LeStrade n.1565 marzo 2021
DOSSIER L’innovazione al servizio della sicurezza stradale PONTI Best practice planetarie in materia di monitoraggio
DOSSIER
L’innovazione al servizio della sicurezza stradale
PONTI
Best practice planetarie in materia di monitoraggio
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leStrade
LS
Aeroporti Autostrade Ferro
N. 1565/ 3 MARZO 2021
Aeroporti Autostrade Ferrovie
Casa Editrice la fiaccola srl
DOSSIER
L’innovazione al servizio
della sicurezza stradale
PONTI
Best practice planetarie
in materia di monitoraggio
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2
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Questo periodico è associato
all’Unione stampa periodica italiana.
Numero di iscrizione 14744
Sommario
7
Redazione
Direttore responsabile
Lucia Edvige Saronni
Direttore editoriale
Fabrizio Apostolo
fapostolo@fiaccola.it
Redazione
Mauro Armelloni
Stefano Chiara
Emilia Longoni
Sommario
INFRASTRUTTURE&MOBILITÀ
L’OPINIONE
di Nicola Dinnella
L’OPINIONE LEGALE
8 TPL, confermate le limitazioni al ricorso all’in house providing
di Claudio Guccione, Camilla Triboldi
ROAD SAFETY WORLD
10 Trasporti, motore da tenere acceso per dare nuovo slancio al futuro
di Luciana Iorio
SICUREZZA DELLE INFRASTRUTTURE
14 Sicurezza e ambiente, l’esempio di un Ministro vicino alle persone
di Pasquale Cialdini
OSSERVATORIO ANAS
18 Con la Smart Road l’Italia corre
verso la mobilità del futuro
NEWS
20 Attualità
22 Prodotti
26 Convegni
27 Agenda 2021. Convegni, Corsi, Eventi
In Copertina
Vista del Viadotto Egratz sulla Route Blanche (RN205) in Francia, opera
gestita dalla concessionaria autostradale ATMB/Autoroutes et Tunnel du
Mont Blanc (si noti, sulla destra, la peculiare copertura in cemento sulle
corsie di lunghezza pari a 110 m). L’infrastruttura fa parte della rete Asecap,
l’associazione europea che raccontiamo nel dettaglio in apertura del
dossier Sicurezza&Innovazione.
© Viaduc Egratz ©ATMB/DR
Segreteria di redazione
Jole Campolucci jcampolucci@fiaccola.it
Ornella Oldani segreteria@fiaccola.it
Consulenti tecnici e legali
Terotecnologia
Gabriele Camomilla
Normativa
Biagio Cartillone
Gallerie
Alessandro Focaracci
Infrastrutture e Cantieri
Federico Gervaso
Appalti Pubblici
Claudio Guccione
Ponti e Viadotti
Enzo Siviero
con
con
Infrastrutture
30 Il Mediatore di Progetto
di Mauro Di Prete
Autostrade
38 Quel cerchio che si chiude
di Fabrizio Apostolo
44 Hub lombardo strada-rotaia
di Emilia Longoni
SICUREZZA&INNOVAZIONE
SAFETY&INNOVATION
56 Europa, l’impegno delle autostrade per la nuova mobilità
The commitment of the European motorway to innovative
mobility
di Massimo Schintu, Malika Seddi
62 Salto di qualità
A leap in quality
di Stefano Chiara
66 La luce ideale
The ideal light
di Fabrizio Apostolo
70 Varco amovibile con emergenza integrata
An innovative barrier gate
a cura della redazione
72 Il muro antirumore del futuro è arrivato in cantiere
The sound absorbing wall of the future arrives on site
a cura della redazione
Comitato di redazione
Leonardo Annese - ANAS/CNI AIPCR ITALIA
Roberto Arditi - Gruppo SINA
Mario Avagliano - ANAS
Fabio Borghetti - Politecnico di Milano
Michele Culatti - Gruppo Siviero
Paola Di Mascio - AIPSS
Concetta Durso - ERF
Laura Franchi - TTS Italia
Giancarlo Guado - SIGEA
Salvatore Leonardi - DISS
Pietro Marturano - MIT
Andrea Mascolini - OICE
Francesco Morabito - FINCO
Michela Pola - FEDERBETON
Maurizio Roscigno - ANAS
Emanuela Stocchi - AISCAT
Monica Tessi - ANIE/ASSIFER
Susanna Zammataro - IRF
Dossier Speciale
Special Issue
Hanno collaborato
Mauro Armelloni, Federico Baiardo,
Stefano Chiara, Pasquale Cialdini, Silvio Cocco,
Domenico Crocco, Alessandro De Santis,
Giovanni Di Michele, Nicola Dinnella,
Mauro Di Prete, Laura Franchi, Gabriella Gherardi,
Rocco Antonio Gravinese, Claudio Guccione,
Luciana Iorio, Emilia Longoni, Andrea Mascolini,
Marco Perazzi, Massimo Schintu,
Malika Seddi, Enzo Siviero, Cristina Tozzo,
Camilla Triboldi.
lestrade @ fiaccola.it
ISSN: 0373-2916
Strade
46 Specializzazione antirumore
di Stefano Chiara
50 Piano Salaria a pieno ritmo
a cura della redazione
52 Lungo la rotta del granito bianco
di Fabrizio Apostolo
Mobilità&Traffico
54 Dall’AI benefici per strada e utenti
di Mauro Armelloni
Comitato Tecnico-Editoriale
PRESIDENTE
LANFRANCO SENN
Professore Ordinario di Economia Regionale
Responsabile Scientifico CERTeT,
Centro di Economia Regionale, Trasporti
e Turismo dell’Università Bocconi di Milano
MEMBRI
MATERIALI&TECNOLOGIE
Materiali
96 Insegnare e ricercare: così il futuro può risorgere
a cura di leStrade e in collaborazione con l’Istituto Italiano per il
Calcestruzzo
Focus: Draghi, la formazione diventa priorità e le imprese possono
partecipare alla sfida
di Fabrizio Apostolo
Focus: Microbeton HTE, l’ultima frontiera per risanare e
rinforzare travi e pilastri
di Rocco Antonio Gravinese
102 Conversazione sulla sostenibilità
di Giovanni Di Michele
Tecnologie&Sistemi
106 Dagli stabilimenti alle nostre strade
di Fabrizio Apostolo
MACCHINE&ATTREZZATURE
Macchine
112 Sfide europee
a cura della redazione
114 La prima autonoma è Made in Italy
di Mauro Armelloni
GIANNI VITTORIO ARMANI
Già Amministratore delegato ANAS
ELEONORA CESOLINI
TELT (Tunnel Euralpin Lyon Turin)
PASQUALE CIALDINI
Già Direttore Generale per la Vigilanza
e la Sicurezza delle Infrastrutture MIT
DOMENICO CROCCO
Dirigente ANAS,
Segretario Generale PIARC Italia
CARLO GIAVARINI
Università La Sapienza di Roma,
Presidente onorario SITEB
LUCIANA IORIO
MIT, Presidente WP1 UNECE
AMEDEO FUMERO
Dirigente MIT, Capo Dipartimento per i Trasporti,
la Navigazione e i Sistemi informativi e statistici
LUCIANO MARASCO
Dirigente MIT, Responsabile IV Divisione
DG Sicurezza Stradale
FRANCESCO MAZZIOTTA
Già Dirigente MIT, Responsabile II Divisione
DG Sicurezza Stradale
VINCENZO POZZI
Già Presidente CAL
MASSIMO SCHINTU
Direttore Generale AISCAT
con
ORNELLA SEGNALINI
Dirigente MIT, Direttore Generale
Dighe e Infrasrutture Idriche ed Elettriche
MARIO VIRANO
Direttore Generale TELT (Tunnel Euralpin Lyon Turin)
GILBERTO CARDOLA
Amministratore BBT SE
(Galleria di Base del Brennero - Brenner Basistunnel)
IN RAPPRESENTANZA DELLE ASSOCIAZIONI
ANGELO ARTALE
Direttore Generale FINCO
FEDERICO CEMPELLA
Associazione del Genio Civile
MARIA PIA CERCIELLO
PIARC ITALIA
GABRIELLA GHERARDI
Presidente AISES
OLGA LANDOLFI
Segretario Generale TTS Italia
N. 1565 Marzo 2021 anno CXXIII
& PONTI
76 Giro del mondo tra
satelliti e sensori
di Domenico Crocco,
Alessandro De Santis
82 Tutti i ponti portano a
Messina
di Enzo Siviero
VIADOTTI
116 Robot connessi a Industria 4.0
di Mauro Armelloni
Attrezzature
118 Usura rimossa alla perfezione
di Emilia Longoni
PAGINE ASSOCIATIVE
88 Tra autostrada
e metropolitana
di Giovanni Di Michele
92 Sorveglianza
ad ampio raggio
di Emilia Longoni
122 AISES Piano necessario per viaggiare sicuri
di Gabriella Gherardi
123 FINCO Prefabbricazione per il ponte dei record
di Federico Baiardo, Marco Perazzi
124 OICE Report sulle gare BIM 2020
di Andrea Mascolini
125 SIIV Comportamento di miscele riciclate a freddo
di Cristina Tozzo
126 TTS Italia La strategia europea nei trasporti
di Laura Franchi
GIOVANNI MANTOVANI
Già Presidente AIIT
MARCO PERAZZI
Relazioni Istituzionali UNICMI
DONATELLA PINGITORE
Presidente ALIG
CARLO POLIDORI
Presidente AIPSS
DANIELA PRADELLA
ANIE/ASSIFER
ADNAM RAHMAN
Vice Presidente IRF
STEFANO RAVAIOLI
Direttore SITEB
GIUSEPPE SCHLITZER
Direttore Generale Federbeton
GABRIELE SCICOLONE
Presidente OICE
SERGIO STORONI RIDOLFI
SIGEA
www.fiaccola.com
www.lestradeweb.com
IN COLLABORAZIONE CON
Anas SpA
Ente nazionale
per le strade
Associazione Italiana
Società Concessione
Autostrade e Trafori
Associazione
del Genio Civile
Associazione Italiana
per l’Ingegneria Traffico
e dei Trasporti
Associazione Mondiale
della Strada
Associazione Italiana
dei Professionisti
per la Sicurezza Stradale
Associazione Italiana
Segnaletica e Sicurezza
Associazione Laboratori
di Ingegneria e Geotecnica
Associazione
Industrie
Ferroviarie
Associazione Italiana
Segnaletica Stradale
European Union
Road Federation
Formazione Addestramento
Scienza Tecnologia Ingegneria
Gallerie e Infrastrutture
Federazione delle Associazioni
della filiera del cemento,
del calcestruzzo e dei materiali
di base per le costruzioni nonché
delle applicazioni e delle
tecnologie ad esse connesse
Federazione Industrie
Prodotti Impianti Servizi
ed Opere Specialistiche
per le Costruzioni
International Road
Federation
3 LS
Associazione delle
organizzazioni di ingegneria,
di architettura e di consulenza
tecnico-economica
Società Italiana Geologia
Ambientale
Società Italiana Infrastrutture
Viarie
SITEB
Strade Italiane e Bitumi
Associazione Italiana
della Telematica per
i Trasporti e la Sicurezza
Unione Nazionale delle
Industrie delle Costruzioni
Metalliche dell’Involucro e dei
Serramenti
On line nella
sezione Archivio,
tutti i numeri sfogliabili
4
Inserzionisti
Autostrada del Brennero SpA
autobrennero.it 5
Bitem Srl
bitemsrl.com
IV Cop.
Doosan Bobcat Emea Sro
bobcat.com 101
Canginibenne Srl
canginibenne.com 115
Car Segnaletica Stradale Srl
carsrl.com 1
Cracco Srl
cortensafe.it 25
Draco Italiana SpA
draco-edilizia.it 13
7° E&E Congress
eecongress2021.org 127
Elia Peroni & C. Sas
eliaperoni.it 23
Fagioli SpA
fagioli.com 37
Iterchimica Srl
iterchimica.it 6
Massenza Srl
massenza.it 45
Pauselli Srl
pauselligroup.com 94
Prealux Srl
prealux.it 21
Roxtec Italia Srl
roxtec.com/it 27
Stevanato Prodotti e Lavori Speciali Srl
stevanato.com 61
Tekna Chem SpA
teknachem.it 74
Valli Zabban SpA
vallizabban.it
III Cop.
Aziende citate
ABESCA 106
Ammann 102
astepON
23, 46, 72
Autostrada Brescia-Padova 66
Autostrada Pedemontana
Lombardia 20
Bestefa 72
Brebemi-Aleatica 22
Brokk 116
CASE 112
CAV 54
Denis 46
Dulevo 114
EuroprogressGroup
p 38, 46
Fondamenta 46
Gruppo Cancellotti
106
Istito Italiano per il Calcestruzzo 96
Milano-Serravalle 38, 88
Paderno Scarl 38
PINI Group 25
Pizzarotti 20
Prealux 62
Proger
92
RFI 21
Roadlink 23, 46, 66
Serravalle Engineering
g 38
Simex 118
Sirianni 46
SMA Road Safety 70
Studio Tecnico Gravinese 100
Venpa
24
Verdegro
62
Vita International 23
WeBuild 20, 21
Vita International Srl
vitainternational.it 28
Vitali SpA
vitalispa.it
II Cop.
Centrale Operativa
Messaggi Cooperativi
110
INNOVAZIONE
CONNESSA
La comunicazione
diretta e costante
tra infrastruttura e veicolo
Road Side Units
Comunicazione I2V
Nel nuovo scenario che si sta delineando
per la gestione della mobilità stradale,
a seguito della diffusione dei sistemi C-ITS,
Autostrada del Brennero ha predisposto
la sua infrastruttura in modo da consentire
l’utilizzo di sistemi cooperativi per lo scambio
di comunicazioni tra infrastruttura e veicoli (I2V).
Zero Incidenti
In questo numero
È così divenuto possibile inviare messaggi
di sicurezza e infomobilità direttamente ai veicoli
in grado di ricevere il segnale.
3/2021 leStrade
7
LS
Ma siamo davvero “sicuri”? È una domanda, questa, che
in molteplici situazioni, sia familiari sia professionali. C
quenza decisamente elevata. Il quesito riguarda ogni a
bilità, nonché estremamente vasta e per questo diffici
ca. La sicurezza è oggettiva e insieme soggettiva, è az
È impegno corale e insieme cultura individuale.
La questione presenta i medesimi segni di complessità
uno dei contesti in cui la domanda dell’incipit risuona con
davvero sicuri? In passato, la risposta era spesso perme
Oggi, infatti, possiamo rispondere con ottimismo: “Sì,
per esserlo compiutamente”. E questo è un motivo di conforto per gli utenti, ma
anche funzione di tecnici proposti al miglioramento degli standard di sicurezza d
ticolare che ci lasciamo alle spalle e le cui conseguenze ancora oggi stiamo vive
comunità istituzionale e tecnica nel voler aumentare i livelli di sicurezza delle no
po, operatori economici, produttori, sviluppatori di tecnologia e addetti ai lavori,
re al settore un vero e proprio salto di qualità, che riguarda anche la lettura stes
frontato, con unità d’intenti, in modo sempre più strutturato, introducendo meto
so tempo, di rapidità produttiva ed esecutiva.
L’Opinione
Il suolo è una risorsa preziosa e non rinnovabile
Raddoppia la vita utile dell’asfalto
Riduce i costi di
manutenzione stradale
Permette il riciclo
di plastiche dure selezionate
Riduce le emissioni di CO2eq del 70%
Previene gli ammaloramenti
Riciclabile 100%
nei successivi cicli produttivi
Supermodificante high-tech con G+ GRAPHENE PLUS
brevettato e studiato per la sostenibilità e la compatibilità ambientale
100% riciclabile, sostenibile, conveniente, dura più del doppio
Strade durature, sicure ed ecosostenibili
Tutela del suolo, patrimonio ambientale, paesaggio, riconoscimento del valore delle risorse naturali. L’Europa e le Nazioni Unite
chiedono di azzerare il consumo di suolo netto entro il 2050, di allinearlo alla crescita demografica e di non aumentare il degrado del territorio
entro il 2030. gipave® nuovo supermodificante high-tech a base di grafene per aumentare la vita utile delle strade, ridurre l’impatto
ambientale, offrire maggiore sicurezza e risparmio sulla manutenzione, riutilizzare nuovamente i materiali nei successivi cicli produttivi, minimizzare
sprechi di energia e lo sfruttamento di risorse naturali, adottando un modello di economia circolare. Con gipave® per ogni chilometro si
recuperano 18 tonnellate di plastica riciclata, si risparmiano oltre 15 milioni di tonnellate di materia prima, si evitano 1400 kg di CO2
equivalente - si riducono del 70% le emissioni di CO2eq rispetto all’asfalto lavorato in modo tradizionale.
Sicurezza, la strada gius
è fare fronte comune
Manutenzione e innovazione
In questo panorama, Anas ha interpretato e interpreta un ruolo di primo piano, g
concetto di manutenzione “programmata”, che ha preso il posto di quello di ma
ti, gallerie, pavimentazioni, segnaletica e, naturalmente, di barriere di sicurezza
tutto campo, dal progetto alla posa in opera, realizzando e testando soluzioni se
ando un albo di installatori qualificati.
Insieme alla programmazione della manutenzione, come sanno bene i lettori di
novazione, che a volte segue e spesso anticipa i trend tecnologici più avanzati d
viaggio supportata da tecnologie digitali molto sofisticate; il mezzo sono cospicu
Anche in questo caso, però, l’obiettivo prioritario resta sempre la sicurezza: inno
sistema irto di rischi e insidie, per generare un nuovo habitat,
Tornando alla componente fisica dell’infrastruttura, posso
tate nuove barriere di sicurezza, nuovi dispositivi per i m
ti a tutela dei cantieri e di chi vi opera, nuove tecnologi
rie di novità, insomma, che da un lato ci soddisfano e ci
cazione che abbiamo davanti, devono essere accompag
tenza, guai se pensiamo di essere già arrivati! Anche pe
ti di questa progettualità.
La strada, in ogni caso, è segnata, grazie alle strategie di gruppo (FS Italiane) e del nostro management, nonché grazie all’opera
di tutti i colleghi e dell’intera comunità stradale. Personalmente sono convinto che, continuando con questo
approccio, si possa soltanto fare bene, in ogni ambito. Torno poi a ribadire che, per quanto riguarda lo specifico
della sicurezza stradale, quest’anno così difficile ha anche saputo unire, più di quanto avremmo potuto immaginare,
tutti i diversi operatori. E questa, in mezzo a tutte le difficoltà del caso, è sicuramente un’ottima notizia.
Nicola Dinnella
Responsabile Infrastruttura Stradale
Anas SpA (Gruppo FS Italiane)
High-tech additives for the road industry
Progetti e prodotti eco-sostenibili per il settore stradale
www.iterchimica.it
con
8
Normativa e Infrastrutture
TPL, confermate le limitazioni
al ricorso all’ allin house providing
Trasporto pubblico locale: la sentenza n. 1090 del 5/2/2021 del Consiglio di Stato
Claudio Guccione
Avvocato
Fondatore di P&I - Studio Legale Guccione
& Associati
Camilla Triboldi
Avvocato
P&I Studio Legale Guccione & Associati
Con la recente sentenza n. 1090 del 5/2/2021,
confermando l’esito del giudizio di primo grado,
il Consiglio di Stato ha sancito la legittimità,
nonché la piena compatibilità rispetto alle disposizioni
sia costituzionali che comunitarie, di una legge regionale
(Legge Regione Campania n. 3/2002) che nel
settore del trasporto pubblico locale (TPL) limita il ricorso
all’in house providing a vantaggio dell’indizione
di procedure di gara ad evidenza pubblica. In particolare,
l’effettivo sbilanciamento che le disposizioni regionali
considerate determinano a favore del ricorso
al mercato e all’esternalizzazione dei servizi, a scapito
L’avvocato Claudio Guccione, fondatore di P&I - Studio Legale Guccione
& Associati, è Professore a contratto di Diritto delle Opere Pubbliche
all’Università La Sapienza di Roma (claudio.guccione@peilex.com).
L’Opinione legale
dell’affidamento diretto, si traduce in una misura a tutela
della concorrenza che, pertanto, non risulta interferire
né con i principi europei in tema né con l’assetto
del riparto delle competenze sancito dall’art. 117 della
Costituzione. La pronuncia è stata anche l’occasione
per escludere che la scelta della legge regionale di
individuare nella Regione stessa l’ente di governo del
bacino unico per il trasporto pubblico locale si ponga in
contrasto con le norme costituzionali riferite all’equa
distribuzione delle competenze tra Enti Locali, Regioni
e Stato. Il Collegio, infatti, non ha ravvisato nell’assetto
normativo preso in considerazione alcuna violazione
dei principi di leale collaborazione tra enti e di sussidiarietà
verticale.
La giurisprudenza
di riferimento
L’in house providing costituisce una modalità di affidamento
diretto dei contratti pubblici, descritta dall’art.
5 del D.Lgs. n. 50/2016, nel contesto della sezione riguardante
i contratti esclusi.
È possibile quindi, a norma del Codice, affidare direttamente
un contratto senza dover predisporre una gara
pubblica a patto che concorrano i noti presupposti (i)
del controllo analogo (che si verifica allorquando la stazione
appaltante disponga sull’affidatario di un controllo
analogo a quello di cui la P.A. dispone nei confronti
dei propri uffici), (ii) dello svolgimento di oltre l’80%
delle attività della persona giuridica controllata nell’esercizio
dei compiti ad essa affidati dall’amministrazione
controllante e, infine, (iii) dell’esclusione della partecipazione
diretta di capitali privati, ad eccezione di
forme di partecipazione che non comportino controllo
o potere di veto previste dalla legislazione nazionale,
in conformità dei trattati. Inquadrato l’istituto in
via generale, deve tuttavia rilevarsi sin da subito che
per la materia del trasporto pubblico locale la disciplina
presenta profili di peculiarità: l’art. 18, lett. a), del
D.Lgs. n. 50/2016, infatti, esclude dall’ambito di applicazione
del Codice le concessioni di servizi di trasporto
pubblico di passeggeri considerate dal Regolamento
(CE) n. 1370/2007. È proprio in tale Regolamento,
nella sua versione aggiornata nel 2016, in combinato
disposto con il D.Lgs. n. 422/1997 (cd. decreto Burlando)
per quanto ancora compatibile, che deve rinvenirsi
la disciplina di riferimento per l’istituto dell’in house
nello specifico settore considerato. Con un’inversione
di marcia rispetto alla liberalizzazione imposta dal decreto
n. 422/1997 che prevedeva la regola della gara
pubblica per l’affidamento del contratto di TPL, il Regolamento
UE è tornato a consentire alle autorità competenti
anche di erogare direttamente il servizio ovvero
di ricorrere all’affidamento in house.
Ai sensi dell’art. 5, par. 2 del Reg. 1370/2007/CE, infatti,
“A meno che non sia vietato dalla legislazione nazionale,
le autorità competenti a livello locale hanno facoltà
di fornire esse stesse servizi di trasporto pubblico
di passeggeri o di procedere all’aggiudicazione diretta
di contratti di servizio pubblico a un soggetto giuridicamente
distinto su cui l’autorità competente a livello
locale, o, nel caso di un gruppo di autorità, almeno
una di esse, esercita un controllo analogo a quello che
esercita sui propri servizi”. La peculiarità della disciplina
si coglie sin dai presupposti per la sua applicazione,
considerando che il medesimo art. 5 non prevede
alcuna soglia minima in termini quantitativi di partecipazione
pubblica o di esercizio dell’attività, a differenza,
ad esempio, dell’80% previsto dall’art. 5 del D.Lgs.
n. 50/2016. Ad ogni modo, la principale differenza rispetto
alla disciplina sull’in house disposta dal Codice
dei contratti pubblici dipende dalla mancata applicazione
della regola prevista dall’art. 192, comma 2 del D.L-
gs. n. 50/2016 circa la necessità per l’amministrazione
di motivare le ragioni del mancato ricorso al mercato e
della preferenza per l’affidamento diretto. Nell’ambito
del TPL, infatti, come chiarito anche dalla giurispruden-
za, non vi è alcun obbligo di motivazione “rinforzata”, in
quanto “l’affidamento in house costituisce modalità or-
dinaria e nient’affatto eccezionale di affidamento della
concessione dei servizi di TPL”, secondo la scelta discrezionale
della pubblica amministrazione (cfr. C.d.S.,
Sez.V, sent. 6.07.2020, n. 4310; T.A.R Lazio, Sez. II,
sent. 7.2.2020, n. 1680).
L’origine della controversia
e il giudizio di primo grado
La vicenda sottesa alla pronuncia in commento trae origine
dall’impugnazione proposta dal Comune di Napoli
dinnanzi al T.A.R. Campania, volta ad ottenere l’annullamento
di alcuni atti attuativi della Legge Regionale finanziaria
campana n. 5/2013, modificativa della legge
di settore sul traposto pubblico locale (L.R. n. 3/2002).
In particolare, le norme contestate istituivano un bacino
unico regionale per lo svolgimento del servizio di TPL di
cui la Regione Campania si autodesignava quale ente di
governo, privando gli enti locali delle funzioni di amministrazione
del servizio e lasciando loro le sole funzioni
di programmazione. Sotto altro profilo, le medesime
disposizioni prescrivevano poi quale unica modalità di
affidamento dei servizi in parola quella dei procedimenti
ad evidenza pubblica. Il ricorrente denunciava, quindi,
la violazione della normativa costituzionale in materia
di riparto di competenze tra Stato, Regioni ed Enti Locali
e il mancato rispetto dei principi di decentramento
amministrativo, di sussidiarietà e di equi-ordinazione
istituzionale delle diverse organizzazioni amministrative
operanti nell’ambito dei vari livelli territoriali. Il Comune
lamentava, in particolare, lo spoglio delle funzioni
di amministrazione del servizio di trasporto pubblico
locale, residuando in capo allo stesso, alla luce del nuovo
assetto normativo, solo funzioni di programmazione,
mediante la partecipazione ad appositi comitati di indirizzo
e monitoraggio. Quanto poi alle modalità di affidamento
dei servizi, il Comune ravvisava invece la violazione
dell’art. 117, comma 1, lett. e) della Costituzione,
in ragione del fatto che la previsione della legge regionale
avrebbe illegittimamente interferito nella materia
della concorrenza di esclusiva competenza statale, ed
evidenziava una potenziale violazione della normativa
comunitaria per la limitazione imposta agli affidamenti
© Orlovic/Wikipedia
OSSERVATORIO NORMATIVO
Ministero dello Sviluppo Economico
Decreto 14 dicembre 2020 (G.U. Serie Generale n. 22 del 28/1/2021)
Modalità e procedure di concessione ed erogazione del contributo in favore delle micro, piccole e medie imprese titolari
del servizio di distribuzione di carburanti nelle autostrade per il periodo di emergenza da COVID-19 (21A00331).
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
Decreto 4 gennaio 2021 (G.U. Serie Generale n. 30 del 5/2/2021)
Aggiornamento degli importi dovuti dagli interessati per le operazioni tecnico-amministrative di competenza del
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (21A00503).
Decreto 13 gennaio 2021 (G.U. Serie Generale n. 34 del 10/2/2021)
Recepimento della direttiva (UE) 2020/1833 della Commissione, che modifica gli allegati della direttiva 2008/68/CE
del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al trasporto interno di merci pericolose (21A00674).
Ministero dell’Economia e delle Finanze
Decreto 10 dicembre 2020 (G.U. Serie Generale n. 37 del 13/2/2021)
Cofinanziamento nazionale pubblico a carico del Fondo di rotazione di cui alla legge n. 183/1987 per il progetto
di interesse comune nel settore delle Reti dei trasporti transeuropee (TEN-T) “Fresh Food Corridors” - Action No:
2014-EU-TM-0531-S, nell’ambito della programmazione finanziaria del Connecting Europe Facility Transport (CEF
Transport), di cui al regolamento UE n. 1316/2013 - integrazione. (Decreto n. 44/2020) (21A00665).
in house. Dopo aver analizzato ogni censura promossa,
il T.A.R. Campania adito in primo grado rigettava in
toto il ricorso con la sentenza n. 1494, pubblicata il 12
marzo 2014. Con riferimento al primo gruppo di censure,
il Giudice ha sostanzialmente affermato che la Costituzione,
pur promuovendo e garantendo le autonomie
locali, non impedisce alle Regioni di organizzare il
servizio di trasporto pubblico locale secondo le modalità
reputate più convenienti, anche mediante la previsione
di un unico ambito territoriale regionale per la gestione
del servizio. In tale contesto, non risulta in alcun
modo violato il principio di sussidiarietà verticale, che
tendenzialmente imporrebbe una preferenza per l’allocazione
delle funzioni al livello di governo più vicino ai
cittadini, se la gestione a livello regionale del servizio
risponde ad esigenze di efficienza dello stesso. A maggior
ragione se, come nel caso di specie, il bacino ottimale
è stato individuato nell’intero territorio regionale
già a monte, da una previsione statale. Infine, sulla
questione ancor più interessante dell’affidamento mediante
procedura ad evidenza pubblica quale unica modalità
prevista, a scapito dell’in house, il Giudice di prime
cure ha escluso ogni profilo di asserita illegittimità
costituzionale della previsione e di presunta incompatibilità
rispetto alle previsioni di cui al Regolamento europeo
n. 1370 del 2007. Quest’ultimo, infatti, si limita
a contemplare, tra le varie possibilità di affidamento,
anche l’in house providing, ma comunque esprimendo
un evidente favore per l’introduzione della concorrenza
del servizio pubblico di trasporto locale e, dunque,
per l’esternalizzazione anche di tali servizi.
La posizione del Consiglio di Stato:
la sentenza n. 1090 del 5/2/2021
Il Comune di Napoli proponeva dunque appello al Consiglio
di Stato lamentando l’erroneità della decisione
assunta dal TAR. Tuttavia, i Giudici di Palazzo Spada
hanno ritenuto il ricorso infondato e hanno confermato,
meglio specificandoli, i principi già enunciati in pri-
9
LS
mo grado. In particolare, non viene rilevata alcuna
violazione né del regolamento n. 1370/2007/CE né
dell’art. 117 comma 1 lett. e) della Cost. La normativa
regionale in questione, infatti, ha effettivamente
operato uno sbilanciamento in favore del ricorso
al mercato rispetto al regime dell’affidamento diretto
mediante in house providing, ma al tempo stesso
la diatriba sull’individuazione del punto di equilibrio
tra contrapposti valori, quello del confronto competitivo
e quello dell’autoproduzione, si risolve non contro
bensì a favore della tutela della concorrenza. In questo
stesso senso si è recentemente espressa anche
la Corte Costituzionale con la sentenza n. 100/2020,
in un precedente richiamato dallo stesso Collegio, in
cui si è affermato che l’introduzione di limiti all’utilizzo
dell’in house providing deve essere letto come misura
a favore del confronto competitivo per ampliare
il ricorso al mercato e all’esternalizzazione dei servizi.
Non può dirsi violata, pertanto, la previsione costituzionale
di cui all’art. 117, comma 1, lett. e) che assegna
allo Stato la materia della concorrenza nel riparto
delle competenze legislative, acconsentendo l’eventuale
introduzione di limiti alla stessa solo per il tramite
di disposizioni di rango nazionale, atteso che nessuna
limitazione è stata introdotta nel caso di specie.
Allo stesso tempo, non è stata rilevata alcuna violazione
nemmeno della normativa comunitaria di riferimento:
l’art. 5 del Reg. 1370/2007, infatti, si limita a
facoltizzare il ricorso all’in house, descrivendolo quale
modalità ordinaria di affidamento dei servizi nel settore
del trasporto pubblico locale perfettamente alternativa
al ricorso al mercato e non imponendolo quale
unica via. In definitiva, la sentenza in commento, pur
non innovando ciò che viene stabilito in prima istanza,
costituisce un interessante approfondimento sulla
materia dei trasporti pubblici locali e sulla modalità di
affidamento degli stessi, specificando con maggior rigore
la volontà del Legislatore di procedere sempre e
comunque in un’ottica di tutela della concorrenza.
3/2021
L’Opinione legale
10
11
LS
Road Safety World
Trasporti, , motore da tenere acceso
per dare nuovo slancio al futuro
La sicurezza inclusiva: il punto a un anno dalla Dichiarazione di Stoccolma
3
in senso cooperativo, attraverso gruppi “trasversali”
che di volta in volta indirizzano e approfondiscono
politiche di collaborazione su tematiche comuni, dalla
tecnologia dei veicoli e gli aspetti legali ad essa connessi,
alla logistica, all’intermodalità, al nuovo ecosistema
urbano sostenibile. Come delineato da speaker
di rilievo, in apertura dei lavori, quali l’UNECE Executive
Secretary Ms, Olga Algayerova, e dal Commissario
ai Trasporti UE Adina Valeàn, il trasporto, mai come
ora, si è configurato come il motore da tenere acceso
per dare calore alle economie freddate dalla crisi Covid;
ed è al contempo il catalizzatore per far ripartire
il futuro della ripresa, per garantire uno slancio di opportunità
e crescita che, partendo dalla regione ECE,
tocchi e porti benefici in tutte le altre regioni economiche
del mondo.
3. Olga Algayerova
(segretario esecutivo
ONU)
(Commissario UE
ai Trasporti)
5. Jean Todt, inviato
speciale ONU per la
sicurezza stradale
6. Inland Transport
Committee
Road Safety World
1. Palais des Nations di Ginevra
Luciana Iorio
Presidente WP 1 UNECE
La dott.ssa Luciana Iorio, del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti,
segue a livello comunitario e in sede UNECE (United Nations Economic
Commission for Europe) le tematiche relative alla mobilità sicura. Attualmente
presiede il Road Safety Forum (WP1) a Ginevra. Dal 2014 cura per
leStrade la rubrica bimestrale Road Safety World.
Road Safety World
Un momento indimenticabile. Siamo stati appena
chiamati alla responsabilità nazionale,
econdo la qualità delle decisioni e il
sioni 1 . Parole motivanti, che cadono
prendere intenti e principi condivisi
febbraio 2020. Un anno vissuto ina
terza Conferenza Interministeriale
radale del Febbraio 2020 , conclusazione
di Stoccolma 2 all’apertura delof
Action 2020-2030. Al Documen-
Svezia da ministri e plenipotenziari
a nuova Risoluzione della Assemblea
zioni Unite “Improving Road Safety”
4/299 3 , lo scorso 31 agosto. Nel sio
ottundente della crisi pandemica,
rincipi condivisi per promuovere il
muoversi sicuri su strada sono passati
in sordina, e sembrano sospesi
tra le pagine e il mondo esterno.
Indubbiamente non è un momento
facile, con altre priorità e gravose
agende. Nell’emergenza sanitaria
he ha sconvolto il mondo, richiamare
l’attenzione sulle tragedie che si
consumano ogni giorno sulle strade
el pianeta è difficile, come accordare
2. Logo del Global Forum for Road Traffic Safety
un’orchestra nel caos. Eppure, si dice che è nei momenti
critici che ci riesce di vedere gli altri, e situazioni
cui prima non avremmo prestato attenzione, ci riesce
di essere empatici, e si affina la capacità critica della
nostra coscienza civica. Si diventa più sensibili, più attenti,
si presta più attenzione alla fragilità degli affetti,
all’unicità del giorno e di tutte le mattine del mondo,
si sente di più il valore della vita, il peso dell’assenza,
il costo della perdita, il vuoto incolmabile.
Ed è in questa ottica che si è tenuta la riunione annuale
“versione digital” dell’Inland Trasport Committee,
nel Palais des Nations deserto, eppure virtualmente
popolato. Il comitato Trasporti, cui l’Italia partecipa
con rappresentanza dell’amministrazione centrale e
con la presidenza di vari gruppi di lavoro, è l’architrave
amministrativo delle politiche dei trasporti e ambiente
che poi vengono attuate nei working parties e
1. Discorso PCM Draghi, febbraio 2021.
2. https://www.roadsafetysweden.com/about-the-conference/
stockholm-declaration/
3. https://digitallibrary.un.org/record/3879711
Stati Generali virtuali
In apertura, inoltre, l’inviato speciale delle Nazioni
Unite per la Sicurezza Stradale, Mr. Jean Todt, ha evidenziato
la necessità di non dimenticare la rilevanza
della sicurezza stradale nell’ottimizzazione delle politiche
dei trasporti generatrici di benessere, mobilità
sostenibile e crescita sociale. In questo ambito, le
possibilità offerte dal Fondo delle Nazioni Unite per
la Sicurezza Stradale, UNRSF, unico nel suo genere,
dovrebbero essere potenziate con un maggiore impegno
finanziario di donatori, Governi e stakeholder
uniti dall’ultima Risoluzione ONU. Il tema portante
dell’evento ministeriale di apertura non può non tenere
conto della crisi pandemica. Nel tentativo di rispondere
con misure fattuali alla pandemia, il tema
generale del segmento politico di alto livello ha un approccio
diretto , mirato al raggiungimento, con l’ottimizzazione
delle politiche comuni di trasporto e delle
potenzialità connesse, di una connettività resiliente e
vantaggiosa. Un “Ritorno al futuro” in maniera sostenibile,
capace di generare e mantenere la ripresa sostenuta
e crescita economica, su scala macro regionale
e globale. È stato un bene ribadire ancora una
volta la forza rigeneratrice dell’armonizzazione dei
principi condivisi, come fissati dagli Accordi internazionali,
Convenzioni, Trattati, quali fattori di crescita
e di sviluppo economici, “minimo comune multiplo”
della matematica diplomatica, catalizzatori di risposte
concertate dei principi condivisi, attraverso cui si
arriva a replicare ed esportare benessere e progresso
economico e sociale. Questi “Stati Generali” dei
Trasporti si sono conclusi con una nota decisiva, di
impegno. Ministri, Ambasciatori e Capi delegazione
delle parti contraenti degli strumenti legali internazionali
sotto la competenza dell’ITC hanno coralmente
espresso il loro sostegno alla Risoluzione dedicata
all’impegno pattuito di creare politiche dei trasporti
coese ed efficienti, l’unica risposta valida a situazioni
di emergenza, quali quella pandemica e quella climatica,
che richiedono risposte corali e azioni forti,
insieme. Indubbiamente, il Covid-19 ha amplificato
l’eco della fragilità dell’ecosistema umano e della vulnerabilità
sociale ed economica su ampia scala. Nessuno
può salvarsi da solo, si è detto in sedi ecumeniche.
Ora lo sappiamo anche noi policy maker con
evidenza quasi brutale.
Semplificazione
e sostenibilità
Siamo attori di una vision globale di sostenibilità, sicurezza
e resilienza, ed è per questo che la parte dedicata
a Sostenibilità dei trasporti e connettività commerciale
nella regione del Mar Caspio nell’era delle
pandemie assume la sua rilevanza. È un tema tanto
più interessante se lo si guarda con un grandangolare
di riporto economico alle grandi direttrici dei corridoi
intermodali transcaucasici che arrivano alle porte
dell’area mediterranea, dei porti di snodo, all’incrocio
della vecchia e della nuova via della Seta. Focus
sul Turkmenistan, in questa occasione. Perché? Sempre
tutto all’insegna di una sostenibilità progettuale
e ragionata. Perché è ad Ashgabath che nel 2016,
subito dopo l’adozione dell’agenda 2030, si tenne la
prima Conferenza mondiale sui trasporti sostenibili
sotto l’egida ONU, conclusasi con la Dichiarazione di
Ashgabat, la nuova governance dell’architettura uomo-ambiente
che poi avrebbe definito le nuove politiche
di sostenibilità e resilienza. Ecco perché. Ed in
era Covid, questo momento porta una luce nuova sulla
centralità fondamentale della politica dei trasporti,
premessa e promessa legata allo sviluppo crescita
necessario per riscattarsi dalla crisi pandemica
globale. E infatti, proprio in questo contesto, la cooperazione
internazionale nelle aree trasporti e comunicazioni
(infrastrutture e politiche) si pone come
un imperativo che non si può ignorare. La discussione
ha toccato tutte le criticità e le misure adotta-
3/2021 leStrade
3/2021
12
13
LS
Abstract
7. Obiettivi per lo sviluppo sostenibile 8. Le sfide urbane della sostenibilità
Transport policies: the engine to give vital energy
to the “frozen” economies due the Covid-19 crisis
9. L'impegno dell'UNECE: una mobilità sostenibile,
efficiente e sicura in epoca Covid-19 (e oltre)
te per mantenere le merci in movimento attraverso
i corridoi internazionali, e in questo il coordinamento
inter-istituzionale, e l’ azione delle organizzazioni
internazionali e regionali attraverso collaudate best
practice basate sugli strumenti legali universali, nel
mandato delle competenze dei numerosi Gruppi ECE,
hanno ottimizzato e favorito la semplificazione delle
procedure doganali, le pratiche di commercio digitale,
le misure di facilitazione delle imprese Ora non
resta che stabilizzare le misure temporanee di facilitazione
del commercio e dei trasporti attuate in risposta
al Covid-19 in pratiche sostenibili e semplificate
per il lungo termine, rafforzando la connettività
regionale, ed è su questo che i partecipanti attivi nei
processi globali sono chiamati ad agire, per realizzare
in maniera concreta e univoca, sviluppo sostenibile,
stabilità, facilitazione di investimenti e, quindi,
crescita economica e stabilità.
It is the annual deadline of February - time for the Inland
Transport Committee meeting in UNECE, - this
year in “virtual mode”.The ECE /ITC is the policy hub
coordinating all transport and environmental policies
which are then implemented by the various subordinate
working parties.
What is highlighted now - as never before - is how
transport is the very engine which gives energy to the
economies of the World - now temporarily made anemic
by the Covid crisis. Fortunately, transport will
also be the catalyst to restart the future and stimulate
recovery. It will provide the momentum for oppor-
tunity and growth, which, starting from the ECE region,
affects and benefits all other economic regions
of the world. As outlined by prominent speakers, as
the UNECE Executive Secretary Ms. Olga Algayerova,
and the EU Commissioner for Transport MS. Adina
Valeàn, transport policies, as never before, have
proved to be the engine to keep running and to give
vital energy to the “ frozen” economies due the Covid
crisis; at the same time transport enacts the recovery,
by granting a continuous flow of opportunities
and economic resources, starting from the ECE
region, and benefitting other economic regions of the
world. The United Nations Special Envoy for Road
Safety, Mr. Jean Todt, pointed out the need to focus
on road safety as key tool in every transport policy.
In this context, the possibilities offered by the United
Nations Road Safety Fund - which is a unique sour-
ce of funding - should be strengthened by a greater
financial commitment of donors, both from Central
Administrations and from stakeholders in the private
sector. The ITC offered a unique perspective through
the side event dedicated to the sustainability of
transport and commercial connectivity in the Caspian
Sea region. This is an issue which becomes all
the more interesting if you look at it as providing wide-angle
economic access to the major routes of the
Transcaucasian intermodal corridors that congregate
at the hub ports of the Mediterranean region at the
crossroads of the Old and New Silk Roads. In closing,
an appeal for a strong commitment, again stressing
the relevance of Road Safety. A newly elaborated
new action plan, with three strategic pillars covering
the next Decade 2020-2030, and leading to the realization
of the SDG 3.6 and 11.2 objectives, namely the
Stockholm Declaration; the UNGA Resolution A/Res/
74/299 and the Recommendations on the improvement
of national road safety systems (adopted by the
ITC / EXCOM last April 2020), providing guidance for
Member States on how to strengthen their road safety
management systems. This action plan, this
strategy will bring the advent of safe mobility - reaching
those high targets for sustainability, inclusiveness,
and sustainability as per Agenda 2030 -
which can only be met providing we commit
ourselves responsibly; and, providing we listen
with empathy to the demands and needs of middle
and low-income countries. It is time for brave
new captains. As the young poet Amanda Gorman
said recently: as we turn our eyes to the future, history
keeps its eyes fixed on us.
Sulla Via della Seta
Non dimentichiamo la rilevanza di quanto detto nel quadro
più ampio delle rotte commerciali chiave che attraversano
la regione ECE, e delle vie intermodali storiche
consolidate, e ora rimodernate. Guardiamo al quadro
più ampio, al grande gioco sulla scacchiera geopolitica
legato alla Nuova Via della Seta, il progetto One Belt
One Road cui tutti saremo legati e che incrocerà rotte
stradali, ferroviarie e marittime, lo sviluppo del sistema
di trasporto nel “Nord-Sud” e le direzioni “Ovest-
Est” con connessioni che si estenderanno dall’Oceano
Pacifico al Mar Caspio e al Mar Nero, dal Nord Europa
all’Oceano Indiano. Questa sarà la nuova mappa della
logistica e delle reti dei trasporti con luce globale. E
poi ci siamo noi, Italia, privilegiati per destino geografico
al centro del Mediterraneo, con le potenzialità rigeneranti
di una politica saggia di rivalutazione delle aree
di porto e interporto e dell’intermodalità euro-centrica.
Un piano di sviluppo di sicuro interesse.
Road Safety Event
Gran Finale dell’ITC, con una tavola rotonda di alto
profilo per definire il nuovo piano di azione per la prossima
Decade 2020-2030, frutto maturo e consolidato
della Dichiarazione di Stoccolma prima citata. Nonostante
le numerose politiche intraprese degli Stati
membri, la comunità internazionale non ha potuto far
altro che constatare il mancato raggiungimento, entro
il 2020, del taget 3.6 tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile
in materia di sicurezza stradale, come evidenziato
dall’aumento, anziché dalla diminuzione, delle vittime
e degli infortuni sulla strada a livello globale. Con
una tavola rotonda si vuole prendere atto delle criticità,
di cosa non ha funzionato come ci si aspettava,
per elaborare nuove misure più efficaci mutuando la
lezione appresa dalla prima Decade, un incontro che
vuole prendere atto delle carenze strategiche e trasformarle
in punti di forza per nuove sfide. Un nuovo
documento programmatico, con una nuova strategia
che presenti obiettivi misurabili e indicatori affidabili
per riscontrare la validità e l’efficienza delle azioni di
Governo, una verifica necessaria per validare i risultati
secondo timeline definite e ottenute con riscontri
di breve e medio termine, e valutare l’efficacia delle
misure per creare la mobilità sicura e sostenibile auspicata
dall’Agenda 2030. Il Programma d’azione ha
tre pilastri strategici cui uniformare le prossime agende
delle Amministrazioni di governo, per giocare un
ruolo determinante nella sfida sugli obiettivi SDG 3.6
e 11.2: la dichiarazione di Stoccolma (firmata, come
dicevamo, in tete de chapitre, esattamente un anno
fa, il 20 febbraio 2020) che porta alla nuove Decade
2020-2030, le Raccomandazioni sul miglioramento dei
sistemi di sicurezza stradale nazionali (adottate dall’I-
TC/EXCOM lo scorso aprile 2020) quali linee guida aggiornate
per gli Stati membri su come rafforzare i loro
sistemi di gestione della sicurezza stradale; e chiaramente
la Risoluzione UNGA A/ RES/74/299.Tutto questo
va considerato anche nel contesto di un maggiore
coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali e dei
portatori di interessi nel funding del Fondo delle Nazioni
Unite sulla Sicurezza Stradale, come strumento
di promozione della sicurezza stradale soprattutto nei
Paesi a medio e basso reddito, regioni con forti squilibri
socio-economici.
Il futuro e la storia
Non dimentichiamo che non parliamo solo di sicurezza
stradale, ma al contempo di sostenibilità e inclusività.
Le pari opportunità di genere e la crescita socio-economica
globale sono scopi che ci responsabilizzano, ci richiedono
una condizione di ascolto, di supporto sociale
e politico, di slancio in politiche di esternalizzazione
della nostra conoscenza e delle nostre capacità, quali
promotori dei principi di sicurezza su strada e di una
mobilità efficiente, sostenibile e inclusiva. Una rigenerazione
totalizzante che parte dalla self-vision di un sistema
Paese e che si proietta beneficamente all’interno e
all’esterno, in altre situazioni internazionali, dove occorre.
Che sia la mobilità sicura il faro della nuova crescita
etica, ragionata, sostenibile logicamente strutturata
e non oblomovianamente ideologizzata, tanto per fare
e dire. Una sfida come quella pandemica pone grandi
interrogativi per le strategie future, e la risposta non è
solo nei vaccini disponibili. Fenomenologia del sé di un
Paese nel tempo e nei risultati. È il tempo di nuovi capitani
coraggiosi. Come la giovane poetessa Amanda Gorman
4 ha detto di recente: mentre noi volgiamo gli occhi
verso il futuro, la storia tiene gli occhi fissi su di noi.
4. Insediamento POTUS , John Biden, gennaio 2021, The Hill We
Climb.
Road Safety World
leStrade
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15
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Sicurezza delle Infrastrutture
Sicurezza e ambiente, l’esempio
di un Ministro vicino alle persone
Ritratto di Enrico Ferri e della sua sana energia per il bene comune che ha gettato
le fondamenta per un miglioramento sostanziale della vita e della mobilità di tutti.
