TuttoBallo20 Luglio-Agosto EnjoyArt 2021
Carissimi amici, eccoci nel pieno dell’estate... vacanze, mare, montagna, laghi e noi di Tuttoballo20. Copertina per omaggiare la regina della televisione italiana. Raffaella Carrà, scomparsa il 5 luglio. A lei dedichiamo un’ampia pagina a cura di Walter Garibaldi, agente televisivo e cinematografico. Mentre come controcopertina abbiamo scelto due ballerini, Giada Primiano e Kevin Arduini fotografati da Monica Irma Ricci, li abbiamo scelti come simbolo della rinascita dell'arte. Luglio/agosto, accorpati in un unico numero, "pieno di novità", di personaggi interessanti, di tante nuove “dolci” forme d’Arte, di racconti di viaggi, di salute fisica e mentale e tanto tanto altro. Per i più curiosi, che hanno seguito con il fiato sospeso i vari capitoli del racconto “Chiuso lunedì” dell’amico Alberto Ventimiglia, siamo giunti all’epilogo, dunque, non lasciatevi sfuggire il finale davvero interessante. Volete sapere come andrà la vostra estate? Tuttoballo20 ha sempre una soluzione per voi: aprite, sfogliate e scoprirete cosa dicono le stelle con l’Oroscopo di Jupiter. E poi tante e tante altre novità ed amici che vi faranno compagnia e renderanno la vostra estate ancora più solare, divertente e gioiosa! Ebbene si, i due numeri luglio/agosto, accorpati in un unico fascicolo, sono pieni di novità, di personaggi interessanti, di tante nuove “dolci” forme d’Arte, di racconti di viaggi, di salute fisica e mentale e tanto tanto altro … di chi e di cosa stiamo parlando? E per i più curiosi, che hanno seguito con il fiato sospeso i vari capitoli del racconto “Chiuso lunedì” dell’amico Alberto Ventimiglia … ebbene siamo giunti all’epilogo, dunque, non lasciatevi sfuggire il finale davvero interessante. Volete sapere come andrà la vostra estate? Tuttoballo20 ha sempre una soluzione per voi: aprite, sfogliate e scoprirete cosa dicono le stelle con l’Oroscopo di Jupiter. E poi tante e tante altre novità ed amici che vi faranno compagnia e renderanno la vostra estate ancora più solare, divertente e gioiosa! Tuttoballo20, la Rivista che ti informa e ti tiene in forma. Buona estate a tutti e buona lettura, ovunque voi vi troviate! La Redazione
Carissimi amici, eccoci nel pieno dell’estate... vacanze, mare, montagna, laghi e noi di Tuttoballo20. Copertina per omaggiare la regina della televisione italiana. Raffaella Carrà, scomparsa il 5 luglio. A lei dedichiamo un’ampia pagina a cura di Walter Garibaldi, agente televisivo e cinematografico. Mentre come controcopertina abbiamo scelto due ballerini, Giada Primiano e Kevin Arduini fotografati da Monica Irma Ricci, li abbiamo scelti come simbolo della rinascita dell'arte. Luglio/agosto, accorpati in un unico numero, "pieno di novità", di personaggi interessanti, di tante nuove “dolci” forme d’Arte, di racconti di viaggi, di salute fisica e mentale e tanto tanto altro.
Per i più curiosi, che hanno seguito con il fiato sospeso i vari capitoli del racconto “Chiuso lunedì” dell’amico Alberto Ventimiglia, siamo giunti all’epilogo, dunque, non lasciatevi sfuggire il finale davvero interessante.
Volete sapere come andrà la vostra estate? Tuttoballo20 ha sempre una soluzione per voi: aprite, sfogliate e scoprirete cosa dicono le stelle con l’Oroscopo di Jupiter.
E poi tante e tante altre novità ed amici che vi faranno compagnia e renderanno la vostra estate ancora più solare, divertente e gioiosa!
Ebbene si, i due numeri luglio/agosto, accorpati in un unico fascicolo, sono pieni di novità, di personaggi interessanti, di tante nuove “dolci” forme d’Arte, di racconti di viaggi, di salute fisica e mentale e tanto tanto altro … di chi e di cosa stiamo parlando?
E per i più curiosi, che hanno seguito con il fiato sospeso i vari capitoli del racconto “Chiuso lunedì” dell’amico Alberto Ventimiglia … ebbene siamo giunti all’epilogo, dunque, non lasciatevi sfuggire il finale davvero interessante.
Volete sapere come andrà la vostra estate? Tuttoballo20 ha sempre una soluzione per voi: aprite, sfogliate e scoprirete cosa dicono le stelle con l’Oroscopo di Jupiter.
E poi tante e tante altre novità ed amici che vi faranno compagnia e renderanno la vostra estate ancora più solare, divertente e gioiosa!
Tuttoballo20, la Rivista che ti informa e ti tiene in forma.
Buona estate a tutti e buona lettura, ovunque voi vi troviate!
La Redazione
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TuttoBallo20 - July - Agost 2021
In copertina : Raffaella Carrà
TuttoBallo20 - July-Agost 2021.
Editore "Stefano Francia" EnjoyArt
Direttore - Fabrizio Silvestri
Vice direttore - Eugenia Galimi
Segretaria di redazione - Pina delle Site
Redazione - Marina Fabriani Querzè
hanno collaborato: Maria Luisa Bossone, Antonio
Desiderio Artist Management, Giovanni Fenu, Mauri Menga,
Sandro Mallamaci, Walter Garibaldi, Giovanni Battista
Gangemi Guerrera, Lara Gatto, Patrizia Mior, Danilo
Pentivolpe, Assia Karaguiozova, Federico Vassile, Elza De
Paola, Giovanna Delle Site, Jupiter, Francesca Meucci.
Foto: Luca Bartolo, Elena Ghini, Cosimo Mirco Magliocca
Photographe Paris, Danilo Piccini, Luca Valletta, Raul Duran.
Foto concesse da uffici stampa e/o scaricate dalle pagine
social dei protagonisti.
Le immagini e le fotografie qui presentate, nel rispetto del diritto
d’autore, vengono riprodotte per finalità di critica e discussione ai
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É vietata la redistribuzione e la pubblicazione dei contenuti e immagini non autorizzata espressamente dal
direttore. I collaboratori cedono all'editore i loro elaborati a titolo gratuito.
Testata giornastica non registrata di proprietà: ©ASS: Stefano Francia EnjoyArt
per contattare la redazione Tuttoballo20@gmail.com
Carissimi amici, eccoci nel pieno dell’estate... vacanze,
mare, montagna, laghi e noi di Tuttoballo20. Cambio
di copertina dovuto. Non potevamo non dedicare la
copertina a lei la regina della televisione italiana.
Raffaella Carrà. Mentre come controcopertina
abbiamo scelto due ballerini, Giada Primiano e Kevin
Arduini fotografati da Monica Irma Riccia, li abbiamo
scelti come simbolo della rinascita dell'arte.
Luglio/agosto, accorpati in un unico numero, sono
"pieno di novità", di personaggi interessanti, di tante
nuove “dolci” forme d’Arte, di racconti di viaggi, di
salute fisica e mentale e tanto tanto altro.
Per i più curiosi, che hanno seguito con il fiato
sospeso i vari capitoli del racconto “Chiuso
lunedì” dell’amico Alberto Ventimiglia, siamo
giunti all’epilogo, dunque, non lasciatevi sfuggire
il finale davvero interessante.
Volete sapere come andrà la vostra estate?
Tuttoballo20 ha sempre una soluzione per voi:
aprite, sfogliate e scoprirete cosa dicono le stelle
con l’Oroscopo di Jupiter.
E poi tante e tante altre novità ed amici che vi
faranno compagnia e renderanno la vostra
estate ancora più solare, divertente e gioiosa!
© F R E E P R E S S O N L I N E r i p r o d u z i o n e r i s e r v a t a - D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r t "
C I A O R A F F A E L L A
C I A O R A F F A E L L A
Con la scomparsa di Raffaella Carrà diventa quasi impossibile trovare le giuste parole,
gli stati d’animo che si agitano sono tanti e poco controllabili. Lei, più di altre, era
talmente radicata nell’immaginario collettivo internazionale che parlarne al passato è
impresa davvero ardua. Un tempo, negli anni Ottanta, si veniva allevati a “pane e Carrà”
talmente ogni sua centellinata apparizione diventava di fatto evento. E quando non
cantava, conduceva, danzava nel nostro paese, sembrava dileguarsi e scomparire per poi
tornare più bella e in forma che mai a riconquistare un pubblico pronto a festeggiarla
nuovamente, tributandole ingressi in Hit parade ed ascolti che ora farebbero impallidire
i “blasonati” colleghi. Un tempo le esibizioni “straniere”, non editate dalla nostra
televisione nazionale, venivano vendute a caro prezzo dai collezionisti che se le
passavano sulle cassette vhs pur di continuare ad ammirarla. Un tempo la critica che ora
l’innalza fece di lei tiro al bersaglio ma la grande popolarità di cui godeva non ne venne
affatto intaccata, ai detrattori dei giornali non andò giù il contratto miliardario di
“Pronto Raffaella” dimenticandosi che non rispondeva altro che alle leggi di mercato e fu
una mossa giusta per l’azienda dato che gli introiti pubblicitari aumentarono
considerevolmente, ripagandosi di innumerevoli volte l’investimento effettuato. La Carrà
era un cartone animato in vita, mai volgare, sempre gentile, disponibile, sorridente, la
stessa conformazione del volto aveva qualcosa di magico, se lei era in televisione la
televisione l’accendevi e la seguivi in religioso silenzio. Rivedendo oggi la semplicità di
“Pronto Raffaella” ad esempio si rimane disarmati dal “nulla” dei giochini che portava
in scena ma quel nulla diventava qualcosa e da quel qualcosa era capace di tirarne fuori
il meglio. Sempre. Venendo dal mondo del cinema recitava le sue popolari canzoni con
un piglio invidiabile, portandole ad essere significative, sia parlando di amori non
corrisposti (Torna da me) che di infermiere nascoste nell’armadio (Que dolor). La tenacia,
l’energia, il carisma non s’insegnano e ne era piena, talmente tanto compenetrata in
quello che presentava da farne capolavoro fin dalla fase embrionale di ogni singolo
progetto. Molte cose però non le vennero perdonate, pensiamo a quando durante una
puntata di “Domenica In” si scagliò contro un settimanale di pettegolezzi che poco
signorilmente l’accusò di abbandono materno. Lo sfogo più che legittimo e portato avanti
con estrema perizia pur nella difficoltà dell’accaduto, aprì un dibattito sull’uso privato
del mezzo pubblico che definire urticante e strumentale è poco.
C I A O R A F F A E L L A
C I A O R A F F A E L L A
Eppure, questo non ne scalfì affatto l’immagine, schierandosi il pubblico totalmente
dalla sua parte. Cos’altro avrebbe potuto fare ai tempi? Non esistevano i social e le parole
degli artisti il più delle volte venivano appositamente “equivocate” per dare la stura a
titoloni acchiappa allodole. Il settimanale subì un drastico calo di vendite che lo obbligò
nei numeri successivi a chiedere scusa della falsa informazione. Alla notizia della morte
mi è stato chiesto da più persone se nascerà mai una nuova Carrà ed è una domanda che
apre una voragine sullo sconfortante stato attuale in cui volenti o nolenti versiamo. Sono
più che convinto che non solo ci siano già nuove Carrà, Milva, Giuni Russo, Mondaini,
Magnani, Marchesini, Bice Valori, Delia Scala, Ave Ninchi…(senza togliere nulla alle loro
strabordanti capacità) ma che il sistema non abbia affatto voglia di andarle a scovare ed
il perché è presto detto. In questa epoca di piena mediocrità, confrontarsi con artisti
superiori farebbe venir fuori magagne inaccettabili, dunque meglio, molto meglio,
livellarsi verso il basso, regalando a chiunque l’importanza di sentirsi tale per poi
sostituirlo senza rimpianti la stagione successiva. Una fabbrica di carne, felice di esserci
in virtù del nulla apportato. “Tra trent’anni come saranno ricordate le icone di oggi?”.
Cara Raffaella, tutto è stato scritto e tutto sarà scritto, poco importa, l’amore da te
declinato in centinaia di canzoni è lo stesso che ti ha sommersa durante l’intera attività
artistica affrontata, sei riuscita non solo ad esserci ma a splendere senza tradirti mai. Un
sole con dei raggi talmente potenti da scaldarci in eterno.
C I A O R A F F A E L L A
E D I T O R I A L E
Ci piace aprire questo numero “pienamente estivo” della nostra Rivista, con
alcune dichiarazioni fatte dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in
occasione della cerimonia al Quirinale per la presentazione dei candidati ai Premi
"David di Donatello" per l'anno 2021
“Lo spettacolo dal vivo è tra i settori più colpiti dalle conseguenze della pandemia"
di coronavirus "al di là dei rilevanti interventi del Governo per sostenere il settore.
Si tratta di un impoverimento economico e culturale, quest'ultimo non risarcibile,
che non può permanere a lungo, perché il cinema, il teatro, la musica, la danza, in
una parola l'arte non sono elementi aggiuntivi della vita sociale -belli, alti,
confortanti- di cui si possa fare a meno di fronte a problemi più gravi ed urgenti:
ne costituiscono al contrario parte irrinunziabile"…
"La pandemia ci ha costretto a chiudere le porte dei cinema e dei teatri, come nei
periodi oscuri della storia dell'umanità: quando i palcoscenici e i set sono vuoti,
quando le orchestre tacciono e nessuno danza".
Oggi ci si avvia concretamente verso la speranza di una soluzione, al momento
consistente - grazie alla campagna vaccinale ed alle tante misure restrittive - ai
tanti problemi creati da cui il nostro settore, quello artistico, è stato duramente
colpito.
Ed ecco quindi risvegliarsi piano piano, come da un lungo letargo, spettacoli,
musica, danza, cinema … in una sola parola questa estate si può a pieno titolo
definire la “festa dell’Arte”!
“L’Arte non è un elemento aggiuntivo” – dice il Capo dello Stato” – e mai
dichiarazione simile è stata più vera; questo perché nel periodo pre-pandemico
abbiamo dato tante, troppe cose per scontato, e tra queste l’Arte. L’esperienza del
buio ha, invece, risvegliato le coscienze, ci ha fatto capire quanto l’Arte non sia, o
non sia soltanto, puro divertimento, ma qualcosa di vitale, di essenziale che,
delicatamente ed in silenzio, senza alcuna pretesa, rappresenta parte rilevante
delle nostre vite, della nostra libertà, dell’esigenza di esprimere le nostre
percezioni.
Già … l’Arte è un’esigenza! Ed anche questo numero è ricco di testimonianze di
artisti che, in modo diverso, hanno fatto dell’Arte la propria vita o hanno reso la
propria vita un’opera d’Arte, o forse entrambe le cose.
Vi auguriamo allora un’estate ricca di Arte, con orchestre che urlano, palcoscenici
e set pieni e tanta gente che balla!
Buona lettura a tutti e buona festa dell’Arte da tutta la Redazione.
A T T U A L I T À
Quale outfit è giusto per andare a ballare? Ecco i consigli per l'abbigliamento da
discoteca per le ragazze e i suggerimenti per la donna e per l'uomo, su come
vestirsi per andare a ballare latino americano.
Ore e ore, pomeriggi interi davanti l'armadio e poi la fatidica ed eterna
domanda che continua ad emergere quando stiamo per passare una bella
serata con gli amici: perché sì, è vero, la sera, quando usciamo, vogliamo
brillare, divertirci, lasciarci andare per un momento e ballare, ballare
all'infinito ma con abiti che non indossiamo tutti i giorni...
La risposta è sempre la stessa: "Non ho niente da mettere!"
Trovare l'abito giusto per andare a ballare, che sia in discoteca o
nightclub o altro, non è una cosa facile. Troppo facile indossare un abito
nero e via! Ci sono altri modi per sentirsi sexy e alla moda! L'abito nero va
bene, certo, ma meglio se indossato con accessori a contrasto; nella bella
stagione, diamo sfogo ai colori che mettono in risalto l'abbronzatura
estiva.
Prima di catapultarsi in uno shopping sfrenato, chiariamo alcune cose,
perché l'abbigliamento giusto dipende da molti fattori, dall'età, dal
proprio fisico, dalla stagione che si sta vivendo, dalle occasione in base
alle quali si può scegliere l'outfit più adatto, ma soprattutto, dalla più
importante: Non esistono regole precise su come vestirsi in discoteca!
Esatto, proprio così!
E magari avete già a casa cosa serve per inventare un look elegante per
uscire la sera, a meno che non si partecipi a una di quelle serate che
propongono dei "codici", in questo caso si segue la richiesta degli
organizzatori.
Per una serata caraibica ad esempio, a ritmo di salsa, bachata, o
merengue, è necessario un outfit adatto alle danze latino americane.
Scegliete abiti morbidi, non troppo lunghi o stretti, mai oltre il ginocchio
o fascianti per non ostacolare i movimenti. Per quanto riguarda le
calzature, fate attenzione al tacco che, se non siete abituate ai tacchi
alti, non deve superare gli 8 centimetri e deve essere leggermente
spesso, per agevolarvi nella danza ed evitarvi forti dolori ai piedi.
Chiarite le idee, si possono scegliere dei capi base a cui abbinare scarpe e
accessori divertenti che completeranno l'outfit. La maggior parte delle
ragazze, quando va a ballare, ama farsi notare, non c'è niente di male:
dalla pettinatura alle scarpe, dal make-up all'outfit, ogni dettaglio aiuta a
costruire un look che attiri l'attenzione.
C'è chi desidera essere provocante, sensuale, chi ama un look più casual,
bastano piccoli accorgimenti che valorizzino i propri punti forza e si
arriva a capire come vestirsi bene per andare a ballare.
Vediamo insieme quali spunti e regole seguire per trovare un look
personale e creare.
Alle fortunatissime ventenni è concesso quasi tutto, tranne l'essere
volgari: vanno benissimo i minidress o minigonne con top purché non
siano esageratamente mini o succinti, anche se è estate e fa caldo, perché
a tutto c'è un limite. Ricordate sempre che i look eccessivamente sexy
Photo Danilo Piccini
rischiano di cadere nel cattivo gusto. Bisogna inoltre tenere conto del
proprio fisico e vestirsi bene in relazione ad esso: chi ha una taglia 50
non può indossare gli stessi abiti di una 38, è logico, no?
Photo Danilo Piccini
Photo Danilo Piccini
A T T U A L I T À
Dai trent'anni in su, un look più sofisticato può essere la scelta azzeccata.
Il miglior outfit per la sera è sicuramente un bell'abito!
È una bella alternativa al classico top e gonna.
Scegliete abiti con qualche dettaglio particolare, che esaltino le vostre
forme, senza mostrare centimetri su centimetri di pelle nuda. Si può
essere tremendamente sexy anche se completamente vestite: basta
scoprirsi nei punti giusti!
Il vostro punto forza è il décolleté?
Scegliete un abito o un top con scollatura generosa.
Hai belle gambe e un lato B da urlo?
Minidress o minigonna sono la scelta giusta.
Come già scritto, il colore nero è sempre una buona scelta, elegante, chic,
ma non fate necessariamente un total black: troppo pesante! In
primavera o estate scegliete colori più accesi, brillanti che diano risalto
alla vostra carnagione. Riguardo le calzature, il consiglio è di usare
scarpe già collaudate, mai quelle appena comprate. La scelta dipende
sempre dai propri gusti, però se si scelgono scarpe con i tacchi, meglio
sceglierle con il plateau, sono molto più comode per ballare in pista. Se
invece preferisci i tacchi alti, molto femminili che in più slanciano la
figura, fermati al tacco 12, perché le misure superiori risultano molto
volgari.
Per quanto riguarda il colore, anche in questo caso, il nero è un super
classico evergreen, ma per un look più allegro e fresco, scegliete tonalità
più vivaci. Per quanto riguarda la borsa, vanno benissimo quelle di
piccole dimensioni, abbastanza capienti però da contenere portafoglio,
smartphone e rossetto, e munite di tracolla.
Ballare con una pochette sempre tra le mani non è certo il massimo.
E ora un piccolo suggerimento ai nostri amici uomini...
Le ragazze apprezzano sempre quando un uomo appare pulito, che si
prende cura di sé, del suo corpo e del modo di vestire. I classici jeans,
leggermente attillati, o un pantalone tinta unita, camicia, della misura
giusta (niente quadri, strisce o stile "troppo da ufficio") e inserita dentro
il pantalone, oppure con una t-shirt carina, abbinati a una giacca e
sneakers o mocassini, vanno benissimo se si vuole rimanere su un look
casual; la maglia aderente va scelta solo se si hanno dei buoni
addominali. Per un look più elegante, o se si hanno più di trent'anni, si
consiglia anche un completo giacca/pantalone con maglia o camicia, che
va indossata senza cravatta.
Da evitare assolutamente, T-shirt tamarre (tipo quelle a rete) o con
stampe troppo vistose e look troppo stravaganti; no assoluto agli
infradito, solo scarpe chiuse, e agli occhiali da sole, che di norma vanno
tolti dopo il tramonto. Niente look da palestra.
Come sopra, se il locale organizza serate a tema, ci si veste di
conseguenza.
Infine, qualunque sia l'outfit scelto, la cosa più importante da tenere a
mente è quella di trovare il giusto rapporto tra look e comodità: scarpe
scomode, spalline che cadono e trucco esagerato e che cola non possono
garantire una bella serata, la scelta giusta e il buon gusto sì.
Buon divertimento!
A T T U A L I T Á
di Delfina Capasso
Se lo spazio è sprecato nel tempo, l’eternità
è davvero la via di fuga che si può sperare di
fronte alla morte? Non riesce a tutti, gioco
forza ma si parla di Rino Gaetano e lo si
ascolta, come se continuasse il suo infinito
viaggio accostandosi al nostro desiderio di
vita, osservandoci in ogni passaggio. Il
meraviglioso racconto che il geniale
cantautore ha messo in atto, organizza
l’ennesimo movimento, che non è iniziatico:
dall'infanzia all'adolescenza sessuale, né
dall'adolescenza irresponsabile, alla vita
sociale adulta (tutto questo, ad esempio, è
“Gianna” terzo posto al Festival di Sanremo
1978). Rino Gaetano porta l'immaginazione
là dove è rimasta emotivamente attaccata:
paura, divertimento, fantasia onnipotenza,
dissacrazione, consentendo per questo il
dispiegamento dimensionale in tutta la sua
estensione, forgiando composizioni sopra ad
un pentagramma fintamente basico, al
punto da sciogliere la realtà.
Cosa ascoltiamo adesso? Non il nulla, ma
certamente il vuoto.
L'era della moralizzazione democristiana è
passata e sta emergendo la grande
preoccupazione per la socializzazione. La
risposta razionale domina il panorama:
dobbiamo ragionare.
Con la sua pittura realistica della società, fin
dal debutto, il cantante diventa il nuovo
idolo dei giovani. Vero è che anche i primi
titoli non lasciarono indifferenti. Nemmeno
lo stile guascone-ribelle. Gli studenti ne
ripresero le espressioni e i genitori lo
accolsero come fosse stato sempre parte
della famiglia.
Rino Gaetano ha coltivato i talenti come
osservatore della vita urbana, brillando con
parole incisive, distinguendosi come
musicista aperto ad una moltitudine di altri
stili.
Quando la natura ti ha dotato di un
vantaggio artistico, non ha senso pensare ed
essere onesti ma Gaetano al contrario, ha
trovato nelle strade di Crotone, città dov’era
nato nel 1950, uno stile originalissimo,
concreto, robusto e vigoroso. Non era
consensuale e lusinghiero. Scriveva per
rovesciare i poteri abusivi e i trucchi del suo
tempo, non per vendere.
La politica di oggi si può riassumere nel
ripristino dell'intelligenza che fu massacrata
negli anni '70, dato che la più grande risorsa
di Rino Gaetano fu (ed è) la capacità di
conquistare il cuore ed il cervello, attraverso
testi “apparentemente” semplici e vivaci ma
dai molteplici concetti. Manca anche se c’è.
Photo LoRes_ASH
A T T U A L I T Á
Novara Dance Experience
"voglia di ricominciare"
di Luca Fohetti
Il Teatro Coccia ha riacceso le luci sul Festival Internazionale Novara Dance
Experience: cinque giornate intense, con concorsi, di danza classica, danza moderna e
urban, masterclass e il Gran Galà finale a coronamento di un immenso lavoro con la
certezza che l’arte e la bellezza continueranno a danzare. Il Festival, dopo la
sospensione del 2020 per l’emergenza sanitaria, ha voluto fortemente che questa terza
edizione fosse quella della ripartenza e un monito positivo per tutto un settore
dimenticato. Un’edizione attesa ed emotiva, un grido e un canto per celebrare la danza e
la sua regina indiscussa, Carla Fracci: lei non è mai mancata e, ne siamo certi, con i
suoi passi lievi ed eleganti, ha calcato il palcoscenico del Teatro anche quest’anno.
Un applauso liberatorio ha aperto la serata del Gran Galà nel bellissimo Teatro Coccia di
Novara accompagnando le parole, cariche di emozione, del direttore artistico Francesco
Borelli: “Non potevamo non iniziare questa notte magica se non omaggiando lei, una
donna che ha attraversato le nostre vite a passi lievi ma incisivi, una donna che ha
letteralmente scritto la storia della danza in Italia e nel Mondo. Una donna amica del
Novara Dance Experience con la quale tutti noi abbiamo condiviso momenti straordinari
e bellissimi: a Carla Fracci va il nostro più sentito, caloroso, struggente, lungo addio.
Renderemo omaggio a Carla con un Premio alla sua memoria, ricordando come abbia
sempre sostenuto che la danza fosse di tutti e per tutti”.
