SPECIALE DONNE PRIMO PIANO DONNA IMPRESA MAGAZINE
Perché è importante distruggere i l s o f f i t t o di vetro? Che l’uguaglianza di genere non sia solo un diritto umano fondamentale ma anche una tematica legata alla performance complessiva di ciascuna azienda e di ogni paese è una consapevolezza oggi sempre più radicata. Una stima equilibrata delle donne come figure fondamentali non solo nella vita privata ma anche in campo lavorativo rappresenta un punto focale per l’intera economia. Le donne sono essenziali anche per l’innovazione. Eppure, nonostante il divario di genere si sia leggermente ridotto negli ultimi anni, come già scritto in precedenza, secondo il Global Gender Gap Report del 2018 del World Economic Forum le donne devono ancora affrontare una dura battaglia per raggiungere posizioni di potere. E si scopre che più le donne cercano di “arrampicarsi” per raggiungere il vertice, più si trovano ad affrontare pregiudizi, sfide e stereotipi che le ostacolano duramente. Occorre superare i pregiudizi. ALL'INTERNO: VALERIANA MARIANI PRESIDENTE DONNA IMPRESA MAGAZINE *Paola Scandola - Direttore Marketing di Müller Italia *Roberta Faraotti - Responsabile della Comunicazione Istituzionale e della responsabilità sociale Fainplast *Sara Ferreri - Key Account Director SAPI srl *Dhebora Mirabelli - Presidente Regionale Sicilia CONFAPI *Giulia Giuffre - Ambassador e Direttore Marketing del Gruppo Irritec *Annalisa Spadola - Direttore Marketing e comunicazione Moak *Enza La Fauci - Founder La Fauci *Carmen Russo - Founder Linea Beauty Routine over 40
Perché è importante distruggere i l s o f f i t t o di vetro?
Che l’uguaglianza di genere non sia solo un diritto umano fondamentale ma anche una tematica legata alla performance complessiva di ciascuna azienda e di ogni paese è una consapevolezza oggi sempre più radicata. Una stima equilibrata delle donne come figure fondamentali non solo nella vita privata ma anche in campo lavorativo rappresenta un punto focale per l’intera economia. Le donne sono essenziali anche per l’innovazione. Eppure, nonostante il divario di genere si sia leggermente ridotto negli ultimi anni, come già scritto in precedenza, secondo il Global Gender Gap Report del 2018 del World Economic Forum le donne devono ancora affrontare una dura battaglia per raggiungere posizioni di potere. E si scopre che più le donne cercano di “arrampicarsi” per raggiungere il vertice, più si trovano ad affrontare pregiudizi, sfide e stereotipi che le ostacolano duramente. Occorre superare i pregiudizi.
ALL'INTERNO:
VALERIANA MARIANI PRESIDENTE DONNA IMPRESA MAGAZINE
*Paola Scandola - Direttore Marketing di Müller Italia
*Roberta Faraotti - Responsabile della Comunicazione Istituzionale e della responsabilità sociale Fainplast
*Sara Ferreri - Key Account Director SAPI srl
*Dhebora Mirabelli - Presidente Regionale Sicilia CONFAPI
*Giulia Giuffre - Ambassador e Direttore Marketing del Gruppo Irritec
*Annalisa Spadola - Direttore Marketing e comunicazione Moak
*Enza La Fauci - Founder La Fauci
*Carmen Russo - Founder Linea Beauty Routine over 40
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GLASS CEILING
Perché è importante distruggere il soffitto di vetro?
Che l’uguaglianza di genere non sia solo un diritto umano fondamentale ma
anche una tematica legata alla performance complessiva di ciascuna
azienda e di ogni paese è una consapevolezza oggi sempre più radicata.
Una stima equilibrata delle donne come figure fondamentali non solo nella
vita privata ma anche in campo lavorativo rappresenta un punto focale per
l’intera economia. Le donne sono essenziali anche per l’innovazione.
Eppure, nonostante il divario di genere si sia leggermente ridotto negli ultimi
anni, come già scritto in precedenza, secondo il Global Gender Gap Report
del 2018 del World Economic Forum le donne devono ancora affrontare una
dura battaglia per raggiungere posizioni di potere. E si scopre che più le
donne cercano di “arrampicarsi” per raggiungere il vertice, più si trovano ad
affrontare pregiudizi, sfide e stereotipi che le ostacolano duramente.
Occorre superare i pregiudizi.
Valeriana Mariani
EDITORE Donna Impresa Magazine
PRESIDENTE NAZIONALE Donna Impresa
PRESIDENTE International Women International Association Women Entrepreneurs and
Business Leaders Employment, Social Affaire & Equal Opportunities
PRESIDENTE Aziende Associate
www.dimagazine.it
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MÜLLER
AIDA PARTNERS COMUNICA PER ITALIA:
L'AZIENDA TEDESCA FESTEGGIA I 25 ANNI.
In un anno importante come quello del 25° di Müller Italia, l'azienda ha deciso di affiancare ad una
comunicazione più tradizionale anche un'attività di Relazioni Pubbliche con l'obiettivo di capitalizzare gli
sforzi di marketing compiuti step by step, lavorando coerentemente su una sfera valoriale e simbolica che
si è dimostrata vincente, ma anche di raccontare a media e stakeholder la realtà Müller in maniera
differente: i valori chiave, le caratteristiche che la contraddistinguono, i prodotti e cosa rende il brand così
speciale. Aida Partners, guidata dal presidente Alessandro Paciello e dalla vicepresidente Gianna Paciello,
con la sua pluriennale esperienza nella comunicazione in ambito food, rappresenta il partner ideale per
l'Azienda, garantendo una gestione professionale delle attività di comunicazione differenziata in base ai
diversi target di riferimento.
Scopri i sensi
che non sapevi
d'avere
Sense experience Müller
Un piacere sensoriale completo che rigenera il corpo
e la mente. Non semplicemente uno Yogurt.
“Siamo fiduciosi che Aida Partners sarà l'agenzia più adatta per affiancarci in
questo percorso, grazie alla sua particolare modalità di approccio personalizzato
a seconda delle specificità di ogni singola realtà aziendale” afferma Paola
Scandola, Direttore Marketing di Müller Italia.
Entrata nel 1995 in Italia, la multinazionale tedesca
ha rivoluzionato il mondo dello yogurt distinguendosi
per una comunicazione particolarmente originale e
impattante. All'epoca del suo ingresso nei
supermercati italiani, lo yogurt era percepito come un
alimento salubre e funzionale, non necessariamente
invitante. Müller ha innescato una radicale
ridefinizione dello scenario di mercato, trasformando
la percezione dello yogurt presso il consumatore
finale. Con Müller, in questi 25 anni, gli italiani hanno
provato un'esperienza sensoriale del tutto nuova di
piacere, in perfetto equilibrio con i benefici tipici dello
yogurt, scoprendo prodotti dalla consistenza cremosa
e vellutata, dall'aroma gradevole e dal sapore
inconfondibile, ricco e goloso. La cremosità e il
sapore che rendono inconfondibili gli yogurt Müller
non nascondono segreti. A marcare la differenza tra
uno yogurt “solo” buono e salutare e uno eccellente,
che regala un'esperienza sensoriale intensa e
avvolgente, sono la qualità delle materie prime,
accuratamente selezionate, e la competenza dei
maestri casari, che le lavorano facendo in modo che
gli ingredienti di ogni preparazione possano
esprimere in modo armonico tutta la loro bontà.
Grazie ad una continua ricerca ed un solido rapporto
di fiducia con i partner fornitori dell'azienda, è stata
identificata la perfetta ed esclusiva combinazione
degli specifici fermenti dello yogurt che rendono i
prodotti Müller cremosi e gustosi come li conosciamo
oggi. Le ragioni del successo di Müller sono molto
chiare e si possono riassumere così: qualità dei
prodotti e continua innovazione. Questi elementi
hanno portato l'azienda a raggiungere risultati
importanti in tutto il mondo.
me-moment
MÜLLER, LO YOGURT CHE SODDISFA IL
DESIDERIODITUTTIIPALATIIN
QUALSIASI ATTIMO DELLA GIORNATA
RENDENDO INDIMENTICABILI I PROPRI
MOMENTI DI PIACERE.
LA STORIA
Il Gruppo Müller, formalmente Unternehmensgruppe
Theo Müller S.e.c.s., è una multinazionale tedesca
specializzata nel settore lattiero-caseario (yogurt,
latte UHT, bevande aromatizzate a base di latte,
burro, formaggi, latte in polvere), attiva anche nelle
specialità gastronomiche, salse e cibi pronti,con
sede legale e quartier generale nel Granducato di
Lussemburgo e con varie unità operative dislocate
principalmente in Germania e nel Regno Unito oltre
che negli altri stati dell' Unione Europea, tra cui l'Italia.
Presente sul mercato con un brand che prende il
nome dall'azienda stessa, Müller è estremamente
familiare ai consumatori italiani in associazione agli
yogurt, commercializzati con successo nel nostro
paese dai primi anni '90 (la sede italiana a Verona ha
festeggiato nel 2020 il 25⁰ dalla fondazione).
La storia di Müller ha inizio nel 1896, allorché
Ludwig Müller avvia una molkerei (latteria) nel borgo
Aretsried, in Baviera. L'azienda è di piccole
dimensioni e la produzione di latte, latticini e formaggi
è destinata unicamente al mercato bavarese e a
quello nazionale. Nel 1971 Theo Müller, nipote di
Ludwig, assume le redini della Molkerei. Theo è
portatore di una visione imprenditoriale di più ampio
respiro e sotto la sua direzione l'Azienda intraprende
un processo di crescita. Nel corso degli anni lo yogurt
è diventato uno dei prodotti di punta e l'azienda si
amplia espandendosi nel mondo. Oltre che in
Germania, Müller è presente oggi attraverso filiali
nazionali, operative o commerciali, ad esempio nei
mercati di Regno Unito, Olanda, Lussemburgo, Italia,
Israele, Polonia, Rep. Ceca/Slovacchia e Cina (Hong
Kong), Austria, Svizzera, Belgio, Eire, Slovenia,
Croazia, Bosnia-Erzegovina, Ungheria, Romania,
Emirati Arabi Uniti, Corea del Sud, Taiwan.
L'esperienza nel nostro Paese inizia nel 1995,
quando apre a Verona la sede italiana Müller.
Grazie al team italiano, che ha portato la sede
italiana al successo a supporto di una campagna
pubblicitaria tanto accattivante quanto dirompente
per la categoria (il memorabile claim e firma della
marca “Fate l'amore con il sapore”), Müller spinge il
mondo dello yogurt a migrare dalla sfera “salute” per
accostarsi a quella di alimenti da sempre legati al
piacere e al gusto quali dessert e gelateria, senza
alterare, peraltro, l'identità del prodotto e le sue
connotazioni salutiste. Müller si afferma rapidamente
come marchio leader dell'indulgence e del memoment.
A 25 anni dal suo ingresso ufficiale sul
mercato italiano, Müller continua a essere punto di
riferimento qualitativo e dell'innovazione di mercato,
grazie anche a una gamma di prodotti sempre più
ampia e articolata in grado di intercettare e
accogliere una molteplicità dei desideri emergenti. In
Italia si colloca al secondo posto - insidiando da
vicino la posizione di leadership - per market share
nel mercato italiano dello yogurt, un segmento del
lattiero-caseario che, secondo rilevazioni IRI, a totale
2019 ha fatto segnare un valore di 1.35 miliardi di
euro per un complessivo totale di 344 milioni di kg di
prodotto e più di 1 miliardo di confezioni. Paola
Scandola, Direttore Marketing di Müller Italia si dice
fiduciosa della partnership con Aida Partners: il
partner più adatto per affiancare il brand in questo
percorso volto a raccontare a media e stakeholder
non solo la realtà di un'azienda innovatrice e attenta
ai nuovi trend, ma anche dell'ampia gamma di
prodotti in grado di soddisfare diverse tipologie di
consumatori. “Aida Partners, con una pluriennale
esperienza nella comunicazione in ambito food,
rappresenta il partner ideale per l'Azienda,
garantendo una gestione professionale delle attività
di comunicazione differenziata in base ai diversi
target di riferimento.
Abbiamo a cuore la crescita dei
nostri clienti e la perseguiamo attraverso strategie di
comunicazione mirate, realizzate ad hoc per ognuno
di loro” dichiara Gianna Paciello, Vicepresidente di
Aida Partners. “Siamo particolarmente orgogliosi
che un love brand come Müller ci abbia scelti come
partner strategici per costruire un'ulteriore crescita
nel nostro Paese”.
Negli anni '80 Müller era pressoché sconosciuta: il
mercato italiano era spartito tra Yomo e Danone.
