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FERCAM Magazine #6_2020

Gentili lettori, eccoci al sesto numero del quadrimestrale FERCAM Magazine, periodico di approfondimento dedicato al mondo dell’autotrasporto e della logistica del Gruppo FERCAM. Questo numero (che esce in ritardo sul normale calendario, a causa del blocco dovuto alla pandemia) si apre con la presentazione della nostra strategia di “Business Continuity”, implementata per elevare ulteriormente la qualità dei servizi alla nostra Clientela. Seguono alcune osservazioni in merito al problema, di lunga data, relativo alla libera circolazione delle persone e delle merci attraverso l’Europa e poi un articolo dedicato al lancio del “tutto strada” Cina-Europa, che consente di abbattere i tempi di trasporto merci a costi competitivi.

Gentili lettori, eccoci al sesto numero del quadrimestrale FERCAM Magazine, periodico di approfondimento dedicato al mondo dell’autotrasporto e della logistica del Gruppo FERCAM.
Questo numero (che esce in ritardo sul normale calendario, a causa del blocco dovuto alla pandemia) si apre con la presentazione della nostra strategia di “Business Continuity”, implementata per elevare ulteriormente la qualità dei servizi alla nostra Clientela.

Seguono alcune osservazioni in merito al problema, di lunga data, relativo alla libera circolazione delle persone e delle merci attraverso l’Europa e poi un articolo dedicato al lancio del “tutto strada” Cina-Europa, che consente di abbattere i tempi di trasporto merci a costi competitivi.

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NE/BZ0226/2008

N° 6 Anno 3 Estate 2020

Business Continuity:

nuovo piano d’azione di FERCAM a favore

di clienti e portatori di interessi diffusi

pag. 3 pag. 5

pagg. 8-9

“Business Continuity” è il nuovo

progetto FERCAM per la resilienza

FERCAM lancia il servizio “tutto

strada” Cina-Europa: trasporti in

tempi ridotti a costi competitivi

L’impegno nell’arte italiana di

FERCAM Fine art


2

Gentili lettori, eccoci al sesto numero del quadrimestrale

FERCAM Magazine, periodico di approfondimento

dedicato al mondo dell’autotrasporto e della

logistica del Gruppo FERCAM.

Questo numero (che esce in ritardo sul normale

calendario, a causa del blocco dovuto alla pandemia) si

apre con la presentazione della nostra strategia di “Business

Continuity”, implementata per elevare ulteriormente

la qualità dei servizi alla nostra Clientela.

Nel 2019 FERCAM ha deciso di intraprendere un nuovo progetto

in ambito di continuità operativa, ovvero “Business Continuity”.

Obiettivo quello di aumentare la resilienza e la capacità di risposta

dell’organizzazione, in modo da proteggere gli interessi degli stakeholder,

al contempo riducendo rischi e conseguenze. Nonché di dare evidenza

della capacità di mantenere solida la nostra attività di business, anche a

fronte di potenziali eventi avversi.

Seguono alcune osservazioni in merito al problema,

di lunga data, relativo alla libera circolazione delle

persone e delle merci attraverso l’Europa e poi un articolo

dedicato al lancio del “tutto strada” Cina-Europa, che

consente di abbattere i tempi di trasporto merci a costi

competitivi.

Come direttore responsabile di FERCAM Magazine

auspico il contatto diretto con i lettori, per ascoltare i

loro suggerimenti al fine di migliorare i servizi del Gruppo

FERCAM e la soddisfazione dei Clienti.

Buona lettura.

Cos’è la “Business Continuity”

Per gestione della continuità operativa si intende la capacità

dell’azienda di perseguire i propri obiettivi di business anche qualora si

debbano affrontare circostanze avverse, limitando al massimo i disservizi

e mantenendo la propria normale operatività. È un processo attraverso

cui un’azienda:

