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La Freccia Agosto 2020

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mettiamo la faccia, abbiamo dei giornalisti che ci lavorano,<br />

quindi se pubblico una fake news ne ho piena e totale responsabilità.<br />

Insomma, non un semplice aggregatore che, su input di<br />

algoritmi o scelte del lettore, pesca qua e là nel web. Di<br />

questi ne esistono da tempo…<br />

Appunto, la novità, l’esperimento iniziale, direi riuscito, consiste<br />

nel coniugare l’algoritmo con il lavoro giornalistico, i<br />

cui fondamentali restano sempre gli stessi, non cambiano<br />

con l’evolversi delle tecnologie. Perché gli algoritmi riescono<br />

a scegliere le notizie adatte a ogni singolo lettore ma<br />

non a selezionarle e a verificarne l’attendibilità.<br />

Esperimento di successo, perché i numeri vi danno ragione.<br />

Siamo la prima fonte di informazione su dispositivi mobili<br />

in Europa. In Italia, secondo i dati Audiweb, abbiamo circa<br />

due milioni di lettori. Premiati anche dalla permanenza<br />

sull’app, con un indice altissimo che arriva fino a cinque,<br />

sei minuti. Quindi da un lato il traffico elevato e dall’altro la<br />

lettura attenta dei contenuti. Evidentemente facciamo una<br />

buona selezione.<br />

Solo selezione?<br />

No, anche se già questo è un lavoro importante. Perché il<br />

compito e la funzione sociale del giornalista consistono<br />

anche nel mettere un filtro tra la massa di informazioni e il<br />

pubblico. Se togli questa mediazione rischi di essere inondato<br />

di fake news che, soprattutto nel delicato momento<br />

che stiamo vivendo, sono pericolosissime.<br />

Spiegami allora come siete organizzati, qual è il vostro<br />

lavoro.<br />

Ogni Paese ha una sua redazione. In Europa siamo in tutto<br />

55 giornalisti e una cinquantina di persone dedicate a<br />

Upday a Berlino, all’interno di Axel Springer, con gli sviluppatori,<br />

gli addetti al marketing e alla pubblicità. Qui in<br />

Italia siamo in sei e abbiamo dei turni come in un’agenzia<br />

di stampa. Apriamo alle sei e chiudiamo intorno a mezzanotte,<br />

sette giorni su sette. Selezioniamo le fonti migliori,<br />

senza fare un semplice copia e incolla degli articoli scelti,<br />

ma presentandoli con un titolo e un testo scritti da noi. Così<br />

come per le foto, abbiamo i nostri abbonamenti all’Ansa e<br />

a Getty. I giornalisti si occupano della sezione Top News,<br />

le prime dieci notizie sull’app. Continuando a scorrere c’è<br />

la sezione My News, in cui un algoritmo, sviluppato internamente,<br />

seleziona le notizie in base agli interessi e alle<br />

preferenze di lettura. Ma siamo anche una testata giornalistica<br />

e abbiamo i nostri contenuti, articoli scritti dai nostri<br />

redattori che, facendo squadra con gli altri editori, hanno<br />

quindi un taglio diverso da quello delle altre testate. Insomma,<br />

non facciamo concorrenza alla Repubblica o al<br />

Post o al Sole 24 Ore, dai quali scegliamo, per esempio, le<br />

breaking news che, cliccate sulla nostra app, portano poi<br />

traffico diretto a loro.<br />

Questo è un passaggio importante, da spiegare bene.<br />

Non sottraete traffico o, ancor peggio, non vi impossessate<br />

indebitamente del lavoro intellettuale altrui, come<br />

molti editori lamentano che accada, ma portate traffico a<br />

vantaggio degli editori vostri partner.<br />

È così. E gli editori che lo ricevono lo monetizzano con le<br />

revenue pubblicitarie che vanno al 100% a loro. Insomma,<br />

siamo un editore che fa squadra con gli altri editori.<br />

Tutti?<br />

A livello europeo abbiamo tutti i più importanti. In Italia l’unico<br />

che manca è il Corriere della Sera, che ha un paywall<br />

sul sito e, visionato un certo numero di articoli, richiede di<br />

attivare un abbonamento. Abbiamo una partnership molto<br />

stretta con Il Sole 24 Ore, il cui paywall è sul modello “freemium”,<br />

con alcuni contenuti non accessibili e altri aperti<br />

che pubblichiamo sull’app. Poi altri accordi ancora, come<br />

con <strong>La</strong> Repubblica e <strong>La</strong> Stampa, che ci consentono di rilanciare<br />

anche alcuni articoli a pagamento. Upday finora ha<br />

scelto di non avere contenuti premium. Per farlo occorre<br />

una versione dell’app non più gratuita. Però vediamo, stiamo<br />

lavorando su tanti progetti.<br />

Quali?<br />

Per esempio quello di aumentare la nostra produzione editoriale,<br />

sperimentando nuovi formati e offrendo contenuti<br />

anche sui podcast.<br />

Innovare, non fermarsi mai, restare avanguardia nel mondo<br />

dell’informazione digitale.<br />

Sì, l’accordo con Samsung è sempre più forte ma col tempo<br />

abbiamo sviluppato anche altre app, come earliNews,<br />

disponibile anche per iPhone, ed earliAudio, un’app di podcast<br />

preinstallata su Samsung ma disponibile anche su<br />

Apple, quindi ci siamo allargati a tutto il mondo mobile.<br />

Stiamo puntando sui podcast anche in virtù di un accordo<br />

con una nota casa automobilistica tedesca che ci consentirà<br />

di essere preinstallati sulle loro autovetture. L’obiettivo<br />

è arrivare ovunque, su tutti i dispositivi, dai frigoriferi Samsung<br />

ai telefoni, dalle auto agli orologi. Poi c’è l’accordo con<br />

Facebook che è molto promettente, anche a livello di immagine.<br />

Facebook ci ha scelti per curare il loro speciale sul<br />

Covid-19. E qui ha pagato la nostra serietà e attenzione alle<br />

notizie che diffondiamo.<br />

Torniamo lì, i fondamentali del mestiere non cambiano.<br />

Il mio primo capo redattore all’Ansa, dove stavo facendo<br />

uno stage, davanti a una vecchia tastiera consumata dalle<br />

sigarette, quando ancora si fumava in ufficio, mi disse:<br />

«Questa tastiera si può trasformare in un AK-47, in un fucile<br />

d'assalto, soprattutto se fai la giudiziaria». Quindi, massima<br />

attenzione a quello che pubblichiamo.<br />

Con precise indicazioni che da buon direttore darai alla<br />

tua giovanissima squadra...<br />

Guarda, fin dai nostri primi passi, quando avevamo ancora<br />

poche centinaia di utenti, ho sempre chiesto ai miei di non<br />

intasare gli smartphone con le notifiche push breaking e di<br />

controllare sempre tutto, anche 200 volte, perché noi arriviamo<br />

sui telefoni nelle mani di tutti e dobbiamo essere<br />

guidati da un grande senso di responsabilità. Sul Covid-19<br />

abbiamo avuto un’attenzione veramente maniacale, mai<br />

replicato o dato risonanza a voci su complotti, farmaci o<br />

terapie miracolose. Evitiamo titoli acchiappa click.<br />

Che spesso, venendo meno alle buone regole deontologiche,<br />

si pongono a servizio del marketing per rincorrere<br />

una sostenibilità economica sempre più difficile da<br />

raggiungere per tanti prodotti editoriali, sia analogici che<br />

digitali.<br />

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