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Genitori anteprima di Marzo 2021

In questo numero mettiamo gli esperti a confronto: qual è lo specialista giusto per le nostre esigenze? E come si sceglie cosa fare grandi? Ne parliamo con Paolo Crepet, Maria Rita Parsi, Alberto Pellai e tutti i nostri esperti d'eccellenza

In questo numero mettiamo gli esperti a confronto:
qual è lo specialista giusto per le nostre esigenze?
E come si sceglie cosa fare grandi?
Ne parliamo con Paolo Crepet, Maria Rita Parsi, Alberto Pellai e tutti i nostri esperti d'eccellenza

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La rivista Etica

che sostiene le famiglie

rivistagenitori.it

anno 3 • n. 07 • marzo 2021 s e g u i c i >

un girotondo a sostegno della crescita dei bambini

In questo

numero

a “tu per tu”con

Andrea Mingardi

e la musica

COME SI SCEGLIE

COSA FARE DA

GRANDI?

SFOGLIA L’ANTEPRIMA

NE PARLIAMO CON:

PAOLO CREPET

MARIA RITA PARSI

ALBERTO PELLAI

ESPERTI A CONFRONTO: QUAL È

lo specialista

GIUSTO PER LE NOSTRE ESIGENZE?


PAGINA

2

Leggi la

versione integrale

dell’ultimo numero

della Rivista Genitori

collegandoti al QR

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9

La trasmissione LIVE con gli esperti per parlare di bambini,

adolescenti, adulti e anziani... a supporto di tutta la famiglia

la Rivista Etica

di sostegno alle genitorialità

per “mettere le ali”

ai sogni dei bambini

BAMBINI E GENITORI

Ogni sabato mattina alle 11,00 in diretta

sula nostra pagina Facebook e sul canale

YouTube “Bambini e Genitori Live” per

parlare di benessere psichico e fisico, di

nutrizione, di scuola, di tutela sociale ed

economica, di disabilità, inclusione, pari

opportunità, cultura e mille curiosità.

I nostri Esperti

sono professionisti di altissimo livello che

si adoperano per un sostegno pratico alla

genitorialità, approfondendo gli argomenti

che questa rivista Etica tratta ad ogni

uscita e chiarendo i dubbi che chiunque

di noi può avere.

Gli esperti sono sempre disponibili ad

interagire con tutti i video-ascoltatori

e rispondere alle domande

di approfondimento che

arrivano durante la diretta.

collegati

per guardare

tutte le trasmissioni

Aspettiamo i vostri interventi:

seguiteci numerosi!

La trasmissione

resterà fruibile “on-demand” sui nostri

canali social per tutti coloro che non riusciranno

a vederla in diretta. Sarà sempre

possibile scrivere una mail a redazione@

bambiniegenitori.it, per chi vorrà ricevere

risposte ad eventuali dubbi o domande. I

nostri Esperti vi risponderanno al più presto!

Il palinsesto

ci vedrà insieme per tutto l’anno 2021 con

argomenti sempre diversi a beneficio di

tutta la famiglia. Se avete specifiche richieste

su argomenti di vostro interesse

scriveteci e noi vi accontenteremo!

Passate parola

Ad altri genitori, ragazzi, nonni, insegnanti,

educatori e a chiunque cerchi di vivere

al meglio il proprio ruolo genitoriale.

Fondata da Ilaria Zamboni e Donatella Danesi

con la collaborazione dei Soci Volontari

dell’Associazione

Registrazione presso il Tribunale di Bologna

n. 8.522 del 06/08/’19

Direttrice Responsabile: Alessandra Testa

Editor: Marco Francioni, Silvia Bernardi

Responsabile Comitato Scientifico:

dott.ssa Francesca Zanolla

Fumetto e illustrazioni: Lucia Zerbinati

Comunicazione, web e progetto grafico:

Ilaria Zamboni

Stampa: Casma Tipolito

via Provaglia, 3 - 40138 Bologna

Redazione: Ass.ne Culturale Bambini e Genitori APS

via Larga 36 - 40138 Bologna, tel. 347.308.22.05

redazione@bambiniegenitori.it

Finito di editare a FEBBRAIO 2021

Contribuiscono al sostegno alla genitorialità con i

loro contenuti - fra i vari specialisti - i Dottori: Paolo

Crepet, Maria Rita Parsi, Alberto Pellai,

Claudio Buccheri, Anna Maria Casadei, Raffaele

Focaroli, Patrizia Valenti, Silvia Pelle,

Valeria Peronace, Antonio Perolfi, Massimo

Bressan, Antonella Gazzellone.

Ogni collaborazione è a titolo gratuito. Materiali, foto e testi

inviati per la pubblicazione non vengono restituiti e tale invio

fornisce automaticamente la liberatoria per l’uso delle immagini

e del pensiero anche su mezzi digitali. La riproduzione anche

parziale dei testi e dei materiali pubblicati è espressamente vietata.


Y

La parola ai Genitori Oggi parliamo di... Approfondimenti Salute e risposte

Passioni di una vita e...

L’EDITORIALE

PER LA VITA DEGLI ALTRI

Per la prima volta, Genitori accende i riflettori

su chi Genitori contribuisce a crearlo:

i tanti professionisti che ci offrono, all’interno

di ogni numero, il loro prezioso parere.

Abbiamo chiesto ai nostri

collaboratori di raccontarci qualcosa in

più del loro mestiere e del percorso formativo

e professionale che li ha portati ad

intraprenderlo. Scelte di vita che raccontano

non solo di competenze acquisite e

messe al servizio degli altri, ma anche di

attitudini, sacrifici, fatiche e, spesso, vere

e proprie vocazioni. Missioni. Quel famoso

motivo per cui, ogni giorno, vale la pena

svegliarsi.

«Essere felici può accadere più spesso di

quanto immaginiamo, dobbiamo solo lasciare

che accada – ci ha detto lo psichiatra

e sociologo Paolo Crepet – Perché seguire

le passioni è il vero “passepartout”».

«Da bambina la fiaba della piccola fiammiferaia

di Hans Christian Andersen non

In questo numero

parliamo di passione,

della passione con cui si

svolge il proprio lavoro.

E della passione per

le eccellenze di un

territorio “nel cuore”

dell’Italia...

mi piacque affatto – ci ha raccontato invece

la psicoterapeuta Maria Rita Parsi – è

stata fondamentale: pensai che avrei dovuto

trovare un modo per aiutare le persone

che non ce la fanno da sole».

«Coltivate le passioni: regalano piacere e

nutrimento – è infine il consiglio del medico

e psicoterapeuta dell’età evolutiva

Alberto Pellai per i nostri figli – Scegliete

buoni allenatori fra gli adulti. Tollerate la

fatica: l’impegno torna sempre indietro».

Ed è proprio la passione

che, ancora una volta, ha portato la squadra

di Bambini e Genitori, che è l’associazione

culturale nata per aiutare i genitori

ad affrontare meglio il loro “ruolo genitoriale”

e che edita questa rivista etica, a

rivoluzionarla.

Con una forza e un ardore che ci auguriamo

possano essere contagiosi e di buon

auspicio per andare avanti in questo “particolare”

momento pandemico.

Dalla rivista Genitori, che grazie alla rete

Internet ha ormai una distribuzione nazionale,

è sparita la pubblicità per dare posto

a maggiore informazione a sostegno

della genitorialità.

Parallelamente

la rivista si è arricchita di un nuovo allegato

– i giovani lo chiamerebbero spin-off –

tutto dedicato alla bolognesità, quello stato

dell’animo di chi a Bologna abita, ci ha

vissuto come studente o lavoratore o ci è

solo andato in vacanza, e che è fatto di

luoghi, tradizioni, eccellenze, ironia, piacere

ma anche di sano disincanto. Non

a caso, l’intervista autorevole è dedicata

ad un personaggio simbolo della musica

bolognese: Andrea Mingardi, cantautore,

scrittore, gran tifoso del Bologna e tra i

fondatori della Nazionale italiana cantanti.

Ma la novità più grande

è che la rivista Genitori e il suo allegato

Bolognesità è prenotabile “on-demand”

sulla pagina Facebook, perchè arrivi direttamente

a casa vostra stampato, per

toccarlo con mano e leggerlo quando volete

voi, andando oltre un’occhiata frugale

dallo schermo di un telefonino...

Volete mettere l’esempio che daremo ai

nostri figli, staccandoci finalmente da

quello strumento di tortura? Saremo anche

dei “boomer” ma qualche sana passione

alle nuove generazioni dovremo

pure tramandare! Allora, buona lettura e

buona (si spera) primavera!

Alessandra Testa

Direttrice Rivista Genitori


PAGINA

6

Genitori? Si diventa!

segue dalla pagina precedente

BAMBINI E GENITORI

ro, di perdite economiche, di conflitti

relazionali. L’obiettivo quindi

è quello di recuperare le grandi

risorse che il Critico in realtà può

offrire. Prova a immaginare: come

sarebbe avere a disposizione una

buona capacità di giudizio e, perché

no, di sana autocritica? Sarebbe

come avere al tuo fianco un amico

di cui ti fidi e al quale chiedi volentieri un

consiglio, perché sai che è capace di farti

riflettere senza ferirti e ti aiuterebbe a scegliere

con saggezza. Saresti meno reattivo

alle critiche altrui e nel giudicare gli altri con

modalità che rovinano le relazioni.

Dalla prefazione

di Catia Iori:

“Il Critico interiore crede sempre di sapere

ciò che va meglio per noi, ma in realtà

non fa che proteggere una vulnerabilità antica

risalente alla primissima infanzia.

Una volta cresciuti, quella voce cosi insidiosa

e petulante blocca le nostre energie,

deprimendo l’autostima personale e

rendendoci vittime della paura e dell’ansia…

Leggendo questo libro, un autentico

dono che Franca Errani fa a un vasto

pubblico, ho scoperto che gran parte della

mia crescita personale e professionale è

maturata superando le mie paure più profonde…”

Le pagine del libro, ancorchè fresche e

scorrevoli, descrivono in fondo un processo

di apprendimento: imparare a fidarsi della

vita perché in fondo, anche se

siamo persone diverse, stiamo

cercando tutti la stessa cosa,

saperci accettare ed amare.

collegati

per guardare Per amare ed essere amati.

le trasmissioni

iTempo Lettura > 3 min.

Quali esperti per

Essere genitori

oggi è molto

complesso, viviamo in

un mondo articolato che

richiede competenze non

necessarie ai genitori

delle generazioni

precedenti.

I NOSTRI BAMBINI?

Osho, il famoso maestro spirituale indiano

scriveva: “I genitori dovrebbero essere

consapevoli di come condizionano

i loro figli. E ai bambini dovrebbe essere

data la possibilità di sperimentare il

bene e il male, così che possano decidere

da soli.

Lasciate che trovino

la loro strada: voi state soltanto molto attenti

che non cadano in un fosso!

Non dite mai nulla ai vostri figli che non

sia una vostra esperienza esistenziale.

Accettate la vostra ignoranza, questo

vi procurerà un maggior rispetto, più fiducia

in ciò che siete. L’ego del genitore

pretenderebbe di conoscere tutto!

Siate rispettosi

nei confronti del bambino; i genitori si

aspettano il rispetto dei figli, ma si dimenticano

che è una cosa reciproca: rispetta

i bambini e loro ti rispetteranno!

Fidati dei bambini e loro si fideranno di


La parola ai Genitori

Y

Oggi parliamo di...

