TRAKS MAGAZINE 038
Grafica nuova per il nuovo numero di TRAKS MAGAZINE: in copertina Annaré e all'interno interviste con Alessandro Gomma Antolini, NDM, Linea, Fiori di Cadillac, D.IN.GE.CC.O, Bioscrape, Boavista e molti altri. Leggilo subito!
Grafica nuova per il nuovo numero di TRAKS MAGAZINE: in copertina Annaré e all'interno interviste con Alessandro Gomma Antolini, NDM, Linea, Fiori di Cadillac, D.IN.GE.CC.O, Bioscrape, Boavista e molti altri. Leggilo subito!
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rispose “Penso di no”. Dopo qualche
settimana 1 disse a 0 “Penso
che dovremmo fare un disco”. 0
rispose “Penso di sì”. Da li siamo
partiti. Ogni volta che ci siamo
incontrati le cose sono venute in
una serie di improvvisazioni e comunque
in maniera estemporanea,
per tutto il 2019. Il disco è la
cristallizzazione di varie sedute di
“canalizzazione”, “improvvisazione”
e “riorganizzazione del materiale”.
Quali sono le ispirazioni e le premesse
sulle quali poggia il vostro
nuovo lavoro?
Ci ispiriamo al sottile
filo conduttore che
collega la mitologia
antica dei canti arcaici
all’era odierna,
digitale, che viviamo.
È stata voluta creare
mediaticamente una
cesura per separare la
Magia dalla scienza,
l’arte dall’Arte, quando
questa separazione rimane
illusoria, è solo
uno stato mentale. Noi
pratichiamo Arte, nel
senso arcaico della parola, come
fusione informe di varie discipline,
mirata alla ricerca di un fine. Il
fine di questa opera era la ricerca
della bellezza e del sacro atemporale
in un mondo comunque morente,
apocalittico, in decomposizione.
Ho visto una cura particolare
per il packaging del disco (i testi
stampati su papiro!). Vorrei
sapere da dove nasce questa attenzione
ai dettagli “esteriori” e
se voi siete feticisti del disco, del
vinile eccetera...
La musica è solo una parte della
nostra opera. I testi sono altresì
importanti. Altrettanta cura
mettiamo nel design grafico, nei
dettagli, e il packaging è il coronamento
di tutto questo sforzo. In
un’era in cui vorrebbero che anche
le persone si “digitalizzassero”, assumessero
sempre più un’incorporeità
in questa vita troppo densa,
affollata, ci sembra importante, e
anche e soprattutto bello, vestire
la nostra opera col piacere puro e
l’energia della Materia. La materia,
merce morta nel materialismo,
è invece cristallizzazione dell’energia
universale secondo l’esoterismo
(e la fisica quantistica). Il
metallo (simbolo dell’era che si sta
chiudendo, la rivoluzione tecnologica)
è passato nell’acido, simboleggiando
come la Generazione
si basi sempre sulla Distruzione.
Questo concetto è “incorporato”
per sempre nella materia della copertina
disco e ne arricchisce il significato,
e ogni volta al momento
di metterlo sul piatto, rimane li a
ricordartelo. Questo e altri dettagli
grafico-artistici, il loop che rimane
al finale del vinile, rendono
la fruizione dell’opera materiale
un’esperienza decisamente diversa
dall’mp3.
Quali sono i vostri punti di riferimento
musicali?
Considerando “punto di riferimento”
non necessariamente “fonte
di ispirazione” facciamo riferimento
a tutta la musica che già si
possa considerare “storia”. Fare un
elenco di nomi sarebbe riduttivo,
siamo stati consumatori compulsivi
di vinili per anni, e sebbene
non ci ispiriamo a nessuno in particolare,
ci sono dei dischi dove
passa la magia, che indipendentemente
dal genere li potrai ascoltare
per sempre, e altri che stufano.
Ci ispiriamo ai primi.
Quali saranno i vostri passi successivi?
Non siamo programmatori, rispondiamo
a necessità più viscerali
e dettatte da impulsi subitanei.
Il programma che il mondo sembra
prospettarci è di stare tranquilli
e goderci l’apocalisse. Se la
situazione continua a permetterci
di produrre musica, be’, per il nostro
genere sarà sicuramente un
periodo fertile!
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