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Volturara Irpina - Viaggio nei paesi dell'Osso

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16<br />

CRONACA<br />

martedì 27 luglio 2021<br />

Roma - Il Giornale di Napoli<br />

www.ilroma.net<br />

Nei <strong>paesi</strong><br />

dell’osso<br />

VOLTURARA. DAL 1906, CON REGIO DECRETO, LA CONDANNA E IL FURTO<br />

Qui la madre di ogni sorgente:<br />

acqua a Napoli, sete all’Irpinia<br />

L’inghiottitoio del Dragone è l’antitesi della Pavoncelli bis<br />

DI FEDERICO FESTA<br />

a canne,<br />

nella chiesa di San<br />

C’èl’organo<br />

Nicola di Bari. Ci<br />

sono gli abiti contadini di fine<br />

‘800 e i rudimentali strumenti di<br />

una vita quotidiana che non ha<br />

mai richiamato al lusso e al divertimento,<br />

piuttosto al lavoro e<br />

alla vita in simbiosi con gli animali.<br />

C’è il verde sconfinato dove puoi<br />

correre e correre, a perdifiato come<br />

nella canzone, senza mai incontrare<br />

un’anima viva.<br />

E poi ci sono le storie di uomini,<br />

legate a figure reali del brigantaggio,<br />

o la magia, i misteri, le<br />

leggende che scomodano gli eroi<br />

e orrendi mostri a guardia di tesori.<br />

Magari da qualche parte c’è qualcuno,<br />

chino davanti un vecchio<br />

scrittoio, che sta ultimando il copione<br />

e poi spunterà un nuovo albero<br />

degli zoccoli.<br />

Un genio, come quello di Ermanno<br />

Olmi, che intrecci vita e<br />

sogni facendo di <strong>Volturara</strong> e della<br />

sua piana un capolavoro del<br />

Un paradiso naturale<br />

circondato<br />

da superbe montagne<br />

del Terminio e Cervialto<br />

terzo millennio: umanità e sogni<br />

dell’Alta, piuttosto che della bassa<br />

bergamasca.<br />

La natura qui ha creato il suo paradiso<br />

e lo ha difeso con montagne<br />

superbe: il Terminio, il Cervialto,<br />

Costa, Chiarini, Foresta,<br />

Valle dei Lupi, Calcara d'Alessio,<br />

mettendole a guardia del bene più<br />

prezioso di cui una comunità possa<br />

disporre: l’acqua. <strong>Volturara</strong> è<br />

la madre di tutte le sorgenti, l’invaso<br />

da cui tutto si dipana per<br />

raggiungere Serino, Cassano fino<br />

a Caposele.<br />

Anche qui, nel primo decennio<br />

‘900, ha avuto origine il grande<br />

saccheggio delle risorse idriche<br />

per destinarle alla sete di milioni<br />

di persone a Napoli. Come Caposele,<br />

che nel 1906 venne tagliata<br />

in due per dare le sorgenti<br />

all’Acquedotto Pugliese, ai residenti<br />

venne lasciato in obbligo<br />

l’ambiente lacustre e malsano del<br />

Dragone.<br />

La Piana è l’invaso<br />

da cui tutto<br />

si dipana attraverso<br />

anfratti carsici<br />

Non poteva essere modificato,<br />

bonificato, migliorato per non rischiare<br />

di cambiare le vene profonde<br />

che alimentano acqua della<br />

Serra, acqua Nuci, acqua Mieroli,<br />

Tufara, acqua di zà Maria<br />

a valle, acqua dei Calandroni,<br />

acqua delle Logge, acqua degli<br />

Uccelli a monte.<br />

E puntualmente, come per Caposele<br />

con l’Acquedotto Pugliese,<br />

o Serino con l’Acquedotto napoletano,<br />

la principale risorsa viene<br />

prelevata in nome di un più alto<br />

senso del bene comune, ma lasciando<br />

al territorio tutte le conseguenze<br />

negative costituite dalle<br />

mancate opportunità.<br />