Approfondimenti

Salute e risposte

DAGLI ESPERTI

psicologi, pedagogisti e couselor relazionali

della Redazione “Genitori”

te, allora sarà possibile una comunicazione.”

Queste riflessioni di Osho sottolineano

la complessità della società in cui viviamo

che mette a dura prova soprattutto i

nostri bambini e i nostri figli adolescenti

che spesso ci lanciano grida di aiuto

così sottili (siano esse attive o passive),

che diventano percettibili talvolta solo

con l’aiuto di una “bussola”.

Noi genitori,

presi dal frastuono e dalla frenesia di

questa società che ci vuole performanti

in tutti gli ambiti, a volte non riusciamo

ad ascoltare il disagio dei nostri figli che,

durante la crescita, mettono in atto vere

e proprie azioni di ribellione a casa o

scuola, nella totale incredulità nostra e

degli insegnanti.

Comportamenti ostili,

pipì a letto, disturbi dell’apprendimento,

autolesionismo, disordini alimentari: la

cronaca è piena di queste grida di dolore

che bambini e adolescenti e ci lanciano

durante la loro crescita, e che noi

come genitori dobbiamo essere in grado

di cogliere per dare loro il giusto sostegno,

quindi sentiamo la necessità di ricevere

un intervento professionale efficace

per far fronte ai bisogni dei nostri figli,

più tempestivo ed incisivo possibile.

Pediatra, pedagogista,

psicoterapeuta, neuropsichiatra infantile,

coach, counselor relazionale e chi più ne

ha più ne metta…

COME FACCIAMO

NOI GENITORI

AD ORIENTARCI

CORRETTAMENTE

FRA TUTTI GLI

SPECIALISTI PER

I NOSTRI FIGLI?

Come genitori è importante domandarsi

sempre il perché di ciò che accade insieme

ai figli, per mettere a fuoco il problema

il più approfonditamente possibile,

senza colpevolizzare i nostri figli (o

peggio ancora noi stessi), ma neanche

minimizzare i loro comportamenti giustificandoli

come lo “sfogo di un momento”.

Altrettanto importante e prezioso, è il

contributo degli insegnanti, da ascoltare

con interesse e a mente aperta, senza

per questo scadere in facili allarmismi

anche a sfondo neuropsichiatrico.

La risoluzione

delle difficoltà legate all’età evolutiva

dipende molto dalla giusta scelta del

professionista di aiuto a cui rivolgersi in

caso di allarme, ed è quindi necessario

per noi genitori sapersi orientare per affidarsi

efficacemente alle figure professionali

necessarie.

Meglio evitare il passaparola; non è detto

che lo specialista che va bene per l’amico

di nostro figlio che ha lo stesso comportamento,

sia quello giusto anche per

noi perchè sicuramente non corrisponde

lo stesso disagio poichè non parte dalla

stessa situazione famigliare e sociale.

Affidiamoci al pediatra

o al nostro medico di medicina generale

che con le proprie competenze mediche

e la conoscenza approfondita del bambino

e della nostra famiglia, saprà darci

un quadro sanitario obiettivo, che tenga

in considerazione patologie organiche o

malattie ereditarie ed eventualmente inviarci

dal giusto specialista per gli approfondimenti

del caso, senza per questo

farci venire l’ansia anzitempo che nostro

figlio possa essere “malato”.

Qualsiasi malattia,

se presa precocemente, è più controllabile

e gestibile, perciò non escludiamo

a priori l’origine organica dei comportamenti

dei nostri figli anche se adolescenti.

Il pediatra valuterà se orientare l’invio

verso il neuropsichiatra infantile se si sospetta

un disturbo afferente che possa

aver necessità di cura anche farmacologica

(ricordiamoci che solo i medici

possono prescrivere farmaci). Il neuropsichiatra,

a sua volta, farà una diagnosi

in base alla quale disporre un eventuale

percorso con un tecnico delle professioni

sanitarie più adatte: il logopedista

per i disturbi dell’apprendimento, lo psicomotricista

per migliorare la gestione

corporea.

contina nella pagina successiva W


PAGINA

8

Quali esperti per i nostri bambini?

segue dalla pagina precedente

di Alessandra Testa

giornalista, direttrice responsabile Genitori

BAMBINI E GENITORI

Escluse eventuali

patologie mediche, si potrà valutare l’opportunità

di una terapia psicologica, nel

caso di sintomi da curare nella sfera affettiva

e comportamentale, e in tal caso

è bene chiedere informazioni sull’indirizzo

psicoterapeutico da seguire.

In tutti i casi in cui non sia presente una

diagnosi di malattia ma emerga una sofferenza

nella persona, espressa all’ambiente

circostante, di qualunque natura

essa sia (negli apprendimenti, nella

condotta, nell’espressività), l’approccio

pedagogico lo potrà accompagnare nel

percorso di esplorazione delle proprie

risorse nascoste, che sono sempre tante

e come i tesori più preziosi, richiedono

un grande impegno per essere portati

alla luce nei loro forzieri… ma i forzieri,

una volta aperti, illumineranno una vita

intera. E ne sarà valsa la pena.

collegati

per guardare

tutte le trasmissioni

Infine ricordiamo

sempre che ogni intervento superfluo sui

nostri figli costituisce un rischio per l’autonomia

individuale e per l’affermazione

di sé e delle proprie capacità, maggiormente

quando i nostri bambini stanno

crescendo, i danni all’autostima non

possono essere trascurati.

Il primo interrogativo

da porsi è quindi se la ricerca immediata

dello specialista sia sempre necessaria

per i nostri figli o forse più indicata per

noi, per rafforzarci come genitori facendoci

sostenere imparare meglio questo

mestiere cosi difficile acquisendo quegli

strumenti che ci permettano di relazionarci

con loro in un ascolto attento e

partecipato nonostante la frenesia della

nostra quotidianità, in uno sforzo proteso

“ad esserci” nei loro piccoli bisogni e nei

loro “tempi lenti” di tutti i giorni...

Ricordiamoci che

il coach, o il counselor relazionale

in questi casi potrà

essere la figura professionale

più indicata per

noi dalla quale partire,

in questo caso il percorso

intrapreso sarà

finalizzato al benessere

raggiunto grazie

alla riscoperta delle

abilità acquisite, della

nostra unicità e della

conoscenza più consapevole

di noi stessi nel nostro

ruolo di genitori.

Torinese, classe 1951, in tanti anni di

collaborazione con Genitori, questa è

la chiacchierata che mancava a Paolo

Crepet: il costringerlo a parlare un po’ di

sé, invece che degli altri.

Professore, qual’era

il suo sogno da bambino? «Da bambino,

volevo divertirmi. Stavo bene, vivevo in

una bella famiglia, dove non c’erano contrasti

e ci si voleva bene. Avevo un fratello

grande con cui mi piaceva giocare a pallone.

Non ho avuto bisogno di esprimere

grossi desideri. A volte i bambini sognano

per scappare idealmente in un altrove».

Quando ha compreso che il suo percorso

sarebbe stato la psichiatria? «Al liceo

quando cominciai a pensare di iscrivermi

a Medicina. Appena iniziai a frequentarla

ho capito che mi interessava avvicinarmi

alle persone più che ai corpi. La mia

prima esperienza lavorativa, dopo la laurea,

è stata all’Ospedale psichiatrico di

Arezzo. Parallelamente, mi sono iscritto

alla facoltà di Sociologia di Urbino. Poi ho

preso la specializzazione in psichiatria».

La svolta sono sono

stati, dunque, gli anni di Arezzo? «Sì,

un’esperienza bellissima, totale. Da uomo

del Nord, immerso nella natura collinare

e nell’arte, ho trovato Arezzo una città

magnifica. A quell’epoca, il luogo in cui

lavoravo era una delle realtà più note al


La parola ai Genitori

Y

Oggi parliamo di...

Approfondimenti

Salute e risposte

Ho avuto come maestro

FRANCO BASAGLIA ”

iTempo Lettura > 3 min.

mondo per lo studio della salute mentale,

un porto di mare, una vera comunità, un

modello in cui arrivavano a studiare da

mezza Europa»...

Chi è stato, se lo ha avuto, il suo mentore?

«Il mio maestro è Franco Basaglia.

Iniziammo a frequentarci, a progettare e

prefigurare il mondo proprio ad Arezzo.

Poi fui chiamato come consulente dall’Organizzazione

mondiale della salute e

viaggiai molto, collaborando anche con

la Comunità europea sui diritti dei malati

di mente. Quando sono tornato, Basaglia

stava partendo da Trieste per andare a

Roma. Mi chiese di seguirlo. Purtroppo

è durato troppo poco: neanche un anno

dopo, Franco morì. Il nostro rapporto fu

intenso, intensissimo. Avere un maestro,

come lui per giunta, è una delle fortune

più grandi che possono capitare nella

vita».

Una densa attività

letteraria e una costante presenza mediatica

sono due aspetti rilevanti della

sua carriera. Come li vive? «Scrivere mi

piace molto. La genesi del primo libro è

del 1978: si intitolava Ipotesi di pericolosità

e si occupava della supposta pericolosità

dei malati di mente per dimostrare

che sono molto più pericolosi i cosiddetti

normali.

La presenza mediatica e nelle conferenze,

invece, l’ho sempre vissuta come un

privilegio. In principio, è stato un esercizio

“Ho avuto un

grandissimo maestro,

il maggiore

rappresentante della

psichiatria italiana

del Novecento e artefice

della chiusura dei

manicomi”.

utile per imparare a parlare con parole

semplici alla gente. Usare un linguaggio

troppo forbito rischia di creare un divario

fra te e gli altri.

È ANCHE PER

QUESTO CHE NON

DICO QUASI MAI

DI “NO” QUANDO

MI SI CHIEDE UN

COMMENTO.

L’aspetto meramente criminologico, anche

di grandi casi di cronaca nera come

Cogne o Novi Ligure, non mi è mai interessato.

Dietro a un piccolo fatto locale

si può scorgere la metafora universale.

Mi interessa rispondere al “perché” una

madre arriva a uccidere un figlio e non al

“come” lo fa»...

E perché lo fa?

«Perché esistono anche i malvagi».

Cosa la preoccupa di più dell’oggi?

«La distanza fra chi governa e chi vive.

Se chi governa vivesse veramente la

quotidianità saprebbe ascoltare, e faccio

solo un esempio, il disagio crescente

vissuto da questa gioventù allo sbando

dopo un anno senza scuola».

Il nuovo saggio

“La fragilità del bene” (Einaudi) è una carezza

per questo difficile momento? «É il

reprint di tre saggi già scritti.

Ora riflettere sulle parole “amore”, “amicizia”

e “felicità” può essere utile. Essere

felici può accadere più spesso di quanto

immaginiamo, dobbiamo solo lasciare

che accada. Seguire le passioni è la

vera chiave “passepartout”».


PAGINA

10

di Alessandra Testa

giornalista, direttrice responsabile Genitori

5

di Miriam Baraccani

psicologa e psicoterapeuta

Alessandra Villa

educatrice ed arteterapeuta

Rossana Ventura

neuropsichiatra infantile

Giorgia Mignani

dottoressa in psicologia e

arteterapeuta

Scopriamo l’artereapia

Scarica la rivista completa!