L'ingresso sul mercato di Müller segna una tappa
importantissima: prima del suo arrivo il consumatore
italiano riconosceva allo yogurt valenze salutistiche
ma non di gusto. Ed è proprio sul gusto che
quest'azienda si è concentrata creando un nuovo
prodotto cremoso e privo di quell'acidità tipica dello
yogurt imponendosi sul mercato con una nuova
categoria di prodotto e sovvertendo le regole auree
del mercato lattiero-caseario: nasce in sostanza un
segmento del tutto nuovo rispetto ai precedenti ceppi
storici dello yogurt bianco e di quello alla frutta, lo
yogurt "cremoso", il quale si afferma come standard e
come qualificazione dello yogurt. Con lo yogurt
cremoso, dal sapore non acido, Müller non solo ha
conquistato i gusti dei consumatori, ma ha anche
avvicinato al consumo di tale prodotto coloro che
sino a quel momento ne avevano preso le distanze.
In questi 25 anni chi parla di Müller associa
inevitabilmente il suo fortunato claim “Fate l'amore
con il sapore”, che coglie perfettamente l'aspetto
emozionale del piacere dato dalla gratificazione
sensoriale di chi assaggia i prodotti Müller.
Atupertu
con Paola Scandola
Direttore Marketing di Müller Italia.
L'OBIETTIVO È DI CAPITALIZZARE GLI
SFORZI DI MARKETING COMPIUTI STEP BY
STEP, LAVORANDO COERENTEMENTE SU
UNA SFERA VALORIALE E SIMBOLICA CHE
SI È DIMOSTRATA VINCENTE.
Nel complesso, abbiamo di fronte un
prodotto/brand “disegnato in modo
esperienziale”.
Avevo stipulato la classica sequenza di domande che
ripercorressero la storia di un grande brand: Müller.
Mi sono poi trovata di fronte ad una donna che è
riuscita, anche semplicemente presentandosi, a
rivoluzionare la mia scaletta: incorreva in me il
desiderio di comprendere il percorso di questa donna
che ha segnato, e che segna, una tappa importante
nella storia e nel successo di Müller. La prima
domanda verte su di lei, ed è inevitabile che sia così
ma non solo perché sia la mia interlocutrice e sia
donna, soprattutto perché attraverso il suo sguardo e
le sue abilità professionali voglio tracciarvi la storia di
un brand, una piccola latteria nato come start up, che
non ha competitors sul mercato internazionale.
Come è arrivata in Müller, Paola?
Sono arrivata moltissimi anni fa quando Müller era
una start up e devo dire che questa ottica e questa
mentalità, nonostante siano trascorsi 25 anni,
continuano ad esistere. Quando si lavora in una start
up la cosa migliore che si possa riscontrare è il
coinvolgimento e la sensazione di costruire delle
cose, come fossimo imprenditori: questo livello
maggiore di responsabilità, di soddisfazione, di sfida,
di evoluzione continua, sono lo stimolo principale, la
motivazione vera su cui lavorare. Per questo dopo
tanti anni sono ancora qui. questo tipo di vivacità
intellettuale, fattiva, rimane lo stimolo principale su cui
lavorare e che mi motiva ogni giorno.
Senza ombra di dubbio l'impiego più bello del
proprio tempo è fare qualcosa che non solo ci
appaghi dal punto di vista professionale, ma che
appaghi la nostra sfera più intima, quello che ci
piace fare ma che ci consente di mettere alla
prova se stessi, di accettare le sfide. Presumo che
uscire dalla zona comfort e mettere alla prova te
stessa sia stato uno degli elementi importanti che
ti hanno portata ad eccellere…
Sì, decisamente. Accettare le sfide significa
fondamentalmente soddisfare il mondo che cambia e
non sedersi ed aspettare che le cose cambino, ma
fare qualcosa per farle accadere e lavorare in aziende
che ti permettono di fare questo è incredibilmente
appagante.
Quando è entrata lei, che cos'era Müller?
Quando sono entrata io, Müller era un'azienda
appena nata. Io sono entrata all'inizio del '98 e
dunque non aveva neppure tre anni di vita, ma aveva
già lanciato sul mercato i primi prodotti con grande
successo e stava per iniziare la sua storia di
comunicazione. In azienda erano presenti poche
persone, tutte giovani e con un'identità
completamente da costruire. Il mercato dello yogurt
poco prima del mio ingresso, a metà degli anni '90,
era statico e lo yogurt veniva percepito dal
consumatore come un alimento salubre e funzionale,
non necessariamente invitante, ma conosciuto per le
sue valenze benefiche: nell'immaginario collettivo era
visto come un prodotto che faceva bene, che aiutava
la digestione e la linea. Non si aveva la percezione
che potesse essere qualcosa di diverso, ed era
questo il limite del mercato. Un mercato infinitamente
più piccolo di quello di oggi, sia in termini volumetrici
che di valore, e soprattutto il consumo pro-capite era
la metà perché le motivazioni d'acquisto della
categoria erano prima di tutto legate alle proprietà
salutistiche e benefiche e non al gusto. Dobbiamo
comunque ricordarci che sebbene questa categoria di
prodotto venga acquistata perché fa bene, lo yogurt
rientra nella categoria alimentare, quindi il
consumatore lo vuole mangiare con piacere e deve
soddisfare anche una parte organolettica. È proprio in
questo contesto che Müller intercetta questa
mancanza e riesce a soddisfarla implementando le
proprietà organolettiche sul prodotto. Le chiavi sono:
cremosità e dolcezza. La storia però non finisce lì
perché un buon prodotto da solo non basta,
soprattutto oggi. Il lavoro che poi è stato fatto negli
in primo PIANO
DONNE DI SUCCESSO 2021
PAOLA
SCANDOLA
Direttore Marketing di
Müller
Italia
Paola Scadola Direttore Marketing di Müller Italia
anni è far comprendere al consumatore la nostra
filosofia che è racchiusa nel nostro claim “Fate
l'amore con il sapore”. Oggi se chiediamo ad un
consumatore di dirci che cos'è Müller, non ci
risponderà che è uno yogurt, ma un'esperienza di
piacere che noi chiamiamo me-moment, un
momento per me. Noi raccontiamo storie che il
consumatore comprende totalmente e fa sue, e
questo è straordinario. E quello che ci restituisce il
consumatore è “Io nel momento in cui voglio
prendermi un momento per me, apro il frigorifero
prendo il mio vasetto, un mix, o uno yogurt alla frutta
piuttosto che un bianco, chiudo la porta, mi rilasso e
mi gusto il mio yogurt in estrema solitudine”. Il
prodotto è un mentore di questo momento di piacere;
uno strumento di piacere.
C'è stato un momento di incertezza circa l'utilizzo
di una comunicazione tanto rivoluzionaria?
Incertezza no, consapevolezza del rischio sì però
devo dire che ogni passo è sempre stato misurato e
validato. Eravamo sicuri di quanto avevamo in mano,
anche se, nel momento in cui si vanno a sradicare
abitudini fortemente consolidate, il contenuto di
rischio è elevatissimo. Si è consapevoli di andare
incontro ad una sfida ed anche quando si hanno in
mano gli strumenti per dire “questa cosa è
accettabile”, rimane sempre il rischio dell'incognita:
ciò che è totalmente nuovo può avere diversi gradi di
accettazione.
Sposare l'estensione di “piacere” al concetto di
“benessere” ha richiesto dunque una grande
abilità comunicativa…
Si, davvero, a tutti i livelli. L'arrivo di Müller sul
mercato ha rappresentato una vera e propria
rivoluzione a livello culturale. E questa è stata la
chiave del successo di Müller. Non avevamo solo un
prodotto eccellente ma lo abbiamo comunicato in
una maniera nuova e diversa spendendo la nostra
unicità legata al piacere. Codici di comunicazione
assolutamente nuovi per il momento storico: a
cominciare dal colore totalmente anomalo per
quell'epoca in cui gli scaffali degli Yogurt avevano
colori “rassicuranti” come il bianco oicolori pastello,
ma anche per l'iconografia diversa. Tirando le
somme: il piacere, l'extra-ordinarietà, la distintività, e
l'eticità sono gli elementi che costituiscono l'anima di
questa marca che ha saputo anticipare, interpretare
e tradurre nei termini che gli sono propri, il mercato
ed il contesto socioculturale del momento.
Siete secondi in Italia per quota di mercato
yogurt, segmento che, secondo le rilevazioni
dell'Iri, nel 2019 ha segnato un valore di 1.35
miliardi per un totale di 344 milioni di chili di
prodotto e più di un miliardo di confezioni. Quale
dunque il vostro vantaggio competitivo?
Sicuramente tra le ragioni del nostro successo
emergono la qualità delle materie prime,
accuratamente selezionate, e la competenza del
nostro dipartimento di ricerca e sviluppo, che
lavorano per fare in modo che gli ingredienti di ogni
preparazione possano esprimere, in modo armonico,
tutta la loro qualità e bontà. Siamo infatti riusciti a
identificare la perfetta ed esclusiva combinazione
degli specifici fermenti dello yogurt, che rendono i
prodotti Müller cremosi e gustosi come li conosciamo
oggi. Dal 1992 Müller gestisce internamente
l'approvvigionamento eiprocessiditrasformazione
della frutta di cui necessita in produzione attraverso
la controllata Alois Müller Naturfarm. La qualità della
frutta si percepisce immediatamente sia che sia
presente in pezzi croccanti, oppure frullata, e lo
stesso discorso vale per altri ingredienti pregiati quali
caffè, nocciola e pistacchio.
C'è un libro che è un po' la mia stella polare
“Della seduzione” di Jean Baudrillard. Un saggio
davvero molto interessante che ci fa
comprendere come tutto sia legato alla
seduzione: come tutte le cose nel mondo
accadano sulla scia della seduzione. Per
trasformarsi in danaro anche la merce deve
rivestirsi di un corpo illusorio e seducente, deve
rendersi visibile e appetibile come immagine.
Nella moda, nella pubblicità, in ogni esposizione
della merce, il desiderio del consumatore è
sollecitato da immagini incorporee che
penetrano nella profondità istintuale della sua
vita. Sempre meno conta il valore d'uso o la
qualità specifica della merce prodotta. La merce
viene venduta solo se è in primo luogo
immagine. È d'accordo Paola?
Certamente. Purtroppo, si tratta di una parola che è
stata sovraccaricata da troppi significati, infatti
l'etimologia ci dice proprio questo: deriva da seducere,
ovvero portare a sé. Se la considerassimo in
maniera sana, pulita, come dovrebbe essere
dovremmo riconoscere che è la matrice originaria del
mondo. Sedurre è quello che sostanzialmente
dovrebbe fare una marca in qualche modo;
coinvolgere il consumatore e farlo entrare all'interno
di questa. Müller è molto attenta a questo tema.
Il 2020 è stato un anno importante...
Sì, decisamente, perché Müller Italia ha compiuto 25
anni. O meglio sono 25 anni che è in Italia. Nasce
come latteria di un bellissimo paesino della Baviera
alla fine dell'Ottocento, poi la vera avventura
industriale nasce negli anni '70 con l'attuale Theo
Müller, il nipote del fondatore, che ha una visione
imprenditoriale di largo respiro e che ha
accompagnato Müller a quello che è oggi: una
multinazionale. È importante festeggiare questo
compleanno con serenità dal punto di vista
aziendale, nonostante l'anno sia stato indimenticabile
per tutti, nell'accezione meno positiva del termine.
Lei è sempre stata vicina a Müller e dunque
presumo sia un punto di riferimento importante
per l'azienda.
Sì, e ne sono orgogliosa. Lavoro in Müller da 22
anni, ne compio 23 quest'anno – sorride – e quindi
faccio parte della memoria storica della famiglia, ma
devo dire che in Müller Italia ci sono molte persone
con importante anzianità aziendale. L'azienda ci ha
dato molto ma anche noi abbiamo dato molto
Müller
emotional
content
sharing
all'azienda, è stato reciproco. Un'azienda che muta,
che innova, non è mai seduta e questo è uno stimolo
importante.
Nella primavera estate 2021 in termini professionali,
che cosa accadrà Paola?
Nella primavera/estate 2021, continueremo a fare
quello che facciamo tutti i giorni: innovare, introdurre
novità sul mercato. Partendo da una riflessione in
merito al periodo che stiamo attraversando, non
possiamo non renderci conto di come il Covid-19 abbia
accelerato tutti i processi di cambiamento. Quindi per
noi significa sempre intercettare i bisogni del
consumatore, che stanno cambiando in maniera
esponenziale, e riuscire a soddisfarli nella maniera più
appropriata. È importante avere sempre in mente che il
consumatore compra lo yogurt motivato
dall'appagamento sensoriale, dalla genuinità e dai
valori che scaturiscono dalla marca.
Questo è un momento di crisi o di opportunità a
parer suo?
Tutte le crisi portano con sé
grandissime opportunità: c'è chi
resterà seduto ad aspettare che le
cose migliorino e chi, il futuro, lo
plasma nel presente.
Quali le strategie competitive che
avete messo in atto, o che
metterete in atto, per il dopo
pandemia?
Punteremo sempre sul binomio
benessere-piacere, noi siamo sempre lì, nel frattempo
ci adeguiamo perché le persone evolvono. Noi
continueremo a rappresentare questo concetto in un
mondo che evolve. Possiamo garantire al consumatore
che staremo sempre al suo fianco per portargli sempre
la coniugazione di benessere e piacere.
