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Ottopagine Sport 03

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<strong>Ottopagine</strong><br />

<strong>Sport</strong><br />

Foto Mario Taddeo - Copertina Luigi Palladino<br />

Il<br />

Gladiatore


<strong>Sport</strong> Benevento<br />

Come un<br />

gladiatore<br />

Il presidente Vigorito non molla mai<br />

Tecnico e squadra lo vogliono in panchina<br />

C’<br />

è un posto riservato lui nel treno<br />

che porta ad Empoli. Non ci ha<br />

pensato su due volte Oreste Vigorito.<br />

S’è dato appuntamento<br />

con tutti per il viaggio verso un<br />

lungo sogno. A parte Cremona,<br />

in fondo, c’è sempre stato. Che<br />

fosse Natale o un’altra festività,<br />

non ha mai lasciato sola la sua<br />

creatura. L’ha seguita in ogni<br />

istante. E sempre dalla migliore<br />

postazione: la panchina. “Una<br />

sola volta sono stato in tribuna a<br />

Pescara e sapete bene come è finita”.<br />

Se lo ricorderanno i due seguaci<br />

della scaramanzia: Pippo e<br />

don Pasquale. Guai a spostare un<br />

solo tassello di questo mosaico.<br />

Se la ride invece il patròn, lui<br />

qualche anno in più ce l’ha e sa<br />

bene che la fortuna appartiene a<br />

di Sonia Lantella


<strong>Sport</strong> Benevento


<strong>Sport</strong> Benevento<br />

Foto Mario Taddeo<br />

chi se la crea e lui, assieme al duo delle<br />

meraviglie, ha saputo mettere in piedi<br />

una vera macchina da guerra. “E’ stato<br />

il frutto di una attenta e lunga programmazione<br />

che ha origini lontane”. E’<br />

stato il fiuto di affidare l’organizzazione<br />

ad un giovanotto che aveva addosso<br />

ancora il profumo dell’erba di un<br />

campo di calcio. Così inesperto in questo<br />

mestiere da far dubitare più di qualcuno<br />

ai piedi della Dormiente. Ma non<br />

Oreste Vigorito. Per lui i giovani devono<br />

avere più di una chance. E questo<br />

Benevento, il suo prodotto, gli ha dato<br />

ragione. “Ha la mia piena fiducia il nostro<br />

direttore sportivo. Mi ha perfino<br />

fatto vedere il calcio da un’altra prospettiva.<br />

M’innamoravo facilmente del<br />

nome importante, oggi ho capito che<br />

conta la funzionalità del calciatore all’interno<br />

di una squadra”. Ne ha fatta<br />

di strada Oreste Vigorito. All’inizio il<br />

cammino è stato facile, accanto a lui<br />

c’era un fratello, un amico, un esperto:<br />

Ciro. Era lui il pilastro di questa società.<br />

Per tempo, per passione, per esperienza.<br />

“Poi ha pensato bene di lasciarmi<br />

solo” ha detto più volte il<br />

patròn con un sorriso amaro sul volto.<br />

Ma non ha mollato. E ha continuato,<br />

perseverato tra altri play off persi e una<br />

B che sembrava una maledizione. Fino


<strong>Sport</strong> Benevento<br />

a quella corsa di qualche<br />

anno fa che tutti ricordano.<br />

E che tutti si<br />

riaspettano, magari in<br />

casa al Vigorito con<br />

tifosi che porterà con sé in<br />

qualche giorno di ritardo.<br />

Perché conoscen-<br />

Così come ha voluto ricor-<br />

Toscana. Nel suo cuore.<br />

dolo vorrà alzare i<br />

dare, appresa la notizia<br />

pugni al cielo già ad<br />

della ripartenza: “Nel silenzio<br />

assordante degli<br />

Empoli. Non sarà una<br />

sfida semplice, ma stavolta<br />

con la squadra<br />

gradinate e vedrò i vostri<br />

stadi vuoti, guarderò le<br />

partiranno proprio tutti:<br />

colori e sentirò i vostri<br />

dagli infortunati ai collaboratori.<br />

Tutti. Perché<br />

altà di provincia che an-<br />

Foto Mario Taddeo cori”. È la favola di una re-<br />

la frase di Vigorito ai<br />

cora una volta farà<br />

novant’anni della strega diventa bibbia:<br />

Insieme. Per il grande sogno. Con i Grazie alla regia di Oreste<br />

accendere su di sé i riflettori nazionali.<br />

Vigorito.


