HANNO DETTO 2021 - DONNA IMPRESA MAGAZINE
Ecco cosa hanno detto alcune imprenditrici e libere professioniste sul tema: SE IL MONDO RICONQUISTASSE LA SUA PARTE FEMMINILE... Noi siamo maschili e femminili, eppure la nostra vita è prettamente sbilanciata nel maschile: sistemi educativi, manageriali, imprenditoriali, ecc. Con l'attuale situazione, questo modo di vivere sta presentando i suoi limiti. Oggi abbiamo bisogno della gentilezza, della flessibilità, dell'estetica, dell'attenzione e del rispetto. Le componenti sensibili della parte irrazionale/femminile, sono risorse di alto valore una ricchezza inesauribile da investire nel mondo del lavoro. Ringrazio Valeriana Mariani, che ha messo a disposizione la sua rivista Donna Impresa Magazine e le donne imprenditrici e libere professioniste che hanno partecipato a questa rubrica.
Ecco cosa hanno detto alcune imprenditrici e
libere professioniste sul tema:
SE IL MONDO RICONQUISTASSE LA SUA PARTE FEMMINILE...
Noi siamo maschili e femminili, eppure la nostra vita è prettamente sbilanciata nel maschile: sistemi educativi, manageriali, imprenditoriali, ecc. Con l'attuale situazione, questo modo di vivere sta presentando i suoi limiti. Oggi abbiamo bisogno della gentilezza, della flessibilità, dell'estetica, dell'attenzione e del rispetto. Le componenti sensibili della parte irrazionale/femminile, sono risorse di alto valore una ricchezza inesauribile da investire nel mondo del lavoro.
Ringrazio Valeriana Mariani, che ha messo a disposizione la sua rivista Donna Impresa Magazine e le donne imprenditrici e libere professioniste che hanno partecipato a questa rubrica.
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HANNODETTO
Ecco cosa ci hanno
risposto alcune
imprenditrici e
libere
professioniste sul
tema:
SE IL MONDO
RICONQUISTASSE
LA
SUA PARTE
FEMMINILE?
HANNODETTO
Rubrica a cura di Patrizia Esposito
HANNODETTO
WWW.DIMAGAZINE.IT
PATRIZIA
ESPOSITO
Educare per vivere
Noi siamo maschili e femminili queste caratteristiche convivono in ognuno di noi,
eppure la nostra società è sbilanciata verso il maschile: nei sistemi educativi,
manageriali, imprenditoriali, nel linguaggio e nei comportamenti, dove prevale
la forza e la competizione .
Con l'attuale situazione, questo modo di vivere sta presentando i suoi limiti, evidenziando la fragilità del sistema
anche nelle relazioni personali. Per esempio osserviamo i rapporti fra l'uomo e la donna: soggetti violentati
psicologicamente e fisicamente entrambi, sottratti ad una educazione al sentimento dell'amore e del rispetto, perchè
ritenuti fattori “inutili” allo sviluppo economico. Noi vediamo solo gli effetti di questa manipolazione che ci mette un
velo davanti alle reali cause, infatti già osservando il modello familiare si può prevedere il tipo di comportamento
condizionato che avranno i figli e le figlie: la disuguaglianza di genere si sviluppa nell'ambito della famiglia di
origine, oggi si deve avviare un mutamento di quel modello, cominciando a condividere la genitorialità e il lavoro
domestico. Inoltre la frustrazione a cui sono sottoposte le figure maschile davanti alla incapacità di gestire le nuove
situazioni imprevedibili come quelle che sta creando il covid 19, (l'uomo perde la sua identità nel momento in cui
perde il suo ruolo sociale) e l'ignoranza all'amore, che è conoscenza e disponibilità verso l'altro/a, portano a sfogare la
rabbia sulla persona più debole fisicamente e economicamente. Indignarsi difronte a questi comportamenti non basta,
bisogna cominciare ad osservarne le motivazioni, con più attenzione. La povertà emozionale sia nella donna che
nell'uomo è una causa della violenza in genere. Una educazione al bene, alla virtù, al vivere civile, può nascere dalla
famiglia e dalla scuola, per guidare l'impulsività dei giovani verso un sano sviluppo emozionale perchè imparino ad
onorarsi a vicenda nelle loro diversità naturali, e a evitare che essi scarichino nell'altro sesso la responsabilità dei guai
del mondo. Un esempio di questa impulsività è il bullismo (che troviamo sia nelle le ragazze che nei ragazzi),
espressione di un'energia non educata, ma reattiva. Un'altra possibile soluzione per abbassare l'offesa e la violenza è
impegnarsi a creare un sistema economico e politico realizzato sull'equilibrio fra i generi, per esempio nei luoghi dove
anche le donne ricoprono posti strategici, i numeri dimostrano uno sviluppo migliore e armonico del sistema. In
sintesi l'educazione ha il compito di favorire la piena fioritura della Persona (nella sua interezza
maschile e
femminile). Cosa fare? Sicuramente non rimanere passivi spettatori, che si indignano per gli eventi ma aspettano che
il momento passi, oppure si scoraggiano, si diventa co-responsabili dell'atto di aggressione( ricordo che l'aggressione
è sia psicologia che fisica!) e soprattutto di subire il giudizio negativo dei giovani, per i quali dovremmo essere
educatori (al rispetto). Poi la comunicazione: è un eccellente strumento per educare, ma si deve essere consapevoli
che può anche diventare un'arma offensiva, che va a stimolare l'aggressività psicologica per sfociare in quella fisica.
