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OA MAGAZINE N°1

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NUMERO 1 – OTTOBRE 2020


04

AL VOSTRO FIANCO

NELLA GESTIONE DELLA VOSTRA IMPRESA

OBIETTIVO AMBIENTE

RISPETTA L’AMBIENTE

STAMPANDO GREEN

SU CARTA RICICLATA


03

Stefano Sanavia

POTETE ESSERE SICURI…

IL NOSTRO OBIETTIVO

SIETE VOI

Amministratore Unico

Lavorare per le persone e con le persone: chi si

occupa di sicurezza non può che centrare tutta la

sua azione su questo fulcro imprescindibile.

Quando ho fondato Obiettivo Ambiente, ormai

ben 17 anni fa, avevo un’intuizione che nel tempo

si è rafforzata e definita: la consapevolezza che il

valore del lavoro, delle aziende, della creazione di

manufatti o di opere di ingegno, nella quotidianità è

affidato alle persone che in azienda spendono il loro

tempo e le loro energie. La necessità di proteggere

e tutelare questo patrimonio umano fonda e

dà senso a tutti gli interventi che con i miei

collaboratori abbiamo attuato e continuiamo a

realizzare nei luoghi di lavoro.

Nonostante l’innegabile contributo dei vincoli

normativi alla regolarizzazione delle condizioni di

lavoro, si verificano ancora troppi incidenti, gravi

e addirittura mortali, eventi che mi inducono a

perseverare nell’impegno a favore dei lavoratori e

degli imprenditori, con iniziative e strumenti sempre

nuovi.

Ma non solo. Ci confrontiamo tutti quotidianamente

con i numerosi cambiamenti che stanno

trasformando il mondo del lavoro, non possiamo

quindi sottrarci alle sfide che ci pongono – solo

per citarne alcuni - la digitalizzazione, i commerci

internazionali, le frontiere liquide e la necessità

di apprendere contenuti e metodologie nuove e

diverse.

Sicurezza in azienda oggi ha assunto quindi un

significato più ampio, accanto all’originario. Sicurezza

dei dati, protezione dalle minacce ambientali,

prevenzione delle insidie del mercato.

Queste pagine hanno l’ambizione di essere uno

strumento per comunicare informazioni tecniche

e indicazioni normative, segnalare appuntamenti

e indicare nuove opportunità. Daremo particolare

spazio alle iniziative di formazione, non solo

obbligatoria, ma trasversale alle discipline

finalizzate a innovare e ottimizzare i processi

aziendali, valorizzando ed esprimendo al massimo

il potenziale umano dei lavoratori.

E poiché non trascuriamo la necessità di

contenere i costi, vi segnaleremo le opportunità di

finanziamento offerte dagli Enti nazionali ed Europei

per il sostegno alle imprese, nonché partnership con

fornitori di servizi di cui abbiamo sperimentato per

primi serietà ed efficienza.

Condividiamo lo stesso obiettivo, la vostra

crescita e il vostro benessere.

Numero 1 – Ottobre 2020


04

Numero 1 – Ottobre 2020

CONDIVIDIAMO LO STESSO OBIETTIVO,

LA VOSTRA CRESCITA E IL

VOSTRO BENESSERE.


SOMMARIO

05

ENTI DI CONTROLLO

VERSO IL TERZO

MILLENNIO

COMBATTIAMO GLI INFORTUNI

FAVORENDO LA CULTURA

DEL LAVORO CONSAPEVOLE E

PARTECIPATO

SICUREZZA

6 10

CHI VIGILA SULLA SICUREZZA

SUL LAVORO?

IL D.LGS. 81/08 STABILISCE QUALI SONO GLI

ORGANI DI VIGILANZA

8

AMBIENTE

ANTINCENDIO

INVASIONI NON ALIENE

L’INFINITAMENTE PICCOLO CHE MINACCIA IL

NOSTRO BENESSERE NON VIENE DALLO SPAZIO

MA DALL’AMBIENTE IN CUI VIVIAMO

14

INAIL PREMIA LE AZIENDE

VIRTUOSE

UN’OPPORTUNITA’ CHE OGNI ANNO VIENE OFFERTA

ALLE AZIENDE: LA RIDUZIONE DEL TASSO MEDIO DI

TARIFFA OT23

DA SEGNALARE

12

FUOCO:

MANEGGIARE CON CURA

PREVENIRE L’INCENDIO IN AZIENDA SI DEVE E SI

PUO’

OBIETTIVAMENTE

NR 1 – OTTOBRE 2020

RIVISTA AD USO INTERNO DI

OBIETTIVO AMBIENTE SRL

SI RINGRAZIANO I PROFESSIONISTI CHE HANNO

CONTRIBUITO ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTO NUMERO

EMAIL DI CONTATTO:

COMUNICAZIONE@OBIETTIVOAMBIENTE.COM

Numero 1 – Ottobre 2020


06

VERSO IL TERZO

MILLENNIO.

