In questo numero parliamo di questo straordinario 2020:
Come rinascere a un nuovo Natale?
Come farlo vivere al meglio a noi e ai nostri bambini?
Ne parliamo con Paolo Crepet, Maria Rita Parsi e Alberto Pellai
La rivista Etica
che sostiene le famiglie
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anno 2 • n. 06 • dicembre 2020 s e g u i c i >
un girotondo a sostegno della crescita dei bambini
in questo
numero:
A tu per tu
con Guillermo
Mariotto:
da “ Ballando
con le Stelle ”
a “ B-Jesus ”
2020:
un Natale
diverso da vivere
al meglio
Ne parliamo
con Paolo Crepet,
Maria Rita Parsi
e Alberto Pellai
nuovo Natale?
Come
rinascere a un
E viverlo appieno con i nostri bambini
Ci sono esperienze che
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di sostegno alle genitorialità
in regalo alle famiglie per “mettere le ali”
ai sogni dei propri bambini
Fondata da Ilaria Zamboni e Donatella Danesi
con la collaborazione dei Soci Volontari
dell’Associazione
Registrazione presso il Tribunale di Bologna
n. 8.522 del 06/08/’19
Direttrice Responsabile: Alessandra Testa
Editor: Silvia Bernardi
Responsabile Comitato Scientifico:
dott.ssa Francesca Zanolla
Fumetto e illustrazioni: Lucia Zerbinati
Comunicazione, web e progetto grafico:
Ilaria Zamboni
Stampa: Casma Tipolito
via Provaglia, 3 - 40138 Bologna
Redazione: Ass.ne Culturale Bambini e Genitori APS
via Larga 36 - 40138 Bologna, tel. 347.308.22.05
redazione@bambiniegenitori.it
Finito di editare a MESEMESE 2020
Contribuiscono al sostegno alla genitorialità con i loro
contenuti i Dottori: Paolo Crepet, Maria Rita Parsi,
Alberto Pellai, Franca Errani, Claudio Buccheri,
Anna Maria Casadei, Raffaele Focaroli, Patrizia
Valenti, Silvia Pelle, Valeria Peronace, Susanna
Zaccaria.
Ogni collaborazione è a titolo gratuito. Materiali,
foto e testi inviati per la pubblicazione non vengono
restituiti e tale invio fornisce automaticamente la
liberatoria per l’uso delle immagini e del pensiero
anche su mezzi digitali. La riproduzione anche parziale
dei testi e dei materiali pubblicati è espressamente
vietata.
Un Natale da ricordare che entrerà
nei libri di storia
Leggi la
versione integrale
dell’ultimo numero
della Rivista Genitori
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9
C’è una parola che dovremmo mettere
quest’anno sotto l’Albero di Natale. Ed è la
parola: «Grazie».
«Grazie» se noi, e i nostri cari, stiamo
bene. «Grazie» se non lo siamo stati e
siamo guariti. «Grazie» se abbiamo perso
qualcuno, ma abbiamo colto la fortuna di
averlo avuto accanto. E «Grazie» per tutto
quel che abbiamo. Anche se a volte ci è
parso poco.
Questi mesi di
pandemia ci hanno
concesso una grande
occasione: guardarci
dentro e intorno
per dar valore
a ciò che siamo.
Per chi non ne avesse piena
consapevolezza ci viene in aiuto una
indagine condotta dal Comune di Bologna e
dalla Città Metropolitana, in collaborazione
con la società demoscopica Swg. Titolo:
«L’impatto del Covid-19 sul capitale sociale
e sulla condizione occupazionale dei
cittadini bolognesi».
Le interviste sono
state realizzate tra il 30 settembre e il 15
ottobre, subito prima che scoppiasse la
seconda ondata dei contagi ma quando era
già ampiamente prevedibile.
Risultato: al netto delle frange più fragili
della popolazione, il bolognese medio resta
ottimista.
Il contesto è, ovviamente, per tutti
stressante: in particolare, ha paura del
contagio quasi il 50% dei bolognesi mentre
circa il 30% si lamenta per la dolorosa
lontananza degli affetti e per l’esistenza
condotta in isolamento. Ma fra le emozioni
segnalate la speranza, esperita dal 42%
degli intervistati, se la gioca di pari passo
con l’incertezza, anch’essa riconosciuta
come sensazione prevalente dal 42% dei
cittadini sondati.
Si definisce
«molto soddisfatto» delle proprie relazioni
familiari il 40% del campione mentre lo è
della propria condizione abitativa quasi un
bolognese su tre (27%). Le preoccupazioni
per il lavoro e la situazione economica
riguardano solo il 16% e l’11% degli
interpellati. In una percentuale che oscilla
tra il 55% e il 67%, la quasi totalità dei
cittadini si reputa soddisfatta della propria
vita e ha una visione ottimistica del futuro.
Tra i tanti dati del sondaggio due
confermano che la maggioranza vede il
bicchiere mezzo pieno. Primo: oltre il 70%
ha sperimentato il lavoro a distanza e ben
il 90% vorrebbe mantenere tale modalità
alternandola con la presenza in ufficio.
Secondo: se quasi il 30% del campione ha
subito una riduzione dell’attività lavorativa,
ben il 27% ha dichiarato di aver lavorato di
più del solito.
Infine, ciò che
maggiormente spiega la visione rosea
del bolognese: vi è la convinzione che il
tessuto economico e sociale della città
reggerà all’urto dell’epidemia.
Che questo, allora, sia il Natale di tutti i
«Grazie» che non abbiamo mai pronunciato
e che sarebbe ora di regalare a chi ci è più
vicino.
Alessandra Testa
Direttrice Rivista Genitori
5pag
Y
Nella nostra Bologna La parola ai Genitori
Oggi parliamo di... Salute e risposte Casa e lavoro
i Tempo lettura < 3 min.
Nel teatro di figura
bolognese vive una tradizione preziosa che va custodita
e tramandata ai nostri figli: è la nostra cultura
Teatro di figura
è l’arte teatrale che
utilizza burattini,
marionette, pupazzi,
ombre e oggetti, come
protagonisti dello
spettacolo teatrale e
segni di un linguaggio
fortemente visivo
e sensoriale.
Il termine “teatro di figura” si è
affermato in Italia alla fine degli anni ‘70,
sostituendo “teatro di animazione”.
Tra le tecniche
più famose ci sono appunto i burattini a
guanto o a bastone (marotte), le
marionette a filo o bastone (pupi), i
fantocci e i pupazzi, gli oggetti, le ombre e
le silhouette, il teatro nero e il bunraku.
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indubitabilmente una forma d’arte: e
poco importa se li si considera ideali
sostituti dell’attore, mero supporto
alla narrazione, o oggetti dall’alto
valore metaforico, quand’anche privi
di riferimenti alla figura umana come
spesso accade in epoca moderna.
Il teatro di figura
ha una sua specifica autonomia, e nel
contempo si sviluppa combinandosi
in modo vario con le altre forme
di spettacolo: dal pupazzo che nel
dodicesimo secolo incarnava il serpente
tentatore del Jeu d’Adam ai presepi
viventi; dalla bella Olimpia, l’automa dei
Racconti di Hoffmann di Offenbach, agli
attori del Chantecler di Edmond Rostand,
UN GIROTONDO
seguici >
BAMBINI & GENITORI
A SOSTEGNO DELLA LORO CRESCITA
con i loro movimenti da marionetta; dalle
grandi figure a filo utilizzate nell’Edipo
Re di Stravinskij alle tante produzioni
contemporanee, tra cui musical
commerciali e spettacolari come Il Re
Leone.
Vivere di teatro di figura fino a pochi
anni fa non era un’attività chiaramente
definibile né definita, e se al critico poteva
capitare occasionalmente di nominare
uno spettacolo di burattini, marionette o
pupi, questo tipo di teatro era in genere
relegato nella gerarchia delle produzioni
teatrali in una posizione piuttosto bassa e
poco visibile.
Se è per questo
comprensibile che le diverse culture
abbiano prodotto spettacoli e pupazzi
fortemente differenziati, è altrettanto
evidente che quasi ogni Regione ha avuto
e ha una sua specifica forma di teatro di
figura, e che etichette come popolare,
arte, ecc., altro non sono che comode
suddivisioni per definire uno stesso
fenomeno già di per sé, di là da qualsiasi
conferma ufficiale, patrimonio culturale
dell’umanità.
“Bella Dentro”
è la rassegna bolognese orgogliosa di
contribuire alla diffusione dell’immenso
patrimonio del Teatro di figura della
nostra cultura.”
dal Teatrino a due Pollici:
LA ZUPPA DI SASSO
sabato 19/12 > dai 4 anni in su
dai Burattini di Riccardo:
FAGIOLINO PANE E VINO
lunedì 21/12 > dai 3 anni in su
dal Teatrino a due Pollici:
L’ANATRA E LA MORTE
mercoledì 23/12 > dai 5 anni in su
dai Burattini di Riccardo:
SGANAPINO A SCUOLA
sabato 26/12 > dai 3 anni in su
dal Teatrino a due Pollici:
SONO LEO, UN GIORNO
IMPARERÒ A VOLARE
martedì 29/12 > dai 5 anni in su
dai Burattini di Riccardo:
IL RAPIMENTO DELLA
PRINCIPESSA GISELLA
sabato 2 gennaio > dai 3 anni in su
dal Burattinificio Mangiafoco:
L’ORCO NEL FAGIOLO
martedì 5 gennaio > dai 3 anni in su
7pag
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Nella nostra Bologna La parola ai Genitori
Oggi parliamo di... Salute e risposte Casa e lavoro
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Vuoi
approfondire? Guarda
la video-intervista con
Mariotto del 1/12/’20
fra i video della pagina
Facebook o sul canale
YouTube “Bambini e
Genitori” e lascia il tuo
MI PIACE alla nostra
Comunità!
Con l’Antoniano a
scuola di solidarietà
di Alessandra Testa
giornalista, direttrice responsabile Genitori
Incontriamo Fra’ Giampaolo, direttore
dell’Antoniano, che ci accoglie nella
mensa dei poveri, oggi dedicata al
fondatore Padre Ernesto.
Direttore dal settembre 2016, Fra’
Giampaolo sorride, ha la tranquillità di
chi sa che le parole possono cambiare il
mondo. Inizia a raccontare, prima del suo
arrivo da Verona, dove dirigeva l’Istituto
teologico; poi di «questo bellissimo
Antoniano che ho trovato».
Sono tanti i bimbi
che passano dall’Antoniano, come
insegnar loro a prendersi cura degli
altri? «I genitori e gli educatori hanno una
grossa responsabilità perché i bambini
hanno un’apertura innata, sono disposti
a dare fiducia a tutti. Noi adulti dobbiamo
dare loro attenzione e rispetto. Se saremo
in grado di dare l’esempio usando i gesti
e le parole giuste, forse saremo a metà
dell’opera».
Cosa rappresenta l’Antoniano per la
città? «È un’istituzione. Grazie allo
Zecchino d’Oro, che è il nostro marchio
nel mondo, è conosciuto ovunque. La sua
storia è, però, soprattutto una storia di
solidarietà. Nel 1953, è nato come realtà a
sostegno dei poveri. La grande intuizione
di Padre Ernesto, scomparso nel 2013, fu
capire che non si può dare solo il pane.
Ai bisognosi è necessario offrire anche
qualcos’altro, un’opportunità che renda la
povertà una situazione provvisoria».
Come si entra sotto l’ala
protettrice dell’Antoniano?
«Noi apriamo a chiunque
bussi al portone. L’unica
nostra richiesta è quella
di passare per il centro
d’ascolto...
rivistagenitori.it
collegati per
finire di leggere
l’articolo
A “ tu per tu ” con
Guillermo
Mariotto
Da “Ballando con le Stelle” a “B-Jesus”:
Guillermo Mariotto ci racconta il suo progetto.
Un presepe itinerante del futuro a cui siamo chiamati
tutti a partecipare: in palio bellissimi premi!
Partiamo con questo assunto per
raccontarvi il più curioso, magico,
intrigante, avveniristico e soprattutto
tradizionale Presepe itinerante del
futuro. B-Jesus è l’idea di Guillermo
Mariotto, stilista, Cavaliere dell’ordine
della stella di Italia, opinionista
televisivo, giurato della trasmissione
“Ballando con le stelle” e uomo di fede.
B come il lato B del cd, è la versione
innovativa, futuristica e multietnica del
Presepe tradizionale.
In cosa consiste
questo progetto artistico?
“Il Presepe avrà la forma e i colori
dell’Italia visti dal cielo, comprese le
sue bellissime isole e sarà formato
da statuine con fattezze “robotizzate”,
essendo un presepe del futuro.
Ma soprattutto, ogni statuina realizzata
da artisti, scultori, architetti, gioiellieri,
designer e stilisti di tutta Italia ed
Europa cristiana ed anche al gruppo di
artisti amici della Galleria Nazionale
d’Arte Moderna, si porterà in dote un
Superpotere.”
Un super-potere?
Ci spieghi meglio… “Un valore, una
virtù o una dote morale da offrire in
dono al nascituro “Re dei Re”. Ma non è
finita qui: udite, udite bambini di Italia
e di Europa, siete chiamati e invitati a
partecipare al grande Presepe con le
vostre “statuine robotizzate”!
Statuine che saranno accompagnate
da una lettera di richiesta a “Babbo
Natale” che racconta la propria dote
o vitù, documento indispensabile per
accompagnare le statuine nel loro
viaggio verso il Presepe del Futuro.
Ma soprattutto, le statuine dovranno
resistere alla pioggia e al freddo,
perché sarà una mostra che parte
da Roma in Piazza Vittorio e girerà in
tutta Italia e in Europa.
Ricordate,
ogni statuina somiglierà ad un robot
e sarà portatrice di un super potere:
una dote morale, un valore o una
virtù!! Le statuine dalle “fattezze
robotizzate” potranno essere
realizzate con qualsiasi materiale,
anche di riciclaggio e dovranno
misurare 22 centimetri di altezza
al massimo. Per coloro che invece
decideranno di creare le pecore
“robotizzate” la misura sarà di 20
centimetri massimo di altezza. Invito
ovviamente i genitori ad assistere
in tutto e per tutto i propri figli nella
realizzazione di queste opere.”
Una volta realizzata
la statuina, dove andrà consegnata?
“Le “statuine robotizzate” dovranno
arrivare a Roma entro il 1 gennaio
2021 all’indirizzo: Via Costanza
Baudana Vaccolini, 14 cap. 00153
Roma - Paisiello servizi/Miries n.17
simbolo campanella”
Prima ha citato
dei “premi in palio”… “Esattamente!
I bambini per ogni Regione italiana e
ogni paese europeo che riusciranno
a rappresentare al meglio la statuina
unendo la robotizzazione insieme alla
dolcezza e al super potere vinceranno
un tablet per sè e una LIM – Lavagna
Per maggiori
informazioni
potete scrivere a:
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future@gmail.com
interattiva multimediale per la propria
classe, (strumenti utili e necessari in
questo periodo!). Buon lavoro e che il
Signore e la Madonnina siano con voi.
E Buon Natale!!”
Questo progetto natalizio è stato
sposato con gioia dal Comune di Roma
che ha messo a disposizione la grande
e rinnovata Piazza Vittorio appena
riprogettata e riqualificata per volere
della Sindaca Virginia Raggi. La Piazza
è situata nel quartiere Esquilino,
quartiere multietnico per eccellenza, -
perché il Presepe è per tutti.
Il Presepe sarà formato da tanti
pezzi di triangoli isosceli ricoperti di
ceramica della azienda Iris di Modena,
prodotto e strutturato dall’ingegnere
artista e scultore Giuseppe Verri e
progettato in 3D dall’artista e scultore
Pellegrino Cucciniello.
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Nella nostra Bologna La parola ai Genitori
Oggi parliamo di... Salute e risposte Casa e lavoro
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i Tempo lettura < 3 min.
Un grazie di cuore
a tutti coloro che
giorno dopo giorno ci
sostengono e a chi vorrà
unirsi, strada facendo,
alla grande famiglia di
Bambini e Genitori.
Curiosità su Riccardo
e i suoi Burattini...
di Alessandra Testa
giornalista, direttrice responsabile Genitori
Riccardo Pazzaglia, il grande burattinaio
bolognese erede del maestro Demetrio
Presini che sotto le 2 torri ha fatto grande
l’arte burattinaia, porta avanti per tutti noi
bolognesi quel sogno di riavere il teatrino
stabile dei burattini in piazza.
Chi era bambino negli anni Ottanta
il teatrino stabile dei burattini in
piazza Maggiore se lo ricorda bene. E
Riccardo Pazzaglia, che allora era uno
di quei piccoli cittadini con la bocca
spalancata sotto il palco, quella carezza
della domenica non solo non riesce a
dimenticarla ma è stata anche la scintilla
che gli ha regalato un mestiere.
Al primo spettacolo
che ha contribuito a mettere in scena,
il Don Giovanni, aveva appena 11 anni. I
burattinai improvvisati per le celebrazioni
mozartiani erano Fausto Carpani, decano
della tradizione dialettale bolognese,
Stefano Zuffi, violinista e virtuoso della
musica popolare, e l’attrice Flavia Vallotti.