Quindi attenzione particolare alle parole.
Patrizia Esposito, Ph.D. Hindovedic Psychology,
founder di Gruppo Ventidue Srl a Pistoia
(www.gruppoventidue.com), ha esperienza
trentennale nell'ambito della Comunicazione
aziendale. Conseguita la maturità artistica, studia
presso la ESE –European School of Economics e
successivamente ottiene il Ph.D. Hindovedic
Psychology, specializzandosi nell'area della
comunicazione strategica e della formazione. Ha
collaborato con importanti realtà aziendali nazionali
proponendo nuovi metodi di comunicazione focalizzati
nel migliorare la conoscenza del mercato/persona. Ha
scritto l'e-book “Comunicazione+ Ascolto, Benessere
Integrato per le Aziende Innovative” e "Azienda Ad
Valorae, Più Valore alla Persona". Attualmente svolge
l'attività insieme al socio nella comunicazione e
strategia d'immagine aziendale e scrive articoli per
riviste nazionali e internazionali.
www.dimagazine.it
Gruppo Ventidue Srl - 51100 Pistoia - Italy - Via Giovanni Fattori 11
mobile +39 348.6036322 Email: info@gruppoventidue.com
”
Rubrica a cura di Patrizia Esposito
Ecco cosa hanno detto alcune imprenditrici e
libere professioniste sul tema:
SE IL MONDO
RICONQUISTASSE
LA
SUA PARTE
FEMMINILE...
Noi siamo maschili e femminili,
eppure la nostra vita è
prettamente sbilanciata nel
maschile: sistemi educativi,
manageriali, imprenditoriali, ecc.
Con l'attuale situazione, questo
modo di vivere sta presentando i
suoi limiti. Oggi abbiamo
bisogno della gentilezza, della
flessibilità, dell'estetica,
dell'attenzione e del rispetto. Le
componenti sensibili della parte
irrazionale/femminile, sono
risorse di alto valore una
ricchezza inesauribile da
investire nel mondo del lavoro.
Ringrazio Valeriana Mariani, che
ha messo a disposizione la sua
rivista Donna Impresa Magazine
e le donne imprenditrici e libere
professioniste che hanno
partecipato a questa rubrica.
www.dimagazine.it 20
HANNODETTO
Hannodetto
www.dimagazine.it
a cura di Francesca Esposito
VINCENZA FRASCA
Vicepresidente Confimi Industria Verona
Presidente Nazionale del Gruppo Donne Imprenditrici di Confimi Industria (da
febbraio 2020) che l'ha portata ad intraprendere un cammino di studio e lavoro a
favore delle donne e CFO nell'azienda di famiglia.
"Ho fatto due tipi di percorso, entrambi duri e impegnativi ma ricchi di
soddisfazioni utili alla mia crescita personale e professionale. Il primo è iniziato e
lo è tutt'ora nella gestione dell'azienda familiare insieme ai due fratelli e alla
sorella. Grazie all'educazione dei nostri genitori verso valori importanti quali
l'unione e il rispetto, la collaborazione e l'ascolto abbiamo guidato insieme
l'azienda in maniera attiva e costruttiva anche nei momenti più impegnativi. Il
secondo percorso riguarda la donna Vincenza: avevo una certa irrequietezza,
insoddisfazione personale, come se mi mancasse qualcosa per una mia
crescita. Avevo l'azienda, avevo raggiunto un punto importante ma lo era per chi
mi guardava, non per me. Accetto di entrare in un'associazione di categoria e lì
inizio a capire i miei valori reali, perchè il confronto con altre persone che non
sono i familiari, mi permette di ingranare quella marcia in più che non conoscevo
di avere, senza peccare di presunzione. In questa mia esperienza associativa mi
sono accorta che essere donna ti poneva dei limiti di crescita: ad un certo livello
potevi accedere, oltre ti dovevi fermare, ci sono delle resistenze da parte di altri.