A <strong>Volturara</strong> c’è addirittura un Regio<br />

Decreto a ricordarlo, a imporre<br />

per legge il vilipendio: il<br />

639 del 14 settembre 1906. Nel<br />

delimitare le zone malariche della<br />

provincia di Avellino, per <strong>Volturara</strong><br />

si stabiliva infetta: “…la<br />

Piana del Dragone. Considerando<br />

che alla bonifica del Dragone<br />

s'oppone all'interesse della<br />

Città di Napoli, giacché si ritiene<br />

che le sorgenti del Serino, che<br />

forniscono di acqua potabile<br />

quella città, siano alimentate almeno<br />

in parte dalle infiltrazioni<br />

del bacino del Dragone… considerando<br />

che l'esecuzione di un<br />

progetto di radicale bonifica importerebbe<br />

una spesa troppo elevata<br />

in confronto al vantaggio<br />

che ne ricaverebbe la zona relativamente<br />

limitata dei terreni soggetti<br />

all'inondazione… non si dia<br />

luogo a procedere sul bonificamento<br />

del Lago Dragone".<br />

Eccolo segnato il destino di decine<br />

di migliaia di metri cubi<br />

d’acqua al secondo, che sprofondano<br />

in un inghiottitoio creato da<br />

un terremoto nel 1400. Per i Sanniti<br />

era il Rava, il Raone quando<br />

prendeva spazio, per poi diventare<br />

il Traone.<br />

Persino Garibaldi si è dovuto occupare<br />

della necessità di bonificare<br />

la piana del Dragone, ma anche<br />

l’eroe dell’Italia unita alla salute<br />

degli irpini ha dovuto preferire<br />

l’acqua per Napoli.<br />

Soltanto 60 anni dopo quel regio<br />

decreto, grazie all’iniziativa di un<br />

medico provinciale, con un decreto<br />

dell’allora presidente della<br />

Repubblica Saragat, <strong>Volturara</strong> è<br />

tornata terra sana.<br />

Ma la materia prima ha continuato<br />

a correre verso la metropoli,<br />

lasciando che il bene prelevato<br />

in nome del Bene Comune<br />

continuasse per anni a venire<br />

“commercializzato”, trasformato<br />

da Acqua Pubblica a materia prima<br />

industriale. Un affare. Per decenni<br />

e decenni. Intere generazioni<br />

di consigli di amministrazione<br />

sono state chiamate a gestire<br />

depressioni carsiche, bacini<br />

idrografici, portanza, acque di supero,<br />

ma se si mettono su una bilancia<br />

i compensi percepiti e la<br />

vicinanza testimoniata ai partiti<br />

a confronto con gli investimenti<br />

fatti, veri e funzionali, per tenere<br />

Il malintenso “bene”<br />

superiore giustifica<br />

sacrifici per gli uni<br />

e realizza affari per altri<br />

Il mega impianto<br />

di Caposele preleverà<br />

tutta l’acqua che qui<br />

viene raccolta<br />

in esercizio le reti idriche, pesano<br />

di più i primi. Gli enormi sprechi<br />

di acqua sono alla base dei costi<br />

che lievitano per la gestione degli<br />

approvvigionamenti idrici casa<br />

per casa. E, beffa delle beffe, nelle<br />

bollette l’inefficienza si pesa<br />

proprio dove l’acqua viene prelevata.<br />

Pagano le famiglie, mentre<br />

gli enti sedicenti gestori pubblici<br />

viaggiano con rossi in bilancio<br />

da centinaia di milioni di<br />

euro: ma la circostanza riguarda<br />

soltanto l’Alto Calore, per decenni<br />

tronfio di raccomandati e<br />

superstipendi: con zero attenzione<br />

a reti e dispersione.<br />

Il risultato è che Acquedotto Pugliese<br />

e Abc Napoli sono, come<br />

aziende, in perfetta salute. Mentre<br />