• individua le potenziali minacce a cui potrebbe essere sottoposta

• valuta quali potrebbero essere gli impatti sul business

• definisce le contromisure necessarie e le risorse (umane,

tecnologiche, economiche) da allocare

• mantiene e sviluppa nel tempo questa capacità

L’evoluzione del progetto in FERCAM

Andrea Boninsegna

L’elaborazione di una strategia di “Business Continuity” e la sua

applicazione in FERCAM è avvenuta attraverso diverse fasi progressive

Fase 1 - Operation Risk Identification

Quadrimestrale tecnico-economico

d’informazione della logistica e del trasporto

Registrazione al Tribunale di Bolzano n. 2952/2018 del 03/08/2018

Anno 3 - n° 6 - Estate 2020

Direttore Responsabile: Dott. Andrea Boninsegna

Consulente editoriale: Dott. Stefano Elena

MediaStudio Giornalismo & Comunicazione - www.mediastudiogc.eu

Foto: Archivio FERCAM

Grafica: Marketing FERCAM

Stampa: Longo SpA

Come primo step, si è organizzato un workshop che ha coinvolto

i manager delle diverse aree operative. Ci si prospettava innanzitutto

di coinvolgere nel progetto tutte le funzioni aziendali deputate

all’erogazione dei servizi, per diffondere informazioni univoche in

merito ad obiettivi e metodologie. In secondo luogo, si è approfondita,

attraverso un dialogo fra le funzioni aziendali coinvolte nella gestione

operativa e con la Direzione, la percezione del livello dei rischi legati alla

continuità delle attività produttive o di erogazione dei servizi. In ultimo è

stata occasione per evidenziare gli aspetti già efficacemente presidiati


3

Business Continuity

Nuovo piano d’azione di FERCAM a favore

di clienti e portatori di interessi diffusi

e le aree in cui sarebbe stato invece opportuno un

approfondimento.

da garantire necessariamente affinché l’attività possa essere svolta in

modo efficace.

Fase 2 – Business Impact Analysis

Fase 3 – Redazione Business Continuity Plan

La seconda fase è consistita

nell’identificazione di criticità relative a processi,

fornitori e clienti specifici, e nella valutazione

dell’impatto dei rischi sul business aziendale, con

riferimento ai processi gestiti a livello direzionale. È

stato inoltre nominato un “Business Continuity Manager”.

Secondo la metodologia, questa fase di “Business Impact

Analysis” fornisce importanti informazioni su processi produttivi

essenziali per l’azienda e rischi per la continuità operativa che l’azienda

potrebbe dover affrontare. Da questi primi dati segue la valutazione

degli impatti che, nel tempo, risulterebbero dal mancato ripristino delle

attività operative, supportata dall’identificazione di clienti e fornitori di

rilievo e delle interdipendenze che devono essere soddisfatte. Viene

inoltre stilato un ordine di priorità per il recupero delle attività operative

e definito l’orizzonte temporale per l’attivazione delle misure in risposta

al momento emergenziale. Infine si concordano le condizioni minime

FERCAM ha quindi provveduto a redigere il proprio piano di

“Business Continuity”, istituendo un “Business Continuity Team” che ha

il compito di supportare il “Business Continuity Manager” nella gestione

di eventuali eventi critici.

Il “Business Continuity Plan” descrive la strategia di reazione

dell’azienda ad un evento critico e tutte le procedure alternative per

garantire l’operatività, minimizzare il tempo di interruzione dei processi

aziendali più rilevanti e ritornare alle condizioni operative standard con

costi sostenibili.

È proprio grazie a questo piano che abbiamo potuto proseguire

con successo la nostra attività durante l’emergenza Coronavirus.

Comprovatane l’importanza e l’efficacia, la nostra strategia di Business

Continuity guiderà le attività di FERCAM in caso di nuovi momenti di

criticità, aiutandoci a ripristinare il normale livello di operatività nel più

breve tempo possibile. Il piano sarà oggetto di test annuale al fine di

verificarne effettiva efficacia e necessità di aggiornamento.


4

Difficoltà alla frontiera

del Brennero, inasprite

dall’emergenza Covid

Ma una soluzione costruttiva è possibile: con un intervento della Commissione

Europea sulle normative di transito e con l’impegno delle aziende logistiche ad

investire su modalità di traporto ecosostenibili

La situazione è molto ardua da affrontare, sia per la

totale impossibilità di prevedere i tempi reali di viaggio delle

merci, sia per i maggiori costi che blocchi e rallentamenti

vari causano alle aziende di autotrasporto. «Ora siamo

davvero stanchi. Abbiamo subito fin troppo le restrizioni

unilaterali al traffico da parte dell’Austria, nell’assoluta

indifferenza dell’Europa, e non possiamo più tollerare questi

comportamenti», dice il Presidente di Anita, che ha calcolato

anche i costi di quanto pesa l’emergenza Coronavirus sul

sistema dell’autotrasporto. «Stimiamo una lievitazione

considerevole del costo per ogni passaggio di Tir, fino a circa

450 euro. Tenuto conto dei 100.000 passaggi realizzati in

uscita dall’Italia ogni mese, l’export italiano sopporterà un

costo aggiuntivo di oltre 50 milioni di euro mensili». Costi

Le lunghe code formate a causa dei blocchi dei confini.

che il sistema dell’autotrasporto sarà chiamato a sostenere

direttamente, in quanto sarà difficile farsi riconoscere dai

L’emergenza Coronavirus ha purtroppo aggravato ulteriormente committenti questa spesa, aggravando così la già pesante situazione

il già precario stato del passaggio delle merci attraverso i paesi alpini, finanziaria delle aziende del settore.