<strong>Sport</strong> Benevento<br />

Contro<br />

l’invidia<br />

Promozione possibile al Castellani:<br />

l’Empoli era stata costruita per vincere<br />

A<br />

d Empoli non nascondono un pizzico<br />

di invidia nei confronti del Benevento<br />

che può festeggiare la matematica promozione<br />

proprio al Castellani. I toscani<br />

avevano sperato di poter essere quantomeno<br />

in corsa con i giallorossi per la<br />

promozione in A, invece di ritrovarsi<br />

solo ai margini della zona play off.<br />

Senza contare che l'annunciata promozione<br />

in anticipo dei giallorossi procura<br />

una nostalgia senza fine a chi appena<br />

due anni fa festeggiava l'ennesimo ritorno<br />

in A con “Nonno Aurelio” (Andreazzoli)<br />

quasi alla stessa maniera.<br />

Quell'Empoli aveva staccato il biglietto<br />

per la massima serie con quattro settimane<br />

d'anticipo. Se non accadrà nulla<br />

di sconvolgente, il Benevento sarà più<br />

di Franco Santo


<strong>Sport</strong> Benevento<br />

Foto Mario Taddeo<br />

Maietta e Insigne


<strong>Sport</strong> Benevento<br />

Foto Mario Taddeo<br />

Sau, Coda e Romagnoli


<strong>Sport</strong> Benevento<br />

veloce dei toscani e si appunterà sul petto<br />

un'altra medaglia di metallo pregiato.<br />

Superpippo non ha mai nascosto la sua<br />

stima nella squadra di Marino: “Prima che<br />

iniziasse il campionato, molti la davano davanti<br />

a noi”. Capita, i pronostici spesso sono<br />

fatti per essere smentiti. Ma di una cosa si è<br />

certi: la società toscana aveva dalla sua tutti i<br />

requisiti per essere considerata l'ammazzacampionato.<br />

I soldi del “paracadute” e<br />

quelli di un mercato ricchissimo sia in uscita<br />

che in entrata. Come spesso accade, però, in<br />

un pollaio così ricco è mancato il gallo che<br />

cantasse forte e conducesse anche gli altri<br />

alla vittoria. L'Empoli però non si è affatto<br />

arreso dopo i primi scivoloni: ha sostituito<br />

Bucchi con Marino e ha immesso nell'organico<br />

altri giocatori di gran lusso per la B (da<br />

Tutino ad Henderson, a Ciciretti, a La Mantia,<br />

Sierralta, Fiamozzi). Roba da stropicciarsi<br />

gli occhi: “Basterebbe pensare che la<br />

loro terza punta è Moreo che io avevo a Venezia,<br />

dove era titolarissimo”, ha sospirato<br />

Inzaghi.<br />

Ma è sempre un mistero perchè una squadra<br />

diventi un'alchimia perfetta: la strega finora<br />

lo è stata, l'Empoli no. “Per vincere al<br />

Castellani servirà il miglior Benevento della<br />

stagione”, sospira Pippo, ripetendo una<br />

frase che avrà detto mille volte prima d'ora.<br />

Perchè lui ha chiesto alla sua squadra di essere<br />

sempre migliore della settimana precedente,<br />

riuscendo ad agire sulla mente dei<br />

suoi sin dal ritiro di Pinzolo: “Lì ho capito<br />

che avremmo fatto una grande stagione.<br />

Non ci ha scalfito niente, né quella partita di<br />

Coppa col Monza, né qualche titubanza iniziale.<br />

I miei giocatori sono stati eccezionali,<br />

non hanno mai sbagliato un allenamento.<br />

Prima di partire per Empoli ho fatto vedere<br />

al video due recuperi di Moncini e Insigne a<br />

Cremona. Ecco, è questa mentalità che ci ha<br />

fatto vincere quest'anno”.


<strong>Sport</strong> Benevento<br />

Foto Mario Taddeo


<strong>Sport</strong> Benevento<br />

Squadra<br />

storica<br />

Stracciato ogni record del passato,<br />

ma non c’è niente di improvvisato<br />

U<br />

n cammino straordinario che ha riscritto<br />

la storia del campionato di serie<br />

B. E’ curioso, soprattutto se si considera<br />

che fino a quattro anni fa la cadetteria<br />

era considerata un tabù all’ombra<br />

della dormiente. Frutto di un lavoro<br />

meticoloso e una progettazione seria e<br />

mirata che ha permesso alla Benevento<br />

calcistica di ritornare nel paradiso del<br />

calcio italiano. Nella scorsa estate si respirava<br />

un po’ di delusione causata<br />

dalla semifinale play off persa in malo<br />

modo contro il Cittadella. La società<br />

non si è persa d’animo, il presidente<br />

Vigorito ha riacceso gli entusiasmi con<br />

un mercato oculato e urlando a gran<br />

voce in piazza che il Benevento sarebbe<br />

tornato in serie A. Promessa<br />

diIvan Calabrese


<strong>Sport</strong> Benevento<br />

Foto Mario Taddeo<br />

mantenuta, come sempre. Il ritmo<br />

della compagine di Inzaghi è stato<br />

impressionante. La sconfitta in<br />

Coppa Italia contro il Monza un incidente<br />

che ad agosto rappresenta la<br />

normalità, poi all’esordio in campionato<br />

con il Pisa è stata la manona di<br />

Montipò a evitare la prima sconfitta<br />

stagionale neutralizzando un calcio<br />

di rigore nei minuti finali. Un segno<br />

del destino, dopo quanto accaduto<br />

negli spareggi. I successi contro Cittadella,<br />

Salernitana e Cosenza hanno<br />

messo la Strega sui binari giusti, per<br />

poi arrivare ai due pareggi consecutivi<br />

con Pordenone ed Entella, seguiti<br />

dalle vittorie con Spezia e Perugia. La<br />

svolta si è avuta a Pescara, dove il Benevento<br />

è stato sconfitto per 4-0. Un<br />

risultato pesante che ha dato il via a<br />

una escalation incredibile che, tradotta<br />

in numeri, recita fino a questo momento:<br />

diciassette vittorie e tre pareggi.<br />

Un rendimento monstre,<br />

difficile da registrare in un campionato<br />

equilibrato come quello cadetto,<br />

scomodando primati datati appartenenti<br />

a un altro calcio. Tra i successi<br />

più belli e importanti la doppia sfida<br />

casalinga con Cremonese ed Empoli,<br />

la cinquina rifilata al Trapani così<br />

come i poker a Entella e Pescara. Impressionante<br />

il rendimento in trasferta<br />

con dieci successi, di cui gli ultimi otto<br />

consecutivi. Record su record per il<br />

Benevento più forte di tutti i tempi, capace<br />

di scrivere a fuoco il proprio<br />

nome nella storia della cadetteria e<br />

guadagnandosi l’accesso al sogno<br />

chiamato serie A.