SICURAMENTE.

Dott. Alessandro Volebole

Consulente e Auditor Sistemi di Gestione

COMBATTIAMO GLI INFORTUNI FAVORENDO

LA CULTURA DEL LAVORO CONSAPEVOLE E

PARTECIPATO

Ogni giorno in Italia vengono indirizzate all’INAIL

oltre mille denunce di infortunio sul lavoro, di cui

uno con conseguenze invalidanti o mortali. Si parla

di quarta rivoluzione industriale ma si tralascia

il fatto che le statistiche degli eventi infortunistici

non stanno al passo con i tempi.

Prendendo in analisi l’ultimo triennio si può

notare un complessivo aumento dell’indice

di frequenza degli infortuni: la popolazione

diminuisce ma gli eventi negativi aumentano.

Numero 1 – Ottobre 2020

Esaminando i dati INAIL riscontriamo che nel

2019 si sono registrati un totale di 641.638 infortuni

di cui 309 mortali, con un forte sbilanciamento

verso la popolazione maschile. Questa strage è il

più delle volte silenziosa e viene accettata quasi

fosse una ovvia conseguenza di una certa attività.

Non è di certo infrequente sentire dire ancora oggi

che solo chi non lavora non si fa male.

Se da un lato alcuni lavori, svolti con l’utilizzo

di macchinari complessi e strumenti manuali,

comporta un pericolo e dunque la possibilità di


incorrere in un incidente, l’infortunio non può tuttavia

essere considerato un’eventualità cui rassegnarsi.

L’obiettivo di tutti i sistemi di gestione per la

salute e la sicurezza, infatti, è l’azzeramento

degli indici infortunistici dell’azienda.

Da più versanti e da decenni si sta lavorando per

realizzare un ambiente di lavoro sicuro: disponiamo

di tecniche evolute, le macchine sono sempre

più performanti, la normativa è sensibile al tema,

l’esperienza fornisce spunti di miglioramento

continuo, quindi nelle singole realtà produttive

ci si sforza di predisporre un ambiente di lavoro

operativamente sicuro. Ma allora cosa causa

l’infortunio?

Va considerato che difficilmente l’errore è

imputabile alla macchina (per quanto non

disponiamo ancora di attrezzature a rischio zero). La

causa scatenante è nella stragrande maggioranza

dei casi l’errore umano, la svista dell’operatore.

Solo per fare un esempio è stato rilevato che il

rischio collegato all’assuefazione risulta essere

ESAMINANDO I DATI INAIL

RISCONTRIAMO CHE NEL 2019 SI SONO

REGISTRATI UN TOTALE DI 641.638

INFORTUNI DI CUI 309 MORTALI,

CON UN FORTE SBILANCIAMENTO

VERSO LA POPOLAZIONE MASCHILE.

QUESTA STRAGE È IL PIÙ DELLE VOLTE

SILENZIOSA E VIENE ACCETTATA QUASI

FOSSE UNA OVVIA CONSEGUENZA DI

UNA CERTA ATTIVITÀ.

il pericolo più grande: il ripetersi pedissequo

di operazioni uguali centinaia di volte al giorno

porta inevitabilmente nell’operatore un calo di

attenzione che può comportare manovre scorrette,

innescando l’incidente. Sempre per assuefazione

si può ritenere di essere talmente “esperti” della

mansione da svolgerla in maniera automatica e con

ridotto contenuto di consapevolezza, incorrendo in

gesti o operazioni sbagliate. Le azioni correttive nelle

procedure, gli interventi tecnici e organizzativi, il tutto

riassunto in un sistema di gestione dell’azienda

per la sicurezza, concorrono a costruire una politica

di prevenzione da applicare con rigore. Se pur non

sarà possibile eliminare definitivamente la fatalità,

potremo adoperarci per ridurne al massimo gli

effetti nefasti.

E’ in questa direzione il lavoro che vede impegnato

Obiettivo Ambiente a fianco delle aziende. Il

processo di cambiamento della cultura del lavoro

sicuro è lento ma importantissimo. Non si tratta

semplicemente di adeguarsi alla normativa, ma di

favorire la crescita del capitale umano aziendale.