Un Festival Internazionale dove regine indiscusse sono state, ancora una volta, la danza
e la bellezza, conferendo all’evento un’identità forte e inconfondibile. Il progetto, nato
dalla volontà dell’AssociazioneDanceHall di promuovere e diffondere la cultura della
danza e dell’arte coreutica, ha portato ancora una volta a Novara i grandi nomi della
danza nazionali e internazionali.
Un commosso Francesco Borelli nel premiare Luciana Savignano (nella foto durante la
premiazione) étoile del Teatro alla Scala e Prima ballerina di Maurice Béjart col Premio
alla carriera 2021, ha ricordato la prima volta che ebbe il privilegio di ballare con lei:
“Mi prese le mani e mi disse, Francesco non preoccuparti siamo soli io e te. Io mi agitai
ancora di più. Un’esperienza bellissima danzare con lei che ha saputo dare un
significato profondo ad ogni gesto impercettibile di un dito, di un braccio. Non
dimenticherò mai la prima volta che la presi tra le braccia, per questo affetto profondo
che mi lega a lei, ho voluto essere io a consegnarle il Premio”.
Luciana Savignano, nel ricevere il Premio, ha voluto sottolineare con eleganza: “Vorrei
che fosse un Premio all’artista e non alla carriera. All’artista per quello che ha fatto,
quello che è e farà. Francesco, vorrei che lo rifacessimo ancora: è una promessa e una
sfida, l’anno prossimo su questo Palco, balleremo ancora insieme”. L’étoile, nel ricordare
la Fracci, ha aggiunto come non potrà mai essere un addio, perché un’artista come
Carla, vivrà per sempre non solo nel ricordo, ma nei suoi passi, che lievi, continueranno
a danzare portando il suo messaggio, ovunque nel mondo.
Conclude Francesco Borelli: “I posti in Teatro erano ridotti, ma nessuna restrizione, ha
potuto arginare la voglia di tornare a fare il mestiere più bello del mondo e soprattutto, di
“regalarlo” a piene mani a chi non rimane indifferente all’arte in ogni sua forma e
manifestazione, riconoscendole il compito di restituire a tutti noi speranza e gioia. Il
Novara Dance Experience è per noi, come un figlio una creatura per la quale lavorare
senza sosta: da domani ci rimetteremo al lavoro per progettare l’edizione dell’anno
prossimo, forti e carichi dell’energia e la bellezza che ha regalato ad ognuno di noi”.
La terza edizione del Festival Novara Dance Experience è stata realizzata in
collaborazione con il Comune di Novara in co-produzione con il Teatro Coccia e a favore
della LILT Novara Onlus, nella persona della Dottoressa Giuseppina Gambaro, la lega
italiana per la lotta contro i tumori. (crediti fotografici Luca Vantusso)
© Luca Vantusso
© Luca Vantusso
© Luca Vantusso
A T T U A L I T Á
Esserci, è questo
l’importante
spettatore e attore di quello che è a tutti gli
essere Partecipare,
di Sandro Mallamaci
effetti uno spettacolo.
Si, perché l’occasione che viene ogni tanto offerta dagli eventi
organizzati dalle diverse amministrazioni comunali, in collaborazione
con le associazioni sportive, è attesa ogni anno con grande
entusiasmo da chi normalmente pratica le più svariate discipline
sportive, lontano da sguardi indiscreti, chiusi tra le quattro mura di
una palestra.
Le motivazioni che spingono moltissimi a partecipare sono le più
svariate, ma quella che traspare, assistendo a quello che diventa
ogni volta un vero e proprio spettacolo di intrattenimento, è
senz’altro la voglia di essere protagonisti, proprio come fossero dei
veri attori che si esibiscono su un palcoscenico difronte ad un vero
pubblico.
Dalla tensione che cresce sempre più nei giorni che precedono
l’evento, all’impegno profuso nel preparare gli esercizi, ponendo la
massima attenzione anche ai piccoli dettagli, come ad esempio
nello scegliere i giusti indumenti da indossare.
E se questo vale per tutti gli sport, tanto più è evidente per chi
pratica la disciplina di danza sportiva. lì si balla e ci si diverte
facendo attività fisica; organizzare l’esibizione equivale a mettere
su un vero spettacolo, con una vera scaletta di coreografie, quasi
fosse intrattenere il pubblico lo scopo dell’evento.
In realtà queste occasioni servono per avvicinare la gente al mondo
dello sport, e far comprendere quanto importante sia l’attività fisica,
a qualunque età venga praticata.
E per ottenere questo scopo è indispensabile che chi durante tutto
l’anno pratica gli sport si renda disponibile a far vedere
pubblicamente quello che quotidianamente si fa in palestra.
Non tutti però hanno la faccia tosta per farlo: ma per chi lo pratica
non con lo spirito dello sportivo ma con la voglia di divertirsi, è
proprio questa un’occasione ideale per esibirsi come su una
qualunque pista da ballo.
Se nelle serate danzanti ci si prepara indossando abiti eleganti, per
questi eventi promozionali ci si veste con delle vere e proprie divise
sportive: è necessario far vedere cosa si fa, ma soprattutto a quale
associazione sportiva si appartiene; obbligatorio quindi indossare
almeno la maglietta della società, e se fa troppo caldo, anche il
cappellino d’ordinanza.
E giù in pista, attenti a non sbagliare neanche un passo, ognuno col
suo fotografo personale pronto a cogliere tutti i momenti
significativi dell’esibizione, per poter pubblicare foto e video sui
social e vedere quanti like si riceveranno.
La fatica che costa praticare lo sport a livello dilettantistico merita
almeno il premio dell’approvazione e dei complimenti degli amici e
dei parenti.
E V E N T I
E V E N T I
FUTURO FESTIVAL
Al Tearo Brancaccio di Roma, dal 5 al 30 luglio debutta la prima
edizione del festival internazionale di danza e cultura contemporanea.
Nel mese di luglio torna un’esplosione di energia vitale sulle tavole
del palcoscenico del Teatro Brancaccio: arriva infatti FUTURO
FESTIVAL ideato da Alessandro Longobardi e diretto dalla
coreografa Alessia Gatta, il Brancaccio schiude così le sue porte
dopo il lungo letargo in cui il covid 19 ha costretto il mondo dello
spettacolo dal vivo.
Si riapre con coraggio, passione e gioia per ospitare la prima
edizione di un contenitore all’insegna della danza contemporanea e
della cultura: “un mese di promozione della danza come tendenza
artistica interdisciplinare e sperimentale” proposto dall’associazione
[MATRICE] N in collaborazione con Viola Produzioni e l’associazione
BrancaccioDanza.
La danza contemporanea, la danza urbana insieme a forme di arte
performativa dialogano con il pubblico per dare una fotografia delle
nuove tendenze, di giovani danzatori e dei loro coreografi.
Un MELTING POT di culture, un CROCEVIA di sguardi, un
COLLETTORE di stili eterogenei. Un LUOGO di contaminazioni fra
diversi linguaggi tra passato e presente con uno sguardo al futuro.
FUTURO FESTIVAL nasce nel 2021, un anno in bilico fra paure,
incertezze, speranze e voglia di cambiamento, accoglie danzatori,
coreografi, docenti, studenti, artisti, operatori e appassionati della
danza da tutto il mondo per incontrarsi e potersi ispirare attraverso lo
scambio di idee e di ricerca, trasformando l’Estate Romana in un
epicentro per la danza contemporanea.
Un polo d'attrazione, un’AGORÀ, dove respirare l’arte della danza,
tutti insieme: studiosi, appassionati e operatori per dialogare,
apprendere e promuovere nuove iniziative.
FUTURO FESTIVAL intende promuovere l’esperienza culturale sul
territorio con l’organizzazione di attività che siano in grado di
veicolare l’arte della danza come linguaggio universale, per
l’espressione della narrazione mediante il movimento corporeo come
liberazione dell’io, come immedesimazione in un viaggio tra le pieghe
dell’animo umano che filtra, inevitabilmente in modo soggettivo, gli
stati emozionali tradotti in movimento a ritmo di musica. Tutto
comunque vissuto come passaggio di energia.
Intende inoltre essere motore per l’incontro tra generazioni di giovani
danzatori, mondo della produzione e pubblico.
PROGRAMMA FESTIVAL:
● 5 LUGLIO 2021 / JULY 5TH, 2021 Tavola rotonda “re- movēre” - muovere di nuovo.
● DAL 5 AL 10 LUGLIO 2021 / JULY 5TH TO 10TH, 2021 Workshop #UNMETROCUBO
● DAL 5 AL 6 LUGLIO 2021 / JULY 5TH TO 6TH, 2021 “SPHERA” HUMANHOOD
● 6 LUGLIO 2021 / JULY 6TH, 2021 DJ Lil' Jean
● DAL 8 AL 9 Luglio 2021 / JULY 8TH TO 9TH, 2021 “LA NONA” Compagnia ZAPPALA’ DANZA
● 10 LUGLIO 2021 / JULY 10TH, 2021 “#UNMETROCUBO” PERFORMANCE FINALE DEL WORKSHOP PER GIOVANI
DANZATORI - “WATER” SOULSCAPES [PRIMA NAZIONALE]
● DAL 16 AL 17 LUGLIO 2021 / JULY 16TH TO 17TH, 2021 “CROLLI” Alessia Gatta [PRIMA NAZIONALE]
● 22 LUGLIO 2021 / JULY 21ST TO 6TH, 2021“ BOYS DON’T CRY” COMPAGNIA HERVé KOUBI
● 23 LUGLIO 2021 / JULY 23RD, 2021 “Quadri tratti da LILI ELBE SHOW” Sasha Riva & Simone Repele / “Keeping
Warm” [PRIMA NAZIONALE] [RITMI SOTTERRANEI] contemporary dance company
● 29 LUGLIO 2021 / JULY 29TH, 2021 “CLOROPHILIA” KODANCE [PRIMA NAZIONALE]
● 30 LUGLIO 2021 / JULY 31ST, 2021 “50 MIN/MQ” E_SPERIMENTI DANCE COMPANY
E V E N T I
IN DANZA
FERRAGOSTO
12 AL 15 AGOSTO 2021.
DAL
WORKSHOP ESCLUSIVO E A NUMERO CHIUSO.
Una full immersion di circa 8 ore di studio al giorno con due livelli di Tecnica della danza
classica e punte (intermedio e avanzato) e tre laboratori coreografici, gruppo unico, con
grandi nomi della danza internazionale:
MAURO BIGONZETTI, Coreografo Internazionale
GONZALO GALGUERA, Direttore del balletto di Magdeburgo (Germania)
KRISTIAN CELLINI, Coregrafo Internazionale
FRANCESCA MALACARNE, Docente Di Tecnica Della Danza Classica
BEATRICE MILLE, MaitreDu Ballet Internazionale
Al pianoforte il Maestro VINICIO COLELLA, Pianista al Ballo presso A.N.D.
Luogo dell’evento Villa Delia, resort immerso nelle colline toscane in provincia di Pisa che su
gentile concessione del Cav. Umberto Menghi diventerà il villaggio della danza. www.villadelia.it
Bellezze naturali, studio di alta formazione si fondono in un mix davvero esplosivo.
Un’occasione per farsi conoscere dai coreografi e possibilità di lavoro.
Il Workshop esclusivo è rivolto ad un numero limitato di 45 allievi, a partire dai 16 anni, con
buona base tecnica.
La Direzione Aristica è di Kristian Cellini, in collaborazione con Antonio Desiderio Artist
Management.
Il costo dell’evento è di € 600,00 onnicomprensivo di workshop, vitto e alloggio.
Per info e costi: www.kristiancellini.com; info@ferragostoindanza.com
E V E N T I
L’ESTATE LECCESE RIVIVE
Gli eroi dell’antica Grecia, i personaggi dell’Olimpo, con le loro storie mitologiche di imprese
divine e umanissime passioni, con la loro forza sovrumana e le loro capricciose debolezze, con
i loro corpi plasticamente perfetti e le loro anime perennemente tormentate, dominano da
sempre la cultura mondiale. Un universo costantemente alimentato anche dalle scoperte
archeologiche che, dall’Ottocento ad oggi, hanno riportato alla luce un patrimonio di bellezza,
che ha nelle statue di Fidia e negli edifici dell’Acropoli di Atene le opere che più di ogni altra
descrivono un’epoca nell’immaginario collettivo.Tutto questo è tornato a rivivere nello
spettacolo “Miti in scena” al Teatro Apollo di Lecce venerdì nel week end 11-13 giugno, portato
in scena dalla compagnia Balletto del Sud. L’iniziativa è stata realizzata da Balletto del Sud in
collaborazione con Teatro Pubblico Pugliese, Regione Puglia, Ministero della Cultura, Comune
di Lecce, con repliche nei mesi di luglio e agosto nel Chiostro dei Teatini.
Per rendere al meglio la complessità delle svariate suggestioni della letteratura e dell’arte
antica, il regista Fredy Franzutti, direttore della compagnia, ha composto, in questa edizione,
una serata che alterna quadri emozionali ed evocativi a brani di brillante virtuosismo, e lo ha
fatto mettendo sapientemente insieme musica, teatro e danza. Ecco, quindi, che l’attore
residente della compagnia Andrea Sirianni diventerà Aiace, pronunciando il celebre monologo
tratto dalla tragedia di Sofocle con cui l’eroe greco sceglie la strada di una morte eroica, per
trasformarsi, poi, nell’Ulisse dantesco, avvolto dalle fiamme dell’inferno, che racconta la sua
fine e con essa l’epilogo del desiderio umano di superare i propri limiti. Ma Sirianni declamerà
sul celebre adagio di Čajkovskij anche “L’elogio alla rosa”, tratto da “L’Adone” di Gianbattista
Marino, e l’intensa poesia “Itaca” del greco Costantino Kavafis.
L’attore Donato Chiarello avrà, invece, il compito di introdurre con brevi cenni narrativi i quadri
interpretati dalla compagnia: l’Idolo d’oro, l’equivalente del dio Apollo nella cultura indiana, gli
amori contrastati di Piramo e Tisbe, le sacerdotesse di Iside, l’incontro tra Leda e Giove
mutatosi in cigno, la storia senza tempo di Amore e Psiche (nella brillante coreografia di
Marius Petipa su musiche di Minkus), il rapimento del giovane Ganimede da parte di Giove, il
pas de deux di Sylvia, l’eroica variazione di Atteone (con le coreografie di Agrippina Vaganova),
il Can Can finale dell’“Orfeo all'inferno” di Jacques Offenbach e la presentazione delle muse di
Apollo. Protagonisti dei quadri danzati sono i primi ballerini del Balletto del Sud: Nuria Salado
Fustè, Carlos Montalvan e Matias Iaconianni, i solisti della compagnia Ovidiu Chitanu, Alice
Leoncini, Alexander Yakovlev e Liliana Alonso, Benedetta Maldina, Lorenzo Lupi, Joao
Soledade,il resto del corpo di ballo e alcuni allievi scelti della scuola del Balletto del Sud.
MITI E EROI DELL'ANTICA GRECIA
E V E N T I
Il Festival delle arti performative più antico d’Italia, ideato da Gian Carlo Menotti
nel 1958, trasforma ancora una volta la città in palcoscenico.
Folia © Gilles Aguilar
Folia 3 © Julie Cherki.jpg
Si è inaugurato venerdì 25 giugno 2021, la sessantaquattresima
edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto, la prima a firma della
direttrice artistica Monique Veaute. La missione fondante rimane
senza tempo, così come l’atmosfera del luogo che per tre settimane
mescola la realtà con la finzione, la quotidianità con la magia del
teatro, gli artisti con gli spettatori: più 60 spettacoli, tutti in prima
italiana, con più di 500 artisti da 13 paesi in 17 sedi sono i numeri di
una proposta interdisciplinare che dal 25 giugno all’11 luglio mette in
relazione Musica, Opera, Danza, Teatro, Arte attraverso la creatività
dei migliori artisti e delle migliori compagnie internazionali. Gli
appuntamenti si susseguono da mattina a sera, in una combinazione
di generi e forme che permette al pubblico di scoprire l’inatteso. Gli
spettacoli e gli incontri con gli artisti, gli appuntamenti collaterali, gli
approfondimenti, i dibattiti scrivono il racconto della nostra
contemporaneità, svelano il volto della nostra società e ci restituiscono
la complessità del nostro vivere affrontandone i grandi temi: la Rai
presenta a Spoleto il primo Festival per il sociale, la sostenibilità
ambientale ed economica sono al centro del dibattito culturale, e della
nuova organizzazione del Festival, così come la coesione e
l’inclusione, il ruolo delle donne, quello delle nuove generazioni e il
valore della memoria. Dante, Stravinskij, Strehler, Pina Bausch così
come i grandi classici sono il ponte tra passato e futuro, proiettati in
avanti dalla visione artistica dei grandi nomi che compongono il
cartellone: da Iván Fisher ad Antonio Pappano, dalla Budapest
Festival Orchestra all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, da
Mourad Merzouki ad Angelin Preljocaj, da Francesco Tristano a Brad
Mehldau, da Flora Détraz a Jonas&Lander, da Liv Ferracchiati a Alan
Lucien Øyen, dai contributi di Romeo Castellucci e Lucia Ronchetti,
così come dalle residenze sperimentali a cura di La MaMa Spoleto
Open o dell’Accademia Silvio d’Amico. L’artista Daniel Buren firma il
Manifesto della 64° Edizione mentre le mostre a Palazzo Collicola e in
città completano la proposta d’arte. Sullo sfondo, gli approfondimenti
culturali di Fondazione Carla Fendi e i numerosi appuntamenti
collaterali sono finestre sul nostro tempo e sui meravigliosi luoghi della
città. Il 64° Festival dei Due Mondi segna il ritorno alla socialità in
assoluta sicurezza e affianca alla proposta dal vivo, offline, anche un
calendario di appuntamenti online sul Digital Stage, per permettere di
assistere agli spettacoli già programmati che non possono andare in
scena per le limitazioni ancora imposte dall’emergenza sanitaria.
Un festival che torna a dialogare con il territorio e le realtà che lo
animano facendosene promotore, un festival che torna a far dialogare
il pubblico e le persone, creando nuove occasioni di incontro.
E V E N T I
TuttoBallo
5 0 ° A N N I V E R S A R I O D E L L A M O R T E D I I G O R S T R A V I N S K Y
STRAVINSKY’S LOVE
Beatrice Rana, Vladimir Derevianko, Sergio Bernal, Davide Dato tra i protagonisti
Nuovo balletto di John Neumeier
STRAVINSKY’S LOVE, a cura di Daniele Cipriani, è una produzione realizzata con la FONDAZIONE CARLO FELICE DI GENOVA per il
Nervi Music Ballet Festival 2021 con il patrocinio della Fondazione Igor Stravinsky di Ginevra. Lo spettacolo di balletto e musica dal
vivo, interpretato da virtuosi della danza e della musica, celebra il grande musicista russo Igor Stravinsky (1882-1971) nel 50°
anniversario della sua morte ed è incentrato sull’amore del grande compositore russo per la danza. La serata comprenderà anche un
nuovo balletto di John Neumeier. Spiccano nel cast Beatrice Rana, una delle più apprezzate pianiste sulla scena musicale
internazionale odierna, e la violinista olandese Simone Lamsma che suona il pregiato Stradivari “Mlynarski” del 1718. Completa il cast
musicale un secondo pianista, Massimo Spada. Per i balletti Apollo e Uccello di Fuoco ascolteremo invece incisioni storiche dirette
dallo stesso Stravinsky.
Nei panni di Igor Stravinsky, assistiamo al ritorno in scena di Vladimir Derevianko, già primo ballerino del Bolshoi di Mosca (e, in
seguito, étoile internazionale), che, con accenti russi, rievocherà momenti della sua vita, ricordi e aneddoti, molti dei quali legati al
periodo dei Ballets Russes in cui ritroviamo personaggi come Picasso e Diaghilev, Nijinsky e Balanchine. Derevianko/Stravinsky
suona alcuni passaggi al pianoforte, esegue alcuni passi di danza, e introduce i brani della serata.
Il cast tersicoreo comprenderà tra gli altri il bailaor spagnolo Sergio Bernal, Ashley Bouder del New York City Ballet (compagnia che
vanta un legame storico con Stravinsky), Davide Dato dall’Opera di Vienna, il duo Simone Repele/Sasha Riva da Ballet du Grande
Théâtre de Genève. Di alcuni balletti in programma si vedranno le coreografie storiche, di altri invece creazioni più recenti, di cui
alcune in prima italiana.
Ferve l’attesa a Roma, Nervi e Ravenna per Jacopo Bellussi e Alessandro Frola dello Hamburg Ballet in un nuovo balletto firmato dal
coreografo americano John Neumeier su Divertimento, brano per violino e pianoforte tratto da Le baiser de la fée, il balletto
composto da Stravinsky in omaggio a Ciaikovskij. Nel programma figurano brani tratti da: Histoire du soldat (danze create
appositamente da Bernal che ne è anche l’interprete accanto alla Bouder); Apollo (il passo a due di Apollo e Tersicore tratto dalla
coreografia originale di George Balanchine, per concessione di ©The George Balanchine Trust, interpreti Bouder e Bernal); L’uccello
di fuoco (di Marco Goecke, interpreti Riva e Repele); Pulcinella (coreografato e danzato da Riva e Repele). Per La Sagra della
primavera è stata scelta la versione di Uwe Scholz che sarà quindi rappresentata per la prima volta in Italia; interpretata da Dato, la
coreografia è stata ricostruita da Giovanni di Palma, il ballerino italiano per cui il balletto era stato creato.
Danzatori della Compagnia Daniele Cipriani sono gli interpreti di alcuni brani di Petrushka – Mattia Tortora (Petrushka), Susanna
Elviretti (la Ballerina) – nella coreografia storica di Fokine. Il ruolo del Prestigiatore, che alla prima nel 1911 fu del leggendario
ballerino e maestro di ballo Enrico Cecchetti, sarà interpretato da Derevianko.
La sceneggiatura di STRAVINSKY’S LOVE è firmato dal giornalista e autore Vittorio Sabadin e si basa su scritti del compositore
stesso. La consulenza musicale è del musicologo GastónFournier-Facio. La consulenza per la regia di Annamaria Bruzzese. Speciale
attenzione verrà data ai costumi, a cura di Anna Biagiotti. Il costume di Pulcinella (indossato da Riva nel balletto omonimo) è stato
ricreato dal disegno originale di Pablo Picasso, così come lo sono stati i costumi di quattro altri personaggi (dal balletto originale
però, ovvero il Pulcinella di Massine) che sfileranno in palcoscenico. I costumi di Petrushka sono ricreazioni dai bozzetti originali di
Benois; apparirà, inoltre, il fiammante Uccello di Fuoco disegnato da Bakst per il balletto originale di Fokine.
Lo spettacolo sarà al centro di una produzione in format televisivo che andrà in onda il 20 luglio su RAI2 in seconda serata. Dai
Parchi di Nervi e dal Teatro Carlo Felice di Genova, l’attrice Alessandra Martines, che ha avuto anche un’importante carriera come
ballerina classica, racconterà attraverso immagini, aneddoti e interviste, la storia di amore tra Stravinsky e la danza.
Vladimir Derevianko
Davide Dato_Copyright KOSMAS PAVLOV 4
E V E N T I
TuttoBallo
Tutto quello che si può fare con la danza e attraverso la danza oggi. Al suo
primo anno di direzione, Wayne McGregor illumina con il 15. Festival
Internazionale di Danza Contemporanea (23 luglio > 1 agosto) la complessità,
l’ampiezza, la “trasformabilità” di una disciplina in continuo rinnovamento
e che, in dialogo con il pensiero più avanzato, concorre agli sviluppi
dell’arte contemporanea.
La mappa del 15. Festival Internazionale di Danza Contemporanea si articola
in sette passi/tempi: gli spettacoli dal vivo con coreografi e compagnie da
tutto il mondo, le installazioni all’insegna del multilinguismo, le nuove
energie di Biennale College, la ricca produzione di opere filmate sulla e
con la danza, le collaborazioni fra discipline in seno alla stessa Biennale,
le conversazioni con gli artisti e le commissioni di nuova danza. 10 giorni
di attività con oltre 100 artisti, tutte prime per l’Italia, due prime
mondiali e tre prime europee.
E V E N T I
Desiderio percettibile di ricominciare da dove si è, mettendo in
esposizione e a disposizione ciò che si ha, con cui si è rimasti. La
resa dei conti da cui ripartire con un entusiasmo ed un’energia
nuova. Strutture da ricostruire, crescite da coltivare,
comunicazioni da inventare. Il potenziale della fantasia, basato
sulla storia, i racconti dei Paesi, i mezzi dei creativi.
È un ‘to be continued’ ...
di Assia Karaguiozova
Imbarcazione di lusso per gli ospiti speciali, alto artigianato e
tradizione italiana. Si prepara il backstage del tappeto rosso al
Lido Venezia, in attesa della 78. Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica e del nuovo Leone d’Oro.
Thunder, azienda Vizianello, design Nuvolari Lenard, Made in
Italy
F O T O G R A F I A
P E R S O N A G G I O
ph. Monica Irma Ricci
Dancer: Costantino Imperatore per EMC Casting
studio: Hangar63 @LineaB.net
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photo © danilo piccini
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Quando conobbi Simona Patitucci, una voce incredibile, eravamo
entrambi minorenni. In quel periodo chi voleva diventare attore invece di
affidarsi a qualche reality, prima studiava e cercava di prepararsi
seriamente. Eravamo allievi di una scuola teatrale romana tra le più
rinomate, con ottimi propositi per il futuro. Le sue soddisfazioni Simona le
ha avute, persino la Disney si accorse di cotanto talento, affidandole un
personaggio che proprio dalla “voce” traeva il suo punto di forza. “La
Sirenetta”. E dato che si scoprirono un cast di attori formidabili, decisero
saggiamente di dare agli interpreti del doppiaggio, sia la parte cantata che
la parte recitata di ogni personaggio. Cosa mai fatta prima di allora.
