TuttoBallo20 ottobre EnjoyArt 2020
L’autunno è arrivato e con esso il nuovo della nostra rivista TuttoBallo20. La copertina questo mese è dedicata alla 15esima edizione di “Ballando con le stelle”. All’interno trovate un’ampia pagina dedicata alla ripresa di tutte le attività che applicano disposizioni anti Covid-19. Questo mese vi presentiamo interviste ai personaggi illustri dell’arte: Simona Fancella e WIiktor Kiszka coppia affermata di danza Standard, DinuTamazlacaru, primo ballerino del Balletto di Stato di Berlino, Salvo Russo promotore della Dance Percussion, l’attrice Alessia Fabiani, Valeria Bonalumear ballerina di Pole Dance, Danilo Di Leo danzatore attivista per i diritti LGBTQ, e poi, l’intervista doppia a due grandi attori e musicisti della musica folk, Mariangela Berazzi e Nando Brusco. TuttoBallo20 offre anche ampie pagine dedicate agli spettacoli, eventi e libri. Lo chef Ivan Cribiù racconta la storia del pesto genovese presentando la sua ricetta personale delle “Trenette al pesto genovese”, mentre il professore dell’università di Tor Vergata Ernesto Di Renzo racconta del cibo gourmet dei pastori d’abruzzo in tempo di transumanza. Interessanti anche gli articoli dei nuovi collaboratori di TuttoBallo20: Namire de Luca presenta la vita del più grande insegnate di danze orientali Mahmoud Reda scomparso di recente, mentre Eusebio De Critofaro ci introduce nel mondo delle performance di danza e poesia curato da Manuela Giugni. In questo numero tornano le foto dei più prestigiosi fotografi italiani: Mirco Migliocca, Alessandra Risuleo e Luca di Bartolo. Ampio spazio alla storia della danza e del tango, senza trascurare la salute, e i consigli della pedagogista Michela Mignano, e il counselor Giovanni Battista Gangemi. Suggerimenti più leggeri li dispensano la Chic Advisor Marianna Bonavoltà, e il Make-Up Artist Mauri Menga. Come ogni mese in fondo alla rivista troverete l’oroscopo dell’illuminato astrologo di Rai1 e TuttoBallo20 Jupiter, e il dolce pensiero del mese della direttrice di SoloMente Francesca Meucci. Buona Lettura
L’autunno è arrivato e con esso il nuovo della nostra rivista TuttoBallo20. La copertina questo mese è dedicata alla 15esima edizione di “Ballando con le stelle”. All’interno trovate un’ampia pagina dedicata alla ripresa di tutte le attività che applicano disposizioni anti Covid-19. Questo mese vi presentiamo interviste ai personaggi illustri dell’arte: Simona Fancella e WIiktor Kiszka coppia affermata di danza Standard, DinuTamazlacaru, primo ballerino del Balletto di Stato di Berlino, Salvo Russo promotore della Dance Percussion, l’attrice Alessia Fabiani, Valeria Bonalumear ballerina di Pole Dance, Danilo Di Leo danzatore attivista per i diritti LGBTQ, e poi, l’intervista doppia a due grandi attori e musicisti della musica folk, Mariangela Berazzi e Nando Brusco. TuttoBallo20 offre anche ampie pagine dedicate agli spettacoli, eventi e libri. Lo chef Ivan Cribiù racconta la storia del pesto genovese presentando la sua ricetta personale delle “Trenette al pesto genovese”, mentre il professore dell’università di Tor Vergata Ernesto Di Renzo racconta del cibo gourmet dei pastori d’abruzzo in tempo di transumanza. Interessanti anche gli articoli dei nuovi collaboratori di TuttoBallo20: Namire de Luca presenta la vita del più grande insegnate di danze orientali Mahmoud Reda scomparso di recente, mentre Eusebio De Critofaro ci introduce nel mondo delle performance di danza e poesia curato da Manuela Giugni.
In questo numero tornano le foto dei più prestigiosi fotografi italiani: Mirco Migliocca, Alessandra Risuleo e Luca di Bartolo. Ampio spazio alla storia della danza e del tango, senza trascurare la salute, e i consigli della pedagogista Michela Mignano, e il counselor Giovanni Battista Gangemi.
Suggerimenti più leggeri li dispensano la Chic Advisor Marianna Bonavoltà, e il Make-Up Artist Mauri Menga. Come ogni mese in fondo alla rivista troverete l’oroscopo dell’illuminato astrologo di Rai1 e TuttoBallo20 Jupiter, e il dolce pensiero del mese della direttrice di SoloMente Francesca Meucci. Buona Lettura
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O c t o b e r 2 0 2 0<br />
F R E E P R E S S O N L I N E n o n r e g i s t r a t a D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r t "<br />
Paolo Conticini<br />
Veera Kinnunen<br />
Milly Carlucci<br />
Elisa Isoardi<br />
Raimondo Todaro
F R E E P R E S S O N L I N E n o n r e g i s t r a t a D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r t "<br />
<strong>TuttoBallo20</strong> - OCTOBER <strong>2020</strong><br />
In copertina :Paolo Contini e Vera Kinnunen- Milly Carlucci - Elisa<br />
Isoardi e Raimondo Todaro. foto di Assunta Servello per RAI1<br />
<strong>TuttoBallo20</strong> - Ottobre <strong>2020</strong>.<br />
Editore "Stefano Francia" <strong>EnjoyArt</strong><br />
Direttore - Fabrizio Silvestri<br />
Vice direttore - Eugenia Galimi<br />
Segretaria di redazione - Pina delle Site<br />
Redazione - Marina Fabriani Querzè<br />
hanno collaborato: Ernesto Biagetti, Maria Luisa Bossone,<br />
Elena Botti, Marco Calogero, Antonio Desiderio Artist<br />
Management, Giovanni Fenu, Mauri Menga, Gianluca<br />
Nardulli Walter Garibaldi, Giovanni Battista Gangemi, Lara<br />
Gatto, Danilo Piccini.<br />
Foto: Danilo Piccini, Luca Bartolo, Gennaro Guida., Veronica<br />
Napoleoni, Assunta Servello per RAI1. Foto concesse da<br />
uffici stampa e/o scaricate dalle pagine sociale dei<br />
protagonisti.<br />
Le immagini e le fotografie qui presentate, nel rispetto del diritto<br />
d’autore, vengono riprodotte per finalità di critica e discussione ai<br />
sensi degli artt. 65 comma 2 e 70 comma 1bis della Lg. 633/1941.<br />
É vietata la copia e la riproduzione dei contenuti e immagini in qualsiasi forma.<br />
É vietata la redistribuzione e la pubblicazione dei contenuti e immagini non autorizzata espressamente dal<br />
direttore. I collaboratori cedono all'editore i loro elaborati a titolo gratuito.<br />
Testata giornastica non registrata di proprietà: ©ASS: Stefano Francia <strong>EnjoyArt</strong><br />
per contattare la redazione Tuttoballo20@gmail.com<br />
Contro Copertina<br />
La contro copertina di Ottobre è dedicata<br />
al progetto "Outside The Circle"<br />
Progetto artistico fotografico "Outsidie the Circle"<br />
realizzato dal fotografo romano Alessandro Risuleo<br />
con la modella - Ballerina Camilla Mancuso<br />
Https://www.alessandrorisuleo.com<br />
https://www.instagram.com/alessandrorisuleo/<br />
All'interno della rivista troverete le foto<br />
dell'intero progetto
FA IT ST UC AO L IE T À B AE LBL AO<br />
L L O<br />
CORONAVIRUS<br />
8 ITALIANI SU 10<br />
HANNO ANCORA PAURA
T U T T O B A L L O 2 0 | O C T O B E R 2 0<br />
E D I T O R I A L E<br />
F a b r i z i o S i l v e s t r i<br />
d i r e t t o r e r e s p o n s a b i l e<br />
Prima della riapertura delle attività scolastiche e/o ludico ricreative ITALPRESS ha commissionato<br />
un sondaggio a Euromedia Research per fotografare la situazione psicologica degli italiani in<br />
merito al coronavirus. Per una questione deontologica mia personale e non della categoria, mi<br />
astengo dal commentare i dati, onde evitare luoghi comuni ed aumentare le paure già esistenti.<br />
Preferisco che leggiate la sintesi del l’indagine Italpress, lasciandovi liberi di interpretare i dati in<br />
base alle convinzioni ed esperienze che avete vissuto in questo ultimo periodo.<br />
In questo numero, inoltre, la redazione ha deciso di dedicare l’attualità alla riapertura delle scuole<br />
di ballo, teatri, cinema, lasciando invariate le altre pagine con le rubriche abituali: Personaggi, Tv,<br />
Pittura, spettacoli, oroscopo, moda e bellezza, benessere e salute. Buona Lettura<br />
Su un campione di mille persone intervistate, il 77% ha ammesso di avere<br />
ancora timore per la diffusione del virus, percentuale che sale all'80,1%, nel<br />
caso delle donne e si attesta al 73,7% per gli uomini. Oltre il 62% dei<br />
giovani tra i 18 e i 24 anni afferma di avere ancora paura ma la percentuale<br />
aumenta per chi ha un'età compresa tra i 25 e i 44 anni (76,6%), con un picco<br />
dell'81,9% tra i 45 e i 64 anni. Ha paura il 75,6% delle persone con più di 65<br />
anni. Geograficamente i maggiori timori si riscontrano al Sud e nelle isole<br />
dove l'83,2% delle persone teme ancora la diffusione del virus. Seguono le<br />
regioni centrali (81,3%), il Nord-ovest (75,9%) e il Nord-est (63,3%). "Per<br />
convivere in salute con il virus", l'82,2% dice di portare sempre la<br />
mascherina nei luoghi chiusi e quando ci sono tante persone. Il mantenimento<br />
della distanza risulta al secondo posto tra le misure di protezione preferite<br />
e, a seguire, c'è il lavaggio delle mani dopo il contatto con persone o cose e<br />
l'utilizzo continuo del gel disinfettante. Con l'emergenza Covid-19, sono<br />
mutate anche le abitudini degli italiani. Secondo il sondaggio, il 65% delle<br />
persone non frequenta luoghi che potrebbero essere affollati, il 44,5% non<br />
utilizza i mezzi pubblici, il 31,7% vede solo i familiari più stretti evitando<br />
assembramenti, il 20,1% non va al ristorante e il 19,8% ha deciso di non<br />
uscire di casa o comunque limitare le uscite. Tra i giovani della fascia d'età<br />
18-24, la maggior parte afferma di non frequentare luoghi che potrebbero<br />
essere affollati (72%), mentre soltanto il 9,8% dichiara di aver limitato le<br />
uscite. Un dato che aumenta per gli over 65: il 25,7% ha deciso di non uscire<br />
di casa o comunque di ridurre il tempo fuori dalle mura domestiche. Al Sud e<br />
nelle isole, il 25,1% sceglie di non cenare o pranzare al ristorante. Una<br />
percentuale che si riduce sensibilmente al centro (19,7%), nel nord-ovest<br />
(17,7%) e nel nordest (14,9%) del Paese. Il 61,5% degli intervistati ritiene<br />
che l'aumento dei contagi delle ultime settimane sia dovuto principalmente al<br />
lassismo delle persone durante le vacanze e soltanto l'11,4% crede che la<br />
causa sia il mancato rispetto delle regole da parte dei gestori di locali. Il<br />
9,3% degli intervistati, invece, sostiene che si tratti di un aumento<br />
"fisiologico" o dell'avvio della seconda ondata, mentre l'8,9% delle persone<br />
individua nei mancati controlli da parte delle istituzioni la causa di tale<br />
incremento dei casi.<br />
https://www.italpress.com
attività, non sapendo come si sarebbe evoluta la situazione; una certezza<br />
l’avevamo, e cioè che niente sarebbe stato come prima, ma essere<br />
FA IT ST UC AO L IE T À B AE LBL AO<br />
L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
L’ERA COVID VISSUTA DA UNA SCUOLA DI BALLO<br />
Riflessione di un insegnante<br />
A fronte di una situazione come quella che stiamo vivendo oggi, non<br />
possiamo certamente evitare che nella nostra mente sorgano dei pensieri<br />
che generano perplessità o paura. Possiamo però controllare e decidere<br />
come reagire.<br />
Durante il periodo di lockdown eravamo molto preoccupati per la nostra<br />
realistici davanti all’incognita che abbiamo innanzi, non preclude la<br />
possibilità di poter riuscire a superare il tutto. Anche se le cose nella vita<br />
non andranno sempre nel modo in cui vorremmo andassero. Il vero<br />
dramma non è la crisi, ma la paura di non essere capaci di superare la<br />
crisi.<br />
Nessuno è in grado di prevedere il futuro ma, di sicuro, ognuno di noi è in<br />
grado di influenzarlo sia nel bene che nel male, nell’attesa che tutto si<br />
risolva. Il segreto sta nel come affrontiamo le cose.<br />
Abbiamo capito che bisognava reinventarsi, offrire una novità che andasse<br />
oltre i soliti corsi che una scuola di ballo, o palestra, può offrire, valutando<br />
diverse soluzioni. La nostra scelta è andata su un percorso brevettato tutto<br />
al femminile, i primi riscontri numerici sono stati assolutamente positivi, e<br />
questo ci fa ben sperare per una ripresa delle nostre attività .<br />
Pur se abbiamo paura del pericolo, affrontandolo, non vuol dire che<br />
dobbiamo temerlo. “Non è quello che ci accade che ci rende infelici, ma è<br />
come affrontiamo quello che ci accade a renderci infelici”<br />
Per questo sentiamo il dovere di incoraggiare i nostri colleghi a pensare<br />
fortemente che la speranza c’è, e ci aiuterà a superare qualsiasi ostacolo<br />
nel migliore dei modi!<br />
A.S.D. MAGIC DANCE<br />
Francesco Fileccia
FA IT ST UC AO L IE T À B AE LBL AO<br />
L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
Roma Dance Cup<br />
di Elena Botti<br />
il coraggio di ripartire<br />
In questo periodo particolarmente critico e difficile da superare per tutti, dove qualsiasi forma lavorativa e, soprattutto<br />
quella artistica, è stata colpita nel profondo, la manifestazione Roma Dance Cupsi si è rivelata come una delle più<br />
importanti e partecipate competizioni internazionali, assumendo il significato, di ripresa e di riappropriazione di tutte le<br />
forme artistiche che ci sono mancate durante il lockdown: il coraggio degli organizzatori è stato premiato dall’enorme<br />
affluenza di pubblico, di ballerini e giudici, sponsor e stand.
FA IT ST UC AO L IE T À B AE LBL AO<br />
L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
E così in una calda giornata di settembre- 10 Settembre –Gaetano Sentina e<br />
Eleonora Boccalari direttori del Mister Mabo hanno aperto i cancelli del<br />
Parco Tematico Cinecittà World per ospitare ballerini e insegnanti<br />
all’edizione <strong>2020</strong> del Roma Dance Cup.<br />
La famosissima orchestra di Simone Mezzapesa, composta di oltre 35<br />
elementi con musica dal vivo ha fatto sognare per l’intero pomeriggio gli<br />
ospiti presenti nell’enorme teatro dotato delle ultime tecnologie, tra pista,<br />
tribune, megaschermo con effetti luce scenografici; hanno contribuito a<br />
rendere il parco il simbolo della tanto agognata ripresa, con il suo museo<br />
del cinema, che ci ha ricordato film e registi famosi che ne hanno scritto la<br />
storia. Il cinema sta riprendendo vita, tanto che Cinecittà World presenta<br />
l’ultima attrazione: “ Vivi un giorno nell’antica Roma”.<br />
I film girati nei primi anni ottanta hanno ricevuto 90 candidature e 47<br />
premi Oscar; è come addentrarsi in un suggestivo viaggio nella memoria di<br />
film e Kolossal immortali. La competizione in questo contesto, oltre ad<br />
assumere il valore di “gara”, ha rappresentato l’unione e l’impegno di più<br />
forze unite per raggiungere lo stesso obiettivo: ripartire! Una gara Open<br />
dove protagonisti sono stati i ballerini provenienti da diverse Federazioni.<br />
L’evento è stato di grande pregio e livello: abiti sontuosi e sgargianti, forte<br />
affluenza di giovani che si avvicinano sempre di più alla danza,<br />
presentando programmi e tecniche moderne e all’avanguardia. Curatissimi<br />
i look dai trucchi alle acconciature, tutti rigorosamente rispettosi delle<br />
regole imposte dalla situazione Covid (mascherine, distanziamento, etc.).<br />
Le coppie si sono distinte nei vari stili : Standard, Latino Americani, Show<br />
dance, e anche un pizzico di folklore, sotto lo sguardo attento ed<br />
interessato della giuria tecnica, organizzazione impeccabile gestita dal<br />
Direttore di Gara Gaetano Sentina.<br />
Impegno, costanza, rispetto, unione, partecipazione, sacrificio, tanti<br />
elementi per un grande risultato.<br />
Eleonora Boccalari e Gaetano Sentina<br />
Organizzatori<br />
Pietro Balsamo -Elena Botti - Roberto<br />
Proietti - Giancarlo Giacomobono<br />
Giudici presenti al Roma Dacne Cup <strong>2020</strong>
FA IT ST UC AO L IE T À B AE LBL AO<br />
L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
La stagione sportiva post Covid: quale ripresa per le associazioni sportive?<br />
di Eugenia Galimi<br />
È ormai un dato di fatto che il periodo storico che<br />
stiamo attraversando risulta essere uno dei più<br />
difficili per il mondo dello sport. Negli ultimi decenni<br />
questo settore si è affermato come uno dei più solidi<br />
e più dinamici nell’economia del paese, ma adesso ci<br />
troviamo di fronte ad una battuta d’arresto senza<br />
precedenti. Dapprima il lockdown, che ha costretto<br />
alla chiusura le palestre, le piscine, i centri e le<br />
associazioni sportive per circa 3 mesi, con differenze<br />
di qualche settimana a seconda delle regioni,<br />
segnando una perdita di incassi non indifferente; poi<br />
la riapertura coincidente con il periodo notoriamente<br />
più calmo dell’anno per i centri sportivi, ovvero<br />
l’estate: momento in cui molti abbonamenti giungono<br />
al termine con il classico “ci rivediamo a settembre”. A<br />
complicare ulteriormente le cose ci si mette anche la<br />
rivoluzione sociale che i fruitori delle palestre stanno<br />
vivendo in questi mesi: al comprensibile timore di<br />
frequentare luoghi potenzialmente affollati si<br />
aggiunge la scoperta, avvenuta durante la fase di<br />
chiusura, della possibilità di partecipare a workout<br />
online, la rivalutazione delle attività praticate all’aria<br />
aperta, la maggior flessibilità oraria emersa grazie<br />
all’introduzione in molte aziende dello smartworking…<br />
dinamiche nuove che contribuiscono a creare uno<br />
scenario totalmente nuovo nel mercato al quale gli<br />
imprenditori di oggi non erano preparati. Una<br />
situazione complessa sotto molti aspetti e che<br />
richiede di rimettere in discussione i vecchi schemi e<br />
le abitudini consolidate per aprirsi alle nuove<br />
esigenze di un pubblico sempre più digital.<br />
Ma la voglia di tornare ad allenarsi in palestra è tanta<br />
e, guardando a <strong>ottobre</strong> con la prospettiva di una<br />
ripresa di stagione scoppiettante, è questo il<br />
momento di riorganizzarsi e adattarsi al nuovo<br />
contesto per farsi trovare pronti alla prima stagione<br />
sportiva post-covid. Nel riprogrammare la ripartenza<br />
vi suggerisco 10 cose da FARE per essere vincente.<br />
1. RAGIONARE COME UN IMPRENDITORE<br />
VISIONARIO. Con il cambio dello scenario causa<br />
Covid-19, gli utenti sono maggiormente esigenti e<br />
sono molto più confidenti con gli strumenti digitali<br />
quali app o servizi web. Offrire un servizio a<br />
prenotazione può diventare un criterio<br />
fondamentale del proprio vantaggio competitivo.<br />
Anche altre attività tipicamente svolte in reception,<br />
come ad esempio il saldo dell’abbonamento o la<br />
verifica delle proprie scadenze, possono essere<br />
delegate agli strumenti digitali in favore del tanto<br />
predicato distanziamento sociale. In poche parole:<br />
il business plan della stagione <strong>2020</strong>/2021 dovrà<br />
essere ri-ragionato alla luce delle nuove<br />
“regole” che questo periodo porta con sé.<br />
2 ADEGUARSI ALLA POTENZA DEL DIGITALE:<br />
Lo sviluppo dell'utilizzo degli strumenti digitali<br />
semplifica e migliora la vita dell'uomo. Questo<br />
significa, più tempo a propria disposizione.<br />
Se prima il digitale era considerato un “qualcosa<br />
in più” che dava prestigio al centro fitness, oggi<br />
diventa una necessità per rimanere al passo<br />
con i tempi e fornire un servizio all’altezza di<br />
un mercato sempre più smart e digital.<br />
Adeguarsi a questo nuovo modo di intendere<br />
il fitness, significa essere al passo con i tempi<br />
e diventare competitivi.<br />
3 RISPETTARE LE DISPOSIZIONI ANTI COVID-19:<br />
Mantenere tutti gli sforzi fatti fino ad adesso in<br />
termini di prevenzione attraverso l’uso dei DPI<br />
e la frequente igienizzazione degli ambienti e<br />
delle attrezzature. Possiamo sicuramente dire<br />
che, il distanziamento sociale, la cura dell’<br />
igiene personale, la prudenza nel generare<br />
assembramenti e il divieto di accesso per chi<br />
ha una temperatura corporea superiore a<br />
37.5 sono le migliori pratiche per bloccare il<br />
coronavirus e continuare a fare ciò che ci piace.<br />
4. VALORIZZAZIONE DEGLI SPAZI ESTERNI: le<br />
temperature miti di <strong>ottobre</strong> sono un ottimo periodo<br />
per svolgere attività outdoor per due vantaggi: stare<br />
all’aria aperta e rispetto del distanziamento sociale.<br />
Pianificate un progetto a lungo termine, includendo<br />
anche i mesi più freddi. Scegliete i luoghi dopo aver<br />
fatto sopralluoghi e richiedete i permessi e per<br />
attrezzarvi alla registrazione degli accessi anche in<br />
mobilità e pubblicizzate l’introduzione di corsi e<br />
momenti outdoor all’interno della vostra offerta.<br />
La clientela apprezzerà.<br />
5. RECUPERARE CLIENTI CON PROMOZIONI E<br />
PREZZI ACCATTIVANTI: la competizione non passa<br />
solo dal prezzo, ci sono altri aspetti che entrano in<br />
gioco nella scelta del centro fitness: la ricchezza<br />
dell’offerta, la gentilezza e disponibilità dello staff, la<br />
pulizia e la manutenzione della struttura, la<br />
competenza del reparto tecnico… Puntare tutto sul<br />
prezzo significa svalutare il proprio lavoro e svendere<br />
la propria credibilità. Un prezzo eccessivamente<br />
basso rispetto al mercato può generare l’effetto<br />
contrario: basso poco, scarsa professionalità .<br />
Attenzione dunque alle promozioni: in una fase di<br />
ripresa ci stanno, ma devono essere ben bilanciate e<br />
soprattutto limitate ad un periodo definito, Puntate<br />
sulla credibilità e professionalità.<br />
6. CURATE LA REPUTAZIONE WEB: Prestate<br />
massima attenzione a cosa pubblicate sui social. Una<br />
cattiva recensione su Google o un post<br />
particolarmente critico su Facebook raggiungono in<br />
pochi istanti una miriade di potenziali clienti che<br />
utilizzeranno quell’informazione per compiere una<br />
decisione di acquisto. Alle critiche è sempre bene<br />
rispondere in maniera educata e ben argomentata<br />
per trasformare l’accusa in un potenziale momento di<br />
crescita e di soluzione del conflitto.<br />
7. VALORIZZARE OGNI SINGOLO CLIENTE: "Cliente<br />
Reale e Cliente Virtuale per me pari sono".<br />
Abituatevi ad avere anche clienti online, quelli che<br />
preferiscono seguire le lezioni a casa piuttosto che<br />
andare in palestra. Dedicate loro la stessa attenzione<br />
che riservate ai clienti che frequentano la palestra.<br />
Offrite loro tutta la vostra professionalità e<br />
competenza, interagite tramite i commenti, stimolateli<br />
a fare meglio, rispondete a eventuali dubbi, ricordate<br />
loro la scadenza della scheda di allenamento<br />
anticipandone il rinnovo. Attenzione: questa nuova<br />
tipologia di cliente è più difficile da curare. Come<br />
hanno trovato voi sul web, in un click possono<br />
rivolgersi a tanti altri professionisti che offrono<br />
maggiore attenzione. Il cliente virtuale vuole sentirsi<br />
coccolato.<br />
8. VENDITA DEL PRODOTTO E FIDELIZZAZIONE:<br />
Focalizzarsi solo sul “vendere per aumentare i<br />
numeri” trascurando la fidelizzazione della clientela è<br />
un metodo sbagliato. Un nuovo cliente che<br />
sottoscrive un abbonamento vuole sentirsi<br />
considerato e incoraggiato a fare meglio, altrimenti<br />
subentra la delusione delle aspettative con<br />
conseguente abbandono della pratica sportiva.<br />
Pianificate quindi delle azioni di customer care anche<br />
in momenti successivi all’iscrizione per capire se i<br />
vostri clienti sono soddisfatti, nel caso non lo fossero<br />
studiate con l’interessato un nuovo piano di<br />
allenamento. Il cliente appagato è la migliore<br />
pubblicità per voi!<br />
9. COINVOLGERE LO STAFF NELLE NUOVE IDEE E<br />
NELLA NUOVA VISION:<br />
In ogni cambiamento nella struttura coinvolgete<br />
sempre il vostro team. Considerazione è la parola<br />
d’ordine per creare armonia tra i vostri collaboratori.<br />
Trasmettete loro in modo chiaro e preciso la nuova<br />
visione, i nuovi valori, i metodi e gli approcci che si<br />
intendono mettere in pratica in modo che tutti siano<br />
allineati e formati al lavoro di squadra.<br />
Settimanalmente riuniteli e parlate con loro<br />
dell’andamento del lavoro e di eventuali cambiamenti<br />
da apportare. Dal confronto nascono spunti e idee<br />
interessanti…<br />
10. IMPARARE DALL’ESPERIENZA DEL COVID-19:<br />
Tutti ci auguriamo di non dover ripetere l’esperienza<br />
del lockdown. Ma cosa succederebbe se nel prossimo<br />
inverno fossimo costretti a riviverlo? Saremmo in<br />
grado di gestire il lavoro e quello dei collaboratori<br />
senza dover accedere all’impianto sportivo?<br />
Sapremmo cosa fare per limitare i danni e<br />
mantenere, nei limiti del possibile, il servizio<br />
per i tuoi clienti? Abbiamo gli strumenti<br />
necessari per fronteggiare un eventuale nuovo<br />
periodo di chiusura?<br />
Domande scomode, ma utili da porsi per non<br />
farsi trovare impreparati al peggior degli<br />
scenari. A queste domande si risponde solo con<br />
una adeguata formazione e la padronanza dei<br />
nuovi sistemi di lavoro on line. La conoscenza oggi è<br />
l'unica cosa che rende l'uomo libero di scegliere e<br />
pianificare un lavoro anche a distanza.<br />
Buon lavoro a tutti.