Coinvolgendo le persone in un miglioramento

continuo delle mansioni, assegnando ruoli via via

crescenti ai lavoratori, perseguendo l’obiettivo di

rimuovere stereotipie e cristallizzazioni, favorendo

il pieno coinvolgimento del singolo all’impresa che

opera e che produce anche grazie alla sua attività

quotidiana.

07 Numero 1 – Ottobre 2020


08

Numero 1 – Ottobre 2020

INVASIONI NON

ALIENE

L’INFINITAMENTE PICCOLO CHE MINACCIA

IL NOSTRO BENESSERE NON VIENE DALLO

SPAZIO, MA DALL’AMBIENTE IN CUI

VIVIAMO.

Dott.ssa Serena Gazzetto

Tecnico della Prevenzione

Scossi dallo tsunami 2020 – dal nome

SARS-

CoV-2, o più comunemente Covid 19 - ci siamo

scoperti disarmati di fronte ad una minaccia

tanto più pericolosa, in quanto non percepibile

dai nostri sensi. Il nuovo ceppo di coronavirus, un

microrganismo mai precedentemente identificato

e quindi dagli effetti particolarmente devastanti

anche per l’impatto su una comunità scientifica

inevitabilmente impreparata, ci ha violentemente

fatto ricordare che condividiamo l’ambiente con

innumerevoli microrganismi, di cui molti sono in

grado di minacciare la nostra salute. Si tratta degli

agenti biologici; microrganismi, colture cellulari ed

endoparassiti cause di possibili infezioni, allergie o

intossicazioni. Si può affermare che solo in ambienti

sterili è contenuto il rischio biologico, presente

invece in modo trasversale in ogni ambiente di

lavoro. Vettori di patologie possono essere infatti

i materiali con cui si entra in contatto, le sostanze

organiche, le sostanze chimiche, la stessa aria non

adeguatamente sanificata.

Batteri, virus, funghi, muffe, lieviti, ovvero

organismi visibili solo attraverso microscopio

ottico od elettronico, trovandosi in condizioni

ambientali favorevoli possono causare patologie

anche gravi o croniche. La valutazione del

rischio da agenti biologici rientra quindi nella

valutazione aziendale a pieno titolo, trattandosi

di individuare la pericolosità dell’ambiente di

lavoro per la salute dei singoli.

Valutando il rischio biologico si andrà infatti ad

identificare la pericolosità di elementi potenzialmente

patogeni secondo una classificazione di 4 livelli

di gravità, stabiliti secondo le caratteristiche degli

agenti biologici stessi: infettività, patogenicità,

trasmissibilità, neutralizzabilità.

Vogliamo qui soffermarci su un agente biologico

molto subdolo e pericoloso, la Legionella

pneumophila. L’infezione da legionella si può

manifestare sia in forma di polmonite con tasso di

mortalità variabile tra 10-15%, sia in forma febbrile

extrapolmonare o in forma subclinica. Il batterio

della legionella vive in ambienti con temperature

comprese tra i 20 e i 50°C, all’interno di tubazioni

idrauliche con flusso minimo o assente, quindi

particolarmente a rischio sono gli impianti termali,

le piscine, gli impianti di climatizzazione ad uso

collettivo. La trasmissione del batterio avviene

tramite le vie aeree, ad esempio inalando goccioline

d’acqua contaminate vaporizzate, situazione tipica

delle strutture termali ma più in generale degli

impianti che possono diffondere aria umida. Pur

essendo un batterio trattabile con terapia antibiotica,

in casi di soggetti con basse difese immunitarie o con

patologie preesistenti la legionella può causare gravi

complicanze a livello polmonare, talvolta cardiache;

più raramente l’infezione arriva ad interessare altri

organi. Il decorso più infausto dell’infezione può

causare il decesso del paziente. Il periodico controllo

delle acque, nelle strutture già citate, risulta

quindi una forma di prevenzione particolarmente

necessaria e da rinnovare frequentemente, specie

dopo periodi di scarso utilizzo degli impianti. Ma

come abbiamo già detto, questo è solo un esempio,

tra le innumerevoli situazioni che si possono

verificare nell’ambiente in cui viviamo. Anche il

luogo di lavoro, in quanto “ambiente” è soggetto

al rischio biologico e può causare nei lavoratori

danni alla salute di diversa entità, dall’infezione

virale o batterica, allo sviluppo di forme

allergiche, fino a intossicazioni anche gravi. Come

possiamo intervenire per difenderci da questi agenti


09

potenzialmente pericolosi? E’ infatti responsabilità

primaria del datore di lavoro salvaguardare la salute

del lavoratore attuando misure di prevenzione e

protezione per ogni singolo soggetto che opera in

azienda.