Mi parli un po' di lei, Paola…
Ho fatto un periodo di studi classici, mi sono laureata in
Bocconi, quindi ho sempre avuto la passione per la
comunicazione fin da piccola. Il mondo della pubblicità
mi affascinava fin dalle elementari ed ho avuto
l'incredibile fortuna di poter fare quello che amo nella
vita. Trovo che sia un privilegio incredibile il poter
esercitare una professione che ci appaghi
professionalmente ed intimamente e dunque ringrazio il
mondo per avermi dato questa opportunità. Ho iniziato
il mio percorso di lavoro in una grande azienda del
settore food, ho lavorato in Arena e successivamente
per quella che una volta era Kraft, lavorando su brand
come Milka. In seguito, sono entrata in Müller, spinta da
curiosità e voglia di divertirmi nel fare quello che
facevo. Una scelta dettata dall'intuito: d'altronde molte
delle cose fatte sulla scia dell'intuito si rivelano giuste
con il tempo. Diciamo che in Müller ci sono arrivata per
caso e ci resto per volontà.
Questo momento di pandemia e la particolare
congiuntura economica che cosa rappresentano
per voi?
Non vi è dubbio che il mondo stia attraversando una
fase sotto certi aspetti stimolante che ci ha fatto fare in
pochi mesi un salto quantico in molti campi, dall'altra
DONNE DI SUCCESSO
in primo
PIANO
stiamo affrontando una crisi economica importante. Noi
come la maggior parte delle aziende del food non
abbiamo sofferto, come invece è accaduto per altri
settori. Per noi c'è stata l'opportunità di cogliere
l'aspetto positivo di questo momento storico; per il
futuro credo che Müller possa beneficiare, diciamo
così, di tutti gli investimenti che ha fatto in termini di
conoscenza all'interno del mercato stesso. Anche
nell'ambito dell'alimentazione, ci siamo infatti resi conto
che un'alimentazione attenta è importante per
salvaguardare la nostra persona e ci aiuta a vivere
meglio. E dunque per il food non si pone un'area di crisi
importante se le aziende sanno dare risposte adeguate;
ovviamente le risposte sono di contenuto, di valore ma
anche di prezzo certe volte. Non sempre ma comunque
bisogna imparare ad accogliere queste
raccomandazioni da parte dei consumatori.
Müller e la sostenibilità…
Siamo pienamente consapevoli della nostra
responsabilità come produttori
alimentari. In un'ottica di efficienza e di
miglioramento continuo dei processi,
ottimizziamo, ove possibile, l'uso di
materiali di imballaggio e altre risorse.
Nell'ambito del packaging, per
esempio, abbiamo appena lanciato un
vasetto da 500 grammi più ecologico e
destinato a sostituire le confezioni oggi
in commercio. Il vasetto è prodotto
con un materiale composito, ottenuto
rivestendo un sottile involucro interno di plastica con
uno esterno in cartoncino. Questa soluzione comporta
una riduzione del 60% del contenuto di polimeri rispetto
all'attuale vasetto da 500 grammi senza peraltro
compromettere gli indispensabili requisiti di sicurezza
igienica, stabilità e resistenza meccanica. La novità
proposta, coerentemente con l'attenzione aziendale
verso i temi ambientali, rappresenta un importante
passo in avanti nella direzione di un'offerta sempre più
sostenibile.
L'innovazione è un fattore determinante per la crescita
aziendale; le prospettive di espansione di un'azienda
dipendono in maniera sempre più stringente dalla sua
capacità di innovare, passando da una profonda
comprensione del contesto in cui opera, dalla capacità
di saper cogliere tempestivamente i cambiamenti e le
opportunità presenti sul mercato. Müller continua ad
investire nell'innovazione tecnologica e di prodotto.
In un recente comunicato stampa ho letto, ed
apprezzato moltissimo, che Müller ha investito
molto nella tutela della salute dei collaboratori e del
territorio. Me ne parla?
Certamente. Al ritorno dalle vacanze estive, ad
esempio, abbiamo reso disponibile il test sierologico
gratis ai dipendenti su base volontaria. Abbiamo inoltre
predisposto una polizza assicurativa e un pacchetto
assistenza. Inoltre, abbiamo deciso di sostenere il
sistema sanitario con una donazione di 300mila euro a
favore degli ospedali cittadini.
È stato un piacere ed un onore, Paola,
conoscerla più da vicino.
DONNE DI SUCCESSO
in primo
PIANO
LA
STORIA
Fainplast
Nel 1993 Battista Faraotti fonda l'azienda e dà inizio
all'attività produttiva ad Assisi; nel 1996 l'azienda si
trasferisce nel nuovo stabilimento di Ascoli Piceno; nel
1999 raddoppia la superficie coperta e costruisce la
nuova palazzina uffici; nel 2001 inizia la produzione di
compounds Halogen Free; nel 2004 inizio la produzione
di compounds medicali, nel 2006 quella dei compounds
reticolabili e nel 2008 la produzione di altre poliolefine a
basediPEePP; nel 2010 raggiunge il fatturato record di
72 Milioni di Euro; nel 2011 sviluppa ed inizia la
produzione compound Evatech; nel 2019 raggiunge il
fatturato record di 145 Milioni di Euro; nel 2018 si
inaugura il nuovo importante ampliamento dello
stabilimento. Fainplast opera ad Ascoli Piceno nel
nucleo industriale di Campolungo. L'azienda muove i
suoi primi passi all'interno di un primo stabilimento di
circa 4.000 mq. Da lì in poi, la risposta positiva del
mercato, impone continui ampliamenti degli spazi per
incrementare la capacità di stoccaggio e di produzione.
Oggi lo stabilimento si estende su un'area di oltre 85.000
mq ed è costituito da 8 edifici per un totale di 52.000
metri quadri di strutture coperte. Con oltre 80 silos di
stoccaggio e 20 linee di produzione può contare oggi su
una capacità produttiva di circa 90.000 MT/anno. Questo
successo è il frutto di una costante dedizione,
esperienza nel settore e della spinta imprenditoriale del
titolare unite a competenza e capacità d'innovazione.
Una crescita destinata a continuare in un settore dove la
ricerca tecnologica non può fare a meno del valore
aggiunto dato dall'uomo; forse è proprio questo il segreto
del successo di Fainplast.
È CON NOI
ROBERTA
FARAOTTI
RESPONSABILE DELLA COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE E DELLA RESPONSABILITÀ SOCIALE FAINPLAST
WELFARE = BENESSERE.
Nonostante il “benessere in
azienda” sia una tematica sempre
più importante per le imprese
italiane, è difficile immaginare come
declinare un modello di welfare nella
propria realtà aziendale. Innovazione
è un modo diverso di prendersi cura
delle persone, sostenere il talento,
creare opportunità; l'approccio
prevede un focus sullo sviluppo del
talento basato sulla convinzione che
ogni dipendente abbia un potenziale
da condividere. Tutto questo
evidenzia da una parte come la
società stia seguendo sempre di più
la strada del welfare aziendale
territoriale, dall'altra di come
un'azienda privata riesca a portare
un valore aggiunto al territorio non
solo in termini economici, ma anche
di qualità della vita dei lavoratori e
dei cittadini. Il welfare aziendale è
vincente se è un progetto d'impresa
che parte dall'ascolto delle esigenze
dei dipendenti; gli imprenditori che
attivano una strategia coerente e
prolungata nel tempo, per il
benessere e la soddisfazione dei
lavoratori e delle loro famiglie,
dichiarano di avere un impatto
positivo sulla produttività e anche
sulla comunità; tra le aziende
aumenta la consapevolezza che
benessere sociale e risultati di
business crescono di pari passo.
Roberta, che insieme al fratello Daniele, porta avanti
l'azienda fondata più di 25 anni fa dal padre Battista,
non nuova alle sfide sociali si è sempre impegnata
attivamente per fornire il proprio importante
contributo all'azienda ed alla società, più in generale,
potenziando le politiche di welfare ed
implementando iniziative e politiche per il benessere
dei dipendenti forte della convinzione del vantaggio
per un'impresa di introdurre delle politiche e dei
benefit che, aumentando la soddisfazione e il
benessere dei dipendenti, aumentano di
conseguenza sia la sua reputazione che la
produttività. Una spiccata sensibilità che l'ha portata
a creare Socially Fainplast di cui è Responsabile:
negli ultimi due anni ha lavorato su un progetto tanto
semplice quanto efficace che ha chiamato la
Cassetta delle Idee che oggi si è trasformato anche
in uno spazio virtuale dove ogni dipendente può
scrivere la propria idea che riguarda l'azienda ma
non solo, per migliorare l'attività produttiva, la vita e
gli spazi lavorativi, i rapporti interpersonali e tanti altri
aspetti. Le idee raccolte vengono valutate ogni tre
mesi e le migliori tre vengono premiate con un
incentivo in busta paga, indipendentemente che si
realizzino o meno. A fine anno il dipendente che ha
proposto “l'idea delle idee” riceve un incentivo di
2000 €. Nel biennio 2018-2019 sono state
presentate 103 idee, premiate 19 di cui 16
realizzate, la quasi totalità, a testimonianza del fatto
che le proposte dei dipendenti vengono sviluppate
ed applicate in differenti settori di Fainplast, dalla
produzione al magazzino, fino alla digitalizzazione di
alcuni processi. Dall'idea più semplice a quella più
strutturata, ognuna ha una sua ragione d'essere,
perché sono i dipendenti che vivono i problemi di
una azienda in prima persona e da loro nascono le
intuizioni migliori.
DONNE DI SUCCESSO
in primo
PIANO
INTERVIEW
Roberta, i nostri più sinceri complimenti per
l'iniziativa “Cosa Fain Mensa?” un progetto
molto bello che denota grande sensibilità ed
affetto nei confronti dei dipendenti…
La nostra azienda è un po' una grande famiglia…
con i nostri collaboratori che va oltre il tradizionale
ruolo datore di lavoro-dipendenti. Tra le persone che
lavorano per noi ci sono anche molti
consanguinei… a parte mio fratello che condivide
con me la leadership aziendale abbiamo anche altri
membri della famiglia sebbene di secondo e terzo
grado e dunque è piuttosto normale che con loro si
abbia un rapporto di amicizia; ma questo vale anche
per gli altri dipendenti.
Le persone sono più motivate se si sentono
parte di un contesto, non crede Roberta?
Sicuramente. Chi lavora in quest'azienda la sente
un pochino anche sua; il sentirla propria è la [...]
Nella foto: Roberta Faraotti con il papà Battista ed il fratello Daniele
www.dimagazine.it 5
SOCIALLY FAINPLAST: FRUTTA
FRESCA E SERVIZI BENESSERE PER I
PROPRI DIPENDENTI
Il programma di Socially Fainplast adesso è pronto
per riprendere e con l'obiettivo di aggiungere alla frutta
anche delle vaschette di insalata arricchite di frutta
secca, sempre prelevabili dai distributori automatici,
appositamente modificati per questo tipo di
erogazione. L'idea è di fare un pasto o un break sano
e allo stesso tempo leggero, per poi tornare a lavorare
nel migliore dei modi. L'obiettivo di Roberta Faraotti e
Socially Fainplast: presentare i risultati di “Cosa Fain
Mensa?” e far sì che diventino un modello da studiare,
sviluppare e applicare a differenti contesti,
mantenendo sempre le linee guida di una sana
alimentazione che generano un sano stile di vita.
Nella foto:
il Dott. Mario Mauro Mariani e Roberta Faraotti
conseguenza del rapporto che abbiamo instaurato
con loro: tutti cooperano attivamente per la crescita
di Fainplast, non solo dal punto di vista lavorativo
come forza lavoro intendo, ma anche attraverso le
loro idee e consigli. In fondo chi meglio di loro che
lavorano in prima fila, possono dispensare consigli
sul prodotto piuttosto che nel processo lavorativo?
Questa dimensione legata al confronto e all'ascolto
si è sviluppata molto negli ultimi due anni proprio
attraverso un progetto tanto semplice quanto
efficace “La cassetta delle idee” che è lo specchio di
quanto cerchiamo di coinvolgerli e farli sentire
importanti per noi, come in realtà lo sono. Tante
delle loro idee sono state attuate e sono state di
risoluzione tante piccole problematiche relative alla
quotidianità del lavoro e dunque il riscontro lo
trovano anche in questo. Ma non solo. Per noi è
molto importante anche il loro benessere psicofisico.
