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OLIO<br />
In un periodo<br />
difficile come<br />
il lockdown<br />
gli italiani hanno<br />
dimostrato<br />
una maggiore<br />
tendenza a fare<br />
la spesa in modo<br />
più accurato,<br />
preferendo<br />
prodotti italiani.<br />
È importante<br />
continuare<br />
a valorizzare le<br />
nostre eccellenze<br />
lizzare un porta a porta mediatico<br />
potrebbe fare la differenza.<br />
Ricevere qualche litro di olio<br />
con un’aggiunta di 5 o 6 euro di<br />
spedizione è ormai una pratica assodata. Se poi si<br />
spendono oltre 60 euro, molto spesso il trasporto<br />
è incluso. E allora davvero, dal Trentino Alto Adige<br />
fino a Porto Palo di Capo Passero (che tra l’altro è<br />
più a sud di Tunisi), non manchiamo di assaggiare<br />
dei canederli allo speck sottovuoto o un formaggio<br />
Montasio affinato 10 mesi, dei peperoni cruschi<br />
della Lucania o un po’ di ‘nduja da spalmare sul<br />
pane nero di Castelvetrano.<br />
Per non parlare delle centinaia di cultivar dell’olio<br />
che oramai dobbiamo aver cominciato a conoscere<br />
e scegliere: Casaliva in Lombardia e Veneto,<br />
Bianchera in Friuli, Nostrana di Brisighella in Romagna,<br />
Maurino, Olivastra di Seggiano o Leccio<br />
del Corno per dirne alcune inusuali della Toscana,<br />
Caninese nel Lazio, Rumignana in Molise e poi la<br />
Peranzana, l’Ottobratica, la Nocellara e la Tonda<br />
Iblea, per finire con la Bosana e la Semidana in Sardegna,<br />
solo per citare le prime che<br />
mi sovvengono.<br />
Come si fa a non aver voglia di<br />
“spippolare” ogni tanto su internet,<br />
invece di dedicare troppo tempo ai<br />
social, per conoscere i prodotti dei<br />
nostri vicini di casa. Dobbiamo essere<br />
curiosi e affamati, come diceva<br />
Steve Jobs, ma questa volta davvero<br />
affamati. Sapeste com’è bello telefonare<br />
a un produttore che dista centinaia<br />
di chilometri da noi e ascoltare<br />
il suo dialetto completamente<br />
diverso dal nostro mentre ci spiega<br />
la preparazione di quell’ingrediente<br />
o quel prodotto. Lo dobbiamo fare<br />
anche per sentirci tutti parte integrante di un unico<br />
progetto che è quello della salute, della sostenibilità<br />
del prodotto e soprattutto del piacere di gustare<br />
qualcosa di assolutamente nuovo e straordinario.<br />
Alla fine è un po’ come organizzare un viaggio;<br />
si fa molto prima a partire per visitare una località,<br />
rispetto a chiedere preventivi, decidere dove andare,<br />
capire se merita la meta e altre incognite del<br />
genere. Più interagiamo tra le nostre bellezze artistiche<br />
e le nostre bontà enogastronomiche e prima<br />
usciremo da questa pandemia.