In viaggio tra arteterapia e psicoterapia

per scoprire cos’è ed a cosa ci può servire…

BASTA UNA DONAZIONE MINIMA DI 10 EURO

PER RICEVERE DIRETTAMENTE A CASA

L’Arteterapia è una modalità per dare

forma alle nostre emozioni ed a tutto il Ci permette soprattutto

mondo interno che spesso rimane poco LA di TUA lavorare COPIA al nostro benessere SU CARTA attraverso

l’uso delle immagini, mettendoci a

conosciuto.

contatto con

OPPURE

quella che è la risorsa più

Non è sempre facile parlare di quello

che ci spaventa o ferisce, in que-

una preziosa risorsa trasformativa, un

vitale: la nostra creatività che diventa

sto l’uso di materiali artistici permette aiuto importante e benefico.

di entrare in contatto in modo istintivo

con la parte più profonda di noi, di poter

riflettere su esperienze passate ma

DONA

In arteterapia

DA QUI

anche sul nostro presente, di dare un viene data rilevanza a tutto il processo

senso a ciò che ancora non ce l’ha. espressivo nel suo complesso; è il come

vengono utilizzati i materiali che conta e

Come Maria Rita Parsi è diventata Maria

Rita Parsi? Tutto nacque dalla lettura de

La piccola fiammiferaia di Hans Christian

Andersen, una fiaba che a Maria Rita

Parsi bambina non piacque affatto. Fu

la nonna a spiegarle che non sempre si

hanno le energie per reagire e che la piccola

fiammiferaia avrebbe avuto bisogno

di aiuto. Fu l’inizio di una missione: mettersi

dalla parte dei più piccoli e fragili, 24

ore su 24, 7 giorni su 7.

>>> L’ANTEPRIMA DELLA RIVISTA È TERMINATA

Prof, quando ha capito

che sarebbe diventata psicoterapeuta?

«L’episodio de La piccola fiammiferaia

è stato fondamentale. Risale a quando

ero molto piccola e vivevo coi nonni. Di

fronte a quella lettura, rimasi pietrificata.

Stimolata più volte, reagii letterale: “Questa

bambina è proprio una cretina, non

poteva alzare le chiappe invece di farsi

portare in cielo dalla nonna”? Mia nonna

mi mandò in cameretta a riflettere. Poi mi

sgridò per la terminologia usata, certe

parole in casa erano proibite, e mi spiegò

che molte persone non trovano la forza di

chiedere aiuto quando si sentono sole e

abbandonate.

RICEVI LA RIVISTA PER 1 ANNO 4 NUMERI

CON UNA DONAZIONE MINIMA DI 29 EURO ANZICHÈ 40!!!

<

<

WWW.BAMBINIEGENITORI.IT / CHISIAMO / SOSTIENICI

Mi sentii cattiva e provai dolore per quella

mia coetanea. Pensai che avrei dovuto

trovare un modo per aiutare le persone

che non ce la fanno»...


BUONI MOTIVI PER LEGGERLA TUTTA

PERCHÉ DÀ VOCE AGLI ESPERTI PIÙ AUTOREVOLI NEL MONDO DELL’INFANZIA

PER SOSTENERE LA MIA GENITORIALITÀ E LE MIE COMPETENZE.

••

•••

••••

•••••

PERCHÉ LA POSSO LEGGERE SU CARTA INSIEME AI BAMBINI

INSEGNANDO LORO CHE L’INFORMAZIONE NON È SOLO ONLINE:

L’ESEMPIO VALE PIÙ DI MILLE PAROLE!

PERCHÉ ESISTE DA OLTRE 10 ANNI E L’ASSOCIAZIONE NO PROFIT

“BAMBINI E GENITORI” CHE LA PUBBLICA NE GARANTISCE

L’ASSOLUTA INDIPENDENZA ED ETICITÀ.

PERCHÉ LEGGENDOLA SCOPRO INFORMAZIONI UTILI

PER LA MIA QUOTIDIANITÀ E RICEVO UNA CARICA

DI POSITIVITÀ CHE MI METTE DI BUONUMORE.

PERCHÉ C’È SEMPRE UNA PARTE DELLA RIVISTA DEDICATA

AI BAMBINI DOVE TROVO GIOCHI DA FARE INSIEME

E BELLE FAVOLE DA POTERGLI RACCONTARE.

Quindi non chiederti perchè leggerla

ma perchè non farlo

CONTINUA

A SFOGLIARE E

GODITI LA LETTURA

DI “BOLOGNESITÀ”:

LO SPIN-OFF DELLA

RIVISTA CHE RACCONTA

LE CURIOSITÀ DEL

TERRITORIO

EMILIANO!



L’allegato della rivista Etica

anno 3 • n. 07 • Marzo 2021

BOLO

grivistagenitori.it

NESITÀ

In questo

numero

a tu per tu con

Andrea Mingardi:

il “bluesman”

bolognese

UN VIAGGIO

IN FAMIGLIA FRA

LUOGHI, TRADIZIONI,

ECCELLENZE,

IRONIA, PIACERE

E SANO DISINCANTO

DI BOLOGNA

E DINTORNI

magnifica

FRA LE STRADE DELLA

CITTÀ D’INCANTO E CULTURA


PAGINA

2


Y

Bolognesità da scoprire

Bolognesità da vivere

Bolognesità da mangiare

Bolognesità da giocare

L’EDITORIALE

Bologna è una favola viva

DA SCOPRIRE INSIEME

Camminate sotto i portici, per esempio.

Guardate il colore dei mattoni, gli archi, le

finestre. Le sentite le storie di anni e secoli

passati, che raccontano di torri, portoni,

di vicoli stretti e silenziosi, raccontano di

palazzi e di alberi ombrosi, con quell’aria

di felice nobiltà?

I colli, così fieri,

i viali, che abbracciano le porte, le strade

che una volta erano fiumi, le case che

una volta si affacciavano sui canali, le

piazze, che da centinaia di anni sentono

raccontare tutte queste storie?

Lo sentite l’odore inebriante delle ricette

emiliane che fuoriesce dalle finestre

facendoci viaggiare in luoghi lontani e un

po’ esotici con i suoi odori speziati?

Profumi che sobbollono per le strade

La “bolognesità”

che si respira qui a

Bologna ha un sacco

di storie da raccontarvi

e scoprirlo in famiglia

è bellissimo!

e incrociano le vecchie osterie sotto ai

portici…

Bologna è facile

da amare... è una città in cui è facile vivere

e divertirsi con poco, perchè quando la

scoprirete, voi genitori insieme ai vostri

bambini, e voi bambini insieme ai vostri

genitori, dovrete - semplicemente -

mettervi in ascolto.

E quando si ascolta

una storia come questa, dove ci sono

cavalieri, principesse, maghi, scienziati,

studiosi, inventori, schiavi liberati, re

imprigionati, dove ci sono navi, carri,

treni e aerei, dove ci sono pittori, cuochi,

architetti, condottieri, non ci si può certo

annoiare.

Ecco perché, noi che Bologna ce

l’abbiamo nell’anima, abbiamo pensato

di realizzare questo allegato alla Rivista

Etica “Genitori”: una bolognesità tutta

da scoprire nelle sue mille sfaccettature,

puntata dopo puntata.

In questo nuovo progetto editoriale da

sfogliare in famiglia non troverete tutto,

ma troverete tanto: tante idee, tanti musei

da scoprire, molte curiosità e spunti per

crearvi i vostri percorsi personalizzati,

e speriamo troviate soprattutto una

panchina o un tavolino al sole dove

sedervi per leggere insieme.

Abbiamo pensato

a quali potessero essere i luoghi di

Bologna e dintorni più adatti per essere

raccontati a voi genitori e ai vostri bambini,

e abbiamo scelto questi, da scoprire

camminando per la città: Bologna e i suoi

dintorni sono una storia, una favola… e voi

genitori con i vostri bambini non dovete

fare altro che uscire fuori ed ascoltarla.

Alessandra Testa

Direttrice Rivista Genitori


PAGINA

4

La trasmissione LIVE con gli esperti per parlare di bambini,

adolescenti, adulti e anziani... a supporto di tutta la famiglia

Ogni sabato mattina alle 11,00 in diretta

sula nostra pagina Facebook e sul canale

YouTube “Bambini e Genitori Live” per

parlare di benessere psichico e fisico, di

nutrizione, di scuola, di tutela sociale ed

economica, di disabilità, inclusione, pari

opportunità, cultura e mille curiosità.

I nostri Esperti

sono professionisti di altissimo livello che

si adoperano per un sostegno pratico alla

genitorialità, approfondendo gli argomenti

che questa rivista Etica tratta ad ogni

uscita e chiarendo i dubbi che chiunque

di noi può avere.

Gli esperti sono sempre disponibili ad

interagire con tutti i video-ascoltatori e

rispondere alle domande di approfondimento

che arrivano durante la diretta.

Aspettiamo i vostri interventi: seguiteci

numerosi!

La trasmissione

resterà fruibile “on-demand” sui nostri

canali social per tutti coloro che non riusciranno

a vederla in diretta. Sarà sempre

possibile scrivere una mail a redazione@

bambiniegenitori.it, per chi vorrà ricevere

risposte ad eventuali dubbi o domande. I

nostri Esperti vi risponderanno al più presto!

Il palinsesto

ci vedrà insieme per tutto l’anno 2021 con

argomenti sempre diversi a beneficio di

tutta la famiglia. Se avete specifiche richieste

su argomenti di vostro interesse

scriveteci e noi vi accontenteremo!

Passate parola

Ad altri genitori, ragazzi, nonni, insegnanti,

educatori e a chiunque cerchi di vivere

al meglio il proprio ruolo genitoriale.

ANDREA MINGARDI

negli anni ‘60 ai suoi esordi

Ha appena compiuto 80 anni, Andrea

Mingardi. Si definisce un rabdomante:

«Capto gli strafalcioni delle persone e

li conservo come dialetto gergale da

salvare». Il libro Benéssum (1999, Press

Club Editore) ne è una dimostrazione.

Ci risponde al telefono dallo studio di registrazione.

Sta provando l’ultimo album.

Ogni tanto gli scappa una parola in dialetto,

proprio come quando canta.


Y

Bolognesità da scoprire

Bolognesità da vivere

Bolognesità da mangiare

Bolognesità da giocare

La riscoperta del dialetto

MI RIEMPIE DI GIOIA ”

iTempo Lettura > 3 min.

Andrea Mingardi

voleva fare il cantante anche da bambino?

«Ho giocato 5 anni a pallone nel Bologna,

mi sono dilettato un po’ col biliardo

ma già alla fine degli anni Cinquanta la

musica aveva vinto. Ricordo ancora la

prima volta che fui pagato per esibirmi.

Avevo 16 anni. Suonavo la batteria nei

Golden Rock Boys, il primo gruppo di

rock ‘n’ roll italiano. Quando per un litigio

il cantante ci piantò in asso, io che sapevo

a memoria ogni testo ho messo il

microfono fra le gambe e la batteria e ho

iniziato anche a cantare».

Che ricordi ha di quei

tempi? «Era tutto in movimento, anni in cui

poteva succedere qualunque cosa. Non

avevamo le tecnologie, non c’era nemmeno

la televisione, ma eravamo fortunati.

La sera tornavo a casa e mio padre chiedeva:

“Dove hai preso quei soldi?” “Sono

andato a suonare”, rispondevo».

“Bologna è

come una mamma

– rivela Andrea

Mingardi –

bellissima e sempre

capace di sorridere

di se stessa”.

mentavano: “Ah bello, il tuo lavoro vero

qual è?”

ERAVAMO VISTI

COME MUSICANTI

PRECARI, MA IL

NOSTRO ERA UN

LAVORO ECCOME.