Con attenzione e perseveranza non mi sono fermata e oggi ho raggiunto gli
obiettivi che mi ero prefissata. Probabilmente stiamo andando verso un
cambiamento epocale e le donne future non dovranno più sgomitare. Io credo
che collegarsi con persone che sono sulla stessa linea di pensiero, possa creare
una energia positiva che coinvolgerà molte persone, perchè con il confronto si
comprende il proprio valore. Bisogna anche imparare a fidarsi di noi stesse e a
volersi bene."
AVV. AGNESE LA ROSA ( of counsel presso JMU Law Firm)
Studio Legale Medaglia Larosa & Partners Firenze
“Una delle cose più importanti che ho capito all'inizio dei miei studi, e che
conservo integra ancora oggi, è la consapevolezza che si può emergere
nel mondo del lavoro e nella vita sociale senza doversi necessariamente
trasformare in un uomo. Ho sempre voluto essere un bravo avvocato -ed
essere valutata tale dai colleghi e dai clienti- mantenendo la mia
femminilità e facendo capire a chi mi stava accanto che si può essere
competitivi pur senza mascolinizzarsi ma facendo di quella fantastica
irrazionalità, che contraddistingue il mondo femminile, il nostro punto di
forza. Lavoro in un studio legale, dove fino a due anni ero praticamente
l'unica donna e questa cosa non mi ha mai creato alcun imbarazzo, né mi
ha messo in competizione con i miei colleghi uomini che ho sempre visto
come potenziali alleati. Continuo a credere che il volere assomigliare a
qualcuno che non siamo noi non aiuti nella realizzazione personale, forse
all'inizio si potrà trovare un po' di gratificazione ma con il tempo
l'insoddisfazione tornerà. Solo lavorando su noi stesse e guardando la
questione da una prospettiva differente, si potrà trovare la giusta
soluzione. Certo non rinnego che molte volte per noi donne sia tutto un
po'più complicato, ma continuo a credere che la strada della omologazione
al maschile sia quella sbagliata. Perdere la sensibilità equivale a perdere
la nostra identità femminile ed invece io ho sempre amato il mio essere
donna, avvocato e moglie provando a far emergere il meglio in tutti e tre i
ruoli e non sentendomi mai inadeguata: ritengo che molto dipenda anche
dagli uomini che ci affiancano ma non è l'aggressività la chiave del
successo. Ho scelto di non essere madre non per colpa del mio lavoro o
perché temessi che qualcuno potesse prendere il mio posto, ma solo
perché non ero pronta al momento e all'età giusta per me. Una scelta che
ogni donna consapevole e libera dovrebbe poter fare così come la quella
di voler diventare madre”
FABIA
ROMAGNOLI
Presidente di Mariplast Spa
Pistoia e un distaccamento
negli USA.
Eredita dal padre insieme al
fratello Mauro la guida
dell'azienda familiare, dove
era entrata quando era in
attesa del secondo figlio.
Intraprendenza e curiosità
sono le qualità che ha
portato nell'impresa. "Stiamo
vivendo un momento
particolare e credo che le
qualità femminili
rappresentino la chiave per
individuare soluzioni
flessibili e in linea al
cambiamento della società e
dell'economia. Nell'ambito
del lavoro, purtroppo
abbiamo scarse posizioni di
leadership al femminile,
perchè sono poche le donne
che credono nelle loro
capacità e si fermano a ruoli
marginali o scontati:
sarebbe importante avere
più fiducia e stima in noi stesse. L'uomo perde la sua identità nel momento in cui perde il lavoro, mentre la donna grazie
alle esperienze specifiche della gravidanza e della nascita, riesce a avere una visione più ampia e meno ristretta del
presente che le permette di dare nuovi significati al quotidiano vivere. Per l'uomo, il lavoro e la qualifica sociale nella
società sono anche il suo limite. La donna è invece creatrice, riesce ad affrontare gli eventi, le problematiche con audacia
e equilibrio, a volte trovando soluzioni impensabili sfruttando la sua creatività con determinazione. Nella coppia di oggi, il
compagno ha un ruolo fondamentale di affiancamento e ascolto, eppure il timore dell'uomo di essere prevaricato nel
ruolo, che a parole condivide la volontà della donna di trovare una sua posizione sociale, si rivela spesso nella realtà con
un'altra visione in cui chiede alla compagna di rivestire la figura di donna madre, moglie e cuoca, quando invece la donna
potrebbe gestire più ruoli, con capacità e competenza."
PATRIZIA CECCHI FAGNI Presidente Soroptimist
International Italia club di Pistoia Montecatini Terme
"Come convogliare le donne verso un loro miglioramento consapevole? Per
dare un seguito a questa domanda, abbiamo creato un percorso base sulla
gestione del budget finanziario, per stimolare a pianificare le spese, perchè
molte donne non sono abituate a parlare di finanza e delegano troppo spesso
al proprio compagno, con il rischio di diventarne dipendenti economicamente.
