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volume II - Grand Tour

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in piccolo, e lavorò in grande a fresco. Morì l’anno 1649. Sandrart, a 303. Baldinucci, opera postuma,<br />

parte <strong>II</strong>I, a 412. Dice David Jeniers il Vecchio, a distinzione di David Teniers il Giovane, monsù de<br />

Piles, nel Compendio delle vite dei pittori, edizione <strong>II</strong>, libro VI, a 413. Jacob Campo Weyerman, nella parte<br />

I. Vedesi un suo ritratto intagliato da Giovanni Meissens in un libro di ritratti di professori diversi,<br />

impresso in Anversa il dì 12 aprile 1649, in quarto. Monsù Filibien parla di questo artefice nel fine del<br />

libro della villa di Plinio, dove tratta della cognizione dei quadri, a 79.<br />

David Vinkebon ovvero Vinckeboony, figliuolo di Filippo Vinckeboony, ancor esso pittore, nato in<br />

Anversa l’anno 1578, imparò da suo padre, dipinse in grande, e in piccolo, e sopra i vetri, e talvolta si<br />

applicò a intagliare in rame. Molte opere di questo artefice furono intagliate per mano di Niccolò di<br />

Bruyn, che ebbe una maniera molto bella d’intagliar paesi. Sandrart, a 281. Il Baldinucci lo fa di<br />

Malines, decennale <strong>II</strong>I, della parte <strong>II</strong>I, del secolo IV, a 397.<br />

[p. 666 – <strong>II</strong> – C_084V] De Bar da Vienna, fu custode della Galleria Imperiale, eloquente oratore e vago<br />

pittore di fiori. Sandrart, a 384.<br />

Dello, pittore e scultore fiorentino, lavorò piccole figure sopra le tavole e sopra gli armadi. Andò nelle<br />

Spagne, e fu così caro al re, che nel partire lo dichiarò cavaliere. Ritornato alla patria, ebbe gran<br />

contrasti per la confermazione dei suoi privilegii, per lo che scrisse al re, il quale lo favorì presso quella<br />

signoria, e ne conseguì il suo intento. Ritornò poi nelle Spagne, dove dipingeva col grembiule di<br />

broccato d’oro, ed ivi in età di 49 anni morì, e da quel re fu fatto seppellire onorevolmente con<br />

epitaffio. Vasari, parte <strong>II</strong>, a 256, nella sua Vita, il quale dice che fu dei primi che cominciasse a scoprire<br />

con qualche giudizio i muscoli nei corpi ignudi. Delle opere di questo artefice ne parla molto Drea<br />

Cennini, nel suo trattato manoscritto che si ritrova nella Biblioteca Ambrosiana in San Lorenzo di<br />

Firenze. Don Giovanni de Butron, a 117 tergo.<br />

De Vetti, tedesco, mirabile nel dipingere minute figure, come dal Sandrart, a 385.<br />

Deodato de Mont, nativo di Fiandra. Questi fu mantenuto in Italia dai suoi principi naturali in<br />

gioventù per apprendere il disegno, e fu conservato nella vecchiaia dagli stranieri in varie parti, per le<br />

sue rare qualità in pittura, e in architettura. D’anni 63, nel 1639 morì. Vasari, parte <strong>II</strong>, a 156.<br />

Diodato del monte di Struyen, discepolo di Pietro Paolo Rubens, nacque nell’anno 1581. Fu<br />

grandemente amato dal suo maestro, e si servì di lui per aiuto nelle sue grandi opere. Dal duca di<br />

Neoburgo fu dichiatato suo pittore, fecelo suo architetto generale, e lo qualificò col titolo di suo nobile<br />

domestico, e finalmente tornato ai servigii dei serenissimi arciduca Alberto e Isabella, fu dai medesimi<br />

trattenuto sinché durò il corso dei viver suo, cioè sino all’anno 1634. Di questo degnissimo artefice ne<br />

parla Cornelio de Bie, nel suo libro intitolato L’aureo gabinetto della nobile [p. 667 – <strong>II</strong> – C_085R] arte della<br />

pittura, scritto nella sua lingua materna. Baldinucci, decennale <strong>II</strong>I, della parte <strong>II</strong>I, del secolo IV, a 413.<br />

Jacob Campo Weyerman, parte I. Meritò di esser ritratto in pittura da Antonio Vandyck, e lo stesso<br />

ritratto fu poi intagliato da Luca Vosterman, come si vede nel libro dei ritratti del medesimo Van<br />

Dyck.<br />

Desiderio da Settignano, luogo presso a Firenze circa a due miglia, scultor fiorentino, fu dotato dalla<br />

natura d’arte più sublime di Donatello, il quale pigliò ad imitare. Niuno forse l’avrebbe superato, se la<br />

morte non l’avesse tolto al numero de’ viventi circa il 1485, in età d’anni 28. È sepolto nei padri de’<br />

Servi in Firenze. Vasari, parte <strong>II</strong>, a 416, nella sua Vita, aggiugnendo che al suo sepolcro, per lungo<br />

tempo dopo la sua morte, si videro infiniti epigrammi e sonetti in sua lode. Baldinucci, decennale I,<br />

della parte I, del secolo <strong>II</strong>I, a 41. Francesco Albertini, prete fiorentino, nel suo Memoriale ecc., stampato<br />

in Firenze nel 1510, a 3 e 5 tergo.

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