LO FACEVAMO 200

GIORNI L’ANNO...

Con gli impresari che chiamavano a

casa. Quando scoppiò il boom delle

discoteche, siamo andati alla grande.

Con l’arrivo dei deejay, ci siamo dovuti

ricostruire la carriera. In tutti questi anni

sono morto e risorto tante volte».

Come è invece

fare musica oggi? «Stiamo vivendo una

sorta di Medioevo, con poca qualità. C’è

un’ondata di giovani che propone anche

testi interessanti, ma non sa suonare.

Ragazzi che si fanno la base su Internet,

producono un cd, con tanto di copertina

stampata e poi fanno il giro delle case discografiche.

Se tutti dicono di no, smettono

di suonare. Sono pochi i ragazzi

che per diventare musicisti studiano e

che sanno cosa sia l’armonia...

Si buttano come se giocassero una

schedina al Totocalcio».

Cosa pensa dei talent

come fucina per selezionare le nuove

leve? «Il rischio è che si selezionino giovani

destinati alla delusione. Dopo le luci

di una rapida ribalta che alimenta solo la

macchina dello show business, si finisce

spesso nel dimenticatoio. Rimpianti che

si ripercuotono su intere famiglie»

La sua famiglia l’ha

sempre appoggiata? «Sì, mi dicevano:

“Suona e divertiti fin che puoi”.

Quando ho iniziato a girare per i locali di

tutta Italia con l’orchestra, gli altri comcontinua

nella pagina successiva W


PAGINA

6

Andrea Mingardi ci racconta...

segue dalla pagina precedente

Cosa consiglia a

un bambino che sogna di fare

il cantante? «Di studiare, ascoltare,

fare la gavetta, provare a

specializzarsi. Ai genitori dico:

sedetevi sull’argine del fiume e

assicuratevi che l’acqua non esca

fuori dagli argini».

Un pensiero sul Covid?

«Credo che i bambini faranno prima di

noi a scrollarselo di dosso. E spero che

chi ha il cervello abbia usato questo momento

per riflettere».

iTempo Lettura > 3 min.

Cominciamo oggi

un viaggio dentro la

genialità imprenditoriale

bolognese che ha

creato eccellenze nel

mondo in tutti i settori

merceologici

BAMBNI E GENITORI

Ci racconta del suo

ultimo lavoro? «Dopo 20 anni da Ciao

Ràgaz, che ha vinto 5 dischi di platino,

è uscito Stanti così le cose... che è una

frase sgangherata tratta dal brano Xa vut

ca sèva! L’idea è nata dopo un intervento

al ginocchio che, dopo oltre 500 partite

con la Nazionale italiana cantanti, era un

po’ malandato e necessitava di una protesi.

Quando sono uscito dalla clinica con

le stampelle, la prima cosa che mi è stata

chiesta (ride) è stata: “Andrea, il Bologna

si salva?”.

Questo album è una pancia che brontola,

quello che i bolognesi non hanno il coraggio

di dire. Qualcosa che solo in dialetto

potrebbe essere spiegato.

collegati

per guardare

tutte le trasmissioni

Chi lo ascolterà, si divertirà

e commuoverà. Spero il

risultato sia davvero terapeutico».

Il gelato più diffuso nel

MONDO È BOLOGNESE!

Il gelato è uno dei fiori all’occhiello del

Made in Italy nel mondo e Bruto Carpigiani

(1903-1945), considerato il padre

nobile del comparto bolognese del

packaging, è stato il fondatore della famosa

Carpigiani, l’azienda che ha reso

possibile questo miracolo italiano nel

mondo.

È stato proprio lui,

geniale ideatore di macchine automatiche

e Direttore dell’Ufficio Tecnico

A.C.M.A., all’interno del quale si sono

formate generazioni di tecnici poi diventati

imprenditori, ed ideatore di macchine

con soluzioni geniali, come la famosa

“ruota a zeta” a inventare la prima macchina

per il gelato automatica.

Una “auto-gelatiera”

per gelati e creme a ciclo chiuso con

distribuzione a rubinetto che ha rivoluzionato

il concetto di gelato svincolandolo

dai problemi igienico-sanitari che

l’artigianalità del prodotto fresco portava

inevitabilmente con sè.


Y

Bolognesità da scoprire

Bolognesità da vivere

Bolognesità da mangiare

Bolognesità da giocare

DALLA REDAZIONE

giornalisti, genitori e “umarell”

alla scoperta del territorio

Nei laboratori di tutto il mondo si buttano

via pentole e fornelli perchè questa

macchina automatica che fa il gelato garantisce

la salubrità del prodotto. La tecnologia

al servizio dei gelatieri artigiani

rende più sicuro e igienico il gelato, e

meno faticoso il lavoro del gelatiere consentendogli

di liberare la sua creatività.

Ecco che i consumi del gelato negli anni

‘60 si moltiplicano, promuovendo l’industria

dell’Ice-cream. Nascono le fiere di

settore e il gelato diventa “scienza” famosa

in tutto il mondo.

Vi suggeriamo perciò

una piccola gita fuori Bologna adatta

ai più golosi, a tutti i grandi e i piccoli

che non rinuncerebbero mai a un gelato,

cosa c’è di meglio che unire cultura

e gusto?

Il Gelato Museum Carpigiani è il posto

giusto, e dire Carpigiani è una garanzia

GELATO MUSEUM

CARPIGIANI

VIA EMILIA 45

ANZOLA EMILIA (BO)

DA MARTEDÌ A SABATO ORE 9 - 18

PRENOTA LA VISITA GUIDATA

E I DIVERTENTI LABORATORI SU:

INFO@FONDAZIONECARPIGIANI.IT

TEL: 051.650.53.06

da sempre, garanzia di un gelato buono,

genuino con quel sapore di altri tempi.

Il Museo si trova presso la sede Carpigiani

ad Anzola dell’Emilia, all’interno

di ex spazi industriali ora riadattati per

ospitare l’ esposizione museale e la Carpigiani

Gelato University.

Inaugurato a settembre 2012, il Gelato

Museum Carpigiani è centro culturale

d’eccellenza per la comprensione e

l’approfondimento di Storia, Cultura e

Tecnologia del Gelato Artigianale e delle

professionalità di coloro che lo hanno

trasformato nel corso dei secoli.

Dalle origini ad oggi, è un percorso interattivo

e multimediale unico nel suo

genere su 3 livelli di lettura: l’evoluzione

del gelato nel tempo, la storia della tecnologia

produttiva e dei luoghi e modi di

consumo del gelato.

All’interno del museo, su oltre 1000 metri

quadrati, trovano spazio 20 macchine

originali, postazioni multimediali, 10.000

fotografie e documenti storici, preziosi

strumenti ed accessori d’epoca ed inedite

video-interviste.

Le curiosità sono centrali nel percorso,

suddiviso in cinque grandi aree per periodo

storico, e accompagnano la lunga

contina nella pagina successiva W

W

contina nella

pagina successiva

mezza 00


PAGINA

8

Il gelato più diffuso

nel mondo è bolognese!

segue dalla pagina precedente

storia di questo gustoso alimento,

iniziata tantissimo tempo fa

sotto altre forme, addirittura

12.000 anni a.c.

Siamo nell’antica

Mesopotamia dove, per raffreddare

le bevande si usava la neve, che

si andava a raccogliere lontanissimo,

poi la comparsa nei banchetti dei Romani

fino ad arrivare ai primi sorbetti, il vero

antenato del gelato, a cui seguono i primi

gelati alla crema d’uovo.

La svolta ci fu, in primis, con l’invenzione

del ghiaccio artificiale, così il gelato

poteva essere portato in ogni dove e,

grazie all’invenzione del cono, si poteva

consumare anche per strada, e poi con

la diffusione delle macchine automatiche.

Ed è proprio con la produzione di

macchine automatiche che la Carpigiani

conquistò il ruolo di eccellenza Italiana,

portando il gelato a diventare una delle

caratteristicche del Made in Italy nel

mondo.

La sparizione

del dialetto è avvenuta a poco a poco,

senza che ce ne rendessimo conto. È

un patrimonio che è andato perso. Però

nei dialoghi dei giocatori di carte dei

circoli, dove trascorrono ore gli anziani,

alcuni battibecchi ai mercatini, frasi raciTempo

Lettura > 3 min.

Ormai a Bologna,

tutti parlano italiano.

Noi, nati qui, crediamo

di non saperlo più eppure

lo abbiamo dentro, nel

profondo dell’anima.

Bacajèr a Bulåggna ” ha

IL SAPORE FRANCESE

BAMBNI E GENITORI

E poi ricette particolari,

contenitori di tutte le forme, stampi, carretti

originali, utensili e tanto altro.

Impossibile andare via senza aver assaggiato

il gelato Carpigiani, tantissimi i

gusti da scegliere (se andate sotto Natale

è da provare quello al Pandoro) e

senza aver provato a mantecare il gelato,

con addosso il vero cappello da gelataio!

collegati

per guardare

tutte le trasmissioni

Insomma, una gita al museo

più goloso che c’è da fare

in famiglia che vi stupirà in

tutti i sensi!

Ormai a Bologna, tutti parlano italiano.

Noi, nati qui, crediamo magari di non

saperlo, pur applicandoci non riusciamo

a mettere insieme decentemente un

discorso, eppure lo abbiamo dentro, nel

profondo dell’anima.

Qualche parola

in dialetto la sanno anche i figli più

grandi: se maschi, si tratta per lo più di

espressioni irripetibili, se femmine si limitano

a sottolinare i momenti di meraviglia,

con un forte “sorbole”.

Ma se i nonni vogliono parlarsi in confidenza

di cose delicate senza che i nipoti

capiscano, si esprimono in bolognese.

Perché i nipoti, quando parlano non hanno

nemmeno più la “essce”.


Y

Bolognesità da scoprire

Bolognesità da vivere

Bolognesità da mangiare

Bolognesità da giocare

liberamente tratto dal blog di “Speradisole”

speradisole.wordpress.com

colte per strada, il muratore che parla

dall’impalcatura, i tifosi che discutono di

calcio, a volte rivelano antiche bellissime

espressioni dialettali, fiorite e scolpite

come nel marmo.

Direi che il dialetto

bolognese è uno stato d’animo ed è per

questo che, sentito parlare, mi sorprende.

Questa raccolta

può sembrare un piccolo museo di “cose

antiche”, ma cose che, comunque, conservano

un loro fascino, un sentore di

vita intima, talvolta anche di segreto che

tiene legati tutti noi della famiglia.

Per questo ci piace ricordare, finchè ne

abbiamo memoria, alcuni detti ed alcune

espressioni dialettali che abbiamo sentito

dire dai nonni e dai bisnonni...

CI PIACE METTERE

IN EVIDENZA

ALCUNE PAROLE

E MODI DI DIRE

NEL PARLARE

“ITALIANO” DEL

VERO BOLOGNESE

DI OGGI.

A Bologna, così si dice anche oggi:

qualsiasi oggetto di cui non si trova il

nome, momentaneamente è un “bagaglio”

o un “coso”.

A Bologna non abbiamo i pantaloni, abbiamo

le “braghe” e ”Lu-lé e Li-là”, sembrano

due personaggi dei cartoni animati,

ma vuol solo dire “quello e quella”!

A Bologna diciamo “no” con: “brîsa”

E diciamo “te lo dico io” con: “A t al dégg”

Se c’è vento: “sóccia che buriana” e

se una persona mi piace, la “intorto”!

