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Sturno - Viaggio nei paesi dell'Osso

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16<br />

CRONACA<br />

martedì 20 luglio 2021<br />

Roma - Il Giornale di Napoli<br />

www.ilroma.net<br />

Nei <strong>paesi</strong><br />

dell’osso<br />

STURNO. QUI TUTTA L’URBANISTICA HA POCO PIÙ DI QUARANT’ANNI<br />

Astuti come gli storni,<br />

veloci <strong>nei</strong> cambiamenti<br />

La natura incontaminata, il silenzio e il cibo buonissimo<br />

rendono questo posto un paradiso per vivere a lungo<br />

DI FEDERICO FESTA<br />

La singolarità di <strong>Sturno</strong> non<br />

è nell'urbanistica o nell'architettura<br />

cittadina.<br />

S'arrampica sull'intera Valle Ufita<br />

a perdita d'occhio ed è totalmente<br />

immersa nella natura.<br />

Questo la rende unica, come una<br />

terrazza dalla quale ti sporgi per<br />

rasserenarti con le cose belle del<br />

mondo, e accattivante, perché ti<br />

accerchia il verde e l'aria pulita.<br />

Il prezzo pagato per essere definita<br />

la “piccola Svizzera”, con le<br />

villette a due piani, tutte rifatte<br />

con giardini e fiori, è stata la totale<br />

cancellazione di testimonianze<br />

urbanistiche datate. Inutile<br />

andare alla ricerca del centro<br />

storico. Qui non c'è. L'eterno<br />

conflitto tra i sostenitori del<br />

recupero e i pragmatici del vecchio<br />

da superare qui è stato risolto<br />

a favore della totale demolizione<br />

delle case. Il dopoterremoto,<br />

molto per necessità ma abbastanza<br />

anche per visione politica,<br />

è stato utilizzato per abbattere<br />

e ricostruire ex novo anche<br />

gli edifici che danni ne avevano<br />

subito pochi.<br />

La pietra e i tetti bassi in cotto<br />

sopravvivono nelle rare testimonianze<br />

fotografiche, che l'amministrazione<br />

ha fatto replicare<br />

su mosaici esposti in piazza. È<br />

“scappata” pure qualche immagine<br />

di affollati raduni di gerarchi<br />

fascisti ma ci sta: da queste<br />

parti la visione è stata sempre di<br />

centrodestra.<br />

Sopravvivono soltanto due palazzi<br />

ducali: palazzo Grella del<br />

1700 e palazzo De Iuliis, del<br />

1800. Quello dei Grella è un vero<br />

e proprio scrigno di tesori.<br />

Nelle sue quaranta stanze custodisce<br />

preziosissimi documenti,<br />

tra i quali parte dell'archivio storico<br />

del parlamento sabaudo, di<br />

Torino. Dei Grella è anche la villa<br />

che insiste proprio di fronte al<br />

palazzo ducale: un polmone di<br />

verde, curatissimi, che sfoggia<br />

piante secolari e rarissime.<br />

Altro monumento architettonico<br />

è l'Istututo scolastico che porta<br />

il nome di John Michele Aufiero,<br />

conterraneo emigrati in Ame-<br />

__<br />

Nelle foto in alto, il palazzo ducale dei Grella, l’istituto scolastico<br />

donato da Michele Aufiero e Fontana Tetta, ex lavatoio pubblico<br />

rica <strong>nei</strong> primi del '900 e diventato<br />

tra i più grandi industriali<br />

degli Stati Uniti. Fu lui a volerlo<br />

donando la cifra necessaria<br />

per la costruizione. A <strong>Sturno</strong> gli<br />

attribuiscono l'invenzione del<br />

clacson, anche se il brevetto viene<br />

ufficialmente registrato da<br />

Miller Reese Hutchinson nel<br />

1908.<br />

Tremila abitanti ma con una oramai<br />

decennale tendenza alla perdita<br />

di residenti, <strong>Sturno</strong> si è confrontata<br />

con l'emigrazione da almeno<br />

un secolo. In un <strong>paesi</strong>no<br />

dello stato di New York, Glen<br />

Cove City, vivono, giusto per dare<br />

un numero, seimila persone<br />

tutte originarie di <strong>Sturno</strong>. Terze<br />

e quarte generazioni che quando<br />

tentano l'approccio all'italiano lo<br />

fanno utilizzando un linguaggio<br />

arcaico, un dialetto antico e lontano<br />

