Donna Impresa Cover Stefania Brancaccio
Questa è Stefania Brancaccio: nata a Napoli il 21/06/1949 laureata in lettere e filosofia presso l'università Federico II di Napoli e specializzata in psicopedagogia dell'età evolutiva presso il Magistero di Torino, entra in Azienda nel 1974 ricoprendo vari ruoli di responsabilità fino alla odierna Vice Presidenza della società COELMO SpA che progetta e produce Gruppi Elettrogeni Industriali e Marini da 3 a 4000 kVA dal 1946. Nominata Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel Maggio 2009, Stefania ricopre la carica di Reggente Banca d'Italia presso la sede Banca d'Italia Napoli; è Membro del Consiglio Generale Federmeccanica Roma; Membro del Gruppo Tecnico Organizzazione Confindustria Nazionale; Membro Steering Commitee Luiss Business School Progetto Grow – Generating Real Opportunities For Women; (...) www.dimagazine.it
Questa è Stefania Brancaccio: nata a Napoli il 21/06/1949 laureata in lettere e filosofia presso l'università Federico II di Napoli e specializzata in psicopedagogia dell'età evolutiva presso il Magistero di Torino, entra in Azienda nel 1974 ricoprendo vari ruoli di responsabilità fino alla odierna Vice Presidenza della società COELMO SpA che progetta e produce Gruppi Elettrogeni Industriali e Marini da 3 a 4000 kVA dal 1946. Nominata Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel Maggio 2009, Stefania ricopre la carica di Reggente Banca d'Italia presso la sede Banca d'Italia Napoli; è Membro del Consiglio Generale Federmeccanica Roma; Membro del Gruppo Tecnico Organizzazione Confindustria Nazionale; Membro Steering Commitee Luiss Business School Progetto Grow – Generating Real Opportunities For Women; (...) www.dimagazine.it
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Di
Special edition luglio/settembre 2021
Donna Impresa Magazine
Proprietà editoriale e progetto grafico DONNA IMPRESA
Dossier
Cult
for
women
Ma come fa a fare tutto?
In primo
piano
DONNE
e potere
MODA
Bella
VITA
In Memory of Claudio C.
www.dimagazine.it
Storia di copertina
Stefania
BRANCACCIO
Vice Presidente
Coelmo SpA
Di
Top Women
nxt-rportag
e e e
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Christine
Lagarde
Presidente della Banca Centrale Europea.
I testi e le foto sono coperti da copyright. E’ vietata la riproduzione parziale o totale salvo espresso consenso degli autori. _ baldassarri2013@gmail.com
Per la tua pubblicità e/o publiredazionale Dott. Bruno Romano Baldassarri mob. +39 339.1309721
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STORIA DI COPERTINA
Stefania Brancaccio Vice Presidente COELMO SpA
DOSSIER
Cult for women - Ma come fa a fare tutto?
IN PRIMO PIANO
HANNO DETTO
a cura di Patrizia Esposito
Ilaria Profumi
SPECIALE/TOP WOMEN
FOOD
LUI
Catania Giuseppe Sebastiano - Gianfranco Vastaroli
ARTE/EVENTI
Ivonne Capelli - Roberta Calandra
BELLE SCOPERTE
Beatrice Moschetta Bioprofumeria Vegan
DONNA IMPRESA SICILIA
a cura di Dhebora Mirabelli
Barilla - Ciriaci - Arioli - Perini - Fileni - Le Caniette - Agribologna
BELLA VITA
Back to the Future - Claudio Coccoluto & Top Women DeeJay - Alex Milani
Angela Contabile - Den Harrow - Francesco LeNoire - Tony Carrasco
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52
Paolo Sistilli - Pietra Barrasso - Marco e Marzia Siniscalchi / Decathlon / Kasta Morrely
Valentino Haute Couture - European Bridal Week
MODA
Charlotte Casiraghi - Adriana Agostini
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BLOG: www.yumpu.com/user/donnaimpresa
AIUTIAMO
A RITROVARE
IL BOSCO
LE SUE RADICI
Dal 2018 abbiamo ridotto e compensato le nostre emissioni di CO 2 e aderito alla campagna
nazionale “Mosaico Verde” promossa da Legambiente e AzzeroCO 2 con l’iniziativa “Boschi
di Grancereale”. Grazie a questo progetto, Grancereale ripristina 6 aree boschive in Italia da
Nord a Sud per un totale di 13 ettari di terreno e prevede la messa a dimora di circa 3.200 tra
piante e arbusti.
Aumento della biodiversità, stabilizzazione del suolo, riduzione del rischio di propagazione
incendi e ripristino di fruibilità delle aree sono solo alcuni dei principali benefici raggiunti.
Questa, ed altre iniziative, fanno parte dell’impegno concreto di Grancereale per l’ambiente.
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MORDI LA FORZA DELLA NATURA
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LA MANAGER
ILLUMINATA E DI
SPIRITO BATTAGLIERO
DALLA PARTE DELLE
DONNE.
Ingredienti principali della sua esperienza: buon senso, tenacia, umiltà.