FA IT ST UC AO L IE T À B AE LBL AO<br />
L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
di Sandro Mallamaci<br />
In regime di restrizioni imposte dalle varie ordinanze, dai DPCM,<br />
dalle regole del comitato tecnico scientifico, si è avuta l'esigenza di<br />
dover svolgere le attività sportive forzatamente all'aperto. Non ha<br />
fatto eccezione la danza sportiva che, a livello amatoriale, ha potuto<br />
essere esercitata in ampi spazi garantendo il rispetto delle norme<br />
sul distanziamento. In particolare i balli sociali, che non prevedono il<br />
contatto tra gli atleti che, eseguendo movimenti sincronizzati,<br />
singolarmente necessitano quindi di poco spazio.<br />
L'attività fisica, la socializzazione, l'allegria, sono stati obiettivi<br />
raggiunti a vedere le immagini di qualche ASD che, sfidando le<br />
paure dei più scettici, è riuscita a coinvolgere tutti, o quasi,<br />
mantenendo alto il morale e facendo superare a molti lo stato di<br />
depressione in cui si trovavano, condizione fondamentale anche per<br />
stimolare le difese immunitarie dei più fragili. Assistendo a queste<br />
lezioni seduti sui gradini di una arena con la pista gremita di gente<br />
spensierata, in una calda sera di tarda estate sotto il cielo terso<br />
pieno di stelle con la luna piena, lasciandosi andare con la mente, al<br />
suono delle musiche coinvolgenti, è facile fare un tuffo nel passato.<br />
Qui ci troviamo in una terra piena di storia che affonda le radici<br />
molto lontano nel tempo. Siamo nella Magna Grecia, nella culla della<br />
civiltà Mediterranea. Qui si sono trasferiti i Greci dalla madrepatria,<br />
portando con sé usi, costumi, cultura. E qui quella cultura si è<br />
radicata e sviluppata: della Magna Grecia sono i filosofi più<br />
importanti, gli artisti più talentuosi. Nel DNA dei discendenti di<br />
quella gente c'è l'amore per l'arte, per la musica, per la danza. Uno<br />
sguardo al mare ci invita ad immaginare un viaggio verso quelle<br />
terre da cui proveniamo, per rivivere quei tempi e quei luoghi,<br />
quegli odori, quei suoni, così lontani nel tempo ma tutt’oggi presenti<br />
nella nostra quotidianità. Per le strade di quelle antiche città<br />
potremmo assistere a balli festosi ed ascoltare le musiche suonate<br />
con antichi strumenti. Il ballo per quella gente era qualcosa di sacro,<br />
di liberatorio, che faceva dimenticare dolori e preoccupazioni, un<br />
elisir di serenità per avvicinare gli animi agli Dei, oltre ad essere una<br />
parte importante dell’educazione dei loro figli; l’insegnamento della<br />
danza cominciava fin dalla tenera età ed era importante per un<br />
giovane avere ricevuto un tipo d’istruzione che comprendesse<br />
anche delle nozioni di danza.<br />
Ad Atene i più ricchi prendevano lezioni private di danza, musica e<br />
poesia da famosi maestri. A Sparta, più concreta e con un senso<br />
pratico delle cose, si praticava la “Gimnopedies”, una danza simile<br />
alla ginnastica ritmica moderna, che era la danza per eccellenza che<br />
si ballava ogni anno al centro dell’Agorà mimando le mosse dei<br />
lottatori.<br />
La danza, ovviamente, era ispirata dalla musica che veniva eseguita<br />
con strumenti a corda, a fiato e a percussione, lire, flauti, tamburelli,<br />
cembali e nacchere; si potrebbe immaginare di ascoltare musiche<br />
molto ritmate, simili alle tarantelle che si sentono nelle feste dei<br />
paesi della Magna Grecia; ma anche musiche più dolci e soavi che<br />
accompagnavano la recita di una poesia. Attraverso alcune<br />
notazioni su qualche pietra, che pochi maestri hanno lasciato,<br />
possiamo solo intuire qualche ipotetica melodia, ma sufficiente a<br />
calarci in quelle atmosfere festose, sacre e profane.<br />
E pensare che da tutto questo è stata per molto tempo<br />
praticamente esclusa la donna.<br />
Non tutte in realtà, ma le spose, le donne “serie”; a loro non era<br />
consentita la partecipazione alla vita pubblica; il loro posto doveva<br />
essere la casa, dove accudire i figli e dedicarsi alle faccende<br />
domestiche.<br />
L’uomo dell’antica Grecia considerava la donna su un piano<br />
inferiore, attribuendole specifici ruoli a seconda delle circostanze.<br />
La sposa aveva i compiti suoi propri e non le era concesso<br />
nemmeno di poter uscire di casa per fare la spesa. Ma poi vi<br />
erano le altre donne, che dovevano allietare le feste degli uomini;<br />
quindi dovevano essere capaci di danzare, cantare e, se era<br />
necessario, intrattenere l’uomo.In ogni caso in pubblico non era<br />
ammessa la comunanza tra uomo e donna e non facevano<br />
eccezione le esibizioni danzanti. I Greci hanno coltivato, inventato<br />
e tutelato la danza, considerandola una cosa sola con la musica.<br />
Si ballava in occasioni speciali, ma anche per il semplice e puro<br />
piacere dello spirito e del corpo. Ed erano le donne, con la loro<br />
abilità e la loro bellezza, portatrici di sinuosità corporee, nel culto<br />
delle mènadi, come folli danzatrici prese dall'ebbrezza sacra, a<br />
danzare con una precisa gestualità.<br />
Ai tempi di Omero le piazze delle città si chiamavano “chori”, cioè<br />
posti dove si praticava il ballo. Ma il luogo creato proprio per<br />
poter godere di tutte le espressioni artistiche era il teatro.<br />
Potendo fare un viaggio in quelle terre vedremmo che ogni città<br />
ne possedeva uno e, per dare la possibilità all’intera popolazione<br />
di assistere alle recite e agli spettacoli, erano di dimensioni<br />
notevoli ed erano all’aperto e senza copertura, tutti realizzati con<br />
il medesimo schema. Erano costituiti da tre parti principali. Una<br />
gradinata dove prendeva posto il pubblico, di forma<br />
semicircolare sviluppata attorno ad una pista centrale di forma<br />
circolare (l’orchestra). La parte imponente era la scena che nel<br />
corso degli anni si andò sempre più strutturando in edifici veri e<br />
propri anche a più piani.Le rappresentazioni quindi avvenivano<br />
all’aperto, di giorno, ed erano composte da canto, ballo, musica,<br />
recitazione, costumi, maschere e scenari. Lo spettatore seduto<br />
sulla gradinata era rivolto verso la parte centrale: l'orchestra. Il<br />
nome deriva dal verbo greco che significa ballare; così era infatti<br />
chiamato il luogo centrale dell’agorà della città, una sorta di<br />
piazza in terra battuta dove si danzava; era lo spazio centrale del<br />
teatro greco, quello riservato al coro. Tutti termini che sono<br />
familiari a chi si occupa di danza e di musica.<br />
Il coro era un gruppo di artisti che si esibiva in danze che oggi<br />
definiremmo di gruppo o di danza sincronizzata, spesso<br />
formando un cerchio, eseguendo passi precisi, ruotando intono<br />
al centro dove prendevano posto talvolta i musicisti; si danzava in<br />
cerchio, ma femmine e maschi erano rigorosamente separati.<br />
Oggi nelle nostre arene, nelle nostre piazze, ritroviamo il clima<br />
festoso e spensierato che da sempre il binomio musica-danza<br />
crea naturalmente, ma sono evidenti le conquiste sociali che<br />
attraverso i secoli trascorsi hanno cambiato radicalmente i<br />
rapporti tra gli individui.<br />
Qui si balla e si fa attività sportiva tutti insieme, senza distinzione<br />
di classe sociale, né, tantomeno , di sesso.<br />
Anzi, proprio il ballo è l’occasione per socializzare ed annullare le<br />
diverse estrazioni sociali.<br />
Il ballo, e l’attività sportiva in genere, è da sempre, ma oggi<br />
ancora di più, qualcosa da tutelare e da incentivare, avendo<br />
assunto una fondamentale funzione di aggregazione.<br />
E, prendendo esempio dai nostri antichi progenitori, sarebbe il<br />
caso che i governi prestassero maggiori attenzioni verso questo<br />
settore, destinando adeguate risorse economiche per la<br />
realizzazione di spazi ed edifici pubblici idonei disponibili per<br />
tutti.
FA IT ST UC AO L IE T À B AE LBL AO<br />
L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
Mahmoud Reda<br />
La leggenda del folklore egiziano<br />
di Namire de Luca<br />
“... È stato<br />
fantastico vedere<br />
che i diversi gruppi<br />
etnici si<br />
riconoscevano nelle<br />
danze .."<br />
Mahmoud Reda<br />
Quando segui la passione, qualcosa di grande e incredibile avviene sempre. E la<br />
passione si respirava tutta nel suo Studio al Cairo, al numero 50 di sharea Kasr el<br />
Nil. Nello studio che Mahmoud Reda condivideva con il maestro Farouk Moustafa,<br />
suo braccio destro e amico, c’era un incessante via vai di maestri, coreografi e<br />
danzatori. Difficile descrivere le emozioni che si scatenavano varcando la soglia.<br />
Un lungo corridoio conduceva al cuore dell’appartamento: in fondo, la sala danza di<br />
Farouk; sulla destra quella di Mr. Mahmoud (così lo chiamavamo con confidenza<br />
reverenziale); sulla sinistra il soggiorno con al centro un piccolo e basso tavolino,<br />
contornato da divani e poltrone, molte, perché durante il pranzo, che fungeva da<br />
pausa tra l’allenamento del mattino e quello del pomeriggio, si era spesso in tanti, e<br />
c’era aria di famiglia, fatta di condivisione, confronto e racconti…<br />
E quale onore è stato per me far parte della famiglia, diventando l’assistente di<br />
Farouk. Così da vicino, ho avuto l’opportunità di ottenere direttamente dalla voce del<br />
Maestro Reda, il racconto dettagliato della realizzazione del sogno di un giovane<br />
ballerino diventato mito.
FA IT ST UC AO L IE T À B AE LBL AO<br />
L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
Mahmoud Reda nasce nel 1930 in una<br />
famiglia amante dell’arte. Il fratello<br />
maggiore Alì si era appassionato al ballo da<br />
sala, divenendo un eccellente ballerino di<br />
swing, disciplina in cui aveva vinto diversi<br />
premi. Sulle sue orme Mahmoud sviluppa<br />
una fervida ammirazione per Fred Astaire e<br />
Gene Kelly; grande fonte d’ispirazione sarà<br />
per lui il musical americano. Mahmoud<br />
studia danza classica a supporto della sua<br />
pratica da ginnasta che lo porta fino alle<br />
olimpiadi di Helsinki del 1952 con la<br />
squadra egiziana, partecipazione che ha<br />
sempre ricordato con orgoglio.<br />
Finiti gli studi universitari ottiene un<br />
provino in una compagnia argentina di<br />
danze folk, che faceva tappa al Cairo,<br />
ottiene l’ingaggio e parte in tournée per<br />
l’Europa. Danzare tradizioni di popoli<br />
stranieri suscitò in lui il desiderio di dare<br />
corpo al folklore della sua nazione, così<br />
rientrò in patria.<br />
L’impresa non era facile, l’Egitto è un vasto<br />
territorio con ricche differenze indigene<br />
antropologiche, musicali e coreutiche da<br />
sud a nord, tra deserto e mare. Pensò di<br />
dividere il territorio a zone e, per 2 anni, si<br />
recò in ogni luogo a studiarne danze,<br />
musiche, usi e costumi: aveva deciso di<br />
portare la danza popolare sul palcoscenico<br />
dei teatri.<br />
Con l’onestà e il rispetto con cui i veri artisti<br />
onorano la propria arte, il Maestro mi disse:<br />
“quello che io ho portato in scena non è la<br />
danza originale, ma la mia interpretazione,<br />
ho elaborato gli elementi caratteristici e<br />
secondo la mia inventiva li ho adattati alle<br />
esigenze del palcoscenico, che a volte sono<br />
persino in antitesi con il contesto reale del<br />
folklore” e con soddisfazione esclamò: “ma<br />
ha funzionato! È stato fantastico vedere che<br />
i diversi gruppi etnici si riconoscevano nelle<br />
danze così trasformate e le amavano!”; poi<br />
fece una lunga pausa e con rammarico<br />
aggiunse “…però man mano che la fama<br />
della troupe cresceva e il nostro lavoro<br />
riscontrava ammirazione, i danzatori locali<br />
abbandonavano molti elementi del vero<br />
folklore adottando quelli scenici di mia<br />
invenzione e questo mi ha amareggiato. Le<br />
forme originali della danza sono una<br />
grande ricchezza che non deve scomparire!<br />
Mi rincuora il fatto che senza il nostro<br />
lavoro, queste danze sarebbero scomparse<br />
restando completamente sconosciute”.<br />
Mahmoud Reda trovò la chiave per creare il<br />
giusto compromesso tra la forma naturale<br />
delle danze e le esigenze del palcoscenico.<br />
Il sogno di creare una compagnia si realizzò<br />
secondo l’antica formula del clan familiare,<br />
grazie alla provvidenziale fusione delle<br />
famiglie Reda e Fahmy. Danza e amore si<br />
intrecciano, Mahmoud sposa Nadeeda<br />
Fahmy e la sorella di questa, Melda, sposa il<br />
fratello di lui Alì, nel frattempo entrato<br />
nello show business. Come Mahmoud,<br />
anche Melda aspira a fare della danza la sua<br />
professione; danzatrice raffinata, dai<br />
movimenti eleganti, prende il nome d’arte<br />
di Farida e i due fondano la “Reda Troupe”<br />
con il ruolo di primi ballerini. Tra gli amici,<br />
vengono reclutati 12 aspiranti danzatori, 6<br />
donne e 6 uomini, e tutti, diretti da<br />
Mahmoud, iniziano un rigoroso training<br />
comprensivo di tecnica classica e di tutti i<br />
passi del folklore egiziano. Viene anche<br />
ingaggiato un talentuoso compositore agli<br />
esordi: Alì Ismail (che diverrà un grande<br />
nome della musica egiziana) con il compito<br />
di rielaborare le musiche tradizionali<br />
adattandole alle esigenze dello spettacolo.<br />
Le sorelle Fahmy disegnano i costumi e la<br />
madre li realizza. Guidati da Alì Reda,<br />
direttore artistico e produttore della troupe,<br />
nel 1959 debuttano con il primo show: ed è<br />
un successo!<br />
Da lì un’escalation di tournée e produzioni<br />
cinematografiche, la troupe si allarga, la<br />
fama della coppia artistica Mahmoud Reda<br />
e Farida Fahmy entra nella storia, ed i<br />
talenti della compagnia emergono. Pochi<br />
sanno che molte coreografie furono create<br />
da Farouk Moustafa, e altri membri del<br />
gruppo donarono la loro creatività, menti<br />
geniali in cuori umili, rimasti nell’ombra per<br />
eccesso di modestia. Erano felici di dare il<br />
loro contributo alla troupe, consideravano<br />
un onore che le loro coreografie passassero<br />
a marchio Reda, ed era un gesto di<br />
gratitudine verso chi gli aveva offerto la<br />
chance e gli strumenti per diventare<br />
danzatori professionisti. Sentimenti in un<br />
codice dell’arte, quella antica, che oggi<br />
suscitano tanta ammirazione. Nel 1990,<br />
quando ormai tutti i pionieri avevano<br />
lasciato la compagnia, anche Mahmoud ne<br />
abbandona la direzione, e consolida il suo<br />
metodo a favore dell’insegnamento. Per il<br />
training della troupe era stata necessaria<br />
una codifica dei passi e la loro<br />
organizzazione in esercizi che potessero<br />
essere praticati ogni giorno, una sorta di<br />
impronta accademica alla danza popolare<br />
che fino ad allora era stata tramandata per<br />
imitazione. Pertanto, chiunque volesse<br />
imparare il folklore si recava dal Maestro<br />
Reda, nello studio di Kasr el Nil e così è stato<br />
fino a quando Mr. Mahmoud ne ha avuto le<br />
forze:aveva circa 85 anni quando chiuse lo<br />
studio. Mahmoud Reda in patria era ormai<br />
un’istituzione, all’estero un mito, per<br />
comprendere l’importanza della sua opera<br />
basti pensare alla rapida svolta sociale e<br />
culturale dell’intero Egitto. Un paese in cui<br />
la danza tutta, ancor di più quella di<br />
folklore, veniva considerata un’attività<br />
effimera o una vecchia tradizione rurale e la<br />
professione di danzatore poco decorosa,<br />
Mr. Mahmoud riuscì a far diventare le<br />
danze di folklore orgoglio nazionale: nel<br />
1967 il presidente Nasser lo insignì dell’alto<br />
riconoscimento per il servizio reso allo Stato<br />
attraverso l’arte.<br />
Tutte le danze del folklore egiziano che<br />
vengono eseguite oggi sui palcoscenici di<br />
tutto il mondo, sono un’eredità del lavoro<br />
del Maestro; coreografi e danzatori si<br />
formano sul suo metodo e sulle coreografie<br />
del primo repertorio della Troupe Reda-<br />
Fahmy.<br />
“Il Maestro” ci ha lasciati all’età di 90 anni<br />
con una vita interamente dedicata alla<br />
danza.<br />
Il suo insegnamento coreutico, musicale e<br />
antropologico costituisce le fondamenta<br />
per la conoscenza della danza egiziana; il<br />
contributo di Mahmoud Reda alla danza<br />
non è solo quello di averle restituito il<br />
meritato onore in Egitto, ma ancor più di<br />
aver preservato un patrimonio culturale di<br />
smisurata ricchezza artistica.<br />
Grazie Maestro!<br />
Mahmoud Reda ( 18 marzo 1930 - 10 luglio <strong>2020</strong>)
A T T U A L I T Á B A L L O<br />
F I S C O E B A L L <strong>TuttoBallo20</strong><br />
Dance<br />
Dog<br />
Padroni e cani in pista<br />
di Giovanni Fenu<br />
Il tanto discusso social TikTok, è la migliore vetrina per lanciare<br />
nuove mode, tendenze, e passi di danza. Influencer, coreografi,<br />
ballerini la usano come vetrina per diffondere a macchia d’olio<br />
passi di danza nella speranza che diventino virali. L’ultima in<br />
ordine di apparizione a decollare definitivamente è la dog dance,<br />
con un esercito di istruttori qualificati per insegnare questa<br />
disciplina, che piace un mondo a cani e padroni.<br />
La dog dance (diversa dalla dog agility) nasce negli Anni Ottanta<br />
in Canada, come variante degli esercizi di obbedienza del cane<br />
verso il padrone. Si è diffusa rapidamente in tutto il mondo, perché<br />
non richiede una particolare predisposizione per la danza da parte<br />
del padrone. Il vero ballerino infatti è il cane. Tutte le razze<br />
apprendono volentieri come muoversi a ritmo di musica. L’obiettivo<br />
primario è il benessere dell’animale e la comunicazione in<br />
armonia col suo padrone umano. Qualche volta la dog dance<br />
risolve il problema del cane triste ed inappetente.<br />
Poche regole rendono la dog dance un puro divertimento per<br />
padrone e cane; si comincia sempre con la camminata a due e lo<br />
slalom tra le gambe. Niente sgridate, ma coccole e premi quando<br />
si esegue il movimento giusto. Le coreografie devono essere<br />
strutturate sul fisico del cane, sul suo temperamento e sulla<br />
sua razza, se non si è maestri da danza in rete ci sono molti<br />
coreografi specializzati in dog dance. Un istruttore cinofilo<br />
aiuterà a mettere in sequenza i classici esercizi di obbedienza e<br />
farli eseguire in coppia a suon di musica.<br />
Figure professionali come veterinari, trainer di fitness e coreografi<br />
sono diventati istruttori e fantasiosi dog dancer. Questi trainer<br />
aiutano a creare una routine calibrata su misura per il proprio cane,<br />
ed insegnano ad allenarsi per le gare. Già, perché esistono sia le<br />
gare "fun", amichevoli, che quelle ufficiali che prevedono,<br />
ovviamente, campionati italiani, europei e mondiali.<br />
Nessun dirà più “non c’era un cane”…
FT EI SL EC VO I SE I OBN AE LE L OB A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
Milly Carlucci<br />
Paolo Belli<br />
photo © Assunta Servello RAI1
FP IE SR CS O N E A GBG AI LE L BO<br />
A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong>
FP IE SR CS O N E A GBG AI LE L BO<br />
A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
photo © Assunta Servello RAI1
DINU<br />
É J A R T ?<br />
B<br />
I N D I M E N T I C A B I L E "<br />
"<br />
FP IE SR CS O N E A GBG AI LE L BO<br />
A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
Tamazlacaru<br />
L M I O E S O R D I O<br />
I<br />
O N M A U R I C E<br />
C
FP IE SR CS O N E A GBG AI LE L BO<br />
A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
DinuTamazlacaru, primo ballerino del Balletto di Stato di<br />
Berlino, nato a Chisinau, in Moldavia, nel 2000 si è diplomato<br />
alla National Ballet School di Chisinau (classe di Alexander<br />
Ivanov), nel 2002 al Vienna Ballet Conservatory (classe di<br />
MaximAbzalov). Nel 2000 è entrato a far parte della compagnia<br />
di balletto del Teatro UnterdenLinden di Berlino, nel 2004 è<br />
entrato a far 9arte del Berlin State Ballet. Il suo repertorio<br />
include ruoli principali in balletti classici e contemporanei, tra cui<br />
Il lago dei cigni, Don Chisciotte, Tchaikovsky, Onegin, Lo<br />
schiaccianoci, Coppelia, La Sylphide, Ballet Imperial, Herman<br />
Schmerman, e molti altri. DinuTamazlakaru è ospite principale<br />
del Teatro Comunale (Firenze), del Teatro Arcimboldi (Milano),<br />
dell'Opera di Roma, del Tokyo Ballet, dell'Opera Nazionale<br />
Tatar, dell'Opera Nazionale Rumena, dell'Opera Nazionale<br />
Croata, del Teatro Nazionale Slovacco. Il Manager, Antonio<br />
Desiderio, lo ha intervistato per noi:<br />
Ciao Dinu, inziamo dai tuoi studi...come ti sei avvicinato<br />
alla danza?<br />
Sono entrato in contatto con la danza vedendo le lezioni di ballo<br />
di mio fratello e mi sono davvero innamorato di quest'arte, così<br />
anch'io ho voluto fare lo stesso, ed oggi eccomi qua…<br />
Berlino al tuo arrivo....<br />
Con le mani vuote ma piene di speranza e di passione. Una<br />
grande città dove tutto sembrava possibile con tre grandi teatri,<br />
un sogno per un ballerino. Ma ho dovuto imparare come gestire<br />
la mia passione e capire come funziona la gerarchia in un<br />
teatro, facendo molta gavetta prima di ottenere i miei primi<br />
successi.<br />
Il ruolo a cui sei particolarmente affezionato e<br />
maggiormente ballato?<br />
Il principe Sigfried nel Lago dei cigni nella versione di Patrice<br />
Bart, perché questa è piena di colori psicologici e che ho<br />
danzato tantissime volte sia a Berlino che in diverse parti del<br />
mondo.<br />
Hai collaborato e sei stato coreograto dai più grandi. Cosa<br />
e chi ha lasciato un segno nella tua carriera<br />
Ho avuto l'onore di lavorare con Maurice Béjart. È stato davvero<br />
molto forte ed impressionante. Ring umden Ring è stata il mio<br />
primo debutto allo StaatsballettBerlin come danzatore mimo, nel<br />
2004. Questo è stato un altro ruolo molto speciale per me. In<br />
quello ero più un attore che un ballerino, e dovevo anche<br />
cantare. Con quella parte mi sono visto da una prospettiva<br />
diversa, ed ho ottenuto qualcosa di diverso dal solito; avevo<br />
solo diciannove anni, Béjart ed il suo assistente mi hanno<br />
comunque scelto. Mi hanno scelto per il ruolo, non per come<br />
apparivo, ma per la capacità di interpretare molto bene la parte.<br />
Oggi, come ricordi quella esperienza?<br />
Ho un bel ricordo, è stato molto divertente. Ho imparato molto<br />
da quell’esperienza. Béjart era già malato allora, ma si è<br />
presentato lo stesso e abbiamo fatto molte prove con lui. Potevi<br />
sentire la sua energia. E quello sguardo, quegli occhi, come un<br />
lupo. Quando ti guardava, sentivi la sua personalità e la sua<br />
aura. Mi ha detto come concepire la mia parte. È stato davvero<br />
fantastico lavorare con lui, indimenticabile, e mi ha<br />
accompagnato nella mia vita professionale e nella mia carriera.
