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TuttoBallo20 Luglio-Agosto EnjoyArt 2021

Carissimi amici, eccoci nel pieno dell’estate... vacanze, mare, montagna, laghi e noi di Tuttoballo20. Copertina per omaggiare la regina della televisione italiana. Raffaella Carrà, scomparsa il 5 luglio. A lei dedichiamo un’ampia pagina a cura di Walter Garibaldi, agente televisivo e cinematografico. Mentre come controcopertina abbiamo scelto due ballerini, Giada Primiano e Kevin Arduini fotografati da Monica Irma Ricci, li abbiamo scelti come simbolo della rinascita dell'arte. Luglio/agosto, accorpati in un unico numero, "pieno di novità", di personaggi interessanti, di tante nuove “dolci” forme d’Arte, di racconti di viaggi, di salute fisica e mentale e tanto tanto altro. Per i più curiosi, che hanno seguito con il fiato sospeso i vari capitoli del racconto “Chiuso lunedì” dell’amico Alberto Ventimiglia, siamo giunti all’epilogo, dunque, non lasciatevi sfuggire il finale davvero interessante. Volete sapere come andrà la vostra estate? Tuttoballo20 ha sempre una soluzione per voi: aprite, sfogliate e scoprirete cosa dicono le stelle con l’Oroscopo di Jupiter. E poi tante e tante altre novità ed amici che vi faranno compagnia e renderanno la vostra estate ancora più solare, divertente e gioiosa! Ebbene si, i due numeri luglio/agosto, accorpati in un unico fascicolo, sono pieni di novità, di personaggi interessanti, di tante nuove “dolci” forme d’Arte, di racconti di viaggi, di salute fisica e mentale e tanto tanto altro … di chi e di cosa stiamo parlando? E per i più curiosi, che hanno seguito con il fiato sospeso i vari capitoli del racconto “Chiuso lunedì” dell’amico Alberto Ventimiglia … ebbene siamo giunti all’epilogo, dunque, non lasciatevi sfuggire il finale davvero interessante. Volete sapere come andrà la vostra estate? Tuttoballo20 ha sempre una soluzione per voi: aprite, sfogliate e scoprirete cosa dicono le stelle con l’Oroscopo di Jupiter. E poi tante e tante altre novità ed amici che vi faranno compagnia e renderanno la vostra estate ancora più solare, divertente e gioiosa! Tuttoballo20, la Rivista che ti informa e ti tiene in forma. Buona estate a tutti e buona lettura, ovunque voi vi troviate! La Redazione

Carissimi amici, eccoci nel pieno dell’estate... vacanze, mare, montagna, laghi e noi di Tuttoballo20. Copertina per omaggiare la regina della televisione italiana. Raffaella Carrà, scomparsa il 5 luglio. A lei dedichiamo un’ampia pagina a cura di Walter Garibaldi, agente televisivo e cinematografico. Mentre come controcopertina abbiamo scelto due ballerini, Giada Primiano e Kevin Arduini fotografati da Monica Irma Ricci, li abbiamo scelti come simbolo della rinascita dell'arte. Luglio/agosto, accorpati in un unico numero, "pieno di novità", di personaggi interessanti, di tante nuove “dolci” forme d’Arte, di racconti di viaggi, di salute fisica e mentale e tanto tanto altro.
Per i più curiosi, che hanno seguito con il fiato sospeso i vari capitoli del racconto “Chiuso lunedì” dell’amico Alberto Ventimiglia, siamo giunti all’epilogo, dunque, non lasciatevi sfuggire il finale davvero interessante.
Volete sapere come andrà la vostra estate? Tuttoballo20 ha sempre una soluzione per voi: aprite, sfogliate e scoprirete cosa dicono le stelle con l’Oroscopo di Jupiter.
E poi tante e tante altre novità ed amici che vi faranno compagnia e renderanno la vostra estate ancora più solare, divertente e gioiosa!
Ebbene si, i due numeri luglio/agosto, accorpati in un unico fascicolo, sono pieni di novità, di personaggi interessanti, di tante nuove “dolci” forme d’Arte, di racconti di viaggi, di salute fisica e mentale e tanto tanto altro … di chi e di cosa stiamo parlando?
E per i più curiosi, che hanno seguito con il fiato sospeso i vari capitoli del racconto “Chiuso lunedì” dell’amico Alberto Ventimiglia … ebbene siamo giunti all’epilogo, dunque, non lasciatevi sfuggire il finale davvero interessante.
Volete sapere come andrà la vostra estate? Tuttoballo20 ha sempre una soluzione per voi: aprite, sfogliate e scoprirete cosa dicono le stelle con l’Oroscopo di Jupiter.
E poi tante e tante altre novità ed amici che vi faranno compagnia e renderanno la vostra estate ancora più solare, divertente e gioiosa!
Tuttoballo20, la Rivista che ti informa e ti tiene in forma.
Buona estate a tutti e buona lettura, ovunque voi vi troviate!
La Redazione

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TuttoBallo20 - July - Agost 2021

In copertina : Raffaella Carrà

TuttoBallo20 - July-Agost 2021.

Editore "Stefano Francia" EnjoyArt

Direttore - Fabrizio Silvestri

Vice direttore - Eugenia Galimi

Segretaria di redazione - Pina delle Site

Redazione - Marina Fabriani Querzè

hanno collaborato: Maria Luisa Bossone, Antonio

Desiderio Artist Management, Giovanni Fenu, Mauri Menga,

Sandro Mallamaci, Walter Garibaldi, Giovanni Battista

Gangemi Guerrera, Lara Gatto, Patrizia Mior, Danilo

Pentivolpe, Assia Karaguiozova, Federico Vassile, Elza De

Paola, Giovanna Delle Site, Jupiter, Francesca Meucci.

Foto: Luca Bartolo, Elena Ghini, Cosimo Mirco Magliocca

Photographe Paris, Danilo Piccini, Luca Valletta, Raul Duran.

Foto concesse da uffici stampa e/o scaricate dalle pagine

social dei protagonisti.

Le immagini e le fotografie qui presentate, nel rispetto del diritto

d’autore, vengono riprodotte per finalità di critica e discussione ai

sensi degli artt. 65 comma 2 e 70 comma 1bis della Lg. 633/1941.

É vietata la copia e la riproduzione dei contenuti e immagini in qualsiasi forma.

É vietata la redistribuzione e la pubblicazione dei contenuti e immagini non autorizzata espressamente dal

direttore. I collaboratori cedono all'editore i loro elaborati a titolo gratuito.

Testata giornastica non registrata di proprietà: ©ASS: Stefano Francia EnjoyArt

per contattare la redazione Tuttoballo20@gmail.com

Carissimi amici, eccoci nel pieno dell’estate... vacanze,

mare, montagna, laghi e noi di Tuttoballo20. Cambio

di copertina dovuto. Non potevamo non dedicare la

copertina a lei la regina della televisione italiana.

Raffaella Carrà. Mentre come controcopertina

abbiamo scelto due ballerini, Giada Primiano e Kevin

Arduini fotografati da Monica Irma Riccia, li abbiamo

scelti come simbolo della rinascita dell'arte.

Luglio/agosto, accorpati in un unico numero, sono

"pieno di novità", di personaggi interessanti, di tante

nuove “dolci” forme d’Arte, di racconti di viaggi, di

salute fisica e mentale e tanto tanto altro.

Per i più curiosi, che hanno seguito con il fiato

sospeso i vari capitoli del racconto “Chiuso

lunedì” dell’amico Alberto Ventimiglia, siamo

giunti all’epilogo, dunque, non lasciatevi sfuggire

il finale davvero interessante.

Volete sapere come andrà la vostra estate?

Tuttoballo20 ha sempre una soluzione per voi:

aprite, sfogliate e scoprirete cosa dicono le stelle

con l’Oroscopo di Jupiter.

E poi tante e tante altre novità ed amici che vi

faranno compagnia e renderanno la vostra

estate ancora più solare, divertente e gioiosa!

© F R E E P R E S S O N L I N E r i p r o d u z i o n e r i s e r v a t a - D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r t "


C I A O R A F F A E L L A


C I A O R A F F A E L L A

Con la scomparsa di Raffaella Carrà diventa quasi impossibile trovare le giuste parole,

gli stati d’animo che si agitano sono tanti e poco controllabili. Lei, più di altre, era

talmente radicata nell’immaginario collettivo internazionale che parlarne al passato è

impresa davvero ardua. Un tempo, negli anni Ottanta, si veniva allevati a “pane e Carrà”

talmente ogni sua centellinata apparizione diventava di fatto evento. E quando non

cantava, conduceva, danzava nel nostro paese, sembrava dileguarsi e scomparire per poi

tornare più bella e in forma che mai a riconquistare un pubblico pronto a festeggiarla

nuovamente, tributandole ingressi in Hit parade ed ascolti che ora farebbero impallidire

i “blasonati” colleghi. Un tempo le esibizioni “straniere”, non editate dalla nostra

televisione nazionale, venivano vendute a caro prezzo dai collezionisti che se le

passavano sulle cassette vhs pur di continuare ad ammirarla. Un tempo la critica che ora

l’innalza fece di lei tiro al bersaglio ma la grande popolarità di cui godeva non ne venne

affatto intaccata, ai detrattori dei giornali non andò giù il contratto miliardario di

“Pronto Raffaella” dimenticandosi che non rispondeva altro che alle leggi di mercato e fu

una mossa giusta per l’azienda dato che gli introiti pubblicitari aumentarono

considerevolmente, ripagandosi di innumerevoli volte l’investimento effettuato. La Carrà

era un cartone animato in vita, mai volgare, sempre gentile, disponibile, sorridente, la

stessa conformazione del volto aveva qualcosa di magico, se lei era in televisione la

televisione l’accendevi e la seguivi in religioso silenzio. Rivedendo oggi la semplicità di

“Pronto Raffaella” ad esempio si rimane disarmati dal “nulla” dei giochini che portava

in scena ma quel nulla diventava qualcosa e da quel qualcosa era capace di tirarne fuori

il meglio. Sempre. Venendo dal mondo del cinema recitava le sue popolari canzoni con

un piglio invidiabile, portandole ad essere significative, sia parlando di amori non

corrisposti (Torna da me) che di infermiere nascoste nell’armadio (Que dolor). La tenacia,

l’energia, il carisma non s’insegnano e ne era piena, talmente tanto compenetrata in

quello che presentava da farne capolavoro fin dalla fase embrionale di ogni singolo

progetto. Molte cose però non le vennero perdonate, pensiamo a quando durante una

puntata di “Domenica In” si scagliò contro un settimanale di pettegolezzi che poco

signorilmente l’accusò di abbandono materno. Lo sfogo più che legittimo e portato avanti

con estrema perizia pur nella difficoltà dell’accaduto, aprì un dibattito sull’uso privato

del mezzo pubblico che definire urticante e strumentale è poco.


C I A O R A F F A E L L A


C I A O R A F F A E L L A

Eppure, questo non ne scalfì affatto l’immagine, schierandosi il pubblico totalmente

dalla sua parte. Cos’altro avrebbe potuto fare ai tempi? Non esistevano i social e le parole

degli artisti il più delle volte venivano appositamente “equivocate” per dare la stura a

titoloni acchiappa allodole. Il settimanale subì un drastico calo di vendite che lo obbligò

nei numeri successivi a chiedere scusa della falsa informazione. Alla notizia della morte

mi è stato chiesto da più persone se nascerà mai una nuova Carrà ed è una domanda che

apre una voragine sullo sconfortante stato attuale in cui volenti o nolenti versiamo. Sono

più che convinto che non solo ci siano già nuove Carrà, Milva, Giuni Russo, Mondaini,

Magnani, Marchesini, Bice Valori, Delia Scala, Ave Ninchi…(senza togliere nulla alle loro

strabordanti capacità) ma che il sistema non abbia affatto voglia di andarle a scovare ed

il perché è presto detto. In questa epoca di piena mediocrità, confrontarsi con artisti

superiori farebbe venir fuori magagne inaccettabili, dunque meglio, molto meglio,

livellarsi verso il basso, regalando a chiunque l’importanza di sentirsi tale per poi

sostituirlo senza rimpianti la stagione successiva. Una fabbrica di carne, felice di esserci

in virtù del nulla apportato. “Tra trent’anni come saranno ricordate le icone di oggi?”.

Cara Raffaella, tutto è stato scritto e tutto sarà scritto, poco importa, l’amore da te

declinato in centinaia di canzoni è lo stesso che ti ha sommersa durante l’intera attività

artistica affrontata, sei riuscita non solo ad esserci ma a splendere senza tradirti mai. Un

sole con dei raggi talmente potenti da scaldarci in eterno.


C I A O R A F F A E L L A


E D I T O R I A L E

Ci piace aprire questo numero “pienamente estivo” della nostra Rivista, con

alcune dichiarazioni fatte dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in

occasione della cerimonia al Quirinale per la presentazione dei candidati ai Premi

"David di Donatello" per l'anno 2021

“Lo spettacolo dal vivo è tra i settori più colpiti dalle conseguenze della pandemia"

di coronavirus "al di là dei rilevanti interventi del Governo per sostenere il settore.

Si tratta di un impoverimento economico e culturale, quest'ultimo non risarcibile,

che non può permanere a lungo, perché il cinema, il teatro, la musica, la danza, in

una parola l'arte non sono elementi aggiuntivi della vita sociale -belli, alti,

confortanti- di cui si possa fare a meno di fronte a problemi più gravi ed urgenti:

ne costituiscono al contrario parte irrinunziabile"…

"La pandemia ci ha costretto a chiudere le porte dei cinema e dei teatri, come nei

periodi oscuri della storia dell'umanità: quando i palcoscenici e i set sono vuoti,

quando le orchestre tacciono e nessuno danza".

Oggi ci si avvia concretamente verso la speranza di una soluzione, al momento

consistente - grazie alla campagna vaccinale ed alle tante misure restrittive - ai

tanti problemi creati da cui il nostro settore, quello artistico, è stato duramente

colpito.

Ed ecco quindi risvegliarsi piano piano, come da un lungo letargo, spettacoli,

musica, danza, cinema … in una sola parola questa estate si può a pieno titolo

definire la “festa dell’Arte”!

“L’Arte non è un elemento aggiuntivo” – dice il Capo dello Stato” – e mai

dichiarazione simile è stata più vera; questo perché nel periodo pre-pandemico

abbiamo dato tante, troppe cose per scontato, e tra queste l’Arte. L’esperienza del

buio ha, invece, risvegliato le coscienze, ci ha fatto capire quanto l’Arte non sia, o

non sia soltanto, puro divertimento, ma qualcosa di vitale, di essenziale che,

delicatamente ed in silenzio, senza alcuna pretesa, rappresenta parte rilevante

delle nostre vite, della nostra libertà, dell’esigenza di esprimere le nostre

percezioni.

Già … l’Arte è un’esigenza! Ed anche questo numero è ricco di testimonianze di

artisti che, in modo diverso, hanno fatto dell’Arte la propria vita o hanno reso la

propria vita un’opera d’Arte, o forse entrambe le cose.

Vi auguriamo allora un’estate ricca di Arte, con orchestre che urlano, palcoscenici

e set pieni e tanta gente che balla!

Buona lettura a tutti e buona festa dell’Arte da tutta la Redazione.


A T T U A L I T À

Quale outfit è giusto per andare a ballare? Ecco i consigli per l'abbigliamento da

discoteca per le ragazze e i suggerimenti per la donna e per l'uomo, su come

vestirsi per andare a ballare latino americano.

Ore e ore, pomeriggi interi davanti l'armadio e poi la fatidica ed eterna

domanda che continua ad emergere quando stiamo per passare una bella

serata con gli amici: perché sì, è vero, la sera, quando usciamo, vogliamo

brillare, divertirci, lasciarci andare per un momento e ballare, ballare

all'infinito ma con abiti che non indossiamo tutti i giorni...

La risposta è sempre la stessa: "Non ho niente da mettere!"

Trovare l'abito giusto per andare a ballare, che sia in discoteca o

nightclub o altro, non è una cosa facile. Troppo facile indossare un abito

nero e via! Ci sono altri modi per sentirsi sexy e alla moda! L'abito nero va

bene, certo, ma meglio se indossato con accessori a contrasto; nella bella

stagione, diamo sfogo ai colori che mettono in risalto l'abbronzatura

estiva.

Prima di catapultarsi in uno shopping sfrenato, chiariamo alcune cose,

perché l'abbigliamento giusto dipende da molti fattori, dall'età, dal

proprio fisico, dalla stagione che si sta vivendo, dalle occasione in base

alle quali si può scegliere l'outfit più adatto, ma soprattutto, dalla più

importante: Non esistono regole precise su come vestirsi in discoteca!

Esatto, proprio così!

E magari avete già a casa cosa serve per inventare un look elegante per

uscire la sera, a meno che non si partecipi a una di quelle serate che

propongono dei "codici", in questo caso si segue la richiesta degli

organizzatori.

Per una serata caraibica ad esempio, a ritmo di salsa, bachata, o

merengue, è necessario un outfit adatto alle danze latino americane.

Scegliete abiti morbidi, non troppo lunghi o stretti, mai oltre il ginocchio

o fascianti per non ostacolare i movimenti. Per quanto riguarda le

calzature, fate attenzione al tacco che, se non siete abituate ai tacchi

alti, non deve superare gli 8 centimetri e deve essere leggermente

spesso, per agevolarvi nella danza ed evitarvi forti dolori ai piedi.

Chiarite le idee, si possono scegliere dei capi base a cui abbinare scarpe e

accessori divertenti che completeranno l'outfit. La maggior parte delle

ragazze, quando va a ballare, ama farsi notare, non c'è niente di male:

dalla pettinatura alle scarpe, dal make-up all'outfit, ogni dettaglio aiuta a

costruire un look che attiri l'attenzione.

C'è chi desidera essere provocante, sensuale, chi ama un look più casual,

bastano piccoli accorgimenti che valorizzino i propri punti forza e si

arriva a capire come vestirsi bene per andare a ballare.

Vediamo insieme quali spunti e regole seguire per trovare un look

personale e creare.

Alle fortunatissime ventenni è concesso quasi tutto, tranne l'essere

volgari: vanno benissimo i minidress o minigonne con top purché non

siano esageratamente mini o succinti, anche se è estate e fa caldo, perché

a tutto c'è un limite. Ricordate sempre che i look eccessivamente sexy

Photo Danilo Piccini

rischiano di cadere nel cattivo gusto. Bisogna inoltre tenere conto del

proprio fisico e vestirsi bene in relazione ad esso: chi ha una taglia 50

non può indossare gli stessi abiti di una 38, è logico, no?

Photo Danilo Piccini

Photo Danilo Piccini


A T T U A L I T À

Dai trent'anni in su, un look più sofisticato può essere la scelta azzeccata.

Il miglior outfit per la sera è sicuramente un bell'abito!

È una bella alternativa al classico top e gonna.

Scegliete abiti con qualche dettaglio particolare, che esaltino le vostre

forme, senza mostrare centimetri su centimetri di pelle nuda. Si può

essere tremendamente sexy anche se completamente vestite: basta

scoprirsi nei punti giusti!

Il vostro punto forza è il décolleté?

Scegliete un abito o un top con scollatura generosa.

Hai belle gambe e un lato B da urlo?

Minidress o minigonna sono la scelta giusta.

Come già scritto, il colore nero è sempre una buona scelta, elegante, chic,

ma non fate necessariamente un total black: troppo pesante! In

primavera o estate scegliete colori più accesi, brillanti che diano risalto

alla vostra carnagione. Riguardo le calzature, il consiglio è di usare

scarpe già collaudate, mai quelle appena comprate. La scelta dipende

sempre dai propri gusti, però se si scelgono scarpe con i tacchi, meglio

sceglierle con il plateau, sono molto più comode per ballare in pista. Se

invece preferisci i tacchi alti, molto femminili che in più slanciano la

figura, fermati al tacco 12, perché le misure superiori risultano molto

volgari.

Per quanto riguarda il colore, anche in questo caso, il nero è un super

classico evergreen, ma per un look più allegro e fresco, scegliete tonalità

più vivaci. Per quanto riguarda la borsa, vanno benissimo quelle di

piccole dimensioni, abbastanza capienti però da contenere portafoglio,

smartphone e rossetto, e munite di tracolla.

Ballare con una pochette sempre tra le mani non è certo il massimo.

E ora un piccolo suggerimento ai nostri amici uomini...

Le ragazze apprezzano sempre quando un uomo appare pulito, che si

prende cura di sé, del suo corpo e del modo di vestire. I classici jeans,

leggermente attillati, o un pantalone tinta unita, camicia, della misura

giusta (niente quadri, strisce o stile "troppo da ufficio") e inserita dentro

il pantalone, oppure con una t-shirt carina, abbinati a una giacca e

sneakers o mocassini, vanno benissimo se si vuole rimanere su un look

casual; la maglia aderente va scelta solo se si hanno dei buoni

addominali. Per un look più elegante, o se si hanno più di trent'anni, si

consiglia anche un completo giacca/pantalone con maglia o camicia, che

va indossata senza cravatta.

Da evitare assolutamente, T-shirt tamarre (tipo quelle a rete) o con

stampe troppo vistose e look troppo stravaganti; no assoluto agli

infradito, solo scarpe chiuse, e agli occhiali da sole, che di norma vanno

tolti dopo il tramonto. Niente look da palestra.

Come sopra, se il locale organizza serate a tema, ci si veste di

conseguenza.

Infine, qualunque sia l'outfit scelto, la cosa più importante da tenere a

mente è quella di trovare il giusto rapporto tra look e comodità: scarpe

scomode, spalline che cadono e trucco esagerato e che cola non possono

garantire una bella serata, la scelta giusta e il buon gusto sì.

Buon divertimento!


A T T U A L I T Á

di Delfina Capasso

Se lo spazio è sprecato nel tempo, l’eternità

è davvero la via di fuga che si può sperare di

fronte alla morte? Non riesce a tutti, gioco

forza ma si parla di Rino Gaetano e lo si

ascolta, come se continuasse il suo infinito

viaggio accostandosi al nostro desiderio di

vita, osservandoci in ogni passaggio. Il

meraviglioso racconto che il geniale

cantautore ha messo in atto, organizza

l’ennesimo movimento, che non è iniziatico:

dall'infanzia all'adolescenza sessuale, né

dall'adolescenza irresponsabile, alla vita

sociale adulta (tutto questo, ad esempio, è

“Gianna” terzo posto al Festival di Sanremo

1978). Rino Gaetano porta l'immaginazione

là dove è rimasta emotivamente attaccata:

paura, divertimento, fantasia onnipotenza,

dissacrazione, consentendo per questo il

dispiegamento dimensionale in tutta la sua

estensione, forgiando composizioni sopra ad

un pentagramma fintamente basico, al

punto da sciogliere la realtà.

Cosa ascoltiamo adesso? Non il nulla, ma

certamente il vuoto.

L'era della moralizzazione democristiana è

passata e sta emergendo la grande

preoccupazione per la socializzazione. La

risposta razionale domina il panorama:

dobbiamo ragionare.

Con la sua pittura realistica della società, fin

dal debutto, il cantante diventa il nuovo

idolo dei giovani. Vero è che anche i primi

titoli non lasciarono indifferenti. Nemmeno

lo stile guascone-ribelle. Gli studenti ne

ripresero le espressioni e i genitori lo

accolsero come fosse stato sempre parte

della famiglia.

Rino Gaetano ha coltivato i talenti come

osservatore della vita urbana, brillando con

parole incisive, distinguendosi come

musicista aperto ad una moltitudine di altri

stili.

Quando la natura ti ha dotato di un

vantaggio artistico, non ha senso pensare ed

essere onesti ma Gaetano al contrario, ha

trovato nelle strade di Crotone, città dov’era

nato nel 1950, uno stile originalissimo,

concreto, robusto e vigoroso. Non era

consensuale e lusinghiero. Scriveva per

rovesciare i poteri abusivi e i trucchi del suo

tempo, non per vendere.

La politica di oggi si può riassumere nel

ripristino dell'intelligenza che fu massacrata

negli anni '70, dato che la più grande risorsa

di Rino Gaetano fu (ed è) la capacità di

conquistare il cuore ed il cervello, attraverso

testi “apparentemente” semplici e vivaci ma

dai molteplici concetti. Manca anche se c’è.

Photo LoRes_ASH


A T T U A L I T Á

Novara Dance Experience

"voglia di ricominciare"

di Luca Fohetti

Il Teatro Coccia ha riacceso le luci sul Festival Internazionale Novara Dance

Experience: cinque giornate intense, con concorsi, di danza classica, danza moderna e

urban, masterclass e il Gran Galà finale a coronamento di un immenso lavoro con la

certezza che l’arte e la bellezza continueranno a danzare. Il Festival, dopo la

sospensione del 2020 per l’emergenza sanitaria, ha voluto fortemente che questa terza

edizione fosse quella della ripartenza e un monito positivo per tutto un settore

dimenticato. Un’edizione attesa ed emotiva, un grido e un canto per celebrare la danza e

la sua regina indiscussa, Carla Fracci: lei non è mai mancata e, ne siamo certi, con i

suoi passi lievi ed eleganti, ha calcato il palcoscenico del Teatro anche quest’anno.

Un applauso liberatorio ha aperto la serata del Gran Galà nel bellissimo Teatro Coccia di

Novara accompagnando le parole, cariche di emozione, del direttore artistico Francesco

Borelli: “Non potevamo non iniziare questa notte magica se non omaggiando lei, una

donna che ha attraversato le nostre vite a passi lievi ma incisivi, una donna che ha

letteralmente scritto la storia della danza in Italia e nel Mondo. Una donna amica del

Novara Dance Experience con la quale tutti noi abbiamo condiviso momenti straordinari

e bellissimi: a Carla Fracci va il nostro più sentito, caloroso, struggente, lungo addio.

Renderemo omaggio a Carla con un Premio alla sua memoria, ricordando come abbia

sempre sostenuto che la danza fosse di tutti e per tutti”.