Svizzera e, soprattutto, Austria. I provvedimenti emessi da quest’ultima

Oltre ai costi, viene trascurato l’aspetto della logistica delle

in particolare, paese membro della Comunità europea e aderente agli merci in sé: la moderna organizzazione produttiva delle aziende ha

accordi di Schengen relativi al libero transito di persone e merci all’interno grandemente ridotto il magazzinaggio a favore della consegna puntuale

dell’Euroarea, pone ostacoli importanti all’economia dei Paesi affacciati delle merci e dei semilavorati, spesso fornite alle aziende manifatturiere

sul corridoio Scandinavo-Mediterraneo, per i quali la tratta del Brennero da altre aziende che operano in distretti produttivi o in catene di valore.

costituisce un punto nodale. Il governo della regione Tirolese, insieme Considerando che lo spostamento delle merci attraverso l’Europa avviene

al governo di Vienna, ha infatti aggiunto ai divieti sul transito dei Tir più quasi esclusivamente via strada, se quest’anello si viene ad interrompere

inquinanti altre interdizioni settoriali al transito delle merci, cui ha fatto o ad alterarsi, ne risente tutta la filiera produttiva, con pesanti ricadute sui

seguito il contingentamento orario, ovvero il divieto di circolazione costi e sulla competitività del sistema Italia. «Oggi il 65% dell’export italiano

notturna.

va verso l’Europa e gran parte di questo viaggia su gomma. Le restrizioni

Con l’arrivo dell’emergenza Coronavirus, i controlli sui Tir in transito del Tirolo ai transiti stradali sulla tratta austriaca del Brennero producono

si sono poi necessariamente estesi anche allo stato di salute degli effetti distorsivi sugli scambi e, in particolar modo, su specifici comparti

autisti, rallentando ulteriormente il passaggio delle merci tra Nord e Sud produttivi di Italia e Germania, che spesso lavorano all’interno di una

Europa, creando complessità per il personale viaggiante e incrementando filiera» – sottolinea Baumgartner. «Si potrebbe spostare il traffico merci

il rischio per gli utenti delle autostrade. I blocchi causano infatti lunghi dalla strada alla rotaia, ma purtroppo la tratta ferroviaria del Brennero

incolonnamenti, che recentemente hanno toccato picchi di oltre 80 km tra è satura, rendendo i tempi di carico e consegna merci incompatibili con

il Brennero e Bolzano.

le tempistiche della filiera produttiva e generando quindi maggiori costi

«Altro che Europa!» - esordisce Thomas Baumgartner, presidente operativi alle aziende».

di Anita (l’Associazione delle imprese di autotrasporto e della logistica di

Baumgartner auspica una soluzione costruttiva per tutte le

Confindustria) e di FERCAM, dopo i continui episodi di rallentamenti al parti coinvolte: da una parte, è necessario che la Commissione Europea

confine con Austria, che stanno stremando autisti e imprese. «Stiamo ripristini al più presto la libera circolazione di merci e persone in territorio

facendo i miracoli per non bloccare l’economia italiana ed europea, austriaco e sulla tratta del Brennero in particolare. Dall’altra, le aziende

garantendo la massima sicurezza sanitaria dei nostri addetti, come della logistica sono disponibili a spostare maggiori quantitativi di merci

richiesto dalle misure preventive che l’Italia ha adottato, ma non possiamo dalla strada alla rotaia man mano che questa sarà competitiva, oltre ad

più combattere contro un Paese, l’Austria, che strumentalmente adotta investire su trasporti stradali a ridotto impatto ambientale, così come si

misure che non hanno niente a che vedere con l’emergenza sanitaria» - sta già facendo con i camion Euro 6 e quelli alimentati a GNL, con l’obiettivo

afferma Baumgartner.

dell’idrogeno non appena saranno disponibili i nuovi mezzi.


5

Europa-Cina “tutto strada”

FERCAM avvia un servizio alternativo per i carichi completi, che risponde alle

necessità dell’emergenza

L’emergenza Coronavirus ha messo a dura

prova anche tutto il settore dei trasporti da e verso

la Cina, costringendo gli operatori del settore a

individuare soluzioni alternative ai trasporti aerei

e marittimi. Questo in particolare per far fronte

all’incremento della domanda in settori critici,

medicale e farmaceutico in primis.

FERCAM è attiva da molti anni nei trasporti

verso la Cina, per via aerea, marittima e con la

propria soluzione intermodale ferrovia e strada,

“Euro-Asian Landbridge”. È stato istituito ora un

nuovo servizio, interamente stradale, che collega

tutti i siti produttivi cinesi con varie destinazioni

europee e italiane.

«A fronte di una domanda crescente di

trasporti dalla Cina, dove la produzione nelle scorse

settimane ha ripreso gradualmente – afferma

Hans Splendori, direttore vendite FTL di FERCAM

– i noli aerei sono aumentati notevolmente,

anche per la scarsa disponibilità di aerei cargo e per il molto lavoro

accumulatosi durante le ultime settimane di emergenza sanitaria. Il

servizio intermodale “Landbridge” registra tempi di prenotazione dei treni

molto lunghi a causa della disponibilità limitata di operatori ferroviari che

effettuano questo servizio. Il trasporto tramite container marittimi ha

un “transit time” molto lungo, che per certe tipologie di prodotto risulta

essere inadeguato».