Alto Calore deve scavare pozzi<br />

profondissimi (a <strong>Volturara</strong> ne<br />

ha tre di 160 metri) per prelevare<br />

acqua, investendo energia elettrica<br />

e dovendo pompare al doppio<br />

del ritmo, quindi al doppio<br />

della spesa, per coprire le perdite<br />

del reti.<br />

Oggi è del tutto inutile tentare di<br />

capire come, quando e grazie a<br />

chi l’etimologia s’è modificata, e<br />

il Raone è diventato prima Traone<br />

e poi Dragone. Di certo questo<br />

Il drammatico bilancio<br />

dell’Alto Calore<br />

e i costi dei pozzi<br />

scavati a 160 metri<br />

inghiottitoio, questa “bocca” carsica<br />

è l’antitesi di quello che rischia<br />

di rappresentare per l’Irpinia<br />

la Pavoncelli bis. Se a <strong>Volturara</strong><br />

c’è la madre di ogni sorgente,<br />

la Pavoncelli bis è il padre di<br />

tutti gli inganni: anche qui in nome<br />

dell’acqua pubblica e del malinteso<br />

superiore bene comune.<br />

Un’opera idraulica che ingoierà<br />

in un colpo tutto quello che qui<br />

si raccoglie. La nemesi della gestione<br />

almeno paritaria nel confronto<br />

con i territori dove questa<br />

materia prima nasce. Finché è<br />

chiusa (l’opera mastodontica è ultimata<br />

ma è scaduto il commissariamento)<br />

c’è speranza.<br />

Il Tribunale Superiore delle Acque<br />

nel 2007 e la Cassazione nel<br />

2008 dichiararono la Pavoncelli<br />

bis opera da fermare. Ci pensò<br />

l’allora governo Berlusconi, nel<br />

2009, a recintarla come opera di<br />

interesse nazionale affidandola ai<br />

poteri commissariali. Ora il Ministero<br />

delle Infrastrutture dovrà<br />

decidere nell’ambito di un accordo<br />

di programma cui partecipano<br />

non solo l’interessata regione<br />

Puglia ma anche la Regione<br />

Campania. In passato, riguardo<br />

l’Irpinia e centri come <strong>Volturara</strong>,<br />

maledettamente distratta.<br />

Ora vallo a capire cosa riservano<br />

altri luoghi palustri e malsani come<br />

i corridoi di palazzo Santa Lucia.


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martedì 27 luglio 2021<br />

Roma - Il Giornale di Napoli<br />

www.ilroma.net<br />

15<br />

CRONACA<br />

ARCHIVIO INTERATTIVO<br />

Inquadra il codice e scopri<br />

le puntate precedenti<br />

Arriva sul sito<br />

in automatico<br />

(effe). Nei <strong>paesi</strong> dell’osso è uno sguardo non indiscreto<br />

nelle realtà più piccole della nostra regione. Dell’osso<br />

perché qui e soltanto qui è palpabile, concreta, la differenza<br />

di velocità del Paese inteso come senso dello Stato,<br />

che dovrebbe essere padre di tutti, tutelandone, in<br />

modo uguale, ogni diritto. Nei volti di chi resiste, di chi<br />

prende su di sè il peso di strade che non ci sono, servizi<br />

che mancano, lavoro che non si trova, c’è la vita nell’Italia<br />

che si svuota, che non ha voce, che ha smesso di<br />

protestare e che non ha nemmeno più armi per blandire.<br />

Persino la politica, quella che raccatta voti e consensi<br />

a ogni turno elettorale, qui non si fa vedere. Ma ci sono<br />

i sindaci e la narrazione dei loro sogni cui dare voce.<br />

Il sindaco Nadia Manganaro ha sconfitto pregiudizi e diffidenze, eletta in piena pandemia<br />

«Dal turismo lavoro ai giovani»<br />

«Per una donna è sempre tutto più difficile, ma il paese è dalla mia parte»<br />