Un Festival Internazionale dove regine indiscusse sono state, ancora una volta, la danza

e la bellezza, conferendo all’evento un’identità forte e inconfondibile. Il progetto, nato

dalla volontà dell’AssociazioneDanceHall di promuovere e diffondere la cultura della

danza e dell’arte coreutica, ha portato ancora una volta a Novara i grandi nomi della

danza nazionali e internazionali.

Un commosso Francesco Borelli nel premiare Luciana Savignano (nella foto durante la

premiazione) étoile del Teatro alla Scala e Prima ballerina di Maurice Béjart col Premio

alla carriera 2021, ha ricordato la prima volta che ebbe il privilegio di ballare con lei:

“Mi prese le mani e mi disse, Francesco non preoccuparti siamo soli io e te. Io mi agitai

ancora di più. Un’esperienza bellissima danzare con lei che ha saputo dare un

significato profondo ad ogni gesto impercettibile di un dito, di un braccio. Non

dimenticherò mai la prima volta che la presi tra le braccia, per questo affetto profondo

che mi lega a lei, ho voluto essere io a consegnarle il Premio”.

Luciana Savignano, nel ricevere il Premio, ha voluto sottolineare con eleganza: “Vorrei

che fosse un Premio all’artista e non alla carriera. All’artista per quello che ha fatto,

quello che è e farà. Francesco, vorrei che lo rifacessimo ancora: è una promessa e una

sfida, l’anno prossimo su questo Palco, balleremo ancora insieme”. L’étoile, nel ricordare

la Fracci, ha aggiunto come non potrà mai essere un addio, perché un’artista come

Carla, vivrà per sempre non solo nel ricordo, ma nei suoi passi, che lievi, continueranno

a danzare portando il suo messaggio, ovunque nel mondo.

Conclude Francesco Borelli: “I posti in Teatro erano ridotti, ma nessuna restrizione, ha

potuto arginare la voglia di tornare a fare il mestiere più bello del mondo e soprattutto, di

“regalarlo” a piene mani a chi non rimane indifferente all’arte in ogni sua forma e

manifestazione, riconoscendole il compito di restituire a tutti noi speranza e gioia. Il

Novara Dance Experience è per noi, come un figlio una creatura per la quale lavorare

senza sosta: da domani ci rimetteremo al lavoro per progettare l’edizione dell’anno

prossimo, forti e carichi dell’energia e la bellezza che ha regalato ad ognuno di noi”.

La terza edizione del Festival Novara Dance Experience è stata realizzata in

collaborazione con il Comune di Novara in co-produzione con il Teatro Coccia e a favore

della LILT Novara Onlus, nella persona della Dottoressa Giuseppina Gambaro, la lega

italiana per la lotta contro i tumori. (crediti fotografici Luca Vantusso)

© Luca Vantusso

© Luca Vantusso

© Luca Vantusso


A T T U A L I T Á

Esserci, è questo

l’importante

spettatore e attore di quello che è a tutti gli

essere Partecipare,

di Sandro Mallamaci

effetti uno spettacolo.

Si, perché l’occasione che viene ogni tanto offerta dagli eventi

organizzati dalle diverse amministrazioni comunali, in collaborazione

con le associazioni sportive, è attesa ogni anno con grande

entusiasmo da chi normalmente pratica le più svariate discipline

sportive, lontano da sguardi indiscreti, chiusi tra le quattro mura di

una palestra.

Le motivazioni che spingono moltissimi a partecipare sono le più

svariate, ma quella che traspare, assistendo a quello che diventa

ogni volta un vero e proprio spettacolo di intrattenimento, è

senz’altro la voglia di essere protagonisti, proprio come fossero dei

veri attori che si esibiscono su un palcoscenico difronte ad un vero

pubblico.

Dalla tensione che cresce sempre più nei giorni che precedono

l’evento, all’impegno profuso nel preparare gli esercizi, ponendo la

massima attenzione anche ai piccoli dettagli, come ad esempio

nello scegliere i giusti indumenti da indossare.

E se questo vale per tutti gli sport, tanto più è evidente per chi

pratica la disciplina di danza sportiva. lì si balla e ci si diverte

facendo attività fisica; organizzare l’esibizione equivale a mettere

su un vero spettacolo, con una vera scaletta di coreografie, quasi

fosse intrattenere il pubblico lo scopo dell’evento.

In realtà queste occasioni servono per avvicinare la gente al mondo

dello sport, e far comprendere quanto importante sia l’attività fisica,

a qualunque età venga praticata.

E per ottenere questo scopo è indispensabile che chi durante tutto

l’anno pratica gli sport si renda disponibile a far vedere

pubblicamente quello che quotidianamente si fa in palestra.

Non tutti però hanno la faccia tosta per farlo: ma per chi lo pratica

non con lo spirito dello sportivo ma con la voglia di divertirsi, è

proprio questa un’occasione ideale per esibirsi come su una

qualunque pista da ballo.

Se nelle serate danzanti ci si prepara indossando abiti eleganti, per

questi eventi promozionali ci si veste con delle vere e proprie divise

sportive: è necessario far vedere cosa si fa, ma soprattutto a quale

associazione sportiva si appartiene; obbligatorio quindi indossare

almeno la maglietta della società, e se fa troppo caldo, anche il

cappellino d’ordinanza.

E giù in pista, attenti a non sbagliare neanche un passo, ognuno col

suo fotografo personale pronto a cogliere tutti i momenti

significativi dell’esibizione, per poter pubblicare foto e video sui

social e vedere quanti like si riceveranno.

La fatica che costa praticare lo sport a livello dilettantistico merita

almeno il premio dell’approvazione e dei complimenti degli amici e

dei parenti.


E V E N T I


E V E N T I

FUTURO FESTIVAL

Al Tearo Brancaccio di Roma, dal 5 al 30 luglio debutta la prima

edizione del festival internazionale di danza e cultura contemporanea.

Nel mese di luglio torna un’esplosione di energia vitale sulle tavole

del palcoscenico del Teatro Brancaccio: arriva infatti FUTURO

FESTIVAL ideato da Alessandro Longobardi e diretto dalla

coreografa Alessia Gatta, il Brancaccio schiude così le sue porte

dopo il lungo letargo in cui il covid 19 ha costretto il mondo dello

spettacolo dal vivo.

Si riapre con coraggio, passione e gioia per ospitare la prima

edizione di un contenitore all’insegna della danza contemporanea e

della cultura: “un mese di promozione della danza come tendenza

artistica interdisciplinare e sperimentale” proposto dall’associazione

[MATRICE] N in collaborazione con Viola Produzioni e l’associazione

BrancaccioDanza.

La danza contemporanea, la danza urbana insieme a forme di arte

performativa dialogano con il pubblico per dare una fotografia delle

nuove tendenze, di giovani danzatori e dei loro coreografi.

Un MELTING POT di culture, un CROCEVIA di sguardi, un

COLLETTORE di stili eterogenei. Un LUOGO di contaminazioni fra

diversi linguaggi tra passato e presente con uno sguardo al futuro.

FUTURO FESTIVAL nasce nel 2021, un anno in bilico fra paure,

incertezze, speranze e voglia di cambiamento, accoglie danzatori,

coreografi, docenti, studenti, artisti, operatori e appassionati della

danza da tutto il mondo per incontrarsi e potersi ispirare attraverso lo

scambio di idee e di ricerca, trasformando l’Estate Romana in un

epicentro per la danza contemporanea.

Un polo d'attrazione, un’AGORÀ, dove respirare l’arte della danza,

tutti insieme: studiosi, appassionati e operatori per dialogare,

apprendere e promuovere nuove iniziative.

FUTURO FESTIVAL intende promuovere l’esperienza culturale sul

territorio con l’organizzazione di attività che siano in grado di

veicolare l’arte della danza come linguaggio universale, per

l’espressione della narrazione mediante il movimento corporeo come

liberazione dell’io, come immedesimazione in un viaggio tra le pieghe

dell’animo umano che filtra, inevitabilmente in modo soggettivo, gli

stati emozionali tradotti in movimento a ritmo di musica. Tutto

comunque vissuto come passaggio di energia.

Intende inoltre essere motore per l’incontro tra generazioni di giovani

danzatori, mondo della produzione e pubblico.

PROGRAMMA FESTIVAL:

● 5 LUGLIO 2021 / JULY 5TH, 2021 Tavola rotonda “re- movēre” - muovere di nuovo.

● DAL 5 AL 10 LUGLIO 2021 / JULY 5TH TO 10TH, 2021 Workshop #UNMETROCUBO

● DAL 5 AL 6 LUGLIO 2021 / JULY 5TH TO 6TH, 2021 “SPHERA” HUMANHOOD

● 6 LUGLIO 2021 / JULY 6TH, 2021 DJ Lil' Jean

● DAL 8 AL 9 Luglio 2021 / JULY 8TH TO 9TH, 2021 “LA NONA” Compagnia ZAPPALA’ DANZA

● 10 LUGLIO 2021 / JULY 10TH, 2021 “#UNMETROCUBO” PERFORMANCE FINALE DEL WORKSHOP PER GIOVANI

DANZATORI - “WATER” SOULSCAPES [PRIMA NAZIONALE]

● DAL 16 AL 17 LUGLIO 2021 / JULY 16TH TO 17TH, 2021 “CROLLI” Alessia Gatta [PRIMA NAZIONALE]

● 22 LUGLIO 2021 / JULY 21ST TO 6TH, 2021“ BOYS DON’T CRY” COMPAGNIA HERVé KOUBI

● 23 LUGLIO 2021 / JULY 23RD, 2021 “Quadri tratti da LILI ELBE SHOW” Sasha Riva & Simone Repele / “Keeping

Warm” [PRIMA NAZIONALE] [RITMI SOTTERRANEI] contemporary dance company

● 29 LUGLIO 2021 / JULY 29TH, 2021 “CLOROPHILIA” KODANCE [PRIMA NAZIONALE]

● 30 LUGLIO 2021 / JULY 31ST, 2021 “50 MIN/MQ” E_SPERIMENTI DANCE COMPANY


E V E N T I

IN DANZA

FERRAGOSTO

12 AL 15 AGOSTO 2021.

DAL

WORKSHOP ESCLUSIVO E A NUMERO CHIUSO.

Una full immersion di circa 8 ore di studio al giorno con due livelli di Tecnica della danza

classica e punte (intermedio e avanzato) e tre laboratori coreografici, gruppo unico, con

grandi nomi della danza internazionale:

MAURO BIGONZETTI, Coreografo Internazionale

GONZALO GALGUERA, Direttore del balletto di Magdeburgo (Germania)

KRISTIAN CELLINI, Coregrafo Internazionale

FRANCESCA MALACARNE, Docente Di Tecnica Della Danza Classica

BEATRICE MILLE, MaitreDu Ballet Internazionale

Al pianoforte il Maestro VINICIO COLELLA, Pianista al Ballo presso A.N.D.

Luogo dell’evento Villa Delia, resort immerso nelle colline toscane in provincia di Pisa che su

gentile concessione del Cav. Umberto Menghi diventerà il villaggio della danza. www.villadelia.it

Bellezze naturali, studio di alta formazione si fondono in un mix davvero esplosivo.

Un’occasione per farsi conoscere dai coreografi e possibilità di lavoro.

Il Workshop esclusivo è rivolto ad un numero limitato di 45 allievi, a partire dai 16 anni, con

buona base tecnica.

La Direzione Aristica è di Kristian Cellini, in collaborazione con Antonio Desiderio Artist

Management.

Il costo dell’evento è di € 600,00 onnicomprensivo di workshop, vitto e alloggio.

Per info e costi: www.kristiancellini.com; info@ferragostoindanza.com


E V E N T I

L’ESTATE LECCESE RIVIVE

Gli eroi dell’antica Grecia, i personaggi dell’Olimpo, con le loro storie mitologiche di imprese

divine e umanissime passioni, con la loro forza sovrumana e le loro capricciose debolezze, con

i loro corpi plasticamente perfetti e le loro anime perennemente tormentate, dominano da

sempre la cultura mondiale. Un universo costantemente alimentato anche dalle scoperte

archeologiche che, dall’Ottocento ad oggi, hanno riportato alla luce un patrimonio di bellezza,

che ha nelle statue di Fidia e negli edifici dell’Acropoli di Atene le opere che più di ogni altra

descrivono un’epoca nell’immaginario collettivo.Tutto questo è tornato a rivivere nello

spettacolo “Miti in scena” al Teatro Apollo di Lecce venerdì nel week end 11-13 giugno, portato

in scena dalla compagnia Balletto del Sud. L’iniziativa è stata realizzata da Balletto del Sud in

collaborazione con Teatro Pubblico Pugliese, Regione Puglia, Ministero della Cultura, Comune

di Lecce, con repliche nei mesi di luglio e agosto nel Chiostro dei Teatini.

Per rendere al meglio la complessità delle svariate suggestioni della letteratura e dell’arte

antica, il regista Fredy Franzutti, direttore della compagnia, ha composto, in questa edizione,

una serata che alterna quadri emozionali ed evocativi a brani di brillante virtuosismo, e lo ha

fatto mettendo sapientemente insieme musica, teatro e danza. Ecco, quindi, che l’attore

residente della compagnia Andrea Sirianni diventerà Aiace, pronunciando il celebre monologo

tratto dalla tragedia di Sofocle con cui l’eroe greco sceglie la strada di una morte eroica, per

trasformarsi, poi, nell’Ulisse dantesco, avvolto dalle fiamme dell’inferno, che racconta la sua

fine e con essa l’epilogo del desiderio umano di superare i propri limiti. Ma Sirianni declamerà

sul celebre adagio di Čajkovskij anche “L’elogio alla rosa”, tratto da “L’Adone” di Gianbattista

Marino, e l’intensa poesia “Itaca” del greco Costantino Kavafis.

L’attore Donato Chiarello avrà, invece, il compito di introdurre con brevi cenni narrativi i quadri

interpretati dalla compagnia: l’Idolo d’oro, l’equivalente del dio Apollo nella cultura indiana, gli

amori contrastati di Piramo e Tisbe, le sacerdotesse di Iside, l’incontro tra Leda e Giove

mutatosi in cigno, la storia senza tempo di Amore e Psiche (nella brillante coreografia di

Marius Petipa su musiche di Minkus), il rapimento del giovane Ganimede da parte di Giove, il

pas de deux di Sylvia, l’eroica variazione di Atteone (con le coreografie di Agrippina Vaganova),

il Can Can finale dell’“Orfeo all'inferno” di Jacques Offenbach e la presentazione delle muse di

Apollo. Protagonisti dei quadri danzati sono i primi ballerini del Balletto del Sud: Nuria Salado

Fustè, Carlos Montalvan e Matias Iaconianni, i solisti della compagnia Ovidiu Chitanu, Alice

Leoncini, Alexander Yakovlev e Liliana Alonso, Benedetta Maldina, Lorenzo Lupi, Joao

Soledade,il resto del corpo di ballo e alcuni allievi scelti della scuola del Balletto del Sud.

MITI E EROI DELL'ANTICA GRECIA


E V E N T I

Il Festival delle arti performative più antico d’Italia, ideato da Gian Carlo Menotti

nel 1958, trasforma ancora una volta la città in palcoscenico.

Folia © Gilles Aguilar

Folia 3 © Julie Cherki.jpg

Si è inaugurato venerdì 25 giugno 2021, la sessantaquattresima

edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto, la prima a firma della

direttrice artistica Monique Veaute. La missione fondante rimane

senza tempo, così come l’atmosfera del luogo che per tre settimane

mescola la realtà con la finzione, la quotidianità con la magia del

teatro, gli artisti con gli spettatori: più 60 spettacoli, tutti in prima

italiana, con più di 500 artisti da 13 paesi in 17 sedi sono i numeri di

una proposta interdisciplinare che dal 25 giugno all’11 luglio mette in

relazione Musica, Opera, Danza, Teatro, Arte attraverso la creatività

dei migliori artisti e delle migliori compagnie internazionali. Gli

appuntamenti si susseguono da mattina a sera, in una combinazione

di generi e forme che permette al pubblico di scoprire l’inatteso. Gli

spettacoli e gli incontri con gli artisti, gli appuntamenti collaterali, gli

approfondimenti, i dibattiti scrivono il racconto della nostra

contemporaneità, svelano il volto della nostra società e ci restituiscono

la complessità del nostro vivere affrontandone i grandi temi: la Rai

presenta a Spoleto il primo Festival per il sociale, la sostenibilità

ambientale ed economica sono al centro del dibattito culturale, e della

nuova organizzazione del Festival, così come la coesione e

l’inclusione, il ruolo delle donne, quello delle nuove generazioni e il

valore della memoria. Dante, Stravinskij, Strehler, Pina Bausch così

come i grandi classici sono il ponte tra passato e futuro, proiettati in

avanti dalla visione artistica dei grandi nomi che compongono il

cartellone: da Iván Fisher ad Antonio Pappano, dalla Budapest

Festival Orchestra all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, da

Mourad Merzouki ad Angelin Preljocaj, da Francesco Tristano a Brad

Mehldau, da Flora Détraz a Jonas&Lander, da Liv Ferracchiati a Alan

Lucien Øyen, dai contributi di Romeo Castellucci e Lucia Ronchetti,

così come dalle residenze sperimentali a cura di La MaMa Spoleto

Open o dell’Accademia Silvio d’Amico. L’artista Daniel Buren firma il

Manifesto della 64° Edizione mentre le mostre a Palazzo Collicola e in

città completano la proposta d’arte. Sullo sfondo, gli approfondimenti

culturali di Fondazione Carla Fendi e i numerosi appuntamenti

collaterali sono finestre sul nostro tempo e sui meravigliosi luoghi della

città. Il 64° Festival dei Due Mondi segna il ritorno alla socialità in

assoluta sicurezza e affianca alla proposta dal vivo, offline, anche un

calendario di appuntamenti online sul Digital Stage, per permettere di

assistere agli spettacoli già programmati che non possono andare in

scena per le limitazioni ancora imposte dall’emergenza sanitaria.

Un festival che torna a dialogare con il territorio e le realtà che lo

animano facendosene promotore, un festival che torna a far dialogare

il pubblico e le persone, creando nuove occasioni di incontro.


E V E N T I

TuttoBallo

5 0 ° A N N I V E R S A R I O D E L L A M O R T E D I I G O R S T R A V I N S K Y

STRAVINSKY’S LOVE

Beatrice Rana, Vladimir Derevianko, Sergio Bernal, Davide Dato tra i protagonisti

Nuovo balletto di John Neumeier

STRAVINSKY’S LOVE, a cura di Daniele Cipriani, è una produzione realizzata con la FONDAZIONE CARLO FELICE DI GENOVA per il

Nervi Music Ballet Festival 2021 con il patrocinio della Fondazione Igor Stravinsky di Ginevra. Lo spettacolo di balletto e musica dal

vivo, interpretato da virtuosi della danza e della musica, celebra il grande musicista russo Igor Stravinsky (1882-1971) nel 50°

anniversario della sua morte ed è incentrato sull’amore del grande compositore russo per la danza. La serata comprenderà anche un

nuovo balletto di John Neumeier. Spiccano nel cast Beatrice Rana, una delle più apprezzate pianiste sulla scena musicale

internazionale odierna, e la violinista olandese Simone Lamsma che suona il pregiato Stradivari “Mlynarski” del 1718. Completa il cast

musicale un secondo pianista, Massimo Spada. Per i balletti Apollo e Uccello di Fuoco ascolteremo invece incisioni storiche dirette

dallo stesso Stravinsky.

Nei panni di Igor Stravinsky, assistiamo al ritorno in scena di Vladimir Derevianko, già primo ballerino del Bolshoi di Mosca (e, in

seguito, étoile internazionale), che, con accenti russi, rievocherà momenti della sua vita, ricordi e aneddoti, molti dei quali legati al

periodo dei Ballets Russes in cui ritroviamo personaggi come Picasso e Diaghilev, Nijinsky e Balanchine. Derevianko/Stravinsky

suona alcuni passaggi al pianoforte, esegue alcuni passi di danza, e introduce i brani della serata.

Il cast tersicoreo comprenderà tra gli altri il bailaor spagnolo Sergio Bernal, Ashley Bouder del New York City Ballet (compagnia che

vanta un legame storico con Stravinsky), Davide Dato dall’Opera di Vienna, il duo Simone Repele/Sasha Riva da Ballet du Grande

Théâtre de Genève. Di alcuni balletti in programma si vedranno le coreografie storiche, di altri invece creazioni più recenti, di cui

alcune in prima italiana.

Ferve l’attesa a Roma, Nervi e Ravenna per Jacopo Bellussi e Alessandro Frola dello Hamburg Ballet in un nuovo balletto firmato dal

coreografo americano John Neumeier su Divertimento, brano per violino e pianoforte tratto da Le baiser de la fée, il balletto

composto da Stravinsky in omaggio a Ciaikovskij. Nel programma figurano brani tratti da: Histoire du soldat (danze create

appositamente da Bernal che ne è anche l’interprete accanto alla Bouder); Apollo (il passo a due di Apollo e Tersicore tratto dalla

coreografia originale di George Balanchine, per concessione di ©The George Balanchine Trust, interpreti Bouder e Bernal); L’uccello

di fuoco (di Marco Goecke, interpreti Riva e Repele); Pulcinella (coreografato e danzato da Riva e Repele). Per La Sagra della

primavera è stata scelta la versione di Uwe Scholz che sarà quindi rappresentata per la prima volta in Italia; interpretata da Dato, la

coreografia è stata ricostruita da Giovanni di Palma, il ballerino italiano per cui il balletto era stato creato.

Danzatori della Compagnia Daniele Cipriani sono gli interpreti di alcuni brani di Petrushka – Mattia Tortora (Petrushka), Susanna

Elviretti (la Ballerina) – nella coreografia storica di Fokine. Il ruolo del Prestigiatore, che alla prima nel 1911 fu del leggendario

ballerino e maestro di ballo Enrico Cecchetti, sarà interpretato da Derevianko.

La sceneggiatura di STRAVINSKY’S LOVE è firmato dal giornalista e autore Vittorio Sabadin e si basa su scritti del compositore

stesso. La consulenza musicale è del musicologo GastónFournier-Facio. La consulenza per la regia di Annamaria Bruzzese. Speciale

attenzione verrà data ai costumi, a cura di Anna Biagiotti. Il costume di Pulcinella (indossato da Riva nel balletto omonimo) è stato

ricreato dal disegno originale di Pablo Picasso, così come lo sono stati i costumi di quattro altri personaggi (dal balletto originale

però, ovvero il Pulcinella di Massine) che sfileranno in palcoscenico. I costumi di Petrushka sono ricreazioni dai bozzetti originali di

Benois; apparirà, inoltre, il fiammante Uccello di Fuoco disegnato da Bakst per il balletto originale di Fokine.

Lo spettacolo sarà al centro di una produzione in format televisivo che andrà in onda il 20 luglio su RAI2 in seconda serata. Dai

Parchi di Nervi e dal Teatro Carlo Felice di Genova, l’attrice Alessandra Martines, che ha avuto anche un’importante carriera come

ballerina classica, racconterà attraverso immagini, aneddoti e interviste, la storia di amore tra Stravinsky e la danza.

Vladimir Derevianko

Davide Dato_Copyright KOSMAS PAVLOV 4


E V E N T I

TuttoBallo

Tutto quello che si può fare con la danza e attraverso la danza oggi. Al suo

primo anno di direzione, Wayne McGregor illumina con il 15. Festival

Internazionale di Danza Contemporanea (23 luglio > 1 agosto) la complessità,

l’ampiezza, la “trasformabilità” di una disciplina in continuo rinnovamento

e che, in dialogo con il pensiero più avanzato, concorre agli sviluppi

dell’arte contemporanea.

La mappa del 15. Festival Internazionale di Danza Contemporanea si articola

in sette passi/tempi: gli spettacoli dal vivo con coreografi e compagnie da

tutto il mondo, le installazioni all’insegna del multilinguismo, le nuove

energie di Biennale College, la ricca produzione di opere filmate sulla e

con la danza, le collaborazioni fra discipline in seno alla stessa Biennale,

le conversazioni con gli artisti e le commissioni di nuova danza. 10 giorni

di attività con oltre 100 artisti, tutte prime per l’Italia, due prime

mondiali e tre prime europee.


E V E N T I

Desiderio percettibile di ricominciare da dove si è, mettendo in

esposizione e a disposizione ciò che si ha, con cui si è rimasti. La

resa dei conti da cui ripartire con un entusiasmo ed un’energia

nuova. Strutture da ricostruire, crescite da coltivare,

comunicazioni da inventare. Il potenziale della fantasia, basato

sulla storia, i racconti dei Paesi, i mezzi dei creativi.

È un ‘to be continued’ ...

di Assia Karaguiozova

Imbarcazione di lusso per gli ospiti speciali, alto artigianato e

tradizione italiana. Si prepara il backstage del tappeto rosso al

Lido Venezia, in attesa della 78. Mostra Internazionale d’Arte

Cinematografica e del nuovo Leone d’Oro.

Thunder, azienda Vizianello, design Nuvolari Lenard, Made in

Italy


F O T O G R A F I A


P E R S O N A G G I O

ph. Monica Irma Ricci

Dancer: Costantino Imperatore per EMC Casting

studio: Hangar63 @LineaB.net


P E R S O N A G G I O


P E R S O N A G G I O


P E R S O N A G G I

photo © danilo piccini


P E R S O N A G G I

Quando conobbi Simona Patitucci, una voce incredibile, eravamo

entrambi minorenni. In quel periodo chi voleva diventare attore invece di

affidarsi a qualche reality, prima studiava e cercava di prepararsi

seriamente. Eravamo allievi di una scuola teatrale romana tra le più

rinomate, con ottimi propositi per il futuro. Le sue soddisfazioni Simona le

ha avute, persino la Disney si accorse di cotanto talento, affidandole un

personaggio che proprio dalla “voce” traeva il suo punto di forza. “La

Sirenetta”. E dato che si scoprirono un cast di attori formidabili, decisero

saggiamente di dare agli interpreti del doppiaggio, sia la parte cantata che

la parte recitata di ogni personaggio. Cosa mai fatta prima di allora.