Il nuovo servizio “tutto strada” avviato da FERCAM è limitato ai

carichi completi di 20 tonnellate ed è destinato in particolare ai settori

merceologici dell’automotive, elettrocomponentistica e macchinari,

nonché ai tanto necessari prodotti medico-sanitari, richiesti su tutto il

mercato europeo, che ora possono transitare in tutta sicurezza senza

più essere soggetti all’elevato rischio di blocchi o sequestro dei carichi

nei paesi di transito.

Per garantire massima sicurezza del servizio, le rotte sono state

accuratamente individuate e ci si avvale della cooperazione di operatori

locali di comprovata esperienza e conoscenza delle peculiarità del

territorio. Tutti i trasporti sono comunque assicurati “all risk”.

I tempi di percorrenza del servizio di trasporto “tutto strada”

variano dai 21 ai 23 giorni a seconda del tempo impiegato ai confini dei

vari paesi attraversati. Oltre all’affidabilità e sicurezza del servizio, uno dei

maggiori vantaggi dell’alternativa “tutto strada” nelle fasi dell’emergenza

è stata la notevole riduzione del costo rispetto al trasporto aereo.

«I carichi completi dalla attraversano Kazakhstan, Russia,

Bielorussia, Polonia e giungono in Germania, dove noi li prendiamo

in consegna per procedere con lo sdoganamento una volta giunti sul

territorio nazionale» – spiega Splendori.

«Siamo molto soddisfatti di essere riusciti

ad individuare e a rendere operativa in

pochissimo tempo questa soluzione

alternativa, praticabile in un momento di grave

crisi dell’economia. A conferma della necessità

di essere in grado di offrire un’alternativa al

trasporto aereo e marittimo, molti clienti già

ci hanno confermato il loro concreto interesse

per il tutto strada dalla Cina».

Per le tradizionali spedizioni aeree

e marittime, nonché per il servizio “Euro-

Asian Landbridge”, FERCAM è operativa da

tutti i maggiori porti, aeroporti e terminal

ferroviari che hanno ripreso la loro attività

dopo il lockdown, in collaborazione con fidati

corrispondenti in loco.


6

ITALIA

Alcune delle bevande della linea “Io Bevo” di

General Beverage.

General Beverage

Nuova acquisizione di FERCAM nel campo della

distribuzione con la ditta pontremolese specializzata nella

fornitura di bevande alla ristorazione organizzata

General Beverage è un’azienda di Pontremoli (MS) che ha saputo

innovare le modalità di fornitura e di consumo delle bevande per la

ristorazione organizzata, come mense, case di riposo, ospedali, villaggi

vacanze, alberghi, ecc. puntando alla valorizzazione dell’eccellenza dei

prodotti tipici italiani (le specialità regionali su tutte), riducendo al contempo

l’impatto ambientale e i volumi della merce movimentata.

«Con il marchio “Io Bevo” abbiamo fornito agli operatori del settore

una formula innovativa per la gestione della fornitura delle bevande. A

fronte di un pagamento di un fisso e di una quota variabile, sulla base

del numero dei pasti forniti, General Beverage fornisce sia gli apparati

per la distribuzione delle bevande che il prodotto di consumo, in quantità

illimitata» – afferma Cesare Varoli, titolare dell’azienda.

«Grazie alla fornitura degli apparati di mescita che abbiamo

appositamente sviluppato e delle bevande in forma concentrata, abbiamo

rivoluzionato la distribuzione: si riducono volume e peso della merce

trasportata e di conseguenza si riduce l’impatto ambientale. I concentrati

vengono diluiti dai macchinari di erogazione con acqua microfiltrata,

offrendo al cliente finale un prodotto di elevata qualità».

General Beverage controlla tutta la filiera della parte liquida della

ristorazione?

«Oltre al macchinario che viene realizzato da ditte esterne su nostri

specifici capitolati tecnici, produciamo direttamente tutti i concentrati

di frutta, offrendo al cliente varie tipologie di prodotto, bevande calde e

fredde, dalle specialità regionali a quelle salutistiche e agli alimenti di

carattere sanitario e parasanitario, come passati di verdura, omogeneizzati

di carne, pasta frullata, creme cereali, puree di verdure, piatti regionali

ed internazionali, musse di frutta e dessert» – racconta Varoli. «Il tutto

rigorosamente prodotto nella sede di Pontremoli da dove inviamo i prodotti

in Italia e in Europa ad oltre 7.000 clienti. Il nostro catalogo annovera infatti

oltre 600 diverse referenze».

Che ruolo svolge FERCAM per General Beverage?