DI PIERLUIGI MELILLO<br />

Una donna sindaco che deve lottare<br />

contro pregiudizi e diffidenze<br />

inevitabili quando si fa politica<br />

in un paese del Sud. Ma Nadia Manganaro,<br />

primo cittadino di <strong>Volturara</strong> <strong>Irpina</strong>,<br />

è una donna coraggiosa che ha lottato<br />

contro le avversità e gli ostacoli<br />

che la vita ha messo davanti al suo<br />

cammino. E sorride, allora, quando<br />

le chiediamo del clima vissuto<br />

in paese dopo il suo successo elettorale<br />

piuttosto netto che le ha consentito<br />

di raccogliere il testimone<br />

dal marito, Marino<br />

Sarno, sindaco per dieci<br />

anni.<br />

Allora, com'è andata?<br />

Quali difficoltà ha dovuto<br />

affrontare?<br />

«Quando una donna si<br />

candida a sindaco va<br />

incontro a tante diffidenze.<br />

Ma le dico la verità:<br />

il giorno della nostra<br />

vittoria elettorale c'è stata<br />

una grande festa che ha<br />

coinvolto tutta la comunità.<br />

Devo solo ringraziare il<br />

popolo volturarese che ha<br />

creduto in me».<br />

Lei è stata eletta nel pieno<br />

nell'emergenza covid: che<br />

tipo di rapporto ha instaurato<br />

con i suoi concittadini?<br />

«Il nostro è un paese piccolo,<br />

ci conosciamo tutti. Ho<br />

sempre avuto un rapporto<br />

diretto e di fiducia con la<br />

gente. Abbiamo sempre<br />

cercato un confronto sui<br />

problemi, non mi sono<br />

mai tirata indietro».<br />

Lei ha già ottenuto risultati significativi,<br />

ne cito alcuni: Tari calata del<br />

__<br />

Il sindaco Nadia Manganaro intervistato da 696 Tv. In basso, il Municipio<br />

lizzazione della fibra possiamo dare l'opportunità<br />

di sviluppare lo smart working<br />

in questa fase di emergenza sanitaria».<br />

E, poi, cosa avete in mente?<br />

«Noi confidiamo molto nel Recovery<br />

plan, abbiamo una serie di progetti esecutivi<br />

tra cui uno che riguarda la rinascita<br />

del centro storico ma mi lasci dire<br />

che ci sono interventi anche per la riqualificazione<br />

di diverse zone del paese<br />

e poi il fiore all'occhiello sarà il ponte<br />

tibetano che consentirà di collegare<br />

15 per cento, tasse al minimo. Com'è<br />

stato possibile in una fase in cui i comuni<br />

devono fare i conti con le difficoltà<br />

finanziarie?<br />

«Questo è un successo dell'amministrazione<br />

tutta, ma che ci deriva anche dal<br />

lavoro di chi ci ha preceduto che aveva<br />

già ridotto le imposte. Quest'anno, soprattutto<br />

grazie al fondo covid, abbiamo<br />

puntato con maggiore coraggio<br />

a ridurre l'imposizione fiscale».<br />

Anche <strong>Volturara</strong>, come tutti i <strong>paesi</strong><br />

delle zone interne, deve fare i conti<br />

con lo spopolamento. Avete perso<br />

più di mille abitanti negli ultimi cento<br />

anni, come ridare una speranza<br />

ai giovani che vogliono<br />

restare qui?<br />

«Purtroppo, è vero. Anche noi<br />

abbiamo dovuto fare i conti con<br />

lo spopolamento, a cui si è aggiunta<br />

la crisi che ha colpito i<br />

nostri due settori trainanti dell'economia:<br />

l'edilizia e la castanicoltura.<br />

Noi abbiamo contribuito,<br />

in maniera forte, a combattere<br />

l'emergenza del cinipide che ha<br />

penalizzato la produzione di castagne.<br />

E ci riempie di soddisfazione<br />

aver ottenuto il presidio slow food<br />

per il fagiolo quarantino, un prodotto<br />

d'eccellenza del nostro territorio. La<br />

valorizzazione dei prodotti tipici è la<br />

strada da seguire se vogliamo dare un<br />

futuro ai nostri giovani».<br />

Lei ha tutto un mandato amministrativo<br />

davanti da svolgere. Quali<br />

obiettivi vuole raggiungere?<br />

«Intanto, siamo decisi a continuare su<br />

questa politica di promozione e valorizzazione<br />

del territorio. <strong>Volturara</strong> ha<br />

tutte le carte in regola per scommettere<br />

sul turismo. Siamo in una posizione<br />

geografica strategica, facilmente raggiungibile<br />

dal casello di Avellino est<br />

della Napoli-Bari, ma siamo vicini anche<br />

all'Alta Irpinia. E poi grazie alla real'area<br />

del castello di San Michele con la<br />

rupe dell'arrampicata, sarà davvero<br />

un'opera straordinaria».<br />

La Bocca del Dragone, l'invaso che per<br />

anni è stato un problema per <strong>Volturara</strong>.<br />

Ed ora?<br />

«In effetti, in particolare in passato, si<br />

trattava di un problema ma con la realizzazione<br />

delle opere fognarie di venti<br />

chilometri nella zona dell'inghiottitoio<br />

risolveremo l'emergenza. In quell'area<br />

abbiamo realizzato un polo attrattivo attrezzato<br />

per pic nic e altro. Insomma, abbiamo<br />

una grande occasione da sfruttare».<br />

E, allora, mi dica perché i turisti dovrebbero<br />

venire a <strong>Volturara</strong>, qual è il<br />

suo appello?<br />

«Guardi, è semplice. Siamo in un'oasi<br />

ambientale incontaminata facilmente<br />

raggiungibile da ogni parte della Campania.<br />

Ci sono zone come la Valle del<br />

Dragone e il Terminio molto attrattive.<br />

Metteteci i prodotti di eccellenza e l'accoglienza<br />

dei volturaresi e la tappa a <strong>Volturara</strong><br />

diventa davvero un'occasione unica<br />

per il buon vivere».


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<strong>Volturara</strong> <strong>Irpina</strong>


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<strong>Volturara</strong> <strong>Irpina</strong>

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