Pasquale Cialdini
Dirigente Generale a r.
Ministero Infrastrutture
e Trasporti
Lo scorso 17 dicembre è morto nella sua casa di
Pontremoli (Massa Carrara) Enrico Ferri. Aveva
78 anni. Sia le televisioni che i giornali hanno
diffuso immediatamente la notizia e lo hanno ricordato
con il titolo di “Ministro dei 110”. È vero che
una delle sue prime iniziative come Ministro dei Lavori
Pubblici fu quella di stabilire con decreto, a firma
anche del Ministro dei Trasporti Santuz, il limite
di velocità massima di 110 km/h sulle autostrade,
ma questo “titolo” non riassume l’intensa attività da
lui compiuta come Ministro, uomo politico e magistrato.
Come può notarsi dalla sua biografia 1 , è difficile
sintetizzare la poliedrica attività che ha profuso
al servizio di tutte le Istituzioni democratiche: la Magistratura,
il Governo della Repubblica, il Parlamento
nazionale, il Parlamento Europeo e il Comune di
Pontremoli. In ciascuna Istituzione ha lasciato un ricordo
ed un insegnamento indelebile, ma soprattutto
ha agito sempre per il “bene comune”.
Io ho avuto il piacere e l’onore di collaborare con lui
L’ing. Pasquale Cialdini è stato a capo dell’Ispettorato Generale per la
Circolazione e la Sicurezza Stradale e Direttore Generale della Direzione
per la Vigilanza e la Sicurezza nelle Infrastrutture presso il Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti. È socio onorario AIIT e Segretario
dell’Associazione del Genio Civile.
1. Pontremoli 2001: l’inaugurazione del Parco scuola progettato
dall’ingegner Fernando Cecilia
nel Ministero dei Lavori Pubblici e poi di incontrarlo
più volte sia al Parlamento Europeo, sia nel Comune
di Pontremoli dove per tanti anni è stato un Sindaco
molto amato. Per non sbagliare e non cadere nel sentimentalismo
per questa breve “memoria” ho pensato
di utilizzare le sue stesse “parole” prese da un suo
libro “Giudice anche io” che ha pubblicato nel 1989 e
che mi ha dato in omaggio con una dedica che ancora
oggi mi commuove: “…in ricordo delle nostre battaglie
di civiltà ed in difesa dei valori forti della vita
e dell’uomo”. La dedica è rivolta a me ma Lui queste
“battaglie” le ha davvero combattute sempre in prima
linea, io ho avuto solo il merito, qualche volta, di
accompagnarlo. (figg. 5, 6b).
Il libro inizia con queste parole: “Sono uno dei tanti
giudici italiani che credono nella giustizia ritenendola
strumento essenziale per una civile vita di relazione.
Attualmente, Ministro della Repubblica Italiana,
mi rendo sempre più conto di quanto sia importante
che le istituzioni, pur rimanendo autonome e indipendenti,
utilizzino sino in fondo le rispettive esperienze
2. Enrico Ferri
e collaborino tra loro nell’interesse del cittadino. […] Il
primo giorno da Ministro mi ha fatto ricordare, improvvisamente,
il primo giorno da Pretore ed ho provato la
stessa emozione, anche se accesa da sentimenti diversi.
Sulla sedia davanti a me si sarebbe avvicendata
una serie interminabile di persone cui avrei dovuto
dare una risposta il più possibile giusta, spesso determinante
per la vita di ciascuno di loro”.
Come Ministro dei LL.PP. fin dai primi mesi del suo incarico
si occupò molto di sicurezza stradale non solo
con il decreto n. 284 del 21 luglio 1988, che ha introdotto
il limite dei 110 km/h sulle autostrade che tutti
hanno ricordato 2 , ma, anche con l’istituzione del Centro
di Coordinamento dell’Informazione e Sicurezza
Stradale 3 , il CCISS che ancora oggi fornisce notizie aggiornate
sul traffico e sulle condizioni di viabilità sull’intero
territorio nazionale.
Si deve a una sua altra iniziativa anche il nuovo Codice
della strada che, anche se è stato pubblicato solo
nel 1992 (D. Lgs 30 aprile 1992, n. 285), quando lui
non era più ministro, Ferri ne ha certamente la pater-
nità. Infatti è stato il Ministro Ferri nel 1988 a istituire
con proprio decreto la Commissione interministeriale
presieduta da Giuseppe Tamburrino 4 per la predisposizione,
sia di uno schema di disegno di legge delega
al Governo, che del testo del testo delegato contenente
le modifiche da apportare al Codice del 1959. Ed è
sempre lui che ha presentato alle camere il disegno di
Disegno di legge “Delega al Governo per la revisione
delle norme sulla disciplina della circolazione stradale”
(A.C. n.4435) (fig. 3).
Si deve sempre a Ferri, se alcune delle nuove disposizioni
in materia di circolazione stradale tese soprattutto
a migliorare la sicurezza sono state anticipate
con alcune leggi di settore senza attendere che
il Parlamento approvasse la delega per la revisione
4
3. Disegno di legge “Delega al Governo
per la revisione delle norme concernenti
la disciplina della circolazione stradale”
dell’intero codice della strada. Ci si riferisce, in
particolare alla Legge 24 marzo 1989, n. 122
che da molti è conosciuta come “Legge Tognoli”
perché ha istituito il Ministero delle aree urbane,
ma che contiene numerose modifiche al
Codice della strada richieste dal Ministro Ferri.
Tra queste ricordiamo la possibilità per i Comuni
di stabilire “Aree Pedonali” e “Zone a Traffico
imitato (ZTL)” e di predisporre un “Piano urbao
dei parcheggi” prevedendo il pagamento della
osta anche nei parcheggi senza custodia e infie
l’aumento di alcune sanzioni come l’attraveramento
delle intersezioni con il semaforo rose
la rimozione per i veicoli in sosta nelle aree
donali, sui marciapiedi o nei parcheggi riserti
agli invalidi. Inoltre Ferri è stato il promotodella
Legge 22 aprile 1989, n. 143 “Installazioed
utilizzazione delle cinture di sicurezza” che
anticipato l’obbligo dell’uso delle cinture di siezza
e della Legge 24 giugno 1989, n. 238 che
ntrodotto l’obbligo dei sistemi di ritenuta per i
mbini. Entrambe le leggi hanno salvato diverse
umane, vittime di incidenti stradali che, senza
o delle cinture di sicurezza o dei sistemi di ritedei
bambini, avrebbero certamente avuto un
esito mortale o avrebbero provocato una grave invalidità
permanente.
Pertanto, sarebbe più giusto definirlo “Ministro della
sicurezza stradale”, ma anche questa sarebbe limitativa,
lui si è occupato, nel periodo in cui era Ministro,
anche di altri provvedimenti in materia di opere
pubbliche, tra i quali la riforma dell’Albo Nazionale
dei Costruttori 5 e, soprattutto, di due leggi molto
importanti.
Contro le barriere architettoniche
e per la difesa del suolo
La prima è la legge sull’abbattimento delle barriere
architettoniche (Legge n.13/1989) e, poco prima
lasciare il ministero, ha emanato, con DM 14 giu-
gno 1989 n. 236, il Regolamento di attuazione che,
ancora oggi, è utilizzato per consentire alle persone
invalide di accedere nei locali pubblici e nelle aree
aperte al pubblico. La seconda è la legge sulla difesa
del suolo (n.183/1989). Ferri, già da magistrato,
ma soprattutto durante tutto il suo lungo impegno
1. Breve biografia: Enrico Ferri nasce a La Spezia il 17/2/1942, si laurea
in giurisprudenza a Firenze nel 1966 e nel 1970 entra in Magistratura,
dove nel 1971 riceve l’incarico di Pretore di Pontremoli. Dal 1976 al 1981
è stato membro del Consiglio Superiore della Magistratura, poi Presidente
e in seguito Segretario Generale dell’Associazione Nazionale Magistrati,
incarico che ha mantenuto fino alla sua nomina a Ministro dei Lavori
Pubblici nell’aprile 1988 che ha mantenuto fino a luglio 1989. Sempre nel
1989 viene eletto al Parlamento Europeo dove rimarrà per tre legislature
(III, IV e V) fino al 2004. Nel 1992 viene eletto alla Camera dei Deputati,
dove guida il gruppo Socialdemocratico e dove rimane solo due anni
per il prematuro scioglimento della XI legislatura. Contemporaneamente,
dal maggio del 1990 alle attività parlamentari ha svolto anche l’incarico
di Sindaco di Pontremoli, dove è stato riconfermato per tre mandati fino
al 2004. Nel 2004, non potendosi più ricandidare come sindaco, è rientrato
nel consiglio comunale di Pontremoli come vice-sindaco. Nel 2006
ha deciso di ritornare nella magistratura dove è rimasto fino al pensionamento
per limiti di età nel 2012. Negli ultimi anni una grave malattia lo ha
distolto completamente da ogni attività pubblica ed è rimasto nella sua
casa di Pontremoli accudito dalla moglie e dai suoi quattro figli.
2. Il Parlamento esortò il Ministro a rivedere il decreto, così con DM n.
398 del 9 settembre 1988 il limite di 110 rimase valido solo durante il
sabato, la domenica e gli altri giorni festivi e nei periodi delle ferie pasquali
ed estive, in tutti gli altri giorni la velocità massima fu portata a 130
km/h. I suddetti limiti rimasero validi fino al 27 settembre 1989 quando
con decreto del nuovo Ministro dei Lavori Pubblici n. 333 si ripristinò
la differenziazione della velocità per classi di veicoli:110 per i veicoli con
cilindrata inferiore a 1100 cm3 e 130 per quelli di cilindrata superiore. Tali
limiti rimasero in vigore fino all’entrata in vigore del nuovo codice della
strada (1° gennaio 1993).
3. Il CCISS è stato previsto dalla legge 30 dicembre 1988, n. 556 che ha
convertito in legge, il decreto-legge 4 novembre 1988, n. 465, recante
“Misure urgenti e straordinarie per la realizzazione di strutture turistiche,
ricettive e tecnologiche”.
4. Giuseppe Tamburrino, presidente emerito della Suprema Corte di
Cassazione, che Ferri aveva conosciuto durante la sua intensa attività
di magistrato.
5. Con la riforma, promossa da Ferri, sulla base del rapporto reale tra
lavoro e fatturato furono scoperte ed eliminate dall’Albo dei Costruttori
diverse “imprese fantasma”.
4. Lo slogan premiato al Concorso di Pontremoli,
nel 1998, per il miglior slogan sulla sicurezza stradale
5. Premiazione con una bicicletta al vincitore
Sicurezza delle Infrastrutture
Sicurezza delle Infrastrutture
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politico si è sempre occupato di “ambiente”, come
lui stesso ha indicato nel già citato libro: “Rimane,
peraltro, il problema di definire l’ambiente non già
quale semplice ‘oggetto di desiderio’ ma reale punto
di riferimento per una politica seria di tutela. A
tal fine credo che sia indispensabile recuperare la
definizione piena e certa dei principali punti di riferimento.
Primo tra questi è certamente il territorio
sul quale si misura quotidianamente il cittadino nella
realizzazione delle sue esigenze elementari di vita.
[…] L’ambiente può essere inteso come somma di
punti concreti di riferimento, per cui può e deve rimanere
un valore morale e sociale importante per
il diritto e, quindi, la sua tutela effettiva deve avvenire
in settori specifici, senza polveroni e strumentalizzazioni,
per non tradire il cittadino, ed, in definitiva,
noi stessi”.
In estrema sintesi, possiamo affermare che Ferri, anticipando
i tempi, nel Ministero dei lavori pubblici si è
occupato di “infrastrutture e di mobilità sostenibile”,
trent’anni prima che venissero ufficializzate dall’attuale
Governo queste attribuzioni con la modifica della
denominazione da “Ministero delle infrastrutture e
dei trasporti” in “Ministero delle infrastrutture e della
mobilità sostenibile” (MIMS).
Ferri è rimasto al ministero solo quindici mesi, ma ha
continuato ad occuparsi di sicurezza stradale, di ambiente
e di difesa della persona umana e dei suoi diritti
fondamentali, sia al Parlamento nazionale (nella
Camera dei Deputati durante la breve XI legislatura
dal 1992 al 1994), che al Parlamento Europeo
(per tre legislature dall’1989 al 2004). In quest’ultima
sede ha promosso e sostenuto importanti direttive
sia in campo ambientale, come le Direttive
n. 91/156 CE sui rifiuti e n. 91/689 CE sui rifiuti pericolosi,
che in altri settori tra cui si citano in particolare:
la Direttiva 2001/29 CE sulla nuova società
dell’informazione, la Direttiva 98/49 CE sulla salvaguardia
delle pensioni dei cittadini che si spostano
all’interno dei Paesi CEE, e la Direttiva 2006/54 CE
sull’attuazione delle pari opportunità e delle parità
di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione
e di impiego.
6a
7. Ancora un particolare del Parco scuola pontremolese
Dentro il cuore
del territorio
Per quattordici anni (dal 1990 al 2004) è stato Sindaco
di Pontremoli dove, nonostante gli impegni nel
parlamento europeo, ha svolto con estrema soddisfazione
dei suoi concittadini i suoi gravosi compiti senza
tralasciare l’organizzazione di numerosi Convegni
e Giornate di studio su temi giuridici e sulla sicurezza
stradale. Ricordo, in particolare, l’estrema importanza
che lui riponeva nell’educazione stradale dei giovani
fin dalle classi elementari e medie. Nelle foto (fig.
5) è riportata la premiazione del concorso nelle scuole
medie per il miglior slogan (fig. 4) per promuovere
la sicurezza stradale e nelle foto (figg. 6. 7) il Parco
scuola che Ferri ha fatto realizzare nel comune di
Pontremoli per i ragazzi delle scuole elementari. Nel
2006 è tornato in magistratura, dove è rimasto fino
al pensionamento, per il raggiungimento dei limiti di
età, avvenuto nel 2012.
6. Posa della
prima pietra
del Parco scuola
di Pontremoli
(anno 200),
in fig. 6b da
sinistra Potito
Iascone,
Pasquale
Cialdini, Enrico
Ferri e Andrea
De Adamich
Filo conduttore è stato sempre quello della difesa dei
valori essenziali della vita di relazione in un contesto
umano e ambientale dignitoso e credibile, tenendo
sempre al primo posto la centralità della persona umana.
In proposito, si ripropongono le sue stesse parole,
tratte sempre dal citato libro: “Credere nella centralità
della persona e affermare in ogni occasione e in ogni
frangente il suo assoluto valore impone alla società di
oggi (nel senso più allargato possibile, comprendendo
quindi i suoi poteri costituiti e quelli di fatto, quelli tradizionale
e quelli emergenti) un sereno e costruttivo
confronto sulla domanda : cosa significa essere uomo
e diventare, con l’aiuto di tutti, persona così come delineato
dalla nostra Costituzione e soprattutto come
lo avverte la nostra coscienza civile.
Il libro termina con un racconto che Ferri certamente
ha ripetuto spesso non solo ai ragazzi, con i quali
si intratteneva in lunghe chiaccherate (fig. 8), ma
anche agli adulti, la storia di “due piccoli irsuti ric-
6b
ci” che in una notte d’inverno trovano chiuse le porte
della città e si salvano solo perché, nonostante i dolori
provati dagli aculei, si abbracciano e si riscaldano
a vicenda. Il racconto termina con queste parole:
“All’alba si aprono le porte della città ed i cittadini
trovano i ‘due ricci’ indifesi ma uniti dalla sopravvivenza
e dalla solidarietà. I cittadini allora comprendono
che le porte della città devono rimanere sempre
aperte, perché c’è sempre chi ha bisogno e bussa alle
porte”. E questo è il suo insegnamento conclusivo che
descrive pienamente il suo operato:
“Oggi spesso i cittadini trovano
chiuse le porte delle istituzioni
e cercano di trovare pace nell’amore
e nell’amicizia nella collaborazione
tra di loro. Ma non sempre ci riescono.
C’è chi si scoraggia e muore
disperato. L’impegno di tutti deve
essere quello di aprire sempre la
porta della città, del palazzo, delle
istituzioni e della propria casa,
affinché anche il più piccolo di noi
possa trovare giustizia nel rispetto
dell’uomo e della sua dignità”.
8. Ferri si sofferma con i ragazzi
9. Ancora un’istantanea
dello scomparso ex Ministro
con Madre Teresa di Calcutta
Da MIT a MIMS, la sostenibilità
entra nel nome del dicastero
Il MIT diventa MIMS. Ovvero: il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti diventa
“Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili”. Un cambio di
nome formale che non crediamo faccia impazzire i copywriter o i puristi della
lingua italiana, ma che, dal punto di vista sostanziale, segna senza dubbio il
consolidamento di un cambio di passo: il Green Deal è arrivato anche all’ombra
di Porta Pia. Non siamo certi della sigla, che usiamo noi a fini giornalistici,
ma lo siamo del change nominalistico, perché annunciato direttamente
sul sito del dicastero guidato dal professor Enrico
Giovannini, che di ecosostenibilità è esper-
to riconosciuto. La mutazione fa data dal 26 febbraio
scorso, giorno in cui il CdM l’ha approvata,
tecnicamente con il decreto-legge sulla riorganizzazione
dei ministeri. “Il cambio di nome cor-
risponde a una visione di sviluppo che ci allinea
alle attuali politiche europee e ai principi del Next
Generation Eu. L’obiettivo è promuovere una for-
te ripresa economica del Paese che sia sosteni-
bile anche sul piano sociale e ambientale, come
indicato dal Presidente Draghi, che ringrazio per
aver sostenuto la proposta di modifica del nome del Ministero. Investimenti
rapidi e consistenti, come quelli che stiamo programmando, in particolare
con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, devono produrre un rilevante
Un sorriso mai
di circostanza
Ferri, durante la sua permanenza al Consiglio Superiore
della Magistratura (dal 1976 al 1981) è stato a
stretto contatto con Vittorio Bachelet, vicepresidente
del CSM, e nel libro gli dedica molte pagine e lo descrive
con queste parole: “Bachelet era solito uscire dalla
sala del Consiglio con un sorriso che non è esatto definire
abituale, perché ogni volta illuminava in modo diverso
ed espressivo lo sguardo trasparente di un uomo
8 9
11
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LS
che sapeva donare se stesso agli altri in ogni momento
della Sua giornata”. Sono certo che quanti hanno conosciuto
Enrico Ferri possono utilizzare queste stesse
parole per descrivere il suo sorriso che non è stato
mai di circostanza, ma era un segno evidente della
sua disponibilità per gli altri. Penso che anche i lettori
che non lo hanno conosciuto, guardando le foto allegate
possano condividere questa sensazione.
Grazie Enrico per tutto quello che con le tue parole,
ma soprattutto con le tue opere ci hai insegnato.
effetto sul piano della competitività del sistema economico e di stimolo occupazionale
nell’attuale congiuntura economica e in prospettiva. Il rafforzamento
e l’ammodernamento delle reti infrastrutturali e del settore della logistica,
l’investimento in infrastrutture sociali e
nelle diverse aree del sistema dei trasporti devono
accompagnare e accelerare le trasformazioni
in atto nel mondo delle imprese e dei consumatori nella direzione della sostenibilità”,
ha dichiarato il Ministro. “Il Ministero - ha aggiunto - aprirà un
dialogo intenso con gli operatori economici e sociali per identificare le azioni
più idonee per accelerare questo percorso, tenendo conto anche delle nuove
opportunità derivanti dai recenti orientamenti del mondo finanziario e delle
politiche europee in materia”.
10. Il MIT, ora MIMS, a Roma
11. Giuramento del Ministro Enrico Giovannini
10
Sicurezza delle Infrastrutture
Sicurezza delle Infrastrutture
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Con la Smart Road l’Italia lItalia corre
verso la mobilità del futuro
La Statale 51 (Cortina) è la prima strada d’Italia a elevata connettività infrastruttura-veicoli
Oltre 3.000 km di strade intelligenti
con un investimento complessivo
di 1 miliardo di euro. Sono i valori
del programma Smart Road Anas. Anas
(Gruppo FS Italiane) ha scelto di investire
nel progetto Smart Road, una tecnologia
propedeutica allo sviluppo della Smart
Mobility e ai futuri scenari di guida autonoma
dei veicoli. I Mondiali di Sci, Cortina
2021 hanno rappresentano “il primo banco
di prova per la mobilità Smart - ha spie-
gato Claudio Andrea Gemme, Presidente di
Anas -. Abbiamo dotato la Statale 51 di Alemagna,
tra Ponte nelle Alpi e il passo Cimabanche,
di un’infrastruttura tecnologica
che migliorerà in modo sensibile la qualità
degli spostamenti nel territorio. Questa è
la prima strada in Italia a essere stata attrezzata
con tecnologie avanzate che consentiranno
lo scambio di informazioni infrastruttura-utenti
e il dialogo tra gli stessi
utenti. Una strada idonea a dialogare con i
veicoli di nuova generazione anche nell’ottica
dell’impiego dei più avanzati livelli di assistenza
automatica alla guida prodromici
alla guida autonoma. Sulla SS51 per le opere
relative alla Smart Road abbiamo investito
circa 27 milioni di euro su di un percorso
Le imprese coinvolte nel Progetto Cortina
Per lo sviluppo e le sperimentazioni relative al progetto Smart Road Cortina, hanno collaborato
con Anas:
• RTI SITE SpA e Valtellina SpA / Realizzazione lavori e attivazione infrastruttura tecnologica
per la Smart Road.
• Carlo Ratti Associati / Concept Design postazioni polifunzionali e Green Island.
• Almaviva / Sviluppo piattaforma tecnologica e test servizi C-ITS di connettività V2V e V2I
• Qualcomm / Chip set tecnologia CV2X.
• Tecnositaf / Integrazione sistemi RMT (Road Management Tool) per il controllo dalla “Control
Room” Anas.
• Waterview / RWIS (Road Weather Information System): piattaforme e algoritmi di analisi video
avanzate per la misura real time di condizioni meteo e manto stradale.
• Gruppo Filippetti / Sistema AREA (Automatic Roadworks Extension Alert System): dispositivi
IoT innovativi per il controllo e la segnalazione di cantieri mobili e fissi.
• MIT Boston-Senseable City Lab / Sviluppo e sperimentazione App Good Vibrations utilizzata
dal personale per il monitoraggio delle infrastrutture attraverso la tecnica dello smartphone sensing,
per la raccolta di dati accelerometrici e con algoritmi di analisi avanzati e pre-alert real time
di anomalie vibrazionali delle infrastrutture per la manutenzione preventiva.
Osservatorio ANAS
1. Cortina d’Ampezzo: la Smart Road Anas è realtà
© Anas SpA
lungo 80 km che attraversa 7 centri abitati
dotato di 336 postazioni polifunzionali e di
una control room”. Lo sviluppo della Smart
Road sugli 80 km della Statale 51, con l’installazione
di “Road Site Unit” con tecnologia
CV2X (Cellular Vehicle to Everything),
rappresenta la copertura su singola tratta
più estesa in Europa. Il progetto Smart
Road Anas, però, interessa l’intera rete italiana
come spiega Massimo Simonini, AD di
Anas: “Siamo testimoni di un cambiamento
radicale, una nuova concezione del settore,
dove l’utente si colloca al centro di un
sistema multi-modale, integrato e digitale.
Il volume e la velocità con cui oggi i dati
vengono generati, elaborati e memorizzati
è senza precedenti. Abbiamo in programma
di investire nelle Smart Road Anas 1 miliardo
di euro ed è in corso una prima fase con
un investimento di circa 250 milioni euro,
anche grazie a contributi europei che hanno
riconosciuto il valore innovativo del nostro
piano. Oltre alla SS 51 di Alemagna, rientrano
nel progetto anche l’itinerario E45-
E55 Orte-Mestre, in Sicilia la Tangenziale
di Catania e la A19, nel Lazio le autostrade
A90 GRA di Roma’, A91 Autostrada Roma-
Fiumicino, quindi la A2 Autostrada del Mediterraneo”.
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Amalfi, avviati tutti i cantieri per ricostruire il corpo stradale della SS 163
Cosenza, via ai lavori
di manutenzione impianti
Il 10 febbraio Anas (Gruppo FS Italiane) ha
consegnato all’impresa appaltatrice ATI Pagano
& Ascolillo SpA - Visco Daniele e Raffaele
Snc - Eurowork Srl, con sede a Roma, i lavori
di manutenzione degli impianti di illuminazione
delle gallerie presenti lungo la Strada Statale
107 ‘Silana Crotonese’, in provincia di Cosenza.
Nel dettaglio gli interventi - per un investimento
complessivo di 3 milioni e 500 mila euro
- riguarderanno, principalmente, la riqualificazione
degli impianti di illuminazione con tecnologia
a Led per un maggior confort visivo e
risparmio energetico. Le attività interesseranno
le gallerie: Fago del Soldato (km 59,016),
Cavaliere (km 60,298), Tasso (km 62,006),
Manca di Zolfo (km 60,936), Ventulilla (km
53,527), Cone D’Area (km 48,268) e Guardiola
(km 3,896). Il concreto avvio delle attività è
Lungo la strada statale 163 “Amalfitana”, Anas ha avviato,
già a partire dal 3 marzo scorso, anche il terzo
fronte della cantierizzazione relativa al ripristino del
corpo stradale in corrispondenza della tratta di SS
163 “Amalfitana” al km 29,750, distrutto dall’evento
franoso occorso nel febbraio scorso dal sovrastante
versante. A seguito dell’ultimazione dell’intervento
del Comune di Amalfi, relativo alla prima messa in sicurezza
del versante franato ad Amalfi, Anas ha esteso
le proprie lavorazioni (finalizzate al ripristino della
transitabilità lungo la SS 163 “Amalfitana”) anche
all’area direttamente coinvolta nell’evento franoso.
Già lo scorso 24 febbraio, dopo aver inviato ad Enti
e Istituzioni competenti il progetto di ricostruzione
del corpo stradale, Anas aveva immediatamente attivato
due cantierizzazioni, ovvero nella galleria limitrofa
al costone in frana e per gli interventi di sistemazione
delle due preesistenti arcate lato Positano,
adiacenti all’arco crollato. Proprio in merito alle autorizzazioni
richieste, il 2 marzo scorso, Anas ha ricevuto
i necessari pareri favorevoli in merito al progetto.
L’intervento - del valore complessivo di circa
1,1 milioni di euro, già finanziati con risorse Anas -
prevede la realizzazione di una rete di micropali, sulla
quale verrà costruito un muro fondante, con un
sistema di tiranti. Tale muro verrà realizzato attraverso
cinque fasi di cantiere fino al raggiungimento
della quota strada, ove verrà costruita una soletta in
cemento armato con parapetto e successivamente
ripristinata la pavimentazione. Con l’esecuzione di
tali lavori sarà quindi possibile ripristinare la circolazione;
successivamente - anche per garantire la
conservazione del sistema paesaggistico-ambientale
- Anas realizzerà, non interferendo con la viabilità,
opere complementari che consisteranno in attività
di manutenzione della galleria adiacente e nel
ripristino del sistema di archi preesistente.
fissato entro il mese il mese di marzo; l’ultimazione
degli interventi è prevista nel mese di settembre
2021. Anas, società del Gruppo FS Italiane,
ricorda che quando guidi, Guida e Basta!
No distrazioni, no alcol, no droga per la tua sicurezza
e quella degli altri (guidaebasta.it).
Per una mobilità informata l’evoluzione della
situazione del traffico in tempo reale è consultabile
anche su tutti gli smartphone e i tablet,
grazie all’applicazione “VAI” di Anas, disponibile
gratuitamente in “App store” e in “Play
store”. Il servizio clienti “Pronto Anas” è raggiungibile
chiamando il numero verde gratuito
800.841.148.
Nuove pavimentazioni
in Emilia-Romagna
Il 4 marzo Anas (Gruppo FS Italiane) ha stipulato
ieri tre contratti - per un totale di 15 milioni
deuo di euro - per interventi e t di manutenzione e straor-
2. Amalfi: stato di fatto
e stato di progetto
dinaria della pavimentazione in Emilia Romagna.
Nel dettaglio, l’appalto per l’esecuzione dei
lavori di manutenzione straordinaria della pavimentazione,
suddiviso in tre stralci da 5 milioni
di euro ciascuno, è stato aggiudicato all’impresa
Cogefri Infrastrutture Srl, Favini Costruzioni
Srl e SpA Adriatica Strade A-ASTRA. Gli appalti
con sentiranno di intervenire in maniera mirata
lungo il piano viabile regionale. I lavori sono
parte di una tornata di gare che riguarda l’intero
territorio nazionale per un valore complessivo
di 380 milioni di euro.Tutti i contratti sono
sviluppati in regime di Accordo Quadro, modalità
che consente di avviare i lavori con la massima
tempestività sulle opere e lungo i tracciati
stradali che saranno oggetto di manutenzione
programmata. La durata massima degli Accordo
Quadro stipulati è fissata in 48 mesi, ovvero
fino all’esaurimento del corrispettivo massimo
previsto.
con
Strutture Territoriali
20
La ripartenza
della Pedemontana
Il Gruppo Webuild, in consorzio
con Pizzarotti, è stato dichiarato
miglior offerente per il contratto
del valore di 1,26 miliardi di euro
circa per la progettazione
esecutiva e la costruzione delle
tratte B2 (di 12,7 chilometri da
Lentate sul Seveso e Cesano
News Attualità
News
Attualità
Maderno) e C (di 20 chilometri da
Cesano Maderno alla Tangenziale
Est di Milano A51) dell’Autostrada
Pedemontana Lombarda. Webuild,
compresa Astaldi, è a capo del
consorzio con Pizzarotti con una
quota del 70%. Il progetto,
commissionato da Autostrada
Pedemontana Lombarda SpA,
dovrà essere completato in vista
delle Olimpiadi invernali di Milano-
Cortina del 2026.
Il Gruppo ritorna così a lavorare in
questo progetto strategico per la
mobilità del Nord-Italia dopo il
completamento, nel 2015, della
realizzazione di una sezione di 47
km di viabilità autostradale e
secondaria: il primo tratto delle
Tangenziali di Como e Varese e il
© CAL SpA
collegamento viario tra le
autostrade A8 e A9 (da Cassano
Magnago a Lomazzo).
L’assegnazione dei due nuovi tratti
della Pedemontana Lombarda
rappresenta un esempio concreto
di ripartenza del settore con tutta
la filiera produttiva, in una fase in
cui lo sviluppo infrastrutturale è
destinato ad avere un ruolo
cruciale nel piano di rilancio
economico e occupazionale
dell’Italia. Il Gruppo, spiega una
nota, con un track record di
80.291 km di strade e autostrade
realizzate nel mondo, è impegnato
nella costruzione di altri lavori
stradali in Italia come il Megalotto
3 della Strada Statale Jonica, del
valore di circa 980 milioni di euro,
commissionata da Anas
nell’ambito di un investimento
complessivo di circa 1,3 miliardi di
euro. Webuild, che solo in Italia
conta 11.000 dipendenti sui
70mila complessivi, collabora con
una filiera molto ampia di imprese
che rappresentano l’eccellenza nel
settore delle costruzioni. Solo nei
principali 5 progetti in Italia, sono
circa 5.000 le piccole e medie
imprese con cui il Gruppo
collabora, contribuendo a
valorizzarne le competenze e
sostenere il rilancio economico e
occupazionale, come è avvenuto
nella realizzazione del Ponte
Genova San Giorgio.
PEDEMONTANA.COM
WEBUILDGROUP.COM
PIZZAROTTI.IT
Potenziamento
oltre il Brennero
Il Gruppo Webuild è stato dichiarato miglior
offerente per la progettazione e la realizzazione
della tratta di nuova linea ad alta capacità di
circa 22,5 km in prosecuzione della galleria di
Base del Brennero, tra Fortezza e Ponte
Gardena, per un valore di 1,07 miliardi di euro.
Oggetto della gara, commissionata da RFI, con
il Gruppo Webuild capofila al 51% del consorzio
con Implenia, è la progettazione esecutiva e
l’esecuzione dei lavori, quasi tutti in
sotterraneo, per il Quadruplicamento della
Linea Verona-Fortezza di accesso Sud alla
Galleria, oltre ai rami di interconnessione,
anch’essi in sotterraneo, e agli interventi nel
piano regolatore di Ponte Gardena. I lavori
prevedono l’adozione di standard progettuali
che superino i limiti di prestazione e di velocità
della linea esistente. Nel tratto interessato
dall’intervento di potenziamento, sono infatti
attualmente previste basse velocità di esercizio
in tratti abbastanza estesi, soprattutto in
elevate pendenze. Webuild è già impegnata in
tre dei principali cantieri del Brennero: il lotto
Mules 2-3, la sezione principale del versante
italiano della Galleria di Base del Brennero con
75 km complessivi di galleria, il lotto Tulfes-
Pfons, che consiste nell’esecuzione delle opere
civili in sotterraneo per un tratto complessivo di
38 km di gallerie, e il Sottoattraversamento del
fiume Isarco, che costituisce la parte estrema
meridionale della Galleria di Base del Brennero
prima dell'accesso nella stazione di Fortezza.
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3/2021 leStrade
22
23LS
News
Prodotti
Supercharger
in autostrada
Con l’inaugurazione della stazione
di ricarica Supercharger Tesla, la
A35 Brebemi-Aleatica si conferma
tra le autostrade più green d’Italia.
Attivo dal 4 marzo, nelle stazioni di
servizio Adda Nord e Adda Sud
della A35 Brebemi-Aleatica, il Tesla
Supercharger, che permette alle
iconiche auto del brand
californiano di ricaricarsi in circa
30 minuti grazie alle
caratteristiche uniche di questa
stazione di ricarica rapida. Con una
potenza di picco di 250 kW, infatti,
un Supercharger V3 permette a
una Model 3 Long Range che
opera alla massima efficienza di
ricaricare fino a circa 275 km in 15
minuti. Al contempo sono state
inserite, nelle due aree di servizio,
anche colonnine universali a
ricarica AC. Con questo nuovo
importante servizio, la A35
Brebemi-Aleatica si conferma
punto di riferimento nel settore
autostradale per quanto riguarda
la nuova mobilità green e la
sostenibilità ambientale. La
direttissima Brescia-Milano è infatti
stata la prima autostrada a
pagamento in Italia nel 2019 a
prevedere, all’interno delle proprie
aree di servizio, stazioni di
rifornimento LNG (Gas Naturale
Liquido) e la prima ad introdurre
uno sconto green del 30%, da
giugno dello scorso anno, dedicato
ai veicoli full electric e ai camion
LNG. “Questo ulteriore passo verso
la mobilità green si aggiunge allo
studio in corso per l’avvio del
progetto pilota di elettrificazione
autostradale nel solco del percorso
intrapreso dalla A35 Brebemi-
Gruppo Aleatica, volto ad
assicurare la riduzione delle
emissioni di CO 2
attraverso un
serio e deciso processo di decarbonizzazione
e di promozione
della cultura dell’economia
circolare. Un particolare
ringraziamento lo dobbiamo alla
nostra concedente CAL per la
fattiva collaborazione che ha
consentito l’ottenimento di questo
risultato”, ha affermato il
Presidente di A35 Brebemi-
Aleatica, Francesco Bettoni. La
A35 Brebemi-Aleatica si dimostra
un esempio virtuoso, proponendosi
di raggiungere obiettivi tecnologici
ed ambientali unici.
TESLA.COM
BREBEMI.IT
Biogas e biometano
per i trasporti
“L’agricoltura è pronta a
contribuire alla transizione green
del settore dei trasporti,
producendo un biocarburante
sostenibile e 100% made in
Italy”. Così Piero Gattoni,
Presidente del CIB (Consorzio
Italiano Biogas) ha commentato
le dichiarazioni dell’Assessore
alle Infrastrutture e Trasporti
della Regione Sicilia, Marco
Falcone, circa il progetto di
esentare i veicoli alimentati a
biocarburante dal pagamento dei
pedaggi autostradali dell’isola.
“Gli impianti di biogas e
biometano sono vere e proprie
infrastrutture strategiche per lo
sviluppo della bioeconomia dei
territori - continua Gattoni - .
L’inserimento della digestione
anaerobica in agricoltura
permette di dar vita a un circolo
virtuoso che rende le aziende più
competitive grazie a una
molteplicità di mercati di sbocco,
dalla produzione elettrica ai
Luce su legno
in centro città
Per ragioni di sicurezza era chiuso
dal settembre 2018. A inizio 2021
non solo è tornato a svolgere la
sua funzione di link tra due aree
del centro di Monza, ma si
presenta come un nuovo punto di
riferimento urbano, nonché
esempio di riqualificazione,
nonché di sicurezza visiva,
estetica e sul piano del design.
Stiamo parlando del ponte di via
Colombo, manufatto sul Lambro di
cui ha trattato recentemente il sito
web di astepON Group. La
costruzione dell’opera risaliva agli
anni Cinquanta oggetto di un
intervento completo di
demolizione e ricostruzione.
trasporti, dalla produzione di
cibo di qualità alla fertilizzazione
dei suoli, con grande attenzione
alla tutela dell’ambiente.
L’agricoltura italiana dimostra di
saper rispondere alle esigenze
sempre più ampie e complesse
della società sui temi ambientali”.
Esempio brillante di questa
transizione in atto è il lavoro
svolto dalla società agricola
Assoro Biometano, che si
distingue per la costruzione di un
impianto di biometano liquefatto
(bio-GNL) agricolo in un contesto
L’attività, per conto del Comune di
Monza, è stata effettuata
dall’impresa Edilmecos di Vinovo
(Torino) ed è consistita
nel rifacimento del manufatto,
previa demolizione della struttura
antecedente, costituito da travi in
acciaio. La nuova opera si
compone di due corsie laterali
ciclopedonali e di una corsia
centrale carrabile, il cui accesso è
riservato ai residenti e ai mezzi di
soccorso con traffico regolato a
senso unico alternato. Il segno
distintivo del nuovo ponte,
un unicum, sono però le barriere
di sicurezza Vita International
che separano i flussi dei veicoli da
quelli ciclopedonali, realizzate in
legno e acciaio con un innovativo
inserto in Led (G-Light) sviluppato
da Roadlink. Di quest’opera
avremo modo di riparlare in uno
dei prossimi numeri.
VITAINTERNATIONAL.IT
ROADLINK.IT
ASTEPON.IT
del tutto nuovo a questo tipo di
attività, la Sicilia. Per questa
importante iniziativa
imprenditoriale, l’azienda è stata
insignita quest’anno dal premio
“Viller Boicelli”, uno dei più
importanti premi dedicati
all’innovazione e alla sostenibilità
ambientale consegnato dal CIB.
L’impianto permetterà di
integrare tutte le attività
produttive locali da cui l’azienda
riceverà effluenti zootecnici e
molti sottoprodotti. “La Valle del
Dittaino, dove è stato realizzato
l’impianto - spiega Edoardo
Bonaccorsi, Amministratore di
Assoro Biometano -, è sede di
filiere sostenibili fin dagli anni
’70. Senza la presenza di questi
produttori e del loro approccio
pionieristico, non sarebbe stato
possibile realizzare il primo
impianto di produzione di bio-
GNL in sud Italia e diventare
protagonisti di un’inversione di
tendenza. La Sicilia, infatti, farà
da modello e traino per le altre
regioni italiane”.
CONSORZIOBIOGAS.IT
News Prodotti
News Prodotti
3/2021 leStrade
24
Rinnovamento
della flotta MT
I 40 anni di Venpa segnano la
storia del noleggio in Italia: non
solo una tappa, bensì un blocco
di partenza per nuovi scatti,
nuove partenze, nuovi importanti
traguardi. Nell’ultimo mese, in
piazzale Venpa a Dolo (Venezia),
si sono allineate decine e decine
di nuove attrezzature movimento
terra. Ha preso piede infatti un
corposo rinnovo del parco mezzi
MT, che vede l’ingresso in flotta
di due nuovi brand: Doosan e
Bobcat. Venpa ha aperto i
cancelli al movimento terra nel
2006, integrando il parco mezzi
sollevamento con centinaia di
escavatori, pale, terne, minirobot
e dumper JCB. A distanza di
quindici anni, è stata avviata
questa importante operazione di
rinnovo della flotta MT, con una
prima iniziale trance che
contempla l’ingresso di decine di
nuovi escavatori, mini escavatori
e mini pale a marchio Doosan e
Bobcat. Dal 1896, Doosan è la
più antica azienda coreana con i
suoi 125 anni di storia. Da fine
anni ’70, si afferma tra i leader
globali nelle attività di supporto
delle infrastrutture (ISB). In
particolare, Doosan è una delle
aziende leader globali nel settore
delle macchine movimento terra
pesanti, in seguito alla
significativa espansione del suo
orizzonte commerciale e della
sua gamma di prodotti dopo la
fusione e l’acquisizione di Bobcat
nel 2007 e di Moxy nel 2008.
Doosan Infracore Europe, con
sede in Belgio, segue per tutta
l’Europa le attività relative alle
macchine movimento terra e ai
carrelli elevatori della Doosan
Infracore. Le varie attività
commerciali includono la
distribuzione di tutti i prodotti
Doosan Infracore e dei relativi
ricambi, mediante un’ampia rete
di distribuzione nell’ambito dei
paesi dell’UE. Le attività di
produzione sono dedicate alla
saldatura, all’assemblaggio, al
collaudo e alla verniciatura di
escavatori. L’accordo
commerciale tra Doosan–Bobcat
e Venpa è stato mediato da DMO,
dealer Doosan e Bobcat per
Emilia Romagna, Veneto,
Lombardia e Friuli Venezia Giulia.
Ma andiamo a conoscere più da
vicino alcuni dei nuovi modelli.
Le mini pale Bobcat sono
macchine per la
movimentazione. Leggere e facile
da manovrare, sono accessoriate
di benne e forche. Sono inoltre
un portautensili molto versatile,
principalmente richieste da
piccola imprese che operano
nelle costruzioni generali, nei
cantieri stradali, in contesti dediti
allo scavo e nel settore
bonifiche; sono molto richieste
anche in ambito agricolo e
forestale. I mini escavatori
Doosan e Bobcat sono macchine
per lo scavo. Anch’esse leggere e
facile da utilizzare, montano
benne o martello. Come le mini
pale, anche i mini escavatori
sono un portautensili molto
versatile e sono richiesti da
piccola imprese che operano
nelle costruzioni generali, nei
cantieri stradali, in contesti dediti
allo scavo e nel settore
bonifiche; molto richieste anche
in ambito agricolo e forestale. I
mini Bobcat sono macchine
particolarmente adatte per
imprese edili che eseguono
demolizioni e che necessitano di
prestazione di scavo e
produttività. Gli escavatori
pesanti o grandi escavatori
Doosan sono macchine dedite a
grandi scavi quali sbancamento,
carico di materiale, scavi in
sezione ristretta per fondazioni,
canalizzazioni, sistemazioni
idrauliche, formazioni di
scarpate, argini fluviali, ecc. Se
dotati di particolari accessori
possono posare manufatti, come
armature e tubazioni o ancora di
pinze idrauliche per il
cesoiamento di manufatti in
ferro, calcestruzzo, eccetera.
GV3.IT
Cambio ai vertici
nell’engineering
Il Gruppo PINI rafforza la
propria presenza in Italia con
l'arrivo di Paolo Ramadori
come nuovo Presidente di PINI
Swiss Srl Italia. Uno sviluppo
aziendale molto positivo in
Italia - sotto la guida di Andrea
Polli - uno staff che è cresciuto
organicamente da 20 a 50
dipendenti in pochi anni e ha
recentemente acquisito
importanti contratti, ha
convinto la Direzione del
Gruppo PINI a
ingaggiare un
presidente di
Lomazzo con
ulteriori
competenze. Paolo
Ramadori è un
ingegnere
aerospaziale
laureato e una
personalità con un
ampio know-how e molti anni
di esperienza manageriale. Ha
lavorato per rinomate aziende
come Comau (Gruppo FIAT),
Bombardier e Oerlikon, per le
quali ha operato in Europa
(Italia compresa), Cina, Sud e
Nord America. Sarà
responsabile del
consolidamento delle strutture
della filiale italiana, puntando
su nuovi traguardi e sviluppo,
assicurando il necessario
coordinamento strategico con
la Direzione del Gruppo in
Svizzera. Tra i principali
progetti di PINI in Italia
possiamo annoverare, a
Padova, il tram a guida
vincolata su gomma,
un’innovazione, che ha visto la
società impegnata a livello di
geotecnica e indagini
progettuali e sulle strutture
esistenti, nonché nella
pianificazione di muri di
sostegno e progettazione del
ponte sul canale scaricatore.
Non va quindi dimenticata la
collaborazione al grande
progetto BBT del
sottoattraversamento del
Fiume Isarco
tramite
congelamento,
una sfida
ingegneristica che
porterà alla
realizzazione
della galleria
ferroviaria
sotterranea più
lunga al mondo.
Ma PINI è anche coinvolta
nella progettazione e direzione
dei lavori in sotterraneo della
galleria ferroviaria ad alta
velocità NLTL (Nuova Linea
Torino-Lione), sul versante
italiano della maxiopera TELT.
Infine, possiamo citare
l’attività per la galleria
naturale di Lonato del Garda
dell’alta velocità Brescia-
Verona: la particolarità di
questo progetto sta nel
contesto geologico che ha
richiesto approfondite analisi
progettuali.
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27LS
Nuovo tentativo
per Asphaltica
Dopo il rinvio nel 2020 a causa
della situazione sanitaria,
Asphaltica torna a Veronafiere
nel 2021. E lo fa con una
manifestazione in presenza e
sicura, scommettono gli
organizzatori, in programma da
mercoledì 20 a venerdì 22
ottobre. Il salone di riferimento
per tecnologie e soluzioni per
pavimentazioni stradali,
sicurezza e infrastrutture è
organizzato da Veronafiere, in
partnership con SITEB - Strade
Italiane e Bitumi. Una filiera,
quella legata al mondo del
bitume, che in Italia vale oltre
2 miliardi di euro, con 400
News
impianti e 35mila addetti diretti
che arrivano a 500mila,
considerando l’indotto.
Asphaltica si terrà nel
padiglione 4 della Fiera di
Verona, con un’ampia area
esterna per l’esposizione dei
grandi macchinari e degli
impianti di produzione del
conglomerato bituminoso. La
priorità resta garantire lo
svolgimento dell’evento in
sicurezza grazie al protocollo
safetybusiness sviluppato da
Veronafiere e validato dal
Comitato tecnico scientifico
nazionale, dalle autorità
sanitarie e da AEFI,
l’associazione italiana che
riunisce gli organizzatori di
fiere. Con questo obiettivo
sono state rafforzate tutte le
misure di prevenzione sanitaria
con termoscanner agli ingressi,
gestione dei flussi di ingresso e
uscita dalle strutture,
bigliettazione online,
sanificazione continua degli
spazi e degli impianti di
climatizzazione,
riorganizzazione dei servizi di
ristorazione e controllo antiassembramento
grazie a
telecame-re intelligenti. “La
nuova edizione di Asphaltica,
dopo il rinvio dello scorso anno
- evidenzia Michele Turrini,
presidente di SITEB - assume
un ruolo cruciale per il rilancio
di un settore che in questo
difficile momento ha dato
prova di resilienza e che oggi è
chiamato, con un adeguato
supporto e visione strategica
da parte del nuovo Governo, a
svolgere un ruolo
fondamentale per la sicurezza
e la sostenibilità delle
infrastrutture del nostro Paese.
Stiamo lavorando per
preparare un’edizione che,
garantendo tutti i protocolli di
sicurezza, costituisca un
momento strategico di
incontro e confronto per
l’intera filiera delle strade,
coinvolgendo imprese,
pubbliche amministrazioni e
istituzioni”.
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30
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LS
Dibattito Pubblico
I
d
Mauro Di Prete
NEL QUADRO DELLE RIFLESSIONI IN MATERIA DI DIBATTITO PUBBLICO,
RACCOGLIAMO UNA SERIE DI APPROFONDITE CONSIDERAZIONI FORMULATE
DA UN ESPERTO, CHE DA UN LATO PASSANO IN RASSEGNA LE ULTIME
EVOLUZIONI DEL QUADRO NORMATIVO (LEGGI: IL DPCM 76/18) E DALL’ALTRO
ARTICOLANO UNA PROPOSTA METODOLOGICA INNOVATIVA TESA A INTRODURRE,
ALL’INTERNO DELL’ITER, UN NUOVO RUOLO: IL MEDIATORE DI PROGETTO.