È mia grande gioia potervela presentare, in tutto il suo incantevole

splendore, approfittando anche del fatto che a settembre 2020 è convolata

a nozze con il grande amore di sempre, l’informatico Padraig O’ Broin.

Il tuo matrimonio ha fatto parlare i maggiori giornali di cronaca rosa,

sarà stato anche per l’incantevole luogo esclusivo?

«Anche, penso. Un posto magico. C’è la “Casa Vecchia” situata dentro la

tenuta “La Tognazza”, sopra dei terreni acquistati da Ugo Tognazzi (lo zio,

Ndr) negli anni Sessanta. Capolavori del cinema come “La donna

scimmia”, “La grande abbuffata” di Marco Ferreri, “Romanzo Popolare”,

“Amici Miei” di Mario Monicelli, “In nome del popolo italiano” di Dino Risi,

“Il vizietto” di Eduard Molinari’ sono stati pensati, scritti, forgiati all’interno

di queste mura. Infatti, la villa è anche un Museo dedicato agli amanti del

cinema».

Come è potuto accadere?

«In maniera estremamente semplice ho chiesto ai miei cugini Gianmarco

e Maria Sole Tognazzi se potessi accogliere gli invitati dentro la loro villa

che ha questa storia meravigliosa. La risposta immediatamente è stata

affermativa. Sono abituata a non dare mai nulla per scontato ma l’amore

che ci unisce da sempre non ha confini».

Debuttasti come cantante ad “Azzurro” trasmissione canora di Italia Uno,

quando eri ancora minorenne ed in platea per te un protagonista

d’eccezione. Che ricordi serbi di quell’esibizione al Petruzzelli?

«Che primizia hai trovato! In effetti è proprio così, debuttai come cantante

ad Azzurro grazie al patron della manifestazione Vittorio Salvetti, il quale

ascoltò un mio demo e s’innamorò della voce. Devo dire che fu

un’esperienza divertente, si trattava di un festival a squadre e nella mia, la

caposquadra era Patty Pravo e ci si esibiva più volte nell’arco di tre giorni.

Ero giovanissima, avevo circa 13 anni, e cantavo una cover di un brano di

Dolly Parton che si chiamava “Island In The Stream” molto orecchiabile. In

platea ad applaudirmi ebbi come padrino d’eccezione proprio zio Ugo.

Quell’esperienza però, mi fece capire che il solo canto non mi bastava,

volevo unire al canto la recitazione, quindi cominciai a covare il sogno del

teatro musicale, che poi è stata la mia strada».

Hai cominciato a cantare molto giovane e sei arrivata presto al

successo: pensi che questo percorso ti abbia fatto bene?

«Penso di sì. Ho cominciato col doppiaggio a sette anni,

contemporaneamente ho girato due film “Un Sussurro Nel Buio” ed” I

Nuovi Mostri “diretta dal grande Dino Risi, ovviamente mai trascurando gli

studi, perché sono sempre stata una secchiona, quindi ho sempre vissuto

il lavoro come una parte divertente della mia vita, importante ma non

sacrificante».

photo © Danilo Piccini


P E R S O N A G G I

photo © danilo piccini


P E R S O N A G G I

Si vedono sempre più cantanti bruciare le tappe ed arrivare

rapidamente più di altri in virtù di una partecipazione ad “Amici” o

“X Factor”. Non credi che questa sia una strada pericolosa?

«Indubbiamente è un’arma a doppio taglio, se è vero che spesso e

nemmeno sempre, i talent facciano raggiungere rapidamente una discreta

popolarità, è altrettanto vero che passato il momento di attenzione

mediatica, è molto difficile per i reduci inserirsi nel mondo dello spettacolo

e continuare una carriera che duri nel tempo. Sono dei concorsi e chi

esce da quelle trasmissioni non riceve una vera preparazione che gli

consenta di essere competitivo. Personalmente non so se, avendone

avuta la possibilità, all’inizio della mia carriera, avrei partecipato ad un

talent, forse si, chissà … Io comunque trovo fondamentale la famigerata

“gavetta” che forma i professionisti, e che ti fa anche capire se stai

realmente percorrendo la strada giusta».

Dammi una definizione dei requisiti necessari a un cantante

completo.

«Per me non esiste più la definizione di “cantante”. Io mi sono sempre

definita una cant’attrice, una performer, capace di intrattenere il pubblico

sia cantando che recitando. Per me questa è la vera chiave di lettura dei

performer del presente e del futuro: essere capaci di stare in palcoscenico

e quindi anche davanti ad una telecamera con naturalezza ed incisività».

Essendo tu ormai qualificata attrice e cantante dalle indubbie qualità

vocali qual è oggi il tuo approccio interpretativo nel preparare i

ruoli?

«Ritengo che il nostro approccio allo spettacolo sia quello che ci rende

competitive nel mondo e naturalmente anche in Italia. Con tutto il rispetto

per i vari metodi che ho studiato ed applicato, consiglio sempre ai più

acerbi di leggere e fare propri anche le lezioni, contenute nel libro del

grande Sergio Tofano “Il Teatro All’Antica Italiana”. Ritengo sia

fondamentale conoscere le nostre radici culturali ed artistiche per poter

proporre un nuovo e rinnovato modo di fare spettacolo»

Hai un modello tra i cantanti del passato?

«Sicuramente la mia ispirazione è la divina, inimitabile, indistruttibile

Barbra Streisand. Rimane la voce che mi basta solo ascoltare, per

provare un brivido lungo la schiena ed un’emozione profonda».

Sei soddisfatta di quello che hai fatto sulle scene o hai qualche

rimpianto?

«Quando rileggo il mio curriculum non posso che essere orgogliosa ed

anche un po’ stupita per la quantità e la qualità degli spettacoli che ho

avuto l’opportunità di interpretare».

photo © Danilo Piccini

L’eccellenza della tua voce è stata incastonata per sempre

nell’universo Disney. Ora “La Sirenetta” diventerà un film live action,

hai mai pensato ad un tuo tributo interamente dedicato al mondo

Disney magari assieme ad un corpo di ballo numeroso?

«A Broadway poco prima del covid, hanno realizzato proprio uno

spettacolo intitolato “Disney’s On The Record”, dedicato alle meravigliose

colonne sonore dei film targati Disney. Sarebbe bello poterlo fare anche in

Italia con una grande orchestra. Davvero un sogno. Ma come diceva Walt

Disney: “Se puoi sognarlo, puoi farlo”, quindi mai dire mai. Io sono

pronta».


P E R S O N A G G I


P E R S O N A G G I

Ballerino, coreografo e regista teatrale. Mario Radacovsky oggi è direttore

artistico del Balletto di Brno.

Il tuo primo contatto con la danza..

Il mio primo contatto con la danza è avvenuto tramite mia zia che amava

l'improvvisazione e suonava con mio fratello. Lei mi fece partecipare

all'audizione per la scuola di danza professionale in Cecoslovacchia quella

volta a Bratislava, oggi capitale della Slovacchia.

Il tuo primo ruolo importante

Il mio primo ruolo importante è stato Albrecht in Giselle. Ero da poco

arrivato nella compagnia di balletto nazionale slovacco ed abbiamo fatto la

versione cubana di Alicia Alonso. Lei e Joaquin Banegas mi hanno messo

nel cast quando avevo solo diciotto anni.

Il tuo arrivo nella Compagnia di balletto di Brno... come ti sei sentito?

Avevo già avuto contatti con questa compagnia come danzatore e, quasi

20 anni dopo, ci sono tornato in veste di Direttore Artistico. Ho pensato

subito che bisognava lavorare sodo con questa realtà ma avevo capito

che avremmo potuto fare grandi cose insieme.

Quali responsabilità senti?

Come direttore mi sento responsabile ogni giorno di ogni decisione ma

sono davvero fortunato perché ho un grande team di persone, e non sono

solo. I ballerini lavorano sodo. Tutti lavorano sodo, quindi sono sicuro che

saremo presto ricompensati.

Mario Radakovsky direttore del balletto e Mario Radakovsky marito.

Quale differenza?

Non c'è differenza. Amo mia moglie, è un'artista straordinaria e una prima

ballerina. È la posizione più difficile per lei perché è mia moglie e io sono il

suo regista. È fantastica e la compagnia sa che sarà nella stessa

posizione anche senza di me, e che è importante e lo sanno tutti. Cerco di

essere il più corretto possibile con tutti, sempre.

Un momento importante della tua vita

Tanti momenti … ma uno soprattutto: siamo diventati una famiglia a Brno

perché la nostra bellissima figlia Vivien è nata a Brno. Sono diventato

padre e Klaudia mamma.

Prossimi progetti?

Dopo la prima di Michelangelo a Belgrado, il mio prossimo sarà una

premiere con la nostra compagnia di balletto, "Beethoven" il 13 novembre

2021. Enorme anteprima dal vivo di uno dei geni della musica. Vorrei

invitare tutti voi a questo evento!

Cos’è la danza per te?

La danza è tutto per me. Come Jiri Kylian, mio mentore e per me miglior

coreografo, per il quale ho lavorato sette anni della mia carriera

triste....onestà... onestà nel movimento...

La danza.... per me non importa quale stile... se è di buon livello ed

onesta, è la migliore forma d'arte di sempre.

© Danilo Piccini


P E R S O N A G G I

IL CASTORO DANZERINO E LA LONTRA INTRAPRENDENTE

una volta, in un paese lontano lontano… un castoro di nome Andrea.

C’era

bellissimo esemplare giovane e forte, slanciato per gli standard della specie, con una lunga coda a far da pagaia, e dalle zampine

Un

affusolate, allegro e sempre sorridente. Il suo manto era di colore bruno, lucido e morbido al tatto e i suoi denti forti erano la

anteriori

arma più potente, perché attraverso quel sorriso, stava costruendo il suo sogno. Una diga in cui contenere momenti di gioia ed

sua

emozioni.

felice, nel suo habitat naturale, sognava le sue dighe emozionali, e sovente si intratteneva nuotando con la sua migliore amica. Una

Era

di nome Zaira.

lontra

era una forza della natura, passava ogni giorno al laghetto del bosco per andare a trovare il suo compagno di giochi, e lui, anche se

Zaira

fingeva di essere infastidito, in realtà aspettava con ansia quei momenti, andando al luogo dell’incontro sempre un po’

inizialmente

per potersi lucidare la pelliccia e farsi trovare impeccabile.

prima,

Andrea scivolava nei suoi “momenti no”, quelli che di tanto in tanto in tanto ti prendono alla sprovvista e ti portano

Talvolta

lontano, bastava però che arrivasse Zaira portando con se tutta la sua energia e qualche schizzo d’acqua, e lui si

distrattamente

in acqua a nuotare e ridere di gusto senza capire come fosse successo.

buttava

natura i castori sono abili nuotatori, costruttori di dighe ai margini dei fiumi attratti dal rumore dell’acqua che stimolano in loro l’istinto

In

conservazione. Attraverso quelle dighe, modificando il corso dell’acqua, creando tane confortevoli e silenti per le loro provviste e la

di

prole, e con dei canali in entrata e in uscita per proteggersi dai predatori. Andrea era alla ricerca del luogo perfetto per costruire la

loro

diga e, tra una nuotata e l’altra, aveva capito di essersi innamorato di Zaira e che le loro diversità sarebbero diventate, nel tempo, le

sua

stesse forze, la compagna perfetta per costruire una diga, seppur provenienti da specie diverse.

loro

giorno, risalendo lungo il laghetto, furono attirati da un rumore che non avevano mai sentito prima, era al calare del sole e in acqua,

Un

quel suono come il battito di un cuore. Si guardarono e sentirono l’istinto di riemergere in superficie, scoprendo con

percepirono

di essere vicini ad un villaggio chiamato “Lacchiarella”, e che quel “battito” era in realtà il suono delle congas, dei bongò e dei

stupore,

accompagnati dal vento.

timbales

di aver trovato il “luogo perfetto” per la loro diga emozionale, perché in quel battito

Capirono

erano “trovati”. Un castoro ballerino e una lontra intraprendente.

si

la zona rinvenendo le rovine di una vecchia struttura, lasciata abbandonata da

Perlustrarono

castori che furono costretti a migrare negli anni, pensarono di aver trovato il luogo

altri

e su quelle stesse rovine decisero di dar vita alla loro diga, la chiamarono “move-it”

giusto

monito per ricordare il loro viaggio e per ispirare i nuovi amici che avrebbero condiviso

come

loro la stessa emozione.

con

ricerca di legni pregiati da poter intrecciare per costruire le trame di quella nuova diga, si

Alla

in un’oasi, e mentre Zaira selezionava gli alberi da abbattere, Andrea sgranocchiava

trovarono

fino a quando uno di quegli alberi si mostrò contrariato per il morso ricevuto.

velocemente,

tu!” disse furibondo l’albero, sfilando il suo ramo dalla bocca di Andrea che non si

“Ehi

di trovarsi a conversare con un albero parlante.

aspettava

via prima che Lei si svegli! non ci piacciono i forestieri”

“va

sollevò gli occhi e spalancando la bocca lasciò scivolare un pezzo di legno che gli era

Andrea

incastrato tra i denti, “tu…tu parli?” disse imbarazzato guardando quel pezzo di legno

rimasto

prendendolo tra le dita tremolanti.

e

credo che questo sia tuo”disse porgendo il pezzetto di legno, “non volevamo far

“Perdonami

a nessuno, cercavamo solo legni pregiati per la nostra diga emozionale, io mi chiamo

male

e Zaira è la lontra che vedi laggiù che indica alberi saltellando contenta, ti prego non

Andrea

del male” L’albero prese il pezzetto di corteccia dalle zampine di Andrea e

farci

sul proprio dorso disse “Io mi chiamo Ritmo, e questa oasi è un luogo sacro,

risistemandolo

dovrei darvi i miei rami e quelli dei miei compagni?”

perché

cercato per mesi il legno perfetto per la nostra diga e lo abbiamo trovato solo qui,

“Abbiamo

solo qui sentiamo il battito che risuona come il cuore, credimi, non volevamo fare del

perché

a nessuno!... guarda..”disse indicando con la zampina, “noi faremo sorgere la nostra

male

laggiù, una diga emozionale in cui accogliere altri castori e altre lontre alla ricerca

“move-it”

loro posto nelle emozioni”.

del

continuò raccontando il loro viaggio per arrivare fino a lì e come l’istinto avesse

Andrea

ogni nuotata e ogni sorriso, ogni schizzo d’acqua e ogni gioco, crescendo insieme a

guidati,

e portandoli sulle rovine di quella diga a Lacchiarella.

Zaira

incrociò i suoi rami e guardando i due animali ribatté “Certo, io ho un sacco di rami,

L’albero

che li ho di sette sfumature differenti, gli umani le chiamano note musicali, le usano

pensate

sono tristi o felici spesso le abbinano alla loro voce quando si lavano e credetemi, in

quando

momenti non sono tutti piacevoli per noi da sentire, per me queste sono appendici che

quei

per scrollare le mie foglie quando piove e potrei anche darveli, MA devo prima convocare

uso

gran consiglio”

il


P E R S O N A G G I

e Zaira di ritorno da quell’incontro, con gli occhi lucidi cercarono di trovare altri rami da poter intrecciare, ma ahimè ogni volta che

Andrea

struttura sembrava terminata, cadeva al primo soffio di vento o al primo temporale che gonfiava il laghetto, passarono i mesi e loro si

la

nel cercare una risposta al cedimento di “move-it”, provarono ogni tipo di ramo, ogni tipo di intreccio, dapprima soli, poi

interrogavano

da altri castori ed altre lontre che si erano avvicinate a quella diga in costruzione, purtroppo nessun ramo sembrava andare bene.

aiutati

giorno, al calare del sole, Andrea si sedette sulla riva del laghetto, sulla propria coda, come faceva ogni volta che doveva riflettere,

Un

nei suoi pensieri guardando l’orizzonte… “torneremo a casa domani, senza i rami perfetti, questa diga non resisterà a lungo”.

perso

schizzò l’acqua per distrarlo e convincerlo a giocare con i loro nuovi amici, e lui sobbalzo sulla sua stessa coda sbattendo sui rami su

Zaira

poggiava e provocando un rumore che non aveva mai fatto, un sordo “tum”…

cui

gli occhi sorpreso e guardò Zaira,

Sollevò

di nuovo quel battito… è come quello che abbiamo sentito quando siamo arrivati qui la prima volta!” disse Zaira sorridendo.

“fallo

tum..” rispose al suo sorriso, e continuò

“tum

tum… tum tum tum”,

“tum,

a battere la sua coda contro i rami e le lontre e i castori a muoversi ad ogni battito, giocando in acqua e saltellando sulla terra

Cominciò

iniziarono a ridere e decisero di godersi quella festa prima di lasciare quel luogo, tra risate e battiti, ad ogni battito arrivava un

ferma…

amico e si univa ai salti, ai giri ed alle acrobazie acquatiche dei compagni, conclusero in festa quell’ultimo momento da trascorrere

nuovo

fino a crollare sfiniti, ma felici.

insieme,

le prime luci del giorno Zaira aprì i suoi occhi e stropicciandoli con le zampine si diresse verso le rovine della diga per un ultimo saluto.

Con

scioccata alla sorpresa che si trovò davanti, “move-it” era lì, davanti a lei, costruito con i regni pregiati del bosco da cui erano stati

Rimase

mesi prima, le foglie verdi brillavano come le piante in primavera, un arco di gelsomini in fiore segnava l’ingresso della diga, la

cacciati

mattutina riproduceva una dolcissima melodia, da piccole nicchie, udiva il canto degli uccellini che vi avevano trovato rifugio, e una

brezza

infinita di castori e lontre che aspettava pazientemente di entrare.

fila

di corsa da Andrea.

Tornò

svegliati! Vieni a vedere, svegliati suuuu!!!!”

“Andrea

dapprima interdetto, non riuscì a capire l’energia nelle parole di Zaira, tuttavia decise di seguirla, incredulo e assonnato… Giunto

Andrea,

all’ingresso di “move-it” rimase altrettanto scioccato vedendo quella scena, si rivolse a Zaira dicendo:

davanti

non hai dormito per fare questo?!, non durerà, finirà a pezzi come le altre volte, ma grazie per avermi mostrato come sarebbe

“Zaira,

diventare, infondo ieri, ci siamo divertiti, ma non credo che..”

potuto

lo interruppe e ribatté “non ho fatto io questo, però sono tornata nell’oasi mentre dormivate tutti, per salutare gli alberi, e per dir loro

Lei

avevamo trovato con le nostre forze, ritmo, danza, musica ed emozione, anche senza di loro, e che ora eravamo pronti a tornare a

che

casa”.

nell’oasi, ai piedi di Ritmo e delle sue 7 sfumature, (quelle che gli umani chiamano note), e chiesero il perché di quel regalo,

Corsero

poco prima della loro partenza.

ricevuto

schiarì la voce per poter rispondere, ma fu interrotto da una insolita melodia, al quale si inchinò, Zaira e Andrea non sapevano cosa

Ritmo

succedendo, però sentirono di doversi chinare.

stesse

Musica, la regina dell’oasi, bellissima, sorridente, rigogliosa, materna.

Era

chiesto io che gli alberi donassero i loro rami, ieri vi ho visto al laghetto, mentre facevate la vostra ultima festa, e ho visto in questi

“Ho

la vostra costanza, nonostante i nostri dispetti, sì, eravamo noi a far crollare la vostra diga ogni notte, per consentirvi di ricostruirla

mesi

giorno più forte”

ogni

non riuscii a capire, e chiese “perché?”,

Andrea

rispose “perché molte sfide dovrete affrontare, e volevo che capiste che la Vostra musica vi avrebbe comunque accompagnato”

Musica

sudato e sacrificato molto per questa diga emozionale, diventando voi stessi emozione ad ogni ricostruzione. Ora so, che

“Avete

tutto, saprete prendervene cura, per questo l’ho fatta ricostruire, e sono state Emozione e Danza a dirci come fare”

nonostante

andate” aggiunse, “avete molte emozioni da insegnare”

“ora

sorrise, e tendendo la zampa verso Zaira si allontanò dall’oasi, poco dopo, si girò per dare un ultimo saluto a Musica, “grazie”

Andrea

con un filo di voce.

sussurrò

a te!” rispose Musica inchinandosi e poggiando un ramo ad altezza del busto in segno di rispetto, “ogni volta che avrai bisogno di

“Grazie

non devi far altro che tornare in questa oasi, e io, sarò lieta di rivederti”.

me,

e Zaira tornarono alla diga, e iniziarono ad insegnare a castori e lontre la magia della musica, il rispetto per il ritmo, la gioia nella

Andrea

e la sorpresa nel comprendere la propria emozione.

danza

castoro e ogni lontra, trovarono negli anni a venire la giusta forza per poter comprendere i 4 elementi, e “move-it”, la diga emozionale,

Ogni

col tempo il punto di riferimento di tutti gli animali del bosco, una sorta di seconda casa, un meraviglioso angolo di bosco dove

divenne

il proprio ritmo, la propria musica, la propria danza, e la propria emozione.

trovare

e Zaira, tra una lezione di danza, una esibizione e un podcast Salsology giocano ancora nell’acqua, e tornano di tanto in tanto a

Andrea

gli alberi dell’oasi, poggiandosi ai piedi di Ritmo e chiacchierando con Musica come si fa con una cara vecchia amica, perché si sa,

trovare

vecchie amiche, non ci abbandonano mai.

le

vissero tutti, salseri e contenti.

E


P E R S O N A G G I

MATTEO

MARCHESI

"Spazio di incontro"


P E R S O N A G G I

TuttoBallo

Matteo Marchesi, classe 1987, è un artista italiano impegnato come performer e coreografo. Il suo percorso di ricerca lo

avvicina ad artisti quali Roberta Mosca e Keren Rosenberg. Ha lavorato con Riccardo Buscarini, e come assistente coreografo ai

lavori di comunità di Virgilio Sieni. Lavora come performer per Silvia Gribaudi. Il suo percorso di ricerca si è focalizzato sulle

pratiche di improvvisazione e di linguaggi multidisciplinari attorno al corpo per lo sviluppo di percorsi di comunità e di creazione

coreografica.

Cosa intendi quando parli di “Spazio di incontro”?

Uno spazio di incontro non è per forza uno spazio fisico. Ci si può trovare anche in uno spazio simbolico, digitale, relazionale,

ma è pur sempre un contesto in cui è possibile legittimarsi mentre si è sotto lo sguardo, o l’attenzione di qualcun’altro. In genere

per me questo spazio ha le sfumature del gioco, di un terreno di sfida o di simulazione, in cui è possibile far emergere le proprie

qualità, la propria intensità, la propria cognizione, il proprio valore mentre si gioca la relazione con l’altro. Uno spazio in cui il

piacere ha un ruolo importante e partecipa di quello che condividiamo, fosse anche “solo" la nostra presenza lì dentro. Si

gioca con delle regole, rispettandole e dove serve modificandole. E questo tipo di spazio è in grado di accogliere una danza.

Da performer e coreografo, darai molta importanza al rapporto corpo- movimento spazio. Quando sono importanti per

te la mimica, l’espressioni facciali o quelle contrazioni naturali del corpo umano?

Il viso è una parte del corpo, articolata e complessa ma non diversa dal resto. Siamo abituati a pensare e leggere il corpo in

movimento secondo uno schema corporeo che assomiglia a una struttura scheletrica di sintesi: assi di simmetria, sopra-centrosotto,

destra-sinistra, linee e direzioni,… Ma quando ci si muove un’informazione molto presente nel nostro corpo è il modo in cui

ci contraiamo e ci distendiamo. Questa è un’informazione che è diversa a seconda della tensione della giornata, della necessità

che ci muove, della resistenza dell’ambiente in cui ci spostiamo. Il volto non è escluso da questa dinamica, è parte dell’orchestra

del nostro organismo, e si combina a tutto il resto. Basti pensare a come cambia l’atteggiamento del corpo quando facciamo un

sorriso profondo, sentito. Percepiamo l’apertura degli occhi, gli zigomi che si alzano, il palato che si alza, il petto che si distende

dando più spazio al respiro, e se ce lo concediamo la catena procede coinvolgendo anche tutto il resto. Nell’ultimo periodo

pandemico siamo stati in grado di riconoscere un sorriso sotto la mascherina anche senza poter vedere la bocca. Allora

danzando sento il bisogno di lasciare che organi, ossa e muscoli che si compongono nel volto siano interpellati, danzino con il

resto, per vedere se quello che accade nella pancia accade anche nella bocca, o se attraversa gli occhi fino ad arrivare ai piedi.

Nelle pratiche della danza non si valorizza spesso quanto si possa estendere il movimento (e ciò che consegna all’esterno)

giocando con le espressioni facciali, che a volte risultano scomodi perchè possono alterare l’immagine e la forma costruite

dall’autore, o perchè ci si aspetta di essere in grado di riprodurre concretamente un certo stato emotivo/espressivo,

corrispondente a una certa mimica, anziché giocarla da dietro la maschera e da sotto la pelle per scoprire cosa emerge.

Possiamo definirti un ricercatore del movimento. Quanto diventa importante nel tuo lavoro l’integrazione dei linguaggi

multidisciplinari?

