Archeomatica_2_2020
Tecnologie per i Beni Culturali
Tecnologie per i Beni Culturali
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Tecnologie per i Beni Culturali
41
Analisi forensi sugli ostraka di
Arad aprono un nuovo filone di
ricerca – Le analisi forensi poliziesche,
unite ad algoritmi computeriali,
hanno gettato nuova luce su
un corpus di frammenti ceramici
di 2.500 anni fa, ritrovati nel sito
di Arad durante gli scavi degli anni
’60. L’articolo riguardante il corpus
è stato recentemente pubblicato
da un gruppo di ricercatori
dell’Università di Tel Aviv e dagli
esperti della polizia forense. Le
analisi dei 18 testi inscritti nei 16
ostraka (frammenti ceramici con
delle iscrizioni a inchiostro) hanno
permesso ai ricercatori di individuare
vari autori. Le analisi calligrafiche
sono state condotte da
un sistema di analisi computeriale
che ha consentito di riconoscere
e selezionare, autonomamente,
i gruppi di frammenti ceramici
scritti dagli stessi autori.
Il sito di Arad, localizzato nella
valle di Beer-Sheba, nel VI-V secolo
era una piccola fortezza militare
in cui, durante gli scavi condotti
negli anni ’60, vennero ritrovati
più di 100 ostraka. I testi sono di
natura amministrativa, come ad
esempio delle liste di nomi o dispacci
per la guarnigione di Arad
dai vertici militari, in cui si trovano
accenni al Tempio di Gerusalemme
o a delle unità mercenarie
greche. Un gruppo importante
sono le “lettere di Eliashib”, identificato
come il comandante della
guarnigione di Arad, probabilmente
delle note spese riguardo le attività
di un mese. Questi ostraka
sono dei manufatti molto importanti
poiché offrono delle informazioni
riguardo la vita quotidiana
dei militari che difficilmente
verrebbe tramandata nelle fonti
letterarie storiche.
Questi ostraka sono molto famosi
nell’archeologia e diversi studi
sono stati condotti su di essi, in
particolare dal 2017 diverse analisi
multispettrali hanno rivelato
informazioni sugli strati scrittori
meno visibili. L’ultimo appena
compiuto e pubblicato agli inizi di
settembre di quest’anno, è il primo
nel suo genere, non solo per
l’epigrafia semitica ma in generale
per lo studio dei testi antichi.
L’originalità di questo studio sta
principalmente nel metodo: dopo
una prima fase di analisi da parte
di uno specialista di calligrafia
forense, i dati raccolti sono stati
inseriti in database di analisi con
due nuovi algoritmi avanzati di
identificazione degli autori, che
hanno permesso di incrociare tra
loro le informazioni e fare più di
150 valutazioni, ottenendo dei risultati
sorprendenti.
In totale sono stati individuati dai
4, 5 o 7 autori diversi per le iscrizioni,
di cui alcuni individuati già
dallo studio dei testi come il figlio
di Eliashib. In campo archeologico
è un risultato importante perché
permette di capire che l'alfabetizzazione
all'epoca era abbastanza
diffusa a livello amministrativo,
almeno tra i ranghi militari meno
alti. Oltre a questo, la novità del
metodo di studio presentato in
questo articolo è di grande rilevanza
e fa da perfetto apripista
per un nuovo filone di ricerca e
analisi dei reperti epigrafici che,
soprattutto per il Vicino Oriente,
potrà fornire nuove informazioni.
Un buon lavoro si riconosce non
solo dalle risposte che fornisce,
ma anche dalle domande che solleva
e in questo caso la curiosità
scientifica porta a domandarsi se
uno studio di questo genere possa
essere applicato anche su supporti
scrittori di altri tipi, ad esempio
le tavolette in argilla, e quali modifiche
dovrebbero essere apportate.