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Novembre

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A cura di

Franco Tozzi

Toscana

a tavola

Il baccalà

Dalla tradizione del Nord Europa alla cucina toscana

di Franco Tozzi

Il merluzzo, uno dei pesci più mangiati

al mondo, è conosciuto anche come

baccalà e stoccafisso. Forse non tutti

sanno che la differenza tra i due è solo

il tipo di conservazione: il baccalà è conservato

sotto sale, mentre lo stoccafisso

è asciugato dai freddi venti del Nord

Europa. Del baccalà (bacalao dallo spagnolo,

a sua volta derivato dal fiammingo

bakeliauw) abbiamo notizia per la prima

volta in un ricettario italiano nel 1650; lo

La fase di essiccazione del merluzzo (ph. courtesy www.scattidigusto.it)

Questo piatto veniva preparato

la prima sera di vendemmia

usando qualche grappolo d’u-

va “trebbiano” che oggi si trova

difficilmente al mercato e quindi si

può sostituire con uva passa messa a

bagno in acqua calda.

stoccafisso (dal fiammingo stokvish cioè

“pesce bastone” o “pesce seccato sui

bastoni”, anche se qualche linguista fa

risalire l’origine al latino baculus cioè “bastone”),

famoso per tradizione nelle Isole

Lofoten in Norvegia, entra a far parte

della cucina italiana nel 1497, dopo essere

stato descritto qualche decennio prima

(1432) nel racconto di un viaggiatore veneziano

naufragato su un’isola nordeuropea.

Gli antichi navigatori, in particolare

i Vichinghi, masticavano

pezzettini di pesce secco,

un po’ come facevano con

la carne di bisonte gli Indiani

d’America. Prima

di essere cucinati, baccalà

e stoccafisso vanno

immersi per due giorni

in acqua preferibilmente

corrente per ammorbidirli

e dissalarli (lo stoccafisso

va anche “bastonato” prima

di immergerlo), anche

se oggi nella maggior

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+ 39 334 380 22 29

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parte dei banchi si trovano già bagnati,

quindi le quantità nei ricettari fanno riferimento

a quelli reperibili in commercio.

Se invece volete provare da soli a fare il

trattamento, considerate che mezzo chilo

di pesce da lavorare corrisponde a 800

grammi bagnato. Questo pesce, che per

noi toscani è il baccalà, è ricco di proteine

e ha pochi grassi, principalmente polinsaturi

(Omega 3). Moltissime sono le ricette

e tutte hanno in comune la semplicità,

perché il baccalà è gustoso anche solamente

lessato e condito con un robusto

filo d’olio. La ricetta che vi propongo era

tipica delle cene di fine vendemmia.

Baccala all’uva

Ingredienti:

• 800g di baccalà bagnato

• 5 spicchi d’aglio (non sbucciati)

• 1 ciuffo di ramerino

• 1 bicchiere d’olio

• farina bianca

• 2 grappoli d’uva, solo i chicchi (oppure

2 etti di uva passa)

• sale (se necessario, aggiungerlo a fine

cottura)

Preparazione:

In una padella mettere olio extravergine di oliva, aglio e rosmarino. Quando l’olio è

ben caldo aggiungere l’uva e farla rosolare senza che diventi croccante; subito dopo

aggiungere il baccalà infarinato. Rosolare bene ogni parte del trancio di pesce,

finché non si sia formata una crosticina. Per un sapore più deciso, sfumare mezzo

bicchiere di vino bianco, meglio se vernaccia. Lasciar cuocere per quindici minuti a

fuoco moderato e servire fumante.

IL BACCALÀ

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