Oltre alle misure igieniche adottate per

contrastare la diffusione del SARS-CoV-2, come

l’uso frequente del gel mani e della mascherina,

la misurazione giornaliera della temperatura, il

mantenimento del distanziamento sociale, il datore

di lavoro può introdurre anche altre misure a tutela

della salute come ad esempio:

- Invito ai dipendenti di sottoporsi alla

vaccinazione anti influenzale con fornitura

del vaccino stesso a carico dell’azienda

- Verifica dell’adeguatezza dei servizi sanitari e

frequente e accurata igienizzazione dei locali

- Fornitura ai dipendenti di

dispositivi di protezione individuale

da igienizzare e mantenere idonei

alla protezione o usa e getta.

Ma oltre alle misure valide per tutti gli ambienti

è assolutamente raccomandato affidare a tecnici

competenti la valutazione del rischio biologico

della propria azienda: il tecnico saprà individuare

il grado di rischio e ricercare gli agenti

potenzialmente patogeni, indicando al datore di

lavoro le misure specifiche di contenimento del

pericolo, fino alle disposizioni da impartire in caso

di emergenza.

Tuttavia la prevenzione sarà completamente

attuata solo quando le verifiche e l’attuazione

delle misure stabilite dagli esperti saranno

condivise con tutto il personale attraverso

una puntuale e attenta formazione e

sensibilizzazione, da ripetersi periodicamente.

Non sarà possibile azzerare il pericolo che gli agenti

patogeni costituiscono per la salute dell’individuo

ma abbiamo il dovere etico, nonché la convenienza,

di utilizzare tutti gli strumenti tecnici e scientifici di

cui disponiamo.

BATTERI, VIRUS, FUNGHI, MUFFE, LIEVITI,

OVVERO ORGANISMI VISIBILI SOLO

ATTRAVERSO MICROSCOPIO OTTICO

OD ELETTRONICO, TROVANDOSI IN

CONDIZIONI AMBIENTALI FAVOREVOLI

POSSONO CAUSARE PATOLOGIE

ANCHE GRAVI O CRONICHE. LA

VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA AGENTI

BIOLOGICI RIENTRA QUINDI NELLA

VALUTAZIONE AZIENDALE A PIENO

TITOLO, TRATTANDOSI DI INDIVIDUARE

LA PERICOLOSITÀ DELL’AMBIENTE DI

LAVORO PER LA SALUTE DEI SINGOLI.

Numero 1 – Ottobre 2020


10 Numero 1 – Ottobre 2020

CHI VIGILA SULLA

SICUREZZA SUL

LAVORO?

Per garantire il rispetto delle norme sulla

sicurezza sul lavoro è possibile che vengano

eseguite in azienda delle ispezioni da parte

degli organi deputati alla vigilanza. Gli stessi

operano delle verifiche sulle condizioni di lavoro

in generale, sulla documentazione presente in

azienda in materia di sicurezza, sui macchinari

ed i materiali utilizzati al lavoro al fine di

testarne buon funzionamento e qualità. Alla

fine dell’ispezione viene redatto un verbale in

cui viene descritta l’attività svolta e ciò che si è

rilevato. Ai sensi dall’articolo 300 del D.LGS.

81/08, si può affermare che la responsabilità, per

il mancato rispetto delle norme sulla sicurezza sul

lavoro, ricade in prima battuta in capo al datore di

lavoro; ciò non toglie che possano concorrere in

responsabilità anche il dirigente, il preposto ed il

medico competente.

Dott. Stefano Guzzon

RSPP e Docente Formatore

IL DECRETO LEGISLATIVO 81/2008,

ALL’ARTICOLO 13, STABILISCE QUALI SONO

GLI ORGANI CUI SPETTA SORVEGLIARE LA

SICUREZZA NEGLI AMBIENTI LAVORATIVI.