A Bologna, si sentono le vecchiette che

alla domanda del salumiere: “altro?”

rispondono con: “altro!”.

A Bologna, non

si gioca a nascondino, si gioca “a cucco”

e non si lecca il gelato, “si pilucca”. A Bologna

non si dà uno schiaffo, si dà “una

sbèrla”. Nel letto facciamo, “i covini” e

non siamo matti, siamo “fuori dai coppi”.

A Bologna, gli anziani non girano col

bastone, girano con la “zanetta” e non

si inciampano… “scapuzzano”! Se uno

è ricco non ha molti soldi, ma ha della

“pilla” e non ci si scontra, ci si “inzucca”.

contina nel prossimo numero dell’allegato ‘Bolognesità”


PAGINA

10

SILVIA BERNARDI

copywriter ed esperta di comunicazione digitale

È nato qui il “ tricolore ”

Lo sapevate che la bandiera italiana, così come la

conosciamo oggi, è nata proprio a Bologna?

La storia della nostra bandiera nasce

mentre Napoleone Bonaparte sta conquistando

il Piemonte: per la prima volta

si è trovato, in alcuni documenti storici,

traccia dell’utilizzo di una bandiera issata

fuori dai palazzi, simbolo di rivoluzione

e rinnovamento.

L’Italia infatti era divisa in tanti piccoli

pezzi che, nell’arco di circa 150 anni,

in seguito a conquiste e battaglie, sono

stati unificati. Il 18 ottobre 1796 si tiene

a Bologna un incontro ufficiale dove viene

decretato che i colori della bandiera

italiana sono questi: il bianco, il rosso e il

verde. A idearlo, Luigi Zamboni, studente

dell’Alma Mater, e Giovanni Battista

De Rolandis, patriota piemontese.

E’ la prima volta che,

in un’occasione istituzionale alla presen-

continua nella pagina successiva W

In anni recenti abbiamo visto sorgere a

Bologna un paio di torri molto imponenti:

la torre costruita dall’architetto giapponese

Kenzo Tange nel quartiere fieristico e

la Torre Unipol con il suo avvenieristico

tetto fotovoltaico inclinato di 45 gradi.

Ma Bologna ha una

tradizione secolare in tal senso, tanto da

poter anticipare, in pieno medioevo, uno

skyline, un panorama cittadino del tutto

simile a quello della New York di oggi.

Nella storia urbana di Bologna, la formazione

della cerchia dei torresotti, o cerchia

del Mille, seconda cerchia di Mura,

costruita fra il 1116 e il 1123 diventa l’elemento

caratterizzante. I torresotti erano

torri costruite sulle porte della cinta muraria,

in corrispondenza delle principali vie

di comunicazione fra città e campagna.

Entro la cerchia dei torresotti c’era la cit-

BAMBNI E GENITORI

collegati

per guardare

tutte le trasmissioni


Y

Bolognesità da scoprire

Bolognesità da vivere

Bolognesità da mangiare

Bolognesità da giocare

Bologna, la

NEW YORK DEL 1200

iTempo Lettura > 3 min.

tà. Le famiglie più ricche o più importanti

vivevano in casette che si affacciavano

allo stesso cortile (ad esempio: Corte

Galluzzi), dominate da una costruzione

più alta detta “casa torre”. La loro funzione

era sia militare sia gentilizia: serviva

da rifugio per tutta la famiglia in caso di

aggressione durante le lotte fra le fazioni

cittadine ma si racconta che le famiglie

più ricche le utilizzassero anche come

strumento di offesa e per manifestare il

proprio potere.

Noi chiamiamo torri

le “case torri” costruite estremamente alte

per dare lustro con questo mezzo alla famiglia

proprietaria. E Bologna è piena di

queste torri di origine medievale, o di resti

di esse. Le più famose sono quella degli

Asinelli e la Garisenda, in pieno centro

storico, all’incrocio tra Via Rizzoli, Strada

Maggiore e Via San Vitale, ma anche le

meno conosciute: Torre Azzoguìdi, Guidozagni,

degli Oseletti dei Passipoveri,

Prendiparte o Coronata Torre Uguzzone.

Ce n’erano circa 100

ma ora ne restano poco più di 20 poichè

la maggior parte andò distrutta o fu

abbattuta nell’ambito di un progetto di ristrutturazione

della città, come successe

nel 1919 per le torri Artenisi e Riccadonna,

nel Mercato di Mezzo.

La tradizione

delle torri a Bologna

ha origini antichissime,

tanto che uno degli

attributi della nostra

bella città è “Bologna

la turrita”.

La torre degli Asinelli è alta 97,2 metri,

498 i gradini per raggiungere la vetta,

ma sembra fosse molto più alta. È la torre

pendente più alta di Italia, anche se al

fianco della Garisenda, alta 47,5 metri e

ancora più inclinata, sembra dritta.

SI NARRA CHE

LA TORRE DEGLI

ASINELLI FU FATTA

ERIGERE DA

GIOVANNI VISCONTI,

DUCA DI MILANO

Con essa, voleva avere il controllo sul

turbolento mercato di mezzo. La costruzione

viene collocata presumibilmente

NEW YORK OGGI

fra il 1109 e il 1119 anche se nei documenti

ufficiali gli Asinelli vengono associati

per la prima volta alla torre solo nel

1185. Solo la torre degli Asinelli si può

visitare: circa 500 gradini per arrivare

in cima e godere di un bellissimo panorama

sui tetti di Bologna, che spazia

fino alle colline nei giorni di cielo limpido.

Sono tante le leggende che avvolgono

la sua storia. La più nota: mai salirci prima

di essersi laureati, potrebbero volerci

anni prima di conseguirla!

Se, scendendo dalla torre

degli Asinelli, volete assaporare Bologna

com’era nei secoli scorsi, una tappa imperdibile

è quella nel Mercato di Mezzo,

dove il tempo sembra essersi fermato:

gustatevi i suoi banchetti nelle strette

viuzze, straripanti di frutta, verdura, formaggio,

pesce e tantissimi salumi, tra

cui ovviamente quello tipico di Bologna:

la Mortadella!

A proposito: lo sapete che in molte città

italiane (e anche in giro per il mondo) la

mortadella la chiamano “Bologna”?


PAGINA

12

È nato qui il “tricolore”!

segue dalla pagina precedente

Accanto a queste

funzioni che potremmo definire tradizionali,

sono presenti molte altre attività per

le quali il Quartiere – attraverso l’erogazione

di contributi ad associazioni o sogza

di ufficiali e di personaggi importanti

si parla di bandiera e se ne dichiarano i

colori, quindi si può dire che sia proprio

il giorno in cui è nato il nostro tricolore.

Luigi Zamboni

(1772-1795) bolognese, era figlio di un

commerciante di stoffe di via Strazzacappe,

e di Brigida Borghi, fin da ragazzo

interrogava i viaggiatori stranieri

che si recavano presso il magazzino

del padre e si appassionò alle vicende

francesi. Si convinse così che Bologna

doveva affrancarsi dal dominio pontificio

per riavere l’antica autonomia.

La madre condivideva

il suo innato patriottismo e gli confezionò

coccarde tricolore alla moda francese,

sostituendo il verde all’azzurro.

Successivamente a questo incontro ufficiale,

venne confermato e istituzionalizzato

l’utilizzo della bandiera con questi

tre colori a Reggio Emilia, e la bandiera

italiana iniziò a rappresentare questa

nuova nazione, la nostra Italia. Era il 7

gennaio 1797.

La bandiera cambiò geometria e disegni

ancora per qualche decennio, ma mantenne

appunto sempre i tre colori che

simboleggiano speranza e produttività

(il verde), passione e coraggio anche nel

lottare (il rosso), la fratellanza e l’unità

fraterna (il bianco).

Sapete che ci sono

bandiere simili alla nostra anche in altri

paesi del mondo? Messico, Irlanda e

Ungheria hanno bandiere con toni praticamente

analoghi, anche se disposti in

modo diverso.

Potremmo pensare che è un ulteriore invito

a viaggiare, scoprendoci molto più

uguali di quanto pensiamo!

ROSA MARIA AMOREVOLE

Presidente Quartiere Santo Stefano (Bo)

Ma qual è il ruolo del Quartiere in merito ai

servizi che hanno a che fare con scuola,

infanzia, adolescenza e famiglie? Il ruolo

tradizionale si esplica nell’erogazione dei

servizi e nel loro accesso: dalle iscrizioni,

alle risposte alle richieste individuali delle

famiglie, assistenza alla refezione, assistenza

ai portatori di handicap, trasporto

scolastico.

BAMBNI E GENITORI

collegati

per guardare

tutte le trasmissioni


Y

Bolognesità da scoprire

Bolognesità da vivere

Bolognesità da mangiare

Bolognesità da giocare

Le tante attenzioni delle Istituzioni

AI SUOI BOLOGNESI

iTempo Lettura > 3 min.

getti del terzo settore – può offrire attività

aggiuntive utili ad andare incontro a bisogni

rilevati o a promuovere temi civici

molto apprezzati da bambine bambini e

genitori.

Qui nel quartiere

Santo Stefano, nel cuore della città, tra i

primi possiamo annoverare tutte le attività

di aiuto ai compiti, sparse nei diversi

punti del nostro territorio in sedi non istituzionali

di facile accesso e in sicurezza,

che permettono a piccoli gruppi nel post

scuola di svolgere quanto loro assegnato

a casa e al contempo di socializzare.

Oppure i laboratori che vengono organizzati

per adolescenti, dove i ragazzi hanno

occasione di socializzare ed apprendere

anche tecniche artistiche, un esempio è il

Pallone (nella via omonima) dove abbiamo

avviato da un anno un progetto specifico

per queste fasce di età.

Tra i secondi

vorrei ricordare tre esperienze, che da

diversi anni rilevano un buon gradimento:

il cineforum per genitori ed adolescenti,

svolto presso il cinema Antoniano con la

collaborazione dell’Informagiovani della

Ausl. Dopo la visione di film che trattano

temi di interesse per quella fascia di età, il

dibattito successivo coinvolge ragazze/i

e genitori, aiutati da giovani animatori; il

Consiglio di Quartiere delle Ragazze e

dei Ragazzi, un percorso svolto in tutte

Bologna ha una

tradizione di welfare,

di “cura alla persona”

che trova nelle sue

Istituzioni risposte

concrete e vicine ai

bisogni dei cittadini

le scuole medie del territorio che porta

alla elezione di un Consiglio attraverso

lo studio dell’educazione civica e della

costituzione.

CON L’AIUTO DI

EDUCATORI, I GIOVANI

FANNO PROPOSTE

DI LORO INTERESSE

DA RINVIARE AL

CONSIGLIO DI

QUARTIERE

Il percorso sulla legalità e sicurezza, promosso

da alcuni anni insieme all’Arma

dei Carabinieri, porta nelle classi temi

legati al rispetto interpersonale e al comportamento

civico. Il Quartiere, a partire

dalle esigenze rilevate, ha promosso anche

le domeniche per i più piccoli (Baraccano

Kids) alla domenica pomeriggio

presso la Casa delle Associazioni del

Baraccano, così come tante altre attività

vengono proposte con l’aiuto delle associazioni

del territorio.

Dall’inizio della pandemia molte opportunità

di lavoro in presenza sono venute

meno per le limitazioni intervenute, siamo

però contenti del lavoro svolto per

mettere in sicurezza la fruizione piena

del servizio scolastico che ha permesso

ai nostri giovani il rientro in presenza.