Vogliamo parlare con semplicità di economia, per migliorare lo stato
economico e psicologico delle donne e renderle attive nella loro vita, senza
assistenzialismo. Un altro prossimo impegno che sarà realizzato a
brevissimo, è rendere accessibile La stanza di Accoglienza: realizzata presso
il Comando Provinciale dei Carabinieri i quali hanno messo a disposizione
delle donne e dei bambini una stanza tranquilla per le denunce di violenza o
maltrattamenti. Non diamo buoni spesa, piuttosto cerchiamo di capire le
necessità delle donne e aiutarle nelle loro necessità di crescita, proprio nello
spirito di renderle attive e padrone della loro vita. Se approfondiamo le
caratteristiche che noi donne possediamo, ce ne sono due importanti: la
flessibilità e la sensibilità, che molte vedono come limiti, ma che sono
ricchezze inestimabili, che ci permettono di superare le situazioni critiche o
imprevedibili, come quelle attuali; sono risorse di alto valore da collocare nelle
attività come un bene economico, un vantaggio/ricchezza inesauribile, da
investire nel mondo del lavoro. Tutte noi affrontiamo quotidianamente le
differenze di genere, il futuro deve partire dall'educazione non solo nelle
scuole, per esempio io sono una insegnante nelle scuole superiori e noto che
le discriminazioni sono più presenti all'esterno che in questo ambiente."
ARCH. ALESSIA GUARNACCIA Ph.D. - CEO Pandora Group
S.r.l. - Napoli
"Delle considerazioni che hai fatto, introducendo questo scambio di opinioni, mi
ha colpito molto la necessità di recuperare un'ottica unitaria dei due aspetti: il
maschile e il femminile, accettando la loro naturale presenza in ciascun essere
umano. Un'affermazione che condivido. Credo che abbiamo portato troppo
all'estremo la separazione dei due sistemi valoriali. I segnali di questa frizione,
si erano da tempo presentati alla nostra “percezione di comunità” in maniera
più o meno latente, ma ce ne siamo accorti solo con l'arrivo dell'emergenza. E'
necessario recuperare quella cognizione di unitarietà del genere umano che,
sola, può aiutarci verso soluzioni innovative per il nuovo modello di sviluppo,
sia economico che sociale, che siamo chiamati a disegnare. La risoluzione delle
estreme conseguenze derivate dai nostri comportamenti nei confronti sia del
mondo naturale sia di noi stessi è la sfida a cui non possiamo più sottrarci.
Dovremmo farci guidare dalla spinta creativa che si ha dopo un reset, davanti
ad un foglio bianco, con la fiducia di poter costruire una nuova società, con un
sistema di valori chiari e condivisi. Avere una prospettiva all'altezza di questa
sfida, significa unire le parti femminile e maschile e allontanare atteggiamenti
parziali e schizofrenici; con l'umiltà di riconoscere la necessità dell'apporto di
tutte le sensibilità. La complessità del nuovo mondo richiede l'impiego di elementi, che la cultura ha legato,
nell'immaginario collettivo, ai due aspetti, ad esempio la cura, la pazienza, la lunga visione connessi al femminile, o la
combattività, la potenza e intensità d'azione correlato al maschile. Siamo sempre più immersi in una polarizzazione di
opinioni, che arriva ad esaltare estremizzazioni e separatismi: oggi abbiamo bisogno di un approccio olistico in grado
di sostenere pensieri costruttivi originali ed incisivi necessari per fondare il nuovo mondo.
ILARIA D'UVA Imprenditrice D'Uva - Firenze
"Sono alla guida dell'azienda familiare D'Uva Firenze che da oltre sessanta
anni si occupa di interpretazione del patrimonio culturale attraverso la
tecnologia. Sono la figlia di Giovanni, il padre dell'audioguida. Cresciuta in un
mondo maschile, con tre fratelli più grandi che mi hanno fatta sempre sentire
protetta e mi hanno insegnata a combattere, ma non mi sono mai posta con
un approccio mascolino, sul lavoro e nelle relazioni, mi sono sempre tenuta
lontana da aggettivi e facili stereotipi di riferimento maschile. Mi piace essere
donna così come si è, con le caratteristiche femminili senza usare modi di
comunicare duri e aggressivi che non ci appartengono. Grazie all'educazione
della mia famiglia d'origine, coniugo i miei obiettivi con una visione femminile
dell'imprenditorialità. Viaggiare mi dona grande energia. Prima di tornare a
casa, dai miei figli, mi guardo allo specchio e aggiusto il trucco: ci tengo
molto che loro tre mi trovino bella, anche se sono stanca, e che capiscano
quanto la cura di me, del mio aspetto, faccia parte della mia identità di
donna, di madre e di imprenditrice. Credo che le donne possiedano capacità
strategiche naturali, perché hanno il futuro insito nel loro essere. Gli uomini
forse sono più tattici e più attenti al presente, senza generalizzare. Le donne
sanno raggiungere mete ambiziose, con la delicatezza (che non è
debolezza), l'ascolto e la sensibilità, colgono aspetti che il mondo maschile
non sempre vede. Con la pandemia mondiale, purtroppo, molte donne si
sono fatte carico della vita dei familiari, quasi fosse un loro dovere esclusivo:
noi, per prime, dovremmo reagire a questo condizionamento culturale che ci
vede espressione solo nell'ambito familiare. Io sono una donna fortunata, ho
a fianco un uomo che sa prendersi cura della famiglia, più e meglio di me.
