di memorabili

battaglie e sepoltura dello stesso in

una grottanell”impeto dello scontro,

le difficoltà di parola e movimento

di Virgilio, pur presenti, venivano

superate dalla grande energia che

metteva in campo, senza che ci fossero

scostamenti dal progetto di gioco

iniziale. Una volta conquistato il tesoro,

Virgilio decise di “entrare nella grotta”

(una botte di plastica riversa a terra

(... continua su www.rivistagenitori.it)

Francesca Zanolla

pedagogista e counselor relazionale

E, allora, cosa fare?

Può sembra una sciocchezza ma la

prima cosa da fare è ricordarsi di

“respirare”, un bel respiro profondo

predispone ad accogliere il pianto del

bambino.

Prendere in braccio il bambino

in posizione verticale, petto a

petto, in questo modo si sentirà

accolto, sostenuto e protetto, potrà

abbandonare la tensione accumulata e

rilassarsi tra le nostre braccia.

Crescendo, il pianto

accompagnerà episodi quali il “ficozzo”,

il ditino schiacciato, il morso ricevuto

da un compagno d’asilo, il bambino

oltre a esprimere il dolore fisico, il suo

disagio attraverso il pianto, cercherà

di raccontare quanto accaduto; molto

spesso si tende a minimizzare “non

è niente”, “basta piangere”, anche in

questo caso può essere utile dare

attenzione al bambino, ponendosi

alla sua altezza, chiedendo dove fa

rivistagenitori.it

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9


male, facendosi raccontare cosa e come è

accaduto, per poi prendersi cura con gesti

dolci e rassicuranti “mettiamo un cerottino”;

“prendiamo il ghiaccio”, ecc...

Spesso si pensa

che in questo modo si vizia il bambino, al

contrario come sostengono

neuropsichiatri infantili e psicoterapeuti

“è preferibile far fare al bambino

unesperienza di protezione che

trasmettergli la sensazione di essere

trascurato e di non stare a cuore a

nessuno”.

Queste indicazioni valgono tanto per i

genitori, quanto per educatori ed insegnanti,

rafforzano la fiducia nell’adulto, lo

incoraggiano a quella “confidenza” così

importante per tutta la sua esperienza

futura.

La vita del bambino

è accompagnata anche da altri disturbi fisici,

dalle influenze alle malattie esantematiche,

dal febbrone alla tosse! Ancora una volta

il ruolo di noi adulti è fondamentale, è

sicuramente di grande aiuto mantenere

un atteggiamento equilibrato, premuroso

e attento, senza scivolare nell’eccesso di

cura, cosa non sempre facile, spesso l’ansia

può prendere il sopravvento rendendoci poco

lucidi e obiettivi, fondamentale affidarsi a

un professionista serio che sappia ascoltare

le nostre preoccupazioni e prescrivere la

cura piè adatta per il nostro bambino; così

come è altresì importante credere nelle

possibilità di guarigione del nostro

bambino e dargli il tempo adeguato

perchè ciò avvenga!

Ci sono, poi, malattie più gravi, che

mettono a dura prova il bambino, la

sua famiglia e tutto il microcosmo con

cui entra in relazione, molto spesso

per paura di entrare in contatto con la

propria vulnerabilità e per l’incapacità

di trovare spiegazioni adeguate, di

fronte alle domande disarmanti che ci

rivolgono i bambini cerchiamo di far

finta di niente, minimizziamo, diamo

risposte evasive, si pensa di proteggerli

in questo modo, di preservare la loro

Il bambino

percepisce la

nostra tensione: nei

movimenti agitati,

nell’essere spostato

da un braccio

all’altro, cullato più

o meno velocemente

e questo accrescere

il suo disagio...

Proteggerli

serenità più a lungo possibile, ma

se vogliamo rispettare il bambino

in quanto persona è giusto non

nascondergli nulla, naturalmente

è opportuno trovare le parole e le

modalità più adatte alla sua età; un

valido supporto ci viene offerto dalle

favole, il mondo magico della favola

consente di rappresentare situazioni

dolorose “trasfigurate dalla fantasia e

allontanate emotivamente”, il piccolo

paziente attraverso la fantasia riesce

a distrarsi dalla realtà faticosa del

momento, si sente protagonista

e identificandosi con i personaggi

(molto spesso animali) si sente

sostenuto nell’affrontare le cure.

Suggerisco una lettura molto

interessante “Pe, Sciò e Lino” di

Tommasi A., è la storia di un pesciolino

triste, Pe, non può giocare con i suoi

amichetti perchè lento e debole nel

nuoto, finchè un latte magico non lo

rende forte e felice. Questa storia è

stata scritta dalla mamma di Nicolò un

piccolo paziente di oncologia pediatrica,

è un valido strumento per tutti bambini

malati e non per introdursi con serenità

e dolcezza nel mondo della malattia.

e aiutarli

anche con l’aiuto delle “favole”... come?

“Mamma, ho la bua qui!” Il pianto del nostro

bambino, specie se piccolo, è fonte di ansia

soprattutto se i tentativi di calmarlo risultano vani...

Y

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21

pag


di Franca Errani

counselor relazionale, formatrice

i Tempo lettura < 3 min.

Il significato prezioso del “sintomo”: un messaggio

nascosto che ci sprona a “metterci in ascolto”

Mal di testa,

del nostro corpo

bruciore di stomaco, dolori alle spalle o

mal di gola... oggi vi sono tanti prodotti

in grado di alleviare o eliminare i nostri

sintomi fisici, eppure, con sempre

maggiore attenzione un pubblico in

crescita si sta rendendo conto che vi

è qualcosa di più del dolore, dentro al

malessere o alla malattia. E’ una “voce”

che ci sta parlando, è un messaggio che

non abbiamo ascoltato... Un modo molto

potente e preciso per comprendere il

significato di un sintomo fisico che ci

affligge, e i bisogni inascoltati che vi

sono legati, è il “Dialogo col Sintomo”,

che si basa sul Metodo del Voice

Dialogue.