FP IE SR CS O N E A GBG AI LE L BO<br />
A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
ALESSIA<br />
FABIANI<br />
photo © Danilo Piccini<br />
trucco Mauri Menga
FP IE SR CS O N E A GBG AI LE L BO<br />
A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
di Marianna Bonavolontà<br />
Alessia Fabiani ha di certo cambiato vita. Un tempo dominava<br />
i settimanali di costume, grazie ai tanti programmi condotti, i<br />
concorsi di bellezza vinti e l’incancellabile ruolo di “Letterina”<br />
a Passaparola, quiz del preserale di Canale Cinque con Gerry<br />
Scotti che tante stelle ha lanciato. Volontariamente lontana<br />
dalle scene per assolvere al suo ruolo principale, quello di<br />
mamma di due gemelli, Keira e Kim di otto anni, si ripresenta<br />
con una straordinaria, invidiabile vitalità ed una rinnovata vena<br />
artistica, forgiata dal teatro.<br />
Il teatro, nel tuo caso non si ferma…<br />
Si, insieme a Claudio Zarlocchi sarò la protagonista di “Una<br />
stanza al buio”; debutto il 18 <strong>ottobre</strong> al Teatro degli Audaci di<br />
Roma, per continuare successivamente in tournee. È un giallo<br />
scritto da Giuseppe Manfridi con la regia di Francesco<br />
Branchetti. Il teatro è una palestra che mi ha tenuta allenata.<br />
Ottenendo la conferma diretta dal pubblico ad ogni<br />
rappresentazione, finalmente la richiesta di una foto arrivava<br />
per averlo coinvolto, nelle vesti di un personaggio lontano da<br />
me.<br />
Ma c’è anche il cinema, sei stata diretta da Pupi Avati e Paolo<br />
Sorrentino. Set importanti. Quante cose per un’attrice che ha<br />
iniziato la carriera da bambina…<br />
Una bambina alquanto vivace, che accompagnava sovente la<br />
nonna e la mamma a teatro, dato che questo era l’unico<br />
metodo per acquietarmi. Di fronte a quei grandi nomi, da<br />
Gassman a Gaber, rimanevo ipnotizzata dalle luci, le storie, le<br />
voci. Alla rappresentazione del Premio Flaiano a Pescara, ebbi<br />
però la brillante idea di fare lo sgambetto ad un giornalista,<br />
solo per noia. Il giorno dopo finii sui giornali e fu il mio primo<br />
articolo. Scrissero che una bambina dalle lentiggini si era<br />
fatta riconoscere. In platea c’era anche Maurizio Costanzo<br />
che si avvicinò chiedendo di mia mamma, io velocemente la<br />
raggiunsi ma lei non mi credette. Abituata alle tante invenzioni<br />
e bugie bianche che raccontavo, come darle torto.<br />
Invece era vero, tanto che ti volle in “Orazio” nel ruolo di sua<br />
figlia, sitcom all’interno di “Buona Domenica”, segnando così il<br />
tuo debutto. Avevi nove anni.<br />
Scriveva Alberto Silvestri papà del cantante Daniele.<br />
Terminate le due stagioni di “Orazio” mi rimisi a studiare sino<br />
al Liceo Classico. Nella mia famiglia di professori, l’Università<br />
e la Laurea in Scienze dei Beni culturali, poi conseguita,<br />
sembrava un equo traguardo.<br />
Cosa ti ha portato a fare l’attrice?<br />
Ammiro da sempre Marilyn Monroe. Una donna sensuale e<br />
fragile. Ne ero affascinata. Chiedevo spesso a mia nonna di<br />
raccontarmene la vita in bianco e nero. Da piccolina pensavo<br />
addirittura che i colori a quel tempo non esistessero.
FP IE SR CS O N E A GBG AI LE L BO<br />
A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
C’è qualcosa che non hai mai detto a tua madre?<br />
Lei è stata più importante di quanto possa credere e di quanto io, le<br />
abbia dimostrato. Ora da un po’ di tempo scrive poesie che ho avuto<br />
l’onore e l’onere di leggere in pubblico ma la commozione mi ha<br />
sopraffatta, portandomi a piangere copiosamente. Parlava del<br />
nostro rapporto. C’è uno scambio incancellabile, unico, costruttivo. I<br />
miei figli m’insegnano quanto la vita sarebbe bello iniziarla ad<br />
ottant’anni, per tutto ciò che s’impara. Con l’esperienza accumulata<br />
si diventa persone migliori.<br />
Te invece che mamma sei?<br />
Affronto ogni cosa senza baby-sitter, rimanendo sempre presente<br />
per la mia coppia di splendidi gemelli. Portano il nome doppio, la<br />
femminuccia Keira Laura ed il maschietto Kim Giulio,in onore dei<br />
nonni. Non è detto che da grandi facciano gli attori però, ed è la<br />
prima volta che lo dico, hanno appena “debuttato” partecipando al<br />
“Pinocchio” di Matteo Garrone, nella scena ambientata nel Paese dei<br />
Balocchi.<br />
Il viaggio più bello?<br />
Amo viaggiare, l’avventura ed apprendere, evitando di annoiarmi. Da<br />
quando ci sono i bambini, comunque, ho rivalutato l’Italia, scoprendo<br />
i meravigliosi borghi che costellano il nostro paese. Quando riesco<br />
andiamo a visitarli ed è bello notare la curiosità che possiedono di<br />
scoprirne continuamente di nuovi.<br />
Cosa non manca nella tua valigia?<br />
Jeans, T-shirt, lucidalabbra e ciglia finte. È un vezzo che mi soddisfa.<br />
Qualche piccolo artifizio può essere piacevole.<br />
Quale augurio ti fai?<br />
Continuare ad essere me stessa.<br />
Note dell’Autore<br />
“Una commedia “gialla” è duro riassumerla schivando tutte le indicazioni,<br />
anche le più minime, che potrebbero alludere al “come va a finire”. Mi<br />
limiterò, a dire quale l’ambiente, e ciò che lo abita: un appartamentino di<br />
natura un po’ retrò, che uno scapolo impenitente, non per nulla malvisto da<br />
un condominio incline alla terza età, ha svecchiato trasformandolo in una<br />
“garconnière” sul cui pavimento campeggia, ad apertura di sipario, una<br />
sinistra sagoma di gesso. I contorni di una salma. Di chi? Per l’appunto, dello<br />
scapolo impenitente.<br />
Ebbene, in questo luogo peccaminoso contaminato da un delitto sul quale<br />
ancor si sta indagando, si introducono un uomo e una donna. Lui è<br />
l’amministratore dello stabile (di professione, scultore), ma da tutti<br />
considerato e trattato come il portiere corruttibile, un po’ tapino ma pure<br />
afflitto da rabbie malamente represse; lei ben più misteriosa, è forse<br />
un’avventuriera alla ricerca non si sa bene di che.<br />
O meglio: non lo si sa all’inizio ma lo si capirà alla fine. Terzo personaggio:<br />
una femmina di notevole avvenenza che saprà rendersi protagonista della<br />
storia senza nemmeno bisogno di comparire in carne e ossa ma solo<br />
attraverso la propria immagine in video.<br />
L’azione si consuma in un arco di tempo reale mentre, dal piano di sopra,<br />
discendono il festante ciacolio e le melodie mielose di una festicciola<br />
organizzata per brindare alla salute di due fidanzatini plurisessantenni.<br />
Fra l’uomo e la donna s’avvia una schermaglia leggera sul principio, vieppiù<br />
maliziosa nel suo procedere, successivamente complice sino quasi alla<br />
scabrosità e all’eros, e da ultimo, impietosa. La dinamica che si avvia e si<br />
consuma, è quella di un plagio insinuante e progressivo. L’esito, un colpo di<br />
scena. Anzi, due. Forse,tre.”
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Quando è nata la passione per il ballo?<br />
Simona: Io facevo pattinaggio artistico a rotelle e la mia<br />
mamma cercava uno sport nel quale potesse<br />
accompagnarmi lei - possibilmente serale - perché di<br />
giorno doveva lavorare.<br />
Avevo perso mio papà quando avevo sette anni ed<br />
andavo a pattinare il pomeriggio prendendo due<br />
autobus, con due paia di pattini, tre volte a settimana per<br />
tre ore.Il nostro medico di famiglia, che allora era il Dr.<br />
Franco Querzè, era l’allora presidente della FIDS<br />
(Federazione Italiana Danza Sportiva), che<br />
successivamente divenne Feder Danza. Un giorno,<br />
andando in studio da lui per alcune ricette, mia madre<br />
notò una foto appesa al muro e il dottor Querzè le<br />
raccontò che quelli nella foto erano i suoi figli che<br />
ballavano le Danze Standard e così, dopo varie<br />
spiegazioni, iniziai a ballare le Danze Standard.<br />
Wiktor: La mia passione per il ballo è nata quando<br />
avevo 5 anni con le Danze Standard, le Danze Latino<br />
Americane e la Danza Classica. Ho iniziato seguendo<br />
l’esempio di mio fratello che già ballava. In Polonia<br />
avevo una maestra di ballo, che poi è diventata suora; è<br />
stata lei a trasmettermi l'amore per la musica e per il<br />
ballo.<br />
Cosa ricordate delle prima volta che avete messo i<br />
piedi in pista?<br />
Simona: Mi ricordo la mia prima esibizione che era fuori<br />
Roma, verso Anzio e andai con il club di appartenenza (il<br />
Club Nibbio) dove il mio maestro, Gianfranco Rossetti,<br />
che poi diventò anche il mio papà perché mia mamma e<br />
lui si innamorarono, organizzava queste attività inerenti<br />
al ballo come secondo lavoro.<br />
Ricordo che ero molto agitata.<br />
Erano veramente amanti del ballo nel loro club; i soldi<br />
dei nostri mensili diventavano un fondo cassa per pagare<br />
i pullman per andare alle gare o per chi non aveva la<br />
possibilità di comprare scarpe e vestiti per il ballo.<br />
Wiktor: Sì che me la ricordo la mia prima gara! Avevo 8<br />
anni e sono arrivato primo.<br />
Cos’è per voi il ballo?<br />
Simona: Tutto un insieme di tutto, tante emozioni che<br />
messe insieme creano quell’adrenalina che mi fa venire<br />
voglia di entrare in pista, di confrontarmi con gli altri,<br />
presentarmi e cercare di dare il massimo perché io,<br />
come carattere, quando faccio una cosa la faccio bene.<br />
La sensazione che ho sempre avuto è proprio la voglia di<br />
entrare in pista.<br />
Mi ricordo che durante gli ultimi anni in cui gareggiavo<br />
avevamo le stellette che ti permettevano di saltare due<br />
turni e quindi per me era un’angoscia aspettare tutto il<br />
giorno prima di entrare in gara, la sera, però, quando<br />
entravo, scalpitavo. Per me il ballo è arte, è vita, è<br />
passione, è carisma, è amore, è gratitudine; il ballo è<br />
un’arte che ti dà modo di esprimerti con il corpo senza<br />
parlare, musica e corpo; per me è un’arte completa<br />
perché può riuscire a trasmettere senza dire una sola<br />
parola.<br />
Wiktor: Quando ballo, sento che posso comunicare tutte<br />
le mie emozioni tramite il corpo e la musica; è come se il<br />
mondo non esistesse; sento energia, passione,<br />
tranquillità. Quando ballo con la mia ballerina è come se<br />
i nostri corpi parlassero senza usare nemmeno una<br />
parola. A volte il mio corpo diventa uno strumento<br />
musicale attraverso il quale esprimo quello che ho<br />
dentro.
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Simona, mi racconti qualcosa di Wiktor, il tuo attuale compagno e ballerino?<br />
Con Wiktor ci siamo conosciuti tredici anni fa, lui è un ballerino della Polonia, ci siamo<br />
conosciuti nel mondo del ballo. Sembra una persona dei nostri tempi e<br />
contemporaneamente una persona d’altri tempi; su di lui si può fare affidamento perché è<br />
una persona seria che si dedica a quello che fa, e lo fa al mille per mille.<br />
E tu, Wiktor cosa ci dici di Simona?<br />
Mi mancano le parole per descrivere Simona, una persona meravigliosa, bellissima e<br />
piena d'amore per tutti, sincera, onesta, piena di vita, decisa, concreta e affidabile. Sempre<br />
in pista anche per aiutare gli altri, specialmente le persone anziane.<br />
Quali sono le caratteristiche che evidenziano la coppia campione?<br />
Simona: Le caratteristiche che evidenziano una coppia campione sono molteplici però<br />
sono anche individuali, ossia, sicuramente una tecnica che rasenti la perfezione, ma poi la<br />
coppia campione è colei che si esprime in pista, che ha una propria identità, che lascia un<br />
segno, il che non vuol dire essere perfetti, ma che riesce ad arrivare nei cuori e negli occhi<br />
delle persone, che poi parleranno di te.<br />
Wiktor: Sono sicuramente molte le caratteristiche che evidenziano una coppia campione.<br />
Musicalità, carisma, autodisciplina, fiducia, onestà. È importante avere un obiettivo e<br />
lavorare duro per ottenerlo, accada quel che accada. Il rispetto verso il proprio partner e gli<br />
altri danzatori e l’armonia con la musica sono altri aspetti fondamentali. E poi ancora:<br />
ricordarsi di competere con se stessi per migliorare e non con le altre coppie, essere grati<br />
per tutto ciò che si ha nella vita durante il viaggio per diventare un campione .<br />
Ballo e Amore: come conciliare queste cose?<br />
Simona: A volte non è facile, ci sono i pro ed i contro. Quando c’è l’amore, ovviamente, c’è<br />
anche rispetto, però a volte nelle discussioni non si riconoscono molto i limiti proprio<br />
perché c’è tanta confidenza e può succedere che una discussione che si può creare<br />
durante un allenamento o, comunque, durante un momento di ballo, si porta anche a casa.<br />
È questo l’errore. Invece il lato positivo è che condividere questa passione insieme alla<br />
persona che si ama ti aiuta a creare una complicità particolare ma che conosce solo chi<br />
l’ha provata.<br />
Wiktor: Conciliare ballo e amore è una cosa bellissima ma anche molto difficile. Si ha la<br />
sensazione di condividere tutto insieme, viaggi, gare, il momento magico dell'inizio gara<br />
(START-GO). Gli allenamenti sono più rischiosi, bisogna saper separare la vita privata<br />
della vita professionale. Dopo esserci innamorati, uno show di danza è stato galeotto per<br />
intraprendere una vera e propria carriera professionistica insieme.<br />
La difficoltà più grande che avete avuto durante le vostre carriera e come l’avete<br />
superata?<br />
Simona: La difficoltà più grande durante la mia carriera è stata a livello di ballo quando<br />
sono passata da essere finalista in tutte le gare a non poter partecipare alle finali.<br />
L’ho superata non mollando mai, credendo nei miei insegnanti (Giancarlo e Luisa<br />
Barbieri) i quali mi proposero anche di cambiare insegnante, ma io sapevo che non era<br />
colpa loro, il tutto era dovuto a cause esterne. Non abbiamo mollato e l’anno dopo a<br />
Blackpool siamo rientrati in finale.<br />
Wiktor: Il momento più difficile è stato quando, dopo 16 anni, ho smesso di ballare con<br />
quella che allora era la mia ballerina, ma non mi sono mai arreso ed ho continuato ad<br />
allenarmi - ogni giorno - per migliorare me stesso, come se avessi una gara dopo una<br />
settimana. Anche quando ho lavorato in Norvegia è stata dura. Facevo diversi lavori per<br />
mantenermi e guadagnare il necessario per poter seguire le lezioni di ballo.<br />
Simona, nel 2017 sei tornata a gareggiare con Wiktor dopo uno stop di qualche<br />
anno. Come è stato tornare una seconda volta in pista a Blackpool?<br />
Simona: Nel 2017, quasi per gioco, dovetti fare un’esibizione con Wiktor in Germania,<br />
perché la sua ballerina attuale non era potuta venire in Europa (lei era di origine<br />
Coreana). Mi ricordo che feci Tango e Slow Fox. Fu un’emozione fortissima rientrare in<br />
pista. Io mi sono ritirata dalle competizioni nel 2001 e, a 46 anni, nel 2017, dopo sedici<br />
anni di pausa, sono andata a fare quest’esibizione; nel frattempo la ballerina di Wiktor<br />
smise di ballare ed io - una sera - feci la proposta a Wiktor di diventare la sua ballerina.<br />
Così, in un mese e mezzo, allenandoci sei o sette ore al giorno, preparammo la gara di<br />
Blackpool. Questa fu un po’ una sfida con me stessa, fu una cosa da tanti criticata ma<br />
da tanti apprezzata, però la cosa più importante di tutte fu l’emozione provata nel<br />
rientrare in pista.
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Wiktor, e per te com‘è stato ballare la prima volta che la donna che ami?<br />
Quando abbiamo cominciato a ballare insieme è stato un periodo di stress, ma anche di grandi soddisfazioni, in pista ricordo che ci siamo<br />
guardati negli occhi e questo sguardo trasmetteva quell’amore che ci ha dato la forza per ballare , annientando tutte le paure che avevamo<br />
facendoci sentire che tutto è possibile.<br />
Wiktor, e per te com‘è stato ballare la prima volta che la donna che ami?<br />
Quando abbiamo cominciato a ballare insieme è stato un periodo di stress, ma anche di grandi soddisfazioni, in pista ricordo che ci siamo<br />
guardati negli occhi e questo sguardo trasmetteva quell’amore che ci ha dato la forza per ballare , annientando tutte le paure che avevamo<br />
facendoci sentire che tutto è possibile.<br />
Oggi siete dei maestri di danza più apprezzati in Italia e nel mondo. Secondo Voi, cosa piace agli allievi di Simona e Wiktor ?<br />
Simona: Quando ottieni risultati, sicuramente hai una strada più spianata a livello d’ insegnamento, però poi devi anche dimostrare di saper<br />
insegnare, non solo di attivare le coppie.Io mi sento fortunata perché già quando ballavo nei professionisti lavoravo con tanti club in Italia e<br />
mi sono capitati tra le mani ballerini, come Mirko Gozzoli con Alessia Betti, che ci hanno dato tantissime soddisfazioni, che con me e Fabio<br />
Selmi, che eravamo i loro coaches, hanno vinto tanti campionati del mondo sia negli amatori che nei professionisti<br />
Poi ci sono state tantissime coppie che ci hanno dato tante soddisfazioni e continuano a farlo tutt’oggi. Adesso non lavoro più con Fabio<br />
Selmi, lavoro con Wiktor e produciamo insieme tantissime coppie negli amatori e nei professionisti che ci danno tante soddisfazioni.<br />
Perché devono scegliere me? Non lo so … Forse perché sono diretta. Mi viene detto che quando spiego do delle informazioni concrete, ed<br />
in modo semplice e comprensibile.<br />
Wiktor: Grazie per le belle parole. Credo che con il mio ballo trasmetta musicalità, armonia e carisma. Penso che ogni persona possa<br />
diventare un grande ballerino, artista o semplicemente una brava persona. Da tanti anni organizziamo un Grande Congresso Internazionale<br />
- Gladiators Dance Congress Roma - e nel 2021 cominceremo anche a fare Dolce Vita “Rome Dance Festival”. Poi stiamo lavorando anche<br />
ad un progetto per anziani e giovani - Live Life by Dance - (un po' meno competitivo).<br />
Simona Fancello, romana,<br />
ballerina professionista danze<br />
standard. Finalista nelle maggiori<br />
competizioni internazionali: UK<br />
Blackpool International, vice<br />
campioni europei, terzi ai<br />
mondiali, campioni italiani nelle<br />
Danze Standard 10 Balli, Show<br />
Dance. Risultati in coppia con<br />
Fabio Selmi.<br />
WIiktor Kiszka, polacco,<br />
ballerino professionista danze<br />
standard, ha iniziato a ballare<br />
nel 1996 con Malgorzata<br />
Garlicka, diventando per 6<br />
volte campione Polacco,<br />
Vincitore di Blackpool Amatori,<br />
Con<br />
Genny Favaro finalista<br />
mondiale e internazionale. Dal<br />
2017 al 2018 ha ballato in<br />
coppia con Simona,<br />
conquistando la finale delle<br />
più prestigiose competizioni<br />
mondiali.<br />
Intervista di<br />
Elena Botti e Alessia Scatigna
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Giancarlo Paglialunga<br />
Tràdere – Tradire e tramandare<br />
di Elena Botti e Alessia Scatigna<br />
Quando e come è nata la passione per la musica popolare?<br />
La mia passione è nata tardi, quando avevo 22-23 anni. Mi è stata tramandata dai nonni che già suonavano alle tarantate, alle<br />
matinate e ai “Santu Lazzaru” ( canti di questua del periodo Pasquale). C’è stato un momento storico (che apparteneva ai nostri<br />
genitori) in cui la musica popolare aveva perso completamente il suo esistere, dove si buttavano via gli strumenti musicali dei<br />
nonni, dove volevano completamente dimenticare la musica tradizionale salentina. E poi siamo arrivati noi, i “nipoti”, che come<br />
me, hanno ripreso in mano le tradizioni.<br />
Chi è stata la tua fonte d’ispirazione artistica?<br />
Sono stato ispirato da gruppi musicali come il Canzoniere Grecanico Salentino, gli Aia Noa di Copertino. Mi sono appassionato<br />
al Folk revival, ovvero la riscoperta dalla musica tradizionale sotto forma di intrattenimento.<br />
Sono anche andato a casa degli anziani a farmi raccontare cos’era per loro la musica tradizionale salentina incontrando cantori<br />
come Uccio Aloisi di Cutrufiano. Ho avuto la fortuna di conoscere Luigi Stifani , il grande violinista dell’orchestrina terapeutica, e<br />
Gigi Cececre. Avrei voluto conoscere Uccio Bandello.<br />
Che cosa si intende per nuova musica popolare?<br />
La parola tradizione deriva dal latino tràdere che significa consegnare, tramandare e tradire. La tradizione può non<br />
essere stereotipata (sempre uguale) e può essere innovativa, che significa cantare e raccontare la vita di oggi<br />
proprio come si faceva cento anni fa (per esempio i canti delle tabacchine nei campii di lavoro). Cerchiamo di fare<br />
musica contemporanea a tutti gli effetti. Noi vogliamo parlare di quello che siamo e di quello che saremo.<br />
Attraverso la mia voce esprimo una nuova idea, un nuovo sentimento, un nuovo rancore, una nuova malinconia.<br />
Scrivendo il presente raccontiamo quello che stiamo passando.<br />
Prossimo lavoro?<br />
C’è in progetto un nuovo lavoro dove noi raccontiamo ai nostri figli e ci chiediamo "Cosa vi stiamo<br />
lasciando ? Cosa stiamo facendo? "<br />
Lasciate messaggi di speranza?<br />
Si, dobbiamo essere melanconici ma anche speranzosi. L’energia di questa musica non<br />
fa altro che darti una spinta per farti sempre reagire. Il Salento si è sempre riscattato. Io<br />
guardo i miei figli e, senza mai imporgli l’uso di qualche strumento, spero sempre che<br />
loro si avvicinino spontaneamente a questa realtà.<br />
Ho sempre avuto l’impressione che i tamburi siano “vivi”...<br />
Si, nel suono del tamburo c’è una magia, come fosse un rito<br />
magico che può condurre ad uno stato di trans ipnotica. Con la<br />
musica giusta, nel momento giusto, si creano situazioni<br />
particolari. Molti anni fa ho avuto l’occasione di suonare<br />
consecutivamente per 5 o 6 ore per una ballerina che voleva<br />
sperimentare questa forma di ipnosi. Anche noi stessi suonatori<br />
quando suoniamo il tamburo andiamo in trans.<br />
Io suono la pizzica, chiudo gli occhi e mi dimentico di stare in un<br />
gruppo. I tamburi sono vivi, i tamburi guariscono.<br />
Giancarlo Paglialunga, nato a Santa Maria al Bagno, comune di Nardò, classe ’75,<br />
tamburellista e voce della musica popolare tradizionale salentina e non. Attualmente figura di<br />
rilievo del Canzoniere Grecanico Salentino (CGS) e dell’Orchestra Popolare della Notte<br />
della Taranta.
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" B O D Y P E R C U S S I O N : L ' A R T E D I<br />
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Salvo Russo è un musicista e compositore partenopeo.<br />
Diplomato in pianoforte al Conservatorio “S. Pietro a<br />
Majella” di Napoli all'età di 20 anni porta a compimento il<br />
primo step di un percorso musicale ben più ampio e molto<br />
entusiasmante.<br />
Salvo cosa rappresenta per te la musica?<br />
La Musica mi ha sempre offerto tante opportunità per<br />
scoprire orizzonti nuovi, sperimentare e mettere in gioco la<br />
mia creatività, il bisogno di esprimere e raccontare qualcosa<br />
attraverso alcune delle infinite possibilità che la vita riserva<br />
Per esempio?<br />
L’ incontro con la Musicoterapia, avvenuto nel 2000 presso<br />
il C.E.P. di Assisi, sede della prima, storica scuola di<br />
Musicoterapia in Italia dove ho frequentato il corso<br />
quadriennale. Quello è stato un momento di svolta per me<br />
in quanto, rispetto agli anni vissuti in Conservatorio (con le<br />
sue rigorose regole e schemi fissi) ho potuto vivere la<br />
Musica senza rinunciare alla Libertà: quella di essere ISO<br />
(per dirla con R. Benenzon) e cioè un'identità Sonoro<br />
Musicale che vive, si manifesta e risuona nel mondo<br />
insieme a tutti gli altri esseri viventi che fanno parte della<br />
grande orchestra della vita.<br />
Musica e Libertà, dunque, un binomio imprescindibile?<br />
Direi di sì, un binomio a cui non voglio rinunciare e che ha<br />
favorito altri processi di crescita e di sviluppo personale e<br />
professionale come l'incontro con la BODY PERCUSSION<br />
che è diventata poi la mia principale attività musicale.<br />
Spiegaci meglio cos’è la Body Percussion?<br />
La Body Percussion (o anche Body music o Percussione<br />
corporale) è l'arte di produrre i suoni con le diverse parti del<br />
corpo (voce compresa) che, in questo caso, viene<br />
impiegato come un autentico strumento musicale. Un<br />
meraviglioso e complesso strumento di cui tutti siamo dotati<br />
e che è possibile esplorare, conoscere ed armonizzare<br />
attraverso l'approccio globale della Body Percussion. Il<br />
corpo, infatti, è in grado di produrre una serie infinita di<br />
suoni e rumori che vengono strutturati ed armonizzati per<br />
creare patterns, combinazioni ritmiche, poliritmie,<br />
coreografie o veri e propri brani musicali. Battere le mani o i<br />
piedi, schioccare le dita, fischiare, emettere suoni con la<br />
voce, schioccare la lingua sul palato ecc. sono soltanto<br />
alcune delle infinite possibilità che abbiamo a disposizione.<br />
Come definiresti questa arte che tu chiami Body<br />
Percussion?<br />
É un'attività dinamica e di grande coinvolgimento che,<br />
negli ultimi anni, sta diventando sempre più motivo di<br />
grande interesse anche da parte delle Accademie musicali<br />
e di danza, dei Conservatori, delle scuole di ogni ordine e<br />
grado ecc. Molti sono infatti i Corsi di formazione richiesti in<br />
cui il corpo, il movimento, la creatività, la musica e la<br />
relazione sono al centro di una straordinaria esperienza<br />
didattica, artistica e professionale che vale la pena vivere e<br />
per cui non esistono limiti di età.