È mia grande gioia potervela presentare, in tutto il suo incantevole
splendore, approfittando anche del fatto che a settembre 2020 è convolata
a nozze con il grande amore di sempre, l’informatico Padraig O’ Broin.
Il tuo matrimonio ha fatto parlare i maggiori giornali di cronaca rosa,
sarà stato anche per l’incantevole luogo esclusivo?
«Anche, penso. Un posto magico. C’è la “Casa Vecchia” situata dentro la
tenuta “La Tognazza”, sopra dei terreni acquistati da Ugo Tognazzi (lo zio,
Ndr) negli anni Sessanta. Capolavori del cinema come “La donna
scimmia”, “La grande abbuffata” di Marco Ferreri, “Romanzo Popolare”,
“Amici Miei” di Mario Monicelli, “In nome del popolo italiano” di Dino Risi,
“Il vizietto” di Eduard Molinari’ sono stati pensati, scritti, forgiati all’interno
di queste mura. Infatti, la villa è anche un Museo dedicato agli amanti del
cinema».
Come è potuto accadere?
«In maniera estremamente semplice ho chiesto ai miei cugini Gianmarco
e Maria Sole Tognazzi se potessi accogliere gli invitati dentro la loro villa
che ha questa storia meravigliosa. La risposta immediatamente è stata
affermativa. Sono abituata a non dare mai nulla per scontato ma l’amore
che ci unisce da sempre non ha confini».
Debuttasti come cantante ad “Azzurro” trasmissione canora di Italia Uno,
quando eri ancora minorenne ed in platea per te un protagonista
d’eccezione. Che ricordi serbi di quell’esibizione al Petruzzelli?
«Che primizia hai trovato! In effetti è proprio così, debuttai come cantante
ad Azzurro grazie al patron della manifestazione Vittorio Salvetti, il quale
ascoltò un mio demo e s’innamorò della voce. Devo dire che fu
un’esperienza divertente, si trattava di un festival a squadre e nella mia, la
caposquadra era Patty Pravo e ci si esibiva più volte nell’arco di tre giorni.
Ero giovanissima, avevo circa 13 anni, e cantavo una cover di un brano di
Dolly Parton che si chiamava “Island In The Stream” molto orecchiabile. In
platea ad applaudirmi ebbi come padrino d’eccezione proprio zio Ugo.
Quell’esperienza però, mi fece capire che il solo canto non mi bastava,
volevo unire al canto la recitazione, quindi cominciai a covare il sogno del
teatro musicale, che poi è stata la mia strada».
Hai cominciato a cantare molto giovane e sei arrivata presto al
successo: pensi che questo percorso ti abbia fatto bene?
«Penso di sì. Ho cominciato col doppiaggio a sette anni,
contemporaneamente ho girato due film “Un Sussurro Nel Buio” ed” I
Nuovi Mostri “diretta dal grande Dino Risi, ovviamente mai trascurando gli
studi, perché sono sempre stata una secchiona, quindi ho sempre vissuto
il lavoro come una parte divertente della mia vita, importante ma non
sacrificante».
photo © Danilo Piccini
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photo © danilo piccini
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Si vedono sempre più cantanti bruciare le tappe ed arrivare
rapidamente più di altri in virtù di una partecipazione ad “Amici” o
“X Factor”. Non credi che questa sia una strada pericolosa?
«Indubbiamente è un’arma a doppio taglio, se è vero che spesso e
nemmeno sempre, i talent facciano raggiungere rapidamente una discreta
popolarità, è altrettanto vero che passato il momento di attenzione
mediatica, è molto difficile per i reduci inserirsi nel mondo dello spettacolo
e continuare una carriera che duri nel tempo. Sono dei concorsi e chi
esce da quelle trasmissioni non riceve una vera preparazione che gli
consenta di essere competitivo. Personalmente non so se, avendone
avuta la possibilità, all’inizio della mia carriera, avrei partecipato ad un
talent, forse si, chissà … Io comunque trovo fondamentale la famigerata
“gavetta” che forma i professionisti, e che ti fa anche capire se stai
realmente percorrendo la strada giusta».
Dammi una definizione dei requisiti necessari a un cantante
completo.
«Per me non esiste più la definizione di “cantante”. Io mi sono sempre
definita una cant’attrice, una performer, capace di intrattenere il pubblico
sia cantando che recitando. Per me questa è la vera chiave di lettura dei
performer del presente e del futuro: essere capaci di stare in palcoscenico
e quindi anche davanti ad una telecamera con naturalezza ed incisività».
Essendo tu ormai qualificata attrice e cantante dalle indubbie qualità
vocali qual è oggi il tuo approccio interpretativo nel preparare i
ruoli?
«Ritengo che il nostro approccio allo spettacolo sia quello che ci rende
competitive nel mondo e naturalmente anche in Italia. Con tutto il rispetto
per i vari metodi che ho studiato ed applicato, consiglio sempre ai più
acerbi di leggere e fare propri anche le lezioni, contenute nel libro del
grande Sergio Tofano “Il Teatro All’Antica Italiana”. Ritengo sia
fondamentale conoscere le nostre radici culturali ed artistiche per poter
proporre un nuovo e rinnovato modo di fare spettacolo»
Hai un modello tra i cantanti del passato?
«Sicuramente la mia ispirazione è la divina, inimitabile, indistruttibile
Barbra Streisand. Rimane la voce che mi basta solo ascoltare, per
provare un brivido lungo la schiena ed un’emozione profonda».
Sei soddisfatta di quello che hai fatto sulle scene o hai qualche
rimpianto?
«Quando rileggo il mio curriculum non posso che essere orgogliosa ed
anche un po’ stupita per la quantità e la qualità degli spettacoli che ho
avuto l’opportunità di interpretare».
photo © Danilo Piccini
L’eccellenza della tua voce è stata incastonata per sempre
nell’universo Disney. Ora “La Sirenetta” diventerà un film live action,
hai mai pensato ad un tuo tributo interamente dedicato al mondo
Disney magari assieme ad un corpo di ballo numeroso?
«A Broadway poco prima del covid, hanno realizzato proprio uno
spettacolo intitolato “Disney’s On The Record”, dedicato alle meravigliose
colonne sonore dei film targati Disney. Sarebbe bello poterlo fare anche in
Italia con una grande orchestra. Davvero un sogno. Ma come diceva Walt
Disney: “Se puoi sognarlo, puoi farlo”, quindi mai dire mai. Io sono
pronta».
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Ballerino, coreografo e regista teatrale. Mario Radacovsky oggi è direttore
artistico del Balletto di Brno.
Il tuo primo contatto con la danza..
Il mio primo contatto con la danza è avvenuto tramite mia zia che amava
l'improvvisazione e suonava con mio fratello. Lei mi fece partecipare
all'audizione per la scuola di danza professionale in Cecoslovacchia quella
volta a Bratislava, oggi capitale della Slovacchia.
Il tuo primo ruolo importante
Il mio primo ruolo importante è stato Albrecht in Giselle. Ero da poco
arrivato nella compagnia di balletto nazionale slovacco ed abbiamo fatto la
versione cubana di Alicia Alonso. Lei e Joaquin Banegas mi hanno messo
nel cast quando avevo solo diciotto anni.
Il tuo arrivo nella Compagnia di balletto di Brno... come ti sei sentito?
Avevo già avuto contatti con questa compagnia come danzatore e, quasi
20 anni dopo, ci sono tornato in veste di Direttore Artistico. Ho pensato
subito che bisognava lavorare sodo con questa realtà ma avevo capito
che avremmo potuto fare grandi cose insieme.
Quali responsabilità senti?
Come direttore mi sento responsabile ogni giorno di ogni decisione ma
sono davvero fortunato perché ho un grande team di persone, e non sono
solo. I ballerini lavorano sodo. Tutti lavorano sodo, quindi sono sicuro che
saremo presto ricompensati.
Mario Radakovsky direttore del balletto e Mario Radakovsky marito.
Quale differenza?
Non c'è differenza. Amo mia moglie, è un'artista straordinaria e una prima
ballerina. È la posizione più difficile per lei perché è mia moglie e io sono il
suo regista. È fantastica e la compagnia sa che sarà nella stessa
posizione anche senza di me, e che è importante e lo sanno tutti. Cerco di
essere il più corretto possibile con tutti, sempre.
Un momento importante della tua vita
Tanti momenti … ma uno soprattutto: siamo diventati una famiglia a Brno
perché la nostra bellissima figlia Vivien è nata a Brno. Sono diventato
padre e Klaudia mamma.
Prossimi progetti?
Dopo la prima di Michelangelo a Belgrado, il mio prossimo sarà una
premiere con la nostra compagnia di balletto, "Beethoven" il 13 novembre
2021. Enorme anteprima dal vivo di uno dei geni della musica. Vorrei
invitare tutti voi a questo evento!
Cos’è la danza per te?
La danza è tutto per me. Come Jiri Kylian, mio mentore e per me miglior
coreografo, per il quale ho lavorato sette anni della mia carriera
triste....onestà... onestà nel movimento...
La danza.... per me non importa quale stile... se è di buon livello ed
onesta, è la migliore forma d'arte di sempre.
© Danilo Piccini
P E R S O N A G G I
IL CASTORO DANZERINO E LA LONTRA INTRAPRENDENTE
una volta, in un paese lontano lontano… un castoro di nome Andrea.
C’era
bellissimo esemplare giovane e forte, slanciato per gli standard della specie, con una lunga coda a far da pagaia, e dalle zampine
Un
affusolate, allegro e sempre sorridente. Il suo manto era di colore bruno, lucido e morbido al tatto e i suoi denti forti erano la
anteriori
arma più potente, perché attraverso quel sorriso, stava costruendo il suo sogno. Una diga in cui contenere momenti di gioia ed
sua
emozioni.
felice, nel suo habitat naturale, sognava le sue dighe emozionali, e sovente si intratteneva nuotando con la sua migliore amica. Una
Era
di nome Zaira.
lontra
era una forza della natura, passava ogni giorno al laghetto del bosco per andare a trovare il suo compagno di giochi, e lui, anche se
Zaira
fingeva di essere infastidito, in realtà aspettava con ansia quei momenti, andando al luogo dell’incontro sempre un po’
inizialmente
per potersi lucidare la pelliccia e farsi trovare impeccabile.
prima,
Andrea scivolava nei suoi “momenti no”, quelli che di tanto in tanto in tanto ti prendono alla sprovvista e ti portano
Talvolta
lontano, bastava però che arrivasse Zaira portando con se tutta la sua energia e qualche schizzo d’acqua, e lui si
distrattamente
in acqua a nuotare e ridere di gusto senza capire come fosse successo.
buttava
natura i castori sono abili nuotatori, costruttori di dighe ai margini dei fiumi attratti dal rumore dell’acqua che stimolano in loro l’istinto
In
conservazione. Attraverso quelle dighe, modificando il corso dell’acqua, creando tane confortevoli e silenti per le loro provviste e la
di
prole, e con dei canali in entrata e in uscita per proteggersi dai predatori. Andrea era alla ricerca del luogo perfetto per costruire la
loro
diga e, tra una nuotata e l’altra, aveva capito di essersi innamorato di Zaira e che le loro diversità sarebbero diventate, nel tempo, le
sua
stesse forze, la compagna perfetta per costruire una diga, seppur provenienti da specie diverse.
loro
giorno, risalendo lungo il laghetto, furono attirati da un rumore che non avevano mai sentito prima, era al calare del sole e in acqua,
Un
quel suono come il battito di un cuore. Si guardarono e sentirono l’istinto di riemergere in superficie, scoprendo con
percepirono
di essere vicini ad un villaggio chiamato “Lacchiarella”, e che quel “battito” era in realtà il suono delle congas, dei bongò e dei
stupore,
accompagnati dal vento.
timbales
di aver trovato il “luogo perfetto” per la loro diga emozionale, perché in quel battito
Capirono
erano “trovati”. Un castoro ballerino e una lontra intraprendente.
si
la zona rinvenendo le rovine di una vecchia struttura, lasciata abbandonata da
Perlustrarono
castori che furono costretti a migrare negli anni, pensarono di aver trovato il luogo
altri
e su quelle stesse rovine decisero di dar vita alla loro diga, la chiamarono “move-it”
giusto
monito per ricordare il loro viaggio e per ispirare i nuovi amici che avrebbero condiviso
come
loro la stessa emozione.
con
ricerca di legni pregiati da poter intrecciare per costruire le trame di quella nuova diga, si
Alla
in un’oasi, e mentre Zaira selezionava gli alberi da abbattere, Andrea sgranocchiava
trovarono
fino a quando uno di quegli alberi si mostrò contrariato per il morso ricevuto.
velocemente,
tu!” disse furibondo l’albero, sfilando il suo ramo dalla bocca di Andrea che non si
“Ehi
di trovarsi a conversare con un albero parlante.
aspettava
via prima che Lei si svegli! non ci piacciono i forestieri”
“va
sollevò gli occhi e spalancando la bocca lasciò scivolare un pezzo di legno che gli era
Andrea
incastrato tra i denti, “tu…tu parli?” disse imbarazzato guardando quel pezzo di legno
rimasto
prendendolo tra le dita tremolanti.
e
credo che questo sia tuo”disse porgendo il pezzetto di legno, “non volevamo far
“Perdonami
a nessuno, cercavamo solo legni pregiati per la nostra diga emozionale, io mi chiamo
male
e Zaira è la lontra che vedi laggiù che indica alberi saltellando contenta, ti prego non
Andrea
del male” L’albero prese il pezzetto di corteccia dalle zampine di Andrea e
farci
sul proprio dorso disse “Io mi chiamo Ritmo, e questa oasi è un luogo sacro,
risistemandolo
dovrei darvi i miei rami e quelli dei miei compagni?”
perché
cercato per mesi il legno perfetto per la nostra diga e lo abbiamo trovato solo qui,
“Abbiamo
solo qui sentiamo il battito che risuona come il cuore, credimi, non volevamo fare del
perché
a nessuno!... guarda..”disse indicando con la zampina, “noi faremo sorgere la nostra
male
laggiù, una diga emozionale in cui accogliere altri castori e altre lontre alla ricerca
“move-it”
loro posto nelle emozioni”.
del
continuò raccontando il loro viaggio per arrivare fino a lì e come l’istinto avesse
Andrea
ogni nuotata e ogni sorriso, ogni schizzo d’acqua e ogni gioco, crescendo insieme a
guidati,
e portandoli sulle rovine di quella diga a Lacchiarella.
Zaira
incrociò i suoi rami e guardando i due animali ribatté “Certo, io ho un sacco di rami,
L’albero
che li ho di sette sfumature differenti, gli umani le chiamano note musicali, le usano
pensate
sono tristi o felici spesso le abbinano alla loro voce quando si lavano e credetemi, in
quando
momenti non sono tutti piacevoli per noi da sentire, per me queste sono appendici che
quei
per scrollare le mie foglie quando piove e potrei anche darveli, MA devo prima convocare
uso
gran consiglio”
il
P E R S O N A G G I
e Zaira di ritorno da quell’incontro, con gli occhi lucidi cercarono di trovare altri rami da poter intrecciare, ma ahimè ogni volta che
Andrea
struttura sembrava terminata, cadeva al primo soffio di vento o al primo temporale che gonfiava il laghetto, passarono i mesi e loro si
la
nel cercare una risposta al cedimento di “move-it”, provarono ogni tipo di ramo, ogni tipo di intreccio, dapprima soli, poi
interrogavano
da altri castori ed altre lontre che si erano avvicinate a quella diga in costruzione, purtroppo nessun ramo sembrava andare bene.
aiutati
giorno, al calare del sole, Andrea si sedette sulla riva del laghetto, sulla propria coda, come faceva ogni volta che doveva riflettere,
Un
nei suoi pensieri guardando l’orizzonte… “torneremo a casa domani, senza i rami perfetti, questa diga non resisterà a lungo”.
perso
schizzò l’acqua per distrarlo e convincerlo a giocare con i loro nuovi amici, e lui sobbalzo sulla sua stessa coda sbattendo sui rami su
Zaira
poggiava e provocando un rumore che non aveva mai fatto, un sordo “tum”…
cui
gli occhi sorpreso e guardò Zaira,
Sollevò
di nuovo quel battito… è come quello che abbiamo sentito quando siamo arrivati qui la prima volta!” disse Zaira sorridendo.
“fallo
tum..” rispose al suo sorriso, e continuò
“tum
tum… tum tum tum”,
“tum,
a battere la sua coda contro i rami e le lontre e i castori a muoversi ad ogni battito, giocando in acqua e saltellando sulla terra
Cominciò
iniziarono a ridere e decisero di godersi quella festa prima di lasciare quel luogo, tra risate e battiti, ad ogni battito arrivava un
ferma…
amico e si univa ai salti, ai giri ed alle acrobazie acquatiche dei compagni, conclusero in festa quell’ultimo momento da trascorrere
nuovo
fino a crollare sfiniti, ma felici.
insieme,
le prime luci del giorno Zaira aprì i suoi occhi e stropicciandoli con le zampine si diresse verso le rovine della diga per un ultimo saluto.
Con
scioccata alla sorpresa che si trovò davanti, “move-it” era lì, davanti a lei, costruito con i regni pregiati del bosco da cui erano stati
Rimase
mesi prima, le foglie verdi brillavano come le piante in primavera, un arco di gelsomini in fiore segnava l’ingresso della diga, la
cacciati
mattutina riproduceva una dolcissima melodia, da piccole nicchie, udiva il canto degli uccellini che vi avevano trovato rifugio, e una
brezza
infinita di castori e lontre che aspettava pazientemente di entrare.
fila
di corsa da Andrea.
Tornò
svegliati! Vieni a vedere, svegliati suuuu!!!!”
“Andrea
dapprima interdetto, non riuscì a capire l’energia nelle parole di Zaira, tuttavia decise di seguirla, incredulo e assonnato… Giunto
Andrea,
all’ingresso di “move-it” rimase altrettanto scioccato vedendo quella scena, si rivolse a Zaira dicendo:
davanti
non hai dormito per fare questo?!, non durerà, finirà a pezzi come le altre volte, ma grazie per avermi mostrato come sarebbe
“Zaira,
diventare, infondo ieri, ci siamo divertiti, ma non credo che..”
potuto
lo interruppe e ribatté “non ho fatto io questo, però sono tornata nell’oasi mentre dormivate tutti, per salutare gli alberi, e per dir loro
Lei
avevamo trovato con le nostre forze, ritmo, danza, musica ed emozione, anche senza di loro, e che ora eravamo pronti a tornare a
che
casa”.
nell’oasi, ai piedi di Ritmo e delle sue 7 sfumature, (quelle che gli umani chiamano note), e chiesero il perché di quel regalo,
Corsero
poco prima della loro partenza.
ricevuto
schiarì la voce per poter rispondere, ma fu interrotto da una insolita melodia, al quale si inchinò, Zaira e Andrea non sapevano cosa
Ritmo
succedendo, però sentirono di doversi chinare.
stesse
Musica, la regina dell’oasi, bellissima, sorridente, rigogliosa, materna.
Era
chiesto io che gli alberi donassero i loro rami, ieri vi ho visto al laghetto, mentre facevate la vostra ultima festa, e ho visto in questi
“Ho
la vostra costanza, nonostante i nostri dispetti, sì, eravamo noi a far crollare la vostra diga ogni notte, per consentirvi di ricostruirla
mesi
giorno più forte”
ogni
non riuscii a capire, e chiese “perché?”,
Andrea
rispose “perché molte sfide dovrete affrontare, e volevo che capiste che la Vostra musica vi avrebbe comunque accompagnato”
Musica
sudato e sacrificato molto per questa diga emozionale, diventando voi stessi emozione ad ogni ricostruzione. Ora so, che
“Avete
tutto, saprete prendervene cura, per questo l’ho fatta ricostruire, e sono state Emozione e Danza a dirci come fare”
nonostante
andate” aggiunse, “avete molte emozioni da insegnare”
“ora
sorrise, e tendendo la zampa verso Zaira si allontanò dall’oasi, poco dopo, si girò per dare un ultimo saluto a Musica, “grazie”
Andrea
con un filo di voce.
sussurrò
a te!” rispose Musica inchinandosi e poggiando un ramo ad altezza del busto in segno di rispetto, “ogni volta che avrai bisogno di
“Grazie
non devi far altro che tornare in questa oasi, e io, sarò lieta di rivederti”.
me,
e Zaira tornarono alla diga, e iniziarono ad insegnare a castori e lontre la magia della musica, il rispetto per il ritmo, la gioia nella
Andrea
e la sorpresa nel comprendere la propria emozione.
danza
castoro e ogni lontra, trovarono negli anni a venire la giusta forza per poter comprendere i 4 elementi, e “move-it”, la diga emozionale,
Ogni
col tempo il punto di riferimento di tutti gli animali del bosco, una sorta di seconda casa, un meraviglioso angolo di bosco dove
divenne
il proprio ritmo, la propria musica, la propria danza, e la propria emozione.
trovare
e Zaira, tra una lezione di danza, una esibizione e un podcast Salsology giocano ancora nell’acqua, e tornano di tanto in tanto a
Andrea
gli alberi dell’oasi, poggiandosi ai piedi di Ritmo e chiacchierando con Musica come si fa con una cara vecchia amica, perché si sa,
trovare
vecchie amiche, non ci abbandonano mai.
le
vissero tutti, salseri e contenti.
E
P E R S O N A G G I
MATTEO
MARCHESI
"Spazio di incontro"
P E R S O N A G G I
TuttoBallo
Matteo Marchesi, classe 1987, è un artista italiano impegnato come performer e coreografo. Il suo percorso di ricerca lo
avvicina ad artisti quali Roberta Mosca e Keren Rosenberg. Ha lavorato con Riccardo Buscarini, e come assistente coreografo ai
lavori di comunità di Virgilio Sieni. Lavora come performer per Silvia Gribaudi. Il suo percorso di ricerca si è focalizzato sulle
pratiche di improvvisazione e di linguaggi multidisciplinari attorno al corpo per lo sviluppo di percorsi di comunità e di creazione
coreografica.
Cosa intendi quando parli di “Spazio di incontro”?
Uno spazio di incontro non è per forza uno spazio fisico. Ci si può trovare anche in uno spazio simbolico, digitale, relazionale,
ma è pur sempre un contesto in cui è possibile legittimarsi mentre si è sotto lo sguardo, o l’attenzione di qualcun’altro. In genere
per me questo spazio ha le sfumature del gioco, di un terreno di sfida o di simulazione, in cui è possibile far emergere le proprie
qualità, la propria intensità, la propria cognizione, il proprio valore mentre si gioca la relazione con l’altro. Uno spazio in cui il
piacere ha un ruolo importante e partecipa di quello che condividiamo, fosse anche “solo" la nostra presenza lì dentro. Si
gioca con delle regole, rispettandole e dove serve modificandole. E questo tipo di spazio è in grado di accogliere una danza.
Da performer e coreografo, darai molta importanza al rapporto corpo- movimento spazio. Quando sono importanti per
te la mimica, l’espressioni facciali o quelle contrazioni naturali del corpo umano?
Il viso è una parte del corpo, articolata e complessa ma non diversa dal resto. Siamo abituati a pensare e leggere il corpo in
movimento secondo uno schema corporeo che assomiglia a una struttura scheletrica di sintesi: assi di simmetria, sopra-centrosotto,
destra-sinistra, linee e direzioni,… Ma quando ci si muove un’informazione molto presente nel nostro corpo è il modo in cui
ci contraiamo e ci distendiamo. Questa è un’informazione che è diversa a seconda della tensione della giornata, della necessità
che ci muove, della resistenza dell’ambiente in cui ci spostiamo. Il volto non è escluso da questa dinamica, è parte dell’orchestra
del nostro organismo, e si combina a tutto il resto. Basti pensare a come cambia l’atteggiamento del corpo quando facciamo un
sorriso profondo, sentito. Percepiamo l’apertura degli occhi, gli zigomi che si alzano, il palato che si alza, il petto che si distende
dando più spazio al respiro, e se ce lo concediamo la catena procede coinvolgendo anche tutto il resto. Nell’ultimo periodo
pandemico siamo stati in grado di riconoscere un sorriso sotto la mascherina anche senza poter vedere la bocca. Allora
danzando sento il bisogno di lasciare che organi, ossa e muscoli che si compongono nel volto siano interpellati, danzino con il
resto, per vedere se quello che accade nella pancia accade anche nella bocca, o se attraversa gli occhi fino ad arrivare ai piedi.
Nelle pratiche della danza non si valorizza spesso quanto si possa estendere il movimento (e ciò che consegna all’esterno)
giocando con le espressioni facciali, che a volte risultano scomodi perchè possono alterare l’immagine e la forma costruite
dall’autore, o perchè ci si aspetta di essere in grado di riprodurre concretamente un certo stato emotivo/espressivo,
corrispondente a una certa mimica, anziché giocarla da dietro la maschera e da sotto la pelle per scoprire cosa emerge.
Possiamo definirti un ricercatore del movimento. Quanto diventa importante nel tuo lavoro l’integrazione dei linguaggi
multidisciplinari?
E’ un motore molto forte. Mi piace l’interazione con diversi media, quando riconosco la possibilità di gioco che offrono,
soprattutto per la possibilità di estendermi oltre i confini e la forma del mio corpo, permettendo di portare in luce elementi che
appartengono all’opera che creo o a cui partecipo . E’ come poter giocare con una vecchia radio con delle manopole con cui
cambio il contrasto percepito degli elementi che sono in azione in quel momento. In particolare il lavoro di costume design, è per
me una fonte di ispirazione e di ricerca sul movimento. Se penso alla ore che ogni giorno spendiamo con la nostra pelle a
contatto con gli abiti, mettendoci ripetutamente nella posizione di decidere come e quanto lasciarci condizionare da questi nel
movimento quotidiano, nella gestualità, nel camminare, nello stare, nell’occupare spazio pubblico e privato, mi pare quasi logico
riportare questo tipo di attenzione anche nella creazione. Un cappotto invernale mi farà sentire il caldo assieme al peso fisico
della stoffa ad esempio, tanto quanto un costume da bagno mi farà sentire la pelle esposta alla luce e allo sguardo ma mi
permetterà di sentire una diversa ampiezza di movimento. Gli elementi che porto in scena, che siano di costume, di luce, di
suono, o altro sono sempre condivisi e curati con professionisti di ambito, ma dal punto di vista della danza li vedo come
dispositivi coreografici perché dialogano costantemente con il corpo offrendomi possibilità di riscoprire e trasformare la partitura
dall’interno, mentre sono in azione, e di interagire con l’immaginazione dello spettatore oltre che con il suo giudizio.