Quando

il dolore - grande

o piccolo che sia -

ci assale, il primo istinto

che ci pervade è quello

di ignorarlo o

farlo sparire...

Per esplorare

un disagio fisico con questo sistema,

occorre avere fiducia che il nostro corpo

ha una sua saggezza, che vi è un

linguaggio nascosto nei nostri organi

e reazioni fisiche. Occorre anche

affidarsi a un Counselor che conosca

il metodo. Ovviamente, tutto questo

non sostituisce il medico. Semmai

lo affianca, per procedere insieme

verso uno stato di migliore salute e di

maggiore consapevolezza.

Il modo più diretto usato nel Dialogo è

“dare voce”, con la tecnica opportuna,

speso a mediazione corporea, alla parte

che sta esprimendo il disagio.

Ad esempio,

Maria soffre di gastrite. Il suo

stomaco, interrogato e lasciato

libero di “espandere” il sintomo nel

corpo, racconta una storia di rabbie

accumulate: Maria è sempre gentile,

accomodante, lascia invadere i suoi

spazi, in ufficio e in casa. Lo stomaco

trattiene un “urlo” che non è altro

che il bisogno di avere più spazio, di

“proteggere il territorio” di lei, come

dice lo stomaco.

Ancora: Lorenzo ha un fortissimo mal

di gola. Un paio di giorni prima, è stato

aggredito al telefono da un conoscente,

per un equivoco. La persona era

così incalzante che Lorenzo non ha

reagito. La gola è carica delle parole

non dette dal giovane che, di natura

timida, si trova spesso a “restare senza

parole” davanti a situazioni dove invece

vorrebbe dire con chiarezza la sua

opinione.

La “parte” che si esprime attraverso

la gola è proprio quella che “saprebbe

parlare nel modo giusto”, se Lorenzo

non la “chiudesse” lì, per paura di

essere giudicato aggressivo!

La cosa bella

di questi Dialoghi con i Sintomi è che le

energie che vengono fatte esprimere

sono delle nuove risorse per la

persona: la capacità di mettere dei

confini, nel caso di Maria, o la capacità

di parlare con assertività, nel caso di

Lorenzo. Insomma, avere il coraggio

di “vedere oltre” l’aspetto “malato”

permette, molte volte, di scoprire

ricchezze che non sapevamo d’avere e

che possono aiutarci, se solo impariamo

a conoscerle e a prendere sul serio il

loro messaggio.

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9


Y

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Salute e risposte Casa e lavoro

23

pag


i Tempo lettura < 3 min.

di Marina Ciampoli

pediatra, responsabile unità pediatrica d’Ospedale

“Caro Collega

Dottore Clown, abbiamo

lavorato insieme per

molti anni nello stesso

Reparto per curare

Io con le cose che

ho imparato sui libri e con le medicine

che le case farmaceutiche mi hanno di

volta in volta fornito, Tu con quello che

senti nel cuore e con trapianti di nasi

rossi, trasfusioni di cioccolata e iniezioni

giganti di allegria.

Caro Clown

dottore ti scrivo ”

bambini più o meno

malati...

Abbiamo fatto tutti e due un buon lavoro

tanto che molte mamme non fanno che

ringraziarci e ricordarci con affetto ma,

secondo me, Tu hai fatto qualcosa di più

ed è per questo che oggi ti scrivo questa

lettera. Tutti parlano dell’importanza

della “terapia del sorriso”, molti studi

scientifici sono stati fatti sull’argomento

e concordano nel dire che ridere e

giocare aiuta la guarigione dei nostri

piccoli pazienti, li fa soffrire di meno e

abbrevia il decorso di molte patologie,

anche i genitori si avvantaggiano di un’ora

di allegria e si rasserenano nel vedere i

loro figli malati sereni e felici così come

da sani.

Ma forse nessuno

ti ha mai detto quanto Tu e i tuoi Colleghi

Clown siate di aiuto a noi “medici veri”,

quelli “seri” che ridono poco e spesso

sono tristi, quelli che sono stanchi per

le troppe notti lavorate e per le poche

ore trascorse con i propri figli a casa,

quelli che per i tanti anni passati a vedere

soffrire i bambini, che detto fra di noi, è

una cosa davvero sconvolgente, si sono

dimenticati che un sorriso serve più

di una iniezione, che una carezza e un

abbraccio sono spesso più utili di una

diagnosi elaborata e che un bambino

malato ha bisogno di tanto affetto e

pochi farmaci mirati.

L’alta disponibilità

di informazioni presenti sul web fanno

apparire Internet come uno strumento in

grado di fornire le risposte giuste in tempi

rapidi. Si accede a un generico motore

di ricerca, si digitano le parole chiave

associate all’argomento di interesse e si

analizzano i risultati.

Quante volte, al termine di lunghe

ricerche, abbiamo avuto il timore di

una malattia più grave di quella che

sospettavamo all’inizio?

Se le ricerche sul web in ambito di

Salute fossero una medicina andrebbero

segnalati i seguenti effetti collaterali:

rischio di un’alternanza di stati d’animo

contrapposti (frustrazione, soddisfazione,

timore, speranza,…) accompagnati

dall’assunzione di ruoli di vario tipo

(medico esperto, malato immaginario,

sciamano,…).

Non avendo il dono

di rendere le vostre navigazioni meno

emozionanti, in questo articolo proverò

a fornirvi qualche spunto per renderle

almeno più efficaci.