Abbiamo la passione: usarla con femminilità farà sicuramente la differenza,
in tutti gli ambiti familiari, lavorativi e personali.
ROSSELLA SPATOLA Imprenditrice
Sicilia
"Che cosa è per me la femminilità? armonia.
Quell'armonia che rimanda ad un piacere delle
forme, la bellezza può salvare il nostro mondo con
la sua energia positiva. Sarebbe una grande
opportunità avere una donna a capo del nostro
governo: avremmo più empatia per comprendere le
situazioni e le persone, senza per questo
dimenticare le altre responsabilità. Io credo nella
Bellezza come fonte di vita e di cultura, purtroppo
questo valore è spesso relegato alla parte
femminile: eppure entrambi il femminile e il
maschile possiedono qualità elevate nel loro essere
così, è spesso il condizionamento culturale che
divide e pregiudica anche i rapporti di lavoro. Io
amo spiegarmi con degli esempi reali: ho di recente
partecipato a una riunione di lavoro, composta da 9
uomini e 3 donne (io ero fra queste tre). All'incontro
ci sono stati comportamenti maschili: esempi di
forza e impazienza che hanno condizionato la
tempistica della riunione, senza portare conclusioni
concrete. Sicuramente un equilibrio fra le due parti
(donne e uomini) avrebbe portato un esito diverso.
Le donne non vogliono perdere tempo, forse perchè
sanno gestirsi meglio, visto le tante responsabilità
che assumono. Per esempio la dinamicità mi ha
portato a realizzare nuove attività, infatti oltre a
seguire la parte commerciale estero della azienda
familiare, ho delle attività autonome nel food e nel
turismo. Il desiderio di progettare non si abbina alla
parola arrendersi. Io credo nell'energia creativa che
emaniamo tutti e per questo dico che la forza della
bellezza e dell'armonia sono elementi indispensabili
alla nostra evoluzione con buon senso e
consapevolezza delle difficoltà che stiamo vivendo."
www.dimagazine.it
hannodetto
RACHELE MORINI
F.A.M. srl e Presidente
CONFIMI ROMAGNA
Titolare insieme al fratello di
F.A.M srl Fonderia Alluminio e
Presidente Confimi Romagna
"Meglio un giorno da leone
che cento da pecora!
Un'affermazione importante
alla conclusione del nostro
dialogo, fa capire il motivo
per cui Rachele, insieme al
fratello, sia alla guida di
un'attività di forte
connotazione maschile: la
fonderia di famiglia. La vita è
rappresentata dall'unione dei
due sessi, servono entrambi
in maniera equilibrata:
maschile è forza, femminile è
sensibilità. Sono valori che
contraddistinguono le
differenze e contribuiscono a
rendere migliore la vita in comune e il lavoro. Per esempio, per la mia elezione a presidente Confimi, sono
stata aiutata e ho ricevuto molta collaborazione da parte dei miei "amici" uomini dell'associazione. Mi
sono impegnata nel raggiungere quella posizione e con entusiasmo ho accettato un ruolo che mi avrebbe
messo di fronte ai miei difetti e paure, ma la volontà di imparare e di migliorare hanno vinto i miei timori.
Ho imparato ad affrontare le sfide quotidiane con il dialogo, mi definisco una persona semplice,
trasparente, che sa ascoltare e crede nel lavoro in team, perchè lo scambio di idee e di opinioni che
vengono messe in campo durante gli incontri, portano a soluzioni nuove e spesso inimmaginabili.
Condivido il pensiero del confronto: un atto fondamentale quando si devono prendere decisioni a volte
anche impegnative e difficili. Sono consapevole di avere un carattere riservato, non amo mettermi in
mostra, a volte si può risultare deboli, allora per questo sto lavorando sulla mia autostima ho fatto passi
importanti verso la crescita e la consapevolezza delle mie qualità femminili, come per esempio la
dolcezza. Sono orgogliosa delle decisioni prese in autonomia, anche se mi affianco sempre del supporto
e dei consigli della mia famiglia."