Il tuo lavoro nella compagnia di Silvia Gribaudi ti porta in un tour non solo Italiano , ma spesso anche estero. Quali
differenze trovi tra lo spettatore della nostra nazione e quello estero?
Con Zebra, la struttura che mi accoglie come autore assieme ad altri e altre artiste associate, di cui Silvia Gribaudi e Chiara
Frigo sono le direttrici artistiche, abbiamo avuto il beneficio di poter trovare strategie di lavoro più o meno digitalizzate, durante la
pandemia, che mi hanno permesso di continuare a incontrare in diversi modi le persone, quel pubblico che non abbiamo potuto
incontrare in scena. E in alcune occasioni di andare in scena in sicurezza in contesti stranieri in cui i teatri erano ancora
funzionanti.
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TuttoBallo
Difficile dare una risposta univoca. Forse ci sono differenti abitudini di
fruizione, e forse c’è un po’ più di presenza di pubblici misti: addetti ai
lavori e non, adulti, adolescenti, bambini, anche se in prevalenza di
genere femminile. Sicuramente è un pubblico che non ha così salda in
mente la cornice del teatro all’italiana ottocentesco, che noi abbiamo in
ampissimo numero, tappezzato di stucchi e decori. E cambiando la
cornice cambiano alcuni immaginari, oltre che la prospettiva da cui si
guarda il lavoro. Forse questo potrebbe essere un oggetto di riflessione
sulla programmazione italiana. Ma se penso alle persone che abbiamo
incontrato la differenza non è poi molta, c’è comunque la voglia di stare
bene alla base, specialmente dopo questo tempo di pandemia, in un
lento ritorno ai luoghi delle performance. Pur portando in scena in più
repliche gli stessi lavori, ogni volta si incontra un pubblico diverso, ed è
bello per chi sta sul palco vedere dall’altra parte un insieme di persone
diverse, anche con le mascherine e i distanziamenti.
Come è lavorare con Silvia Gribaudi?
Domanda da un milione di dollari: beh è figo! Tutto il team di Graces lo è:
con i miei colleghi in scena (oltre a Silvia ci sono Andrea Rampazzo e
Siro Guglielmi) c’è molta empatia e sostegno reciproco, abbiamo un
meraviglioso staff tecnico (Leonardo Benetollo e Theo Longuemare) e le
persone che lavorano in Zebra hanno molta cura di noi. Il lavoro comico
che porta Silvia è fatto di molto ascolto, e di tecnica, non solo per la
danza ma per il comico stesso. C’è sempre da parte sua grande cura e
attenzione a creare le condizioni giuste perchè quello che ciascuno di noi
porta nel lavoro sia valorizzato e consegnato al pubblico a piene mani, a
prescindere che stiamo lavorando in un teatro, in un museo, con delle
telecamere, all’aperto o in altri contesti. Devo ammettere che per me
l’incontro con Silvia, che ha una determinazione molto limpida, è stata
l’occasione per mettermi in gioco anche come autore, e per estendere i
miei confini della danza e della poetica.
Il tuo prossimo lavoro dove e quando si svolgerà?
In questo momento sto rimettendo in discussione il processo di creazione
della mia prima opera BOB, nata con gruppi di bambini e bambine dai 7
ai 10 anni. BOB, pur non essendo un lavoro creato per l’infanzia, è stato
selezionato l’anno scorso dai partner del Network Anticorpi XL che hanno
aderito all’azione Collaboraction Kids, con i quali abbiamo deciso di
entrare nel mondo degli adolescenti. Si tratta di laboratori in diverse
regioni d’Italia che sono veri e propri spazi di ricerca con ragazzi e
ragazze con i quali sto riaprendo diversi aspetti anche del lavoro che è
arrivato finalista all’edizione 2019 di DNAppunti Coreografici, Run-a-way,
e che ci sta portando ad esplorare il potere, il potenziale, e lo sguardo.
Come per Bob mi interessa anche in questo caso ascoltare cosa hanno
da dire gli adolescenti con cui faccio questo viaggio e cercare di
incarnare quello stesso spirito nell’andare in scena, con una storia che
non è solo mia. Ovviamente la pandemia ha portato diversi slittamenti di
calendari e necessità di recuperi di molti spettacoli che non sono potuti
andare in scena, ma spero nel 2022 di poter strutturare con i partner tutte
le fasi di produzione del lavoro.
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PINA DELLE SITE
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Osvaldo e Giovanni, grazie per aver accettato di raccontare la vostra esperienza artistica agli amici e lettori di
Tuttoballo20. Raccontateci di voi, della vostra rispettiva passione nel mondo dell’Arte e delle varie tappe, importanti,
che vi hanno accompagnati lungo il vostro cammino, e che vi hanno portato ad essere quello che siete oggi.
O: Il mio amore per la musica è nato praticamente con me, forse un po' per “colpa” dei miei genitori che si sono conosciuti in
una sala da ballo e mi ci hanno portato fin da piccolissimo. Ho sempre vissuto la mia vita pensando alla musica, sentendola
davvero come l'unica cosa in cui mi potevo ritrovare, ed ho coltivato questa passione in tutte le fasi della mia vita. Da piccolo
facendo tanti concorsi e corsi di canto, da più grande spostandomi da Torremaggiore a Milano per iniziare a lavorare con i primi
produttori, oggi girando il mondo con le mie canzoni.
G: La moda ha sempre, in qualche modo, influenzato la mia vita. Sin da quando ero piccolo, ne rimanevo affascinato.
Guardavo mia madre e rimanevo estasiato dall’energia che un abito le conferiva. Durante gli ultimi anni delle elementari, ho
iniziato a maturare il desiderio di disegnare abiti e da lì è partita la mia strada. Ho cercato di farmi ispirare dalla pittura, dal
cinema, dai grandi nomi dell’alta moda francese, per comprendere quale fosse la mia attitudine. Una ricerca che ogni artista
compie e che fortunatamente mi ha portato poi, nel 2009, a realizzare una collezione, presentata in uno dei luoghi più magici
del nostro piccolo paese. Quella sfilata, mi ha consacrato al mondo della moda, ma più che altro mi ha dato la possibilità di
capire quale fosse la direzione artistica che più mi apparteneva. Da lì ho iniziato a dedicarmi allo studio della sartorialità,
dell’artigianalità perché ho capito che la vera moda è quella creata per comunicare, non per guadagnare.
Osvaldo, tu hai coltivato la passione per la musica e per il canto sin da bambino, e non l’hai mai abbandonata. Oggi
hai raggiunto traguardi eccezionali; questo, però, ha comportato sicuramente enormi sacrifici per te. Quali sono stati i
momenti più duri che hai dovuto affrontare?
O: In primis lasciare casa a diciotto anni e ricominciare da solo in una metropoli come Milano. E poi tanta dedizione, disciplina,
ogni giorno. Ma non lo vedo come un sacrificio, il successo è sempre il risultato di tanto lavoro. Certo, non è semplice stare
sempre dietro a tutto, rispondere alle email anche di notte, darsi sempre nuovi stimoli, ma è un atteggiamento che assumi
quando davvero ami qualcosa. Se c'è qualcosa in cui faccio ancora fatica è svegliarmi prestissimo per prendere treni o aerei
ogni volta è sempre una tragedia! (ride)
Stessa domanda per te, Giovanni. Quando hai capito che il mondo della moda sarebbe stato il tuo futuro, cosa hai
fatto e cosa hai dovuto sacrificare?
G: Nonostante abbia maturato il desiderio in tenera età, è stato solo nel periodo adolescenziale che ho consolidato l’idea che la
moda sarebbe stata il mio futuro. Qualsiasi passione però per quanto bella e soddisfacente, comporta dei sacrifici. I miei
sicuramente sono stati il dover crescere molto velocemente, tralasciare i divertimenti o la spensieratezza della gioventù per far
posto ai piani d’azione, allo studio e alla ricerca. Sacrifici che però hanno rafforzato la mia passione, l’hanno scalfita,
modellata, su misura per me.
Siete cresciuti in una cittadina, Torremaggiore, in provincia di Foggia ma, per realizzare i vostri sogni vi siete trasferiti
a Milano … cosa ha significato per voi questo distacco, in termini sia positivi che negativi?
O: Faccio ancora fatica tutte le volte che vado a Torremaggiore a lasciare casa per tornare a Milano. È dove sono nato, dove
vive la mia famiglia, dove ho i miei ricordi più preziosi. Ho imparato che casa non è dove dormi, ma dove hai le persone che
ami, ed io cerco di portarle sempre con me in tutti i miei viaggi.
G: Trasferirmi a Milano era l’unica scelta possibile, non avevo altre alternative. In Italia, rimane la capitale del “Made in Italy”. E’
un calderone di opportunità, idee, ispirazioni, visioni…è fondamentale per chi vuole intraprendere questa carriera. Lasciare la
propria città natale è triste per tutti, ci si stacca dalla propria zona di confort, dalla propria casa, dalla propria famiglia. Ma per
me, non è stato così difficile, forse perché non è quella casa o quel paese a farmi sentire al sicuro, ma sono i miei affetti, che
ho sempre con me.
Secondo voi, c’è ancora tanta strada da fare, in determinati ambienti, per capire sino in fondo la vera essenza, il vero
significato dell’Arte che esula dagli stereotipi cui molti, purtroppo, sono ancora legati?
O: Io trovo che oggi c'è molta più voglia di essere famosi che di fare arte nel vero senso dell'espressione, della comunicazione.
Molti mi chiedono “come faccio a diventare famoso? Come hai fatto tu?” io gli dico di trovare qualcosa che amano e seguirla,
per davvero.
G: Quando l’arte incontra la necessità di profitto, perde il suo valore. E’ qualcosa che non si può insegnare o spiegare, è così.
Ad oggi la nostra realtà verte solo in un’unica direzione: il guadagno. Qualsiasi cosa si faccia in qualsiasi ambito, artistico,
sociale, politico…tutto è proiettato alla monetizzazione di esso. Questo crea un’esigenza e l’esigenza è quella di fare soldi e
non arte. Purtroppo questa ideologia si è insidiata nella mente collettiva, soprattutto negli ultimi 20 anni, dove la voglia di
comunicare, di urlare, di piangere, di protestare attraverso l’arte è scomparsa, dando posto alla commercializzazione di essa, in
qualsiasi modo, scarnendola a tal punto che oggi non c’è quasi più nulla da dire, ma tanto da comprare.
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Osvaldo, cos’è per te il canto, la musica, la “tua” Arte?
O: La musica mi ha salvato molte volte. Quando ero piccolo e nel mio paese mi
prendevano in giro perchè cantavo ed ero effemminato, il canto e i miei sogni, mi
hanno permesso di elevarmi, di andare oltre gli insulti e cercare di costruirmi un
futuro. Ecco perchè con la mia storia, con la mia musica, cerco di trasmettere
sempre un senso di responsabilità. Oggi la musica è tutto, è il modo che ho per
conoscermi, per conoscere, per crescere. La musica mi emoziona, mi incentiva,
mi calma.
E per te, Giovanni, cosa significa “creare”, “realizzare” qualcosa nel mondo
della moda?
È il mio mezzo di comunicazione, è l’unico modo che conosco per tradurre i miei
sogni, le mie visioni, i miei desideri.
… E veniamo ad un avvenimento molto bello, in cui le vostre rispettive
forme d’Arte, seppur diverse, si incontrano, si incrociano creando una vera
e propria “sinergia d’amore” tra due Artisti così diversi, nonché fratelli:
Giovanni, stilista, che disegna e crea per il fratello, cantante, un “abito
particolare”, uno smoking con ampia gonna, che lo stesso Osvaldo
indosserà e sfoggerà, sfilando sul red carpet, alla Mostra del Cinema di
Venezia dove Osvaldo era ospite alla premiere del film di Gabriele
Salvatores, destando curiosità, ma allo stesso tempo ammirazione, da parte
del pubblico e dei media; mi rivolgo in primis a Giovanni: cosa ti ha ispirato
nella creazione di questa “opera” (in quanto di opera d’Arte si tratta)?
G:Lo smoking che Osvaldo ha indossato nel 2019 è l’unione di molte idee.
L’ispirazione nasce sicuramente da Billy Porter che nello stesso anno diede il via
ad un movimento, sdoganando le regole della moda sul tappeto rosso che fino a
quel momento “imponevano” l’uomo in un semplice giacca e cravatta. La
creazione in realtà era molto semplice, ma fu di grande impatto soprattutto per la
realtà italiana, non abituata a vedere un uomo in gonna su uno dei tappeti rossi
più importanti del cinema internazionale.
Che significato ha avuto per voi una cosa così particolare, ma altrettanto
bella, poiché testimonia come l’Arte sia anche vincolo d’amore tra due
fratelli e cosa, ognuno di voi, ha voluto comunicare al pubblico?
O: In verità l'abito di Venezia è solo una delle tantissime creazioni che Giovanni
ha realizzato per me. Giovanni mi ha vestito in quasi tutti i miei videoclip, nei miei
tour e in alcuni dei miei set fotografici più importanti. Mi conosce, sa cosa mi
piace, sa come sono e cosa è importante per me per sentirmi a mio agio. Viviamo
insieme pertanto conoscendo tutti i processi creativi è normale confrontarmi con
lui prima di qualsiasi altra persona. Quando ho avuto l'idea della gonna
ovviamente sono corso da lui.
G: È stato un traguardo molto importante per me, perché attraverso Osvaldo che
indossava quel completo, ho potuto comunicare che la moda non ha genere, non
ha limiti, non ha canoni. Vedere poi mio fratello così disinvolto è stato il mio più
grande successo.
Osvaldo, con chi vorresti, un giorno, dividere il palcoscenico per un
concerto?
Ce ne sono tanti, in primis Jennifer Lopez: amo il suo modo di essere, la sua
dedizione assoluta al lavoro. Sicuramente Alejandro Sanz, uno dei cantautori
Spagnoli più iconici del nostro tempo e poi Giorgia e Claudio Baglioni.. sono
cresciuto con le loro canzoni!
Mentre tu, Giovanni, a quale modello/a vorresti far indossare le tue creazioni
durante una sfilata tutta tua?
Indya Moore e Cindy Crawford
P E R S O N A G G I
C’è qualcuno/a in particolare che vorreste
ringraziare per avervi sostenuti, incoraggiati
che ha sempre avuto fiducia in voi
spronandovi ad andare avanti in un mondo
tanto bello ed affascinante quanto difficile,
quale quello dell’Arte?
O: Ogni persona che nel suo piccolo mi ha scelto
avrà sempre la mia riconoscenza. Chi sceglie di
ascoltarmi, chi mi segue nella musica e chi, come
la mia famiglia e i miei veri amici hanno imparato
a starmi vicino nonostante i miei tempi così strani
e difficili da capire.
Osvaldo, è appena uscito un tuo nuovo
singolo “Lights Down Low”:
E' una canzone importante per me, la prima che
pubblico dopo due anni dalla mia ultima release
inedita. Come per tanti, rappresenta un nuovo
inizio dopo la pandemia che ha praticamente
cancellato alcuni dei miei progetti più importanti.
Ci credo tanto in questa nuova canzone,
comunica tanta energia ma allo stesso tempo è
elegante, sofisticata.
Voi l'avete ascoltata? :)
Ringraziamo infinitamente i fratelli
Osvaldo e Giovanni Supino che ci
hanno dedicato il loro tempo e la loro
testimonianza, invitando tutti ad
ascoltare il nuovo singolo di
Osvaldo e ad ammirare gli abiti
creati per lui dal fratello Giovanni .
sito ufficiale: www.osvaldosupino.com
instagram: www.instagram.com/osvaldosupino
facebook: www.facebook.com/osvaldosupino
P E R S O N A G G I
Donatella
De Felice
il mondo del teatro
Di Francesca Rossetti
Oggi parliamo di teatro con l’attrice partenopea Donatella de Felice
che ha alle spalle un grande bagaglio culturale e di esperienze
Chi è Donatella de Felice e come nasce la passione per il teatro?
Beh, è un pò strano parlare di sé in terza persona…
Donatella de Felice è una persona nata a Napoli, diplomata all’
Accademia d’Arte Drammatica del Teatro Bellini di Napoli, che ha
cominciato a vent’anni a lavorare come attrice professionista, e che
nel corso degli anni si è laureata in Letteratura, Musica e Spettacolo.
Ho cercato di far convergere l’amore per il palcoscenico con un percorso di
studi universitari che vi fosse attinente. Anche se con fatica, dato che
quando si è in tournée studiare è quasi impossibile, nei ritagli di tempo, e
nei periodi in cui ero in pausa, sono riuscita dopo anni a portare finalmente
a termine la laurea. La passione per il teatro è nata molto presto; a nove
anni ho iniziato a studiare danza classica, fino ai diciotto, e poi facevo
parte del coro della mia scuola. Da bambina amavo inventarmi
trasmissioni scritte e condotte da me, registrandole su delle musicassette
che ho ancora, dove presentavo, cantavo, leggevo fiabe. Sono sempre
stata con la mente un po’ persa in un mondo di sogni…Diventando grande
sono stata incuriosita dalla recitazione e, dopo qualche esperienza in
alcuni gruppi di teatro amatoriale, a vent’anni feci un provino per entrare
all’Accademia del Teatro Bellini, all’epoca diretta dal Maestro Tato Russo,
dove poi fui presa e dove mi sono diplomata. Da allora ho iniziato come
attrice in molti spettacoli della sua Compagnia ed uno di quelli che mi ha
dato molto è stato il “Sogno di una notte di mezza estate”, con la sua regia,
in cui interpretavo Elena. In seguito ho approfondito lo studio del canto,
moderno e lirico, dato che mi era nata anche la passione per il musical, ed
ho continuato ancora con la danza moderna e contemporanea, e facendo
altri seminari di teatro con Albertazzi, il Living Theatre, Renato Carpentieri,
Chiara Noschese.
Tu hai partecipato ad importanti soap e fiction quali “La Squadra”,
Un posto al sole”, “ made in Naples“, “Matilde”, ed hai lavorato al
cinema e nel musical: come si differenziano le varie arti ed in quali ti
senti maggiormente realizzata?
Lavorare sul set di una fiction o di un film ha dei tempi e dei ritmi
completamente diversi da quelli del teatro. Sono forme di spettacolo e di
comunicazione con una fruizione diversa, a livello di pubblico, ed
esteticamente parlando, con cifre stilistiche e tecniche differenti. E per un
attore, si sa che cinema e tv danno una maggiore fama rispetto al teatro.
Sul set è tutto molto più veloce, un attore deve essere in grado di rendere
in tempi brevi quello che gli viene richiesto dal regista e dalla scena che
deve interpretare. La recitazione cinematografica è molto asciutta, intima.
Io sono un’attrice soprattutto di teatro, mi sono alternata tra prosa, teatro
napoletano di tradizione, e musical come “My Fair Lady”, “Tutti insieme
appassionatamente”, “Grease”.
P E R S O N A G G I
Lavorare sul set di una fiction o di un film ha dei tempi e dei ritmi completamente diversi da quelli del teatro. Sono forme di spettacolo e di
comunicazione con una fruizione diversa, a livello di pubblico, ed esteticamente parlando, con cifre stilistiche e tecniche differenti. E per un
attore, si sa che cinema e tv danno una maggiore fama rispetto al teatro. Sul set è tutto molto più veloce, un attore deve essere in grado di
rendere in tempi brevi quello che gli viene richiesto dal regista e dalla scena che deve interpretare. La recitazione cinematografica è molto
asciutta, intima. Io sono un’attrice soprattutto di teatro, mi sono alternata tra prosa, teatro napoletano di tradizione, e musical come “My Fair
Lady”, “Tutti insieme appassionatamente”, “Grease”. Il processo creativo per l’attore in teatro ha una tempistica più lunga, dato che le
prove di uno spettacolo durano almeno un mese. Questo avveniva ovviamente prima che il Covid fermasse tutto, quindi dovrei parlare al
passato, ma non ci riesco…Comunque, per me è stato ugualmente molto stimolante lavorare sul set, dove con immediata naturalezza e
connessione con sé, si costruisce un personaggio. Avendo avuto una formazione accademica, in questo mi hanno aiutato dei seminari di
metodo Strasberg, fatti qualche anno fa a Roma con Michael Margotta, per essere più a mio agio davanti ad una cinepresa. Certamente
posso dire, però, che l’emozione di una platea piena dal vivo non ha pari, in quel momento esiste uno stato di “grazia”, di sospensione, uno
scambio di energia elettrica tra il pubblico e l’attore, che è irripetibile proprio per l’unicità del momento in cui si verifica. Questo tipo di
energia invisibile, questa corrente magica di sensazioni che scorre tra gli attori e gli spettatori, si chiama “teatro” e in Occidente vive da
2500 anni. Prego che possa esistere ancora.
Quali persone importanti ti hanno aiutato nel tuo percorso e quali sono le doti richieste per diventare Artista con la A maiuscola?
Beh, nel mio percorso, sì, mi hanno aiutato persone “importanti”, ma anche meno“importanti”, nel senso che ho imparato molto anche da
tanti miei colleghi attori, cantanti e ballerini, famosi e meno famosi.
Mi sento di citare Tato Russo, nella sua Compagnia ho imparato l’ABC del teatro. E poi altri immensi artisti, capocomici e compagnie con
cui ho lavorato, come Mario Scarpetta, Luigi De Filippo, La Compagnia della Rancia. Come Luca Ward e Vittoria Belvedere, due persone
professionalmente e umanamente per me straordinarie. E poi Massimo Romeo Piparo, direttore del Teatro Sistina, produttore e regista di
tanti musical di successo, dove ero presente in alcuni di essi. E il grande Carlo Buccirosso, con cui ho lavorato in “La Rottamazione di un
italiano per bene”, che considero un vero Maestro.
Quali sono le doti richieste per un artista con la A maiuscuola? Domanda molto complessa…Credo che il vero “Artista” sia forse quello che
non è mai soddisfatto di sé, che non si sente mai “arrivato”; che sia quello che vuole migliorarsi continuamente, che si pone obiettivi sempre
più grandi, che va a dormire pensando a come perfezionare la sua arte e che si sveglia con l’ansia e l’urgenza dello stesso pensiero…Che
abbia un mix di umiltà, audacia e autocritica, unite a perfezionismo e creatività. Che è ispirato a 360 gradi da tutto quello che lo circonda.
Per l’arte figurativa mi vengono in mente Michelangelo, Leonardo, Van Gogh, per il cinema e la musica Charlie Chaplin e Michael Jackson.
In questi casi l’essere famosi equivale ad essere “Artisti” con la A maiuscola, ma questo binomio non si verifica sempre. Essere artisti è una
vocazione, come fare l’insegnante, il medico, o il prete. E’ come essere innamorati, credo.
In questo periodo di Covid19 con i teatri chiusi tanti artisti seguono l’online: il tuo rapporto con le tecnologie ed il pubblico
Questo è un momento molto critico per il teatro. Si è parlato tanto di teatro in “streaming”. Personalmente non mi oppongo a questa opzione
per partito preso, se fosse utile per la ripartenza, ma resto convinta che il teatro, la prosa, i musical, i concerti, opera lirica, vadano fatti dal
vivo. La tecnologia è un grande mezzo di comunicazione, ma il rapporto di ogni artista col pubblico in platea è viscerale.
Napoli è la città per eccellenza del teatro: quali artisti sono i tuoi Maestri da sempre?
Napoli è una grande fucina di talento e di teatro di tradizione e d’avanguardia. In verità, non ho avuto soltanto attori napoletani ad ispirarmi,
ma in questo senso non posso fare a meno di citare il compianto Mario Scarpetta, attore dalla comicità geniale, i De Filippo, Isa Danieli,
Regina Bianchi, Dolores Palumbo, Lina Sastri … e, come ho detto prima, mi sono ispirata anche guardando tanti dei miei colleghi; si impara
tanto sul palco e dietro le quinte.
Quali sono le maggiori difficoltà alle quali è possibile andare incontro nel mondo dello spettacolo?
Tantissime. Soprattutto nel momento storico che stiamo vivendo. Prima di tutto l’ estrema incertezza di questo mestiere, che in Italia non è
ancora riconosciuto come un lavoro vero e proprio. Forse di buono, in questo periodo di pandemia, c’è stato che la categoria degli attori
italiani si è unita per il riconoscimento dei diritti e delle tutele dei lavoratori dello spettacolo a livello sindacale, come non succedeva da anni.
Pubblicità, doppiaggio e radio…
Ho fatto degli spot, ma quello che mi sono davvero divertita a girare, è stato quello per la Dash, con Fabio De Luigi e con il “mito” Paolo
Ferrari. Al famoso scambio dei fustini, con Fabio De Luigi ci sbagliavamo sempre su quale fosse quello giusto, col risultato di dover ripetere
il ciak più volte. E non ti dico le risate. E poi è stato molto interessante fare da “voice-off” ai documentari di “Alle Falde del Kilimangiaro”, da
“voice-over” ai programmi di “Gate C” su RaiSat, ma ancora più stimolante fare dei radiodrammi per RaiTre. Di doppiaggio ne ho fatto
poco, ma con il grande Luca Ward … che dire, il meglio!!!