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Tu, come vivi questa tua arte?<br />
In modo meraviglioso, da tanti anni mi da la possibilità di<br />
lavorare come formatore di Body Percussion, di incontrare<br />
migliaia di persone in giro per il mondo e di collaborare in<br />
contesti prestigiosi con centri e enti dislocati in ogni angolo<br />
della terra, America, Cina, Russia, Europa...<br />
Quali vantaggi offre la Body Percussion?<br />
I corsi di formazione docenti, così come i Festivals di<br />
musica, danza e teatro, le masterclasses ed i workshops<br />
che conduco in Italia e all'estero, sono una straordinaria<br />
occasione di crescita umana e professionale.<br />
Un'incredibile opportunità per incontrare differenti culture,<br />
storie e tradizioni e, al tempo stesso, per proseguire nel<br />
mio lavoro di ricerca e studio delle nostre infinite<br />
potenzialità sonoro/musicali. Oltre ogni confine geografico,<br />
lingustico, socio/culturale che dir si voglia, il corpo<br />
rappresenta il denominatore comune ad ognuno di noi<br />
attraverso il quale nasce e si sviluppa la nostra esperienza<br />
musicale. Un'esperienza preziosa perchè rivela ogni volta<br />
unica musica nuova, non soltanto da ascoltare ma anche<br />
e soprattutto da vivere!<br />
A proposito di confini geografici e culture differenti,<br />
so che tu hai a cuore un altro progetto “Flamenco<br />
Tango Neapolis (FTN)” ci spieghi di cosa si tratta?<br />
È un progetto che ho fondato nel 2009 e di cui sono<br />
Direttore artistico e musicale in cui la Canzone<br />
Napoletana, culla di storia, cultura e tradizioni, si unisce al<br />
Flamenco ed al Tango argentino dando vita ad un’originale<br />
contaminazione di stili. Un progetto davvero unico che,<br />
attraverso la musica, la danza ed il teatro, unisce diverse<br />
tradizioni del sud del mondo in cui “Napoli rappresenta<br />
l’Anima che le accoglie e con ardimento le sublima”.<br />
Napoli è anima, spirito che pulsa, trasformazione, ardore,<br />
forza espressiva...<br />
Chi sono i componenti del FTN?<br />
FTN è costituito da un quartetto di musicisti (pianoforte,<br />
percussioni, violoncello, due chitarre, violino, oud arabo,<br />
voci) e due coppie di ballerini. I colori di Napoli, mescolati<br />
con quelli dell’Andalusia e del Sud America esplodono sul<br />
palco con atmosfere intense e davvero coinvolgenti. La<br />
scena è arricchita dalla magia del baile flamenco e del<br />
tango argentino. Gli spettacoli prodotti sono 3: “Encanto”,<br />
“Viento - Da Napoli a Siviglia a Buenos Aires” e<br />
“Arrassusìa”. I lavori discografici 2: “Encanto” e “Viento”.
N C O N T R O C O N<br />
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T<br />
D A N C E F I T N E S S<br />
di Fabrizio Silvestri
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La pole dance è diventata l'attività fisica più di tendenza del <strong>2020</strong>, insieme ad altre<br />
che coniugano «seduzione, divertimento e musica». A lanciarla definitivamente è<br />
stata la bomba sexy JLO. Jennifer Lopez ha dichiarato che, per interpretare il ruolo<br />
della stripper Ramona nel film “Hustler” Le ragazze di WallStrett, ha impiegato due<br />
mesi di allenamento intensivo, guidata dalla performer del CirqueDu Soleil Johanna<br />
Sapakie. Per capire la filosofia della Pole dance abbiamo incontrato Valeria<br />
Bonalume, ballerina, attrice, insegnate di Pole Dance.<br />
Valeria che cos’è la Pole dance?<br />
Per spiegare cosa sia la pole dance non posso che partire da me, raccontando la<br />
mia esperienza personale, di quale sia stato il significato del suo incontro nel mio<br />
cammino di vita. Fu un colpo di fulmine nel 2010, quel giusto match amoroso tra gli<br />
opposti con i quali lavoravo da sempre, la perfezione della tecnica e l’espressione<br />
libera da vincoli, la disciplina e l’abbandono totale di essa. Da ex ginnasta ritmica e<br />
danzatrice professionista avevo trovato la giusta maniera per iniziare un nuovo<br />
percorso espressivo: il riconoscere attraverso un attrezzo la possibilità di<br />
trascendere preconcetti e superare limiti fisici ma, soprattutto, mentali. La pole<br />
dance è unione, empowerment, lavoro introspettivo ed elevazione.<br />
La Pole Dance si pratica utilizzando il palo…<br />
Sì, il palo ti dà la possibilità di salire ma, per farlo, si deve partire dal basso, dalle<br />
basi, scoprendo di avere capacità che neanche immagini, attraverso un percorso<br />
intimo e di lavoro costante su di sé. Le donne ancestrali ballavano intorno ad un<br />
albero, le chiamavano streghe, in realtà cercavano portali per esprimersi in totale<br />
libertà, senza giudizio e soprattutto nell’accettazione di se stesse e nel rispetto<br />
dell’altra persona. Troviamo origini anche in una disciplina sportiva tradizionale<br />
indiana, il Mallakhamba, prettamente maschile; questo perché la pole dance non fa<br />
distinzione di genere. Anche la lap dance è madre di questo sport, i primi<br />
campionati si svolgevano nei night e le prime campionesse e pioniere si allenavano<br />
in luoghi ben lontani dalle strutture professionali che ora riempiono le città e fanno<br />
tendenza.<br />
Come si costruisce una lezione di Pole dance?<br />
La competizione fondata sull’invidia non porta beneficio, mentre la solidarietà ed il<br />
sostegno reciproco crea apertura e crescita. Durante una lezione di pole dance<br />
succede questo: ci si aiuta rispettando i tempi di apprendimento propri e altrui.<br />
Quanto fa bene all’autostima riuscire a portare a termine, con le proprie forze una<br />
nuova figura o movimento! Ecco perché la pole dance non è solo disciplina sportiva<br />
e artistica ma diventa un modo di essere e di vedere la vita sotto altre prospettive.<br />
Cercare equilibrio nel corpo, chiedere ad esso di svolgere movimenti innaturali è<br />
parallelo ad un lavoro mentale di apertura all’elasticità e al cambiamento. E non<br />
parlo solo da professionista ma da coach e osservatrice che ha visto numerose<br />
persone trasformare la propria vita con grande coraggio.<br />
Come arriva la Pole dance ad essere un sport?<br />
La pole dance è considerata uno sport vero e proprio perché ha un codice di<br />
elementi simile alla ginnastica ed al pattinaggio, ed esistono competizioni<br />
professionali e non, sia a livello nazionale che mondiale. La parte artistica è<br />
fondamentale, in quanto gli elementi tecnici vengono supportati da una coreografia.<br />
Ho assistito a show emozionanti che raccontavano esperienze personali e temi<br />
pregni di significato.<br />
Ma come abbiamo visto nel film con Jennifer Lopez, la pole dance esiste<br />
anche come espressioni artistica?<br />
Esattamente; esiste poi tutta la parte di esibizione, che è molto richiesta per<br />
spettacoli dal teatro alla televisione ed agli eventi di ogni genere. Non esistono<br />
limiti, chiunque voglia intraprendere questa disciplina può farlo affidandosi alle mani<br />
esperte di insegnanti certificati. Invito tutti alla prova, ma soprattutto ad innamorarsi<br />
di qualcosa, qualsiasi essa sia e desiderare di fare un percorso di crescita. La<br />
passione è ciò che fa la differenza tra chi fa le cose perché deve e chi invece ci<br />
mette il cuore.<br />
Valeria Bonalume è stata più volte campionessa italiana di pole dance, e<br />
questa è una parte della sua vita interamente dedicata a plasmare il proprio<br />
corpo ed a renderlo veicolo per trasmettere emozioni e idee. Un passato da<br />
ginnasta ritmica iniziato a 5 anni e il diploma di“tersicorea lirica e istruttrice di<br />
danza” alla SPID di Milano a 21; l’artista ha performato per grandi brand e<br />
rinomati eventi, da Sanremo a Chiambretti Supermarket, a Ballando con le<br />
stelle, Italia’s got Talent e Lo show dei record. È stata protagonista dell’ultimo<br />
spot televisivo di Radio Monte Carlo, attrice per cinema, modella per molti<br />
fotografi, speaker per una conferenza Tedx e coach di vip nonché di tantissime<br />
atlete in tutta Europa durante i suoi stage in trasferta. Ha partecipato a sei<br />
mondiali di pole dance come atleta italiana. Attualmente ha creato il suo<br />
Valeria Bonalume Atelier, un concept nel quale poter accogliere e praticare il<br />
suo essere performer, coach e consulente artistica<br />
www.valeriabonalume.it
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A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
DANZO<br />
PER I DIRITTI<br />
LGBTQ<br />
Danilo Di Leo, ballerino del Teatro San Carlo di Napoli. Un giovane danzatore che, oltre ad<br />
occuparsi di danza e di arte, si è laureato in scienze motorie e si occupa dei diritti della comunità<br />
LGBTQI - lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuali -.<br />
Danilo è una persona che non ha paura di sporcarsi le mani, specialmente se deve aiutare<br />
qualcuno a cui vengono negati i propri diritti. Un uomo che oltre all'amore verso la danza, uscito<br />
dalla sua sala di danza, ama suo marito Antonello.<br />
Per <strong>TuttoBallo20</strong> lo ha intervistato Giovanni Battista Gangemi Guerrera
FP IE SR CS O N E A GBG AI LE L BO<br />
A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
Quando hai cominciato a studiare danza?<br />
Ho studiato danza all’età di 15 anni. Nonostante abbia sempre<br />
avuto una passione per il ballo, e dei genitori che mi hanno sempre<br />
spronato a fare danza, ho sempre avuto paura di poter essere<br />
giudicato in quanto maschio e così ho iniziato fondamentalmente<br />
tardi ma, per fortuna, oggi, posso dire d’aver recuperato i tempi.<br />
Cosa provi quando sei sul palcoscenico?<br />
Quando sono sul palcoscenico è come se entrassi a far parte di un<br />
sogno, ogni volta entro con tutto me stesso in una realtà che inizia<br />
sul palcoscenico e seppur finisce una volta rientrato dietro le quinte,<br />
mi lascia per molto tempo un senso di soddisfazione.<br />
Quale opera classica e quale ruolo da te interpretato ti è<br />
rimasto più impresso?<br />
Sicuramente il balletto che preferisco di più è Romeo e Giulietta.<br />
Nella mia esperienza personale di ballerino ho interpretato vari ruoli<br />
da solista, ma ciò che mi rende davvero felice è l’energia che provo<br />
quando ballo nel corpo di ballo, il lavorare insieme, interpretare ciò<br />
che accade nel contesto di una storia. In fondo, la storia di Romeo e<br />
Giulietta non avrebbe avuto senso se non ci fossero state le<br />
famiglie, così come Clara e Schiaccianoci non potrebbero<br />
raccontare nessuna storia senza gli invitati alla festa di natale o la<br />
battaglia tra topi e soldati nell’incubo di Clara.<br />
Cosa pensi della danza in Italia?<br />
La danza, come la cultura in generale, in Italia è purtroppo<br />
abbandonata da troppi anni. Lo stato italiano non rispetta e non<br />
tutela i professionisti del mondo dello spettacolo. Basta pensare a<br />
tutte le compagnie di ballo che sono state chiuse in questo ultimo<br />
ventennio, Trieste, Verona, Firenze, Torino, e tante altre ancora.<br />
Eppure l’Italia dovrebbe essere la madre della cultura nel mondo.<br />
Come ti rapporti con la vita professionale con quella di coppia?<br />
Far capire ad una persona comune cosa significa essere un<br />
ballerino, cosa significa aver sacrificato una vita intera tra la<br />
formazione e la ricerca nel trovarti un lavoro, è difficile. Il lavoro del<br />
ballerino inizia la mattina con l’allenamento, prosegue con le prove<br />
e finisce con la stanchezza che ti porti a casa. Il nostro lavoro ha<br />
orari sempre diversi, prepari lo spettacolo di giorno e ti esibisci di<br />
sera, si balla nel weekend, a volte durante le festività, spesso ci<br />
sono le tournée e viaggiamo in giro per il mondo. Quindi, mi sono<br />
sempre reso conto che trovare una persona che comprenda tutto ciò<br />
è difficile, ma ho cercato allo stesso modo di lottare nel tenermi<br />
stretto il mio lavoro, perché la danza è la mia vita; mi sono sempre<br />
imposto che la mia vita non fosse solo danza, e così quello che ho<br />
provato e provo a fare è lasciare fuori la sala di danza la mia vita di<br />
coppia e non portarmi la danza fuori la sala, cercando in qualche<br />
modo di rispettare sia il mio lavoro che la mia vita di coppia.<br />
Danilo Di Leo e Antonello Sannino il giorno del matrimonio<br />
Hai mai avuto attacchi omofobici nell'ambito professionale?<br />
Nell’ambito professionale decisamente non ho mai avuto attacchi<br />
omofobici. Sicuramente nella formazione in scuola di ballo una delle<br />
correzioni che spesso fanno a noi ragazzi è quella di ballare da<br />
“maschi”, ma non l’ho mai vista come un attacco omofobo, perché mi<br />
è sempre stato chiaro che essere ballerini è come essere attori, e un<br />
cavaliere deve essere interpretato da cavaliere e una principessa da<br />
principessa, poi tutto ciò che si è e come ci si sente fuori<br />
l’interpretazione di un ruolo non mi è mai stato giudicato, né a me né<br />
ad altri compagni o colleghi.<br />
Cosa vorresti suggerire ai nuovi ragazzi o alle ragazze che si<br />
avvicinano al mondo della danza?<br />
Suggerisco sicuramente di avere tanta pazienza, di viversi le ore in<br />
sala ballo lasciando fuori la porta della sala tutto ciò che c’è fuori<br />
senza mai farsi condizionare dai pensieri della quotidianità, come se<br />
fosse una terapia, perché per me è stato così, la danza mi ha<br />
salvato in un’adolescenza che non capivo, perché ha fatto in modo<br />
che io fossi libero e concentrato su qualcosa di magico,<br />
accompagnato dalla musica che mi ha trasportato in mondi lontani<br />
dal bullismo della scuola, dalla paura di capire me stesso, e<br />
dall’incertezza del futuro. E ancora oggi é così, durante quell’ora e<br />
mezza di lezione esiste la musica il mio corpo e niente più.
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A L L O<br />
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Miariangela Berazzi, napoletanae residente in<br />
Umbria. Ha studiato Letteratura, Storia del Teatro,<br />
Antropologia Culturale, Antropologia Teatrale.<br />
Studia il mestiere di ATTORE presso il C.U.T. (Centro<br />
Universitario Teatrale) di Perugia con nomi del<br />
teatro internazionale come Enzo Moscato, Alfonso<br />
Santagata, Nikolaj Karpov, Francis Pardeilhan, Gré<br />
Koerse, Anna Maria Giromella, Ascanio Celestini, e<br />
altri. Specializza anche di canto e ricerca vocale si è<br />
perfezionata nello studiato di tamburi, il canto, le<br />
danze popolari del Sud Italia attraverso<br />
osservazione diretta delle tradizioni. come<br />
cantante, musicista e danzatrice ha collaborato con<br />
molte compagnie e enti lirici. Attualmente è<br />
impegnata con Teatro Proskenion (Calabria), Ritmi-<br />
Associazione di promozione sociale, Liberarte<br />
Orvieto (Umbria).<br />
di Giovanni Battista Gangemi Guerrera<br />
Nando Brusco, cantastorie calabrese tra<br />
tradizione e attualità, preferisce, in luogo<br />
della classica chitarra, il tamburo quale<br />
strumento col quale accompagnare i suoi<br />
“cunti”, i racconti cioè che animano i suoi<br />
spettacoli sempre meno confinati alla sola<br />
regione Calabria. Canti e racconti che sono<br />
finiti, per la sua primissima volta, su un<br />
album che prende il nome di Tamburo è<br />
voce – Battiti di un cantastorie, nome già<br />
dato al suo precedente tour tanto perpetuo<br />
quanto itinerante: “L’amuri di Calabria –<br />
afferma Brusco – non è solo uno spettacolo<br />
di cantastorie, ma il frutto di una ricerca<br />
artistica ed esistenziale. Per il mio sentirmi<br />
profondamente figlio di questa terra, ho<br />
scelto di compiere un viaggio fra le sue<br />
storie, i suoi cunti… per raccontare vicende<br />
ironiche e drammatiche, che appartengono<br />
alla Calabria”.
Mariangela e mi occupo di musica e teatro. Canto<br />
Sono<br />
etnica e jazz, suono<br />
musica<br />
mia arte è un mezzo, un ponte, attraverso cui cerco di<br />
La<br />
a toccare sempre chi mi sta di fronte, instillare dubbi,<br />
arrivare<br />
un'emozione, strappare un sorriso o un abbraccio,<br />
dare<br />
semini. E' dare voce, attraverso ora la musica ora<br />
mettere<br />
di un personaggio, alle ombre che vivono<br />
l'interpretazione<br />
di dentro<br />
E' un modo per indagare, conoscere quello che mi<br />
me.<br />
e fare luce su ciò che mi porto dentro. É navigare in<br />
circonda<br />
mare di emozioni, colori, è plasmare la realtà e modificarla<br />
un<br />
mio piacimento.<br />
a<br />
tamburo è il battito del cuore. E' vibrazione che investe e<br />
Il<br />
E' impulso ed azione. È terra e radici. E’ mezzo che<br />
vivifica.<br />
dialetto è in realtà la prima lingua che un bambino impara,<br />
Il<br />
è la lingua delle origini, quella più direttamente<br />
quindi<br />
al sé più profondo. E' la lingua dell'anima, quella più<br />
collegata<br />
più diretta. Quindi cantare in dialetto dà una potenza<br />
vera,<br />
intendo il teatro in nessun altro modo, ma potrei<br />
Non<br />
lo stesso discorso a tutte le altre<br />
estendere<br />
il teatro è sociale, deve esserlo. Continua da millenni ad<br />
arti:<br />
la sua funzione coreutica, terapeutica, di denuncia, di<br />
operare<br />
della realtà, di<br />
specchio<br />
di miglioramento del mondo, di noi<br />
immaginazione<br />
E' un mezzo espressivo che deve servire a tutti per<br />
stessi.<br />
funzione. Non credo nelle arti che se la cantano e se la<br />
questa<br />
nella cultura come rappresentanza dello stile di vita<br />
suonano,<br />
un'elite, lontano dalle masse. La cultura deve raggiungere<br />
di<br />
Ne va dell'evoluzione dell'essere umano, ne va del<br />
tutti.<br />
psichico dell'uomo.<br />
benessere<br />
io ho conosciuto Nando, sono rimasta folgorata da<br />
Quando<br />
lui usava la voce e i tamburi. Perché ho trovato che<br />
come<br />
magica. Era una via di mezzo tra una modalità artistica<br />
fosse<br />
può usare un musicista e l’espressione vocale e narrativa<br />
che<br />
se fosse uno sciamano. Arricchito dal fatto che lui si fa<br />
come<br />
della sua tradizione culturale, raccontando la sua terra<br />
veicolo<br />
mio prossimo spettacolo è, per l'appunto, uno spettacolo<br />
Il<br />
parla della mia esperienza come insegnante di musica e<br />
che<br />
in una<br />
teatro<br />
terapeutica, esperienza che mi ha segnato<br />
comunità<br />
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A L L O<br />
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1. Chi sei?<br />
i tamburi a cornice, e sono attrice e formatrice.<br />
2. Cosa rappresenta per te la tua arte?<br />
1.Chi sei?<br />
Sono Nando, un figlio della mia terra, la Calabria. Un<br />
suonatore di tamburo a cui piace raccontare storie.<br />
2. Cosa rappresenta per te la tua arte?<br />
Rappresenta la possibilità di rifondare continuamente la<br />
mia identità culturale.<br />
La musica, la narrazione, la ricerca, mi offrono la possibilità<br />
di capire chi sono.<br />
3. Cosa è il tamburo e cosa rappresenta per te?<br />
3. Cosa è il tamburo e cosa rappresenta per te?<br />
Il tamburo è il vuoto che si riempie. E' la capacità di<br />
ancoraggio nei momenti di viaggio. E' la possibilità di<br />
oltrepassare il ritmo per arrivare all'evocazione.<br />
permette viaggi.<br />
4. Quanta importanza dai al dialetto che utilizzi<br />
nell'interpretare i testi che canti?<br />
4. Quanta importanza dai al dialetto che utilizzi<br />
nell'interpretare i testi che canti?<br />
E' un mezzo straordinario per raggiungere alcune forme<br />
poetiche, ma è altrettanto importante in chiave<br />
documentaria. E' la lingua dei margini, delle periferie.<br />
Luoghi e persone spesso dimenticate che però fanno parte<br />
della storia e della vita reale.<br />
ulteriore a ciò che si sta esprimendo.<br />
5. Cosa pensi degli aspetti sociali del teatro?<br />
5. Cosa pensi degli aspetti sociali del teatro?<br />
Il teatro per definizione è un "fatto sociale". Poi negli anni<br />
ha assunto varie declinazioni...diciamo che è uno strumento<br />
molto potente ed in grado di arrivare dove spesso ne la<br />
società, né la politica riescono ad arrivare.<br />
6. Raccontaci brevemente qualcosa di Nando.<br />
6. Raccontaci brevemente qualcosa di Mariangela .<br />
La prima volta che incrociai Mariangela Berazzi, eravamo<br />
ad una sessione di prove per uno spettacolo. Al mio arrivo<br />
in sala, la trovai che cantava, recitava, e<br />
contemporaneamente danzava reggendo una<br />
marionetta...il tutto con una grazia da rimanere incantati.<br />
7. Quale sarà il tuo prossimo spettacolo?<br />
7. Quale sarà il tuo prossimo spettacolo?<br />
si tratta di un lavoro che ha già debuttato ma sul quale<br />
tornerò a mettere mani. un lavoro in cui guardo al connubio<br />
Donna - Mare...<br />
ad un mondo esterno che non la conosce .<br />
profondamente.