FABRIZIA FAGNONI
Laurea in Scienze Politiche e Counselor. Dirigente di Impresa Cooperativa
Pistoia
"Sono circa 20 anni che collaboro con molte imprenditrici; quando si parla di
empowerment e leadership al femminile, con alcune ho spesso condiviso
l'idea e il valore della centralità della persona, composta di talenti e capacità
magnifiche spesso sottovalutate e talvolta sconosciute. Oggi è ancora
purtroppo radicata la visione dicotomica usata spesso in senso antitetico, fra
maschile e femminile, dove si tende a valutare la persona per il suo genere
invece che per le sue qualità. Eppure se si avesse il coraggio di esaminare
la questione da una prospettiva diversa, si scoprirebbero nuovi e
lungimiranti modi di convivenza civile ed economica con risultati di " benessere
" diffuso a ricaduta diretta sul complesso sistema di relazioni sociali.
Il cambiamento che auspichiamo va agito sin dalla prima infanzia, perché
per educare al riconoscimento della persona nella sua interezza, bisogna
iniziare dalla tenera età. Si dovrebbe anche insegnare ciò che significa il
fallimento: l'errore fa parte della crescita, perchè SOLO così si impara,
mentre per tradizione culturale la razionalità aggressiva dell'uomo si rivolge
al fallimento come alla negazione del successo. La persona si convince di
essere inadeguata, si acuisce il senso di frustrazione che porta ad eccessi di
rabbia e all'isolamento sociale. Che pagano le donne. Il focus quindi, è
concentrarci sulla persona, che vuol dire riconoscere il lato femminile e
maschile con le loro intrinseche qualità come valore dell'intero, attraverso la
formazione. Così l'intuizione, l'irrequietezza e la visione pragmatica
considerate "femminili" e la razionalità, la schematizzazione e gli indici di
performance considerate " tipicamente maschili", diventano ingredienti
essenziali per la buona riuscita di ogni processo di empowerment. Per
tendere ad una società di persone consapevoli ed efficaci, dove non predomini più solo un desueto standard di
efficienza."
ANGELA LANDUCCI Landucci Srl di Pistoia
Gestisce con i fratelli Federica e Lando l'azienda di famiglia Landucci
Srl di Pistoia, che produce trafile, macchine e accessori per la pasta
alimentare, fondata negli anni “20 dal nonno.
A proposito del tema “SE IL MONDO RI-CONQUISTASSE LA SUA
PARTE FEMMINILE...". dice: "La nostra Italia ha una forte tradizione
della famiglia in cui la donna ha il ruolo centrale: colei che si occupa
della prole e dell'organizzazione familiare. Oggi noi donne lavoriamo,
usciamo dalle mura domestiche e abbiamo l'onere, ma anche le
capacità di fare più cose contemporaneamente e in maniera ottimale.
Questa attitudine insita nel nostro dna la trasferiamo nell'attività
lavorativa; nel generare e accogliere la vita, abbiamo una maggiore
capacità di capire il punto di vista dell'altro e a gestire meglio il nostro
tempo. Nell'assolvere pienamente questi compiti, talvolta non sempre
accettiamo l'aiuto, perché vogliamo avere tutto sotto il nostro controllo,
bisognerebbe delegare di più agli altri familiari. Questo può comportare
un conflitto interno: conciliare lavoro e figli non è sempre facile, capisco
il pensiero delle madri quando devono lasciare i bambini piccoli
all'asilo, perchè ci sono passata anche io. Certamente sarebbe
importante che lo Stato riconoscesse una maggiore attenzione allo
sviluppo di servizi adeguati alle nuove famiglie. Siamo due sorelle e un
fratello che ci dividiamo la guida della azienda e la maggiore
componente femminile porta un fattore di specificità e innovazione
nelle relazioni di lavoro. La nostra è una azienda metalmeccanica
tendenzialmente a maggiore presenza maschile, oggi però stiamo
ricevendo cv di donne per coprire ruoli tecnici e siamo aperti a
introdurle in azienda, organizzandoci anche con orari flessibili così
come abbiamo fatto con le donne presenti in azienda. Diciamo che
oggi, le donne partono con uno svantaggio, ma con la volontà e le
capacità innate si muovono con un passo in avanti...”
SONIA MARITAN
Architetto, giornalista e
poetessa.