«Abbiamo cominciato a collaborare all’inizio dell’anno, in quanto

desideravamo introdurre un nuovo vettore per la distribuzione dei

prodotti di consumo ai clienti del Centro e Nord Italia, a fianco del nostro

tradizionale partner BRT. Siamo ancora in una fase sperimentale, che la

chiusura generalizzata delle attività della ristorazione organizzata non

ci ha ancora permesso di sviluppare come desideriamo. La necessità di

General Beverage è assicurare la tempestiva fornitura dei prodotti ordinati

dai clienti, nel giro di poche ore dal loro ricevimento: dall’arrivo in mattinata,

al pomeriggio l’ordine è già evaso, con consegna al cliente finale prevista

entro la sera. Spesso ciò avviene anche il sabato e la domenica, visto che i

consumi del comparto turistico crescono proprio durante i fine settimana».

Il mercato di General Beverage è solo nazionale o si sviluppa

anche verso l’estero?

«Ci stiamo allargando anche alla ristorazione organizzata estera,

con le medesime modalità operative sperimentare in Italia. Siamo già

presenti in Spagna, Francia e Germania, dove alla qualità dei prodotti e

delle ricette italiane si aggiungono anche i prodotti locali. In quest’ambito,

FERCAM potrebbe svolgere un ruolo interessante, grazie alla sua capillare

rete estera, ma è una evoluzione che dobbiamo ancora definire».

Che giudizio dà finora ai servizi offerti da FERCAM?

«Si tratta di un’azienda seria, strutturata in molti comparti operativi

e capace di assicurare un ampio ventaglio di servizi alla clientela. A noi

interessa la capacità di consegnare i prodotti richiesti dai clienti in modo

tempestivo, garantendo i tempi di recapito, magari pure avvisando

dell’arrivo imminente della consegna. Altro tema fondamentale è la

flessibilità e la capacità di operare durante tutto l’arco della settimana,

soprattutto durante i picchi delle vacanze» conclude Varoli.


7

Tognana

porcellane

Una pluridecennale

collaborazione con FERCAM

La sede Tognana di Treviso. Sotto, a sx, un bilico FERCAM alla porta

di carico del magazzino. Panoramica del magazzino Tognana.

Il Gruppo Tognana Porcellane SpA occupa senz’altro una posizione

leader nel mercato di settore, offrendo alla propria Clientela un’ampia

gamma di prodotti per la casa. Alla produzione di piatti e stoviglie in

ceramica, si affiancano articoli per la tavola e la cucina quali pentole,

posate, bicchieri, tovaglie, nonché oggettistica di arredo.

Oggi, per le proprie spedizioni, l’azienda trevigiana si avvale di

due principali operatori: BRT e FERCAM. La collaborazione con FERCAM

si è consolidata negli anni, con una progressiva evoluzione del carico di

lavoro di Tognana, aumentato in particolare in seguito all’acquisizione di

Artoni. «La collaborazione con FERCAM è sempre stata positiva (pur con

una breve interruzione, a seguito della quale sono stati ridefiniti alcuni

dettagli del contratto) grazie soprattutto alla capacità di reazione alle

esigenze del cliente e alla professionalità del responsabile della filiale di

Treviso, Massimo Ghedin» – afferma il direttore dello stabilimento, ing.

Gaetano De Palma. «Abbiamo molto apprezzato la capacità dell’azienda

di migliorare alcuni aspetti tecnici del servizio, venendo incontro alle

esigenze di Tognana, come la tracciabilità della spedizione, la tempistica

delle risposte e il monitoraggio mensile dei servizi da integrare con le

statistiche interne aziendali».

Di FERCAM, Tognana ha apprezzato in particolare la flessibilità e

la disponibilità nel ritagliare le proprie soluzioni su misura rispetto alle

richieste del cliente. «Tognana deve far fronte talvolta ad imprevedibili

richieste da parte dei consumatori, a seconda del successo di un

determinato prodotto. Con la nuova proprietà Gran Casa della famiglia

Morosi, Tognana ha ampliato la propria storica referenza legata al mondo

delle porcellane ad altri articoli per la casa e, soprattutto, per la cucina.

Sono stati aggiunti ad esempio accessori in acciaio come pentolame,

posateria ed elementi di arredo. FERCAM riesce ad accompagnarci

fattivamente nel rispondere alla domanda mutevole della Clientela» –

sottolinea De Palma.

Ci racconta ancora De Palma: «Grazie alla collaborazione con il Sig.

Ghedin siamo riusciti ad ottimizzare i ritmi di consegna. Dato che spesso

chiediamo di svolgere il servizio ad orari strani e con poco preavviso,

in passato abbiamo avuto qualche intoppo e ritardi nel navettaggio

interno tra i vari siti aziendali. Ma con l’esperienza abbiamo raggiunto un

equilibrio ottimale e siamo molto soddisfatti».