E’ un motore molto forte. Mi piace l’interazione con diversi media, quando riconosco la possibilità di gioco che offrono,

soprattutto per la possibilità di estendermi oltre i confini e la forma del mio corpo, permettendo di portare in luce elementi che

appartengono all’opera che creo o a cui partecipo . E’ come poter giocare con una vecchia radio con delle manopole con cui

cambio il contrasto percepito degli elementi che sono in azione in quel momento. In particolare il lavoro di costume design, è per

me una fonte di ispirazione e di ricerca sul movimento. Se penso alla ore che ogni giorno spendiamo con la nostra pelle a

contatto con gli abiti, mettendoci ripetutamente nella posizione di decidere come e quanto lasciarci condizionare da questi nel

movimento quotidiano, nella gestualità, nel camminare, nello stare, nell’occupare spazio pubblico e privato, mi pare quasi logico

riportare questo tipo di attenzione anche nella creazione. Un cappotto invernale mi farà sentire il caldo assieme al peso fisico

della stoffa ad esempio, tanto quanto un costume da bagno mi farà sentire la pelle esposta alla luce e allo sguardo ma mi

permetterà di sentire una diversa ampiezza di movimento. Gli elementi che porto in scena, che siano di costume, di luce, di

suono, o altro sono sempre condivisi e curati con professionisti di ambito, ma dal punto di vista della danza li vedo come

dispositivi coreografici perché dialogano costantemente con il corpo offrendomi possibilità di riscoprire e trasformare la partitura

dall’interno, mentre sono in azione, e di interagire con l’immaginazione dello spettatore oltre che con il suo giudizio.

Il tuo lavoro nella compagnia di Silvia Gribaudi ti porta in un tour non solo Italiano , ma spesso anche estero. Quali

differenze trovi tra lo spettatore della nostra nazione e quello estero?

Con Zebra, la struttura che mi accoglie come autore assieme ad altri e altre artiste associate, di cui Silvia Gribaudi e Chiara

Frigo sono le direttrici artistiche, abbiamo avuto il beneficio di poter trovare strategie di lavoro più o meno digitalizzate, durante la

pandemia, che mi hanno permesso di continuare a incontrare in diversi modi le persone, quel pubblico che non abbiamo potuto

incontrare in scena. E in alcune occasioni di andare in scena in sicurezza in contesti stranieri in cui i teatri erano ancora

funzionanti.


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TuttoBallo

Difficile dare una risposta univoca. Forse ci sono differenti abitudini di

fruizione, e forse c’è un po’ più di presenza di pubblici misti: addetti ai

lavori e non, adulti, adolescenti, bambini, anche se in prevalenza di

genere femminile. Sicuramente è un pubblico che non ha così salda in

mente la cornice del teatro all’italiana ottocentesco, che noi abbiamo in

ampissimo numero, tappezzato di stucchi e decori. E cambiando la

cornice cambiano alcuni immaginari, oltre che la prospettiva da cui si

guarda il lavoro. Forse questo potrebbe essere un oggetto di riflessione

sulla programmazione italiana. Ma se penso alle persone che abbiamo

incontrato la differenza non è poi molta, c’è comunque la voglia di stare

bene alla base, specialmente dopo questo tempo di pandemia, in un

lento ritorno ai luoghi delle performance. Pur portando in scena in più

repliche gli stessi lavori, ogni volta si incontra un pubblico diverso, ed è

bello per chi sta sul palco vedere dall’altra parte un insieme di persone

diverse, anche con le mascherine e i distanziamenti.

Come è lavorare con Silvia Gribaudi?

Domanda da un milione di dollari: beh è figo! Tutto il team di Graces lo è:

con i miei colleghi in scena (oltre a Silvia ci sono Andrea Rampazzo e

Siro Guglielmi) c’è molta empatia e sostegno reciproco, abbiamo un

meraviglioso staff tecnico (Leonardo Benetollo e Theo Longuemare) e le

persone che lavorano in Zebra hanno molta cura di noi. Il lavoro comico

che porta Silvia è fatto di molto ascolto, e di tecnica, non solo per la

danza ma per il comico stesso. C’è sempre da parte sua grande cura e

attenzione a creare le condizioni giuste perchè quello che ciascuno di noi

porta nel lavoro sia valorizzato e consegnato al pubblico a piene mani, a

prescindere che stiamo lavorando in un teatro, in un museo, con delle

telecamere, all’aperto o in altri contesti. Devo ammettere che per me

l’incontro con Silvia, che ha una determinazione molto limpida, è stata

l’occasione per mettermi in gioco anche come autore, e per estendere i

miei confini della danza e della poetica.

Il tuo prossimo lavoro dove e quando si svolgerà?

In questo momento sto rimettendo in discussione il processo di creazione

della mia prima opera BOB, nata con gruppi di bambini e bambine dai 7

ai 10 anni. BOB, pur non essendo un lavoro creato per l’infanzia, è stato

selezionato l’anno scorso dai partner del Network Anticorpi XL che hanno

aderito all’azione Collaboraction Kids, con i quali abbiamo deciso di

entrare nel mondo degli adolescenti. Si tratta di laboratori in diverse

regioni d’Italia che sono veri e propri spazi di ricerca con ragazzi e

ragazze con i quali sto riaprendo diversi aspetti anche del lavoro che è

arrivato finalista all’edizione 2019 di DNAppunti Coreografici, Run-a-way,

e che ci sta portando ad esplorare il potere, il potenziale, e lo sguardo.

Come per Bob mi interessa anche in questo caso ascoltare cosa hanno

da dire gli adolescenti con cui faccio questo viaggio e cercare di

incarnare quello stesso spirito nell’andare in scena, con una storia che

non è solo mia. Ovviamente la pandemia ha portato diversi slittamenti di

calendari e necessità di recuperi di molti spettacoli che non sono potuti

andare in scena, ma spero nel 2022 di poter strutturare con i partner tutte

le fasi di produzione del lavoro.


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PINA DELLE SITE


P E R S O N A G G I

Osvaldo e Giovanni, grazie per aver accettato di raccontare la vostra esperienza artistica agli amici e lettori di

Tuttoballo20. Raccontateci di voi, della vostra rispettiva passione nel mondo dell’Arte e delle varie tappe, importanti,

che vi hanno accompagnati lungo il vostro cammino, e che vi hanno portato ad essere quello che siete oggi.

O: Il mio amore per la musica è nato praticamente con me, forse un po' per “colpa” dei miei genitori che si sono conosciuti in

una sala da ballo e mi ci hanno portato fin da piccolissimo. Ho sempre vissuto la mia vita pensando alla musica, sentendola

davvero come l'unica cosa in cui mi potevo ritrovare, ed ho coltivato questa passione in tutte le fasi della mia vita. Da piccolo

facendo tanti concorsi e corsi di canto, da più grande spostandomi da Torremaggiore a Milano per iniziare a lavorare con i primi

produttori, oggi girando il mondo con le mie canzoni.

G: La moda ha sempre, in qualche modo, influenzato la mia vita. Sin da quando ero piccolo, ne rimanevo affascinato.

Guardavo mia madre e rimanevo estasiato dall’energia che un abito le conferiva. Durante gli ultimi anni delle elementari, ho

iniziato a maturare il desiderio di disegnare abiti e da lì è partita la mia strada. Ho cercato di farmi ispirare dalla pittura, dal

cinema, dai grandi nomi dell’alta moda francese, per comprendere quale fosse la mia attitudine. Una ricerca che ogni artista

compie e che fortunatamente mi ha portato poi, nel 2009, a realizzare una collezione, presentata in uno dei luoghi più magici

del nostro piccolo paese. Quella sfilata, mi ha consacrato al mondo della moda, ma più che altro mi ha dato la possibilità di

capire quale fosse la direzione artistica che più mi apparteneva. Da lì ho iniziato a dedicarmi allo studio della sartorialità,

dell’artigianalità perché ho capito che la vera moda è quella creata per comunicare, non per guadagnare.

Osvaldo, tu hai coltivato la passione per la musica e per il canto sin da bambino, e non l’hai mai abbandonata. Oggi

hai raggiunto traguardi eccezionali; questo, però, ha comportato sicuramente enormi sacrifici per te. Quali sono stati i

momenti più duri che hai dovuto affrontare?

O: In primis lasciare casa a diciotto anni e ricominciare da solo in una metropoli come Milano. E poi tanta dedizione, disciplina,

ogni giorno. Ma non lo vedo come un sacrificio, il successo è sempre il risultato di tanto lavoro. Certo, non è semplice stare

sempre dietro a tutto, rispondere alle email anche di notte, darsi sempre nuovi stimoli, ma è un atteggiamento che assumi

quando davvero ami qualcosa. Se c'è qualcosa in cui faccio ancora fatica è svegliarmi prestissimo per prendere treni o aerei

ogni volta è sempre una tragedia! (ride)

Stessa domanda per te, Giovanni. Quando hai capito che il mondo della moda sarebbe stato il tuo futuro, cosa hai

fatto e cosa hai dovuto sacrificare?

G: Nonostante abbia maturato il desiderio in tenera età, è stato solo nel periodo adolescenziale che ho consolidato l’idea che la

moda sarebbe stata il mio futuro. Qualsiasi passione però per quanto bella e soddisfacente, comporta dei sacrifici. I miei

sicuramente sono stati il dover crescere molto velocemente, tralasciare i divertimenti o la spensieratezza della gioventù per far

posto ai piani d’azione, allo studio e alla ricerca. Sacrifici che però hanno rafforzato la mia passione, l’hanno scalfita,

modellata, su misura per me.

Siete cresciuti in una cittadina, Torremaggiore, in provincia di Foggia ma, per realizzare i vostri sogni vi siete trasferiti

a Milano … cosa ha significato per voi questo distacco, in termini sia positivi che negativi?

O: Faccio ancora fatica tutte le volte che vado a Torremaggiore a lasciare casa per tornare a Milano. È dove sono nato, dove

vive la mia famiglia, dove ho i miei ricordi più preziosi. Ho imparato che casa non è dove dormi, ma dove hai le persone che

ami, ed io cerco di portarle sempre con me in tutti i miei viaggi.

G: Trasferirmi a Milano era l’unica scelta possibile, non avevo altre alternative. In Italia, rimane la capitale del “Made in Italy”. E’

un calderone di opportunità, idee, ispirazioni, visioni…è fondamentale per chi vuole intraprendere questa carriera. Lasciare la

propria città natale è triste per tutti, ci si stacca dalla propria zona di confort, dalla propria casa, dalla propria famiglia. Ma per

me, non è stato così difficile, forse perché non è quella casa o quel paese a farmi sentire al sicuro, ma sono i miei affetti, che

ho sempre con me.

Secondo voi, c’è ancora tanta strada da fare, in determinati ambienti, per capire sino in fondo la vera essenza, il vero

significato dell’Arte che esula dagli stereotipi cui molti, purtroppo, sono ancora legati?

O: Io trovo che oggi c'è molta più voglia di essere famosi che di fare arte nel vero senso dell'espressione, della comunicazione.

Molti mi chiedono “come faccio a diventare famoso? Come hai fatto tu?” io gli dico di trovare qualcosa che amano e seguirla,

per davvero.

G: Quando l’arte incontra la necessità di profitto, perde il suo valore. E’ qualcosa che non si può insegnare o spiegare, è così.

Ad oggi la nostra realtà verte solo in un’unica direzione: il guadagno. Qualsiasi cosa si faccia in qualsiasi ambito, artistico,

sociale, politico…tutto è proiettato alla monetizzazione di esso. Questo crea un’esigenza e l’esigenza è quella di fare soldi e

non arte. Purtroppo questa ideologia si è insidiata nella mente collettiva, soprattutto negli ultimi 20 anni, dove la voglia di

comunicare, di urlare, di piangere, di protestare attraverso l’arte è scomparsa, dando posto alla commercializzazione di essa, in

qualsiasi modo, scarnendola a tal punto che oggi non c’è quasi più nulla da dire, ma tanto da comprare.


P E R S O N A G G I

Osvaldo, cos’è per te il canto, la musica, la “tua” Arte?

O: La musica mi ha salvato molte volte. Quando ero piccolo e nel mio paese mi

prendevano in giro perchè cantavo ed ero effemminato, il canto e i miei sogni, mi

hanno permesso di elevarmi, di andare oltre gli insulti e cercare di costruirmi un

futuro. Ecco perchè con la mia storia, con la mia musica, cerco di trasmettere

sempre un senso di responsabilità. Oggi la musica è tutto, è il modo che ho per

conoscermi, per conoscere, per crescere. La musica mi emoziona, mi incentiva,

mi calma.

E per te, Giovanni, cosa significa “creare”, “realizzare” qualcosa nel mondo

della moda?

È il mio mezzo di comunicazione, è l’unico modo che conosco per tradurre i miei

sogni, le mie visioni, i miei desideri.

… E veniamo ad un avvenimento molto bello, in cui le vostre rispettive

forme d’Arte, seppur diverse, si incontrano, si incrociano creando una vera

e propria “sinergia d’amore” tra due Artisti così diversi, nonché fratelli:

Giovanni, stilista, che disegna e crea per il fratello, cantante, un “abito

particolare”, uno smoking con ampia gonna, che lo stesso Osvaldo

indosserà e sfoggerà, sfilando sul red carpet, alla Mostra del Cinema di

Venezia dove Osvaldo era ospite alla premiere del film di Gabriele

Salvatores, destando curiosità, ma allo stesso tempo ammirazione, da parte

del pubblico e dei media; mi rivolgo in primis a Giovanni: cosa ti ha ispirato

nella creazione di questa “opera” (in quanto di opera d’Arte si tratta)?

G:Lo smoking che Osvaldo ha indossato nel 2019 è l’unione di molte idee.

L’ispirazione nasce sicuramente da Billy Porter che nello stesso anno diede il via

ad un movimento, sdoganando le regole della moda sul tappeto rosso che fino a

quel momento “imponevano” l’uomo in un semplice giacca e cravatta. La

creazione in realtà era molto semplice, ma fu di grande impatto soprattutto per la

realtà italiana, non abituata a vedere un uomo in gonna su uno dei tappeti rossi

più importanti del cinema internazionale.

Che significato ha avuto per voi una cosa così particolare, ma altrettanto

bella, poiché testimonia come l’Arte sia anche vincolo d’amore tra due

fratelli e cosa, ognuno di voi, ha voluto comunicare al pubblico?

O: In verità l'abito di Venezia è solo una delle tantissime creazioni che Giovanni

ha realizzato per me. Giovanni mi ha vestito in quasi tutti i miei videoclip, nei miei

tour e in alcuni dei miei set fotografici più importanti. Mi conosce, sa cosa mi

piace, sa come sono e cosa è importante per me per sentirmi a mio agio. Viviamo

insieme pertanto conoscendo tutti i processi creativi è normale confrontarmi con

lui prima di qualsiasi altra persona. Quando ho avuto l'idea della gonna

ovviamente sono corso da lui.

G: È stato un traguardo molto importante per me, perché attraverso Osvaldo che

indossava quel completo, ho potuto comunicare che la moda non ha genere, non

ha limiti, non ha canoni. Vedere poi mio fratello così disinvolto è stato il mio più

grande successo.

Osvaldo, con chi vorresti, un giorno, dividere il palcoscenico per un

concerto?

Ce ne sono tanti, in primis Jennifer Lopez: amo il suo modo di essere, la sua

dedizione assoluta al lavoro. Sicuramente Alejandro Sanz, uno dei cantautori

Spagnoli più iconici del nostro tempo e poi Giorgia e Claudio Baglioni.. sono

cresciuto con le loro canzoni!

Mentre tu, Giovanni, a quale modello/a vorresti far indossare le tue creazioni

durante una sfilata tutta tua?

Indya Moore e Cindy Crawford


P E R S O N A G G I

C’è qualcuno/a in particolare che vorreste

ringraziare per avervi sostenuti, incoraggiati

che ha sempre avuto fiducia in voi

spronandovi ad andare avanti in un mondo

tanto bello ed affascinante quanto difficile,

quale quello dell’Arte?

O: Ogni persona che nel suo piccolo mi ha scelto

avrà sempre la mia riconoscenza. Chi sceglie di

ascoltarmi, chi mi segue nella musica e chi, come

la mia famiglia e i miei veri amici hanno imparato

a starmi vicino nonostante i miei tempi così strani

e difficili da capire.

Osvaldo, è appena uscito un tuo nuovo

singolo “Lights Down Low”:

E' una canzone importante per me, la prima che

pubblico dopo due anni dalla mia ultima release

inedita. Come per tanti, rappresenta un nuovo

inizio dopo la pandemia che ha praticamente

cancellato alcuni dei miei progetti più importanti.

Ci credo tanto in questa nuova canzone,

comunica tanta energia ma allo stesso tempo è

elegante, sofisticata.

Voi l'avete ascoltata? :)

Ringraziamo infinitamente i fratelli

Osvaldo e Giovanni Supino che ci

hanno dedicato il loro tempo e la loro

testimonianza, invitando tutti ad

ascoltare il nuovo singolo di

Osvaldo e ad ammirare gli abiti

creati per lui dal fratello Giovanni .

sito ufficiale: www.osvaldosupino.com

instagram: www.instagram.com/osvaldosupino

facebook: www.facebook.com/osvaldosupino


P E R S O N A G G I

Donatella

De Felice

il mondo del teatro

Di Francesca Rossetti

Oggi parliamo di teatro con l’attrice partenopea Donatella de Felice

che ha alle spalle un grande bagaglio culturale e di esperienze

Chi è Donatella de Felice e come nasce la passione per il teatro?

Beh, è un pò strano parlare di sé in terza persona…

Donatella de Felice è una persona nata a Napoli, diplomata all’

Accademia d’Arte Drammatica del Teatro Bellini di Napoli, che ha

cominciato a vent’anni a lavorare come attrice professionista, e che

nel corso degli anni si è laureata in Letteratura, Musica e Spettacolo.

Ho cercato di far convergere l’amore per il palcoscenico con un percorso di

studi universitari che vi fosse attinente. Anche se con fatica, dato che

quando si è in tournée studiare è quasi impossibile, nei ritagli di tempo, e

nei periodi in cui ero in pausa, sono riuscita dopo anni a portare finalmente

a termine la laurea. La passione per il teatro è nata molto presto; a nove

anni ho iniziato a studiare danza classica, fino ai diciotto, e poi facevo

parte del coro della mia scuola. Da bambina amavo inventarmi

trasmissioni scritte e condotte da me, registrandole su delle musicassette

che ho ancora, dove presentavo, cantavo, leggevo fiabe. Sono sempre

stata con la mente un po’ persa in un mondo di sogni…Diventando grande

sono stata incuriosita dalla recitazione e, dopo qualche esperienza in

alcuni gruppi di teatro amatoriale, a vent’anni feci un provino per entrare

all’Accademia del Teatro Bellini, all’epoca diretta dal Maestro Tato Russo,

dove poi fui presa e dove mi sono diplomata. Da allora ho iniziato come

attrice in molti spettacoli della sua Compagnia ed uno di quelli che mi ha

dato molto è stato il “Sogno di una notte di mezza estate”, con la sua regia,

in cui interpretavo Elena. In seguito ho approfondito lo studio del canto,

moderno e lirico, dato che mi era nata anche la passione per il musical, ed

ho continuato ancora con la danza moderna e contemporanea, e facendo

altri seminari di teatro con Albertazzi, il Living Theatre, Renato Carpentieri,

Chiara Noschese.

Tu hai partecipato ad importanti soap e fiction quali “La Squadra”,

Un posto al sole”, “ made in Naples“, “Matilde”, ed hai lavorato al

cinema e nel musical: come si differenziano le varie arti ed in quali ti

senti maggiormente realizzata?

Lavorare sul set di una fiction o di un film ha dei tempi e dei ritmi

completamente diversi da quelli del teatro. Sono forme di spettacolo e di

comunicazione con una fruizione diversa, a livello di pubblico, ed

esteticamente parlando, con cifre stilistiche e tecniche differenti. E per un

attore, si sa che cinema e tv danno una maggiore fama rispetto al teatro.

Sul set è tutto molto più veloce, un attore deve essere in grado di rendere

in tempi brevi quello che gli viene richiesto dal regista e dalla scena che

deve interpretare. La recitazione cinematografica è molto asciutta, intima.

Io sono un’attrice soprattutto di teatro, mi sono alternata tra prosa, teatro

napoletano di tradizione, e musical come “My Fair Lady”, “Tutti insieme

appassionatamente”, “Grease”.


P E R S O N A G G I

Lavorare sul set di una fiction o di un film ha dei tempi e dei ritmi completamente diversi da quelli del teatro. Sono forme di spettacolo e di

comunicazione con una fruizione diversa, a livello di pubblico, ed esteticamente parlando, con cifre stilistiche e tecniche differenti. E per un

attore, si sa che cinema e tv danno una maggiore fama rispetto al teatro. Sul set è tutto molto più veloce, un attore deve essere in grado di

rendere in tempi brevi quello che gli viene richiesto dal regista e dalla scena che deve interpretare. La recitazione cinematografica è molto

asciutta, intima. Io sono un’attrice soprattutto di teatro, mi sono alternata tra prosa, teatro napoletano di tradizione, e musical come “My Fair

Lady”, “Tutti insieme appassionatamente”, “Grease”. Il processo creativo per l’attore in teatro ha una tempistica più lunga, dato che le

prove di uno spettacolo durano almeno un mese. Questo avveniva ovviamente prima che il Covid fermasse tutto, quindi dovrei parlare al

passato, ma non ci riesco…Comunque, per me è stato ugualmente molto stimolante lavorare sul set, dove con immediata naturalezza e

connessione con sé, si costruisce un personaggio. Avendo avuto una formazione accademica, in questo mi hanno aiutato dei seminari di

metodo Strasberg, fatti qualche anno fa a Roma con Michael Margotta, per essere più a mio agio davanti ad una cinepresa. Certamente

posso dire, però, che l’emozione di una platea piena dal vivo non ha pari, in quel momento esiste uno stato di “grazia”, di sospensione, uno

scambio di energia elettrica tra il pubblico e l’attore, che è irripetibile proprio per l’unicità del momento in cui si verifica. Questo tipo di

energia invisibile, questa corrente magica di sensazioni che scorre tra gli attori e gli spettatori, si chiama “teatro” e in Occidente vive da

2500 anni. Prego che possa esistere ancora.

Quali persone importanti ti hanno aiutato nel tuo percorso e quali sono le doti richieste per diventare Artista con la A maiuscola?

Beh, nel mio percorso, sì, mi hanno aiutato persone “importanti”, ma anche meno“importanti”, nel senso che ho imparato molto anche da

tanti miei colleghi attori, cantanti e ballerini, famosi e meno famosi.

Mi sento di citare Tato Russo, nella sua Compagnia ho imparato l’ABC del teatro. E poi altri immensi artisti, capocomici e compagnie con

cui ho lavorato, come Mario Scarpetta, Luigi De Filippo, La Compagnia della Rancia. Come Luca Ward e Vittoria Belvedere, due persone

professionalmente e umanamente per me straordinarie. E poi Massimo Romeo Piparo, direttore del Teatro Sistina, produttore e regista di

tanti musical di successo, dove ero presente in alcuni di essi. E il grande Carlo Buccirosso, con cui ho lavorato in “La Rottamazione di un

italiano per bene”, che considero un vero Maestro.

Quali sono le doti richieste per un artista con la A maiuscuola? Domanda molto complessa…Credo che il vero “Artista” sia forse quello che

non è mai soddisfatto di sé, che non si sente mai “arrivato”; che sia quello che vuole migliorarsi continuamente, che si pone obiettivi sempre

più grandi, che va a dormire pensando a come perfezionare la sua arte e che si sveglia con l’ansia e l’urgenza dello stesso pensiero…Che

abbia un mix di umiltà, audacia e autocritica, unite a perfezionismo e creatività. Che è ispirato a 360 gradi da tutto quello che lo circonda.

Per l’arte figurativa mi vengono in mente Michelangelo, Leonardo, Van Gogh, per il cinema e la musica Charlie Chaplin e Michael Jackson.

In questi casi l’essere famosi equivale ad essere “Artisti” con la A maiuscola, ma questo binomio non si verifica sempre. Essere artisti è una

vocazione, come fare l’insegnante, il medico, o il prete. E’ come essere innamorati, credo.

In questo periodo di Covid19 con i teatri chiusi tanti artisti seguono l’online: il tuo rapporto con le tecnologie ed il pubblico

Questo è un momento molto critico per il teatro. Si è parlato tanto di teatro in “streaming”. Personalmente non mi oppongo a questa opzione

per partito preso, se fosse utile per la ripartenza, ma resto convinta che il teatro, la prosa, i musical, i concerti, opera lirica, vadano fatti dal

vivo. La tecnologia è un grande mezzo di comunicazione, ma il rapporto di ogni artista col pubblico in platea è viscerale.

Napoli è la città per eccellenza del teatro: quali artisti sono i tuoi Maestri da sempre?

Napoli è una grande fucina di talento e di teatro di tradizione e d’avanguardia. In verità, non ho avuto soltanto attori napoletani ad ispirarmi,

ma in questo senso non posso fare a meno di citare il compianto Mario Scarpetta, attore dalla comicità geniale, i De Filippo, Isa Danieli,

Regina Bianchi, Dolores Palumbo, Lina Sastri … e, come ho detto prima, mi sono ispirata anche guardando tanti dei miei colleghi; si impara

tanto sul palco e dietro le quinte.

Quali sono le maggiori difficoltà alle quali è possibile andare incontro nel mondo dello spettacolo?

Tantissime. Soprattutto nel momento storico che stiamo vivendo. Prima di tutto l’ estrema incertezza di questo mestiere, che in Italia non è

ancora riconosciuto come un lavoro vero e proprio. Forse di buono, in questo periodo di pandemia, c’è stato che la categoria degli attori

italiani si è unita per il riconoscimento dei diritti e delle tutele dei lavoratori dello spettacolo a livello sindacale, come non succedeva da anni.

Pubblicità, doppiaggio e radio…

Ho fatto degli spot, ma quello che mi sono davvero divertita a girare, è stato quello per la Dash, con Fabio De Luigi e con il “mito” Paolo

Ferrari. Al famoso scambio dei fustini, con Fabio De Luigi ci sbagliavamo sempre su quale fosse quello giusto, col risultato di dover ripetere

il ciak più volte. E non ti dico le risate. E poi è stato molto interessante fare da “voice-off” ai documentari di “Alle Falde del Kilimangiaro”, da

“voice-over” ai programmi di “Gate C” su RaiSat, ma ancora più stimolante fare dei radiodrammi per RaiTre. Di doppiaggio ne ho fatto

poco, ma con il grande Luca Ward … che dire, il meglio!!!