Il progetto parte dalla consapevolezza che il
benessere a lavoro e in ogni momento della vita non
è solo quello mentale, ma anche quello fisico e
molto dipende dalla nostra alimentazione a
cominciare dalle abitudini da assumere nel luogo di
lavoro per questo, in collaborazione con il dr. Mauro
Mario Mariani, medico chirurgo, specialista in
angiologia, tra i massimi esperti in terapia chelante e
stress ossidativo, abbiamo ideato e promosso il
progetto “Cosa Fain Mensa?”. Si tratta di vaschetta
da 160 g di frutta fresca tagliata a mano, del territorio
e di stagione fornita dell'azienda ortofrutticola di
Ascoli Piceno Orsini & Damiani, disposte in
distributori automatici adattati appositamente per i
formati dei contenitori dalla ditta Liomatic; 10 gg di
scadenza certificati e testati e un prezzo di solo 1 €
per i dipendenti, a fronte di una spesa maggiore per
l'azienda che contribuisce per il resto del costo. Il
progetto però è molto più ampio perché, attraverso
una serie di incontri con il Dr. Mariani, i dipendenti
potranno ricevere delle utilissime informazioni su
come alimentarsi correttamente per impostare al
meglio il proprio stile di vita, indirizzato verso la Dieta
Mediterranea e il benessere a 360 gradi. Ogni
dipendente, se lo desidera, può anche avere
gratuitamente dei consulti personali da parte del dr.
Mariani direttamente in azienda. Inoltre Fainplast
aveva attivato prima del lockdown, e adesso sta
riprendendo, degli incontri di formazione
sull'intelligenza emotiva dedicati al personale
impiegato negli uffici e nei laboratori. Attraverso
l'aiuto di un coach, individualmente o in gruppi, i
dipendenti potranno imparare a comprendere le
proprie emozioni, a gestirle earapportarle a quelle
degli altri.
La serenità non fa bene solo ai dipendenti ma
anche all'azienda…
Lo stipendio non è tutto. L'affezione dei dipendenti
alla propria azienda e la soddisfazione nello
svolgere il proprio lavoro dipende anche da altri
fattori, altrettanto importanti. Dove si sta bene si
lavora anche bene. Per noi in Fainplast
l'investimento economico in termini di welfare è sulla
persona stessa, su ogni singolo dipendente è un
investimento sulle famiglie e sui figli: garantire il
benessere dei dipendenti e dei loro familiari non è
solo eticamente corretto, ma anche un modo sano di
fidelizzarli alla filosofia aziendale, sensibilizzarle ai
temichetrattiamoeafarconoscere loro più da
vicino il lavoro che svolgiamo quotidianamente. La
cosa migliore, come sempre, è la comunicazione,
unita a una buona dose di ascolto perché questo
rende senza dubbio più semplice gestire i conflitti
interni e predispone i propri collaboratori a fare
altrettanto: in questo modo ne esce rafforzato l'intero
sistema e la fiducia complessiva dei lavoratori.
Infine, è bene mettere un accento sull'importanza
dell'ascolto da parte di chi è incaricato di gestire i
processi decisionali. Ricevere feedback è certo
importante, ma se poi non segue un riscontro, si
genera un effetto a catena negativo che va a minare
il livello di fiducia tra dipendenti e datore di lavoro.
Essere aperti ad ascoltare le esigenze dei lavoratori
significa vagliare e accogliere, certo, quando
possibile, le loro richieste. Il tutto nell'ottica di un
miglioramento del clima aziendale. L'Azienda non è
solo strutture, cicli di produzione, prodotti,
macchinari; bisogna imparare a vederla anche come
un crocevia di emozioni e di sensazioni; uno
stratificarsi di vissuti e di vicende, di entusiasmi e di
delusioni, di crescita, di creatività, di movimenti.
L'Azienda ha emozioni, speranze, ricordi,
preoccupazioni soprattutto oggi. E tutte queste
Funzioni, profondamente interconnesse tra di loro,
possono essere armonicamente equilibrate e dare
all'azienda un aspetto di salute, bellezza, prosperità,
benessere, oppure possono impedire di raggiungere
pieni livelli di potenzialità.
La cultura d'impresa è nel suo Dna?
Io non sono nata imprenditrice (sorride), ma
essendo figlia di imprenditori sono cresciuta con la
cultura dell'azienda; ho avuto un esempio di impresa
familiare virtuosa, edificata su un concetto di etica,
sostenibilità, rispetto ed attenzione nei confronti di
tutti i suoi stakeholder. L'esempio è molto
importante. Il sistema valoriale della nostra famiglia
si riflette sull'azienda soprattutto in tema di
attenzione ai dipendenti.
Che cosa significa per lei fare impresa?
Fare impresa significa focalizzarsi, dedicarsi ad
un'attività e farla al meglio. Nel mio lavoro quotidiano
continuo a portare avanti quei valori in cui credo e
che hanno contraddistinto l'azienda cercando di
conciliare la parte strettamente economica con
quella incentrata sulla responsabilità sociale: dalla
sensibilità ambientale agli investimenti sulle risorse
umane… bisogna avere il coraggio di guardare
lontano, di sognare l'inaspettato oltre ogni
prevedibilità visioni, il coraggio, la lungimiranza in
questo mondo del lavoro che cambia alla velocità
della luce e lascia spazio a chi ha il coraggio di
osare con intelligenza.
Il passaggio generazionale alla guida di
un'impresa ricopre uno snodo cruciale nella vita
di un'azienda, in Fainplast come è avvenuto?
Il passaggio generazionale è una transizione che
DONNE DI SUCCESSO
in primo
PIANO
Nella foto Roberta Faraotti: una donna che lavora nel rispetto dei principi di giustizia ed onestà e
garantisce una buona qualità di vita a tutti i dipendenti.
coinvolge dinamiche familiari, interessa l'avvenire
dei dipendenti, si riflette sulle relazioni con clienti,
fornitori e banche... non solo, nel turnover aziendale
il coinvolgimento emotivo gioca un ruolo centrale:
non è facile per un genitore che ha dedicato tutta la
sua vita alla crescita di un'azienda abbandonarla,
anche se ha la consapevolezza che quello che si è
costruito potrà avere un nuovo futuro. Mio padre ad
esempio è ancora in azienda ed è parte integrante…
anzi, diciamo che lui è il “trainatore” di questa
grande macchina: io e mio fratello, ciascuno nel
proprio campo, cerchiamo di portare avanti la sua
filosofia: collaboriamo cercando di intercettare
bisogni e nuove soluzioni. Mio padre “è nato” nel
mondo della plastica, l'azienda ha una fortissima
connotazione famigliare e dunque per me e mio
fratello è stato naturale esserci, sebbene abbiamo
fatto studi diversi… siamo cresciuti all'interno di
questa azienda, per noi è casa. Siamo sempre stati
liberi di scegliere percorsi professionali diversi, ma io
e mio fratello ci siamo sentiti la responsabilità di non
disperdere quello che nostro padre ha costruito
faticosamente negli anni. Il passaggio sta
avvenendo idealmente… nella pratica cambia poco:
tutte le decisioni vengono prese collegialmente. Non
ci sono capi, c'è una famiglia unita che cerca di fare
bene le cose; di fare prodotti eccellenti e di
salvaguardare il capitale umano, tutto il resto ha
poca importanza. La fiducia di mio padre è una
spinta motivazionale molto forte. Io e mio fratello ci
siamo messi in gioco con passione e tenacia.
Ultimamente ho la sensazione che si siano persi
alcuni valori basilari del lavoro, quali l'orgoglio
nell'imparare una professione e la tenacia nel
riuscirci. Ci vuole competenza e curiosità, soprattutto
in un periodo in cui imperversa la crisi.
La tua formazione Roberta?
Io ho fatto giurisprudenza. Solo al termine del
percorso scolastico mi sono accorta di quello che
c'era qui dentro e ho scoperto questa creatività,
questa manualità, questo grande saper fare che è
cultura. Attualmente mi occupo della parte
amministrativa.
Che cosa producete?
Disponiamo di un impianto all'avanguardia con 20
linee di granulazione, 9 dedicate ai compound a
base di PVC, 11 dedicate ai prodotti a base
poliolefinica: questa varietà permette all'azienda di
avere un'ampia capacità ed una elevata flessibilità
produttiva. L'attenzione verso la ricerca & sviluppo ci
permette di soddisfare qualsiasi esigenza. I
compounds Fainplast hanno un ampio ventaglio di
applicazioni in svariati settori. Abbiamo sviluppato
anche un materiale per la moda. Negli anni abbiamo
cercato di diversificare…
Fantastico, come si chiama?
Si chiama EVATECH (copolimero etilenevinilacetato),
un materiale di ultima generazione,
molto leggero e con una piacevole sensazione al
tatto, ecco perchè trova impiego nella produzione di
calzature innovative ed altri articoli tecnici, ma anche
nella produzione di borse, accessori ecc.
Ho letto che avete aperto un forte varco presso il
comparto calzaturiero…
Abbiamo da sempre lavorato per i calzaturifici.
Che cosa vi rende speciali?
La qualità, il servizio e il totale Made in Italy sono i
nostri punti di forza. Sempre più spesso siamo
contattati da consumatori, che ci ringraziano per la
qualità del prodotto facendoci i complimenti per
creare un articolo prodotto in Italia. Creare un buon
prodotto non è soltanto un buon affare, è un obbligo
morale. La nostra azienda è riuscita a dare vita ad
un gran numero di prodotti, interamente concepiti e
realizzati in Italia, ma conosciuti e apprezzati in tutto
il mondo.
Come avete superato il lockdown?
Abbiamo sempre lavorato. É stato uno stress perché
si è dovuti far fronte a tantissimi accorgimenti;
lavorare con la paura del contagio anche se la
nostra azienda è strutturalmente protetta: nel senso
che ognuno ha la propria postazione, anche in
produzione. La pressione a livello psicologico è
sempre stata fortissima ma nonostante questo
nessuno si è sottratto al proprio dovere: e questo
riflette quello di cui parlavamo all'inizio, il concetto di
grande famiglia. É stato davvero bellissimo vedere
tutto questo affetto anche quando il quadro
epidemiologico era davvero preoccupante, per cui
era necessario tenere i nervi saldi. La salute dei
nostri collaboratori è un bene primario da tutelare ed
è stata una nostra scelta concedere la possibilità di
lavorare in smart working, laddove era possibile
farlo, e far restare a casa i lavoratori più fragili.
Abbiamo delegato molto perchè abbiamo la fortuna
di avere una squadra di persone in gambissima.
Certo che unitamente alle deleghe, abbiamo dato
loro gli strumenti per poter crescere, per svolgere al
meglio le proprie funzioni. Ad alcuni nostri clienti
abbiamo concesso delle dilazioni, ma devo dire che
il 99% malgrado la grave crisi economica che ci ha
investiti ed a fronte della nostra disponibilità a
concedere dilazioni nei pagamenti, ha preferito
onorare tutte le scadenze. I clienti, anch'essi sono
un bene prezioso, ed è importantissimo essere
collaborativi in un momento in cui tutti i settori
dell'economia sono in crisi. Non siamo certamente le
persone che chiudono la porta in faccia, se ci sono
dei problemi cerchiamo di affrontarli insieme. Il
nostro mantra è la soddisfazione del cliente.
Che difficoltà trovano le mamme che lavorano?
Da una parte bisogna fare i conti con la scuola
piuttosto che con il nido, le attività extra dei bambini,
l'organizzazione dei lunghi periodi di vacanze e
dall'altra le mail che arrivano senza fine e la
competitività del mercato del lavoro, oltre al fatto che
tutti noi come clienti siamo diventati iper esigenti e di
conseguenza le aziende sono diventate
organizzazioni sempre più complesse. Tutto ciò
rende entrambi gli ambiti davvero difficili da gestire.
Bisogna darsi delle priorità e non farsi prendere dai
sensi di colpa. Non potrò essere a tutte le feste
(almeno cinque all'anno) che vengono fatte a scuola,
cosìcomeavoltedovròdiredinoaunfornitoreoa
un investitore. Ma va bene così perché sono certa di
riuscire a trasmettere ai miei figli tutto l'amore che
ho, dando loro anche un esempio positivo di madre
che lavora con grande motivazione.
É un settore tradizionalmente maschile il vostro?
Sì, ma soprattutto perché la produzione richiede un
lavoro fisico piuttosto duro… le donne sono per lo
più in amministrazione: una ventina in totale.
Cerchiamo in tutti i modi di andare incontro alle
esigenze di queste donne soprattutto se hanno figli.
Ecco, una cosa che mi manda in bestia è che le
donne, ancora oggi, siano costrette a scegliere tra
lavoro e famiglia. Io sono madre di tre figli e
comprendo quando possa essere difficile conciliare
tutto. Lavorando in azienda tutto il giorno un aiuto è
necessario attraverso i nonni e la babysitter, ma poi,
quando rientri in casa, hai comunque tutta una serie
di mansioni alle quali non puoi sottrarti. Si parte
svantaggiate rispetto ad un uomo, non c'è niente da
fare. La fortuna è di avere un marito, un compagno,
che ti sostiene, che condivide le ansie, le
problematiche, ed il lavoro in casa… mi ritengo
molto fortunata ma purtroppo, vedo molte donne che
si trovano da sole a gestire la responsabilità della
casa e dei figli. É giusto che si parli di questo
problema affinchè le donne riescano a coniugare il
desiderio di essere madri con il desiderio di crescere
professionalmente, di trovare una loro dimensione.
