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PRIMO PIANO<br />
ramento di condizioni<br />
di base già molto<br />
compromesse, per cui<br />
l’impatto dell’infezione<br />
da Sars-CoV-2 potrebbe<br />
aver aggravato<br />
la situazione, ma non<br />
sembra possa essere<br />
considerata la causa principale della morte.<br />
Un minor rischio di gravità della malattia è<br />
associato all’aumentare dell’età, mentre un<br />
rischio maggiore (più del doppio) risulta<br />
associato a patologie preesistenti. <strong>Il</strong> tasso<br />
di ospedalizzazione, il ricovero in terapia<br />
intensiva, la gravità della malattia e i giorni<br />
dall’esordio <strong>dei</strong> sintomi alla guarigione audi<br />
Daniele Ruscitti<br />
La pandemia non si è esaurita e l’emergenza<br />
provocata dal Covid-19<br />
non è certamente conclusa. Anche<br />
se il numero <strong>dei</strong> contagi si è ridotto<br />
sensibilmente e quello <strong>dei</strong> decessi è fortunatamente<br />
crollato, la diffusione di diversi<br />
piccoli focolai ha convinto il Governo a<br />
spingere sull’acceleratore della prudenza e a<br />
decidere la proroga al 15 ottobre dello stato<br />
di emergenza.<br />
Troppi ancora i rischi con cui misurarsi.<br />
«La proroga dello stato di emergenza è una<br />
scelta obbligata» spiega in un intervento al<br />
Senato il presidente del Consiglio, Giuseppe<br />
Conte che si dice «rinfrancato» dal fatto che<br />
i numeri registrati <strong>dei</strong> contagi sono inferiori a<br />
mesi fa «anche se il virus continua a circolare.<br />
<strong>Il</strong> comitato tecnico scientifico rileva che la situazione<br />
nel mondo resta preoccupante», da<br />
qui «la necessità di un atteggiamento necessario<br />
di vigilanza». Conte tiene a specificare<br />
che «non c’è alcuna intenzione di drammatizzare<br />
né di alimentare paure ingiustificate<br />
nella popolazione», ma la proroga serve per<br />
assicurare «la continuità operativa di chi sta<br />
svolgendo attività di assistenza e di sostegno<br />
per chi subisce gli effetti, diretti ed indiretti,<br />
di una pandemia che seppure fortemente ridimensionata<br />
non si è esaurita».<br />
L’Istituto Superiore di Sanità continua<br />
intanto a studiare l’impatto della pandemia<br />
sulla popolazione del nostro Paese. Anche<br />
se ad oggi l’epidemia di Covid-19 ha colpito<br />
in maniera piuttosto limitata i neonati, i<br />
bambini e gli adolescenti, non sì è ancora<br />
potuto valutare un reale impatto della malattia<br />
a causa del distanziamento sociale e<br />
della chiusura delle scuole. Inoltre, la popolazione<br />
pediatrica nella trasmissione del<br />
virus potrebbe giocare un ruolo attivo.<br />
I casi pediatrici di Covid-19 in Italia<br />
sono l’1,8% del totale, con un’età media di<br />
11 anni, e nel 13,3% <strong>dei</strong> casi sono stati ricoverati<br />
in ospedale. La fotografia è stata scattata<br />
da uno studio appena pubblicato sulla<br />
COVID-19, PROROGATO<br />
LO STATO DI EMERGENZA<br />
FINO AL 15 OTTOBRE<br />
Conte: “Scelta obbligata perché<br />
il virus continua a circolare”<br />
rivista scientifica Pediatrics a cura del Reparto<br />
di Epidemiologia, Biostatistica e Modelli<br />
matematici, del Dipartimento Malattie<br />
Infettive dell’Istituto superiore di Sanità,<br />
con la partecipazione del ministero della Salute<br />
e dell’ospedale Bambino Gesù di Roma,<br />
da cui emerge che un rischio maggiore (più<br />
del doppio) risulta associato a patologie preesistenti.<br />
Sono stati analizzati<br />
i dati del sistema<br />
di sorveglianza nazionale<br />
basato sui casi di<br />
diagnosi confermate<br />
di Covid-19 dal 20<br />
febbraio all’8 maggio<br />
scorso. Le caratteristiche<br />
demografiche e cliniche, insieme ai<br />
fattori di rischio per la gravità della malattia,<br />
sono state valutate nei neonati, bambini<br />
e adolescenti e poi confrontate con la popolazione<br />
adulta e anziana. I casi pediatrici<br />
rappresentano l’1,8% delle diagnosi totali<br />
(3.836/216.305), l’età mediana è di 11 anni,<br />
il 51,4% sono maschi, il 13,3% sono stati<br />
L’Istituto Superiore di Sanità<br />
continua a studiare<br />
l’impatto della pandemia<br />
sulla popolazione italiana<br />
ricoverati in ospedale e il 5,4% presentava<br />
patologie pregresse. La malattia da Covid-19<br />
è stata lieve nel 32,4% <strong>dei</strong> casi e grave nel<br />
4,3%, in particolare nei bambini di età inferiore<br />
ai 6 anni (10,8%); tra i 511 pazienti<br />
ospedalizzati, il 3,5% è stato ricoverato in<br />
terapia intensiva e si sono verificati quattro<br />
decessi. Tutti e quattro i bambini sono deceduti<br />
per un deterio-<br />
10 <strong>Il</strong> <strong>Giornale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Biologi</strong> | Luglio/agosto 2020