Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
I libri del
Mese
Navicello Etrusco
Il poeta Roberto Mosi sulle tracce di una civiltà dal
fascino senza tempo
di Erika Bresci
Un tratto di mare, quello tra Populonia
e Follonica, apparentemente
breve, che vediamo solcato
nella suggestiva raccolta poetica di Mosi
da un navicello etrusco, simbolo di una
civiltà per molti versi misteriosa e modernissima,
di cui alcuni di noi portano ancora
tracce importanti nel proprio DNA. Un
viaggio a tappe che ha il sapore di un intimo
nostos memoriale, capace di mettere
in comunicazione passato e presente,
facendoli camminare ora parallelamente,
ora confondendoli in un abbraccio di
a-temporalità, espressione di quella domanda
aperta che attanagliava già gli
antichi sacerdoti etruschi – alla prossima
tempesta / comprenderemo, forse, /
la volontà degli dei – e laicamente interroga
oggi le generazioni che calpestano
quella stessa terra e navigano le medesime
onde: quale futuro – esiste un futuro
– per l’uomo? Lo specchio di Turan e
L’Ombra della sera, che alludono rispettivamente
alla stagione di luminosa rinascita
personificata dalla dea etrusca della
fertilità e alla filiforme statuetta così denominata
da D’Annunzio che ne colse l’evidente
similarità con le forme disegnate
dal crepuscolo, titolano le due sezioni in
cui si divide la raccolta. In realtà, anche
le sezioni comunicano tra loro, non si risolvono
in un gioco oppositivo di luce e
ombra, ma convivono riportando a galla
singoli particolari di una sostanza unica
anche quando essa ha il sapore dell’ossimoro
(La spiaggia si è riempita / di squillanti
ombrelloni / … Il silenzio e il rumore
del mare / padroni del mondo). Paesaggi,
storia e mito decantano nell’anima e nel
pensiero del poeta aprendosi a un epos
moderno, che attraversa «glorie del passato»
e «mari tempestosi della storia»,
dove «il rischio del naufragio è sempre
possibile», che «indaga con delicatezza
vette di gioia o abissi d’angoscia dell’essere
umano affinché la luce del rinnovamento
alimenti la speranza di un futuro
migliore», come ben definito nel video di
presentazione della raccolta. Un viaggio
che racconta i fasti e la fine della ricca Populonia,
il fascino misterioso delle fonti e
della Buca delle Fate, episodi truci di storia
medievale e la desolata descrizione di
quel “terzo paesaggio” – spenti gli altiforni
di Piombino –, di quell’insieme dei luoghi
abbandonati dall’uomo, residui dove
nascono cose nuove, / idee nuove, forze
nuove. No. / Potrebbero nascere / ma non
è detto che nascano. Fino ad approdare
alla denuncia sociale del dramma che riguarda
i fenomeni migratori e la responsabilità
di continuare l’opera di Dardano
che piantò germogli di vita / fra popoli diversi
in quel mare che dovremmo considerare
oggi più che mai porto accogliente
di tutta l’umanità. Una riflessione affidata
a una sintesi di linguaggio di grande
potenza espressiva, in cui versi brevi e
frequenti enjambement, metafore e sinestesie
pesate rendono precisi fotogrammi
di una storia complessa e partecipata, orchestrata
in una coloritura di immagini e
suoni di pregiata suggestione evocativa,
che riecheggiano a lungo in chi è disposto
ad ascoltare e accogliere il canto del poeta.
Una ricerca di identità che dopo Navicello
Etrusco ha impegnato Mosi in un
percorso in fieri il cui frutto maggiore è
l’e-book Il Golfo di Baratti. Poesia e Misteri
(ed. Il Foglio, accessibile su www.issuu.
com - Golfo di Baratti) e che vedrà come
prossimo appuntamento la presentazione
del libro a Firenze, presso il teatro L’Affratellamento
(via G. Orsini 73), nell’ambito
del ciclo Come non essere Poesia, all'inizio
del prossimo anno.
Video di presentazione della raccolta:
Navicello Etrusco
Per il mare di Piombino
NAVICELLO ETRUSCO
39