Vie&Trasporti n.845 dicembre 2020

Numeri
Diamo i numeri
4 - 12 2020
a cura di
Tiziana Altieri
74 incidenti su 100
Settantaquattro incidenti su 100 nel 2019 sono
avvenuti nei centri abitati, 21 su strade
extraurbane e 5 in autostrada. è quanto emerge
dal report ‘Localizzazione degli incidenti stradali 2019’ realizzato da Aci, che analizza i
36.526 incidenti (1.143 mortali), con 1.257 decessi e 58.535 feriti, avvenuti su circa 55.000
chilometri di strade della rete viaria principale del Belpaese. L’indice di mortalità medio è
pari a 3,4 morti per 100 incidenti. Prendendo come riferimento l’anno 2010, gli incidenti sulla
rete primaria sono diminuiti del 22,1 per cento (più della media Italia, pari a -19 per cento) e i
morti del 24,4 (media Italia -22,9). Rispetto al 2018, invece, la flessione è stata,
rispettivamente, del 2,1 e del 6,9 per cento. Tra le autostrade urbane la Penetrazione della
A24 (13,2 incidenti/km), la Tangenziale Nord di Milano nel tratto Monza-Brianza (10) e la
Diramazione di Catania A 18 dir (9,4), sono quelle dove nell’ultimo anno si sono verificati più
incidenti (per la rete autostradale la media nazionale è di 1,2 incidenti/km). Per le strade
extraurbane, dove la media nazionale è di 0,6 incidenti/km, il triste primato spetta alla
Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga nei tratti in provincia di Milano (8,3) e in
provincia di Monza-Brianza (7,6) e alla SS 131 - Carlo Felice in provincia di Cagliari (7,2).
400 milioni
Operazione strade sicure al via.
Anas ha pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale un bando
relativo a un accordo quadro
quadriennale, del valore
complessivo di 320 milioni di
euro, per l’esecuzione di lavori di
manutenzione programmata
delle gallerie. Si tratta in
particolare di interventi per
sistemazioni di dissesti
idrogeologici e idraulici,
riqualificazione profonda delle
pavimentazioni,
razionalizzazione di intersezioni
stradali anche a raso,
installazione di barriere di
sicurezza. Un altro bando del
valore di 80 milioni di euro è
stato pubblicato dalla società
del Gruppo Fs Italiane sempre in
Gazzetta Ufficiale per lavori di
nuova segnaletica verticale.
Anno 1930
“Tedesco, conciso (5 lettere al massimo) e
che si possa pronunciare in qualsiasi lingua
moderna”. Questi i paletti posti da Opel
quando, nel 1930, lanciò un concorso per
trovare un nome per il suo nuovo veicolo per
il trasporto espresso mettendo in palio una
berlina 4/20 cv e quattro Motoclub. Oltre 1,5
milioni le proposte pervenute al Dr. Wilhelm
von Opel che scelse ‘Blitz’, il fulmine che
riprendeva il nome della prima bicicletta
costruita dalla casa tedesca nel 1889,
destinato a diventare il simbolo stesso di
Opel. La motivazione? “Simboleggia
ugualmente l’origine, la potenza e le
prestazioni del nostro nuovo prodotto”. Un
prodotto destinato a lasciare il segno nella
storia del costruttore e a simboleggiare la
rinascita economia degli anni Trenta. Il Blitz
che continuò ad evolversi sia esteticamente,
sia sotto il cofano, con motori sempre più
performanti, venne prodotto fino al 1975 in
ben 417.211 esemplari. I suoi eredi? Oggi
sono conosciuti con i nomi di Combo,
Vivaro e Movano.
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