Etito
fra
in I
re
1. L’iter del Dibattito pubblico
Decreto derogato
figure (a cui, a nostro avviso, se ne deve aggiungere un ulti
ma, come dopo illustrato) con specifici compiti. Risulta quindi
evidente la rilevanza dell’introduzione a livello normativo
del tema legato alla condivisione con il pubblico dei progetti
infrastrutturali, fin dalle prime fasi di analisi delle possibili
alternative: la popolazione infatti, conscia non solo del
diritto di poter conoscere, ma anche di poter partecipare in
modo attivo esponendo le proprie perplessità sulle opere riguardanti
il proprio territorio, non appena entrerà in vigore
il DPCM richiederà alle Amministrazioni aggiudicatrici di applicare
le indicazioni della norma nel modo più efficace possibile
al fine di rendere il confronto utile e non tramutarsi in
un enorme dispendio di energia, economico e di risorse. In
questa logica appare essenziale l’indicazione da me percepita
nel convegno sopra ricordato in cui il legislatore ha voluto
introdurre questo nuovo momento di lavoro: conoscere,
condividere, migliorare la proposta progettuale sono le
parole chiave e le finalità da attribuire e con cui leggere il
Il Regolamento
Il “Regolamento” è composto da dieci articoli e un allegato.
1. Finalità
2. Definizioni
3. Ambito di applicazione
4. Commissione nazionale per il dibattito pubblico
5. Indizione del dibattito pubblico
6. Coordinatore del dibattito pubblico e relativi compito
7. Funzioni e compiti dell’amministrazione aggiudicatrice
o dell’ente aggiudicatore
8. Svolgimento del dibattito pubblico
9. Conclusione del dibattito pubblico
10. Disposizioni transitorie e finali
Allegato I – Casi da sottoporre a dibattito pubblico
o”. Quindi non un’approvazione, non una
tazione, ma un coinvolgimento per arricche
si propone per risolvere un’esigenza
po.
ne preliminare. Sopra ho scritto “non apre
il DPCM”. In effetti per rendere operaera
in attesa della nomina della “Commiscosa
avvenuta con il DM 627 del MIT del
ui appare presente una sorta di via libera
n ma c’è sempre. Infatti occorre consideel
DL 16 luglio 2020, n. 76 “Semplificazios
si recita: “In considerazione dell’emera
COVID-19 e delle conseguenti esigenze
ell’iter autorizzativo di grandi opere infrahitettura
di rilevanza sociale, aventi impat-
ulle città o sull’assetto del territorio, sino al
, su richiesta delle amministrazioni aggiui,
ove ritengano le suddette opere di par-
pubblico e rilevanza sociale, previo parere
maggioranza delle amministrazioni provinteressate,
possono autorizzare la deroga
ibattito pubblico di cui all’articolo 22, comma
2, del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, e al relativo
regolamento di cui al decreto del Presidente del Consiglio
dei ministri 10 maggio 2018, n. 76, consentendo alle
medesime amministrazioni aggiudicatrici di procedere direttamente
agli studi di prefattibilità tecnico-economica nonché
alle successive fasi progettuali, nel rispetto delle disposizioni
del decreto legislativo18 aprile 2016, n. 50”. In altre parole,
il Dibattito è da eseguirsi ma, fino alla fine del 2023, le Amministrazioni
aggiudicatrici possono chiedere alla Regione di
competenza una deroga e, se concessa, non eseguire detta
fase che invece, aggiungo, potrebbe risolvere diversi “problemi”
se eseguita con professionalità e serietà. Ma vedremo.
I principali contenuti
del “Regolamento”
La definizione
Alcuni richiami ai contenuti del decreto per meglio sostanziare
la proposta di lavoro. Secondo il DPCM il Dibattito
Infrastrutture
Infrastrutture
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LS
pubblico rappresenta il processo di informazione, partecipazione
e confronto pubblico sull'opportunità e le soluzioni
progettuali di opere, progetti o interventi per migliorare
la qualità della progettazione e l'efficacia delle decisioni
pubbliche, mediante la più ampia partecipazione degli interessati,
i progetti di fattibilità ovvero i documenti di fattibilità
delle alternative progettuali delle opere. “Il dibattito
pubblico […] consiste in incontri di informazione, approfondimento,
discussione e gestione dei conflitti, in particolare
nei territori direttamente interessati, e nella raccolta di
proposte e posizioni da parte di cittadini, associazioni, istituzioni”
(art. 8 co. 2).
L’ambito di applicazione
Per quanto riguarda l’ambito di applicazione (art. 3), sono
soggette a dibattito pubblico, le opere rientranti nelle tipologie
indicate nell'Allegato 1, tra le quali rientrano in sintesi
le autostrade e le strade extraurbane principali, i tronchi
ferroviari per il traffico a grande distanza, gli aeroporti,
i porti e i terminali marittimi, gli interventi per la difesa del
mare, gli interporti, gli elettrodotti aerei, gli impianti destinati
a trattenere, regolare, o accumulare acqua in modo durevole,
le opere per il trasferimento d'acqua, le infrastrutture
ad uso sociale, culturale, sportivo, scientifico o turistico,
nonché gli impianti e gli insediamenti industriali. Il DPCM
introduce i criteri utilizzati per l'individuazione degli interventi
sottoposti a dibattito pubblico:
a) La soglia dell'intervento, espressa in termini finanziari
ovvero dimensionali;
b) Le tipologie di intervento, suddivise in opere a rete e
opere puntuali.
Il decreto prevede inoltre, a maggiore tutela del patrimonio
storico, paesaggistico e architettonico, che le soglie dimensionali
delle opere da sottoporre obbligatoriamente a dibattito
pubblico siano ridotte del 50% nel caso di interventi
che interessano i siti Unesco e parchi regionali e nazionali.
Essendo però consapevoli che la necessità di avviare un dibattito
pubblico non può essere dettata esclusivamente da
parametri dimensionali o economici, il DPCM prevede che
la procedura possa essere avviata:
• volontariamente del proponente dell'opera;
• su richiesta delle istituzioni e degli enti territoriali:
per le opere ricomprese nell'Allegato 1, rientranti in soglie
dimensionali ridotte 1/3, anche su richiesta:
a) della Presidenza del Consiglio dei Ministri o dei ministeri
direttamente interessati dall'opera;
b) di un Consiglio regionale o di una Provincia o di una Città
metropolitana, di Comune capoluogo di provincia territorialmente
interessati dall'intervento;
c) di uno o più consigli comunali o di unioni di comuni territorialmente
interessati dall'intervento, se complessivamente
rappresentativi di almeno 100.000 abitanti;
d) di almeno 50.000 cittadini elettori nei territori in cui è
previsto l'intervento;
e) di almeno un terzo dei cittadini elettori per gli interventi
che interessano le isole con non più di 100.000 abitanti e
per il territorio di comuni di montagna.
I soggetti
Importante per il corretto funzionamento della procedura e
l’effettiva attuazione del percorso che dovrebbe portare a un
miglioramento del progetto è l’esame e la corretta formazione
delle figure che vengono introdotte dal DPCM per poter
svolgere il “Dibattito”. Di seguito, una loro breve disamina.
È una commissione “istituzionale” che fa riferimento sostanzialmente
ai ministeri e che si occupa di proporre indicazioni
e criteri di lavoro a livello metodologico e serve per garantire
idonea e tempestiva pubblicità ed informazione e opera sul
territorio mediante il coinvolgimento degli enti manao mano
interessati dalla realizzazione delle opere. Una sua importante
funzione riguarda il fatto che si adopera per eliminare
eventuali squilibri nella partecipazione e promuovere forme
di contraddittorio quali momenti di interazione costruttiva.
L’Amministrazione aggiudicatrice è uno dei soggetti principali
per le singole attività del Dibattito dei progetti; al suo
interno svolge le attività il “Progettista” ovvero colui che
ha il ruolo attivo per poter disporre gli atti necessari affinchè
“l’idea” diventi realtà. Uno dei più importanti momenti
di crescita culturale si ritiene debba essere ricercata proprio
all’interno di questo organismo, altrimenti l’intera idea
del “dibattito” rimane uno sterile momento di discussione e
di generazione di conflitti.
L’idea progettuale non può e non deve essere assoluta e letta
con un solo punto di vista, ma deve essere arricchita e
valorizzata con nuovi e più moderni criteri di lavoro. Questi
ultimi non debbono essere solo tecnici, ma anche tali da
consentire realmente di inserire l’opera nel territorio. Lo slogan
da anni attivo della cosiddetta progettazione integrata
o progettazione sostenibile diviene realtà proprio mediante
strumenti come quello del Dibattito pubblico. È in questo
settore che si propone di lavorare e introdurre metodiche e
criteri di aggiornamento professionale.
2. Principali rapporti
nell’ambito del Dibattito
pubblico
È certamente una figura nuova che dovrà “formarsi” nel panorama
dell’ingegneria italiana ma non per questo limitata a
una formazione specifica. Deve essere un esperto di comunicazione
e partecipazione, molto più sociologo che ingegnere,
più predisposto al dialogo che non al “disegno” in ogni caso
deve aver maturato uno spiccato ruolo di mediazione a livello
istituzionale. Inoltre deve essere “esterno” non solo al progetto,
ma anche al territorio in cui si interviene. Se il primo
aspetto è condivisibile il secondo appare al limite un po’ forviante.
Conoscere non vuol dire fare male il proprio lavoro,
anzi, come suggerisce la stessa concezione del nuovo procedimento,
potrebbe, ovvero dovrebbe, essere proprio il contrario.
Sarà la pratica a indicare il più idoneo percorso. Rimane
il fatto che si ritiene in ogni caso essenziale che vi sia una
figura con obiettivi analoghi al coordinatore anche all’interno
dell’amministrazione aggiudicatrice: riguarda proprio questo
aspetto la proposta che si farà più avanti.
L’iter del Dibattito
Dalla lettura dal DPCM 76/18 si evince come l’articolazione
dell’intero processo del Dibattito (sintetizzato in fig. 1),
coinvolga, mettendoli in continua comunicazione, i soggetti
interessati, in particolar modo l’amministrazione aggiudicatrice
e il Coordinatore del dibattito. Questi ovviamente sono
solo un lato del procedimento; l’altro sono i soggetti interessati
ovvero il Pubblico. Due definizioni generali ma di particolare
rilievo. Se per “pubblico” intendiamo ciò che è relativo
a un ambito cui appartengono o si riferiscono i diritti o gli
interessi di una collettività civilmente ordinata, è evidente
che l’interfaccia a cui è rivolta la proposta progettuale che
si vuol “maturare” è l’insieme di persone che sono interessate
all’opera in progetto, sia perché ne potranno usufruire
sia perché, collocandosi in un territorio, ne modificherà
la sua configurazione e quindi ne deriva la necessità di riceverla
con i pro e i contro che questo comporta. Non tutti
i luoghi sono uguali e non tutti sono ugualmente idonei
a ricevere il nuovo intervento. Agli elementi tecnici, di funzionalità
e di sicurezza che prevalgono ovvero non sempre
sono correlabili ai luoghi, la conoscenza di quest’ultimi diviene
essenziale per poter realizzare un nuovo “oggetto” in
modo integrato ovvero sostenibile.
Essendo questo il ruolo primario del Dibattito pubblico, è
evidente come l’individuazione e il coinvolgimento dei più
corretti attori sia essenziale. Questo è uno dei ruoli essenziali
del Coordinatore del dibattito.
Proposta: una nuova figura
nel gruppo di progetto
Il contesto
Le figure professionali presenti nel campo dell’ingegneria
(e come tali quelle del gruppo di lavoro dell’Istituto IRIDE)
sono certamente qualificate per poter affrontare nuove sfide
nel campo della progettazione e del “permitting” delle
opere pubbliche, ma certamente non sono dei pubblicisti né
dei sociologi, ragion per cui se qualche Amministrazione aggiudicatrice
volesse interessarle per le figure di coordinatore
di dibattito pubblico sono pronte per “studiare” per calarsi
in detto ruolo, ma certamente all’interno del “gruppo
di progetto” troverebbero migliore collocazione. Ma come?
In quest’ottica, quindi, si sviluppano le considerazioni che
seguono. Riassumiamo, in via preliminare, le figure coinvolte
nella procedura:
• Commissione nazionale per il Dibattito pubblico
• Amministrazione aggiudicatrice/Ente aggiudicatore ivi incluso
il Progettista
• Coordinatore del Dibattito pubblico.
Infrastrutture
Infrastrutture
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LS
3
del dibattito, tali figure si relazionano fin dai primi momenti
dell’improntamento del dibattito e collaborano (in particolar
modo per quanto concerne l’Amministrazione aggiudicatrice
e il Coordinatore del dibattito) ai fine di rendere il più
efficace possibile il confronto tra le parti interessate. Così
come indicato in fig. 2, il tema del Dibattito pubblico non si
conclude con il termine della procedura, ma risulta essere
fondamentale anche per la prosecuzione dell’iter del progetto:
i risultati delle consultazioni, infatti, dovranno essere
considerate nelle successive fasi di VIA.
Sempre come punto di partenza per le analisi che seguono,
si è eseguita una schematizzazione dei contenuti dei principali
documenti redatti nell’ambito del Dibatto pubblico, così
come indicati dal DPCM 76/18 (fig. 3).
Dalla fig. 3 si evince che, come già accennato, risulta necessaria
una forte intesa e collaborazione tra i soggetti
3. I principali contenuti
degli elaborati da predisporre
4. Progettista “lost in
translation”? Si tratta di un
rischio concreto all’interno
dell’iter del Dibattito pubblico
5. Interattività e necessità
di integrazioni sono
tra i fattori con cui si deve
confrontare il progettista
6. Un anello mancante
della catena: il Mediatore
di Progetto
1. Articolo sostituito dall’art. 12 del D.L.gs
n. 104/17 ove il Proponente nel presentare
l’istanza di VIA trasmette all’Autorità Competente
oltre al progetto definitivo, allo
Studio di impatto ambientale e ai canonici
elaborati previsti dalla norma, anche “i
risultati della procedura di dibattito pubblico
eventualmente svolta ai sensi dell’art.
22 del D.Lgs. 18 aprile 2016, n. 50”.
interessati, soprattutto per quanto concerne l’Autorità aggiudicatrice
e il Coordinatore del dibattito da essa designato.
Tale cooperazione risulta ancora più significativa se si
considerano i tempi relativamente brevi dettati dal Decreto
per rispettare gli adempimenti previsti. In quest’ottica
si delineano le prime potenziali, ma possiamo dire concrete,
necessità legate alle tematiche che i soggetti coinvolti si
troveranno ad affrontare. Ci si sofferma su quelle connesse
all’Amministrazione aggiudicatrice/ente aggiudicatore. Ci
si immagina che all’interno di detti organismi le questioni
possono differenziarsi tra quelle legate agli aspetti formali
e quelle più tecnico-operative; se alle prime si dedicherà
la struttura del “Proponente”, per le seconde sarà chiamato
in campo il “Progettista”.
Il Mediatore di Progetto
L’esperienza maturata non risparmia al riguardo qualche
preoccupazione, in quanto molte volte la figura del progettista,
giustamente, sposta il baricentro della sua attenzione
all’aspetto ingegneristico, che come noto non sempre è
di facile lettura quando ci si interfaccia con un “pubblico”
molto ampio.
Si pone quindi il tema dei differenti “linguaggi” impiegati
dai soggetti interessati (fig. 4): il
progettista infatti, si trova a dover
affrontare l’attività di “traduzione”
degli aspetti ingegneristici, come
indicato dal Decreto, in un linguaggio
non tecnico. In particolare:
• da un lato dovrà tradurre per il
Coordinatore le principali informazioni sul progetto oggetto
del dibattito effettuando una lettura degli aspetti tecnici
dal punto di vista ambientale e sociale (redazione del Dossier
di progetto dell’opera);
• dall’altro lato dovrà comprendere le informazioni contenute
nella relazione conclusiva del Dibattito predisposta dal
Coordinatore, studiare le criticità sollevate durante il dibattito
e capire come poter migliorare il progetto in base alle
eventuali proposte (redazione del Dossier conclusivo).
In aggiunta, qualora il Coordinatore lo ritenesse necessario,
il progettista ha l’obbligo di rispondere tempestivamente
alle eventuali integrazioni sul Dossier dell’opera (fig. 5).
Tutto questo, come già accennato, dovrà essere svolto in
tempi relativamente brevi, ad esempio l’amministrazione
aggiudicatrice dovrà redigere il Dossier conclusivo entro due
mesi dalla ricezione della Relazione conclusiva da parte del
Coordinatore. Alla luce di quanto detto e sulla base dell’esperienza,
risulta evidente la necessità di una figura professionale
che possa fungere da cardine tra i due soggetti
indicati dal Decreto: tale figura dovrà almeno affiancare
il progettista nello svolgere le attività di redazione dei due
Dossier indicati. Per poter meglio esprimere l’idea proviamo
a dare una definizione anche a questo nuovo “soggetto”:
per esempio “Mediatore di Progetto”. Certamente, sono
chiare le caratteristiche che dovrà possedere:
• Conoscenza ingegneristica delle opere e delle infrastrutture;
• Sensibilità nel comprendere le problematicità sollevate
dal territorio;
• Conoscenza delle tematiche ambientali e sociali, nonché
della normativa e della pianificazione a diversi livelli (nazionale,
regionale, provinciale, comunale) a queste relative;
• Possibilità di sviluppare soluzioni tecnico-ambientali atte
a coniugare gli aspetti sopra indicati.
Per quanto riguarda specificatamente la scelta del termine
Mediatore di Progetto, si è presa in prestito la definizione di
“Mediatore culturale”: “Agente bilingue che media tra partecipanti
monolingue ad una conversazione appartenenti a
due comunità linguistiche differenti. È informato su entrambe
le culture, sia quella dei nativi sia quella del ricercatore
anche se è più vicino ad una delle due”.
Tale definizione, decontestualizzata dal suo ambito originario,
risulta essere calzante nel definire il ruolo della nuova
figura che ci si sente di proporre ed introdotta (pur se esplicitamente
non richiamata) nella procedura del Dibattito: il
Mediatore di progetto infatti, ha lo scopo di agevolare il dialogo
tra Amministrazione aggiudicatrice, il Coordinatore e
gli altri soggetti, ha una conoscenza sia degli aspetti tecnici
che ambientali/sociali, ha comunque una cultura progettuale
ed ha sviluppato una necessaria esperienza nella gestione
delle “pratiche” complesse nel dialogo tra i diversi attori,
ruolo ad oggi svolto per lo più in ambito di VIA.
Il Mediatore di Progetto potrà inoltre assolvere a un ulteriore
importante compito: coordinare l’approfondimento necessario
per la predisposizione dello SIA. Infatti l’art. 9 co.
5 del DPCM 76/18 indica che “la consegna dei risultati delle
consultazioni svolte nell’ambito del Dibattito pubblico da
parte dell’Amministrazione aggiudicatrice contestualmente
alla presentazione dell’istanza di Valutazione di impatto
ambientale”. Se da un lato quanto sopra è in accordo con
quanto indicato dal D.Lgs. 152/06 1 e smi, in termini operativi
e avendo partecipato a ormai 30 anni di applicazione
Infrastrutture
Infrastrutture
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7. Il contributo del pubblico
AL SERVIZIO DELLE GRANDI OPERE
7
2. Allegato VII co. 2 Una descrizione delle
principali alternative ragionevoli del progetto
(quali, a titolo esemplificativo e non
esaustivo, quelle relative alla concezione
del progetto, alla tecnologia, all’ubicazione,
alle dimensioni e alla portata)
prese in esame dal proponente, compresa
l’alternativa zero, adeguate al progetto
proposto e alle sue caratteristiche
specifiche, con indicazione delle principali
ragioni della scelta, sotto il profilo dell’impatto
ambientale, e la motivazione della
scelta progettuale, sotto il profilo dell’impatto
ambientale, con una descrizione
delle alternative prese in esame e loro
comparazione con il progetto presentato.
PONTI
INGEGNERIA, TRASPORTI E SOLLEVAMENTI
AD ALTO VALORE AGGIUNTO PER LE COSTRUZIONI
ESTA e SC&RA
AWARDS 2020
1.350
ton
EDIFICI
della VIA ad opere infrastrutturali, qualora non venga modificato
quanto richiesto anche dal co 2 dell’allegato VII 2 si
ritiene che nella presentazione della istanza di VIA occorre
molta attenzione. Infatti è evidentemente che il Dlgs 152/06
e smi attribuisce a tutti i soggetti coinvolti nel procedimento
di VIA (dagli Enti al pubblico ed al “Valutatore”) la facoltà
di pronunciarsi sul tema, guarda caso, cardine del Dibattito
pubblico ovvero lo studio delle alternative e della localizzazione
dell’opera.
A riguardo in fig. 7 è riportato lo schema sintetico di come
il tema della partecipazione del Pubblico sia presente nelle
differenti fasi procedurali.
Se come è nelle intenzioni del legislatore e insito nel procedimento
del Dibattito pubblico questo deve avere il ruolo di
definire sin dalla sua fase dell’impostazione (non per niente
il dossier è fatto sul progetto di fattibilità) un progetto “robusto”
di ciò bisogna dar conto anche nelle fasi successive
della progettazione e di tutti i documenti correlati primo tra
tutti lo SIA. Dall’immagine di fig. 7 risulta evidente come lo
stesso progetto sia più volte sottoposto al coinvolgimento
da parte del pubblico: tale reiterazione suscita la preoccupazione,
qualora non risultino chiari ruoli e momenti di intervento
che, oltre ad avere una duplicazione delle attività
che comporta inevitabilmente allungamenti dei tempi,
ci si trovi nella posizione di dover affrontare ripetutamente
le stesse tematiche. Un ruolo importante del Mediatore del
progetto deve essere anche quello di fare in modo che la
procedura di VIA conseguente al Dibattito assuma quest’ultimo
come un tassello maturo del lungo puzzle che consente
all’idea progettuale di divenire realtà. Se infatti nella prima
fase del Dibattito fossero sollevati da parte del Pubblico
dei timori che l’Amministrazione aggiudicatrice ritiene non
pertinenti (mediante la redazione del Dossier conclusivo), il
successivo elaborato predisposto ai fini della VIA deve consentire
di evitare che gli stessi dubbi possano essere nuovamente
sollevati.
In sintesi, si avverte la necessità di consolidare nella fase di
sviluppo della progettazione i traguardi raggiunti (e condivisi)
al termine dello svolgimento del Dibattito, in modo da
non rimettere nuovamente in discussione quanto determinato
attraverso il confronto con il Pubblico.
In fig. 8 si riporta quindi lo schema delle figure presenti e
operanti nel procedimento del Dibattito pubblico integrate
con la figura del “Mediatore di Progetto”.
8
8. Le figure del Dibattito
“integrate” con il Mediatore
di Progetto
Demolizione del ponte Morandi; Installazione delle sezioni del nuovo ponte
S. Giorgio a Genova: SPMTs, Strand Jacks e Gru Cingolate
STADI
STRAND JACKS
oltre 1.000 unità (15 750 ton)
oltre 1.000 m di torri
216
Jacks
Sollevamento e Installazione del teo in tensostruura del nuovo stadio del
TOTTENHAM con l’ausilio di 216 strand jacks in simultanea
TORRI MODULARI
GRU CINGOLATE
capacità fino a 3.000 ton
Sollevamento e Installazione di 10 piani comple di due edifici INTEL
in India con l’ausilio di strand jacks
486
ton
SPMT
oltre 1.300 assi
GALLERIE
Rilocazione, Trasporto e Installazione di talpe meccaniche (TBM): trasporto con carrelli modulari,
SPMT; sollevamento e installazione con sollevatori idraulici e strand jacks
SOLLEVATORI IDRAULICI
capacità fino a 800 ton
Infrastrutture
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DAL 1955
www.fagioli.com
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Riqualificazioni Autostradali
Quel cerchio
RITORNO NEI CANTIERI DELLA NUOVA SP 46 RHO MONZA (LOTTI 1 E 2),
MAXIOPERA DI MILANO-SERRAVALLE LA CUI REALIZZAZIONE CONSENTIRÀ
DI COMPLETARE L’ANELLO AUTOSTRADALE INTORNO A MILANO, COLLEGANDO
L’A52 ALL’A8. TRA GLI INTERVENTI DI SPICCO DEL LOTTO 1, IL PONTE SULLA
MILANO-MEDA E LA GALLERIA FONICA DI PADERNO DUGNANO, PROSSIMA
AL COMPLETAMENTO. DOPO I COLLAUDI, LA CARREGGIATA VERSO RHO
SARÀ APERTA ENTRO L’ESTATE.
© leStrade
Autostrade
Fabrizio Apostolo
1. La galleria fonica
di Paderno Dugnano
(febbraio 2021)
Ritorno R
nel Nord di Milano, con l’obiettivo di fornire
ai lettori di leStrade un aggiornamento su quella
che è una delle opere viarie più complesse e inte-
ressanti, dal punto di vista tecnico, oggi in costruzione in
Italia, anche in ragione della sua funzione o destinazione:
chiudere l’anello delle tangenziali milanesi dando continuità
all’A52 Tangenziale Nord. Ci eravamo stati pochi mesi
fa, nel settembre 2020, per approfondire l’opera nell’opera
della galleria fonica di Paderno Dugnano. E ci eravamo
stati anche prima, all’inizio del 2018, per raccontare
un’altra grande opera nell’opera, il varo dell’impalcato
metallico di scavalco della SP 35 Milano-Meda, nonché di
altri rami di svincolo. In entrambi i casi, il mix di tecnica
ed estetica in cui ci siamo imbattuti ci ha persuasi a dedicare
a questa infrastruttura nascente la copertina della
rivista, per essere più precisi del numero di Aprile 2018 e
del numero di Ottobre 2020. Nel febbraio appena trascorso
abbiamo visitato entrambe queste opere, con la cortese
collaborazione dell’ingegner Roberto Ponti, direttore
dei lavori per Milano Serravalle Engineering, e il placet
della committente, Milano Serravalle-Milano Tangenziali,
la concessionaria di A7 e tangenziali milanesi di cui questo
intervento - a cui lavora tutta la struttura e in particolare
la Direzione Tecnica guidata dall’ingegner Giuseppe
Colombo - rappresenta il fiore all’occhiello tecnico di
questi ultimi anni. Nota non marginale: la nuova SP 46
Rho-Monza e in particolare la sua galleria fonica, sono anche
tra le best practice del recente “Rapporto di sostenibilità”
dell’AISCAT, l’associazione che riunisce le concessionarie
autostradali di casa nostra, un quaderno tecnico di
grande interesse che sottolinea il forte impegno del settore
in materia di eco-sostenibilità.
Un contesto complesso
La nuova SP 46 Rho-Monza, Lotti 1 e 2, è di fatto una nuova
arteria autostradale che sta emergendo in questi anni
da un mix di interventi di riqualificazione e nuova costruzione.
I lotti a cura di Serravalle, nello specifico, toccano i
comuni di Paderno Dugnano, Bollate, Cormano e Novate
Milanese, nonché una serie di infrastrutture cruciali per la
viabilità dell’area, quali per esempio le radiali Varesina e
Comasina, sia nel loro tracciato storico che nelle varianti
di più recente formazione (SS 36, SP 44 bis, ex SS 233),
la ex SS 35 Milano-Meda, le linee FerrovieNord, Milano-Asso
e Milano-Varese, autostrade A8 e A4, nonché la stessa
SP46 Rho-Monza, unica infrastruttura non autostradale ad
andamento trasversale. L’intervento, nello specifico, prevede
la realizzazione di una serie di interventi di riqualificazione
finalizzati proprio a elevare il tracciato a standard
autostradali nel tratto compreso tra la A52 e il cavalcaferrovia
Milano-Varese. Si tratta di complessivi 6 km con andamento
prevalente Est-Ovest, a cui bisogna aggiungere
una serie di viabilità ad andamento complanare all’asse
principale funzionali a garantire le connessioni locali. Una
di queste, è la prima novità, è stata recentemente ultimata,
dando respiro - come ha potuto verificare personalmente
chi vi scrive - alla mobilità tra Cormano e Bollate e,
di riflesso, a quella dell’intera area.
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Autostrade
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Autostrade
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Dal Lotto 1 al Lotto 2
Da Est a Ovest, nel febbraio scorso, abbiamo dunque potuto
percorrere e visitare tutti i principali cantieri in esecuzione,
partendo dall’innesto con la A52 e incontrando le prime
due grandi opere nell’opera, la galleria fonica e il ponte di
Paderno Dugnano con vista sulla “Milano-Meda”. La prima,
ma ci ritorneremo tra poco, deve ancora essere rivestita con
una sezione di pannelli fotovoltaici, ma per quanto riguarda
carpenteria metallica e barriere acustiche ci siamo quasi,
come attestano anche le immagini che pubblichiamo a corredo
di questo articolo. Il secondo è già lì pronto
a fare il suo dovere, sopra quel traffico che mai
è stato interrotto, nemmeno durante il tempo
del varo. Accadrà dopo la cruciale fase dei collaudi,
che dovranno essere sia statici sia dinamici.
Tra gli obiettivi del cantiere: aprire, entro
l’estate, la nuova infrastruttura per quanto riguarda
la parte del Lotto 1 nella direzione Rho;
entro l’anno anche la carreggiata in direzione
Monza. Per quanto riguarda, invece, il completamento
anche del Lotto 2, quello che interseca
la linea ferroviaria e porta gli utenti sul tratto
della Variante di Baranzate e poi all’Autolaghi
e alla A50 Tangenziale Ovest, è previsto entro
la fine del 2022. Qui le opere più impegnative
riguardano il completamento della realizzazione del nuovo
viadotto sulla “Comasina”, a cura di Cimolai, e la seconda
Autostrade
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canna del sottoattraversamento delle FerrovieNord, senza
dimenticare naturalmente tutte le nuove intersezioni con la
viabilità esistente. Per voler fornire un dato, ad oggi l’avanzamento
complessivo dell’opera ha superato circa il 70%
degli interventi previsti, che, come abbiamo visto e come
vedremo, non sono pochi. Prima di tornare a osservarli da
vicino, ci corre l’obbligo di citare i principali attori impegnati
nelle attività, oltre alle già ricordate committenza e direzione
lavori, ovvero i componenti dell’ATI dei costruttori
Paderno Scarl: GLF, Collini Lavori e ICG.
3
2. Planimetria dei Lotti 1 e 2
3. La committente dell’opera
è Milano Serravalle-Milano
Tangenziali SpA
4. Tratto di complanare
tra Cormano e Bollate
già realizzata al servizio
della viabilità dell’area
© leStrade
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5. Il direttore lavori,
ingegner Roberto Ponti (Milano
Serravalle Engineering)
6. Il “confine” tra i Lotti 1 e 2:
viadotto sulla Comasina
7. Grande opera nell’opera:
il ponte di scavalco della
Milano-Meda
8. L’impalcato metallico è
stato traslato nell’estate 2017
9. Appoggio su pila singola:
una particolarità progettuale
e costruttiva
Un ponte unico
Da Est a Ovest, ritorno al “Ponte” con la P maiuscola
dell’intervento, quello che scavalca la “Milano-Meda” progettato
dallo Studio Matildi: 310 m di lunghezza ma in un
contesto ad alto tasso di insediamenti produttivi e soprattutto
infrastrutturali. Il manufatto, la cui campata di luce
maggiore è di circa 110 m, sostiene due corsie per carreggiate,
oltre alle due di emergenza, nonché doppio spartitraffico
centrale. Per caratteristiche intrinseche e contesto
è un’opera davvero unica, come ci spiega l’ingegner
Ponti: “Una sua peculiarità è data, per esempio, dagli appoggi
singoli centrali previsti per le pile, che si differenziano
da quelli laterali delle spalle. Questi dispositivi, in
virtù delle loro dimensioni e carichi previsti da sopportare,
per essere accettati hanno dovuto superare una serie
di prove molto sofisticate, tese per esempio a evidenziarne
in contemporanea la sollecitazione ai carichi verticali e
7
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la traslazione orizzontale tipica di un sisma. Si trattava di
una tipologia di test non eseguibili in Europa, ragion per
cui abbiamo dovuto effettuarli presso il laboratorio dell’Università
di San Diego, in California, ente che ne ha potuto
sancire l’idoneità”.
Un’altra “unicità” del ponte di Paderno ha riguardato poi il
suo varo, correva l’anno 2017: le sezioni sono state traslate
su slitte e rulliere accoppiate, partendo dalla zona di varo,
con l’impiego, spiega il direttore lavori, “di un innovativo sistema
di strand jack con martinetti e funi, in questo caso
non usati per sollevare, come sarebbe avvenuto poi con il
nuovo Ponte di Genova San Giorgio, ma per ‘traslare’. Durante
la spinta, lo spostamento è stato costantemente monitorato,
così come gli sforzi impressi e lo stato di traslazione
di molte sezioni, oltre allo stato tensionale dei conci strutturali.
In questo modo è stato possibile realizzare il varo senza
mai interrompere il traffico veicolare”.
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La galleria fonica
Poco più avanti, sempre nel territorio comunale di Paderno
Dugnano, ecco quindi la galleria fonica, quasi ultimata,
con tutte le sue parti o già installate o in cantiere, dai
vetri (con relativi “spider”) agli speciali elementi in PMMA
che in caso di incendio hanno il compito di sciogliersi senza
dar luogo a percolamenti e di far uscire i fumi, dalle barriere
fonoassorbenti alle pannellature in acciaio Corten tipo
cayman sui lati esterni, senza dimenticare naturalmente
gli elementi strutturali dell’opera, ovvero le travi di acciaio
realizzate e montate (così come l’intera galleria) da EuroprogressGroup.
Quel che ancora manca, come abbiamo
accennato, sono solo le pannellature fotovoltaiche che
contribuiranno a rendere più soft il bilancio energetico, e
ambientale, di quest’opera green. Per quanto riguarda gli
aspetti acustici, in cui, così come in quelli relative alla carpenteria
metallica, ha collaborato anche il gruppo astepON,
possiamo aggiungere che la scelta è caduta su una
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tipologia di pannello microforato all’interno e chiuso all’esterno
ad alto fonoassorbimento e fonoisolamento, nonché
dal design innovativo.
La galleria ha uno sviluppo complessivo pari a 260 m con
funzione di copertura, a fini prevalentemente acustici ma
anche paesaggistici, in corrispondenza di una zona residenziale
di Paderno Dugnano. L’opera sorge su un tratto in rilevato
supportato su entrambi i lati da muri di sostegno con
paramenti verticali di altezza complessiva pari a circa 7,50
m. La struttura portante è caratterizzata da elementi metallici
principali con conformazione policentrica disposti ortogonalmente
all’asse stradale. Nel dettaglio, la costituiscono
32 profili ad “H calandrati di tipo composto” e profili
di tipo HEB 600 o HEB 650, di lunghezza variabile tra 29,1
e 32,6 m e con passo tipico pari a 9,00 m, ancorati sulla
sommità delle opere di sostegno. Ortogonalmente a tali elementi,
troviamo quindi le travi metalliche secondarie (HEB
240 per le “pareti” e da HEA 240 per la “copertura”), su cui
poggiano - come anticipato - in copertura lastre di vetro e,
sulle pareti laterali, un rivestimento esterno “tipo Caiman”
realizzato con pannellature in acciaio sostenute da un’orditura
metallica.
Tecnica e sostenibilità
Proseguendo, ecco le barriere antirumore in vetro, quelle
con orditura in speciali fibre funzionali a mantenerne l’in-
© leStrade
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10. La galleria fonica vista
dall’esterno: si noti il
rivestimento in acciaio Corten
già ossidato o in fase
di ossidazione
11. Pannelli fonoassorbenti
laterali e copertura in vetri
12. Un particolare della
pannellatura con funzione
di assorbimento acustico
13. La galleria inserita
nel contesto urbano
di Paderno Dugnano
14. Barriere antirumore
15. Vista sul punto finale
del Lotto 2, il cantiere
del sottoattraversamento
della linea ferroviaria
Milano-Varese
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I protagonisti dell’opera
Committente
Stazione Appaltante
Impresa Appaltatrice
Progetto esecutivo
Collaudo tecnico-amministrativo
RUP
Direttore Lavori
Coordinatore per la Sicurezza
Collaudi statici
Direttore Tecnico Impresa
Direttore di Cantiere
Capo Cantiere
Milano Serravalle-Milano Tangenziali SpA
MIT / Provveditorato Interregionale OO. PP. Lombardia ed Emilia Romagna
Paderno Scarl (Grandi Lavori Fincosit SpA, Collini Lavori SpA, ICG Srl)
RTP Progin SpA, Manens Tifs SpA
dott.ssa Maria Pia Pallavicini (Presidente), ing. Roberto Daniele, arch. Paolo Rosa
ing. Quirico Goffredo, Provveditorato Interregionale OO. PP. Lombardia ed Emilia Romagna
ing. Roberto Ponti (Milano Serravalle Engineering Srl)
ing. Marco Pirisi (Milano Serravalle Engineering Srl)
ing. Guido Ferro, prof. Carmelo Gentile, ing. Donato Romano, ing. Marco Zanetti
ing. Stefano Canzian
ing. Luca Petrucci
geom. Vincenzo Chiavelli
tegrità in caso di impatto su viadotti, e quelle tradizionali
con rappresentazioni a tutela dell’avifauna e della sicurezza
veicolare, nonché le barriere di sicurezza e le pavimentazioni.
Ed ecco, sempre in prossimità della galleria fonica,
opere di compensazione a favore del territorio come i nuovi
parcheggi di Paderno Dugnano. L’aspetto della sostenibilità
trova poi espressione anche in una cospicua serie di
aree filtro con piantumazioni di alberi ad alto fusto, come
quelli che abbiamo potuto veder assolvere la loro funzione
nella nuova complanare tra Cormano e Bollate che abbiamo
citato in precedenza. Al confine tra il Lotto 1 e il Lotto
2 ecco quindi il cantiere del nuovo ponte sulla “Comasina”,
anch’essa opera già menzionata e una serie di manufatti
in calcestruzzo già realizzati, tra cui ne spicca uno composto
da uno scatolare con getto avvenuto in prossimità e
traslato in pochi giorni di interruzione della Milano-Meda,
nell’agosto 2018. Infine, eccoci in vista dell’“incrocio” con
la linea ferroviaria, che la “vecchia” strada sovrapassava
e che invece ora sottopassa, incuneandosi in uno scatolare
spinto in una fase precedente del maxicantiere. Oggi,
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nell’area, si stanno effettuando lavorazioni di jet grouting,
in attesa del secondo manufatto. Ultimo anello di una catena
che si va completando passo dopo passo, risolvendo,
grazie alla tecnica, ogni complessità.
Autostrade
Autostrade
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Poli Infrastrutturali
Emilia Longoni
Hub lombardo
strada-rotaia
rotaia
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FNM PERFEZIONA L’ACQUISIZIONE DA REGIONE
LOMBARDIA DELL’82,4% DELLE QUOTE
DI MILANO-SERRAVALLE, CONCESSIONARIA
DI A7 E TANGENZIALI MILANESE, DANDO CORPO,
DE FACTO, A UN NUOVO POLO PER LA GESTIONE
DELLA MOBILITÀ IN LOMBARDIA BASATO SULLE
MODALITÀ FERROVIARIA E AUTOSTRADALE.
IL FARO PER ENTRAMBE: LA SOSTENIBILITÀ.
© leStrade
Il 26 febbraio FNM ha perfezionato l’acquisizione
dell’82,4% del capitale sociale di Milano Serravalle-Milano
Tangenziali SpA (MISE) da Regione Lombardia in esecuzione
del contratto di compravendita sottoscritto e comunicato
al mercato il 3 novembre 2020. In considerazione della
partecipazione del 13,6% del capitale sociale già acquisita da
FNM il 29 luglio 2020, FNM con quest’ultima operazione è arrivata
a detenere una partecipazione rappresentativa del 96%
del capitale sociale di MISE. Con questa mossa, nasce così un
gruppo strategico nel settore delle infrastrutture in Lombardia
per la gestione del sistema di mobilità, che integra il trasporto
ferroviario, il trasporto pubblico locale su gomma e, ultima
ma non ultima, è il caso di dirlo, l’infrastruttura autostradale.
“Con l’acquisizione di MISE - recita una nota - il Gruppo FNM
sarà in grado di offrire un modello di gestione integrata della
domanda e dell’offerta di mobilità, con ottimizzazione dei flussi
e sviluppo di nuove forme di mobilità sostenibile. La complementarità
della localizzazione geografica di MISE permetterà
inoltre a FNM di rafforzare la propria presenza in Lombardia e
nelle aree di più elevata domanda di trasporto, anche in un’ot-
tica di sviluppo ulteriore delle infrastrutture nell’area. L’operazione
consentirà anche di diversificare i ricavi del Gruppo FNM,
con un miglioramento del profilo reddituale e una contestuale
diversificazione del rischio regolatorio”.
Pedemontana fuori dal perimetro
L’acquisizione si è perfezionata a seguito del soddisfacimento
delle condizioni sospensive previste nel contratto di compravendita,
tra cui l’ottenimento dell’autorizzazione da parte
del MIT (oggi MIMS) ai sensi della convenzione di concessione
di cui MISE è parte. Contestualmente al perfezionamen-
Autostrade
to dell’acquisizione, Autostrada Pedemontana Lombarda SpA
(APL) è uscita dal perimetro di consolidamento di MISE, per
effetto della sottoscrizione e da parte di Regione Lombardia
(sempre il 26 febbraio) di un aumento di capitale sociale di
APL per complessivi 350 milioni di euro e della conseguente
diluizione al 36,5% del capitale sociale della partecipazione
detenuta da MISE in APL. Il corrispettivo per l’acquisizione
della partecipazione in MISE, pari a 519,2 milioni di euro
(ovvero 3,5 euro per azione), è stato integralmente regolato,
facendo ricorso a una linea di credito a breve termine sottoscritta
in data 28 gennaio 2021 con un pool di banche composto
da Intesa Sanpaolo SpA, JPMorgan Chase Bank, N.A.,
Milan Branch e BNP Paribas Italian Branch, in qualità di enti finanziatori.
Il finanziamento, per un ammontare massimo di
650 milioni di euro, non è assistito da garanzie e dovrà essere
rimborsato in un’unica soluzione al massimo entro il mese
di gennaio 2022. Il tasso di interesse è pari all’EURIBOR maggiorato
di un margine, in linea con le attuali condizioni di mercato.
Il recente ottenimento da parte di FNM del rating investment
grade di Fitch Ratings (BBB- con outlook stabile) e
Moody’s (Baa3 con outlook stabile) con Intesa Sanpaolo SpA
rating advisor nel processo – prosegue la nota - offre alla società
la possibilità di definire nel modo più efficiente la propria
struttura finanziaria a medio lungo termine a supporto del futuro
sviluppo strategico, anche attraverso l’accesso al mercato
dei capitali. MISE sarà consolidata integralmente nel bilancio
FNM a partire dal 1° marzo 2021. Il Gruppo FNM, considerando
anche i risultati di MISE, presenta al 30 settembre 2020 i
seguenti valori proforma: ricavi per 356 milioni di euro, con
un EBITDA ante oneri non ricorrenti di 121 milioni di euro.
Più info: fnmgroup.it / serravalle.it
1. Tratto dell’autostrada A7
2. La sede di Milano-
Serravalle ad Assago (Milano)
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Mitigazione Acustica
Specializzazione
antirumore
Stefano Chiara
FOCUS SUGLI ASPETTI ESECUTIVI CHE HANNO PORTATO ALL’INSTALLAZIONE,
LUNGO LA SP EX SS 415 PAULLESE, NELL’EST MILANESE, DI UN WALL
FONOASSORBENTE CON PANNELLI IN ACCIAIO CORTEN. A GARANTIRE RISPETTO
DELLE TEMPISTICHE, LAVORAZIONI A REGOLA D’ARTE E FLUIDITÀ DEL TRAFFICO,
NONOSTANTE LA SUA ELEVATA DENSITÀ, ANCHE IL KNOW HOW
DI UNO SPECIALISTA DEL SETTORE, L’IMPRESA SIRIANNI.
2
1. Le squadre Sirianni
al lavoro lungo la Paullese
2. Il lavoro di squadra
alla base del buon esito
dell’intervento
3, 4. Dai montanti ai pannelli:
le barriere antirumore
prendono forma
Un intervento su strada, ma anche in prossimità delle
abitazioni, con l’obiettivo di abbassare i decibel in
un’area ad alta intensità veicolare (e residenziale, per
l’appunto) come è quella afferente alla SP ex SS 415 Paullese,
nel territorio comunale di Peschiera Borromeo. Siamo
nell'Est Milanese, poco lontano dall'aeroporto di Linate, lungo
un’infrastruttura viaria gestita dalla Città Metropolitana di
Milano, ente molto propositivo in campo stradale, come abbiamo
potuto appurare direttamente, non molto tempo fa,
seguendone da vicino l’attività di promozione di nuove tecnologie,
come l’asfalto con compound di additivi contenente
grafene. In questo caso, tuttavia, il centro del discorso non è
una sperimentazione, bensì un’attività di rilevante complessità,
essenzialmente per le ragioni di “spazi stretti” sopra indicate.
Questa la cornice: se poi aggiungiamo il “periodo Covid”,
con le difficoltà annesse, e il fatto che le tempistiche
dell’installazione - a regola d’arte - delle barriere antirumore
sono risultate particolarmente vincolanti, anche in virtù del
fatto che l’intervento ha avuto la possibilità di godere dell'erogazione
di fondi europei, ci rendiamo perfettamente conto
della non banalità dell'insieme. Quali fattori hanno dunque
contribuito al buon esito di questa iniziativa? È la domanda
da cui siamo partiti per raccontarla, la cui risposta può essere
qui anticipata: tra i fattori determinanti possiamo annoverare
la buona collaborazione tra tutti gli attori in gioco, dalla stazione
appaltante ai subappaltatori, il know how specialistico
d'impresa messo in campo e un sostegno alla gestione della
commessa, sia dal punto di vista della fornitura delle dotazioni
adottate, sia da quello del coordinamento, ovvero del
project management. Il know how in questione, dal punto di
vista esecutivo, è quello di Sirianni Srl, un'interessante realtà
del nostro settore che a breve racconteremo, mentre quello
tipicamente gestionale, sia in campo commerciale sia, nel
caso specifico, tecnico, è quello di astepON, il gruppo guidato
da Giorgio Mannelli specializzato in soluzioni Road&Rail con
I protagonisti dell’intervento
RUP
Progettista
Direttore lavori
Importo progetto
Oneri per la sicurezza
Importo contratto
Categorie lavori
Impresa appaltatrice
Direttore di cantiere
Capo cantiere
Project Management
Subappaltatori
ing.Gabriella D’Avanzo
(Città Metropolitana di Milano)
ing. Luca Maria Magnaghi
(M+ Associati)
ing. Giuseppe Oliva
(Oliva & Associati)
1.681.288,32 euro
113,870,32 euro
1.271.392,88 euro
(ribasso 26,151%)
OS34, OG3, OS21, OS12-A
Sirianni Srl
Felice Sirianni
Vito Palmieri
astepON
Fondamenta Srl, Denis Srl
un'esperienza consolidata proprio nel campo dell'antirumore
(per ulteriori dettagli su questa realtà si rimanda a “Il valore
aggiunto del network”, leStrade 3/2020, pagg. 68-71).
Qualità acustica
“Realizzazione di barriere antirumore lungo la SP EX SS 415
Paullese in Comune di Peschiera Borromeo 2° Lotto 1° Stralcio”,
questa la denominazione della commessa che, tra il luglio
e il dicembre 2020 ha portato alla realizzazione di circa
500 m di barriere antirumore con circa 4.800 m2 di pannellature
in acciaio Corten lungo la “Paullese”, nel tratto di Peschiera
Borromeo, Milano. L’intervento eseguito fa parte di un “pacchetto”
di due lotti, approvato dagli enti coinvolti alla fine del
2019 con l’obiettivo di proteggere dal rumore gli insediamen-
Strade
3
Strade
3/2021 leStrade
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49
LS
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ti residenziali collocati lungo l’asse viario dal km 2+780 al km
4+265, per uno sviluppo complessivo di circa un chilometro e
mezzo. Il primo lotto deve ancora essere eseguito (si prevedono
i lavori in autunno), mentre lo stralcio del 2° lotto il cui
aggiudicatario è risultato Sirianni è stato completato nei tempi
contrattuali previsti e ha riguardato il tratto stradale compreso,
approssimativamente, tra il ponte sul Lambro e la rotonda
di via Moro, a Peschiera Borromeo. Si tratta di “un’infrastruttura
indispensabile - aveva commentato nei giorni della ‘luce
verde’ all’intervento nel suo complesso il Sindaco di Peschiera
Caterina Molinari - che migliorerà sensibilmente la qualità
della vita di nostri cittadini che vivono a ridosso della Paullese,
su cui transitano oltre tre milioni di veicoli all’anno”. “La Paullese
è un’infrastruttura stradale strategica per la Città metropolitana
di Milano - questo, invece, il commento a caldo della
Vicesindaca della Città metropolitana Arianna Censi -. In questi
anni sono stati fatti importanti investimenti in termini economici
e con la posa di barriere fonoassorbenti, al fine di ridurre
il rumore generato dal traffico veicolare, si aggiunge un
importante tassello per la sua completa riqualificazione e per
renderla ancor più funzionale e sicura”.