Per iniziare una ricerca, limitando i

risultati solo ai siti che garantiscono

all’utente un’alta qualità delle

informazioni pubblicate, si può impiegare

il motore di ricerca specializzato della

fondazione “Health On the Net” (link di

HON: www.hon.ch/HONcode/Search/

search_it.html): sebbene la pagina web

sia in inglese, digitando le parole chiavi

(... continua su www.rivistagenitori.it)

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9


di Antonio Di Napoli

ingegnere informatico

all’interno della casella centrale, i primi

risultati che compariranno saranno relativi a

siti italiani.

Tali siti sono conformi

a una serie di linee guida che HON ha definito

in termini di affidabilità e imparzialità di

quanto pubblicato. Successivamente a questa

prima analisi, si può anche completare la

ricerca tramite motori non specializzati (es.

Google): l’aver consultato precedentemente

siti di alta qualità vi agevolerà nell’individuare

quelli più affidabili tra i molti che vi saranno

proposti.

Una volta trovate le informazioni di interesse

è molto importante rivolgersi e confrontarsi

con il medico di base o uno specialista.

Come prenotare una visita quando si ha poco

tempo da dedicare alle code allo sportello

o al telefono? Il sito iDoctorsconsente

di prenotare le visite mediche online in

modo piuttosto semplice anche tramite

smartphones. E se invece si ha bisogno di un

consulto online allora un sito di riferimento

è www.medicitalia.it

Quali sono le migliori

strutture sanitarie alle quali rivolgersi? La

risposta è indubbiamente complicata e i

fattori che influenzano il confronto e poi la

scelta sono molteplici.

Vi segnalo il sito www.doveecomemicuro.it in

cui è presente un sistema di classificazione

delle strutture sanitarie secondo i livelli di

qualità assistenziale. E’ un sito redatto da

soggetti privati e non da autorità pubbliche e

pertanto non può essere ritenuto una fonte

ufficiale: in ogni caso mi sembra ben

fatto, facile da usare e trasparente nella

metodologia impiegata.

Avete bambini in casa e volete un sito

semplice dove trovare le principali

informazioni per la loro salute (cosa

avere in casa, cosa fare in caso di,…):

sul sito di GuidaGenitori c’è una sezione

piuttosto pratica (www.guidagenitori.

it/Minisiti/emergenzapediatrica/

home.html). Rimanendo in tema di

Salute e Bambini, perché non usare il

web come strumento per ripassare le

principali tecniche di primo soccorso?

Attenzione: ho usato volutamente il

termine ripassare perché consiglio

caldamente di partecipare a un vero

e proprio corso. In questo caso si può

andare su YouTube (www.youtube.com),

inserire le chiavi di ricerca opportune

La ricerca di info

in tema di Salute è

complessa: si cercano

risposte a domande

che riguardano aspetti

spesso delicati e

variabili da individuo

a individuo.

(es. “primo soccorso bambini”) e poi

visualizzare i vari video: consiglio di

leggere anche i commenti ai filmati per

valutarne l’attendibilità. Inoltre evidenzio

anche una serie di video che la Croce

Rossa ha predisposto su un canale

tematico del Corriere della Sera (http://

video.corriere.it/salute/pronto-soccorsopediatria/index.shtml).

Potrei aggiungere

all’elenco molti altri siti interessanti,

ma penso sia più utile chiudere con una

riflessione. Sebbene Internet consenta

di acquisire nuove e più approfondite

conoscenze e abbia tutte le potenzialità

per divenire un valido strumento grazie

al quale orientarci in tema di Salute,

c’è ancora molta strada da percorrere

per rendere disponibili agli utenti

informazioni affidabili, poco superficiali

e maggiormente orientate al caso del

singolo individuo.

Allo stato attuale, è opportuno che la

navigazione sia condotta dotandosi di una

buona dose di capacità di discernimento,

pazienza e buon senso, ricordando

sempre di accompagnare la ricerca con

il confronto con gli specialisti del settore.

Alla prossima!

istruzioni

Connessioni,

e avvertenze sull’uso del mondo web

per la ricerche in tema della nostra Salute

e quella dei nostri bambini...

Y

La parola ai Genitori Nella nostra Bologna

Oggi parliamo di...

Salute e risposte Casa e lavoro

25

pag



di Simone Sanclimenti

fisioterapista

Caratteristiche come la temperatura,

l’umidità, i venti, le precipitazioni,

l’esposizione delle abitazioni, unite

all’alimentazione e alle passioni,

costituivano nell’antichità i principali

determinanti della salute e della malattia.

L’esame dell’ambiente

fisico era di primaria importanza per

il medico, da cui traeva elementi per

comprendere non solo l’origine delle

malattie ma anche le caratteristiche degli

esseri umani, che sono diverse a seconda

dell’ambiente in cui sono cresciuti.

Questo fin da Ippocrate che è stato il

primo vero medico. Una città inquinata

ad esempio può aumentare il rischio di

allergie respiratorie, cancro, trombosi e

anche di neurodegenerazione.

I bambini,

naturalmente, sono più a rischio di allergie

per un processo che porta ad una maggiore

produzione di istamina e di una minore

attivazione del sistema del macrofago

dendritica (spazzini del corpo umano) che

li porta ad essere più esposti ai virus.

Una vecchia credenza che consigliava di

respirare con il naso e non con la bocca è

decaduta perché il naso è a diretto contatto

con il cervello.

Nelle città o in paesi molto popolosi si

tende sempre meno a dare spazio ai

parchi e i ricercatori hanno riassunto

una nuova sindrome: “sindrome da

carenza di natura”.