anche per gli attuali abitanti<br />

della città dei Casali.<br />

Dal compianto e prematuramente<br />

scomparso sindaco Aurelio<br />

Cangero, al quale la comunità<br />

ha voluto intilare lo stadio comunale,<br />

scopriamo l'origine del<br />

nome: «Dallo storno che ha dato<br />

il nome al nostro comune dobbiamo<br />

apprendere astuzia e capacità<br />

di adattamento: abili nell'intercettare<br />

le risorse, ma soprattutto<br />

socievoli e capaci di<br />

stare insieme».<br />

Come in ogni città delle zone interne,<br />

qui la lotta è alla soprav-<br />

vivenza quotidiana e alla continua<br />

e non dilazionabile necessità<br />

di creare condizioni di sviluppo,<br />

il minimo vitale che consenta<br />

di trattenere una quota di<br />

giovani.<br />

Le intuizioni buone ci sono e ci<br />

sono state nel passato. In un posto<br />

dove si respira serenità e aria<br />

buona, se la qualità del cibo e dei<br />

prodotti tipici è alta, metà del<br />

gioco è fatta. Basta organizzarsi<br />

nell'accoglienza (...socievoli e<br />

capaci di stare insieme non era<br />

una citazione casuale) e nella<br />

specificità dell'offerta. Negli ultimi<br />

anni qui si punta molto sullo<br />

sport: la piscina comunale,<br />

realizzata grazie al Credito sportivo<br />

(la espone nella sua homepage),<br />

ma anche lo stadio di calcio,<br />

che spesso accoglie società<br />

professionistiche come sede del<br />

ritiro pre campionato. Non è un<br />

caso che qui sia attivo uno dei<br />

primi licei sportivi della provincia<br />

di Avellino.<br />

IL CASO Vita fatta di sacrifici e fatiche, a 107 anni fu operata con successo al femore<br />

110 anni e non sentirli: la regina di <strong>Sturno</strong> è Lucia Maria Sangenito<br />

DI GIANNI VIGOROSO<br />

Ha 110 anni e tra 4 mesi<br />

pronta a tagliare il traguardo<br />

dei 111. Lucidissima, tempra<br />

eccezionale, ancora autonoma<br />

nelle sue faccende quotidiane<br />

in casa, super vaccinata,<br />

accudita amorevolmente<br />

dalla sua inseparabile e dolce<br />

figlia Maria. Madre di tutte<br />

le madri nella sua amata<br />

<strong>Sturno</strong>, Lucia Laura Sangenito<br />

è la donna più longeva<br />

in Irpinia. A contendersi lo<br />

stesso primato, c’è Giuseppa<br />

Salerno, residente a Napoli<br />

nel Rione Sanità.<br />

“Se Dio vuole, festeggiamo a<br />

novembre - ci dice, con la sua<br />

dolcezza di sempre, mentre<br />

si appresta a gustare pasta e<br />

zucchine nella sua abitazione<br />

di via operai, invitandoci<br />

a pranzare con lei - mi ritengo<br />

una donna fortunata, il Signore<br />

ha voluto preservarmi<br />

così a lungo e lo ringrazio<br />

ogni giorno.” Vita fatta di sacrifici<br />

e fatiche, a 107 anni fu<br />

operata al femore al Frangipane<br />

di Ariano, vedova, Lucia<br />

Laura trascorre le sue<br />

giornate in compagnia di sua<br />

figlia. Ricorda bene ancora<br />

tutto del passato ed è una<br />

fonte inesauribile di insegnamenti<br />

ogni giorno. Ha compreso<br />

subito la gravità dell’emergenza<br />

Covid, lei che ha<br />

vissuto sulla propria pelle,<br />

guerre, terremoti, carestie e<br />

fame. “L’unico momento triste<br />

- ci confessa sua figlia Maria<br />

- è stato il periodo più difficile<br />

della pandemia, quando<br />

purtroppo anche gli affetti<br />

familiari sono venuti meno,<br />

è lì che ha avvertito il peso<br />

della solitudine, nonostante<br />

la mia presenza. Ma è<br />

così che l’abbiamo protetta<br />

ulteriormente, preservandola<br />

da ogni insidia.” L’immagine<br />

genuina e tenera di questa<br />

grande donna, la piacevole<br />

chiacchierata a tavola<br />

con nonna Lucia Laura, è<br />

senza dubbio il momento più<br />

bello ed emozionante del nostro<br />

affascinante viaggio nella<br />

terra dell’osso.