Un augurio per tutti coloro che sognano il piccolo ed il grande schermo…

Auguro che ci siano ancora tanti sogni, tante storie da raccontare, sia per chi le interpreta, sia per chi le guarda…sul piccolo e sul grande

schermo. E prego soprattutto che il fuoco dell’immaginazione, della fantasia e dell’arte possano far accendere le luci dei palcoscenici di

tutto il mondo!!!


C I N E M A

AL VIA LE RIPRESE DI

“IL COLIBRÍ” FILM DIRETTO

DA FRANCESCA ARCHEBUGI.

Sono iniziate le riprese de IL COLIBRÌ, film di Francesca Archibugi, prodotto da Domenico Procacci, una

produzione Fandango con Rai Cinema e tratto dal romanzo di Sandro Veronesi vincitore del Premio Strega 2020.

Nel cast del film a interpretare il protagonista Marco Carrera, il "Colibrì", Pierfrancesco Favino, Nanni

Moretti nel ruolo dello psicoanalista Carradori e Kasia Smutniak in quello di Marina Molitor. Nel ruolo di

Luisa Lattes, il grande amore di Marco Carrera, Berenice Bejo. Laura Morante e Sergio Albelli sono i genitori

di Marco, nel ruolo della sorella Irene Fotinì Peluso e in quello del fratello Giacomo Alessandro Tedeschi.

Benedetta Porcaroli è invece Adele, la figlia di Carrera e a interpretare "l'Innominabile" Duccio, Massimo

Ceccherini. La sceneggiatura del film è firmata da Francesca Archibugi, Laura Paolucci e Francesco Piccolo,

la fotografia da Luca Bigazzi, la scenografia è curata da Alessandro Vannucci, i costumi sono di Lina Nerli

Taviani e il make up and special effects di Lorenzo Tamburini. A cura di Esmeralda Calabria il montaggio. "Un

libro bellissimo nel quale mi sono identificata come se fosse la mia autobiografia. Attori di bravura

commovente. La possibilità di raccontare la vita di un gruppo di uomini e donne in età differenti, e insieme

un pezzo di vita del nostro paese. Sono spaventata e felice" dichiara Francesca Archibugi. La compagine

produttiva composta da Fandango con Rai Cinema si arricchisce di una preziosa collaborazione internazionale

con la francese Les Films des Tournelles di Anne-Dominique Toussaint che insieme a Fandango aveva già

prodotto Respiro di Emanuele Crialese. Il film sarà distribuito in Italia da 01 Distribution mentre le

vendite internazionali sono a cura di Fandango Sales, che inizierà le trattative di prevendita a Cannes. Le

riprese avranno luogo a Roma, Parigi, Firenze e al Monte Argentario e una durata di 9 settimane. Il romanzo,

pubblicato in Italia nel 2019 dalla casa editrice La Nave di Teseo, sarà tradotto in 25 lingue.

SINOSSI

È il racconto della vita di Marco Carrera, "il Colibrì", una vita di coincidenze fatali, perdite e amori

assoluti. La storia procede secondo la forza dei ricordi che permettono di saltare da un periodo a un altro,

da un’epoca a un’altra, in un tempo liquido che va dai primi anni ‘70 fino a un futuro prossimo. È al mare

che Marco conosce Luisa Lattes, una ragazzina bellissima e inconsueta. Un amore che mai verrà consumato e mai

si spegnerà, per tutta la vita. La sua vita coniugale sarà un'altra, a Roma, insieme a Marina e alla figlia

Adele. Marco tornerà a Firenze sbalzato via da un destino implacabile, che lo sottopone a prove durissime. A

proteggerlo dagli urti più violenti troverà Daniele Carradori, lo psicoanalista di Marina, che insegnerà a

Marco come accogliere i cambi di rotta più inaspettati. Il Colibrì è la storia della forza ancestrale della

vita, della strenua lotta che facciamo tutti noi per resistere a ciò che talvolta sembra insostenibile. Anche

con le potenti armi dell’illusione, della felicità e dell’allegria.


C I N E M A


C I N E M A

PER LUCIO

UN FILM DOCUMENTARIO

DI PIETRO MARCELLO

Raccontare Lucio Dalla è un desiderio antico, un progetto maturato nel tempo. Già da bambino ascoltavo e riascoltavo le sue

canzoni sul giradischi di mio padre. Nacque una grande passione per la sua musica, il suo mondo e le sue parole che hanno

abbracciato un’epoca entrando a far parte dell’immaginario pubblico e privato degli italiani, amate dai potenti e dai nullatenenti,

dagli uomini e dalle donne. Un amore rinnovato nel corso degli anni che mi ha portato ad incontrarlo personalmente in occasione

della presentazione de La bocca del lupo a Bologna.

Già prima della sua morte mi ero ripromesso di realizzare un film che, attraverso le sue canzoni e la sua vicenda umana e

artistica, raccontasse la storia di Italia. Da questa promessa lungamente custodita nasce Per Lucio.

Il mio obiettivo nel realizzare questo film, scritto a quattro mani con Marcello Anselmo, non è stato quello di restituire un ritratto

puntuale del cantante e nemmeno di celebrarlo. Ho scelto di rievocare la carriera cangiante, la personalità anarchica e il geniale

talento attraverso la voce del suo impresario Tobia e del filosofo Stefano Bonaga, suo amico di infanzia. Persone che l’hanno

conosciuto prima di tutto come uomo e poi come artista e che dunque ce ne offrono un ritratto più intimo e quotidiano. Le loro

testimonianze si muovono all’interno di uno scenario costituito dalle immagini di archivi pubblici, privati e amatoriali che

riportano alla luce l’avventura di Dalla e le sue molte vite: dal faticoso esordio, l’entusiasmo per la prima ascesa al successo, alla

fortunata collaborazione con il poeta Roberto Roversi, fino alla fase più matura, avvenuta dopo l’allontanamento da Roversi, nella

quale Lucio si consacra come autore colto e popolare. Per dare corpo alla canzone Il parco della luna ho utilizzato anche

materiali inediti del mio film La bocca del lupo, seguendo la pratica a me cara del riuso delle immagini.

Nella narrazione ho assegnato un ruolo centrale ad alcuni capolavori nati dal sodalizio tra Dalla e Roversi. Ho sempre nutrito una

profonda ammirazione per Roversi, intellettuale rigoroso e originalissimo, figura di riferimento imprescindibile nel panorama

culturale italiano. L’incontro con Dalla ha offerto al grande poeta bolognese la possibilità di comunicare e portare la propria

poesia a un pubblico più ampio e popolare, smarcandosi dalle regole della grande industria culturale. Grazie a Roversi, Dalla

scopre una nuova profondità nell’utilizzo della parola, soddisfa il proprio bisogno di stare dentro alle cose della politica e del

mondo e canta per la prima volta di emigrazione, di inquinamento, di guerra.

Quello che mi ha sempre colpito dei testi e delle musiche di Dalla è la loro forza cinematografica e lo sguardo lucido e ironico

sull’Italia che si trasforma; la capacità di anticipare le dinamiche di un paese che diventa moderno attraversando le inevitabili

contraddizioni. Una visione artistica che parte dalla consapevolezza dell’esclusione, dall’empatia con coloro che si muovono nel

quotidiano e portano avanti la storia senza saperlo.

Ed è per questo che per ricostruire, ma anche espandere, l’immaginario sociale e storico della narrazione di Dalla, alle immagini

che rievocano la vita del cantante ho innestato materiale di repertorio che ripercorre la storia del Paese dal dopoguerra alla

caduta del muro di Berlino. Seguendo il tessuto narrativo delle liriche di Lucio Dalla ho tentato di scoprire e dissotterrare l’Italia

controversa, caotica e passionale a cavallo tra la guerra, lasciatasi definitivamente alle spalle un paio di decenni prima, il boom

economico e il cambiamento, e il trambusto e vitalità degli anni ‘60 e ‘70. E poi il futuro, la velocità, il cambiamento che si compie

nell’ultimo decennio del Secolo Breve. Ho lasciato che riaffiorassero da pellicole dimenticate le storie degli emarginati che tanto

stanno a cuore a Dalla, alternate a quelle più leggere e ironiche che tanto bene rispecchiano l’animo profondo del nostro Paese,

tra tragico e comico. (Note del regista Pietro Marcello)


C I N E M A

Il video nasce per rivelare la presenza dell’attrice Chiara Mastalli dietro il progetto “Cremilla” – Gelateria

e Pasticceria. Cremilla – Gelateria Pasticceria si è affermata negli ultimi anni a Roma come punto di

riferimento per il gelato artigianale, con un primo punto vendita nel quartiere Prati e, recentemente, con

un secondo punto vendita all’interno del centro commerciale GranRoma.

Per il video si è pensato di coinvolgere l’attore Andrea De Rosa, interprete insieme a Chiara, dei celebri

film “Notte prima degli esami” e “Notte prima degli esami oggi”. Andrea ha subito accettato con grande

entusiasmo partecipando, inoltre, alla scrittura della sceneggiatura. L’idea del video è stata quella di

mettere in scena un incontro tra i due attori ai giorni d’oggi.

Il video vede i due attori rincontrarsi nella gelateria di Chiara: Chiara è dietro il bancone e Andrea è un

cliente in cerca di un gelato che, dopo diversi tentativi in altre gelaterie di zona trovate chiuse, capita

per caso nella gelateria di Chiara. Inizialmente i due non si riconoscono ma, dopo poco, Chiara riconosce

Andrea e, mentre lui sta per uscire dalla gelateria, Chiara recita una battuta del film “Notte prima degli

esami oggi”. Da qui Andrea la riconosce e le risponde di tutto punto con la sua battuta del film,

riproponendo uno dei momenti più esilaranti della coppia Simona e Massi.

Il video è stato pubblicato sui canali social di “Cremilla” il 15 giugno 2021, esattamente la notte prima degli

esami di maturità 2021, come augurio ai nuovi maturandi.

Il progetto è stato sviluppato dall’agenzia di comunicazione “Slevin” e scritto in collaborazione con

Andrea De Rosa e Chiara Mastalli.


M U S I C A

music

& "Relaxing"

" "RHYTHM

collection

dedicata al

ritmo della

danza

music

collection

dedicata al

benessere

Dopo il successo di "Dillo Alla Danza vol 2" l'associazione Stefano Francia EnjoyArt, lancia una nuova produzione

discografica dedicata ai ritmi di tutti gli stili di danza. La collana discografica, disponibile su ogni digital store, sarà

composta da vari volumi, ognuno dei quali studierà il ritmo di una singola danza. Il primo volume è dedicato al ritmo

del Cha Cha Cha. L'opera "Rhythm" è studiata per agevolare l'insegnamento musicale e coreutico del ballo stesso.

Nella stessa collana discografica troverete anche "Relaxing", musiche studiate per accompagnarvi nel pratiche di

rilassamento quotidiano.

Avere una conoscenza di base della musica, e in particolare del ritmo, aiuta a ballare in armonia, a memorizzare la

coreografia, a migliorare la coordinazione con il partner o i partner e, soprattutto, a muoverci a tempo. Per tutti

questi motivi è importante conoscere e memorizzare il ritmo di ogni danza.

Infatti le pubblicazioni discografiche "Rhythm" prodotte dalla Stefano Francia EnjoyArt non hanno melodie musicali,

ma sono concentrate sui ritmi accompagnati da solo armonie per sviluppare maggiore concentrazione e apprendere

meglio il rimo del ballo stesso.

Ogni singola traccia è utili ai principianti per imparare i primi passi, agli amatori e i professionisti per potenziare la

tecnica.

"Rhythm" è un progetto di Fabrizio Silvestri e Bernardo Lafonte. La produzione è affidata al Pomodoro Studio Edizioni

Musicale e la distribuzione, negli store digitali, alla Always Record.

La composizione delle basi musicali ritmiche di latini, standard, liscio e ballo da sala e caraibici è affidata all’artista

Americana Julie Collins.

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M U S I C A


M U S I C A

Quest’estate TOSCA torna in concerto in tutta Italia con l’atteso live

del suo Morabeza, l’album per cui nel 2020 ha ottenuto due Targhe

Tenco, miglior interprete di canzoni e migliore canzone con Ho amato

tutto.

Ho aspettato tanto questo momento e finalmente è arrivato! - dichiara

Tosca- “Morabeza”, il concerto che ho tenuto al caldo per quasi un

anno e mezzo vede la luce. E che luce! Una bellissima scenografia di

Alessandro Chiti, musicisti meravigliosi diretti da Joe Barbieri, un filo

di parole tratte dal “Canto alla durata” di Peter Handke, che lega il

tutto, cucito per me da Massimo Venturiello che cura anche la messa

in scena. Sono davvero felice. Stiamo tornando ad abbracciare le

persone.

Morabeza Estate 2021, questo il titolo del tour estivo, che poi

proseguirà da ottobre nei teatri italiani e subito dopo in Europa e nel

mondo con il titolo di Morabeza in teatro, conduce il pubblico nelle

atmosfere di colore e di calore di un immaginario salotto

sudamericano. Tosca, attraverso un dialogo continuo con i suoi

musicisti, interpreta dal vivo i brani dell’album, e non solo,

spingendosi anche oltre i confini della sua ricerca musicale. Se infatti

Morabeza è già una colorata giostra poliglotta che celebra l’intreccio

e la contaminazione fra i popoli, un ponte fra la radice italiana e le

musiche d’altrove, in particolare francese, brasiliana, portoghese e

tunisina, sul palco Tosca allarga ancora di più le zone della sua

esplorazione fino ad abbracciare nuovi mondi sonori di un’ancor più

vasta zona del nord dell’Africa e facendo visita al repertorio recente e

meno recente di quell’area musicale latina compresa tra il Centro e il

Sud dell’America.

Ma non finisce qui. Tra eventi speciali e premiazioni Tosca sarà

protagonista di alcuni incontri tra musica e parole nella forma di

ConversaConcerto e, come l’estate scorsa, porterà in giro anche il

suo road movie prodotto da Rai Cinema, Leave e Officina Teatrale per

la regia di Emanuela Giordano, Il suono della voce, documentario e

mini live, per il quale è stata riconosciuta Protagonista dell’anno ai

Nastri d’Argento Doc 2020. Inoltre, nel primo anniversario della sua

scomparsa, con la Roma Sinfonietta renderà Omaggio a Ennio

Morricone con un concerto monografico ispirato al disco Focus, con

le musiche create da Morricone per la cantante portoghese Dulce

Pontes, e alle canzoni e ai brani tratti dalle più famose colonne

sonore. Per Tosca, il compositore romano ha scritto canzoni

comprese nell’album Incontri e passaggi, mentre con la Roma

Sinfonietta ha collaborato, nel corso di una quindicina d’anni, sia per

le incisioni discografiche sia dirigendola in numerosi concerti nel

mondo. Sul podio in quest’occasione ci sarà Paolo Silvestri, jazzista e

interprete dalle molte competenze, oltre che autore di musiche per il

teatro e il cinema, e a completare il quadro, i solisti di spicco come

Javier Girotto e Nico Gori che si alterneranno nelle date.

Molti sono stati gli eventi che si sono accavallati, racconta, e cosi ho

deciso anche di partecipare ad alcuni fuori programma davvero

irrinunciabili come delle incursioni nella musica popolare, nel teatro,

in repertori meravigliosi con delle grandi orchestre... ma non svelo di

più. Vi aspetto in giro per tutta l’estate e metto su il più bel sorriso

che ho, perché si torna a sorridere, finalmente!

Sul palco, accanto a Tosca: Giovanna Famulari, brillante

polistrumentista che si alterna tra violoncello, percussioni e

pianoforte, Massimo De Lorenzi alla chitarra classica, Elisabetta

Pasquale al contrabbasso e voce, Luca Scorziello alla batteria e Fabia

Salvucci vocalist e percussionista.

www.tizianatoscadonati.it e www.vertigomusic.it


M U S I C A

VOODOO SOUND CLUB

Animal Farm

Il nuovo video di Voodoo Sound Club è Animal Farm, per la label italotedesca Rubik Media. È girato al Locomotiv Club di Bologna,

per la regia di Daniele Poli. Il brano è già disponibile su tutte le piattaforme digitali e in rotazione radiofonica.

«Animal Farm nasce nel momento di rinnovamento del cuore sonoro della nostra band» racconta Guglielmo Pagnozzi, direttore

artistico del collettivo. «Risorge dalle ceneri, dopo anni di silenzio, il sound originario con il piano elettrico arricchito oggi

dall’introduzione del synth e da sapori armonici jazz-oriented, con un sospetto di anni ‘80. Una nuova e più fresca rilettura

dell’afrofunk che nel 2008 ha dato inizio al percorso del Voodoo Sound Club». Animal Farm è fa parte di una trilogia. «È la prima

“tavola” di un trittico per musica e immagini che stiamo realizzando in collaborazione con il giovane videomaker Daniele Poli. Tre

brani e tre video che costituiscono un’unica introduzione tripartita al concept album sul quale siamo già al lavoro e che vorremmo

pubblicare nel 2022» spiega Pagnozzi. «Mi sono fatto ispirare dalla quotidianità intrisa di simboli e significati di Pagnozzi» afferma il

regista Daniele Poli. «L’idea è quella di rappresentare le sonorità tribali di questo brano come se fossero dei ritratti, dei dipinti

rinascimentali di “bestie” dei nuovi mondi, ingabbiati in un buio di cattività e illuminati come oggetti, per essere mostrati a chi gli fa

visita. Non si tratta di animali allo stato brado ma di “animali guida”, ovvero quella parte più selvaggia ma anche pura che si

nasconde in noi e che si camuffa con l’istinto ispiratore, ancora presente nelle culture tribali così come nelle sonorità dei VSC. Nella

realizzazione mi ha affiancato Mattia Garoia come Light Designer permettendomi di ricreare, già in fase di ripresa, quel buio pastoso e

oleoso dei vecchi “olio su tela”, presenti in alcuni angoli della dimora di Pagnozzi»

Il Voodoo Sound Club è definito dalla critica uno dei migliori sound d’Italia. La band suona un nuovo e allo stesso tempo ancestrale,

sound Funk Afro Beat. Il Voodoo Sound Club, nasce nel 2009 da un’idea di Guglielmo Pagnozzi virtuoso strumentista del clarinetto e

del sax alto, attivo sulla scena del jazz italiano dai primi anni novanta. Tra le collaborazioni più in vista di Pagnozzi ci sono quelle con

Lester Bowie, Famoudu Don Moye, Steve Lacy, Ernst Reijseger, Bob Moses, Furio di Castri, Paolo Fresu, Antonello Salis, Enrico Rava,

Daniele Sepe, Roberto Paci Dalo’, Sangue Misto, Gianni Gebbia, Roberto “Freak” Antoni, Billy Konate, Gianluca Petrella, Saba

Angliana, Roy Paci. Proprio dalla collaborazione decennale con il musicista Roy Paci nasce il progetto Roy Paci & Guglielmo Pagnozzi

Voodoo Sound Club plays Africa con una serie di concerti in vari festival italiani tra cui Milano Film Festival.

VOODOO SOUND CLUB

Guglielmo Pagnozzi - Sax, Synth, Voice

Davide Angelica - Guitar

Salvatore Lauriola - Bass

Danilo Mineo - Percussions

Gaetano Alfonsi - Drums

Alessandro Altarocca - tastiere

www.voodoosoundclub.com

https://www.facebook.com/pages/Voodoo-Sound-Club

https://twitter.com/VoodooSoundClub

www.youtube.com/user/voodoosoundclub


M U S I C A

RUMBA DE BODAS

Rimini Minivan

Rimini Minivan è il secondo brano in italiano della band emiliano-romagnola e si presenta come un tormentone estivo contemporary funk,

fedele al sound internazionale che caratterizza i Rumba de Bodas dagli esordi. Pescano elementi dal passato, tra synth anni ’80 e ritmiche

anni ’90, con uno sguardo alle più moderne influenze della trap, tra fraseggi ed effetti sulla voce graffiante di Rachel Doe.

Rimini Minivan ci mostra due facce della stessa medaglia: da una parte abbiamo sonorità che subito ci fanno pensare alla festa, all’estate, alle

luci neon di una gigante disco all’aperto, mentre il testo è autobiografico e mostra l’apatia individuale che accomuna la generazione dei

millennials, la paura di restare soli, e al contempo di non sentirsi veramente compresi degli altri, soprattutto in termini di mental health. La

testa sembra girare in tondo come un tagadà e quando scendi senti che ti manca la terra sotto i piedi. È la depressione post concerto, la

disillusione che ha colpito duramente il mondo del music business, e più in generale la categoria dei lavoratori dello spettacolo, mentre una

quotidianità alienante si prende tutte le energie che le servono per alimentarsi in un ciclo che si ripete sempre uguale. È nel ritornello che

vediamo uno spiraglio di soluzione a questa condizione depressiva.

A volte basta uscire, magari solo per comprare le cartine e ti ritrovi a fare il giro di tutta la città per riempire occhi e testa di immagini e

rumori, per sentirsi partecipi della comunità e del luogo che abitiamo. Un grido che sembra dire “io voglio esistere, nonostante tutto”.

I Rumba de Bodas nascono a Bologna nel 2008 dall’incontro di un gruppo di compagni di scuola. Il loro nome deriva dall’unione di due

espressioni bolognesi: “rumba”, ovvero far rumba, far casino, e “bodas” che deriva dai matrimoni, spesso teatri delle prime esibizioni della

band, e anche simbolo del connubio tra i generi musicali con cui il gruppo sembra ancora oggi non riuscire a decidersi. Per anni si

esprimono prima per le strade cittadine, con un’attività di busking che li porta a girare e a ed esibirsi nelle piazze europee e italiane.Negli

anni il gruppo abbandona definitivamente la sua anima street e colleziona apparizioni in alcune delle manifestazioni musicali più importanti

d’Europa: Montreux Jazz Festival (Svizzera), Saalfelden Jazz Festival (Austria), Copacabana (Belgio), Hemingway Jazz festival (Albania). Dal

2014 al 2019 è resident band all’Edinburgh Jazz Festival in Scozia, dove registra numerosi eventi sold out. Nel 2018 per la prima volta il

gruppo esce dai confini Europei per una tournée in Corea del Sud, dove la band si esibisce nei famosissimi Seoul Music Week e Jazz Tonic

Festival. Nella stessa estate conquistano il pubblico russo dopo un concerto davanti a 5000 persone al Kaliningrad Jazz Festival.

Ascolta Rumba de Bodas: https://open.spotify.com/artist/43IQ5G04w55ib9XRwCAoIJ?si=6CRCMJkuSxm95YVQulYVfQ


M U S I C A

Il ritorno sui palchi italiani di Mr. Bricks & the Rubble

Dopo l'incredibile successo riscosso attraverso il digital tour tra Italia e

Germania approdato sulle piattaforme di United We Stream, United We

Stream Milano, Dringeblieben e Rubik Youtube sono pronti a tornare

fisicamente ad esibirsi sui palchi italiani.

Dario Mattoni, in arte Mr. Bricks, voce e chitarra, Giuseppe Santorsola alla

batteria, Dario Penta al contrabbasso, Francesco Lomangino sono i nomi

dei componenti del gruppo pugliese Mr. Bricks & the Rubble, che avranno

la possibilità di realizzare a brevissimo un tour italiano, organizzato dall

ágenzia Ludwig Sound grazio al bando di Programmazione Puglia Sound

Tour Italia 2020/2021.

Mr. Bricks and the Rubble con un Rhythm and Blues di matrice anni 50,

grande attenzione verso i pezzi più coinvolgenti della scena

contemporanea (come nel caso del singolo uscito a giugno,“Toxic”, remake

della hit di Britney Spears), riescono a coinvolgere un pubblico sempre

più vasto che si scatena con sonorità vintage realizzate magistralmente

dal gruppo.

Potrete assistere al concerto di Mr. Bricks & the Rubble nelle seguenti città:

8 Luglio: Suoni Mobili, Montesino di Besana Brianza

9 Luglio: Surfer Joe, Livorno -

10 Luglio: Il Ballo di Gorleri, Imperia

11 Luglio: Artisti in Piazza, Pennabilli

Karamu Afro Collective

I Karamu Afro Collective sono una band dal cuore afro, che si avventura nei colori dei generi del soul e dell’afrobeat,

contaminati da una vena jazz e funk. Lontano dai tratti di una band Afrobeat classica, il gruppo nasce dall’idea musicale di

tre artisti che già hanno avuto modo di farsi conoscere da pubblico e critica sotto il nome di Whitey Brownie, con

Alessandro Trani alla batteria, Micol Touadi alla voce ed il tastierista Alessandro Pollio. singolo Take me away (label

Musicamorfosi in collaborazione con Rubik), un brano che insieme al suo energico videoclip, per la coreografia di

Francesca Cristofoli del Modulo Project, ci porta in un viaggio verso il calore e lo splendore della madre Africa che, grazie al

ritmo e ai suoni di questo brano, non sembra essere poi così lontana.Take me away (label Musicamorfosi in collaborazione

con Rubik), un brano che insieme al suo energico videoclip, per la coreografia di Francesca Cristofoli del Modulo Project, ci

porta in un viaggio verso il calore e lo splendore della madre Africa che, grazie al ritmo e ai suoni di questo brano, non

sembra essere poi così lontana. Al centro la figura della frontwoman Micol Touadi con la sua voce potente e raffinata che,

fra sonorità soul e afrobeat, canta del suo sogno Africano, lontano dalla solitudine e dalla timidezza, in cui ritrovare la gioia

di vivere essendo fieramente sé stessi, realizzando i propri desideri attraverso la ricerca della propria identità, come una

farfalla che finalmente riesce a spiccare il volo.


B E N E S S E R E

BENESSERE

di Alessia Pentivolpe

Ph MC.


B E N E S S E R E

ph MC.