FERCAM opera per Tognana la movimentazione delle merci

in Italia, mentre quasi tutto ciò che è diretto all’estero viene gestito

dagli acquirenti con propri vettori. Obiettivo futuro sarà approfondire e

sviluppare ulteriormente il già soddisfacente rapporto di collaborazione

tra Tognana e FERCAM: «guardiamo ora con molto interesse alle

evoluzioni informatiche per la gestione delle merci, in quanto vorremmo

poter disporre di un quadro ancor più dettagliato e tempestivo delle

consegne e dei resi sul mercato Italia. Questo ci permetterebbe di sgravare

l’ufficio interno e di facilitare i flussi dei dati delle consegne sul piano

della produttività, in modo da adeguarla il più possibile tempestivamente

all’evoluzione del mercato» – conclude De Palma.


8

Sopra e a fianco le immagini di alcune delicate fasi della movimentazione delle

12 statue.

FERCAM Fine Art:

flessibilità vincente

A Torino e Roma due progetti espositivi che sfidano il lockdown

In questo avvio di 2020, colpito dalla pandemia da Coronavirus e

dalle norme che hanno imposto il blocco delle attività, alcuni dei progetti

in svolgimento nei primi mesi dell’anno hanno subito un necessario

posticipo.

«All’inizio dell’anno i nostri poli FERCAM Fine Art erano tutti

impegnati in progetti

particolarmente

delicati» – evidenzia

la responsabile Chiara

Prisco. «Stavamo

Da sopra, in senso orario: i preparativi per l’allestimento della mostra a Palazzo

Barberini. Nella pagina a fianco, la locandina della mostra “Incēnsum”


9

vivendo un periodo intenso, perseguendo i nostri obiettivi qualitativi

ed aziendali con grande determinazione. Nonostante il fermo delle

operazioni, siamo riusciti a concludere alcuni degli allestimenti,

posticipando gli altri eventi a data da definirsi. Portare a termine un

incarico all’inizio dell’emergenza sanitaria è stata sicuramente una

dimostrazione del livello di expertise maturato dai nostri team, adattabili

a qualsiasi necessità».

Un nuovo progetto speciale vede il team Fine Art di Torino

impegnato nella futura organizzazione di una mostra preziosa:

“Incēnsum”. L’ideazione di mostra è nata grazie a Perfumum, Associazione

culturale torinese fondata del 2017, che si propone di promuovere la

cultura dell’olfatto attraverso progetti e percorsi di eventi, laboratori ed

esposizioni.

«La mostra prevede un insieme di prestiti provenienti dal

Museo Orientale e dal Museo Egizio di Torino. La natura dei beni è

molto interessante: la mostra prevede l’imballaggio e il trasporto di

preziosissimi e minuti bruciatori di profumi di età antica» – spiega la

responsabile del Polo FERCAM Arte di Torino, Laura Giordano. «Ancora

più del valore economico dei beni artistici, è alto il valore storico: la

maggior parte degli oggetti imballati e trasportati sono antecedenti

all’inizio dell’era Cristiana. Raccontano un mondo diverso da quello che

conosciamo e a cui siamo abituati».

Il percorso di mostra gode anche della presenza di un importante

ospite internazionale: Il Museo Nazionale dell’Oman, che ha provveduto

a prestare diversi beni facenti parte della collezione “La Via dell’Incenso”.

«Si tratta di un percorso olfattivo e visivo che ha viaggiato per migliaia

di chilometri, attraversando deserti e montagne» – sottolinea

Giordano. «Un racconto che intreccia epoche diverse, narrando secoli

di una storia segreta: il commercio di un’antichissima resina preziosa, il

“franchincenso”».

Gli esperti di FERCAM appronteranno gli imballaggi, studiati

minuziosamente e costruiti per riuscire ad accomodare in sicurezza la

natura dei beni, e provvederanno a movimentare ed allestire questa

raffinata piccola collezione.

A Roma invece, FERCAM Fine Art si sta dedicando alla mostra

“Orazio Borgianni, un genio inquieto nella Roma di Caravaggio”, ospitata

da Palazzo Barberini, che prevede un intenso percorso tra le opere più

famose dell’artista.

«È forse la prima mostra monografica dedicata al pittore. Anche se

vi sono diversi prestiti esteri, alcune delle opere più importanti provengono

proprio da Palazzo Barberini stesso» – racconta Daria Licata, a capo del

progetto. Sicuramente speciale per il Museo, dunque, l’aver generato

una tematica di esposizione che possa mostrare al pubblico la delicata

espressione artistica di Orazio

Borgianni, che trae ispirazione dallo

stile Caravaggesco».

I gruppi tecnici del

polo romano Fine Art si sono

concentrati sulla cura di ogni

dettaglio. Le sale espositive si

sono riempite di lampade a luci

fredde, per i “condition report”

delle opere, e di casse (doppie,

singole o multiple) a protezione

dei dipinti, in attesa che fossero

svelati ed allestiti. I programmi di

allestimento sono stati aggiornati

quasi quotidianamente, per potersi

adattare alle modifiche di orario e

turnazione richieste. Come sempre,

un dettagliato programma di

trasporto ed accompagnamento

è stato curato non solo per le opere, ma anche per i responsabili delle

collezioni, che le hanno accompagnate.