Oggi Riccardo ha 40 anni ed è considerato
il giovane babbo (così Pinocchio chiamava
mastro Geppetto) di tutti i burattini.
Come tutti i babbi,
anche Riccardo sogna il meglio per i
propri figli: una casa tutta per loro. «Ho
fatto a me stesso una promessa – rivela
–: ricreare un teatro stabile dei burattini
sotto le Due Torri». Il progetto è stato
presentato al sindaco Virginio Merola e
all’assessore alla Cultura Matteo Lepore
e, visti i numeri registrati la scorsa estate
dalla piccola rassegna
allestita nel Cortile d’Onore
di Palazzo d’Accursio (3600
spettatori), il successo
sarebbe garantito.
rivistagenitori.it
Come nasce un
burattinaio?
collegati per
finire di leggere
l’articolo
È qui a Bologna
che prospera
il Natale solidale di Bambini e Genitori
grazie alla disponibilità di tutti i suoi cittadini
e ognuno nella Comunità ne trae grandi vantaggi!
Vuoi sapere come? Allora leggi qui...
Nell’Associazione NO PROFIT
Bambini e Genitori, il 2020 si è aperto
all’insegna di un nuovo Circuito
Etico che offre vantaggi a tutta la
Comunità bolognese. Un progetto
pensato già da tempo e che finalmente
si è concretizzato in modo semplice e
agevole per tutte le famiglie, offrendo
loro innumerevoli opportunità.
In realtà questo
Circuito Etico è il legame che unisce
famiglie, scuole, istituzioni e tanti
“sostenitori” che hanno scelto di far
parte della squadra di Bambini e
Genitori, l’Associazione NO PROFIT
nata a Bologna per sostenere i genitori
nell’educazione dei propri figli e che
oggi si occupa a 360° di famiglia,
bambini e anziani.
Il motivo del nostro impegno sociale è
presto detto: sostenere e affiancare
chi sente di aver bisogno di un piccolo
aiuto, di un supporto, di un po’ di
compagnia o di essere ascoltati;
o ancora, di avere il desiderio di
crescere bene insieme ai propri figli.
Con quest’ultimo
intento, oltre a pubblicare la rivista
etica Genitori che state sfogliando,
portiamo avanti già da 5 anni Facciamo
Scuola Insieme, il progetto sociale con
cui regaliamo - nelle scuole d’infanzia
e primarie - esperienze didattiche
d’eccellenza a oltre 35 mila bambini,
senza pesare sul bilancio delle
famiglie.
Ecco allora che,
nel nostro Circuito Etico, le varie
realtà commerciali, prevalentemente
piccole e medie attività artigiane
caratteristiche dei nostri territori,
mettono a disposizione delle famiglie,
i “buoni didattici” che serviranno
ai bambini, all’interno delle loro
scuole, per svolgere gratuitamente
tantissime attività formative!
Nelle oltre 300 scuole coinvolte,
i 5.000 docenti ricevono all’inizio
dell’anno scolastico una prima
donazione di “buoni scuola” assieme
al Catalogo da cui possono scegliere
e prenotare le esperienze didattiche
fra oltre 40 tipi differenti, suddivisi per
fascia d’età.
Scatta così
la parte più visibile e concreta del
Circuito Etico di Bambini e Genitori.
Le famiglie raccolgono i buoni
didattici giorno dopo giorno, vivendo
semplicemente la loro quotidianità:
andando a fare la spesa, recandosi
in farmacia, pagando l’assicurazione
dell’auto o svolgendo una qualsiasi
attività legata alle proprie necessità o
hobby.
Il Circuito Etico, a sua volta, con forte
senso di responsabilità sociale ripaga
le famiglie con la Card Servizi a loro
dedicata e assolutamente gratuita.
I possessori della Card, godono di
particolari convenzioni e opportunità
uniche nel loro genere.
Abbiamo voluto realizzare questo
circolo virtuoso in un anno cosi
particolare come il 2020, consapevoli
che solo insieme, facendo Comunità,
si possono trovare le risorse
per uscire dai momenti di crisi e
trasformarli in nuove opportunità, per
noi e per i nostri figli.
Compriamo i regali di Natale in uno
dei negozi affiliati al Circuito Etico
e invitiamo i nostri amici e i nostri
familiari a fare altrettanto.
Così facendo
aiuteremo le
piccole attività del
nostro territorio
e ogni acquisto
sarà un acquisto
solidale!
Marco Francioni
Formatore, Soft Skills Trainer and Business Consultant
Facciamoci coccolare dalle tantissime
proposte riservate a tutti i possessori
della Card Servizi Bambini e Genitori,
riceveremo subito i buoni didattici
per i nostri figli e soprattutto,
renderemo unico e speciale questo
Natale un po’ diverso dal solito.
Per usufruire di tutti i vantaggi che
la nostra Associazione pensa per le
famiglie, basterà attivare la propria
Card Servizi gratuita attraverso
questo link: http://eepurl.com/gMdhln
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sarà inviata all’indirizzo mail da te
inserito… passa parola!
Y
Nella nostra Bologna La parola ai Genitori
Oggi parliamo di... Salute e risposte Casa e lavoro
13
pag
Uno spazio d’ascolto
gratuito per accoglierti e sostenerti
con la dott.ssa Francesca Zanolla
di Alessandra Testa
giornalista, direttrice responsabile Genitori
Bolognesi
fuori città
all’avventura di una bellissima idea:
andare a vivere in montagna
Vivere in
montagna, un sogno
che si realizza per tante
famiglie con bambini!
Il bando della Regione
Emilia-Romagna
potrebbe diventare
permanente
l’Associazione Bambini e Genitori - nata
da mamme per altre mamme - fra le
sue tante iniziative di sostegno alla
genitorialità, offre anche uno spazio
informativo d’ascolto e sostegno gratuito
per adulti: genitori, nonni, zii, insegnanti,
educatori...
Un colloquio individuale dedicato a te:
con questa consulenza si cercherà di
capire insieme come essere d’aiuto nei
tuoi ostacoli quotidiani, nei momenti duri...
Ad accoglierti
per un ascolto sincero, partecipato, non
tecnico la dott.ssa Francesca Zanolla
che da oltre 15 anni si occupa, in qualità’
di pedagogista, di ascolto e sostegno a
ragazzi nel percorso formativo e anche
delle loro famiglie.
Una chiacchierata a cuore aperto per
rivistagenitori.it
ascoltare il tuo sentire e accompagnarti
verso le tue scelte senza esprimere giudizi
collegati per
leggere ne’ su l’articolo di te ne’ su chiunque altro.
9
Prenota il tuo
spazio d’ascolto gratuito telefonando al
339.560.07.48. Il servizio è gratuito ed è
garantita la massima riservatezza.
Le famiglie emiliano-romagnole vedono
verde e, soprattutto, sognano di vivere
in montagna. In un piccolo borgo ricco di
storia e tradizioni. O nella natura ancora
incontaminata, tra crinali e panorami
che, in uno dei 119 comuni montani del
territorio che si estende da Piacenza
a Rimini, promettono orizzonti quasi
infiniti.
I protagonisti
sono loro, i borghi, con la loro storia
antica di contese, di relazioni, di vittorie
e di sconfitte. Con la fierezza dei castelli
spesso aggrappati alla roccia, il fascino
delle strade strette e delle case in pietra,
la fantasia culinaria portata ad arte nella
creazione di specialità uniche, l’aspra
bellezza di una natura in cui l’opera
dell’uomo, nei secoli, ha aggiunto forza e
armonia.
Piccole frazioni
montane che hanno segnato la storia di
confine nelle nostre montagne. Luoghi
appartenuti a nobili famiglie, che per
secoli hanno imposto dazi e pedaggi
sulle vie del commercio, ma che hanno
visto progressivamente perdere la loro
funzione a causa della costruzione di più
moderne strade e ferrovie.
In questo anno caratterizzato
dall’emergenza sanitaria da Covid-19,
una piccola buona notizia all’insegna di
una vita più sostenibile e «green» c’è:
andare a vivere in Appennino è diventato
un sogno esaudito e realizzato già per
341 giovani coppie o famiglie.
Ci ha pensato la Regione, che per
comprare o ristrutturare abitazioni
nelle zone appenniniche ha pubblicato
e finanziato il cosiddetto «Bando
Montagna», uscito il 15 settembre. È di
28.500 euro l’importo medio assegnato
a fondo perduto. Ne hanno beneficiato
nuclei con figli nell’80% dei casi, per
un’età media di 32,5 anni.
Un finanziamento
che potrà mobilitare investimenti
per almeno altri 10 milioni di euro,
trasformandosi anche in un’iniezione
significativa di risorse a beneficio
dell’economia dei territori grazie ai
cantieri che si apriranno per gli interventi
necessari e nel 93% dei casi realizzati
da imprese locali. Ed è solo la prima
tranche. Per il 2021 sono, infatti, previsti
altri 10 milioni di euro, già inseriti nel
bilancio di previsione varato nei giorni
scorsi dall’esecutivo regionale.
L’obiettivo?
Dare risposta ad un’altra fetta cospicua
delle tante domande arrivate: 2.310 in
totale quelle ammissibili. Numeri che
confermano il forte interesse in atto per
l’Appennino. Un’inversione di tendenza
da parte soprattutto dei giovani su cui
può aver influito proprio l’emergenza
coronavirus, ma che più in generale
rivela la ricerca di uno stile di vita più
sostenibile.
Uno scorcio
di Dozza (Bo)
«E’ un risultato straordinario, una risposta
fortissima – sottolinea il presidente
della Regione Emilia-Romagna Stefano
Bonaccini –. Abbiamo davvero colto
un’esigenza reale quando, alcuni mesi fa,
decidemmo di sostenere le aree montane
favorendo chi avrebbe deciso di viverci,
rivolgendoci soprattutto alle famiglie e
alle giovani coppie. Oggi partiamo con
il finanziamento di una prima quota di
interventi, ma non ci fermiamo qui».
Gli aiuti per chi ama
la montagna potrebbero diventare
permanenti. «Siamo di fronte a una misura
innovativa, estremamente concreta e calata
nella realtà effettiva del nostro Appennino
e le tantissime domande arrivate ne sono
una conferma – aggiunge l’assessora
regionale alla Montagna e pianificazione
territoriale, Barbara Lori –. E’ in atto
una riscoperta della montagna che
va sostenuta e messa in valore- Con
questo bando ci siamo posti tra gli altri
due obiettivi: favorire il ripopolamento
di questi territori e allo stesso tempo
promuoverne la riqualificazione edilizia
senza consumo di suolo.
Per questo ci siamo rivolti alle giovani
coppie con contributi per l’acquisto e la
Dalle famiglie
è uno solo
il desiderio:
iniziare una vita
dal ritmo più slow.
ristrutturazione che, sommandosi alle
detrazioni fiscali previste dalla legge,
potranno rappresentare un volano
per il rilancio dell’economia, proprio
a partire da uno dei settori più colpiti,
quello dell’edilizia.
Inoltre, per rendere ancora più efficace
la misura abbiamo previsto una
premialità nel caso gli interventi siano
realizzati da imprese locali».
Fra gli interventi
al momento finanziati, sono già 25
quelli che riguardano il territorio
bolognese per un valore complessivo di
738 mila euro.
Tante le domande ammissibili, con
appunto nuovi fondi in arrivo. Dalla
provincia di Bologna sono giunte
ulteriori 624 richieste da parte di
altrettante famiglie.
Y
Nella nostra Bologna La parola ai Genitori
Oggi parliamo di... Salute e risposte Casa e lavoro
15
pag
Regalare
un libro è sempre
un’ottima idea.
Soprattutto se a
riceverlo sono i bambini.
Proponiamo di seguito
sei titoli, molti dei quali
grandi classici, che
riteniamo imperdibili.
A Natale e per
sempre.
di Alessandra Testa
giornalista, direttrice responsabile Genitori
Belle storie
da leggere sotto l’albero ai bambini!
Susanna Zaccaria
Assessora all’Educazione, Scuola,
Pari opportunità e differenze di genere
Comune di Bologna
Questo 2020
Nel paese dei mostri selvaggi
di Maurice Sendak
edito da Adelphi
Età consigliata: dai 3 anni.
Da poco ritornato nelle librerie, l’albo
illustrato di Maurice Sendak, uscito nel
1963 e arrivato a distanza di più di 50 anni
ad essere considerato uno dei capolavori
che non possono mancare nella libreria
di ogni bambino, è ormai un libro “di
culto” anche per gli adulti. Nonostante la
censura iniziale, il titolo ha al suo attivo
oltre 20 milioni di copie vendute in tutto
il mondo. Ad esso è ispirato l’omonimo
film diretto da Spike Jonze e scritto da
Dave Eggers, molto aderente alla trama
del libro. Basti l’incipit con cui Sendak
ci dà il benvenuto: «Quella sera Max si
mise il costume da lupo e ne combinò di
tutti i colori e anche peggio».
Il mio nome non è Rifugiato
di Kate Milner
edito da Les Mots Libres edizioni
in collaborazione con EMERGENCY
Età consigliata: dai 3 anni.
Faranno tanta strada, la madre e il
bambino di questo albo illustrato: ci sarà
da camminare e da aspettare, da stare
soli e insieme ad altri. Impareranno
nuove parole, arriveranno in un posto
dove potranno restare al sicuro.
Un viaggio tra le pagine e un percorso tra
le emozioni e i pensieri di chi è costretto
a lasciare il proprio Paese. Un libro che
attraverso a domande dirette, invita il
lettore dai 3 anni in su a immedesimarsi
in questo difficile, umano cammino.
Segue alla pagina successiva >
ci ha visti coinvolti in ruoli diversi
ma con lo stesso obiettivo: tutelare
la salute della nostra comunità, a
cominciare dai più fragili, e allo stesso
tempo garantire ai nostri bambini la
possibilità di vivere in presenza la
scuola, una sfida enorme che siamo
stati chiamati insieme a percorrere e
che stiamo vincendo grazie all’impegno
di tutte e tutti.
Abbiamo sopportato
i 200 giorni di attività a distanza
imposta dalla pandemia, abbiamo
sostenuto i nostri bambini e i nostri
ragazzi in una situazione davvero
complicata che nessuno di noi aveva
vissuto prima. Li abbiamo consolati,
spronati, aiutati a superare difficoltà
sconosciute. Ci siamo adattati, dimostrando
sul campo cosa significa resilienza.
Non ci siamo arresi e infine li abbiamo
accompagnati nuovamente ai cancelli delle
scuole, spiegando loro le nuove regole per
proteggerci e aiutando così operatrici e
operatori, maestre e maestri, educatrici ed
educatori.
Da amministratrice
della nostra città posso dire che il Comune
di Bologna non si è mai fermato: abbiamo
lavorato incessantemente per riadattare
le aule e garantire così il necessario
distanziamento e la massima sicurezza
all’apertura di settembre 2020, abbiamo
cercato di evitare alle famiglie il costo
della pandemia, abbiamo fortemente
voluto ripristinare i servizi integrativi
fondamentali per la nostra comunità.
La sfida non è finita:
la pandemia prima o poi sarà sconfitta
definitivamente, ma nel frattempo sono i
nostri comportamenti a fare la differenza,
anche e soprattutto durante queste
festività. Stare lontani per proteggerci è
un concetto difficile da accettare per noi
adulti, pensate quanto sia più complicato se
sei una bambina o un bambino e l’abbraccio
è quanto di più bello esista nel tuo piccolo
mondo. Ma proprio i nostri bambini ci
hanno insegnato che socializzare è
possibile anche a distanza, anche con una
mascherina sul viso, anche davanti a un
computer.
Facciamo tesoro
di ciò che abbiamo imparato e
mettiamolo sulle nostre tavole a Natale
e a Capodanno, quando ci mancherà di
più stare insieme ai nostri cari.
La ritualità ha un suo valore simbolico,
ci aiuta a stare dentro ad un contesto
culturale, a sentirci parte di qualcosa.
Porta con sé valori educativi che, nella
mente di un bambino, si concretizzano
attraverso oggetti, gesti e suoni, dove il
confine tra la fantasia e la realtà sfuma,
facendo spazio a un immaginario che
il bambino avverte non solo suo ma di
tutte le persone care che lo circondano.
«Auguro a tutte
e a tutti voi un nuovo
anno di speranza,
di riconquista
della serenità, di
fiducia nel futuro.»
Sono questi motivi importanti che ci
portano a dire che nonostante tutto
le feste di Natale e di fine anno vanno
salvate e anzi abbiamo l’occasione per
trasformarle in qualcosa di unico e
originale, di intimo e, per certi aspetti,
più vero.
A nome del Comune
di Bologna, grazie, per il vostro
quotidiano impegno. Un forte e caldo
abbraccio in particolare a chi è stato
toccato dalla pandemia, a chi ha
sofferto a causa di questa terribile
malattia.
Cari genitori
vi scrivo...
Vuoi
approfondire? Guarda
la video-intervista con
Zaccaria del 19/12/’20
fra i video della pagina
Facebook o sul canale
YouTube “Bambini e
Genitori” e lascia il tuo
MI PIACE alla nostra
Comunità!
Il 2020 sta per terminare e anche su queste
pagine desidero ringraziare di cuore tutte
e tutti voi, alleati preziosi e insostituibili
durante i mesi inediti e difficili vissuti.