Sistemi stradali
Sede a Marcellinara, Catanzaro, la Sirianni si occupa di sistemi
stradali dal 1996 e vanta un percorso di crescita tecnica che
l’ha portata nel tempo a distinguersi in alcuni specifici ambiti
di lavoro, ovvero la fornitura e posa in opera di barriere di sicurezza,
barriere e reti paramassi, barriere antirumore e ripristini/rinforzi
corticali e strutturali di opere in calcestruzzo armato
con l’impiego di prodotti innovativi. Spiega molto di questa
bella realtà della nostra imprenditoria stradale il suo curriculum
non solo in fatto di interventi svolti, ma anche di certificazioni
ottenute: ISO 9001:2008 per il sistema della qualità, quindi
UNI EN ISO 14001:2004 (gestione ambientale) e UNI ISO
45001:2018 (salute e sicurezza nei luoghi di lavoro). Sirianni
possiede inoltre Attestazione SOA rilasciata da Attesta SpA
per le seguenti categorie: OG3, OS11, OS12A, OS12B, OS21
Strade
e OS34 (per altre info: siriannisrl.it). Storicamente, il primo
lavoro dell’azienda calabrese è stato un intervento nel campo
della protezione paramassi, quindi l’approdo alla road safety
e all’antirumore. Infine, la riqualificazione dei calcestruzzi
ammalorati, una specializzazione figlia dei nostri tempi e
molto apprezzata dagli enti gestori, come sanno bene i lettori
di leStrade. “Siamo partiti dalla difesa del suolo - ci racconta
direttamente Felice Sirianni, amministratore e direttore tecnico
dell’azienda - per approdare successivamente alla sicurezza
e all’antirumore, settore in cui abbiamo acquisito un’elevata
specializzazione operando in cantieri di grande rilievo
nazionale come quello dell’ampliamento dell’autostrada A14,
nei tratti Ancona Nord-Ancona Sud e Senigallia-Ancona Nord
(stiamo parlando di quasi 100.000 m 2 di barriere antirumore
autostradali posate).Quindi, a partire dal 2016, abbiamo iniziato
a formare il nostro personale per l’impiego di prodotti compositi
come malte tixotropiche o fibre di carbonio, nel campo
del ripristino del calcestruzzo. Una specializzazione, questa,
che soprattutto dopo il crollo del viadotto sul Polcevera dell’estate
2018 e il conseguente ‘risveglio delle coscienze’ da par-
te di tutti gli operatori del settore, è diventata molto richiesta”.
Nel campo della posa delle barriere di sicurezza (a cui vanno
aggiunti gli attenuatori d’urto e i varchi amovibili), Sirianni
opera con attrezzature di ultima generazione e la possibilità di
impiegare 3 squadre complete e autonome. Nel settore dell’acustica,
invece, l’azienda mette in campo 2 piattaforme automotrici
e 2 piattaforme omologate su autogrù, con la possibilità
di effettuare lavorazioni fino ad altezze pari a 33 m. Quattro
squadre dedicate sono quindi in grado di provvedere all’installazione
di tutte le tipologie di barriere fonoassorbenti presenti
sul mercato, in acciaio, in legno o calcestruzzo.
Efficienza operativa
Ritorno a Peschiera Borromeo, dove mezzi e uomini di Sirianni
sono intervenuti massicciamente, in particolare, dopo che
il subappaltatore Fondamenta aveva provveduto a realizzare
le sottofondazioni con micropali. Tre le squadre in azione per il
5. L’interventi ha portato
alla mitigazione di 500 m
di territorio fortemente
urbanizzato
6. Avvio dell’ossidazione
dell’acciaio Corten
leStrade
7. Percorso esecutivo:
sottofondazioni
8. Montanti
9. Barriere installate:
l’intervento ha rispettato
pienamente
il cronoprogramma
Soddisfazione per la correttezza esecutiva e anche per la sicurezza
e fluidità della circolazione. Traguardi non scontati e non
banali in un intervento come quello di Peschiera Borromeo, dove
un’arteria extraurbana ad alta percorrenza si interseca con un
territorio comunale densamente urbanizzato. Tra i fattori chiave
7
8 9
Il project management specialistico per
del risultato, a cui hanno contribuito in primis committenza, progettisti
e direzione lavori (per i dati sui protagonisti della commessa si rimanda alla
scheda dedicata), c’è anche lo staff tecnico-commerciale di astepON, il gruppo
fondato da Giorgio Mannelli nel 2019, che, oltre a supportare gestori, progettisti
e imprese nello scouting di soluzioni tecniche ad hoc e innovative sia in campo
stradale, sia ferroviario (per un’ampia vetrina si rimanda al sito web astepon.it), t
montaggio delle barriere fonoassorbenti: la prima si è occupata
dei montanti, la seconda del montaggio dei pannelli, la terza
delle rifiniture e della messa in sicurezza dell’intero sistema. In
totale, ci riferisce lo stesso Sirianni, si è trattato di 12 addetti
più un capocantiere, impegnati a “governare” una flotta di
2 veicoli con autogrù, 2 piattaforme, 2 autocarri leggeri, nonché
svariate attrezzature. Un tema cruciale, dato il contesto
metropolitano, è stato, come è immaginabile, lo spazio operativo,
a proposito del quale sentiamo ancora Felice Sirianni:
“Questo aspetto era una delle maggiori preoccupazioni dell’Ente.
Da parte nostra, dopo i sopralluoghi iniziali, siamo riusciti a
produrre un nuovo layout di cantiere che scongiurasse l’occupazione
permanente di un’intera corsia e l’impiego di un impianto
semaforico fisso. In pratica, abbiamo sfruttato al massimo
gli spazi dei parcheggi a lato strada, mentre tratti limitati
di corsia sono stati utilizzati solo per lavorazioni specifiche, in
modo saltuario: in questo caso abbiamo impiegato movieri e
un semaforo mobile”. Il traffico, dunque, nonostante la complessità
delle lavorazioni è sempre fluito lungo la Paullese, per
il conforto della Città Metropolitana di Milano. “Alla fine
- con-
clude Sirianni - ci è arrivata anche una comunicazione scritta
che esprimeva soddisfazione per il lavoro di tutto il team”.
semplificare le complessità
si occupa anche di attività di project management, ovvero di coordinamento tecnico
dell’intero progetto divenuto cantiere. Nel caso di Peschiera
Borromeo, l’attività di astepON si è rivelata complementare e
integrativa rispetto al lavoro di Sirianni, accorciando di fatto le distanze
tra i diversi operatori e di fatto semplificando le complessità.
“La mission di astepON - spiega Mannelli - è quella di essere
un service a 360 gradi, dal supporto progettuale al project management,
con un’attenzione sempre rivolta alle soluzioni tecniche più innovati-i
ve presenti sul mercato e sviluppate collaborando con operatori specializzati”.
Due, nello specifico, i main partner astepON che hanno contribuito al buon esito
del cantiere milanese con le loro soluzioni: EuroprogressGroup, che ha fornito
i montanti in acciaio Corten, e Roadlink (con Wood Solutions), che si è occupata
della pannellatura fonoassorbente/fonoisolante sempre in acciaio Corten.
3/2021
Strade
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51
LS
Rete Statale
Piano Salaria
A cura della redazione
3. Potenziamento Salaria:
esempio di progettualità
che risolve le criticità
4. Adeguamento impianti in
galleria: dalla criticità alla
soluzione
Strade
a pieno ritmo
SOPRALLUOGO DI FS ITALIANE E ANAS SUI CANTIERI IN CORSO
E SULLE OPERE COMPLETATE IN PROVINCIA DI RIETI, NEL LAZIO, REGIONE
IN CUI GLI INVESTIMENTI PREVISTI AMMONTANO A OLTRE 460 MILIONI DI EURO,
DI CUI 444 PER INTERVENTI DI POTENZIAMENTO E RIQUALIFICAZIONE. SIMONINI:
“PIANO STRATEGICO E SOSTENIBILE: POTENZIA COLLEGAMENTI INNALZANDO
I LIVELLI DI SICUREZZA ANCHE CON LE NUOVE TECNOLOGIE SMART ROAD”.
Continua l’impegno di Anas (Gruppo FS Italiane) nel potenziare
la propria rete stradale e la mobilità regionale.
Il 13 marzo scorso gli amministratori delegati di FS
Gianfranco Battisti e di Anas Massimo Simonini e l’assessore
regionale ai lavori pubblici e mobilità Mauro Alessandri, si
sono recati sui cantieri in provincia di Rieti dove sono in corso
i nuovi lavori per il “Piano Salaria”.
Gli investimenti previsti nel Lazio ammontano a 463 milioni
euro di cui 444 per interventi di potenziamento e riqualificazione
mentre ulteriori 19 sono stati indirizzati per il progetto
Smart Road. Il Piano Salaria riguarda anche la regione Marche
per un investimento di circa 369 milioni di euro, mentre il
costo complessivo degli interventi nelle due regioni ammon-
© Anas SpA
ta a oltre 831 milioni di euro per nuove opere e manutenzione
programmata. “Il Gruppo FS accelera gli investimenti nel Lazio
con un piano da 18 miliardi di euro su infrastrutture stradali,
ferroviarie, stazioni e treni”, ha commentato Gianfranco
Battisti, Amministratore Delegato e Direttore Generale di
FS Italiane. “Anas ha investimenti complessivi in nuove ope-
re per un valore di quasi 2 miliardi di euro e interventi di manutenzione
programmata per oltre 820 milioni euro. I lavori
per il completamento del Piano Salaria testimoniano il nostro
impegno per lo sviluppo sostenibile delle infrastrutture strategiche
a servizio del Paese e assumono ancora più importanza
per il futuro con i benefici dell’innovazione tecnologica della
Smart Road”. “L’impegno di Anas sul territorio è massimo e
1. Gianfranco Battisti
e Massimo Simonini,
rispettivamente AD
di FS Italiane e Anas
2. Un momento del
sopralluogo dello scorso
13 marzo
costante - ha dichiarato l’AD di Anas Massimo Simonini -. I lavori
in corso per il Piano Salaria sono determinanti e finalizzati
a potenziare il collegamento con l’area del cratere sismico
e con tutto il Centro Italia, innalzando i livelli di sicurezza e di
comfort per l’utenza in transito e riducendo i tempi di percor-r
renza grazie all’eliminazione di incroci a raso e l’ampliamento
della sede stradale e per agevolare i flussi di traffico negli
snodi ad alto utilizzo. È un piano di riqualificazione strategico
e sostenibile perché guarda al futuro grazie alle nuove tecnologie
della Smart Road che consentiranno di collocare questa
importante arteria nelle cosiddette strade intelligenti”.
Le fasi del programma
Il piano di potenziamento è stato suddiviso in due fasi: la prima
fase riguarda gli interventi immediati, ossia l’adeguamento
e messa in sicurezza dell’arteria, nella sua configurazione
attuale attraverso interventi di manutenzione programmati
atti a risolvere situazioni locali (come le intersezioni a raso)
e per migliorare gli standard manutentivi delle opere stradali
esistenti (opere d’arte, gallerie, impianti tecnologici). Sono
previste inoltre opere che, pur risolvendo situazioni puntuali,
sono propedeutiche al potenziamento della successiva fase 2
(corsie di arrampicamento).
La seconda fase riguarda invece gli interventi di potenziamento
dell’arteria con lavori di nuova costruzione che riguardano il
raddoppio dell’arteria, da due a quattro corsie per senso di marcia.
Attraverso questi lavori verranno innalzati i livelli di servizio
ottimali riducendo notevolmente i tempi di percorrenza. Nel
dettaglio gli interventi previsti sulla SS4 Salaria si suddividono
in due sezioni: la prima parte dall’innesto con il Grande Raccordo
Anulare (km 12,100) fino a Passo Corese in provincia di Rieti
(km 36,00); la seconda collega Passo Corese (km 36,00)
passando per Rieti (km 71,800) fino al confine regionale al km
144,958. All’interno del primo tratto sono state progettate ed
eseguite opere di messa in sicurezza per 20 milioni euro e interventi
di nuove opere per 97 milioni di euro. Nella seconda sezione,
per le opere di adeguamento e messa in sicurezza sono stati
investiti 118,34 milioni euro di cui 71,5 nel tratto Passo Corese-Rieti
e 46,9 nel tratto che da Rieti porta fino al confine con la
Regione Marche. Tra le nuove opere, per cui sono stati investiti
218,8 milioni di euro, rientrano gli interventi di allargamento
della sede stradale da due a quattro corsie nel tratto tra Ponte
Buida e la galleria Colle Giardino, il potenziamento degli svincoli
di Rieti e l’adeguamento del tratto tra il bivio di Micigliano e la
galleria Gole del Velino, quest’ultimo in fase di completamento.
Per ulteriori informazioni: stradeanas.it
Strade
3/2021 leStrade
con
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LS
Itinerari Storici
Lungo la rotta
del granito bianco
2
© leStrade
© leStrade
1
Fabrizio Apostolo
1. Il Sentiero
dello Scalpellino oggi
2. Segnaletica
3, 4. Lungo il percorso, anche
due Madonne votive
5. Il granito bianco
sotto i piedi
6. Cartolina d’epoca:
la ferrovia sotto la Madonna
del Sasso (e sotto le cave)
Storie di materiali. E di infrastrutture.
Fissate nella memoria dei nostri
territori e le cui tracce ancora
sopravvivono, a ricordarci l'opera e le
fatiche (inimmaginabili) dell'uomo. Un
esempio di questa triangolazione materia-trasporto-persone
lo rintracciamo
lungo il Sentiero degli Scalpellini, frazione
Alzo di Pella, provincia di Novara: un
cammino di circa un'ora e mezzo che si
inerpica sul fianco del monte che porta
al Santuario della Madonna del Sasso,
a piccolo sullo splendido Lago d'Orta. Ci
dirigiamo verso le cave di granito bianco,
materiale pregiatissimo che iniziò a
essere prelevato nel XIX Secolo, in un
periodo in cui sorsero le prime società
estrattive e durante il quale si consolidò
una figura oggi leggendaria, anche e soprattutto in virtù,
per l’appunto, delle fatiche che dovette sostenere: lo scalpellino.
Secondo gli Annali di Statistica Industriale, tra il 1884 e il
1888 lavoravano nelle cave della Provincia di Novata 850 tra
cavatori e scalpellini, nonché 540 minatori. Nel 1896, ad Alzo
operavano in questo "business" ben due imprese: la Peverelli
e la Vanini. Il lavoro delle loro maestranze era estremamente
logorante: la giornata durava "da stella a stella", ovvero
dall'alba al tramonto. I minatori facevano deflagrare la
roccia, mentre gli scalpellini tagliavano i massi ottenuti. Erano
operai locali, ma anche provenienti da aree limitrofe, come
le valli dell'Ossola. Intanto, appena un po' più in basso, a Pella,
erano entrate in funzione le cartiere Sonzogno, da cui arrivava
la carta per i primi illustrati italiani, giornali di gran voga,
al tempo (leStrade, peraltro, fondata nel 1898, rientra perfettamente
in questo genere di comunicazione, anche se naturalmente
fu da subito giornale non di massa, ma per operatori
specializzati). A sostegno dell'attività di cave e cartiera, nel
1886 entrò in funzione la linea ferroviaria Gozzano-Alzo, che
trasportava persone e merci. L'avevano varata proprio gli imprenditori
del granito bianco, che poi l'avrebbero consegnata
allo Stato appena un anno dopo. La linea sarebbe state chiusa
nel 1922 dopo diverse traversie. Nel 1911, ad Alzo si contano
tre industrie estrattive con 27 addetti e cinque industrie
per la lavorazione dei minerali con 189 addetti. Poi, nel primo
dopoguerra, ecco la crisi e il declino del settore lapideo, che
avrebbe tra le altre cose liberato manodopera anche per altre
industrie, su tutte la rubinetteria.
© leStrade
3 4
La loro strada
Ma ancora oggi Alzo è, nonostante tutto, sinonimo di granito
bianco. Sono fatte di questo materiale le strutture delle case,
i campanili delle chiese (una balaustra in granito della chiesa
di San Filiberto è datata 1781), le lapidi dei cimiteri, le fontane.
Nei boschi alzesi ancora campeggiano, al di là dei grandi filoni
di cava ormai coperti dalla vegetazione, i massi erratici, o
"trovanti", rocce trasportate a fondovalle dai ghiacciai e lì dimoranti
da non si sa più quante ere. Se ne vedono anche lungo
il Sentiero dello Scalpellino, granito bianco come pavimento
e incanto sovrastante. L'avevano costruito loro, i lavoranti da
cui questa strada prende il nome, per andare "da stella a stella",
lassù, sul posto di lavoro. Il “nodo intermodale”, per usare
un termine d'oggi, era proprio la cittadina di Alzo, dove c'era
la stazione ferroviaria, come a San Maurizio d'Opaglio, come a
Gozzano. Era stata costruita, con un colpo di reni dell'imprenditoria
locale, proprio in ragione dello scarso sviluppo della rete
stradale: consentiva l'allacciamento con la Novara-Gozzano e la
rotta verso mercati propizi. La linea, per l’esattezza, venne attivata
il 17 giugno 1886. I costruttori auspicavano di arrivare a
trasportare, attraverso di essa, circa 200 persone al giorno, ma
ben presto tale obiettivo si rivelò irreale: gli scalpellini, che pure
erano ritenuti la componente determinante dell'utenza, scelsero
solo in minima parte di servirsi del treno, sia perché gli orari
delle corse erano incompatibili con quelli di inizio/fine dei turni
di lavoro, sia per il fatto che dimoravano in zone limitrofe e pertanto
trovavano semplice ed economico muoversi a piedi. Per
esempio su quel sentiero che loro stessi si erano costruiti.
Strade
© leStrade
DALLA FERROVIA GOZZANO-ALZO, NELL’ALTO NOVARESE, SU FINO ALLE
CAVE DEL PREGIATISSIMO GRANITO BIANCO DI ALZO, MATERIALE ESTRATTO
CON ESPLOSIONI E INIMMAGINABILE FATICA DAGLI SCALPELLINI, CHE SI
RAGGIUNGONO ATTRAVERSO UN SENTIERO REALIZZATO, CON LA STESSA
SOSTANZA, DAI LAVORANTI. PICCOLA STORIA DI UN VIAGGIO, BREVE MA
INTENSO, CHE HA CONSENTITO DI PORTARE ALLA LUCE UNA PIETRA MOLTO
AMATA NELLE NOSTRE CITTÀ.
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Strade
3/2021 leStrade
© leStrade
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Flotte Aziendali
Dall’AI
benefici
per strada e utenti
Mauro Armelloni
L’AI, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE, FA IL SUO DEBUTTO LUNGO UN’AUTOSTRADA
ITALIANA, LA RETE CAV. LA CONCESSIONARIA VENETA HA INFATTI DOTATO
I PROPRI VEICOLI DI SERVIZIO DI UNA TECNOLOGIA CHE CONSENTE
DI RILEVARE, IN TEMPO REALE E IN MOVIMENTO, OGNI POSSIBILE ANOMALIA,
ATTIVANDO SUBITO LA CATENA DI INTERVENTO.
LS
SICUREZZA
&INNOVAZIONE
Safety&Innovation
Veicoli di servizio come “scanner”: percorrono l’autostrada,
visionano lo stato dell’asfalto oppure rilevano
eventuali anomalie al traffico, attivando subito la
catena dell’intervento. Dallo scorso febbraio la flotta di mezzi
di Concessioni Autostradali Venete-CAV SpA può, in tempo
reale, raccogliere dati ed elaborare soluzioni a tutto vantaggio
della sicurezza delle proprie infrastrutture e degli utenti in
viaggio. La novità è possibile grazie alla collaborazione avviata
tra la Società concessionaria veneta che gestisce la Padova-Venezia,
il Passante e la Tangenziale di Mestre e Mobileye,
società di Intel: la partnership prevede l’utilizzo di un sistema
di monitoraggio stradale avanzato, basato sull’intelligenza artificiale
(AI). Attraverso l’utilizzo di sofisticati algoritmi, CAV
potrà disporre di dati estremamente dettagliati e soprattutto
sempre aggiornati su aspetti fondamentali che riguardano la
sicurezza delle infrastrutture e delle persone in viaggio, come
ad esempio le condizioni del manto stradale, i flussi di traffico,
la mappatura dinamica della mobilità. Il sistema è basato su
Mobileye 8 Connect, una tecnologia innovativa che utilizza
videocamere e intelligenza artificiale sui mezzi in movimento,
acquisendo dati, elaborandoli e mettendoli a disposizione
del gestore per gli opportuni interventi. L’accordo è supportato
dal distributore ufficiale di Mobileye per l’Italia, Autobynet.
Tecnologia Mobileye
I mezzi della flotta CAV sono dunque stati dotati di tecnologia
Mobileye e possono rilevare eventuali anomalie dello stato
dell’infrastruttura, semplicemente percorrendola. In particolare,
mentre i veicoli sono in movimento, gli algoritmi di rilevazione
e misurazione all’interno dei sistemi di visione Mobileye
8 Connect catturano, identificano, misurano, contrassegnano
e classificano con precisione i dati rilevanti, che poi vengono
aggregati, classificati e allineati in un cloud. I set di dati ottenuti
sono quindi restituiti sotto forma di informazioni disponibili
per il gestore. Per esempio, i dati grezzi inviati potrebbero
2
indicare un rallentamento senza
evidenti motivi in un determinato
punto dell’autostrada e
da questi dati CAV potrebbe dedurre
la necessità di effettuare
una manutenzione sulla segnaletica, dando priorità a quel particolare
tratto rispetto ad altri. I dati catturati dai sistemi Mobileye
installati sulla flotta di CAV avranno un ruolo fondamentale
nel generare rilevazioni dettagliate della strada, coprendo le
condizioni della pavimentazione e dell’infrastruttura stradale,
oltre a fornire in tempo reale dati su potenziali pericoli, il tutto
con la potenzialità di ridurre notevolmente il tempo necessario
per risolvere problemi stradali di diverso tipo. “Siamo molto
soddisfatti di questa collaborazione, primo passo verso un
accordo con una realtà di alto profilo come Mobileye, in grado
di supportarci nel percorso di crescita tecnologica applicata alla
gestione delle infrastrutture, manutenzione predittiva, mobilità,
sicurezza stradale e guida autonoma”, ha dichiarato Ugo
Dibennardo, AD di CAV. “Per un mondo come quello autostradale,
votato alla massima efficienza e soprattutto a tempi di
intervento estremamente rapidi, si tratta di una rivoluzione,
che migliorerà ulteriormente sicurezza e comfort per chi viaggia,
grazie a sistemi tecnologicamente avanzati”, ha aggiunto
la Presidente della società, Luisa Serato.
1. Veicolo CAV davanti alla
sede della concessionaria
2. Interno del mezzo
The commitment of the European motorway
to innovative mobility
A leap in quality
The ideal light
An innovative barrier gate
The sound absorbing wall of the future
arrives on site
Mobilità&Traffico
12/2015 leStrade
English
Version
Dossier Speciale
Special Issue
56
57
LS
Massimo Schintu
Presidente
ASECAP
European Association
of Operators
of Toll Road
Infrastructures
Malika Seddi
Segretario Generale
e CEO ASECAP
European Association
of Operators
of Toll Road
Infrastructures
Esclusiva leStrade
Europa, l’impegno limpegno
delle autostrade
per la nuova mobilità
Dossier Speciale
In collaborazione con
In cooperation with
SICUREZZA STRADALE, NUOVE TECNOLOGIE ITS E C-ITS, GUIDA
AUTONOMA E CONNESSA, SVILUPPO SOSTENIBILE, SERVIZI
ALL’UTENZA: SONO QUESTI ALCUNI TRA I MOLTEPLICI FRONTI
IN CUI È IMPEGNATA, NEL BIENNIO 2021-2022, L’ASECAP, CHE
HA RECENTEMENTE DIFFUSO UNA DICHIARAZIONE DEL SETTORE
AUTOSTRADALE A PEDAGGIO SUL RECOVERY FUND.
CI RACCONTANO TUTTO I NUOVI VERTICI DELL’ASSOCIAZIONE.
© ASFINAG
1
Un ringraziamento particolare a /
Our special thanks go to:
- Carole Défossé, Communications
Manager ASECAP;
- Emanuela Stocchi, Director
of International Affairs AISCAT.
è l'organizzazione europea che riunisce e
L’ASECAP
’rappresenta le società di autostrade a pedaggio in
Europa. I membri di ASECAP gestiscono oltre 88.000
km di strade a pedaggio in 22 paesi in Europa, per un totale di
142 società (pubbliche e private). Il settore europeo delle autostrade
a pedaggio raccoglie 33,2 miliardi di entrate all'anno
e investe oltre 6 miliardi di euro per migliorare, potenziare e
riqualificare la rete, nonché altro 6 miliardi di euro in gestione
dell’esercizio e manutenzione. In questo modo, attraverso il
sistema del pedaggio, i governi ogni anno possono risparmiare
oltre 12 miliardi di euro che possono essere destinati ad altre
priorità sociali. Inoltre, fornisce 48.000 posti di lavoro diretti.
La sicurezza stradale è la priorità degli operatori autostradali.
Com’è noto, l'autostrada è un'infrastruttura appositamente
English Version
The commitment of the European motorways to innovative mobility
ROAD SAFETY, ITS AND C-ITS TECHNOLOGIES, AUTONOMOUS DRIVING, SUSTAINABLE DEVELOPMENT AND NEW SERVICES
ARE SOME OF THE SEVERAL ACTIVITES IN WHICH THE ASECAP IS COMMITTED IN 2021-2022. MOREOVER, THE ASSOCIATION
HAS RECENTLY DECIDED TO DISSEMINATE A DECLARATION OF THE TOLL MOTORWAY SECTOR CONCERNING RECOVERY
PLAN. ALL THE DETAILS IN THIS ARTICLE SIGNED BY THE NEW ASECAP PRESIDENCY AND MANAGEMENT.
Sicurezza&Innovazione
ASECAP is the organization gathering toll motorway companies
in Europe. Members of ASECAP operate more than
88,000 km of toll roads across 22 countries in Europe totalizing
142 companies (public and private). The European toll motorway
sector collects 33.2 billion revenue per year and invests
more than 6 billion euros to improve, enlarge and
upgrade the network and around 6 billion euros in operation
and road maintenance. Thus, by using the toll system, governments
are saving every year more than 12 billion euros
that can be allocated to any other social priorities. It also provides
48 000 direct jobs. Road safety is the priority of the motorway
operators. No need to recall that the motorway is an
infrastructure specially designed and built with highest quality
and technological standards which make the motorway
infrastructure safest than other road infrastructure. Nevertheless,
our ambition and objective is to reach the ones set
1. Giro d’Europa lungo
la rete Asecap: Austria
1. Travelling in Europe on the
Asecap network: Austria
by the Commission: Vision zero is what we also target. Some
figures as you can see, from 2001 to 2019 we had 64 % of the
fatalities on the ASECAP network. Fatality rate in 2019 was
2.3 fatalities per one billion kilometre driven. To make the network
safe, the maintenance and operation is done all year
long by patrollers 24 hours a day. The European road network
represents the backbone of efficient movement of goods and
people around Europe. It is built, operated, maintained and
repaired with a long-term vision that ensures that the highest
quality standards are reached. For more than two decades,
motorway companies have been very much involved in ITS,
simply because our prime objective as toll motorway operators
has always been to provide our customers the best mobility
service, consisting in a safe, comfortable and uncongested
travel on the motorways we operate. Continuous
investments have enabled the deployment of services matching
the evolution of mobility and minimising the impact of the
infrastructure on the environment : real time traffic information
services, on board devices (application on smartphones,
VMS.), travel time, dynamic speed limit regulation adjusting,
in real time, speed according to traffic density traffic, European
wide interoperable ETC system, etc.). These are few examples
which are now common to all drivers.
Toll road operators, members of ASECAP, would like to stress
their crucial role in the development of a sustainable transport
system in Europe. Motorway networks form a fundamental
element of the mobility chain, aiming at connecting, together
with the transport networks, the territory. The
mobility chain and the associated services must be considered
in their entirety. The motorway network represents a fundamental
element in the national mobility services. With a high
daily traffic volume around urban areas, a peak traffic in the
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English Version
progettata e realizzata con i più elevati standard qualitativi e
tecnologici, che rendono l'infrastruttura autostradale più sicura
rispetto ad altre infrastrutture stradali. La nostra ambizione è
la stessa della Commissione europea: Vision zero nell’ambito
della sicurezza stradale è anche il nostro obiettivo. Per rendere
la rete sicura, la manutenzione e il monitoraggio vengono eseguiti
lungo la rete tutto l'anno da pattuglie 24 ore al giorno. La
rete stradale europea rappresenta la spina dorsale di una circolazione
efficiente di merci e persone in Europa. È costruita,
gestita, manutenuta e riparata con una visione a lungo termine
che garantisce il raggiungimento dei più elevati standard
di qualità. Inoltre, per più di due decenni, le società autostradali
sono state molto coinvolte nello sviluppo degli ITS (Sistemi
intelligenti di trasporto), perché il nostro obiettivo primario
come operatori autostradali a pedaggio è sempre stato quello
di fornire ai nostri clienti il miglior servizio di mobilità, ossia
un viaggio sicuro, confortevole e senza congestione sulle autostrade
da noi operate. I continui investimenti delle società
concessionarie hanno consentito l'implementazione di servizi
in linea con l'evoluzione della mobilità, oltretutto minimizzando
l'impatto dell'infrastruttura sull'ambiente: servizi di informazione
sul traffico in tempo reale, dispositivi di bordo (applicazione
su smartphone, PMV), tempi di viaggio, regolazione
dinamica dei limiti di velocità, sistemi ETC di esazione elettronica
del pedaggio interoperabili a livello europeo, ecc.). Questi
sono alcuni esempi che sono ormai divenuti patrimonio comune
per tutti gli utenti.
Gli operatori delle autostrade a pedaggio, membri di ASECAP,
desiderano sottolineare il ruolo cruciale da essi svolto nello sviluppo
di un sistema di trasporto sostenibile in Europa. Le reti
autostradali costituiscono un elemento fondamentale della filiera
della mobilità, con l'obiettivo di collegare, insieme alle
reti di trasporto, il territorio. La catena della mobilità e i servizi
associati devono essere considerati nella loro interezza. La
rete autostradale rappresenta un elemento fondamentale nei
servizi di mobilità nazionale. Con un elevato volume di traffico
giornaliero intorno alle aree urbane, un picco di traffico nel
periodo estivo (dovuto a festività e flussi di spostamenti stagionali)
e un elevato livello di traffico merci, la rete autostra-
summertime (due to holidays and seasonal migrations), and
a high level of freight traffic, the conceded motorway network
is particularly used. As motorway operators we are strongly
supporting The European Commission’s orientations described
in the “Green deal” focusing on the decarbonization
of transports aiming at eliminating CO2 emissions and addressing
climate issues. Innovation efforts allow to optimize
the efficiency of the network.
C-ITS, autonomous driving
and new mobility needs
The Cooperative Intelligent Transport Systems depend on a
good infrastructure and on the vehicle capacity to communicate
effectively, together with a good equipment capable of
insuring this interface. The expected impacts are considerable
for the safety of the users and the operating staff, as well
Gli autori
MASSIMO SCHINTU, Direttore Generale AISCAT e membro del comitato
direttivo ASECAP, è un ingegnere dei trasporti con una profonda conoscenza
ed esperienza nella pianificazione, gestione e operatività autostradale
acquisite in oltre 20 anni di attività nell’associazione. Si occupa
anche, per conto sia di AISCAT sia di altre istituzioni italiane, di pianificazione
nell’ambito dei sistemi di trasporto europei. Ha collaborato a studi
e ricerche in materia di trasporti a livello di Comunità Europea. È membro italiano del Comitato
Esecutivo Internazionale del PIARC, del Board IBTTA, nonché membro del Comitato editoriale
di leStrade. Componente dell’EGRIS, il gruppo di esperti sulla sicurezza infrastrutturale della
Commissione Europea, è stato eletto presidente ASECAP per il biennio 2020-2021.
MASSIMO SCHINTU is the Executive Director of AISCAT and member of the Board of Directors
of ASECAP. He is a Transportation Engineer with a deep knowledge and expertise in highway
planning, management and operation acquired during more than 20 years activity in AISCAT.
He is also the representative - both for AISCAT and for some Italian Institutions - for planning
of the European transportation system and he collaborated to studies and researches in the
transportation sector at European Community level. He is the Italian Member of the International
Executive Committee of PIARC, of the IBTTA Board, Member of the Editorial Committee
of leStrade. He is member of the European Commission Expert Group on Road Infrastructure
Safety (EGRIS). Schintu was elected President ASECAP for 2020-2021 .
MALIKA SEDDI è Segretario Generale e CEO dell’ASECAP. Nel suo ruolo,
mantiene contatti e realazioni con le Istituzioni Europee e con le or-
ganizzazioni internazionali. Nel contesto di una carriera ultratrentennale
nell’industria del pedaggio, Seddi ha lavorato in ASFA, in IBTTA, di cui
èVice-Presidente internazionale, quindi nella stessa ASECAP, ricoprendo
la carica di presidente del comitato che si occupa di sicurezza stradale e
sviluppo sostenibile. Attiva anche in ITS Europe e PIARC (in cui è membro
del comitato sicurezza stradale), Malika Seddi è communication leader di
Arc Atlantique, un progetto di sette Stati finalizzato allo sviluppo di servizi ITS armonizzati nella
UE. Ha contribuito anche al progetto MedTis (sviluppo di ITS nel corridoio mediterraneo) ed EU
EIP Platform (coordinatrice dei Corridoi ITS), progetti cofinanziati dalla Commissione Europea.
MALIKA SEDDI is Secretary General and CEO of ASECAP. She maintains contacts and rela-
tions with the European Institutions and international organizations. Over a toll industry career
that has spanned more than 30 years, Malika Seddi has been working in ASFA, she been active
in IBTTA where she serves as International Vice-President, ASECAP, serving as chair of ASE-
CAP’s road safety and sustainable development committee, ITS Europe, and PIARC, a member
of PIARC’s road safety committee, communication team leader for Arc Atlantique, a sevennation
project to deploy harmonized ITS services in the European Union. She was also active
MedTis project, ITS deployment on the Mediterranean corridor, and EU EIP Platform (coordi-
nation of ITS Corridors), projects co-funded by the European Commission.
as for the network performance. For several years, the Concession
companies have been involved in the early phases of
the discussions and directly contribute to the development
and the experimentation of technological solutions ad hoc.
Which changes we foresee
for the near future?
European cities are increasing in size and the population is
concentrated in urban and peri-urban areas. Time for commuting,
congestion, air pollution and noise are increasing in
our cities. Fostered by digitalization, new mobility needs are
emerging asking for new services. Society is changing and
there is new way of consuming mobility services: like carpooling,
car sharing, multimodality, electromobility, alterna-
2. Centro operativo
dell’Autostrada Brescia-
Padova (Italia)
2. Autostrada Brescia-Padova
(Italy) control room
3. Viabilità in Francia
Fonte: www.atmb.com
3. Road network in France
Source: www.atmb.com
tive fuel network to comply with the climate change objective.
Our work is to welcome those new usages, to adapt to
those new needs and to develop what will be required to make
that new services available and working properly. That will require
huge investment. Motorway operators have always
been innovative companies, always looking ahead to find new
ways, new techniques, new systems to improve the services
provided to our customers. All the necessary investments are
made by the private companies. They are financed thanks to
user/pay principal. The concession system is a powerful and
flexible tool that serves mobility and land-use planning for
public utility. ASECAP members will continue shouldering
their responsibility as nationwide land developers, playing a
major role in the social and economic development of the regions
they serve and connect and with the challenge to have
carbon free motorway by 2050.
2
© Autobspd
3
© ATMB/DR
dale in concessione è particolarmente utilizzata. In qualità di
operatori autostradali sosteniamo con forza gli orientamenti
della Commissione europea descritti nel "Green Deal" incentrato
sulla decarbonizzazione dei trasporti, con l'obiettivo di
eliminare le emissioni di CO2 e far fronte alle sfide del cambiamento
climatico.
C-ITS, guida autonoma e connessa
e nuove esigenze di mobilità
Il buon funzionamento dei sistemi intelligenti di trasporto cooperativi
C-ITS dipende da una buona infrastruttura e dalla capacità
del veicolo di comunicare efficacemente. I benefici attesi
sono notevoli per la sicurezza degli utenti e del personale
operativo, oltre che per le prestazioni della rete. Da diversi anni
le Società Concessionarie sono coinvolte in prima linea nella
ricerca e contribuiscono direttamente allo sviluppo e alla sperimentazione
di soluzioni tecnologiche ad hoc.
Quali cambiamenti
per il prossimo futuro?
Le città europee stanno aumentando di dimensioni e la popolazione
è prettamente concentrata nelle aree urbane e periurbane.
Il tempo utilizzato per il pendolarismo, la congestione
del traffico, l'inquinamento atmosferico e acustico stanno
aumentando nelle nostre città. Grazie al rapido sviluppo della
digitalizzazione, stanno emergendo nuove esigenze di mobilità
da parte degli utenti che richiedono nuovi servizi. La società
sta cambiando e sono emerse nuove modalità per fruire
dei servizi di mobilità: il carpooling, il car sharing, la multimodalità,
l'elettromobilità, la diffusione di una rete di carburanti
alternativi per far fronte al cambiamento climatico. Il nostro
lavoro è quello di accogliere questi nuovi spunti, di adattarci
a queste nuove esigenze e sviluppare ciò che sarà necessario
per rendere disponibili, efficaci e funzionanti questi nuovi
servizi di mobilità. Ciò richiederà certamente ingenti investimenti;
in tal senso gli operatori autostradali sono da sempre
aziende innovative, sempre attente al futuro per trovare nuove
strade, nuove tecniche, nuovi sistemi per migliorare i servizi
forniti ai nostri clienti. Tutti gli investimenti necessari ven-
ASECAP and the Recovery Plan
ASECAP and the Recovery Plan In view of the forthcoming
presentation to the European Commission of proposals and
projects, by the EU Member States, to be taken into consideration
in the context of the EU Recovery Plan, ASECAP decided
to publish and disseminate a Declaration of the toll motorway
sector it represents, highlighting that the European
Association, though welcoming the EC, intends to bring to
the attention of the EU Institutions the fundamental role
played by motorway operators for the economic recovery of
Europe and for the transition towards a green and sustainable
mobility. The drafting of the Declaration was also an opportunity
for the ASECAP members to discuss how the motorway
sector of each country was helping to support their
government in finalizing the drafting of the Recovery Plan and
the members of the Association all agreed on the fact that the
Dossier Speciale
Sicurezza&Innovazione
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gono effettuati dalle società private. Sono finanziati grazie al
principio “chi usa paga”. Il sistema delle concessioni rappresenta,
in questo quadro, uno strumento solido e al contempo
flessibile per rispondere alle esigenze di mobilità e di pianificazione
e utilizzazione del territorio per la pubblica utilità.
I membri dell’ASECAP continueranno ad assumersi la loro responsabilità
svolgendo un ruolo importante nello sviluppo sociale
ed economico delle regioni che servono e collegano, guidati
dalla prospettiva e dalla sfida di vedere autostrade senza
emissioni di carbonio entro il 2050.
ASECAP e Recovery Plan
In vista dell’imminente presentazione alla Commissione europea
di proposte e progetti, da parte degli Stati membri UE,
da prendere in considerazione nell’ambito del Recovery Plan
UE, l’ASECAP ha anzitutto deciso di pubblicare e diffondere una
Dichiarazione del settore autostradale a pedaggio in essa rappresentato
e ha sottolineato che l’Associazione europea, accogliendo
con favore l’iniziativa comunitaria, intende portare
5
4
© Sund & Bælt
4. Il ponte Sund & Bælt
(Danimarca)
5. Tratto autostradale
in Slovenia
6. L’ASECAP partecipa
al Green Deal europeo
dagli operatori autostradali per la ripresa economica dell’Europa
e per la transizione verso una mobilità verde e sostenibile.
La redazione della Dichiarazione è stata inoltre l’occasione
per i membri dell’ASECAP di confrontarsi su come il settore
autostradale di ogni Paese stesse contribuendo a supportare
il proprio Governo per finalizzare la redazione del Recovery
Plan e i membri dell’Associazione hanno convenuto sul
fatto che se solo si considera la legislazione ambientale comu-
6 nitaria che tutti gli operatori autostradali
applicano e rispettano nella gestione della
propria rete, già appare evidente che i
progetti portati avanti dal settore contribuiscono
agli obiettivi del Recovery Plan,
quali la crescita del PIL delle regioni, i collegamenti
con le regioni periferiche, la riduzione
della congestione, la tutela della
sicurezza stradale e via dicendo. I membri
dell'ASECAP, nella loro Dichiarazione,
invitano specificamente gli Stati membri a
proporre nei loro piani di ripresa e resilienza
misure che facilitino economicamente e
socialmente gli investimenti per realizzare
infrastrutture di trasporto stradale senza
emissioni di carbonio e per promuovere
la digitalizzazione del settore; chiedono
inoltre alla Commissione europea di valutare
l'importanza del trasporto stradale e
di includere di conseguenza delle misure
economicamente e socialmente sostenibili relative alla strada,
nell’ambito della valutazione comunitaria dei piani nazionali
di ripresa e resilienza. Infine, ASECAP organizzerà un webinar
sul tema del Recovery Plan il prossimo 22 marzo, con la
partecipazione di esponenti istituzionali della Commissione europea
e rappresentanti del settore autostradale, in vista di un
proficuo dibattito e scambio di opinioni su come le infrastrutture
stradali possano contribuire alla ripresa economica e allo
sviluppo di una mobilità sostenibile in Europa.
© ASECAP
Dossier Speciale
© DARS
4. The Sund & Bælt bridge
(Denmark)
Plan’s objectives: indeed if we only consider the Community
environmental legislation that all motorway operators apply
and respect in the management of their network, it is already
evident that the projects carried out by the sector contribute
to the objectives of the Recovery Plan, such as the growth of
the regions’ GDP, the connections with the peripheral regions,
the reduction of congestion, the protection of road
safety and so on. ASECAP members, in their Declaration,
specifically call on the Member States to put forward in their
recovery and resilience plans measures facilitating economically
and socially the investments for a carbon free road
English Versionmotorway sector already contributes a lot to the Recovery
Sicurezza&Innovazione
transport infrastructure and for the digitalization of the road
mobility, under an equal basis; they call as well on the European
Commission to evaluate the prominence of economically
and socially sustainable road transport measures in
their assessment of the National Recovery and Resilience
Plans. Finally, ASECAP will organize a webinar on the topic
of the Recovery Plan next March 22 nd , with the participation
of institutional representatives of the European Commission
and representatives of the motorway sector, in view of a fruitful
debate and exchange of views on how road infrastructure
can contribute to economic recovery and the development
of sustainable mobility in Europe.
5. Motorway in Slovenia
6. ASECAP supports
the European Green Deal
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Work Zone Safety
1
PREALUX PORTA IN ITALIA LE SOLUZIONI VERDEGRO, DI CUI DIVENTA DISTRIBUTORE
UFFICIALE PER IL NOSTRO PAESE. A DISPOSIZIONE DEGLI OPERATORI, UN’AMPIA
GAMMA DI ATTENUATORI D’URTO PER TRUCK, ANCHE IN VERSIONE A RIMORCHIO,
ADATTI A OGNI CONTESTO DI MOBILITÀ STRADALE E TESTATI SECONDO I PIÙ SEVERI
STANDARD INTERNAZIONALI (USA E UK). A TUTELA SIA DEGLI UTENTI
DELLA STRADA, SIA DEGLI ADDETTI AL LAVORO NEI CANTIERI.
1. Nuova partnership Prealux-
Verdegro, all’insegna
del miglioramento
della sicurezza stradale
in prossimità delle aree
di cantiere
2, 3, 4. Varie configurazioni
dell’attenuatore
TMA-US 100 K per strade
fino a 100 km/h
La gestione della sicurezza e del segnalamento dei
cantieri italiani fa un deciso salto di qualità. Grazie
all’iniziativa di un operatore di casa nostra già forte
di un’esperienza specifica di oltre 35 anni proprio in questo
ambito di attività. Dal gennaio 2021 Prealux, sede a
Cologno al Serio (Bergamo), è diventata distributore ufficiale
per il nostro Paese delle soluzioni Verdegro Group,
player olandese di primissimo piano nel campo dello sviluppo
e della produzione di attenuatori d’urto per autocarri,
ma non solo. L’azienda dei Paesi Bassi, che dispone anche
di una filiale negli USA, propone infatti - in catalogo
e su strada - una serie di dispositivi altamente affidabili e
tecnologici, nonché in grado di soddisfare svariate esigenze
di gestione dell’esercizio in molteplici contesti applicativi,
dagli ambiti urbani alla grande viabilità autostradale.
Se i “cavalli di battaglia” di Verdegro, noti sulle grandi
arterie europee e americane e in oltre 42 paesi in tutto il
mondo, sono gli attenuatori, a partire dai cosiddetti TMA
(Truck Mounted Attenuator), meritano di essere citate an-
che soluzioni innovative quali per esempio il TMA “multifunzione”
(una volta disconnesso dal veicolo, può fungere
da unità di segnalamento a freccia) e soprattutto il RIS System,
un sistema di segnalazione di corsie statico e mobile
con pannelli a messaggio variabile. Delle soluzione Verdegro-Prealux
parleremo nel dettaglio nel corso di questa
annata editoriale 2021 di leStrade. In questa sede, da un
lato introdurremo la gamma degli attenuatori d’urto per
autocarri, dall’altro spenderemo qualche parola in più su
altre soluzioni Verdegro, che possono rivelarsi molto utili
al contesto italiano.
Non solo TMA
Proteggere adeguatamente gli operatori dei cantieri stradali.
Mettendo su strada la massima qualità progettuale e produttiva
nell’ambito di questo genere di “difese”, accompagnata
dalle certificazioni più avanzate nella specifica categoria. È
questo il compito dei TMA, gli attenuatori montati su truck,
dispositivi che favoriscono l’assorbimento di energia in caso
Dossier Speciale
Salto di qualità
Stefano Chiara
2 3 4
English Version
A leap in quality
PREALUX BRINGS VERDEGRO’S SOLUTIONS TO ITALY, BECOMING THEIR OFFICIAL DISTRIBUTOR FOR OUR COUNTRY.
A WIDE RANGE OF TRUCK MOUNTED ATTENUATORS, AT THE OPERATORS’ DISPOSAL, ALSO IN A TRAILER VERSION,
SUITABLE FOR ANY ROAD MOBILITY CONTEXT AND TESTED ACCORDING TO THE STRICTEST INTERNATIONAL STANDARDS
(USA AND UK). FOR THE PROTECTION OF BOTH THE DRIVERS AND THE ROAD CONSTRUCTION WORKERS.
Sicurezza&Innovazione
The management of safety and work zone forewarning in
Italy makes a decisive leap in quality. This thanks to the initiative
of a fellow operator, backed by a specific experience
of over 35 years in this area of activity. Starting from
January 2021, Prealux, based in Cologno al Serio (Bergamo),
has become the official distributor for our country of
Verdegro Group’s solutions, a leading Dutch company in
the field of development and production of Truck Mounted
Attenuators, and not only. The Netherlands-based company,
that also has a branch in the US, offers – in their catalogue
and on the road – a series of highly reliable and
technological devices, capable of satisfying various oper-
ating management needs in multiple application contexts,
from urban areas to large motorways. If Verdegro’s “strong
point”, well-known on the major European and American
arteries and in more than 42 countries worldwide, is their
1. New Prealux-Verdegro
partnership, with the aim
of improving road safety
near work zone areas
2, 3, 4. Various configurations
of the TMA-US 100 K for roads
up to 100 km/h
attenuators, starting from the so-called TMA (Truck Mounted
Attenuator), also other innovative solutions deserve to
be mentioned, such as the “multi-function” TMA (once it’s
disconnected from the vehicle, it can act as an arrow signalling
unit) and, above all, the RIS System, a static and mobile
lane signalling system with variable message panels.
We will discuss the Verdegro-Prealux solutions in detail
during leStrade’s 2021 editorial year. Here, on the one hand,
we will introduce the range of truck mounted attenuators,
and on the other hand we will spend a few more words on
further solutions by Verdegro, which can prove to be very
useful in the Italian context.