Che cosa significa impresa 4.0?
Nel nostro settore significa: “Futuro”. Infatti, la nostra
azienda si sta adeguando già da tempo alla frenetica
evoluzione dei processi industriali volti alla
digitalizzazione delle catene di filiere, al fine di
essere sempre più competitivi nel mercato globale
ma soprattutto significa investire in una Ricerca
continua e constante.
Le faccio i complimenti, trovo che
lei sia una donna davvero molto
bella, in sintonia con la bellezza di
quello che suo padre ha creato e
che lei e suo fratello farete
crescere, potenziandolo.
Sono certa che il futuro di Finplast
sarà bellissimo…
Valeriana Mariani
Si ringrazia AIDA partners
per la splendida
collaborazione
www.aidapartners.com
www.dimagazine.it
Zona Ind.le Campolungo II fase
63100 Ascoli Piceno - Italy
Tel. +39 0736.403605 - Fax +39 0736.403807
E-mail: info@fainplast.com
www.fainplast.com
È CON NOI
SARA
DONNE DI SUCCESSO
in primo
PIANO
FERRERI
Key Account Director SAPI srl
SAPI, UN ESEMPIO VIRTUOSO DI
ECONOMIA CIRCOLARE IN ITALIA CHE HA
UN UNICO OBIETTIVO: FARE LA
DIFFERENZA.
Sapi è un'azienda italiana che dal 1993 rigenera cartucce toner per la stampa laser e
stampanti e copiatrici digitali, ri-producendo i consumabili esausti che altrimenti
sarebbero avviati allo smaltimento. Negli anni il Gruppo è cresciuto arrivando a offrire
oggi un vero e proprio modello di Economia Circolare applicato al settore della
stampa digitale. Con Sapi Service, costituita nel 2009, l'azienda assicura ai clienti la
gestione e la manutenzione personalizzate delle stampanti in uso per prolungarne la
vita utile e la funzionalità. Con Bepro Italia, a partire dal 2014, riacquista e
commercializza, attraverso una piattaforma di e-commerce, consumabili originali
inutilizzati per stampanti e copiatori. Oggi Sapi, leader italiana del settore printing e
tra i primi produttori a livello mondiale, è riuscita a creare un modello alternativo di
consumo basato sul recupero e riutilizzo dei consumabili e sull'allungamento della
vita utile degli strumenti di stampa. Quello che prima era considerato un rifiuto
speciale da smaltire diventa la base per la creazione di prodotti e servizi sostenibili,
circolari, intelligenti, senza spreco di materia ed energia. Con due stabilimenti www.dimagazine.it 5
presenti in Lombardia, valutati nel settore tra i migliori al mondo, e quindici linee produttive diverse,
Sapi oggi produce fino a 30.000 unità ricostruite al mese. Sapi è un'azienda profondamente radicata
nella comunità e nel territorio in cui opera. Una grande realtà che crede nel valore delle persone: non
va dimenticato che proprio sul capitale umano si gioca la competizione globale. Una competizione che
muove dalla consapevolezza di una profonda sinergia tra la capacità di attrazione di capitale umano
qualificato e la crescita sostenibile del capitale sociale ed economico. Il trasferimento della
conoscenza e della contaminazione delle competenze è un connubio imprescindibile per accelerare le
opportunità di crescita, creare vantaggio competitivo su scala globale e stimolare un percorso di
sviluppo sostenibile nel tempo.
INTERVIEW
Bentrovata Sara, ci parla degli esordi di SAPI?
Se non erro nasce come azienda familiare…
Non sbaglia, Sapi nasce nel '93, siamo un'azienda
familiare, da trent'anni ci occupiamo di rigenerazione
di cartucce. I miei hanno iniziato questa attività
perché allora era un mercato con un forte potenziale
di espansione. Sono partiti in un piccolo negozio con
la commercializzazione di prodotti rigenerati, poi
hanno visto che la commercializzazione da sola
faceva vendere loro dei prodotti che a volte non
funzionavano bene e dovevano metterci loro la
faccia (sorride) ed i miei genitori l'hanno trasformata
in un'azienda di produzione. Oggi siamo un'azienda
metalmeccanica e produciamo i prodotti che
vendiamo… anzi, non produciamo ri-produciamo
perché la nostra attività è assolutamente atipica
rispetto ad altre: la nostra materia prima è qualcosa
che è già stato prodotto e che è già anche stato
utilizzato a cui diamo nuova vita. Fin dalla nascita
l'azienda ha scelto di ricoprire un ruolo decisivo nel
processo di riduzione del quantitativo dei rifiuti,
riutilizzando materiali destinati ad essere dismessi,
riducendo gli smaltimenti e contribuendo a
proteggere le risorse naturali che altrimenti
verrebbero consumate, invitando il consumatore ad
una scelta etica e responsabile.
Siete gli unici in Italia in questo settore?
Siamo gli unici rimasti (sorride)…
Quanto è importante oggi essere un'azienda
italiana certificata Made in Italy?
Noi da sempre abbiamo tentato di comunicare
l'italianità dei prodotti SAPI. Siamo un'azienda
profondamente radicata nella comunità e nel
territorio in cui operiamo. Mantenere l'intera filiera
produttiva in Italia ha significato da sempre per il
Gruppo creare ricchezza, opportunità e lavoro in
una logica di valorizzazione della comunità di cui fa
parte. La scelta di essere “made in Italy” ci consente
di garantire la qualità certificata dei prodotti, di
accorciare la filiera produttiva, con una conseguente
riduzione dell'impatto ambientale, di formare
competenze innovative e di esercitare un impegno
concreto nei confronti dell'ambiente e della salute
dei consumatori e dei lavoratori. Abbiamo da
sempre considerato il territorio la nostra forza, tanto
da impegnarci socialmente a livello locale,
organizzando eventi che coinvolgessero la
popolazione e promuovendo iniziative di utilità
sociale, a livello nazionale, collaborando con
organizzazioni ambientaliste e internazionale. In
passato abbiamo aderito al programma dell'Onu
United Nations Global Compact (UNGC) per la
creazione di una economia globale più inclusiva e
sostenibile.
È poi una differenza fondamentale, ovvero
acquistare un prodotto italiano certificato è
molto meglio che acquistare un prodotto
asiatico perché difendere, l'interesse nazionale
equivale a difendere i produttori e difendere i
produttori significa difendere l'interesse
nazionale…
La rigenerazione dei prodotti si inserisce all'interno
di un modello virtuoso di economia circolare in
quanto vengono minimizzate le emissioni di CO2,
viene privilegiato il riutilizzo delle materie prime
secondo gli scopi originali e si riduce in maniera
importante la quantità di rifiuti, anche pericolosi, da
inviare allo smaltimento finale, con un impatto
ambientale di circa l'84% in meno rispetto al
prodotto originale. Purtroppo la polvere di toner
viene prodotta solo nel continente asiatico e dunque
siamo costretti ad acquistarla là, ma questo incide
pochissimo perchè tutta la produzione è interamente
italiana. Speriamo che in futuro prossimo anche
questo componente possa essere prodotto nel
nostro paese…
Vero Sara, Acquistare Made in Italy vuol dire
sostenere l'economia, poi oggi grazie ad una
maggiore sensibilità nei confronti dell'ambiente,
e grazie anche alle normative, la richiesta dei
prodotti italiani sostenibili è cresciuta
sensibilmente…
Fino a poco tempo fa ci sceglievano solo per il
risparmio, adesso le cose sono cambiate e di questo
sono veramente felice… perché scegliere, laddove è
possibile ovviamente, un prodotto italiano, ha
vantaggi enormi, sotto tutti i punti di vista.
La sostenibilità è diventata una potente proposta
di valore per i consumatori sempre più
consapevoli. Dimostra di essere a conoscenza
delle problematiche sociali e ambientali che
affliggono la società e dimostra il modo in cui
contribuisci a farlo e dimostra il modo in cui
contribuisci a farlo come rivenditore…
Quando si parla di sostenibilità aziendale ci si
riferisce a una nuova concezione dell'attività
imprenditoriale, secondo cui il fine ultimo dell'attività
d'impresa non può consistere nella sola
massimizzazione del profitto ma va esteso alla
creazione di valore nel lungo periodo, a vantaggio di
tutti gli interlocutori aziendali e delle esigenze delle
generazioni future. I cambiamenti avvengono
lentamente; le aziende dovrebbero cambiare le loro
politiche di acquisto. La sostenibilità in azienda è
una sfida di più ampio respiro, che chiede
cambiamenti soprattutto nell'operare quotidiano,
prestando attenzione agli aspetti sociali e ambientali
soprattutto nelle attività alla base della generazione
di risultati economici attesi. In ogni caso io, il
domani, lo vedo in maniera molto positiva, a parte il
Covid, credo che questa sensibilità ambientale
possa cambiare lo stato delle cose. Siamo
finalmente agli albori di una nuova era in cui
trionfano eticità, moralità, ecosostenibilità e
solidarietà.
Perché investire nella sostenibilità ambientale?
Perché è quello che oggi anche i consumatori
vogliono ed anche perchè ridurre l'impatto
ambientale per un'azienda significa ottenere
vantaggi competitivi. Questioni come il cambiamento
climatico, l'eccesso di rifiuti e le modalità di lavoro
non etiche sono molto più importanti di quanto lo
fossero in passato e questo ha un effetto a catena
quando si tratta delle nostre abitudini di acquisto.
Acquistando una cartuccia rigenerata da SAPI
che tipo di risparmio ho?
Acquistare una cartuccia rigenerata da noi
garantisce un risparmio economico di circa l'84% a
parità di qualità e resa di stampa; il costo non solo è
molto più basso rispetto a una cartuccia originale ma
ha anche evidenti benefici ambientali, grazie al
minor utilizzo di risorse ed energia. Acquistando da
noi dunque, non si otterrebbe soltanto un sending
economico ma anche ambientale. Ogni anno in Italia
circa 30 milioni di cartucce a getto d'inchiostro e
dieci milioni di cartucce toner finiscono nelle
discariche.
Un obiettivo nobile il vostro perché oltre che riprodurre
quei consumabili esausti che altrimenti
sarebbero avviati allo smaltimento, create
occupazione…
Si. Per fortuna nel tempo con la crescita del fatturato
abbiamo aggiunto persone mantenendo però
sempre quelle iniziali; un capitale umano che è
molto importante tenere vivo e portare avanti…
Che bello…
Siamo partiti così, nel piccolo, e poi a mano a mano
abbiamo aggiunto persone accrescendo il know how
interno perché per noi il capitale umano è
fondamentale. La nostra attività è prevalentemente
manuale per cui è basata sulla competenza delle
persone: noi abbiamo persone che lavorano con noi
da circa trent'anni… abbiamo aggiunto persone
sempre attenti a sviluppare le loro competenze. Ci
piace definirci professionisti Made in Italy, perché
non c'è frase che meglio riassume il nostro modo di
lavorare ed è questo il marchio che vogliamo fissare
su ogni prodotto. Professionisti perché le
competenze tecniche e manageriali di chi lavora nel
nostro Gruppo permettono di mantenere alti gli
standard. La scelta dei tecnici più competenti e dei
migliori materiali porta alla creazione di prodotti ben
fatti che si collocano al top di gamma della
categoria. L'autentico Made in Italy è quello che
mantiene l'intera filiera in Italia, una scelta difficile
ma necessaria se vogliamo contribuire allo sviluppo
economico del territorio attraverso la valorizzazione
delle professionalità locali. Made in Italy è sinonimo
di bellezza e cura, valori che abbiamo accolto nella
nostra azienda, declinandoli nel settore stampa.
L'attenzione per i dettagli e il rigore esecutivo sono
gli elementi che contraddistinguono i nostri prodotti e
ci permettono di competere da protagonisti nel
mercato nazionale e internazionale.
Quindi voi date una seconda vita ai prodotti...
Esatto. Noi partiamo da un prodotto usato, andiamo
a disassemblarlo, depolverarlo e poi a riempirlo di
nuovo con polvere di toner sostituendo anche tutte
le parti che nel tempo si sono usurate e che il nostro
laboratorio ha definito come necessarie da sostituire
per dare nuova vita al prodotto… dopo di che il
prodotto viene riassemblato e riposto in magazzino
per essere distribuito ai nostri clienti. I procedimenti
sono similari anche s ovviamente la stampante
diversamente dalla cartuccia non viene riempita di
polvere toner però comunque andiamo a ricostruirla
ed a sostituire tutte le parti che si sono usurate nel
tempo perché funzioni correttamente.
A livello ambientale, quali sono i benefici di un
prodotto rigenerato?
L'attività di rigenerazione produce (con una filiera
tutta italiana) prodotti certificati e rispettosi dei nuovi
Criteri Ambientali Minimi contenuti nel Decreto
Ministeriale del 17 ottobre 2019. Finalmente i nuovi
CAM riconoscono il valore professionale, ambientale
ed economico dei prodotti rigenerati di qualità.