Y
Nella nostra Bologna La parola ai Genitori
Oggi parliamo di... Salute e risposte Casa e lavoro
17
pag
Il Piccolo Babbo Natale
di Anu Stohner
edito da Emme Edizioni
Età consigliata: dai 3 anni.
C’era una volta un Piccolo Babbo Natale
che aveva un grande sogno: volare nel
cielo con la sua piccola slitta e portare
i regali ai bambini. Ogni anno costruiva
giocattoli bellissimi, ma poi, quando gli
altri partivano, si ritrovava tutto solo con
i suoi inutili pacchetti. Il Piccolo Babbo
Natale aveva il cuore gonfio di tristezza,
quando una notte udì dei lamenti
provenire dal bosco… erano gli animali,
che da sempre avrebbero
voluto ricevere un dono
la notte di Natale.
Belle storie da leggere sotto l’albero
segue dalla pagina precedente
L’estate delle cicale di Janna Carioli
e Sonia MariaLuce Possentini
edito da Bacchilega Junior
Età consigliata: dai 5 anni.
Una calda estate assolata, due bambini
sulla soglia della preadolescenza,
abbastanza grandi per mille avventure,
non ancora così grandi da poterle
affrontare senza i genitori. Una casa
sull’albero. Una litigata per motivi futili.
Un allontanamento che diventa distanza.
Anni trascorsi lontani. E poi una nuova
generazione di bambini che riscopre la
casa sull’albero, e la vecchia amicizia.
Commovente, soprattutto se letto da
adulti.
di Giulia Baratella
psicologa psicoterapeuta, collaboratrice del servizio
di “Consultazione psicologica per bambini e genitori”
e del progetto “Trame educative per nuove comunità”
del dipartimento di Psicologia, Università di Bologna
Vuoi
approfondire? Guarda
la video-intervista con
la dott.ssa Baratella del
5/12/’20 fra i video della
pagina Facebook o sul
canale YouTube “Bambini
e Genitori” e lascia il tuo
MI PIACE alla nostra
Comunità!
È possibile rigenerare
le risorse per metterle nuovamente
a disposizione di chi ci sta a cuore?
Nell’ambito delle relazioni umane c’è
sempre stato lo scambio: io do a te che
prendi e poi ricevo da te che dai. Questa
reciprocità circolare è possibile solo
se entrambi i soggetti si riconoscono
alternativamente come un Io e un Tu.
Un grande
giorno di niente
di Beatrice Alemagna
edito da Topipittori
Età consigliata: dai 5 anni.
Un giorno di noia, in vacanza. Un casa
isolata dal mondo, con l’unica compagnia
della mamma che lavora e di un gioco
elettronico. Insofferenza, sconforto, un
po’ di rabbia e… sbam! Fuori, in fuga sotto
la pioggia, senza saper bene cosa fare.
Un grande giorno di niente comincia così,
con un ragazzino svogliato, un oggetto
smarrito e una avventura imprevista nel
bosco che all’improvviso dischiuderà al
protagonista un orizzonte straordinario.
Un altro piccolo capolavoro di Beatrice
Alemagna dedicato al mondo interiore
dei bambini e alla meraviglia di cui sono
capaci.
Il filobus numero 75
di Gianni Rodari
edito da Emme edizioni
Età consigliata: dai 6 anni.
Il filobus numero 75 percorre ogni
giorno lo stesso tragitto per le strade di
Roma, ma una mattina, all’improvviso,
porta i suoi passeggeri fuori strada,
in campagna. Prima le proteste dei
passeggeri che temono di arrivare in
ritardo al lavoro, poi la calma e il tempo
per godere della bellezza.
Quando tutti cominciano a divertirsi, il
tram riparte per riportarli in città… ma,
quasi avessero vissuto in un sogno, le
lancette segnano lo stesso orario del
momento della partenza. È il primo
giorno di primavera e tutto può accadere!
Per riconoscere un Tu, è necessario
percepire l’Altro -grande o piccolo che
sia- come diverso da sé stessi e dotato
di qualche risorsa che l’Io, in quel
momento, non ha a disposizione, e che è
necessaria per superare la tempesta in
cui tutto l’equipaggio si trova.
In questi casi
non è proficuo cercare un responsabile
dell’attuale difficoltà, bensì affrontarla
in modo congiunto, come una ciurma
in cui chi è al timone si impegna, tanto
quanto il piccolo mozzo, a riparare la
vela strappata.
Cosa succede però se chi governa
la nave ha degli strumenti rovinati per
orientarsi o è troppo stanco per scegliere
con lucidità la giusta direzione? Occorre
la capacità di chiedere aiuto a un fido
consigliere che, dalla terra ferma, aiuti la
ciurma a coordinarsi per organizzare le
manovre che consentiranno di approdare
nuovamente in un porto sicuro.
È fondamentale
rispondere al diritto dei genitori di
ricevere affiancamento e in-formazione
da un professionista (attrezzato per quella
specifica tempesta) per sciogliere anzitutto
eventuali fraintendimenti che nel tempo si
possono formare nelle dinamiche familiari,
in cui è complesso distinguere, consapevoli
di personali aspettative e desideri sull’Altro,
tra ciò che è fisiologico e ciò che è naturale
preoccupi, chi è responsabile della ciurma
durante il viaggio della vita. L’avventura
dello sviluppo fa tornare sulla stessa barca
genitori e figli, condividendo progressi
e retrocessioni, entrambi necessari per
affrontare nuovi balzi in avanti sulla linea
evolutiva all’autonomia.
Nello strumentario
del genitore moderno, ritengo vitale
conoscere questo circolo della sicurezza,
oltre che individuare delle cartine tornasole
che indichino in quale direzione è possibile
navigare con quello specifico clima emotivo
e quale meta può raggiungere la flotta
familiare, una volta misuratene le capacità
e risorse di quello specifico momento.
Una consultazione psicologica partecipata
-bambini e genitori- serve proprio a
monitorare, come un termometro, il clima
familiare, rilevando risorse e vulnerabilità
di ognuno e mettendo a conoscenza
tutti i diretti interessati, affinché sia
possibile co-costruire il progetto riabilitativo.
Ecco perché si propone a tutti i
partecipanti di “mettersi in gioco”,
strumento trasformativo che permette
di accedere a una rilettura della
situazione problematica sotto le lenti
di nuove e più ampie prospettive,
rimettendo la piacevolezza dello
stare insieme attorno a un tavolo e
In famiglia occorre
coordinarsi e remare
tutti nella stessa
direzione, perché il
contributo di tutti è
necessario per uscire
dalla tempesta da
cui nessuno si salva
da solo
silenziando le distrazioni provenienti
dagli altri ruoli che i genitori rivestono
nella vita.
In famiglia dunque,
ci si trova tutti sulla stessa barca,
anche se a piani diversi, in base
alle risorse di cui si dispone.
Etimologicamente, questo detto è
nato per invitare qualcuno a non
commettere azioni impulsive che
rischierebbero di nuocere ad altri,
danneggiando la nave sulla quale si è
imbarcati anziché farla approdare ad
un nuovo porto.
Chi si prende cura
dei genitori?
Spesso in periodi complessi e incerti si naviga
a vista e può capitare di andare in riserva
o di incontrare una mareggiata imprevista
per cui è necessario avere più risorse di quante
ne siano rimaste.
Nella nostra Bologna
Y
La parola ai Genitori Oggi parliamo di... Salute e risposte Casa e lavoro
19
pag
Silvia Pelle
Counselor relazionale a indirizzo Voice Dialogue
A chi lo ha desiderato tanto o cercato
tanto questo figlio, questa figlia. Lo ha
immaginato e si è preparato, ha letto… ha
costruito il nido…
A chi lo ha visto arrivare inaspettatamente
e ne è stato felice o a chi lo ha accettato con
difficoltà suo malgrado e per molto tempo
non è riuscito a entrare in questi panni.
Chi è genitore biologico e ha avuto
l’esperienza dell’attesa e come mamma ha
accompagnato la crescita del bebè nella
propria pancia o come papà ha partecipato
a questa “magia” al fianco della compagna
di avventura.
O chi ha scelto
fortemente di adottare un figlio e con un
diverso percorso ha vissuto l’attesa di
diventare genitore e accogliere un bambino
nella propria famiglia.
Ci sono i genitori mancati che sentono
comunque di essere madre di essere padre,
e anche i genitori non di un figlio ma dei
propri genitori.
La relazione
genitore – figlio è un legame sostanziale
per il genitore e basilare per il figlio.
Quante azioni compie un genitore?
Accudisce, sostiene, coccola, accompagna,
educa. Quante aspettative, quante
preoccupazioni, quante responsabilità vive
un genitore. Qualunque sia il vissuto
individuale il “ruolo di genitore” è
il ruolo più naturale, più diffuso e
sottolineo sostanziale nella nostra
struttura sociale. E’ innanzi tutto
questione di sopravvivenza: un cucciolo
di uomo non sopravvive da solo.
Riconosco l’importanza fondamentale
della famiglia e nello stesso tempo
Quanta gioia c’è
in una nuova vita,
quanta speranza,
quanta scoperta...
i primi anni di
un bambino sono
determinanti per la
sua vita
Vuoi
approfondire? Guarda
i video della trasmissione
tenuta da Silvia Pelle
il 4/12/’20 fra i video della
pagina Facebook o sul
canale YouTube “Bambini
e Genitori” e lascia il tuo
MI PIACE alla nostra
Comunità!
considero essenziale che ogni persona
possa percorrere il cammino di
individuazione di sé. Riconoscendo
al neonato la propria individualità.
E’ in questa convinzione che ho scelto
di formarmi specificamente per
accompagnare i neo – genitori e i loro
figli sin dalle prime fasi di sviluppo del
bambino.
Questo significa partecipare con fiducia
al futuro che avanza e dare il meglio di
sé. “Meglio” inteso come ciò che ci fa
vivere con gioia e appagamento.
Ho evitato di parlare
di dolori, i dolori sono facili da sentire
e quando sono in primo piano si può
trovare il modo di affrontarli e usarli
come alleati. Cari genitori in questo
momento così eccezionale vi auguro un
Buon Natale 2020.
Neo genitori fra
gioie e dolori
Cari genitori, cari neo-genitori, oggi mi rivolgo a voi
direttamente. Proprio a voi come genitori,
a ciascuno di voi che a suo modo vive l’essere
mamma e l’essere papà – babbo
Nella nostra Bologna
Y
La parola ai Genitori Oggi parliamo di... Salute e risposte Casa e lavoro
21
pag
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dei bambini e dei loro genitori!
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(3)
(1)
di Chiara Milani
psicologa
i Tempo lettura < 3 min.
Vuoi
approfondire? Guarda
la video-intervista con
la dott.ssa Milani del
14/11/’20 fra i video della
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e Genitori” e lascia il tuo
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Comunità!
(2)
Disegni & Co.
di Anna Maria Casadei
esperta nella lettura del disegno infantile
1) Jonas, 4 anni e mezzo. In questo
disegno Jonas ha rappresentato il papà, la
mamma, il fratellino e se stesso, di notte
con luna piena, il papà tiene in mano una
pila frontale.
E’ un disegno assai particolare, Jonas
potrebbe rievocare un episodio realmente
accaduto perché impressionato dal buio e
dalla luce. Emerge una carica di tensione
emotiva sull’avvenimento, molto forte,
bene che lo abbia disegnato. Nell’insieme
appare indicazione di bambino capace
di cogliere gli avvenimenti in maniera
precisa e curata.
SOS psicologo: come
sceglierlo?
È importante sottolineare che non è necessario avere
un problema psicopatologico per rivolgersi a uno psicologo
poiché la psicologia non si occupa solo di malattia
ma anche di benessere e periodi di vita faticosi.
2) Marcello 5 anni e 8 mesi. Nel cielo
c’è il sole (padre) con raggi decisi (che
consiglia). la mamma alla guida si ferma
al semaforo rosso (da notare i raggi sul
colore) e mette il figlio nel seggiolino.
il bimbo si sente protetto e capisce
l’autorevolezza della madre.
3) Arianna 6 anni. La madre le ha chiesto
del perché delle mascherine.
E la bambina: “Perché così ci possiamo
abbracciare!”
Invia il disegno
del tuo bambino per una
libera interpretazione de
l’esperto a: redazione
@bambiniegenitori.it
Indica nome ed età
dell’autore e magari
anche il titolo!
Ad esempio, potresti chiedere una
consulenza solo per imparare a gestire
in modo più funzionale uno specifico
stato d’animo. In ogni caso, ci sono
alcuni campanelli di allarme che
possono aiutarti a comprendere se la
tua difficoltà rischia di trasformarsi in
un problema psicologico vero e proprio.
Le persone di cui
ti fidi hanno iniziato a dirti che sei
cambiato e che avresti bisogno di un
aiuto?
Passi molto tempo a pensare al tuo
problema e a cercare un modo per
risolverlo? Il problema ti sembra
insostenibile? Le hai già provate tutte
ma niente sembra funzionare?
La tua difficoltà ti sta portando
problemi in altre aree della tua vita
(casa, partner, amici, lavoro, studio)?
Infine, da quando convivi con il tuo
problema, la tua routine è cambiata?
Stai rinunciando a fare attività che
prima ti piacevano o che facevi
tranquillamente? Se ti sei riconosciuto
in due o più di questi campanelli di
allarme, può essere utile chiedere un
parere ad un professionista.
Come scegliere
lo psicologo? Vediamo insieme quali
sono cinque passi per orientarti in
questa scelta.
1° passo: cerca nominativi
Chiedi al tuo medico di famiglia, ad altri
professionisti della salute di cui ti fidi
oppure informati da amici e parenti.
Utilizza Google, entra nel sito internet
di qualche professionista o nella sua
pagina social (Facebook, Linkedin) e
dai un’occhiata al contenuto dei suoi
articoli; potrai già iniziare a farti una
prima idea su di lui/lei.
Ricordati sempre
di controllare che tutti i
professionisti che hai individuato
siano regolarmente iscritti all’Albo
degli Psicologi (sito: Consiglio
Nazionale Ordine Psicologi > Albo
nazionale).
2° passo: raccogli informazioni
È importante che tu capisca a quale
utenza si rivolge quel professionista
(adulti? bambini? adolescenti?) e di
quali problematiche si occupa.
Infatti, anche
se ti è stato consigliato o se ti
è piaciuto a primo impatto, non
significa necessariamente che possa
fare al caso tuo. Ricordati di non
sottovalutare aspetti pratici (dove
riceve, il parcheggio).
3° passo: chiama!
È importante ottenere altre
informazioni per fare una scelta.
Ricordati che è un tuo diritto risolvere
i tuoi dubbi e che non è scritto da
nessuna parte che tu debba prendere
un appuntamento alla fine della
chiamata; puoi tranquillamente dire
che, nel caso, chiamerai più avanti.
Nella valutazione della chiamata, fatti
trasportare anche dalle tue sensazioni
di pancia.
Vorrei fare una
premessa: non
esiste lo psicologo
giusto, esiste lo
psicologo giusto
per ognuno di noi
4° passo: il primo colloquio
Il fatto che tu ti trovi qui, non significa
che hai già scelto.
Il primo colloquio,
sempre ricco di emozioni e sensazioni
diverse, è lo strumento d’eccellenza
per capire se quel professionista
può essere il migliore per te. Il
mio consiglio è quello di provare a
prendere nota, mentalmente, di ciò
che viene detto e come ti senti prima,
durante e dopo il colloquio.
5° passo: la scelta
Riporta alla memoria quelle
informazioni che ti avevo consigliato di
registrare mentalmente e domandati
se ti sei sentito sufficientemente a
tuo agio e se il terapeuta ha tenuto
conto dei tuoi obiettivi e ti ha incluso
nelle decisioni. Se non sei rimasto
soddisfatto, non avere fretta di
rinunciare; la tua salute psicologica è
importante, vale la pena riflettere su
cosa è andato storto.
Nella nostra Bologna
Y
La parola ai Genitori Oggi parliamo di... Salute e risposte Casa e lavoro
25
pag
a cura dei nostri Esperti
psicologi, pedagogisti e counselor relazionali
i Tempo lettura < 3 min.
A conclusione
di questo inimmaginabile
2020, mettiamo
il focus sul Natale
che ci attende...
“
Babbo Natale
ti chiedo un miracolo ”
di Marina Ciampoli
ex-responsabile unità pediatrica-nido d’Ospedale
“Caro Babbo, è passato molto tempo
dall’ultima volta che ti ho scritto: ricordo
bene che avevo 6 anni e ti chiesi una
batteria e Tu me la portasti purtroppo...
Dico purtroppo perché ero troppo giovane
per valutare le conseguenze di questa
mia richiesta e Tu troppo buono per
non accontentarmi, da allora però mia
mamma cominciò a soffrire di terribili
emicranie, mio papà stava fuori di casa
tutto il giorno e rientrava solo quando io
ero già a dormire e solo adesso capisco
che quella batteria mise a serio rischio la
tenuta della mia famiglia.