I bambini, in particolare, se vanno

a scuola in un edificio ubicato nelle

vicinanze di un parco migliorano la loro

maturazione cognitiva, come risulta da

uno studio realizzato a Barcellona su

2593 bambini delle elementari. Il sole

poi è un attivatore della vitamina D,

importante per la produzione del calcio

delle ossa.

L’ambiente in

cui si vive ha

un’influenza

fondamentale

sulla salute di

ogni bambino.

Quindi l’ambiente in cui viviamo è

importante per la crescita dei dei più

piccoli e comprende anche il clima

vissuto in casa e in famiglia, dove vi

è un grande coinvolgimento fisico e

mentale.

Diversi studi

confermano che situazioni di stress tra

i genitori alla presenza dei propri figli

alterano lo stato di salute dei bambini

provocando malattie croniche.

La salute dei

L’operatore sanitario deve valutare nel

bambino non solo la malattia di per

sé, ma anche l’ambiente in cui si vive

e oltre alla terapia classica si deve

bambini

impostare una “disciplina della buona

vita”: ambiente, alimentazione, attività

fisica, rapporti personali e con gli altri.

e l’ambiente in cui vivono: scopriamo

le caratteristiche fisiche dell’ambiente

nella medicina antica, orientale e occidentale

La parola ai Genitori Nella nostra Bologna

Oggi parliamo di... Salute e risposte

Casa e lavoro

Y

27

pag


di Carmela Travaglini

medico chirurgo, specialista in Pediatria,

Agopuntura, Omotossicologia, Kinesiologia

i Tempo lettura < 3 min.

Dieci, cento mille allergie! Piccoli accorgimenti

per sopravvivere

È opportuno iniziare fin dalla gravidanza

a proteggere nostro figlio dal fumo (è

uno dei fattori scatenanti), quindi niente

sigarette per mamma e papà.

Starnuti, occhi

rossi, naso che cola,

pruriti e una scorta

di fazzoletti sempre a

portata di mano:

ecco siamo in piena

stagione!

E insieme al primo

sole si affacciano anche le allergie che

ce la mettono tutta per rovinarci una

bella passeggiata all’aria aperta...

Ma cosa succede? Esiste qualcuno di noi

che non sia allergico? Pare proprio di

no a sentire i racconti di amici e parenti,

ognuno ha l’allergia che si merita e

quindi, soprattutto con l’arrivo della

bella stagione inizia la guerra aperta a

quella che da tutti gli addetti ai lavori è

considerata “l’epidemia del futuro”.

Se vent’anni fa solo il 7% dei bambini

aveva una manifestazione allergica, oggi

il 10% di loro soffre di asma, un 15% di

rinite da pollini ed un 10% di dermatite

atopica!

E pare che andrà ancora peggio, le

stime ci dicono che nel 2025 il 50% dei

nostri figli sarà allergico!

Come siamo arrivati a questo

punto? Senza ricorrere a spiegazioni

scientifiche troppo complesse,

possiamo dire che l’allergia è figlia

del benessere, della troppa igiene,

dell’inquinamento delle nostre città.

Vivere troppo protetti

dai patogeni esterni ci ha reso più

vulnerabili. Non è un fatto da poco

che i bambini immigrati, che nei loro

paesi di origine, certamente più poveri

e meno industrializzati del nostro, non

soffrivano di nessuna allergia, dopo

5-6 anni di vita in Italia comincino a

presentare gli stessi identici sintomi dei

nostri bambini; per loro è stato coniato

addirittura il termine di “allergia del

migrante”, ad indicare questa forma

acquisita di ipersensibilità.

Cosa possiamo fare?

Gli specialisti hanno tenuto conto

dei diversi aspetti clinici, sociali

ed ambientali delle manifestazioni

allergiche nell’infanzia e hanno stilato

un vademecum semplice che possa

essere di aiuto.

Se portate a spasso in città vostro

figlio, attenzione al passeggino che

comperate! Quelli troppo bassi sono

a livello dei tubi di scappamento delle

auto.

Se vostro figlio è allergico agli acari

della polvere, fate molta attenzione alla

pulizia della casa e niente peluche in

cameretta.

Se vostro figlio ha un’allergia ai

pollini, consultate il calendario dei

pollini (www.ilpolline.it) per sapere

quando fare una passeggiata in

campagna tranquilli.

Fate capire a vostro

figlio allergico che ha comunque tutte

le carte in regola per giocare alla pari

con i coetanei, senza vedere nella

sua patologia una limitazione o un

impedimento.

Se il carattere allergico resta per tutta

la vita, l’organismo del bambino è in

grado di elaborare strategie di difesa

che con il tempo lo renderanno più

tollerante alle cause della sua stessa

allergia. Inoltre non dimentichiamo che

esistono farmaci molto utili a ridurre

i sintomi o i rischi delle varie forme

allergiche quindi affrontiamo senza

troppi timori questa bella Primavera!


La parola ai Genitori Nella nostra Bologna

Oggi parliamo di... Salute e risposte

Y

Casa e lavoro

29

pag


i Tempo lettura < 3 min.

di Loredana Raso e Nada Raspanti

erboriste fitoterapiche

L’allergia

al pelo degli animali è

abbastanza frequente e

spesso costringe intere

famiglie a rinunciare

alla compagnia di

cani e gatti.

L’allergia al pelo

del gatto è causata da una proteina (FEL

D1) contenuta nella saliva dell’animale.

L’allergene si deposita nel pelo quando

il gatto si lecca e da qui viene disperso

nell’ambiente circostante (tappeti,

divani, vestiti, ecc). Queste particelle

microscopiche rimangono sospese

nell’aria e inalate dalle persone

causando la classica sintomatologia:

starnuti, congiuntivite e più raramente

dermatiti e prurito. Nei soggetti

maggiormente sensibili i sintomi

allergici possono essere anche più gravi

e accentuati.