Foto Mario Taddeo<br />

<strong>Sport</strong> Benevento


Lo spagnolo<br />

Callejon<br />

ai titoli<br />

di coda<br />

L'esperienza di Josè<br />

Maria Callejon è ai titoli<br />

di coda. La sfida<br />

di domenica al San<br />

Paolo contro la Spal<br />

potrebbe essere l'ultima<br />

in maglia azzurra<br />

per lo spagnolo.<br />

Rispettando i termini<br />

di regolamento il suo<br />

contratto finisce il 30<br />

giugno. E al momento,<br />

non avendo<br />

prolungato fino ad<br />

agosto, potrebbe<br />

anche rifiutarsi di giocare<br />

dall'Atalanta in<br />

poi. “Calleti” vorrebbe<br />

un extra per rimanere<br />

ancora ma<br />

pare che De Laurentiis<br />

si appelli alla pandemia<br />

per lasciare<br />

invariato lo stipendio.<br />

La cosa certa è che<br />

dopo sette anni lo<br />

spagnolo andrà via.<br />

Ha provato il Napoli<br />

a trattenerlo ma c'è<br />

troppa differenza tra<br />

domanda e offerta.<br />

<strong>Sport</strong> Napoli<br />

Rinato grazie<br />

alla cura Gattuso<br />

Ora è il numero uno<br />

L<br />

a cura Gattuso sta funzionando<br />

bene per tutti. Ma se c'è un calciatore<br />

che ha cambiato la sua<br />

stagione con l'avvento di “Ringhio”<br />

è stato certamente Lorenzo<br />

Insigne. Il capitano è<br />

tornato ad essere quello di un<br />

tempo. Il campione della banda<br />

bassotti creata da Sarri che faceva<br />

male alle difese avversarie.<br />

Il Magnifico si è ripreso il Napoli<br />

ma soprattutto ha capito<br />

che ha la responsabilità di portare<br />

avanti un progetto importante<br />

alla guida della sua<br />

squadra del cuore.<br />

Eccolo, dunque, il talento italiano<br />

più forte in circolazione.<br />

Quello che al minuto 91' della<br />

sfida vinta con il Verona ha servito<br />

un pallone a Lozano dall'altra<br />

parte del campo mettendolo<br />

in condizione di calciare a tu per<br />

tu con il portiere. Pezzi del genere<br />

si sono visti fare solo a Totti<br />

e Del Piero.


<strong>Sport</strong> Napoli<br />

di Salvatore Caiazza<br />

Mio<br />

capitano


<strong>Sport</strong> Napoli<br />

Cambiamenti<br />

Dimaro addio, ci si vede a Castel di Sangro<br />

Manca davvero poco all'ufficialità<br />

della sede del ritiro per la<br />

prossima stagione. Non si andrà a<br />

Dimaro Folgarida per la preparazione<br />

estiva bensì a Castel di<br />

Sangro. Il presidente De Laurentiis<br />

ha voluto fare un sopralluogo<br />

nella cittadina abruzzese e si è<br />

convinto che una settimana di lavoro<br />

si farà molto più vicino rispetto<br />

al Trentino da fine agosto<br />

fino al 6 o 7 settembre. Naturalmente<br />

si tornerà in Val di Sole il<br />

prossimo anno e anche nel 2022<br />

per recuperare il ritiro perso per<br />

colpa della pandemia.


<strong>Sport</strong> Napoli<br />

Ed Insigne è in quella scia di campioni.<br />

Sono lontani i tempi in cui veniva<br />

sempre criticato nella gestione<br />

Ancelotti. E molte volte fischiato. Sarebbe<br />

stato bello adesso avere il pubblico<br />

sugli spalti per ricevere<br />

applausi. Ma virtualmente il Magnifico<br />

sente il calore della sua gente. È<br />

stato protagonista alla ripresa del calcio<br />

nella semifinale di ritorno di<br />

Coppa Italia con l'Inter e nella finale<br />

vinta con la Juventus. Contro i nerazzurri<br />

fu autore dell'assist vincente per<br />

il pareggio di Mertens mentre contro<br />

la Signora prima colpì un palo su punizione<br />

e poi realizzò il primo rigore<br />

della serie che ha portato il trofeo tricolore<br />

in riva al Golfo.<br />

Il destino di Insigne è rimanere a vita<br />

al Napoli. Dopo aver lasciato Mino<br />

Raiola ha affidato la sua procura al napoletano<br />

Vincenzo Pisacane. Lo<br />

scopo, dunque, è di rinnovare al più<br />

presto e restare a lungo il capitano<br />

della squadra della sua città. Un<br />

sogno che in pochi hanno potuto vivere<br />

in azzurro. Insigne da questo<br />

punto di vista è sicuramente privilegiato<br />

ma nessuno gli ha regalato<br />

nulla. Tutto quello che ha oggi se lo è<br />

conquistato con sacrificio e professionalità.<br />

Purtroppo non sempre è stato<br />

apprezzato dalla sua gente. Ma questo<br />

fa parte dell'odio et amo di una città<br />

che vorrebbe sempre il massimo dal<br />

napoletano che gioca nel Napoli. E<br />

che per di più è il capitano.