Siete già in possesso della certificazione SWAN
Label per il rispetto di elevati standard
ambientali e qualitativi del singolo prodotto e
della certificazione EPD attestante la
sostenibilità ambientale di tutte le fasi, avete
ottenuto quest'anno anche la prestigiosa
certificazione ReMade In Italy; un altro grande
traguardo. Quanto lavoro c'è dietro questi
successi?
Dietro a questi successi c'è la nostra Vision. Il nostro
obiettivo è creare lavoro e ricchezza sviluppando un
nuovo modello di consumo alternativo ed
ecosostenibile, grazie a prodotti che, a parità di
performance certificata, coniugano qualità,
vantaggio economico e rispetto per
l'ambiente. Possiamo sperare che i rifiuti
speciali anche in Italia diventino una
risorsa, come già succede in altri Paesi
europei e non un'emergenza come in
Germania ad esempio, dove i rifiuti
vengono riutilizzati per il 70%, superando
di gran lunga il target che si era posto
l'Unione Europea per il 2020. Per produrre
una cartuccia toner nuova (originale o
compatibile) servono 4,5 litri di petrolio.
Secondo una ricerca condotta da IDC Italy,
ogni anno in Italia si utilizzano 10 milioni di
cartucce toner e si stampano circa 80
miliardi di pagine. Alla luce di questi dati,
se tutte queste cartucce dovessero essere
prodotte nuove avremmo un consumo di
petrolio che sfiorerebbe i 45 milioni di litri.
Come vengono smaltiti toner, cartucce
e stampanti?
Una volta esauriti, toner, cartucce e
stampanti diventano rifiuti destinati allo
smaltimento, o più precisamente,
diventano “rifiuti speciali”, che hanno
bisogno di procedure particolari e costose
per raccolta, smaltimento e trasporto. Oltre
l'80% dei rifiuti prodotti nel nostro Paese è
composto da rifiuti speciali. Il recupero dei
materiali esausti viene effettuato da
operatori autorizzati, i quali li consegnano
alle aziende che fanno rigenerazione
affinchè ritornino a essere prodotto,
evitando così che migliaia di cartucce
finiscano in discarica e che vengano
consumati inutilmente ettolitri di petrolio.
Guardando ai dati di consumo, se per
produrre una cartuccia nuova servono
circa 4 litri di petrolio, per ri-fabbricarne
una si possono ottenere risparmi
energetici fino all'80%, con conseguenti
riduzioni delle emissioni di CO2
nell'atmosfera. Analogamente utilizzare
una stampante ri-prodotta insieme ad un
consumabile rigenerato permette risparmi
dei costi economici che possono superare
il 50%. Un prodotto rigenerato costituisce
una scelta eticamente corretta, fondata sul
risparmio di materia e di energia, nel
rispetto della salute umana, della
conservazione delle specie animali e
vegetali, dell'ambiente, del paesaggio, del
patrimonio culturale e del lavoro.
Il cuore del vostro sistema?
Il cuore del nostro sistema è la ricerca e lo
sviluppo: abbiamo un laboratorio
all'avanguardia e un team di tecnici
specializzati che permettono di creare
DONNE DI SUCCESSO
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It is harder to crack prejudice than an atom
“ È più difficile rompere il pregiudizio che un atomo. ”
Albert Einstein
Il vantaggio di comprare ricondizionato è che risparmi sul prezzo ma non sulla qualità. I prodotti ricondizionati infatti sono come i
nuovi, quindi hai sempre la sicurezza di acquistare un oggetto in ottime condizioni estetiche e funzionali e del suo marchio originale.
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DONNE DI SUCCESSO
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PIANO
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I 25 anni di SAPI:
nella foto Sara Ferreri, la primogenita della famiglia, con i fratelli Davide e Federico, la sorella Chiara ed i genitori Liana e Franco Ferreri, i fondatori di Sapi, un'azienda
da sempre ispirata a un modello di business etico e sostenibile.
creare prodotti sicuri e certificati. Ad oggi nel
laboratorio lavora un team di 6 persone che
sviluppano, anzi ri-sviluppano i nostri prodotti che
sono cartucce e componenti per stampa laser ma
negli anni si sono anche aggiunte stampanti
multifunzioni… e dunque noi andiamo a
ricondizionare la parte arduer delle stampanti.
L’innovazione è uno dei nostri motori fondamentali;
investiamo da sempre in ricerca e sviluppo.
L’innovazione è uno dei motori fondamentali della
crescita e delle attività di SAPI.
Sapi è una delle realtà mappata nell’Atlante
Italiano di Economia Circolare. Recentemente
avete pubblicato sul vostro sito Sapi Rigenera, il
manifesto dedicato alla sostenibilità,
all’economia circolare e all’innovazione, per
raccontare in dieci punti il vostro percorso di
crescita che in poco meno di 30 anni ha
trasformato una semplice start-up a produttore
riconosciuto tra i primi 5 del settore in Europa e
tra i primi 10 a livello globale con un fatturato
che sfiora gli 11 milioni di euro l’anno di cui gran
parte viene investita nell’attività di ricerca e
sviluppo per raggiungere standard qualitativi di
riciclo e ri-manifattura sempre più elevati.
L’orizzonte è molto promettente… Quali, le
dimensioni del mercato legato allo smaltimento
in Italia?
Il nostro mercato interno è di circa il 50% ed il
restante 50% viene venduto in Europa. Da una
decina d’anni vendiamo anche Australia e Sudafrica
ma con il Covid questo business con l’estero
chiaramente si è molto ridotto. L’apertura ai mercati
internazionali è sempre stata la vocazione aziendale
ed è oggi la parte che io seguo personalmente.
All’interno dell’azienda mi hanno raggiunto anche i
miei fratelli che operano in ambiti diversi. L’idea è
quella di far crescere la nostra realtà perché ci
crediamo profondamente. Crediamo in questo
progetto di crescita che ha anche tanti valori.
Questo è molto bello Sara, e sa perché? Perché
in molte aziende, anche affermate, la cosa più
delicata è il passaggio generazionale e tante
volte i figli non intendono portare avanti tutto
quello i genitori hanno faticosamente costruito…
e invece lei ed i suoi fratelli intendete impegnarvi
nell’azienda di famiglia per farla crescere. Quanti
figli siete?
Quattro: due femmine e due maschi.
Lavorate tutti in azienda?
Si, adesso sì. Io sono la primogenita.
Per i suoi genitori sarà una cosa bellissima il
vedervi tutti, oggi, impegnati a dare continuità a
quello che loro hanno costruito con tanti
sacrifici perché in molti casi appunto questo non
avviene… ed è davvero molto bello ritrovare
quel clima famigliare anche in azienda. Presumo
però che non sia stato semplice per voi…
Sono stati degli anni molto positivi ma non è stato
semplice ogni anno cerare di inventarsi nuove cose
per andare avanti. L’azienda è stata continuamente
forzata ad adattarsi ad un ambiente in continua
evoluzione e far questo non è un compito facile.
Come ha affrontato il lockdown?
Sono una donna, una moglie, una mamma di un
bimbo di quasi tre anni e mezzo, Leonardo… lavoro
in azienda e quindi a livello psicologico non è stato
facilissimo gestire tutto, anche perché io ho sempre
lavorato. Penso che in questo periodo di lockdown
le donne, soprattutto se mamme, siano state, come
dire “forgiate” … siamo state tutte presumo delle
super eroine (sorride).
Per la prima volta nella sua storia millenaria
l’umanità si trova a dover svolgere molte attività
umane e sociali senza il contatto fisico, senza la
presenza, senza rapporti umani diretti. Abbiamo
imparato una vita “virtuale” e tutto ciò
modificherà profondamente e
antropologicamente il nostro essere uomini e
donne. La sfida della nostra generazione è
affrontare tutto questo e trovare delle soluzioni.
La pandemia ci lascerà sicuramente un mondo
diverso, più povero, più diseguale, perché la
crisi sta colpendo tutti i settori dell’economia
mondiale ma tutti abbiamo imparato una cosa
fondamentale: che siamo esseri umani, fragili.
Se vogliamo cambiare sul serio la realtà intorno
a noi dobbiamo cambiare prima ciò che abbiamo
dentro. Ecco perché all’economia deve essere
applicata non solo l’etica ma finanche la
spiritualità: un mondo più felice è davvero
possibile, basta cambiare una volta e per tutte il
nostro modo di pensare individuale e alla fine
collettivo…
Raccontarsi è importante. Quello che cerco di fare io
è creare un rapporto umano con il cliente perché per
portare avanti il business bisogna essere partners.
Sia con il cliente che con il fornitore. In fondo
l’obiettivo è uguale per tutti: se siamo contenti
entrambi, meglio. L’etica nel lavoro è
importantissima. Il rapporto umano aiuta moltissimo:
un cliente soddisfatto dei nostri prodotti, piuttosto
che dei nostri servizi, per me è la gratificazione più
importante.
Che cosa si augura in futuro Sara?
Mi auguro di portare avanti l’azienda di famiglia e di
farla crescere nel rispetto dei valori e degli ideali che
mi hanno trasmesso i miei genitori.
Si ringrazia AIDA partners
per la splendida
collaborazione
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Nella foto:team work SAPI
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Donne sicule:
non solo quote ma soprattutto
numeri che le fanno brillare come
s t e l l e !
Secondo i dati del Bilancio di genere per l’esercizio finanziario 2019, redatto
dalla Ragioneria Generale dello Stato, la partecipazione delle donne nel
mercato del lavoro, pre Covid, era in miglioramento in Italia e l’occupazione
femminile aveva superato, anche se di poco, in quell’anno la soglia del 50 per
cento. Rimaneva tuttavia ancora lontana dai livelli di altri paesi europei (la
media dell’UE-28 è al 64,1 per cento) e il divario rispetto agli uomini era ancora
rilevante, sia in termini di occupazione che di retribuzione. Nel Sud d’Italia
persisteva una marcata differenza tra tasso di occupazione delle donne
settentrionali e meridionali ( pari rispettivamente al 60,4 e al 33,2 per cento). Il
dato allarmante era sulle nuove generazioni: rimanevano indietro le più
giovani e le donne residenti al Sud non solo in termini di tasso di occupazione
ma anche di tasso di inattività. Le ragazze che fino a 34 anni non cercano
lavoro era ancora il 33% . La pandemia in atto ha aumentato le disparità e le
disuguaglianze sociali, aggravando e azzerando i lievi progressi che ci
facevano comunque esultare. Un sondaggio dell’ Onu ha messo nero su
bianco l’esperienza vissuta di milioni di donne nel mondo che, nella prima
metà del 2020, si sono fatte maggior carico dell’assistenza all’infanzia,
dei lavori domestici e hanno subito in media più licenziamenti rispetto alla
controparte maschile. Un quadro più completo è offerto dal Covid-19
Global Gender Response Tracker: a causa della pandemia e delle sue
ricadute, all’inizio di settembre, le Nazioni Unite prevedevano che il tasso
di povertà tra le donne sarebbe aumentato del 9,1%. A luglio il McKinsey
Global Institute ha riferito che la crisi ha reso i posti di lavoro occupati in
rosa 1,8 volte più vulnerabili di quelli degli uomini. Inoltre, i dati di
Unincamere confermano che anche nel mondo dell’imprenditoria l’impatto
del Covid-19 ha picchiato più duro sulle realtà a guida femminile: sia perché
una parte cospicua si concentra nei settori più colpiti dalla crisi (ristorazione,
turismo, spettacolo) sia perché, come detto, sulle donne ricadono molte
incombenze familiari scatenate dalla pandemia.
DHEBORA
MIRABELLI
PRESIDENTE REGIONALE SICILIA CONFAPI
DONNE DI SUCCESSO 2021
in primo PIANO
TRA APRILE E
SETTEMBRE C’È STATO
UN SIGNIFICATIVO
ARRESTO DELLA
VOGLIA DI METTERSI IN
PROPRIO DA PARTE
DELLE DONNE:
nel secondo trimestre, in particolare, il numero di
nuove imprese femminili è crollato del 42,3% , ben
più del -35,2% registrato dalle aziende maschili.
Anche nel terzo trimestre, nonostante la ripresa
dell’economia, le nuove iscrizioni al registro
camerale hanno continuato a scendere, segnando
un -4,8%, mentre le nuove imprese maschili sono
aumentate dello 0,8%. Rispetto alle imprese
maschili, quelle femminili dimostrano a seguito
della crisi maggiori problemi di liquidità (38% contro
il 33% degli uomini), di approvvigionamento delle
forniture e di accesso al credito. Per questo hanno
chiesto di accedere alle misure di ristoro più delle
imprese maschili ( 28% contro il 20% ) e chiedono
aiuti per accedere al credito, oltre che supporto per
la digitalizzazione. Ma se questo è vero e
altrettanto vero che le criticità hanno rafforzato
l’ingegno di quelle donne e imprese rosa che
avevano una marcia in più. Questo soprattutto nel
sud più colpito dal punto dall’emergenza
economica figlia di quella sanitaria. Dedicherò il
paragrafo successivo al racconto di aziende rosa e
imprenditrici che hanno dimostrato di leggere i
contesti e adottare interventi innovativi in diversi
settori che oggi e per i prossimi anni si rivelano
fondamentali e indispensabili per la ripresa.