Model Samuela Piccolo

I cambiamenti della Terra e della società moderna

hanno illuminato le coscienze tendendo la mano alla

natura, e avvicinando il cuore agli elementi cercando

di ristabilire un contatto. Da tempi remoti gli uomini

tramandano il massaggio olistico, senza frontiere,

come concetto salutare di vita, riequilibrando il

benessere psico-fisico. L’energia è fonte di vita, si

rigenera continuamente e un massaggiatore olistico

con manovre come sfioramenti, pressioni,

digitopressioni, percussioni crea attorno a sé un

legame con la dimensione circostante. Un ambiente

inebriato di olii essenziali, incensi, (aromaterapia),

candele, cromoterapia, musica, accompagna il

massaggiatore e il ricevente in un viaggio unico ogni

volta, allontanando lo stress e l’ansia; stimola

serotonina e melatonina, distende i muscoli,

favorisce la circolazione e l’ ossigenazione dei tessuti

con benefici drenanti e immunostimolanti, libera la

mente e riduce la tensione. Lasciarsi massaggiare

per un’ ora aiuta a vivere bene, il tempo attorno

rallenta e la nostra essenza si rinnova.


T A N G O

di Federico Vessella


T A N G O

Nel vasto universo della musica rioplatense, la milonga è uno dei

rappresentanti più illustri della contaminazione tra le diverse culture

che si sono intersecate tra Argentina e Uruguay. Insieme al Tango salón

e al Tango vals, la milonga completa la terna di stili che vengono ballati

durante una serata di tango.

L’origine della milonga urbana è triplice: i progenitori sono la habanera,

il candombe e la milonga campera. La habanera è un ritmo ed una

danza di origine cubana (lo stesso nome rimanda all’Havana), diffusa

nei secoli soprattutto nelle coste mediterranee della Spagna; tra i brani

più famosi vi sono La Paloma di Sebastán Iradier e L'amour est un

oiseau rebelle dalla Carmen di Georges Bizet. Il Candombe è quanto

sopravvive di un ritmo proveniente dall'area africana del Congo e

dell’Angola (cultura Bantù), portato in Sud America dagli schiavi

africani, che è stato parte importante della cultura uruguayana negli

ultimi duecento anni; lo strumento dominante del candombe è il

tambor, un tamburo che in varie forme accompagna ancora oggi le

sfilate di carnevale a Montevideo. La milonga campera, o milonga del

sud, è il genere musicale tipico della pampa argentina, un ritmo di

origine spagnola contraddistinto dall’uso della chitarra; gli interpreti di

questo genere sono i payadores, gauchos (mandriani delle praterie) che

si dilettano a comporre testi improvvisati in rima, il che li avvicina,

come immagine, ai nostri stornellatori.

Diversamente dal tango salón e dal tango vals, la milonga urbana ha un

preciso anno di nascita, il 1931. Il primo brano che venne inciso fu

Milonga sentimental, di Sebastian Piana con parole di Homero Manzi.

A partire da questo tema, nacque quello che ancora oggi è considerato

il genere folclorico più vitale nel mondo del tango argentino, una sorta

di contraddanza europea in versione rioplatense.

La base primitiva del ritmo della milonga fu il bordoneo, un sistema di

suddivisione di 8 semicrome in tre gruppi (3 + 3 + 2) che fu ripreso in

modo diffuso dagli artisti del tango di avanguardia, in particolare Astor

Piazzolla. Nel suo processo di evoluzione in milonga urbana, perse

questa base ritmica per adottare quella della habanera, più quadrata, in

2/4. Oggigiorno è su questa marcazione ritmica che viene ballata la

milonga. Rispetto al tango salón, la milonga urbana trasmette meno

malinconia, grazie ad un tempo rapido di esecuzione e a testi spesso

picareschi. Lo stesso Jorge Luis Borges la preferì al tango tradizionale

proprio per queste caratteristiche.

Tutti i grandi direttori delle orchestre di tango di ogni epoca si sono

cimentati nell’eseguire brani di milonga, ma alcuni di essi hanno

occupato un posto particolare nel cuore dei ballerini per le

interpretazioni proposte: Juan D’Arienzo, Francisco Canaro, Edgardo

Donato, Pedro Laurenz, Angel D’Agostino.

Oltre che genere musicale, il termine “milonga” indica anche il luogo

fisico dove si incontrano i ballerini di tango. Quella che per gli italiani è

la balera, per i tangueri di tutto il mondo prende il nome gergale di

milonga. Gli stessi ballerini, che frequentano assiduamente questi

luoghi, vennero col tempo identificati come milongueros. Vi sono molti

brani, sia di tango salón che di milonga, che fanno riferimento al

termine “milonga” ed al verbo derivato, milonguear, ad indicarne

l’importanza che riveste per la cultura rioplatense e la storia del tango:

Milongueando en el 40, Milonga de mis amores, Milonga criolla,

Cuando llora la milonga, La vida es una milonga, ecc. Perfino la Real

Academia Española, equivalente alla nostra Accademia della Crusca,

riconosce il termine “milonga” e “milonguear”, quest’ultimo ad indicare

l’atto di ballare o suonare una milonga.


T A N G O

milongandoblog.wordpress.com

facebook.com/lamilongadialvin


P I T T U R A


P I T T U R A

Il maestro Mauro Gavazzi da sempre ha coltivato la

passione della pittura, ha studiato all’Istituto Statale

d’arte di Pistoia; allievo di Pietro Bugnai e Jorio Vivarelli.

Si è poi laureato al magistero d’arte, di Firenze, sezione

Pittura; allievo di Francesco Melani e Agenore Fabbri. Nel

periodo giovanile, ha svolto il suo lavoro di artista, nella

sua Toscana, partecipando a mostre collettive, nella

galleria Vannucci di Pistoia con i famosi Pittori, Barni,

Ruffi e Buscioni.

In quel periodo, ha realizzato pitture murali, con la

tecnica dell’affresco, per abitazioni private e pubbliche e

amministrazioni ottenendo importanti riconoscimenti.

Ha partecipato a numerose manifestazioni di pittura

estemporanea, classificandosi sempre primo, nei paesi di

Bardalone, Castagno, Pescia, Firenze, Fabiana, Pistoia,

Prato, Lucca ecc. Ha preso parte, a decine di mostre,

esponendo sue opere, in ambito nazionale, e

internazionale. Dopo un’attività̀ di Pittore figurativo e di

ritrattista, dopo il 1980 si dedica intensamente alla

pittura di ricerca (geometrismo lirico), astrazione figurale,

informale. Da ricordare le opere decorative, realizzate per

la mostra biennale dei fiori di Pescia, come nelle varie

discoteche, per giovani.

Nel 2003 è eletto, consigliere comunale a Genova e di

seguito, Assessore alla cultura e turismo sino al 2012.

Durante il suo mandato ha organizzato tantissime

Mostre a Genova, in Francia e Germania. Nonostante

l’impegno Istituzionale, ha continuato la sua ricerca

pittorica sul simbolismo. Si può dire che tutta l'arte visiva

sia un fenomeno simbolico, se essa unisce due significati

lontani o meglio sintonizza, su un significato comune,

due individui distinti, l'artista e lo spettatore, che

comunicano empaticamente grazie al medium

rappresentato dall'opera e dai suoi intrinseci significati

simbolici, per cui un segno, una forma, un oggetto, può

far riferimento, a una realtà che non è raccontata o

svelata esplicitamente, ma resa comprensibile alla nostra

capacità, percettiva, eludendo i normali processi

razionali. Da maggio 2013, ha deciso di svolgere solo

l’attività di Artista a tempo pieno, nel suo studio a san

Lorenzo al mare sempre in Liguria.

Mauro Roberto Gavazzi è un artista che non può essere

annoverato tra nessuna delle tendenze moderne della

pittura e, allo stesso tempo, nel suo lavoro c'è una sorta di

accostamento irrazionale e rimandi a stili diversi, sia

classici che contemporanei. Ha creato il suo stile,

originale e riconoscibile e indubbiamente talentuoso e

unico. Ha trovato la sua nicchia nella vasta storia dell'arte

italiana. Questo è uno stile gioioso, solare, colorato,

misterioso e di fantasia, sogni, passioni e desideri

dell'artista.

La sua volontà, il carattere, le aspirazioni e la conoscenza

tutto è nei suoi dipinti che ne fanno un discendente e

degno erede della Grande Cultura Italiana.


G L A S S A R T

CHE DISEGNANO L’ARIA, NOTE CHE CONNETTONO GENERAZIONI

SEGNI

Schostakovich irrompe nelle memorie con incisione, il colore dipinge in libertà

sull’anima del vetro. Contrasti che diventano trame. La trasparenza crea profondità,

i riflessi danzano pulsanti. Un’illusione di movimento si impronta in una certezza ferma.

di Assia Karaguiozova

Waltz Pot -concept e design Assia Karaguiozova per NasonMoretti


L I B R I

Una

Recensione di Roberta Sgambati

Bellezza che fa PAURA

Rubrica a cura del blog

"Il COLORE DEI LIBRI"

http://ilcoloredeilibri.blogspot.com/

Trama

Dylan si innamora di Ellis nell'istante in cui

lo incontra. El è divertente, magnetico,

spavaldo e rende eccitante tutto, persino

vivere in una piccola e noiosa città come

Ferrivale. Con lui il cuore di Dylan vola,

leggero. Con lui accanto, ogni paura

svanisce. Tanto che nel momento in cui,

dopo qualche mese di incontri clandestini,

qualcuno diffonde un video che li ritrae in

un momento di intimità, Dylan trova il

coraggio di fare coming out con la

famiglia. E, con stupore, si accorge che

tutti intorno a lui, non solo i suoi genitori,

sembrano all'apparenza accettare la sua

relazione con El senza alcun problema. La

sua felicità però ha vita breve. Un tragico

incidente, infatti, lo separa per sempre dal

ragazzo di cui è follemente innamorato. Da

quel momento, schiacciato da un dolore

che non sembra avere fine – come può

vivere senza El, che è il suo cuore, la sua

ragione, il suo futuro? –, Dylan inizia a

scoprire quanto poco sapeva di Ellis e,

soprattutto, che il suo ragazzo non era

l'unico a Ferrivale a nascondere verità

inimmaginabili…

Titolo: Una bellezza che fa paura.

Autore: WILLIAM HUSSEY

Prezzo: € 18,00

Ebook: € 9,99

Pagine: 252

Genere: Mistery YA

Editore: Mondandori

Cari Colors, oggi torno a parlare di un'autrice che mi ha sempre conquistata

con le sue storie di donne vere e che riescono a riaffacciarsi alla vita. Anche

questa volta la protagonista è una donna che deve rimettersi in gioco anche se

in modo diverso. Il suo nome è Cristina ed ha avuto la fortuna di incontrare

Andrea che ha amato in modo assoluto e profondo, la sua perdita l'ha

annientata. Un pensiero torna spesso a infastidirla... era un amore equilibrato

o aveva annullato se stessa in funzione del marito ? Questa domanda le è stata

posta velatamente più volte anche dalla madre che non riusciva a capire

questa unione così stretta e quasi esclusiva. La sua vita dopo di lui sembrava

vuota e finita sino a quando un evento traumatico come una rapina l'ha scossa

: era ancora una madre e una donna che credeva di aver già amato

abbastanza! Cristina rimembra com'era la loro vita di coppia, lei aveva amato

ed ama ancora il marito in modo totale, tutto era in sua funzione e ciò che era

prima di conoscerlo e ciò che è il presente senza averlo accanto sembrano non

interessarla. Lui l'ha lasciata senza un biglietto, senza farle capire che era

arrivato il suo momento di andarsene con dignità, si sentiva tradita sin dal

quando aveva scoperto che lui le aveva nascosto la malattia e non riusciva a

capacitarsi di non averlo conosciuto abbastanza a fondo. Sapeva come gli

piacevano le uova, la temperatura giusta del caffè, la marca del dentrificio che

gradiva di più, la sua grappa preferita scovata in una piccola enoteca del

centro e molto altro ma non aveva capito quali erano le sue intenzioni nel

momento più difficile. La figlia sembrava anch'essa vivere in funzione del

padre ed ecco che ,alla sua mancanza, si è allontanata dalla madre in maniera

brusca e dolorosa, due estranee incapaci di comunicare che soffrono in

solitudine. L'autrice in questo romanzo mette in luce le dinamiche di una

coppia sposata da tempo, dove la moglie ha dato la precedenza ai bisogni degli

altri con gioia e serenità ma che non si è mai soffermata a pensare se quello

che faceva per gli altri era giusto anche per lei. Conosceremo Andrea

attraverso gli occhi di Cristina, uomo buono e gentile che l'amava ma che

l'aveva anche plasmata come la moglie perfetta; non fraintendete a Cristina

andava più che bene ma proprio quando lui è mancato non sapeva più chi

fosse veramente. Ma una donna può amare così tanto da non riuscirci più, anzi

da credere di non averne più il diritto ? Il karma può stabilire quanti grandi

amori si possono avere nella vita? Il libro scorre veloce e fluido, la trama è ben

sviluppata e accompagna il lettore nella vita di gente comune a cui succedono

sia cose brutte ma anche cose belle rendendoli verosimili e vicini alla

quotidianità. Piacciono i momenti di romanticismo anche se alcuni sembrano

veramente figli di altri tempi ed epoche, ormai siamo talmente assuefatti a

"conoscere" ,tramite social, chi ci piace da avere incontri/scontri talmente

veloci che lasciano pochissimo spazio al vero corteggiamento . L'autrice

sottolinea che l'amore non ha età e non ha date di scadenza, non è a tempo e

nemmeno a peso. Il libro mi è piaciuto perchè è un incitamento a cogliere gli

attimi giusti e tutti possiamo essere felici, possiamo trovare una felicità

semplice proprio vicino alla nostra porta se solo guardiamo con gli occhi giusti.


L I B R I

Super Madness: Peace

Volume di racconti brevi a scopo benefico

La beneficenza non si ferma anche in tempi di Coronavirus.

E così, in poco tempo, autrici e professioniste volontarie

hanno messo a disposizione parte del loro tempo per la

realizzazione di racconti brevi per la raccolta Super

Madness: Peace. Il ricavato dalla vendita di quest'opera

andrà in beneficenza all'associazione Horac Nepal, con

sede a Kathmandu e da anni attiva nella difesa dei minori. Il

progetto, nato da un'idea dell'autore e sceneggiatore

italiano Stefano Labbia, si pone proprio come obiettivo

l'analisi di temi quali l'emarginazione, il bullismo e

l'abbandono. Si tratta di temi indubbiamente frequenti

nell'universo infantile.

L'associazione Horac Nepal lavora per offrire migliori

opportunità di vita ai bambini orfani, vittime di conflitti

politici o in condizioni di estrema povertà. Garantisce

inoltre che i loro diritti vengano rispettati per orientare

questi bambini verso un futuro migliore.

L'intero ricavato dalla raccolta di racconti sarà devoluta

all'associazione senza scopo di lucro Horac Nepal. Di

seguito, il link relativo all'opera disponibile in versione

cartacea: . I partecipanti al progetto a scopo di beneficenza

sono le seguenti autrici e professioniste: Chiara Pedrocchi,

Maria Chiara Carriero, Federica Foradini, Cristina Tizian,

Sabina Natali, Carolina Salomoni, Lara Ponchia, Francesca

Corona, Barbara Fossi, Cinzia Carnevali, Barbara Astegiano

e Giuditta Bertoni. Un contributo speciale nella

realizzazione della raccolta va a Riccardo Mainetti, curatore

e responsabile editoriale e a Giovanni Querques,

impaginatore grafico.

Horac Nepal - Casa per il Soccorso di Bambini Afflittati è

un'organizzazione sociale senza scopo di lucro con sede a

Kirtipur-06, Taudaha, Kathmandu ed è registrata presso il

governo del Nepal e il Consiglio per il benessere sociale del

territorio. Lo scopo principale dell'organizzazione è

lavorare per il benessere dei bambini, in particolare gli

orfani, i bisognosi e i senzatetto. Ci si occupa quindi di

fornire loro cibo, alloggio, vestiti, istruzione ed un ambiente

familiare e accogliente.

Autore: Autrici varie (da un’idea di Stefano Labbia)

Titolo: Super Madness:Peace

Genere: Raccolta di racconti brevi

Tematica: Analisi di temi sociali (abbandono, emarginazione, bullismo, abuso di potere)

Personaggi principali: Super Madness (eroina principale), Quickly, May Hutchinson ed altri

Ambientazioni: Varie

Link per l'acquisto: https://www.amazon.com/SUPER-MADNESS-HORAC-Nepal-NoProfit-Org/dp/B095HQX7Z7

Stefano Labbia, classe 1984, è un giovane autore italiano di

origine brasiliana, Founder e CEO di Black Robot

Entertainment, casa di produzione e management agency di

prodotti

audiovisivi inglese e Black Robot Publishing, casa editrice

inglese.

Nato nella Capitale d'Italia, ha pubblicato la sua prima

raccolta di poesie, “Gli Orari del Cuore” nel 2016 per Casa

Editrice Leonida.

Nel 2017 ha dato alle stampe la sua seconda silloge poetica

dal titolo "I Giardini Incantati" (Talos Edizioni) ed il suo

primo romanzo "Piccole Vite Infelici" (Elison Publishing -

ebook) vincitore del Premio Elison 2017 come miglior

romanzo inedito.

Nel 2018 "Piccole Vite Infelici" è stato pubblicato in

versione cartacea da Maurizio Vetri Editore. L'autore nello

stesso anno ha pubblicato inoltre una raccolta di racconti,

"Bingo Bongo & altre storie" (Il Faggio Edizioni – ebook).

Nel 2019 è stata pubblicata la sua terza raccolta poetica dal

titolo "Vivo!!!" (Tempra Edizioni) e la sua prima graphic

novel per LFA Publisher dal titolo "Killer Loop'S" volume

uno.

Nel 2020 escono "Nel Rifugio Sommerso" (Amazon), la sua

quarta raccolta di poesie e la riedizione de "Gli Orari del

Cuore" prima silloge poetica, arricchita da contenuti extra

oltre alla sua seconda raccolta di racconti brevi "Kissinger:

blood & conquests" (Black Robot Publishing).

Nel 2021 l'autore da alla luce la sua quinta raccolta poetica

dal titolo "Amore dopo amore" e "Il trucco di Molière"

(Black Robot Publishing).


L I B R I

CINZIA GIORGIO

E LA STORIA DELLA

FAMIGLIA FENDI

Di Francesca Rossetti

Il nome Fendi è sinonimo assoluto di moda italiana in qualsiasi

Paese del mondo ed oggi ne parliamo con Cinzia Giorgio,

autrice di un libro in merito.

Chi è Cinzia Giorgio e come nasce l'idea di un libro sulla

storia della famiglia Fendi?

Sono una ricercatrice che insegna storia delle donne, scrivo

libri e dirigo il periodico online Pink Magazine Italia. Il romanzo

Cinque sorelle nasce dalla convergenza delle mie passioni:

scrittura, donne e moda. Narrando di Adele Fendi avevo la

possibilità, tra l'altro, di raccontare una storia fatta di passione,

dedizione e coraggio femminile.

Come sono state raccolte le informazioni storiche?

In archivio, su internet e leggendo tutti i libri usciti

sull'argomento. Sia per la storia di Adele che per quella del

pittore Godward e di Maddalena.

Ha conosciuto qualcuno dei loro parenti? Che cosa è

emerso di particolare sulla loro storia?

Ho conosciuto l'assistente personale di Anna Fendi e uno dei

loro avvocati. Persone splendide e disponibili, con le quali ho

avuto modo di interloquire più volte. Ma più di tutto mi ha

aiutato il libro di Franca Fendi, toccante e suggestivo.

Chi sono Maddalena e Clelia Splendori e quale ruolo hanno

avuto nella storia della famiglia Fendi?

Maddalena e Clelia sono due donne coraggiose e determinate

che sono realmente esistite; l'amicizia con Adele è un mero

espediente narrativo che mi ha però dato modo di raccontare

la storia dell'Italia di quel periodo e della boutique Fendi, da

un punto di vista "altro".

Come è cambiata la moda italiana grazie a loro?

Più che di moda, direi piuttosto che grazie alla madre è

cambiato il concetto di imprenditoria femminile nel campo

della moda. Le sorelle a mio avviso sono state pioniere di un

nuovo modo di pensare alle pellicce e hanno offerto a Karl

Lagerfeld un contratto freelance a vita, un unicum per l'epoca.

Sono previste presentazioni online?

Sì, il 13 e il 23 aprile alle 18, per ora.

Quando uscirà il film ispirato al romanzo?

Non dovete chiederlo a me ma alla mia casa editrice!

Io, ovviamente, non vedo l'ora.


F O R M A Z I O N E

di Renzo Maggiore

L’ENERGIA ALIMENTA I “PER” ED I “CONTRO”

Perché occorre lavorare per costruire più che per eliminare qualcosa

Nell’ascoltare le posizioni di alcune comunità e movimenti di opinione e d’azione, anche di quelli nati a

favore di Diritti Civili o per la cura delle dipendenze, noto spesso un “errore” linguistico che denota

ignoranza (nel senso di “non sapere”) in termini linguistici, spirituali ed energetici: si usa facilmente la

preposizione “contro” per posizionarsi in una parte chi si mette in antitesi ad un’altra o per condannare le

droghe, l’omofobia, le guerre, l’inquinamento, il fumo… La preposizione “contro” non fa che riconoscere

e dare importanza all’oggetto pronunciato! E’ sempre uno sbaglio “essere contro”, dividere una realtà

che non è affatto divisa.

Finché il pensiero, o addirittura la filosofia di fondo della propria azione sarà questa, proseguiranno i

conflitti, le comunità di cura e i centri di accoglienza continueranno a riempirsi di tossicodipendenti,

alcolisti, piccoli criminali, poveri, immigrati…

L’impostazione corretta a livello linguistico si basa sul “per”: costruiamo qualcosa di buono e costruttivo

per curare e soprattutto per prevenire i danni che la debolezza umana si autoinfligge usando il primo

mezzo che gli capita a disposizione (depressione, droghe, pratiche masochistiche, aggressività,

isolamento… suicidio).

Al livello spirituale vale l’Amore, non l’odio: l’Essere consapevole e illuminato non è “contro” niente e

nessuno, perché sa che l’Universo è Uno e indivisibile. A livello energetico, nominare un avversario lo

rende reale e semmai più forte. L’energia va perciò focalizzata sul fare qualcosa di positivo al fine di

ottenere un risultato utile per sé e per la comunità di riferimento, non per combattere qualsivoglia

persona, gruppo di persone, oggetto, mezzo.

Gli alcolici sono disponibili ovunque, eppure non è affatto necessario berli.

Le sigarette si trovano ovunque, eppure nessuno ci impone di fumarle.

Si può giocare d’azzardo ad ogni angolo delle città, eppure non serve buttare i soldi per giocare.

Si può perdersi davanti alla televisione o a internet, ma sono soltanto mezzi da utilizzare per uno scopo.

Si può tifare per una squadra insultando gli avversari, ma bisogna imparare ad ammirare piuttosto la

bellezza dei gesti e delle parole, a prescindere dalle maglie che si indossano, dai colori che si

difendono, dai partiti che si votano.

Dobbiamo perciò rinunciare ad “essere contro” e cominciare a pensare sempre “per”: la sanità mentale,

la consapevolezza, il saper comunicare e condividere, il rispetto di ogni singola Persona e della Natura.

Aiuta molto in questo percorso il fatto di avere uno Scopo che motivi e dia un senso a questa esistenza.

www.renzen.it

http://renzen.it/category/saggi/

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V I A G G I

d i L u c a A s c i u t t i


V I A G G I

Si può partire da Todi, dalla piazza medievale del centro storico e proseguire nella valle circostante in direzione

del Castello di Sismano, nel comune di Avigliano Umbro, raggiungendo poi la Foresta Fossile di Dunarobba e in

seguito la località di Sant’Eurosia. Si procede ancora in direzione di Toscolano e poi di Santa Restituta dove, nelle

vicinanze dell’antico borgo c'è l’affascinante Grotta Bella. Nel territorio del Comune di Amelia si incontra

innanzitutto la caratteristica frazione di Macchie, con il piccolo borgo immerso nel bosco. La città di Amelia

merita certamente una visita per le sue imponenti mura poligonali di epoca romana, per la Cattedrale, la chiesa

di San Francesco e quella di Sant’Agostino, i palazzi storici, il museo archeologico che espone, tra le altre opere,

la grande statua bronzea del Germanico, per le sue cisterne romane e per molto altro ancora.

Turismo Enogastronomico

I vitigni più tipici e famosi di questo territorio sono il grechetto e il ciliegiolo, certamente da assaggiare. Tra le

preparazioni tipiche della zona meritano una menzione la “striscia con le fave” – preparata da tradizione il giorno

della macellazione del maiale con rifilature di pancetta, costolette e altri pezzi, fave lessate e grasso -, la

“palomba alla ghiotta” ricetta tipica del territorio tuderte, la fava cottora dell’Amerino e il cicotto di Grutti.

Il progetto Transameria è sostenuto tra gli altri anche dall’Istituto Agrario Ciuffelli di Todi, la scuola di agricoltura

più antica d’Italia, che, magari al ritorno dall’itinerario, può essere un luogo interessante da visitare con le sue

cantine, il frantoio, il caseificio e i laboratori.

In questo viaggio enogastronomico è possibile incontrare agricoltori, artigiani, ristoratori coinvolti nel progetto e

scoprire così il territorio nella sua autenticità attraverso esperienze dirette particolarmente interessanti e

divertenti.


V I A G G I


V I A G G I

Le Isole Tremiti chiamate anche “Le Diomedee” si

trovano al largo delle coste del mar Adriatico, in Puglia,

fanno parte del Parco Naturale del Gargano e

costituiscono la Riserva Naturale marina Isole Tremiti.