Not only TMAs
Adequately protecting road construction operators. Putting
the highest design and production quality on the road, within
this kind of “defences”, accompanied by the most advanced
certifications in this specific category. This is the
task of TMAs, truck mounted attenuators, devices that allow
the absorption of energy in the event of a vehicular impact,
generally positioned on trucks weighing between
8,000 and 12,000 kg. Verdegro offers them for speeds up to
70 km/h and 100 km/h, meaning they are suitable for use in
both urban and extra-urban contexts. The TMAs proposed
by Prealux are strictly tested according to the American
standard NCHRP-350 TL-3, as well an optional test for the
UK at 110km/h (TD 49/07). In terms of truck mounted attenuators,
an excellent alternative for urban area work zones
is the LTMA 70K model, or Light Truck Mounted Attenuator,
an attenuator for lighter vehicles up to 3.5 tons, for roads
with a speed limit up to 70 km/h, also tested according to
the NCHRP-350 TL-2 standard (tests performed with a 2,000
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di impatto veicolare, generalmente posizionati su autocarri
del peso compreso tra gli 8.000 e i 12.000 kg. Verdegro li
propone per velocità fino a 70 km/h e 100 km/h, ovvero adatti
a essere impiegati sia in contesti urbani, sia extraurbani.
I TMA-US 100K proposti da Prealux sono rigorosamente te-
6
stati in confor
3, nonché al test facoltativo per il Regno Unito (TD49/07).
Sempre in fatto di attenuatori montati su autocarri, un’ottima
alternativa per cantieri in ambito urbano è il modello
LTMA 70K, ovvero Light Truck Mounted Attenuator, un atte-
ersione “light”
LTMA 70K
7, 8. Versione a rimorchio
TTMA 100K
9. TMA “Pick and Pl
10. RIS System in ass
stradale
11. RIS System in assetto
di trasporto
limiti
fino a 70 km/h, anch’esso testato in conformità allo standard
NCHRP-350 TL-2 (i test sono stati eseguiti con pick-up
da 2.000 kg). A completare la famiglia, anche un modello su
rimorchio, il TTMA 100K (dove la prima T sta per “trailer”) r
per strade con limiti fino a 100 km/h. Si tratta di un modello
caratterizzato da una grande versatilità, anche in quanto,
non richiedendo modifiche al mezzo, può essere trasferito da
un veicolo all’altro senza difficoltà. La versione a rimorchio è
stata testata in conformità alla norma NCHRP-350 TL-3: anche
in questo caso, i test sono stati eseguiti con pick-up da
2.000 kg. “Gli attenuatori Verdegro - spiegano da Prealux
- sono realizzati con materiali di prima qualità e sono stati
tutte testati con successo secondo gli standard internazionali
più avanzati. La linea permette di soddisfare qualsiasi
esigenza, dall’aumento degli standard di sicurezza sulle
strade cittadine a protezioni ulteriormente migliorate su
strade extraurbane e autostrade. Tutti i dispositivi, inoltre,
possono essere impiegati sia da fermi, ovvero ‘parcheggiati’
davanti alle aree di lavoro, sia in modalità mobile, ovvero
con cantieri in lento movimento”. Per ulteriori informazioni,
oltre al sito web prealux.it e ai canali social, si rimanda a
verdegro.com
Ancora innovazioni
Segnaletica e sicurezza. Sono questi i due cardini dell’approccio
Verdegro alla gestione dei cantieri stradali, nonché
le parole chiave per comprendere in pieno il valore dell’ampia
gamma di innovazioni, tutte sviluppate tenendo fisso
l’obiettivo di “segnalare” adeguatamente i siti d’opera e di
metterli “al sicuro”. Una duplice finalità raggiungibile attraverso
mezzi quali l’esperienza progettuale specifica, l’attenzione
ai materiali, le certificazioni, la cura per gli aspetti
di messa in opera e naturalmente l’innovazione. Quella,
per esempio, che ha dato vita a “Pick and Place TMA”, l’attenuatore
che diventa anche freccia segnaletica con avviso
a Led e sistema di controllo wirless in cabina. Oppure quella
di cui è permeato il già citato RIS System, un apparato segnaletico
high-tech che può essere allestito in tempi rapidi
composto da montanti, pannelli a messaggio variabile a led
e una base di sostegno zavorrata con blocchi di cemento. Il
sistema può avere una configurazione per tre o quattro corsie,
i suoi display VMS (Variable Message Sign) a colori sono
conformi alla norma EN 12966. Altre innovazioni che avremo
modo di conoscere meglio: Verdegro MLS, una dispositivo
per la segnalazione di corsie mobili, il rimorchio SMT
(Solar Message Trailer) e un’ampia gamma di torri faro.
Dossier Speciale
English Version
Sicurezza&Innovazione
kg pick-up). To complete the family, there is also a trailer
version, the TTMA 100K (where the first “T” stands for “trailer”)
for roads with a speed limit up to 100 km/h. This model
features great versatility, also because it does not require
modifications to the vehicle and can therefore be transferred
from one vehicle to another without any difficulty.
The trailer version was tested in accordance with the
NCHRP-350 TL-3 standard: also in this case, the tests were
carried out with a 2,000 kg pick-up.
“Verdegro’s attenuators - Prealux explains - are made
with top quality materials and have all been successfully
tested according to the most advanced international
standards. Their range can satisfy all needs, from the increase
in safety standards on city roads to an improved
protection on extra-urban roads and motorways. Furthermore,
all these devices can be used both when stationary,
“parked” in front of work zones, and in travelling
mode, with slow-moving construction sites”.
For more information, in addition to the prealux.it website
and their social channels, you can also refer to
verdegro.com.
More innovations
Signage and safety. These are the two keystones of Verdegro’s
approach to the management of road work
zones, as well as the keywords to fully understand the
value of their wide range of innovations, all developed
with the aim of adequately “signalling” the work zones
in order to make them “safe”.
A dual purpose that can be reached through means such
as specific design experience, attention to materials,
certifications, taking care of all implementation aspects
5, 6. “Light” version
LTMA 70K
7, 8. Trailer version
TTMA 100K
9. “Pick and place” TMA
10. RIS System in transport
position
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and, obviously, innovation. This is what, for example, gave
life to the “Pick and Place TMA”, the attenuator that also
becomes a signalling arrow with LED warning and a wireless
control system in the cabin.
Or the same innovative approach that led to the aforementioned
RIS System, a high-tech signalling system that
can be set up quickly, consisting of uprights, LED variable
message panels and a support base ballasted with
concrete blocks. The system can be set for three or four
lanes and its colour VMS (Variable Message Sign) displays
comply with the EN 12966 standard. Other innovations
that we will get to know better are: Verdegro’s MLS,
a device for mobile lane signalling, the Solar Message
Trailer (SMT) and a wide range of light towers.
11. RIS System in road position
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GUARDLED, L’INNOVATIVO
RIVESTIMENTO IN POLIURETANO
CON STRIPLED, HA TROVATO
CASA A VERONA EST, DOVE,
DALLE BARRIERE
DI UNA ROTATORIA DI RAGGIO 30 M,
STA ILLUMINANDO UN’AREA
DI 4000 M 2 . PER APPROFONDIRNE
I PUNTI DI VALORE, SIA IN TERMINI
DI SICUREZZA CHE DI SOSTENIBILITÀ,
ABBIAMO INTERVISTATO
BRUNO CHIARI,
DG DELL’AUTOSTRADA
BRESCIA-PADOVA.
1. Vista aerea della
rotatoria illuminata
di Verona Est
2. Prime prove
di illuminazione,
con GuardLED,
dell’area
3, 4, 5. Tecnologia
per la sicurezza:
è il progetto GuardLED
toria di San Martino Buon Albergo, proprio all’ingresso della
stazione autostradale di Verona Est. A installarlo il team
di Roadlink, l’azienda che ha sviluppato questa tecnologia,
con il supporto degli specialisti della concessionaria l’Autostrada
Brescia Verona Vicenza Padova (A4 e A31). Abbiamo
già accennato a questa ulteriore applicazione di GuardLED
anche nell’articolo pubblicato su leStrade 11/2020 dal titolo
“Un galateo per la luce”. In questa sede, abbiamo ritenuto
di interesse per il lettore riportare il parere, sull’iniziativa,
proprio di chi l’ha promossa, ovvero la concessionaria
che fa capo al gruppo spagnolo Abertis. Alle nostre domande
ha risposto il direttore generale dell’Autostrada Brescia
Verona Vicenza Padova, il dottor Bruno Chiari. Una menzione
speciale, va inoltre all’ingegner Stefano Sette, responsabile
impianti tecnologici dell’autostrada, che ha seguito
passo passo, sul campo, l’attività.
3
4
Dossier Speciale
Barriere Illuminate
Fabrizio Apostolo
La luce ideale
Viaggio in Veneto, una regione decisamente illuminata.
Dopo la prima sperimentazione, a cura di CAV, in
prossimità dello svincolo di Spinea sul Passante di
Mestre, il dispositivo stradale ad alta innovazione denominato
GuardLED e composto da un rivestimento in poliuretano
e da stripLED in grado di adattarsi a ogni barriera di sicurezza,
nuova o esistente, senza inficiare i parametri di sicurezza
passiva e addirittura aumentando sensibilmente quelli di
sicurezza attiva (la buona e per di più ecologica illuminazione!),
arriva anche nel Veronese, per l’esattezza sulla rota-
5
English Version
The ideal light
GUARDLED, THE INNOVATIVE POLYURETHANE COATING WITH STRIPLED, HAS FOUND A NEW HOUSE IN EAST VERONA,
WHERE, HOUSED ON THE BARRIERS OF A 30 M RADIUS ROUNDABOUT, IT IS ILLUMINATING AN AREA OF ABOUT 4000 M 2 .
IN ORDER TO HIGHLIGHT THE MAIN VALUE POINTS, BOTH IN TERMS OF SAFETY AND SUSTAINABILITY, WE INTERVIEWED
BRUNO CHIARI, GENERAL MANAGER OF THE MOTORWAY CONCESSIONAIRE BRESCIA-PADUA.
Sicurezza&Innovazione
A trip to Veneto, a definitely enlightened region. After the first
trial, by CAV, near the junction of Spinea on the Passante di
Mestre, the highly innovative road device called GuardLED
consisting of a polyurethane coating and stripLED able to
adapt to any new or existing safety barrier without affecting
the passive safety parameters and even significantly increasing
the active safety parameters (good and ecological lighting!),
also arrives in Verona region, to be precise on the roundabout
of San Martino Buon Albergo, right at the entrance of
the Verona Est highway station. The team of Roadlink, the
company that has developed this technology, installed it with
the support of the specialists of the concessionaire of the highway
infrastructure, the Motorway Brescia Verona Vicenza Padua
(A4 and A31). We have already mentioned the application
of Guardled also in the article published on leStrade 11/2020
entitled “Un galateo per la luce”. Here, we considered more
1. Aereal view of the lighted
roundabout near Verona
2. First tests with GuardLED
technology
3, 4, 5. Technology for road
safety: the GuardLED project
on field
relevant to the readers to report the opinion on the initiative of
the person who promoted it, namely the Motorway Brescia Verona
Vicenza Padua which belongs to the Spanish group Abertis.
Dr Bruno Chiari, its general manager, has answered our
questions. A special mention also goes to the engineer Stefano
Sette, head of the technological systems of the highway,
who followed step by step, on the field, the activity.
Dr Chiari, before we talk about “the GuardLED case”, an
innovation that is arousing the appreciation of many oper-
ators, we would like you to illustrate your specific approach
to the theme of functional infrastructure equipment to improve
safety standards on the network, above all through
technology.
Gladly. Much of our awareness in the daily handling of our
routes, A4 Brescia-Padova and A31 Valdastico, derives from
the data and information that increasingly advanced technologies
provide us, to better organize the mobility of today and
tomorrow. A safe and comfortable journey in fact passes
through an invisible network of data and information that are
crossed, processed and translated into concrete actions of
prevention and support to the traveller. Our commitment to
innovation has therefore the main objective of ensuring greater
safety and comfort to travelers, thanks to smart and stateof-art
solutions in respect of the environment and serving of
the community. Recently, for example, we presented our par-
ticipation in the Abertis Group’s Innovation Garage project, in
which we are the leader of two of the four initiatives of the project
itself: one on the continuous monitoring of tarmac thanks
to software equipped with artificial intelligence to prevent the
degradation of the pavement thus ensuring a precise and
timely maintenance, the other on the creation of a system to
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LS
Dottor Chiari, prima di arrivare a raccontare “il caso
GuardLED”, un’innovazione che sta suscitando il gradimento
di molti operatori, ci piacerebbe che ci illustrasse.
il vostro approccio specifico al tema delle
dotazioni infrastrutturali funzionali a migliorare gli
standard di sicurezza sulla rete, anche e soprattutto
attraverso la tecnologia.
Volentieri. Gran parte della nostra consapevolezza nell’esercizio
quotidiano delle nostre tratte, A4 Brescia-Padova e A31
Valdastico, deriva dai dati e dalle informazioni che tecnologie
sempre più evolute ci forniscono, per organizzare al meglio
la mobilità di oggi e di domani. Un viaggio sicuro e confortevole
passa infatti attraverso una rete invisibile di dati e
di informazioni che vengono incrociati, processati e tradotti
in azioni concrete di prevenzione e di supporto al viaggiatore.
Il nostro impegno nell’innovazione ha quindi l’obiettivo
primario di garantire sempre maggior sicurezza e comfort
ai viaggiatori, grazie a soluzioni smart e all’avanguardia nel
rispetto dell’ambiente e al servizio della comunità. Recentemente,
per esempio, abbiamo presentato la nostra parteci-
6
pazione al progetto Innovation Garage del Gruppo Abertis,
in cui siamo capofila di due delle quattro iniziative che si ripropone
il progetto stesso: una sul monitoraggio continuo
dell’asfalto con software dotati di intelligenza artificiale per
prevenire la degradazione della pavimentazione e garantirne
così una manutenzione precisa e puntuale, l’altra per la
creazione di un sistema di ottimizzazione delle operazioni
invernali, in modo da minimizzarne l’impatto sia di tipo ambientale
sia a livello di traffico. In questo secondo programma,
attraverso l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia come
l’analisi e l’elaborazione di Big Data e l’Internet of Things, si
vuole arrivare a prevedere con la massima precisione possibile
le modalità di gestione delle operazioni invernali sulle
autostrade, in risposta alle previsioni di nevicate. Questo
per ridurre al minimo l'impatto degli agenti di scioglimento
della neve e del ghiaccio (come il sale), delle attrezzature
e delle risorse assegnate a questi protocolli stradali, con
l'obiettivo di mantenere la migliore sicurezza stradale per
i conducenti e ridurre al contempo in maniera significativa
l'impatto ambientale di queste attività.
6. Illuminazione pulita
e mirata
7. Confronto
tra illuminamento
GuardLED con lampade
tradizionali
Arriviamo quindi a GuardLED: quali sono stati gli obiettivi
alla base dell’avvio della vostra sperimentazione?
Nel 2020 abbiamo avviato la sperimentazione della soluzione
GuardLED sulla rotatoria di San Martino Buon Albergo,
appena fuori dalla A4, in prossimità del casello di Verona
Est. Qui la necessità era di illuminare un’area di 4.000
m 2 , con una rotatoria con raggio di 30 m. Con l’obiettivo
di ridurre i consumi e l’inquinamento luminoso, è stata
sostituita l’illuminazione delle torri faro con la tecnologia
GuardLED. In questo modo si è passati da un’illuminazione
diffusa indistintamente dall’alto verso tutta l’area circostante,
alla sola illuminazione della carreggiata. Al contempo
è stato installato l’innovativo guard-rail realizzato
in solido poliuretano morbido a elevato assorbimento degli
urti, in modo da ridurre la gravità del possibile impatto
di veicoli e motocicli.
Altri punti di valore di questa soluzione tecnica?
Come accennato, la tecnologia di GuardLED non necessita
l’installazione di particolari pali e strutture di sostegno e
offre invece un’illuminazione ottimale e al contempo specifica
dell’area interessata. Ad oggi, i vantaggi appaiono
notevoli, soprattutto dal punto di vista della manutenzione,
perché la soluzione non richiede interventi aerei sempre
considerati ad alto rischio. A questo si deve aggiungere
il vantaggio in termini di risparmio energetico, con una
notevole riduzione dei consumi, ma soprattutto con il significativo
impatto sull’inquinamento luminoso per l’ambiente
circostante.
Nel rispetto delle caratteristiche previste dalle normative,
abbiamo rilevato che questa nuova forma di illuminazione,
fornita dai LED e originata dal basso, appare meno invasiva
sia per l’ambiente sia per il guidatore, consentendo una
visibilità migliore e più nitida, con un notevole contributo ai
fini alla sicurezza stradale, che rimane sempre nostro obiettivo
primario. In più, non dovendo realizzare plinti di fondazione
o scavi particolari, il tempo di realizzazione è risultato
molto contenuto: sono bastati pochi giorni per avere l’impianto
finito e funzionante.
Prevedete di estendere ulteriormente l’impiego di
questa tecnologia, che peraltro sta conoscendo continui
sviluppi?
Posso dire che il nostro impegno per garantire ai viaggiatori
sicurezza e confort è costante e l’innovazione tecnologica
è sicuramente uno dei principali ambiti in cui siamo impegnati
in questi anni. La sperimentazione a Verona Est è
ancora in corso, ma le performance rilevate, soprattutto in
questi mesi invernali con pioggia e nebbia, ci hanno fornito
elementi di sicuro interesse. Stiamo infatti lavorando per
approfondire le peculiarità di questo dispositivo intelligente
che offre diverse opzioni ideali per segnalare per l’appunto
situazioni metereologiche avverse, come pioggia e nebbia,
oltre a sensori che se adeguatamente programmati potrebbero
adeguarsi per avvertire su anomalie alla viabilità
in caso di incidenti, rallentamenti o altre situazioni critiche.
Queste caratteristiche ci hanno fatto immaginare di inserire
GuardLED nel nostro progetto Smart Raoad in fase di
sviluppo sulla tratta A4 Brescia-Padova.
Dossier Speciale
English Version
optimize winter operations, in such a way as to minimise both
environmental and traffic impacts. In this second programme,
through the use of state-of-the-art technologies such as the
analysis and processing of Big Data and the Internet of
Things, the aim is to predict with the maximum possible precision
how to manage winter operations on motorways, in
case of snow forecasts. This is to minimise the impact of
snow and ice dissolution agents (such as salt), equipment
and resources allocated to these road protocols, with the aim
of maintaining the road as safe as possible for drivers and at
the same time significantly reducing the environmental impact
of these activities.
We then arrive at GuardLED: what were the objectives behind
the start of your experimentation?
In 2020 we started testing the GuardLED solution on the San
Martino Buon Albergo roundabout, just off the A4 highway, near
the Verona Est exit. We needed to light an area of 4,000 m2, with
a roundabout with a radius of 30 m. With the aim of reducing energy
consumption and light pollution, the lighting of the lighthouse
towers has been replaced by GuardLED technology. In
this way we have changed from a lighting diffused indistinctly
from the top to the whole surrounding area to the only illumination
of the carriageway. At the same time, the innovative guardrail
was installed, made of soft solid polyurethane with highly
shock absorption capacity, in order to reduce the severity of
possible impact of vehicles and motorcycles.
What are other value points of this technical solution?
As mentioned above, Guardled’s technology does not require
the installation of special poles and support structures while
it offers an optimal and at the same time specific lighting of
6. Clean and optimized
lighting
7. Comparison between
GuardLED and conventional
solutions
the area concerned. Until today the advantages seems to be
considerable, especially from the point of view of maintenance,
because it does not require air interventions always
considered to be highly dangerous. To this we must be add
the advantage in terms of energy savings, with a significant
reduction in consumption, but above all with the significant
reduction of light pollution for the surrounding environment.
In compliance with the characteristics required by the regulations,
we found that this new form of lighting, provided by
Leds and originated from below, appears to be less invasive
both for the environment and for the driver, allowing a better
and sharper visibility, with a significant contribution to road
safety, which remains our main goal. In addition, not having
to carry out foundation plinths or particular excavations, the
time of construction was very limited: it took a few days to
have the facility completed and working.
Do you think to further extend the use of this technology,
which is also constantly developing?
I can say that our commitment to ensuring safety and comfort
for travellers is constant and technological innovation is
certainly one of the main areas in which we have been engaged
in these years. The experimentation in East Verona is
still ongoing, but the performance, especially in winter time
with rain and fog, proved to be very interesting. In fact we are
now working to deepen the peculiarities of this smart device
that offers several ideal options to report precisely adverse
weather conditions, such as rain and fog, in addition to sensors
that, if properly programmed, could warn about traffic
anomalies in case of accidents, slowdowns or other critical
situations. All these characteristics allowed us to imagine to
include GuardLED in our Smart Road project under development
on the A4 Brescia-Padova route.
Sicurezza&Innovazione
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Sicurezza&Innovazione
A cura della redazione
Varco amovibile
con emergenza e integrata
LA SOLUZIONE SVILUPPATA DA SMA ROAD SAFETY CONSENTE L’APERTURA IN
SOLI 30 SECONDI E UNA RIMOZIONE COMPLETA PER TUTTA LA SUA LUNGHEZZA
EFFETTUABILE IN MEZZ’ORA. STARGATE È STATO INSTALLATO PER LA PRIMA VOLTA
IN ITALIA SULL’AUTOSTRADA A2 DEL MEDITERRANEO, IN PROVINCIA DI SALERNO.
Dossier Speciale
1, 2. Stargate in autostrada
(A2, rete Anas, Gruppo FS
Italiane)
La sicurezza stradale non efficiente comporta costi
sociali ed economici (secondo dati Istat, 1 milione
e mezzo per singolo decesso) largamente superiori
rispetto alla spesa necessaria per un’adeguata messa
in sicurezza delle strade stesse. SMA Road Safety da
Marcianise (CE) progetta e realizza soluzioni innovative
per accrescere le prestazioni dei dispositivi salvavita
sulle strade in Italia e nel mondo. Il Decreto Ministeriale
in materia di “Norme funzionali e geometriche per
la costruzione delle strade” prevede l’installazione di un
varco di sicurezza ogni 2 km, anche in prossimità degli
imbocchi delle gallerie, delle testate di viadotti e ponti
di notevole lunghezza; in corrispondenza di tali varchi
non deve inoltre interrompersi la continuità dei dispositivi
di ritenuta. Per rispondere a questa esigenza
SMA ha progettato Stargate, un innovativo varco amovibile,
con emergenza integrata, che consente l'apertu-
ra in soli 30 secondi e una rimozione completa per tutta
la sua lunghezza, effettuabile in mezz’ora, consentendo
il cambio di carreggiata alle vetture di qualsiasi dimensione,
compresi i camion.
Certificato in classe H2 secondo EN 1317-2 ed ENV1317-
4, con una lunghezza minima di 30 m, Stargate può essere
installato su qualsiasi strada ed è compatibile con
tutte le barriere New Jersey e in acciaio più diffuse. Grazie
al suo ingombro ridotto, 170 mm in classe H2, e una
larghezza operativa W4, il varco si è rivelato particolarmente
utile all’interno delle gallerie, tra i luoghi più a rischio
incidenti. Soluzione innovativa, l’unica in commercio
a consentire un’apertura di emergenza in un tempo
infinitesimale, per garantire così una gestione ottimale
dell’emergenza. Stargate è stato installato, per la prima
volta in Italia, sull’Autostrada A2 del Mediterraneo,
in provincia di Salerno.
English Version
An innovative barrier gate
THE SOLUTION DEVELOPED BY SMA ROAD SAFETY ALLOWS EMERGENCY OPENING IN JUST
30 SECONDS AND A COMPLETE REMOVAL IN HALF AN HOUR. STARGATE HAS BEEN INSTALLED,
FOR THE FIRST TIME IN ITALY, ON THE A2 MEDITERRANEAN HIGHWAY, NEAR SALERNO.
Sicurezza&Innovazione
An inefficient road safety causes social and economic costs
(according to Istat data 1,5 million per single death on the
road) that are far higher than the expenses required for appropriate
road safety. SMA Road Safety from Marcianise
(Caserta) designs and manufactures innovative solutions
to increase the performance of life-saving devices on the
roads, in Italy and around the world.
The Ministerial Decree on “Functional and geometric rules
for roads construction” demands the installation of barrier
gates every 2km, even beside tunnel entrances, viaducts
and bridge-heads of considerable length; furthermore, the
continuity of the road restraint systems must not be interrupted
at these openings. In order to meet the decree requirements,
SMA has designed Stargate, an innovative bar-
rier gate which allows emergency opening in just 30
seconds and a complete removal, along its entire length,
reachable in half an hour allowing any vehicle, including
trucks, to change traffic lane.
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Certified in H2 class according to EN 1317-2 and ENV1317-
4, with a minimum length of 30 meters, Stargate can be installed
on any road and it is compatible with all the most
common new jersey and steel barriers.
Thanks to its small size, 170mm in H2 class and a W4 operating
width, it can be particularly useful inside tunnels,
where the risk of car accidents is very high. Innovative solution,
the only on the market that allows an emergency gate
in an infinitesimal time, Stargate is the answer for an optimal
traffic emergency management. Stargate has been installed,
for the first time in Italy, on the A2 Mediterranean
highway, near Salerno.
1, 2. Stargate installed on a motorway
(A2 managed by Anas, FS Italiane Group)
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Sistemi Fonoassorbenti
Il muro antirumore
del futuro
è arrivato in cantiere
PARETE ANTIRUMORE, PROTETTIVA
E ANTIPOLVERE. ECCO BRICKFON,
LA SOLUZIONE BREVETTATA
BESTEFA CHE RISOLVE IN UN COLPO
SOLO MOLTEPLICI PROBLEMI NEI
SITI DI LAVORO, PER ESEMPIO
L’AVANZAMENTO DELLE LAVORAZIONI:
IL MURO, INFATTI, NON HA BISOGNO
DI FONDAZIONI E DUNQUE
È FACILMENTE RIMOVIBILE
E RE-INSTALLABILE. SCOPRIAMO
TUTTO IN QUESTO ARTICOLO.
1. Il nuovo muro ha funzioni antirumore,
di protezione e antipolvere
A cura della redazione
2
3
a
u
d
3
Arriva da Bestefa di Rocco Iapicca Srl, sede a Mirabella
Eclano (Avellino), una novità assoluta nel
campo dei sistemi antirumore a protezione dei cantieri,
di chi ci lavora e di chi si trova in prossimità di queste
aree sensibili, soprattutto in contesti urbani o ad alta infrastrutturazione.
Si chiama Brickfon ed è un muro fonoassorbente
e fonoisolante dalla triplice funzione di barriera
fonoassorbente, muro di contenimento e dispositivo antipolvere.
Brickfon riassume in sé, esaltandone le carattenovazione,
ntenimenogia
fonoardo
a Berlato
delle
more Besto
Dossier,
0, pag 78).
per esseutilità
negli
tiere, è un
nanzitutto
versatile, caratteristica in ragione della quale la soluzione
può trovare soddisfacente applicazione anche a protezione
di aree industriali o urbanizzazioni di ogni tipologia.
Dal punto di vista tecnico e funzionale, poi, è davvero un
“non plus ultra”, essenzialmente perché garantisce prestazioni
antirumore (fonoassorbimento dai 6 dB della categoria
A2 fino ai 20 dB della categoria A5) ed è autostabile,
ovvero non necessita di fondazioni, punto di forza che lo
rende facilmente spostabile in funzione dell’avanzamento
del cantiere. La soluzione Bestefa, brevettata, è inoltre
ecocompatibile dal momento che riutilizza una quantità
di materiale riciclato in conformità alla normativa UNI
EN ISO 14021:2016. In aggiunta, la caratterizzano svariate
possibilità di combinazione di blocchi e formelle, posizionabili
in maniera diversa sfruttando l’altezza anche in
un secondo momento, mediante un'ulteriore sovrapposizione
di file di blocchi, di qui anche la sua versatilità. Infine,
grazie alla possibilità di personalizzazione del retro con
matrice o applicazione di materiali come legno o pietra,
questa innovativa barriera può trasformarsi in un vero e
proprio elemento architettonico fondendosi perfettamente
allo stile degli edifici circostanti. Per ulteriori informazioni
su Brickfon si rimanda al sito web di Bestefa (bestefa.it)
e a quello del main partner dell’azienda campana astepON
Group (astepon.it), azienda anch’essa con una forte
specializzazione in materia di sistemi antirumore. Ulteriori,
costanti aggiornamenti anche sui canali LinkedIn dei
due operatori.
Dossier Speciale
The sound absorbing wall of the future arrives on site
English Version
ANTI-NOISE, PROTECTIVE AND DUST-PROOF WALL. THIS IS BRICKFON, SOLUTION PATENTED BY BESTEFA THAT
SOLVES SEVERAL EMERGING PROBLEMS ON WORK SITES IN ONE SHOT, AS FOR EXAMPLE OPERATIONS ADVANCEMENT:
THE WALL, IN FACT, DOES NOT NEED FOUNDATION AND SO IS EASILY REMOVABLE AND RE-INSTALLABLE.
LET’S DISCOVER EVERYTHING IN THE ARTICLE THAT FOLLOWS.
It comes from Bestefa di Rocco Iapicca ltd, based in Mirabella
Eclano (Avellino), an absolute novelty in the field of anti-noise
systems to protect construction sites, people who
work there and other near these sensitive areas too, especially
in urban contexts or with high infrastructures. It is called
Brickfon and it is a sound-absorbing and sound-insulating
wall with a triple function of sound-absorbing screen, retaining
wall and anti-dust device. Brickfon summarizes in itself,
Sicurezza&Innovazione
enhancing its technical characteristics and bringing further
innovation, two Bestefa’s products: the BestWall gravity containment
system and the sound insulating and sound absorbing
BestBlock technology (we have already mentioned a
Bestefa solution, BestFon noise barriers, in this same Dossier,
leStrade 3/2020, page 78). Brickfon, made to be used a
lot in construction sites, is above all a versatile product. This
feature makes this solution suitable to protect industrial ar-
1. The new technology
is a sound-absorbing screen,
a retaining wall
and an anti-dust device
2. The innovative
Brickfon system
3. From Bestefa factory
arrives on the market
an absolute novelty in the
field of anti-noise systems
eas or urbanization areas of any type. From a technical and
functional point of view it represents the extreme sectoral excellence
that can be reached essentially because it guarantees
noise-reducing performance (sound absorption from 6
dB in the A2 category up to 20 dB in the A5 category, depending
on the mold) and, at the same time, it is self-stable, Brickfon
system, in fact, no needs foundations. This is an impor-
tant strength that makes this barrier easy to move according
to work progress on the construction site. This patented
Bestefa solution is also environmentally friendly because in
productive process reuses an amount of recycled material in
accordance with UNI EN ISO 14021: 2016. In addition to this,
it is characterized by various possibilities to combine blocks
and tiles, which can be positioned in different ways exploiting
the height. Confirming its versatility is fact that other
blocks can be added to increase the barrier height at a later
time. Finally, thanks to the possibility of customizing the back
with a matrix or application of materials such as wood or
stone, this innovative barrier can be transformed into a real
architectural element, blending perfectly with the style of the
surrounding buildings. For more informations about Brickfon,
please refer to the Bestefa’s website (bestefa.it) t and to that
of the main partner AstepON Group (astepon.it), t a company
also with a strong specialization in the field of noise systems.
Further, constant updates also on the LinkedIn channels of
the two operators.
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PONTI
&VIADOTTI
IN QUESTO NUMERO
opera di Geremia Renzi - Accademia di Brera
PRODOTTO
ITALIANO
TEKNA CHEM S.p.A. - via Sirtori, 20838 Renate (MB) tel. 0362 918311 - www.teknachem.it - info@teknachemgroup.com
Numero Verde
800201169
servizio gratuito
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Monitoraggio Strutturale
Giro del mondo
tra satelliti e sensori
SENSORISTICA, POSIZIONAMENTO SATELLITARE, DRONI,
MISURAZIONI GEOTECNICHE, SISTEMI DI MONITORAGGIO
TOTALE, DALLA TERRA E DAL CIELO. SONO LE “ARMI” MESSE
IN CAMPO DAGLI SCIENZIATI DI TUTTO IL PIANETA PER
VINCERE LA BATTAGLIA DELLA SICUREZZA STRUTTURALE E
CONTRASTARE I DANNI DELL’ETÀ INCOMBENTE DI PONTI E
VIADOTTI. DI SEGUITO, UN’AMPIA RASSEGNA DI BEST PRACTICE
INTERNAZIONALI RACCOLTE DAGLI ESPERTI DEL PIARC ITALIA.
Domenico Crocco
Dirigente Anas
(Gruppo FS Italiane)
Segretario Generale
e Primo Delegato
PIARC Italia
Associazione Mondiale
Della Strada
con
Alessandro De Santis
Direzione Affari
Istituzionali e Media
Rapporti Internazionali
presso Anas
(Gruppo FS Italiane)
In Collaborazione con
1. Vista del Mackinac
Bridge, USA
2. Esempio di sensore
impiegato per il monitoraggio
del grande ponte sospeso
2
Il crollo del Ponte sul Polcevera di Genova del 2018 ha
acceso i fari in tutto il mondo sulla necessità di utilizzare
sensori e satelliti per monitorare ponti e viadotti.
Anas da tempo ha investito su queste tecnologie innovative.
Nel nuovo ponte di Genova, Italferr, da parte sua,
ha integrato un avanzato sistema di monitoraggio che prevede
l’impiego di sensori e che è considerato un’eccellenza
mondiale. Ma cosa accade a livello internazionale? leStrade
ha già dedicato un articolo alle tecnologie messe in campo
dalla società svizzera Geosig, da molti anni leader mondiale
nel settore, che utilizza il sistema satellitare UE Galileo
per monitorare la “salute strutturale” delle opere d’arte. Ma
tecnologie analoghe sono già attive in molti Paesi del mondo,
con risultati più che soddisfacenti.
USA, il caso scuola
del ponte Mackinac
Negli Stati Uniti, per esempio, la ricerca elaborata e messa
in atto dalle università Michigan State University (MSU) e
Washington University di St. Louis, è volta a testare i sensori
in grado di autoalimentarsi e funzionare senza batterie,
posizionati sul ponte Mackinac nel Michigan. Si tratta di
un ponte sospeso lungo 8 km che connette, lungo l’omonimo
Stretto di Mackinac, la Penisola Superiore e la Penisola
Inferiore dello Stato del Michigan. L’età del ponte (più di 60
anni) e le continue sollecitazioni dovute all’azione del vento
sono aspetti rilevanti, che richiedono importanti investimenti
in manutenzione. Il ponte è stato dotato di sistemi di
monitoraggio infrastrutture alimentati dalle vibrazioni del
traffico in grado di rilevare i guasti del manufatto prima che
questi si verifichino. I primi 20 sensori Smart sono stati installati
nel 2016 nell’ambito di un progetto sponsorizzato
dalla Federal Highway Administration e seguito dalla University
of Southern California. A seguito dei risultati ottenuti
da questo primo test, è stata intrapresa una seconda fase
© mackinacbridge.org
di installazione di ben 2mila micro sensori Smart. Il progetto
renderà il ponte Mackinac (il 5° più lungo ponte sospeso
del mondo) il primo ponte totalmente strumentale nel Paese
che usa avanzate tecnologie di monitoraggio auto-alimentate.
Nizar Lajnef, professore associato di Ingegneria
Civile e Ambientale presso l’MSU, ha affermato che “un impiego
efficace su larga scala di tecnologie di misurazione
poco costose può drammaticamente trasformare la dimensione
economica della manutenzione e gestione dei ponti,
nonché migliorare la funzionalità e sicurezza degli stessi”.
All’inizio del 2016, Lajnef e Shantanu Chakrabartty, professori
della Washington University in St. Louis, hanno dunque iniziato
a sviluppare prototipi di sensori posizionati sotto il Ponte
Mackinac. In seguito alla sperimentazione, è stato quindi
possibile sviluppare nuove e migliorate versioni dei sensori
(auto-alimentati) come parte del Programma Cyber-Physical
Systems della National Science Foundation. Nell’ambito dello
stesso progetto, anche altri sensori sono stati quindi istallati
su ponti nell’area di Washington D.C. e della Virginia. I ricercatori
della Washington University hanno fatto sì che tali sensori
fossero connessi al cloud, interfacciandoli così a una rete
senza fili in modo tale che si potesse accedere alle informazioni
rapidamente e con efficienza nel caso fossero intervenute
emergenze quali terremoti, alluvioni o attacchi terroristici.
La storia del Polcevera
raccontata dallo spazio
Tornando all’Italia, ma allo stesso tempo restando in un contesto
internazionale di ricerca, possiamo ricordare al lettore
che proprio il crollo del Ponte di Genova è stato oggetto di
uno studio (realizzato grazie alle immagini del satellite radar
Cosmo-SkyMed) dei ricercatori del Jet Propulsion Laboratory
della NASA, i quali hanno confrontato le misurazioni del radar
ad apertura sintetica (SAR) da diversi satelliti, risalenti al
2003, per misurare lo spostamento strutturale del ponte nel
tempo. Questa analisi consente ai ricercatori di osservare i
cambiamenti di dimensioni millimetriche sul ponte. La Nasa,
in altri termini, ha studiato il ponte Morandi elaborando le informazioni
del satellite con una metodologia innovativa, in
grado di cogliere spostamenti anche minimi di qualsivoglia
struttura. Gli scienziati hanno successivamente sviluppato
una tecnica per analizzare i dati satellitari. Nel caso di studio
genovese, gli scienziati della NASA sono stati coadiuvati
da esperti dell'Università di Bath in Inghilterra e dell'Agenzia
Spaziale Italiana: il team ha utilizzato, come anticipato, misurazioni
radar ad apertura sintetica (SAR) da diversi satelliti
e punti di riferimento per mappare lo spostamento relativo
- o le modifiche strutturali del ponte - dal 2003 fino al giorno
del crollo. È stato così possibile rilevare cambiamenti di dimensioni
millimetriche del ponte nel tempo che non sarebbero
stati rilevati da approcci di elaborazione standard applicati
alle osservazioni radar ad apertura sintetica dello spazio.
Con questa tecnica, è stato scoperto che il ponte mostrava
sottili segni di cambiamento già nel 2015 e che diverse parti
del manufatto hanno mostrato un aumento più significativo
dei cambiamenti strutturali tra il marzo 2017 e l’agosto 2018.
La tecnica sopra descritta, va detto per completezza, limita il
suo raggio d’azione alle aree che hanno una copertura satel-
Ponti&Viadotti
Ponti&Viadotti
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litare dotata di radar ad apertura sintetica coerente. All'inizio
del 2022, la NASA e l'Organizzazione per la ricerca spaziale
indiana (ISRO) prevedono di lanciare il radar ad apertura
sintetica NASA-ISRO (NISAR), che amplierà notevolmente
tale copertura. Progettato per consentire agli scienziati di
osservare e misurare i cambiamenti e i rischi ambientali globali,
NISAR raccoglierà immagini che consentiranno a ingegneri
e scienziati di indagare sulla stabilità di strutture come
i ponti quasi ovunque nel mondo, all’incirca ogni settimana.
La maggior parte dei dati SAR per questo studio sono stati
acquisiti dalla costellazione COSMO-Skymed dell'Agenzia
Spaziale Italiana e dai satelliti Sentinel-1a e 1b dell'Agenzia
Spaziale Europea (ESA). Il team di ricerca ha utilizzato anche
set di dati storici del satellite Envisat dell'ESA. Lo studio è
stato recentemente pubblicato sulla rivista Remote Sensing.
Droni europei
per la sicurezza
Anche l’Europa, però, è all’avanguardia nell’utilizzo delle nuove
tecnologie per il monitoraggio di opere d’arte quali ponti
e viadotti. Drones4Safety è infatti il nuovo programma europeo
nato per garantire una maggiore sicurezza della rete
stradale europea. Si tratta di un progetto che permetterà di
monitorare i ponti con i droni, che consentiranno di conoscere
ogni parte delle strutture stradali. I Paesi membri che hanno
da subito abbracciato il programma sono Italia, Danimarca,
Germania, Francia e Belgio. Tale conclusione è giunta a seguito
del crescente disagio dovuto all’invecchiamento delle
infrastrutture nel territorio dell’Unione, con casi critici in Italia
e Germania. Il progetto sarà finanziato con fondi europei facenti
parte del progetto Horizon 2020, che ha come scopo la
digitalizzazione e l’innovazione. Del programma di studio per
monitorare i ponti con i droni fanno parte ben 9 attori europei,
tra università e imprese. Tra queste ben 3 sono Italiane:
la Deep Blue, la EUCENTRE e la NEAT. Lo scopo del progetto
Horizon 2020 Drones4Safety (D4S) è sviluppare un sistema
di droni autonomi e auto-ricaricabili in grado di ispezionare
una grande porzione di infrastrutture di trasporto. Tale
obiettivo sarà raggiunto attraverso:
• Raccolta di energia. La soluzione proposta raccoglie energia
da linee elettriche aeree o ferroviarie in prossimità
dell'infrastruttura da ispezionare per far funzionare i suoi
droni per un periodo di tempo maggiore.
4
• Efficienza dell'ispezione. Miglioramento di algoritmi Al per
riconoscere i componenti dell'infrastruttura e scoprire automaticamente
eventuali guasti sugli asset.
• Sistema operativo collaborativo per droni. Convalida di un
sistema di droni collaborativo e centralizzato per ispezionare
diversi lati dell'infrastruttura desiderata.
• Ispezione a prova di errore. Produrre un sistema operativo
sicuro che resista ad ambienti elettromagnetici critici ed
eluda gli effetti dei segnali ad alta tensione / alta corrente.
• Navigazione autonoma. Fornire un sistema di monitoraggio
e controllo a distanza dello stato e della posizione
del drone.
Dal posizionamento GNSS
ai servizio GeoGuard
Oltre al già citato programma Drone4Safety, anche l’innovativo
servizio GNSS end-to-end GeoGuard fornisce importanti
risultati nel monitoraggio continuo delle strutture
e delle deformazioni del terreno. GeoGuard Service include
3. Dall’album fotografico
della costruzione: si erge la
torre Nord del manufatto
(è il 14 ottobre 1955)
4. Una suggestiva veduta
del ponte, oggi
© mackinacbridge.org
© mackinacbridge.org
5
5. Un’immagine storica
del viadotto sul Polcevera
ricavata dallo studio
del Jet Propulsion Laboratory
della NASA
6. Anche tanta Italia
nel progetto europeo
Drones4Safety
hardware e attività specificamente progettate per il monitoraggio
degli spostamenti e delle deformazioni di strutture
e terreno su punti selezionati, personalizzati per diversi
scenari applicativi, mediante posizionamento GNSS accurato
con precisione centimetrica quasi in tempo reale, o precisione
millimetrica per soluzioni giornaliere / sub-giornaliere.
GeoGuard è progettato per affrontare e rispondere alle
sfide sociali e industriali attraverso:
• Misurazioni precise e tempestive per prevedere i pericoli
e mitigare o eliminare i rischi. In particolare per: cedimenti,
sollevamento dovuto a fenomeni naturali o produzione /
stoccaggio di petrolio e gas, smottamenti, inondazioni fluviali,
eventi meteorologici estremi.
• Misurazioni precise e tempestive dei movimenti e delle deformazioni
delle infrastrutture. In particolare per: trasporti
(ponti, aeroporti, porti, ferrovie), distribuzione dell'acqua
(serbatoi d'acqua, condutture), energia (dighe per centrali
idroelettriche, penstok, torri per alta tensione, parchi eolici),
sicurezza per scopi militari (radar, sistemi radio), in-
frastrutture di telecomunicazione (dati, torri di reti cellulari
e di trasmissione), trasporto e stoccaggio di petrolio e gas,
conservazione del patrimonio culturale.
L'architettura del sistema GeoGuard è costituita da due
componenti principali:
• Unità di monitoraggio GeoGuard (GMU). Si basa su ricevitori
GNSS (Global Navigation Satellite System). L'infrastruttura
di rilevamento è composta da una o più GMU, integrate
con apparecchiature di rilevamento aggiuntive, installate in
modo permanente sull'oggetto da monitorare.
• GeoGuard Cloud. È il sistema che raccoglie e organizza i
dati provenienti da GMU, verifica l'integrità del flusso dati,
esegue l'elaborazione dei dati di posizionamento per ottenere
e analizzare le deformazioni. Una GMU è un'unità terminale
remota progettata specificamente per funzionare
in ambienti difficili. Può essere alimentato in qualsiasi luogo
che supporti l'alimentazione CA, CC o solare. GeoGuard
Cloud può gestire da remoto le unità tramite comunicazione
bidirezionale.
L'unità GMU, in particolare, contiene:
• Modulo di elaborazione: comprende unità a microprocessore
e unità di memorizzazione locale;
• Modulo di Comunicazione: include le funzionalità di comunicazione
con connessioni radio Ethernet, GSM / 3G LTE
e M2M;
• Modulo di posizionamento: è dotato di un ricevitore GNSS
Ponti&Viadotti
© jpl.nasa.gov
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celerometro MEMS a 3 assi;
• Modulo di rilevamento: dispone di I/O digitali e analogici
e di un sistema di comunicazione standard del settore per
collegare e monitorare qualsiasi sensore richiesto dall'applicazione
specifica;
• Power Module: fornisce alimentazione in corrente alternata
(AC) e corrente continua (DC) da diverse fonti, compresi
i pannelli fotovoltaici.
GMU può creare una rete locale autonoma collegata al GeoGuard
Cloud tramite un unico punto di connessione esterna
(GW).
Il servizio GeoGuard riceve ed elabora i dati dall'infrastruttura
di rilevamento e fornisce serie temporali sulla posizione
dei punti, informazioni sullo spostamento e sulla deformazione.
Di seguito le principali funzioni:
• Interfaccia infrastruttura di rilevamento: riceve i dati grezzi
di posizionamento / sensore GNSS e i metadati dell'unità
dall'infrastruttura di rilevamento;
• Gestione GMU remota: fornisce tutte le informazioni necessarie
per gestire il servizio, inclusi i dati amministrativi e
del contratto di servizio;
• Elaborazione dati: è studiata per sfruttare al meglio le misurazioni
di ricevitori GNSS ed è volta ad eseguire analisi
statistiche e di qualità delle osservazioni di input e risultati di
output (rilevamento di tendenze e cambiamenti improvvisi
di posizione e serie temporali dei sensori), al fine di emettere
allerta tempestiva al cliente; sfrutta i motori di elaborazione
goGPS e Bernese GPS Software 5.2;
• Interfaccia del servizio per l'utente finale: espone le informazioni
fornite dal servizio GeoGuard in due diverse modalità:
• Applicazione Web: consente agli utenti di sfruttare le funzionalità
del servizio GeoGuard secondo le esigenze dell'utente
finale;
• API Rest: che consente l'integrazione rapida e semplice dei
servizi GeoGuard in sistemi informativi di gestione esterni.
9
Il Canada monitora
le infrastrutture critiche
In Canada, l’SHM (Structural Health Monitoring) è leader nel
settore del monitoraggio della salute strutturale per la gestione
degli asset e la gestione del rischio delle infrastrutture
critiche. Lo Structural Health Monitoring (SHM) è una
strategia di gestione patrimoniale attiva che consente il monitoraggio
continuo e in tempo reale delle prestazioni di una
struttura. I sensori sono posizionati strategicamente su vari
elementi strutturali per registrare risposte come sollecita-
7, 8. Architettura
e funzionalità GeoGuard
9. Alexandra Bridge, in
Quebec, uno dei manufatti
canadesi sotto la “lente”
dell’SHM
© shmcanada.com
10. Un’immagine dello
spettacolare Kap Shui Mun
Bridge, tra i ponti asiatici
più monitorati
10
zione, temperatura e accelerazione. Questi dati vengono
caricati continuamente su un server centrale dove possono
essere consultati da tecnici e clienti. Poiché questo processo
registra le risposte esatte degli elementi più critici di
una struttura, il risultato finale porta a una comprensione
chiara e accurata del comportamento della struttura stessa
nel suo complesso. Ma entriamo nel dettaglio delle diverse
funzionalità, qui di seguito elencate:
• Monitoraggio in tempo reale. I dati sono immediatamente
accessibili a ingegneri e clienti; i cambiamenti di condizione
vengono segnalati immediatamente, consentendo un'analisi
o una valutazione tempestiva sul campo.
• Monitoraggio continuo. Fornisce un alto grado di affidabilità
nella valutazione delle condizioni della struttura; registra
le risposte strutturali in una serie di condizioni diverse
(temperatura variabile, richieste di carico, ecc.).
• Monitoraggio mirato. Registra le risposte strutturali esatte
dei componenti chiave della struttura; fornisce una comprensione
più accurata del comportamento della struttura
nel suo complesso rispetto ai metodi tradizionali di analisi
e valutazione.
• Monitoraggio complessivo. Riparazioni costose possono
essere posticipate o sospese se non giustificate dalle effettive
condizioni della struttura; La riabilitazione o riparazione
necessaria è accelerata.
Questa precisa comprensione del comportamento della
struttura fornisce un livello più elevato di affidabilità nella
valutazione delle condizioni o evidenzia problemi esistenti.