Gli unici<br />

a vincerla<br />

stando in B<br />

Il Napoli è l'unica<br />

squadra ad aver<br />

vinto la Coppa Italia<br />

dalla serie B.<br />

Vero. Solo l'Ancona<br />

nel 1994 ha<br />

sfiorato l'impresa,<br />

arrivando, guidata<br />

da Guerini alla finale<br />

con la Sampdoria<br />

dove però i<br />

ben più attrezzati<br />

blucerchiati ebbero<br />

la meglio, pareggiando<br />

0 a 0<br />

nelle Marche e<br />

perdendo 6 a 1 al<br />

Ferraris. Ma c'è<br />

una precisazione<br />

da fare: nel 1922 la<br />

prima Coppa Italia<br />

la vinse il<br />

Vado, che militava<br />

in Promozione,<br />

una delle due categorie<br />

di seconda<br />

divisione. Ma si<br />

tratta ovviamente<br />

di un'epoca storica<br />

in cui il calcio era<br />

perlopiù amatoriale,<br />

molto prima<br />

che i campionati<br />

assumessero l'attuale<br />

format.<br />

<strong>Sport</strong> Napoli<br />

Juliano alza<br />

la Coppa<br />

di Lega<br />

italo inglese


<strong>Sport</strong> Napoli<br />

Sei volte<br />

Azzurra<br />

La prima volta nel 1962, battuto Bearzot<br />

Poi ci sono voluti altri 14 anni per rivincere<br />

S<br />

ei coppe, tanti record. Già, ha un rapporto<br />

speciale il Napoli con la Coppa Italia,<br />

fin da quando ci ha messo le mani<br />

per la prima volta: nel 1962. Guidati dal<br />

“fornaretto” Amadei la stagione precedente<br />

gli azzurri erano finiti in B, a sorpresa,<br />

e dunque avevano dovuto<br />

rinunciare ai calciatori migliori: Bugatti,<br />

Posio, Del Vecchio, Miahlic, Pivatelli, affidandosi<br />

a giovani, come Gigi Simoni o a<br />

Ronzan, Mariani e Pontel guidati dall'allenatore<br />

Fioravante Baldi poi sostituito<br />

dal Petisso, Bruno Pesaola.<br />

In Coppa Italia si partirà in sordina: ad<br />

agosto con l'Alessandria, che soccomberà<br />

ai rigori, stessa sorte toccherà ad ottobre<br />

alla Sampdoria dopo uno 0 a 0.<br />

Sorprendente agli ottavi la vittoria a Torino,<br />

contro i granata di Bearzot, Denis<br />

Law e Giorgio Ferrini, grazie a una dopdi<br />

Cristiano Vella


<strong>Sport</strong> Napoli<br />

pietta di Gilardoni. Corsaro anche a<br />

Roma, ai quarti di Finale il Napoli, con<br />

un gol di Corelli che porterà gli azzurri<br />

del Petisso in semifinale, dove sarà sconfitto<br />

il Mantova grazie ai gol di Tomeazzi<br />

e Fanello.<br />

Contro la Spal in finale gli azzurri si imporranno<br />

per 2 a 1, con una splendida<br />

punizione di Corelli e al gol finale di<br />

Ronzon.<br />

E chissà se il compianto Corelli, ferrarese<br />

doc, avesse mai immaginato che l'unico<br />

trofeo della sua carriera l'avrebbe vinto<br />

proprio con un gol su punizione contro<br />

la sua Spal, dando un dispiacere alla sua<br />

gente.<br />

Primo trofeo per gli azzurri (a meno di<br />

non considerare tale la Coppa delle Alpi<br />

del 1960) e vittoria che tuttora rappresenta<br />

un record: nessuno dopo i ragazzi<br />

del Petisso è riuscito a vincere la Coppa<br />

Italia dalla serie B.<br />

Ci sono voluti 14 anni per rivincerlo quel<br />

trofeo: nel 1976, quando Ferlaino aveva<br />

già ambizioni (e possibilità) di primato<br />

in Italia, e acquistò Savoldi. Fondamentali<br />

i gol del bomber Bergamasco: tre<br />

garantirono le vittorie al Meazza e al<br />

San Paolo contro il Milan, nel girone finale,<br />

due in finale contro contribuirono<br />

al 4 a 0 che garantì il trofeo a discapito<br />

del Verona.


<strong>Sport</strong> Napoli<br />

Nuovo record invece quando il Napoli<br />

ha stretto tra le mani la Coppa Italia per<br />

la terza volta: era il Napoli già “scudettato”<br />

di Maradona, che vinse la finale, all'epoca<br />

su andata e ritorno, contro<br />

l'Atalanta, vincendo per 3 a 0 al San<br />

Paolo, coi gol di Renica, Muro e Bagni e<br />

al ritorno a Bergamo per 1 a 0 con gol di<br />

Bruno Giordano. Il record: gli azzurri<br />

vinsero tutti gli incontri di quella edizione,<br />

ben tredici tra un girone da 6<br />

squadre, gli ottavi di finale, i quarti, le semifinali<br />

e le finali, tutte su andata e ritorno,<br />

insomma una vera e propria<br />

maratona. Nessuna squadra è più riuscita<br />

a ripetere l'impresa negli anni seguenti,<br />

e allo stato attuale sarebbe<br />

impossibile visto che il format è ben più<br />

snello e con molte meno gare.<br />

Il Napoli ha aspettato 25 anni per rivincere<br />

il trofeo: il quarto titolo è arrivato nel<br />

2012 con Mazzarri, contro la Juve, con la<br />

vittoria finale per 2 a 0 coi gol di Hamsik<br />

e Cavani e le lacrime di Lavezzi destinato<br />

ad andar via. Due anni dopo sarebbe<br />

arrivato il quinto titolo con Benitez<br />

contro la Fiorentina, nella tragica notte in<br />

cui perse la vita Ciro Esposito.<br />

Nuovamente da record l'ultima edizione<br />

sebbene si tratti di un record singolare: il<br />

Napoli è l'unica squadra ad aver vinto<br />

una finale a porte chiuse. Un record che<br />

si spera non venga mai eguagliato.


Gol negati<br />

Sconfitta<br />

la linea<br />

delle gare<br />

in chiaro<br />

<strong>Sport</strong><br />

Con la trasmissione<br />

dei gol del<br />

campionato in<br />

chiaro si sarebbe<br />

andati incontro<br />

a cause<br />

infinite. E' questa<br />

la motivazione<br />

principale<br />

per cui la Lega<br />

serie A forte<br />

anche del parere<br />

dell'Antitrust ha<br />

detto no. Niente<br />

partite visibili a<br />

tutti neanche<br />

dopo un'emergenza<br />

mondiale<br />

come il covid<br />

19. Il contratto<br />

in vigore prevede<br />

infatti solo<br />

le pay tv con<br />

buona pace del<br />

ministro Spadafora<br />

sostenitore<br />

fino all’ultimo<br />

della trasmissione<br />

in chiaro.