L’arcipelago è formato da cinque splendide isole. La più

grande è l’Isola di San Domino ricoperta da boschi di

pini e di altre piante tipicamente mediterranee e ricca di

strutture turistiche e ricettive. Su quest’ isola si rifugiava

spesso nella sua splendida villa affacciata sul mare,

l’indimenticabile cantautore Lucio Dalla, trovando

ispirazione per molte sue celebri canzoni. La seconda

isola, in termini di dimensioni è quella di San Nicola, una

sorte di fortezza di roccia bianca e grigia con alcune torri

imponenti , entrambe con spiagge piccole ma dall’acqua

cristallina. Le altre isole sono, invece, disabitate:

Capraia regno dei gabbiani reali e luogo punteggiato da

piante di capperi, nonché paradiso degli amanti delle

immersioni. Al largo di questa isola a 14 metri di

profondità si trova adagiata la statua bronzea di Padre

Pio alta tre metri realizzata dallo scultore Mimmo

Norcia; l’Isola Cretaccio, che è uno scoglio deserto,

argilloso, inospitale, e l’isola di Pianosa che è una

Riserva marina integrale ed è inaccessibile.

Ho visitato le Isole Tremiti in una giornata d’estate

partendo, in nave, dal porto di Termoli. Sul tragitto

abbiamo ammirato il Mar Adriatico un po’ agitato,

eppure tempestato di splendide stelline scintillanti sotto

i raggi benevolenti del sole mattutino. Dopo un

modesto tragitto, riuscii ad intravvedere in tutto il suo

splendore L’ Isola di San Nicola. Questo lembo di terra è

comparso come un miraggio dalle acque infinite man

mano che la nostra nave si avvicinava ad esso. Altre

isole dell’arcipelago spuntavano come dal nulla

ispirando ammirazione e curiosità in tutti noi quelli che

erano sulla nave. Sbarcammo, quindi, sull’Isola di San

Domino che è la più grande dell’arcipelago e, una volta

lasciato indietro a noi il porticciolo, abbiamo raggiunto

Cala delle Arene. La spiaggia non è troppo grande, ma

bella, dall’aria romantica, incastonata in una baia. La

sabbia dorata, piacevole al tocco dei piedi scalzi…il mare

da sogno, dalle sfumature di un azzurro turchese e

sempre cristalline; pesciolini argentati, spesso

raggruppati nuotavano insieme a noi appena siamo

entrati nell’acqua caldissima. Abbiamo deciso, poi, di

girovagare un po’ per “scoprire” l’isola; ovunque si

sentivano i canti incessanti delle cicale nascoste tra i

rami folti dei pini e nella macchia mediterranee … dei

veri e propri concerti. Sulla parte alta dell’ isola ci si può

fermare spesso per ammirare, da lassù, le splendide

calette dalle acque turchesi, le piccole imbarcazioni

bianche ormeggiate al largo, e si può ammirare anche

l’isola di San Nicola. Si possono fare delle escursioni a

bordo di apposite imbarcazioni e si costeggiano, così, le

isole dell’arcipelago Tremiti, si scoprono scogliere

frastagliate, sculture naturali scolpite sulle rocce,

grotte profonde, irraggiungibili, baie, numerose calette

misteriose … insomma, veri e propri angoli di paradiso

terrestre. Le Isole Tremiti, perle dell’Adriatico, sono il

posto dove il paesaggio è pieno di suggestione,

magnifico, irreale di una bellezza infinita e, una volta

visitate, sicuramente si avrà la voglia di tornare in

questo luogo incantato!


V I A G G I E C U C I N A


mediterranea, hanno permesso alla Città bianca di essere insignita della Bandiera Blu. La costa di Ostuni, dunque, si

V I A G G I E C U C I N A

Eh siamo arrivati all’estate tanto agognata e, dopo un anno ancora difficile ci apprestiamo a goderci il mare ed i luoghi a

noi più cari tra vaccini e qualche libertà controllata.

Il profumo del mare, le lunghe camminate tra boschi, montagne e città d’arte ... cercheremo di goderci il più possibile il

nostro Belpaese, non dimenticando la cucina e l’enogastronomia a cui siamo tanto legati. Una delle mete preferite e a me

tanto care è la mia amata Puglia tra ulivi, mare, pesce fresco e prodotti che mi ricordano la mia infanzia.

Eccoci ad Ostuni pittoresca e tutta da scoprire, la Città bianca. Rinomata meta turistica Ostuni vanta un borgo medievale

meraviglioso, ricco di stradine e abitazioni imbiancate con la calce. Una passeggiata nella città vecchia, detta la “terra”

per distinguerla dalla più recente “marina”, regala scorci pittoreschi tra vicoli, ripide scalinate, corti e piazzette su cui si

affacciano case bianche impreziosite da gerani, botteghe artigiane, ristoranti tipici e negozietti. Arroccata su tre colli,

Ostuni sorge nella Valle d’Itria a 218 metri sul livello del mare. Dista 42 km da Brindisi e 8 dalla costa adriatica su cui

sventola la Bandiera Blu.

Città d’arte, dove possiamo trovare diversi stili architettonici e molti musei dove aggirarsi e rendere ancora più

interessante la visita e le nostre vacanze. L’agro di Ostuni, invece, è costellato da masserie, molte delle quali trasformate in

accoglienti agriturismi e resort di lusso.

I 17 chilometri di spiagge, in cui si alternano calette sabbiose, scogli, spiagge di ciottoli e dune coperte di macchia

distingue per la qualità delle acque, della costa, dei servizi e delle misure di sicurezza ed educazione ambientale. Da Torre

San Leonardo a Lido Morelli, inoltre, si dispiega il “Parco Naturale delle dune costiere” che include anche una zona umida

con laghetti di acqua salmastra, dune fossili e una parte delle lame che confluiscono nel mare.

Territorio ricchissimo di prodotti tipici locali fanno della zona di Ostuni un pozzo di meraviglie enogastronomiche tutte da

assaggiare ed acquistare. Ulivi secolari da cui si produce un olio extravergine d’oliva dop di alta qualità, ciliege, uva,

castagne e mandorle, il pesce dell’Adriatico, erbe aromatiche e prodotti caseari e salumieri, la pasta fresca tra cui

spiccano le orecchiette e i cavatelli, taralli e una miriade di altri prodotti locali. Tra i vitigni ed i vini troviamo: l’Aleatico di

Puglia doc, Ostuni doc, Brindisi doc, Puglia igp, Malvasia nera di Brindisi, Sangiovese, Negramaro, Ottavianello.

Uno dei piatti tipici e poveri del territorio è la frittata alla menta, profumata e fresca, gli spaghetti ai ricci di mare vera

ghiottoneria per palati sopraffini, la focaccia ripiena di cipolle,i polipi di Ostuni e le monachelle.

Beh, allora buona estate e buon gusto…


V I A G G I E C U C I N A

SPAGHETTI AI RICCI DI MARE

INGREDIENTI PER 4 P

80 gr di ricci di mare freschi

320 gr di spaghetti o linguine

100 gr di pomodorini di manduria

1 spicchio di aglio

olio evo

prezzemolo, sale, pepe o peperoncino fresco

PROCEDIMENTO

Soffriggere in abbondante olio evo l’aglio, il peperoncino ed i pomodorini tagliati a metà.

Lavare i ricci di mare, aprirli ed estrarre la polpa aiutandosi con un cucchiaino, tenere la polpa da parte separata

dall’acqua di mare.

Cuocere gli spaghetti in abbondante acqua salata e scolarli molto al dente. Risottare gli spaghetti nel condimento ai

pomodorini aggiungendo l’acqua di mare fino a cuocerli al dente.

Servire gli spaghetti con la polpa di ricci di mare cruda, una spolverata di prezzemolo fresco e pepe nero a piacere.

FOCACCIA RIPIENA DI CIPOLLE

INGREDIENTI PER 4 P

400 gr di semola rimacinata di grano duro

150 gr di farina 0

250 ml di acqua

12,5 gr di lievito di birra

10 gr di zucchero

Per il condimento

3 cipolle medie

15 olive nere

4 pomodori pelati

3 acciughe

2 cucchiaini di capperi dissalati

sale

olio evo

PROCEDIMENTO

Preparare l’impasto mischiando le farine, l’acqua, il lievito, l’olio ed infine il sale. Lavorare l’impasto per 10 minuti fino a quando non

risulterà liscio ed omogeneo. Fare riposare coperto per 2 ore circa ( la cosa migliore sarebbe fare lievitare in frigorifero tutta notte).

Nel frattempo fare soffriggere in una padella con poco olio le cipolle affettate, per qualche minuto a fuoco vivace, bagnare con poca

acqua, salare e lasciare stufare per 15 minuti con coperchio a fuoco lento. Passato il tempo aggiungere i pelati tagliati a pezzetti e

continuare la cottura per una ventina di minuti.

Riprendere l’impasto e dividerlo in 2 parti uguali. Stendere una parte dell’impasto su una teglia oleata coprendo leggermente i bordi,

quindi distribuire sopra le cipolle, le olive denocciolate e tagliate a pezzetti, le acciughe ed i capperi. Porre sopra il ripieno il secondo

impasto steso, chiudere bene il contorno, spennellare di olio, bucherellare con una forchetta e lasciare lievitare ancora un’ora.

Cuocere in forno caldo a 200°C per 20 minuti circa.

POLPI DI OSTUNI

INGREDIENTI PER 4 P

1kg di polpi

500 gr di pomodorini ciliegini

2 spicchi di aglio

1 bicchiere di bianco di Ostuni

prezzemolo, peperoncino, sale

olio evo

PROCEDIMENTO

Pulire e lavare con cura il polpo sotto acqua corrente. Tagliare a pezzetti. In una padella capiente scaldare l’olio e

soffriggere l’aglio, versare i polpi e mescolare con cura. Bagnare con il vino e fare evaporare a fiamma bassa,

dopo qualche minuto aggiungere i pomodorini precedentemente lavati e tagliati a metà, aggiustare di sale se

necessario. Cuocere a fuoco moderato per circa 1 ora. A cottura ultimata spolverare con un trito di prezzemolo e

peperoncino e, se volete, con una grattugiata di zest di limone bio ed un filo di olio evo a crudo.

LE MONACHELLE

INGREDIENTI PER 4 P

1kg di farina 0

250 gr di zucchero

la buccia grattugiata di 2 limoni

2 buste di lievito per dolci

vini bianco secco qb

250 gr di olio evo

confettura di amarene o albicocche o mela cotogna

PROCEDIMENTO

Impastare tutti gli ingredienti aggiungendo all’ultimo il vino bianco poco alla volta finché otteniamo una

pasta morbida e vellutata. Stendere la pasta con il mattarello ad un’altezza di 3 millimetri. Tagliare dei

rettangoli, versare al centro un poco di confettura e chiudere a portafoglio.

Cuocere in forno caldo a 180àC per 15 - 20 minuti.


C U C I N A

P I N A D E L L E S I T E


essa, nei modi più impensati … ma, soprattutto, essa ha sempre

medie; ero attratta da tutte le realizzazioni dei vari progetti, e non

… E poi, tanti anni fa, se volevi un poster di un tuo

sposo. Mi trasferisco in un altro paese vicino al mio ed intraprendo un

però, anche cucinare e sperimentare sempre cose nuove. Con tre figli

social, ha visto qualche mia torta; in occasione del compleanno del

C U C I N A

Il mondo dell’Arte, a volte è tanto bizzarro, quanto sorprendente,

perché l’Arte è nelle nostre mani e possiamo plasmarla, giocarci,

lasciarci travolgere, rimanere affascinati ed affascinare, tramite

qualcosa da insegnarci. Lo sa bene Celestina, una persona che ha alle

spalle un corso di studi ad indirizzo artistico che, ad un certo punto

abbandona tele, matite e pennelli e, insieme ad una sua amica, Zelinda,

applica tutto ciò che ha appreso durante i suoi studi, ad un

interessante hobby: la “dolce arte” della pasticceria… Conosciamole

entrambe

Bentrovate Celestina e Zelinda e grazie per aver accettato di

raccontare la vostra esperienza “deliziandoci” con le vostre

bellissime e buonissime creazioni. Celestina, tu ti sei diplomata

all’Istituto d’Arte e poi ti sei iscritta alla facoltà di Architettura

… ci racconti da cosa e come nasce il tuo amore per l’Arte?

Sin da piccola, sono sempre stata molto diligente, impegnandomi

tanto sia a scuola che a casa. Ero portata per il disegno, cosa che

aveva capito sia il maestro delle elementari che gli insegnanti delle

solo quelli di Arte … ricordo ancora un plastico delle Alpi, fatto con la

cartapesta

beniamino o di un personaggio dei cartoni, lo dovevi fare da solo…

A quale forma d’Arte ti dedicavi di più e cosa creavi in quegli

anni?

Finite le medie, mi iscrivo

all’Istituto d’Arte e, ovviamente, inizio a

perfezionare le mie tecniche. Mi piacevano tanto i pastelli ed i

gessetti, ma anche il disegno tecnico mi affascinava per la precisione.

Anche nella vita quotidiana sono molto precisa ed attenta ai

particolari. Poi le cose cambiano,

inizi a lavorare dedicandoti ad

un’attività con la tua famiglia … ti allontani dal mondo dell’Arte, ma

senza mai abbandonarlo completamente. Gli anni passano, le

situazioni cambiano. Abbandono gli studi di architettura e mi dedico

alla mia famiglia; successivamente incontro l’uomo della mia vita e mi

lavoro completamente diverso. Nel frattempo arrivano tre figli e,

grazie a loro, riprendo a fare qualcosina. Con delle gravidanze difficili

mi dedico a preparare corredini con lenzuoline e copertine dipinte; non

uso solo la pittura, ma mi cimento anche nel ricamo. Mi piace molto,

ed un marito molto goloso, si comincia a sfornare torte per ogni

occasione … anzi… ogni occasione diventa buona per preparare un

dolce!

Poi incontri Zelinda e...cosa succede?

Ad un certo punto si trasferisce Zelinda vicino casa mia, ma avevamo

poche occasioni per vederci perché lei viaggiava molto per lavoro.

Con la seconda gravidanza ha avuto qualche problemino e, di

conseguenza,

ha avuto più tempo per stare a casa. Anche lei ha

sempre nutrito una grande passione per la pasticceria e, grazie ai

primogenito ci siamo messaggiate per scambiarci consigli, e così è

nata la nostra collaborazione che dura, ormai, da otto anni. Questo

percorso è stato sempre bello perché è nata una bellissima amicizia,

non solo tra noi due , ma anche tra le rispettive famiglie.


finte, quelle scenografiche per intenderci, io faccio quasi sempre i

decori, mentre Zelinda si occupa dell’assemblaggio. Decidiamo

bruttissima; sempre lei è quella che cura i dettagli più piccoli e

fastidiosi, perché munita di più pazienza. Per le torte edibili io mi

effetto, io tendenzialmente mi sottovaluto ma, grazie alla sua

insistenza, abbiamo realizzato torte che, inizialmente, sembravano

impossibili. Lavorando fianco a fianco, anche lei ha imparato a

C U C I N A

Il vostro è un hobby bellissimo (e, per noi, buonissimo!). Nella

creazione delle vostre “dolci” opere d’arte avete ruoli diversi?

Se si, ci descrivete come vi dividete i compiti?

Progettiamo le torte sempre insieme; fortunatamente abbiamo gli

stessi gusti, e questo ci aiuta molto. Per la realizzazione delle torte

sempre insieme dove e come posizionare i decori. Zelinda si occupa

anche delle scritte perché io, cosa molto strana, ho una grafia

occupo del pan di spagna e lei delle creme.

Cosa ha imparato l’una dall’altra?

A Zelinda sono sempre piaciute le torte molto importanti, di grande

realizzare diversi decori e ad acquisire molta manualità con la pasta di

zucchero.

Celestina, puoi affermare di aver applicato all’Arte della

pasticceria ciò che hai appreso durante i tuoi studi dedicati

all’Arte?

Ovviamente i miei studi mi hanno insegnato tanto ma, in questo caso, è

stata la passione che ci ha portato ad imparare tante cose nuove.

Se si, questo ti rende felice? Ristabilisce, in un certo senso, il

legame che tu avevi con l’Arte, anche se ora in una forma

diversa?

Tutto questo, ovviamente, mi rende felice perché un mondo senza

l’Arte sarebbe un mondo molto triste, e poi è bello vedere la gioia dei

nostri cari quando vedono una delle nostre torte.

Vi dedicate soprattutto alla realizzazione di torte … come vi

sentite dopo averne creata una?

Durante il lavoro di realizzazione delle nostre torte non mancano

momenti di sconforto, di ansia, di angoscia per la paura di sbagliare …

ma anche di puro divertimento. Alla fine di ogni lavoro, ogni volta non ci

sembra vero di esserci riuscite e siamo molto soddisfatte, anche

perché siamo autodidatte.

Qual è la torta più bella che, secondo voi, avete realizzato e quale

quella che vi ha soddisfatto meno?

La torta più bella, secondo noi, è quella che abbiamo realizzato per un

anniversario di matrimonio di una parente di Zelinda, per la sua

perfezione ed eleganza. Quella che ci ha soddisfatto di meno è una

torta che rappresenta una cassetta di frutta, perché era la prima

volta che ci cimentavamo con la pasta frolla abbinata al pan di spagna.

Avete mai pensato di trasformare questo vostro hobby le cui

creazioni sono destinate ad amici e familiari, in qualcosa di più?

Ci piacerebbe trasformare questa passione in un lavoro ma,

purtroppo, abitiamo in un piccolo paese di circa settecento abitanti e,

quindi, continuiamo a fare dolci solo per le nostre famiglie.

Realizzereste una torta dedicata alla nostra Rivista, in modo che

noi ed i nostri lettori possiamo assaporarne una fetta

“virtuale”?

Certamente! Abbiamo già in mente la torta da realizzare per voi…

E... com’è? Ce la descrivete?

Beh, è una sorpresa per voi tutti e, in quanto tale, dovrete aspettare,

ma vi sorprenderemo … promesso!


C U C I N A

Ricette di Nunzio Spagnuolo

Testi e foto di XY Agency


C U C I N A

Positano riapre e torna a puntare sul turismo. Il

“Fly Cocktail Bar” e il “Rada Beach Bistrot”,

entrambi “figli” del celebre disco club “Music on

the Rocks”, punto di riferimento del clubbing

nazionale ed internazionale e meta di vip e

personalità dello spettacolo, hanno riaperto i

battenti già a maggio. Qui cocktail e piatti sono

sinonimi di relax e rigenerazione profonda a

contatto con le bellezze naturali e le unicità del

luogo. I due locali sfruttano gli spazi esterni di una

grotta che si trova sulla Spiaggia Grande, in via

Grotte dell’Incanto. Conservano

architettonicamente il fascino originario della

cavità naturale, inserendosi armoniosamente

nell’incantevole paesaggio circostante. Il “Rada

Beach Bistrot” e il “Fly Cocktail Bar”, l’uno in riva

al mare e l’altro ubicato sulla terrazza vista

Positano, al secondo piano del “Music on the

Rocks”, invitano l’ospite a godersi il paesaggio e a

respirarne a pieno l’autenticità.

Il primo luglio ha aperto infine il “Rada Rooftop”,

una location suggestiva ove si può trascorrere una

piacevole serata “al riparo” da tutto ciò che

interferisce con la naturale bellezza di questo

paradiso terrestre, avvolti da una magica atmosfera

d’acqua e di luce che caratterizza questo posto.

Non a caso il termine “rada” indica una insenatura,

riparata dall’azione dei venti e dalla violenza delle

mareggiate, dove le imbarcazioni possono sostare

in sicurezza al riparo dalle correnti. Ubicato al

terzo piano del “Music on the Rocks”, basterebbe

anche solo il panorama a far sentire appagato chi

si siede ai tavoli del Rada Rooftop. Tuttavia le

creazioni dello chef executive della struttura,

Nunzio Spagnuolo, contribuiscono a stimolare i

cinque sensi riuscendo addirittura a distrarre gli

ospiti dalle bellezze del posto attraverso un trionfo

di gusto, semplicità ed eleganza.

Lo chef (reduce da numerose collaborazioni

“stellate”, tra tutte quella con Gualtiero Marchesi)

ha creato percorsi degustazione e menù à la carte

per una dinner experience esclusiva. Una liaison

tra mare e buon cibo, da vivere rigorosamente a

lume di candela. Infatti il ristorante è aperto solo la

sera. Ecco due ricette dei piatti ivi proposti, che

vengono cucinati da Nunzio e da tutta la brigata in

una cucina a vista sotto le stelle che consente ai

clienti di interagire con il personale, chiedendo

spiegazioni oppure esprimendo preferenze.


C U C I N A

Vaporiera con branzino d’amo,

gamberi, frutti di mare e verdure

INGREDIENTI PER 4 P

600 gr di filetto di branzino

200 gr di frutti di mare sgusciati

100 gr di gamberi sgusciati

80 gr di verdure

Misticanza

Sale, pepe e olio evo q.b

PROCEDIMENTO

Squamare e pulire il branzino e

sporzionarlo. Condilo con sale pepe e olio.

Riporre nella vaporiera con le verdure e i

frutti di mare, e cuocere per 10 min a

vapore a 100 gradi. Servire con la

misticanza e l’infuso al ginseng (ottenuto

mettendo in infusione la pianta insieme a

cardamomo, menta, limone, arancia).

Astice al vapore con caponatina di

verdure e maionese alla barbabietola

INGREDIENTI PER 4 P

1 kg di astice

250 gr di verdure

80 gr di maionese

1 barbabietola

Sale, pepe, timo e aceto q.b.

PROCEDIMENTO

Cuocere l’astice in un brodo vegetale per

6 min e raffreddare in acqua e ghiaccio.

Pulire l’astice e condire con sale, pepe e

timo. Rigenerarlo in forno misto vapore e

servirlo con una caponatina di verdure e la

maionese alla barbabietola.

Procedimento per la caponatina di

verdure: tagliare a cubetti le verdure di

stagione e sbianchirle in acqua calda;

condire con sale olio e aceto.

Procedimento per maionese di

barbabietola: preparare una maionese

classica e, infine, aggiungere il succo della

barbabietola.


C U C I N A

Elisabetta

Casciello

In forma durante l’estate con

“una.nutrizionista.ai.fornelli”

Elisabetta Casciello è una biologa

nutrizionista laureata in scienza degli

alimenti e nutrizione.

Dal 2016 si occupa dell’elaborazione di piani

nutrizionali personalizzati in condizioni

fisiologiche e patologiche accertate. La visita

a studio le permette, attraverso l’anamnesi

alimentare e clinica, di conoscere le esigenze

del paziente (lavoro, eventuali

patologie/intolleranze, gusti personali e/o

sport praticato) in modo tale da adattare il

piano nutrizionale allo stile di vita di ciascuno.

Segue poi una seconda fase della visita:

analisi antropometrica (peso, altezza e

circonferenza) e analisi impedenziometrica,

che le permettono di valutare in modo più

specifico la composizione corporea del

paziente (massa grassa, massa muscolare,

idratazione, metabolismo).

È possibile, inoltre, in casi specifici, effettuare

un’ecografia per misurare in modo più preciso

e non invasivo lo spessore del tessuto

adiposo e dei fasci muscolari. Tecnica che

risulta particolarmente efficace in caso di

trattamenti estetici mirati o di adiposità

localizzata in determinati punti del corpo.

Il percorso nutrizionale che il paziente

intraprende con Elisabetta non è una triste

parentesi della sua vita, ma un’occasione

per imparare a mangiare in modo più sano

e consapevole.

E le più grandi soddisfazioni professionali

sono arrivate proprio dai pazienti più piccoli:

“insegnare ad un bambino come mangiare e

cosa scegliere per il proprio benessere è

sempre una vittoria per me!” - esclama

Elisabetta - Un bambino obeso sarà quasi

sicuramente un adulto obeso se non si

interviene con una corretta educazione

alimentare.

Attraverso l’ascolto, ricette sfiziose e un gran

lavoro di comunicazione ed empatia con i

bambini si possono modificare con successo

abitudini alimentari sbagliate.

Ed è proprio questo aspetto che i pazienti

apprezzano del mio approccio: l’attenzione

che dedico alle loro specifiche esigenze.

Tanto che le mie vengono soprannominate

“diete felici”!”.

“Tre anni fa ho accolto la richiesta di alcuni

pazienti di aprire un account Instagram che

raccogliesse ricette e video ricette che spesso

consigliavo a studio- e nel quale poter trovare

spunti per cucinare in modo leggero e

gustoso – racconta la nutrizionista -.

È nata così “una.nutrizionista.ai.fornelli”: per

insegnare a chi mi segue che può essere

davvero divertente mangiar sano”.


C U C I N A

Plumcake di fiori di zucca (senza glutine e senza uova)

Ricetta adatta a chi per

intolleranze/allergie o, semplicemente

per scelta, ha eliminato dalla propria

dieta uova e glutine, ma non vuole

rinunciare ad una fetta di un buon

rustico fatto in casa.

Cosa ti occorre?

• Stampo per plumcake da 20 cm x

10 cm

• 150g di farina di ceci

• 30g di fecola di patate

• 30g di farina di riso

• 200ml di acqua

• 20ml di olio di oliva extravergine

• 20g di parmigiano

• 7g di lievito in polvere per rustici

• 5g di sale

• Pepe q.b.

• 10 fiori di zucca

Cottura: in forno statico (modalità

solo sotto) per circa 30 min.

Una ricetta super veloce per

realizzare delle gustose piadine…

Senza impastare!

Piadine veloci (senza sporcarsile mani)

Cosa ti occorre?

(Dosi per 4 piadine)

• 150g di farina integrale

• 250ml di acqua

• 3 cucchiai di olio di oliva

extravergine

• 4g di sale

Crea un impasto omogeneo da

cuocere direttamente in

padella antiaderente (come una

crespella).