Ti scrivo perciò
per pregarti di valutare bene le
richieste dei bambini di oggi, ho letto
con raccapriccio un sondaggio fatto lo
scorso Natale in America fra bambini
di età compresa fra 6 e 12 anni: il 48%
desiderava un iPad (nel formato grande!),
il 39% una Wii U ed il 36% preferiva l’ iPod
Touch , inoltre più del 30% dei bambini al
di sopra di 3 anni possedeva già un tabletgiocattolo
!!
Solo a pronunciare
questi nomi mi confondo
e mi chiedo: ma come è
possibile che tanti bambini
desiderino veramente
queste cose? Come le
conoscono?
rivistagenitori.it
collegati per
finire di leggere
l’articolo
Cosa mettiamo
sotto l'abero?
Questo 2020 ci porterà un Natale sicuramente diverso
dagli altri. Ma prima di arrivarci, vorremmo riflettere
con voi ponendoci una domanda che sembri non
c’entrare nulla…
Chiediamoci allora: “Cosa significa per
ognuno di noi essere un buon genitore?”
A grandi linee, nel nostro immaginario
c’è l’idea che per essere un “buon
genitore” sia importante dare ai figli
tutto cio’ che hanno gli altri per non farli
sentire “inferiori” o “diversi”.
Non fargli mai
mancare una casa ordinata e abiti alla
moda, puliti e ben stirati. Fondamentale
poi si crede sia fargli partecipare
alla maggior parte di occasioni sociali
possibili (feste di compleanno, cene di
classe, corsi post-scuola di ogni genere:
dall’inglese alla musica all’immancabile
e necessario sport.
Una corsa quotidiana
dove i nostri figli “assorbono” questo
stile di vita e le nostre parole, quelle che
ci escono d’istinto… mentre viviamo “di
corsa” questa frenetica vita.
Ma in tutto questo dovere genitoriale,
non stiamo perdendo di vista la cosa più
importante? Ovvero proprio i nostri figli?
Beh, cari genitori questo è il regalo
più grande che il 2020 ci porta in
questo Natale cosi diverso, che ci
offre davvero un “dono” meraviglioso.
Ha una bacchetta magica questo
2020 e, come quella del famoso Mago
Merlino nel film Disney “La spada
nella Roccia” lo usa per spazzare via
il superfluo, lasciandoci al nocciolo
della questione.
Ecco, il CoronaVirus
in questo 2020 ha spazzato via tutto,
lasciandoci a contatto diretto con i
nostri familiari piu’ stretti. Senza corsi
post-scuola, amici, parenti e senza
l’incombenza di seguire la moda per
essere impeccabili. Insomma, anche
noi al nocciolo del nostro “ruolo
genitoriale”. Quale occasione migliore
per essere un buon genitore? E come?
Semplice, regalando ai nostri figli la
cosa più preziosa che abbiamo: tempo
da dedicare a loro.
Tempo per “esserci”,
per loro e “con” loro. Tempo per
apprendere insieme, per giocare, per
scambiarsi idee, valori e opinioni, per
“viverci” in questo ruolo educativo
cosi difficile, complicato e, allo stesso
tempo, cosi meravigliosamente
avventuroso. Perchè Essere
Genitori invita a raccogliere la sfida
che la genitorialità pone, riscoprendo
la sua dimensione di viaggio elettivo
dell’anima di ognuno di noi.
Da dove iniziare allora? Dall’abituarci
ad esprimerci in famiglia con 3 parole
magiche che portano all’ascolto e al
rispetto reciproco: grazie, scusa e per
favore.
Perchè trasmettere
ai bambini
l’importanza
di esprimere un
grazie, di chiedere
per favore o di
scusarsi, va oltre la
semplice cortesia
Investiremo sulle loro emozioni, sui
valori sociali che tengono insieme
una comunità e, soprattutto, sulla
reciprocità necessaria a creare una
società basata sul rispetto, nella quale
l’essere civili e la considerazione fanno
la differenza.
Ringraziare e
chiedere scusa sono potenti arimi per
il cervello infantile: i neuroscienziati
ci ricordano che il sistema neuronale
di un bambino è geneticamente
programmato per “connettersi” con
gli altri. È una cosa meravigliosa e
intensa.
Un bambino che, fin da piccolo, viene
abituato ad ascoltare queste parole
dunque, capirà velocemente che si
trattano di potenti rinforzi positivi e,
poco a poco, li svilupperà a sua volta.
Quindi genitori, stiamo attenti a
quello che ci esce dalla bocca nella
nostra quotidianità, visto che questo
Natale 2020 ci sta regalando il tempo
necessario a pensarci. Prima o poi, il
nostro bambino proverà l’autentico
affetto di trattare con rispetto i
suoi simili e i risultati che questa
azione ha su di sé e sugli altri. È
una cosa eccezionale, una condotta
che lo accompagnerà per sempre,
perché trattare gli altri con rispetto
significa anche rispettare se stessi,
agire d’accordo ai valori e a un senso
di convivenza basato su un pilastro
sociale ed emotivo importante: la
reciprocità.
E con questa parola
“reciprocità”, vorremmo invitarvi a
riflettere anche su azioni concrete
da fare in questo tempo sospeso che
il Natale del 2020 ci regalerà. È con
questo spirito che pubblichiamo idee
di mamme (e nonne) per fare “regali
speciali” ai loro figli e nipoti.
Cominciamo:
“Sono ancora sotto shock per
l’improvvisa scomparsa di mia
suocera ed ho deciso di chiedere a
tutte le persone che sono vicine ai
miei figli di scegliere un loro libro
preferito e registrarsi mentre lo
leggono. In casa non c’è bisogno di
altri chili di plastica sotto forma di
giocattoli. Credo che questo sarà un
modo bellissimo di far conoscere
alle mie figlie di 16 mesi e 4 anni
tanti libri e potranno così ricordarsi
sempre della zia lontana, di un
padrino/madrina o di un nonno.”
Suggerimento
per i nonni, zii, ecc..: leggi a voce alta
un libro per bambini che ti piace e
registrati, poi dai la registrazione al
bambino. A loro piacerà riascoltarle
un sacco di volte!
prosegue nella pagina successiva>
Y
Nella nostra Bologna La parola ai Genitori
Oggi parliamo di...
Salute e risposte Casa e lavoro
27
pag
I doni che si
consumano, ad esempio
biscotti e torte, gessi per
scrivere sui marciapiedi,
matite, carta, ecc... sono
regali che i bambini
adorano, assieme ai
bagnoschiuma che fanno
tante bolle!
“Mia madre ha avuto un’idea per la
sua nipotina di 5 anni che è molto
sensibile agli altri bambini del mondo
che non hanno cosa mangiare e allora
ha pensato di aiutare un bambino
bisognoso a nome di sua nipote invece
di accumulare altra roba a quello che
già ha!”
Suggerimento:
adottare un bambino a distanza è
senz’altro la testimonianza d’amore
più importante che possiamo dare.
Ricevere sue notizie e sapere che sta
meglio grazie al nostro aiuto insegnerà
ai figli concretamente cosa possiamo
fare ognuno nel nostro piccolo per
migliorare il mondo.. che “goccia dopo
goccia” diventerà un oceano...
“Abbiamo chiesto ai nonni se, per
questo Natale, gli andava di regalare
ai nipoti delle “esperienze”. Poteva
trattarsi di un corso da fare insieme
Cosa mettiamo sotto l’albero?
prosegue
o magari un corso di pittura o
ceramica da fare da soli (per i più
grandicelli); lezioni di sport o portarli
a un concerto. Poteva anche trattarsi
semplicemente di portarli al museo,
a nuotare o a fare una passeggiata.
Crediamo davvero che i bambini
possano avere molto più beneficio dal
tempo speso con loro che dal numero
di giocattoli che ricevono.”
Suggerimento:
questa idea funziona bene per i bambini
di tutte le età, soprattutto per quelli che
hanno già troppi giocattoli...
“Un bellissimo regalo ricevuto da
parte di un amico è stato “Un giorno
a casa con il tuo amico _________”.
Includeva un’intera giornata per i miei
bambini da trascorrere in casa con
un loro amichetto – una mattinata di
gioco, pranzo, film&pop corn e poi
le famiglie si sarebbero riunite per
una cena cucinata da noi. E’ stato un
regalo bello da ricevere ed è stupendo
pianificare qualcosa per un amico…”
Suggerimento:
mettendosi d’accordo con i genitori
dell’amico/a si potrà fare dei “buoni
regalo” vicendevoli ampliando così la
possibilità d’offerta.
prosegue nella pagina successiva>
Paolo Crepet
fra stimoli e riflessioni
«Siamo vulnerabili – ricorda Paolo
Crepet citando il titolo del suo ultimo
libro edito da Mondadori – ma abbiamo
mille risorse: usiamole! E soprattutto:
recuperiamo la semplicità e, dopo
aver fatto qualche videochiamata
per raggiungere chi è più lontano,
dimentichiamoci della tecnologia e
torniamo a divertirci con i giochi di una
volta».
Il noto psichiatra
e sociologo Paolo Crepet, pensa anche
alle cose pratiche: «Non lasciamo soli
gli anziani, per vederli in sicurezza
possiamo anche sottoporci tutti ad un
tampone pre-natalizio».
Sarà un Natale
particolare, cosa augura alle famiglie
che ci leggono?
«Auguro alla nostra gente, ai genitori
e ai bambini italiani, serenità. Questo
di Alessandra Testa
giornalista, direttrice responsabile Genitori
Natale è un abbecedario di opportunità; una
grande occasione per spiegare ai nostri figli
cosa vuol dire sobrietà: capacità di essere
moderati nel soddisfare i nostri appetiti ed
esigenze.
Una volta tanto evitiamo i troppi regali; ne
basta uno. Proviamo a limitare gli sprechi e
anche le luminarie che sono solo esibizioni
di conquistata civiltà. Si può festeggiare
anche in un altro modo, più semplice».
Per esempio?
Ci dia qualche suggerimento...
«Una preghiera che farei alle famiglie è
evitare la tecnologia. Almeno a Natale. È
da marzo che passiamo la maggior parte
del nostro tempo davanti ad uno schermo.
Si può preparare una torta o rievocare il
valore delle festività di un tempo.
Ho ricordi meravigliosi degli anni in cui,
anche se non c’era un granché, ci bastava
stare insieme e ci accontantavamo delle
piccole cose. I bambini di oggi, nati e
cresciuti in pieno boom economico e
tecnologico, hanno spesso troppo.
Che i genitori propongano loro passatempi
come la tombola, gli scacchi, la dama o
altri giochi da tavola che richiedono silenzio
e concentrazione. Per molti, se non li
conoscono, potrebbero anche rivelarsi una
piacevole novità».
senso: sappiamo tutti ciò che si può
fare e ciò che è vietato o sconsigliato.
Ne va del nostro futuro. Comunque sia,
non ci vedrei nulla di scandaloso se per
vedersi ci si sottoponesse tutti ad un
tampone pre-natalizio»...
Ci sono anche
anziani più sfortunati, che alloggiano
in case di riposo in cui non è possibile
entrare...
«Avremmo potuto affrontare meglio la
gestione delle residenze per anziani.
«Che sia il Natale
come quello
di un tempo:
con sobrietà ma
tanta felicità per
le piccole cose!»
Solo una minoranza si è attrezzata
per far entrare i parenti, anche solo
attraverso un vetro, con frequenza.
E’ la dimostrazione che non è vero
che entrare in una casa di riposo sia
come toccare i fili dell’alta tensione
e che quelle strutture devono essere
necessariamente delle roulette russe
in cui, come hanno dimostrato gli
ultimi controlli, si lavora in situazioni al
limite del rispetto dei diritti umani, per
personale e ospiti. Se ci si organizza
si può regalare una piccola gioia alle
persone più sole».
Cosa serve
ai bambini per affrontare con serenità
un altro inverno di emergenza
sanitaria?
«Genitori coraggiosi che non facciano
psicodrammi alla prima linea di febbre.
Non si deve comunicare loro ansia. Ma
devono anche sapere che i nonni sono
più a rischio e che la responsabilità è
un dovere».
Un’ abbecedario di
opportunità!
Y
Nella nostra Bologna La parola ai Genitori
Oggi parliamo di...
Salute e risposte Casa e lavoro
In molti casi,
però, i bambini non potranno raggiungere
i nonni più lontani, o in un altro comune,
persino confinante, per trascorrere con
loro il Natale. In quel caso il buono della
tecnologia non è salutare?
«Certo, ma giusto il tempo di una
videochiamata. E poi i nonni non sono tutti
uguali: c’è chi ha 80 anni, ma anche chi
ne solo 60. Basterebbe la regola del buon
Paolo Crepet, uno degli psichiatri e sociologi più
apprezzati di Italia e che da anni collabora con
la nostra Rivista, interpellato sul Natale che sarà
a conclusione di questo 2020, augura a tutti
di ritrovare la vera serenità.
29
pag
Cosa mettiamo sotto l’albero?
prosegue
“Io consiglio un
abbonamento ad una
rivista per bambini, magari
scientifica. Avrà la gioia di
riceverlo tramite la posta
ogni mese e potrà donare
le riviste “già lette” ai suoi
amici e farne beneficiare
qualcun altro!”
“Non molti realizzano che subito
dopo l’anno nuovo, inizia il secondo
quadrimestre di scuola per i
bambini. Un regalo non caotico è un
rifornimento di cose per la scuola.
Si consumano e a metà anno molti
bambini ne hanno di nuovo bisogno.
Per i miei cugini (10 e 6 anni) vado al
negozio “tutto a un euro” e compro
pacchi di matite, gomme, block notes
ecc. e in più qualche oggetto in tema
festività e li metto in una calza.”
Suggerimento:
puoi anche donare materiale scolastico
alla scuola e le maestre lo daranno agli
alunni che ne hanno bisogno.
“Noi abbiamo 3 figli. Regaliamo loro
un appuntamento, tempo individuale
con ognuno dei nostri figli. Mio marito
ne porterà uno a giocare a calcio o
qualche altra cosa per maschi di cui io
non capisco niente. Io la porto a fare
shopping per vestiti o per qualsiasi
altra cosa di cui abbia bisogno. Da
soli, solo noi due. Andiamo a pranzo
e parliamo. Ci concentriamo sugli
specifici bisogni per quel giorno.
Regalare a ognuno dei miei figli un
appuntamento con me, trovo che sia
un regalo anche per me stessa.”
“Ho una nipote che ha tutto...
veramente... quindi non è divertente
comprarle qualcosa perché stai
solo aggiungendo altra roba alla sua
collezione... Così l’anno scorso, mia
madre ed io abbiamo unito le forze
e le abbiamo regalato un giorno
dall’estetista... ha fatto la manicure,
pedicure, i capelli... è molto
femminile e ama essere curata. Con
questo regalo, stai facendo pure un
regalo di tempo (perché sarò io che la
accompagno dall’estetista e non darai
a sua mamma un’altra cosa da fare)
ed è un modo per dirle che volersi
bene è un bene.”
“Questo Natale preparerò una scatola
di ricette (comprerò la scatola e le
schede con l’indice e stamperò le
ricette). Scriverò sulle schede quelle
preferite della famiglia e ricette
semplici e veloci per i miei nipoti
di 13, 14 e 17 anni. E’ poco costoso
(stiamo in un periodo di ristrettezze a
causa del secondo figlio che arriverà
subito dopo Natale), è un dono che
viene dal cuore che continuerà a
crescere con loro per tutta la vita
e che potranno, un giorno, anche
passare ai loro figli.”
Infine, pubblichiamo
un vademecum per aiutare i nostri
bambini a fare proprie, fin da quando
sono piccoli, le norme di convivenza, di
rispetto e reciprocità:
Sei entrato in un qualsiasi posto?
Saluta, dì buongiorno o buonasera.
Vai via? Dì arrivederci.
Ti hanno fatto un favore o dato
qualcosa? Ringrazia.
Ti parlano? Rispondi.
Ti stanno parlando? Ascolta.
Hai qualcosa? Condividilo.
Non ce l’hai? Non invidiarlo.
Hai preso qualcosa che non è tuo?
Restituiscilo.
Vuoi che facciano qualcosa per te?
Chiedilo per favore.
Ti sei sbagliato? Chiedi scusa.
Maria Rita Parsi
ci guida in un viaggio introspettivo
In un momento in cui è esploso anche
il contagio emotivo, la psicoterapeuta
Maria Rita Parsi prova a pensare al
dopo. E per questo Natale ci fa due
regali: una fiaba da mettere sotto
l’Albero per i più piccoli e un nuovo
libro. Ecco il titolo: Stjepan detto Jesus,
il figlio – Il romanzo dei bambini che
vengono al mondo per salvarlo e per
salvare i loro genitori (Salani Editore).
Professoressa,
ci stanno davvero togliendo il Natale
come pensano in tanti?
«Nessuno ci sta togliendo nulla. Questa
pandemia ha, però, smascherato
tanti deficit antichi che non volevamo
vedere o sottovalutavamo. Ci sta
aprendo gli occhi: è la cartina tornasole
della malapolitica, della malasanità,
dell’incapacità globale di prevenire
i mali del mondo e programmare le
azioni per il nostro benessere.
Sulle famiglie (che purtroppo non
hanno le stesse possibilità) ricade
così il dovere di amministrare con
responsabilità e forza quanto sta
accadendo. La famiglia è il microcosmo
che deve dare l’esempio. Anche a
Natale».