Rimedi naturali per curare

e gestire l’allergia

al gatto di casa

E’ possibile continuare la convivenza

con il nostro amico felino se siamo

allergici? Per rispondere a questa

domanda meglio consultare medico

e allergologo che daranno il loro

parere in base alla sintomatologia. Se

scopriamo che è proprio così, possiamo

attenuare i sintomi con qualche

accorgimento come, ad esempio,

non toccare la lettiera con le mani,

ma indossare un paio di guanti e una

mascherina protettiva.

È fondamentale

tenere puliti ed igienizzati gli spazi di

uso comune e non fare soggiornare il

gatto nella camera da letto, che dovrà

risultare spazio neutrale dove poter

respirare e dormire serenamente.

Evitare, dove possibile, l’utilizzo di

tappeti e moquette.

Il micio dovrà essere pulito e

spazzolato con più frequenza e con

prodotti specifici e anche in questo

caso la fitoterapia ci viene in aiuto con

più rimedi come ad esempio l’olio di

Perilla: una pianta erbacea conosciuta

in Cina e introdotta successivamente in

Giappone, dove è utilizzata anche come

ortaggio. (... continua su www.rivistagenitori.it)

di Valeria Peronace - Agnese Sadotti

dentista - pedodontista

Per molti di noi

sono cambiate abitudini lavorative, per

non parlare di quelle legate allo sport,

agli stili di vita, allo sport, e anche

all’alimentazione.

Mentre stiamo scrivendo questo

articolo ancora non sappiamo quali

decisioni verranno prese in merito

alla scuola, né ai centri estivi: viviamo

ancora in un limbo, in una fase di

sospensione, facendoci molte domande

e - probabilmente - senza alcuni dei

punti di riferimento a cui eravamo

abituati.

Come abbiamo spesso ricordato, gli

appuntamenti fondamentali con il

lavaggio dei denti per un bambino in età

scolare e prescolare sono due, mattina

e sera.

Quando è possibile

inserirne altri - come per esempio

il lavarsi i denti dopo pranzo che

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9


viene proposto alla scuola materna e in

alcune scuole elementari - ben venga,

ma il lavaggio dei denti mattutino, dopo

colazione, e serale, prima di andare a

dormire, rimane imprescindibile.

Il rituale del mattino

può essere collegato al momento in cui il

bimbo, dopo aver fatto una bella colazione

ed essersi vestito è quasi pronto per iniziare

la giornata. Mancano solo le scarpe, o

magari sono già nei piedi, ma la sosta in

bagno per una bella spazzolata è d’obbligo.

Nel lavaggio mattutino, il piccolo

scopre un momento di raccoglimento e

concentrazione che lo può aiutare a partire

con il piede giusto, specialmente se la

mamma e il papà gli spiegano che lavarsi

i denti è un gesto importantissimo per

prendersi cura di se.

Per il bambino, dedicarsi all’igiene orale

personale, è un modo per entrare in

contatto con se stesso, e questo lo aiuta a

scoprire la propria autonomia e a rafforzare

la propria autostima.

Il lavaggio denti

serale è poi un vero e proprio rito di

passaggio che sera dopo sera, aiuta a

salutare la giornata passata, preparandosi

alla nanna in arrivo.

Immaginiamo una routine in cui, dopo

cena, i bambini giocano ancora un

po’, si danno una lavata, si mettono

il pigiama e poi si lavano i denti: il

momento dello spazzolamento precede

quello del coricarsi, per poi magari

leggere una bella favola insieme ai

genitori, o un bel libro da solo per chi è

già più grande.

E, mentre si lava i denti, le luci si

abbassano, le voci si fanno più soffuse,

il libro della buonanotte aspetta sul

comodino, i nostri bambini possono

chiudere il cerchio della giornata

trascorsa.

Si crea così un ponte tra il lavaggio dei

Quanti cambiamenti

abbiamo affrontato

in questi mesi?

È cambiata la

dimensione di

famiglia, di casa,

di scuola...

denti del mattino e quello della sera: i

piccoli sapranno che hanno portato a

termine un compito di cura di se stessi,

osservazione delle proprie necessità,

presa in carico della propria salute. In

una parola, avranno sperimentato la

propria responsabilità … e non l’hanno

fatto da soli!

Accanto a loro,

la mamma, il papà, i fratelli più grandi

oppure più piccoli, tutti insieme.

Genitori, ricordiamoci che ancora

prima che dalla parole, i nostri bambini

imparano dall’esempio: il miglior modo

per insegnare loro una corretta routine

di lavaggio denti, è assimilarla noi per

primi.

Specialmente in questo periodo in cui

i rituali ci aiutano a ritrovare ritmo,

certezza e, appunto, responsabilità.

Lavarsi i denti

è un rito...

In questo periodo di grande cambiamento

è fondamentale ricordarci dell’importanza dei

rituali, momenti fondamentali per l’equilibrio

psicofisico dei nostri piccoli, fra cui c’è senza

dubbio il rituale del lavarsi i denti...

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Oggi parliamo di... Salute e risposte

Casa e lavoro

Y

31

pag


i Tempo lettura < 3 min.

di Valeria Chiodini

Museo della scienza e teconologia L. da Vinci - Milano

www.museoscienza.org

Stupisci i tuoi amici con

il gelato magico!

Isotta Zamboni

Architetta, arredatrice d’interni

Ecco un

esperimento di scienze

davvero goloso! Il gelato

è un alimento molto

complesso: quello che si

realizza è un equilibrio

tra ingredienti congelabili

(acqua) e incongelabili

(zucchero).