FA IT ST UC AO L IE T À B AE LBL AO<br />
L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
Nel 2021 in Gran Bretagna torna in scena "Ritorno al Futuro<br />
Il Musical" con Olly Dobson come "Marty McFly", Hugh Coles<br />
come "George McFly", Rosanna Hyland come "Lorraine<br />
Baines" e Cedric Neal come "Goldie Wilson"<br />
di Pina Delle Site
trasferimento. Così come nel film originale, la trama del musical<br />
Love”, “Johnny B. Goode”, “Earth Angel” e “Back in time”. A<br />
originariamente, doveva fare la sua prima mondiale nel West<br />
2019, è stato annunciato che lo spettacolo avrebbe ricevuto la<br />
FA IT ST UC AO L IE T À B AE LBL AO<br />
L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
Un cult della fantascienza sta per tornare in una veste del tutto<br />
inedita a Londra! Si tratta del film icona degli anni Ottanta<br />
“Ritorno al futuro” che presto si trasformerà in un musical del<br />
West End.<br />
In verità, la versione teatrale del lungometraggio era già stata<br />
lanciata al Manchester Opera House a Marzo ma, a causa<br />
dell’emergenza sanitaria e del lockdown, lo spettacolo era<br />
stato inevitabilmente cancellato.<br />
Nonostante la durata brevissima della messa in scena, il<br />
musical era stato accolto con entusiasmo sia dal pubblico che<br />
dalla critica, tanto che adesso è pronto a debuttare nella<br />
capitale inglese.<br />
Il lancio di “Ritorno al futuro, il musical” è in programma dal 14<br />
Maggio 2021 all’Adelphi Theatre, sullo Strand nella città di<br />
Westminster, quando riapriranno i cinema.<br />
Lo spettacolo<br />
dovrebbe durare fino al 19 dicembre 2021, con lo stesso cast<br />
della prima mondiale di Manchester che tornerà dopo il<br />
segue le avventure dell’adolescente Marty McFly, che viene<br />
teletrasportato nel 1955 grazie ad una macchina del tempo<br />
costruita dall’eccentrico scienziato Doc Brown.<br />
Ad adattare l’opera cinematografica per il palcoscenico è stato<br />
il creatore del film Bob Gale ed il regista Robert Zemeckis. Lo<br />
spettacolo include una lista ricchissima di canzoni originali<br />
prodotte da Alan Silvestri e Glen Ballard, vincitori di<br />
innumerevoli Grammy. Ovviamente nella colonna sonora non<br />
mancheranno i brani iconici del film, tra cui “The Power of<br />
guidare tutto il team c’è il regista teatrale John Rando,<br />
vincitore del Tony Award per la migliore regia di un musical.<br />
Tim Hatley, invece, si è occupato della progettazione del set e<br />
dei costumi. Si prospetta, quindi, uno spettacolo teatrale sui<br />
generis e davvero emozionante che piacerà a grandi e piccini! I<br />
biglietti sono già acquistabili sul sito ufficiale dell’evento: la<br />
fasce orarie sono diverse e si parte da un costo di £ 19,85.<br />
Ritorno al futuro è un musical con musica e testi di Alan<br />
Silvestri e Glen Ballard, ed un libro di Robert Zemeckis e Bob<br />
Gale , adattato dalla loro sceneggiatura originale. Il musical,<br />
End di Londra nel 2015, l'anno in cui i personaggi della trilogia<br />
viaggiarono nella Parte II . Tuttavia, dopo che il regista Jamie<br />
Lloyd ha lasciato la produzione nell'agosto 2014, a causa di<br />
"differenze creative" con Zemeckis, la data di uscita della<br />
produzione è stata spostata all'apertura del 2016. A maggio<br />
sua prima mondiale alla Manchester Opera House nel febbraio<br />
<strong>2020</strong>, prima di un previsto trasferimento nel West End .<br />
Roger Bart<br />
"Doctor Emmett Brown",
S P E T T A C O L I E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
©redazione #<strong>TuttoBallo20</strong>
il titolo Le Dee Vulnerabili c’è una grande storia, un lungo cammino attraverso le molteplici esperienze fatte in prima<br />
“Dietro<br />
nella Danza Movimento Terapia.” Così ci introduce questo progetto di danza laboratorio, Manuela Giugni regista e<br />
persona<br />
terapeuta. Un laboratorio che è anche spettacolo, accompagnato dalla voce narrante e dalle poesie originali di Eusebio<br />
danza<br />
Cristofaro.<br />
De<br />
titolo evoca un mondo perduto e ci riporta indietro nel tempo fino alla classicità del periodo greco e latino; ci rende partecipi e<br />
Il<br />
della bellezza e della vulnerabilità della figura femminile, qui vista come Dea ed abitante dell’Olimpo ma vittima delle<br />
spettatori<br />
di potere e della forza delle divinità maschili. La Danza Movimento Terapia, continua ancora nel suo racconto, nasce<br />
trame<br />
della danza contemporanea con la psicoanalisi. Da questo connubio si crea non solo una nuova tecnica ma una<br />
dall’incontro<br />
completamente rivoluzionaria che supera i canoni della danza classica e si libera degli schemi appartenenti alla tradizione<br />
visione<br />
ballo accademico.<br />
del<br />
figura che incarna questo momento di transizione, questa estrema e, possiamo affermare, definitiva lacerazione è Isadora<br />
La<br />
Duncan.<br />
tra le più rilevanti anticipatrici della danza moderna, la Duncan come prima cosa inizia con l’abolire nei suoi spettacoli le<br />
Figura<br />
da punta che definisce “uno strumento innaturale” e liberando il piede lo riporta a contatto con la terra, con uno<br />
scarpette<br />
degli elementi naturali che sono alla base della sua idea di danza. Si spoglia inoltre di tutti gli artificiosi costumi delle<br />
quindi<br />
e li sostituisce con indumenti leggeri che lasciano libertà ai movimenti dei danzatori. Il vento, altro elemento della<br />
ballerine<br />
idea che è alla base del suo percorso creativo è quella di ricollegarsi all’arte greca attraverso la manifestazione dei sentimenti<br />
L’<br />
delle passioni che scaturiva dalla natura e dalla musica, che dei fenomeni naturali ne diventa espressione. Il collegamento con<br />
e<br />
natura e con i suoi elementi fondamentali li ritroviamo nelle figure espressive di Marta Graham, che possiamo considerare la<br />
la<br />
della danza moderna. Nelle sue coreografie ritroviamo la rappresentazione delle emozioni più profonde dell’animo<br />
madre<br />
E’ da queste grandi figure, come ci racconta Manuela Giugni, che si dipana il percorso della Danza Movimento Terapia e<br />
umano.<br />
vede nell’argentina Maria Fux la sua esponente più significativa. Un percorso che si addentra nelle emozioni più recondite<br />
che<br />
umano e vuole lentamente riportarle in superficie, ed è questo il processo messo in atto nel laboratorio, all’interno del<br />
dell’animo<br />
di Sollicciano. Le emozioni, come sappiamo, molto spesso sono legate ai luoghi nei quali viviamo la nostra quotidianità o<br />
carcere<br />
quelli che ci hanno accompagnato durante la nostra crescita e che pur facendo parte del nostro passato sono sempre dentro il<br />
a<br />
animo. Molti di essi, racchiudono i nostri corpi e le nostre vite, e a volte sono spazi abitati dal dolore e dalla sofferenza,<br />
nostro<br />
gli ospedali, le<br />
come<br />
di riposo, o i centri di accoglienza per richiedenti asilo; ed è li che la Danza Movimento Terapia interviene con il suo percorso<br />
case<br />
ascolto e di movimento, con la sua capacità di elaborare la pena e l’abbandono e di trasformarli in atto creativo, in un<br />
di<br />
liberatorio e costruttivo. In un linguaggio primordiale che consente a chi lo sperimenta di raccontarsi in prima<br />
momento<br />
S P E T T A C O L I E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
foto di scena e prove di Eusebio De Cristofaro ©<br />
natura, che nelle sue coreografie disegna i movimenti spingendo e accarezzando i corpi.<br />
persona.
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<strong>TuttoBallo20</strong><br />
Esiste, però, un luogo, fra quelli citati sopra, che è sia simbolo di solitudine<br />
e di sofferenza umana, ed è il carcere. Proprio in questo luogo, in questo<br />
spazio circoscritto ed isolato dal mondo, nella sezione femminile del<br />
carcere di Sollicciano di Firenze, è nato il progetto delle Dee Vulnerabili.<br />
Un luogo dove si percepisce e si vive un grande disagio, misto ad<br />
un’iniziale diffidenza.<br />
Le detenute sono come sospese in un intervallo di spazio di tempo,<br />
racchiuse in un non luogo, in una etorotopia. In questo non luogo si<br />
trovano le donne che hanno bisogno di fare un percorso di liberazione sia<br />
fisica che emotiva, e per vincere la diffidenza si percorre un processo con<br />
la danza che diventa il veicolo per liberare ed esprimere le emozioni. Una<br />
danza che non parte immediatamente dalla sua funzione terapeutica ma ci<br />
arriva lentamente, fino al momento in cui le allieve stesse, pur dentro il<br />
carcere alla fine del progetto dicono di sentirsi libere, di non avere avuto in<br />
quei momenti i pensieri con i quali si ritrovano a convivere ogni giorno.<br />
Da queste donne che nella vita hanno subito violenza dai loro uomini, da<br />
altre donne, o di cui loro stesse hanno fatto uso, nasce questo percorso,<br />
vissuto insieme in maniera consapevole; insieme si condivide la necessità<br />
di raccontare il proprio dolore e le proprie gioie, di farlo rappresentandosi<br />
in una forma artistica che è appunto la danza!Donne di tutte le età, di ogni<br />
provenienza, di ogni cultura, donne che per la prima volta si avvicinano a<br />
questa forma artistica ed espressiva e ognuna con la propria fisicità<br />
l’arricchisce con la propria interpretazione.<br />
Ed è questa la forza della Danza Movimento Terapia e del metodo di<br />
Maria Fux, allieva di Martha Graham, cioè quella di aprire al mondo la<br />
danza e la danza al mondo, aprirla agli uomini e alle donne con tutte le<br />
loro diversità! Questa esperienza e questa visione è quella che viene<br />
portata dentro il carcere e messa in pratica nel realizzare questo<br />
progetto/laboratorio delle Dee Vulnerabili.<br />
E’ un processo che dà vita ad una fusione importante tra l’esperienza di<br />
vita del mondo esterno e quella di questo mondo interno.<br />
Ed è la messa in scena finale, il poter calcare un palcoscenico alla fine di<br />
questo percorso che dà la possibilità alle detenute di ottenere il permesso<br />
di uscire dal carcere e respirare di nuovo quel senso di libertà.
Traviata), Ariane due volte (Ariane à<br />
SaintCyprien. Le Biblioteche di<br />
Magliocca, al gioco incessante tra<br />
Valery, l'eroina de La Traviata di<br />
Magliocca, noto fotografo dello<br />
spettacolo, mostrano tutta la<br />
capolavori. opera presentata sul<br />
Capitole. L'opportunità di scoprire<br />
cantanti, tanto impressionanti<br />
scenograficamente. Programma e<br />
E V E N T I E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
MIRCO MAGLIOCCA<br />
IN MOSTRA A TOLOSA<br />
©redazione #<strong>TuttoBallo20</strong><br />
"Heroines of Opera", le fotografie di<br />
Mirco Magliocca, in mostra dal 6<br />
<strong>ottobre</strong> al 6 dicembre presso la<br />
mediateca José Cabanis & Saint<br />
Cyprien a Tolosa. Violetta (La<br />
Naxos e Ariane et Barbe-Bleue),<br />
Norma (dall'opera omonima) e<br />
Kundry (Parsifal): questi cinque<br />
personaggi femminili che incarnano<br />
Verdi non è altro che Marguerite<br />
il potere lirico e drammatico delle<br />
La mostra e il programma delle<br />
Gautier di La Dame aux Camélias<br />
eroine di l'opera sarà, per diverse<br />
attività previste per l'occasione<br />
di Alexandre Dumas fils. Ariadne<br />
settimane, esposta in grande<br />
nelle biblioteche (letture,<br />
d'Ariane et Barbe-Bleue di Paul<br />
formato in due location di Tolosa:<br />
laboratori, proiezioni, incontri)<br />
Dukas nasce dall'universo teatrale<br />
José Cabanis (passaggi e centro di<br />
rendono così omaggio alla figura<br />
di Maurice Maeterlinck, proprio<br />
musica e arte - 3 ° piano) e<br />
femminile dell'opera - e<br />
come Norma, l'alta sacerdotessa<br />
soprattutto a quella dei grandi<br />
gallica divenuta un mito grazie al<br />
Tolosa e il Théâtre du Capitole<br />
genio di Vincenzo Bellini, fu<br />
hanno avuto l'idea di unire le forze<br />
palcoscenico del Théâtre du<br />
inizialmente il personaggio<br />
per dare corpo, attraverso una<br />
sanguinario di 'un dramma del ben<br />
mostra di fotografie di Mirco<br />
o riscoprire con un nuovo occhio la<br />
dimenticato Alexandre Soumet ...<br />
dimensione spettacolare di questi<br />
Le immagini del pugliese Mirco<br />
letteratura e musica. Il repertorio<br />
dell'Opera è così ricco di figure<br />
vocalmente<br />
quanto<br />
tratte dai grandi capolavori, di cui<br />
potenza e l'emozione incarnateda<br />
regolarmente testimoniano le<br />
informazioni:<br />
queste eroine in piena<br />
stagioni del Théâtre du Capitole:<br />
www.theatreducapitole.fr<br />
performance.
E V E N T I E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong>
E V E N T I E B A L L O<br />
OTTOBRE <strong>2020</strong><br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
EVENTI<br />
Fai la differenza, con il Festival della<br />
Sostenibilità. Fino al 29 <strong>ottobre</strong> al Centro<br />
Commerciale Euroma2, collettive d'arte di riciclo<br />
creativo, incontri, laboratori, rappresentazioni,<br />
letture e urban art. Storie di imprese, di artigiani<br />
e di start up che hanno fatto della sostenibilità il<br />
loro obiettivo principale. In programma, in un<br />
grande e unico contenitore, progetti ed eventi<br />
che si pongono l’obiettivo di diffondere, in un<br />
pubblico più eterogeneo possibile, ed in<br />
particolare tra i giovani, per mezzo di attività<br />
educational e green, attraverso il gioco, l’arte, i<br />
laboratori e la narrazione, i concetti di “sviluppo<br />
sostenibile”. www.failadifferenza.com<br />
Back to Nature fino al 13 dicembre <strong>2020</strong> il parco<br />
di Villa Borghese, ospiterà Back to Nature. Arte<br />
Contemporanea a Villa Borghese, a cura di<br />
Costantino D’Orazio. Un progetto espositivo<br />
inedito, che riflette sul futuro e sulla necessità di<br />
costruire un nuovo rapporto con la natura, in<br />
questo complicato periodo di cambiamenti<br />
climatici e di pandemia. Artisti di rilievo<br />
internazionale come Andreco, Mario Merz, Mimmo<br />
Paladino, Benedetto Pietromarchi, Davide Rivalta,<br />
Grazia Toderi, Edoardo Tresoldi, Nico Vascellari.<br />
http://www.museiincomuneroma.it/it/notizie/back<br />
-nature<br />
Ethnos 25 Festival Internazionale della Musica<br />
Etnica,<br />
XXV edizione fino al 4 <strong>ottobre</strong> <strong>2020</strong><br />
1995-<strong>2020</strong>: 25 anni di musica dei popoli ai piedi<br />
del Vesuvio. Il Festival, ideato e diretto da Gigi Di<br />
Luca, compie un quarto di secolo e torna anche<br />
quest’anno, nonostante le difficoltà legate<br />
all’emergenza sanitaria, con un programma<br />
itinerante che coinvolge 5 comuni della provincia<br />
di Napoli. Dal 26 settembre al 4 <strong>ottobre</strong> <strong>2020</strong><br />
per la XXV edizione si alterneranno in alcune tra<br />
le più prestigiose ville vesuviane musicisti e<br />
artisti internazionali provenienti da Francia,<br />
Bulgaria, Mongolia, Marocco, Turchia, Estonia,<br />
Germania, Svezia, Tunisia, Cuba e Venezuela. Tra i<br />
nomi più attesi e in esclusiva: Anouar Brahem,<br />
Aynur, Omar Sosa e Yilian Canizares.<br />
Bab'L Bluz<br />
©redazione #<strong>TuttoBallo20</strong>
i n i t o i l l o c k d o w n . È l ' i d e a d e i m a e s t r i d i b a l l o E m a n u e l e L e d d a<br />
f<br />
S i l v i a L o i p e r p r o m u o v e r e e d a r e u n i m p o r t a n t e m e s s a g g i o a l<br />
e<br />
E V E N T I E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
n d o c u - f i l m s u l l a d a n z a p e n s a t o d u r a n t e l a p a n d e m i a e g i r a t o ,<br />
U<br />
e i l u o g h i p i ù s u g g e s t i v i d e l S u l c i s I g l e s i e n t e n o n a p p e n a è<br />
n<br />
t e r r i t o r i o i n c u i v i v o n o e l a v o r a n o : " L a c r i s i n o n d e v e f e r m a r c i ,<br />
d o b b i a m o t r o v a r e u n i t i l a f o r z a d i r i s o l l e v a r c i " .
F OI ST OC GO R E A F BI A LE LBO<br />
A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
OUTSIDE THE CIRCLE<br />
Progetto artistico fotografico di Alessandro Risuleo<br />
Ballerina Camilla Mancuso<br />
Https://www.alessandrorisuleo.com<br />
https://www.instagram.com/alessandrorisuleo/<br />
©redazione #<strong>TuttoBallo20</strong>
F O T O G R A F I A E B A L L O <strong>TuttoBallo20</strong><br />
F I S C O E B A L L O<br />
"Uscire dagli schemi è un atto di forza, di caparbietà e di consapevolezza del proprio<br />
essere. La voglia di cambiare e di stravolgere le regole è una prerogativa delle menti folli<br />
e spesso i folli sono le uniche vere persone libere." Alessandro Risuleo<br />
©redazione #<strong>TuttoBallo20</strong>
F OI ST OC GO R E A F BI A LE LBO<br />
A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
Plasma, coreografia di Valerio Longo su musica di<br />
Mauro De Pietri, presentata nel 2016 come assolo<br />
al Teatro di Verdura da Alessandro Cascioli.<br />
Narrazione fotografica di Luca di Bartolo<br />
PLASMA<br />
Alessandro Cascioli
2016, una diagnosi di tbc, tre giorni di isolamento in ospedale; dopo cinque giorni volo in Sardegna dove<br />
Luglio<br />
per un campus di danza, lì vedo, senza conoscerla, quella che poi diventa due anni dopo la mia<br />
fotografo<br />
A Palermo pochi giorni dopo, a seguire il lavoro coreografico di Valerio Longo con la Compagnia del<br />
compagna.<br />
Massimo, le mie vacanze artistiche.<br />
Teatro<br />
dei due danzatori si infortuna e Valerio, due giorni prima della serata, durante la notte, rimodella il pezzo su un<br />
Uno<br />
danzatore.<br />
solo<br />
E' in sala prove che incontro Alessandro Cascioli ed è assieme a lui e Valerio che vivo quel momento in cui Plasma<br />
in abito da sera, forse azzurro, io pantaloncini e maglietta nera della Filarmonica di Berlino regalata da<br />
ragazza<br />
sorella, mi saluta sicura: “Ciao Luca!”, tra me e me “Chi sarà costei?”, verbalizzo dunque tale pensiero e lei<br />
mia<br />
risponde: “Siamo amici su Facebook, sono Lula Abicca!” E così faccio la conoscenza di Lula, a teatro in quanto<br />
F OI ST OC GO R E A F BI A LE LBO<br />
A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
Alessandro Cascioli - Valerio Longo durante le prove di "Plasma"<br />
la sera in una città al buio per un blackout, (di pochi minuti) ma molto teatrale come arrivo.<br />
Arrivo<br />
con il passo a due “Plasma”, è uno dei 4 coreografi ospiti per la serata del 4 Agosto “Waiting for Ravel -<br />
Valerio,<br />
Bolero“ presso il Teatro di Verdura.<br />
trasformò per una notte di teatro in un assolo.<br />
si<br />
quei momenti in cui ti senti un po' nella storia, che poi credo sia il sogno di ogni testimone narratore, qualsiasi<br />
Sono<br />
la sua 'penna'.<br />
sia<br />
ulteriore aneddoto di questa avventura è un curioso incontro all'ingresso del Teatro di Verdura. Una bella<br />
Un<br />
di Danzaeffebi.<br />
collaboratrice<br />
Alessandro realizziamo poi il mio primo cortometraggio di danza, era il 25 settembre del 2016: “Woody”, una<br />
Con<br />
visione schizoide dei fantasmi passati e futuri di un danzatore.<br />
Breve documentario in sala prove<br />
https://vimeo.com/231260432<br />
Alessandro Cascioli<br />
Alessandro Cascioli Cascioli - Luca - Luca di Di Bartolo Bartolo<br />
Alessandro Cascioli
FS TI SO CR IO A E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
Una Danza Particolare: La Danza Macabra<br />
di Giovanni Fenu<br />
La danza di cui si occupa oggi questo mio articolo è una danza molto particolare... essa affonda le proprie radici<br />
nell’epoca tardomedievale ed è un ballo che si esprime sotto forma di... affresco. Essa, infatti, è una danza figurativa,<br />
rappresentata attraverso la pittura, un genere, come detto, sviluppatosi in epoca tardo medievale quando il rapporto<br />
degli uomini con la presenza incombente della morte era assai più stringente di quanto non lo sia – nonostante il<br />
particolare momento storico che stiamo vivendo – ai giorni nostri. La danza macabra ha per soggetto la rappresentazione<br />
per l’appunto di una danza tra uomini e scheletri, una figurazione che negli intenti degli artisti del periodo vuole fungere<br />
da “promemoria” per chi osserva tali pitture, ricoprire la funzione di avviso con su scritto, simbolicamente, memento mori<br />
(ricordati che devi morire, nda). Nonostante l’inquietante messaggio che essa racchiude, la danza macabra cela, rispetto<br />
ad esempio le rappresentazioni altomedievali del giudizio universale, una visione più ironica e individualistica del tema<br />
della morte; con essa, infatti, la figura della Morte come agente della volontà divina si eclissa, lasciando spazio,<br />
iconograficamente, soltanto ai cadaveri, simboli del conturbante richiamo dell’aldilà, venendo così a realizzare una certa<br />
laicizzazione del tema della morte. Tuttavia ciò dura poco: pitture come la Danza macabra delle donne di Martial<br />
d’Auvergne e La danza dei ciechi di Pietro di Michault, finiscono col ricondurre il tema della danza macabra nell’alveo<br />
sacrale e cristiano. La nascita di questa rappresentazione di particolare danza è fatta risalire da molti studiosi al 1348<br />
circa, quando l’imperversare della peste in Europa e l’alto numero di vittime da questa provocato finì col rendere la morte<br />
qualcosa di assai familiare nella vita degli europei al punto che, attraverso la rappresentazione di questi balli tra uomini e<br />
scheletri, si voleva in qualche modo “esorcizzare” la paura e il pensiero della morte fornendone un'ironica<br />
rappresentazione così da "liberare" l'uomo dal tetro e "ansiogeno" ideale cristiano di morte visto come un momento di<br />
inevitabile giudizio. E così,<br />
tra scheletri che<br />
iconoclasticamente<br />
rappresentano la “nera<br />
mietitrice” e uomini vestiti n<br />
maniera differente a<br />
seconda dei ceti sociali che<br />
si vogliono rappresentare,<br />
questa danza ha “invaso”<br />
per diversi secoli il<br />
panorama artisticotersicoreo<br />
di gran parte del<br />
Vecchio continente. Tra le<br />
più famose e antiche<br />
rappresentazioni di danza<br />
macabra ricordiamo quella<br />
realizzata a Parigi, lungo le<br />
mura del vecchio Cimitero<br />
degli Innocenti, realizzata<br />
nel 1424 e che diede il<br />
nome a questo particolare<br />
tipo di realizzazione artistica<br />
(il latineggiante Chorea<br />
macabǽorum, nda).<br />
Esempio di Danza macabra, dall’affresco dipinto da Jacopo de Buschis a Clusone (Bg)<br />
Esempi di affreschi con tale<br />
soggetto sono diffusi un po’<br />
in tutta Europa, in Italia<br />
ricordiamo quella che<br />
compare nella sezione<br />
centrale dell’affresco<br />
realizzato nel 1485 da<br />
Jacopo de Buschis, detto il<br />
Borlone, sulla facciata<br />
dell’oratorio dei Disciplini di<br />
Clusone, in provincia di<br />
Bergamo. Questa è la<br />
danza macabra, un<br />
singolare esempio di ballo<br />
che, volenti o meno,<br />
consapevolmente o no, tutti<br />
noi balliamo ogni giorno,<br />
allo stesso tempo un invito<br />
a sdrammatizzare il triste<br />
umano destino e, come si<br />
suol dire, a dare vita ai<br />
nostri giorni piuttosto che il<br />
contrario.
c a d e m y o f V i c t o r i a n D a n c e<br />
A<br />
w w . l i m p e r i a l e . i t<br />
w<br />
E’ il momento di danzare<br />
Viscardi e Gianna Menetti<br />
Vittorio<br />
Academy Of Victorian Dance<br />
Presidente<br />
Capotondi<br />
Cristina<br />
Rai "Sissi" 2009<br />
miniserie<br />
S T O R I A E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
IL BALLO<br />
NELL’ EPOCA<br />
VITTORIANA<br />
T e r z a p a r t e<br />
Arrivati al ballo e dopo aver salutato i padroni di casa, si<br />
accedeva al guardaroba. Era d’obbligo lasciare il cappello, il<br />
bastone e il mantello o il paletot, nell’apposita stanza. Le<br />
dame avevano una stanza nella quale sistemarsi i capelli ed<br />
in genere per riassestarsi. I militari avevano due possibilità di<br />
vestirsi; vestiti civili oppure con uniforme. Nel caso arrivassero<br />
alla festa in uniforme, dovevano lasciare il cappello, le armi<br />
spada compresa, nella stanza del guardaroba.<br />
Quindi si veniva introdotti nella sala da ballo vera e propria e<br />
presentati ai padroni di casa. Una precisazione va fatta per il<br />
salone: la forma preferita era rettangolare, comoda, senza<br />
arredamenti che impedissero i movimenti o intralciassero la<br />
gonna che si sarebbe strappata. Nessun tappeto doveva<br />
essere steso in terra. Il pavimento migliore era il legno perché<br />
aiutava nella danza essendo elastico. Il marmo essendo duro<br />
non aiutava nei movimenti di danza ma era ammesso<br />
anch’esso. Inoltre la sala da ballo doveva essere ben<br />
illuminata e aerata. L’orchestra, a seconda dell’importanza<br />
della festa poteva avere dai quattro agli otto suonatori. Inoltre,<br />
la sua posizione era ben precisa e quindi esattamente nella<br />
parte opposta all'entrata. Anche la disposizione dei reel e dei<br />
carré partiva dalla vicinanza con l’orchestra.<br />
Ed ecco il momento di un accessorio indispensabile: il Carnet<br />
o Carte de danse o anche Dance Card o ancora Tanzkarte<br />
che, sempre a seconda dell’importanza della serata, poteva<br />
essere in semplice carta spessa, oppure in argento o anche in<br />
avorio con una piccola matita legata ad una catenella.
S T O R I A E B A L L O<br />
Carnet del 1861<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
Illustrato in foto vediamo l’originale di un carnet del 1861 con le danze<br />
numerate da 1 a 23. Il ballo si apriva con una Marcia, che altro non era<br />
che una passeggiata con evoluzioni. Non era difficile da eseguire ma<br />
spesso le figure potevano diventare complesse per chi non le avesse<br />
imparate con il maestro. A questo scopo esistevano dei libretti nei quali<br />
erano spiegate le innumerevoli figure da eseguire e, credetemi, non si<br />
limitavano a quelle che oggi si fanno nelle serate di rievocazione storica<br />
di un ballo, ma molte e di più e sopratutto impegnative.<br />
Nel programma questa Marcia era al di fuori delle numerazioni<br />
progressive. Seguiva poi una Quadriglia, molto probabilmente una<br />
Francese e subito dopo una seconda quadriglia, quella dei Lancieri.<br />
Infatti, durante tutto il 1800 e buona parte del ‘900, queste due quadriglie<br />
erano quelle di eccellenza che non dovevano mai mancare nelle<br />
occasioni di ritrovo. Seguiva poi Waltz e Polka. Un’altra quadriglia,<br />
ancora i Lancieri e poi un Galop. Se notiamo l’elenco delle danze<br />
possiamo riuscire a capire che il Maestro di danza aveva, per una sua<br />
tipologia, diviso le danze in gruppi di tre che si ripetevano con alcune<br />
variazioni. Le quadriglie riscuotevano molti favori da parte dei presenti<br />
alla festa.<br />
La Quadriglia n. 10 – “Martha”, di Strauss, venne ripresa da un'opera<br />
in quattro atti scritta appositamente per Vienna e intitolata “Martha ader<br />
der Markt van Richmond". Basata sul balletto-pantomima “Lady<br />
Henriette, ou La Servante de Greenwich” di JH Vernoy de Saint-<br />
Georges, la musica era stata composta dal compositore tedesco<br />
Friedrich Freiherr von Flotow (1812-83). Dal palco reale del teatro<br />
dell'Opera di Hof, oggi National theater, l'imperatore austriaco<br />
Ferdinando (1793-1875) partecipò alla prima di “Martha” che ebbe un<br />
trionfale successo. L'opera si diffuse rapidamente in tutto il mondo e<br />
come altre opere importanti, servì di base ad alcune quadriglie. La<br />
Redowa venne introdotta a Londra nel 1846 e di lì venne esportata in<br />
tutto il mondo<br />
Il passo di Redowa aveva la particolarità di adattarsi ai diversi tipi di<br />
danza e quindi poteva venir utilizzato nella Polka, nella Mazurka e nel<br />
Valzer. Naturalmente la musica doveva essere appropriata al passo.<br />
Le quadriglie venivano danzate in quadrato da quattro coppie numerate<br />
in tal modo: La coppia 1 era la principale, di fronte alla coppia 1 si<br />
trovava la coppia 2, a destra della coppia 1 si trovava la coppia 3 e di<br />
fronte alla coppia 3 si trovava la coppia 4. La Quadriglia Francese,<br />
capostipite di tutte le altre quadriglie, in origine era formata da sei sezioni<br />
chiamate figure: “1 - Le Pantalon”, “2 – L’été”, “3 - La Poule”, “4 - La<br />
Pastourelle “, “5 - La Trénis”, “6 - La Finale”. Le figure n.4 e n.5<br />
potevano essere eseguite in alternativa l’una dell’altra.<br />
Leggendo un manuale italiano si scopre che la voglia di “italianizzare” la<br />
lingua francese, era molto sentita. Il francese era, in quel periodo, la<br />
lingua dominante dell’epoca. Comunque in un manuale italiano si legge:<br />
“Le figure maggiormente in uso oggidì nelle Quadriglie francesi sono sei,<br />
così denominate: la maschera, la primavera, la colomba, la pastorella<br />
, al tortora, e la finale. Tuttavia in una Quadriglia ordinariamente non si<br />
eseguiscono che sole cinque figure, secondo l'ordine qui sopra indicato ;<br />
avvertendo perciò, tra la Colomba e la Finale, di comandare e di<br />
eseguire o la Pastorella o la Tortora, non mai tutte e due queste figure<br />
nella medesima Quadriglia. Nel prezioso carnet del 1887, sagomato a<br />
ventaglio nella foto, possiamo vedere la disposizione delle danze con<br />
balli ricorrenti. Le danze sono riportate vicino al perno e il nome del<br />
cavaliere disposto a raggiera sopra di esse . Le danze sono numerate da<br />
1 a 20 in una sequenza scelta per la serata: Valse – Valse – Quadriglia<br />
dei Lancieri – Valse – Valse – Polka – Valse – Valse – Quadrille<br />
(Francese) – Valse – Valse – Polka – Valse – Valse - Quadriglia dei<br />
Lancieri – Valse – Valse – Valse – Polka – Valse.