<strong>Sport</strong><br />

La guerra<br />

degli orari<br />

L’industria calcio vuole riprendersi tutto<br />

Il tour de force per i tifosi è mozzafiato<br />

I<br />

l calcio, si sa, è tra le principali industrie<br />

del paese e muove sempre<br />

grandi interessi. Con questi tornano<br />

i malcontenti. Stavolta non c'entrano<br />

arbitraggi discutibili o gol sbagliati<br />

ma tre mesi di lockdown senza calcio<br />

hanno completamente stravolto<br />

le abitudini dell'Italia “pallonara” e<br />

adesso che il campionato è tornato<br />

nella insolita veste estiva per emettere<br />

i suoi verdetti non si fermano<br />

comunque le polemiche. Prima i tifosi<br />

si lamentavano della sospensione<br />

del campionato e delle<br />

perplessità del Governo e del Comitato<br />

tecnico-scientifico per farlo ripartire.<br />

Ora che è arrivata l'agognata<br />

ripresa, non piacciono gli orari delle<br />

partite “spezzatino” al punto da<br />

coinvolgere l'Unione nazionale Consumatori<br />

per rivedere il calendario<br />

di Angelo Giuliani


<strong>Sport</strong><br />

tv stilato dalla Lega. In particolare<br />

non è gradito l'orario delle gare di<br />

cartello alle 21.45. La scelta della<br />

Lega Serie A, anche per andare incontro<br />

alle esigenze delle pay tv, lascia<br />

scontenti gli appassionati<br />

costretti ad aspettare la mezzanotte<br />

per il triplice fischio finale e per<br />

vedere le interviste post-partita.<br />

Tante le segnalazioni e conseguenti<br />

minacce di rivolgersi alle autorità<br />

competenti per spostare il fischio<br />

d'inizio alle 21 ed introdurre anche<br />

un altro orario, le 16.30, ipotesi<br />

però fortemente osteggiata dai club<br />

per via del gran caldo nel periodo<br />

estivo e la stessa Assocalciatori ha<br />

preteso di non giocare di pomeriggio<br />

per le temperature eccessive e il<br />

rischio infortuni più alto. Insomma<br />

il Coronavirus, in un modo o nell'altro,<br />

continua ad influire sul vissuto<br />

quotidiano degli italiani e in attesa<br />

di capire se la Lega farà qualche modifica<br />

per accontentarli, le indiscrezioni<br />

che filtrano dal quartier<br />

generale di via Rosellini non sembrano<br />

propense a raccogliere la protesta<br />

dei tifosi. Si vedrà, intanto<br />

teniamoci il calcio per nottambuli.<br />

Protesta<br />

Lukaku<br />

e Nkoulou<br />

L’inchino<br />

per Floyd<br />

Il mondo del calcio si conferma<br />

particolarmente sensibile<br />

alla lotta al razzismo in<br />

tutte le sue forme. E non è un<br />

caso che due calciatori di colore<br />

dopo aver segnato alla ripresa<br />

del campionato abbiano<br />

voluto ricordare<br />

George Floyd. L'attaccante<br />

dell'Inter, dopo il gol segnato


Nicolas Nkoulou<br />

<strong>Sport</strong><br />

alla Sampdoria, si è inginocchiato<br />

e con il pugno stretto ha<br />

rivolto un pensiero all'uomo<br />

morto dopo essere stato immobilizzato<br />

a terra con un ginocchio<br />

sul collo per oltre otto minuti<br />

durante una protesta.<br />

Stessa cosa ha fatto Nikolas<br />

Nkolou difensore del torino<br />

dopo il gol segnato al Parma.


Quattro<br />

trasferte<br />

contro<br />

il trend<br />

"lento"<br />

<strong>Sport</strong> Salernitana<br />

In questo rush finale<br />

di campionato,<br />

la<br />

Salernitana dovrà<br />

giocare soltanto<br />

quattro volte in<br />

trasferta. Ma è<br />

lontano dall’Arechi<br />

che dovrà<br />

provare a conquistare<br />

punti pesanti<br />

per la corsa<br />

play-off. Fuori<br />

casa il cavalluccio<br />

marino è incappato<br />

spesso in<br />

battute d'arresto:<br />

su 15 partite disputate,<br />

i granata<br />

ne hanno vinte<br />

soltanto quattro,<br />

pareggiandone<br />

due e perdendone<br />

nove. L'ultimo<br />

successo<br />

esterno risale al<br />

19 gennaio sul<br />

campo del Pescara,<br />

dopo il<br />

quale sono arrivate<br />

tre sconfitte<br />

ed un pareggio. A<br />

Chiavari, questa<br />

sera, la Salernitana<br />

proverà ad<br />

aggiornare le statistiche.