Esperienze di successo e positivi role models
femminili in questo campo sono ancora più
determinanti se li contestualizziamo in uno
scenario politico e di governo che manifesta in
piena crisi ancora di più inadeguatezza e
arretratezza culturale.
Mentre, infatti, l’Europa e il suo Presidente Ursula
von der Leyen ribadiscono che “La parità di
genere è un principio fondamentale dell’Unione
europea, ma non ancora una realtà.” ,eche“nel
mondo degli affari, in politica e nella società nel suo
complesso potremo raggiungere il nostro pieno
potenziale solo utilizzando tutti i nostri talenti e la
nostra diversità. Impiegare soltanto la metà della
popolazione, la metà delle idee e la metà
dell’energia non è sufficiente.”, molti in Italia e,
soprattutto al Sud, ancora posticipano il
riconoscimento e l’attuazione del principio di parità
tra sessi, seppur costituzionalmente garantito,
causando preoccupanti e allarmanti rallentamenti
nel progresso e crescita culturale, sociale ed
economica futura.
Il divario di genere in economia, giova ricordarlo, ci
costa oltre il 40% di risorse e talenti non utilizzate.
Combattere per il raggiungimento della piena parità
di genere in ambito economico è importantissimo
per contrastare anche fenomeni e piaghe sociali in
aumento come le molestie e le violenze sulle
donne eifemminicidi. Infatti, nell'impegno contro la
violenza sulle donne riveste un ruolo di primo piano
l’investimento sul lavoro e sulla valorizzazione
dell’esperienza femminile. Il sostegno
all’indipendenza economica è una leva molto
efficace per contrastare la violenza di genere e
tutelare le vittime di questa piaga sociale resa
ancora più grave dall’emergenza sanitaria dovuta
alla pandemia da Covid-19. Tra le principali vittime
del Covid-19 ci sono le donne fragili e vulnerabili. Il
lockdown e lo smart working hanno avuto
ripercussioni molto forti sul fenomeno della
violenza contro le donne, soprattutto in ambito
domestico. Già nella scorsa primavera i numeri
internazionali parlavano di una crescita delle
violenze dovute all’isolamento forzato imposto in
moltissimi Paesi del mondo. Questo fenomeno
resta comunque molto difficile da misurare, perché
è in larga parte sommerso. Esistono però alcune
statistiche che permettono di valutare quale sia
stato il peggioramento della violenza di genere in
Italia soprattutto nei mesi caratterizzati dal
lockdown e nel periodo immediatamente
successivo. A fine ottobre Istat ha pubblicato una
serie di dati per comprendere come sia aumentata
la portata della violenza di genere in Italia,
utilizzando le rilevazioni sulle chiamate al numero
1522, coordinato dal Dipartimento per le pari
opportunità. Tra marzo e giugno 2020 – il periodo
più fortemente condizionato dalle limitazioni per
l’emergenza coronavirus – le chiamate valide al
numero antiviolenza 1522 hanno segnato un
aumento di circa il 120 per cento rispetto allo
stesso periodo dell’anno precedente, passando da
quasi 7 mila a oltre 15.200. Un aumento di circa il
72 per cento è stato registrato anche nel periodo
che va da marzo a ottobre scorso. Ecco perché le
battaglie per mettere a sistema la “ risorsa donna” e
promuovere la parità in economia e politica sono
cruciali in Italia nei prossimi anni. Se vogliamo una
più rapida ripresa il raggiungimento della parità di
genere non può attendere 108 anni come afferma il
Global Gender Gap Report 2020. Le idee e
risposte delle donne siciliane in numeri nonostante
l’assenza di quote rosa nel Governo regionale! Il
2020 in Sicilia si è concluso con un po' più di
amarezza che nelle altre regioni per quanto
riguarda la parità di genere. A ridosso dei
festeggiamenti di capodanno, infatti, il governo
siciliano decide per un rimpasto della propria
Giunta. Due assessori vengono sostituiti per
ragioni meramente politiche. Tra questi,
Bernadette Grasso, responsabile delle Autonomie
locali e della Funzione pubblica. Le nuove scelte
politiche valgono un vero e proprio record negativo
perché l’Assessore uscente era l’unica donna a
rappresentare circa 2 milioni e 600 donne siciliane
e il 54% dell’elettorato attivo dell’Isola. La giunta
diventa così composta da soli uomini: unico caso in
Italia insieme al Molise che però a differenza della
Sicilia che è la più grande del Paese, è la
penultima regione in termini di grandezza. E’ bufera
nazionale, i sindacati e la Confederazione delle
Piccole e Medie Imprese ( Confapi) siciliana, da me
rappresentata, sostengono una petizione che in
pochi giorni raggiunge 10 mila firme e un gruppo di
giovani siciliane inizialmente costituito da 8
ragazze istituisce una pagina facebook di protesta
“ Le Siciliane” che in pochissimo tempo vanta 750
iscritte donne. Nonostante ciò e gli appelli di diversi
Ministri in carica, il Presidente della Regione
dichiara che le pari opportunità e le quote rosa,
introdotte qui in Sicilia con una legge varata solo a
giugno del 2020, saranno rispettate a partire dalla
prossima legislatura. Come dire, per la parità si
può aspettare: in tempo di crisi le priorità sono
altre. Per gli uomini che hanno considerato sterile e
pretestuosa la protesta femminile al momento non
ci sono donne abili quanto gli uomini a saper
fronteggiare la crisi in atto qui sull’Isola. Eppure,
l’evidenza empirica anche qui da noi, nel profondo
Sud, dove primeggia ancora una cultura patriarcale
e maschilista, sono proprio le donne imprenditrici
che hanno saputo fornire role models ai giovani in
diversi settori e comparti strategici per la nostra
economia. In qualità di unica Presidente donna tra
le 78 Confederazioni territoriali attualmente
presenti in Confapi, Confederazione datoriale che
attualmente rappresenta 83 mila imprese e circa 1
milione di addetti, esercito il mio ruolo in un mondo
ad appannaggio maschile cercando si avviare un
processo di rinnovamento verso l’attuazione del
mainstreaming di genere che, aldilà delle quote
rosa, trova forza sui numeri. Numeri che popolano
voci di bilancio come fatturati e ricavi, costi e
investimenti tanto cari agli uomini, economisti e
politichi che ancora considerano la parità di genere
una “ moda di stagione” da indossare a seconda
delle esigenze di mera opportunità o, per meglio
chiarire, opportunismo. Inizio proprio dalla mia
personale esperienza in questa difficile Regione
del Mezzogiorno per raccontare brevemente
alcune iniziative realizzate durante un anno di
lavoro e alcuni risultati raggiunti esercitando in
piena pandemia ed emergenza economica. Finisco
citando e raccontando l’esperienza e le idee di
successo di alcune donne manager siciliane che
ho la fortuna di rappresentare, che mi hanno
ispirato, supportato e incentivato dimostrandomi,
grazie alle indiscusse capacità di leadership e di
intuito femminile, di poter fare la differenza in
termini di sviluppo ed economia dell’intera regione
e non solo.
APPENA È STATO ANNUNCIATO
IL PRIMO LOCKDOWN, L'8
MARZO 2020, DIVENTATA
COLLETTORE DI ISTANZE,
SFOGHI E LEGITTIME
PREOCCUPAZIONI DEGLI
IMPRENDITORI PENSAI CI
FOSSE UN GRAVE
SCOLLAMENTO TRA GOVERNO
NAZIONALE E REGIONALE E
PROFESSIONISTI, DATORI DI
LAVORO E LAVORATORI.
Di sicuro, una delle cause era la comunicazione
istituzionale che si è dimostrata troppo “edulcorata”
rispetto la realtà. L'ira e la frustrazione del mondo
economico, messo in ginocchio dall'emergenza
sanitaria, nel corso dei mesi aumentano con il
susseguirsi dei decreti nazionali e delle ordinanze
regionali che con risposte inadeguate e troppo
autoreferenziali si dimostrarono sorde al grido delle
più colpite vittime economiche del virus. La forbice tra
politica italiana definita “casta” e i provvedimenti
tempestivi e più incoraggianti a favore di settori
economici e lavoratori colpiti promossi in Paesi come
la Germania, la Francia e La Gran Bretagna hanno
segnato il colpo di grazia e confermato come siano
lontani dalla realtà certi politici e tecnici per anni
beneficiari di privilegi e tutele ancora più
incomprensibili in piena crisi. Parte così l'idea di un
format televisivo “La Parola alle imprese” che mira a
concedere, all'interno di uno spazio di 8/10 minuti, la
parola agli imprenditori di diversi settori per
denunciare la loro situazione ai governanti in piena
crisi economica. Oltre 25 puntate registrate e andate
in onda da fine marzo a luglio 2020 su una tv locale
con copertura regionale. Un format di
approfondimento trasmesso all'interno dei TG di
informazione e attualmente visibili su You Tube, vari
canali social e siti istituzionali di diversi enti e
associazioni. Al suo interno, il racconto del lavoratore
positivo trovato in azienda e da isolare per non
bloccare la catena produttiva di Premiati Oleifici
Barbera. Ci racconta Manfredi Barbera che non ha
potuto fermarsi perché serviva la Grande
Distribuzione, non poteva restare in attesa di regole e
protocolli di sicurezza varati solo dopo mesi dalla
circolazione del virus. Le regole sono nate in azienda
e hanno preso forza dalla tenacia e disperazione di
proseguire innovando. Ma i racconti sono tanti e non
tutti positivi e si raccolgono le testimonianze di altri
imprenditori costretti a fermarsi prima eachiudere
poi definitivamente a causa della crisi. Tra queste
ultime, indimenticabile è stata l' intervista registrata
negli abbandonati Acacia Palace Hotel di
Campofelice di Roccella, alle porte di Cefalù e di
Marina di Ragusa: due resort di lusso tra i più richiesti
di turisti facoltosi stranieri. In essa, le denunce delle
crescenti difficoltà economiche per via delle
numerose disdette delle prenotazioni, l'applicazione
di nuove clausole internazionali per la salvaguardia
dai possibili fallimenti dei più grandi tour operator
europei, le insufficienti risorse economiche concesse
come ristoro dai governanti e le angosce legate ai
rischi di responsabilità civili e penali verso i lavoratori
a rischio di contagio. Queste ultime risuonavano
incomprensibili e inaccettabili per i datori di lavoro,
come l'Ing, Cesare Madia, che avevano attuato tutte
le forme di prevenzione e sicurezza sanitaria
all'interno dei propri resort. Un'Associazione Datoriale
del Sud guidata dall'unica donna Presidente diventa
così in piena crisi best practices in termini di
innovatività nel dare voce ai propri associati per i
presidenti uomini delle altre Confederazioni Territoriali
più anziane e tradizionali. Ma il periodo è durissimo
sotto molti altri aspetti e non c'è tempo di
festeggiamenti che bisogna subito far fronte ad altre
emergenze. I casi di violenze fisiche e psicologiche,
offese, ricatti e molestie contro le donne aumentano
anche nell'Isola e si vestono di nuove forme.
Diventano digitalizzate ancor prima degli strumenti di
tutela, prevenzione e protezione a disposizione. Così
chi lavora sempre più connesso: in smart working,
attraverso teleconferenze, gruppi di messagistica
istantanea o chi cerca di rafforzare la comunicazione
aziendale attraverso i nuovi canali social deve iniziare
a fare i conti con l'altra faccia della “libertà” concessa
dalle relazioni online molto più aperte e disinibite. Le
imprese devono essere sensibilizzate ai nuovi rischi e
alle vittime deve essere fornito uno strumento digitale
di facile e immediato accesso. Inoltre, alle istituzioni,
parti sociali e governanti devono essere forniti nuovi
dati per comprendere il fenomeno e proporre
correttivi. Le donne molestate in luoghi di lavoro
virtuali, già penalizzate dalla crisi economica, non
devono rimanere in silenzio e prive di strumenti per
evitare che crollino e rinuncino al lavoro. Nasce così
l' Osservatore Digitale contro le molestie e violenze
nei luoghi di lavoro, 6Come6.org, quale strumento
attuativo dell'Accordo siglato tra Confapi Sicilia e
CGIL, CISL e Uil per contrastare tali fenomeni nei
luoghi di lavoro. 6come6.org nasce come un punto
neutrale di osservazione e di denuncia digitale facile,
veloce e sicuro nel contrasto alle molestie e violenze
nei luoghi di lavoro. Ho pensato di identificarlo con il
nome “6come6” per rievocare le tutele e le protezioni
introdotte dalla storica normativa in materia di
sicurezza sul posto di lavoro, Legge 626 dell'anno
1994 e successive modifiche e integrazioni, in
un'ottica di mainstreaming. L'auspicio è che la
prevenzione e il contrasto a condotte discriminatorie
e lesive dell'integrità psico-fisica dei lavoratori vittime
di violenze e molestie diventino pratiche condivise e
6come6
CONFAPI
sicilia
generalmente integrate e accettate, così come ormai le norme e gli strumenti della più ampia normativa in tema
di sicurezza sul lavoro, da ogni imprenditore che ha a cuore l'eticità, integrità ed efficienza della sua azienda.