S T O R I A E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
In realtà i vari Valse non erano sempre valzer, ma anche altre danze chiamate per semplicità allo stesso modo.<br />
Interessante vedere anche i nomi dei cavalieri che hanno avuto l’onore di danzare con la dama proprietaria del carnet e<br />
scopriamo che il massimo delle volte che la dama ha danzato con lo stesso cavaliere era di tre. Questo perché, seppur<br />
tollerato, il massimo di danze concesse con lo stesso cavaliere era di quattro e non consequenziali. Danzare più volte o<br />
addirittura tutta la serata con lo stesso cavaliere avrebbe rappresentato un vero e proprio scandalo. Difatti il signor H.D.W.<br />
ha danzato tre volte. Non era neanche visto di buon’occhio il danzare sempre con il marito, essendo queste feste un<br />
avvenimento sociale e quindi tutti erano tenuti al massimo della socialità, conversando con tutti i presenti. L’avvicinarsi ad<br />
una dama era poi una specie di rito. Nell’avvicinarsi ad una dama conosciuta da molto o da poco aveva la sua regola. Il<br />
cavaliere si avviava di qualche passo verso la dama e si inchinava e la dama ricambiava con un inchino. L’inchinarsi<br />
dell’uomo era effettuato con le braccia che pendevano in avanti rispetto al corpo, non rigidamente, le gambe erano dritte e<br />
la parte superiore dal bacino in su si fletteva verso la dama. I piedi erano leggermente divaricati ma uniti per i talloni. Lo<br />
sguardo del cavaliere e della dama che rispondeva erano sul pavimento o concentrati sugli occhi, Guardare in altre<br />
direzioni, specie sul corpo sarebbe apparso decisamente troppo audace.<br />
Durante una serata c’era sempre qualcosa che poteva accadere, come il bagnarsi il vestito, strappare una guarnizione,<br />
inciampare. Per gli incidenti con l’abito e per rassettarsi, era prevista una apposita stanza. Tornando al ballo, vorrei<br />
terminare questo articolo con la lista di danze preparate per “Her Majesty's balls” tenutosi a Buckingham Palace:<br />
1 QUADRIGLIA 2 WALTZ 3 QUADRIGLE 4 WALTZ 5 LANCERS<br />
6 GALOP 7 QUADRILLE 8 WALTZ 9 QUADRILLE 10 WALTZ<br />
11 QUADRILLE 12 WALTZ 13 LANCERS 14 GALOP 15 QUADRILLE<br />
16 WALTZ 17 QUADRILLE 18 WALTZ 19 LANCERS 20 GALOP<br />
A c a d e m y o f V i c t o r i a n D a n c e<br />
w w w . l i m p e r i a l e . i t
S T O R I A E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong>
S T O R I A E B A L L O<br />
IL TANGO CANCIÓN:<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
GARDEL<br />
di Federico Vessella<br />
CORSINI<br />
MAGALDI<br />
Siamo agli inizi del 1917. Il tango come musica popolare aveva da qualche decennio invaso le<br />
strade della capitale, Buenos Aires, e si era spinta oltre i confini dell’Argentina per arrivare in<br />
Europa e nei salotti borghesi delle famiglie europee. Le note di molti brani risuonavano ogni<br />
giorno nelle case e nei caffè di un Paese che attingeva a piene mani alle mode del Vecchio<br />
Continente, somigliando sempre più ad una Parigi del Sud America. Era la musica della Guardia<br />
Vieja, quella strumentale dei vari Vicente Greco, Angel Villoldo e Roberto Firpo. Nessuno poteva<br />
immaginare che, di lì a poco, il Tango potesse avere una voce; e non una voce qualsiasi, ma<br />
quella di un giovane francese partito da Tolosa all’età di tre anni, sbarcato nel porto di Buenos<br />
Aires con la mamma in cerca di fortuna, e che sarebbe diventato un pilastro del Tango, la sua<br />
icona internazionale: Charles Romuald Gardès, meglio noto come Carlos Gardel. Il 9 aprile del<br />
1917, la voce da tenore di Gardel, che musicalmente proveniva dal mondo del canto popolare<br />
detto payada, venne accompagnata dalla chitarra di José Ricardo in quella che da molti è<br />
considerata la prima incisione del genere Tango Canción: Mi noche triste (musica di Samuel<br />
Castriota e versi di Pascual Contursi). Bisogna precisare che il Tango canción non si formalizzò<br />
come musica da ballo, bensì da ascolto, differenziandolo notevolmente dal tango che si ballava<br />
e si balla ancora oggi. Ma è importante ricordare il ruolo che ebbe come legante tra il mondo<br />
della musica ballata e quello della poesia, poiché seppe definire l'educazione sentimentale e<br />
modellare la sensibilità di diverse generazioni. L’innato orecchio musicale permise a Gardel di<br />
avventurarsi senza alcuno sforzo nell’esecuzione di più di trenta generi musicali differenti,<br />
passando da una interpretazione drammatica ad una comica, da una sentimentale ad una<br />
grottesca. La grandezza del personaggio emerse grazie al suo stile canoro, impostato sul<br />
“rubato”, aggiungendo ornamenti e silenzi che crearono un dinamismo mai ascoltato in<br />
precedenza. Ponendo enfasi al testo, senza alterare l’altezza delle note, Gardel cantò le parole<br />
così come si pronunciano normalmente, facendo concordare gli accenti con la melodia. Questo<br />
produsse un fraseggio spontaneo, formando pian piano un canto sincopato all’interno dei limiti<br />
imposti dal tempo musicale. Gardel sviluppò quasi in modo impercettibile il fraseggio<br />
combinandolo ad un effetto di compressione e decompressione all’interno di ogni battuta. In<br />
sintesi, Gardel seppe imporre alla sua voce ed alle sue interpretazioni un calore espressivo tale<br />
che, ancora oggi, molti ritengono il suo modo di decir el tango insuperato ed insuperabile.<br />
g i o r n a l e d e l l ' a n n o d i m o r t e d i G a r d e l<br />
C o r s i n i - e n - l a - v i t r o l a - G a r d e l
S T O R I A E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
Il Tango conobbe la sua stella più luminosa, brillando<br />
nella musica come nel cinema Hollywoodiano; la<br />
traiettoria artistica di Gardel fu solamente interrotta<br />
dalla sua tragica e prematura morte, che, in un certo<br />
senso, ne accrebbe l’aurea, consacrandolo a leggenda<br />
immortale. Eppure, quella di Gardel non fu l’unica stella<br />
a brillare nel firmamento delle voci popolari. A partire<br />
dagli anni ’20, dal mondo rurale e dalla musica creola,<br />
emerse un altro figlio di immigrati, Ignacio Corsini. Di<br />
origine siciliana, Corsini fu una delle grandi voci della<br />
canzone popolare argentina, un artista ispirato ed un<br />
tenore dal talento cristallino che lasciò incisi patrimoni<br />
immortali della canzone creola in una preziosa<br />
discografia più che trentennale. Il suo stile fu<br />
semplicemente naturale, ispirato dai cantori del popolo e<br />
senza le interferenze di un canto strutturato attraverso<br />
studi di conservatorio. Con il suo timbro nasale tipico del<br />
sud Italia, la voce di Corsini è ancora considerata una<br />
delle più atipiche che il tango abbia conosciuto. Il<br />
fraseggio leggero e la voce acuta di Ignacio Corsini, così<br />
come i tanti testi che ricordano temi camperi,<br />
richiamano inevitabilmente immagini della pampa<br />
popolata dagli ultimi trovadores prima della grande<br />
urbanizzazione di fine ‘800. La voce ipnotica di Corsini<br />
narrò storie oltre il canto, rapisce chi si pone all’ascolto,<br />
riuscendo ad andare oltre il genere musicale.<br />
Madonna in una scena del Film "Evita" 1996<br />
A queste due icone se ne aggiunse una terza, distinta ed<br />
unica anch’essa nel suo stile, quella di Agustín Magaldi.<br />
A differenza di Corsini, quella di Magaldi è da molti<br />
ritenuta la voce drammatica del tango per eccellenza,<br />
brillante e calda, arricchita da una tecnica raffinata tipica<br />
della scuola italiana di canto. Il suo repertorio sconfinò i<br />
limiti del tango e raccontò di tematiche sociali e culturali<br />
molto vicine agli strati bassi della società, e per questo fu<br />
idolatrato dalle masse, che lo reputarono allo stesso<br />
livello di Gardel. Lo stile melodrammatico di Magaldi<br />
toccò anche il ruolo della donna, portato allo stesso<br />
livello di importanza di quello dell’uomo. Un approccio<br />
poco consueto in quegli anni, che forse gli procurò tante<br />
critiche, quanti elogi. Queste tre figure rappresentano<br />
ancora oggi i punti di riferimento del tango canción e di<br />
tutta la musica popolare argentina dell’epoca. Vennero<br />
riconosciuti come cantores nacionales, quindi non solo di<br />
tango, ma per il tango vennero consacrati e furono il<br />
riferimento di molti futuri cantanti di orchestra. Nel<br />
frattempo, il secondo decennio del Novecento si andò<br />
consumando, e con esso si avviò al tramonto anche la<br />
Guardia Vieja. A partire dagli anni ’20, un nuovo vento<br />
musicale si stava apprestando a soffiare, e nuovi<br />
interpreti si prepararono ad incidere i propri nomi nella<br />
storia del Tango; ancora una volta, il contributo della<br />
cultura italiana avrebbe avuto un ruolo fondamentale<br />
per la “seconda rivoluzione del Tango”.<br />
https://milongandoblog.wordpress.com/
n o d e i m a g g i o r r e s p o n s a b i l i d e l l ’ i n s o r g e n z a d e i c r a m p i è l a f a t i c a : a u m e n t a r e d u n q u e<br />
U<br />
r o g r e s s i v a m e n t e l ’ i n t e n s i t à d e l l ’ a t t i v i t à f i s i c a i n m o d o d a n o n s u p e r a r e v i o l e n t e m e n t e i<br />
p<br />
d r a t a r s i b e n e p r i m a , d u r a n t e e a f i n e d i o g n i s f o r z o f i s i c o : v i a i u t e r à a d e v i t a r e s q u i l i b r i<br />
I<br />
l e t t r o l i t i c i a l l ’ i n t e r n o d e l l e f i b r e m u s c o l a r i , a m i g l i o r a r e l e c o n t r a z i o n i e i l r i l a s s a m e n t o<br />
e<br />
s e g u i r e e s e r c i z i d i s t r e t c h i n g e r i s c a l d a m e n t o p r i m a d i u n a l l e n a m e n t o e d e f a t i c a m e n t o e<br />
E<br />
t r e t c h i n g a f i n e d e l l o s t e s s o i n m o d o d a p r e p a r a r e e d e l a s t i c i z z a r e l a n o s t r a<br />
s<br />
v i t a r e d i a s s u m e r e d i u r e t i c i p r i m a d i u n ’ i n t e n s a a t t i v i t à p e r n o n a u m e n t a r e l a p e r d i t a d i<br />
E<br />
i q u i d i e f a v o r i r e l a d i s i d r a t a z i o n e .<br />
l<br />
e l c a s o t u t t o q u e s t o n o n s i a b a s t a t o , o v v e r o n o n s i s i a n o o s s e r v a t i i n m o d o c o r r e t t o e<br />
N<br />
e t i c o l o s o i m e t o d i p e r p r e v e n i r l i , e c i s i t r o v i n e l l a s p i a c e v o l e s i t u a z i o n e d i e s s e r e c o l p i t i<br />
m<br />
a u n c r a m p o , a l l u n g a r e l a m u s c o l a t u r a c o l p i t a e s u c c e s s i v a m e n t e m a s s a g g i a r e i n m o d o<br />
d<br />
e l i c a t o l a s t e s s a z o n a : p a s s e r à s e n z a t r o p p o f e r i r e .<br />
d<br />
S A L U T E E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
dott.sa Valeria Ferrara<br />
Un irrigidimento di una parte del nostro corpo (in genere gli arti<br />
superiori ed inferiori), accompagnato da un dolore più o meno<br />
intenso e diffuso della zon muscolare interessata, che sparisce<br />
nel giro di pochi secondi: ecco come si presenta un crampo. In<br />
gergo clinico, viene definito uno spasmo, una contrazione<br />
involontaria della muscolatura striata, ovvero quella che<br />
avvolge le nostra ossa e ci permette di compiere qualsiasi tipo<br />
di movimento, da quello più comune e banale a quello più<br />
raffinato ed atletico. In genere spariscono in breve tempo,<br />
lasciando un indolenzimento diffuso che perdurerà ulteriori<br />
minuti.<br />
Ma da che cosa sono dovuti e possono essere considerati una<br />
malattia?<br />
Innanzitutto no, non sono classificabili come una vera e propria<br />
malattia, più che altro un sintomo di fatica, di disidratazione e,<br />
a volte, di cattiva circolazione sanguigna. Sono dovuti a diverse<br />
cause, di cui non tutte perfettamente note: le principali e quelle<br />
di cui ci occuperemo in questa sede sono la disidratazione e la<br />
cattiva circolazione sanguigna.<br />
Entrambe portano ad uno squilibrio elettrolitico nell’ambiente<br />
di contrazione del muscolo, il quale inizierà a contrarsi in modo<br />
anomalo. Durante un’attività fisica intensa, ad esempio, magari<br />
effettuata in ambienti molto umidi o sotto al sole, se non ci si<br />
idrata in modo corretto prima di iniziare l’allenamento nonché<br />
durante lo stesso, è facile che si possa venire colpiti da un<br />
crampo. Ma anche una scarsa circolazione in un soggetto<br />
affetto da patologie vascolari, una posizione innaturale in un<br />
soggetto sano che ostacoli, in qualche modo, il normale defluire<br />
del sangue, ovvero lunghe contrazioni di un gruppo muscolare,<br />
possono altresì sviluppare un crampo. La cosa più banale,<br />
immediata ed efficace da fare nel caso questi si presentino è<br />
quella di allungare la muscolatura colpita in modo dolce e<br />
graduale senza forzare troppo nell’altro senso, e massaggiare,<br />
sempre in modo delicato la zona colpita. Consigliata invece,<br />
sarebbe la prevenzione degli stessi attraverso una dieta sana,<br />
ricca di liquidi e sali minerali soprattutto prima di un<br />
allenamento, e poi ricordarsi sempre di effettuare dello<br />
stretching all’inizio ed a seguito di un’attività fisica, e di<br />
incrementare l’intensità dei nostri allenamenti gradualmente,<br />
in modo da dare al nostro corpo tutto il tempo necessario a<br />
metabolizzare lo sforzo e ad accrescerlo in base alle nostre<br />
possibilità.<br />
n o s t r i l i m i t i , e d a r e a l n o s t r o c o r p o i l t e m p o n e c e s s a r i o p e r a d a t t a r s i .<br />
d e l l e s t e s s e e d a p r e v e n i r e l ’ i n s o r g e n z a d e i c r a m p i .<br />
m u s c o l a t u r a .
Bowlby intuì che l' attaccamento riveste un ruolo centrale<br />
John<br />
relazioni tra gli esseri umani, dalla nascita alla morte. Egli<br />
nelle<br />
come lo sviluppo armonioso della personalità di un<br />
dimostrò<br />
dipenda principalmente da un adeguato<br />
individuo,<br />
alla figura materna o un suo sostituto. Ci sono 4<br />
attaccamento<br />
di attaccamento: sicuro, insicuro distanziante, insicuro<br />
categorie<br />
disorganizzato (o irrisolto). Queste categorie sono<br />
preoccupato,<br />
state indicate solo nella relazione mamma –<br />
inizialmente<br />
tramite specifiche componenti, poi sono state estese<br />
bambino<br />
all’attaccamento adulto Circa il 50% della popolazione<br />
anche<br />
è sicura mentre il 30% sta fra preoccupata e distanziante,<br />
adulta<br />
il 5% fra irrisolto e disorganizzato. I soggetti con<br />
solo<br />
irrisolto sono quelli maggiormente a rischio di<br />
attaccamento<br />
relazionali e eventuale psicopatologia.<br />
difficoltà<br />
dei genitori<br />
Compiti<br />
evidenzia come la funzione genitoriale si esplica<br />
Srouke<br />
dei compiti, che sono elementi fondamentali ma non<br />
attraverso<br />
subito all’attaccamento:<br />
collegabili<br />
una base sicura ed un paradiso sicuro: riguarda<br />
Fornire<br />
per prima cosa<br />
l’attaccamento<br />
bambino<br />
a una stimolazione appropriatamente modulata:<br />
Provvedere<br />
stimoli adatti all’età e capacità di accettazione del<br />
fornire<br />
bambino<br />
una guida appropriata: dare indicazioni di vita, stili<br />
Costituire<br />
adeguati<br />
educativi<br />
limiti e strutture: mettere dei paletti né troppo<br />
Fornire<br />
né troppo lassisti<br />
restrittivi<br />
chiare delimitazioni genitore – figlio<br />
Mantenere<br />
Socializzazione<br />
dell’espressione emotiva: regolazioni che riguardano<br />
Conflitto<br />
delimitazioni<br />
le<br />
di dare supporto nelle risoluzioni dei problemi<br />
Capacità<br />
i contatti del bambino con il mondo<br />
Supportare<br />
una funzione biologica e psicologica equilibrio e stabilità<br />
ha<br />
considera l’attaccamento come una relazione che si<br />
Bowlby<br />
perché la persona deve sopravvivere a morte, malattia,<br />
stabilisce<br />
gravi, separazione dalla mamma, abuso (nelle situazioni<br />
disastri<br />
pericolo Bowlby pensa che si vedano le caratteristiche di<br />
di<br />
attaccamento).<br />
sensazione di incapacità di gestire una situazione<br />
Questa<br />
dà l’idea di una capacità di sopravvivenza più o meno<br />
pericolosa<br />
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s u e r a g g i a n t i e p o e t i c h e r a p p r e s e n t a z i o n i .<br />
Valerio De Vita
L I B R I E B A L L O<br />
Letture del mese<br />
Quando vivi all'estero capita spesso di restare senza scorta di libri ed é<br />
normale scambiarsene con gli altri expat conosciuti; è bellissimo, perché si<br />
conoscono vari autori e libri che, forse, non avremmo mai scelto. E' proprio<br />
questo che è accaduto con "Le ragazze di Bombay" di Anne De Courcy. Questo<br />
libro è composto da una serie di testimonianze di quel fenomeno sociale<br />
nell'Inghilterra durante l'epoca coloniale, chiamato "flotta da pesca". Le flotte<br />
da pesca erano formate da ragazze, di classi agiate, che lasciavano la Gran<br />
Bretagna e viaggiavano verso l'India con l'obiettivo di trovare marito. Con<br />
l'espansione dell'impero britannico, la maggior parte dei giovani uomini, in età<br />
di matrimonio, lavorava all'estero, nei territori oltremare, quindi esisteva in<br />
patria una forte eccedenza di donne. I viaggi in nave erano effettuati prima con<br />
i velieri, circumnavigando l'Africa, più tardi con navi a vapore, attraverso il<br />
nuovo Canale di Suez. Il libro ci racconta dei viaggi in nave, che duravano<br />
anche sei mesi, fra feste e mal di mare, prima, seconda e terza classe, animali<br />
trasportati per essere abbattuti e mangiati, ed epidemie a bordo. All'arrivo nel<br />
territorio indiano alcune erano ospiti da amici o familiari, altre tornavano a<br />
casa dai genitori dopo aver studiato in patria. Alcune, più fortunate, andavano a<br />
vivere nelle grandi città, dove esistevano molte attrazioni per giovani ragazze,<br />
come cinema, clubs e ristoranti. Altre invece finivano in località più remote,<br />
dove le occasioni sociali erano più rare. Il libro narra di battute di caccia alla<br />
tigre di viaggi su carrozze, treni, barche, cavalli ed elefanti, di epidemie, caldo e<br />
difficoltà di vario genere. Ancora narra di feste danzanti, di vestiti all'ultima<br />
moda, di sontuosi palazzi di marmo e...il resto scopritelo voi!<br />
"LE RAGAZZE DI BOMBAY"<br />
DI ANNE DE COURCY.NEWTON COMPTON EDITORI<br />
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di Alessandra Maria venditti<br />
Andrea Barbacane, figlio di Albarita Battisti e nipote unico, insieme alla sorella<br />
Viviana) del grande Lucio Battisti, all’età che aveva suo zio al momento della<br />
morte prematura, ha deciso di dedicargli un libro. E che libro! È una sorta di<br />
narrazione – diario in cui il nipote non risparmia nessuno: né il famoso zio e<br />
nemmeno chi gli stava intorno, prende pregi e difetti e li racconta,<br />
semplicemente e con fotografie inedite alla mano, lettere scritte a penna da<br />
Lucio alla madre, alla sorella, qualche nota strimpellata e inedita e persino le<br />
immagini dei quadri dipinti dallo stesso Battisti molto prima della fama. Il libro è<br />
dedicato a due persone poco menzionate dalla carta stampata, dai media, ma<br />
sono le due persone che hanno veramente aiutato Lucio a emergere: Cristine<br />
Lacroix e Roby Matano. Un nipote attento Andrea, che ha conosciuto l’uomo<br />
geniale e l’artista, ma il suo rimpianto è quello d’aver vissuto poco lo zio, causa<br />
di forza maggiore per il lavoro che lo portava in giro per il mondo, ma… anche (e<br />
soprattutto) per altri motivi, scomodi ai più. La narrazione genuina che ne è nata,<br />
con aneddoti, frecciatine, accadimenti e molti episodi dietro le quinte,è piaciuta<br />
molto alla critica e ai vecchi fan del genio, proprio per l’immediatezza, la<br />
percepibile autenticità e anche la simpatia di questo nipote ormai uomo che<br />
tiene nel suo cuore con molto affetto colui che cambiò il destino della musica<br />
nazionale e anche internazionale. Tutta la famiglia Battisti viene raccontata,<br />
intrecciata con Luigi Barbacane (padre di Andrea) che sposerà Albarita (non solo<br />
sorella di Lucio, ma confidente dello stesso, colonna portante per i consigli più<br />
importanti) e arrecherà non pochi guai alla famiglia. Non mancano le frecciatine<br />
a Grazia Letizia Veronese, a Mogol, a Panella, ma a tutti viene dato il merito che<br />
hanno avuto. Nonno Alfiero e nonna Dea compaiono sulla scena nelle prime<br />
pagine, c’è la loro storia, ci sono i sogni, un Lucio bambino introverso e<br />
bullizzato; poi l’uomo, il genio, quello che abbiamo conosciuto e amato, costretto<br />
però a indossare una maschera che… come si evince dalle pagine, non gli<br />
apparteneva. È un volume che segna l’inizio della verità umanizzando finalmente<br />
quest’uomo scomparso troppo presto, che probabilmente tutti rimpiangiamo.<br />
IL GRANDE INGANNO,<br />
di ANDREA BARBACANE, EDIZIONI DIVINAFOLLIA<br />
Dopo il suo primo romanzo che non avrebbe mai voluto scrivere, " Come le Rose<br />
a Maggio", l'autore, Antonello D'Ajello, trova la forza di mettere a nudo la sua<br />
anima, nella sua immancabile voglia di emozionare. Cercando, a tutti i costi, il<br />
modo di coinvolgere in ogni singola parola, il cuore e l'anima del lettore.<br />
Una nuova e brillante opera che parte dal profondo, dalle proprie origini,<br />
varcando lo spazio e il tempo, fino a raggiungere nei meandri più sconfinati del<br />
proprio essere, il confine della sua vita privata, dove spesso si nasconde in<br />
ognuno di noi la rabbia e la paura di sapere. Con " VENTUNO GRADINI", questo è<br />
il titolo del romanzo, spera di portarvi a braccetto in un viaggio temporale, che<br />
spesso vi farà vivere momenti di una vita del tempo che fu, dove la povertà era<br />
forse un dono divino, tra misteri e segreti di una famiglia costretta a vivere in<br />
una casa cantoniera ferroviaria alla periferia di una città Salentina. Non erano<br />
altro che momenti di vita quotidiana di un bimbo molto solo, a volte<br />
incompreso, triste. Solo l'amore di un padre scoprì in lui pregi e talenti e riuscì<br />
a rendere la vita di Nenello meno dura. E in quell'effimero e fugace spazio di<br />
un racconto, fu la sorte e alcune antiche foto, a far scoprire la vera esistenza e<br />
il vero io di una vita intera. Aneddoti divertenti di un padre ( LU PIPPI)<br />
particolarmente buono, arricchiscono e addolciscono con un sorriso un romanzo<br />
che ha dell'assurdo, tanto che le stesse scoperte e i misteri risolti e non ,<br />
tendono a sembrare solo frutto della fantasia.<br />
"VENTUNO GRADINI"<br />
ANTONELLO D'AJELLO, ARGOMENTI EDIZIONI
P E D A G O G I A E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
Sono passati oramai molti mesi dalla chiusura delle scuole, causa Covid 19, e la ripartenza non è<br />
facile con tante incertezze, dubbi, paure, ansie ma anche emozioni nel rivedere i propri compagni<br />
di classe, le maestre, l’emozione della ripartenza e la consapevolezza che nulla potrà essere più<br />
come prima. Oggi si usa il termini di resilienza per indicare la capacità di resistere ai traumi<br />
psichici che il covid19 ha provocato e famiglia, scuola e alunni dovranno creare una sinergia per<br />
far fronte ad un adattamento che si presenta alquanto problematico.<br />
dott.sa Michela Mignano<br />
Pedagogista clinico.