La consistenza morbida è dovuta

all’aria che rimane intrappolata,

sottoforma di piccolissime bolle, nella

miscela di latte e zucchero.

Aggiungendo sale

al ghiaccio invece, si abbassa il punto

di congelamento dell’acqua e si evita

che lo strato superficiale di ghiaccio

geli (è per questo che si sparge sale

sulle strade d’inverno): in questo modo

il ghiaccio inizia a sciogliersi e, nel

farlo, assorbe calore dalla miscela di

latte e zucchero che così si raffredda

velocemente fino a gelare.

Lo stesso procedimento avviene nelle

moderne “gelatiere”.

Ecco cosa ti serve

per preparare il “gelato magico”:

• 1 barattolo con il tappo ermetico

• 1 sacchetto per alimenti

• 10 cubetti ghiaccio

• 3 cucchiaini sale

• 2 cucchiai zucchero a velo

• 100 ml latte fresco

Versa il latte nel sacchetto per alimenti

e aggiungi 2 cucchiai di zucchero a velo;

mescola velocemente e chiudi con cura

il sacchetto. Prendi dal freezer i cubetti

di ghiaccio e mettili nel barattolo,

poi inserisci il sacchetto con latte e

zucchero posizionandolo in mezzo ai

cubetti di ghiaccio. Spargi 3 cucchiaini

di sale sul ghiaccio, poi chiudi bene

il barattolo con il tappo e comincia a

shekerare il tutto: prendi il barattolo

fra le mani e agita energeticamente per

almeno 5 minuti!

Apri il barattolo,

estrai il sacchetto e controlla il

risultato... ecco il tuo fantastico gelato

al fiordilatte! Se vuoi cambiare gusto,

sostituisci il latte con acqua e aggiungi

qualche goccia di sciroppo o succo

di limone. Otterrai un fantastico e

dissetante sorbetto!

Noi genitori ci premuriamo che il cibo

sia biologico, che i vestiti siano in

fibra naturale, che i prodotti con cui

li laviamo non abbiano tensioattivi o

altre sostanze che possano alterare

il loro delicato bio equilibrio, che

il bagnoschiuma sia rispettoso

del loro pH naturale. Accorgimenti

importantissimi e da non sottovalutare,

soprattutto nei confronti di quei bambini

che già in tenera età presentano

dermatiti, asma o altre problematiche

influenzabili da tutto ciò.

Ma poniamo la stessa

attenzione verso l’ambiente in cui

vivono la maggior parte del loro tempo

dentro casa?

Se l’abbiamo fatto, benissimo, perché è

di estrema importanza e ancora troppo

spesso, si sottovaluta l’inquinamento

indoor, ovvero gli inquinanti nell’aria

che respiriamo in casa nostra.

Questo inquinamento è creato da tanti

fattori, principalmente l’aria esterna

con le polveri sottili e i pollini, ma anche

le emissioni nocive di colle, vernici e

altri materiali utilizzati per l’arredo

della casa.

Ed è proprio su questo punto che vorrei

provare a delineare quegli aspetti e

quei materiali da privilegiare rispetto

ad altri per migliorare l’ambiente

domestico dei nostri bambini.

Premetto che sarebbe opportuno

valutare anche i materiali con cui è


stato realizzato l’aspetto edile della

casa, ma questo richiederebbe interventi

molto drastici; magari facciamo giusto

attenzione alle pitture delle pareti e al

pavimento, evitiamo i laminati che oltre

a contenere sostanze chimiche, sono

spesso causa di accumuli di elettricità

statica.

Concentriamoci

sull’arredo e le finiture che ci

consentono di controllare questo aspetto

con interventi facilmente realizzabili.

Per quel che riguarda il materiale

con cui sono realizzati gli arredi,

assicuriamoci che il produttore abbia

i dovuti certificati di rispetto delle

normative vigenti.

La normativa principale è la EN71.3 la

quale garantisce che le vernici usate

siano atossiche e prive di sostanze come

piombi, mercurio e cromo; importante

è anche la totale o quasi emissione di

VOC, composti organici volatili come la

formaldeide. Se state scegliendo dei

mobili nuovi per la cameretta, chiedete

i dovuti certificati e diffidate di prodotti

economici, spesso il risparmio è dovuto

all’uso di prodotti di scarsa qualità e

questo va a discapito della sicurezza dei

vostri figli. In alternativa, costruiamo

noi i mobili con legno massello o

pannelli di fibre di legno naturali, magari

facendoci aiutare da qualche nonno

ingegnoso se non ne siamo capaci, così

potremo controllare tutta la filiera dei

materiali usati e potremo risparmiare

economicamente. Chiaramente

dobbiamo avere un certo know-how e

sapere come realizzare oggetti sicuri

anche dal punto di vista meccanico.

Il consiglio è sempre quello di

prediligere materiali naturali come il

legno, trattato con vernici all’acqua o

lasciato in tutti i suoi colori naturali che

creano un calore senza pari.

Importantissime sono anche le fibre

dei tessuti d’arredo, come coperte,

tende, tappeti, cuscini. Evitiamo il più

possibile fibre sintetiche che possono

Ogni giorno,

come genitori,

siamo attenti a tutto

ciò che coinvolge

i nostri figli...

essere causa di dermatiti o reazioni

allergiche, scegliamo invece lana,

cotone e lino.

Un ultimo consiglio

Quanto sono

che mi sento di dare è quello di evitare

di usare per la camera dei nostri

figli mobili di produzione industriale

che abbiano più di 20 anni, perchè

potrebbero non rispettare i requisiti

visti sopra e quindi contenere quelle

sostanze che nella produzione

industriale degli anni passati erano

frequenti. Ben vengano invece mobili

antichi ma attenzione ai prodotti

petrolchimici che potrebbero essere

stati utilizzati nel restauro, come ad

esempio nel trattamento contro i tarli

del legno.