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martedì 20 luglio 2021<br />

Roma - Il Giornale di Napoli<br />

www.ilroma.net<br />

15<br />

CRONACA<br />

ARCHIVIO INTERATTIVO<br />

Inquadra il codice e scopri<br />

le puntate precedenti<br />

Arriva sul sito<br />

in automatico<br />

(effe). Nei <strong>paesi</strong> dell’osso è uno sguardo non indiscreto<br />

nelle realtà più piccole della nostra regione. Dell’osso<br />

perché qui e soltanto qui è palpabile, concreta, la differenza<br />

di velocità del Paese inteso come senso dello Stato,<br />

che dovrebbe essere padre di tutti, tutelandone, in<br />

modo uguale, ogni diritto. Nei volti di chi resiste, di chi<br />

prende su di sè il peso di strade che non ci sono, servizi<br />

che mancano, lavoro che non si trova, c’è la vita nell’Italia<br />

che si svuota, che non ha voce, che ha smesso di<br />

protestare e che non ha nemmeno più armi per blandire.<br />

Persino la politica, quella che raccatta voti e consensi<br />

a ogni turno elettorale, qui non si fa vedere. Ma ci sono<br />

i sindaci e la narrazione dei loro sogni cui dare voce.<br />

Il sindaco Vito Di Leo non sa ancora se si ricandididerà alle prossime amministrative<br />

«Lavoro ai giovani contro lo spopolamento»<br />

«Piuttosto che ammodernare le piazze abbiamo investito in incubatori d’impresa per chi vuole restare»<br />

DI PIERLUIGI MELILLO<br />

__<br />

Il sindaco Vito Di Leo intervistato da 696 Tv. In basso, il Municipio<br />

Da piccola Svizzera per la pulizia e la<br />

grande attenzione al decoro urbano<br />

a cittadella dello sport per la presenza<br />

di piscine e campi di calcio da fare invidia<br />

ai centri sportivi più rinomati. Siamo <strong>nei</strong> <strong>paesi</strong><br />