Un augurio per tutti coloro che sognano il piccolo ed il grande schermo…
Auguro che ci siano ancora tanti sogni, tante storie da raccontare, sia per chi le interpreta, sia per chi le guarda…sul piccolo e sul grande
schermo. E prego soprattutto che il fuoco dell’immaginazione, della fantasia e dell’arte possano far accendere le luci dei palcoscenici di
tutto il mondo!!!
C I N E M A
AL VIA LE RIPRESE DI
“IL COLIBRÍ” FILM DIRETTO
DA FRANCESCA ARCHEBUGI.
Sono iniziate le riprese de IL COLIBRÌ, film di Francesca Archibugi, prodotto da Domenico Procacci, una
produzione Fandango con Rai Cinema e tratto dal romanzo di Sandro Veronesi vincitore del Premio Strega 2020.
Nel cast del film a interpretare il protagonista Marco Carrera, il "Colibrì", Pierfrancesco Favino, Nanni
Moretti nel ruolo dello psicoanalista Carradori e Kasia Smutniak in quello di Marina Molitor. Nel ruolo di
Luisa Lattes, il grande amore di Marco Carrera, Berenice Bejo. Laura Morante e Sergio Albelli sono i genitori
di Marco, nel ruolo della sorella Irene Fotinì Peluso e in quello del fratello Giacomo Alessandro Tedeschi.
Benedetta Porcaroli è invece Adele, la figlia di Carrera e a interpretare "l'Innominabile" Duccio, Massimo
Ceccherini. La sceneggiatura del film è firmata da Francesca Archibugi, Laura Paolucci e Francesco Piccolo,
la fotografia da Luca Bigazzi, la scenografia è curata da Alessandro Vannucci, i costumi sono di Lina Nerli
Taviani e il make up and special effects di Lorenzo Tamburini. A cura di Esmeralda Calabria il montaggio. "Un
libro bellissimo nel quale mi sono identificata come se fosse la mia autobiografia. Attori di bravura
commovente. La possibilità di raccontare la vita di un gruppo di uomini e donne in età differenti, e insieme
un pezzo di vita del nostro paese. Sono spaventata e felice" dichiara Francesca Archibugi. La compagine
produttiva composta da Fandango con Rai Cinema si arricchisce di una preziosa collaborazione internazionale
con la francese Les Films des Tournelles di Anne-Dominique Toussaint che insieme a Fandango aveva già
prodotto Respiro di Emanuele Crialese. Il film sarà distribuito in Italia da 01 Distribution mentre le
vendite internazionali sono a cura di Fandango Sales, che inizierà le trattative di prevendita a Cannes. Le
riprese avranno luogo a Roma, Parigi, Firenze e al Monte Argentario e una durata di 9 settimane. Il romanzo,
pubblicato in Italia nel 2019 dalla casa editrice La Nave di Teseo, sarà tradotto in 25 lingue.
SINOSSI
È il racconto della vita di Marco Carrera, "il Colibrì", una vita di coincidenze fatali, perdite e amori
assoluti. La storia procede secondo la forza dei ricordi che permettono di saltare da un periodo a un altro,
da un’epoca a un’altra, in un tempo liquido che va dai primi anni ‘70 fino a un futuro prossimo. È al mare
che Marco conosce Luisa Lattes, una ragazzina bellissima e inconsueta. Un amore che mai verrà consumato e mai
si spegnerà, per tutta la vita. La sua vita coniugale sarà un'altra, a Roma, insieme a Marina e alla figlia
Adele. Marco tornerà a Firenze sbalzato via da un destino implacabile, che lo sottopone a prove durissime. A
proteggerlo dagli urti più violenti troverà Daniele Carradori, lo psicoanalista di Marina, che insegnerà a
Marco come accogliere i cambi di rotta più inaspettati. Il Colibrì è la storia della forza ancestrale della
vita, della strenua lotta che facciamo tutti noi per resistere a ciò che talvolta sembra insostenibile. Anche
con le potenti armi dell’illusione, della felicità e dell’allegria.
C I N E M A
C I N E M A
PER LUCIO
UN FILM DOCUMENTARIO
DI PIETRO MARCELLO
Raccontare Lucio Dalla è un desiderio antico, un progetto maturato nel tempo. Già da bambino ascoltavo e riascoltavo le sue
canzoni sul giradischi di mio padre. Nacque una grande passione per la sua musica, il suo mondo e le sue parole che hanno
abbracciato un’epoca entrando a far parte dell’immaginario pubblico e privato degli italiani, amate dai potenti e dai nullatenenti,
dagli uomini e dalle donne. Un amore rinnovato nel corso degli anni che mi ha portato ad incontrarlo personalmente in occasione
della presentazione de La bocca del lupo a Bologna.
Già prima della sua morte mi ero ripromesso di realizzare un film che, attraverso le sue canzoni e la sua vicenda umana e
artistica, raccontasse la storia di Italia. Da questa promessa lungamente custodita nasce Per Lucio.
Il mio obiettivo nel realizzare questo film, scritto a quattro mani con Marcello Anselmo, non è stato quello di restituire un ritratto
puntuale del cantante e nemmeno di celebrarlo. Ho scelto di rievocare la carriera cangiante, la personalità anarchica e il geniale
talento attraverso la voce del suo impresario Tobia e del filosofo Stefano Bonaga, suo amico di infanzia. Persone che l’hanno
conosciuto prima di tutto come uomo e poi come artista e che dunque ce ne offrono un ritratto più intimo e quotidiano. Le loro
testimonianze si muovono all’interno di uno scenario costituito dalle immagini di archivi pubblici, privati e amatoriali che
riportano alla luce l’avventura di Dalla e le sue molte vite: dal faticoso esordio, l’entusiasmo per la prima ascesa al successo, alla
fortunata collaborazione con il poeta Roberto Roversi, fino alla fase più matura, avvenuta dopo l’allontanamento da Roversi, nella
quale Lucio si consacra come autore colto e popolare. Per dare corpo alla canzone Il parco della luna ho utilizzato anche
materiali inediti del mio film La bocca del lupo, seguendo la pratica a me cara del riuso delle immagini.
Nella narrazione ho assegnato un ruolo centrale ad alcuni capolavori nati dal sodalizio tra Dalla e Roversi. Ho sempre nutrito una
profonda ammirazione per Roversi, intellettuale rigoroso e originalissimo, figura di riferimento imprescindibile nel panorama
culturale italiano. L’incontro con Dalla ha offerto al grande poeta bolognese la possibilità di comunicare e portare la propria
poesia a un pubblico più ampio e popolare, smarcandosi dalle regole della grande industria culturale. Grazie a Roversi, Dalla
scopre una nuova profondità nell’utilizzo della parola, soddisfa il proprio bisogno di stare dentro alle cose della politica e del
mondo e canta per la prima volta di emigrazione, di inquinamento, di guerra.
Quello che mi ha sempre colpito dei testi e delle musiche di Dalla è la loro forza cinematografica e lo sguardo lucido e ironico
sull’Italia che si trasforma; la capacità di anticipare le dinamiche di un paese che diventa moderno attraversando le inevitabili
contraddizioni. Una visione artistica che parte dalla consapevolezza dell’esclusione, dall’empatia con coloro che si muovono nel
quotidiano e portano avanti la storia senza saperlo.
Ed è per questo che per ricostruire, ma anche espandere, l’immaginario sociale e storico della narrazione di Dalla, alle immagini
che rievocano la vita del cantante ho innestato materiale di repertorio che ripercorre la storia del Paese dal dopoguerra alla
caduta del muro di Berlino. Seguendo il tessuto narrativo delle liriche di Lucio Dalla ho tentato di scoprire e dissotterrare l’Italia
controversa, caotica e passionale a cavallo tra la guerra, lasciatasi definitivamente alle spalle un paio di decenni prima, il boom
economico e il cambiamento, e il trambusto e vitalità degli anni ‘60 e ‘70. E poi il futuro, la velocità, il cambiamento che si compie
nell’ultimo decennio del Secolo Breve. Ho lasciato che riaffiorassero da pellicole dimenticate le storie degli emarginati che tanto
stanno a cuore a Dalla, alternate a quelle più leggere e ironiche che tanto bene rispecchiano l’animo profondo del nostro Paese,
tra tragico e comico. (Note del regista Pietro Marcello)
C I N E M A
Il video nasce per rivelare la presenza dell’attrice Chiara Mastalli dietro il progetto “Cremilla” – Gelateria
e Pasticceria. Cremilla – Gelateria Pasticceria si è affermata negli ultimi anni a Roma come punto di
riferimento per il gelato artigianale, con un primo punto vendita nel quartiere Prati e, recentemente, con
un secondo punto vendita all’interno del centro commerciale GranRoma.
Per il video si è pensato di coinvolgere l’attore Andrea De Rosa, interprete insieme a Chiara, dei celebri
film “Notte prima degli esami” e “Notte prima degli esami oggi”. Andrea ha subito accettato con grande
entusiasmo partecipando, inoltre, alla scrittura della sceneggiatura. L’idea del video è stata quella di
mettere in scena un incontro tra i due attori ai giorni d’oggi.
Il video vede i due attori rincontrarsi nella gelateria di Chiara: Chiara è dietro il bancone e Andrea è un
cliente in cerca di un gelato che, dopo diversi tentativi in altre gelaterie di zona trovate chiuse, capita
per caso nella gelateria di Chiara. Inizialmente i due non si riconoscono ma, dopo poco, Chiara riconosce
Andrea e, mentre lui sta per uscire dalla gelateria, Chiara recita una battuta del film “Notte prima degli
esami oggi”. Da qui Andrea la riconosce e le risponde di tutto punto con la sua battuta del film,
riproponendo uno dei momenti più esilaranti della coppia Simona e Massi.
Il video è stato pubblicato sui canali social di “Cremilla” il 15 giugno 2021, esattamente la notte prima degli
esami di maturità 2021, come augurio ai nuovi maturandi.
Il progetto è stato sviluppato dall’agenzia di comunicazione “Slevin” e scritto in collaborazione con
Andrea De Rosa e Chiara Mastalli.
M U S I C A
music
& "Relaxing"
" "RHYTHM
collection
dedicata al
ritmo della
danza
music
collection
dedicata al
benessere
Dopo il successo di "Dillo Alla Danza vol 2" l'associazione Stefano Francia EnjoyArt, lancia una nuova produzione
discografica dedicata ai ritmi di tutti gli stili di danza. La collana discografica, disponibile su ogni digital store, sarà
composta da vari volumi, ognuno dei quali studierà il ritmo di una singola danza. Il primo volume è dedicato al ritmo
del Cha Cha Cha. L'opera "Rhythm" è studiata per agevolare l'insegnamento musicale e coreutico del ballo stesso.
Nella stessa collana discografica troverete anche "Relaxing", musiche studiate per accompagnarvi nel pratiche di
rilassamento quotidiano.
Avere una conoscenza di base della musica, e in particolare del ritmo, aiuta a ballare in armonia, a memorizzare la
coreografia, a migliorare la coordinazione con il partner o i partner e, soprattutto, a muoverci a tempo. Per tutti
questi motivi è importante conoscere e memorizzare il ritmo di ogni danza.
Infatti le pubblicazioni discografiche "Rhythm" prodotte dalla Stefano Francia EnjoyArt non hanno melodie musicali,
ma sono concentrate sui ritmi accompagnati da solo armonie per sviluppare maggiore concentrazione e apprendere
meglio il rimo del ballo stesso.
Ogni singola traccia è utili ai principianti per imparare i primi passi, agli amatori e i professionisti per potenziare la
tecnica.
"Rhythm" è un progetto di Fabrizio Silvestri e Bernardo Lafonte. La produzione è affidata al Pomodoro Studio Edizioni
Musicale e la distribuzione, negli store digitali, alla Always Record.
La composizione delle basi musicali ritmiche di latini, standard, liscio e ballo da sala e caraibici è affidata all’artista
Americana Julie Collins.
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M U S I C A
M U S I C A
Quest’estate TOSCA torna in concerto in tutta Italia con l’atteso live
del suo Morabeza, l’album per cui nel 2020 ha ottenuto due Targhe
Tenco, miglior interprete di canzoni e migliore canzone con Ho amato
tutto.
Ho aspettato tanto questo momento e finalmente è arrivato! - dichiara
Tosca- “Morabeza”, il concerto che ho tenuto al caldo per quasi un
anno e mezzo vede la luce. E che luce! Una bellissima scenografia di
Alessandro Chiti, musicisti meravigliosi diretti da Joe Barbieri, un filo
di parole tratte dal “Canto alla durata” di Peter Handke, che lega il
tutto, cucito per me da Massimo Venturiello che cura anche la messa
in scena. Sono davvero felice. Stiamo tornando ad abbracciare le
persone.
Morabeza Estate 2021, questo il titolo del tour estivo, che poi
proseguirà da ottobre nei teatri italiani e subito dopo in Europa e nel
mondo con il titolo di Morabeza in teatro, conduce il pubblico nelle
atmosfere di colore e di calore di un immaginario salotto
sudamericano. Tosca, attraverso un dialogo continuo con i suoi
musicisti, interpreta dal vivo i brani dell’album, e non solo,
spingendosi anche oltre i confini della sua ricerca musicale. Se infatti
Morabeza è già una colorata giostra poliglotta che celebra l’intreccio
e la contaminazione fra i popoli, un ponte fra la radice italiana e le
musiche d’altrove, in particolare francese, brasiliana, portoghese e
tunisina, sul palco Tosca allarga ancora di più le zone della sua
esplorazione fino ad abbracciare nuovi mondi sonori di un’ancor più
vasta zona del nord dell’Africa e facendo visita al repertorio recente e
meno recente di quell’area musicale latina compresa tra il Centro e il
Sud dell’America.
Ma non finisce qui. Tra eventi speciali e premiazioni Tosca sarà
protagonista di alcuni incontri tra musica e parole nella forma di
ConversaConcerto e, come l’estate scorsa, porterà in giro anche il
suo road movie prodotto da Rai Cinema, Leave e Officina Teatrale per
la regia di Emanuela Giordano, Il suono della voce, documentario e
mini live, per il quale è stata riconosciuta Protagonista dell’anno ai
Nastri d’Argento Doc 2020. Inoltre, nel primo anniversario della sua
scomparsa, con la Roma Sinfonietta renderà Omaggio a Ennio
Morricone con un concerto monografico ispirato al disco Focus, con
le musiche create da Morricone per la cantante portoghese Dulce
Pontes, e alle canzoni e ai brani tratti dalle più famose colonne
sonore. Per Tosca, il compositore romano ha scritto canzoni
comprese nell’album Incontri e passaggi, mentre con la Roma
Sinfonietta ha collaborato, nel corso di una quindicina d’anni, sia per
le incisioni discografiche sia dirigendola in numerosi concerti nel
mondo. Sul podio in quest’occasione ci sarà Paolo Silvestri, jazzista e
interprete dalle molte competenze, oltre che autore di musiche per il
teatro e il cinema, e a completare il quadro, i solisti di spicco come
Javier Girotto e Nico Gori che si alterneranno nelle date.
Molti sono stati gli eventi che si sono accavallati, racconta, e cosi ho
deciso anche di partecipare ad alcuni fuori programma davvero
irrinunciabili come delle incursioni nella musica popolare, nel teatro,
in repertori meravigliosi con delle grandi orchestre... ma non svelo di
più. Vi aspetto in giro per tutta l’estate e metto su il più bel sorriso
che ho, perché si torna a sorridere, finalmente!
Sul palco, accanto a Tosca: Giovanna Famulari, brillante
polistrumentista che si alterna tra violoncello, percussioni e
pianoforte, Massimo De Lorenzi alla chitarra classica, Elisabetta
Pasquale al contrabbasso e voce, Luca Scorziello alla batteria e Fabia
Salvucci vocalist e percussionista.
www.tizianatoscadonati.it e www.vertigomusic.it
M U S I C A
VOODOO SOUND CLUB
Animal Farm
Il nuovo video di Voodoo Sound Club è Animal Farm, per la label italotedesca Rubik Media. È girato al Locomotiv Club di Bologna,
per la regia di Daniele Poli. Il brano è già disponibile su tutte le piattaforme digitali e in rotazione radiofonica.
«Animal Farm nasce nel momento di rinnovamento del cuore sonoro della nostra band» racconta Guglielmo Pagnozzi, direttore
artistico del collettivo. «Risorge dalle ceneri, dopo anni di silenzio, il sound originario con il piano elettrico arricchito oggi
dall’introduzione del synth e da sapori armonici jazz-oriented, con un sospetto di anni ‘80. Una nuova e più fresca rilettura
dell’afrofunk che nel 2008 ha dato inizio al percorso del Voodoo Sound Club». Animal Farm è fa parte di una trilogia. «È la prima
“tavola” di un trittico per musica e immagini che stiamo realizzando in collaborazione con il giovane videomaker Daniele Poli. Tre
brani e tre video che costituiscono un’unica introduzione tripartita al concept album sul quale siamo già al lavoro e che vorremmo
pubblicare nel 2022» spiega Pagnozzi. «Mi sono fatto ispirare dalla quotidianità intrisa di simboli e significati di Pagnozzi» afferma il
regista Daniele Poli. «L’idea è quella di rappresentare le sonorità tribali di questo brano come se fossero dei ritratti, dei dipinti
rinascimentali di “bestie” dei nuovi mondi, ingabbiati in un buio di cattività e illuminati come oggetti, per essere mostrati a chi gli fa
visita. Non si tratta di animali allo stato brado ma di “animali guida”, ovvero quella parte più selvaggia ma anche pura che si
nasconde in noi e che si camuffa con l’istinto ispiratore, ancora presente nelle culture tribali così come nelle sonorità dei VSC. Nella
realizzazione mi ha affiancato Mattia Garoia come Light Designer permettendomi di ricreare, già in fase di ripresa, quel buio pastoso e
oleoso dei vecchi “olio su tela”, presenti in alcuni angoli della dimora di Pagnozzi»
Il Voodoo Sound Club è definito dalla critica uno dei migliori sound d’Italia. La band suona un nuovo e allo stesso tempo ancestrale,
sound Funk Afro Beat. Il Voodoo Sound Club, nasce nel 2009 da un’idea di Guglielmo Pagnozzi virtuoso strumentista del clarinetto e
del sax alto, attivo sulla scena del jazz italiano dai primi anni novanta. Tra le collaborazioni più in vista di Pagnozzi ci sono quelle con
Lester Bowie, Famoudu Don Moye, Steve Lacy, Ernst Reijseger, Bob Moses, Furio di Castri, Paolo Fresu, Antonello Salis, Enrico Rava,
Daniele Sepe, Roberto Paci Dalo’, Sangue Misto, Gianni Gebbia, Roberto “Freak” Antoni, Billy Konate, Gianluca Petrella, Saba
Angliana, Roy Paci. Proprio dalla collaborazione decennale con il musicista Roy Paci nasce il progetto Roy Paci & Guglielmo Pagnozzi
Voodoo Sound Club plays Africa con una serie di concerti in vari festival italiani tra cui Milano Film Festival.
VOODOO SOUND CLUB
Guglielmo Pagnozzi - Sax, Synth, Voice
Davide Angelica - Guitar
Salvatore Lauriola - Bass
Danilo Mineo - Percussions
Gaetano Alfonsi - Drums
Alessandro Altarocca - tastiere
www.voodoosoundclub.com
https://www.facebook.com/pages/Voodoo-Sound-Club
https://twitter.com/VoodooSoundClub
www.youtube.com/user/voodoosoundclub
M U S I C A
RUMBA DE BODAS
Rimini Minivan
Rimini Minivan è il secondo brano in italiano della band emiliano-romagnola e si presenta come un tormentone estivo contemporary funk,
fedele al sound internazionale che caratterizza i Rumba de Bodas dagli esordi. Pescano elementi dal passato, tra synth anni ’80 e ritmiche
anni ’90, con uno sguardo alle più moderne influenze della trap, tra fraseggi ed effetti sulla voce graffiante di Rachel Doe.
Rimini Minivan ci mostra due facce della stessa medaglia: da una parte abbiamo sonorità che subito ci fanno pensare alla festa, all’estate, alle
luci neon di una gigante disco all’aperto, mentre il testo è autobiografico e mostra l’apatia individuale che accomuna la generazione dei
millennials, la paura di restare soli, e al contempo di non sentirsi veramente compresi degli altri, soprattutto in termini di mental health. La
testa sembra girare in tondo come un tagadà e quando scendi senti che ti manca la terra sotto i piedi. È la depressione post concerto, la
disillusione che ha colpito duramente il mondo del music business, e più in generale la categoria dei lavoratori dello spettacolo, mentre una
quotidianità alienante si prende tutte le energie che le servono per alimentarsi in un ciclo che si ripete sempre uguale. È nel ritornello che
vediamo uno spiraglio di soluzione a questa condizione depressiva.
A volte basta uscire, magari solo per comprare le cartine e ti ritrovi a fare il giro di tutta la città per riempire occhi e testa di immagini e
rumori, per sentirsi partecipi della comunità e del luogo che abitiamo. Un grido che sembra dire “io voglio esistere, nonostante tutto”.
I Rumba de Bodas nascono a Bologna nel 2008 dall’incontro di un gruppo di compagni di scuola. Il loro nome deriva dall’unione di due
espressioni bolognesi: “rumba”, ovvero far rumba, far casino, e “bodas” che deriva dai matrimoni, spesso teatri delle prime esibizioni della
band, e anche simbolo del connubio tra i generi musicali con cui il gruppo sembra ancora oggi non riuscire a decidersi. Per anni si
esprimono prima per le strade cittadine, con un’attività di busking che li porta a girare e a ed esibirsi nelle piazze europee e italiane.Negli
anni il gruppo abbandona definitivamente la sua anima street e colleziona apparizioni in alcune delle manifestazioni musicali più importanti
d’Europa: Montreux Jazz Festival (Svizzera), Saalfelden Jazz Festival (Austria), Copacabana (Belgio), Hemingway Jazz festival (Albania). Dal
2014 al 2019 è resident band all’Edinburgh Jazz Festival in Scozia, dove registra numerosi eventi sold out. Nel 2018 per la prima volta il
gruppo esce dai confini Europei per una tournée in Corea del Sud, dove la band si esibisce nei famosissimi Seoul Music Week e Jazz Tonic
Festival. Nella stessa estate conquistano il pubblico russo dopo un concerto davanti a 5000 persone al Kaliningrad Jazz Festival.
Ascolta Rumba de Bodas: https://open.spotify.com/artist/43IQ5G04w55ib9XRwCAoIJ?si=6CRCMJkuSxm95YVQulYVfQ
M U S I C A
Il ritorno sui palchi italiani di Mr. Bricks & the Rubble
Dopo l'incredibile successo riscosso attraverso il digital tour tra Italia e
Germania approdato sulle piattaforme di United We Stream, United We
Stream Milano, Dringeblieben e Rubik Youtube sono pronti a tornare
fisicamente ad esibirsi sui palchi italiani.
Dario Mattoni, in arte Mr. Bricks, voce e chitarra, Giuseppe Santorsola alla
batteria, Dario Penta al contrabbasso, Francesco Lomangino sono i nomi
dei componenti del gruppo pugliese Mr. Bricks & the Rubble, che avranno
la possibilità di realizzare a brevissimo un tour italiano, organizzato dall
ágenzia Ludwig Sound grazio al bando di Programmazione Puglia Sound
Tour Italia 2020/2021.
Mr. Bricks and the Rubble con un Rhythm and Blues di matrice anni 50,
grande attenzione verso i pezzi più coinvolgenti della scena
contemporanea (come nel caso del singolo uscito a giugno,“Toxic”, remake
della hit di Britney Spears), riescono a coinvolgere un pubblico sempre
più vasto che si scatena con sonorità vintage realizzate magistralmente
dal gruppo.
Potrete assistere al concerto di Mr. Bricks & the Rubble nelle seguenti città:
8 Luglio: Suoni Mobili, Montesino di Besana Brianza
9 Luglio: Surfer Joe, Livorno -
10 Luglio: Il Ballo di Gorleri, Imperia
11 Luglio: Artisti in Piazza, Pennabilli
Karamu Afro Collective
I Karamu Afro Collective sono una band dal cuore afro, che si avventura nei colori dei generi del soul e dell’afrobeat,
contaminati da una vena jazz e funk. Lontano dai tratti di una band Afrobeat classica, il gruppo nasce dall’idea musicale di
tre artisti che già hanno avuto modo di farsi conoscere da pubblico e critica sotto il nome di Whitey Brownie, con
Alessandro Trani alla batteria, Micol Touadi alla voce ed il tastierista Alessandro Pollio. singolo Take me away (label
Musicamorfosi in collaborazione con Rubik), un brano che insieme al suo energico videoclip, per la coreografia di
Francesca Cristofoli del Modulo Project, ci porta in un viaggio verso il calore e lo splendore della madre Africa che, grazie al
ritmo e ai suoni di questo brano, non sembra essere poi così lontana.Take me away (label Musicamorfosi in collaborazione
con Rubik), un brano che insieme al suo energico videoclip, per la coreografia di Francesca Cristofoli del Modulo Project, ci
porta in un viaggio verso il calore e lo splendore della madre Africa che, grazie al ritmo e ai suoni di questo brano, non
sembra essere poi così lontana. Al centro la figura della frontwoman Micol Touadi con la sua voce potente e raffinata che,
fra sonorità soul e afrobeat, canta del suo sogno Africano, lontano dalla solitudine e dalla timidezza, in cui ritrovare la gioia
di vivere essendo fieramente sé stessi, realizzando i propri desideri attraverso la ricerca della propria identità, come una
farfalla che finalmente riesce a spiccare il volo.
B E N E S S E R E
BENESSERE
di Alessia Pentivolpe
Ph MC.
B E N E S S E R E
ph MC.