<strong>Sport</strong> Salernitana<br />

È tempo<br />

di osare<br />

Nel deserto dell’Arechi una ripartenza<br />

con il freno a mano tirato: Ventura sveglia<br />

È<br />

tempo d’osare. Non fosse altro ché il<br />

rush finale della serie B non concede<br />

battute d'arresto e la Salernitana, nella<br />

prima partita post-Covid, è già (ri)partita<br />

con il freno a mano tirato. Per<br />

mezzo tempo, nel deserto dell’Arechi,<br />

la squadra granata aveva quasi dato<br />

l'illusione di poter controllare il Pisa.<br />

Lombardi, seppur lontano dalla forma<br />

straripante dei mesi precedenti, aveva<br />

tirato la volata. E Djuric, seguendone la<br />

scia, aveva ritrovato subito il feeling<br />

con il gol. La trama perfetta del film<br />

visto nelle migliori apparizioni della<br />

Salernitana. Poi i tre mesi di lockdown<br />

son diventati pesanti come macigni,<br />

imballando gambe e testa dei calciatori.<br />

Parafrasando Ventura «è venuta<br />

meno la cattiveria agonistica» e il Pisa<br />

ne ha beneficiato a piene mani, portando<br />

a casa un punto d'oro.<br />

di Filippo Notari


<strong>Sport</strong> Salernitana<br />

Ripartenza lenta che carica di significati<br />

la sfida di questa sera contro la Virtus<br />

Entella, primo banco di prova nella<br />

marcia verso i play-off. La Salernitana<br />

ha bisogno di uno squillo per rilanciarsi<br />

e difendersi dagli assalti delle<br />

squadre che inseguono fuori dalla griglia<br />

che vale la post-season. La classifica<br />

è corta e tante formazioni non<br />

hanno ancora perso la speranza di<br />

poter recuperare il divario che le separa<br />

dalle zone che contano. Ai granata,<br />

dunque, serve uno scatto in<br />

avanti per recuperare entusiasmo ed<br />

arrivare di slancio alla sfida di lunedì<br />

sera contro la Cremonese, primo turno<br />

infrasettimanale di quest’inedita fase 2<br />

del campionato. Due partite in quattro<br />

giorni che rappresenteranno lo spartiacque<br />

nella stagione della Salernitana.<br />

In terra ligure, questa sera, i granata ripartiranno<br />

dalle certezze della fase<br />

pre-Covid. In primis il 3-5-2, modulo<br />

utilizzato per gran parte della stagione<br />

dall’ex ct della Nazionale italiana. Tra i<br />

pali tornerà Micai che aveva saltato la<br />

sfida contro il Pisa per infortunio, interrompendo<br />

il record che lo aveva<br />

visto titolare per settanta partite consecutive.<br />

In avanti a guidare il pacchetto<br />

offensivo ci sarà Djuric, capocannoniere<br />

della Salernitana che, con la rete<br />

messa a segno ai toscani, ha raggiunto<br />

per la prima volta in carriera la doppia<br />

cifra. Le chiavi della mediana saranno<br />

affidate al talento polacco Dziczek che<br />

un girone prima avrebbe dovuto esordire<br />

proprio contro la Virtus Entella<br />

ma dovette rinviare d’un mese la sua<br />

prima con la Salernitana per un infortunio<br />

subito nel riscaldamento. In<br />

tema di certezze, però, non ci sarà<br />

Lombardi, fermato per un turno dal<br />

giudice sportivo. Ma non potrà essere<br />

una recriminazione. Ora è tempo<br />

d’osare…<br />

L’ex<br />

Colantuono<br />

scommette<br />

su Kiyine<br />

Era il 16 dicembre di tre anni<br />

fa quando Stefano Colantuono<br />

diventò titolare della<br />

panchina della Salernitana. I<br />

granata esordirono al “Comunale”<br />

di Chiavari con un<br />

successo importante. Tre<br />

anni dopo l'ex allenatore del<br />

cavalluccio marino ha parlato<br />

della sfida in programma<br />

questa sera in terra<br />

ligure. «È una partita molto<br />

difficile come lo sono tutte in<br />

questo momento del cam-


<strong>Sport</strong> Salernitana<br />

pionato. Quello di Chiavari è un campo<br />

particolare, la Salernitana affronterà<br />

una squadra insidiosa e rapida. Un'avversaria<br />

alla portata ma ci vorrà una<br />

prova importante». Nel successo conquistato<br />

da Colantuono risultò fondamentale<br />

Sofian Kiyine, autore del gol<br />

del momentaneo 1-0 e pilastro della Salernitana<br />

di Ventura. «È un calciatore<br />

che ha indubbie qualità. Ventura lo conosce<br />

beneperché lo ha allenato anche<br />

al Chievo. Ora sta a lui mettere le sue<br />

qualità al servizio della squadra, la Salernitana<br />

ne ha bisogno».