"Detesto il rosa. Migliaia di
anni improntati al genere
maschile rendono questo
pianeta ancora fortemente
squilibrato. Sono moltissimi
i segnali di questa distonia
che scorgevo sin da
bambina, la percepivo in
famiglia e guardando piccoli
scorci di mondo quando
uscivo fuori, forse per
questo ho passato
moltissimo tempo a
osservare la natura
cercando di capire il
linguaggio degli animali che
istintivamente rispettano il
codice ancestrale
dell'universo e sono parte
del cerchio della vita che
tutto rigenera. Oggi
parliamo di “economia
circolare” senza accorgerci
chemadrenaturahaun
bagaglio di tre milioni e
mezzo di anni in “Ricerca &
Sviluppo”! Agli esordi ero
indecisa se iscrivermi alla
facoltà di veterinaria per
salvare il mondo oppure di
architettura per ridisegnarlo
e con la tesi di laurea
intitolata “Lectus genialis” ho cercato di indagare l'etica del rapporto uomo-donna. A parte una breve parentesi
adolescenziale detesto il color “rosa bambola” e apprezzo i colori naturali o quelli netti come i primari eisecondari, ma
soprattutto aborro l'idea che il genere femminile debba essere limitato a una “quota rosa”, che richiama ai recinti e
quindi alle conquiste dei territori, alla sopraffazione, alle guerre, allo sfruttamento indiscriminato delle risorse e alla
violenza, fino alla morte. Non parliamo degli stereotipi che vogliono che un uomo non possa mostrarsi vulnerabile o
debba giocare da bambino con i soldatini …a fare la guerra! Di fronte a questo pianeta malato a causa della
conversione degli habitat naturali, prima che diventi così inospitale da costringerci ad abitare in bolle ermetiche,
dobbiamo ricreare l'equilibrio partendo proprio dall'essere donna e la sua forza creatrice, protettrice, rigeneratrice che le
è propria. Un uomo e una donna in un rapporto di maturità civile per un nuovo alfabeto che codifichi l'armonia."
hannodetto
SE IL MONDO RICONQUISTASSE LA SUA
P A R T E FEMMINILE...
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ERICA CAPPELLI
Cappelli Bruce srl Firenze
"Guido, insieme a mio fratello, l'azienda familiare di
pressofusione per minuterie metalliche; non mi sono scelta
questa attività, ma l'azienda è il luogo dove sono cresciuta sia
professionalmente che individualmente. Sono moglie e
mamma - di due maschi - ed il mio dovere è educarli ad una
sensibilità generalizzata, perché fin da piccoli e poi da adulti
apprezzino e rispettino la persona che avranno accanto.
Auspico per loro un futuro in cui si valorizzi la persona che il
genere, io sono fiera di essere donna, ho al mio fianco un
compagno con cui posso confrontarmi e rapportarmi alla pari.
Lo stesso accade con i miei colleghi, con i quali mi confronto
con fiducia e stima. Non credo nelle pari opportunità, intese
come quote rosa, ma nel merito. Vi sono esempi, pessimi a
mio avviso, dove la donna si adagia sul ruolo che ci si attende
da Lei o si approfitta del suo genere. Ancora troppe donne
giustificano i propri fallimenti o delusioni al suono della
discriminazione di genere, e piuttosto che valorizzare la
propria emotività e sensibilità, la soffocano diventando
pessime copie di colleghi maschi. Purtroppo, nonostante le
quote rosa (che a mio avviso sono svilenti come concetto di
base) la donna non ha raggiunto maggiore visibilità
autonomia o prestigio. E il fatto di assegnare posti in base alla
parità di genere sottolinea e rende ancora più aggressiva la
disuguaglianza invece di risolverla, perché non tiene conto
del merito. Il successo è un merito e si ottiene quando una
persona si realizza in qualsiasi ambito della sua vita – sia che
si scelga di fare il netturbino, l'insegnante il casalingo/a o il
manager. Nell'immaginario collettivo una baby sitter è ancora
donna, cosi come un docente di asilo, quando invece vi sono
uomini preparati, sia a livello empatico che comunicativo, a ricoprire molto bene quei ruoli."
VANESSA CIOTOLI GIUNTINI Naturopata
operatrice in Discipline del Benessere bioNaturali
"In questo mondo nel quale abbiamo perduto la percezione di
completezza e interdipendenza che si acquisisce al momento della
nascita, la Naturopatia è uno strumento adatto per farla
riemergere. La mia professione, non ancora riconosciuta in Italia,
mentre lo è nella comunità europea, ha molto da dire su ciò che si
può fare oggettivamente per valorizzare quella parte del “feminino”
che alberga in ognuno di noi, uomini o donne. Una professione
olistica, che non scinde le singole componenti dell'essere umano
perché, per definizione, le abbraccia e le valorizza tutte, in una
totalità non data da una sommatoria, ma da una armonizzazione,
come le singole note in una sinfonia.In un mondo che per secoli ha
avvallato una visione dualistica del “maschile” e “femminile”, la
Naturopatia aiuta a ritrovare l'armonia della “sintesi” dell'essere
umano, riequilibrando e soprattutto valorizzando le parti di noi che
tendiamo a soffocare e quindi che ci portano verso un'azione
errata o monca del vivere. Applicare queste risorse anche
all'interno di aziende, in ambito lavorativo, aiutando lo sviluppo di
una nuova visione dell'imprenditoria e sostenendo una rivoluzione
consapevole, permette una vita più equilibrata. Poter scegliere di
rivalorizzare le caratteristiche che fino ad oggi sono sembrate
inadatte a livello manageriale, politico, istituzionale, insite in ogni
essere umano, quali la speranza, la bellezza, il sorriso, il coraggio
di produrre Vita (che non significa “solo” mettere al mondo figli);
sarà la scommessa del futuro imprenditoriale di cui la mia
professione si fa portavoce attraverso proposte concrete, spazi da
creare internamente alle aziende, per cominciare a trasformare un
veleno quotidiano in medicina del vivere."