L’intervento ispettivo ha quindi una funzione

di vigilanza sul rispetto della normativa ma

in questa sede preme spostare l’attenzione

dall’aspetto sanzionatorio alla funzione protettiva

che il rispetto delle leggi comporta nei confronti

delle persone e delle strutture stesse. Non

possiamo nasconderci che l’ispezione viene

“subita” dall’azienda, con la preoccupazione

principale di non risultare inadempiente per

non incorrere nelle sanzioni (spesso pesanti e


censorie). Il consulente che affianca il datore

di lavoro nell’applicazione delle norme di

sicurezza ha l’importante compito di indicare

analisi, procedure, dispositivi di protezione,

esercitazioni, formazione, sopralluoghi tecnici

e quant’altro necessario a favorire il lavoro in

sicurezza di tutti gli addetti, ognuno per la sua

specifica mansione, garantendo il rispetto delle

norme anche per quanto concerne la postazione

di lavoro.

A livello generale il legislatore ha stabilito che, in

materia di sicurezza sul lavoro, intervengono:

• ASL (azienda sanitaria locale)

• VIGILI DEL FUOCO competenti in tutto il

territorio sia in materia di salute che di sicurezza

• MINISTERO DEL LAVORO

Tali Enti pubblici, in special modo le aziende

ASL, attuano tale vigilanza tramite l’intervento

di specifiche strutture ovvero Dipartimento di

Prevenzione, il Servizio di Igiene e quello della

Medicina del Lavoro, che sono dislocati in tutto

il territorio italiano. Il Ministero del Lavoro oltre

che intervenire in via generale per vigilare sulla

sicurezza sul lavoro, è competente anche riguardo

i lavori che prevedono grandi portate d’acqua, i

cantieri in cui devono realizzarsi grandi opere ed

infine per le attività che prevedono grandi rischi di

salute per i lavoratori e per i cittadini.

In quali casi l’Ente di Controllo esce per

l’ispezione? Sicuramente l’Ente viene interessato

in caso di incidente, ma il suo intervento può

essere richiesto anche tramite denuncia del

singolo lavoratore a seguito di infortunio o

malattia professionale o tramite segnalazioni

provenienti dal sindacato o dalle associazioni

dei lavoratori. Per iniziativa dell’Ente di controllo,

inoltre, periodicamente vengono individuate

categorie di imprese o aree territoriali su cui

effettuare sopralluoghi, nell’ottica di prevenzione

e controllo, trattandosi frequentemente di

aziende con codice ATECO ad alto rischio.

L’ENTE VIENE INTERESSATO IN CASO

DI INCIDENTE, MA IL SUO INTERVENTO

PUÒ ESSERE RICHIESTO ANCHE

TRAMITE DENUNCIA DEL SINGOLO

LAVORATORE A SEGUITO DI INFORTUNIO

O MALATTIA PROFESSIONALE O TRAMITE

SEGNALAZIONI PROVENIENTI DAL

SINDACATO O DALLE ASSOCIAZIONI DEI

LAVORATORI.

11 Numero 1 – Ottobre 2020


12

FUOCO: MANEGGIARE CON CURA

Dott. Francesco Meneghel

Tecnico della Prevenzione

PREVENIRE L’INCENDIO IN AZIENDA SI DEVE E SI PUÒ: DAGLI ESTINTORI ALLA

MANUTENZIONE IMPIANTI AL CERTIFICATO RILASCIATO DAI VIGILI DEL FUOCO

Numero 1 – Ottobre 2020

La capacità di creare e controllare il fuoco è

stata per millenni uno strumento decisivo per

la vita quotidiana dei nostri antenati. Non si

conosce con certezza quale fu il momento esatto

in cui il genere Homo si impadronì del fuoco, ma

le testimonianze archeologiche dimostrano che

già l’Homo Erectus, ben 600.000 anni fa, era in

grado di generare una brace e mantenere una

fiamma.

La manipolazione del fuoco cambiò

radicalmente lo stile di vita delle prime comunità

di cacciatori-raccoglitori. Oltre a fornire calore

durante l’inverno e luce nel corso delle ore più

buie, il fuoco ebbe conseguenze enormi sulla

quotidianità dei nostri antenati: qualità del

cibo migliorata, metodologie di caccia, pesca e

agricoltura più efficaci, nuove attività ricreative

e sociali con ricadute dirette sull’evoluzione

dell’intero genere umano.