Model Samuela Piccolo
I cambiamenti della Terra e della società moderna
hanno illuminato le coscienze tendendo la mano alla
natura, e avvicinando il cuore agli elementi cercando
di ristabilire un contatto. Da tempi remoti gli uomini
tramandano il massaggio olistico, senza frontiere,
come concetto salutare di vita, riequilibrando il
benessere psico-fisico. L’energia è fonte di vita, si
rigenera continuamente e un massaggiatore olistico
con manovre come sfioramenti, pressioni,
digitopressioni, percussioni crea attorno a sé un
legame con la dimensione circostante. Un ambiente
inebriato di olii essenziali, incensi, (aromaterapia),
candele, cromoterapia, musica, accompagna il
massaggiatore e il ricevente in un viaggio unico ogni
volta, allontanando lo stress e l’ansia; stimola
serotonina e melatonina, distende i muscoli,
favorisce la circolazione e l’ ossigenazione dei tessuti
con benefici drenanti e immunostimolanti, libera la
mente e riduce la tensione. Lasciarsi massaggiare
per un’ ora aiuta a vivere bene, il tempo attorno
rallenta e la nostra essenza si rinnova.
T A N G O
di Federico Vessella
T A N G O
Nel vasto universo della musica rioplatense, la milonga è uno dei
rappresentanti più illustri della contaminazione tra le diverse culture
che si sono intersecate tra Argentina e Uruguay. Insieme al Tango salón
e al Tango vals, la milonga completa la terna di stili che vengono ballati
durante una serata di tango.
L’origine della milonga urbana è triplice: i progenitori sono la habanera,
il candombe e la milonga campera. La habanera è un ritmo ed una
danza di origine cubana (lo stesso nome rimanda all’Havana), diffusa
nei secoli soprattutto nelle coste mediterranee della Spagna; tra i brani
più famosi vi sono La Paloma di Sebastán Iradier e L'amour est un
oiseau rebelle dalla Carmen di Georges Bizet. Il Candombe è quanto
sopravvive di un ritmo proveniente dall'area africana del Congo e
dell’Angola (cultura Bantù), portato in Sud America dagli schiavi
africani, che è stato parte importante della cultura uruguayana negli
ultimi duecento anni; lo strumento dominante del candombe è il
tambor, un tamburo che in varie forme accompagna ancora oggi le
sfilate di carnevale a Montevideo. La milonga campera, o milonga del
sud, è il genere musicale tipico della pampa argentina, un ritmo di
origine spagnola contraddistinto dall’uso della chitarra; gli interpreti di
questo genere sono i payadores, gauchos (mandriani delle praterie) che
si dilettano a comporre testi improvvisati in rima, il che li avvicina,
come immagine, ai nostri stornellatori.
Diversamente dal tango salón e dal tango vals, la milonga urbana ha un
preciso anno di nascita, il 1931. Il primo brano che venne inciso fu
Milonga sentimental, di Sebastian Piana con parole di Homero Manzi.
A partire da questo tema, nacque quello che ancora oggi è considerato
il genere folclorico più vitale nel mondo del tango argentino, una sorta
di contraddanza europea in versione rioplatense.
La base primitiva del ritmo della milonga fu il bordoneo, un sistema di
suddivisione di 8 semicrome in tre gruppi (3 + 3 + 2) che fu ripreso in
modo diffuso dagli artisti del tango di avanguardia, in particolare Astor
Piazzolla. Nel suo processo di evoluzione in milonga urbana, perse
questa base ritmica per adottare quella della habanera, più quadrata, in
2/4. Oggigiorno è su questa marcazione ritmica che viene ballata la
milonga. Rispetto al tango salón, la milonga urbana trasmette meno
malinconia, grazie ad un tempo rapido di esecuzione e a testi spesso
picareschi. Lo stesso Jorge Luis Borges la preferì al tango tradizionale
proprio per queste caratteristiche.
Tutti i grandi direttori delle orchestre di tango di ogni epoca si sono
cimentati nell’eseguire brani di milonga, ma alcuni di essi hanno
occupato un posto particolare nel cuore dei ballerini per le
interpretazioni proposte: Juan D’Arienzo, Francisco Canaro, Edgardo
Donato, Pedro Laurenz, Angel D’Agostino.
Oltre che genere musicale, il termine “milonga” indica anche il luogo
fisico dove si incontrano i ballerini di tango. Quella che per gli italiani è
la balera, per i tangueri di tutto il mondo prende il nome gergale di
milonga. Gli stessi ballerini, che frequentano assiduamente questi
luoghi, vennero col tempo identificati come milongueros. Vi sono molti
brani, sia di tango salón che di milonga, che fanno riferimento al
termine “milonga” ed al verbo derivato, milonguear, ad indicarne
l’importanza che riveste per la cultura rioplatense e la storia del tango:
Milongueando en el 40, Milonga de mis amores, Milonga criolla,
Cuando llora la milonga, La vida es una milonga, ecc. Perfino la Real
Academia Española, equivalente alla nostra Accademia della Crusca,
riconosce il termine “milonga” e “milonguear”, quest’ultimo ad indicare
l’atto di ballare o suonare una milonga.
T A N G O
milongandoblog.wordpress.com
facebook.com/lamilongadialvin
P I T T U R A
P I T T U R A
Il maestro Mauro Gavazzi da sempre ha coltivato la
passione della pittura, ha studiato all’Istituto Statale
d’arte di Pistoia; allievo di Pietro Bugnai e Jorio Vivarelli.
Si è poi laureato al magistero d’arte, di Firenze, sezione
Pittura; allievo di Francesco Melani e Agenore Fabbri. Nel
periodo giovanile, ha svolto il suo lavoro di artista, nella
sua Toscana, partecipando a mostre collettive, nella
galleria Vannucci di Pistoia con i famosi Pittori, Barni,
Ruffi e Buscioni.
In quel periodo, ha realizzato pitture murali, con la
tecnica dell’affresco, per abitazioni private e pubbliche e
amministrazioni ottenendo importanti riconoscimenti.
Ha partecipato a numerose manifestazioni di pittura
estemporanea, classificandosi sempre primo, nei paesi di
Bardalone, Castagno, Pescia, Firenze, Fabiana, Pistoia,
Prato, Lucca ecc. Ha preso parte, a decine di mostre,
esponendo sue opere, in ambito nazionale, e
internazionale. Dopo un’attività̀ di Pittore figurativo e di
ritrattista, dopo il 1980 si dedica intensamente alla
pittura di ricerca (geometrismo lirico), astrazione figurale,
informale. Da ricordare le opere decorative, realizzate per
la mostra biennale dei fiori di Pescia, come nelle varie
discoteche, per giovani.
Nel 2003 è eletto, consigliere comunale a Genova e di
seguito, Assessore alla cultura e turismo sino al 2012.
Durante il suo mandato ha organizzato tantissime
Mostre a Genova, in Francia e Germania. Nonostante
l’impegno Istituzionale, ha continuato la sua ricerca
pittorica sul simbolismo. Si può dire che tutta l'arte visiva
sia un fenomeno simbolico, se essa unisce due significati
lontani o meglio sintonizza, su un significato comune,
due individui distinti, l'artista e lo spettatore, che
comunicano empaticamente grazie al medium
rappresentato dall'opera e dai suoi intrinseci significati
simbolici, per cui un segno, una forma, un oggetto, può
far riferimento, a una realtà che non è raccontata o
svelata esplicitamente, ma resa comprensibile alla nostra
capacità, percettiva, eludendo i normali processi
razionali. Da maggio 2013, ha deciso di svolgere solo
l’attività di Artista a tempo pieno, nel suo studio a san
Lorenzo al mare sempre in Liguria.
Mauro Roberto Gavazzi è un artista che non può essere
annoverato tra nessuna delle tendenze moderne della
pittura e, allo stesso tempo, nel suo lavoro c'è una sorta di
accostamento irrazionale e rimandi a stili diversi, sia
classici che contemporanei. Ha creato il suo stile,
originale e riconoscibile e indubbiamente talentuoso e
unico. Ha trovato la sua nicchia nella vasta storia dell'arte
italiana. Questo è uno stile gioioso, solare, colorato,
misterioso e di fantasia, sogni, passioni e desideri
dell'artista.
La sua volontà, il carattere, le aspirazioni e la conoscenza
tutto è nei suoi dipinti che ne fanno un discendente e
degno erede della Grande Cultura Italiana.
G L A S S A R T
CHE DISEGNANO L’ARIA, NOTE CHE CONNETTONO GENERAZIONI
SEGNI
Schostakovich irrompe nelle memorie con incisione, il colore dipinge in libertà
sull’anima del vetro. Contrasti che diventano trame. La trasparenza crea profondità,
i riflessi danzano pulsanti. Un’illusione di movimento si impronta in una certezza ferma.
di Assia Karaguiozova
Waltz Pot -concept e design Assia Karaguiozova per NasonMoretti
L I B R I
Una
Recensione di Roberta Sgambati
Bellezza che fa PAURA
Rubrica a cura del blog
"Il COLORE DEI LIBRI"
http://ilcoloredeilibri.blogspot.com/
Trama
Dylan si innamora di Ellis nell'istante in cui
lo incontra. El è divertente, magnetico,
spavaldo e rende eccitante tutto, persino
vivere in una piccola e noiosa città come
Ferrivale. Con lui il cuore di Dylan vola,
leggero. Con lui accanto, ogni paura
svanisce. Tanto che nel momento in cui,
dopo qualche mese di incontri clandestini,
qualcuno diffonde un video che li ritrae in
un momento di intimità, Dylan trova il
coraggio di fare coming out con la
famiglia. E, con stupore, si accorge che
tutti intorno a lui, non solo i suoi genitori,
sembrano all'apparenza accettare la sua
relazione con El senza alcun problema. La
sua felicità però ha vita breve. Un tragico
incidente, infatti, lo separa per sempre dal
ragazzo di cui è follemente innamorato. Da
quel momento, schiacciato da un dolore
che non sembra avere fine – come può
vivere senza El, che è il suo cuore, la sua
ragione, il suo futuro? –, Dylan inizia a
scoprire quanto poco sapeva di Ellis e,
soprattutto, che il suo ragazzo non era
l'unico a Ferrivale a nascondere verità
inimmaginabili…
Titolo: Una bellezza che fa paura.
Autore: WILLIAM HUSSEY
Prezzo: € 18,00
Ebook: € 9,99
Pagine: 252
Genere: Mistery YA
Editore: Mondandori
Cari Colors, oggi torno a parlare di un'autrice che mi ha sempre conquistata
con le sue storie di donne vere e che riescono a riaffacciarsi alla vita. Anche
questa volta la protagonista è una donna che deve rimettersi in gioco anche se
in modo diverso. Il suo nome è Cristina ed ha avuto la fortuna di incontrare
Andrea che ha amato in modo assoluto e profondo, la sua perdita l'ha
annientata. Un pensiero torna spesso a infastidirla... era un amore equilibrato
o aveva annullato se stessa in funzione del marito ? Questa domanda le è stata
posta velatamente più volte anche dalla madre che non riusciva a capire
questa unione così stretta e quasi esclusiva. La sua vita dopo di lui sembrava
vuota e finita sino a quando un evento traumatico come una rapina l'ha scossa
: era ancora una madre e una donna che credeva di aver già amato
abbastanza! Cristina rimembra com'era la loro vita di coppia, lei aveva amato
ed ama ancora il marito in modo totale, tutto era in sua funzione e ciò che era
prima di conoscerlo e ciò che è il presente senza averlo accanto sembrano non
interessarla. Lui l'ha lasciata senza un biglietto, senza farle capire che era
arrivato il suo momento di andarsene con dignità, si sentiva tradita sin dal
quando aveva scoperto che lui le aveva nascosto la malattia e non riusciva a
capacitarsi di non averlo conosciuto abbastanza a fondo. Sapeva come gli
piacevano le uova, la temperatura giusta del caffè, la marca del dentrificio che
gradiva di più, la sua grappa preferita scovata in una piccola enoteca del
centro e molto altro ma non aveva capito quali erano le sue intenzioni nel
momento più difficile. La figlia sembrava anch'essa vivere in funzione del
padre ed ecco che ,alla sua mancanza, si è allontanata dalla madre in maniera
brusca e dolorosa, due estranee incapaci di comunicare che soffrono in
solitudine. L'autrice in questo romanzo mette in luce le dinamiche di una
coppia sposata da tempo, dove la moglie ha dato la precedenza ai bisogni degli
altri con gioia e serenità ma che non si è mai soffermata a pensare se quello
che faceva per gli altri era giusto anche per lei. Conosceremo Andrea
attraverso gli occhi di Cristina, uomo buono e gentile che l'amava ma che
l'aveva anche plasmata come la moglie perfetta; non fraintendete a Cristina
andava più che bene ma proprio quando lui è mancato non sapeva più chi
fosse veramente. Ma una donna può amare così tanto da non riuscirci più, anzi
da credere di non averne più il diritto ? Il karma può stabilire quanti grandi
amori si possono avere nella vita? Il libro scorre veloce e fluido, la trama è ben
sviluppata e accompagna il lettore nella vita di gente comune a cui succedono
sia cose brutte ma anche cose belle rendendoli verosimili e vicini alla
quotidianità. Piacciono i momenti di romanticismo anche se alcuni sembrano
veramente figli di altri tempi ed epoche, ormai siamo talmente assuefatti a
"conoscere" ,tramite social, chi ci piace da avere incontri/scontri talmente
veloci che lasciano pochissimo spazio al vero corteggiamento . L'autrice
sottolinea che l'amore non ha età e non ha date di scadenza, non è a tempo e
nemmeno a peso. Il libro mi è piaciuto perchè è un incitamento a cogliere gli
attimi giusti e tutti possiamo essere felici, possiamo trovare una felicità
semplice proprio vicino alla nostra porta se solo guardiamo con gli occhi giusti.
L I B R I
Super Madness: Peace
Volume di racconti brevi a scopo benefico
La beneficenza non si ferma anche in tempi di Coronavirus.
E così, in poco tempo, autrici e professioniste volontarie
hanno messo a disposizione parte del loro tempo per la
realizzazione di racconti brevi per la raccolta Super
Madness: Peace. Il ricavato dalla vendita di quest'opera
andrà in beneficenza all'associazione Horac Nepal, con
sede a Kathmandu e da anni attiva nella difesa dei minori. Il
progetto, nato da un'idea dell'autore e sceneggiatore
italiano Stefano Labbia, si pone proprio come obiettivo
l'analisi di temi quali l'emarginazione, il bullismo e
l'abbandono. Si tratta di temi indubbiamente frequenti
nell'universo infantile.
L'associazione Horac Nepal lavora per offrire migliori
opportunità di vita ai bambini orfani, vittime di conflitti
politici o in condizioni di estrema povertà. Garantisce
inoltre che i loro diritti vengano rispettati per orientare
questi bambini verso un futuro migliore.
L'intero ricavato dalla raccolta di racconti sarà devoluta
all'associazione senza scopo di lucro Horac Nepal. Di
seguito, il link relativo all'opera disponibile in versione
cartacea: . I partecipanti al progetto a scopo di beneficenza
sono le seguenti autrici e professioniste: Chiara Pedrocchi,
Maria Chiara Carriero, Federica Foradini, Cristina Tizian,
Sabina Natali, Carolina Salomoni, Lara Ponchia, Francesca
Corona, Barbara Fossi, Cinzia Carnevali, Barbara Astegiano
e Giuditta Bertoni. Un contributo speciale nella
realizzazione della raccolta va a Riccardo Mainetti, curatore
e responsabile editoriale e a Giovanni Querques,
impaginatore grafico.
Horac Nepal - Casa per il Soccorso di Bambini Afflittati è
un'organizzazione sociale senza scopo di lucro con sede a
Kirtipur-06, Taudaha, Kathmandu ed è registrata presso il
governo del Nepal e il Consiglio per il benessere sociale del
territorio. Lo scopo principale dell'organizzazione è
lavorare per il benessere dei bambini, in particolare gli
orfani, i bisognosi e i senzatetto. Ci si occupa quindi di
fornire loro cibo, alloggio, vestiti, istruzione ed un ambiente
familiare e accogliente.
Autore: Autrici varie (da un’idea di Stefano Labbia)
Titolo: Super Madness:Peace
Genere: Raccolta di racconti brevi
Tematica: Analisi di temi sociali (abbandono, emarginazione, bullismo, abuso di potere)
Personaggi principali: Super Madness (eroina principale), Quickly, May Hutchinson ed altri
Ambientazioni: Varie
Link per l'acquisto: https://www.amazon.com/SUPER-MADNESS-HORAC-Nepal-NoProfit-Org/dp/B095HQX7Z7
Stefano Labbia, classe 1984, è un giovane autore italiano di
origine brasiliana, Founder e CEO di Black Robot
Entertainment, casa di produzione e management agency di
prodotti
audiovisivi inglese e Black Robot Publishing, casa editrice
inglese.
Nato nella Capitale d'Italia, ha pubblicato la sua prima
raccolta di poesie, “Gli Orari del Cuore” nel 2016 per Casa
Editrice Leonida.
Nel 2017 ha dato alle stampe la sua seconda silloge poetica
dal titolo "I Giardini Incantati" (Talos Edizioni) ed il suo
primo romanzo "Piccole Vite Infelici" (Elison Publishing -
ebook) vincitore del Premio Elison 2017 come miglior
romanzo inedito.
Nel 2018 "Piccole Vite Infelici" è stato pubblicato in
versione cartacea da Maurizio Vetri Editore. L'autore nello
stesso anno ha pubblicato inoltre una raccolta di racconti,
"Bingo Bongo & altre storie" (Il Faggio Edizioni – ebook).
Nel 2019 è stata pubblicata la sua terza raccolta poetica dal
titolo "Vivo!!!" (Tempra Edizioni) e la sua prima graphic
novel per LFA Publisher dal titolo "Killer Loop'S" volume
uno.
Nel 2020 escono "Nel Rifugio Sommerso" (Amazon), la sua
quarta raccolta di poesie e la riedizione de "Gli Orari del
Cuore" prima silloge poetica, arricchita da contenuti extra
oltre alla sua seconda raccolta di racconti brevi "Kissinger:
blood & conquests" (Black Robot Publishing).
Nel 2021 l'autore da alla luce la sua quinta raccolta poetica
dal titolo "Amore dopo amore" e "Il trucco di Molière"
(Black Robot Publishing).
L I B R I
CINZIA GIORGIO
E LA STORIA DELLA
FAMIGLIA FENDI
Di Francesca Rossetti
Il nome Fendi è sinonimo assoluto di moda italiana in qualsiasi
Paese del mondo ed oggi ne parliamo con Cinzia Giorgio,
autrice di un libro in merito.
Chi è Cinzia Giorgio e come nasce l'idea di un libro sulla
storia della famiglia Fendi?
Sono una ricercatrice che insegna storia delle donne, scrivo
libri e dirigo il periodico online Pink Magazine Italia. Il romanzo
Cinque sorelle nasce dalla convergenza delle mie passioni:
scrittura, donne e moda. Narrando di Adele Fendi avevo la
possibilità, tra l'altro, di raccontare una storia fatta di passione,
dedizione e coraggio femminile.
Come sono state raccolte le informazioni storiche?
In archivio, su internet e leggendo tutti i libri usciti
sull'argomento. Sia per la storia di Adele che per quella del
pittore Godward e di Maddalena.
Ha conosciuto qualcuno dei loro parenti? Che cosa è
emerso di particolare sulla loro storia?
Ho conosciuto l'assistente personale di Anna Fendi e uno dei
loro avvocati. Persone splendide e disponibili, con le quali ho
avuto modo di interloquire più volte. Ma più di tutto mi ha
aiutato il libro di Franca Fendi, toccante e suggestivo.
Chi sono Maddalena e Clelia Splendori e quale ruolo hanno
avuto nella storia della famiglia Fendi?
Maddalena e Clelia sono due donne coraggiose e determinate
che sono realmente esistite; l'amicizia con Adele è un mero
espediente narrativo che mi ha però dato modo di raccontare
la storia dell'Italia di quel periodo e della boutique Fendi, da
un punto di vista "altro".
Come è cambiata la moda italiana grazie a loro?
Più che di moda, direi piuttosto che grazie alla madre è
cambiato il concetto di imprenditoria femminile nel campo
della moda. Le sorelle a mio avviso sono state pioniere di un
nuovo modo di pensare alle pellicce e hanno offerto a Karl
Lagerfeld un contratto freelance a vita, un unicum per l'epoca.
Sono previste presentazioni online?
Sì, il 13 e il 23 aprile alle 18, per ora.
Quando uscirà il film ispirato al romanzo?
Non dovete chiederlo a me ma alla mia casa editrice!
Io, ovviamente, non vedo l'ora.
F O R M A Z I O N E
di Renzo Maggiore
L’ENERGIA ALIMENTA I “PER” ED I “CONTRO”
Perché occorre lavorare per costruire più che per eliminare qualcosa
Nell’ascoltare le posizioni di alcune comunità e movimenti di opinione e d’azione, anche di quelli nati a
favore di Diritti Civili o per la cura delle dipendenze, noto spesso un “errore” linguistico che denota
ignoranza (nel senso di “non sapere”) in termini linguistici, spirituali ed energetici: si usa facilmente la
preposizione “contro” per posizionarsi in una parte chi si mette in antitesi ad un’altra o per condannare le
droghe, l’omofobia, le guerre, l’inquinamento, il fumo… La preposizione “contro” non fa che riconoscere
e dare importanza all’oggetto pronunciato! E’ sempre uno sbaglio “essere contro”, dividere una realtà
che non è affatto divisa.
Finché il pensiero, o addirittura la filosofia di fondo della propria azione sarà questa, proseguiranno i
conflitti, le comunità di cura e i centri di accoglienza continueranno a riempirsi di tossicodipendenti,
alcolisti, piccoli criminali, poveri, immigrati…
L’impostazione corretta a livello linguistico si basa sul “per”: costruiamo qualcosa di buono e costruttivo
per curare e soprattutto per prevenire i danni che la debolezza umana si autoinfligge usando il primo
mezzo che gli capita a disposizione (depressione, droghe, pratiche masochistiche, aggressività,
isolamento… suicidio).
Al livello spirituale vale l’Amore, non l’odio: l’Essere consapevole e illuminato non è “contro” niente e
nessuno, perché sa che l’Universo è Uno e indivisibile. A livello energetico, nominare un avversario lo
rende reale e semmai più forte. L’energia va perciò focalizzata sul fare qualcosa di positivo al fine di
ottenere un risultato utile per sé e per la comunità di riferimento, non per combattere qualsivoglia
persona, gruppo di persone, oggetto, mezzo.
Gli alcolici sono disponibili ovunque, eppure non è affatto necessario berli.
Le sigarette si trovano ovunque, eppure nessuno ci impone di fumarle.
Si può giocare d’azzardo ad ogni angolo delle città, eppure non serve buttare i soldi per giocare.
Si può perdersi davanti alla televisione o a internet, ma sono soltanto mezzi da utilizzare per uno scopo.
Si può tifare per una squadra insultando gli avversari, ma bisogna imparare ad ammirare piuttosto la
bellezza dei gesti e delle parole, a prescindere dalle maglie che si indossano, dai colori che si
difendono, dai partiti che si votano.
Dobbiamo perciò rinunciare ad “essere contro” e cominciare a pensare sempre “per”: la sanità mentale,
la consapevolezza, il saper comunicare e condividere, il rispetto di ogni singola Persona e della Natura.
Aiuta molto in questo percorso il fatto di avere uno Scopo che motivi e dia un senso a questa esistenza.
www.renzen.it
http://renzen.it/category/saggi/
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V I A G G I
d i L u c a A s c i u t t i
V I A G G I
Si può partire da Todi, dalla piazza medievale del centro storico e proseguire nella valle circostante in direzione
del Castello di Sismano, nel comune di Avigliano Umbro, raggiungendo poi la Foresta Fossile di Dunarobba e in
seguito la località di Sant’Eurosia. Si procede ancora in direzione di Toscolano e poi di Santa Restituta dove, nelle
vicinanze dell’antico borgo c'è l’affascinante Grotta Bella. Nel territorio del Comune di Amelia si incontra
innanzitutto la caratteristica frazione di Macchie, con il piccolo borgo immerso nel bosco. La città di Amelia
merita certamente una visita per le sue imponenti mura poligonali di epoca romana, per la Cattedrale, la chiesa
di San Francesco e quella di Sant’Agostino, i palazzi storici, il museo archeologico che espone, tra le altre opere,
la grande statua bronzea del Germanico, per le sue cisterne romane e per molto altro ancora.
Turismo Enogastronomico
I vitigni più tipici e famosi di questo territorio sono il grechetto e il ciliegiolo, certamente da assaggiare. Tra le
preparazioni tipiche della zona meritano una menzione la “striscia con le fave” – preparata da tradizione il giorno
della macellazione del maiale con rifilature di pancetta, costolette e altri pezzi, fave lessate e grasso -, la
“palomba alla ghiotta” ricetta tipica del territorio tuderte, la fava cottora dell’Amerino e il cicotto di Grutti.
Il progetto Transameria è sostenuto tra gli altri anche dall’Istituto Agrario Ciuffelli di Todi, la scuola di agricoltura
più antica d’Italia, che, magari al ritorno dall’itinerario, può essere un luogo interessante da visitare con le sue
cantine, il frantoio, il caseificio e i laboratori.
In questo viaggio enogastronomico è possibile incontrare agricoltori, artigiani, ristoratori coinvolti nel progetto e
scoprire così il territorio nella sua autenticità attraverso esperienze dirette particolarmente interessanti e
divertenti.
V I A G G I
V I A G G I
Le Isole Tremiti chiamate anche “Le Diomedee” si
trovano al largo delle coste del mar Adriatico, in Puglia,
fanno parte del Parco Naturale del Gargano e
costituiscono la Riserva Naturale marina Isole Tremiti.