P E D A G O G I A E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
Un'ottima strategia per far tornare ai bambini il desiderio di rientrare in classe, è quella di<br />
ricordare i momenti più belli e significativi trascorsi negli anni precedenti con insegnanti e<br />
compagni. Dalle cose che hanno potuto apprendere in classe, ai momenti di gioco, dalle recite,<br />
alle gite. Richiamare alla memoria quegli attimi, ruberà senz'altro un sorriso ai vostri figli,<br />
facendo rivivere loro anche quelle passate emozioni.<br />
Ritrovate raccolte di lavoretti fatti in classe, foto di manifestazioni o gite scolastiche riunioni fra<br />
amichetti, feste di compleanno con amici di scuola, e rivedeteli assieme ad i vostri figli per<br />
ritrovare il sorriso di quei giorni sereni che li aiuti ad affrontare il suono della campanella<br />
dell'anno scolastico <strong>2020</strong>/2021.<br />
Ci vuole una buona dose di energia per iniziare la giornata con il piede giusto, soprattutto se il<br />
programma sarà impegnativo e vedrà bambini e ragazzi dover passare diverse ore tra i banchi di<br />
scuola. E, allora, tra i trucchetti , per una perfetta ripartenza delle attività scolastiche, c'è<br />
sicuramente quello di preparare una buona colazione per tutta la famiglia.<br />
Cosa c'è di meglio per iniziare la giornata nel modo giusto?<br />
Un consiglio: provate a coinvolgere anche i vostri figli nella preparazione della colazione.<br />
Quando la gusteranno, prima di andare a scuola, proveranno una grande soddisfazione che li<br />
aiuterà ulteriormente ad iniziare questo nuovo anno con vitalità e positività.<br />
Per una serena ripartenza delle attività scolastiche, è consigliato affiancare alla scuola una sana<br />
attività sportiva che sia da svago, prima di tutto, per il bambino. A volte l'amore di un bimbo per<br />
uno sport nasce spontaneamente e, allora, tutto viene più facile.<br />
Altre volte, invece, è necessario condurre il piccolo verso l'attività sportiva più adeguata alle sue<br />
capacità. Compito di mamme e papà sarà, dunque, quello di far provare al bambino vari sport,<br />
fino a trovare quello che più lo diverte, che fa scaricare stress, stanchezza, donandogli<br />
soddisfazione e rafforzando le sue difese immunitarie.<br />
Se avete qualcosa di bello da raccontare, se ricordate con nostalgia la vostra infanzia e i tempi<br />
della scuola, non tenete per voi questi racconti, ma condivideteli con entusiasmo con i vostri<br />
figli. Staranno ad ascoltare con passione e, magari, troveranno forza e coraggio proprio dalle<br />
vostre parole.<br />
Tutte noi mamme abbiamo un po' di ansia in vista della ripartenza delle scuole ed è più che<br />
normale. Non sappiamo bene cosa ci aspetti e tante sono le incognite sull'anno scolastico ormai<br />
alle porte. Possiamo condividere i timori con il partner, quando i bambini non sono presenti;<br />
possiamo farlo anche con altri genitori, ma sempre se i bambini sono distanti.<br />
Ma, mai e poi mai, discorsi allarmistici vanno fatti davanti ai piccoli di casa o questo influenzerà<br />
fortemente il loro umore. L'entusiasmo, la gioia, la bellezza di poter tornare tra i banchi di<br />
scuola sono le emozioni da trasmettere ai bambini, senza illusioni ovviamente. I bambini<br />
capiscono molte più cose di quelle che immaginiamo e, da mesi ormai, hanno inculcato il senso<br />
di distanziamento, sanno come ci si igienizza le mani e come comportarsi quando ci sono altre<br />
persone. Non serve che gli adulti aggiungano altro.<br />
Non una strategia ora, ma un ultimo consiglio sincero per tutte le mamme dei bimbi più curiosi<br />
che, in vista del primo giorno di scuola o nei giorni successivi, potrebbero riempirvi di tante<br />
domande.<br />
Domande sulla nuova organizzazione della scuola, della classe, sulle diverse relazioni con i<br />
compagni, con gli insegnanti. Starà a voi trovare il modo migliore per mettervi seduti ed<br />
affrontare il problema con i vostri figli. Ma la chiave per trasmettere serenità ai più piccoli in<br />
queste situazioni è solo e soltanto una: rispondere a tutte le loro domande. Mediando,<br />
certamente, utilizzando il tono giusto, i termini giusti, ma senza divagare, senza raccontare loro<br />
bugie.
C I B O E B A L L O<br />
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CIBO DEI PASTORI,<br />
CIBO GOURMET<br />
E r n e s t o D i R e n z o<br />
U n i v e r s i t à d i R o m a T o r V e r g a t a<br />
C o m ’ è a m o l t i n o t o , l a t r a n s u m a n z a e l a c i v i l t à d e i t r a t t u r i c o s t i t u i s c o n o c a p i t o l i<br />
f o n d a m e n t a l i d i u n a s t o r i a p a s s a t a , e p e r s e m p r e c o n c l u s a , c h e h a v i s t o c o i n v o l t a<br />
l ’ i n t e r a v i t a e c o n o m i c a , s o c i a l e , p o l i t i c a e c u l t u r a l e d e l M e z z o g i o r n o c o m p r e s o t r a<br />
l ’ A p p e n n i n o e l a c o s t a a d r i a t i c a .<br />
P r o t a g o n i s t i d i q u e s t a v i c e n d a m i l l e n a r i a s o n o s t a t i g l i o v i n i e i p a s t o r i : i p r i m i h a n n o<br />
r a p p r e s e n t a t o i l c a p i t a l e p r e z i o s o d a a c c u d i r e p e r g a r a n t i r e e a c c r e s c e r e l a r i c c h e z z a<br />
d e i p r o p r i e t a r i a r m e n t a r i ; i s e c o n d i h a n n o r a p p r e s e n t a t o l ’ i m p r e s c i n d i b i l e f a t t o r e<br />
u m a n o c h e h a f a t t o s ì c h e l e p e c o r e d i v e n t a s s e r o i l c e s p i t e p i ù i m p o r t a n t e p e r i l u o g h i<br />
e l e c o m u n i t à d i s p o s t e l u n g o l e v i e d e l l a l a n a . U n f a t t o r e u m a n o p e r e n n e m e n t e d i v i s o<br />
t r a m o n t a g n a e T a v o l i e r e , f a m i g l i a e l a v o r o , s o c i e t à d e g l i u o m i n i e s o l i t u d i n e d e i<br />
p a s c o l i . I l t u t t o i n u n c i c l o i n i n t e r r o t t o d i p a r t e n z e e d i r i t o r n i d i c u i D ’ A n n u n z i o h a<br />
c a n t a t o l ’ e p i c a e s i s t e n z a :<br />
Settembre, andiamo. È tempo di migrare.<br />
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori<br />
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:<br />
scendono all'Adriatico selvaggio<br />
che verde è come i pascoli dei monti […]<br />
(I pastori, poesia contenuta nella raccolta Alcyone, 1903)<br />
M a c o s ’ è l a t r a n s u m a n z a e c h e r a p p o r t i h a e s p r e s s o c o n i l c i b o e l e t r a d i z i o n i<br />
g a s t r o n o m i c h e a p p e n n i n i c h e ?<br />
L a t r a n s u m a n z a , c o m ’ è n o t o a t u t t i , è u n a p a r t i c o l a r e p r a t i c a z o o t e c n i c a d i<br />
a n t i c h i s s i m a o r i g i n e e d i e s t e s a d i s t r i b u z i o n e g e o g r a f i c a . S e b b e n e t a l e f o r m a d i<br />
a l l e v a m e n t o r i g u a r d i v a r i e t à d i f f e r e n t i d i b e s t i a m e , p e r g l i a b r u z z e s i , i m o l i s a n i , i<br />
l u c a n i , i p u g l i e s i , i c a m p a n i , d i r e t r a n s u m a n z a h a s i g n i f i c a t o d i r e e s s e n z i a l m e n t e<br />
p a s t o r i z i a , m e g l i o a n c o r a , p a s t o r i z i a i t i n e r a n t e . U n s i g n i f i c a t o c h e t r o v a c o n f e r m a<br />
n e l l a s t e s s a e t i m o l o g i a d e l t e r m i n e d e r i v a n t e d a l l a f u s i o n e d e l l e d u e e s p r e s s i o n i l a t i n e<br />
t r a n s e h u m u s c h e v o g l i o n o d i r e : a n d a r e o l t r e , a l d i l à d e l l a t e r r a i n c u i s i r i s i e d e ; e<br />
n a t u r a l m e n t e f a r v i r i t o r n o .<br />
M a l a t r a n s u m a n z a n o n è s o l o u n a f o r m a d i a l l e v a m e n t o b a s a t o s u l l o s p o s t a m e n t o<br />
s t a g i o n a l e d e l l e g r e g g i d a i p a s c o l i d i m o n t a g n a a i p a s c o l i d i p i a n u r a a s e c o n d a d e l l e<br />
c o n d i z i o n i c l i m a t i c h e e d e l l e c o n s e g u e n t i d i s p o n i b i l i t à d i e r b a g g i . È , o m e g l i o , è s t a t a ,<br />
q u a l c o s a d i p i ù c o m p l e s s o e s o p r a t t u t t o d i p i ù i m p e g n a t i v o c h e h a r i c h i e s t o<br />
u n ’ o r g a n i z z a z i o n e i n d u s t r i a l e s e n o n a d d i r i t t u r a c a p i t a l i s t i c a d e l l a v o r o . U n a<br />
o r g a n i z z a z i o n e l e c u i d e s t i n a z i o n i p r a t i c h e v a n n o o l t r e l ’ a u t o c o n s u m o o i l s e m p l i c e<br />
s o s t e n t a m e n t o d e l l ’ e c o n o m i a d o m e s t i c a , b e n s ì u n ’ o r g a n i z z a z i o n e l e c u i f i n a l i t à<br />
p r o d u t t i v e h a n n o r i g u a r d a t o s o p r a t t u t t o i l m e r c a t o e i l p r o f i t t o . E l o s t r u m e n t o c a p a c e<br />
d i g a r a n t i r l i s o n o s t a t e l a p e c o r a e l e g r e g g i , v e r e e p r o p r i e “ m a c c h i n e r i g e n e r a t r i c i ”<br />
c a p a c i d i c o n v e r t i r e l a c e l l u l o s a i n p r o t e i n e , l a l a n a i n t e s s u t i e i l l e t a m e i n<br />
f e r t i l i z z a n t e p e r i c a m p i . I l t u t t o b i o l o g i c a m e n t e , a u t o n o m a m e n t e e a l l ’ i n s e g n a d e l l a<br />
s o s t e n i b i l i t à . S e s i v u o l e i m m a g i n a r e a c o m e d o v e s s e e s s e r e i n p a s s a t o l a t r a n s u m a n z a<br />
n o n s i d e v e p e n s a r e a d e i s i n g o l i p a s t o r i c h e , c i a s c u n o p e r c o n t o p r o p r i o , t r a e v a n o i n<br />
a u t u n n o l e g r e g g i d a g l i o v i l i e l e c o n d u c e v a n o v e r s o i p a s c o l i d i P u g l i a p e r p o i<br />
r i p o r t a r l e i n p r i m a v e r a v e r s o c a s a . A l c o n t r a r i o , s i d e v e p e n s a r e a l u n g h e e a n i m a t e<br />
c a r o v a n e c o m p o s t e d i c e n t i n a i a d i g r e g g i e d i d e c i n e d i m i g l i a i a d i c a p i d i b e s t i a m e a l<br />
c u i s e g u i t o s i m u o v e v a n o n u m e r o s i u o m i n i a p i e d i , a c a v a l l o , o c o n i c a r r i .
C I B O E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
U o m i n i i m p e g n a t i n e l l e m a n s i o n i d i m a s s a r i , s o t t o - m a s s a r i , p a s t o r i , p a s t o r i c c h i ,<br />
b u t t e r a c c h i , c a s a r i e t u t t i a l s e r v i z i o d i f a c o l t o s i d a t o r i d i l a v o r o d a c u i r i c e v e v a n o p e r<br />
i l l a v o r o s v o l t o u n s a l a r i o i n d e n a r o e u n a p a r c a d o t a z i o n e i n c i b o . T a n t o p a r c a c h e s e<br />
u n a p e c o r a m o r i v a l e s u e c a r n i , a n z i c h é e s s e r e m a n g i a t e i n l o c o d a i m a l n u t r i t i p e c o r a i ,<br />
d o v e v a n o e s s e r e d i s o s s a t e , s a l a t e , e s s i c c a t e a l s o l e e r e s t i t u i t e a l p a d r o n e p e r i l<br />
p r o p r i o b e n e f i c i o . Q u e s t a p e c u l i a r i t à r e l a t i v a a l l a ‘ i n v e n z i o n e ’ d e l l a m i s i s c h i a ( o g g i<br />
r i c e r c a t o p r o d o t t o P A T ) p e r m e t t e d i a p p r o p i n q u a r s i a l l e p a r t i c o l a r i c o n n e s s i o n i c h e l a<br />
t r a n s u m a n z a h a a v u t o c o n i l c i b o e c o n l e t r a d i z i o n i g a s t r o n o m i c h e a p p e n n i n i c h e ,<br />
m o l t e d e l l e q u a l i s c o m p a r s e o r e s i d u a n t i i n l u o g h i a s s a i c i r c o s c r i t t i .<br />
D a l p u n t o d i v i s t a a l i m e n t a r e e d a q u e l l o d e i s u o i p r o t a g o n i s t i u m a n i l a t r a n s u m a n z a<br />
h a s i g n i f i c a t o s o p r a t t u t t o s a c r i f i c i o , p r e c a r i e t à , e s c l u s i o n e d a l b e n e f i c i o g a s t r o n o m i c o<br />
d e l p r o d o t t o g e n e r a t o d a l l e p r o p r i e f a t i c h e . P e r c h é s e è v e r o c h e d a l l e p e c o r e s i<br />
r i c a v a v a n o q u a n t i t à e n o r m i d i l a t t e , f o r m a g g i e c a r n e ( m a n o n s o t t o f o r m a d i<br />
a r r o s t i c i n i , p r o d o t t o n o v e c e n t e s c o d e l l a p a s t o r i z i a s t a n z i a l e ) , è a l t r e t t a n t o v e r o c h e<br />
t u t t o q u e s t o b e n d i d i o e r a a p p a n n a g g i o e s c l u s i v o d e i p r o p r i e t a r i d e l l e g r e g g i e n o n d e i<br />
p a s t o r i c h e n e g o v e r n a v a n o i l p a s c o l o . C o s t o r o , p e r l a d u r a f a t i c a s o p p o r t a t a , o l t r e<br />
a l l a m i s e r a p a g a a v e v a n o d i r i t t o a u n q u a n t i t a t i v o d e f i n i t o d i p a n e , d i o l i o e d i s a l e .<br />
T u t t o i l r e s t o c h e p o t e v a e s s e r e m a n g i a t o e r a c o n s e g u e n z a d e l c a s o e d e l l a f a n t a s i a .<br />
S i m i l e c o n c a t e n a z i o n e d i f a t t o r i h a f a t t o s ì c h e l a g a s t r o n o m i a d e l l a t r a n s u m a n z a s i a<br />
s t a t a u n a g a s t r o n o m i a p o v e r a , d i r i s u l t a , d i f u r b i z i a e d i s o t t e r f u g i . Q u e g l i s t e s s i<br />
s o t t e r f u g i c h e h a n n o d a t o l u o g o a s o b r i p a n c o t t i , a p a r s i m o n i o s e a c q u e c o t t e , a f r u g a l i<br />
p a p p o n i r e a l i z z a t i c o n t u t t o q u a n t o d i c o m m e s t i b i l e p o t e v a e s s e r e m e s s o a c o t t u r a ,<br />
i n s a p o r e n d o l o c o n e r b e d i c a m p o ( t a r a s s a c o , s i l e n e , c a c c i a l e p r e , s a n t o r e g g i a e o r a p i<br />
c h e l e s t e s s e p e c o r e p r o v v e d e v a n o o p p o r t u n a m e n t e a f e r t i l i z z a r e ) , p e z z e t t i d i l a r d o e ,<br />
i n c a s i n o n r a r i , c o n “ s a p i d e ” p i e t r e d i m a r e .
C I B O E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
M a i s o t t e r f u g i d e i p a s t o r i , o l t r e a r e n d e r e g u s t o s o q u e l p o c o d i m a n g i a b i l e c h e i l c a s o<br />
e l a n a t u r a m e t t e v a n o l o r o a d i s p o s i z i o n e , c o n s e n t i v a n o d i a s s i c u r a r s i a n c h e q u a l c o s a<br />
d i f o r t u i t o c o n c u i v a r i a r e n a s c o s t a m e n t e l a l o r o m o n o t o n i a a l i m e n t a r e . E ’ i l c a s o d e l l a<br />
r i n o m a t a e a b r u z z e s e “ p e c o r a a g l i o c o t t u r o ” , o g g i p r e p a r a t a c o n a n i m a l i a f i n e<br />
c a r r i e r a m a i n o r i g i n e r e a l i z z a t a c o n g i o v a n i s s i m i a g n e l l i c h e i n a s p e t t a t i p a r t i<br />
g e m e l l a r i m e t t e v a n o a d i s p o s i z i o n e d e l l e s c a r n e d i e t e s e n z a c h e i l p a d r o n e p o t e s s e<br />
r e n d e r s i c o n t o d e l l ’ a m m a n c o .<br />
Miscischia, carne di pecora fatta essiccare al sole e successivamente<br />
tagliata a sottili striscioline condite con sale e peperoncino<br />
Fonte: https://www.ecosangabriele.com/il-nutrimento-dei-pastori<br />
I n o g n i c a s o l a t r a n s u m a n z a , o l t r e a d a v e r r a p p r e s e n t a t o u n f o n d a m e n t a l e s t r u m e n t o<br />
d i s v i l u p p o p e r l e e c o n o m i e d e l l ’ I t a l i a A p p e n n i n i c a e M e r i d i o n a l e , è s t a t a a n c h e u n<br />
f o r m i d a b i l e v o l a n o d i c i v i l t à i n g r a d o d i f a v o r i r e l o s c a m b i o e l a d i f f u s i o n e d i i d e e ,<br />
p r a t i c h e d i c u l t o , g u s t i e s t e t i c i , t e n d e n z e a r t i s t i c h e . E l e t r a c c e d i u n a s i m i l e v i c e n d a<br />
s t o r i c a , d i c u i i p a s t o r i s o n o s t a t i i p r i n c i p a l i p r o t a g o n i s t i , s o n o t u t t o r a l e g g i b i l i n e i<br />
r e t a g g i t r a d i z i o n a l i d e l l e r e g i o n i c o i n v o l t e n e l l ’ a l l e v a m e n t o i t i n e r a n t e .<br />
M a l a u g u r a t a m e n t e , s e b b e n e n e l 2 0 1 9 l a T r a n s u m a n z a s i a s t a t a i n s c r i t t a d a l l ’ U n e s c o<br />
n e l l a L i s t a R a p p r e s e n t a t i v a d e l P a t r i m o n i o C u l t u r a l e I m m a t e r i a l e d e l l ’ U m a n i t à , d i<br />
q u e s t a a m p i a e s p e r i e n z a u m a n a c h e h a a t t r a v e r s a t o i l u n g h i e v i d e l l a v i t a r u r a l e e<br />
m o n t a n a d e l l ’ I t a l i a C e n t r o - m e r i d i o n a l e n o n r i m a n g o n o c h e p o c h e t r a c c e s p a r s e n e l<br />
t e r r i t o r i o ( p i c c o l e c h i e s e t r a t t u r a l i , r u d e r i d i " p o s t e " ) , n e l p a t r i m o n i o c u l t u r a l e ( f o r m e<br />
d i p e l l e g r i n a g g i o , i n f l e s s i o n i l i n g u i s t i c h e , e l e m e n t i n a r r a t i v i ) e n e l l e p r a t i c h e<br />
g a s t r o n o m i c h e l o c a l i . P r a t i c h e c h e i r e c e n t i o r i e n t a m e n t i l e g a t i a l b u s i n e s s t u r i s t i c o e<br />
a l l e i s t a n z e n e o - f o l k l o r i c h e s t a n n o g i à d a a l c u n i a n n i c e r c a n d o d i r i c o m p o r r e , d i<br />
r i v a l o r i z z a r e e d i r i p r o p o r r e a l l ’ e s p e r i e n z a d e l g u s t o .
C I B O E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
pesto genovese<br />
L A V E R A S T O R I A R A C C O N T A T A<br />
D A L L O C H E F I V A N C R I B I Ù
C I B O E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
Come si fa a non parlare dell’ Italia, il paese più<br />
bello del mondo! Quindi oggi siamo in una delle più<br />
caratteristiche regioni del BEL PAESE, la Liguria<br />
dove storia, arte, cultura, musica e cucina la fanno<br />
da padrona. Allora vorrei farvi scoprire una danza<br />
antica che risale al 1700 “La Danza della Morte d’u<br />
Màsciu e della Léna a Taggia”.<br />
Una leggenda medioevale, riportata dal vescovo di<br />
Genova Jacopo da Varagine, nella sua “Legenda<br />
Aurea” (1260), racconta che per sfuggire alle<br />
persecuzioni cristiane scatenatesi dopo la morte di<br />
Gesù, vari apostoli insieme a famigliari ed a Maria<br />
Maddalena salirono su una zattera senza remi che<br />
li condusse per il Mediterraneo sino a Marsiglia. Da<br />
qui Maria di Magdala, divenuta eloquente come un<br />
apostolo e dopo aver compiuto vari miracoli, si<br />
ritirò in eremitaggio in una grotta (SainteBaume)<br />
dove visse ancora trent’anni ed alla sua morte fu<br />
accolta trionfalmente in Cielo. Durante il viaggio in<br />
mare però la zattera toccò vari paesi; fra questi<br />
Taggia, nella Liguria di Ponente, dove pare che la<br />
Maddalena abbia sostato un po’ in un eremo<br />
immerso fra i boschi delle alture, per far penitenza<br />
dei suoi giovanili peccati. Nel 1716 nacque la<br />
Confraternita dei Maddalenanti che, da quella<br />
data, ogni penultima domenica di luglio, organizza<br />
la “Festa de Santa Maria Madarenaduboscu”.<br />
E’ un rito arcaico: protagonisti due Maddalenanti,<br />
uno detto “u Màsciu” (il Maschio), l’altro “la Léna”<br />
(diminutivo di Maddalena), danzano una sorta di<br />
tarantella allegra, mimando corteggiamenti e<br />
amplessi; ad un tratto però la Léna stramazza a<br />
terra, morta. U Màsciu, disperato, la copre di<br />
lavanda, a quel punto Léna, sollevandosi con una<br />
botta di reni, risorge fra grida di gioia. La lavanda<br />
che la fa risorgere simboleggia la redenzione e<br />
quindi i frutti della rinascita.<br />
E appunto parlando di lavanda non si può far altro<br />
che immergersi nel meraviglioso mondo delle erbe<br />
aromatiche. Fin dalla preistoria gli uomini hanno<br />
potuto trarre dalle piante il cibo ed i medicinali<br />
occorrenti per il loro sostentamento. Greci, egizi e<br />
romani hanno utilizzato le piante officinali per<br />
imbandire le loro tavole e caratterizzare le<br />
pietanze, ma anche utilizzarle a scopi ornamentali,<br />
medicali, cosmetici e per profumare gli ambienti.<br />
Oggi come ieri anche ai nostri tempi consumiamo<br />
le erbe aromatiche per svariati utilizzi e c’è chi<br />
addirittura le utilizza in cucina come sostituto del<br />
sale per insaporite i piatti.<br />
Fra le più celebri preparazioni a base di erbe<br />
aromatiche non possiamo non menzionare il<br />
famoso pesto alla genovese con il basilico fresco,<br />
pianta nativa dell’Asia tropicale e dell’India. La<br />
ricetta del pesto, così come lo conosciamo noi, non<br />
ha origini antichissime, risalendo in effetti alla<br />
metà del XIX secolo. L’uso delle erbe aromatiche<br />
per i liguri è una tradizione che ha origini nel<br />
Medioevo, con abitudini differenti, in base alle<br />
categorie sociali: i ricchi condivano i loro banchetti<br />
con spezie ricercate, mentre i poveri le usavano<br />
per insaporire minestre non troppo saporite. Il<br />
primo a citarla pare sia un noto gastronomo<br />
dell’epoca, Giovanni Battista Ratto nella sua opera,<br />
La Cuciniera genovese.