Come spiegare
ai nostri figli l’impossibilità di vivere
lo scambio dei doni assieme a nonni e
cugini?
«Questo sarà un Natale da ricordare.
Dobbiamo raccontarlo, soprattutto ai
più piccoli, in forma fiabica: come è nato
questo virus, da dove è partito, come la
mascherina ha smascherato le nostre
debolezze e responsabilità.
E come ci sta dicendo cosa fare e come
proteggere gli altri.
foto credits:
Gianluca Mosti
di Alessandra Testa
giornalista, direttrice responsabile Genitori
Come Movimento Bambino Onlus sto
preparando una fiaba per spiegare loro
cosa fa un potere distruttivo quando ricade
sulle famiglie. Vorrei fosse pronta per
Natale, sarà il mio regalo».
Riesce ad anticiparci la trama?
«C’è un vecchio nonno, un nonno materno,
che si ammala di Covid. I nonni paterni,
invece, sono più anziani e per timore del
virus non escono. Il nonno materno vive
da solo perché sua moglie è già volata in
cielo. Era abituato a frequentare i nipotini
quotidianamente. A portarli a scuola e a
riandarli a prendere.
Appena si ammala,
prima resta solo; isolato: gli portano la
spesa e i medicinali a domicilio. Poi viene
ricoverato e accudito amorevolmente
da una infermiera. Per fortuna, proprio
grazie ai nipoti, aveva imparato ad usare
Internet ed è restato in contatto tramite
le piattaforme digitali. Appena guarisce
condivide con essi quanto ha capito: la
pandemia ha svelato sì le debolezze, ma
anche la solidarietà fra le persone.
E insegna loro che ognuno, dalle istituzioni
alle persone comuni, deve prendersi le
proprie responsabilità. Così per Natale
organizza una festa».
Una festa?
«Sì, una festa in videochiamata a cui
partecipano tutti, anche i nonni paterni,
e in cui emerge la grande metafora di
questo Natale. Tutti, credenti o meno,
siamo soli con il nostro piccolo nucleo
convivente.
Proprio come i migranti in fuga di oggi
e come Giuseppe e Maria: una famiglia
«Ecco la mia fiaba
di questo Natale
2020: bambini che
vengono al mondo
per salvarlo e
per salvare i loro
genitori.»
sola in viaggio per il censimento e alla
quale – appena nasce il bambino perché
ogni bambino nasce per salvare il
mondo e i propri genitori – tutti offrono
aiuto. I pastori, i contadini, i Magi».
Il presepe
come simbolo della ripartenza?
«Sì, ognuno nel suo piccolo deve
stringere un’alleanza con chi gli sta
vicino.
Per resistere da società compatta,
unita, solidale. Ognuno con i propri
ruoli. Perché questa epidemia è
un nemico inafferrabile, che muta
continuamente, che colpisce alcuni e
risparmia altri.
Non è una strage degli innocenti, ma
è peggio di una guerra. Quasi come
fosse una strage del mondo passato;
quindi degli anziani. E dei più deboli e
diseredati; quindi coloro che già erano
malati o più poveri. A questo dobbiamo
porre fine. E tutti abbiamo il diritto di
pretenderlo».
Il presepe, simbolo
di rinascita
Maria Rita Parsi, una delle psicoterapeute più
apprezzate ed empatiche di Italia e che da anni
collabora con la nostra Rivista, intervistata
sul Natale che sarà a conclusione di questo 2020,
ci invita a pensare al “dopo”.
Y
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Salute e risposte Casa e lavoro
31
pag
i Tempo lettura < 3 min.
di Carla Sale Musio
psicologa, counselor relazionale
Le emozioni
ed i pensieri di Babbo Natale...
Alberto Pellai
Medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva
Dopo aver portato
regali per oltre duemila
anni, Babbo Natale si
domandò quale fosse
il vero significato del
suo “portare i doni ai
bambini buoni”.
“Alla fine i bambini non sono tutti un
po’ buoni e un po’ cattivi? E se è così,
che tipo di doni dovrei portare?” Più
ci pensava e più s’ingarbugliava in una
ragnatela di pensieri.
Perciò acchiappò il suo computer
modello L.D.P. (Lettura dei Pensieri),
dono - mai usato -ricevuto dalla Befana,
e cominciò a leggere le istruzioni. Era un
computer stile Grande Fratello, entrava
nelle case e consentiva di osservare la
vita di chiunque… Non solo!
Componendo
una password segreta, permetteva di
leggere i pensieri delle persone!
Babbo Natale regolò meglio l’immagine,
digitò alcune formule magiche e sullo
schermo apparve… Alessandro. L’occhio
del computer entrò in camera sua ma
Alessandro non c’era! “Dove diavolo
sarà andato?” borbottò Babbo Natale,
mentre muoveva nervosamente il mouse
per controllare in tutte le stanze… ed
ecco apparire sullo schermo il visetto
serio di Alessandro fermo sulle scale
ad ascoltare le lamentele della vicina di
casa, la sig.ra Virna, proprio mentre alla
TV c’era il suo cartone preferito. Babbo
Natale subito digitò la password per
vedere cosa sentissero in quel momento
nei loro cuori il bambino e la sig.ra Virna.
E sullo schermo
apparvero i pensieri di Alessandro:
“Povero me! Mi sto perdendo tutta la
puntata… e mi scappa la pipì ma non
riesco mai a dire di no. Cosa c’entro io
con la pulizia delle scale?… Ma quando
la signora Virna attacca a parlare non
ferma piú”. A questo punto Babbo
Natale staccò l’audio dal computer che
continuava a mandare sul monitor il bla
bla bla ininterrotto della signora Virna…
Si ricordava di essere stato un tempo,
bilioni e bilioni di anni fa, anche lui un
bambino. “Ma guarda che prepotenza
questa signora Virna!” sbotto
esasperato “E’ proprio vero che certi
adulti non si accorgono neanche dei
bisogni dei bambini. Parla soltanto per il
piacere di ascoltarsi!”
prosegue nella pagina successiva>
Alberto Pellai, durante il primo
lockdown aveva scritto una filastrocca
sulla necessità, anche per i
bambini, di indossare la mascherina.
Adesso che ci apprestiamo a vivere un
Natale particolare, con una rigorosa
limitazione dei contatti all’interno della
famiglia allargata, cosa consiglia ai
genitori?
«Visto che dovremo continuare per
chissà quanto altro tempo ancora a
fare di necessità virtù, va mantenuta
la calma. Se molliamo noi genitori, poi
mollano anche i nostri figli».
Come preservare
i valori forti di questa ricorrenza?
«Con tante piccole attenzioni nei giorni
precedenti la festa. I bambini possono
mettere a disposizione dei parenti
che non potranno essere presenti un
disegno o una letterina. O raggiungerli
con una videochiamata, riproducendo il
rito della poesia».
E come utilizzare
il buono della tecnologia per
accorciare le distanze?
«Recuperando la dimensione simbolica
di Alessandra Testa
giornalista, direttrice responsabile Genitori
e intercettando le azioni, anche le più
piccole, che possono tenere nutrito e
alimentato il legame con le persone a cui
vogliamo bene. Affinché il Natale resti un
giorno speciale, il segreto forse è provare a
viverlo non come un giorno in cui ci è stato
tolto qualcosa ma in cui siamo riusciti a
fare, in un altro modo e usando la fantasia,
ciò a cui più teniamo».
Le famiglie però,
vivono un grande senso di frustrazione...
«C’è disillusione crescente. Abbiamo sotto
agli occhi i bisogni di crescita dei nostri figli,
abbiamo toccato con mano cosa è stata la
didattica a distanza e la deprivazione degli
spazi di coinvolgimento extrascolastico
e ci eravamo illusi che il nostro mondo si
sarebbe attrezzato per il contenimento del
contagio, garantendoci quello che abbiamo
sempre fatto in una cornice di sicurezza e
protezione. E così non è stato».
Ai bambini resta
solo la scuola. Perdono altri momenti di
socializzazione fondamentali, è vero, ma
la pandemia non è anche un insegnamento
di vita?
«E’ un buon approccio, ma non tutte le
famiglie sono in equilibrio. Ci sono anche
quelle vulnerabili. Quando una condizione di
stress si cronicizza, il rischio è che la mente
non riesca più a sorreggerci, andando in
blackout.
E’ la teoria dello stress: lo reggi fino ad un
certo livello soglia; poi basta pochissimo
per generare una frantumazione
complessiva».
In un momento
di distanziamento obbligato, come può
una famiglia resiliente aiutarne una
più fragile?
«Attuando il concetto di gemellaggio.
Oggi abbiamo una conoscenza più vasta
del coronavirus e dei fattori di rischio e
possiamo essere in grado di riprodurre,
con attenzione, gruppi ristretti,
composti da due o tre nuclei, magari
con figli unici che frequentano la stessa
classe, e trasformarli in una famiglia
allargata.
«Mi guardi
ma non mi tocchi.
E tutto passa dagli
occhi.
Vicini ma un po’
distanti, siamo
unici e
importanti.»
Gli adulti si sosterranno
vicendevolmente e i bambini staranno
dentro una relazione fra pari.
Se si punta sul tracciamento dei
rapporti, si può avere subito una rete di
salvataggio anche emotivo».
Come si potrebbe
stringere un patto intergenerazionale
fra gli anziani, che sono i più a rischio,
e gli adolescenti che tendono a sentirsi
invincibili?
«Serve un progetto di solidarietà
collettiva. I ragazzi non vanno
considerati come soggetti passivi che
obbediscono alle regole, ma persone
competenti da rendere protagoniste».
Quale visione
per il futuro?
«Sta per arrivare il vaccino. In
attesa, adattamento e flessibilità. Ma
continuando a pensare tutti i pensieri
pensabili. Alla paura si risponda
stringendo alleanze».
Teniamo viva
la magia!
Medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva,
Alberto Pellai, che in questo 2020 ha iniziato
la collaborazione con la nostra rivista, alle
famiglie manda un messaggio proprio ora
che ci apprestiamo a celebrare feste sobrie
e distanziate: «Cerchiamo di tenere viva la magia
del Natale. Facciamolo per i nostri figli».
Y
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Oggi parliamo di...
Salute e risposte Casa e lavoro
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pag
E per te?
Che regalo vorresti
ricevere in dono questo
anno a Natale?
Qual è l’emozione
che ti neghi e di cui invece
avresti bisogno?
Così dicendo si allontanò dal computer
e cominciò a preparare il regalo che
avrebbe portato ad Alessandro. “Qui ci
vuole un po’ di sana rabbia!” esclamò,
e cominciò a preparare il modulatore
di voce telematico che, all’occorrenza,
poteva dare espressione ai pensieri
giusti. Ci lavorò un po’ intorno e
finalmente il modulatore fu pronto.
Tutto soddisfatto, lo impacchettò e
lo infilò nel sacco sulla slitta, con un
bigliettino per ricordarsi a chi fosse
destinato. “Per Alessandro, affinché
impari a usare la voce arrabbiata tutte
le volte che bisogna arrabbiarsi”.
Quindi tornò
al computer e riprese a
lavorare. “Renne!” esclamò “col nuovo
millennio si cambia musica! Basta con
i soliti giocattoli! Inventerò un regalo
speciale per ogni bambino, qualcosa
che lo aiuti ad avere il coraggio di
essere se stesso. Ahahaha!!!” Rise
soddisfatto e poi, tutto elettrizzato,
si mise all’opera. “Voglio vedere
cosa succede nei pensieri di ogni
bambino…” Digitò la password ed ecco
che sul monitor apparve il visino sudato
di Azzurra.
“Coraggio miei prodi” urlava in piedi
sul comò “ gliela faremo vedere noi a
quel grasso imbecille!” Così dicendo,
la piccola si lanciò sul letto come
se avesse un paracadute. “Azzurra
fermati!!!” urlò la mamma… troppo
tardi. Si era già procurata una brutta
ferita sulla fronte picchiando contro lo
spigolo del comodino.
“Ma guarda…” commentò Babbo
Natale “questa bambina non conosce
il pericolo, se continua così, finirà per
farsi veramente male. Bisogna che
le porti in dono un po’ di sana paura,
perché la protegga e l’aiuti a non
cacciarsi nei guai”. Sempre più
incuriosito, fece andare il computer.
Sullo schermo apparve Walter.
Le emozioni
ed i pensieri di Babbo Natale
prosegue
Se ne stava seduto
alla scrivania a fare i compiti. Ma
non quelli di oggi o di domani. Faceva
quelli delle vacanze di Natale. In quel
momento squillò il telefono. “Sono
Mattia!” esordì allegramente un suo
compagno di classe “Non vieni alla
pizzata?” Per un attimo Walter sembrò
indeciso, ma poi rispose: “Mi dispiace,
non posso. Sto ancora facendo i
compiti…”
A quel punto Babbo Natale si stacco
dal computer assai perplesso. “Questo
bambino ha urgente bisogno di un
po’ di sano egoismo.” mormorò tra
sé “Cos’è questa storia dei compiti
per le vacanze di Natale?!?” continuò
Babbo Natale “Voglio che pensi anche
a se stesso e che impari a non essere
sempre il bambino perfetto per i
grandi. Gli adulti dovrebbero ricordarsi
che anche loro sono stati bambini. E
poi, se i piccoli smettono di giocare
chi insegnerà ai più grandi come si
gioca?!?”
L’arzillo e
instancabile vecchietto digitò un’altra
formula e poi un’altra ancora. Sul
monitor sfilavano a uno a uno tanti
visi di tanti bambini. Ognuno con la
sua storia e con i suoi segreti nel
cuore. Ognuno col suo desiderio di
essere amato e col suo bisogno di
amarsi. Ognuno con la paura di essere
se stesso e di essere diverso. Ognuno
con il terrore di essere deriso e di
essere incompreso. Di deludere i
genitori o di sentirsi solo al mondo.
Di non essere sempre buono o di
essere geloso dei giochi degli altri. Di
arrabbiarsi proprio il giorno di Natale o
di non credere a Babbo Natale.
Babbo Natale si mise ad inventare
per ogni bambino un regalo speciale,
qualcosa che restituisse a ciascuno
l’emozione che aveva perso e con ciò la
meraviglia di essere al mondo… Per
Alessandro un modulatore che desse
voce ai suoi pensieri di rabbia. Per
Azzurra la prudenza che nasce dalla
paura. Per Walter l’ascolto dei propri
bisogni che scaturisce dell’egoismo.
“Luna che con la tua luce illumini i
lettini dei bambini, Sole che con il tuo
calore riscaldi il loro cuore, Vento che
soffi leggero… Aiutate Babbo Natale a
leggere ogni più piccolo pensiero.”
Quest’anno però sarà un Natale
diverso, vissuto nell’incertezza
generale e con limiti organizzativi che
potranno stravolgere le abitudini e i
nostri rituali natalizi.
Quindi come
dobbiamo rivolgerci ai bambini per
spiegare loro le varie restrizioni?
I bambini respirano già la magica
atmosfera del Natale, quindi basta
spiegare loro con semplicità e
mantenendo un clima familiare
equilibrato e più sereno possibile.
E’ vero che probabilmente non
potremmo condividere il pranzo con
molti parenti o non potremmo andare
a trovare gli zii in un’altra città, ma è
anche vero che il Natale lo abbiamo in
casa, davanti a noi, accanto a noi: sono i
nostri bambini.
E come evitare
che le preoccupazioni di noi adulti si
riflettano sui nostri figli?
Quello che conta è il presente che
abbiamo tra le mani.
Cerchiamo di appoggiare il rumore
delle parole per sentire la parte più
profonda di noi e connettiamoci con i
nostri bambini.
Spegniamo i telefoni
e dirottiamo le mail. Guardiamo i nostri
figli e giochiamo con loro. Facciamoci di
nuovo bambini con i bambini.
Il Natale cattura i bimbi perché
alimenta il “pensiero magico” e il
segreto del Natale sta proprio nel
calare il bambino in una dimensione
in cui tutto è possibile, in cui tutto è
magia. Cerchiamo di non focalizzarci su
Nonostante tutto,
anche quest’anno
sta per arrivare
Babbo Natale.
E’ un fatto.
E nessuno
puo’ fermarlo,
nemmeno il
Covid.
quello che non possiamo avere e
orientiamoci a valorizzare ciò che abbiamo.
Questo ci permetterà di vivere al meglio
i momenti di vulnerabilità nostra e anche
loro.
Scriviamo
con i bambini la letterina a Babbo Natale,
creiamo un calendario dell’Avvento,
addobbiamo la casa secondo i desideri dei
piccoli, costruiamo delle lanterne con i
barattoli di vetro e cuciniamo biscottini.
Durante le festività, rallentiamo i ritmi e
lasciamo spazio all’immaginazione… in
questo i bambini sono maestri!
I bambini attraverso l’immaginazione
possono costruire una realtà anche senza
realtà. Quindi la sera della Vigilia, con i
bambini, prepariamo latte e biscotti per
la colazione di Babbo Natale e caliamoci
tutti insieme nel magico viaggio.
Ascoltiamo
canzoncine natalizie, leggiamo un libro
sulle renne e accompagnamo i bambini a
dormire. Susciteremo in loro entusiasmo
e aspettativa. Diremo loro che sono in
buone mani. Piene di amore e di voglia di
farcela. Anche in un Natale così speciale
come quello del 2020.