Di conseguenza, SHM può suggerire le decisioni volte a sospendere
o posticipare riparazioni non necessarie e/o accelerare
gli sforzi di riparazione. La disponibilità in tempo
reale dei dati SHM, inoltre, consente il monitoraggio continuo
di una struttura. Una brusca discontinuità nei dati può
segnalare un cambiamento nelle condizioni che possono
poi essere ulteriormente analizzate o valutate sul campo.
In Asia si punta
sul controllo totale
I Paesi asiatici, in particolare Cina, Giappone e Corea del
Sud, sono tradizionalmente all’avanguardia nello sviluppo
di soluzioni tecnologiche altamente efficienti per il contrasto
al deterioramento delle infrastrutture, soprattutto
a causa degli eventi climatici estremi che si abbattono,
spesso con violenza, su quella porzione del globo. Il Dipartimento
delle autostrade di Hong Kong utilizza il Wind
and Structural Health Monitoring System, un sofisticato
sistema di monitoraggio dei ponti utilizzato per garantire
il comfort degli utenti della strada e la sicurezza dei ponti
Tsing Ma, Ting Kau, Kap Shui Mun e Stonecutters. Al fine
di controllare l'integrità, la durata e l'affidabilità dei ponti,
il sistema di monitoraggio ha quattro diversi livelli di
funzionamento: sistemi sensoriali, sistemi di acquisizione
dati, sistemi informatici centralizzati locali e un sistema
informatico centrale globale. Il sistema sensoriale è
composto da circa 900 sensori e dalle relative unità di interfacciamento.
Con più di 350 sensori sul ponte Tsing Ma,
350 su Ting Kau e 200 su Kap Shui Mun, il comportamento
strutturale dei ponti viene misurato 24 ore al giorno,
sette giorni alla settimana. I sensori includono accelerometri,
estensimetri, trasduttori di spostamento, stazioni
di rilevamento del livello, anemometri, sensori di temperatura
e sensori dinamici del peso in movimento. Vengono
misurati la temperatura dell'asfalto, le sollecitazioni
negli elementi strutturali, la velocità del vento, la deflessione
e rotazione dei chilometri di cavi e qualsiasi movimento
degli impalcati e delle torri dei ponti. Tali sensori
sono il sistema di allerta precoce per i ponti, fornendo le
informazioni essenziali che aiutano il Dipartimento delle
autostrade a monitorare con precisione le condizioni generali
di salute degli stessi.
Le informazioni provenienti da queste centinaia di sensori
diversi vengono trasmesse alle unità esterne di acquisizione
dati. Ci sono tre unità esterne di acquisizione dati sul
ponte Tsing Ma, tre su Ting Kau e due sul Kap Shui Mun.
La centrale di calcolo di questi sistemi si trova nell'edificio
amministrativo utilizzato dal Dipartimento delle autostrade
di Tsing Yi. Il sistema informatico centrale locale fornisce il
controllo della raccolta dei dati, la post-elaborazione, la trasmissione
e l'archiviazione. Il sistema globale viene utilizzato
per l'acquisizione e l'analisi dei dati, la valutazione delle
condizioni fisiche e delle funzioni strutturali dei ponti e per
l'integrazione e la manipolazione dei processi di acquisizione,
analisi e valutazione dei dati.
La sicurezza
al primo posto
Le soluzioni tecnologiche descritte in questo articolo, e la
certezza che nell’immediato futuro ve ne saranno di nuove
considerando la velocità del progresso tecnologico, forniscono
un’ottima e solida base di partenza per mettere
in campo una massiccia opera di manutenzione e di futuro
controllo delle opere pubbliche e private. La vera sfida
è farsi trovare pronti e mettere la sicurezza sempre al
primo posto.
Ponti&Viadotti
Ponti&Viadotti
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Collegamenti Europei
Tutti i ponti
portano a Messina
IN COLLABORAZIONE CON GALILEO* E CON IL SUO DIRETTORE,
ACCENDIAMO NUOVAMENTE I RIFLETTORI SUL LAVORO
PREPARATORIO AL “PONTE” ITALIANO PER ECCELLENZA,
QUELLO CHE POTREBBE SORGERE SULLO STRETTO
DI MESSINA. SOGNO, SFIDA, OCCASIONE DI SVILUPPO (PER
ORA “IMPEDITO”), L’OPERA HA GIÀ DALLA SUA NOTEVOLI
FONDAMENTA PROGETTUALI, GRAZIE ALL’IMPEGNO DI
ALCUNE TRA LE MIGLIORI INTELLIGENZE INTERNAZIONALI
DELL’INGEGNERIA.
Enzo Siviero
Bridge Builder
Rettore Università eCampus
* Galileo, Rivista del Collegio degli
Ingegneri di Padova, n. 248, Set-
tembre-Ottobre-Novembre-Dicembre
2020, in pubblicazione.
1. Rendering dei collegamenti
stradali del Ponte di Messina
(progettazione Pro Iter per
SINA, estensore del progetto
definitivo Eurolink per SDM)
Fonte: proiter.it
2. Copertina e interventi
del volume “The Messina
Strait Bridge”
3. Copertina dedicata
al “ponte abitato”:
allegato a Galileo n. 210
4. Cartolina con l’immagine
del Ponte di Messina
di Steinman (1955)
P
do spunto dall'interesse, di ritorno, per la reone
di un collegamento stabile tra Calabria
e Sicilia, sia in relazione all’estensione dell’AV/AC
come completamento nell’intero Paese della “metropolitana
d’Italia”, per usare uno slogan di FS, sia per eliminare
le soluzioni di continuità continentale così come previsto
dal corridoio europeo n. 5 (ex 1), il cui terminale a sud
va ulteriormente potenziato, vorrei fissare, nelle note che
seguono, alcuni aspetti forse ampiamente noti ma che ritengo
utile richiamare in modo sintetico. Anche alla luce
di una considerazione ampiamente condivisa: lo sviluppo
delle stesse regioni Calabria e Sicilia, non è più procrastinabile
e passa necessariamente con la saldatura di questa
discontinuità. Peraltro, il tutto è ben documentato dal volume
la cui edizione in lingua inglese sta ad indicare la rilevanza
internazionale e l’attenzione che in tutto il mondo
è stata riservata a quest’opera “The Messina Strait Crossing
a Challenge and a Dream”, edito nel 2009 (fig. 2). Un
titolo che di per sé emoziona e che a me piace parafrasare
in “bridging the dreams”, e che rappresenta una pietra
2 3
miliare per la conoscenza dell’attività svolta, come si può
notare dal relativo indice. Il tema è stato anche trattato
nel 2013 nell’allegato al n. 210 della rivista Galileo (fig. 3)
(https://www.collegioingegneripadova.it/images/
pagine/rivista/210-galileoSuppl.pdf).
In via prioritaria va ricordato che il progetto del Ponte di
Messina è il risultato di un percorso evolutivo sviluppatosi
nell’arco di 50 e più anni con studi e ricerche. Tra i molti
ricordi, a titolo di curiosità, riportiamo una cartolina del
1956 dove viene illustrata un'ipotesi, su progetto di David
B. Steinman, il cui studio professionale confluì nella
Parsons Corporation nel 1988, dal suo collaboratore Italo
americano Mario Palmieri (fig. 4). Tra il 2012 e il 2013
questo progetto è stato “ucciso” per legge dopo che lo Stato
vi aveva investito oltre 300 milioni di euro, altrettanti
ne ha posti a garanzia di futuri contenziosi. Un vero e
proprio “ponticidio” gravido di pesantissime conseguenze.
Un dato per tutti: se non ci fosse stata questa decisione,
quanto meno improvvida, il Ponte sarebbe oggi transitabile
e l’economia del Sud e dell’Italia tutta, ne avrebbe
tratto enormi benefici, dei quali illustriamo, di seguito, alcuni
aspetti. Un progetto della Società Stretto di Messina
(SDM), frutto di studi accurati da parte di un'intera generazione
dei migliori specialisti italiani quali ad esempio
Giorgio Diana, con la sua scuola del Politecnico di Milano,
Michele Jamiolkowski e con la sua scuola del Politecnico di
Torino, con la supervisione del più grande studioso di ponti
di grande luce William Brown e Giovanni Solari dell’Università
di Genova, grande esperto dell’ingegneria del vento.
Ne riportiamo (in fig. 4) uno per tutti il ponte sul Forth,
in Scozia, opera di William Brown.
Un comitato scientifico di prim’ordine presieduto, nella sua
ultima conformazione, da Giulio Ballio acclarato studioso
di fama mondiale. Un progetto la cui concezione originale
è integralmente italiana, sviluppato da COWI Danese, per
conto del General Contractor Eurolink (vincitore della relativa
gara internazionale) che comprende come capogruppo
Impregilo (ora WeBuild) otre ad altre grandi imprese italiane,
più una spagnola e una giapponese. Da notare che
COWI è una delle più importanti società di ingegneria del
mondo, autrice o coautrice di oltre 60 tra i più grandi ponti
sospesi e strallati realizzati negli ultimi decenni. Uno per
tutti il Great Belt in Danimarca (fig. 5) di cui diamo una indicazione
dettagliata unitamente all’East Bridge. Da notare
che il Great Belt è un’opera con una significativa presenza
costruttiva e progettuale di dettaglio da parte italiana.
Un progetto definitivo verificato e validato in modo del tutto
indipendente da Parsons statunitense, erede di David
Steinman, autore di numerosi ponti sospesi ne cito uno per
tutti il Ponte sul Mackinac, negli USA. Da notare che Parsons
è una società di ingegneria anche più grande di COWI
e specializzata in PMC Project Management Consulting (utiizzato
sin dall’inizio da SDM come il più alto standard internazionale
dell’epoca e per la prima volta in Italia). Un
progetto definitivo aveva ottenuto tutte le approvazioni (da
segnalare che il Ministero dell’Ambiente, in fortissimo ritardo
rispetto alle aspettative, ha emesso il proprio parere
solamente dopo la cancellazione dell’opera).
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Progetto di area vasta
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5
Scozia: ecco il Forth Road Bridge
patrimonio dell’UNESCO
William Christopher Brown, insignito della carica dell’Ordine dell’Impero Britannico OBE
nel 1966, è stato uno dei maggiori progettisti di ponti sospesi. Insieme alla collaborazione
con Gilbert Roberts, progettò il ponte sul Forth, denominato “Forth Road Bridge” per il
traffico veicolare, per collegare Edimburgo a South Queensferry, fin allora possibile solo
attraverso il servizio dei traghetti. Il Forth Road Bridge fu affiancato all’esistente Forth Bridge,
ponte ferroviario in acciaio, inserito nel patrimonio UNESCO nel 2015. Il Forth Road
Bridge, con lunghezza totale di 2.512 m, ha la campata principale di 1.006 m, e le due campate
laterali, la nord e la sud, di 408 m ciascuna. La costruzione del ponte iniziò nel settembre
1958 dalla ACD Bridge Company Ltd, consorzio fra le imprese William Arrot & Co.,
The Clevelando Bridge & Engineering Company e la Dorman Long Ltd. e fu aperto al traffico
il 4 settembre 1964; rappresentò, per l’epoca, il ponte sospeso più lungo al mondo ad
eccezione degli Stati Uniti. Nel febbraio 2018 al ponte è stato conferito l’utilizzo di corridoio
di trasporto pubblico e, nel novembre dello stesso anno, è stato annunciato l’emissione
di un finanziamento per la prima prova di autobus senza conducente, per il trasporto
dei passeggeri, da realizzarsi entro il 2021 proprio attraverso tale infrastruttura. L’ingegner
William Christopher Brown, insieme alla Freeman Fox progettò, nel 1973 il Bosporuus
Bridge in Turchia, con la campata principale di 1.074 m, e lunghezza totale di 1.560
m. Successivamente nel 1988, progettò e realizzò il Bosporous II Bridge, con la campata
principale di 1.090 m. Nel 1993, William C. Brown, su incarico della società Stretto di Messina
SpA, partecipò, con un suo progetto innovativo, alla possibile realizzazione del ponte,
con campata principale di 3.666 m.
cupazionale complessivo concordato con le organizzazioni
sindacali e già avviato con la previsione dell’addestramento
preventivo delle maestranze specializzate per ogni settore.
Un insieme di consistenti “opere compensative” a servizio
della città di Messina e più in generale della costituenda
Metropoli dello Stretto. Cito ad esempio lo spostamento della
stazione ferroviaria di Messina (e un concorso internazionale
di idee già espletato) con riutilizzo e riqualificazione
del relativo waterfront. La realizzazione di una metropolitana
per collegare Messina Villa San Giovanni e Reggio. Ciò
che, tra l’altro, avrebbe consentito ai messinesi di raggiungere
celermente l’Aeroporto di Reggio (con evidenti benefici
anche sociali). La realizzazione lato Calabria, su progetto
di Daniel Libeskind, di un Centro Direzionale innovativo,
con previsione di allargarne l’ambito come centro culturale
“mediterraneo” con vocazione multietnica e multi religiosa.
Si tratta quindi di un progetto di area vasta di cui il Ponte rappresenta
un tassello in un ridisegno urbanistico territoriale
che va ben oltre il pur necessario localismo. Un monitoraggio
ambientale e sociale di area vasta, come sistema integrato,
esteso a dieci volte l’area di cantiere. Con un vero e proprio
progetto studiato ad hoc nei minimi dettagli e di assoluta
avanguardia. Previsto per complessivi 8 anni, 1 di precantiere,
6 durante l’esecuzione e 1 a lavori ultimati. Con centraline
già posizionate a servizio del territorio, (successivamente, e
incomprensibilmente smantellato, forse perché tutto ciò che
riguardava il Ponte doveva essere cancellato? Come una sorta
di damnatio memoriae). Un piano espropri generale (a carico
dell’appaltatore) definito in dettaglio e già iniziato. Anche
questo aspetto ha generato un ulteriore contenzioso, per le
negative ricadute economiche. Un impianto procedurale con
protocollo di legalità di assoluta avanguardia per eliminare
a priori ogni eventuale infiltrazione mafiosa. Da notare che
questo protocollo è successivamente servito da paradigma
a livello nazionale. Un avanzatissimo controllo di qualità gestito
a livello internazionale. Anche volto a prevenire e risolvere
eventuali criticità. La cosiddetta variante di Cannitello,
consistente nello spostamento della linea ferroviaria per dar
luogo al posizionamento del pilone lato Calabria, realizzata
nei tempi e con i costi previsti. Ora lì, e cattura lo sguardo,
a testimoniare una incapacità (forse tipicamente italiana) di
mantenere la coerenza delle decisioni istituzionali a prescindere
dai “colori” politici del momento.
Questi sono solo alcuni degli aspetti che rendevano il Progetto
del Ponte sullo Stretto nella sua versione approvata
un “unicum” a livello nazionale e internazionale. I cui risvolti
tecnici a partire dai suoi 3.300 m di luce, record mondiale
assoluto, sono tutt’ora oggetto di ammirazione a livello
mondiale e usati come termini di riferimento per le progettazioni
più avanzate. In particolare la sezione corrente
dell’impalcato aerodinamico che è ormai denominato “Messina
Type”, ovvero di terza generazione, è utilizzata in modo
sistematico a livello internazionale.
Eccellenza e sofferenza
I pochi “veri” punti in discussione a livello tecnico esplicitati
dal comitato scientifico sarebbero stati superati nel passaggio
dal definitivo all’esecutivo, e contenuto nei tempi della
cantierizzazione, per non rallentare i lavori. Tutto questo
con uno staff tecnico-amministrativo limitato a poche decine
di persone, mentre ricordiamo che gli azionisti di SDM
erano Anas, FS, Regione Siciliana e Regione Calabria e i loro
rappresentanti in Consiglio di Amministrazione avevano approvato
il progetto definitivo dando il via alla progettazione
5. Forth Road Bridge, Scozia
(UK) - William C. Brown, 1964
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6. Great Belt Fixed Link,
Danimarca (EU) -
COWI & Ramboll, 1998
Il Great Belt Fixed Link fu realizzato per collegare
lo stretto tra le isole danesi di Zealand con Sprogo,
situate proprio in posizione centrale del Grand
Belt; la lunghezza totale dell’infrastruttura misura
circa 18 km. Il Great Belt Bridge, ponte sospeso,
ufficialmente conosciuto come East Bridge è stato
costruito tra il 1991 e il 1998; la campata principale
misura 1.624 m ed è considerata al quinto posto
come tra le campate più lunghe al mondo, e la
maggiore al di fuori dell’Asia. All’epoca della sua
inaugurazione il ponte fu considerato il secondo
più lungo al mondo,
opo l’Akashi Kaikyo Bridge, realizzato poco prima.
Il collegamento tra le isole danesi tramite la realizzazione
del ponte sostituiva il servizio traghetti,
tra le città costiere di Korsor e Nyborg in uso fin
dal 1883. La prima ipotesi di progetto del collegamento
risale al 1850 ma solo nel 1987 fu approvato
e la sua costruzione iniziata nel 1988. L’East Bridge,
misura una lunghezza totale di 6.790 m; progettato
dalla COWI & Ramboll insieme alla Dissing+ Weitling,
fu costruito dalla Sundlink Contractors, costituita
da un’associazione di imprese quali la Skanska,Hochtief,
la Hojgaard & Schultz, (che edificò la
Danimarca: East Bridge, il ponte
con campata da record (fuori dall’Asia)
parte ovest) e la Monberg & Thorsen che realizzò il
tunnel a doppia canna. Nel 2009, uno studio sul tunnel
ha evidenziato come quest’opera, unitamente
al tunnel di collegamento tra l’Inghilterra e la Francia,
non fossero state finanziariamente redditizie
(vedi: B. Flyvbjerg 2009 “Survival of the Unfitties”).
L’East Bridge, ponte sospeso tra Halsskov e Sprogo,
con la sua campata libera di 1.624 m, si colloca
al terzo posto nel mondo tra i ponti sospesi, dopo
6
in relazione a possibili investitori nel nostro Paese. Da tenere
presente altresì che era già pianificato il coinvolgimento
delle due università con sviluppo di laboratori inizialmente
a servizio dell’opera e successivamente per proseguire l’attività
di ricerca e sviluppo sulle tematiche dei ponti di grande
luce, come punto di riferimento nazionale e internazionale,
con ovvie rilevantissime ricadute a livello locale. Sono
questi alcuni dei presupposti da cui partire per ogni valutazione
di merito anche e soprattutto rispetto a possibili alternative.
L’attuale progetto, per come si è evoluto, rappresenta
una eccellenza tutta italiana che il mondo ci invidia e
che va adeguatamente valorizzato. Trattasi infatti di un’opera
orgogliosamente ascrivibile all’identità italiana al top
mondiale della scienza e della tecnica. Cui vanno aggiunti
gli studi del sottoscritto e del suo team su luce e colore,
nonché il design dei portali (fig. 8).
A tal proposito vanno ricordati alcuni memorabili convegni
internazionali che hanno visto anche il sottoscritto coorganizzatore
e partecipe attivo: Taormina, nel 2005 con il
prof Marcello Arici docente di Ponti nell’Università di Palermo;
Catania, nel 2010, con l’ing Luigi Bosco allora presilino
Parigi, e altre.
Aspetti economici
del progetto approvato
Com’è noto, la realizzazione del ponte era prevista sul presupposto
di un project financing. Quindi un investimento in
parte pubblico in parte privato (40 e 60% rispettivamente)
da recuperare attraverso pedaggi e canoni durante la durata
trentennale della concessione. La realizzazione del progetto
era regolata dall’allora vigente Legge Obiettivo che prevedeva
a carico dell’impresa oneri aggiuntivi rispetto alla
mera costruzione (progetto definitivo, progetto esecutivo,
espropri, ecc.). Questo per sottolineare che quando si parla
di costi bisogna aver chiaro a cosa li riferiamo:
Costo dell’investimento? Costo del contratto con il General
Contractor? Costo della costruzione dell’opera? Ecco:
• Costo totale dell’investimento, ovvero il costo stimato per
la realizzazione da parte della Società Stretto di Messina
(SDM) del progetto: 8,5 mld di euro;
• Costo del contratto con il General Contractor: 6,5 mld;
quest’ultimo valore include non solo i costi di costruzione
Akashj - Kaikyo bridge e Xihoumen bridge; oltre ad
aver ridotto in modo significativo i tempi di attraver-r
samento dello stretto, tanto che i voli Copenaghen
e Arhus sono cessati, si è stimato che il collegamento
creato porterà, nei 50 anni dalla sua realizzazione,
un valore aggiunto di 379 bilioni di DDK.
La COWI A/S, impresa a livello internazionale con
sede in Danimarca, ha fatto parte del consorzio di
imprese guidate dalla Impregilo che deteneva la
quota del 45% (oggi WeBuild), per la costruzione
del ponte sullo Stretto di Messina, consorzio scelto
nel 2005, con contratto firmato nel 2006 del quale la
stessa Impregilo, ne dette notizia il 27 marzo 2006.
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dell’opera, ma anche quelli relativi alla progettazione definitiva
ed esecutiva, espropri, opere compensative, servizi,
etc.;
• Costi di costruzione: 5,7 mld, di cui 3 mld per il ponte;
2,5 mld per i collegamenti; 0,2 mld per le cantierizzazioni.
Poi ci sono tutti gli altri costi che formano il Piano Finanziario
complessivo (8,5 mld) come:
PMC, monitoraggio ambientale, variante di Cannitello, oneri
finanziari, etc. Vanno anche considerati i costi assicurativi
e i costi di gestione e di manutenzione ordinaria e straordinaria
per almeno 30 anni. In conclusione il costo di costruzione
vera e propria del ponte è di 3 mld di cui 2,4 per la sovrastruttura
e 0,6 per le sottostrutture. Visto che il Project
Financing prevedeva il 60% di finanziamento privato, quanto
sarebbe stato il costo effettivo per lo Stato? In quanti
anni? Senza contare gli indotti generali la cui sola fiscalità
avrebbe ampiamente compensato l’esborso pubblico. Né si
può ignorare la spada di Damocle del contenzioso tuttora
in atto! (Si parla di 7-800 milioni...). Infine, lo Stato ha già
speso oltre 300 milioni e la SDM in liquidazione ha, tutt’ora,
costi correnti assai rilevanti. Né può essere trascurato il
brand “Ponte record dei record”, al pari ad esempio di Brooklyn
a New York e del Golden Gate a San Francisco, il cui
valore in termini di attrazione turistica integrata con Sicilia e
Calabria è decisamente straordinario. Uno studio in tal senso
era stato sviluppato dall’Università Bocconi.
Sull’ipotesi ponte
con pile in acqua
Già all’inizio della progettazione da parte di SDM la prima
ipotesi era proprio questa con una propensione per un’unica
pila in mezzo allo Stretto. Ciò per canalizzare meglio la navigazione
e per approfittare di una “cresta” intermedia nel
fondale. Uno studio approfondito della componente geologica
e geotecnica, eseguita con la supervisione del massimo
esperto italiano Michele Jamiolkowski assieme ad altri, aveva
tuttavia concluso per l’infattibililtà costruttiva nell’area
USA, dove i cavi dei ponti
diventano strumenti musicali
Il ponte Mackinac, conosciuto anche
come “Big Mac” e “ Mighty
Mac” attraversa lo stretto di Mackinac
e collega, a nord, la città di St.
Ignace con Mackinaw City, a sud,
nello stato del Michigan, USA. Prima
della sua apertura al traffico,
avvenuta il 1 novembre 1957, il collegamento
tra le due penisole avveniva
tramite il servizio dei 9 traghetti
in uso giornalieri. La realizzazione
del ponte fu dovuta anche grazie
alla somma di 200,000 dollari versati
da David B. Steinman, progettista,
per finanziarne la costruzione.
Il ponte, che misura 8.038 m, ha la
campata principale, tra le due torri,
lunga 1.158 m, rendendola la terza
campata sospesa più lunga negli
stati Uniti, ed, al ventesimo posto,
nel mondo. Il 6 settembre 2009 fu
celebrato il passaggio di 150 milioni
di veicoli dalla sua costruzione. Il
passaggio sul ponte è vietato a pedoni
e biciclette, ma il giorno del
Labor Day il ponte accoglie chiunque
per l’annuale passeggiata sul
Mackinac bridge. David B. Steinman
visse a New York, nelle vicinanze del
Brooklyn bridge rimanendone fortemente
influenzato dalla sua costruzione.
Steinman, in una sua poesia,
dello Stretto a causa delle forti correnti (4 nodi) che difficilmente
avrebbero consentito la realizzazione in un apposito
bacino il trasporto e il posizionamento della pila a cassone
autoaffondante di 120-150 m di lunghezza (inimmaginabile
realizzare pali a quelle profondità). Inoltre erano necessarie
tecnologie sperimentali per consolidare il terreno di fondazione
(una particolare forma di jet grouting). E qualora
fosse stato possibile i relativi costi erano enormi e comunque
tali da rendere non competitiva la soluzione rispetto alla
campata unica. Per di più vi era una manifesta controindicazione
a una pila posizionata proprio lungo un percorso di
navi verso il Porto di Gioia Tauro, per il rischio di “ship collision”.
Non trascurabile è stata anche la valutazione sui possibili
effetti sismici. È noto, infatti, che il trasferimento dello
scuotimento sismico dal terreno all’opera avviene tramite
il “contatto” terreno-opera. L’idea quindi di ridurre al minimo
indispensabile questi contatti ha ulteriormente sconsigliato
questa soluzione. Ciò ha indotto la SDM a optare per
l’attuale progetto a campata unica, via via affinato in ulteriori
vent’anni di studi e ricerche.
Da notare che nel 1992 lo stesso prof Jamiolkowski espresse
“nero su bianco” un esplicito parere di infattibilità. Questo
all’epoca! Tutti gli studi preliminari sono documentati
in un apposito volume di SDM anche in inglese con ampia
diffusione internazionale, ancor oggi credo facilmente
reperibile. Certo è possibile che oggi vi siano tecnologie
innovative che possono essere “sperimentate” ma si dovrebbe
disporre di un parere di fattibilità attualizzato da
parte di esperti di riconosciuta fama con il necessario supporto
di una impresa specializzata (ce ne sono pochissime
al mondo e anche l’Italia ne annovera almeno una).
Quanto ai costi non ritengo di potermi esprimere in mancanza
di idonea documentazione tecnica di supporto. Ma
sono certo che 1,9 mld, come sembra sia stato pubblicamente
dichiarato per questa idea progettuale, siano largamente
insufficienti, anche vista l’incognita delle fondazioni
in mare a tali profondità e con quelle correnti. Resta
descrive i cavi del ponte che emettono
suoni come le corde di un’arpa
e, nel 1948 ne guidò il restauro.
Lo stesso propose anche il progetto
per il ponte sullo Stretto di Messina.
La sua società di progettazione fa
7
parte della Parsons Corporation dal
1988. “Un ponte è una poesia tesa
su un fiume, una sinfonia di pietra
e acciaio”, uno dei versi dedicati al
Brookyn bridge che qui, vogliamo,
ricordare.
8
7. Mackinac Bridge
(Big Mac), Michigan (USA) -
David B. Steiman, 1957
8. Design dei portali
9. L’impalcato del Ponte
di Messina (rendering dal
progetto definitivo)
Fonte: proiter.it
il fatto che si dovrebbe ripartire da capo con le necessarie
indagini di approfondimento, studi e nuove progettazioni
(compreso il ridisegno urbanistico territoriale complessivo
vista la necessità di modificare l’allineamento) con una
nuova gara d’appalto e i tempi si allungherebbero a dismisura.
Mentre il progetto già approvato potrebbe essere
ulteriormente affinato in brevissimo tempo nel previsto
passaggio dal definitivo all’esecutivo e poi al costruttivo.
Vero è che sono oggi disponibili nuovi materiali più competitivi
e le tecniche esecutive sono molto più affinate che
potrebbero ridurre i pesi propri di un 8-10%, per di più gli
oneri finanziari sono oggi molto contenuti, quindi è presumibile
una significata riduzione dei costi dell’intera operazione,
e soprattutto i lavori ripartirebbero senza ulteriori
intoppi (salvo ovviamente un accordo con Eurolink e la
chiusura del contenzioso, ma questo tema esula dalle mie
personali valutazioni).
Gli studi recenti dell’ingegneria sismica mondiale hanno introdotto,
quali dispositivi antisimici, gli isolatori, i giunti sismici,
i dissipatori, con il compito di interrompere il trasferimento
“dell’energia” dal terreno all’opera. È da valutare
anche una alternativa, visto che il progetto, a quanto è
dato sapere, è ora nella disponibilità dell’Anas (quindi FS),
lo stesso potrebbe essere affinato da Italferr, adeguato ad
oggi e nuovamente validato. Solo successivamente sarebbe
rimesso in gara, anche a prescindere dal project financing.
I tempi sono tuttavia facilmente valutabili in un significativo
allungamento, anche ricorrendo al commissariamento.
A prescindere da tutto, risulta un fortissimo interesse
da parte di gruppi stranieri, oltre ai cinesi anche i giapponesi
e soprattutto i coreani sono pronti a scendere in campo
a condizione della certezza giuridica che non vi siano ulteriori
ripensamenti.
Sulle due ipotesi di tunnel
Corre l’obbligo di richiamare come sin dall’inizio della progettazione
da parte di SDM coerentemente con gli standard
usuali di confronto costi/benefici, tutte le ipotesi sono state
attentamente vagliate, e tra le prime scartate vi era proprio
il tunnel nelle sue molteplici varianti. Ciò per i seguenti
motivi fondamentali:
• Sicurezza degli utenti (rischio incidenti fuoco inondazione...);
9
• Pendenze longitudinali assai elevate in relazione agli standard
richiesti per l’AV/AC;
• Presenza di numerose faglie attive nel sottosuolo dello
Stretto;
• Incertezze esecutive per la particolarità della natura del
sottosuolo e le forti pressioni idrostatiche;
• Incertezze nei costi.
E ancora una cantierizzazione a quelle profondità con i rischi
legati alla sicurezza delle maestranze e come trasportare
e collocare l’enorme quantità di smarino con le relative
problematiche ambientali ed economiche. Relativamente
alla proposta “tunnel di Archimede” la stessa è decisamente
affascinante. Io stesso l’ho ipotizzata per un collegamento
stabile Sicilia-Tunisia e Puglia-Albania-Grecia (da me denominati
rispettivamente TUNeIT e GRALBeIT, visibili in rete).
Ma pone notevoli perplessità nell’area dello Stretto non solo
in termini di sicurezza come sopra indicato, ma soprattutto
per i necessari ancoraggi viste le notevoli correnti, con
una elevata vulnerabilità contro il rischio di affondamento
di una imbarcazione per non parlare dell’ipotesi sabotaggio.
Ma non ho elementi probanti per potermi esprimere. Certamente
una tecnologia innovativa come questa benché allo
studio in diversi contesti mondiali non è ancora stata utilizzata.
L’azione sismica su questo tipo di strutture pone alcuni
problemi importanti, non per l’azione diretta dello scuotimento
praticamente inesistente, ma per quella indiretta
connessa alla genesi di Tsunami, che generano importanti
spostamenti di masse d’acqua lungo la verticale, tra il fondo
e la superficie. Il terremoto del 1909 ha generato un importante
e documentato Tsunami. Ciò impone ulteriori cautele.
Si tratta di prime valutazioni che necessitano inevitabilmente
di adeguati approfondimenti e quindi oggetto di studi
e ricerche molto onerosi che dovranno essere attentamente
valutati in via preliminare per poter esprimere un parere
sufficientemente motivato. Quel che è certa è la necessità
di un collegamento stabile non solo per rispondere a precise
indicazioni europee di dare continuità territoriale laddove
possibile per i vari “corridoi”, ma soprattutto per ridurre
drasticamente l’inquinamento dovuto ai traghetti in un tratto
di mare molto delicato, rendere vivibile la città di Messina
e, non ultimo, eliminare una palese oscenità qual è l’imbuto
del sottopasso a Villa San Giovanni su cui molto ci sarebbe
da ridire visto che siamo in Italia.
Ponti&Viadotti
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Passerelle Ciclopedonali
Tra autostrada
Giovanni Di Michele
APRE IL NUOVO PONTE COMUNALE DI ASSAGO (MILANO) CHE, SCAVALCANDO
L’A7, CONSENTE L’ACCESSO DIRETTO ALLA FERMATA MM2 DA UNA FRAZIONE
CITTADINA: UN’INFRASTRUTTURA MOLTO ATTESA DAI RESIDENTI ANCHE PER VIA
DELLA SUA LUNGA GESTAZIONE PROCEDURALE. TECNICAMENTE, LA RICUCITURA
È STATA ESEGUITA A REGOLA D’ARTE, GRAZIE AL LAVORO DI PROGETTISTI
ED ESECUTORI E ALLE INDICAZIONI DELLA CONCESSIONARIA, IMPEGNATA A
GARANTIRE LA MASSIMA SICUREZZA DELLA CIRCOLAZIONE.
1. Il nuovo ponte di Assago
visto dal quartiere Bazzana
Inferiore
2. Dentro la passerella
3. Prospetto longitudinale
2
Nel gennaio di quest’anno ha trovato finalmente compimento
un’iniziativa infrastrutturale emblematica
di quelle che sono le “tempistiche” del nostro Paese,
in materia di realizzazione di opere pubbliche, un fattore
estremamente dilatato più per ragioni di complicazione
burocratica che per organizzazione operativa o competenze
tecnico-progettuali-esecutive. I casi di specie, a livello ma-
© leStrade
quali la Pedemontana lombarda, che a un certo punto della
loro “era procedurale” (in cui un ruolo centrale gioca anche
la reperibilità delle risorse) conoscono improvvise accelerazioni
(auspichiamo, naturalmente, di poter assistere di nuovo,
in tempi brevi, a uno di questi rush). Se poi, a questo tipico
standard italiano, aggiungiamo fattori eccezionali come
la pandemia, non possiamo che rubricare alla voce “normalità”
la storia della nuova passerella ciclopedonale di Assago
(Milano), a scavalco dell’autostrada A7 Milano-Serravalle.
Si tratta di un’opera molto attesa dal territorio e, in particolare,
dai residenti dell’area detta Bazzana Inferiore, dal momento
che rappresenta un collegamento diretto con la stazione
MM2 di Assago Milanofiori. L’opera ha una committenza
privata, La Valle Verde Srl che tramite S.Ilario Srl ha commissionato
allo studio M+ Associati la progettazione di questo
scavalco di autostrada, collocato alla progressiva chilometrica
1+700 dell’A7. L’intervento rientra nell’ambito delle
opere che la stessa La Valle Verde si è impegnata a realizzare
in ottemperanza agli obblighi assunti con il Comune di Assago
per l’attuazione del Piano di Recupero e Piano Attuativo
denominato “Cascina Bazzana”. La progettazione definitiva
della passerella risale agli anni 2015-2016. Nel 2017, a seguito
di una serie di puntuali prescrizioni – di ordine strutturale,
di prospettiva gestionale, ma anche e soprattutto connesse
alla tutela della sicurezza della circolazione - indicate
dalla “vicina di casa” concessionaria Milano Serravalle-Milano
Tangenziali, vi è stato un aggiornamento progettuale, poi
messo agli atti dall’amministrazione comunale assaghese in
una delibera del maggio 2018, che ha approvato lo schema di
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convenzione riguardante la costruzione e gestione della passerella.
Quindi i lavori, eseguiti dall’impresa Gimaco e di fatto
conclusi nel 2020. Dopo i collaudi, infine, e con di mezzo l’emergenza
Covid-19, l’inaugurazione di poche settimane fa.
Crocevia urbano
Come si vede, dunque, una pluralità di soggetti coinvolti e
una serie di opere da realizzare, e poi realizzate, in un nodo
metropolitano particolarmente complesso e a urbanizzazione
crescente: un vero e proprio crocevia infrastrutturale. È
quest’ultima notazione che spiega l’interesse della nostra
testata nell’illustrare, tecnicamente e visivamente, quest’opera,
il cui progetto e la cui esecuzione hanno dovuto tenere
conto di molteplici fattori, a cominciare dalla sicurezza
degli utenti di questa nuova infrastruttura, ma anche di
quelli della “vecchia” A7, ovvero gli automobilisti in transito.
Su questo aspetto ritorneremo tra breve, non prima di
aver tratteggiato le caratteristiche fondamentali dello scavalco
(la nostra fonte è la versione 2017 della Relazione di
© leStrade
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7
progetto definitivo dello studio M+, reperibile sul web). Di
larghezza definitiva del deck pedonale pari a circa 3 m e larghezza
complessiva di ingombro dell'impalcato pari a circa 5
m, il nuovo ponte di Assago presenta una lunghezza totale
di circa 86 m con 3 campate e 2 appoggi intermedi su pile
in calcestruzzo armato. L'appoggio lato stazione MM utilizza
mensole in calcestruzzo armato già predisposte per l'attacco
del ponte, quindi con accesso diretto al primo piano della
stazione. L'appoggio sul lato Cascina Bazzana, invece, è
stato realizzato su una spalla in calcestruzzo armato collegata
a un manufatto di sbarco (comprendente anche scale
e ascensore) di collegamento con una duna artificiale antirumore,
dove è anche stato organizzato il collegamento diretto
al ponte tramite un percorso ciclopedonale. La pavimentazione
del deck è in calcestruzzo con finitura in gomma
antisdrucciolo, mentre il passaggio è dotato di pannellature
laterali di protezione in tubolari d'acciaio, corrimano laterali
in profili tubolari d'acciaio, copertura in lastre curve di
lamiera preverniciata e lattoneria in lamiera preverniciata.
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4, 5. Gli accessi alla
struttura: scala e percorso
ciclopedonale
6. Vista della passerella
e delle pile
7. Particolare della copertura
di protezione
8. Vista su autostrada
e duna antirumore
9. Una pista ciclabile
di recente realizzazione
ad Assago: il comune
del Milanese sta puntando
molto sulla mobilità dolce
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La lunghezza della campata centrale è pari a 37,77 m, compatibile
con il calibro della piattaforma autostradale anche
in conseguenza di un futuro adeguamento dello spartitraffico
centrale. Detta misura, inoltre, tiene conto anche del
corretto funzionamento dei dispositivi di sicurezza laterali.
Le due campate laterali della passerella sono invece di lunghezza
pari a 24,24 m.
Dal progetto al cantiere
Va sottolineato che le integrazioni progettuali indicate dai
tecnici di Milano-Serravalle, e puntualmente recepite dal
team di progettazione, hanno migliorato quest’opera anche
e soprattutto, come già accennato, dal punto di vista
della sicurezza della circolazione, fattore prioritario, come è
noto, per un operatore autostradale, nonché della gestione.
Partendo dal fatto che la passerella era già stata concepita
come un percorso interamente protetto contro l’eventuale
lancio di oggetti e caratterizzata da un piano di impalcato
continuo, senza presenza di cavi o fori, la nuova attenzione
rivolta, per esempio, alla collocazione delle barriere di
sicurezza in prossimità delle strutture di sostegno dell’opera,
nel presente e in prospettiva di un adeguamento futuro
dello spartitraffico, così come il perfezionamento dei sistemi
di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche, si
sono rivelati tra i fattori virtuosi di una collaborazione tecnico-istituzionale
che, per chi la attua, è sempre motivo di
crescita e gratificazione. Affidando ulteriori curiosità tecniche
sull’opera alla documentazione presente in rete (halleyweb.com
- Assago), chiudiamo sintetizzando, sempre facendoci
aiutare dalla relazione progettuale, quelle che sono
state le fasi esecutive, nel dettaglio:
• Fase 1 - Scavo zona fondazioni pile e approntamento di
paratia provvisionale in micropali per contenimento profili
di scavo, scavo zona fondazioni manufatto spalla lato duna;
• Fase 2 - Esecuzione di micropali di sottofondazione per le
pile intermedie e per il manufatto spalla lato duna;
• Fase 3 - Costruzione di plinti di fondazione per le pile intermedie
e per il manufatto spalla lato duna;
• Fase 4 - Costruzione spalla lato duna e annesso manufatto
di sbarco in c.a.;
• Fase 5 - Costruzione delle pile intermedie A e B in c.a. a
vista;
• Fase 6 - Assemblaggio a piè d’opera delle 3 campate del
ponte;
• Fase 7 - Varo notturno della campata 2, previa chiusura al
traffico programmata dell’A7: il varo riguarderà l’impalcato
completo di copertura, parapetti laterali, lattonerie, lamiere
grecate di pavimento (escluso solo il getto di completamento
in opera);
• Fase 8 - Varo diurno della campata 1 (previo allestimento
programmato del cantiere lato stazione MM e smontaggio
parziale del rivestimento di facciata esistente in stazione
MM);
• Fase 9 - Varo diurno campata 3;
• Fase 10 - Esecuzione opere varie, impiantistiche e di finitura
e montaggio barriere di sicurezza a protezione pile;
• Fase 11 - Smantellamento area di cantiere in ambito autostradale
e MM.
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Monitoraggio Autostradale
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© Autostrade per l’Italia
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© Autostrade Tech
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Sorveglianza
ad ampio raggio
Emilia Longoni
ARRIVA LA NOTIZIA DELL’AGGIUDICAZIONE DEFINITIVA DELLA GARA EUROPEA
PER IL MONITORAGGIO DI 4.500 OPERE D’ARTE DELLA RETE ASPI,
TRA CUI SPICCANO I VIADOTTI E I CAVALCAVIA (OLTRE NATURALMENTE
ALLE GALLERIE). CONFERMATO IL PRIMO POSTO IN GRADUATORIA DELL’ATI
GUIDATA DA PROGER. IN UN QUINQUENNIO, PER QUESTA ATTIVITÀ,
SONO STATI STANZIATI OLTRE 67 MILIONI DI EURO.
1. Uno scorcio
del Viadotto Aglio,
autostrada A1,
rete ASPI
2. Le nuove attività
di sorveglianza saranno
supportate dalla nuova
piattaforma digitale Argo,
sviluppata in collaborazione
con Autostrade Tech
3. Gli specialisti di Proger,
capofila di un consorzio
che terrà sotto controllo
4.500 opere d’arte
Si è chiuso il bando europeo a evidenza pubblica, del valore
complessivo di 67,5 milioni, riguardante le attività
di monitoraggio di tutte le 4.500 infrastrutture (tra viadotti,
cavalcavia e gallerie) della rete di Autostrade per l’Italia,
per i prossimi tre anni, rinnovabili per altri due. Il raggruppamento
di imprese costituito dalla capofila Proger, società multinazionale
specializzata in servizi di ingegneria, e da Bureau
Veritas Nexta, Tecno Piemonte e Tecno Lab è risultato primo in
graduatoria per ciascuno dei tre lotti complessivi. La classifica
è stata stilata a conclusione di una procedura a evidenza pubblica,
esperita da una commissione di gara di nomina MIT che
ha valutato gli stringenti parametri di qualità del servizio richiesti
nel bando. Le attività di sorveglianza svolte dagli ingegneri,
tecnici e ispettori del raggruppamento di imprese
3 guidato da Proger - che ha ricevuto comunicazione
ufficiale dell’avvenuta aggiudicazione - saranno supportate
dalla nuova piattaforma digitale “Argo”, sviluppata
da Autostrade Tech in collaborazione con IBM
e Finacntieri Nextech.
© Proger
Accelerarazione
su prove e ispezioni
La conclusione e l’affidamento della gara europea per
l’esternalizzazione delle attività di sorveglianza della
rete autostradale rientrano - fa sapere ASPI - nella
progressiva e radicale ridefinizione dei modelli di monitoraggio
avviata da Autostrade per l’Italia già alla
fine del 2019, in stretta collaborazione con il MIT e con
il coinvolgimento dei principali istituti universitari. La
spesa corrente per le attività di sorveglianza - fanno sapere da
ASPI - ammontava a circa 30 milioni nel 2020, una quota destinata
ad aumentare ulteriormente negli anni successivi. Tra
le attività di controllo e sorveglianza più significative svolte nel
corso degli ultimi anni, solo nel 2019 figuravano oltre 19.000
ispezioni su ponti, viadotti, cavalcavia e gallerie. Sono stati verificati
inoltre con specifiche due diligence i 1.950 ponti e viadotti
principali della rete e sono state effettuate più di 70.000 prove
di pull-out (resistenza alla trazione) sulle barriere di sicurezza.
Nel 2020, a partire dal mese di gennaio, è stato quindi attivato,
sulla base di un nuovo Manuale di ispezione approvato dal
MIT, un piano di assessment e verifica profonda dello stato del-
le 587 gallerie del network autostradale, con l’ausilio delle più
avanzate tecniche di indagine (georadar; laser scanner; video
ispezioni; caratterizzazione dei materiali; martinetti piatti) messe
in campo da un ulteriore pool di società specializzate in questa
specifica tipologia di controlli. In coerenza con gli esiti delle
nuove modalità di controllo e assessment strutturale - svolti
secondo i nuovi standard tecnici condivisi con il MIT o emanati
dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici - Autostrade per l’Italia
dal 2019 ha speso circa 400 milioni di euro. Nel 2020 sono
stati effettuati lavori per 650 milioni, mentre nel 2021 sono già
state programmate spese di manutenzione per circa 600 milioni
di euro. Gli asset maggiormente interessati dal nuovo approccio
sono stati ponti e viadotti (182 milioni spesi nell’ultimo
biennio), gallerie (203 milioni), pavimentazioni (261 milioni) e
arredi funzionali alla sicurezza, come barriere e recinzioni (97
milioni). Gli esiti delle ispezioni vengono regolarmente trasmessi
al sistema “cloud” AINOP del Ministero delle
Ingegneria avanzata
La notizia dell’esito della gara ASPI è del novembre scorso. Poche
settimane fa, nel febbraio 2021, è quindi arrivata comunicazione
dell’aggiudicazione definitiva, confermando così il ruolo
di Proger, Bureau Veritas Nexta, Tecno Piemonte e Tecnolab
quali partner della concessionaria autostradale. Proger, fa sapere
una nota della società di engineering, offrirà quindi servizi
integrati di ingegneria riguardanti la vigilanza e il controllo,
l’esecuzione delle prove e dei rilievi strumentali, funzionali o
connessi alla sorveglianza stessa - trimestrali, annuali o bimestrali
- in parte “programmati” e in parte “a chiamata”, per un
numero complessivo di 7.385 opere d’arte, tra viadotti, cavalcavia,
gallerie e opere minori. L’organizzazione operativa prevede
l’attivazione di Front-Office nelle immediate vicinanze di
ognuna delle Direzioni di Tronco e un Back-Office per tutte le
attività di coordinamento e ingegneria presso la sede centrale
di Proger a Roma che garantiranno omogeneità di approccio,
pianificazione e valutazione per tutte le opere d’arte della
rete. Questo incarico - concludono da Proger - segue le verifiche
già effettuate dalla società su oltre 4.500 opere in tutta Italia
a partire dal 2019 garantendo quindi immediata operatività
e una conoscenza già consolidata delle esigenze e delle problematiche
da risolvere.
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MATERIALI
&TECNOLOGIE
MATERIALI
TECNOLOGIE&SISTEMI
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Iniziative, Innovazioni e Buon Costruire
Insegnare e ricercare
Così il futuro può risorgere
Da anni questa testata si occupa di qualità,
buone pratiche, attenzione estrema ai dettagli,
quelli che fanno la differenza, e soprattutto
cultura e formazione. L’abbiamo fatto accompagnando
le meritorie iniziative di operatori del settore quali
l’Istituto Italiano per il Calcestruzzo, con cui realizziamo
questa rubrica e che, dopo quasi due decenni di
insegnamento diretto ai futuri geometri ha addirittura
fondato un’“Accademia” ad hoc. Ma ci vengono in
mente anche altri esempi di grande attenzione a quello
che è il bene primario, l’architrave, la pietra miliare di
ogni “societas” che si rispetti: la scolarizzazione. Dai
premi del PIARC o della SIIV rivolti a tesisti e ricercatori
(siamo orgogliosi di averne divulgato i lavori) fino alla
recente pubblicazione di saggi tecnici a marchio BBT
Academy, la Galleria di Base del Brennero, che sotto
la guida dell’ingegner Raffele Zurlo, ora a Firenze,
aveva puntato forte sulla specializzazione “on site”,
oltre che sui libri. Insomma, dove c’è sentore di giovani
volonterosi di apprendere, saggi mentori pronti a
insegnare, progetti di crescita culturale, analisi fresche,
sguardi al futuro, questa rivista c’è. C’è sempre stata.
E siamo per questo davvero lieti che Mario Draghi, nel
suo discorso al Senato del 13 febbraio, abbia parlato
anche e soprattutto di scuola, con preciso riferimento
alla galassia tecnica. Non era mai accaduto. Ma il neopremier
non ha trascurato anche un altro “key factor”,
come si suol dire, ovvero la ricerca, che è fonte di
ogni sviluppo. Ed è su questi due pilastri che vogliamo
concentrare l’attenzione di questa edizione della
rubrica Laboratorio Concretezza, come spieghiamo nel
dettaglio nei focus che seguono. Buona lettura..