Oggi possiamo disporre di luce e calore

con semplici gesti, forse per questo talvolta

dimentichiamo la potenza del fuoco,

sottovalutandone i rischi. Trascurare un piccolo

innesco in prossimità di materiali infiammabili

può essere una superficialità dagli esiti

catastrofici. Si pensi agli incendi boschivi che

hanno devastato parte dell’Australia sudorientale,

generati da disattenzioni fatali che

con il contributo della siccità hanno distrutto

milioni di ettari di boschi. Si pensi all’incendio

che nel 2018 ha devastato il Museo Nazionale di

Rio de Janeiro, fondato circa 200 anni fa, oppure

all’incendio scoppiato nella cattedrale di Notre

Dame provocandone ingenti danni. Fino ad

arrivare più vicino a noi, nel nostro territorio,

nella nostra quotidianità e nel nostro ambito

lavorativo con i roghi che nell’estate del 2019 e ad

inizio 2020 hanno distrutto prima una industria

di vernici nel vicentino e poi una azienda tessile

nell’alta padovana. Ancora: gli incendi scoppiati

in California lo scorso agosto che sembrano

indomabili, nonostante la profusione di uomini

e mezzi impegnati a contrastare l’avanzare delle

fiamme, che hanno causato morti e distruzione

fino ai centri abitati.

Se in certi casi la fatalità, la distrazione

o addirittura il dolo ci trovano impotenti e

l’intervento è limitato a contenere i danni, in

altri casi invece qualcosa può essere fatto.

All’interno di certi contesti e in particolare nei

luoghi di lavoro la parola PREVENZIONE assume

un significato di particolare rilevanza.

Nell’ambito della salute e sicurezza nei luoghi

di lavoro e in particolar modo della prevenzione

incendi alcune attività lavorative sono

assoggettate alla certificazione riguardo il

rispetto della normativa prevenzione incendi,

ossia alla sussistenza dei requisiti di sicurezza

antincendio. Questa certificazione è il Certificato

Prevenzione incendi (da cui l’acronimo CPI).

Il Datore di Lavoro deve quindi verificare che

la propria attività rientri tra quelle comprese


13

nell’allegato I del d.P.R. 1° agosto 2011, n.

151. Il d.P.R. 151/2011 individua le attività

soggette ai controlli di prevenzione incendi

e disciplina, per il deposito dei progetti, per

l’esame dei progetti, per le visite tecniche,

per l’approvazione di deroghe a specifiche

normative, la verifica delle condizioni di

sicurezza antincendio che, in base alla vigente

normativa, sono attribuite alla competenza

del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

Al fine dell’ottenimento del CPI da parte

dei vigili del fuoco, il titolare dell’attività

deve affidarsi ad un tecnico abilitato (ex

legge 818/84) il quale predispone un progetto

(corredato dalla documentazione prevista dal

comma 7 dell’articolo 2 del d.P.R. 151/2011)

finalizzato al rispetto della normativa vigente

in tema di prevenzione incendi. Il titolare deve

quindi presentare mediante segnalazione

certificata di inizio attività (SCIA), con apposita

istanza, la richiesta di esame del progetto

al comando dei vigili del fuoco. Il Comando

esamina il progetto e, avendo la facoltà di

richiedere documentazione integrativa e di

effettuare visite tecniche, si pronuncia sulla

conformità dello stesso alla normativa ed

ai criteri tecnici di prevenzione incendi.

Qualora le verifiche diano esito positivo, il

Comando rilascia il CPI attestando il rispetto

delle prescrizioni previste dalla normativa

di prevenzione incendi e la sussistenza dei

requisiti di sicurezza antincendio.

Con il Decreto Ministeriale 3 agosto 2015,

conosciuto come Codice di Prevenzione

Incendi, è stato rivoluzionato il panorama

normativo italiano in materia di prevenzione

incendi. Con esso infatti, il Corpo Nazionale

dei Vigili del Fuoco, ispirandosi alla normativa

internazionale ha prodotto un testo unificato

in grado di essere applicato dai tecnici abilitati

nella progettazione. Tale decreto quindi

rappresenta uno strumento che in mano ai

tecnici abilitati consente una progettazione

uniforme. In fase di progettazione il tecnico

effettua una attenta valutazione del rischio

individuando sia fattori scatenanti che

l’eventuale portata dell’incendio che può

generarsi. A questo punto può individuare

sia misure preventive finalizzate ad evitare lo

scoppio di incendi, sia misure di protezione che

possano garantire la sicurezza delle persone

all’interno dello stabile e lo stabile stesso

impedendo la propagazione delle fiamme in

ambienti distinti e il conseguente collasso

della struttura. Tra queste misure possiamo

ricordare i rilevatori di fumo e calore, gli

impianti di spegnimento fissi o portatili,

le compartimentazioni a tenuta di fuoco,

le strutture portanti realizzate in materiale

capace di resistere alle alte temperature.