Sta arrivando
Babbo?
di Silvia Ferretti
pedagogista
Il Natale è la festa che i nostri bambini
aspettano tutto l’anno e vivono intensamente
l’attesa attraverso i racconti: sanno che
presto arriverà con la slitta sulla neve,
carica di doni, con il suo vestito rosso
e un pancione davvero grosso...
Y
Nella nostra Bologna La parola ai Genitori
Oggi parliamo di...
Salute e risposte Casa e lavoro
35
pag
di Valentina Sartori
pedagogista ed esperta nei processi di apprendimento
i Tempo lettura < 3 min.
Un “tempo nuovo” per… fare cosa?
È tempo di giocare!
Fino a un anno fa,
prima dell’arrivo della
pandemia, molti bambini
facevano concorrenza agli
adulti sulla quantità di
impegni giornalieri.
Tante ore scuola, uno, due a volte
addirittura tre tipi di sport, la lezione
di musica e… il tempo per giocare, per
annoiarsi? Mancava.
Oggi invece tutto
è cambiato e, a causa delle necessarie
restrizioni, i bambini hanno più tempo
libero da trascorrere a casa, purtroppo
limitando al massimo l’interazione con
altre persone.
Questo tempo, però,
che prima mancava, per i bambini può
essere molto utile per sviluppare la
fantasia e la creatività. Tempo che non
deve essere confuso o utilizzato per
immergersi nella tecnologia (tv,
videogiochi…) ma come tempo per
scegliere attività e giochi da
condividere insieme ai genitori o anche,
semplicemente, tempo per giocare
autonomamente.
Il bambino, posto
di fronte alla possibilità di scegliere
cosa fare, libero da attività strutturate,
spesso è spaesato e chiede
suggerimenti poiché non è abituato ad
essere svincolato da attività strutturate.
Eppure questi momenti rappresentano
un momento molto importante per il
suo sviluppo.
Durante le vacanze
di Natale e tutte le volte che possiamo
trascorrere tempo con i nostri bambini,
facciamo in modo che sia tempo di
qualità, creando un legame autentico e
profondo con il bambino. In che modo?
-mostriamogli il nostro entusiasmo e
felicità nel condividere tempo e attività
insieme a loro;
-facciamoli sentire apprezzati, ascoltati
e mai giudicati;
-mostriamoci empatici: riconosciamo
e verbalizziamo le emozioni che
loro provano comprendendoli,
abbracciandoli e consolandoli quando
manifestano un disagio;
-incoraggiamo l’autonomia lodandone
l’impegno, la concentrazione, la
costanza dello svolgimento delle attività
quotidiane piuttosto che il risultato
finale;
-coinvolgiamoli e responsabilizziamoli
nelle attività di vita quotidiana
(apparecchiare la tavola, buttare la
spazzatura, caricare la lavatrice…);
-permettiamo loro di affrontare e
risolvere autonomamente piccole sfide
quotidiane (adatte alle loro abilità).
Inoltre nel bambino
e poi nell’adolescente, è importante
inviare il messaggio che lo si ama
e apprezza per il suo valore come
persona, indipendentemente dai
risultati scolastici e sportivi raggiunti.
In questo modo, il bambino di oggi
diventerà un adulto consapevole di
avere le risorse per trovare il proprio
posto nel mondo senza il bisogno di
continue conferme da parte della
società.
Raffaele Focaroli
pedagogista, giudice tribunale minorile
Questa visione consumistica del Natale, che
nasce da abitudini “adulte”, ha influenzato,
inesorabilmente anche i nostri bambini. Il
Natale è diventato quindi il periodo in cui si
chiedono giocattoli, è il periodo dei dolci e
delle vacanze scolastiche.
Difficilmente i più piccoli riescono a
percepire il vero significato della festività e,
con il loro agire e le loro convinzioni, fanno
da sponda alla politica consumistica.
È una sponda
inconsapevole, dettata dall’istinto di
soddisfare un legittimo bisogno che è quello
del gioco e del divertimento.
Così come accade, però, in alcune
circostanze subentrano, improvvisamente,
dei fenomeni che ci portano ad apprezzare
quello che avevamo dimenticato, dandoci
la possibilità di ricollocare al centro della
nostra vita i valori più importanti.
In termini pedagogici
è questo uno dei momenti più appetibili per
poter capitalizzare il fenomeno drammatico
del Covid. La massima in base alla quale
da un’esperienza negativa debbano trarsi
aspetti positivi, calza con quello che stiamo
vivendo in questo periodo.
Questo virus ha dimostrato a tutti noi
che è fondamentale far capire ai più
piccoli che la ricchezza della nostra
esistenza non passa soltanto attraverso
l’acquisto di un giocattolo ma dando
valore ed apprezzando ciò che è nella
semplicità. Il bambino, pertanto, è bene
che si abitui a pensare che anche una
semplice passeggiata o lo splendore
del sole di una bella giornata sono
esperienze uniche ed di irripetibili.
Ricordiamoci
che i bambini
sono sempre il
risultato di ciò che
insegniamo loro
attraverso l’azione
e la parola.
Questo Natale
paradossalmente, consegna ai più
piccoli il regalo più bello, quello
cioè, di avere genitori con un’idea
più responsabile di ciò che voglia
significare la vita. Sta a noi adulti
il compito di trasmettere tali
insegnamenti, perchè soltanto grazie
ad una rinnovata mentalità potremo, un
domani, avere adulti più consapevoli.
Impegniamoci
quindi, a vivere un Natale diverso e
non perchè ce lo imponga il pericolo
di trasmissione di un virus ma perchè
possa essere ciò che realmente
sentiamo. Un Natale in cui, anche per
via delle limitazioni ad essere in tanti
dentro le case, si possa riscoprire
la gioia e l’intimità della famiglia. Il
bambino non potrà che assorbire una
nuova linfa educativa dalla quale trarre
l’idea di un ambiente sano e sereno.
Cosa abbiamo
dimenticato?
Le festività natalizie ancorate agli storici eventi
religiosi, vengono interpretate in epoca moderna,
almeno qui in Occidente, come il momento
del consumismo.
Y
Nella nostra Bologna La parola ai Genitori
Oggi parliamo di...
Salute e risposte Casa e lavoro
37
pag
i Tempo lettura < 3 min.
Vuoi
approfondire? Guarda
la video-intervista con
la dott.ssa Valenti del
28/11/’20 fra i video della
pagina Facebook o sul
canale YouTube “Bambini
e Genitori” e lascia il tuo
MI PIACE alla nostra
Comunità!
Un amico speciale
che arriva... a Natale!
di Michele Tommasino
direttore sanitario clinica veterinaria
E se quest’anno Babbo Natale ci portasse
un amico animale? Il contatto con gli
animali infonde ai bambini un maggiore
senso di responsabilità, aumenta
l’empatia e insegna loro il ciclo della vita.
Un animale domestico ha infatti grandi
benefici sullo sviluppo del bambino.
Il contatto con gli animali arricchisce noi
e i nostri figli, ma dobbiamo educare noi
stessi e loro al rispetto del loro essere
animali, non snaturandoli cercando di
renderli simili a noi, perché se ci pensate
li amiamo tanto proprio perché sono
diversi da noi, privi delle architetture
mentali che ci contraddistinguono.
Diversi studi
dimostrano che i bambini che hanno
animali domestici hanno un’intelligenza
emotiva (IE) più sviluppata. L’intelligenza
emotiva è la capacità di comprendere,
gestire ed esprimere in modo efficace i
propri sentimenti e interpretare quelli
delle altre persone ed è considerata una
chiave determinante per una migliore e
più ricca qualità della vita. A differenza
del quoziente d’intelligenza (QI), che la
maggior parte degli esperti considera
immutabile, l’intelligenza emotiva può
migliorare nel tempo con la pratica e gli
animali possono aiutare i bambini a farlo.
Ogni giorno con i nostri bambini,
adottiamo tecniche e meccanismi di
prevenzione, in ambito sanitario cosi
come in quello scolastico ed anche a casa
ci preoccupiamo di cosa mangiano e con
cosa vengono a contatto, confrontandoci
con altri genitori, con
il Pediatra, con gli
educatori; cerchiamo di
evitare di nuocere ai nostri
figli. Per gli amici animali
questo non sempre
succede, si sceglie un
cane o un gatto o un
coniglio...
rivistagenitori.it
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l’articolo
Educare, proteggere e
dare fiducia:
siamo capaci di farlo con i nostri figli nel modo adeguato?
Di fornire loro un’adeguata protezione, senza
restare intrappolati in comportamenti negligenti
o, peggio ancora “iperprotettivi”?
La parola “protezione” rimanda ad
un profondo senso di dinamismo,
movimento, azione; non a caso infatti
il dizionario la definisce come “l’azione
del proteggere e del riparare’’ oppure
‘’una difesa contro ciò che potrebbe
arrecare danno”.
Essa inoltre
suggerisce implicitamente la presenza
di una relazione verticale tra due
persone che hanno poteri diversi; da
una parte, in una posizione di rilievo e
di potere, chi protegge e, dall’altra, in
una posizione più sottostante, chi riceve
la protezione; esattamente come il
genitore che si prende cura del proprio
bambino in quanto ‘dipendente in
maniera naturale’.
Proprio grazie a questa relazione di
appartenenza il bambino, crescendo,
potrà sperimentare quella fase di
separazione ed individuazione.
Uno dei compiti
più difficili dei genitori è proprio quello
di educare il figlio all’autonomia
e all’indipendenza, di pensiero ed
economica; renderlo autosufficiente
gradualmente aiutandolo nella
costruzione di un proprio pensiero
critico; prepararlo al mondo in assenza
della loro ala protettiva, per aiutarlo
crescere come un adulto consapevole.
Eppure esistono
molte famiglie in cui il senso di
protezione viene mal interpretato e
confuso con l’impossibilità di lasciare
andare e separarsi.
In queste famiglie, definite come
‘invischiate’, la garanzia di sicurezza
e protezione viene promossa
esclusivamente all’interno della
famiglia stessa, demonizzando il
mondo esterno che è ritenuto come
estremamente pericoloso.
Questo
atteggiamento famigliare genera
comportamenti di forte dipendenza
affettiva e suscita paradossalmente
moltissimi sensi di colpa nella
persona che si ritrovasse anche
solo per un attimo a pensarsi fuori
da quella casa; non solo perché
terrorizzato dal mondo esterno ma
anche per aver tradito un patto di
lealtà famigliare che ha come assunto:
“non ci dobbiamo separare”.
Far credere
ad un membro di una famiglia
di non essere capace di poter
svolgere qualunque compito da
solo, in autonomia, è una forma di
maltrattamento al pari della violenza
fisica e psichica.
Un fenomeno che lentamente sta
prendendo piede anche in Italia
negli ultimi anni e di cui io stessa ho
ricevuto moltissime testimonianze è la
“parental school” o “homeschooling”,
cioè la decisione genitoriale di
ritirare i propri figli da scuola ed
istruirli a casa.
Inutile dire che questo fenomeno
mostra, a mio avviso, diverse
problematiche per lo sviluppo
psichico e relazionale del bambino,
riportandoci al concetto di
iperprotezione.
Non più la scuola che ti obbliga a
I comportamenti
genitoriali
iperprotettivi
infondono scarsa
fiducia nel bambino
e un senso di
impotenza generale
sul mondo.
Patrizia Valenti
psicologa, psicoterapeuta,
direttrice STF Studio Terapia Familiare, Bologna
relazionarti con altri bambini che non
hai scelto tu, o a ‘subire’ atteggiamenti
non sempre gentili dei propri
insegnanti, ma la famiglia che si erge
come unica salvatrice dell’educazione
del proprio figlio.
In questo modo,
non solo si perpetra quella
demonizzazione dell’esterno a favore
dell’idealizzazione dell’interno, ma
anche un non riconoscimento dei
bisogni individuali del bambino.
Impariamo a credere nelle sue
capacità e a dargli fiducia, cosi come
noi genitori abbiamo dato fiducia alla
nostra parte più fragile, quella che
gli altri spesso non hanno visto e
valorizzato.
Y
Nella nostra Bologna La parola ai Genitori
Oggi parliamo di...
Salute e risposte Casa e lavoro
39
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i Tempo lettura < 3 min.
di Benedetta Benini
esperta di processi di apprendimento,
psicomotricista funzionale® e insegnante
Cambiamo prospettiva: alleniamo la nostra
grande “resilienza”
Quarantena.
Isolamento. Lockdown.
Parole che sono entrate
prepotentemente nelle
chat di noi genitori e nelle
chiacchiere dei nostri
Queste parole
imperversano sui Social, in televisione
e nei canali d’informazione in un
rincorrersi di notizie, supposizioni e
pareri di “esperti” che contribuiscono a
formare una nebbia di sconforto e senso
di fatalità che può diventare difficile da
dissipare.
Affrontare la realtà
diventa ancora più complicato quando
queste da parole si trasformano
in quotidianità, e da un momento
all’altro ci si ritrova catapultati in un
limbo domestico fatto di immobilità,
frustrazione e, talvolta, anche angoscia
e preoccupazione.
Se tutto questo è complesso per un
adulto, immaginiamoci per i nostri
bambini.
bambini…
Pur partendo dal presupposto che
ogni situazione è a sé, credo che sia
importante sottolineare come, in
assenza di malessere, l’emozione più
frustrante da gestire per il bambino
può essere proprio la noia.
Come sempre,
sarebbe bene evitare gli estremismi,
pressando i nostri figli con suggerimenti
su cosa fare e cosa non fare per
riempire la loro giornata, così come
lasciarli soli tutto il giorno davanti al
televisore o allo smartphone.
Annoiarsi un po’ non è, di per sé, un
fenomeno negativo. Può permettere
infatti di apprezzare di più, o comunque
di vedere sotto un altro punto di vista,
ciò che tutti i giorni diamo per scontato:
l’allegria dei compagni di scuola, la
didattica in presenza, i tragitti per
recarsi a scuola, persino le interminabili
visite al supermercato o le lezioni di
inglese, musica, sport e chi più ne ha
più ne metta.
La chiave,
in questi casi, è non lasciare soli i
bambini a gestire queste emozioni.
Anche solo un semplice “hai visto? Oggi
sei riuscito a bere il tuo latte senza
scottarti” a colazione può contribuire
a far prendere una piega positiva a una
giornata che si preannunciava grigia e
solitaria.
Didattica a distanza
e smartworking non giocano a favore
di queste dinamiche? Riappropriamoci
delle ore serali, delle pause dal lavoro,
magari coinvolgendo nostro figlio nella
preparazione del pasto, realizzando
insieme un lavoretto, un origami o
perché no, delle decorazioni natalizie,
visto che non manca molto.
Leggiamo un libro.
Focalizziamoci su quello che questo
tempo ci sta permettendo di fare,
anziché su quello che non possiamo
fare. Combattiamo la negatività
imparando e arricchendoci.
Y
Nella nostra Bologna La parola ai Genitori
Oggi parliamo di...
Salute e risposte Casa e lavoro
41
pag
i Tempo lettura < 3 min.
di Laura Magnani
farmacissta
Regali sicuri per i bambini… soprattutto a Natale:
come riconoscerli?
In questo periodo
dell’anno che precede
il Natale, il pensiero
va ai nostri bambini che,
nonostante la crisi,
troveranno i loro doni
sotto l’albero!
Giocattoli sicuri:
i bambini mettono tutto in bocca, per
loro è un modo per conoscere e, durante
la dentizione, anche per dare sollievo
alle gengive. I primi giochi sono morbidi:
paperelle e pesciolini per il bagno,
libriccini, massaggiagengive... ma per
rendere morbida la plastica spesso
vengono usate sostanze chimiche
che sono tossiche. Il PVC o cloruro di
polivinile è pericoloso per fegato e reni.
Il PC contiene bisfenolo A, dannoso per
numerosi apparati tanto che l’Unione
europea ne ha vietato l’uso nei biberon
e ridotto drasticamente il limite della
quantità concessa nei giocattoli. Anche
le vernici della colorazione devono
essere assolutamente atossiche.
Importante assicurarsi che la struttura
del gioco, le parti piccole, come gli occhi
o il naso dei peluches, siano saldamente
attaccati.
Giocattoli adeguati
all’età del bambino: sulla scatola deve
essere indicata l’età. E’ compito di chi
regala attenervisi, per non mettere a
rischio il bambino e anche perché non si
divertirà con un gioco troppo complicato
per la sua età. La scatola del gioco può
diventare pericolosa: lacci e sacchetti di
plastica vanno eliminati subito;
Giocattoli etici:
attenzione alla fabbricazione dei
giocattoli! Molte grandi aziende
trasferiscono in Cina la produzione
perché la manodopera costa meno, a
scapito delle condizioni dei lavoratori
che spesso sono bambini... sfruttati, mal
pagati e costretti a lavorare in condizioni
pessime.
Non troppi:
fa piacere vedere il bimbo felice
ma, non riempitelo troppo! Il Natale
potrebbe diventare l’occasione di
fargli sperimentare il piacere di
donare, regalando qualche gioco
ancora “giocabile” che non usa più alle
tante associazioni sul territorio che li
distribuiranno a ospedali, case famiglia,
scuole, bambini immigrati, ecc...