A cura di leStrade
in collaborazione con
Istituto Italiano
per il Calcestruzzo
Fondazione per la Ricerca
e gli Studi sul Calcestruzzo
FOCUS L’Iniziativa
Draghi: la formazione diventa priorità
e le imprese possono partecipare alla sfida
Fabrizio Apostolo
Il neo Presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo
discorso sulle linee programmatiche al Senato del
17 febbraio scorso, prime parole profuse dopo quelle
dell’accettazione dell’incarico (con riserva), ha ricordato
quantomeno tre aspetti - di interesse per questa
rivista e per questa rubrica - che da molto, moltissimo,
troppo tempo non echeggiavano in quell’aula tanto
nobile e austera, così come in ogni altro edificio, del
resto, della conurbazione parlamentare.
Primo aspetto, il passato: “Il Governo farà le riforme,
ma affronterà anche l’emergenza. Non esiste un prima
e un dopo. Siamo consci dell’insegnamento di Cavour:
‘[…] le riforme compiute a tempo, invece di indebolire
l’autorità, la rafforzano’”.
Camillo Benso Conte di Cavour (1810-1861) in gioventù
aveva frequentato con profitto la Scuola di Applicazione
del Corpo Reale del Genio, ovvero era di fatto
ingegnere e, visto il suo percorso successivo fatto di
buone pratiche e lodevoli iniziative (su tutte, il capolavoro
del Traforo ferroviario del Frejus di cui ricorrono i
150 anni dall’inaugurazione), in fondo lo sarebbe sempre
stato. Cavour morì con addosso una funzione, da
non dimenticare: fu il primo Presidente del Consiglio
del neonato Regno d’Italia. In pratica, il primo punto di
riferimento temporale (quasi sempre obliato, ma non
da Draghi) di ogni capo di gabinetto dell’Italia Unita.
Secondo aspetto, il presente, con un chiaro riferimento
a un certo passato: “Oggi noi abbiamo, come accadde
ai governi dell’immediato Dopoguerra, la possibilità,
o meglio la responsabilità, di avviare una Nuova Ricostruzione.
L’Italia si risollevò dal disastro della Seconda
Guerra Mondiale con orgoglio e determinazione e
1. L’aula del Senato il 13 febbraio scorso
mise le basi del miracolo economico grazie a investimenti
e lavoro. Ma soprattutto, grazie alla convinzione
che il futuro delle generazioni successive sarebbe
stato migliore per tutti. Questa è la nostra missione
di Italiani: consegnare un Paese migliore e più giusto
ai figli e ai nipoti. Spesso mi sono chiesto se noi, e mi
riferisco prima di tutto alla mia generazione, abbiamo
fatto e stiamo facendo per loro tutto quello che i
2. Il presidente del Consiglio Mario Draghi
4
3. Una rara
fotografia di
Camillo Benso
Conte di Cavour
(Mayer&Pierson)
4. Il professor
Giovanni
Travaglini, il 15
maggio 2018, nel
corso del convegno
dell’Associazione
del Genio Civile
(accanto a lui
il presidente
Federico
Cempella)
Laboratorio Concretezza
3/2021 leStrade
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99
LS
nostri nonni e padri fecero per noi, sacrificandosi oltre
misura. È una domanda che ci dobbiamo porre quando
non facciamo tutto il necessario per promuovere
al meglio il capitale umano, la formazione, la scuola,
l’università e la cultura”.
Il secondo Dopoguerra è l’esempio, ma in pochi in
quelle aule in genere se lo ricordano, se non per sporadici
cenni dalla nostra Costituzione repubblicana. Lo
prova, entrando nel nostro specifico, la storia della ricostruzione
urbanistica e infrastrutturale che preparò
e poi accompagnò il Boom economico. Erano anni,
quelli, di straordinaria energia e coesione, come ha ricordato
su queste pagine, tra gli altri, l’ingegner Giovanni
Travaglini, mancato nel novembre scorso alla
veneranda età di 96 anni. Travaglini, che sarebbe stato
anche Ministro dei Trasporti nel 1987, detenne la
carica di presidente del Consiglio Superiore dei Lavori
Pubblici dal 1971 al 1989: ho avuto il privilegio di
averlo accanto a Roma, nel maggio 2018, quale relatore
di un convegno dell’Associazione del Genio Civile
di cui ero moderatore, dal titolo che già spiega tutto:
“Il Buon Governo del Territorio”. Travaglini, all’epoca,
94enne, ha letto il suo intervento (applaudissimo)
stando sempre in piedi. E facendo letteralmente rivivere
all’uditorio (la cornice era quella, di altissimo profilo,
della Biblioteca dei Lavori Pubblici, presso il MIT a
Roma) quell’epoca di grande afflato.
Terzo e decisivo aspetto, il futuro: ovvero, riprenden-
do le ultime parole del passaggio precedente, la formazione,
la scuola… : “È necessario investire in una
transizione culturale a partire dal patrimonio identitario
umanistico riconosciuto a livello internazionale.
Siamo chiamati disegnare un percorso educativo che
combini la necessaria adesione agli standard qualitativi
richiesti, anche nel panorama europeo, con innesti
di nuove materie e metodologie, e coniugare le
competenze scientifiche con quelle delle aree umanistiche
e del multilinguismo. In questa prospettiva,
particolare attenzione va riservata agli istituti tecnici.
In Francia e in Germania, ad esempio, questi isti-
tuti sono un pilastro importante del sistema educativo.
È stato stimato in circa 3 milioni, nel quinquennio
2019-23, il fabbisogno di diplomati di istituti tecnici
nell’area digitale e ambientale. Il Programma Naziona
-
le di Ripresa e Resilienza assegna 1,5 miliardi a questi
istituti, 20 volte il finanziamento di un anno normale
Laboratorio Concretezza
pre-pandemia. Senza innovare l’attuale organizzazione
di queste scuole, rischiamo che quelle risorse vengano
sprecate”.
“Allo stesso tempo - ha proseguito Draghi - occorre in-
vestire adeguatamente nella ricerca, senza escludere
la ricerca di base, puntando all’eccellenza, ovvero
a una ricerca riconosciuta a livello internazionale per
l’impatto che produce sulla nuova conoscenza e sui
nuovi modelli in tutti i campi scientifici. Occorre infine
costruire sull’esperienza di didattica a distanza matu-
rata nello scorso anno sviluppandone le potenzialità
con l’impiego di strumenti digitali che potranno essere
utilizzati nella didattica in presenza”.
Accademia apripista
L’ultimo passaggio, ma senza trascurare i precedenti,
è a tutti gli effetti una boccata d’ossigeno. Perché
parla di fabbisogni, competenze, opportunità da cogliere
e maniche da rimboccare per non perderle. Per
di più, mettendo in primo piano - nel corso di una
“prima volta” rivoluzionaria - la sfera dell’educazione
tecnica. Alle parole, naturalmente, dovranno seguire
i fatti, ma intanto tra le linee guida programmatiche
del nuovo Governo Draghi c’è anche proprio
il futuro. Da costruire oggi. È quello che fa, da quasi
20 anni e proprio supportando una particolare categoria
di istituti tecnici - quelli per geometri -, l’Istituto
Italiano per il Calcestruzzo che nel 2020 ha dato
vita all’Accademia del Calcestruzzo, scuola di specializzazione
per studenti, professionisti e imprese con
sede a Renate, Monza-Brianza, che forma sia i tecnici
di domani, ma anche quelli di oggi, secondo un
preciso programma di learning a più target e livelli.
Dei corsi dell’Accademia abbiamo parlato spesso e
a lungo, anche nello scorso numero di Gennaio-Febbraio.
Ma vale la pena ritornarci, sia per riconsiderarli
nella pienezza del “nuovo spirito Draghi”, sia per
offrire un lettore qualche dettaglio in più sull’attività
didattica che, nel frattempo, è stato divulgato dagli
organizzatori e affidato, per esempio, a una serie di
FAQ pubblicate sul sito dell’Istituto istic.it. Il corso
base, innanzitutto, resta quello per diventare “Tecnologo
del calcestruzzo”. Ecco, al proposito, le domande
e le risposte:
7. Tra i punti di riferimento tecnico-culturali,
l’indimenticabile Sergio Musmeci
8, 9. Tecnologi del calcestruzzo: figure che
mancano, che servono e che la scuola può
formare
In che modalità posso frequentare il corso?
In ottemperanza alle ultime disposizioni sanitarie,
attualmente il corso si tiene esclusivamente online,
in Live Streaming, per evitare assembramenti
e agevolare al massimo presenza e partecipazione
degli iscritti.
Quale tipo di certificazione si ottiene, a fine corso?
L’Istituto Italiano per il Calcestruzzo è una fondazio-
ne riconosciuta e accreditata dalla Regione Lombardia:
rilascia un attestato non di frequenza, ma di capacità
professionale, spendibile ovunque sia richiesta,
per l’appunto, un’effettiva capacità professionale e non
semplicemente un “pezzo di carta”.
Che frequenza hanno le lezioni?
Il corso online, costituito nel suo complesso da 15
La struttura del corso Tecnologo del Calcestruzzo
Test iniziale
Aggregati
Aggregati
Produzione, caratterizzazione, natura geologica e qualità
Aggregati Proprietà degli aggregati secondo marcatura CE (EN 12620)
Aggregati
Mix design
Cemento
Cemento
Cemento
Calcestruzzo
Calcestruzzo
Analisi per determinare la qualificazione degli aggregati e prove in laboratorio virtuale
Ciclo produttivo
EN 196-1: metodi per le analisi chimiche dei cementi; EN 197-1: composizione,
caratteristiche e criteri di conformità dei cementi
Prove in laboratorio virtuale
Produzione, caratterizzazione, e qualità
Calcestruzzo Il calcestruzzo secondo la normativa EN 206, EN 11104;
Calcestruzzo
Calcestruzzo
Calcestruzzo
Calcestruzzo
Calcestruzzo
Calcestruzzo
Test finale
Decreto Ministeriale (NTC) e relative linee guida
Presidio del getto produzione, trasporto e messa in opera
Qualifiche e test di caratterizzazione nel laboratorio virtuale
Indagini sul calcestruzzo, prove distruttive e non distruttive
Gli additivi per calcestruzzo
La progettazione del calcestruzzo, quindi il giusto calcestruzzo
per la specifica destinazione
Ripasso
lezioni, prevede 2 lezioni a settimana di tre ore
ciascuna.
La frequenza è obbligatoria?
Sì, per poter accedere al test finale è necessario seguire
il corso nella sua interezza. Le eventuali assenze
dovranno essere recuperate con sessioni individuali (o
a piccoli gruppi) con modalità da concordare.
Esistono incentivi?
Per i lavoratori dipendenti, fino al 31/12/2020, il corso
era finanziabile anche attraverso il Fondo Nuove
Competenze (Art. 88 del DL Rilancio, 19 maggio
2020, e relativo decreto attuativo).
Per ulteriori aggiornamenti si rimanda alla piattaforma
ANPAL o si consiglia di contattare direttamente
IIC (in generale per informazioni, delucidazio-
ni e iscrizioni i contatti sono: +39 0362 918516 e
fondazione@istic.it).
È possibile cancellare l’iscrizione?
Sì, con comunicazione scritta a fondazione@istic.it.
Nel caso in cui non sia possibile frequentare il corso,
la somma eventualmente versata verrà interamente
rimborsata.
Offerta formativa
Oltre al corso base per diventare Tecnologo del Calcestruzzo
(rimandiamo tutti i particolari alla scheda dedicata).
Ma l’Accademia sta organizzando anche altri
moduli formativi, al servizio dell’aggiornamento non
solo degli studenti, ma anche dei professionisti e delle
imprese. Nel dettaglio si tratta di corsi volti a formare
le seguenti figure professionali:
• Tecnici certificatori specializzati in certificazione di cementerie,
cave di estrazione aggregati, centrali di betonaggio,
prefabbricatori;
• Tecnici per la gestione totale degli impianti di betonaggio;
• Tecnici responsabili della qualità per cave di estrazione
aggregati, centrali di betonaggio, imprese di costruzione,
prefabbricatori;
• Tecnici commerciali specializzati per la vendita di calcestruzzo
alle imprese di costruzione e promozione
dei calcestruzzi presso gli studi di progettazione e direzione
lavori.
“Queste figure - ha detto Silvio Cocco, presidente
dell’Istituto Italiano per il Calcestruzzo e fondatore
dell’Accademia - mancano sul mercato e forse proprio
questa assenza è la causa principale del mal costruire
oggi tanto diffuso. Il saper ben progettare, eseguire e
controllare, che nasce dalla formazione, è infatti il migliore
strumento possibile a favore del ben costruire”.
Per ulteriori informazioni: istic.it
Materiali
leStrade
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FOCUS L’Innovazione
Microbeton HTE: l’ultima frontiera
per risanare e rinforzare travi e pilastri
11
Il problema del risanamento e
rinforzo con eventuale adeguamento
sismico, sia degli edifici esistenti
in c.a. che delle opere infrastrutturali
in c.a. ad armatura lenta,
è di grande attualità dal momento
che riguarda la maggior parte delle
opere in c.a. realizzate a partire dal
primo Dopoguerra fino agli inizi degli
anni Ottanta. Si tratta, in genere,
di strutture non concepite come sismo-resistenti
con diffusi difetti costruttivi
e costituite da calcestruzzo
poco performante, poco compatto e
quindi molto permeabile all’acqua e
all’aria. Di conseguenza, le strutture
di c.a. realizzate nel periodo suddetto,
in genere sono fortemente
degradate, ossia con armature ossidate
e conseguente perdita nello
strato di ricoprimento in cls (il cosiddetto
copriferro).
Le strutture verticali di c.a., quali pilastri e piloni, realizzate
nel periodo, inoltre, essendo state concepite
per resistere essenzialmente alle sole sollecitazioni
gravitazionali, sono anche poco resistenti alle sollecitazioni
di tipo flesso tagliante; i telai di c.a. pertinenti
agli edifici realizzati nel periodo anzidetto, presentano
poi il tipico schema di “Trave Forte E Pilastro Debole” e
di conseguenza, nel caso di sollecitazioni di origini sismiche,
la crisi del telaio di c.a. avverrà per formazione
di cerniere plastiche nei pilastri (meccanismo di rottura
molto fragile).
In ragione di questo quadro, le tecniche di rinforzo e di
recupero materico soprattutto dei pilastri e dei piloni di
c.a. sono di grande interesse e di grande importanza in
quanto proprio i pilastri e i piloni rivestono un ruolo primario
nel fronteggiare le sollecitazioni di origine sismica.
Una soluzione efficace a queste problematiche offerta
dalla tecnica attuale può essere considerata il microcalcestruzzo
micro-armato Microbeton HTE, particolarmente
durabile, praticamente impermeabile all’acqua e
all’aria e prestante sia rispetto alle sollecitazioni normali
di compressione e di trazione, sia rispetto alle sollecitazioni
tangenziali di interfaccia, quale l’adesione all’acciaio
di nuovo impianto e l’adesione ai vecchi supporti di
c.a. di strutture preesistenti.
Ma forniamone un identikit tecnico:
• Resistenza a compressione a 28 gg: 150 MPa
• Resistenza a trazione a 28 gg: 8,5 MPa
• Resistenza a flesso-trazione a 28 gg: 38 MPa
• Resistenza a taglio a 28 gg: 16 MPa
• Modulo elastico: 38 GPa
• Energia di frattura: 32.500 N/m
• Ritiro endogeno < 0,05%
• Profondità di carbonatazione: nulla (impenetrabile sia
all’aria che all’acqua)
• Adesione al supporto su calcestruzzo: > 2,4 MPa.
Queste caratteristiche rendono particolarmente interessante
e vantaggiosa la strategia di risanamento materico
e di rinforzo dei pilastri e dei piloni esistenti di c.a. con
la tecnica della camicia in Microbeton HTE.
L’ incamiciatura tradizionale prevede infatti:
1) Rimozione del cls ammalorato, in genere la rimozione
di uno strato di circa 3 cm;
2) Spazzolatura dei ferri di armatura corrosi, successiva
applicazione di sostanze protettive dei ferri di armatura
residuati alla pulizia;
3) Montaggio di ferri di armatura pertinenti al ringrosso
del pilastro;
4) Montaggio di connettori metallici per rendere solidale
il rivestimento di nuovo impianto (jacket) al nucleo del
pilastro preesistente (core);
11. Grafico della prova a flesso-trazione:
nel superare il traguardo dei 33 Mpa, il prodotto
diventa barriera invalicabile per la pressa
Laboratorio Concretezza
Rocco Antonio
Gravinese
Studio Tecnico Gravinese
5) Applicazione di resina a
lentissima presa per incollaggio
del nuovo cls (jacket) al
vecchio supporto di cls preesistente
(core);
6) Montaggio delle casseforme
e successivo getto di cls
(jacket);
7) Infine, realizzazione di ringrosso
del pilastro di circa 15
cm su ciascun lato con sensibile
aumento sia della massa
che della rigidezza e quindi
della sollecitazione sismica
agente sul pilastro consolidato.
L’incamiciatura innovativa con
Microbeton HTE prevede invece:
1) Rimozione del cls ammalorato,
in genere la rimozione di
uno strato di circa 3 cm di cls;
2) Spazzolatura dei ferri di armatura
corrosi;
3) Montaggio dei ferri di ancoraggio ai nodi e di lamiere
di placcaggio al piede e in testa al pilastro;
4) Montaggio di casseforme contenitive a perimetro del
nuovo rivestimento in HTE e successiva iniezione di micro
calcestruzzo micro armato per formazione della nuova
incamiciatura;
5) Infine, realizzazione di ringrosso del pilastro di circa
3 cm su ciascun lato con trascurabile aumento sia della
massa che della rigidezza e quindi della sollecitazione
sismica agente sul pilastro consolidato.
Concludendo, il pilastro incamiciato con Microbeton HTE
oltre a essere perfettamente risanato e protetto dal degrado
materico, risulta essere molto più resistente e localmente
più duttile (rotazione di corda in zona critica
nel pilastro incamiciato sensibilmente aumentata rispetto
al pilastro originario non degradato).
Tutto ciò è di particolare interesse nel caso di piloni e
pilastri avente schema a mensola che oltre al risanamento
materico necessitano di adeguamento e/o miglioramento
sismico. Ancora più interessanti sono i risultati
ottenibili nel caso di pilastri appartenenti a telai
che presentano il tipico schema di “Trave Forte E Pilastro
Debole” dove la crisi della struttura soggetta a sollecitazioni
sismiche avviene per formazione di cerniera
plastica nel pilastro. In detti telai, l’incamiciatura dei
pilastri con Microbeton HTE e il placcaggio dei nodi trave-pilastro
inibisce la formazione di cerniere plastiche
nel pilastro e/o rottura a taglio del nodo e promuove la
formazione di cerniere plastiche nelle travi. In sintesi,
nei telai di c.a. si promuove l’attivazione di uno schema
tipicamente antisismico ossia “Pilastro Forte E Trave
Debole” con sensibile miglioramento della duttilità
e della resistenza della struttura rispetto alle sollecitazioni
di origini sismiche.
leStrade
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VICEPRESIDENTE DIVISIONE
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IN GENERALE, E DAL GRUPPO
ELVETICO IN PARTICOLARE.
SOTTO I RIFLETTORI: NUOVE
TECNOLOGIE DI RICICLO DEL
FRESATO (FINO AL 100%
SENZA LEDERE IL BITUME),
SOLUZIONI PER MINIMIZZARE
GLI IMPATTI DI POLVERI
E ODORI E RIDUZIONE
DELLE EMISSIONI, ANCHE
ATTRAVERSO L’IMPIEGO
DI BIOCOMBUSTIBILI.
Come il conglomerato bituminoso può essere sostenibile?
Una risposta, in piena era di Green Deal europeo,
di “transizioni ecologiche” e di ministeri che,
come nel caso italiano, si cambiano nome per apporvi nel
nuovo la medeglia della parola “sostenibilità”, ci arriva dal
cuore del Vecchio Continente e, più precisamente, dalla
voce di un primario player del settore che, tra le altre
cose, l’asfalto contribuisce a produrlo da molto, molto
tempo, attraverso i suoi impianti. Stiamo parlando di
Ammann Group, che ha recentemente pubblicato sul suo
sito web un’interessante intervista ad Hans Friedrich Peters,
vicepresidente esecutivo della Divisione Impianti di
Ammann. Ci è sembrato di interesse per il lettore riportarne
alcuni stralci (per la versione integrale si rimanda a
ammann.com).
1
Giovanni Di Michele
1. Dal settore degli impianti
per CB una forte spinta alla
gestione sostenibile dei
processi di produzione
2. Hans Friedrich Peters,
vicepresidente esecutivo
della Divisione Impianti
di Ammann
Una costante nei dibattiti sulla costruzione di strade
“verdi” è l’impiego di conglomerato riciclato (RAP).
Ma le miscele con materiali da riciclo possono offrire
le stesse prestazioni di quelle con aggregati vergini?
Certamente. Premettendo che le maggiori riduzioni di emissioni
indirette di CO2 derivano dall’implementazione del
RAP, ritengo che non dovremmo classificare il RAP come
materiale di scarto. Si tratta di un ottimo sostituto dei materiali
vergini. Gli aggregati nell’asfalto recuperato mostrano
scarso invecchiamento e, meccanicamente e geometricamente,
si armonizzano bene al nuovo materiale. Anche
il bitume, in questo contesto, regge bene. Il suo invecchiamento,
infatti, è limitato e può essere compensato utilizzando
quantità moderate di bitume nuovo. Quando si utilizza
il RAP, in sintesi, si risparmia sia sui costi aggregati sia
su quelli del bitume, riducendo al tempo stesso le emissioni,
inizialmente e per tutta la vita di una strada. La tecnologia
Ammann consente oggi l’utilizzo di percentuali di RAP
fino al 100%, anche se nella pratica questa percentuale si
abbassa, in ragione delle quantità di RAP disponibile e delle
quote stabilite dalle diverse autorità.
Dal suo osservatorio privilegiato, ritiene che vi siano
sempre più Paesi ad adottare la pratica del riciclo?
Mentre i Paesi che avevano sposato questo sistema
in precedenza, stanno facendo passi avanti oppure
si accontentano di aver raggiunto una determinata
quota di materiale riciclato?
Molti Paesi che inizialmente non avevano adottato il riciclo,
ora stanno procedendo piuttosto rapidamente. La Cina ne
è un esempio. Il Paese sta facendo leva su alcuni degli impianti
di riciclo più avanzati di Ammann e sta producendo
mix con percentuali estremamente elevate di RAP.
I primi ad adottarlo, invece, ora stanno riciclando ancora di
più. Essenzialmente perché i produttori di asfalto vedono nitidamente
il valore del RAP. Qualunque siano le motivazioni,
comunque sia, la comunità globale ne trae vantaggio. Dal
punto di vista ambientale, tutte le parti coinvolte dovrebbero
aumentare i loro sforzi per espandere la percentuale
di RAP utilizzata per le nuove pavimentazioni.
Sempre a proposito di RAP, una sfida nella sfida è
il riscaldamento dei materiali. Le alte temperature,
come è noto, danneggiano il bitume. In alcuni processi,
l’aggregato vergine viene riscaldato e si mescola
con il RAP per aumentarne la temperatura. Ma quando
si realizzano miscele con il 100% di RAP, non c’è
nessun aggregato vergine, e quindi nessuna fonte di
calore secondaria. Come fanno gli impianti Ammann
a riscaldare il conglomerato con il 100% RAP senza
danneggiare il bitume?
Nella fascia alta dell’utilizzo RAP vi è l’impianto per la produzione
di asfalto Ammann ABP HRT (High Recycling Technology)
che, come già detto, è in grado di produrre miscele
fino al 100% RAP. Non è richiesto, dunque, alcun aggregato
vergine. HRT è una soluzione altamente innovativa, in
particolare per quanto riguarda la tecnologia del processo
di essiccazione in controcorrente RAH100. Essenziale per il
2
RAH100, è proprio il suo delicato processo di riscaldamento.
Durante il processo di mescolazione a caldo, l’essiccatore
riscalda i materiali tra100ºC e 130ºC. Inoltre, se si desidera
una miscela più tradizionale, può produrre asfalto a
140ºC fino a 160ºC. Il riscaldamento è generalmente il punto
in cui sorgono le complicazioni con il RAP, che deve raggiungere
la temperatura desiderata, ma con il rischio che il
prezioso bitume venga danneggiato se il materiale viene riscaldato
troppo rapidamente. Il RAH100 elimina questa preoccupazione.
È costituito da due sezioni collegate: la prima
è un generatore di gas caldo contenente un bruciatore
che spinge l’aria verso la seconda sezione, un essiccatore
a controcorrente. Il RAP entra nell’estremità opposta della
sezione dell’essiccatore a controcorrente e si muove verso
la camera di calore. All’estremità dell’essiccatore, il RAP
viene trasportato in un silo di accompagnamento. La miscela
RAP riscaldata lascia così l’essiccatore prima che la temperatura
diventi eccessiva, in modo tale che non raggiunga
mai la temperatura critica, di “danneggiamento” del bitume.
Il design dell’ABP HRT è peculiare, con il sistema di
riciclo collocata sopra il mescolatore. Qual è lo scopo
di questo progetto?
L’impianto è progettato per incorporare grandi percentuali
di RAP, che diventa attore principale. La differenza più evidente
rispetto a un impianto tradizionale è che l’intero sistema
di riciclo dell’ABP HRT è disposto verticalmente, in
linea diretta sopra il mescolatore. Questo consente di far
cadere i materiali invece di trasportarli, riducendo al minimo
l’usura e ottimizzando il trasporto del RAP caldo. L’approccio
HRT significa anche che c’è abbastanza spazio nella
torre dell’impianto per i componenti di alimentazione degli
additivi e per eseguire lavori di ispezione e manutenzione.
Fare un mix composto al 100% di RAP è impressionante.
Tuttavia, molti produttori utilizzano quantità
inferiori di RAP. Quali sono le soluzioni Ammann per
questi clienti?
Esistono vari processi di riscaldamento che dipendono dalla
quantità di materiali riciclabili. Il RAH60 è un essiccatore
Materiali
Materiali
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a flusso parallelo in cui è possibile alimentare fino al 60%
di materiali riciclati a caldo. Il RAH50, invece, è un essiccatore
ad anello centrale che incorpora fino al 40% di materiali
riciclati a caldo. Il riciclo può avvenire negli impianti
Ammann senza questi essiccatori specifici. Fino al 30%
di materiale riciclato a freddo può andare direttamente nel
mescolatore, il che significa che quasi tutti i nostri impianti
sono in grado di utilizzare tale quantità di RAP.
3
Capitolo emissioni, in cui il settore ha già toccato
livelli molto importanti: ritiene possibili ulteriori
riduzioni?
Sì. La più recente riguarda i composti organici volatili
(COV), che devono essere ridotti nel flusso di gas puliti
per ridurre il valore totale del carbonio. Lavoriamo continuamente
per ridurre le emissioni di CO 2 . Questo può essere
realizzato raffreddando attivamente il tamburo, aumentando
l’efficienza di asciugatura e utilizzando fonti di
energia come i biocarburanti e la polvere di legno. La tecnologia
Ammann può ridurre CO 2 del 10% e considerevolmente
molto di più a seconda dell’età dell’impianto e della
tecnologia scelta. Ma vi sono altre opportunità per ridurre
le emissioni di CO 2 , tra queste agire sul parco di cisterne di
bitume. Un’azienda tradizionale impiega cisterne orizzontali
riscaldate con olio diatermico. Il passaggio a un parco
cisterne verticali riscaldato elettricamente comporta invece
notevoli vantaggi. Non vi è alcun consumo di olio e quindi
nessuna emissione. Anche il riscaldamento elettrico è conveniente.
Infatti, le cisterne di bitume riscaldate elettricamente
sono diventate uno standard in tutta Europa e in altre
parti del mondo. Vi sono quindi anche altre emissioni,
come polvere e odori. Il loro livello di importanza e i valori
massimi consentiti differiscono molto da paese a paese e
da zona a zona. La nostra tecnologia consente di raggiungere
i valori più bassi per tutti loro (ad esempio < 10mg/
m³ di polvere) senza causare alcuna restrizione al funzionamento
dell’impianto. L’asfalto a bassa temperatura (LTA)
è un’altra opportunità che sta diventando sempre più diffusa.
Mentre l’asfalto convenzionale viene prodotto a circa
170°C, i processi odierni consentono temperature di pro-
3. Innovazione e recupero
tra le “password”
dell’approccio Ammann
4. Cisterne verticali
riscaldate elettricamente
5. Impienti e green: un
binomio non solo possibile,
ma anche effettivo
4
duzione di circa 100°C. L’abbassamento della temperatura
di produzione facilita il fabbisogno energetico, e quindi
anche le emissioni. L’LTA ha un impatto sull’intero processo
di produzione, inclusa l’essiccazione, le sequenze di mescolazione
e il riciclo. Ammann ha focalizzato la nostra ricerca
e sviluppo sull’intero processo di produzione di LTA.
Ha fatto riferimento alle emissioni di polveri. Questo
sta diventando un problema sempre più grande, poiché
gli impianti devono spesso essere situati in aree
sensibili. Si può fare qualcosa di più per limitare le
polveri che ne derivano?
Gli impianti Ammann rimuovono la polvere attraverso un
filtro a maniche altamente efficiente che riduce le polveri di
scarico a meno di 10 mg/m3, che è un punto di riferimento
esemplare. Ora stiamo lavorando per ridurre ulteriormen-
centra
esclusivamente sulle polveri risultanti dal processo
di mescolazione e su ciò che esce dal camino. Ci si dimentica,
invece, che tutte le operazioni logistiche intorno a un
impianto di produzione d’asfalto, e intorno ad attrezzature
come camion e pale gommate, stanno creando molta più
polvere dell’impianto stesso. Fortunatamente, paesi come
la Cina, e anche alcune aree in Europa, stanno prendendo
sempre più in considerazione queste altre fonti. Ammann e
i nostri clienti hanno sviluppato insieme soluzioni per limitare
ulteriormente la polvere. L’adozione di misure presso
l’alimentatore a freddo, il carico, lo scarico, il silo di troppopieno,
l’area di carico del riempimento, il vaglio, i nastri e i
punti di trasferimento possono fare una grande differenza.
Questo in aggiunta agli sforzi riguardanti il filtro. Per riassumere
lo stato attuale delle emissioni, direi che l’attenzione
principale è rivolta alla riduzione di CO 2 , COV e NOx nel
processo di combustione e alla riduzione del contenuto di
polvere residua dopo il filtro. Ma vi sono mercati in cui, ad
esempio, si promuove anche l’integrazione del pre-dosaggio
nel processo di depolverazione.
Si parla molto di fonti energetiche alternative, come i
biocarburanti. Alcuni produttori che stanno pensando
all’acquisto di un impianto potrebbero tuttavia essere
riluttanti a impegnarsi in questi carburanti, in quanto
sono in qualche modo “non provati” e la loro disponibilità
potrebbe non essere così consistente come
le fonti tradizionali.
I bruciatori a biocarburante Ammann possono anche utilizzare
combustibili più tradizionali come il gas naturale, il
GPL, l’olio leggero e pesante e il cherosene. Questo allevia
le preoccupazioni dei clienti che esitano ad affidarsi esclusivamente
ai carburanti più recenti. L’uso di questi nuovi
carburanti è un’altra significativa vittoria sul fronte verde.
Stiamo prendendo fonti di energia rinnovabili o, in alcuni
casi, convertendo un prodotto di scarto in combustibile. In
questo modo si risparmiano le risorse naturali e si riduce la
pressione sulle discariche. Sul fronte delle rinnovabili, siamo
molto in alto per quanto riguarda il bruciatore a polvere
di legno. Il bruciatore trasforma la polvere di legno, un
materiale disponibile da fonti locali, in un combustibile rinnovabile.
Ciò che rende questo bruciatore di polvere ancora
più eccezionale è la sua neutralità al carbonio. L’anidride
carbonica rilasciata durante la combustione del legno è compensata
dal fatto che l’albero ha consumato quella quantità
di anidride carbonica durante la sua vita. Pertanto, questa
parte delle emissioni è neutra dal punto di vista del carbonio.
Il bruciatore si è dimostrato efficace e viene utilizzato
su diversi impianti d’asfalto Ammann. Può essere installato
anche su impianti esistenti.
Esempi di biocarburanti sono invece la colza e la canna da
zucchero. Si può usare anche il tallolio, che è un prodotto
di scarto della produzione di solfato di cellulosa. Ci aspettiamo
che nel prossimo futuro (e Ammann si sta già preparando
in questo senso) altri tipi di combustibile, come l’idrogeno,
possano ridurre ulteriormente significativamente
le emissioni di gas.
Materiali
Materiali
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Sicurezza Stradale
Tecnologie&Sistemi
1
2
Dagli stabilimenti
Fabrizio Apostolo
alle nostre strade
ALLA SCOPERTA DELLA FORZA INDUSTRIALE DEL GRUPPO CANCELLOTTI,
CHE HA PORTATO SULLO SPARTITRAFFICO DI UN PONTE DI ROMA (UNA PRIMA
VOLTA NAZIONALE) L’INNOVATIVA “ABESCA H120 W2”, PRIMA BARRIERA NEW
JERSEY TESTATA IN GRADO DI OPERARE IN LARGHEZZE INFERIORI AL METRO.
TRA I PUNTI DI VALORE DI QUESTA E ALTRE INIZIATIVE, IL FATTO DI POTER
CONTARE SU UNA RETE DI SITI PRODUTTIVI, TUTTI QUALIFICATI E CERTIFICATI.
Dal progetto al test, al cantiere. Passando per un’attività
produttiva di primo piano, sia nella qualità sia
nella quantità. La barriera Abesca H120 W2 a cui
leStrade aveva dedicato la copertina del numero di Settembre
2019, nonché un approfondimento tecnico a cura
del progettista, l’ingegner Gabriele Camomilla, è stata installata
per la prima volta su strada, nella versione su cordolo,
all’inizio dello scorso marzo. La nostra rivista può rac-
contare ora, in esclusiva, questa gradita primogenitura:
nel documentarla, per poi raccontarla, abbiamo ritenuto
di interesse per il lettore illustrare anche la forza produttiva
che sta dietro a iniziative come questa, che bene sa legarsi,
del resto, a quella progettuale, in un certo modo già
approfondita nel fascicolo citato. Guardando ai player in
campo, protagonista di questa storia è dunque l’associazione
e poi società Abesca, nonché uno dei suoi soci fon-
3 4
1. Dallo stabilimento
(di Perugia)…
2. …alla strada: è il viaggio
delle barriere New Jersey
certificate Abesca prodotte
da Cancellotti
3, 4, 5. Alcune fasi
del cantiere di Ponte
Magliana, a Roma, dove per
la prima volta è stata posata
la nuova barriere Abesca
H120 W2 su cordolo
datori, il Gruppo Cancellotti, dal cui stabilimento di Ponte
Valleceppi, Perugia, sono usciti gli elementi in New Jersey
andati a comporre la nuova barriera di sicurezza in calcestruzzo
del Ponte Magliana, a Roma, nodo della rete viaria
gestita da Roma Capitale Dipartimento SIMU che si caratterizza
per elevati volumi di traffico e spazi confinati: di qui,
l’impiego di un dispositivo innovativo dallo spostamento riducibile
ai minimi termini (come peraltro comprovato dai
crash test). A inizio mese, così, le squadre dell’impresa appaltatrice
Tecnologie Stradali Srl, in collaborazione con gli
operatori del Gruppo Cancellotti, hanno dispiegato lungo
l’arteria romana - oggetto di un intervento di manutenzione
straordinaria - questa versione di barriera spartitraffico
progettata e testata per essere collocata su cordolo, prima
5
Tecnologie&Sistemi
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“cugina” dunque del New Jersey per installazione su rilevato
a cui avevamo dedicato la copertina di due anni or sono.
Spostamento minimo
A proposito di primogeniture, anche per quanto riguarda
la larghezza operativa W2 (“in ogni punto urtato”, come
ci ricorda giustamente lo stesso Camomilla), ovverosia
quella che in malaugurato caso di impatto consente alla
barriera di rientrare nello spartitraffico minimo di soli 80
cm, la Abesca H120 W2 è risultata la prima, in assoluto,
a essere testata e certificata. La versione su cordolo, installata
a Roma, manifesta inoltre tutti i punti di valore tipici
delle barriere di questo genere, tra cui la continuità e
dunque la “non aggressività” nei confronti dei motociclisti,
nonché la resistenza. Se poi a questi fattori aggiun-
6. Rendering della barriera
Abesca H120 W2
7. Abesca H120 W2
su cordolo nel montaggio
su pista di prova
8. La sede del Gruppo
Cancellotti a Perugia
9. Movimentazione di barriere
10. Stabilimento di Carvico
(Bergamo)
11. Vista aerea del sito
umbro
8
Tecnologie&Sistemi
9
10
giamo la facilità di trasporto, montaggio e manutenzione,
ci rendiamo perfettamente conto che la sua messa su
strada non può che essere considerata una buona notizia
per il settore. In più, come vedremo meglio tra breve,
non possiamo trascurare il fatto che la nuova barriera è
programmaticamente competitiva, un fattore che deriva
principalmente proprio dall’organizzazione produttiva che
l’accompagna. Prima di descriverla nel dettaglio, ricordiamo
soltanto al lettore che la nuova barriera è costituita da
un elemento a forma New Jersey classico della lunghezza
pari 6 m, prefabbricato in cemento armato, che presenta
10 fori simmetrici per il passaggio di chiodi frenanti di ancoraggio
(un’autentica innovazione) di lunghezza ridotta
da 90 a 50 cm rispetto a quelli dell’omologa struttura su
rilevato. “La lunghezza dei fori - leggiamo tra le altre cose
nella relazione di montaggio a cura del progettista - è ridotta
al minimo (15 cm) per rendere più veloce la messa
in opera e per avere una buona distribuzione omogenea
della resistenza all’urto, riducendo lo spostamento della
barriera anche con la collaborazione della massa del supporto
che ‘frena’ i movimenti impressi dall’urto”.
I giusti ingredienti
Salvaspazio, innovativa, la prima a essere certificata e anche
competitiva. Ci spiega questa “ricetta” dai molti ingredienti
Giovanni Mariotti, direttore commerciale di Cancellotti,
gruppo sorto a Perugia nel 1956 per iniziativa di
Delfo Cancellotti (nonno di Giovanni) e oggi leader nazionale
nel settore della produzione di barriere New Jersey
anche in virtù di una crescita costante tradotta per esempio
in acquisizioni come quella di Edilfor, altro nome noto
della prefabbricazione, nel 2004. Soltanto due anni prima
Cancellotti, che è un gruppo industriale a gestione ancora
familiare (la guidano Maurizio Mariotti, padre di Giovanni,
insieme a Francesco Cancellotti, zio del nostro interlocutore),
aveva dato vita insieme ad altri partner ad Abesca,
di cui a breve dunque ricorre il ventennale. Così come
esattamente “venti” sono i certificati di modelli di barriera
11
realizzabili ai sensi della norma comunitaria EN 1317 nel
carnet dell’Associazione Barriere Elementi Sicurezza Cemento
Armato, successivamente trasformata in Srl (per
maggiori info: abesca.com): “La Abesca H120 W2 posata
a Roma - spiega Giovanni Mariotti a leStrade - è senza dubbio
un modello altamente innovativo di barriera, che utilizza
la tecnologia dei paletti frenanti in aggiunta a quella del
manicotto-barra rullata che fa da catena nell’assorbimento
dell’energia di impatto in modelli con diverse larghezze
di lavoro. Proprio i suoi elementi comuni ad altre tipologie
di barriere sviluppate da Abesca, come la H120 W5, hanno
consentito a questo prodotto di raggiungere un livello
di competitività molto apprezzato degli operatori delle infrastrutture.
Come peso e fisionomia, la W2 è infatti analoga
alla W5, ragion per cui dal punto di vista produttivo
non sono stati necessari sostanziosi incrementi di armature
e abbiamo anche potuto utilizzare casseforme esistenti.
La vera novità è consistita nell’introduzione dei paletti
frenanti, che sono stati concepiti curando anche fattori,
insieme a quello economico, quali la facilità di inserimento
e la rapidità di posa”.
Barriere in New Jersey. Un prodotto soltanto all’apparenza
semplice, con dietro, come abbiamo visto, una pluralità
di meccanismi - progettuali e costruttivi - che possono
fare la differenza. Proprio la visione globale sui dispositivi
di sicurezza di questa tipologia, dall’ideazione alla
messa in opera, è una delle ragioni che hanno spinto le
aziende del comparto a dare vita, nel 2002, ad Abesca,
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MACCHINE
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per fare ricerca insieme guardando però non soltanto
alla “teoria”, ma anche e soprattutto alla pratica, di servizio
e di cantiere.
Valore produttivo
“L’esperienza in Abesca - rileva Mariotti - ci ha consentito
di approcciarci a questo settore con una visione a tutto
campo, conoscendo nel profondo i diversi aspetti che lo
compongono, dal getto del calcestruzzo al montaggio delle
barriere. La ricerca compiuta ha riguardato infatti tutti
gli aspetti in gioco, avendo come faro naturalmente gli
standard di sicurezza stradali richiesti di volta in volta dai
progettisti, ma non trascurando affatto altre questioni, su
tutte quelle esecutive”. Per quanto riguarda la produzione,
Cancellotti opera attraverso 6 siti diretti in Italia più 2
in outsourcing. Le barriere (tutte certificate) vengono realizzate
non solo presso lo stabilimento centrale di Perugia,
ma anche negli altri siti produttivi citati del gruppo. Da
sottolineare che il gruppo si occupa anche di molte altre tipologie
di prodotti, non solo in campo stradale, ma anche
ferroviario, nell’underground e nel trattamento delle acque
(per maggiori info: cancellotti.com).
Il quartier generale di Ponte Valliceppi (Perugia) vanta una
superficie di circa 60mila m 2 e un impianto di produzione
dalla capacità produttiva di 70mila metri cubi l’anno (e produzioni
giornaliere anche di oltre 500 m di barriere). A Carvico
l’area è invece di circa 16mila m 2 , con un impianto però
da 60mila metri cubi l’anno. “A Perugia - aggiunge Mariotti -
abbiamo due capannoni dedicati esclusivamente alla produzione
intensiva di barriere New Jersey. Praticamente, non ci
fermiamo mai, dal momento che tra i nostri clienti vi sono di
fatto i principali gestori della rete stradale italiana. Proprio
grazie a queste linee dedicate, siamo in grado di assicurare
produzioni molto elevate anche in tempi più che rapidi. In
più, il fatto di poter contare su siti produttivi diffusi ci consente
di superare la logica distributiva del ‘locale’, per allar-
gare il nostro raggio d’azione all’intero territorio nazionale.
Tutte le linee del gruppo, inoltre, sono certificate da Notify
Body per la produzione di barriere Abesca testate”. Alla manifattura,
si affianca poi il lavoro dell’ufficio tecnico di Cancellotti,
che verrà ulteriormente potenziato, e i mezzi per la
logistica, che supportano i clienti fino al cantiere. Un percorso
“globale”, dunque, guardando al ciclo del New Jersey,
che ha come punto di partenza la ricerca&sviluppo, come
corpo centrale la produzione e come traguardo finale la sicurezza,
di chi opera e di chi viaggia sulle nostre strade.
12. Un’arteria stradale
protetta da una barriera
New Jersey “Made by
Cancellotti”
&ATTREZZATURE
MACCHINE
ATTREZZATURE
Cemento armato, una sicurezza
A.B.E.S.C.A. (Associazione Barriere Elementi Sicurezza Cemento
Armato) nasce nel 2002 con l’obiettivo di promuovere
la diffusione di barriere di sicurezza a muretto in cemento ar-
mato. Le sue barriere hanno messo in sicurezza circa 3mila
km di strade in tutto il mondo. Obiettivi prioritari di Abesca
sono l’investimento continuo nella ricerca di nuovi modelli e
forme di barriere, e lo sviluppo dei modelli esistenti nelle loro
forme, materiali e altro, per migliorare, dove è possibile, la sicurezza
di tutti gli utenti della strada. I soci coprono la totalità
della produzione di barriere a vari profili e operano tutti in regime
di qualità. Tutti i modelli, sia da spartitraffico, bordo laterale,
bordo ponte, per punti fissi e gallerie sono stati messi
a punto e testati al vero su piste certificate e hanno superato
i crash test richiesti dalle normative italiane ed europee vigenti.
Cancellotti, da parte sua, si è specializzato anche nella
posa in opera delle barriere new jersey, in modo tale da intervenire
in tutte le fasi di vita del New Jersey, partecipando
insieme agli altri soci produttori (attraverso Abesca) alla sua
progettazione, mettendo a punto i processi produttivi e, infine,
occupandosi della messa in opera. Questo ha consentito
a Cancellotti di sviluppare un know how approfondito e
completo nel campo delle barriere New Jersey omologate.
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Escavatori Cingolati
Sfide europee
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A cura della redazione
QUELLE ARDUE, DIFFICILI, MA CHE SI VINCONO METTENDO IN CAMPO
ADATTABILITÀ, EFFICIENZA, POTENZA E COMFORT. LO FANNO QUOTIDIANAMENTE
GLI ESCAVATORI CASE CONSTRUCTION EQUPMENT, AUTENTICI CAMPIONI
DI VERSATILITÀ. COME ATTESTATO DA QUESTE ESPERIENZE DI CANTIERE
DOCUMENTATE IN TUTTO IL VECCHIO CONTINENTE.
Gli escavatori cingolati CASE Construction Equipment
sono ogni giorno al lavoro in diversi cantieri europei
più o meno impegnativi. Le macchine sono state elogiate
per la loro adattabilità, efficienza, potenza e comfort,
fattori centrali. Come evidenziato da Giuseppe Santo, Product
Manager per Escavatori e Midi Escavatori di CASE Construction
Equipment Europa, “la gamma di escavatori cingolati
è progettata per soddisfare le esigenze di ogni tipo
di cantiere. Le funzionalità della macchina sono pensate
per garantire versatilità, potenza e precisione uniche, il che
spiega perché vengono utilizzate in una vasta gamma di applicazioni
in tutta Europa”.
Design compatto
per lavori in alta quota
Il design compatto dei cingolati CASE li rende ideali per operare,
per esempio, in spazi ridotti. Il modello CX145D SR è
una delle macchine più maneggevoli sul mercato, con una
cabina in grado di completare una rotazione completa con
il minimo rischio di entrare in contatto con quanto sta intorno.
Per questo, l’azienda italiana Bancoline (specializzata in
manutenzione stradale, demolizioni e costruzioni) ha scelto
di usare questo escavatore per la manutenzione di una serie
di strade di montagna. “Il nostro operatore adora questa
macchina - afferma Mauro Gross, titolare di Bancoline
-. La manovrabilità del CX145D SR è essenziale per lavorare
su queste strette strade di montagna, a una certa altitudine,
e ci permette anche di risparmiare tempo”.
Potenza e precisione
contro le calamità
Nell’ottobre 2018 il Nord Est d’Italia è stato colpito da una
tempesta che ha distrutto migliaia di ettari di foreste. Il comune
di Moena, Trento, incaricato delle operazioni di bonifica,
ha acquistato una macchina CASE CX245D SR dotata
di una speciale attrezzatura “abbattitrice-allestitrice”. “Eravamo
già rimasti colpiti dal CX145D SR, ma avevamo bisogno
di una macchina ancora più potente per il lavoro che ci
accingevamo a svolgere”, ricorda Michele Turri, proprietario,
di Malè in Val di Sole. “Il CX245D SR ha persino superato
le nostre aspettative. Grazie alla sua forza di trazione,
siamo stati infatti in grado di rimuovere rapidamente e con
facilità tutti gli alberi danneggiati e le soluzioni telematiche
collegate all’attrezzatura ‘pinze abbattitrici’ ci hanno permesso
di tenere traccia dell’altezza e del diametro di ogni
albero tagliato”.
1, 2, 3. Lavorazioni
in cantieri italiani
4. Escavatore
al lavoro in Spagna
5. Sito francese
6. Demolizione in Germania
Attività forestali
Dall’Italia alla Spagna. La Maderas Marcos, anch’essa operante
nel settore forestale, utilizza un escavatore CASE
CX210D. Il concessionario CASE Ruvisca ha dotato la macchina
di un’attrezzatura forestale utilizzata per movimentare
il legno di pino ed eucalipto. “La potenza e la precisione del
CX210D si sono rivelate perfette per questa applicazione.