L’arcipelago è formato da cinque splendide isole. La più
grande è l’Isola di San Domino ricoperta da boschi di
pini e di altre piante tipicamente mediterranee e ricca di
strutture turistiche e ricettive. Su quest’ isola si rifugiava
spesso nella sua splendida villa affacciata sul mare,
l’indimenticabile cantautore Lucio Dalla, trovando
ispirazione per molte sue celebri canzoni. La seconda
isola, in termini di dimensioni è quella di San Nicola, una
sorte di fortezza di roccia bianca e grigia con alcune torri
imponenti , entrambe con spiagge piccole ma dall’acqua
cristallina. Le altre isole sono, invece, disabitate:
Capraia regno dei gabbiani reali e luogo punteggiato da
piante di capperi, nonché paradiso degli amanti delle
immersioni. Al largo di questa isola a 14 metri di
profondità si trova adagiata la statua bronzea di Padre
Pio alta tre metri realizzata dallo scultore Mimmo
Norcia; l’Isola Cretaccio, che è uno scoglio deserto,
argilloso, inospitale, e l’isola di Pianosa che è una
Riserva marina integrale ed è inaccessibile.
Ho visitato le Isole Tremiti in una giornata d’estate
partendo, in nave, dal porto di Termoli. Sul tragitto
abbiamo ammirato il Mar Adriatico un po’ agitato,
eppure tempestato di splendide stelline scintillanti sotto
i raggi benevolenti del sole mattutino. Dopo un
modesto tragitto, riuscii ad intravvedere in tutto il suo
splendore L’ Isola di San Nicola. Questo lembo di terra è
comparso come un miraggio dalle acque infinite man
mano che la nostra nave si avvicinava ad esso. Altre
isole dell’arcipelago spuntavano come dal nulla
ispirando ammirazione e curiosità in tutti noi quelli che
erano sulla nave. Sbarcammo, quindi, sull’Isola di San
Domino che è la più grande dell’arcipelago e, una volta
lasciato indietro a noi il porticciolo, abbiamo raggiunto
Cala delle Arene. La spiaggia non è troppo grande, ma
bella, dall’aria romantica, incastonata in una baia. La
sabbia dorata, piacevole al tocco dei piedi scalzi…il mare
da sogno, dalle sfumature di un azzurro turchese e
sempre cristalline; pesciolini argentati, spesso
raggruppati nuotavano insieme a noi appena siamo
entrati nell’acqua caldissima. Abbiamo deciso, poi, di
girovagare un po’ per “scoprire” l’isola; ovunque si
sentivano i canti incessanti delle cicale nascoste tra i
rami folti dei pini e nella macchia mediterranee … dei
veri e propri concerti. Sulla parte alta dell’ isola ci si può
fermare spesso per ammirare, da lassù, le splendide
calette dalle acque turchesi, le piccole imbarcazioni
bianche ormeggiate al largo, e si può ammirare anche
l’isola di San Nicola. Si possono fare delle escursioni a
bordo di apposite imbarcazioni e si costeggiano, così, le
isole dell’arcipelago Tremiti, si scoprono scogliere
frastagliate, sculture naturali scolpite sulle rocce,
grotte profonde, irraggiungibili, baie, numerose calette
misteriose … insomma, veri e propri angoli di paradiso
terrestre. Le Isole Tremiti, perle dell’Adriatico, sono il
posto dove il paesaggio è pieno di suggestione,
magnifico, irreale di una bellezza infinita e, una volta
visitate, sicuramente si avrà la voglia di tornare in
questo luogo incantato!
V I A G G I E C U C I N A
mediterranea, hanno permesso alla Città bianca di essere insignita della Bandiera Blu. La costa di Ostuni, dunque, si
V I A G G I E C U C I N A
Eh siamo arrivati all’estate tanto agognata e, dopo un anno ancora difficile ci apprestiamo a goderci il mare ed i luoghi a
noi più cari tra vaccini e qualche libertà controllata.
Il profumo del mare, le lunghe camminate tra boschi, montagne e città d’arte ... cercheremo di goderci il più possibile il
nostro Belpaese, non dimenticando la cucina e l’enogastronomia a cui siamo tanto legati. Una delle mete preferite e a me
tanto care è la mia amata Puglia tra ulivi, mare, pesce fresco e prodotti che mi ricordano la mia infanzia.
Eccoci ad Ostuni pittoresca e tutta da scoprire, la Città bianca. Rinomata meta turistica Ostuni vanta un borgo medievale
meraviglioso, ricco di stradine e abitazioni imbiancate con la calce. Una passeggiata nella città vecchia, detta la “terra”
per distinguerla dalla più recente “marina”, regala scorci pittoreschi tra vicoli, ripide scalinate, corti e piazzette su cui si
affacciano case bianche impreziosite da gerani, botteghe artigiane, ristoranti tipici e negozietti. Arroccata su tre colli,
Ostuni sorge nella Valle d’Itria a 218 metri sul livello del mare. Dista 42 km da Brindisi e 8 dalla costa adriatica su cui
sventola la Bandiera Blu.
Città d’arte, dove possiamo trovare diversi stili architettonici e molti musei dove aggirarsi e rendere ancora più
interessante la visita e le nostre vacanze. L’agro di Ostuni, invece, è costellato da masserie, molte delle quali trasformate in
accoglienti agriturismi e resort di lusso.
I 17 chilometri di spiagge, in cui si alternano calette sabbiose, scogli, spiagge di ciottoli e dune coperte di macchia
distingue per la qualità delle acque, della costa, dei servizi e delle misure di sicurezza ed educazione ambientale. Da Torre
San Leonardo a Lido Morelli, inoltre, si dispiega il “Parco Naturale delle dune costiere” che include anche una zona umida
con laghetti di acqua salmastra, dune fossili e una parte delle lame che confluiscono nel mare.
Territorio ricchissimo di prodotti tipici locali fanno della zona di Ostuni un pozzo di meraviglie enogastronomiche tutte da
assaggiare ed acquistare. Ulivi secolari da cui si produce un olio extravergine d’oliva dop di alta qualità, ciliege, uva,
castagne e mandorle, il pesce dell’Adriatico, erbe aromatiche e prodotti caseari e salumieri, la pasta fresca tra cui
spiccano le orecchiette e i cavatelli, taralli e una miriade di altri prodotti locali. Tra i vitigni ed i vini troviamo: l’Aleatico di
Puglia doc, Ostuni doc, Brindisi doc, Puglia igp, Malvasia nera di Brindisi, Sangiovese, Negramaro, Ottavianello.
Uno dei piatti tipici e poveri del territorio è la frittata alla menta, profumata e fresca, gli spaghetti ai ricci di mare vera
ghiottoneria per palati sopraffini, la focaccia ripiena di cipolle,i polipi di Ostuni e le monachelle.
Beh, allora buona estate e buon gusto…
V I A G G I E C U C I N A
SPAGHETTI AI RICCI DI MARE
INGREDIENTI PER 4 P
80 gr di ricci di mare freschi
320 gr di spaghetti o linguine
100 gr di pomodorini di manduria
1 spicchio di aglio
olio evo
prezzemolo, sale, pepe o peperoncino fresco
PROCEDIMENTO
Soffriggere in abbondante olio evo l’aglio, il peperoncino ed i pomodorini tagliati a metà.
Lavare i ricci di mare, aprirli ed estrarre la polpa aiutandosi con un cucchiaino, tenere la polpa da parte separata
dall’acqua di mare.
Cuocere gli spaghetti in abbondante acqua salata e scolarli molto al dente. Risottare gli spaghetti nel condimento ai
pomodorini aggiungendo l’acqua di mare fino a cuocerli al dente.
Servire gli spaghetti con la polpa di ricci di mare cruda, una spolverata di prezzemolo fresco e pepe nero a piacere.
FOCACCIA RIPIENA DI CIPOLLE
INGREDIENTI PER 4 P
400 gr di semola rimacinata di grano duro
150 gr di farina 0
250 ml di acqua
12,5 gr di lievito di birra
10 gr di zucchero
Per il condimento
3 cipolle medie
15 olive nere
4 pomodori pelati
3 acciughe
2 cucchiaini di capperi dissalati
sale
olio evo
PROCEDIMENTO
Preparare l’impasto mischiando le farine, l’acqua, il lievito, l’olio ed infine il sale. Lavorare l’impasto per 10 minuti fino a quando non
risulterà liscio ed omogeneo. Fare riposare coperto per 2 ore circa ( la cosa migliore sarebbe fare lievitare in frigorifero tutta notte).
Nel frattempo fare soffriggere in una padella con poco olio le cipolle affettate, per qualche minuto a fuoco vivace, bagnare con poca
acqua, salare e lasciare stufare per 15 minuti con coperchio a fuoco lento. Passato il tempo aggiungere i pelati tagliati a pezzetti e
continuare la cottura per una ventina di minuti.
Riprendere l’impasto e dividerlo in 2 parti uguali. Stendere una parte dell’impasto su una teglia oleata coprendo leggermente i bordi,
quindi distribuire sopra le cipolle, le olive denocciolate e tagliate a pezzetti, le acciughe ed i capperi. Porre sopra il ripieno il secondo
impasto steso, chiudere bene il contorno, spennellare di olio, bucherellare con una forchetta e lasciare lievitare ancora un’ora.
Cuocere in forno caldo a 200°C per 20 minuti circa.
POLPI DI OSTUNI
INGREDIENTI PER 4 P
1kg di polpi
500 gr di pomodorini ciliegini
2 spicchi di aglio
1 bicchiere di bianco di Ostuni
prezzemolo, peperoncino, sale
olio evo
PROCEDIMENTO
Pulire e lavare con cura il polpo sotto acqua corrente. Tagliare a pezzetti. In una padella capiente scaldare l’olio e
soffriggere l’aglio, versare i polpi e mescolare con cura. Bagnare con il vino e fare evaporare a fiamma bassa,
dopo qualche minuto aggiungere i pomodorini precedentemente lavati e tagliati a metà, aggiustare di sale se
necessario. Cuocere a fuoco moderato per circa 1 ora. A cottura ultimata spolverare con un trito di prezzemolo e
peperoncino e, se volete, con una grattugiata di zest di limone bio ed un filo di olio evo a crudo.
LE MONACHELLE
INGREDIENTI PER 4 P
1kg di farina 0
250 gr di zucchero
la buccia grattugiata di 2 limoni
2 buste di lievito per dolci
vini bianco secco qb
250 gr di olio evo
confettura di amarene o albicocche o mela cotogna
PROCEDIMENTO
Impastare tutti gli ingredienti aggiungendo all’ultimo il vino bianco poco alla volta finché otteniamo una
pasta morbida e vellutata. Stendere la pasta con il mattarello ad un’altezza di 3 millimetri. Tagliare dei
rettangoli, versare al centro un poco di confettura e chiudere a portafoglio.
Cuocere in forno caldo a 180àC per 15 - 20 minuti.
C U C I N A
P I N A D E L L E S I T E
essa, nei modi più impensati … ma, soprattutto, essa ha sempre
medie; ero attratta da tutte le realizzazioni dei vari progetti, e non
… E poi, tanti anni fa, se volevi un poster di un tuo
sposo. Mi trasferisco in un altro paese vicino al mio ed intraprendo un
però, anche cucinare e sperimentare sempre cose nuove. Con tre figli
social, ha visto qualche mia torta; in occasione del compleanno del
C U C I N A
Il mondo dell’Arte, a volte è tanto bizzarro, quanto sorprendente,
perché l’Arte è nelle nostre mani e possiamo plasmarla, giocarci,
lasciarci travolgere, rimanere affascinati ed affascinare, tramite
qualcosa da insegnarci. Lo sa bene Celestina, una persona che ha alle
spalle un corso di studi ad indirizzo artistico che, ad un certo punto
abbandona tele, matite e pennelli e, insieme ad una sua amica, Zelinda,
applica tutto ciò che ha appreso durante i suoi studi, ad un
interessante hobby: la “dolce arte” della pasticceria… Conosciamole
entrambe
Bentrovate Celestina e Zelinda e grazie per aver accettato di
raccontare la vostra esperienza “deliziandoci” con le vostre
bellissime e buonissime creazioni. Celestina, tu ti sei diplomata
all’Istituto d’Arte e poi ti sei iscritta alla facoltà di Architettura
… ci racconti da cosa e come nasce il tuo amore per l’Arte?
Sin da piccola, sono sempre stata molto diligente, impegnandomi
tanto sia a scuola che a casa. Ero portata per il disegno, cosa che
aveva capito sia il maestro delle elementari che gli insegnanti delle
solo quelli di Arte … ricordo ancora un plastico delle Alpi, fatto con la
cartapesta
beniamino o di un personaggio dei cartoni, lo dovevi fare da solo…
A quale forma d’Arte ti dedicavi di più e cosa creavi in quegli
anni?
Finite le medie, mi iscrivo
all’Istituto d’Arte e, ovviamente, inizio a
perfezionare le mie tecniche. Mi piacevano tanto i pastelli ed i
gessetti, ma anche il disegno tecnico mi affascinava per la precisione.
Anche nella vita quotidiana sono molto precisa ed attenta ai
particolari. Poi le cose cambiano,
inizi a lavorare dedicandoti ad
un’attività con la tua famiglia … ti allontani dal mondo dell’Arte, ma
senza mai abbandonarlo completamente. Gli anni passano, le
situazioni cambiano. Abbandono gli studi di architettura e mi dedico
alla mia famiglia; successivamente incontro l’uomo della mia vita e mi
lavoro completamente diverso. Nel frattempo arrivano tre figli e,
grazie a loro, riprendo a fare qualcosina. Con delle gravidanze difficili
mi dedico a preparare corredini con lenzuoline e copertine dipinte; non
uso solo la pittura, ma mi cimento anche nel ricamo. Mi piace molto,
ed un marito molto goloso, si comincia a sfornare torte per ogni
occasione … anzi… ogni occasione diventa buona per preparare un
dolce!
Poi incontri Zelinda e...cosa succede?
Ad un certo punto si trasferisce Zelinda vicino casa mia, ma avevamo
poche occasioni per vederci perché lei viaggiava molto per lavoro.
Con la seconda gravidanza ha avuto qualche problemino e, di
conseguenza,
ha avuto più tempo per stare a casa. Anche lei ha
sempre nutrito una grande passione per la pasticceria e, grazie ai
primogenito ci siamo messaggiate per scambiarci consigli, e così è
nata la nostra collaborazione che dura, ormai, da otto anni. Questo
percorso è stato sempre bello perché è nata una bellissima amicizia,
non solo tra noi due , ma anche tra le rispettive famiglie.
finte, quelle scenografiche per intenderci, io faccio quasi sempre i
decori, mentre Zelinda si occupa dell’assemblaggio. Decidiamo
bruttissima; sempre lei è quella che cura i dettagli più piccoli e
fastidiosi, perché munita di più pazienza. Per le torte edibili io mi
effetto, io tendenzialmente mi sottovaluto ma, grazie alla sua
insistenza, abbiamo realizzato torte che, inizialmente, sembravano
impossibili. Lavorando fianco a fianco, anche lei ha imparato a
C U C I N A
Il vostro è un hobby bellissimo (e, per noi, buonissimo!). Nella
creazione delle vostre “dolci” opere d’arte avete ruoli diversi?
Se si, ci descrivete come vi dividete i compiti?
Progettiamo le torte sempre insieme; fortunatamente abbiamo gli
stessi gusti, e questo ci aiuta molto. Per la realizzazione delle torte
sempre insieme dove e come posizionare i decori. Zelinda si occupa
anche delle scritte perché io, cosa molto strana, ho una grafia
occupo del pan di spagna e lei delle creme.
Cosa ha imparato l’una dall’altra?
A Zelinda sono sempre piaciute le torte molto importanti, di grande
realizzare diversi decori e ad acquisire molta manualità con la pasta di
zucchero.
Celestina, puoi affermare di aver applicato all’Arte della
pasticceria ciò che hai appreso durante i tuoi studi dedicati
all’Arte?
Ovviamente i miei studi mi hanno insegnato tanto ma, in questo caso, è
stata la passione che ci ha portato ad imparare tante cose nuove.
Se si, questo ti rende felice? Ristabilisce, in un certo senso, il
legame che tu avevi con l’Arte, anche se ora in una forma
diversa?
Tutto questo, ovviamente, mi rende felice perché un mondo senza
l’Arte sarebbe un mondo molto triste, e poi è bello vedere la gioia dei
nostri cari quando vedono una delle nostre torte.
Vi dedicate soprattutto alla realizzazione di torte … come vi
sentite dopo averne creata una?
Durante il lavoro di realizzazione delle nostre torte non mancano
momenti di sconforto, di ansia, di angoscia per la paura di sbagliare …
ma anche di puro divertimento. Alla fine di ogni lavoro, ogni volta non ci
sembra vero di esserci riuscite e siamo molto soddisfatte, anche
perché siamo autodidatte.
Qual è la torta più bella che, secondo voi, avete realizzato e quale
quella che vi ha soddisfatto meno?
La torta più bella, secondo noi, è quella che abbiamo realizzato per un
anniversario di matrimonio di una parente di Zelinda, per la sua
perfezione ed eleganza. Quella che ci ha soddisfatto di meno è una
torta che rappresenta una cassetta di frutta, perché era la prima
volta che ci cimentavamo con la pasta frolla abbinata al pan di spagna.
Avete mai pensato di trasformare questo vostro hobby le cui
creazioni sono destinate ad amici e familiari, in qualcosa di più?
Ci piacerebbe trasformare questa passione in un lavoro ma,
purtroppo, abitiamo in un piccolo paese di circa settecento abitanti e,
quindi, continuiamo a fare dolci solo per le nostre famiglie.
Realizzereste una torta dedicata alla nostra Rivista, in modo che
noi ed i nostri lettori possiamo assaporarne una fetta
“virtuale”?
Certamente! Abbiamo già in mente la torta da realizzare per voi…
E... com’è? Ce la descrivete?
Beh, è una sorpresa per voi tutti e, in quanto tale, dovrete aspettare,
ma vi sorprenderemo … promesso!
C U C I N A
Ricette di Nunzio Spagnuolo
Testi e foto di XY Agency
C U C I N A
Positano riapre e torna a puntare sul turismo. Il
“Fly Cocktail Bar” e il “Rada Beach Bistrot”,
entrambi “figli” del celebre disco club “Music on
the Rocks”, punto di riferimento del clubbing
nazionale ed internazionale e meta di vip e
personalità dello spettacolo, hanno riaperto i
battenti già a maggio. Qui cocktail e piatti sono
sinonimi di relax e rigenerazione profonda a
contatto con le bellezze naturali e le unicità del
luogo. I due locali sfruttano gli spazi esterni di una
grotta che si trova sulla Spiaggia Grande, in via
Grotte dell’Incanto. Conservano
architettonicamente il fascino originario della
cavità naturale, inserendosi armoniosamente
nell’incantevole paesaggio circostante. Il “Rada
Beach Bistrot” e il “Fly Cocktail Bar”, l’uno in riva
al mare e l’altro ubicato sulla terrazza vista
Positano, al secondo piano del “Music on the
Rocks”, invitano l’ospite a godersi il paesaggio e a
respirarne a pieno l’autenticità.
Il primo luglio ha aperto infine il “Rada Rooftop”,
una location suggestiva ove si può trascorrere una
piacevole serata “al riparo” da tutto ciò che
interferisce con la naturale bellezza di questo
paradiso terrestre, avvolti da una magica atmosfera
d’acqua e di luce che caratterizza questo posto.
Non a caso il termine “rada” indica una insenatura,
riparata dall’azione dei venti e dalla violenza delle
mareggiate, dove le imbarcazioni possono sostare
in sicurezza al riparo dalle correnti. Ubicato al
terzo piano del “Music on the Rocks”, basterebbe
anche solo il panorama a far sentire appagato chi
si siede ai tavoli del Rada Rooftop. Tuttavia le
creazioni dello chef executive della struttura,
Nunzio Spagnuolo, contribuiscono a stimolare i
cinque sensi riuscendo addirittura a distrarre gli
ospiti dalle bellezze del posto attraverso un trionfo
di gusto, semplicità ed eleganza.
Lo chef (reduce da numerose collaborazioni
“stellate”, tra tutte quella con Gualtiero Marchesi)
ha creato percorsi degustazione e menù à la carte
per una dinner experience esclusiva. Una liaison
tra mare e buon cibo, da vivere rigorosamente a
lume di candela. Infatti il ristorante è aperto solo la
sera. Ecco due ricette dei piatti ivi proposti, che
vengono cucinati da Nunzio e da tutta la brigata in
una cucina a vista sotto le stelle che consente ai
clienti di interagire con il personale, chiedendo
spiegazioni oppure esprimendo preferenze.
C U C I N A
Vaporiera con branzino d’amo,
gamberi, frutti di mare e verdure
INGREDIENTI PER 4 P
600 gr di filetto di branzino
200 gr di frutti di mare sgusciati
100 gr di gamberi sgusciati
80 gr di verdure
Misticanza
Sale, pepe e olio evo q.b
PROCEDIMENTO
Squamare e pulire il branzino e
sporzionarlo. Condilo con sale pepe e olio.
Riporre nella vaporiera con le verdure e i
frutti di mare, e cuocere per 10 min a
vapore a 100 gradi. Servire con la
misticanza e l’infuso al ginseng (ottenuto
mettendo in infusione la pianta insieme a
cardamomo, menta, limone, arancia).
Astice al vapore con caponatina di
verdure e maionese alla barbabietola
INGREDIENTI PER 4 P
1 kg di astice
250 gr di verdure
80 gr di maionese
1 barbabietola
Sale, pepe, timo e aceto q.b.
PROCEDIMENTO
Cuocere l’astice in un brodo vegetale per
6 min e raffreddare in acqua e ghiaccio.
Pulire l’astice e condire con sale, pepe e
timo. Rigenerarlo in forno misto vapore e
servirlo con una caponatina di verdure e la
maionese alla barbabietola.
Procedimento per la caponatina di
verdure: tagliare a cubetti le verdure di
stagione e sbianchirle in acqua calda;
condire con sale olio e aceto.
Procedimento per maionese di
barbabietola: preparare una maionese
classica e, infine, aggiungere il succo della
barbabietola.
C U C I N A
Elisabetta
Casciello
In forma durante l’estate con
“una.nutrizionista.ai.fornelli”
Elisabetta Casciello è una biologa
nutrizionista laureata in scienza degli
alimenti e nutrizione.
Dal 2016 si occupa dell’elaborazione di piani
nutrizionali personalizzati in condizioni
fisiologiche e patologiche accertate. La visita
a studio le permette, attraverso l’anamnesi
alimentare e clinica, di conoscere le esigenze
del paziente (lavoro, eventuali
patologie/intolleranze, gusti personali e/o
sport praticato) in modo tale da adattare il
piano nutrizionale allo stile di vita di ciascuno.
Segue poi una seconda fase della visita:
analisi antropometrica (peso, altezza e
circonferenza) e analisi impedenziometrica,
che le permettono di valutare in modo più
specifico la composizione corporea del
paziente (massa grassa, massa muscolare,
idratazione, metabolismo).
È possibile, inoltre, in casi specifici, effettuare
un’ecografia per misurare in modo più preciso
e non invasivo lo spessore del tessuto
adiposo e dei fasci muscolari. Tecnica che
risulta particolarmente efficace in caso di
trattamenti estetici mirati o di adiposità
localizzata in determinati punti del corpo.
Il percorso nutrizionale che il paziente
intraprende con Elisabetta non è una triste
parentesi della sua vita, ma un’occasione
per imparare a mangiare in modo più sano
e consapevole.
E le più grandi soddisfazioni professionali
sono arrivate proprio dai pazienti più piccoli:
“insegnare ad un bambino come mangiare e
cosa scegliere per il proprio benessere è
sempre una vittoria per me!” - esclama
Elisabetta - Un bambino obeso sarà quasi
sicuramente un adulto obeso se non si
interviene con una corretta educazione
alimentare.
Attraverso l’ascolto, ricette sfiziose e un gran
lavoro di comunicazione ed empatia con i
bambini si possono modificare con successo
abitudini alimentari sbagliate.
Ed è proprio questo aspetto che i pazienti
apprezzano del mio approccio: l’attenzione
che dedico alle loro specifiche esigenze.
Tanto che le mie vengono soprannominate
“diete felici”!”.
“Tre anni fa ho accolto la richiesta di alcuni
pazienti di aprire un account Instagram che
raccogliesse ricette e video ricette che spesso
consigliavo a studio- e nel quale poter trovare
spunti per cucinare in modo leggero e
gustoso – racconta la nutrizionista -.
È nata così “una.nutrizionista.ai.fornelli”: per
insegnare a chi mi segue che può essere
davvero divertente mangiar sano”.
C U C I N A
Plumcake di fiori di zucca (senza glutine e senza uova)
Ricetta adatta a chi per
intolleranze/allergie o, semplicemente
per scelta, ha eliminato dalla propria
dieta uova e glutine, ma non vuole
rinunciare ad una fetta di un buon
rustico fatto in casa.
Cosa ti occorre?
• Stampo per plumcake da 20 cm x
10 cm
• 150g di farina di ceci
• 30g di fecola di patate
• 30g di farina di riso
• 200ml di acqua
• 20ml di olio di oliva extravergine
• 20g di parmigiano
• 7g di lievito in polvere per rustici
• 5g di sale
• Pepe q.b.
• 10 fiori di zucca
Cottura: in forno statico (modalità
solo sotto) per circa 30 min.
Una ricetta super veloce per
realizzare delle gustose piadine…
Senza impastare!
Piadine veloci (senza sporcarsile mani)
Cosa ti occorre?
(Dosi per 4 piadine)
• 150g di farina integrale
• 250ml di acqua
• 3 cucchiai di olio di oliva
extravergine
• 4g di sale
Crea un impasto omogeneo da
cuocere direttamente in
padella antiaderente (come una
crespella).