G E L A T O


G E L A T O

Il mondo del gelato continua la sua corsa

all’approfondimento. L’ultima edizione di Identità

Golose a Sinigallia, ha dimostrato come pasticceri,

cuochi e gelatieri possano convivere e confrontarsi a

tutto tondo sulla materia gelato, simbolo della

gastronomia italiana. Nuove sfumature di gusto sono

state presentate da Paolo Brunelli che ha presentato

il quinto gusto. Dopo dolce, amaro, acido, salato, è

arrivato sulla Rotonda a Mare, il “saporito”, una gelato

che nasce dalla filosofia della fermentazione

presentando tre gelati al cioccolato ognuno con un

retrogusto diverso. Mauro Uliassi con il suo pastry

Mattia Casabianca hanno presentato una riedizione

del Vacherin tipico dolce svizzero e francese. Mentre

Moreno Cedroni, con il suo secondo Luca Addabir

hanno presentato un "Disgelo" da favola: un gelato al

kefir, granita di Cedronic, mousse di lamponi, salsa di

lamponi fermentati e streusel al topinambur_la

fermentazione… nella preistoria,

Le tendenze per i nuovi gusti di gelato 2021 che ci

faranno impazzire sono molte.

Vi consigliamo di assaggiare nuovi gusti e nuove

varianti, sempre all’insegna della qualità e delle

rinnovate esigenze dei consumatori che anche per il

gelato, hanno mostrato di scegliere spesso la delivery.

Tanto che i dati della consegna a domicilio per il

comparto gelateria mostrano un segno più pari al

60%.

Accanto al consumo in gelateria è evidente si affianca

quello del gelato di qualità direttamente a casa. Il

gelato è soprattutto un prodotto per tutti. Vegani,

amanti di vini e formaggio, vegetariani, intolleranti. Ma

anche appassionati di ortaggi e verdure nonché di

creme impegnative.

Le tendenze spaziano da un rinnovato interesse

salutistico con gelati ricchi di probiotici e fermenti a

gusti originali e grintosi con tocchi di menta, miele e

lavanda, banana arrostita, avena, cannella e sciroppo

d’acero. A voler andare di fino, insomma il gelato è un

pasto da consumare a colazione pranzo e cena. Out il

classico cliché di gelato dessert, oggi preparazione e

presentazione diventano capolavori del gusto firmati

da moderni gelatieri e pastry chef come Uliassi,

Brunelli, Cedroni, Pastore (nelle foto), sperimentatori

di nuovi gusti e modi di gustare un gelato. Natura in

campo, per le tendenze dei gusti 2021. Possiamo

chiedere gusti a base di fiori ed erbe selvatiche, ma

anche carota, spinaci e rabarbaro,

per non parlare dell’ampia gamma di tipi di miele.

Sembra che l’accostamento tra il gusto rustico e il

dolce sia molto gradito. In sostanza,


M A K E U P A R T I S T


M A K E U P A R T I S T

La protagonista assoluta del trucco Estate 2021 è la pelle,

autentica regina delle passerelle più importanti del mondo.

L’incarnato, costituito dalla pelle, si mostra fresco,

luminoso e impeccabile … ecco, qiondi, comparire il colore

sulle labbra, che va dal nude al rosso più pieno,

preferibilmente matt e con un finish vellutato. Sugli occhi

spiccano, invece, ciglia lunghissime, folte e ben definite

ottenibili con generose passate di mascara In questo caso,

però, dovrai aguzzare la vista perché le tendenze della

primavera 2021 passano da bellissimi eyeliner neri ad

ombretti multicolor in un battito di ciglia.

I toni si fanno più leggeri e le nuance più calde, rimanendo

fedeli alla base trucco naturale che riscopre il blush pescato

che, nelle gradazioni pesca, cipria e rosa antico, alza e riempie

gli zigomi, portando il focus sull'incarnato perfetto, effetto

sun-kissed. Il dettaglio? Meglio utilizzare una formula in

polvere per giocare a contrasto con il fondotinta illuminante,

oppure, il "make-up no make-up" caratterizzato dalla palette

ocra e terra di Siena. Si consiglia di arricchirlo con un touch di

rosa che illumina il viso e regala in tempo flash l'effetto

bonne mine, valorizzando gli zigomi e rendendoli più alti.

Le sopracciglia. Sono loro le vere star delle tendenze tucchi

occhi 2021 che, secondo le tendenze della prossima stagione,

saranno libere, lunghe e folte ma molto naturali e poco

ritoccate. Portate all'insù, o, semplicemente pettinate verso

l'esterno, ritoccando la lunghezza con le forbici, il trucco sulle

sopracciglia è versatile e davvero facile da replicare.

Se il focus è sullo sguardo, complice anche l’uso della

mascherina, è importante il trucco occhi. Lo sguardo diventa

il protagonista assoluto. A tal fine esso viene valorizzato da

una serie di tecniche innovative pensate proprio per mettere

in risalto gli occhi. Le proposte per il trucco occhi quest’anno

sono varie e molto intriganti. Si va dallo smokey eyes rétro

all’ eye-liner bold, passando per il trucco grafico sfumato. Il

trucco sulle palpebre non può che essere coloratissimo. Le

tendenze make-up primavera estate 2021 privilegiano

ombretti ad alto impatto come il verde acido, l'oro il giallo

arancio e il blu, una tonalità che dona a qualsiasi tipologia di

occhio. In prima linea ci sono nuance intense come il viola o il

giallo illuminating che, applicati sugli occhi, possono dare un

twist davvero inusuale al make-up. Se il risultato ti sembra

“troppo”, puoi sempre optare per un eyeliner nella stessa

nuance o dare un finish più delicato mescolando la nuance

strong con un colore neutro.


M O D A M A R E

Rudi Gernreich e Yves Saint Laurent hanno portare la jumpsuit nel mondo della moda, erano la fine degli

Anni 60. Poi sono arrivate le icone musicali come Elvis Presley, David Bowie e Diana Ross a renderla un

cult in tutto il mondo e non c'è stagione che non abbia avuto i suoi modelli must-have. Anche l’estate 2021

celebra la jumpsuit e ne ha una per ogni stile ed esigenza, noi abbiamo scelto per voi le Jumpsuit realizzate

da: Chanel (foto1), Burberry (foto2), Valentino (foto3)


C O C K T A I L

Danilo Pentivolpe - bartender

La storia “dell’arte del cocktail” mondiale è

stata attraversata da baristi, metodi innovativi,

strumenti e tecniche che una volta erano

considerate una novità; oggi qualcuno con

l’occhio più attento direbbe: “Old School never

dies”, ovvero,la vecchia scuola non muore mai.

Per essere chiari mi riferisco a ciò che oggi noi

conosciamo con il termine “mixology”, quindi

miscelazione. Continuiamo, dunque, ad

analizzare ciò che accadeva durante il periodo

del proibizionismo americano a sud del

Pacifico.

La magia del rum incontrava la frutta esotica e

quindi la nascita di un “metodo” che dava un

nuovo volto al bar. Mi riferisco allo stile Tiki ed

alla nascita di tali bar. I Tiki bar o Tiki drinks

prendono il nome dall’omonimo Dio della

culturale popolare polinesiana, anche se è

importante precisare che non tutti i drinks a

base di rum e frutta esotica debbano essere

considerati Tiki.

Un esempio di un drink che è una miscela, a

base di ananas, cocco e rum dall’essenza

semplice, gustosa e floreale è la Pina Colada; le

radici di questa bevanda sono sempre state

difficili da ricostruire, però si racconta che la

sua nascita è databile nel 1952, ad opera del

capo barman Ramon Marrero Perez, del Caribe

Hilton Hotel di Puerto Rico. È stata servita e

rivisitata in tanti modi… con panna, crema di

latte, rum chiaro e scuro e tante altre varianti…

ma sicuramente, se proprio volete riprodurla in

modo indimenticabile, prendete un ananas

fresco, tagliate la parte alta e svuotatelo della

polpa centrale, frullate tutto con un po’ di

zucchero liquido, aggiungete della crema di

cocco, rum cubano o portoricano, spremete

mezzo lime, aggiungete ghiaccio tritato e

servite direttamente dentro la vostra ananas

mug del tutto naturale. Non bisogna essere

baristi provetti per farlo, ma posso assicurare

che farete una gran bella figura!

Instagram: https://www.instagram.com/danilo_pentivolpe/

WEB SITE: www.bartendersclassheroes.com

Facebook: https://www.facebook.com/pentivolpe.danilo/

Danilo Pentivolpe


A S T R O D A N C E R

M A K E U P A R T I S T

AMORE

Si presenta una bella stagione d'amore per molti voi, marcata da un forte bisogno di sicurezza.

In questo momento, infatti, vi è molto chiaro che l'amore è un bene prezioso che non volete assolutamente

perdere; sarete, quindi, disposti a fare di tutto per conservarlo intatto.

Cercate di non stancarvi oltre il necessario e trovate tempo per voi, recupererete il rapporto con un Ariete

LAVORO

Sentirete il desiderio di una maggiore libertà nel lavoro, specialmente se titolari di un'attività a conduzione

familiare. In ogni caso sentirete che siete pronti ad assumervi responsabilità maggiori o per avere più voce

in capitolo sul piano decisionale. Siate precisi e organizzati.

AMORE

Grazie a Venere non potrete fare a meno di provare un gran bisogno di sentirvi amati e coccolati. Vi

lascerete prendere facilmente dalla tenerezza e vi impegnerete a fondo per trovare nuovi equilibri nel

rapporto di coppia. I single potranno esprimersi e divertirsi con qualche avventura estemporanea e non

prevista.

LAVORO

Periodo vivacissimo per quanto riguarda il lavoro, soprattutto se siete liberi nella professione. Farete fatica a

sostenere il ritmo del lavoro ed il susseguirsi degli impegni ma, in realtà, potrete fare molto di più anche di

quanto sia nei limiti del possibile. Ottimo il volume degli affari.Trovate del tempo per rilassarvi ed evitate

situazioni stressanti. Fate un viaggio con un bello Scorpione o Bilancia

AMORE

Spesso riuscite ad essere sorprendenti. E questo sarà un bene per quanto riguarda la sfera affettiva: quello

che è scontato e prevedibile rischia di essere noioso! Le Stelle vi rendono stravaganti in questo periodo. Per

questo avrete fame e sete di novità e di situazioni diverse, caratteristiche vitali per Voi. La vostra solarità

sarà ancora più esplosiva del solito. Ottimo periodo per trattare e legarsi con un Leone

LAVORO

Mercurio stimola le vostre idee e la vostra voglia di imparare. Sarete rapidi nell'avanzare proposte e brillanti

nel sostenere le vostre argomentazioni. Vi soccorrerà l'intuizione, che è pur sempre una delle vostre

caratteristiche. Fatto sta che riuscirete a essere sempre un passo avanti a chiunque altro!

AMORE

Mai come in questo momento sentirete il desiderio di prendere le redini della vostra relazione sentimentale

per condurla dove voi volete. E' un'operazione un po’ rischiosa, perciò tenete la mano leggera e siate

pronti a rallentare se vedete che le vostre iniziative non sono troppo gradite.

LAVORO

Marte vi aiuterà e vi appoggerà se avete un'attività in cui decisionalità e tempismo sono importanti; in caso

contrario potrà rendervi sbrigativi e approssimativi, perciò controllate bene le vostre reazioni.

Date ascolto all'intuito e al vostro sesto senso. La vostra sensibilità vi sarà di grande aiuto.

La Luna terrà alto il tono energetico e porterà un senso di benessere generale. Per farlo durare più a lungo

legatevi con un Gemelli.


A S T R O D A N C E R

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Amore

Periodo dolcissimo, specialmente se lascerete libera la vena romantica. Sogni, illusioni non mancheranno,

abbandonatevi senza timori ai trasporti amorosi, sarà meraviglioso! Periodo intenso e coinvolgente,

soprattutto per quanti vivono un amore segreto o che non può essere mostrato a tutti. Vi sentirete rifiorire,

pieni di vigore e voglia di fare. Le stelle sono con Voi. Ma c’ è un Ariete che vi osserva e forse vi ama.

LAVORO

Mai come in questo momento sarete motivati a fare e a spremervi pur di ottenere risultati concreti, importanti,

di prestigio. Il bel dinamismo e la determinazione, di cui godrete in questa Estate, vi permetteranno di fare

molto, ma non senza fatica o senza qualche sacrificio.

AMORE

Le Stelle vi invitano a concentrarvi di più sulle esigenze del partner. Dedicatevi con maggiore attenzione alla

persona amata e alle sue necessità. Il periodo risulta spinoso, se siete titolari di un rapporto agli sgoccioli,

ormai giunto alla fine.

LAVORO

decisi e volitivi avrete davanti a voi un periodo di eccellenti opportunità. Agite sempre seguendo esattamente

le regole; la precisione non sarà un optional in questo periodo, ma una condizione necessaria, perché tutto

vada a buon fine. Vi sarà facile realizzare un progetto importante.

Evitate impegni inutili e limitatevi all'indispensabile. Il resto verrà da sé. Fatevi consigliare da un Capricorno

Amore

Avrete le idee molto chiare circa le vostre faccende sentimentali e saprete gestirle tutte con misura e

soprattutto grande equilibrio. Se amate e siete ricambiati, il mondo degli affetti sarà la fonte primaria della

vostra tranquillità interiore! Incontri eccitanti per i più giovani e non solo.

LAVORO

Gli astri invitano alla prudenza. E' meglio non muoversi affatto o farlo il meno possibile, solo quando non

potete farne a meno. Particolarmente difficili saranno le attività in squadra con altri o a contatto con il

pubblico: incomprensioni e scontri saranno all'ordine del giorno.

L’intensità energetica sarà abbastanza buona, appoggiatevi moralmente a un Gemelli o ad un Leone.

Amore

Se siete felicemente fidanzati, il periodo vi darà quello che desiderate e non deluderà le vostre aspettative. In

questo momento, ciò che vi interessa più di ogni altra cosa è la tranquillità e la solidità del rapporto affettivo e

questo è esattamente ciò che avrete. Evitate i malintesi. Il Cancro è il miglior segno per Voi in questo

momento.

LAVORO

L’Estate vi regala una bella dinamicità, che, unita a uno straordinario spirito d'iniziativa, vi permetterà di

lavorare al meglio. Sarete attivi, dinamici e intuitivi: non avvertirete mai un'ombra di stanchezza e né il

bisogno di rallentare i ritmi. Concentrazione al massimo. Giove vi aiuterà a reagire e a combattere le

contrarietà e quel fastidioso senso di stanchezza.


A S T R O D A N C E R

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Amore

All'interno della coppia si creeranno tensioni che potranno anche riflettersi sull'intesa sessuale.

Le coppie in ottima intesa, rallenteranno l'impeto erotico, per privilegiare l'aspetto più strettamente

intellettuale del loro rapporto, senza che ciò comporti alcuna incrinatura.

LAVORO

Gli ostacoli che incontrerete vi stimoleranno e la voglia di vincere a dispetto di tutti, sarà così forte da

risultare un ottimo propellente! Per chi si occupa di commercio e di pubbliche relazioni, il periodo è

eccellente e garantisce molte soddisfazioni personali e professionali.

Marte accentuerà la vostra naturale vivacità psicofisica, tenendovi su di tono per tutto il tempo. Contattate

un Pesci, vi sentirete benissimo.

AMORE

Qualche scricchiolio potrà essere avvertito nelle unioni più solide, ma potrà essere salutare: quando si dà

tutto per scontato, si finisce con l'abbassare il livello di guardia e questo non fa affatto bene all'amore.

Incontri piacevolissimi per i single.

LAVORO

Cercate di procedere in ogni situazione professionale, con i proverbiali piedi di piombo. Evitate di prendere

iniziative troppo personali: cercate di non esporvi in prima persona e rimandate quello che obiettivamente

non potete fare. Novità e aiuti inattesi, per tutti i settori professionali.

Parecchi di voi saranno stressati e piuttosto stanchi, attirati più dal letto che dalla vita pratica. Per svegliarsi,

frequentate un Leone e vedrete che forza vi arriverà.

Amore

Sarà attraverso l'amore che molti di voi recupereranno un'immagine di sé positiva e gratificante, perché

non solo tutto andrà per il meglio per quanto riguarda la sfera sentimentale, ma sarete anche consapevoli

di quanto abbiate saputo costruire nel rapporto col partner.

LAVORO

Una bella situazione stellare, vi consente di realizzare ottime cose: mai come in questo momento sarete

capaci di esprimere al meglio le vostre qualità più originali. Riuscirete sempre ad essere al posto giusto

nel momento giusto, rendendovi indispensabili a quanti gravitano intorno a voi. Il Sole vi trasmetterà

ottimismo, serenità interiore, e tante energie e pensieri positivi. Indubbiamente il Leone è il segno giusto

per Voi

AMORE

Tenderete ad assumere atteggiamenti possessivi nei confronti del partner e diventerete persino diffidenti.

Se la vostra vita sentimentale è armoniosa e se non avete reali motivi di dubitare di chi vi è accanto; certi

aspetti astrali avranno solo la funzione di stuzzicare la vostra intesa affettiva. Se vi unite a un Gemelli o ad

una Vergine, tutto vi sorriderà

LAVORO

Evitate le chiacchiere e i pettegolezzi, soprattutto se avete un'attività impiegatizia. Fate dell'affidabilità e

della serietà la vostra bandiera; saranno proprio queste qualità che vi consentiranno di ottenere stima e

considerazione, tanto dai vostri datori di lavoro, quanto dai vostri colleghi.

Siete persone che conoscono l'importanza dello star bene e, per non appesantirvi, fate molto movimento.


F OL RE MT TA UZ IRO AN E

TuttoBallo20

"CHIUSO LUNEDI"

di

ALBERTO VENTIMIGLIA

SESTO CAPITOLO

Dopo due giorni Cristiano entrò nel centro smaltimento e mentre versava un microchip arrivò Maloma con una busta di patatine in

mano.

Il detective mentre masticava fissava Cristiano.

Cristiano: “Hai qualche problema?”.

Maloma: “No”.

Cristiano: “Allora guarda da un’altra parte”. Firmò sul registro virtuale e andò verso l’uscita.

Il detective lo seguì e Cristiano sulla soglia del portone si fermò.

Cristiano: “Ora mi hai stufato”. Lo prese per il collo e gli fece saltellare fuori dalla busta qualche patatina.

Maloma non si scompose: “Lo sai perché i barbieri sono chiusi di lunedì?”.

Cristiano lo guardò spaesato e mollò la presa: “Tu sei matto, vaffanculo”. Voltò le spalle per andarsene e mentre procedeva con

un passo svelto, si voltò e Maloma non c’era più.

Cristiano arrivò nella sua baracca attraverso una strada di campagna desolata. Sentì bussare alla porta, aprì e vi si parò d’innanzi

il detective.

L’uomo assalito dalla ira prese un bastone di ferro intenzionato a spaccarlo in testa a Maloma ma, vedendo il detective

estremamente tranquillo, temporeggiò.

Cristiano: “Mi dici che cazzo vuoi da me?”.

Maloma: “Stavo per raccontarti una storia e tu sei andato via. Non è una bella cosa andare via mentre uno ti sta parlando”.

Cristiano: “Che storia?”.

Maloma: “Ti avevo fatto una domanda”.

Cristiano sorrise: “Non so se sei pazzo, ma ti assicuro che se non te ne vai finisce molto male per te”.

Maloma: “Ora ti dico cosa farai. Ti siederai in un posto qualunque, mi ascolterai e risponderai alla mia domanda”.

Cristiano: “Va bene, ho capito”. Fece uno scatto e provò a centrare con il bastone il cranio del malcapitato. Il detective schivò il

colpo e gli diede un pugno dritto sul naso, poi un secondo nello stomaco. Prese Cristiano per i capelli e gli fece sbattere la testa

ripetutamente sulla porta della baracca. Quando l’uomo era completamente frastornato, lo aiutò a sedersi per terra.

Maloma si sistemò gli abiti: “Dunque, dove eravamo rimasti?”.

Cristiano non riusciva quasi a tenere gli occhi aperti: “Ma tu chi sei?”.

Maloma: “Prima rispondi alla mia domanda e poi io rispondo alla tua. Sono un uomo di parola. Ti chiedevo, sai perché i barbieri

sono chiusi il lunedì? Ah, cerca di rispondere bene o finisce che dovrai cambiare la porta di casa, perché continuerò a sbatterci

sopra la tua testa fino a raggiungere l’obiettivo”.

Cristiano: “Non lo so perché sono chiusi”.

Maloma: “Allora te lo spiego io. Il motivo per cui i locali di barbieri e parrucchieri restano chiusi il lunedì è da ricercarsi in un

terribile omicidio. Dobbiamo tornare indietro nel tempo, nel 1700 per la precisione”.

Intanto Cristiano si rimise in piedi e cercò con uno scatto di provare un assalto a quell’uomo dalle domande strane.

Il detective lo rimise nuovamente a sedere con una ginocchiata nello stomaco e un calcio nel sedere.

Maloma: “Ti pregherei di non insistere e di ascoltare la storia, ti può essere d’aiuto, fidati. Dicevamo, siamo a Firenze, capoluogo

toscano. È l’estate del 1742. In quella che sembra una placida giornata di giugno in via San Cristofano, nei pressi di Santa Croce,

viene ritrovato un cadavere. Si tratta di una donna di nome Mariuccia, una prostituta molto nota in città. La comunità è sconvolta,

subito la polizia comincia ad indagare, nel tentativo appunto di capire chi sia l’assassino della donna sgozzata. Le ricerche da

parte dei Birri, così venivano chiamati una volta a Firenze i poliziotti, cominciano dai banchi dei pegni, con la speranza che il

responsabile di quel brutale delitto si sia recato lì per disfarsi di qualche prova.


F OL RE MT TA UZ IRO AN E

TuttoBallo20

"CHIUSO LUNEDI"

di

ALBERTO VENTIMIGLIA

SESTO CAPITOLO

Quell’intuizione si rivela geniale: dopo qualche giorno, infatti, in uno dei banchi viene ritrovato il vestito indossato dalla donna nella

notte nella quale è stata brutalmente uccisa”.

Cristiano capì dove voleva arrivare il detective e si rimise in piedi anche se non aveva molta forza: “Chi sei, maledetto? Sei uno

sbirro?”.

Maloma: “Non anticipare le cose, prima devo finire la mia storia. I Birri riescono a risalire ad un certo Antonio di Vittorio Giani,

famoso barbiere di Firenze, che lavorava nella zona di via Romana. In un primo momento l’uomo nega ogni coinvolgimento, poi

cede e racconta di aver ucciso lei perché follemente innamorato della giovane, quanto geloso.

Processato, Antonio viene condannato all’impiccagione. Il lunedì dopo l’omicidio della prostituta,

il corpo dell’assassino barbiere penzola in piazza davanti a una folla immensa.

Molti abitanti della città per assistere all’esecuzione avevano tenute chiuse le attività commerciali. Tra i cittadini, moltissimi

barbieri, amici e colleghi di Antonio di Vittorio Giani. Da allora, per ricordare il collega ventiduenne e Mariuccia, la donna da questi

uccisa, i barbieri decisero di mantenere sempre chiusa la bottega il lunedì. Una consuetudine, che ha vinto i secoli, arrivando fino

ai giorni nostri”.

Cristiano: “Io non ho ucciso nessuno”.

Maloma intanto entrò dentro la baracca lasciando solo il sospettato. Quando uscì con in mano quella che poteva essere la

presunta arma, lo ritrovò con la faccia a terra e due poliziotti che gli mettevano le manette.

Il detective mostrò l’arnese che aveva tra le mani: “Questo è un vecchio rasoio che usavano i barbieri quando ancora non si

poteva nemmeno cambiare la lama, come l’hai avuto? Ah, adesso posso rispondere alla tua domanda. Sì, sono un polizotto”.

Cristiano si arrese: “Era di mio nonno”.

Alba: “Ma perché hai ucciso quelle donne?”.

Cristiano: “Perché erano delle gran puttane”.

Maloma: “Ah, non dire così. Tu sei stato rifiutato dalla prima vittima e, preso dalla gelosia, l’hai sgozzata, come Antonio e

Mariuccia, la storia si ripete”.

Doriano: “Pezzo di merda, le illudevi con la scusa di renderle libere togliendogli i microchip, invece lo facevi solo per farle sparire

per sempre”.

Alba: “Portatelo via”.

Tornato a casa, il detective fece una doccia e poi si sedette sul divano e sulla poltrona di fronte vide la sua Valentina.

Maloma sorrise: “Hai visto che sei venuta da me senza che abbia bevuto?”.

Valentina: “Te l’ho detto che sono sempre con te”.

Maloma: “Ma non mi basta che tu sparisca e riappaia solo per i giochi della mia mente”.

Valentina: “Che cosa vuoi fare?”.

Maloma: “Sono molto stanco amore mio. Tanto, tanto stanco”.

Valentina: “Hai solo bisogno di riposare, non ti preoccupare”.

Maloma: “Voglio riposare con te”.

Brezza intanto stava servendo del whishy a un cliente quando sentì uno sparo provenire dall’appartamento dell’amico, gli cadde la

bottiglia a terra e corse fuori dal locale.

C’era molta gente curiosa che si era radunata davanti al condominio, un gran via vai di gente che avvisava i soccorsi. L’aria era

fresca e stava iniziando a piovere.


Pensiero del mese

DI FRANCESCA MEUCCI - DIRETTRICE DI SOLOMENTE

Arriva il caldo e si respira aria di vacanze. Si

respira davvero. Finalmente senza obbligo di

mascherine all'aperto. Insieme ai vari strati di

vestiti toglieremo quel piccolo strato che ci

permetterà di rivedere le facce. Non più

nascoste per metà. E ritroveremo i sorrisi. E

ritroveremo le parole. I movimenti delle labbra

accompagneranno di nuovo il suono. Una

voce prima appiattita uscirà liberamente. Per

parlare e.... cantare! In libertà. A squarciagola.

Insieme. Senza la strisciante paura del

possibile contagio.

Proveremo quella meravigliosa sensazione

che deriva dalla fine di una privazione.

Nessuno avrebbe immaginato che saremmo

stati felici di tornare a una normalità data

sempre per scontata. Sapremo apprezzare i

piccoli gesti quotidiani. Saremo di nuovo

visibili quando sorrideremo. E auguriamoci di

sorridere, e magari anche ridere, fino alle

lacrime. In un ritrovato senso di libertà!

WWW.SOLOMENTE.IT

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