Il concessionario, nel tempo, ha conquistato la nostra totale
fiducia, per questo sappiamo sempre che stiamo acquistando
un mezzo affidabile e in grado di aiutarci a svolgere
al meglio il nostro lavoro per il nostro cliente principale,
ENCE, azienda leader in Spagna nella produzione di cellulosa
di eucalipto ed energia rinnovabile da biomasse. ENCE
utilizza residui di piante e rifiuti per creare energia pulita, e
si occupa allo stesso tempo di rimuovere i tronchi e i rami
caduti per mantenere pulito il bosco e prevenire incendi accidentali”,
spiega Rodolfo, il titolare.
4 5 6
3
Operazioni di livellamento
e consumi efficienti
L’azienda francese Potin TP, cliente CASE da oltre 18 anni,
lavora invece con una flotta di 20 macchine CASE, tra cui
un CX350D che ha recentemente operato nello scavo delle
fondamenta per un nuovo edificio con area a verde. La
macchina ha permesso di risparmiare cinque litri di carburante
l’ora, come rivela Thomas Cochet, operatore di Potin
TP, con 14 anni di esperienza: “Adoro questa macchina
perché è semplice accedervi per la manutenzione ed
è tutto a portata di mano. Il basso consumo di carburante
e, di conseguenza, le ridotte emissioni di CO2 sono una
piacevole sorpresa”.
Demolizioni efficaci
a qualsiasi altezza
La demolizione di edifici molto elevati con escavatori tradizionali
presenta spesso problemi. L’unico modo per affrontare
questa sfida è dotare la macchina di un braccio
esteso da 21 m, come ha fatto l’azienda tedesca Paul
Kamrath Ingenieurrückbau GmbH con un CX350D. Sebastian
Morsmann, l’operatore, al proposito ha spiegato: “Il
CX350D di CASE può essere controllato in sicurezza e con
precisione. L’attrezzatura reagisce perfettamente a ogni comando
e anche la risposta dei joystick è ottimale. Quando
si lavora con mezzi ‘long reach’, la cabina inclinabile rappresenta
un valido alleato, poiché si riesce ad avere una
visuale netta dello strumento, mentre il monitor Maximum
View CASE, con veduta aerea e panoramica, migliora la sicurezza”.
Nelle demolizioni opera anche l’azienda italiana
P.R.A., che utilizza un escavatore CASE CX370D con braccio
di sollevamento triplice. “Il braccio triplice del CX370 è
esattamente ciò di cui avevamo bisogno. La manovrabilità,
le caratteristiche idrauliche e i consumi sono eccezionali.
Oltre a ciò, il braccio di sollevamento e il bilanciere sono
molto robusti e il sottocarro è facile da pulire”, queste le
parole di Matthias, operatore di P.R.A.
Verso la new generation
“Nonostante il Covid-19 - conclude Santo - siamo rimasti
concentrati sull’obiettivo e ci stiamo preparando a lanciare
la nuova generazione di macchine, tenendo sempre in
considerazione il crescente bisogno di versatilità, sfruttando
la nostra partnership con i marchi CNH Industial”. Tutte
le macchine saranno prodotte in Giappone e includeranno
il 20 t et 24 t con carro in sagoma sia mono che triplice.
“Sappiamo che negli ultimi anni sono emersi trend sempre
nuovi e continueremo ad ascoltare i nostri clienti e a investire
in ricerca e sviluppo”.
Macchine
Macchine
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Spazzatrici Stradali
La prima autonoma
UN PASSO AVANTI NELLA TECNICA.
ORIENTATI AL FUTURO
è Made in Italy
Mauro Armelloni
VIA AI TEST SU STRADA, A SINGAPORE, PER LA DULEVO 6000, LA SPAZZATRICE
CHE GARANTISCE L’ABBATTIMENTO TOTALE DELLE PM10 ORA, PER LA PRIMA
VOLTA SU SCALA PLANETARIA ANCHE IN VERSIONE A GUIDA AUTONOMA.
ESEMPIO UNICO DI ROBOTICA AMBIENTALE, LA MACCHINA PORTA LA FIRMA
DI DULEVO INTERNATIONAL, CHE HA COLLABORATO CON ST ENGINEERING,
800 SUPER E GORE.
Dulevo International, sede a Fontanellato (Parma)
tra i leader mondiali nel campo della pulizia commerciale,
industriale e urbana (è affermata in oltre
80 paesi del pianeta) ha annunciato di aver ottenuto dalla
Land Transport Autority di Singapore, in collaborazione
con ST Engineering e 800 Super Waste Management, l’approvazione
a effettuare test su strada per la prima spazzatrice
stradale a guida autonoma. Si tratta di una grande
soddisfazione per il nostro Made in Italy: grazie a questo
progetto, Dulevo contribuisce così a portare l'innovazione
della guida autonoma all’interno del settore della pulizia
urbana e lo fa attraverso una macchina, la Dulevo 6000,
dall’elevatissima efficienza meccanico-aspirante-filtrante.
La spazzatrice risparmia infatti fino al 60% del consumo di
acqua e adotta un sistema integrato di filtraggio, sviluppato
in collaborazione con Gore, che garantisce l'abbattimento
totale delle particelle PM10.
1
Green-tech d'eccellenza
Le prove sulle strade pubbliche di Singapore sono già in
corso negli orari di minor traffico, ma in modo progressivo
verrà raggiunto uno stato operativo regolare in cui la
spazzatrice opererà contestualmente al traffico quotidiano.
“Siamo molto felici di collaborare a un’innovazione così
importante, che contribuirà a rendere le città sempre più
intelligenti e sostenibili e a cambiare il mondo della mobilità”,
ha dichiarato Tighe Noonan, presidente e CEO di Dulevo
International. “Il successo del progetto dimostra ancora
una volta come Dulevo rappresenti un’eccellenza non
solo per l’efficacia e l’efficienza dei propri prodotti, ma anche
per la capacità di portare il proprio contributo di idee,
ricerca e sviluppo in complessi programmi internazionali
Macchine
1, 2. La Dulevo 600 “self-driving” a Singapore
come questo”. Il progetto fa parte del programma di robotica
ambientale della National Environment Agency (NEA)
di Singapore. Il veicolo è stato modificato con l’innesto di
sensori su tutti i lati e unità di calcolo all’interno della cabina.
Durante l'utilizzo, la spazzatrice è monitorata a distanza
tramite un centro di tele-operazione in cui vengono
determinati (e, se necessario, regolati e ottimizzati) percorsi
e tempi di pulizia. Secondo le autorità di Singapore,
il completamento con successo dei test potrebbe aprire la
strada allo spiegamento pilota dei veicoli per la pulizia stradale
a guida autonoma a inizio 2022. Per maggiori info:
dulevo.com
2
+
PULIZIA
PROFONDA
+
DESIGN
COMPATTO
+
ESTREMAMENTE
PERFORMANTE
1-2/2021 leStrade
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LS
3. Foto di gruppo per alcuni
dei robot della grande
famiglia Brokk
Macchine
3
Piattaforme Online
Robot connessi
a Industria 4.0
Mauro Armelloni
DA BROKK ARRIVA BROKK CONNECT, UNA
SOLUZIONE DIGITALE INNOVATIVA CHE CONSENTE
AI CLIENTI DI MONITORARE E GESTIRE LE PROPRIE
MACCHINE ANCHE IN FUNZIONE DELL’ACCESSO
AL CREDITO D’IMPOSTA PREVISTO DALLA LEGGE DI BILANCIO 2021. L’ITALIA,
CON SVEZIA E SVIZZERA, È TRA I PAESI APRIPISTA DI QUESTA FORMULA.
LA PIATTAFORMA, DISPONIBILE PER I NUOVI MODELLI, È ANCHE ADATTABILE
AI PRECEDENTI.
1
2
4, 5. Utilissimi anche
e soprattutto nei lavori
sotterranei
simizzazione del valore della loro attività. La soluzione include
hardware e software unici per soddisfare i requisiti specifici del
funzionamento e della gestione dei robot di demolizione facendo
sì che siano compatibili con Industria 4.0.
Come funziona
L’hardware Brokk Connect installato sulla macchina è collegato
alla centralina elettronica, al radiocomando e a tutti i sensori
della macchina. Il software Brokk Connect è progettato in modo
univoco per elaborare e analizzare tutti i dati provenienti dal robot,
con l’obiettivo finale di aiutare i proprietari e gli operatori
di Brokk ad avere sempre il pieno controllo delle dinamiche
in corso. Per fornire la migliore copertura e un funzionamento
sempre attivo, la connessione al robot avviene tramite la rete
di telefonia mobile. Attraverso la piattaforma online è possibile
individuare e gestire l’intera flotta di robot, ottenere informazioni
precise su ogni attività e inviare notifiche di attenzione o
di qualsiasi esigenza di servizio.
4
I vantaggi
Alcuni dei principali vantaggi sono riassumibili come segue:
• Accessibilità. Il sistema consente di avere sempre accesso,
in tempo reale, alle informazioni sulla geolocalizzazione del robot,
lo stato, i dati operativi e qualsiasi esigenza di attenzione.
• Gestione. La piattaforma sfrutta i dati operativi per migliorare
il funzionamento e la produttività della flotta, nonché per ottimizzare
la pianificazione del progetto. È possibile inoltre tenere
traccia dello stato delle macchine per manutenerle in modo
proattivo ed evitare tempi di fermo. In più, invia comandi per limitarne
volutamente il funzionamento o risolvere eventuali criticità
in tempo reale.
Senza pensieri
Un ulteriore vantaggio, infine, può essere riassunto attraverso
una formula antica ma sempre popolare: “Senza pensieri”. Una
condizione raggiungibile aggiungendo, per esempio, un contratto
di servizio Uptime a Brokk Connect e lasciando che Brokk si
prenda cura delle macchine. Sarà così la stessa Brokk a monitorare
e mantenere i robot sani e sempre pronti per il prossimo
lavoro. “Dal momento che Brokk Connect è una soluzione sviluppata
da Brokk e non un sistema standard applicato al robot
- rileva Martin Krupicka, CEO di Brokk Group - questa specifica
piattaforma può essere completamente progettata per creare
il massimo valore per i proprietari di una macchina Brokk.
Se l’obiettivo dell’utente è migliorare l’utilizzo della macchina e
il funzionamento aziendale o manutenere e monitorare lo stato
di salute della macchina stessa, il sistema può davvero essergli
di pieno supporto”. “Sempre più clienti inoltre - aggiunge il manager
- stanno scoprendo il valore di lasciare semplicemente
che Brokk si prenda cura dei loro robot, mentre si concentrano
sulla gestione della loro attività”.
Brokk Connect sarà inizialmente lanciato in Svezia, Svizzera
e Italia. Successivamente, nel corso del 2021, sarà disponibile
nel resto dell’Europa e del Nord America, quindi nel resto del
mondo. Brokk Connect sarà disponibile per la consegna su tutti
i nuovi robot Brokk, ma può anche essere adattato a modelli
precedenti. In questo modo, i clienti Brokk possono collegare
l’intera flotta. Più info su brokk.com
5
Da Brokk arriva Brokk Connect, una piattaforma online
dedicata alla gamma di robot da demolizione della
casa che consente l’accesso al credito d’imposta del
50% concesso in base alla legge di bilancio 2021 “Industria 4.0”.
Brokk Connect è una soluzione hardware e software progettata
in modo univoco per i robot Brokk, che collega i robot a un
portale online in cui gli utenti possono monitorare e gestire le
loro macchine. Oltre a fornire dati in tempo reale, la piattaforma
analizza le informazioni per aiutare i proprietari di Brokk a ottimizzare
l’utilizzo e il tempo di attività della macchina. In combinazione
con un contratto di servizio Brokk Uptime, consente
inoltre ai clienti Brokk di concentrarsi completamente sulla mas-
1, 2. Brokk Connect:
la digitalizzazione nel campo
delle macchine operatrici
ha fatto un ulteriore
passo avanti
Macchine
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Fresatrici Stradali
Usura rimossa
alla perfezione
Emilia Longoni
FOCUS SULLE FRESATRICI PER LA SCARIFICA DEGLI STRATI STRADALI
SUPERFICIALI SVILUPPATE DA SIMEX, TRE MODELLI CON TAMBURI DA 100,
120 E 150 CM DOTATI DI UN SISTEMA DI ABBATTIMENTO POLVERI INTEGRATO
CHE GRAZIE AL SISTEMA BREVETTATO AUTOLIVELLANTE CONSENTONO
DI REALIZZARE PIANI PERFETTI, ANCHE A FILO MURO. TRA GLI ULTERIORI PLUS,
UN DISPOSITIVO CHE PERMETTE DI OTTIMIZZARNE LE PRESTAZIONI.
1
2
3
Dallo specialista Simex, nome noto del Made in Italy
della meccanica apprezzato in tutto il mondo, ecco
una serie di attrezzature fatte apposta per semplificare
l’opera delle imprese impegnate in lavorazioni stradali:
le fresatrici per la scarifica del tappeto d’usura. Sono,
lo anticipiamo, i modelli PL 1000, 1200 e 1500, la più grande
sul mercato, quest’ultima, nella categoria, caratterizzate
da una larghezza, rispettivamente, di 100, 120 e 150 cm.
All'interno della gamma PL, spiega infatti il produttore, sono
stati realizzati tre modelli con tamburi di dimensioni maggiorate,
specifiche proprio per la scarifica dell’usura, ovvero
l’ultimo strato del piano stradale.
“I tre modelli - notano da Simex - hanno tutte le caratteristiche
che hanno reso le fresatrici stradali Simex un riferimento
per il settore. Oltre infatti alla robustezza costruttiva
e a componenti idraulici che assicurano potenza e longevità
operativa, queste attrezzature beneficiano anche di una
serie di soluzioni brevettate quali il sistema autolivellante,
per una profondità di fresatura sempre costante, e il dispositivo
Performer che permette all’operatore di ottimizzare
le prestazioni della macchina operatrice”.
Innovazione concentrata
Ma entriamo più nel dettaglio dei punti di forza di queste
macchine. Il sistema autolivellante (sottolineiamolo, un brevetto
Simex) porta al risultato di una profondità costante di
fresatura in qualsiasi condizione del contesto, indipendentemente
dal profilo del suolo e della posizione dell'attrezzatura
rispetto alla macchina motrice. Le slitte, inoltre, si
muovono indipendentemente l'una dall'altra seguendo perfettamente
il piano di lavoro, sia a destra sia a sinistra. La
regolazione indipendente della profondità sui lati destro e
sinistro, combinata al sistema autolivellante, consente così
di ottenere piani perfetti con passate affiancate. Grazie al
traslatore laterale idraulico è quindi possibile lavorare sia
in posizione centrale sia laterale, verso destra, per fresare
a filo muro. Le nuove bandelle laterali sono state ridise-
Attrezzature
1. Ecco le fresatrici Simex
specifiche per la scarifica
dei tappeti d’usura
4
2. Le attrezzature sono dotate
di un sistema autolivellante
3. Il sistema consente
di regolare la profondità
a destra e a sinistra
in modo indipendente
4. Lavorazioni a regola
d’arte anche a filo muro
Attrezzature
3/2021 leStrade
3/2021
5
120
LS
gnate per evitare eventuali problemi di abrasione e rottura
dei tubi angolari, ottimizzandone sensibilmente l'ingombro.
Infine, focus su un altro brevetto Simex, quello relativo
all’impianto ad acqua integrato nel telaio. Il sistema di abbattimento
polveri, infatti, è composto da elettropompa,
filtro, nebulizzatori e, per l’appunto, da un serbatoio acqua
integrato nel traslatore. Permette l'abbattimento delle
polveri che si sviluppano durante la fresatura. Questa
integrazione evita di dover installare un impianto acqua
sul tetto della macchina motrice. Nel modello PL 1500, la
Cresce anche la famiglia delle escavatrici a ruota
Simex espande ulteriormente la gamma di escavatrici a
ruota inserendo un nuovo modello nella categoria RW e
RWE. Si tratta di un’escavatrice a ruota per lo scavo di
mini trincee progettata specificamente per la posa della fibra
ottica. L’attrezzatura si caratterizza per la possibilità di
montare dischi di taglio da 25-30-40-50-80 mm di larghezza,
operando a una profondità di 250-300-350 mm, a regolazione
meccanico-manuale. L’RW 350 è dotata del sistema
autolivellante (basculante): grazie al supporto snodato
che ruota sull’asse del tamburo, le slitte poggiano sempre
stabilmente al suolo, garantendo una profondità di scavo
6
capienza del serbatoio è stata addirittura maggiorata fino
a raggiungere i 160 litri.
La sorella maggiore
In conclusione, puntiamo i riflettori sulla PL 1500, la più
grande fresatrice stradale sul mercato di questa tipologia.
La nuova PL 1500, grazie alla larghezza di 150 cm, consente
di scarificare in due sole passate un’intera corsia fino a 3
metri, con un evidente risparmio di tempo migliorando così
anche la redditività dell’attrezzatura.
costante in qualsiasi condizione. Il particolare disegno delle
bocche di uscita e il dispositivo di svuotamento scavo a
inserimento meccanico manuale garantiscono la corretta
espulsione del materiale fresato, lasciando lo scavo pulito
alla profondità impostata. L’escavatrice a ruota RW 350
si configura come un’attrezzatura estremamente versatile,
pensata sia per il montaggio su minipala con l’aggiunta
del traslatore laterale idraulico, sia per escavatori da 5-10
ton, prendendo così il nome di RWE 35. RW 350 e RWE 35
rappresentano l’ultima novità di Simex nel campo della mini
trincea per la posa della fibra ottica.
5. Brevetto Simex: l’impianto
dell’acqua integrato nel telaio
6. La PL 1500
PAGINE
ASSOCIATIVE
Piano necessario
per viaggiare sicuri
Prefabbricazione
per il ponte dei record
Report sulle gare
BIM 2020
Comportamento di miscele
riciclate a freddo
La strategia europea
nei trasporti
Associazione Italiana
della Telematica
per i Trasporti e la Sicurezza
7 8
7. RW 350 in azione
Attrezzature
8. Modello RWE 35
3/2021 leStrade
122
Piano necessario per viaggiare sicuri
Sì alla montagna, no al topolino: 1 milione di km di strisce bianche sulle strade locali
Prefabbricazione per il ponte dei record
Tecniche all’avanguardia per garantire al nuovo “Genova San Giorgio” la massima qualità
123 LS
AISES
Associazione Italiana Segnaletica
e Sicurezza
P.zza Cola di Rienzo, 80/a
00192 Roma
Tel 06.45476588 - Fax 06.45476677
E-mail: presidenza@aises.it
www.aises.it
Gabriella Gherardi
Presidente AISES
U
n milione di chilometri di strisce
bianche. È quel che vorremmo
chiedere al nuovo Governo per
le nostre strade: 700.000 km di viabilità
locale senza manutenzione, senza
controlli ispettivi, senza investimenti,
eccezion fatta per i proventi
contravvenzionali, quasi mai pervenuti
a destino.
Il precedente Governo, nell’ambito
previsionale del Recovery Plan aveva
stanziato in tre anni 200 milioni di euro
a seguito di una martellante campagna
da noi condotta sulla sistemazione
della viabilità locale: la montagna ha
partorito un topolino!
Sulle incongruenze del piano UE è,
fra l’altro, caduto il vecchio Governo,
onde ci attendiamo che anche questa
macroscopica sottostima venga
tempestivamente corretta in vista
della presentazione del piano alla
Commissione europea entro la fine di
aprile 2021.
Ma qual è l’effettivo fabbisogno per
realizzare l’obiettivo della messa a
norma e in sicurezza della viabilità
locale?
Tralasciamo di occuparci delle strade
nazionali e delle autostrade non perché
siano ben tenute, ma semplicemente
perché sempre più spesso su di esse
interviene più autorevolmente la
magistratura.
Ma ritorniamo a bomba: se
consideriamo che l’operazione di
messa a norma e in sicurezza possa
costare quanto annota Autostrade per
l’Italia, da 60.000 a 80.000 euro a
km, perdiamo il conto di tutti gli zeri
1
© brindisireport.it
1, 2. Strade dissestate, nelle
proprie dotazioni di sicurezza, dalle
pavimentazioni alla segnaletica, dal Nord
al Sud Italia: occorre un Piano massivo
per rimetterle in sesto
che occorrono prima di scriverli su
carta, anche se va detto che, almeno
in prima fase di risanamento, tale cifra
occorrerebbe ove comprensiva anche
di una pianificazione per tratte di riskmanagement,
operazione peraltro mai
fatta nella viabilità locale.
Dalla “romanella”
agli interventi profondi
Ma la perfezione, in prima battuta,
non è perseguibile e ci dovremo
accontentare di arrivarci con gradualità,
operando prima una “romanella” detta
in gergo di un riassetto superficiale
complessivo, per poi dedicarsi,
anno dopo anno, a sistemare in
profondità le singole componenti delle
dotazioni di sicurezza della strada
(segnaletica orizzontale e verticale,
barriere comprese quelle antirumore,
canalette di drenaggio delle acque
meteoriche, reti paramassi, ecc.) per
arrivare all’appropriata installazione
delle strumentazioni di innovazione
tecnologica (video-sorveglianza,
messagistica variabile, rilevatori
automatici dei fenomeni più rilevanti
della circolazione anche in dialogo con
gli automobilisti e di controllo della
staticità della strada, grado di usura
dei materiali, ecc.), il tutto sviluppando
in maniera programmata nella
poliennalità un progetto generale di risk
management per tratte e generale di
sistema.
Per realizzare un piano del genere a
10.000 euro a km per almeno 5 anni
sarebbe necessario uno stanziamento
di 35 miliardi nella poliennalità, con
circa 7 mliardi all’anno. A fronte di tale
grosso sacrificio economico, si dovranno
anche conteggiare i vantaggi di questa
operazione in termine di maggior
2
sicurezza nel viaggiare (meno morti e
feriti, meno perdite o ammaloramento
di merci, più velocità commerciale,
costo minore dei premi assicurativi
RCA, ecc.) vantaggi che, negli anni,
andrebbero a compensare il grosso
investimento fatto.
Non entriamo nei meccanismi finanziari
per la realizzazione di un tale piano
perché ciò andrebbe ad ulteriormente
appesantire questa semplice proposta:
notiamo solo che un tal piano potrebbe
essere agevolmente finanziato dalla
BEI, ovvero da un lancio domestico
di Buoni del Tesoro rivolto al pubblico
con titoli di medio-lunga redimibilità
intitolandolo “Viaggiare Sicuri” o
espressione similare. Tutto ciò ove non
volessimo intaccare le disponibilità
del Recovery Fund: ove, in bozza,
prevede un investimento complessivo in
infrastrutture per l’Italia, ivi compresa la
mobilità sostenibile di circa 30 mld!
In conclusione “un milione di strisce
bianche” potrebbe essere il titolo di
questa operazione simboleggiando il
lungo e continuo percorso da dipanare
strada facendo.
FINCO
Federazione Industrie Prodotti
Impianti Servizi ed Opere Specialistiche
per le Costruzioni
Via Brenta, 13
00198 Roma
Tel 06.8555203
Fax: 06.8559860
E-mail: finco@fincoweb.org
www.fincoweb.org
Federico Baiardo
Responsabile Divisione Assistenza
Tecnica Strutture Civili e Industriali
IIS Service
Marco Perazzi
Relazioni Istituzionali
Istituto Italiano Saldatura (socio FINCO)
S
ei mesi dopo l’inaugurazione del
Ponte Genova San Giorgio del 4
agosto 2020, è doveroso rendere
onore alle competenze italiane che
hanno concorso nella realizzazione di
un’opera pregna di significanza anche
ingegneristica. Le criticità logistiche
e quelle economiche hanno imposto
infatti problematiche davvero sfidanti
sia alla produzione di officina che a
quella di cantiere. Tra queste sfide vi è
stata quella raccolta e brillantemente
superata dalle aziende impegnate nella
produzione della carpenteria metallica,
dove le società del Gruppo Fincantieri -
coi suoi tre stabilimenti produttivi di
Sestri Ponente, Castellammare di Stabia
e Valeggio sul Mincio - in collaborazione
con l’Istituto Italiano della Saldatura -
impegnata in sede di controlli in officina
e cantiere - son riuscite a performare
livelli di qualità sensibilmente più alti
rispetto alla media di settore. A tal
proposito, basti pensare che
mediamente, per opere di carpenteria
pesante ad uso infrastrutturale, una
costruzione di buona qualità è
comunque affetta da un’incidenza di
riparazioni fino al 3% dell’estensione
delle saldature. La statistica rilevata alla
chiusura del cantiere di Genova ha
rilevato un tasso di circa lo 0,8%, a
riprova dell’efficacia dell’efficacia sia
della produzione di giunti saldati che del
sistema predisposto per il loro controllo.
Ci si occuperà nel seguito di inquadrare
l’ingegneria e la tecnologia di processo
che hanno consentito di spingere il più
possibile la produzione e la produttività
di officina, nel rispetto di tutte le norme
vigenti e degli standard più rigorosi del
settore; ci si soffermerà, in particolare,
sulle scelte tecnologiche adottate per la
realizzazione dei giunti saldati, che in
un’opera in acciaio costituiscono uno
degli aspetti più delicati.
Saldature off-site e on-site
Nelle grandi opere metalliche
infrastrutturali si distinguono due
tipologie di giunzioni saldate: le
saldature di composizione, utili a
rendere collaboranti le membrature
principali delle strutture e perciò
soggette prevalentemente a
sollecitazioni di taglio; le saldature
trasversali, dette di forza, eseguite con
giunti a piena penetrazione e attraverso
cui si trasmettono le tensioni principali.
Alla prima tipologia corrispondono le
saldature eseguite in officina, nella
seconda, invece, rientrano quelle
eseguite in opera, durante le fasi di
montaggio. L’imponenza del ponte San
Giorgio - 1 impalcato di poco più di 1
km di lunghezza, formato da 19
campate, e 1 ulteriore rampa di 4
campate - e le stringenti tempistiche di
realizzazione, hanno imposto scelte
progettuali e gestionali volte a
massimizzare la modularizzazione e la
prefabbricazione (oltre il 50% delle
saldature longitudinali, su uno sviluppo
lineare di circa 200 km è stato infatti
1 2
eseguito in officina). Per tale ragione è
stato dunque fatto ampio ricorso a
processi automatici e semi-automatici;
nello specifico: per lunghe giunzioni
rettilinee, e laddove era possibile
operare in posizione piana, si sono
utilizzati impianti automatici per la
saldatura ad arco sommerso; per la
vestizione dei sottoassiemi con
nervature e traversi di irrigidimento, si
sono adottati processi automatici a filo
continuo sotto protezione gassosa;
laddove vi era invece la necessità di
operare in tutte le posizioni (come è il
caso dell’attività in cantiere) e per
garantire la massima protezione del
bagno di saldatura (esposto alle
condizioni atmosferiche), si è lavorato
integralmente con processo semiautomatico
a filo continuo animato.
Se la sfida dei tempi e della qualità è
stata vinta, è stato anche grazie alla
capacità produttiva messa in campo da
Fincantieri. Presso gli stabilimenti di
Castellamare di Stabia e Sestri Ponente,
con la stessa tecnologia adottata per gli
scafi di grandi navi, ha avuto luogo la
produzione dei pannelli dell’impalcato
(fondi centrali e carter laterali); per
questo tipo di produzione è stata
impegnata la linea “panel line” costituita
da due step produttivi: i) la prima,
denominata “one side welder” (fig. 1)
per la saldatura ad arco sommerso, a
più teste saldanti, utilizzata per
l’assiemaggio delle lamiere; ii) la
seconda, destinata al montaggio degli
irrigidimenti longitudinali (rib) per le
saldature a cordoni d’angolo tra rib e
lamiere. Una terza linea produttiva è
stata poi dedicata ai pannelli impiegati
per il fondo delle campate, utilizzando
un processo di saldatura automatico,
per mezzo di carrelli (tractors) con teste
ad arco sommerso su binari. La
fabbricazione delle travi, infine, ha
avuto luogo presso lo stabilimento di
Fincantieri Infrastructure a Valeggio sul
Mincio, dove ci si è potuti avvalere di
1. Particolare della linea produttiva
One side welder, utilizzata per
l’assiemaggio delle lamiere
2. Dettaglio della linea automatica
T-master, utilizzata per la saldatura
delle travi
una linea di produzione automatica
(T-master, in fig. 2), per la saldatura ad
arco sommerso a teste contrapposte
degli elementi strutturali principali della
porzione superiore della travata
metallica. Le attività di saldatura in
cantiere hanno invece interessato la
sezione centrale, che costituisce la
travata continua del viadotto. La prima
fase di lavoro è stata il preassemblaggio
dell’intera campata, compresi i traversi e
i controventi; il posizionamento dei
conci, in particolare, ha rappresentato
una fase assai delicata, in cui due
distinte esigenze andavano coniugate e
soddisfatte contemporaneamente:
rispettare la forma (soprattutto la
premonta) e le dimensioni finali
complessive; garantire localmente le
tolleranze geometriche dei giunti per
permetterne la corretta eseguibilità. Si è
dunque reso necessario procedere caso
per caso nel valutare le necessarie
attività di preparazione alla saldatura,
quali l’allineamento delle travi (tramite
martinetti e cunei), tagli parziali dei
cordoni d’angolo, imburrature, rifilature
dei lembi; solo successivamente è stato
quindi possibile avviare le saldature dei
giunti, con l’accortezza di adottare ogni
accorgimento utile a non modificare la
configurazione geometrica impostata col
preassiemaggio. Per la delicatezza delle
saldature in opera, sempre in cantiere è
stata allestita un’area dedicata alla
verifica e certificazione di circa 90
saldatori impegnati nelle fasi di
esecuzione dell’opera. Tali figure, oltre
ad essere testate sulle loro capacità
operative per i vari tipi di giunzione,
processi e posizioni di lavoro, hanno
anche ricevuto un’istruzione sulle
sequenze e procedure da adottare per
l’opera specifica; sono stati quindi inseriti
in un apposito elenco riportante le
caratteristiche della loro qualifica e dotati
di un proprio punzone per consentirne la
rintracciabilità. In tale modo è stato
possibile utilizzare ciascuno al meglio, in
base alle sue capacità ed alla difficoltà
dei giunti da realizzare, misurarne
l’efficienza e la qualità, ottimizzando in
sostanza l’utilizzo delle risorse a
disposizione. In tutte le fasi produttive
l’Istituto Italiano della Saldatura è
intervenuto a supporto della produzione
e per conto della committenza.
ASSOCIAZIONE AISES
FEDERAZIONE FINCO
12/2015 3/2021 leStrade
3/2021
124
Report sulle gare BIM 2020
Cresce la cultura progettuale digitale: bandi aumentati del 17% (8,7% del totale)
Comportamento di miscele riciclate a freddo
Tesi sperimentale con applicazione in campo prova sulla Superstrada di San Marino
125
LS
OICE
Associazione delle organizzazioni
di ingegneria, di architettura e
di consulenza tecnico-economica
Via Flaminia, 388
00196 Roma
Tel. 06.80687248
Fax 06.8085022
E-mail info@oice.it
www.oice.it
Andrea Mascolini
Direttore Generale OICE
Ibandi BIM nel 2020 sono
stati 560, in aumento del
17% sul 2019. È questo il
dato principale emerso nel corso
della presentazione del 4° Report
OICE sulle gare con richiesta
di BIM del 2020 in un webinar
molto partecipato tenutosi il 25
febbraio, aperto dall’intervento
del Presidente dell’Autorità
Nazionale Anticorruzione, avv.
Giuseppe Busia. L’evento, condotto
dal Presidente OICE Gabriele
Scicolone, dopo la presentazione
dei dati da parte del Direttore
generale dell’OICE, Andrea
Mascolini, ha visto lo svolgimento
di due virtual round table: la
prima moderata da Antonio
Vettese, coordinatore di OICE
Academy, cui hanno partecipato
Viola Albino, Responsabile
attività di digitalizzazione
dell’Agenzia del demanio, Ernesto
Sacco, Responsabile BIM del
Coordinamento Progettazione Anas,
Pietro Baratono, Responsabile del
Dipartimento per le Infrastrutture,
i sistemi informativi e statistici
del MIT e Micaela Giovanniello,
Responsabile Progetti Infrastrutture
della Direzione Investimenti
di RFI. La seconda, moderata
dal Consigliere OICE Francesca
Federzoni, alla quale sono
intervenuti Flavio Andreatta,
Managing Director di Allplan,
Dario Valsasina, BIM Manager di
1
© Italferr (FS Italiane)
Artelia Italia, Salvatore Macrì,
Technical Sales Specialist di
Autodesk, Daniela Aprea, BIM
Manager, Responsabile Sviluppo
BIM di Italferr e Barbara Frascari,
BIM Manager & Healthcare Project
Manager di Politecnica.
Grande interesse
per il webinar BEI
Record di interesse e partecipazione
anche per il webinar OICE sulla
Banca Europea degli Investimenti.
Si è svolto lo scorso 23 febbraio
con grande apprezzamento da
parte dei 260 partecipanti (record
per un webinar di formazione
sulle IFI), il webinar OICE sulla
Banca Europea degli Investimenti
(BEI), organizzato con l’Agenzia
ICE nell’ambito del programma di
internazionalizzazione 2021 guidato
dal Vicepresidente per gli Affari
Internazionali Roberto Carpaneto.
Dedicato al procurement della BEI,
Istituzione Finanziaria dell’Unione,
il webinar ha visto l’intervento in
collegamento da Lussemburgo
dell’Investment Officer Raffaele
Cordiner, del procurement Specialist
Nicola Di Pietro e della Contract
Officer Sonia Giorgis. Ad aprire
il webinar il Vicepresidente OICE
Roberto Carpaneto; conclusioni
affidate alle parole del Dirigente
ICE per gli Organismi Multilaterali,
Roberto Lovato. “La BEI, e più
in generale tutti gli organismi
© Anas/Systema
multilaterali, costituiscono per
l’ingegneria, l’architettura e la
consulenza italiane, una chiave
di successo di importanza
crescente per il processo di
internazionalizzazione. Approfondire
i meccanismi di procurement,
soprattutto per le PMI, sia per la
fase di preparazione (corporate)
sia per quella di implementazione,
è certamente fondamentale per
lo sviluppo della conoscenza delle
opportunità BEI dentro e fuori il
perimento dell’Unione”, ha detto
Carpaneto, per poi aggiungere:
“I dati di aggiudicazione sulla
consulenza italiana in BEI per tutti i
tipi di procurement è ancora molto
basso e dobbiamo fare quindi un
grande lavoro per conquistare nuovi
spazi”
Gli speaker BEI hanno presentato
la Banca con le priorità settoriali
1. BIM e infrastrutture,
un binomio sempre
più in crescita
(nell’immagine un
rendering del Ponte
Genova San Giorgio,
profetto Italferr)
2. Progetto stradale
e con l’allocazione delle risorse
nelle varie geografie di operatività.
I focus sono andati sugli EIB
Procurement Frameworks, sulle
EIB guidelines con particolare
riguardo ai servizi di consulenza e
infine su suggerimenti e strategie
per la presentazione di proposte
vincenti. Tracciando le conclusioni,
Lovato ha molto apprezzato il
livello delle presentazioni e di
interazione dei partecipanti,
facendo riferimento alla sempre
più proficua collaborazione con
OICE sul campo delle Istituzioni
Finanziarie Internazionali. Gli
approfondimenti OICE sull’UE sono
quindi proseguiti con due webinar
dedicati rispettivamente ad appalti
e programmi, alla luce della nuova
programmazione 2021-2027, che
si sono tenuti il 9 e 11 marzo
2021.
2
Società Italiana
Infrastrutture Viarie
SIIV
Sede Legale in via
delle Brecce Bianche
c/o Fac. Ingegneria
Università Politecnica delle Marche
60131 Ancona
Cristina Tozzo
Si è da poco conclusa
un’interessante tesi di laurea
riguardante la descrizione
delle fasi di progettazione e
costruzione di un tronco sperimentale
strumentato sulla Superstrada
di San Marino, (via XXV Marzo,
Domagnano) per il quale è stata
applicata la tecnica del riciclaggio a
freddo in impianto. Lo studio rientra
nelle attività del progetto “Cold
Recycled Asphalt Bases for Optimal
Energy and Resource Efficiency”
(CRABforOERE) promosso dalla
Conference of European Directors of
Roads (CEDR). La sperimentazione
ha visto la collaborazione tra
Università Politecnica delle Marche
come co-promotore del progetto
CRABforOERE insieme a Universität
Kassel (Germania), Institut français
des sciences et technologies des
transports, de l’aménagement et
des réseaux (Francia), Nottingham
Transportation Engineering Centre
(Gran Bretagna), Università degli
Studi di Palermo (Italia), Statens
väg- & transportforskningsinstitut
(Svezia), Università Politecnica
delle Marche (Italia), e l’Università
degli Studi della Repubblica di San
Marino e Azienda Autonoma di Stato
per i Lavori Pubblici di San Marino
(AASLP) come partners associati
per lo specifico scopo Work Package
(WP) n° 6 “Construction and shortterm
assessment of demonstration
CRM-pavements”. Il campo prova è
stato organizzato in 4 sottosezioni
differenziate per modalità e tipo di
materiali impiegati.
In particolare, nella sottosezione 2
è stato realizzato un intervento di
manutenzione profondo con fresatura
di 29 cm di vecchia pavimentazione,
la posa di uno strato di base in misto
cementato riciclato di 15 cm e uno
strato di binder in conglomerato
bituminoso riciclato a freddo di 10
cm; mentre, la sottosezione 3 ha
previsto un intervento intermedio
con fresatura di 14 cm di vecchia
pavimentazione e la stesa di uno
strato di binder in conglomerato
bituminoso riciclato a freddo di 10 cm.
Entrambe le sottosezioni sono state
ricoperte da uno strato di usura in
conglomerato bituminoso a caldo con
bitume modificato con polimeri SBS
dello spessore di 4 cm. La miscela di
conglomerato bituminoso riciclato a
freddo è stata identificata secondo
una specifica procedura di mix design
poi messa in produzione e posata in
vera grandezza. Le miscele riciclate
impiegate per lo strato di base e
binder sono state progettate secondo
le rispettive procedure di mix design
imposte dal Capitolato Speciale
d’Appalto per la Manutenzione
Straordinaria per Opere Stradali di
San Marino. Noto che le miscele
riciclate a freddo sono caratterizzate
da un processo di maturazione
nel quale sia la temperatura che
l’umidità del materiale giocano
un ruolo fondamentale, seguendo
l’obiettivo principale del WP6 che è
proprio l’analisi dell’evoluzione delle
caratteristiche meccaniche di tali
miscele in relazione alle condizioni
climatiche del sito, durante la stesa
sono state installate delle sonde
per la misurazione in continuo della
temperatura e umidità dello strato.
Nello specifico le sonde sono state
installate all’interno dello strato di
collegamento della sottosezione 2
secondo la configurazione illustrata in
fig. 1 I sensori sono stati collocati al
centro della corsia di marcia lenta e
il data logger protetto sul retro di un
cartello territoriale a bordo strada.
Sono state inoltre svolte delle prove di
Studentessa
Relatore
Correlatori
controllo qualità che hanno decretato
la conformità dei materiali e del
metodo costruttivo e le sonde sono
risultate perfettamente funzionanti. Le
prove LWD in sito hanno evidenziato
un valore di modulo dinamico medio
di 135 MPa dopo compattazione e
di 220 MPa, quindi facendo rilevare
un incremento di circa il 60%,
dopo 18 ore dalla realizzazione. Il
conglomerato riciclato a freddo di
tipo binder applicato in campo prova
è risultato conforme ai requisiti
di Capitolato in termini di analisi
granulometrica e composizione
della miscela, nonché presentando
una resistenza a trazione indiretta
media a 25 °C misurata su provini
maturati a 40 °C per 72 ore, in
condizione non sigillata e sigillata,
rispettivamente di 0,60 MPa e di
0,42 MPa e una densità secca di
2.175 kg/m 3 . Il valore medio dello
spessore degli strati e della densità
(2.062 kg/m 3 ) delle carote estratte
dalla pavimentazione a circa un mese
dalla realizzazione hanno confermato
la conformità al progetto. Il
monitoraggio futuro del campo prova
Elisa Guidi, UniRSM
Andrea Grilli, Professore Associato UnirSM
Prof. Andrea Graziani, Professore Associato UnivPM
Ing. Alex Balzi, Assegnista di Ricerca UniRSM
Ing. Matteo Casali, Direttore Azienda Autonoma
di Stato per i Lavori Pubblici di San Marino (AASLP)
1. Posizionamento in pianta
dei sensori all’interno
dello strato di collegamento
tramite prove FWD, misure di modulo
di rigidezza svolte in laboratorio su
provini compattati al momento della
realizzazione e carote estratte dalla
pavimentazione, combinato con le
registrazioni delle sonde igrometriche
installate nello strato permetteranno
un’analisi complessiva del processo
di maturazione del conglomerato
bituminoso riciclato a freddo.
2
2. Posizionamento di una
sonda con relativo collegamento
per il data logger
ASSOCIAZIONE OICE
ASSOCIAZIONE SIIV
3/2021 leStrade
3/2021
126
La strategia europea nei trasporti
ITS e green in cima alle priorità: ecco le azioni in arrivo entro il 2022 per la smart mobility
Associazione Italiana
della Telematica
per i Trasporti e la Sicurezza
TTS Italia
Associazione Italiana della Telematica
per i Trasporti e la Sicurezza
Via Flaminia, 388
00196 Roma
E-mail laura.franchi@ttsitalia.it
www.ttsitalia.it
Laura Franchi
La nostra Europa deve sfruttare a
pieno i vantaggi derivanti dalle
soluzioni digitali e i sistemi di
trasporto intelligenti (ITS). Questa frase
rappresenta il cuore della strategia
europea per la mobilità del futuro
(prossimo). La Commissione Ue ha
infatti presentato lo scorso 9 dicembre
il Piano d’azione per una mobilità
intelligente e sostenibile basato su tre
principi fondamentali: sostenibilità,
digitalizzazione dei processi e
resilienza del sistema. Ben 82 iniziative
raggruppate in 10 azioni principali
(flagship), ognuna declinata in iniziative
concrete da mettere in atto nei prossimi
due anni (2021-2022) per arrivare
agli obiettivi di medio e lungo termine
descritti dal piano in linea con lo scopo
finale del Green Deal, ovvero una
riduzione del 90% delle emissioni entro
il 2050, ottenuta grazie a un sistema
di trasporti intelligente, competitivo,
sicuro, accessibile e a prezzi abbordabili.
La strategia UE
In questo piano la tecnologia e il
digitale sono l’elemento di raccordo
tra la sostenibilità e la resilienza del
sistema, una componente fondamentale
alla base della nuova configurazione
dei trasporti in Europa che prevede
entro il 2030 almeno 30 milioni di
automobili a emissioni zero sulle strade,
100 città a impatto climatico zero, il
raddoppio del traffico ferroviario ad alta
velocità, viaggi collettivi programmati
per percorsi inferiori a 500 km neutri
in termini di emissioni di carbonio, la
diffusione su larga scala delle mobilità
automatizzata e navi a zero emissioni.
Entro il 2035 invece è previsto l’uso di
aerei a zero emissioni e infine, entro il
2050 quasi tutti i veicoli (anche pesanti)
saranno a zero emissioni, il traffico
merci su rotaia dovrà raddoppiare
e la rete transeuropea di trasporto
multimodale (TEN-T) sarà pienamente
operativa per trasporti sostenibili e
intelligenti con connettività ad alta
velocità. Insomma, una strategia
ampia delineata in 111 punti con una
consapevolezza di base: la crisi dovuta
all’emergenza sanitaria per il Covid-19
deve essere usata da acceleratore per la
decarbonizzazione e la modernizzazione
del sistema dei trasporti europeo. La
Commissione europea metterà in atto
misure adatte a tradurre il piano in
realtà, ma anche gli operatori sono
chiamati a fare la propria parte per
guidare la transizione sui due pilastri
del piano.
Smart mobility
Un capitolo con due “flagship”: mobilità
connessa e multimodale; innovazione e
intelligenza artificiale per una mobilità
più smart. Centrale l’uso degli ITS,
la Commissione vuole mettere in
atto azioni che possano indirizzare
la ricerca verso il CCAM (connected,
cooperative and automated mobility)
attraverso partnership previste con
Horizon Europe o con altri strumenti
per colmare gap non solo tecnologici,
ma anche normativi in vista dell’uso
sempre più massiccio di veicoli
automatizzati. Un aiuto in questo
senso è la costituzione di un’agenzia
(o altra istituzione) a supporto dello
sviluppo e dell’uso degli ITS e della
mobilità connessa in Europa prevista
nel documento. Un passo importante
è la dematerializzazione dei documenti
di viaggio che dovranno essere anche
multimodali (sia per passeggeri che
per le merci) in tutta Europa. Infine,
previste azioni per evitare crisi di
capacità nel traffic managment e
revisione delle STI (Specifiche tecniche
di interoperabilità) per le tecnologie più
importanti come il 5G e l’ERTMS per il
trasporto ferroviario. L’innovazione è
la parola d’ordine del secondo pilastro:
qui l’Europa punta a creare una zona
di comfort per la sperimentazione di
nuove tecnologie e le start up: droni,
ASSOCIAZIONE TTS ITALIA
hyperloop, aerei ad idrogeno, aerei
personali elettrici, veicoli innovativi
per il trasporto in acqua che potranno
trovare diverse fonti di finanziamento
nei fondi europei (CEF, fondi di
Coesione, fondi regionali ecc). 5G e
intelligenza artificiali sono le tecnologie
su cui puntare, mentre lo scambio dei
dati viene visto come un problema da
risolvere attraverso la costituzione di
un European Common Mobility Data
Space, ovvero un ambiente sicuro,
in particolare per gli operatori, dove
condividere le informazioni e i dati.
L’obiettivo temporale è il 2030: entro
questa data i viaggi di persone e merci
in Europa dovranno essere multimodali
e paperless, mentre la mobilità
automatizzata dovrà essere applicata su
larga scala.
Sostenibilità e resilienza
Tutte le modalità di trasporto devono
tendere verso l’obiettivo delle zero
emissioni: per veicoli, navi e aerei al
via alla possibilità di usare combustibili
rinnovabili e a basse emissioni con
relative infrastrutture di ricarica. Anche
gli aeroporti e i porti devono investire
nel green per rendere sostenibili i
propri sistemi. Un intero capitolo è
dedicato alla sostenibilità della logistica.
Più merci via mare e rotaia, veicoli a
basse emissioni e sistemi multimodali.
Puntano sul traffico ferroviario ad
alta velocità le azioni previste per la
mobilità delle persone. Previsto anche
l’ampliamento dell’uso della bicicletta
in ambito urbano che dovrebbe
raddoppiare nei prossimi 10 anni. La
Commissione dice chiaramente che il
settore dei trasporti interessa tutti i
cittadini dell’Ue e che “nessuno rimarrà
indietro” in questa grande azione di
progresso che dovrà rafforzare la
resilienza del sistema, messo a dura
prova dell’emergenza Covid-19. Per
questo obiettivo si punta su tre azioni
principali: rafforzare mercato unico,
ad esempio intensificando gli sforzi
e gli investimenti per completare la
rete trans-europea di trasporto (TEN-
T) entro il 2030 e aiutare il settore a
ricostruire meglio attraverso maggiori
investimenti, sia pubblici che privati,
nella modernizzazione delle flotte in tutti
i modi di trasporto. Rendere la mobilità
equa e giusta per tutti, accessibile e
a prezzi contenuti in tutte le regioni e
per tutti i passeggeri, compresi quelli a
mobilità ridotta, e rendendo il settore
più attraente per i lavoratori. Infine,
aumentare la sicurezza dei trasporti in
tutte le modalità, anche avvicinando il
numero di vittime a zero entro il 2050.
Cronoprogramma 2021-2022
Il documento è accompagnato da un
cronoprogramma che illustra l’attività
della Commissione nei prossimi due
anni orientato a porre le basi per la
realizzazione degli obiettivi. Per la
smart mobility sono previste le seguenti
azioni. Nel 2021 verrà rivista la Direttiva
sui sistemi di trasporto intelligenti,
compresa un’iniziativa di biglietteria
multimodale, completato il quadro
giuridico dell’UE sull’omologazione
dei veicoli automatizzati, adottata
una normativa di attuazione per
l’omologazione dei veicoli connessi
e automatizzati, proposte misure
inerenti i documenti elettronici per
l’equipaggio interno e le navi, sviluppate
(o rinnovate) partnership di ricerca
sulla mobilità connessa, cooperativa
e automatizzata, Shift2Rail, Sesar,
partnership per l’idrogeno pulito, reti e
servizi intelligenti, AI, dati e robotica e
tecnologie digitali.
Per ulteriori approfondimenti: https://
www.ttsitalia.it/newsletter/28_
gennaio_2021.html
11/2015 3/2021 leStrade
15 th - 17 th June 2021
ASPHALT 4.0 FOR FUTURE MOBILITY
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(n. 1562) 1563) 1565) - Anno CXXIII - - N° 11 12 3 Marzo Novembre Dicembre 2021 2020
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