I nostri figli, soprattutto nei loro

primi anni di vita, sono estremamente

sensibili. Diamo importanza a tutto ciò

che influenza il loro equilibrio psicofisico.

importanti

i materiali utilizzati nelle camerette

dei nostri bambini?

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Oggi parliamo di... Salute e risposte

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33

pag


ricetta di Ilaria Zamboni

“In cucina c’è serenità al quadrato!”

Lavoretti & co.

di Silvia Mederi

esperta arti grafiche, diplomata IED

Siete annoiate delle vostre vecchie

t-shirt ma non volete buttarle perchè

sono ancora praticamente nuove? Volete

accompagnare l’estate dei vostri bambini

con i loro personaggi preferiti o dare un

tocco di originalità?

Ecco un’idea su come potete ri-progettare

una vecchia t-shirt e dargli un nuovo look

con pochissima spesa.

T-shirt fai da te

Materiali occorrenti:

- una t-shirt da riutilizzare,

- un tovagliolo di carta con la stampa

che volete trasferire sulla t-shirt,

- pellicola da cucina, carta da forno

e ferro da stiro.

Ritagliate l’immagine che avete scelto e

togliete qualche strato del tovagliolo.

Inserite il ritaglio in due strati di pellicola

da cucina lasciando un piccolo bordo

intorno all’immagine.

Posizionate il vostro ritaglio sulla t-shirt

e copritela con della carta da forno,

con il ferro da stiro alla temperatura

massima, iniziate a stirare praticando

molta pressione e un po di pazienza... et

voilà! La vostra t-shirt è pronta per essere

indossata. Buona Estate a tutti voi!

i Tempo realizzazione < 30 min.

Mirtilli &

cheese cake

Una cheesecake golosa e leggera, che non necessita

di cottura, perfetta per l’estate! Ecco come prepararla

incompagnia dei vostri bambini...

Ingredienti

per la base:

- 130 gr circa di biscotti digestive

- 1 cucchiaio di zucchero

- 60-70 gr di burro

Per la salsa di mirtilli:

- 200 gr di mirtilli

- 1 cucchiaino di fecola di patate

- 2 cucchiai di zucchero

- 100 ml di acqua

- 100 ml di Rum (o succo di mirtilli)

Per il ripieno:

- 400 gr di yogurt greco

- 200 ml di panna da montare

- 3 cucchiai di zucchero a velo

- qualche goccia di limone

- 3 fogli di gelatina

Per prima cosa

mettere in ammollo la gelatina in acqua

fredda intanto che preparate tutto il

resto: riducete in polvere i biscotti

con il robot, metteteli in una ciotola e

miscelateli con lo zucchero e il burro

precedentemente sciolto, amalgamando

il tutto. Compattatelo bene con il dorso

di un cucchiaio nella tortiera a cerniera

apribile dal diam. di 20 cm e riponetelo

in frigo. Lavorate lo yogurt greco con lo

zucchero a velo e aggiungete l’essenza al

limone. Montate la panna e unitela allo

yogurt mescolando dal basso verso l’alto

in modo delicato x non smontarla troppo.

In un pentolino sciogliete la gelatina

strizzata in due cucchiai di acqua, stando

attenti a non farla bollire e unitela al

composto di yogurt. trasferite il tutto

nella tortiera, livellate bene e riponete

in frigo x almeno 3-4 ore in modo che si

rapprenda bene.

Ora preparate

la salsa di mirtilli che vi servirà per

ricoprire la cheese cake: in un pentolino

mettete i mirtilli lavati con l’acqua e

lo zucchero e cucinateli finché non

cominceranno a disfarsi. Frullate i

mirtilli e passateli al setaccio per

eliminare le scorze, rimetteteli nel

pentolino e aggiungete il Rum e cuocete

per qualche minuto. Lontano dal fuoco

aggiungete la fecola di patate, mescolate

bene x evitare la formazione di grumi

e rimettete sul fuoco ancora un paio di

minuti in modo che si addensi.

Lasciatela raffreddare e al momento

di servire il dolce, distribuitela sulla

superficie. Buon appetito!

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9


kids

di Alessandra Augusti

biologa, nutrizionista

Golose merende

di regni incantati per

maghi e fatine provetti !!!

Cari cuochetti, miei amichetti,

oggi voglio preparare con voi una

merenda... magica!

Prima di tutto serve

un grembiulino ma

soprattutto... una

bacchetta magica!!

Che maghi siamo

senza bacchetta? Per

realizzarla bastano degli

stampini a forma di stella,

uno stecchino, un frutto

del colore che preferite

(arancia, cocomero, ananas,

kiwi, ecc...) un po’ di mirtilli

avanzati dalla torta preparata

con mamma e papa’ e un bastoncino di

legno come quelli usati per gli spiedini.

E’ molto semplice: dopo aver lavato e sbucciato il

frutto che avete scelto, ne tagliamo una fetta spessa

e con lo stampino formiamo la stella che sara’ la

punta della bacchetta magica. Ora infiliamo i mirtilli

uno per uno nel bastoncino da spiedino e per ultima

la nostra stella per formare la punta…et voila’! Ora

abbiamo davvero tutti i super poteri per creare una

merenda magica che ci donera’àtanta energia!!

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Casa e lavoro

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35

pag


kids

tra i tanti regali

ricevette anche

una grande scatola

contenente tantissimi giochi

di prestigio, un bel cappello,

una bacchetta, un

mantello e tre piccole scatoline

rosse, molto misteriose…

sulla scatola c’era

scritto: “MAGIE IMPOSSIILI!”