G E L A T O
G E L A T O
Il mondo del gelato continua la sua corsa
all’approfondimento. L’ultima edizione di Identità
Golose a Sinigallia, ha dimostrato come pasticceri,
cuochi e gelatieri possano convivere e confrontarsi a
tutto tondo sulla materia gelato, simbolo della
gastronomia italiana. Nuove sfumature di gusto sono
state presentate da Paolo Brunelli che ha presentato
il quinto gusto. Dopo dolce, amaro, acido, salato, è
arrivato sulla Rotonda a Mare, il “saporito”, una gelato
che nasce dalla filosofia della fermentazione
presentando tre gelati al cioccolato ognuno con un
retrogusto diverso. Mauro Uliassi con il suo pastry
Mattia Casabianca hanno presentato una riedizione
del Vacherin tipico dolce svizzero e francese. Mentre
Moreno Cedroni, con il suo secondo Luca Addabir
hanno presentato un "Disgelo" da favola: un gelato al
kefir, granita di Cedronic, mousse di lamponi, salsa di
lamponi fermentati e streusel al topinambur_la
fermentazione… nella preistoria,
Le tendenze per i nuovi gusti di gelato 2021 che ci
faranno impazzire sono molte.
Vi consigliamo di assaggiare nuovi gusti e nuove
varianti, sempre all’insegna della qualità e delle
rinnovate esigenze dei consumatori che anche per il
gelato, hanno mostrato di scegliere spesso la delivery.
Tanto che i dati della consegna a domicilio per il
comparto gelateria mostrano un segno più pari al
60%.
Accanto al consumo in gelateria è evidente si affianca
quello del gelato di qualità direttamente a casa. Il
gelato è soprattutto un prodotto per tutti. Vegani,
amanti di vini e formaggio, vegetariani, intolleranti. Ma
anche appassionati di ortaggi e verdure nonché di
creme impegnative.
Le tendenze spaziano da un rinnovato interesse
salutistico con gelati ricchi di probiotici e fermenti a
gusti originali e grintosi con tocchi di menta, miele e
lavanda, banana arrostita, avena, cannella e sciroppo
d’acero. A voler andare di fino, insomma il gelato è un
pasto da consumare a colazione pranzo e cena. Out il
classico cliché di gelato dessert, oggi preparazione e
presentazione diventano capolavori del gusto firmati
da moderni gelatieri e pastry chef come Uliassi,
Brunelli, Cedroni, Pastore (nelle foto), sperimentatori
di nuovi gusti e modi di gustare un gelato. Natura in
campo, per le tendenze dei gusti 2021. Possiamo
chiedere gusti a base di fiori ed erbe selvatiche, ma
anche carota, spinaci e rabarbaro,
per non parlare dell’ampia gamma di tipi di miele.
Sembra che l’accostamento tra il gusto rustico e il
dolce sia molto gradito. In sostanza,
M A K E U P A R T I S T
M A K E U P A R T I S T
La protagonista assoluta del trucco Estate 2021 è la pelle,
autentica regina delle passerelle più importanti del mondo.
L’incarnato, costituito dalla pelle, si mostra fresco,
luminoso e impeccabile … ecco, qiondi, comparire il colore
sulle labbra, che va dal nude al rosso più pieno,
preferibilmente matt e con un finish vellutato. Sugli occhi
spiccano, invece, ciglia lunghissime, folte e ben definite
ottenibili con generose passate di mascara In questo caso,
però, dovrai aguzzare la vista perché le tendenze della
primavera 2021 passano da bellissimi eyeliner neri ad
ombretti multicolor in un battito di ciglia.
I toni si fanno più leggeri e le nuance più calde, rimanendo
fedeli alla base trucco naturale che riscopre il blush pescato
che, nelle gradazioni pesca, cipria e rosa antico, alza e riempie
gli zigomi, portando il focus sull'incarnato perfetto, effetto
sun-kissed. Il dettaglio? Meglio utilizzare una formula in
polvere per giocare a contrasto con il fondotinta illuminante,
oppure, il "make-up no make-up" caratterizzato dalla palette
ocra e terra di Siena. Si consiglia di arricchirlo con un touch di
rosa che illumina il viso e regala in tempo flash l'effetto
bonne mine, valorizzando gli zigomi e rendendoli più alti.
Le sopracciglia. Sono loro le vere star delle tendenze tucchi
occhi 2021 che, secondo le tendenze della prossima stagione,
saranno libere, lunghe e folte ma molto naturali e poco
ritoccate. Portate all'insù, o, semplicemente pettinate verso
l'esterno, ritoccando la lunghezza con le forbici, il trucco sulle
sopracciglia è versatile e davvero facile da replicare.
Se il focus è sullo sguardo, complice anche l’uso della
mascherina, è importante il trucco occhi. Lo sguardo diventa
il protagonista assoluto. A tal fine esso viene valorizzato da
una serie di tecniche innovative pensate proprio per mettere
in risalto gli occhi. Le proposte per il trucco occhi quest’anno
sono varie e molto intriganti. Si va dallo smokey eyes rétro
all’ eye-liner bold, passando per il trucco grafico sfumato. Il
trucco sulle palpebre non può che essere coloratissimo. Le
tendenze make-up primavera estate 2021 privilegiano
ombretti ad alto impatto come il verde acido, l'oro il giallo
arancio e il blu, una tonalità che dona a qualsiasi tipologia di
occhio. In prima linea ci sono nuance intense come il viola o il
giallo illuminating che, applicati sugli occhi, possono dare un
twist davvero inusuale al make-up. Se il risultato ti sembra
“troppo”, puoi sempre optare per un eyeliner nella stessa
nuance o dare un finish più delicato mescolando la nuance
strong con un colore neutro.
M O D A M A R E
Rudi Gernreich e Yves Saint Laurent hanno portare la jumpsuit nel mondo della moda, erano la fine degli
Anni 60. Poi sono arrivate le icone musicali come Elvis Presley, David Bowie e Diana Ross a renderla un
cult in tutto il mondo e non c'è stagione che non abbia avuto i suoi modelli must-have. Anche l’estate 2021
celebra la jumpsuit e ne ha una per ogni stile ed esigenza, noi abbiamo scelto per voi le Jumpsuit realizzate
da: Chanel (foto1), Burberry (foto2), Valentino (foto3)
C O C K T A I L
Danilo Pentivolpe - bartender
La storia “dell’arte del cocktail” mondiale è
stata attraversata da baristi, metodi innovativi,
strumenti e tecniche che una volta erano
considerate una novità; oggi qualcuno con
l’occhio più attento direbbe: “Old School never
dies”, ovvero,la vecchia scuola non muore mai.
Per essere chiari mi riferisco a ciò che oggi noi
conosciamo con il termine “mixology”, quindi
miscelazione. Continuiamo, dunque, ad
analizzare ciò che accadeva durante il periodo
del proibizionismo americano a sud del
Pacifico.
La magia del rum incontrava la frutta esotica e
quindi la nascita di un “metodo” che dava un
nuovo volto al bar. Mi riferisco allo stile Tiki ed
alla nascita di tali bar. I Tiki bar o Tiki drinks
prendono il nome dall’omonimo Dio della
culturale popolare polinesiana, anche se è
importante precisare che non tutti i drinks a
base di rum e frutta esotica debbano essere
considerati Tiki.
Un esempio di un drink che è una miscela, a
base di ananas, cocco e rum dall’essenza
semplice, gustosa e floreale è la Pina Colada; le
radici di questa bevanda sono sempre state
difficili da ricostruire, però si racconta che la
sua nascita è databile nel 1952, ad opera del
capo barman Ramon Marrero Perez, del Caribe
Hilton Hotel di Puerto Rico. È stata servita e
rivisitata in tanti modi… con panna, crema di
latte, rum chiaro e scuro e tante altre varianti…
ma sicuramente, se proprio volete riprodurla in
modo indimenticabile, prendete un ananas
fresco, tagliate la parte alta e svuotatelo della
polpa centrale, frullate tutto con un po’ di
zucchero liquido, aggiungete della crema di
cocco, rum cubano o portoricano, spremete
mezzo lime, aggiungete ghiaccio tritato e
servite direttamente dentro la vostra ananas
mug del tutto naturale. Non bisogna essere
baristi provetti per farlo, ma posso assicurare
che farete una gran bella figura!
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Danilo Pentivolpe
A S T R O D A N C E R
M A K E U P A R T I S T
AMORE
Si presenta una bella stagione d'amore per molti voi, marcata da un forte bisogno di sicurezza.
In questo momento, infatti, vi è molto chiaro che l'amore è un bene prezioso che non volete assolutamente
perdere; sarete, quindi, disposti a fare di tutto per conservarlo intatto.
Cercate di non stancarvi oltre il necessario e trovate tempo per voi, recupererete il rapporto con un Ariete
LAVORO
Sentirete il desiderio di una maggiore libertà nel lavoro, specialmente se titolari di un'attività a conduzione
familiare. In ogni caso sentirete che siete pronti ad assumervi responsabilità maggiori o per avere più voce
in capitolo sul piano decisionale. Siate precisi e organizzati.
AMORE
Grazie a Venere non potrete fare a meno di provare un gran bisogno di sentirvi amati e coccolati. Vi
lascerete prendere facilmente dalla tenerezza e vi impegnerete a fondo per trovare nuovi equilibri nel
rapporto di coppia. I single potranno esprimersi e divertirsi con qualche avventura estemporanea e non
prevista.
LAVORO
Periodo vivacissimo per quanto riguarda il lavoro, soprattutto se siete liberi nella professione. Farete fatica a
sostenere il ritmo del lavoro ed il susseguirsi degli impegni ma, in realtà, potrete fare molto di più anche di
quanto sia nei limiti del possibile. Ottimo il volume degli affari.Trovate del tempo per rilassarvi ed evitate
situazioni stressanti. Fate un viaggio con un bello Scorpione o Bilancia
AMORE
Spesso riuscite ad essere sorprendenti. E questo sarà un bene per quanto riguarda la sfera affettiva: quello
che è scontato e prevedibile rischia di essere noioso! Le Stelle vi rendono stravaganti in questo periodo. Per
questo avrete fame e sete di novità e di situazioni diverse, caratteristiche vitali per Voi. La vostra solarità
sarà ancora più esplosiva del solito. Ottimo periodo per trattare e legarsi con un Leone
LAVORO
Mercurio stimola le vostre idee e la vostra voglia di imparare. Sarete rapidi nell'avanzare proposte e brillanti
nel sostenere le vostre argomentazioni. Vi soccorrerà l'intuizione, che è pur sempre una delle vostre
caratteristiche. Fatto sta che riuscirete a essere sempre un passo avanti a chiunque altro!
AMORE
Mai come in questo momento sentirete il desiderio di prendere le redini della vostra relazione sentimentale
per condurla dove voi volete. E' un'operazione un po’ rischiosa, perciò tenete la mano leggera e siate
pronti a rallentare se vedete che le vostre iniziative non sono troppo gradite.
LAVORO
Marte vi aiuterà e vi appoggerà se avete un'attività in cui decisionalità e tempismo sono importanti; in caso
contrario potrà rendervi sbrigativi e approssimativi, perciò controllate bene le vostre reazioni.
Date ascolto all'intuito e al vostro sesto senso. La vostra sensibilità vi sarà di grande aiuto.
La Luna terrà alto il tono energetico e porterà un senso di benessere generale. Per farlo durare più a lungo
legatevi con un Gemelli.
A S T R O D A N C E R
TuttoBallo20
Amore
Periodo dolcissimo, specialmente se lascerete libera la vena romantica. Sogni, illusioni non mancheranno,
abbandonatevi senza timori ai trasporti amorosi, sarà meraviglioso! Periodo intenso e coinvolgente,
soprattutto per quanti vivono un amore segreto o che non può essere mostrato a tutti. Vi sentirete rifiorire,
pieni di vigore e voglia di fare. Le stelle sono con Voi. Ma c’ è un Ariete che vi osserva e forse vi ama.
LAVORO
Mai come in questo momento sarete motivati a fare e a spremervi pur di ottenere risultati concreti, importanti,
di prestigio. Il bel dinamismo e la determinazione, di cui godrete in questa Estate, vi permetteranno di fare
molto, ma non senza fatica o senza qualche sacrificio.
AMORE
Le Stelle vi invitano a concentrarvi di più sulle esigenze del partner. Dedicatevi con maggiore attenzione alla
persona amata e alle sue necessità. Il periodo risulta spinoso, se siete titolari di un rapporto agli sgoccioli,
ormai giunto alla fine.
LAVORO
decisi e volitivi avrete davanti a voi un periodo di eccellenti opportunità. Agite sempre seguendo esattamente
le regole; la precisione non sarà un optional in questo periodo, ma una condizione necessaria, perché tutto
vada a buon fine. Vi sarà facile realizzare un progetto importante.
Evitate impegni inutili e limitatevi all'indispensabile. Il resto verrà da sé. Fatevi consigliare da un Capricorno
Amore
Avrete le idee molto chiare circa le vostre faccende sentimentali e saprete gestirle tutte con misura e
soprattutto grande equilibrio. Se amate e siete ricambiati, il mondo degli affetti sarà la fonte primaria della
vostra tranquillità interiore! Incontri eccitanti per i più giovani e non solo.
LAVORO
Gli astri invitano alla prudenza. E' meglio non muoversi affatto o farlo il meno possibile, solo quando non
potete farne a meno. Particolarmente difficili saranno le attività in squadra con altri o a contatto con il
pubblico: incomprensioni e scontri saranno all'ordine del giorno.
L’intensità energetica sarà abbastanza buona, appoggiatevi moralmente a un Gemelli o ad un Leone.
Amore
Se siete felicemente fidanzati, il periodo vi darà quello che desiderate e non deluderà le vostre aspettative. In
questo momento, ciò che vi interessa più di ogni altra cosa è la tranquillità e la solidità del rapporto affettivo e
questo è esattamente ciò che avrete. Evitate i malintesi. Il Cancro è il miglior segno per Voi in questo
momento.
LAVORO
L’Estate vi regala una bella dinamicità, che, unita a uno straordinario spirito d'iniziativa, vi permetterà di
lavorare al meglio. Sarete attivi, dinamici e intuitivi: non avvertirete mai un'ombra di stanchezza e né il
bisogno di rallentare i ritmi. Concentrazione al massimo. Giove vi aiuterà a reagire e a combattere le
contrarietà e quel fastidioso senso di stanchezza.
A S T R O D A N C E R
TuttoBallo20
Amore
All'interno della coppia si creeranno tensioni che potranno anche riflettersi sull'intesa sessuale.
Le coppie in ottima intesa, rallenteranno l'impeto erotico, per privilegiare l'aspetto più strettamente
intellettuale del loro rapporto, senza che ciò comporti alcuna incrinatura.
LAVORO
Gli ostacoli che incontrerete vi stimoleranno e la voglia di vincere a dispetto di tutti, sarà così forte da
risultare un ottimo propellente! Per chi si occupa di commercio e di pubbliche relazioni, il periodo è
eccellente e garantisce molte soddisfazioni personali e professionali.
Marte accentuerà la vostra naturale vivacità psicofisica, tenendovi su di tono per tutto il tempo. Contattate
un Pesci, vi sentirete benissimo.
AMORE
Qualche scricchiolio potrà essere avvertito nelle unioni più solide, ma potrà essere salutare: quando si dà
tutto per scontato, si finisce con l'abbassare il livello di guardia e questo non fa affatto bene all'amore.
Incontri piacevolissimi per i single.
LAVORO
Cercate di procedere in ogni situazione professionale, con i proverbiali piedi di piombo. Evitate di prendere
iniziative troppo personali: cercate di non esporvi in prima persona e rimandate quello che obiettivamente
non potete fare. Novità e aiuti inattesi, per tutti i settori professionali.
Parecchi di voi saranno stressati e piuttosto stanchi, attirati più dal letto che dalla vita pratica. Per svegliarsi,
frequentate un Leone e vedrete che forza vi arriverà.
Amore
Sarà attraverso l'amore che molti di voi recupereranno un'immagine di sé positiva e gratificante, perché
non solo tutto andrà per il meglio per quanto riguarda la sfera sentimentale, ma sarete anche consapevoli
di quanto abbiate saputo costruire nel rapporto col partner.
LAVORO
Una bella situazione stellare, vi consente di realizzare ottime cose: mai come in questo momento sarete
capaci di esprimere al meglio le vostre qualità più originali. Riuscirete sempre ad essere al posto giusto
nel momento giusto, rendendovi indispensabili a quanti gravitano intorno a voi. Il Sole vi trasmetterà
ottimismo, serenità interiore, e tante energie e pensieri positivi. Indubbiamente il Leone è il segno giusto
per Voi
AMORE
Tenderete ad assumere atteggiamenti possessivi nei confronti del partner e diventerete persino diffidenti.
Se la vostra vita sentimentale è armoniosa e se non avete reali motivi di dubitare di chi vi è accanto; certi
aspetti astrali avranno solo la funzione di stuzzicare la vostra intesa affettiva. Se vi unite a un Gemelli o ad
una Vergine, tutto vi sorriderà
LAVORO
Evitate le chiacchiere e i pettegolezzi, soprattutto se avete un'attività impiegatizia. Fate dell'affidabilità e
della serietà la vostra bandiera; saranno proprio queste qualità che vi consentiranno di ottenere stima e
considerazione, tanto dai vostri datori di lavoro, quanto dai vostri colleghi.
Siete persone che conoscono l'importanza dello star bene e, per non appesantirvi, fate molto movimento.
F OL RE MT TA UZ IRO AN E
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"CHIUSO LUNEDI"
di
ALBERTO VENTIMIGLIA
SESTO CAPITOLO
Dopo due giorni Cristiano entrò nel centro smaltimento e mentre versava un microchip arrivò Maloma con una busta di patatine in
mano.
Il detective mentre masticava fissava Cristiano.
Cristiano: “Hai qualche problema?”.
Maloma: “No”.
Cristiano: “Allora guarda da un’altra parte”. Firmò sul registro virtuale e andò verso l’uscita.
Il detective lo seguì e Cristiano sulla soglia del portone si fermò.
Cristiano: “Ora mi hai stufato”. Lo prese per il collo e gli fece saltellare fuori dalla busta qualche patatina.
Maloma non si scompose: “Lo sai perché i barbieri sono chiusi di lunedì?”.
Cristiano lo guardò spaesato e mollò la presa: “Tu sei matto, vaffanculo”. Voltò le spalle per andarsene e mentre procedeva con
un passo svelto, si voltò e Maloma non c’era più.
Cristiano arrivò nella sua baracca attraverso una strada di campagna desolata. Sentì bussare alla porta, aprì e vi si parò d’innanzi
il detective.
L’uomo assalito dalla ira prese un bastone di ferro intenzionato a spaccarlo in testa a Maloma ma, vedendo il detective
estremamente tranquillo, temporeggiò.
Cristiano: “Mi dici che cazzo vuoi da me?”.
Maloma: “Stavo per raccontarti una storia e tu sei andato via. Non è una bella cosa andare via mentre uno ti sta parlando”.
Cristiano: “Che storia?”.
Maloma: “Ti avevo fatto una domanda”.
Cristiano sorrise: “Non so se sei pazzo, ma ti assicuro che se non te ne vai finisce molto male per te”.
Maloma: “Ora ti dico cosa farai. Ti siederai in un posto qualunque, mi ascolterai e risponderai alla mia domanda”.
Cristiano: “Va bene, ho capito”. Fece uno scatto e provò a centrare con il bastone il cranio del malcapitato. Il detective schivò il
colpo e gli diede un pugno dritto sul naso, poi un secondo nello stomaco. Prese Cristiano per i capelli e gli fece sbattere la testa
ripetutamente sulla porta della baracca. Quando l’uomo era completamente frastornato, lo aiutò a sedersi per terra.
Maloma si sistemò gli abiti: “Dunque, dove eravamo rimasti?”.
Cristiano non riusciva quasi a tenere gli occhi aperti: “Ma tu chi sei?”.
Maloma: “Prima rispondi alla mia domanda e poi io rispondo alla tua. Sono un uomo di parola. Ti chiedevo, sai perché i barbieri
sono chiusi il lunedì? Ah, cerca di rispondere bene o finisce che dovrai cambiare la porta di casa, perché continuerò a sbatterci
sopra la tua testa fino a raggiungere l’obiettivo”.
Cristiano: “Non lo so perché sono chiusi”.
Maloma: “Allora te lo spiego io. Il motivo per cui i locali di barbieri e parrucchieri restano chiusi il lunedì è da ricercarsi in un
terribile omicidio. Dobbiamo tornare indietro nel tempo, nel 1700 per la precisione”.
Intanto Cristiano si rimise in piedi e cercò con uno scatto di provare un assalto a quell’uomo dalle domande strane.
Il detective lo rimise nuovamente a sedere con una ginocchiata nello stomaco e un calcio nel sedere.
Maloma: “Ti pregherei di non insistere e di ascoltare la storia, ti può essere d’aiuto, fidati. Dicevamo, siamo a Firenze, capoluogo
toscano. È l’estate del 1742. In quella che sembra una placida giornata di giugno in via San Cristofano, nei pressi di Santa Croce,
viene ritrovato un cadavere. Si tratta di una donna di nome Mariuccia, una prostituta molto nota in città. La comunità è sconvolta,
subito la polizia comincia ad indagare, nel tentativo appunto di capire chi sia l’assassino della donna sgozzata. Le ricerche da
parte dei Birri, così venivano chiamati una volta a Firenze i poliziotti, cominciano dai banchi dei pegni, con la speranza che il
responsabile di quel brutale delitto si sia recato lì per disfarsi di qualche prova.
F OL RE MT TA UZ IRO AN E
TuttoBallo20
"CHIUSO LUNEDI"
di
ALBERTO VENTIMIGLIA
SESTO CAPITOLO
Quell’intuizione si rivela geniale: dopo qualche giorno, infatti, in uno dei banchi viene ritrovato il vestito indossato dalla donna nella
notte nella quale è stata brutalmente uccisa”.
Cristiano capì dove voleva arrivare il detective e si rimise in piedi anche se non aveva molta forza: “Chi sei, maledetto? Sei uno
sbirro?”.
Maloma: “Non anticipare le cose, prima devo finire la mia storia. I Birri riescono a risalire ad un certo Antonio di Vittorio Giani,
famoso barbiere di Firenze, che lavorava nella zona di via Romana. In un primo momento l’uomo nega ogni coinvolgimento, poi
cede e racconta di aver ucciso lei perché follemente innamorato della giovane, quanto geloso.
Processato, Antonio viene condannato all’impiccagione. Il lunedì dopo l’omicidio della prostituta,
il corpo dell’assassino barbiere penzola in piazza davanti a una folla immensa.
Molti abitanti della città per assistere all’esecuzione avevano tenute chiuse le attività commerciali. Tra i cittadini, moltissimi
barbieri, amici e colleghi di Antonio di Vittorio Giani. Da allora, per ricordare il collega ventiduenne e Mariuccia, la donna da questi
uccisa, i barbieri decisero di mantenere sempre chiusa la bottega il lunedì. Una consuetudine, che ha vinto i secoli, arrivando fino
ai giorni nostri”.
Cristiano: “Io non ho ucciso nessuno”.
Maloma intanto entrò dentro la baracca lasciando solo il sospettato. Quando uscì con in mano quella che poteva essere la
presunta arma, lo ritrovò con la faccia a terra e due poliziotti che gli mettevano le manette.
Il detective mostrò l’arnese che aveva tra le mani: “Questo è un vecchio rasoio che usavano i barbieri quando ancora non si
poteva nemmeno cambiare la lama, come l’hai avuto? Ah, adesso posso rispondere alla tua domanda. Sì, sono un polizotto”.
Cristiano si arrese: “Era di mio nonno”.
Alba: “Ma perché hai ucciso quelle donne?”.
Cristiano: “Perché erano delle gran puttane”.
Maloma: “Ah, non dire così. Tu sei stato rifiutato dalla prima vittima e, preso dalla gelosia, l’hai sgozzata, come Antonio e
Mariuccia, la storia si ripete”.
Doriano: “Pezzo di merda, le illudevi con la scusa di renderle libere togliendogli i microchip, invece lo facevi solo per farle sparire
per sempre”.
Alba: “Portatelo via”.
Tornato a casa, il detective fece una doccia e poi si sedette sul divano e sulla poltrona di fronte vide la sua Valentina.
Maloma sorrise: “Hai visto che sei venuta da me senza che abbia bevuto?”.
Valentina: “Te l’ho detto che sono sempre con te”.
Maloma: “Ma non mi basta che tu sparisca e riappaia solo per i giochi della mia mente”.
Valentina: “Che cosa vuoi fare?”.
Maloma: “Sono molto stanco amore mio. Tanto, tanto stanco”.
Valentina: “Hai solo bisogno di riposare, non ti preoccupare”.
Maloma: “Voglio riposare con te”.
Brezza intanto stava servendo del whishy a un cliente quando sentì uno sparo provenire dall’appartamento dell’amico, gli cadde la
bottiglia a terra e corse fuori dal locale.
C’era molta gente curiosa che si era radunata davanti al condominio, un gran via vai di gente che avvisava i soccorsi. L’aria era
fresca e stava iniziando a piovere.
Pensiero del mese
DI FRANCESCA MEUCCI - DIRETTRICE DI SOLOMENTE
Arriva il caldo e si respira aria di vacanze. Si
respira davvero. Finalmente senza obbligo di
mascherine all'aperto. Insieme ai vari strati di
vestiti toglieremo quel piccolo strato che ci
permetterà di rivedere le facce. Non più
nascoste per metà. E ritroveremo i sorrisi. E
ritroveremo le parole. I movimenti delle labbra
accompagneranno di nuovo il suono. Una
voce prima appiattita uscirà liberamente. Per
parlare e.... cantare! In libertà. A squarciagola.
Insieme. Senza la strisciante paura del
possibile contagio.
Proveremo quella meravigliosa sensazione
che deriva dalla fine di una privazione.
Nessuno avrebbe immaginato che saremmo
stati felici di tornare a una normalità data
sempre per scontata. Sapremo apprezzare i
piccoli gesti quotidiani. Saremo di nuovo
visibili quando sorrideremo. E auguriamoci di
sorridere, e magari anche ridere, fino alle
lacrime. In un ritrovato senso di libertà!
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