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Italia a Tavola Luglio/Agosto 2020

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OLIO<br />

In un periodo<br />

difficile come<br />

il lockdown<br />

gli italiani hanno<br />

dimostrato<br />

una maggiore<br />

tendenza a fare<br />

la spesa in modo<br />

più accurato,<br />

preferendo<br />

prodotti italiani.<br />

È importante<br />

continuare<br />

a valorizzare le<br />

nostre eccellenze<br />

lizzare un porta a porta mediatico<br />

potrebbe fare la differenza.<br />

Ricevere qualche litro di olio<br />

con un’aggiunta di 5 o 6 euro di<br />

spedizione è ormai una pratica assodata. Se poi si<br />

spendono oltre 60 euro, molto spesso il trasporto<br />

è incluso. E allora davvero, dal Trentino Alto Adige<br />

fino a Porto Palo di Capo Passero (che tra l’altro è<br />

più a sud di Tunisi), non manchiamo di assaggiare<br />

dei canederli allo speck sottovuoto o un formaggio<br />

Montasio affinato 10 mesi, dei peperoni cruschi<br />

della Lucania o un po’ di ‘nduja da spalmare sul<br />

pane nero di Castelvetrano.<br />

Per non parlare delle centinaia di cultivar dell’olio<br />

che oramai dobbiamo aver cominciato a conoscere<br />

e scegliere: Casaliva in Lombardia e Veneto,<br />

Bianchera in Friuli, Nostrana di Brisighella in Romagna,<br />

Maurino, Olivastra di Seggiano o Leccio<br />

del Corno per dirne alcune inusuali della Toscana,<br />

Caninese nel Lazio, Rumignana in Molise e poi la<br />

Peranzana, l’Ottobratica, la Nocellara e la Tonda<br />

Iblea, per finire con la Bosana e la Semidana in Sardegna,<br />

solo per citare le prime che<br />

mi sovvengono.<br />

Come si fa a non aver voglia di<br />

“spippolare” ogni tanto su internet,<br />

invece di dedicare troppo tempo ai<br />

social, per conoscere i prodotti dei<br />

nostri vicini di casa. Dobbiamo essere<br />

curiosi e affamati, come diceva<br />

Steve Jobs, ma questa volta davvero<br />

affamati. Sapeste com’è bello telefonare<br />

a un produttore che dista centinaia<br />

di chilometri da noi e ascoltare<br />

il suo dialetto completamente<br />

diverso dal nostro mentre ci spiega<br />

la preparazione di quell’ingrediente<br />

o quel prodotto. Lo dobbiamo fare<br />

anche per sentirci tutti parte integrante di un unico<br />

progetto che è quello della salute, della sostenibilità<br />

del prodotto e soprattutto del piacere di gustare<br />

qualcosa di assolutamente nuovo e straordinario.<br />

Alla fine è un po’ come organizzare un viaggio;<br />

si fa molto prima a partire per visitare una località,<br />

rispetto a chiedere preventivi, decidere dove andare,<br />

capire se merita la meta e altre incognite del<br />

genere. Più interagiamo tra le nostre bellezze artistiche<br />

e le nostre bontà enogastronomiche e prima<br />

usciremo da questa pandemia.

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