In ogni caso il comportamento delle persone,

la formazione e le istruzioni impartite ai

lavoratori, le manutenzioni degli impianti e

delle attrezzature di lavoro, l’ordine all’interno

dei locali aziendali e nelle aree adibite al

deposito delle merci risultano indispensabili

per non vanificare l’operato del servizio di

prevenzione e protezione aziendale e dei

tecnici specializzati in materia di antincendio.

AL FINE DELL’OTTENIMENTO DEL CPI DA

PARTE DEI VIGILI DEL FUOCO, IL TITOLARE

DELL’ATTIVITÀ DEVE AFFIDARSI AD UN

TECNICO ABILITATO (EX LEGGE 818/84)

IL QUALE PREDISPONE UN PROGETTO

(CORREDATO DALLA DOCUMENTAZIONE

PREVISTA DAL COMMA 7 DELL’ARTICOLO

2 DEL D.P.R. 151/2011) FINALIZZATO AL

RISPETTO DELLA NORMATIVA VIGENTE IN

TEMA DI PREVENZIONE INCENDI.

Numero 1 – Ottobre 2020


14

INAIL PREMIA LE AZIENDE VIRTUOSE

Dott. Eric Cingano

Tecnico della Prevenzione

UN’OPPORTUNITÀ CHE OGNI ANNO VIENE OFFERTA ALLE AZIENDE: LA RIDUZIONE DEL

TASSO MEDIO DI TARIFFA INAIL OT23.

Numero 1 – Ottobre 2020

Non possiamo nasconderci che, tra le varie voci

di costo che ogni azienda sostiene, si trova anche

il tributo economico che il datore di lavoro

deve versare per la sicurezza. Dalla formazione

obbligatoria fino agli adeguamenti strutturali

l’imprenditore è chiamato a farsi carico dell’ennesima

voce di spesa legata alla prevenzione. L’azienda

più oculata sa tuttavia che ogni intervento

volto a ridurre il rischio nello svolgimento

delle quotidiane mansioni di lavoro converte

l’iniziale spesa sostenuta in un vantaggio a lungo

termine, misurabile proprio in termini produttivi e

reddituali.

A dimostrazione di quanto la prevenzione viene

valorizzata dallo stesso organismo statale di

riferimento, INAIL ogni anno prevede la possibilità

di ridurre la tariffa dei versamenti erogati

all’Assicurazione contro gli Infortuni, tramite il

modello OT23 (ex OT24). La riduzione del premio

intende avvantaggiare quelle aziende che attuano

una politica di protezione del personale, al fine di

scongiurare il verificarsi degli infortuni sul luogo di

lavoro.

Quali aziende possono usufruire della

riduzione? Pur considerando che l’elenco delle

iniziative premiate varia e viene aggiornato ogni

anno, tutte le misure elencate attuano procedure

o buone prassi di prevenzione che si aggiungono a

quanto la normativa vigente impone. L’azienda che

verifica di aver attuato una o più delle misure

previste per l’anno di riferimento, utilizzando

il modello OT23 compilato secondo le linee

guide pubblicate contestualmente al modello

dall’INAIL stessa, può richiedere la riduzione del

tasso medio di tariffa.

Prerequisito è naturalmente la regolarità

contributiva ed assicurativa e l’adempimento di tutte

le norme obbligatorie in materia di igiene e sicurezza

sui luoghi di lavoro, così come viene richiesto che gli

interventi migliorativi siano già stati attuati nell’anno

precedente alla presentazione della domanda di

riduzione.

Nel modulo di domanda l’INAIL indica e

predefinisce le azioni e i miglioramenti

considerati validi per ottenere il beneficio

richiesto. Tra gli interventi ritenuti meritevoli per la

richiesta di riduzione possiamo citare, ad esempio,

l’adozione o il mantenimento di sistemi di gestione

della sicurezza sul lavoro idoneamente certificati,

le asseverazioni rilasciate da organismi paritetici,

le iniziative di formazione integrativa adottate,

le agevolazioni sociali concesse ai lavoratori, le

campagne contro il fumo, l’abuso di alcool e di

sostanze stupefacenti, l’educazione alimentare. Per


ogni intervento viene indicata la documentazione da

allegare alla domanda, che deve essere inoltrata in

modalità telematica all’INAIL entro l’ultimo giorno del

mese di febbraio dell’anno successivo a quello cui si

riferisce la richiesta di riduzione.