Questa è Stefania Brancaccio: nata a Napoli il 21/06/1949 laureata in lettere e filosofia presso l'università
Federico II di Napoli e specializzata in psicopedagogia dell'età evolutiva presso il Magistero di Torino, entra
in Azienda nel 1974 ricoprendo vari ruoli di responsabilità fino alla odierna Vice Presidenza della società
COELMO SpA che progetta e produce Gruppi Elettrogeni Industriali e Marini da 3 a 4000 kVA dal 1946.
Stefania Brancaccio
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con noi il Vice Presidente Coelmo SpA:
Nominata Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano nel Maggio 2009, Stefania ricopre la carica di Reggente Banca
d'Italia presso la sede Banca d'Italia Napoli; è Membro del Consiglio
Generale Federmeccanica Roma; Membro del Gruppo Tecnico
Organizzazione Confindustria Nazionale;
Membro Steering Commitee
Luiss Business School Progetto Grow – Generating Real Opportunities
For Women; Vice Presidente Sezione Metalmeccanica Confindustria
Napoli; Membro del Comitato Scientifico dell' IPE ( Istituto per Ricerche ed
attività Educative); Consiglio direttivo Commissione Microcredito e Finanza
Etica per l'Associazione Nazionale per Lo Studio dei Problemi del Credito
Roma; Membro di Confindustria ( SFC) nell'ambito del Programma-obiettivo
del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale per l'anno 2007; Membro
della Consulta Femminile del Pontificio Istituto della Cultura Roma;
Presidente Regionale dell' UCID;
Membro del Consiglio di Amministrazione
della Fondazione "In Nome della Vita O.n.l.u.s. ", “ Casa di Tonia”,
accoglienza delle ragazze madri e donne vittime di violenza, Curia
Arcivescovile di Napoli. Vincitrice della 22° Edizione Premio Minerva Anna
Mammoliti Roma, attribuito alle donne per qualità imprenditoriali; Socio
Rotary Nord Napoli, è stata premiata con riconoscimenti Paul Harris Fellow,
per il Progetto Open Innovation per il lavoro dei giovani e per la Presidenza
della Commissione distrettuale “ Lavoro, Occupazione e Micro Credito".
INTERVISTA
Che tipo di persona sei Stefania, come hai imparato a fare bene le cose
che sai fare, quali abilità hai appreso naturalmente e quali hai sviluppato
con fatica?
Eccomi: una laureata in filosofia che entra in uno stabilimento di tute blu nel
1973, negli anni detti di "Piombo". Erano gli anni in cui fu redatto lo Statuto dei
Lavoratori: anni difficili e di grandi tensioni. Nel mio percorso filosofico, a mia
guida è stato il grande filosofo Heiddegger, che mi ha indicato il "cammino”
che noi uomini di oggi avremmo dovuto compiere: "tenere sempre gli occhi
aperti su ciò che è degno di essere pensato". Una filosofia certamente non
accademica né chiusa in se stessa, ma una filosofia che incrocia e si
confronta continuamente con la realtà per ricercare risposte possibili; una
filosofia come "amore della sapienza, della conoscenza". Terminato il mio
percorso di studi, entrai in azienda con esperienza “pari a zero” e cominciai
dal basso, con molta umiltà, avendo quale primo incarico quello di mettere in
ordine alfabetico le fatture. Consapevole di non avere tutte le conoscenze
necessarie per il settore in cui agivo, decisi in quegli anni di studiare tanto, ma
veramente tanto! I risultati nel lavoro si conquistano con molto sacrificio. Ho
studiato tutto ciò che mancava alla mia formazione di donna in azienda. Ho
preso lezioni di ragioneria. Mi sono specializzata in gestione della qualità,
gestione della sicurezza, gestione aziendale, e così via, gradino per gradino,
senza sconti, fino a giungere alla dirigenza. Ho avuto coraggio per quegli
anni, ma attenzione il coraggio non è temerarietà. Come diceva Ambrosoli
“avere coraggio non è essere eroi”, bensì vuol dire essere una persona
normale che vuole lavorare e vivere la propria vita in pieno.
Ma esistono ancora i lavori da donna e i lavori da uomo?
La Coelmo è un'azienda produttrice di gruppi elettrogeni. Da questa
descrizione merceologica emerge un'immagine di un'azienda che può
scoraggiare un pubblico femminile. Espressioni quali "progettazione,
manutenzione, conduzione di macchine elettriche interventi manutentivi” non
permettono di capire con esattezza di cosa si tratti. Queste locuzioni sono
associate all'idea di un lavoro che implica forza fisica e pertanto, in
quanto donna, avrei potuto scoraggiarmi, ma allora
non ho mai pensato “non è un lavoro da donna”.
Cosa ti caratterizza, quali i tuoi valori e le tue
motivazioni e le priorità ... Ci sono parole chiave
perlatuavita?
