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Novembre

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Il ciauscolo

a grana molto fine ed omogenea; il profumo

è aromatico e caratteristico, deciso

e speziato; al gusto è saporito, anche

se delicato e molto gradevole.

La produzione del ciauscolo

affonda le sue radici nelle sapienti

tradizioni popolari del

mondo rurale; le ormai consolidate

tecniche di lavorazione,

conservazione e stagionatura

gli hanno valso, nell’agosto

del 2009, il riconoscimento di

IGP, con una ben determinata

zona di produzione, collocata

in alcuni comuni delle province

di Ancona, Macerata ed

Ascoli Piceno, ed un preciso

disciplinare che regola tutto

nei minimi dettagli: dalle razze

suine ammesse ai tagli di

carne, dagli additivi consentiti

alle temperature di stagionatura.

Generalmente viene

consumato fresco, dai venti

ai trenta giorni, fino ad un

tempo massimo di due mesi

dalla preparazione. È ottimo

come spuntino sul pane

o sulle bruschette e si abbina

molto bene a vini marchigiani,

come ad esempio la Vernaccia

di Serrapetrona, ma anche

ad altri vini toscani ed italiani.

Secondo una complessa definizione

etimologica, il termine “ciauscolo” deriverebbe

dal latino ciabusculum, ossia

Giuseppe Vitali e Stefano Antognozzi, comproprietari, insieme agli altri componenti della famiglia Vitali, dell’azienda Re

Norcino a San Ginesio (Macerata)

“piccolo cibo” o “piccolo pasto”. E quindi

un piccolo spuntino, sì, ma di grande

gusto e tradizione.

MASSIMILIANO LIUZZI

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