Per le famiglie,

così come per tutta la cittadinanza interessata,

è possibile tenere sempre un

contatto diretto con l’Ufficio Scuola e conoscere

le proposte integrative proposte

sul territorio attraverso le informazioni

veicolate sia attraverso il sito istituzionale

del Quartiere S. Stefano, sia attraverso

la newsletter che periodicamente viene

inviata a chi ne ha fatto richiesta, sia –

ci auguriamo – attraverso questa rivista

che per la sua diffusione potrà arricchire

la platea dei genitori informati.


INSERTO SPECIALE

CIRCUITO ETICO

INSERTO SPECI

Il Circuito Etico

è nato per sostenere le famiglie e

le piccole-medie attività commerciali,

offrendo ai bambini nelle scuole

esperienze didattiche di altissimo livello

Il Circuito rappresenta la perfetta interazione di tutta la nostra

Comunità: le Aziende ed i Centri convenzionati, con

forte senso di Rresponsabilità sociale, mettono a disposizione

i buoni didattici del progetto Sociale “Facciamo Scuola

insieme” per regalare esperienze formative d’eccellenza ai

35.000 bambini del nostro territorio.

Le famiglie vivono

la propria quotidianità - vanno a fare la spesa, pagano l’assicurazione

dell’auto o svolgono una qualsiasi attività legata ai

propri hobby - e in questo modo raccolgono i buoni didattici

da consegnare alle scuole di preferenza e in più, ricevono

la CARD SERVIZI Bambini e Genitori che permette loro di

avere Convenzioni, Agevolazioni e Sconti dalle Realtà Commerciali

del Circuito Etico.

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lo danno le Istituzioni, le Associazioni di Categoria, le Scuole

con i loro dirigenti e i singoli docenti, che partecipano al

grande impegno sociale accogliendo e promuovendo tra i

genitori il progetto “Facciamo scuola insieme”.


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PAGINA

20

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da mamme per altre mamme - fra le sue

tante iniziative di sostegno alla genitorialità,

offre anche uno spazio informativo

d’ascolto e sostegno gratuito per adulti:

genitori, nonni, zii, insegnanti, educatori...

Il Giardino del Guasto è un giardino pensile

che fa del cemento che lo caratteiTempo

Lettura > 3 min.

Bologna

e i suoi dintorni

hanno tantissimi

“polmoni verdi” piccoli

e grandi, dove potersi

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consulenza si cercherà di capire insieme

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I polmoni verdi bolognesi

FRA PARCHI E COLLINE

Ci sono i grandi parchi, i colli che circondano

la città per le gite fuori porta

e le piccole aree verdi fra i palazzi,

dove farli giocare all’aria aperta...

Iniziamo dal parco

principale della città, vicinissimo al centro

storico e raggiungibile con una bella

passeggiata: i Giardini Margherita.

Qui tanto verde dove correre liberamente,

viali dove passeggiare o andare

in bicicletta e varie aree attrezzate con

giochi adatte a bambini piccoli e non.

Scivoli, altalene, arrampicate.. l’area più

carina è senz’altro l’area dedicata ai più

piccini, recintata, colorata e accogliente.

Sempre restando

in pieno centro storico sono altri due

i parchi giochi da segnare per chi visita

Bologna con bambini: il Giardino del

Guasto e il Parco XI settembre.


Bolognesità da scoprire

Y

Bolognesità da vivere

Bolognesità da mangiare

Bolognesità da giocare

DI MARY FRANZONI

founder / Playground around the Corner

rizza un materiale sostenibile, ricreando

percorsi e strutture originali e creative,

che stimolano la fantasia dei bambini

che qui vengono a giocare alla ricerca

non delle solite altalene ma di strane forme

dove nascondersi, da percorrere ed

esplorare e, quando la stagione lo consente,

di giochi d’acqua.

Il parco chiude

nella stagione invernale e noi consigliamo

di visitarlo dalle 16 in avanti, quando

i visitatori dell’are sono prevalentemente

famiglie con bambini.

A pochi passi dal Mambo si nasconde

un altro parco giochi, molto semplice e

forse un po’ datato, ma in posizione decisamente

strategica: il parco XI settembre,

situato nello spazio della ex Manifattura

Tabacchi, nei pressi della Cineteca

di Bologna.

QUI TROVATE

SCIVOLI, DONDOLI,

ALTALENE E

UNA GIOSTRA A

PAGAMENTO PER

I PIÙ PICCINI.

Per chi al parco giochi preferisce il verde

e il gioco libero, accanto al piccoli playground

anche uno spazio verde con tanto

di piccolo orto pubblico, affiancato da

gradoni dove salire e saltare, una perfetta

alternativa al parco giochi.

Questi gradoni fanno parte del Giardino

del Cavaticcio, piccola area verde

nascosta proprio alle spalle del Museo

(Mambo).

In ottima posizione, ma purtroppo piuttosto

rovinato è il parco giochi della

Montagnola. Qui tra panchine e alberi

si trovano scivoli, pinco panco, dondoli..

Da considerare solo se dalla stazione si

cerca un’area giochi vicinissima per fare

giocare i bambini e magari ingannare

l’attesa di un treno in ritardo.

Appena alle porte

di Bologna ci sono altre aree verdi da

consigliare a chi visita la città con piccoli

al seguito, da Villa Ghigi a Villa Spada.

Infatti, se chiedete ai bolognesi, c’è una

cosa che abbiamo fatto tutti almeno una

volta nella vita: un giro sui colli, senza

alcun altro che scopo che non fosse proprio

… fare un giro sui colli!

contina nella pagina successiva W


PAGINA

22

I polmoni verdi da scoprire fra parchi e colline

segue dalla pagina precedente

Con il motorino (ma com’è bello andare

in giro con le ali sotto ai piedi …) in macchina,

oppure in bici, i colli sono la zona

più vicina al centro città dove rifugiarsi

per stare anche solo qualche ora a contatto

con la natura. Ideale per organizzare

un pic nic in famiglia, per guardare

la città dall’alto, per sdraiarsi sull’erba a

leggere un libro, per festeggiare qualcosa

di importante o per ritagliarsi un po’ di

pace, ciò che li rende davvero speciali i

colli bolognesi è appunto la loro vicinanza

con il centro città.

La zona identificata

come “i colli” è in realtà parecchio vasta:

si può dire che colleghi la zona di Rastignano

e Pianoro a Sasso Marconi da un

lato e alla valle dell’Idice e il Parco dei

Gessi dall’altro, proseguendo verso la

Valsamoggia, passando ovviamente per

la zona più vicino al centro città: troverete

distese di prati, di vigneti, ristorantini e

trattorie per tutti i gusti e le tasche, agriturismi

e bed&breakfast immersi nella

natura e fattorie che propongono attività

anche per le famiglie.

Alcune zone sono poi caratterizzate

dalla formazione dei calanchi, che danno

ai lati delle colline un aspetto lunare

davvero suggestivo: i calanchi sono infatti

erosioni del terreno argilloso, veri

e proprio solchi nel fianco delle colline.

Potrete ammirarli per esempio sui lati del

Monte Calvo, tra Pianoro e San Lazzaro

di Savena.

Altri “imperdibili”

dei colli bolognesi, sono Monte Donato,

con il suo pratone panoramico, i Trecento

Scalini, da salire per arrivare a un belvedere

luminoso, e la Terrazza di San

Michele in Bosco, da cui si può ammirare

- a ragion veduta! - il più bel panorama

sul centro città.

IOSEF MASTROIANNI

Concertista e insegnante di pianoforte presso “Jam Session”

La storia di Bologna con la musica si intreccia

fin dal lontano rinascimento, vantando

un passato e una tradizione musicale

paragonabili solo a poche altre città.

Nel 1450 diventa sede di una cattedra

universitaria ad lecturam musicae e istituisce

un’importante cappella musicale,

quella della basilica di San Petronio.

Vengono inaugurati

i primi teatri divenendo terreno fertile per

la fondazione di varie Accademie, che

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Bolognesità da scoprire

Y

Bolognesità da vivere

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Bolognesità da giocare

La musica qui è una storia

DI GRANDI SUCCESSI

iTempo Lettura > 3 min.

danno spazio al grande fermento culturale

delle attività musicali. L’Accademia

Filarmonica rimane uno dei più importanti

cenacoli musicali di tutti i tempi, luogo

di aggregazione di illustri musicisti come

Arcangelo Corelli e Wolfgang Amadeus

Mozart che venne a imparare “l’arte della

musica” proprio a Bologna, studiando dal

famoso teorico Giovanni Battista Martini.

Oggi il DAMS

di via Barberia (dipartimento di Arte, Musica

e Spettacolo), è sede della ricerca

musicologica della città e Centro di Poesia

contemporanea, facendo divenire Bologna

sinonimo di eccellenza musicale,

tanto che nel 2006 è stata dichiarata Città

Creativa della musica dall’UNESCO, a riprova

della sua straordinaria importanza

nel panorama musicale.

Bologna è davvero

il luogo con più assi nella manica in campo

musicale: c’è stato il movimento underground

capeggiato da Freak Antoni,

compianto padre del rock demenziale

e il più contemporaneo filone dei Rijgs;

c’è Lucio Dalla, i cui testi riecheggiano

nelle vie del centro e Cesare Cremonini,

La storia di Bologna

con la musica si

intreccia fin dal lontano

rinascimento, vantando

una tradizione musicale

paragonabile solo a

poche altre città.

che ci porta in giro con la sua Vespa 50;

ci sono Luca Carboni, Andrea Mingardi,

e Gianni Morandi, l’eterno ragazzo

di Monghidoro, per non parlare poi del

gruppo dei “Judas”, i “ Jaguars” - evolutosi

nel famosissimo gruppo dei Pooh

- con il suo Dodi Battaglia.

MA BOLOGNA NON

DISDEGNA NEMMENO

IL JAZZ DI CUI

ANNOVERIAMO IL

GRUPPO “DOCTOR

DIXIE JAZZ BAND”

gruppo Jazz con Nardo Giardina e Hengel

Gualdi e al loro organico personaggi

come Pupi Avati, Paolo Conte, Renzo

Arbore e di cui ogni anno si celebra il tipico

soud con l’evento di fine estate “le

strade del jazz”, nel cuore della città.

E di certo Bologna non tralascia il futuro

affacciandosi al panorama musicale di

oggi con grande fermento, fra cui spiccano

i Gem Boy e Lo Stato Sociale, con

la vecchia che balla della sua “vita in

vacanza”.

E che dire delle grandi dive? Da Nilla

Pizzi a Raffaella Carrà, passando per

la voce speciale di Silvia Mezzanotte

ex-cantante dei Matia Bazar e Cristina

D’Avena, icona indiscussa delle sigle televisive

per bambini.

Infatti Bologna per prima ha sentito la

necessità di accendere nei bambini l’amore

per la musica: è qui che il Piccolo

Coro dell’Antoniano è diventato un’icona

mondiale grazie a una piccola-grande

musicista pedagoga, Mariele Ventre che

continua nella pagina successiva W


PAGINA

24

La musica a Bologna è una

storia di grandi successi

segue dalla pagina precedente

ha dedicato la sua intera vita ad insegnare

l’amore per la musica ai bambini.

Perché il nostro cervello riceve costantemente

stimoli. E fin dalla tenera età, gli effetti

che la musica può avere sulla nostra

mente possono essere strabilianti.

Basti pensare ai vari

metodi didattici, come per esempio il metodo

Gordon, basato sull’avvicinamento

al mondo musicale tramite l’uso della

voce, lo sviluppo del senso ritmico e l’uso

degli strumenti.

