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syndicom rivista N.20

Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L''unione fa la forza!

Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L''unione fa la forza!

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Dossier<br />

«In ufficio regnava la confusione»<br />

13<br />

Il telelavoro sta vivendo un vero boom.<br />

Questa forma di lavoro offre dei vantaggi,<br />

ma cela anche dei rischi. Ecco quali.<br />

Testo: Basil Weingartner<br />

Nessun compagno di scrivania che urla nelle cuffie. Nessuna<br />

dozzina di altre persone nella stanza che telefonano<br />

contemporaneamente. Cornelia Lenski se ne sta seduta<br />

nel suo appartamento con le cuffie in testa – e lavora. «A<br />

casa è tutto molto più tranquillo», afferma la collaboratrice<br />

del call center a proposito della sua attuale giornata lavorativa<br />

in home office.<br />

Con la pandemia, molte persone sono divenute dei lavoratori<br />

in home office. All’inizio di marzo, con l’arrivo del<br />

coronavirus, il datore di lavoro di Lenski, la Capita Customer<br />

Services SA di Tägerwilen, aveva avviato il primo progetto<br />

pilota di telelavoro. Prima tutti i lavoratori stavano<br />

in uffici open space ciascuno dei quali ospitava circa 75<br />

persone. Lo stress dovuto alla fretta e il chiasso erano<br />

enormi, afferma Lenski, che presso il suo datore di lavoro<br />

svolge anche la funzione di presidente della commissione<br />

del personale. Considera molto positivo il fatto di aver dovuto<br />

lavorare da casa dopo lo scoppio della pandemia.<br />

Lenski non è l’unica. L’80% dei dipendenti che lavora in<br />

home office afferma di essere «abbastanza soddisfatto» o<br />

«molto soddisfatto». Lo dimostrano i risultati di un sondaggio<br />

condotto a marzo e aprile su incarico di <strong>syndicom</strong>.<br />

Le persone che desiderano continuare a lavorare in home<br />

office si sono dette particolarmente soddisfatte. Il carattere<br />

volontario è quindi importante, ma è anche un obbligo<br />

giuridico. «Il telelavoro deve essere concordato con il lavoratore<br />

e non può essere prescritto generalmente», afferma<br />

il segretario centrale di <strong>syndicom</strong> Daniel Hügli.<br />

Problemi che si riscontrano lavorando da casa<br />

Nel sondaggio, il 60% afferma che lavorare da casa riduce<br />

lo stress, il 62% si sente più produttivo, il 55% anche più<br />

creativo. Ciononostante, Marc Wälti non vuole lavorare<br />

permanentemente da casa. Il data manager operativo<br />

presso Swisscom afferma di aver troppo poco spazio per<br />

lavorare e di non essere neppure adeguatamente attrezzato.<br />

Nell’ambito del sondaggio, la metà degli intervistati afferma<br />

che l’ergonomia sulla postazione di lavoro è «carente».<br />

C’è un altro punto a sfavore del telelavoro permanente:<br />

«Se lavoro da casa, vita lavorativa e privata non sono sufficientemente<br />

separate». Wälti, da 25 anni membro di <strong>syndicom</strong>,<br />

dubita che i lavoratori siano ancora soddisfatti<br />

dopo un lungo periodo di tempo in home office. In effetti,<br />

subito dopo le prime misure adottate per contrastare la<br />

diffusione del coronavirus, il 54% degli intervistati ha affermato<br />

che lavorare da casa provoca un senso di solitudine.<br />

Cornelia Lenski, nella sua funzione di presidente della<br />

commissione del personale, è a conoscenza di un collaboratore<br />

di un call center che ha lottato per poter rientrare<br />

in ufficio. Lenski è consapevole che il lavoro in home office<br />

non va bene per tutti.<br />

Né open space né telelavoro<br />

Una «buona soluzione» l’ha trovata Marc Wälti. Dalla scorsa<br />

primavera non lavora più nell’open space di Swisscom<br />

nei dintorni di Berna, dove fino ad allora aveva fatto il pendolare<br />

usando i mezzi pubblici. Insieme a tre colleghe e<br />

colleghi, sta ora in un locale tecnico in disuso di Swisscom<br />

non lontano da casa. Swisscom supporta queste soluzioni.<br />

«Fare i pendolari non è un modello auspicabile, anche a<br />

causa del bilancio ecologico», fa notare Wälti.<br />

Il sondaggio dimostra che solo il 45% dei dipendenti<br />

percepisce un rimborso spese per gli oneri aggiuntivi generati<br />

dal telelavoro. Anche presso Swisscom, che Wälti<br />

considera del resto come esemplare, sono attualmente in<br />

corso delle trattative. Per Wälti, che nel suo reparto funge<br />

anche da vicepresidente della rappresentanza del personale,<br />

una cosa è chiara: il rimborso spese è assolutamente<br />

necessario. Daniel Hügli chiede che la protezione dei lavoratori<br />

venga garantita anche a casa e non venga indebolita.<br />

Poiché è vero che il telelavoro offre opportunità, ma crea<br />

anche nuovi rischi: «Urgono quindi soluzioni bilanciate<br />

da negoziare insieme a tutti gli interessati».<br />

I risultati del sondaggio : <strong>syndicom</strong>.ch/telelavoro

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