Per chi non avesse ancora visionato il modello

possiamo anticipare che la compilazione non è

immediata, così come la raccolta della documentazione.

Molte sono le aziende che per la presentazione

dell’istanza si appoggiano al consulente di fiducia

sulla sicurezza che provvede al disbrigo della

pratica in collaborazione con il consulente del

lavoro.

Ma quali sono i vantaggi per l’azienda? Come

anticipato in apertura non si tratta semplicemente di

ottenere un risparmio immediato su un versamento

obbligatorio: promuovere una gestione dell’azienda

con un forte orientamento alla tutela della salute

e sicurezza del lavoratore genera un circolo virtuoso

di cui tutta l’azienda andrà a beneficiare. Prevenire un

infortunio o l’insorgere di una malattia professionale

significa, ad esempio, anche favorire la presenza

stabile del lavoratore, quindi una continuità produttiva,

evitando costose sostituzioni, ripetute formazioni e

reintegri, aspetto da considerare adeguatamente ai

fini di un equilibrato bilancio aziendale. Mai come in

questi mesi abbiamo sperimentato la necessità di

assumere comportamenti prudenti e attenti alla

salute, nella consapevolezza che ogni azione e ogni

decisione dell’individuo coinvolge e condiziona lo

stato di benessere o di disagio dell’altro. Rivolgersi

ai professionisti della sicurezza risulta ancora

una volta la strategia vincente per usufruire delle

opportunità offerte dal mercato e dalla normativa

facendo impresa, ognuno secondo la propria visione

e il proprio stile.

RISPARMIO IMMEDIATO SU UN

VERSAMENTO OBBLIGATORIO:

PROMUOVERE UNA GESTIONE

DELL’AZIENDA CON UN FORTE

ORIENTAMENTO ALLA TUTELA

DELLA SALUTE E SICUREZZA

DEL LAVORATORE GENERA

UN CIRCOLO VIRTUOSO DI CUI

TUTTA L’AZIENDA ANDRÀ A

BENEFICIARE.

RIVOLGERSI AI

PROFESSIONISTI DELLA

SICUREZZA RISULTA ANCORA

UNA VOLTA LA STRATEGIA

VINCENTE PER USUFRUIRE

DELLE OPPORTUNITÀ

OFFERTE DAL MERCATO E

DALLA NORMATIVA FACENDO

IMPRESA, OGNUNO SECONDO

LA PROPRIA VISIONE E IL

PROPRIO STILE.

15 Numero 1 – Ottobre 2020


16

NEL PROSSIMO NUMERO

QUANDO L’INDUSTRIA

E’ PUNTOZERO

AZIENDE IN PROGRESS VERSO UN

FUTURO DIGITALE, NON VIRTUALE

SALUTE AL

MICROSCOPIO

METODOLOGIE DI INDAGINE PER

LA SICUREZZA ALIMENTARE: MOCA

VOLARE CON I PIEDI

PER TERRA

ORA SI PUO’, GRAZIE AL

DRONE

DI CHE COLORE E’ IL

FUTURO?

INIZIATIVE E SCELTE GREEN SOSTENUTE

DA BANDI DI FINANZIAMENTO

I PROSSIMI APPUNTAMENTI

Numero 1 – Ottobre 2020

WEBINAR 18 NOVEMBRE

DALLE 17 ALLE 18

“REGOLAMENTO

REACH PER SETTORE

CALZATURA E

ABBIGLIAMENTO”

RELATORE DOTT. GIOVANNI

MITARITONNA

WEBINAR 18 NOVEMBRE

DALLE 18 ALLE 19

“MOCA: MATERIALI E

OGGETTI A CONTATTO

CON GLI ALIMENTI.

REGOLAMENTO E

NORMATIVA”

RELATORE DOTT. GIOVANNI

MITARITONNA


17

FORMAZIONE

SE PENSATE CHE L’ISTRUZIONE SIA COSTOSA, PROVATE CON L’IGNORANZA

Numero 1 – Ottobre 2020




04

OBIETTIVAMENTE

NUMERO 1 – OTTOBRE 2020

RIVISTA AD USO INTERNO DI

OBIETTIVO AMBIENTE SRL

VIALE DELLA NAVIGAZIONE INTERNA, 35

35129 PADOVA (PD) - TEL +39 049 628475

COMUNICAZIONE@OBIETTIVOAMBIENTE.COM

WWW.OBIETTIVOAMBIENTE.COM

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