C I B O E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
La ricetta è la seguente: “Prendete uno spicchio<br />
d’aglio, basilico (baxaicö) o in mancanza di questo<br />
maggiorana e prezzemolo, formaggio olandese e<br />
parmigiano grattugiati e mescolati insieme e dei<br />
pignoli e pestate il tutto inmortaio con poco burro<br />
finché sia ridotto in pasta. Scioglietelo quindi con olio<br />
fine in abbondanza. Con questo battuto si condiscono<br />
le lasagne e i gnocchi ( trofie ), unendovi un po’ di<br />
acqua calda senza sale per renderlo più liquido”.<br />
Nonostante la sua relativa giovinezza, questa ricetta<br />
sembra risalire all’evoluzione di una ricetta molto più<br />
antica, l’aggiadda( agliata ), una salsa da mortaio a<br />
base d’aglio del XIII secolo e che veniva utilizzata per<br />
la conservazione di cibi cotti. Ma non possiamo certo<br />
tralasciare una famosa leggenda che narra di un convento sulle alture di Prà (Genova) intitolato a San, nel quale<br />
un frate che viveva in quella dimora raccolse l’erba aromatica che cresceva su quelle alture (chiamata appunto<br />
basilium, in onore di san Basilio), la unì ai pochi ingredienti portatigli in offerta dai fedeli e, pestando il tutto,<br />
ottenne il primo pesto che man mano venne perfezionato. Nel corso dell’Ottocento la pasta al Pesto non subì<br />
variazioni particolari e già a quell’epoca era considerata un cibo popolare.Ma è probabile che il pesto originario<br />
subisse un’influenza molto più forte dal suo antenato: ovvero, che avesse molto aglio. Questo<br />
fondamentalmente per due ragioni: l‘influenza arabo-persiana che dominò le salse di Genova dal Medioevo<br />
all’Ottocento, ma anche la predilezione e la “necessità” degli uomini di mare liguri per l’aglio, ritenuto quasi una<br />
medicina per i lunghi periodi a bordo. Il Pesto infatti ha raggiunto una grande popolarità nel mondo anche<br />
grazie agli equipaggi delle navi mercantili o passeggeri che dal porto di Genova salpavano per destinazioni<br />
lontane: a La Boca, quartiere genovese di Buenos Aires e nelle città di mare degli USA. L’ antenato più lontano di<br />
questo pesto è infatti il moretum, una pasta verde che gli antichi romani ottenevano con formaggio, aglio ed<br />
alcune erbe, e di cui parla perfino Virgilio.<br />
Trenette al Pesto alla genovese<br />
Ingredienti<br />
Procedimento<br />
per 2 persone<br />
160 gr di trenette<br />
50 gr di basilico fresco genovese<br />
10 gr di pinoli<br />
10 gr di pecorino<br />
10 gr di parmigiano reggiano<br />
sale grosso (sal gemma)<br />
1 spicchio di aglio<br />
olio evo qb<br />
Lo chef Ivan Cribiù,<br />
proprietario di "GamGam<br />
Service" di Lainate, nonché<br />
poeta,speaker di Cluster.fm<br />
con le trasmissioni “Cribiu che<br />
Buono” e “ La Ricetta<br />
Perfetta”.<br />
Per prima cosa pulite le foglie di basilico con un panno.<br />
Non lavatele, non stropicciatele, ogni venatura nera<br />
nelle foglie, può compromettere il gusto e il colore del<br />
pesto.<br />
Pestate l’aglio sbucciato con un pizzico di sale.<br />
Aggiungete quindi il basilico, pestate fino ad ottenere un<br />
composto dal colore verde e liquoroso (per facilitare il<br />
mantenimento della clorofilla e mantenere il colore di un<br />
verde accesso potete aggiungere poco ghiaccio).<br />
A questo punto aggiungete i pinoli e pestateli nel<br />
mortaio<br />
Quando il composto è ben amalgamato aggiungete il<br />
formaggio alternandoli con un filo d’olio, pestate e<br />
continuate ad alternare formaggio e olio.<br />
Il composto finale dovrà avere la tipica consistenza<br />
granulosa e cremosa.<br />
Nel frattempo mettete a bollire in una pentola l’acqua,<br />
che salerete solo quando incomincia a bollire, cuocete<br />
le trenette per il tempo di cottura ideale, scolate e<br />
saltare in padella a fuoco spento la pasta con il pesto<br />
con l’aggiunta di un poco di acqua di cottura, per<br />
renderle più cremose.<br />
Servite ben calde con una spolverata di pecorino o<br />
parmigiano; il pesto si può fare con qualsiasi vegetale,<br />
infatti ne esistono di svariate qualità; il procedimento è<br />
sempre il medesimo con l’utilizzo di diversi ingredienti.
B E V A N D E E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
di Danilo Pentivolpe<br />
Bartender<br />
Da diversi anni il mestiere del Barman è stato riconosciuto<br />
come una vera e propria arte basata sull'ospitalità e<br />
sull'esperienza degli ospiti.<br />
L’arte sta nel preparare e servire una bevanda equilibrata.<br />
Quindi chi più ne ha più ne metta.<br />
Fa ottimi drink, ma gestisce anche l'atmosfera del bar,<br />
costruisce rapporti con i clienti abituali e gestisce le<br />
operazioni del bar mentre è aperto.<br />
Il bartender sottende anche una certa abilità, e farlo bene è<br />
sia stimolante che incredibilmente gratificante.<br />
Insomma, oggi si sente parlare di “baristi nerd”senza<br />
trascurare la confusione che si è creata tra barman e<br />
bartender.<br />
Quest’ultimo , termine inglese usato in maniera generica,<br />
figura dall’approccio più moderno, non acrobatico, esperto<br />
in cocktail raffinati.<br />
È chiaro che si sta parlando di “forma mentis”<br />
Ed è a questo punto che subentra il Mixologist o Mixologo,<br />
che mostra le sue competenze, tali da poter fare l’analisi<br />
organolettica delle bevande, distinguendo un prodotto di<br />
qualità da un surrogato.<br />
La mixology è il lavoro che ogni Barista Nerd svolge ed è<br />
racchiusa nella complessità di fondere insieme colori,<br />
profumi ed anche la forza alcolica!<br />
È l'arte di creare sciroppi, tinture e amari che si “mixano”<br />
perfettamente con gli altri ingredienti che stai usando in un<br />
cocktail.<br />
Dove si trovano questi Mixologist?<br />
Negli speakeasy bar ovviamente. Conosciuti anche con il<br />
termine di blingpig o blindtiger e che, letteralmente,<br />
significa, parlar piano, con tranquillità.<br />
Sono dei veri e propri secret bar che ricalcano i tormentoni<br />
del proibizionismo americano, dove nel 1920 si vendeva<br />
alcol illegalmente.<br />
Insomma la prossima volta che vi troverete in un bar<br />
nascosto di fronte ad un Bartender Mixologo, la parolina<br />
magica da usare sarà speakeasy.<br />
Bevi<br />
con<br />
Cautela<br />
Bevi con<br />
con<br />
Cautela
FB IE SL LC EO Z ZE A BE ABL AL LOL O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
Nino Osepashvili - modella, economista.<br />
photo © Nodo Koshadze
M A K E - U P E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong>
termine glamour, secondo i dizionari Oxford e Webster, significa fascino, prestigio. Così, una persona glamour<br />
Il<br />
affascinante, incantevole, attraente. Oggi è un sinonimo di stile, seduzione; evoca qualcuno che brilla di luce<br />
è<br />
senza eccessi. Ho elaborato un look che parlasse anche di anni cinquanta e sessanta caratterizzati dal<br />
propria<br />
per la pelle bianca come l'alabastro, per la bocca rosso vermiglio e per gli occhi allungati, in memoria del<br />
gusto<br />
per occasioni speciali, ma con qualche piccolo strappo alla regola che sarà in grado di distinguervi e<br />
adatto<br />
senza eccedere. Tre colori fondamentali, il chiaro della vostra pelle, il nero degli occhi ed il rosso<br />
valorizzarvi<br />
M A K E - U P E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
Il termine Glamour<br />
oriente. E' la bellezza di una donna sicura di sé e sensuale, un omaggio ai miti indiscutibili del passato,<br />
vecchio<br />
Audrey Hepbum e Marilyn Monroe e, allo stesso tempo, icone di fascino attuali come Madonna. Un trucco<br />
come<br />
delle labbra; indossatelo con qualunque abito, in qualunque occasione è perfetto.<br />
Applichiamo il fondotinta con l'aiuto di una<br />
spugnetta di lattice oppure con l'aiuto di un<br />
pennello per il fondotinta. Per questo trucco<br />
che andremo a realizzare, è necessario<br />
utilizzare un fondotinta di una tonalità più chiara<br />
rispetto al tono della pelle. L'applicazione del<br />
fondotinta dovrà essere omogenea su tutto il<br />
viso. Importante è non omettere le orecchie e<br />
sfumare bene sul collo e decoltè per evitare<br />
contrasti cromatici.<br />
Per valorizzare lo zigomo, andiamo ad<br />
applicare un correttore scuro sotto l'osso<br />
zigomatico, facendo riferimento alla fine<br />
dell'occhio ed attaccatura dei capelli.<br />
L'applicazione sarà eseguita con il semplice<br />
uso dei polpastrelli. Sempre con questi<br />
sfumiamo il prodotto creando una sfumatura<br />
omogenea sotto l'osso zigomatico. Fissiamo<br />
la base con l'aiuto di un piumino di velluto.<br />
Con una matita o ombretto per<br />
sopracciglia, andiamo a riempire<br />
eventuali vuoti, per ottenere un effetto<br />
più sofisticato delle vostre sopracciglia.<br />
Procedete ora ad applicare sulla<br />
palpebra mobile dell'occhio, un<br />
ombretto chiaro (bianco, beige, rosa<br />
pallido, dorato chiaro, ecc.) con l'aiuto di<br />
un pennello umido. In seguito con<br />
polpastrelli fate aderire l'ombretto per<br />
dare un risultato omogeneo e naturale.<br />
Con l'aiuto di un pennellino per eye-liner<br />
andiamo a delineare l'attaccatura delle<br />
sopracciglia tracciando una linea base<br />
partendo dall'esterno dell'occhio,<br />
muovendovi verso l'interno. Sempre con il<br />
pennellino dell'eye liner accrescete lo<br />
spessore della linea già tracciata con<br />
estrema cura, sempre muovendovi<br />
dall'esterno all'interno. Sulla coda<br />
dell'occhio create il famoso triangolo che<br />
permette di sollevare ed intensificare lo<br />
Applicate un ombretto marrone sull'incavo tra<br />
la palpebra mobile e la fissa, così da ottenere<br />
una maggiore apertura dell'occhio. Stendere<br />
una buona dose di mascara.<br />
Con una matita kohl nera, colorate l'interno<br />
dell'occhio per dare profondità allo sguardo.<br />
Disegnate il contorno delle<br />
labbra con una matita per<br />
renderle più voluminose e<br />
delineate.<br />
Con l'aiuto di un pennellino,<br />
potrete andare ad applicare il<br />
rossetto per ottenere un effetto<br />
più curato delle vostre labbra
M O D A E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
Marianna Bonavolotà<br />
SCENE DA UN<br />
MATRIMONIO<br />
Abito Pronovia Roma<br />
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M O D A E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
Quante volte ci è capitato di ricevere un invito ad un matrimonio<br />
ed essere colte immediatamente dall’ansia e dalla paura di non<br />
avere nulla da mettere. Spesso e volentieri pensiamo di dover<br />
spendere cifre immonde tra abito, scarpe, clutch, trucco e<br />
parrucco e, ovviamente, il tutto da aggiungere al regalo per i<br />
futuri sposi; tutto questo se siamo single, se poi abbiamo marito e<br />
figli a seguito, l’ansia si moltiplica e i grattacapi pure. Il rischio è<br />
di non essere abbastanza eleganti o non all’altezza e crediamo che<br />
spendere tanto o magari indossare abiti esageratamente eleganti e<br />
costosi ci risolva il problema, ma non è affatto così. Ebbene si, i<br />
matrimoni a volte sono un problema per gli invitati, soprattutto<br />
se il matrimonio è a tema o se gli sposi hanno espresso strane<br />
richieste ma il problema fondamentale è che nessuno ci insegna le<br />
buone maniere e il dress code da seguire per ogni occasione.<br />
Buone maniere e dress code, questi sconosciuti!<br />
Galateo e dress code sono fratelli che vanno a braccetto; il loro<br />
scopo è quello di semplificarci la vita, evitare di trovarci in<br />
situazioni imbarazzanti e ci permettono di esprimere la nostra<br />
vera essenza e comunicare la nostra personale cultura nella<br />
maniera più rispettosa possibile, creando armonia tra gli individui.<br />
7 regole per essere Top<br />
Essere sempre ben informati e, nel dubbio, chiedere! Segui le indicazioni date<br />
dagli sposi, a costo di sforzarti. Ricorda anche di chiedere chiarimenti sui dettagli<br />
o richieste poco chiare che, scritte sull’invito o frutto di un passaparola tra invitati,<br />
possono essere fraintendibili. Ricorda che è la loro giornata speciale, non la tua ed<br />
il tuo compito da invitato è quello di rendere ancora più piacevole il fatidico<br />
giorno con la tua presenza.<br />
Cultura, usi e costumi, non diamo mai nulla per scontato. Ogni cultura ha le<br />
sue credenze e delle celebrazioni ben precise che vanno sempre rispettate; per<br />
questo è bene informarsi per tempo. Un matrimonio indiano sarà diverso da un<br />
matrimonio italiano e quando gli sposi appartengono ad etnie miste, bisogna fare<br />
attenzione a celebrarle e rispettarle entrambe nella stessa maniera.<br />
Location. Tieni presente che ogni location vuole un dress code adatto; è chiaro<br />
che quello che andrà bene al mare non sarà adatto alla montagna, e viceversa.<br />
Orario. L’orario va rispettato sempre, mai presentarsi in ritardo solo perché<br />
pensiamo che tanto in mezzo a tutta quella gente non se ne accorgerà nessuno che<br />
siamo arrivati mezz’ora dopo. Non è corretto e, arrivando in ritardo,<br />
rischieremmo di fare la nostra entrata in momenti poco opportuni, togliendo la<br />
scena agli sposi. Ovviamente l’orario ci serve per regolarci sul nostro<br />
abbigliamento, dall’altezza e lo spessore del tacco, allo scollo che nelle mattinate<br />
sarà decisamente più contenuto rispetto alla sera così come cambieranno il trucco<br />
e l’utilizzo delle paillette, bandite di giorno… ma ai dettagli ci pensa il dress code.<br />
Dress Code. È l’insieme delle regole, tacite il più delle volte, che definisce<br />
l’abbigliamento appropriato ad ogni occasione e orario. L’abito lungo ad un<br />
matrimonio non si indossa mai di mattina e il cappello invece può essere indossato<br />
solo se a portarlo è la mamma della sposa. Allo stesso modo vietato lo smoking di<br />
mattina.<br />
Less is more. Non strafare con abiti, accessori, trampoli e scollature. È un<br />
matrimonio non una festa a Ibiza e rischieresti di mettere in ombra la sposa<br />
rovinandole il giorno più bello della sua vita; l’eleganza non ha bisogno di strafare<br />
e questo vale per ogni occasione.<br />
Attenzione ai colori. Da sempre i colori ricoprono un ruolo fondamentale ed<br />
esprimono per ogni cultura un significato diverso. Nella nostra cultura ai<br />
matrimoni sono banditi il bianco, riservato alla sposa, in tutte le sue declinazioni,<br />
il rosso acceso troppo vistoso, offuscherebbe la sposa e il nero, colore riservato ai<br />
iti funebri. Per alcuni anche il viola, colore porta sfortuna. I colori seguiranno la<br />
regola dell’orario, la mattina saranno più polverosi e soft mentre la sera possiamo<br />
permetterci colori più accesi.
O R O S C O P O E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
AMORE<br />
La sensualità ravviverà l'amore e questo scambio di energie continuerà per tutto il mese permettendo, a<br />
chi ha una vita di coppia serena, di raggiungere momenti di splendida intimità col partner, specie sotto<br />
il profilo erotico. Incontri deludenti per i single; non demordete, Venere farà presto a farvi ingranare la<br />
marcia<br />
LAVORO<br />
Marte grida alle vostre orecchie che potete fare di più e soprattutto ottenere di più. Se avete un'attività<br />
autonoma, potreste trovarvi davanti ostacoli imprevisti. Curate la comunicazione, di modo che non si<br />
verifichino intralci; chiarezza ed intraprendenza saranno essenziali per la buona riuscita delle vostre<br />
iniziative.<br />
AMORE<br />
Non vi sentirete inclini al romanticismo, ma nulla di preoccupante, solo che anche il cuore ogni tanto ha<br />
bisogno di una piccola vacanza. Questo periodo vi vedrà impegnati su molti fronti, forse troppe<br />
distrazioni, tanto che il rapporto di coppia potrà passare in seconda linea. Occhio però a non esagerare.<br />
LAVORO<br />
La calma e la riflessione vi saranno quanto mai necessarie, se lavorate in squadra con altri. Non spingete<br />
troppo sull'acceleratore, specie se vi accorgerete che qualcuno non riesce a tenere il ritmo. Non è detto<br />
che il vostro sia quello giusto! Tenete un profilo basso ed evitate distrazioni e scontri. Siete sempre<br />
determinati, e questo vi rende vincenti.<br />
AMORE<br />
Vi sentirete spinti in dimensioni esistenziali diametralmente opposte, da una parte il richiamo alla vita<br />
di coppia stabile e serena, dall'altra la curiosità, la voglia di trasgressione, di vivere un'avventura. Non<br />
sarà facile decidere, ma la vostra mobilità mentale riesce sempre a farvi superare i momenti<br />
critici.<br />
LAVORO<br />
Tutto gira per il meglio: comunicativa, simpatia e fortuna saranno i vostri assi nella manica. Ne<br />
godranno tutti coloro che lavorano in gruppo con altri. Anche il settore artistico riceverà tanta bella<br />
energia dal cielo astrale del mese.<br />
AMORE<br />
La stagione vi sorride e soprattutto l’amore.Ottobre sarà benevolo nei vostri confronti, soprattutto<br />
grazie al trigono di Mercurio che realizzerà per voi situazioni intense sotto il profilo sentimentale e<br />
sessuale. Avete bisogno di grande affetto, e le Stelle hanno qualcosa d’importante per Voi<br />
LAVORO<br />
Prudenza e piedi di piombo, la fortuna guarderà da altre parti e gli ostacoli non mancheranno. Le<br />
scosse più forti potrebbero riguardare quanti tra voi lavorano in gruppo o in società con altri: potreste<br />
trovarvi, dalla sera alla mattina, in una situazione poco piacevole.<br />
AMORE<br />
L'amore potrebbe bussare inaspettato alla vostra porta, magari si tratterà solo di un breve flirt, ma sarà<br />
ugualmente piacevole. Chi ha una bella storia d'amore in corso, eviti incomprensioni per questioni futili<br />
con il partner, quello che conta è ben altro! Occupatevi di più del partner.<br />
LAVORO<br />
Potrebbero esserci importanti novità per quanti tra voi hanno un'attività professionale indipendente, in<br />
particolare se questa riguarda il settore amministrativo, assicurativo o sportivo. Accogliete proposte per<br />
ristrutturare certi aspetti del vostro lavoro: l'originalità sarà la vostra carta vincente.
O R O S C O P O E B A L L O<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
AMORE<br />
Periodo assolutamente magico, la felicità sarà proprio davanti a voi; dovrete solo allungare la mano<br />
afferrarla e farla vostra. Sarà un momento incantevole, sia per chi è lietamente in coppia, sia per i single<br />
che potranno felicemente farsi centrare da un colpo di fulmine. Venere entra nel vostro segno e vi<br />
renderà carichi d’armonia e affettuosità<br />
LAVORO<br />
Dovete sapere che gli errori potrebbero non venirvi facilmente perdonati e costarvi anche in termini<br />
economici: controllate di aver effettuato tutti i versamenti nei termini prescritti e di avere osservato<br />
regole e norme burocratiche richieste dal vostro lavoro. In fondo siete tra i più intelligenti dello Zodiaco,<br />
e se usate la testa, risolverete tutto.<br />
AMORE<br />
Ottobre è il vostro mese, buon compleanno, e l’Autunno si farà sentire e tutto entrerà in armonia con<br />
Voi. Scoprirete che lasciarsi andare nel mondo dell’erotismo sarà una strategia vincente! Se amate le<br />
avventure, vi accorgerete che in questo modo vi sarà molto più facile ottenere consensi e risposte<br />
positive ai vostri approcci.<br />
LAVORO<br />
Le Stelle mostrano ostacoli e rallentamenti un po' per tutti, sicché potrebbe essere difficile districarsi<br />
dalle complicazioni, ancora di più se avete un'attività autonoma. E' meglio, dunque, prendersi una pausa e<br />
rimandare decisioni e impegni di una certa importanza. Marte è sempre in aspetto contrario, e spesso dà<br />
i suoi colpi di coda.<br />
AMORE<br />
L’entrata di Mercurio favorirà gli incontri e le storie d’amore. Una bella stagione d'amore vi attende:<br />
l'armonia è assicurata tra voi e il partner grazie ad un sostanziale equilibrio psicologico. La fiducia e<br />
l'attrazione reciproca saranno alla base del vostro rapporto di coppia. Per i single una persona potrebbe<br />
catturare la vostra attenzione.<br />
LAVORO<br />
A volte avrete l'impressione di faticare per nulla e di girare a vuoto; in realtà non sarà affatto così. Dovete<br />
essere più organizzati e più precisi, non abbiate fretta di concludere ciò che avete iniziato. Le strategie<br />
saranno molto più importanti in questo periodo. Non dovete dimenticare che avete un intuito infallibile,<br />
ascoltatelo<br />
AMORE<br />
Il Mese porterà voglia di decisioni importanti, sentirete di aver bisogno di chiarezza. Forse è ora di<br />
mettere punti fermi e le situazioni vanno chiarite e definite una volta per tutte. Non c'è più posto per le<br />
ambiguità, o dentro o fuori, con decisione! Belle novità per i single.<br />
LAVORO<br />
Se siete alle dipendenze altrui, potreste andare incontro a una piccola delusione. Forse vi siete impegnati<br />
con autorevolezza per ottenere un certo risultato e, anziché lodi ed apprezzamenti, non vi hanno dato<br />
nulla. Non prendetevela, le cose ben fatte prima o poi vengono ripagate<br />
AMORE<br />
Per quanto riguarda il mondo delle emozioni, questo periodo sarà vario nei vostri confronti: situazioni<br />
sempre diverse, sfumature che cambiano di continuo, estrema variabilità del clima emotivo. Se non altro<br />
non correte il rischio di annoiarvi e questo è quel che conta. Giove comunque sta facendo un buon<br />
lavoro per voi.<br />
LAVORO<br />
In questa nuova Stagione, ci saranno molte occasioni per fare bella figura, qualunque sia la vostra<br />
condizione professionale. Sarà come se il lavoro, all'improvviso, subisse un mutamento molto piacevole,<br />
trasformandosi in una attività solida e gratificante sotto molteplici punti di vista.<br />
AMORE<br />
Vi sentirete appagati e a vostro agio in una sfera affettiva, che vi dà esattamente quello che volete<br />
soprattutto sotto il profilo erotico. Approfittatene, sia che siate felici in coppia, sia che abbiate qualche<br />
cosa da farvi perdonare dal partner: sarà questa l'occasione migliore per recuperare.<br />
LAVORO<br />
Non spingete troppo oltre le vostre richieste: certi azzardi potrebbero non dare il risultato voluto. Le<br />
opportunità non mancheranno, specie sotto il profilo finanziario, ma dovrete essere abili e attenti. Le<br />
prospettive migliori restano quelle previste per coloro che lavorano alle dipendenze altrui. Tenete duro<br />
che sta arrivando il magico Giove, che sistemerà tutto<br />
AMORE<br />
Più d'uno di voi si sentirà disattento, perché altre questioni assorbiranno maggiormente l'interesse e<br />
l'attenzione, tanto che potreste finire con il trascurare il partner: in questo caso assicuratevi di riservare<br />
un maggior spazio alla vostra vita affettiva, se non altro come misura preventiva. Incontri magici per i<br />
single.<br />
LAVORO<br />
Nettuno non lascia la presa, e la rivoluzione culturale per voi è in atto. Questo sarà un buon mese; avrete<br />
grinta e riuscirete a imporvi con autorità sui vostri diretti concorrenti e otterrete buoni risultati<br />
specialmente se avete un'attività commerciale. In questo caso potrete anche concludere buoni affari e<br />
realizzare guadagni soddisfacenti.
G A D G E T E B A L L O<br />
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Pensiero del mese<br />
DI FRANCESCA MEUCCI - DIRETTRICE DI SOLOMENTE<br />
WWW.SOLOMENTE.IT<br />
Autunno, di solito significa ripartenza. Ripresa della<br />
scuola, del lavoro, dei<br />
weekend da organizzare, della<br />
routine che inevitabilmente sostituisce il periodo 'libero'<br />
delle vacanze. Quest'anno è una ripartenza insolita.<br />
Diciamo lenta, cautelativa, previdente. Nuove regole da<br />
rispettare, nuove abitudini da assimilare, nostro malgrado.<br />
Un tempo libero ristretto ancor più di prima, quindi molto<br />
più prezioso. Impieghiamolo nutrendo la mente, facendoci<br />
affascinare, o più semplicemente distrarre, da eventi<br />
artistici e culturali. Che sia cinema, spettacolo, teatro, che<br />
sia all'aperto o al chiuso, che sia una mostra, una<br />
presentazione o un'esibizione, usciamo a ritrovare<br />
emozioni e sorrisi. Hanno riaperto i musei, i cinema, i<br />
teatri, sono in corso festival di ogni genere, tutti con il<br />
rispetto scrupoloso delle norme anti Covid. Ci sono tanti<br />
eventi, anche gratuiti, a cui possiamo partecipare in totale<br />
sicurezza. Certo ci vuole la mascherina, e anche quella<br />
può essere personalizzata e può diventare divertente.<br />
Indossiamone una di nostro gusto, colorata o spiritosa, e<br />
andiamo fuori a ritrovare il tempo libero. Così, forse,<br />
ritroveremo anche noi stessi e ciò che ci fa stare bene.<br />
Felice <strong>ottobre</strong> a tutti!<br />
https://www.solomente.it/
F R E E P R E S S O N L I N E n o n r e g i s t r a t a D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r t "<br />
<strong>TuttoBallo20</strong><br />
O C T O B E R 2 0 2 0<br />
OUTSIDE THE CIRCLE<br />
Progetto artistico fotografico: Alessandro Risuleo<br />
Ballerina: Camilla Mancuso<br />
Https://www.alessandrorisuleo.com<br />
https://www.instagram.com/alessandrorisuleo/