PATRIZIA ALMA PACINI
AD Pacini Editore srl Presidente Confindustria Pisa
" Inizio con un incoraggiamento alle donne: non piangiamoci
addosso, noi siamo in grado di indirizzare la società verso
una vita migliore anche economicamente. Ribaltiamo il punto
di vista solito: gli altri/uomini sono poco furbi, perchè i numeri
dimostrano una crescita maggiore là dove anche le donne
ricoprono ruoli strategici. Oggi ci vengono concessi strumenti
come il part time o il baby sitting, dimenticando che per la
donna sono un ulteriore problema da gestire, insieme al
lavoro, il quale passa in secondo o terzo piano, così come la
sua autostima. Io avevo una bisnonna che mi diceva che
qualsiasi lavoro è dignitoso, l'importante che crei una tua
indipendenza economica! Vorrei descrivere gli svantaggi del
part-time:
1. una scelta che porta alla rinuncia di una carriera, le donne
dovrebbero avere una visione più a lungo nel tempo, perchè
potrebbero poi pentirsi di quella scelta.
2. la donna rinuncia a crearsi una propria indipendenza
economica, è costretta a legarsi al compagno easubirele
situazioni perchè non può permettersi una sua vita. Il nostro
sistema non aiuta le donne a lavorare con piacere e
serenamente, perchè il loro tempo lavorativo non si concilia
con i tempi della scuola, per esempio, quindi la gestione
giornaliera diventa un'ansia continua.
La scuola attraverso la comunicazione, dovrebbe coinvolgere
le bambine in età pre-adolescenziale nel renderle
consapevoli delle loro possibilità e aiutarle nella scelta della
strada nel mondo che le renda libere e indipendenti anche
economicamente, ripeto, così che sappiano rispondere a atti
di violenza psicologica alcune volte più invasiva di quella fisica, con azioni coraggiose, abbandonando chi le ha
colpite. In uno scenario economico e politico in equilibrio, dove siano riconosciuti i vantaggi derivati dai diversi valori di
genere, non c'è dominio e aggressione."
GIUSY BETTONI
CEO e fondatrice di C.L.A.S.S. eco Hub Internazionale
"Affermato punto di riferimento nella moda e nel tessile per coloro
determinati a innescare il cambiamento e lo sviluppo in termini di
responsabilità e di sana competitività. Di cosa ha bisogno il nostro mondo?
Penso a Nuovi Valori Immateriali. Avevo trent'anni quando ho cominciato a
lavorare in azienda e vedevo l'economia gestita in modo molto razionale: i
conti dovevano tornare; eppure sentivo che c'erano altri fattori da
considerare, ovvero i fattori immateriali, che nascosti, potevano
condizionare gli equilibri economici. Le aziende sono guidate dalle persone
competenti (sia uomini o donne) e le componenti femminili, possono
contribuire a rompere quelle regole limitanti, allargando la visione anche alle
sfumature del bianco e del nero. Io credo nella strada dell'integrazione fra
competenze, sensibilità – intesa come capacità di percepire – e creatività,
fra la preparazione e il modo di condividerla attraverso la comunicazione.
Un esempio di nuovo valore “immateriale” entrato nelle strategie aziendali è
la sostenibilità, fondamentale per le scelte di vita e di benessere di nuova
generazione. Prendiamo la moda: essa si esprime in tanti modi, è più
personale, non solo forme e colori, ma declinazioni sulla persona.
Immateriale + economica circolare =espressione di valore per ognuno,
questa è la nuova modalità di integrazione di valori di nuova generazione.
Ancora: la salute e la tracciabilità "i capi non li mangio, ma li metto a contatto
con la mia pelle e il fatto di sapere da dove provengono e come sono fatti,
mi rassicura molto e crea valore". I giovani vogliono conoscere l'azienda, la
sua affidabilità. Ecco le nuove sfumature dell'immateriale. Questo è il mio
contributo: pensare oltre i sensi (conosciuti) e mettere l'essere umano al
centro del nostro mondo, rispettando i valori di nuova generazione, che
guardano anche agli aspetti molto potenti e talvolta non riconosciuti propri
del femminile.