Come capire
se siamo di fronte ad un gioco sicuro?
E’ fondamentale non acquistare “in
strada”, molto meglio comprare in
negozi specializzati e farmacie che
trattino prodotti di aziende certificate
che riportino sulla scatola il marchio
CE, a rispetto delle norme di sicurezza
europee, marchio da non confondere con
il CE di Cina Export!! Questo consentirà
anche di evitare di incappare nelle
imitazioni, esteticamente uguali ma
che non danno le stesse garanzie di
sicurezza e durata nel tempo. Per un
giocattolo destinato ai bambini vale il
detto: “pochi ma buoni”! Quando farete
le compere di Natale, tenete presente
queste poche indicazioni, sono fatte con
il cuore da una farmacista che è anche
una mamma... Buon Natale a tutti!
di Massimo Bressan
ortottista assistente di oftalmologia,
istruttore Low Vision, ottico
Un famoso oculista italiano in un recente
congresso ha paragonato l’incidenza della
miopia ad una vera e propria “pandemia”
mondiale, infatti i più recenti lavori
scientifici riportano che attualmente la
miopia è presente in più del 30% della
popolazione e si stima che nel 2050 più del
50% della popolazione sarà miope, si parla
all’incirca di 4/5 miliardi di persone.
La miopia comporta
tutta una serie di modifiche anche
anatomiche all’occhio che possono favorire
problemi anche gravi, per fortuna non
frequenti, per cui ogni diottria risparmiata
è una diottria guadagnata anche per il
futuro.
Finalmente oggi possiamo passare dal
“correggere” al “gestire” la miopia
utilizzando sistemi innovativi, ampiamente
testati e di sicura efficacia.
E poi diagnosticata
dal medico oculista la miopia
correggerla immediatamente per
quanto piccola sia o, meglio ancora,
cominciare a gestirla con le nuove
possibilità.
Cosa sono? Dal punto di vista ottico
fondamentalmente due: una lente
oftalmica (occhiali) ed una lente a
contatto monouso. Ambedue agiscono
sul “defocus” riducendolo se non
eliminandolo, ed ambedue hanno
Noi solitamente
pensiamo alla
miopia come “non
ci si vede bene, ma
basta mettere gli
occhiali” ma non
è proprio così.
alle spalle anni di sperimentazione a
supporto dei risultati.
Nello specifico per le lenti a contatto
stiamo entrando nel 7° anno di
sperimentazione, per le lenti
oftalmiche nel 3°. In entrambi i casi i
risultati si sono rivelati estremamente
positivi: rispetto al gruppo di controllo
la progressione miopica è stata
mediamente del 60% in meno.
Non vi voglio
annoiare con i lavori pubblicati, ma si
tratta veramente di una svolta epocale
nel mondo della gestione della miopia,
con implicazioni importanti sulla vita
futura dei nostri ragazzi.
In tutta Italia
meno di 500 ottici sono autorizzati ad
utilizzare questi protocolli di gestione e
ho l’onore di essere uno di quelli.
Se avete piacere di avere ulteriori
informazioni contattatemi
massimobressan.mcr@libero.it
Nella nostra Bologna La parola ai Genitori
Oggi parliamo di... Salute e risposte
Y
Di cosa parliamo?
Prima dobbiamo sapere una cosa: l’entità
della miopia dipende dall’allungamento
del bulbo oculare, il bulbo si allunga
principalmente per uno stimolo indotto
dalla visione periferica detto “defocus
ipermetropico periferico”, in seconda
battuta dall’utilizzo smodato della visione
da vicino, soprattutto l’uso dei devices
che in questo periodo si è consolidato e
prolungato nell’arco della giornata, per ovvi
motivi.
Quindi? Cerchiamo di fare in modo che
i nostri cuccioli tutti i giorni giochino
all’aperto, guardando lontano, rilassando
l’accomodazione, in buona luce, con gli
amici … tutto il tempo possibile!
Come migliorare
la miopia?
Grazie alla scienza oftalmica, esistono oggi
dei sistemi innovativi per migliorare la miopia,
sia per noi adulti che per i nostri bambini
o adolescenti che siano. Vediamo quali...
Casa e lavoro
43
pag
i Tempo lettura < 3 min.
di Antonio Di Napoli
ingegnere informatico
Usiamo internet per
contribuire alla magia del Natale!
Ricordo ancora
con una bella
emozione il Natale del
1983 quando, a 7 anni,
ebbi in regalo il mio
primo computer...
Fu il mio primo contatto con le
tecnologie informatiche che proprio nei
primi anni ‘80 iniziavano a entrare nelle
case spesso come doni per bambini
e ragazzi.Nel periodo prenatalizio
abbondano gli articoli che descrivono
l’offerta degli oggetti elettronici presenti
sul mercato.
Come impiegare
gli strumenti elettronici e Internet per
questa particolare occasione?
Quale periodo dell’anno, se non il Natale,
è così ricco di musiche da ascoltare
e cantare? Un computer connesso a
Internet è sicuramente un ottimo jukebox:
consiglio di accedere ai principali
siti web specializzati (es. Youtube,
Jamendo, Lastfm,…), e mirare la ricerca
inserendo parole chiave quali “Natale
musica” oppure in inglese “Christmas”
Il Natale è anche rima specie nella fascia
d’età tra i 4 e gli 8 anni. A differenza
della musica, la ricerca di filastrocche
o poesie in rete è più complicata perché
non ci sono veri e propri motori di ricerca
specializzati: si possono impiegare i più
comuni motori di ricerca (es. Google) con
parole chiave quali “filastrocche natale”
(e similari) e selezionare con attenzione i
siti di riferimento.
Veniamo al tema
centrale del Natale: la nascita.
Sicuramente le immagini aiutano molto
ad avvicinarsi a questo
momento. Il presepe è
la rappresentazione più
vicina a tutti noi e Internet
ci permette di scoprire il
presepe italiano e i maestri
di tutta Italia, le mostre e le
rappresentazioni da visitare.
rivistagenitori.it
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l’articolo
Valeria Peronace
dentista, ringrazia per
la collaborazione la dott.ssa
Agnese Sadotti, pedodontista
È vero che un bimbo che mette presto
i denti da latte spesso è precoce nella
permuta e ci aspetteremo che a 5 o 6
anni inizino a dondolare e cadere gli
incisivi inferiori. La permuta dei denti
segue tre fasi della durata ciascuna di
un anno e mezzo, due.
A 5 o 6 anni
La caduta dei quattro incisivi da latte
inferiori e superiori con eruzione
del permanente sottostante e la
concomitante eruzione dei primi molari
permanenti sia superiori che inferiori.
Importante: a questa età è bene
lavare bene i denti perché i molari
che crescono dietro ai denti da latte
sono ignorati dal bimbo e dai genitori,
ma dovranno rimanere in bocca per
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9
il resto della vita e appena erotti sono
maggiormente vulnerabili!
Cosa può capitare:
- che i nuovi incisivi inferiori crescano dietro
a quelli da latte dando un po’ l’aspetto di
uno squalo. Se il dente dondola si lascia
fare a madre natura altrimenti si tira via e
si aspetta che con la naturale spinta della
lingua il permanente si riposizioni in arcata.
- che i nuovi incisivi crescano storti.
Solitamente è segno di mancanza di
spazio in arcata ma non preoccupatevi
perché un affollamento lieve a questa
età è la normalità e si risolve pressoché
spontaneamente!
- che cadano i denti da latte ma che anche
dopo i 6 mesi non si affaccino i permanenti!
Si controlla in questo caso con una
lastrina radiografica o con la panoramica
la presenza di tutti i denti o la presenza
di impedimenti dopodiché si attende. La
maggior parte delle volte basta aspettare!
Importante: alla persistenza di
alcuni denti da latte oltre i 12/13 anni
valutare con una panoramica se ci
sono i permanenti sottostanti o c’è la
mancanza delle gemme degli elementi
permanenti (agenesia).
Cosa può capitare:
- che i denti da latte persistano fino ai
13 anni in questo caso è consigliata una
visita;
- che i canini superiori, essendo gli
ultimi ad affacciarsi in arcata, se
I bambini hanno
20 denti da latte
che iniziano ad
erompere dai 6
mesi ai 3 anni con
progressione che
può essere lenta o
veloce, precoce o
tardiva.
non c’è abbastanza spazio erompano
molto alti o non riescano ad erompere
(inclusione dentale): l’intervallo di
tempo tra la perdita naturale di due
denti da latte simmetrici non deve
superare gli 8 mesi; oltre questo
tempo, occorre interrogarsi e portare il
bambino dal dentista al fine di valutare
l’approccio terapeutico più adatto.
Comunque niente panico se non
seguono lo schema alla lettera: ogni
bocca ha la sua individualità e la sua
tempistica… per tutto il resto e per ogni
dubbio consultate sempre il vostro
dentista pediatrico!
Nella nostra Bologna La parola ai Genitori
Oggi parliamo di... Salute e risposte
Y
A 7 o 8 anni
È un periodo di un anno e mezzo/due in
cui i denti non cadono, sembra di riposo
(si chiama fase di transizione); in realtà i
denti permanenti sottostanti maturano e si
preparano all’eruzione.
A 9 o 10 anni
Avviene in questo periodo l’esfoliazione (la
caduta) di canini inferiori, primi molaretti
inferiori, primi molaretti superiori, secondi
molaretti inferiori, secondi superiori e in
ultimo canini superiori. Possono esserci
delle naturali variazioni nella scaletta
della permuta che non hanno significato!
L’impressione è che il bimbo li stia
perdendo tutti molto velocemente!
Arriva il topino
dei denti!
Cosa succede nella bocca dei nostri bambini?
Ci sono bimbi che mettono il primo dente, che di
solito è l’incisivo inferiore, già a 4 mesi ed altri che
aspettano i 10, 11 anche 12 mesi; è la natura che
decide e soprattutto non c’è da preoccuparsi!
Casa e lavoro
45
pag
di Antonio Perolfi
grafologo AGI
Babbo Natale!
Sei in quarantena?
di Lolly L.P. e Nenne D.I.
autore
illustratore
i Tempo lettura < 3 min.
Attraverso
la nostra scrittura,
il grafologo ha la
possibilità di capire i vari
sfaccettati aspetti della
personalità...
Babbo Natale è preoccupato. Perché non
arrivano le letterine di Natale? Forse i
postini hanno sbagliato indirizzo? O forse
i bambini non hanno più desideri?
Niente affatto: Covolino ci ha messo il suo
zampino. Il mondo ha bloccato e ora il
Natale vuole rovinare.
Ma cosa può fare Babbo Natale? E da
chi può farsi aiutare: forse dai nonni
e dai bambini? O forse dai Ministri e
Presidenti? O forse da una ciurma di
Streghette Dispettose con i loro retini,
mestoli e pentolini? O forse…
I tuoi piccoli lasciano
dei segni?
Una storia di Natale
che aiuta i genitori e gli insegnanti a
raccontare la pandemia senza panico, con
speranza e fantasia. I diversi personaggi
accompagnano i bambini a gestire le
emozioni generate dal lock-down e dal
timore della malattia, ma soprattutto
a percepire la possibilità di affrontare
questo periodo: da Babbo Natale che
coinvolge simpatici amici per salvare la
festa di Natale, alle streghette Dispettose
che grazie ai loro strani incantesimi e
pozioni magiche annientano, una volta
per tutte, Covolino, quel mostriciattolo
invadente e prepotente che si crede il più
grande tiranno di ogni tempo.
Due versioni: l’originale (dai 6 anni in
su), e quella dai 3 ai 5 anni adattata, nei
contenuti e nel linguaggio, per facilitare
la lettura in famiglia e nella scuola
dell’infanzia.
rivistagenitori.it
Dal primo Dicembre
collegati per
leggere l’articolo
sul sito: nataleinquarantena.it
apparirà 9 il calendario dell’Avvento fino
al 25 dicembre 2020 e sarà possibile
scaricare i disegni in bianco e nero e altre
attività per i ambini di preparazione del
Natale.
Ecco cosa vogliono dirti! Dopo aver visto il significato
che ha lo scarabocchio per il bambino, continuiamo
il nostro viaggio nei segni lasciati nei primi anni di vita...
Uno scarabocchio con tratti
arrotondati e con linee distanziate,
in cui “entra” l’aria, è un movimento
rilassato, che respira; quello formato
da linee più marcate, sovrapposte,
angolose e ravvicinate è un
movimento intenso e impetuoso che
“respira” con difficoltà; ovviamente ci
troviamo di fronte a due bambini diversi
e il nostro comportamento verso
loro dovrebbe tener conto di quanto
abbiamo appreso.
La sensibilità
affina e diversifica i movimenti; la
collera li contrae, li esaspera, li
infoltisce.
Sia per i bambini che per gli adulti
il benessere si riscontra in segni di
scritture arrotondate, giustamente
allargate, armoniche; al contrario la
sensazione di disagio si vede in linee
più angolose, aggrovigliamenti dove
non passa l’aria. Quando ci occuperemo
della scrittura degli adulti si capirà
che gli angoli, in giusta misura,
rappresentano una difesa consapevole
e sono importanti.
Riguardo
lo scarabocchio e disegni (tipo l’albero)
bisogna precisare che il grafologo non
osserva la rappresentazione intrinseca
della figura fatta e il loro significato
psichico (compito dello psicologo),
ma si basa sul tratto, la pressione e
il colore (anche solo della matita) che
questi lasciano sul foglio.
Lo scarabocchio ha tre fasi:
18 mesi
VEGETATIVO MOTORIO:
il bambino sta in piedi, i tracciati sono
circolari, a spirale, come arabeschi.
Non stacca la mano dalla superficie
scrittoria.
18/24 mesi
IMMAGINATIVO/RAPPRESENTATIVO:
forma ghirigori complessi, forme
isolate, riproduce le sensazioni
vissute intensamente o immaginate.
Stacca la mano.
2/3 anni
COMUNICATIVO SOCIALE:
iniziano le pseudo-scritture. Vuole
imitare l’adulto con insiemi di forme,
ideogrammi, per dare un’idea
personale di cosa vuole mostrare.
In tutti questi stadi non sa fare ancora
i quadrati e, in generale, tutte le figure
geometriche.
È utile ricordare che non c’è un’età
per iniziare gli scarabocchi e 12
mesi è un’età formale, perché può
iniziare prima o dopo; chi inizia dopo
(come spesso accade nei bambini)
recupera senza problemi e, perciò,
non deve destare preoccupazione;
non dobbiamo essere genitori
eccessivamente apprensivi.
Questi tre stadi che il bambino vive
sono distinti e, nello stesso tempo,
mischiabili; può anche “ritornare
indietro” e, perciò, ad esempio,
momentaneamente allo stadio
Vegetativo motorio per poi ritornare al
Comunicativo sociale. In queste fasi in
cui il bambino volentieri sperimenta,
non bisognerebbe mai dire «Ma cosa
hai fatto?» inteso in senso “negativo”;
egli percepisce il giudizio da parte
dell’adulto, ne soffre e si ritrae.
Lo scarabocchio
è un passaggio
fondamentale anche
per la motricità fine
ed è indispensabile
per imparare a
scrivere e leggere.
Lo scarabocchio
e il disegno per il bambino
rappresentano una sorta di viaggio,
un’esplorazione per trasmettere al
mondo la propria espressività. Per lui
questa è una forma molto seria per
provare, imparare e rappresenta una
sorta di viaggio che in quel momento
ha intrapreso e sta agli adulti non
interrompere questo percorso
fantastico che la sua mente ha avviato.
Prima si impara
a parlare e poi a scrivere. Possiamo
solo anticipare che nel bambino
la scrittura va corretta, perché è
“tecnica”, mentre il disegno non va
mai corretto perché è una forma non
tecnica, rilassante (ci occuperemo di
questi temi quando affronteremo il
discorso della scrittura).
Quindi, alle prossime puntate!
Y
Nella nostra Bologna La parola ai Genitori
Oggi parliamo di...
Salute e risposte Casa e lavoro
47
pag
i Tempo lettura < 3 min.
di Valentina De Matteis
biologa, nutrizionista
Natale a tavola:
preservare il gusto senza nuocere a peso e salute
Chiara Moruzzi
Notaio in Bologna
E’ arrivato
il periodo più dolce e
salato dell’anno: le feste
natalizie. Anche in questo
2020, è facile pensare
a quante calorie in più
ognuno di noi va
incontro in pochi
giorni.
Studiosi hanno stimato che nel giro
di quattordici giorni (considerando
in media il 24 dicembre come inizio
e il 6 gennaio come termine) molte
persone in fascia di età tra i 15 anni
ed i 70 anni stravolgono le proprie
abitudini alimentari fino ad aumentare
di oltre 55% l’importo calorico medio
giornaliero.
Vi propongo
piccoli e semplici consigli per
trasformare le ricette classiche in
versione “light”, senza rinunciare al
gusto:
- Preparare il soffritto con del vino
bianco, evitando olio e burro: con il
calore il vino evapora e perde il suo
valore calorico, ma rende saporiti aglio
e cipolla.
- Limitare l’uso del sale e utilizzare
verdure e spezie per insaporire e
colorare le pietanze.