dell'osso eppure sembra di vivere una realtà<br />

completamente diversa. Ma anche qui lo<br />

spopolamento ha segnato la vita della comunità,<br />

cancellando nel giro di sessantanni<br />

più di mille abitanti.<br />

«Purtroppo – ammette il sindaco Vito Di<br />

Leo – è così. Il saldo tra nuove nascite e<br />

persone che ci hanno lasciato è sempre negativo.<br />

Ma quello che più ci angoscia è la<br />

partenza dei giovani, che vanno via da <strong>Sturno</strong><br />

per lavoro o studio».<br />

Come contrastare questa piaga che colpisce<br />

le zone interne?<br />

«Come comune nel 2014 invece di riammodernare<br />

la piazza o la strada, noi abbiamo<br />

scelto di investire circa un milione di euro<br />

nella realizzazione di un incubatore di<br />

impresa, uno dei pochi in Campania. Sono<br />

stati realizzati 6 box affidati ai giovani che<br />

volevano avviare un'attività. Sono occupati<br />

almeno venti dipendenti oltre all'indotto.<br />

Ci sono ditte anche importanti, ad esempio<br />

un'azienda di pasta fresca che esporta in tutta<br />

Europa. Ci sono le condizioni per guardare<br />

al futuro con nuove speranze. Ora abbiamo<br />

investito in un secondo incubatore<br />

per continuare a scommettere sui giovani.<br />

Non ci sono dubbi: l'unico rimedio per contrastare<br />

lo spopolamento è creare lavoro».<br />

Da cittadella dello sport a piccola Svizzera,<br />

qual è la definizione che più le piace<br />

per descrivere <strong>Sturno</strong>?<br />

«Direi entrambe. Abbiamo tante strutture<br />

sportive importanti dal campo di calcio in erba<br />

naturale alle due piscine con il palazzetto<br />

dello sport e i due campi da tennis. Abbiamo<br />

investito molto in questo senso. Ma<br />

anche la piccola Svizzera ci piace perché ci<br />

spinge a puntare sempre sul rispetto dell'ambiente<br />

e a tenere le strade pulite. Abbiamo<br />

ereditato un paese ordinato dal punto<br />

di vista edilizio, dobbiamo continuare a<br />

renderlo sempre più bello».<br />

Deluso dal fatto che poi l'Avellino abbia<br />

rinunciato al ritiro a <strong>Sturno</strong> preferendo<br />

un'altra località di fuori regione?<br />

«Beh sì, sono dispiaciuto, ma devo dire che<br />

l'Avellino aveva scelto <strong>Sturno</strong>. E vorrei ricordare<br />

che anche altre<br />

squadre come il Lecce di Zema,<br />

la Juve Stabia o la Cavese<br />

e il Foggia, sono state<br />

qui. Peccato, avevamo già tutto<br />

pronto, il paese si sarebbe colorato<br />

di biancoverde. Ma c'è<br />

stata qualche incomprensione<br />

con l'albergo, non c'è stato l'accordo<br />

e l'Avellino ha dovuto rinunciare».<br />

La ripartenza: avete riaperto al<br />

pubblico la storica piscina comunale.<br />

Che segnale è stato per questo<br />

territorio?<br />

«E' un segnale di rinascita e di speranza<br />

per i nostri giovani che tanto<br />

hanno sofferto negli ultimi tempi. E'<br />

una piscina che attrae persone da tutta<br />

la provincia. Si tratta di un impianto<br />

molto bello, un punto di riferimento<br />

da almeno 40 anni. Abbiamo<br />

investito tanto, è un gioiello rimodernato<br />

tanto che sul sito del<br />

credito sportivo anche l'ex campione della<br />

Juve Zambrotta ha messo mi piace alla foto<br />

del nostro impianto».<br />

Tra strutture ricettive e sportive quale<br />

può essere la vocazione di questo paese<br />

per un rilancio dell'economia?<br />

«Noi ci caratterizziamo per gli impianti<br />

sportivi ma per creare reddito e avere<br />

un'economia forte dobbiamo guardare anche<br />

all'agricoltura. Qui si produce l'olio<br />

ravece ma dobbiamo lavorare molto anche<br />

sul fronte delle strutture ricettive.<br />

Credo che negli anni futuri queste zone<br />

cambieranno aspetto».<br />

Oggi sturno come guarda alla realizzazione<br />

della stazione logistica<br />

di Valle Ufita dell'Alta Capacità<br />

Napoli-Bari: è un'occasione<br />

da non perdere?<br />

«Forse è anche l'ultima occasione.<br />

Noi siamo a diretto contatto<br />

con la stazione che dovrà<br />

nascere. Stiamo programmando<br />

con qualche difficoltà<br />

insieme ai sindaci del<br />

comprensorio per non perdere<br />

questa opportunità: l'importante<br />

è non guardare al campanile.<br />

Dobbiamo puntare a uno sviluppo<br />

armonico del territorio. Se<br />

perdiamo questo treno, sia chiaro,<br />

il futuro non sarà positivo per i nostri<br />

giovani».<br />

Quest'anno si vota a <strong>Sturno</strong>: ha<br />

già deciso cosa fare?Continuerà<br />

a mettersi a disposizione dei cittadini?<br />

«Guardi, ho sempre interpretato<br />

questo ruolo cristianamente cercando<br />

di aiutare gli altri. Non ho<br />

deciso, ma le confesso che sono<br />

stanco, ormai è da tanti anni che<br />

sono in trincea. Abbiamo raggiunto<br />

risultati importanti, ma soprattutto<br />

abbiamo programmato il futuro<br />

presentando in regione tanti<br />

progetti. Vedremo, ma di sicuro resterò<br />

sempre a disposizione della<br />

mia comunità».


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<strong>Sturno</strong>


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<strong>Sturno</strong>

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