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Tecnologie per i Beni Culturali

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Tecnologie per i Beni Culturali

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Analisi forensi sugli ostraka di

Arad aprono un nuovo filone di

ricerca – Le analisi forensi poliziesche,

unite ad algoritmi computeriali,

hanno gettato nuova luce su

un corpus di frammenti ceramici

di 2.500 anni fa, ritrovati nel sito

di Arad durante gli scavi degli anni

’60. L’articolo riguardante il corpus

è stato recentemente pubblicato

da un gruppo di ricercatori

dell’Università di Tel Aviv e dagli

esperti della polizia forense. Le

analisi dei 18 testi inscritti nei 16

ostraka (frammenti ceramici con

delle iscrizioni a inchiostro) hanno

permesso ai ricercatori di individuare

vari autori. Le analisi calligrafiche

sono state condotte da

un sistema di analisi computeriale

che ha consentito di riconoscere

e selezionare, autonomamente,

i gruppi di frammenti ceramici

scritti dagli stessi autori.

Il sito di Arad, localizzato nella

valle di Beer-Sheba, nel VI-V secolo

era una piccola fortezza militare

in cui, durante gli scavi condotti

negli anni ’60, vennero ritrovati

più di 100 ostraka. I testi sono di

natura amministrativa, come ad

esempio delle liste di nomi o dispacci

per la guarnigione di Arad

dai vertici militari, in cui si trovano

accenni al Tempio di Gerusalemme

o a delle unità mercenarie

greche. Un gruppo importante

sono le “lettere di Eliashib”, identificato

come il comandante della

guarnigione di Arad, probabilmente

delle note spese riguardo le attività

di un mese. Questi ostraka

sono dei manufatti molto importanti

poiché offrono delle informazioni

riguardo la vita quotidiana

dei militari che difficilmente

verrebbe tramandata nelle fonti

letterarie storiche.

Questi ostraka sono molto famosi

nell’archeologia e diversi studi

sono stati condotti su di essi, in

particolare dal 2017 diverse analisi

multispettrali hanno rivelato

informazioni sugli strati scrittori

meno visibili. L’ultimo appena

compiuto e pubblicato agli inizi di

settembre di quest’anno, è il primo

nel suo genere, non solo per

l’epigrafia semitica ma in generale

per lo studio dei testi antichi.

L’originalità di questo studio sta

principalmente nel metodo: dopo

una prima fase di analisi da parte

di uno specialista di calligrafia

forense, i dati raccolti sono stati

inseriti in database di analisi con

due nuovi algoritmi avanzati di

identificazione degli autori, che

hanno permesso di incrociare tra

loro le informazioni e fare più di

150 valutazioni, ottenendo dei risultati

sorprendenti.

In totale sono stati individuati dai

4, 5 o 7 autori diversi per le iscrizioni,

di cui alcuni individuati già

dallo studio dei testi come il figlio

di Eliashib. In campo archeologico

è un risultato importante perché

permette di capire che l'alfabetizzazione

all'epoca era abbastanza

diffusa a livello amministrativo,

almeno tra i ranghi militari meno

alti. Oltre a questo, la novità del

metodo di studio presentato in

questo articolo è di grande rilevanza

e fa da perfetto apripista

per un nuovo filone di ricerca e

analisi dei reperti epigrafici che,

soprattutto per il Vicino Oriente,

potrà fornire nuove informazioni.

Un buon lavoro si riconosce non

solo dalle risposte che fornisce,

ma anche dalle domande che solleva

e in questo caso la curiosità

scientifica porta a domandarsi se

uno studio di questo genere possa

essere applicato anche su supporti

scrittori di altri tipi, ad esempio

le tavolette in argilla, e quali modifiche

dovrebbero essere apportate.

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