- Limitare i condimenti grassi e
scegliere alternative più fantasiose:
spezie e funghi per i primi piatti;
succo di limone, o di arancia, capperi
e sottaceti per carne e pesce; aceto o
limone per le verdure.- Preferire, ove
possibile, le cotture al vapore, al forno
o alla piastra rispetto al fritto.
- Preparare dessert a base di
frutta (macedonie, frutti di bosco),
yogurt magro e sorbetto.
Per contenere
l’introito calorico il consiglio è quello di:
- Consumare panettone, pandoro e
torroni solo nei giorni di festa, evitando
di mangiarli quotidianamente nei giorni
successivi, in particolare a colazione o
a merenda.
- Non far mai mancare sulla tavola
natalizia abbondanti caraffe
di acqua. Bere vino rosso
moderatamente.
- Evitare, per gli antipasti,
preparazioni ricche in salse
e preferire invece verdure
grigliate o in pinzimonio...
rivistagenitori.it
collegati per
finire di leggere
l’articolo
Il Legislatore della riforma del 1975,
con la Legge n.151, ha individuato nel
coniuge superstite, il destinatario di
una quota del patrimonio del defunto
(“de cuius”), variabile in funziona degli
altri legittimari, nonché di altri diritti
quali quello di abitazione sulla casa
familiare e di uso dei mobili che la
corredano (ex art.540, comma 2, C.C.).
I diritti spettanti
agli eredi che hanno la qualità di
legittimari (coniuge-figli-nipoti in linea
retta) rappresentano un minimum che
il legislatore vuole assicurare ai più
stretti congiunti, anche eventualmente
contro la volontà del defunto. Tali diritti
sono attribuiti al coniuge superstite, a
prescindere dai bisogni suoi e della
sua famiglia.
Si tutelano
in questo caso, non tanto, e non solo,
interessi patrimoniali e/o economici
di disporre di un alloggio, quanto
l’interesse morale e/o psicologico
del coniuge superstite, legato alla
conservazione dei rapporti affettivi e
consuetudinari con la casa familiare:
conservazione della memoria del
coniuge scomparso, mantenimento del
tenore di vita, delle relazioni sociali e degli
status symbol goduti durante il matrimonio.
Quali i presupposti
di questo diritto?
Il riconoscimento (art. 540 C.C.) di detti
diritti ricorre solo in caso di esistenza
congiunta ovvero il detto diritto di
abitazione riguarda solo la casa coniugale
adibita a residenza familiare di proprietà
del defunto od in comunione fra i soli
coniugi e non anche in comproprietà con
terzi (la casa adibita a residenza familiare
è quella in cui era stato fissato in modo
prevalente e stabile la vita familiare).
Gli orientamenti prevalenti estendono alle
pertinenze (es. autorimessa) il diritto di
abitazione ex art. 540, 2° comma, C.C., sul
presupposto che nel silenzio della norma
dovrebbe trovare applicazione l’art. 818
C.C. (per cui la cosa accessoria segue
quella principale).
Vale comunque la considerazione finale
per cui l’utilizzazione della pertinenziale
autorimessa è strumentale a consentire
il pieno godimento del diritto di abitazione
sulla casa familiare.
Infine, al momento
dell’apertura della successione deve
sussistere un vincolo matrimoniale
valido. In buona sostanza deve
effettivamente esistere, al momento
dell’apertura della successione, una
casa adibita ad abitazione familiare
(intendendosi per tale la residenza
effettiva ai sensi dell’art. 43 C.C.,
dimora abituale); evenienza che non
ricorre allorché, a seguito della
In caso di decesso,
il coniuge superstite,
oltre ad una
quota dell’eredità
dell’altro, ha diritto
a continuare a vivere
nella casa in cui lo
stesso è sempre stato.
separazione personale, sia cessato
lo stato di convivenza tra i coniugi. In
questo caso, infatti, non si può avere
la tutela alla continuità dello stato di
fatto e la casa non ha più la sua qualità
originaria di luogo in cui si attua
l’indirizzo familiare.
In questa situazione
non vi è più la necessità di tutelare
quello stato di fatto, quell’alloggio
e quel diritto ad alloggiare in
quell’immobile che consentiva ai
coniugi, nel presupposto di una
comunione di vita spirituale tra
gli stessi, oltre che materiale, di
organizzare la vita domestica del
gruppo familiare.
I diritti in esame pacificamente
non spettano al coniuge superstite
separato, al quale sia stata addebitata
la separazione con sentenza passata
in giudicato nel periodo antecedente
l’apertura della successione (art. 548,
comma 2, C.C.).
Diritti e tutele
del coniuge
superstite sulla casa coniugale.
Cosa dice la legge quando un coniuge
viene a mancare per tutelare l’altro
ancora in vita?
Nella nostra Bologna La parola ai Genitori
Oggi parliamo di... Salute e risposte
Casa e lavoro
Y
49
pag
ricetta di Ilaria Zamboni
una mamma felice in cucina
i Tempo realizzazione < 30 min.
Lavoretti & co.
di Silvia Mederi
esperta arti grafiche, diplomata IED
Una dolce casetta di
pan di zenzero
V’insegno una pasta giocosa per
realizzare piccole meraviglie natalizie
con i vostri bambini dal candido biancore
ad effetto scintillante glitterato, ottenuto
unicamente grazie al bicarbonato di sodio.
Una volta realizzata la pasta, lasciarla
raffreddare, poi stenderla con un
mattarello su un foglio di carta forno
e ritagliare, con degli stampini da
biscotti, gli ornamenti nelle forme che
si preferiscono senza dimenticarsi
di praticare un forellino in cima per
appenderli. Ora fate seccare all’aria le
vostre decorazioni e… buone feste a tutti!
In questo periodo dell’Avvento così “casalingo”
divertiamoci con i nostri bambini a fare una casetta
proprio come quella della favola di Hansel e Gretel!
Ci vorrà pazienza, ma la magia del Natale è assicurata.
Il pan di zenzero
nei suoi ingredienti:
3 uova +3 tuorli bio, non freddi
300gr sciroppo d’acero (o miele acacia)
210gr olio di semi girasole
2 cucchiaini (10ml) estratto di vaniglia
900gr farina 00
3 cucchiaini di lievito per dolci
3 cucchiaini zenzero in polvere
6 cucchiaini di cannella in polvere
1 cucchiaino di noce moscata in polvere
3 cucchiaini di cacao amaro in polvere
20 cm di base, 15 cm di altezza laterale
e 23 cm di altezza al centro (la punta
del tetto). Per le 2 pareti laterali, un
rettangolo di 24 cm di base per 15 cm
di altezza. Per il tetto (due sagome
identiche), un rettangolo di 24 cm di base
per 14 cm di altezza. Ritagliamo anche
le finestre e la porta con le formine
per i biscotti (a forma di cuore, stella, o
come ci piace di più); realizziamo anche
la stella per il tetto e gli alberelli per il
giardino.
Pasta brillantinosa
Materiali occorrrenti:
- 200 gr di bicarbonato di sodio
- 100 gr di maizena (fecola di mais)
- 150 ml di acqua
Versate tutto in un pentolino, ponete sul
fornello a fuoco medio e lasciate andare,
mescolando di tanto in tanto, fin quando
l’impasto non diventa denso al punto da
poter essere facilmente modellato.
Se desiderate ottenere una pasta colorata,
vi consiglio di aggiungere del colorante
alimentare in gel prima della cottura
piuttosto che dipingere in seguito le
decorazioni. In ogni caso la brillantezza
garantita dalla presenza del bicarbonato
rende superflua l’aggiunta di colori,
poiché il bianco scintillante che si ottiene
di base è già incredibilmente d’effetto.
Per la glassa e per decorare:
200gr zucchero a velo
16 cucchiaini di acqua naturale
Coloranti alimentari in gel q.b.
Caramelline d’argento e tutto quello che
ci suggerisce la fantasia
Come si prepara?
Prendiamo 2 ciotole: in una mescoliamo
con la frusta a mano tutti gli ingredienti
secchi (farina, lievito, cacao e spezie);
mentre nell’altra mescoliamo gli
ingredienti “umidi”: uova, sciroppo
d’acero, olio ed estratto di vaniglia.
Aggiungiamo metà degli ingredienti
secchi a quelli liquidi e cominciamo a
impastare nella ciotola. Uniamo il resto
degli ingredienti secchi impastando fino
ad ottenere un composto omogeneo e
liscio che avvolgeremo nella pellicola
trasparente e faremo riposare a
temperatura ambiente per 15-20 minuti.
Prepariamo le sagome
in cartoncino: per la facciata e il retro
della casetta disegnamo una sagoma di
Accendiamo il forno
a 170° in modalità statica. Per stendere
l’impasto dello stesso spessore, bastera’
mettere ai lati del mattarello 2 libri
uguali da 1/2 cm e stendere l’impasto
fra di essi, sulla carta forno. Ora che
l’impasto è dello spessore giusto,
poggiamoci sopra le varie sagome e
ritagliamo con precisione servendoci di
un coltellino dalla lama liscia e sottile.
Per le finestre possiamo realizzare i
“vetri colorati” sbriciolando dentro ai
buchi una caramella dura del nostro
colore preferito. Inforniamo nel ripiano
centrale per 8 - 10 minuti e lasciamo
raffreddare tutti i pezzi accuratamente.
Per la glassa
mescoliamo lo zucchero al velo all’acqua
ottenendo una crema densa e scorrevole,
da dividere e colorare con i coloranti
alimentari secondo i propri gusti.
Usiamo la sac-a-poche per decorare
con la glassa la casetta a piacimento
e per unire fra loro le parti... Buon
divertimento!
kids
Babbi Natale e Pinguini
di uva e fragole...
che bella magia!
Cari cuochetti, miei amichetti,
oggi, ho gioco bellissimo da
farvi fare!
con solo 3 ingredienti
farete meraviglie da
mostrare al pranzo
o il cenone di natale!
prendete 3-4 fragole e
altrettanti chicchi d’uva
per ogni invitato, un litro
di panna fresca e due buste
di zucchero a velo e...
il gioco e’ fatto!
fatevi aiutare dai genitori per montare la panna con
lo zucchero a velo e lavate bene le fragole e l’uva.
Ora cari cuochetti, tagliate le estremitA’ verdi della
fragola con un taglio orizzontale, che permetta ai
babbi natale di stare in piedi e fate lo stesso con
l’uva. ora tagliate anche la punta della fragola e
dell’uva, che diventeranno il cappello dei babbi natali
e dei pinguini...
Mettete le fragole e l’uva in “piedi” sul piatto e
posizionateci sopra un cucchiaino di panna. Ora
mettete sulla panna la punta della fragola o
dell’uva a formare il cappello di babbo natale o del
pinguino e sull’estremita’ di esso mettete un altro
piccolo ciuffo di panna a formare il pon pon del
cappello... E ora: buon Natale!
Nella nostra Bologna La parola ai Genitori
Oggi parliamo di... Salute e risposte
Casa e lavoro
Y
51
pag
Leggi le altre avventure
di Girotondino collegandoti qui
kids
e tu quale faccina
sceglieresti oggi?
imparare a riconoscere
le emozioni ti permette
di diventare amico
di tutti!
tutte sono importanti:
rabbia, tristezza, disgusto,
paura, sorpresa, felicitÀ...
dare il giusto peso a quello
che sentiamo, ci aiuta a
diventare degli adulti migliori.
Parlane con i tuoi e le maestre,
ti aiuteranno volentieri!
kids
di Sara Innocenti
educatrice scuola materna e elementari
illustrazioni di Lucia Zerbinati
counselor relazionale, illustratrice di favole per bambini
la notte magica della
Anche quell’anno arrivò il
24 dicembre e Martino decise
di aspettare il caro e
vecchio Babbo Natale proprio
lì, vicino al suo amico
albero, ma prima di addormentarsi
prese la sua pallina
di vetro preferita che
custodiva un paesaggio
invernale con uno gnomo
buffo dalla barba blu e
una dolce fatina dal vestito
porpora e La strinse
delicatamente nella sua
manina aspettando che il
sonno lo avvolgesse.
stella com
C’era una volta un simpatico bimbetto di
nome Martino che, Come tutti i bambini
amava tanto il Natale...
quando l’orologio del
caminetto ormai spento
suonò il dodicesimo rintocco,
gli oggetti, i ricordi
e i pensieri lasciarono
il posto ai sogni e
fu così…NOTTE D’INCANTO:
Martino aprì gli occhi e si
ritrovò in un bosco magico
che riconobbe subito,
era proprio quello della
sua pallina preferita!
E vide uno strano bagliore
provenire dalla finestra
di una graziosa casina
costruita sulle radici
di un vecchio e saggio
faggio, così incuriosito e
un po’ impaurito s’incamminò
lentamente, accompagnato
dal chiarore della
luna che argentea e
curiosa sembrava seguire
i suoi passi. Quando fu davanti
alla porticina il suo
cuore cominciò a battere
forte come i colpi che
da lì a poco avrebbe dato,
ma una vocina gentile lo
incoraggiò e una piccola
fatina dal vestito vellutato
color porpora si
posò sulla sua mano.
Il nostro caro amico
non credeva proprio
ai suoi occhi, ora più di
prima, eppure era proprio
lei e gli chiedeva di
bussare, allora Martino
raccolse tutto il co-
raggio che aveva e diede
3 colpi sulla porticina...
Un piccolo gnomo dalla
barba blu e il naso rosso
rosso aprì il chiavistello
esclamando:
“Benvenuto nel Bosco dei
mille sogni!”
Martino entrò con grande
emozione e si accomodò
su una poltroncina
ricavata da un ramo di
quercia ed imbottita con
eta
ra la fatina decise di farglielo
capire in un modo
tutto suo: con le piccole
ali scintillanti cominciò
un volo assai misterioso,
ogni battito faceva nascere
un suono componendo
un’armoniosa melodia. La
fatina Scintilla aveva scelto
il linguaggio più bello,
quello che non ha bisogno
di parole né di spiegazioni:
la musica.
il sentiero da percorrere
e tanti elfi dalle orecchie
appuntite e il sorriso
elegante gli indicavano la
strada.
Martino, Bluino e Scintilla
arrivarono in un giardino
incantato: alzarono gli
occhi al cielo acceso da
milioni di stelle E ne videro
una più luminosa e dorata
di tutte; non era una
stella come le altre, era
la stella cometa che Martino
aveva sempre sognato
di vedere. La fatina intonò
un canto misterioso e alcune
stelle cominciarono
a muoversi formando una
scritta nel cielo: La stella
cometa è il raggio di sole
che ogni bambino porta nel
cuore.
petali caldi e soffici; si
guardò intorno e spinto
dalla curiosità domandò
allo gnomo e alla fatina
la ragione di questo
straordinario incontro.
Lo gnomo, che si chiamava
Bluino e viveva in quella
casa da quasi un secolo,
rispose che lo Spirito
del Natale quest’anno
gli aveva concesso un
dono speciale, un dono
che avrebbe portato con
sé per tutta la vita; Martino
non riusciva ancora
a comprendere, allo-
Martino e i suoi nuovi compagni
uscirono dalla casina
innevata e si recarono in
un posto veramente magico;
il gufo Rufo, un fedele
amico dagli occhi capaci di
vedere nel buio, li accompagnò
volando alto alto
sul paesaggio incantato.
Giunsero davanti ad un
grosso abete, i rami lunghi
e sempre verdi coprivano
una porta tutta d’oro
su cui era scritto: Natale
nel cuore è un messaggio
d’Amore. Lo gnomo pronunciò
una strana parola
e la porta si aprì: mille
ghirlande di cristalli blu,
rossi e gialli segnavano
In un attimo arrivò un silenzio
irreale e Martino
si ritrovò sulla poltrona
del suo salotto: aprì gli
occhi e ricordò il sogno
speciale che aveva appena
fatto. Guardò la pallina
che teneva ancora nella
sua mano e vide lo gnomo
e la fatina immobili come
li aveva sempre visti, ma
nell’altra manina stringeva
forte un piccolo sacchetto
cucito con filo dorato:
lo aprì e vide tre bellissimi
cristalli, uno rosso, uno
giallo e uno blu. Forse
non era stato solo un sogno
ma un modo speciale
che qualcuno aveva scelto
per augurargli: “Buon
Natale!”
kids
RITAGLIAMI E GIOCA CON ME !!!
piccoli mostri
crescono...
Hei bambini, giochiamo ai Piccoli Mostri
e i loro teneri amici?
“Ciao! Io sono Grande Occhio!
Ritagliami e costruiscimi,
poi mettimi in camera tua sulle
mensole: mi piace osservarti mentre
giochi o fai i compiti e grazie al mio
sguardo intenso ti proteggo perchè
tutto è tenuto sott’occhio da me:
finchè saro’ nella tua stanza tu sarai
al sicuro!
Io mi nutro di occhiate, ma anche
di... giochi! Mi piace giocare con te e
con i Piccoli Amici, sai che nel sito
RIVISTAGENITORI.it trovi la nostra
serie completa?
C’È il Folle-Serpente, Tritatossi, il
Grande Occhio, Tentacolo bavoso,
Verme Affamato, l’Occhio Carnivoro, il
Sorriso del terrore con tutti i Teneri
Umani... RITAGLIACI TUTTI!
INCOLLA QUI il lembo A
A