Nacque così lo Studium, poi Universitas

Scholarium, ovvero l’Università (datata in

segui to 1088 da una commissione preiTempo

Lettura > 3 min.

L’Università più antica è

NELLA CITTÀ DEL CIBO!

BAMBNI E GENITORI

Un ultimo ‘cenno sulla musica vorremmo

dedicarlo alla musicoterapia (approccio

terapeutico usato per trattare determinate

disabilità) anche per quanto riguarda

i bambini, rivelatosi particolarmente utile

per favorire la capacità di comunicazione

e apprendimento.

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Insomma

che vita sarebbe la nostra

senza la musica? E Bologna

sta alla musica come una

mamma al suo bambino!

Cosa c’entra la più antica e famosa Università

del mondo con il cibo, la cucina

e le più grandi tradizioni culinarie bolognesi?

L’Alma Mater

Studiorum ha origini tra la fine del X secolo

e l’inizio dell’XI secolo quando Bologna

si ripopolò, proprio mentre l’Europa

si apprestava ad entrare in un periodo

di grande fervore civile e politico... lo

scontro fra papato e impero, così come

lo sviluppo demografico ed economico,

diedero anche impulso allo studio del diritto.

A Bologna, maestri di grammatica,

di retorica e di logica iniziano a studiare

e riordinare il diritto giustinianeo e a

insegnarlo privatamente a sco laresche

formate da giovani appartenenti a famiglie

ricche.


Bolognesità da scoprire

Y

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Bolognesità da giocare

DI SILVIA BERNARDI

copywriter ed esperta di comunicazione digitale

sieduta da Giosuè Carducci), che costituirà

nei secoli la maggior gloria della

città e il più efficiente veicolo della sua

fama in ambito europeo, da cui l’appellativo

Bologna, la dotta.

L’accorrere di studenti italiani e stranieri

(soprattutto tedeschi) accompagnarono

il risveglio economico ed una crescita

politica e culturale.

Ma cosa c’entra tutto questo con la cucina

Bolognese?

La fama inter nazionale della cucina bolognese

risale al Medioevo quando erano

presenti in città potenti famiglie signorili,

presso le cui corti servivano i cuochi più

celebrati; ma la tradizione gastronomica

di Bologna è strettamente lega ta all’Università:

la mescolanza di studenti e professori

di nazionalità diverse arricchì la

cultura gastronomica, e rese necessaria

una buona organizzazione dell’approvvigionamento

alimentare.

LA LEGGENDA

RACCONTA CHE

I TORTELLINI SIANO

STATI MODEL LATI

SULLA FORMA

DALL’OMBELICO

DI VENERE

Nel 1300 si contava no

in città ben 150 osterie e 50 alberghi,

che venivano riforniti dalle fertili campagne

circostanti ma anche da lontano, per

vie d’acqua. Ecco da dove nasce il detto:

Bologna La Grassa… famoso in tutto

il mondo!

A Bologna si mangia benissimo, anche

se - primo mito da sfatare - gli spaghetti

alla bolognese non esistono, e non li troverete

in nessuno dei ristorantini e delle

trattorie tipiche.

Esistono però le tagliatelle al ragù, i tortellini

in brodo e la mortadella, esiste

dell’otti mo pignoletto dei colli bolognesi

con cui innaf fiare tutto, esiste la crescenta

(focaccia) imbottita di salume.

Con la mortadella poi si può fare la deliziosa

spuma, una mousse che piacerà

moltissimo ai grandi e ai bambini, e il

ripieno dei tortellini diven terà anche un

polpettone, su alcune tavole. E non vi

potrete certo perdere il friggione e la cotoletta

alla bolognese! E per finire, il certosino,

un dolce tipico natalizio, fatto con

cioccolata, pinoli, mandorle e canditi.

A Bologna si mangia

tanto: come nella migliore tradizione, le

szdaure che hanno tirato la sfoglia, vorranno

vedere spazzolato dal piatto fino

all’ultimo tortellino.

Le tagliatelle, sempre secondo la leggenda,

furono create a somiglianza dei

lunghi capelli biondi di Lucrezia Borgia

in occasione delle sue nozze con il Duca

di Ferrara, Alfonso d’Este.

Le numerose ricette di origine bolognese,

diffuse in tutto il mondo come eccellenze

della cucina italiana (ad esempio il

ragù), unite al fatto che in città proliferano

le attività commerciali legate al cibo,

hanno spesso condotto la stampa ita-

continua nella pagina successiva W


PAGINA

26

L’Alma Mater

Studiorum nella città del cibo

segue dalla pagina precedente

liana e straniera ad attribuire a Bologna

l’appellativo di Città del cibo o anche

con l’inglese “City of Food”.

Anche se la sua zona

d’origine è più verso il modenese, gran

Re del la cucina bolognese è ovviamente

il Parmigiano Reggiano: a tocchetti, a

scaglie, grattugiato sulla pasta, mescolato

dentro il ripieno, è una delizia a cui

davvero pochi sanno resistere.

Dove andare quindi, se volete provare la

vera tradizione culinaria bolognese?

Ultimamente la zona del Quadrilatero,

adiacente a Piazza Maggiore, sta rifiorendo

di botteghe storiche che verso

sera offrono squisiti aperitivi tipici innaffiati

da ottimo vino. I ristoranti e trattorie

tipiche in città sono nume rosi: a Bologna,

come vi abbiamo già detto, mangiare

male è prati camente impossibile!

Ovviamente i gusti sono gusti: la cu cina

bolognese non è certo tra le più leggere,

ma tra le tante bontà che offre, troverete

qualcosa adatto al vostro palato e a

quello dei vo stri bambini.

La tradizione

può essere gustata non solo al ristorante,

e questo vale per tutti, an che per

chi a Bologna ci è nato e cresciuto e ha

voglia di fare una full immersion di bolognesità:

un bel panino alla mortadella o

una bella crescentina con il salame è un

pranzo perfetto per un pic nic ai Giardini

Margherita, o sul prato di Monte Donato

guardando la città.

RICCARDO PAZZAGLIA

Artista burattinaio della tradizione bolognese

autore del libro: “Burattini a Bologna.

La storia delle teste di legno” Edizioni Minerva

Proprio nei casotti delle teste di legno

nacque il nostro burattino Fagiolino.

C’era stato, precedentemente, nel teatro

degli attori della Commedia dell’Arte,

uno “Zanni” che portava questo nome,

anche se il carattere era differente da

quello del burattino bolognese.

Il nome “Zanni”

o “Zani”, personaggi simili ai buffoni medievali,

deriva dal diminutivo padano del

nome Giovanni; si distinguevano in due

categorie il primo Zanni, servo astuto, e

il secondo Zanni, servo sciocco. Insieme

creavano, negli spettacoli, momenti a dir

poco esilaranti.

Cosa avvicina il burattino Fagiolino a

quegli arcaici personaggi? Anche lui è

facchino, a volte servitore di un vecchio

avaro, e lo contraddistinguono una

fame, che non riesce mai a saziare, e

una gran sete di vino.

Fagiolino rappresenta si, al birichén (il

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Bolognesità da scoprire

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Bolognesità da giocare

Fagiolino, Sganapino ed i

BURATTINI BOLOGNESI

iTempo Lettura > 3 min.

birichino), monello scaltro e audace dei

bassifondi cittadini, ma anche un eroe

popolare sempre disponibile a difendere i

deboli dai prepotenti e dai tiranni che punisce

inesorabilmente con il suo inseparabile

bastone. Vive ogni avventura con

ottimismo ed è sempre pronto all’azione

incarnando un’argutissima saggezza

popolare.

Entra nel cuore

dei bolognesi tra la fine del Settecento

e l’inizio dell’Ottocento grazie all’attività

dei burattinai Cavallazzi prima e

Angelo Cuccoli poi, diventando elemento

imprescindibile del teatro burattinesco.

Gradualmente cresce emancipandosi

e, in alcuni copioni, lo

ritroviamo maturo padre di famiglia. Fagiolino

E’ sposato con Isabella, che lui chiama

“Brisabèla” (non bella).

Il suo nome completo è Fasulén Fanfàn

o Fanfàni, ma è chiamato anche

Fasôl (Fagiolo) o Fasulàtt (Fagioletto),

termine collegato al legume spesso

presente sulla mensa dei poveri. Anticamente

troviamo anche scritto il

suo nome con due “g”, in riferimento

al ‘faggio’, il legno del suo bastone,

e al ‘lino’, il tessuto del suo berretto.

Soltanto nel 1877, per volontà di Augusto

Galli, all’epoca allievo dei burattinai

Cuccoli, muove timidamente i primi passi

il personaggio di Sganapino, creato

per essere spalla dell’ormai consolidato

La nostra città

vanta tantissimi

personaggi partoriti

da quell’instancabile

attività teatrale

rappresentata dall’arte

burattinaia di strada

Fagiolino. È il tipico anti-eroe ingenuo e

tutt’altro che coraggioso. Col tempo, apprezzato

per le sue doti di semplicità e

di simpatia, diverrà in certi casi anche

protagonista.

SGANAPINO

È GRANDE AMICO

DI FAGIOLINO,

MA NON HA LO

STESSO CARATTERE.

Il nome Sganapino, in dialetto Sganapén,

può derivare dalla storpiatura del termine

dialettale “canâpia” (naso prominente) in

riferimento al lungo naso che si ritrova,

oppure dall’antico Sganapèr (divorare

voracemente). Come in Pinocchio, anche

nel suo nome è contenuta la parola

“pino”, il legno più usato per l’intaglio dei

burattini.

Entrambi sono legati

a un’eterna fanciullezza e accomunati

dal particolare naso. Sganapino è avvolto

sovente da un alone di mistero dovuto

a una emotività lunare e lunatica.

Gli si attribuiscono anche dei cognomi,

come Posapiano, Magnazza, Squizzagnocchi

e addirittura Mazzatutti. Biondo-rosso

di capelli, occhi azzurri, ha un

lungo naso all’insù. Ancora oggi divide

spesso la ribalta con Fagiolino, formando

con lui una coppia comica di moderni

Primo e Secondo Zanni che si sono

confermati nel capoluogo emiliano come

vere e proprie maschere.

A differenza dell’amico

Fagiolino, Sganapino si difende con la

scopa per sbattere via importuni avversari.

Ma lasciamo ai burattini la follia di

bastonarsi… loro hanno la testa di legno!


kids

dolci

ravioline

per papa'

miei cari cuochetti, Che aspettate

ad indossare un bel grembiule?

prepariamo le RAVIOLE per la festa

del papa’!

Come? Uniamo 190 g. di zucchero,

220 g. di burro, 500 g. di farina

tipo 0, 1 bustina di lievito per

dolci e un po di scorza di limone

grattuggiata. Impastiamo fino a

ottenere un composto friabile

a cui aggiungiamo le 2 uova e un

po di latte per fare un impasto

sodo e omogeneo.

iTempo Lettura > 3 min.

La cotoletta bolognese

Una vera

bolognesità di origini

antiche, conosciuta

anche come “cotoletta

alla petroniana”

ricetta originale dal

sapore divino.

DOC: LA PETRONIANA

ora facciamo una pausa e lasciamo

riposare l’impasto in frigo

per mezz’ora. stendiamo con

il mattarello una sfoglia spessa

1 cm e con un bicchiere ritagliamo

tanti dischetti nei quali

metteremo al centro un cucchiaio

di marmellata di mostarda bolognese.

