Archeomatica 1 2021
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AGORÀ<br />
Il Louvre virtuale cambia – Il<br />
Louvre, il grande museo parigino,<br />
a causa della pandemia è chiuso<br />
da mesi. Un duro colpo per la cultura,<br />
la critica e la ricerca: ognuno<br />
che ami l’arte e’ consapevole<br />
che e’ creata per essere fruita.<br />
Ancora una volta la tecnologia va<br />
incontro all’arte, alla didattica<br />
e al turismo, si dimostra arte,<br />
e l’intera collezione parigina -<br />
composta da centinaia di migliaia<br />
di pezzi - è online, su un nuovissimo<br />
sito web, ma questa volta<br />
dedicato quasi esclusivamente al<br />
Louvre.<br />
Il database ‘Louvre Site des Collections’<br />
contiene, infatti, oltre<br />
alle sue opere, le sculture dei<br />
giardini del Carrousel e delle Tuileries,<br />
quelle del Musée National<br />
Eugène Delacroix e le opere recuperate<br />
dopo la seconda guerra<br />
mondiale. Per la prima volta il<br />
museo, forse il più visitato dai<br />
turisti che ci sia, compare scorporato<br />
dalle basi dei dati di Catalogo<br />
dei musei francesi denominate<br />
Atlas e Joconde, da decenni<br />
accessibili alle curiosità e alla ricerca<br />
degli appassionati di tutto<br />
il mondo e create a partire dagli<br />
anni Settanta.<br />
Sul sito le schede delle opere<br />
vengono periodicamente aggiornate<br />
nel campo bibliografico<br />
dagli esperti del museo e rese<br />
disponibili all’utente con una catalogazione<br />
abbinata a strumenti<br />
anche intuitivi e semplici. Inoltre<br />
è corredato da una mappa interattiva<br />
che consente ai visitatori<br />
di addentrarsi stanza per stanza.<br />
Un avviso ai naviganti circoscrive<br />
la bibliografia, che, senza<br />
pretendere di essere selettiva o<br />
esaustiva, e’ limitata alle attività<br />
più strettamente museali.<br />
Come di consueto, le collezioni<br />
possono essere approfondite in<br />
diversi modi: ricerca semplice o<br />
avanzata, album a tema e voci<br />
smistate per dipartimento curatoriale.<br />
In aggiunta, il sito stesso<br />
del museo è stato ottimizzato<br />
e diviso in tre sezioni principali:<br />
‘visiter’, ‘découvir’, ‘en ce moment’.<br />
«L’accessibilità è il cuore della<br />
nostra missione» ha ribadito<br />
Jean-Luc Martinez, direttore del<br />
museo, il quale è convinto che<br />
questa corsa digitale possa in<br />
qualche modo alleviare e non sostituire<br />
la mancanza di visite allo<br />
straordinario monumento francese.<br />
Come spesso accade, le revisioni<br />
parziali e gli aggiornamenti<br />
non sempre contribuiscono ad<br />
arricchire e ad approfondire la<br />
schedatura storica dell’oggetto<br />
artistico: a tutti gli esperti e’<br />
consigliabile accedere alle più<br />
vecchie basi dati per le vicende<br />
collezionistiche dell’opera, che il<br />
criterio di obiettività dei curatori<br />
ha deontologicamente e professionalmente<br />
mantenuto in linea,<br />
anche per quanto attiene alla<br />
documentazione fotografica, con<br />
l’alta definizione adottata veramente<br />
apprezzabile, a portata di<br />
mano per tutti gli interpreti.<br />
A campione, tra le opere più celebri<br />
della collezione, per quanto<br />
attiene in dettaglio alla Morte<br />
della Madonna di Caravaggio,<br />
la scheda di catalogo del Louvre<br />
finalmente pubblica la sua provenienza<br />
dalla collezione di Carlo<br />
I d’Inghilterra. Dato desunto<br />
dall’edizione del 1757, con una<br />
nota di Horace Walpole, dei due<br />
manoscritti di Oxford, che si<br />
datano al 1639, del Catalogo di<br />
Abraham van der Doort, curatore<br />
della raccolta reale, che vi descriveva:<br />
“Dorcas lying dead, by<br />
Michael Angel Caravagio”, venduta<br />
ad Everhard Jabach e da<br />
questi poi a Luigi XIV, sancita la<br />
prima appartenenza nel 1607 alla<br />
raccolta Gonzaga. L’accessibilità<br />
online del dato e’ oggi confrontabile<br />
in parte con il manoscritto<br />
legato di Van der Doort conservato<br />
dal Royal Collection Trust. La<br />
perplessità derivava dal significato<br />
di ‘Dorcas’, nome greco di Tabita<br />
e dall’interpretazione di Van<br />
der Doort e, conseguentemente<br />
di Walpole, del soggetto del Transito<br />
della Vergine come di una<br />
Resurrezione di Tabita, dagli Atti<br />
degli Apostoli.<br />
Ora, se e’ vero che artisti italiani<br />
come Raffaello, Leonardo, Michelangelo,<br />
Tiziano o Caravaggio<br />
appartengono ad ogni cultura e<br />
anche alla lingua francese, che<br />
nei secoli li ha ‘tradotti’, appropriandosene,<br />
e’ pur vero che l’uso<br />
ha restituito nel secolo scorso<br />
il nome in lingua originale di quasi<br />
ogni artista od autore incluso<br />
negli indici di catalogo redatti<br />
dagli schedatori di ogni parte<br />
del mondo, come prima voce del<br />
nome autore identificato. Non<br />
e’ ancora così per lo strumento<br />
parigino che accoglie come nomi<br />
d’autorità: Raphael, Leonard, Michelange,<br />
Titien, Caravage, che<br />
qualunque correttore automatico<br />
tenderà oggi a correggere. In<br />
fondo in fondo, automatismo per<br />
automatismo, e’ pur vero che lo<br />
stesso correttore non muterebbe<br />
immediatamente in Delacroix il<br />
pittore che per avventura scrivessimo<br />
‘Della Croce’. Sono banche<br />
dati storicizzate, oltre che<br />
38 ArcheomaticA N°1 marzo <strong>2021</strong>