La prima finalità è di acquisire più informazioni possibili sulla descrizione e vastità del fenomeno per meglio
comprenderlo, metterlo in evidenza e contrastarlo. Attraverso 6come6 si vuole anche scendere in campo
accanto alle imprese per salvaguardare la loro reputazione, la loro eticità, circoscrivere le responsabilità di
condotte lesive di diritti umani in capo ai responsabili e fare molta prevenzione. La violenza, come ogni forma di
discriminazione, costituiscono un costo aziendale in termini di malessere organizzativo, assenteismo e
produttività legata ad atteggiamenti non professionali e afferenti la sfera privata di chiunque ne resta coinvolto.
Nel progettarlo, idearlo e realizzarlo ho deciso di focalizzarci su due tecnologie che portano con sé grandi
promesse: blockchain e intelligenza artificiale. L'approccio è stato di tipo esplorativo, tecnologie che
aumentino l'efficienza, riducano i costi e promuovano la trasparenza e certezza dei dati oltre la localizzazione,
possono infatti avere implicazioni significative per i settori dedicati alla guida dell'impatto sociale. La
certificazione e il registro dei dati all'interno dell'Osservatore, nel pieno rispetto delle norme sulla privacy,
consentono di tener conto del tipico pattern di comportamento degli aggressori, che tende a ripetersi nel tempo.
Così, le vittime possono conservare i diversi report o registri, finché non ci sono i presupposti per condividerli
con chi di dovere. La piattaforma, infatti, consente la consegna del report nel caso in cui all'interno del sistema
siano presenti altre segnalazioni, da parte di altri dipendenti, riguardanti lo stesso aggressore. In questo caso, i
dipendenti che hanno inserito dei registri sanno di non essere le uniche vittime di un comportamento scorretto
da parte di qualcuno all'interno dell'azienda e così le diverse segnalazioni possono essere finalmente
trasmesse alle autorità. Infine, a seguito del recentissimo rimpasto della giunta di governo regionale e del
rilevato deficit di democrazia a causa dell'esclusione della sola donna presente e delle numerose affermazioni
sessiste di diversi esponenti politici e non, come già accennato, a nome della Confederazione tutta è stata
pubblicata sulla stampa regionale e nazionale una lettera di denuncia e di proposta per riparare il “danno”.
Aldilà delle quote rose e della coerenza richiesta verso l'ultima legge regionale siciliana votata a giugno 2020
per il loro inserimento e la nostra Costituzione, così come le direttive e le tante raccomandazioni europee che
da anni esortano alla parità di genere e, non da ultimo l'obiettivo 5 dell'Agenda 2030 tracciata dalle Nazioni
Unite, rivendicavamo l'importanza di fornire modelli di rappresentanza femminile alle giovani isolane incentivi ad
investire di più su loro stesse per guadagnare spazi nell'economia e nella società. Per questo la lettera
terminava con le seguenti parole “…Ebbene, la questione oggi non è quindi più solo su quante donne ci
governino in qualità di Assessori ma anche quali possono arrivare a fare la differenza nei processi decisionali
relativi alla cosa pubblica e, nel cambiamento culturale...Confapi Sicilia si augura sinceramente che… insieme a
noi, Confindustria, Confcommercio, Confagricoltura, Confartigianato, Legacoop, Confesercenti e, tutte le altre
parti sociali, possiate decidere di governare sforzandovi di fare il bene dei siciliani e delle siciliane nel migliore
dei modi. Imprescindibile da ciò è cominciare un percorso condiviso per individuare tra le tante siciliane che,
hanno già dimostrato di saper far eccellere la nostra regione e la nostra economia in Italia e nel mondo, nuovi
leader strategici per la gestione e la guida di enti di supporto alla vostra rinnovata azione di governo.”
La risposta non è tardata a venire dalla politica al Governo: l'assenza di donne in posti decisionali è solo
temporanea, ce ne occuperemo nella prossima legislatura! Come se la parità fosse un abito alla moda da
scegliere di seguire o meno in base alle diverse stagioni della maggioranza politica. E così, abbiamo lanciato
sul web anche su diverse emittenti televisive uno spot di sensibilizzazione che racconta che nonostante le
donne in Sicilia rappresentano la maggioranza sia della popolazione (51,4%) sia dell'elettorato attivo (54%) e
sia delle laureate ( 15,3% contro il 12% circa degli uomini), la percentuale delle stesse in Giunta di Governo è
oggi pari allo 0%! Lo spot in poche ore ha raccolto migliaia visualizzazioni ed è stato condiviso da giornalisti e
importanti Associazioni che lottano per la parità come Nove Onlus che come madrina di battaglie come queste
Margherita Buy.
Abbiamo bisogno di donne abili in posizione di comando, perché le donne sono molto di più che “ quote rosa” al
servizio del “ greenwashing dei partiti”.
Le imprenditrici siciliane a lottare per lo sviluppo e l'innovazione socialmente responsabile sono tante. Tra le mie
associate sono felice di collaborare con: Giulia Giuffrè alla guida di Irritec di Capo d'Orlando (Me) che chiude il
2020 con circa 170 milioni di fatturato e 400 addetti sull'Isola; Annalisa Spadola proprietaria e responsabile
della comunicazione e marketing della più grande torrefazione siciliana, Moak di Modica in provincia di Ragusa;
Carmen Russo, esempio di inclusione sociale per tantissimi giovani talenti con la sua accademia di Palermo
Energy dance e innovatrice di successo con la sua nuova linea di cosmesi lanciata proprio durante il periodo di
crisi e, per finire, Enza La Fauci, donna del vino della provincia di Messina che ha sfidato la pandemia con il
rafforzamento dei processi di internazionalizzazione.
MA CONOSCIAMOLE MEGLIO QUESTE “4
MOSCHETTIERE” SICULE.
“
E' dura affermarsi e
lavorare in contesti
fortemente condizionati
dagli stereotipi e da
logiche maschiliste
figlie di una cultura
patriarcale post
moderna. Ogni giorno
si “smarcano”
pregiudizi e spesso ci
si arrende ad affermare
il proprio essere e
“linguaggio” solo
perché non si è capiti o
peggio sminuiti.
”
GIULIA
GIUFFRÈ
SUSTAINIBILITY AMBASSADOR E DIRETTORE MARKETING
DEL GRUPPO IRRITEC
Giulia nasce in Sicilia nel 1974, con una mission importante, migliorare l’efficienza dell’irrigazione in
agricoltura e giardinaggio, riducendo l’impatto ambientale. Scarsità d’acqua e crescente domanda
alimentare, esigono in tutto il mondo l’uso dell’irrigazione a goccia, di cui Irritec è punto di riferimento a
livello globale. Alla guida di una delle più importanti e performanti realtà siciliane che vanta 12 stabilimenti e
circa 800 collaboratori, dirige sedi produttive e commerciali in Italia, Spagna, Messico, Brasile, Stati Uniti,
Algeria, Germania e Cile. Nel suo impegno per l’ecosostenibilità, l’azienda ha lanciato il progetto Green
Fields, che incoraggia gli agricoltori a smaltire correttamente i prodotti in plastica dopo l’uso, assicurandone
una seconda vita. Per “la sua capacità di coniugare l’etica del lavoro e le solide tradizioni familiari
all’innovazione tecnologica quale volano di sviluppo per l’intero territorio e cofautore del benessere sociale”
viene premiata come Donnattiva 2020. Tra gli altri prestigiosi riconoscimenti, è stata premiata come SDG
Pioneer Italy 2020 per l’anno 2020 dal Global Compact Network Italy, in occasione del forum di
presentazione del Rapporto Eco Media 2020 di Pentapolis. Il concorso rientra nella più ampia campagna
globale per sensibilizzare gli attori economici sull’importanza di impegnarsi concretamente a livello locale
per il raggiungimento degli obiettivi Onu dell’ Agenda 2030, plasmando un nuovo spirito di responsabilità nel
business.
ANNALISA
SPADOLA
DIRETTORE MARKETING E COMUNICAZIONE MOAK
Nel 1997, finiti gli studi, entra nell'azienda di famiglia, Moak, con il ruolo di direttore marketing e
comunicazione. Alla passione per il caffè, trasferita dal padre Giovanni, unisce quella per le parole, il cinema,
l’illustrazione e la musica, facendole diventare fonte di ispirazione per la sua professione. Nel 2000 dà vita al
progetto “ Moak Cultura”, con il Caffè Letterario Moak, premio nazionale di letteratura, per poi affiancarlo a
Corto Moak, concorso internazionale di cortometraggi, fino ad evolversi ed innovarsi in Fuori Fuoco Moak,
contest internazionale di fotografia. Nel frattempo l’azienda cresce a velocità. Moak è sempre stata incapace
di star ferma fino alla crisi economica dovuta all’emergenza Covid che mette in ginocchio tutto il settore
Ho.Re. Ca. Il 90% dei clienti di Moak sono bar e ristoranti il resto è esportazioni, ma anche in quel campo
inizialmente le commesse si fermano perché c’è molta diffidenza e panico nell’importare merci derivanti dal
paese europeo più colpito dalla Pandemia. Annalisa non si scoraggia e da vita a progetti e investimenti nella
comunicazione e sui social innovativi e di grande impatto. Nasce nel 2020 durante tutto il primo lockdown
“ Casa Moak Live”, un programma molto apprezzato dal pubblico di dirette settimanali condotte da Betty
Senatore di Radio Capital sui canali social di Moak. Ospiti tanti personaggi del mondo del cinema, della
musica e della ristorazione, tra cui il cantautore Giovanni Caccamo, Loredana Cannata ( attrice scelta da
Sorrentino e Ozpetec), Alberto Pellai ( medico psicoterapeuta e autore di numerosi libri),
Luigi Cremona
( critico gastronomico). Tutti connessi per fare quattro chiacchiere all'interno di una casa virtuale. Obiettivo
accorciare le distanze, condividere opinioni e raccontarsi come affrontare la pandemia e cosa imparare da un
difficile e inedito periodo storico.
ENZA
LA FAUCI
FOUNDER LA FAUCI
Fonda la sua tenuta nel 2003 per valorizzare le tradizioni familiari, che vedono i La Fauci coltivare uva e
produrre vino sin dal secondo dopoguerra. Del tutto personale il percorso che ha condotto Enza alla
viticoltura. E' stata l'esperienza ventennale nell'impresa di famiglia, la rinomata “ Distilleria Giovi” ad avvicinarla
dopo la produzione di grappa a quella del vino eisuoisegreti.Illavoroinvigna è esclusivamente manuale ed
essendo azienda particolarmente attenta al totale rispetto della naturalità dei vini, non viene utilizzato nessun
tipo di diserbante chimico, tanto da autodefinirsi " più biologica del biologico". Dal “ Case Bianche” all'“ Incanto”,
da “ Oblì” al “ Terra di Vento”, sono tutte etichette, quelle prodotte dall'azienda di Enza La Fauci, specchio
fedele della migliore Sicilia se si parla di vino. Enza è anche membro delle “ Donne del Vino” siciliane. Ha
collaborato con Confapi Sicilia dando voce alle aziende vinicole della regione nell'azione di denuncia della
crisi economica del settore a seguito dell'emergenza Covid-19 e non ha esitato a raccontare durante la
pandemia tutte le difficoltà che doveva affrontare e risolvere per rimanere sul mercato e dare seguito alla
domanda di importazione dei suoi vini nel mondo.
CARMEN
RUSSO
FOUNDER LINEA BEAUTY ROUTINE OVER 40
Per far fronte all'emergenza COVID, continuare a fornire opportunità, percorsi di studio e inclusivi ai giovani
palermitani e non chiudere le porte a tutti coloro i quali desiderano iscriversi alla sua accademia di danza,
altamente qualificata e con insegnanti d'eccellenza, Carmen Russo non solo investe in una campagna
social ma decide di abbassare la quota associativa mensile per tutti gli allievi e ad elargire borse di studio al
100% gratuite per i ragazzi semiprofessionisti siciliani con difficoltà economiche. La nostra associata del
mondo dello spettacolo decide di far rimettere in campo i talenti i una regione duramente colpita dalla
povertà post-Covid. Ma le sue doti manageriali non finiscono qui e decide proprio nel momento più difficile
della carriera di ogni artista italiano fermato dalla chiusura dei teatri, cinema e spettacolo di mettere in
commercio i suoi segreti di bellezza e lancia sul canale di tv QVC Italia, il retailer multimediale dedicato allo
shopping e dell'intrattenimento, la sua nuova linea per la beauty routine over 40. In questo periodo con
Confapi Sicilia e i suoi Ambasciatori per l'internazionalizzazione lavora anche ad una linea per le spa e gli
alberghi extra lusso di Budapest.