Pieghiamo ogni disco a meta’ e

uniamo i lembi. Spennelliamo con

un velo di latte le mezzelune ottenute.

Inforniamo le raviole a

180 gradi per 10 minuti e quando

saranno fredde, spolveriamole

con un po’ di zucchero a velo!

Non certo un piatto leggero ma di sicuro

una pietanza ricca e opulenta che fa

sognare chi l’assaggia per la prima volta,

e poi ancora per la seconda e tutte le

successive! Una ricetta che vede arricchire

la classica cotoletta di vitello da

una cremosa guarnizione di prosciutto e

formaggio che sono tra le grandi eccellenze

del territorio Emiliano.

La Petroniana

è così amata che è nato persino un

gruppo che si occupa di degustarla tra

ristoranti e trattorie di Bologna per decretare

i luoghi migliori dove mangiare la

cotoletta alla bolognese, gli Amici della

Petroniana appunto.

La carne per cotolette

ideale è il carré di vitello. O precisamente,

la costoletta di vitello ricavata dal carré

o dalla lombata. L’ideale è rivolgersi

al proprio macellaio di fiducia per farsi

consigliare. Le fettine di carne, prima di

essere cucinate, andranno battute con

un batticarne in modo da appiattirle e


Bolognesità da scoprire

Bolognesità da vivere

Y

Bolognesità da mangiare

Bolognesità da giocare

ILARIA ZAMBONI

mamma bolognese felice in cucina

ammorbidirle e infarinate. Nella ricetta originale

di questo piatto però, si utilizza il

sottonoce di vitello.

Questo tesoro della bolognesità di solito

viene servito accompagnato da un contorno

di spinaci lessati e ripassati in padella

con burro e parmigiano e una ricco purè

di patate gialle DOP della zona.

Oggi vi proponiamo la vera ricetta della

cotoletta alla bolognese petroniana, così

come depositata dall’Accademia Italiana

della cucina ( ente fondato da Orio Vergani

nel 1953) alla Camera di Commercio di

Bologna il 14 ottobre 2004.

Ingredienti

4 fette di ssottonoce di vitello

4 fette di prosciutto crudo dolce

2 uova

1 limone

100 g di parmigiano a scaglie sottili

pangrattato q.b.

100 g di burro

sale e pepe

brodo ci carne q.b.

Preparazione

Battere con il batticarne le fettine di carne.

Condirle con sale e pepe e il succo di

un limone e far riposare per circa un’ora.

Passare ogni fettina prima nell’uovo e poi

infarinata, ripassarla di nuovo nell’uovo e

poi nel pangrattato mescolato a un un po’

di parmigiano grattugiato.

Far sciogliere il burro nella pentola e mettere

le cotolette a rosolare a fuoco moderato

nel burro fuso fino a far dorare da

entrambi i lati della cotoletta.

Quando sono dorate, mettere su ogni fettina

qualche fetta di prosciutto e sopra

del grana tagliato a fettine sottilissime.

Cospargere le fette con due cucchiai di

brodo caldo (circa mezzo mestolo per

ogni cotoletta) e un fiocchetto di burro,

coprire la padella con un coperchio e, a

fuoco lento, cuocere fino a quando formaggio

è completamente fuso.

Mettere le fettine nei piatti, filtrare il brodo

di cottura a cui aggiungere un po’ di

formaggio grana e usare il sugo, dopo

che si è un po’ addensato, per condire

le cotolette.

Una variante

molto apprezzata, quando la stagione è

appropriata, è ricoprire la petroniana con

tartufo bianco affettato in sostituzione al

prosciutto crudo.


kids

di Marzia DiSessa

gioralista e scrittrice

illutrazioni di

Lucia Zerbinati

counselor relazionale, illustratrice di favole per bambini

La dada Ornella andò

incontro ai due bambini,

li prese per mano e li

condusse in classe, ma

appena entrati si resero

subito conto tutti e

tre che qualcosa non

andava! Erano tutti arrabbiati

e litigavano fra

loro, senza un motivo!

il termometro delle

emozioni

Era uno dei tanti giorni di scuola e Roberta

piangeva davanti alla classe perchè,

come al solito, non voleva andare a scuola,

mentre dall’altra parte del corridoio

Simone correva e non voleva entrare.

Anche la dada Ornella

fu subito contagiata

dalla rabbia!

Roberta e Simone si

guardarono in faccia,

si trovavano proprio

nel mezzo di un bel pasticcio

e loro sembravano

essere gli unici a

non esserne coinvolti!

Roberta cominciò a

Piangere forte, anzi

fortissimo! “Roberta

perché piangi?” - disse

Simone “Non so perché...

Forse ho paura!”

“Paura? Ma che cos’è la

paura?” Simone non lo

sapeva. “Simone, hai presente

la paura? Quella

del uomo nero, la sera

quando devi andare

a letto, o la paura di

andare in altissimo

perché sai che non

sai volare...” spiega

Roberta.

“La paura, si la conosco

anch’io non ci

avevo mai pensato! E’

quella che mi viene

quando devo stare

fermo seduto, lontano

dalla mia famiglia.

Sai Roberta? Anch’io

ho paura!”

Roberta e Simone cominciarono

a ridere

perché in quel momento

capirono di

non essere tanto diversi.


Bolognesità da scoprire

Bolognesità da vivere

Bolognesità da mangiare

Y

Bolognesità da giocare

Era la prima volta che

i due bimbi si raccontavano

ed ora erano

pronti per cominciare

una nuova lunga amicizia

insieme!

Smisero di ridere e si

ricordarono che avevano

problemino da

risolvere.

Simone pensò: “chiamiamo

la maestra

Marcella: Lei saprà

come risolvere questa

situazione!”

La maestra Marcella,

corse nella classe

di Roberta e Simone e

vide che la situazione

era davvero allarmante.

Tirò fuori il

suo termometro delle

emozioni e cominciò

a misurare la TEMPE-

RATURA DELLE EMOZIO-

NI e... Din! Tutto sul

rosso! Era proprio

collera quella che

c’era nell’aria!

La maestra aveva la

soluzione e andò a

prendere il libro delle

ricette magiche, lo

sfogliò velocemente

fino a quando trovò

la scritta “ scacciare

il virus della Rabbia

violenta”.

“Servono risate, gioia,

amore lacrime e anche

un po’ di tristezza...

Vado a prendere il

mio acchiappa emozioni!”

disse Marcella.

Ecco la ricetta:

un pizzico di tristezza...

che è una grande

schifezza

4 tazze di risate... ridacchiate

e mescolate

di dolcezza

7 cucchiai... e non te ne

pentirai

tanta tanta bontà...

e la pozione eccola

qua!

Pian piano i visi dei bambini

cominciarono a

cambiare espressione

da arrabbiati a tristi a

felici fino a ridere.

Risero così forte che

le loro risate finirono

con il contagiare

tutta la scuola ed

anche la dada Ornella

rideva a crepapelle.

La Maestra prese

nuovamente il termometro

per misurare

le emozioni e vide che,

erano tutti guariti!

Da quel giorno un

termometro delle

emozioni fu posizionato

in classe così che

ogni mattina, quando

i bambini arrivavano a

scuola potevano dire

come si sentivano e se

si andava sul rosso,

la maestra avrebbe

saputo subito come

intervenire!


kids

di Silvia Mederi

esperta arti grafiche, diplomata IED

addobbi per la

pasqua fai-da-te

Il tutorial di questo mese è

davvero semplice, ma di sicuro

effetto, e vi consentirà di ottenere

delle bellissime uova colorate

con tecniche e materiali

davvero alla portata di tutti.

Tutto ciò che vi occorre sono

uova di gallina, smalti colorati,

verdure, spezie, pennarelli

ed adesivi. A seconda del

metodo che sceglierete per decorare

le uova, vale a dire una

colorazione con ingredienti naturali

o con pigmenti artificiali,

opterete per un ingrediente diverso.

Nel caso della colorazione

naturale, che vi permetterà

di ottenere delle bellissime

uova sode che potranno essere

consumate senza alcun problema

dai vostri commensali,

sarà sufficiente far bollire in

abbondante acqua le verdure

o le spezie che avrete scelto

per ottenere la tinta desiderata

(ad es. la curcuma per il giallo,

spinaci per il verde, rape per il

viola ecc.) per almeno 30 minuti;

successivamente, basterà bollire

nel liquido colorato ottenuto

le uova per un arco di tempo

variabile tra i 5 ed i 30 minuti,

a seconda dell’intensità delle

sfumature che desiderate si fissino

sul guscio.

Nel caso della colorazione

artificiale, invece, potete diluire

qualche goccia di smalti

colorati per le unghie in una

ciotola d’acqua ed immergervi

rapidamente le uova muovendole

all’interno del recipiente, per

poi tirarle fuori, farle asciugare

ed eventualmente terminarne

la decorazione applicando degli

adesivi o disegnando dei motivi

con dei comuni pennarelli.

Le uova ottenute con uno qualsiasi

dei due metodi dovranno poi essere

posizionate all’interno di un

vaso di vetro trasparente insieme

a fiori secchi, rametti e tutto ciò

che la vostra fantasia vi suggerisce

per trasformare la vostra

tavola pasquale in un’autentica

esplosione di vitalità e colori.


Bolognesità da scoprire

Bolognesità da vivere

Bolognesità da mangiare

Y

Bolognesità da giocare

Hei bambini, giochiamo ai Piccoli Mostri

e i loro teneri amici?

piccoli mostri

crescono

“"Ciao! Io sono Trita Ossi!

Ritagliami e costruiscimi, poi mettimi in camera tua sulla scrivania:

mi chiamo Trita Ossi ma in realtà mangio solo avanzi e sono

golosissimo soprattutto di briciole di biscotti. Mi puoi trovare nei

cassetti, magari vicino a una merendina ben nascosta.. eh, eh, eh!

Io mi nutro di biscotti, ma anche di... giochi! Mi piace giocare con

te e con i Piccoli Amici, sai che nel sito RIVISTAGENITORI.it trovi la

nostra serie completa?

C’È il Folle-Serpente, Tritatossi, il Grande Occhio, Tentacolo

bavoso, Verme Affamato, l’Occhio Carnivoro, il Sorriso del terrore

con tutti i Teneri Umani... RITAGLIACI TUTTI!

RITAGLIA tutto

e PIEGA lungo le linee

tratteggiate

Poi INCOLLA

i lati fra loro

RITAGLIAMI E GIOCA CON ME !!!


Non sei sola nella tua

GENITORIALITÀ

Noi ci siamo,

per te ” e “ con te ”

SUI

SOCIAL

CI TROVI

DIGITANDO:

“BAMBINI E

GENITORI”

PERCHÈ

SAPPIAMO BENE

CHE “ESSERE GENITORI”

È IL MESTIERE PIÙ

DIFFICILE DEL MONDO

E NON LO INSEGNA

NESSUNO...

PARTECIPA ANCHE TU!

La nostra grande Comunità

si confronta con i nostri Esperti

per essere genitori più capaci e preparati

sabato mattina alle 11,00

in diretta Facebook e YouTube

DIAMO VOCE

AGLI ESPERTI

PIÙ AUTOREVOLI

PER SOSTENERE

LA TUA GENITORIALITÀ

PRENOTA ONLINE

LA TUA COPIA DA RICEVERE A CASA

E SCEGLI DI ESSERE D’ESEMPIO

PER I TUOI BAMBINI

#IOLEGGOSUCARTA

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