Gli occhi di Jack brillavano

di gioia... adorava le magie!

“Che bel regalo” pensò. Seguirono

giorni di gioco, incredibili

trucchi e formule

magiche, però non capiva a

cosa servissero quelle tre

scatoline.

di Marianna De Luca

educatrice scuola materna e elementari

illustrazioni di Lucia Zerbinati

counselor relazionale, illustratrice di favole per bambini

jack e le scatoline

magiche

questa è la storia di Jack, un bambino

davvero speciale, che seppur piccolo

e’ riuscito a compiere grandi imprese.

Tutto iniziò il giorno del suo settimo

compleanno...

Erano 3 scatoline rosse,

vuote e su ciascuna di esse

c’era una lettera: A, L, C. “Si

saranno sbagliati!” disse la

mamma, ma il piccolo Jack

non era convinto, un grande

mago come lui sapeva

che prima o poi avrebbe svelato

il mistero! Una notte

fece un sogno stranissimo:

giocava a palla in giardino e

all’improvviso una folata di

vento la spinse tra i rami di

un albero vicino. Jack corse

a recuperarla, ma vide

sulla pancia dell’albero un

grosso buco e si svegliò.

Il giorno seguente il suo

istinto di mago suggeriva

che quel sogno era una

magica traccia da seguire!

Corse in giardino alla ricerca

dell’albero e… lo

trovò: il buco dell’albero

era un passaggio segreto

che conduceva al Bosco incantato

di Fiabilandia.


Jack entrò nel buco e si

ritrovò davanti agli abitanti

del Bosco che sembravano

impazziti: litigavano tutti!

Aveva letto molte Fiabe su

questa meraviglia di Bosco,

e ne ricordava la gentilezza

e la dolcezza degli abitanti.

Qualcosa non andava...

cosa stava succedendo?

Split, un coniglietto bianco

si avvicinò e gli raccontò

che nel Bosco era arrivato

Zagor, un arrogante leone

che si era imposto come il

re di Fiabilandia, spaventando

tutti. Nessuno era più

libero e il cattivo umore

degli abitanti aveva preso

il sopravvento! Bisognava

fare qualcosa... Jack istintivamente

tirò fuori dalle

tasche le 3 scatoline, non

capiva bene il perché, ma lo

fece…istinto di mago? Decise

di aprire quella con la

lettera L. La scatolina fino

ad allora vuota, ora contenteneva

un misterioso

messaggio: “La Libertà è la

meraviglia del Creato, è l’anima

del Mondo.” Comprese

che quello era un messaggio

destinato a Zagor. Lo

incontrò e con la paura di

un bambino, davanti a tanta

imponenza ma con il coraggio

di un grande riuscì a

far capire a Zagor, che alla

forza non equivale la prepotenza,

e che un grande

Re può avere un altrettanto

grande cuore. Aprì anche la

seconda scatolina, quella

con la lettera A, dove c’era

un altro messaggio: “Amico.

La più bella cosa che tu

possa avere e la più bella

cosa che tu possa essere”.

Lesse il messaggio ad alta

voce affinché tutti potessero

sentire. Il magico effetto

di quelle parole non

si fece attendere, toccò

il cuore di tutti che si abbracciarono

felici. Tutto

era tornato alla normalità!

La missione era compiuta

e Jack poteva fare ritorno

a casa! Si sentiva un

eroe. prima di addormentarsi

ripensò all’incredibile

avventura, quante emozioni!

Ma… un momento… le

scatoline erano 3! Si alzò

dal letto e andò a cercare

l’ultima, quella con la lettera

C che conteneva questo

messaggio:“Il Coraggio

non è la mancanza di

paura, ma la capacità di vincerla.”

Il coraggio di Jack

nell’aver affrontato pur

avendo paura questa grande

missione! Chiuse gli occhi

e si addormentò felice.


tutto iniziò

una FREDDA

SERa D’INVERNO...

quando

GIORGINO e fido

si accorsero che una stella

era caduta

in giardino

e non potevA

più volare

perchè si era

rotta una

punta ...

TI AIUTIAMO NOI!

FIDO, PORTA I CEROTTI!

ECCO

FATTO!

ORA CHE MI HAI TOCCATA

LA MIA POLVERE DI STELLA

TI HA RESO MAGICO...

COME UN SUPEREROE!

E’ VERO!

SONO TUTTO

LUMINOSO..

GRAZIE STELLA!

leggi gli episodi precedenti su

www.rivistagirotondo.it

www.rivistagenitori.it

illustrazioni di

Carlo Carota Art Design

IN QUESTo episodio

GIORGINO, GIORGINO, FIDO FIDO E... E...

LE LE MEDUSE MEDUSE INVISIBILI INVISIBILI !!

ehi giorginooo!

abbiamo il canotto!

vieni, andiamo a fare un giro

fino agli scogli


remo io!

wow

che bello!

prepara la

maschera

andiamo vicino

agli scogli a fare

il bagno

e ora,

subito

un bel

tuffo!

hei piano!

il remo!

una bella

nuotatina

e...

aahhh!!!

ma qui e’ pieno

di meduse!

torna su presto

che pizzicano!

siamo

circondati!


come

facciamo

a tornare

senza il

remo?

ho

un’idea!

ma non e’

successo niente!

ho inviato

un segnale

telepatico

a fido per

farlo venire a

prenderci

ecco che

arriva!

forza fidooo!!!

questa volta sei tu

il nostro eroe

viva fido!

fido! per te ci sara’

un bel premio!

Leggi le altre avventure

di Girotondino collegandoti qui

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