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Atmosfera n. 6
Al momento espongo alcune mie opere all’Arsenale di Venezia
nell’ambito della 17^ Biennale di Architettura che è stata posticipata
al 2021 a causa del Covid. Ho costruito un racconto per
immagini su resilienza e sostenibilità, trattando i temi di aria,
acqua, terra e fuoco declinati alla mia maniera in quattro visioni
catastrofiche: tempeste e trombe d’aria, inondazioni, desertificazioni
e incendi. L’opera di 20 metri dal titolo Atmosfere, in
cui monumentali architetture nascoste da una fitta nebbia appaiono
sospese nel tempo e dominate dal silenzio, s’incastra
perfettamente nel contesto di una grande mostra d’arte ricca
di video e installazioni ma soprattutto di contenuti. Come progetto
futuro vorrei dare vita alle mie immagini animandole, per
questo sto pensando di realizzare dei cortometraggi.
La diffusione dei tuoi lavori segue le vie classiche come
gallerie, esposizioni e pubblicazioni cartacee oppure è affidata
ad Internet?
È un misto di cose. La mia generazione ha vissuto con la televisione
in bianco e nero e quando ho iniziato a realizzare le
mie opere non c’era ancora Internet. Sono stato uno dei primi
a valutare la preziosità della rete e nel 1997 ho costruito il mio
primo sito perché il mondo virtuale è per me stimolante. Frequento
i social ma sono ancorato alle mostre dal vivo, ritrovandomi
da sempre ad allestire mostre in giro per il mondo. Ho
avuto la fortuna di viaggiare tanto e quindi di potermi creare
una rete di conoscenze e di stimoli, ma Internet ha reso tutto
molto più facile. Il sito è come un giardino, qualcosa che va curato
con amore tutti i giorni, è il modo per mostrare il mio lavoro
non come un catalogo ma come storia della mia vita.
Il fatto di vivere in una città relativamente periferica rispetto
ai grandi centri di attività artistica, come ha influito
sulla diffusione dei tuoi lavori a livello internazionale?
Alla fine degli anni Novanta volevo andare via da Firenze ma
per pigrizia non l’ho fatto e in quegli anni ho pagato cara questa
scelta. Successivamente, con l’avvento dei social, ho recuperato
il gap, veicolando link che oggi fanno parte di un
archivio mondiale. Dopo venticinque anni di lavoro sono rinomato
a livello internazionale ma non pretendo che tutti mi conoscano
nella mia città, dove non realizzo mostre. Oggi, grazie
alla visibilità data dal Web, si può fare l’artista anche restando
a Firenze, città dove la glorificazione del passato penalizza l’arte
contemporanea e la fotografia.
So che ti stai dedicando all’insegnamento con grandi risultati...
Quest’anno ho un corso di fotografia rivolto a centottanta studenti
all’Accademia di Perugia. Il mio valore aggiunto è fargli
conoscere il mondo dell’arte, della critica, del collezionismo
con il quale mi confronto da molti anni. Cerco di alimentare la
loro vena artistica stimolandoli a sviluppare i loro progetti e le
loro idee attraverso il racconto per immagini. Con autorevolezza
cerco di spiegare il ragionamento che c’è dietro le immagini,
attraverso le quali si crea un dialogano con lo spettatore. Già
dalla scuola elementare si dovrebbe maneggiare la fotografia
per abituarsi a sviluppare un linguaggio personale come quello
della scrittura. Nel mondo amatoriale dei circoli fotografici
molto spesso gli appassionati di fotografia vivono di citazioni
e non sviluppano un vero e proprio stile.
Atmosfera n. 28 Atmosfera n. 19
GIACOMO COSTA
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