Luana Lovisetto e Bianca Francini di FERCAM Roma sono state

pronte e disponibili nella supervisione di tutti gli import di opere e per

la logistica dei viaggi dei loro accompagnatori, nonostante non siano

mancate difficoltà tecniche. Per via dell’emergenza sanitaria, il ritorno

della mostra è stato inoltre posticipato al mese di Novembre 2020. «Ne

siamo felici, perché, così facendo, il pubblico avrà in modo di godere

dell’esposizione della collezione, nel rispetto delle nuove normative».


10

Cantine Sgarzi Luigi

Azienda vitivinicola della provincia bolognese, che esporta i

propri prodotti in tutto il mondo

Arrivata alla sua quarta generazione, Cantine Sgarzi Luigi mantiene

negli anni la stessa grande passione per la vite che il fondatore portava

nel cuore. Luigi Sgarzi inaugurò le prime vigne nel 1933, producendo vini

nella piccola cantina di Castel San Pietro Terme, cittadina in provincia di

Bologna.

Oggi l’azienda si è evoluta in una realtà moderna, amministrata

dal nipote Stefano Sgarzi, che si avvale della collaborazione con la moglie

Nadia Ancarani nelle vesti di export manager e di tre dei quattro figli.

Anna, la primogenita, si occupa della gestione della cantina assieme

al padre Stefano, mentre Francesca è responsabile di marketing e

comunicazione. Luigi Leonardo è invece agronomo, si occupa della cura

dei 140 ettari di vigneto di proprietà (100 ettari tra Castel San Pietro

Terme e Castel Guelfo in Emilia e altri 40 ettari biologici a Colle Moro in

provincia di Chieti).

Oltre a Sangiovese, Merlot, Albana, Chardonnay e Trebbiano,

negli ultimi anni la cantina ha puntato sulle vigne di Grechetto Gentile,

trasformato secondo il metodo Charmat in Pignoletto DOC Spumante

extra dry, un vino molto apprezzato in Russia e Cina, che riceve ogni anno

riconoscimenti a livello internazionale.

Sopra : la moderna sede della Cantina Sgarzi Luigi a Castel San Pietro Terme.

Sotto: ritratto della famiglia Sgarzi. Da sx, Francesca, Anna, Nadia Ancarani, Irene, Luigi

Leonardo e Stefano Sgarzi.

Anche se a gestione familiare, la Cantina Sgarzi Luigi è decisamente

internazionalizzata, con un export che raggiunge il 99% della produzione

e che tocca oltre 80 paesi del mondo, con punti vendita di proprietà in

Messico e in Cina, per un fatturato che nel 2019 ha raggiunto i 50 milioni

di euro.

Il catalogo prodotti è ampio e diversificato: dalle etichette di vini

di alta qualità per ristoranti ed enoteche, alle bevande a base di vino per

la grande distribuzione, con marchio proprio e private label. L’azienda

fornisce anche mosto e vini sfusi pronti per l’imbottigliamento. Accanto

a vini convenzionali e biologici, la Cantina Sgarzi Luigi si è specializzata

anche nella produzione di bevande e cocktail aromatizzati a base di vino,

oltre ad essere uno dei principali produttori europei di vino e bevande a

base di vino in lattina di alluminio.

Uno dei prodotti più performanti dell’azienda è proprio il vino

frizzante in lattina a marca “Ciao” a base di uve Glera e prodotto secondo

il metodo Charmat, esattamente come lo spumante in bottiglia. Il

packaging della lattina è particolarmente apprezzato dai giovani e può

vantare numerosi vantaggi rispetto alle bottiglie di vetro: è leggero da

trasportare, infrangibile, riciclabile, può essere facilmente raffreddato,

oltre ad essere comodo da usare in quanto singola porzione da 187. 200

e 250 ml.

Quanto alla logistica, l’azienda ha da poco realizzato un proprio

magazzino strutturato con due porte di carico, per aumentare l’efficienza

delle operazioni di spedizione del prodotto nei vari paesi di destinazione.

In Europa il principale mercato di destinazione è la Germania, realtà che

viene servita attraverso i servizi di trasporto di FERCAM.

«FERCAM cura per noi il trasporto dal magazzino di Oppeano fino

alla zona della Mosella in Germania, dove sono situati i centri logistici

della grande distribuzione tedesca che serviamo» - dice Anna Sgarzi. «Ho

conosciuto FERCAM nella mia precedente esperienza lavorativa, dove ho

apprezzato la qualità del servizio che ho poi proposto anche per le attività

basate sul mercato tedesco dell’azienda di famiglia».