<strong>Sport</strong> Salernitana<br />

Addio<br />

Pierino


<strong>Sport</strong> Salernitana<br />

aa<br />

Q<br />

di Filippo Notari<br />

ualcuno lo ricorda per la tripletta<br />

messa a segno con la maglia del Milan<br />

contro l'Ajax nella finale di Coppa dei<br />

Campioni del 1969. Qualcun altro ha<br />

in mente i titoli di campione d'Europa<br />

e vice campione del mondo vinti con<br />

la Nazionale italiana. Ma per i salernitani<br />

la stella di Pierino Prati, ex attaccante<br />

scomparso lo scorso 22 giugno


<strong>Sport</strong> Salernitana<br />

all'età di 73 anni, era iniziata a brillare<br />

molto prima. Storia che risale a 55<br />

anni fa.<br />

La “peste”, com'era stato affettuosamente<br />

ribattezzato, nella stagione '65-<br />

66 fu girato in prestito alla Salernitana<br />

per volere dell'allora segretario Bruno<br />

Somma. Una piazza calda e passionale<br />

che da circa un decennio era rimasta<br />

impelagata nell'inferno della<br />

serie C. Probabilmente una delle migliori<br />

per mettere alla prova un ragazzotto<br />

appena maggiorenne che aveva<br />

lasciato intravedere numeri interessanti<br />

ma che non si era ancora misurato<br />

con il calcio dei grandi. Il catino<br />

infernale del Vestuti, dunque, sarebbe<br />

stato il suo primo banco di prova vero.<br />

Ma Prati non si lasciò impressionare,<br />

dimostrando di avere spalle larghe e<br />

la stoffa del campione. Pronti-via e a<br />

Lecce arrivò una doppietta che permise<br />

all'undici allenato da Tom Rosati<br />

di espugnare il campo dei salentini.<br />

«Era un calciatore fortissimo, aveva<br />

un tiro perfetto, di testa era bravo.<br />

Non gli mancava nulla, era il centravanti<br />

ideale, difatti poi è esploso. Era<br />

un fenomeno ma anche un bravissimo<br />

ragazzo», ricorda con commozione<br />

Franco Rosati, compagno di<br />

squadra di Prati alla Salernitana e fratello<br />

dell'allenatore granata Tom.<br />

«Dopo il grave infortunio che Prati<br />

subì nel derby di Torre Annunziata -<br />

racconta Rosati -, mio fratello gli stava<br />

sempre dietro, l'ha curato come un figlio.<br />

Stava sempre sulle gradinate per<br />

recuperarlo al più presto possibile. Ricordo<br />

bene l'ultima partita di campio-<br />

Un mito<br />

nato<br />

al Vestuti


<strong>Sport</strong> Salernitana<br />

nato contro l'Aquila. Era un recupero<br />

perché la partita era stata sospesa per<br />

un invasione. Pareggiammo 0-0, lui<br />

entrò e ci diede una grande mano. Si<br />

portava dietro gli avversari».<br />

Ma nel corso della sua esperienza a<br />

Salerno ci fu anche qualche momento<br />

di debolezza. «Aveva 19 anni e, ogni<br />

tanto, correva alla stazione perché non<br />

era abituato a restare fuori casa», racconta<br />

Franco Dianti, centrocampista<br />

che legò tanto con Prati durante la sua<br />

esperienza a Salerno. «Io e Corbellini<br />

correvamo alla stazione e andavamo a<br />

prenderlo. Era un ragazzo molto tenero,<br />

a Salerno abbiamo vissuto un<br />

anno bellissimo. Venivamo in tanti da<br />

fuori, l'unico nostro punto di riferimento<br />

era Scarnicci che giocava da diversi<br />

anni lì e aveva anche un bar a<br />

lungomare. Ma a volte si riesce a fare<br />

quello che non era programmato e noi<br />

riuscimmo a vincere il campionato. In<br />

quel gruppo non c'era gelosie, c'era<br />

un'amicizia che è andata avanti negli<br />

anni è ogni volta che ci siamo rincontrati<br />

è stata sempre una festa. Prati fu<br />

molto prezioso, era un giocatore che<br />

aveva una grande dimestichezza con<br />

la porta, un calcio molto violento ed<br />

era bravo di testa. Un giocatore completo».<br />

Nonostante il grave infortunio<br />

la “peste” mise a segno 10 gol in 19<br />

partite. Due anni dopo iniziò la sua<br />

scalata con la maglia del Milan, vincendo<br />

uno scudetto, una Coppa dei<br />

Campioni, una Coppa Intercontinentale,<br />

due Coppa delle Coppe e due<br />

Coppa Italia.<br />

Una stella nata a Salerno e che adesso<br />

brilla ancora di più.


La prima<br />

volta<br />

di Capuano<br />

Se è vero che le<br />

prime volte non<br />

si scordano mai,<br />

di certo Ezio Capuano<br />

non dimenticherà<br />

il suo<br />

esordio assoluto<br />

nei playoff. Il tecnico<br />

di Pescopagano<br />

non ha<br />

infatti mai preso<br />

parte a spareggi<br />

per la promozione.<br />

Quella con<br />

l'Avellino sarà<br />

dunque la prima<br />

esperienza alla<br />

guida di una<br />

squadra in lotta<br />

per il salto di categoria.<br />

E c'è di<br />

più. Qualora Capuano<br />

e i suoi<br />

uomini dovessero<br />

riuscire a sovvertire<br />

i pronostici<br />

conquistando la<br />

Serie B, il mister<br />

festeggerebbe un<br />

altro record:<br />

quello della<br />

prima volta, in<br />

carriera, in Cadetteria.<br />

<strong>Sport</strong> Avellino


Spor Avellino<br />

Provaci<br />

Eziolino<br />

Ultima settimana di attesa<br />

poi i play off diranno che lupi sono<br />

ultima settimana “atipica”, senza vivere<br />

la “fase adrenalinica” che precede<br />

una partita, volendo citare uno<br />

L’<br />

dei tormentoni comunicativi coniati<br />

da mister Ezio Capuano, sta per andare<br />

in archivio. E sì perché martedì<br />

o mercoledì prossimo, per l'Avellino,<br />

sarà il momento di tornare in campo<br />

per una partita ufficiale: il primo<br />

turno dei playoff. Si ripartirà a poco<br />

meno di quattro mesi dall'ultima<br />

gara ufficiale: Avellino - Ternana 2-0<br />

dello scorso 8 marzo, valida per la<br />

trentesima giornata del girone C di<br />

Serie C; l'ultima gara di un campionato<br />

interrotto, bruscamente, dall'emergenza<br />

Coronavirus. La<br />

stagione, quella no, però, non è fidi<br />

Marco Festa


<strong>Sport</strong> Avellino<br />

“I play off<br />

occasione<br />

da non<br />

perdere”<br />

Per effetto del regolamento<br />

adottato dalla Lega<br />

Pro, nei playoff ormai alle<br />

porte i tifosi dell'Avellino<br />

non avrebbero assistito, a<br />

prescindere, nemmeno a<br />

una partita dei biancoverdi<br />

al “Partenio-Lombardi”.<br />

Di certo, però, non<br />

avrebbero fatto mancare il<br />

proprio sostegno lontano<br />

dalle mura amiche. Nei


<strong>Sport</strong> Avellino<br />

nita. Ricomincerà con una full immersion<br />

di sfide da dentro o fuori.<br />

Dal 30 giugno al 22 luglio. In palio<br />

la quarta promozione in Serie B per<br />

raggiungere Monza, Vincenza e<br />

Reggina, in Cadetteria d'ufficio in<br />

seguito alla cristallizzazione delle<br />

classifiche dei gironi A, B e C. Ironia<br />

della sorte, il primo avversario<br />

dei lupi potrebbe essere proprio la<br />

Ternana, che sabato (ore 20,45), a<br />

Cesena, contenderà la Coppa Italia<br />

di categoria alla Juventus Under<br />

23. Se le fere vincono l'Avellino affronterà<br />

il Catanzaro il 30 giugno,<br />

ma, in caso di k.o. degli umbri, saranno<br />

proprio gli uomini di Gallo,<br />

sconfitti in due dei tre precedenti<br />

stagionali dai biancoverdi, lo scoglio,<br />

durissimo, da provare a superare,<br />

il primo luglio. Come ci<br />

arriva, l'Avellino? Morero e compagni<br />

sono pronti dopo aver sostenuto<br />

esami e cicli di tamponi, in<br />

ossequio al protocollo sanitario;<br />

dopo aver tremato per le tre anomalie<br />

evidenziate dai test sierologici,<br />

ma evaporate in seguito a<br />

ulteriori accertamenti; dopo aver<br />

sudato e non senza tensioni interne.<br />

Nelle ultime ore non sono<br />

mancati, infatti, attriti per questioni<br />

contrattuali ereditate ed irrisolte,<br />

oltre a dibattiti in proiezione futura.<br />

Oltre all'aspetto psicologico,<br />

l'Avellino dovrà fare i conti con il regolamento:<br />

come noto, partirà dalla<br />

peggior posizione possibile e dovrà<br />

vincere quattro partite fuori casa,<br />

entro i novanta minuti, per andarsi<br />

a giocare le final four. Insomma,<br />

sembra la classica missione impossibile,<br />

ma occhio ai valori stravolti dal<br />

lockdown; attenzione alla storica attitudine<br />

irpina a prendersi scalpi eccellenti<br />

e trionfi negli spareggi<br />

promozione. Si vedrà. Finalmente il<br />

pallone torna a rotolare.<br />

decenni passati, quando<br />

c'è stato da trascinare i<br />

lupi nelle partite decisive<br />

per ipotecare o conquistare<br />

una promozione, i<br />

supporter irpini hanno<br />

sempre risposto “presente”.<br />

Pure per loro saranno<br />

spareggi senza<br />

precedenti: da vivere incollati<br />

allo schermo della<br />

tv.