Altri clienti spesso incaricano direttamente vettori di fiducia per il

prelievo della merce presso il magazzino della Sgarzi Luigi. «Per l’export

oltremare verso le Americhe e l’Oriente ci avvaliamo di altre realtà che

collaborano da molti anni con la cantina» – sottolinea Anna Sgarzi. «Se

le condizioni di mercato ci faranno crescere ulteriormente, valuteremo

però un diverso assetto della logistica. Saremmo propensi a rafforzare

la collaborazione con una realtà come FERCAM. Siamo soddisfatti

dell’attenzione dedicata a soddisfare le nostre esigenze e di come il

team di FERCAM ci ha supportato in occasione di rare difficoltà. Se la

presenza nell’area del Bolognese verrà potenziata potremmo valutare

un ampliamento della collaborazione sui mercati europei e, magari,

extraeuropei».


11

Green

Nikola 3, il “pesante” a batteria

Trasporto regionale ad emissioni zero in attesa

dell’evoluzione ad idrogeno con cella a combustibile

I mezzi pesanti imboccano la via della sostenibilità ambientale

ad emissioni zero, grazie all’alleanza tra Nikola, azienda fondata

dall’americano Trevor Milton, e Iveco, del gruppo FCA. L’accordo è volto

a portare sul mercato europeo mezzi elettrici a cabina avanzata (il

tipico “musone” rimane confinato sul suolo americano). I primi saranno

a batteria, ma è già previsto il lancio della nuova versione a fuel cell,

alimentata ad idrogeno.

Nikola offrirà la sua competenza leader nel settore delle celle a

combustibile e le sue tecnologie avanzate, oltre al rivoluzionario modello

di business che prevede una modalità di leasing tutto compreso, prima

assoluta per il settore. Iveco e FPT Industrial contribuiranno con l’expertise

nell’ambito dell’ingegneria e della produzione, per industrializzare veicoli

a fuel cell e batterie elettriche.

Iveco, FPT Industrial e Nikola hanno iniziato a sviluppare insieme

il primo camion: Nikola TRE, elettrico a batteria, basato sulla nuova

piattaforma Iveco “S-Way”, che integrerà la tecnologia per i veicoli

pesanti, i comandi e l’infotainment di Nikola. La prima fase di test è

prevista per la metà del 2020. Vendite e supporto assistenza del Nikola

TRE saranno gestiti dalla capillare rete europea di concessionari Iveco.

Alcune immagini del nuovo Nikola TRE:

sopra, il frontale; al centro il posto di guida;

sotto la carenatura integrale del mezzo.

Il Nikola Tre è una motrice 4x2 per missioni regionali, con

un’autonomia fino a 400 km e prestazioni dinamiche pari o superiori

rispetto a un modello diesel equivalente, grazie alla presenza di un

sistema di batteria modulare con capacità totale fino a 720 kWh, che

può essere personalizzato per adattarsi alle diverse missioni dei clienti.

Il motore elettrico erogherà 480 kW di potenza continua con una coppia

di picco di 1.800 Nm. Il Nikola TRE sarà anche disponibile nelle versioni

a 2 e 3 assi rigidi, con Massa totale a terra da 18 a 26 tonnellate per la

distribuzione urbana e missioni all’interno del comune.

Il Nikola TRE sarà dotato di un nuovo sistema di infotainment

basato sul sistema operativo proprietario di Nikola, che integra funzioni

di infotainment e navigazione, oltre a comandi per tutte le funzionalità del

veicolo. Il sistema comprende funzioni quali climatizzazione, regolazione

degli specchi, regolazione dell’altezza delle sospensioni, sistema di

telecamere a 360°, navigazione, sistema audio Bluetooth, impostazioni

generali e gestione della diagnostica del veicolo.

Iveco, FPT Industrial e Nikola hanno adottato un approccio

modulare allo sviluppo della loro offerta elettrica per il mercato europeo,

unico nel settore. Le celle a combustibile di Nikola saranno il punto di

partenza per la progettazione della batteria elettrica, così che il BEV

(veicolo elettrico a batteria) Nikola TRE possa essere convertito alla

tecnologia a fuel cell. Con questo approccio, i partner guardano lontano,

avviando oggi la produzione delle due tecnologie per offrire nei prossimi

anni veicoli BEV e FCEV (veicoli elettrici a celle a combustibile) alimentati

ad idrogeno man mano che questa sarà implementata sul territorio

europeo. In questo modo, si potrà offrire la trazione elettrica ad impatto

zero anche sulle lunghe percorrenze, con tempi di ricarica similari a quelli

del rifornimento con combustibili tradizionali.

FERCAM, azienda da sempre attenta alle evoluzioni tecnologiche

e alla riduzione dell’impatto ambientale delle proprie attività, ha già

opzionato il primo Nikola TRE per poterlo introdurre sperimentalmente

nella propria flotta per le missioni regionali.


Clean,

smarter logistics.

FERCAM SpA

Sede Bolzano

39100 Bolzano - Via Marie Curie, 2

Tel. 0471 530000 - Fax 0471 530512

info@fercam.com - www.fercam.com

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