Chiamatemi<br />

Dottor<br />

Dolce<br />

Dopo l’oro mondiale<br />

ecco la laurea<br />

in<br />

Giurisprudenza.<br />

Continuano i successi<br />

per l’atleta<br />

del Settebello<br />

campione del<br />

Mondo Vincenzo<br />

Dolce. Il forte difensore<br />

salernitano,<br />

che<br />

nella<br />

prossima<br />

stagione<br />

giocherà a<br />

Brescia, ha discusso<br />

la tesi in<br />

Procedura Civile<br />

direttamente dal<br />

ritiro della Nazionale.<br />

Gli uomini<br />

di Campagna<br />

sono a Siracusa<br />

dove resteranno<br />

fino al prossimo<br />

25 luglio. L’intera<br />

squadra ha festeggiato<br />

Dolce<br />

che non ha potuto<br />

evitare il classico<br />

lancio in piscina.<br />

Poi grande festa<br />

ma il mattino seguente<br />

nuovamente<br />

tutti in<br />

acqua per gli allenamenti.<br />

Dopo il<br />

mondiale e la laurea,<br />

Dolce sogna<br />

l’oro Olimpico.<br />

<strong>Sport</strong> Nuoto


Spor Nuoto<br />

Stefania<br />

cala il tris<br />

La nuotatrice sannita punta a Tokyo 2021<br />

e spesso scende in vasca con la Pellegrini<br />

D<br />

ieci anni vissuti ad alto livello. Un<br />

palmares che strappa sorrisi. Un futuro<br />

in cui c’è spazio ancora per altri<br />

sogni da realizzare. In pochi pensavano<br />

che quella timida ragazza della<br />

provincia di Benevento potesse raggiungere<br />

tali risultati. Ma Stefania<br />

Pirozzi ha stupito tutti. Talento, passione<br />

e tenacia il segreto. Una capacità<br />

eccezionale di rialzarsi dopo<br />

delusioni e problemi fisici. Una storia<br />

in cui ha saputo regalarsi acuti<br />

importanti e forti emozioni.<br />

La ragazzina con gli occhi sognanti<br />

ma di poche parole che nel giugno<br />

del 2012 rincorreva la sua prima<br />

Olimpiade, ha lasciato spazio ad una<br />

donna forte che sa quello che vuole e<br />

di Michele Iacicco


<strong>Sport</strong> Nuoto<br />

vive con passione l’ultima parte<br />

della sua carriera.<br />

Dopo un decennio ha smesso di girovagare.<br />

Ha cambiato tante città,<br />

case e anche allenatori. Forse qualcuno<br />

di troppo, ma quella è un’altra<br />

storia. Adesso ha trovato in Trieste<br />

la sua destinazione finale. Una città<br />

accogliente dove si<br />

è trasferita con la<br />

famiglia e ha comprato<br />

casa. Un<br />

passo importante: il<br />

suo futuro sarà in<br />

Friuli. Ma dopo il<br />

rinvio al 2021, per<br />

partecipare alla<br />

terza e forse ultima<br />

Olimpiade della<br />

sua carriera, Stefania<br />

ha l’occasione<br />

di allenarsi con<br />

compagni di viaggio<br />

speciali come Federica Pellegrini<br />

e l’amico Alex Di Giorgio nei<br />

collegiali di Verona, agli ordini del<br />

tecnico federale Matteo Giunta.<br />

Le trasferte venete sono importanti<br />

per la portacolori delle Fiamme Oro<br />

e del Circolo Canottieri Napoli. Uno<br />

stimolo a dare di più.<br />

Con Federica il rapporto è sempre<br />

stato buono, lo confermano anche i<br />

siparietti social che le due si sono<br />

concesse insieme al gruppo che si allena<br />

al Centro Federale. Alla Pellegrini<br />

è legato il suo risultato più<br />

bello, quello degli Europei di Berlino<br />

nel 2014, dove la Pirozzi mise le<br />

basi per la fenomenale rimonta<br />

d’oro della “divina” con una straordinaria<br />

seconda frazione<br />

nella 4x200 sl.<br />

A Federica serve una<br />

compagna di allenamenti<br />

competitiva nei<br />

200 stile libero, a Stefania<br />

la “scia” della<br />

campionessa e primatista<br />

del mondo può<br />

solo fare bene per andare<br />

più forte. Probabile<br />

che le visite<br />

veronesi della Pirozzi<br />

nella rincorsa verso<br />

Tokyo siano frequenti,<br />

anche perché a Trieste non<br />

riesce ad allenarsi in una piscina<br />

olimpionica. E adesso non va lasciato<br />

nulla al caso. C’è la terza<br />

Olimpiade da agguantare e una<br />

sfida personale da vincere. A Stefania<br />

non piacciono i voli lunghi ma<br />

Tokyo è una destinazione che vale<br />

un sacrificio.<br />

BOXE<br />

Russo<br />

e il sogno<br />

della V<br />

Olimpiade<br />

Il sogno di disputare la<br />

sua quinta Olimpiade<br />

non è svanito dopo il rinvio.<br />

Clemente Russo<br />

crede alla qualificazione<br />

e si allena per farsi trovare<br />

pronto quando servirà<br />

gettare il cuore oltre<br />

l’ostacolo per strappare il<br />

pass. Il campione di Marcianise,<br />

argento sia a Pechino<br />

2008 che a Londra<br />

2012, potrebbe essere<br />

l’unico peso massimo a


<strong>Sport</strong> Nuoto<br />

disputare cinque edizioni<br />

dei giochi. Lui non si nasconde<br />

e sogna addirittura<br />

il ruolo di<br />

portabandiera. Nel frattempo<br />

si allena tra la sua<br />

Marcianise, dove vive con<br />

la moglie Laura e le tre figlie,<br />

e il Centro Federale<br />

di Assisi. E’ in questi<br />

posti che prova a mettere<br />

le basi per realizzare il<br />

suo ultimo grande sogno<br />

da atleta.

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