Ho sempre voluto sradicare quegli stereotipi e
pregiudizi relativi al genere con la voglia di sfidare la
“segregazione occupazionale” a cui noi donne ci
sottoponiamo. Il pregiudizio contro le donne che
sembra strano ma è comune a tutte le culture dalle
origini: Nella Bibbia, nella cultura filosofica, in quella
religiosa, politica ed anche scientifica che ha
codificato l'assoluta “Inferiorità” della donna e che ci
ha reso vittime e ci ha posto in una continua
inspiegabile sottomissione. Ho sempre lavorato per
creare un ambiente in grado di accogliere la
partecipazione femminile non di respingerla. Sono
questi pregiudizi sociali che ostacolano il successo
professionale di noi donne. Ho cercato, infatti, di
usare il lavoro in azienda per realizzare un “agire
donativo”, per riuscire ad andare oltre e scoprire e
far scoprire la dimensione della spiritualità. Ho
lavorato con lo spirito del pioniere, quella qualità che
accompagna, insieme alla qualità tutta femminile
della generatività, chi vuole creare nuovi rapporti,
nuove dinamiche, ponendo la persona al centro
dell'attività imprenditoriale. Ho lavorato con la
“cultura del noi” che implica una concezione del
lavoro fondata sulla passione, sulla propositività,
sulla ricerca del confronto e sulla volontà di
superare sé stessi portando più in alto il livello di
efficienza dell'intera organizzazione. Una filosofia
d'impresa in cui responsabilità, fiducia e rispetto
regolano i rapporti aziendali, mentre la formazione
continua, gli investimenti in ricerca e sviluppo,
l'internazionalizzazione dei mercati eiservizipiù
vicini alla necessità della clientela sono divenuti i
pilastri della strategia della mia azienda.
L'uguaglianza di genere è il fulcro dello
sviluppo. Lo sviluppo umano deve tenere conto,
per definizione, del genere…
Le donne in Italia sono la componente più dinamica
della società, quella che sta cambiando più
rapidamente i propri connotati a livello sociale,
culturale ed economico. Grazie alla lunga marcia nel
campo dei diritti, dell'istruzione e del mondo del
lavoro sono passate da una situazione di totale
svantaggio a una condizione di parità in molti aspetti
del nostro vivere in società. Purtroppo questo lungo
cammino ancora non è arrivato al suo termine.
Nonostante gli obiettivi raggiunti eirisultatiottenuti,
grazie ad una lotta iniziata più di un secolo fa,
ancora oggi, purtroppo, le donne vedono i loro diritti
non riconosciuti o calpestati e, in varie occasioni,
sono vittime di discriminazioni, pregiudizi e violenze.
La nostra società è ancora lontana dall'aver
raggiunto una condizione di pari opportunità per pari
capacità tra i due sessi.
Nel 2010 sei stata la firmataria del manifesto
WEPs, Women's Empowerment Principleses
posto dal Global Compact delle Nazioni Unite
con tanto di sette assiomi suggeriti da reali
pratiche aziendali al fine di promuovere
presupposti paritari per le donne. Quali sono i
contenuti di questo manifesto e quali sono i
punti più importanti?
Tutto ciò è avvenuto prima dell'Enciclica del Papa
Fratelli Tutti, perché in azienda abbiamo parlato di
gratuità di riconoscimento dell'altro, cioè della
persona sia essa donna, disabile, di altra etnia o di
altra religione, questo rispetto deve aprirsi non solo
al rispetto in sé ma anche a conoscere chi è l'altro,
portatore di un 'altra cultura. Noi abbiamo certificato
la nostra azienda HALAL, una certificazione che
attesta che i prodotti, nei settori agroalimentare,
cosmetico, sanitario, farmaceutico, finanziario e
assicurativo, siano conformi alla dottrina islamica.
La nostra certificazione non è dovuta al fatto che noi
produciamo prodotti di bellezza o prodotti alimentari.
Lo abbiamo fatto affinché i nostri collaboratori si
aprissero a quell'altro mondo, capissero che cosa
fosse il diverso visto che trattiamo con i paesi
islamici. Allora la donna, da noi, pari a tutti gli altri
diversi che puoi incontrare, fa parte di quelle
esperienze che all'interno della COELMO si fanno
ed equivalgono a dei corsi di formazione. Se
esistessero dei corsi di formazione all'incivilimento
noi faremmo dei corsi di formazione per questo e
siccome non esistono spingiamo all'incontro, alla
condivisione, alla fraternità ed alla gratuità. Sono
termini che sono sempre stati banditi normalmente
dalla gestione delle aziende. È veramente molto
importante riuscire, all'interno delle aziende che
sottoscrivono questi punti, a misurare se
effettivamente esiste una politica di empowerment
della presenza femminile, cominciando dalla parità
dello stipendio, dalla parità del trattamento, dalla
salute, dalla sicurezza delle donne, promuovendo la
formazione professionale.
La legge è uguale per tutti ma la busta paga
delle donne è sempre la più leggera.
Il divario retributivo di genere fa parte dell'obiettivo
più ampio di promuovere l'uguaglianza sul posto di
lavoro e combattere la discriminazione. Il principio
dell'eguaglianza di retribuzione tra uomini e donne a
parità di posizione organizzativa e di rendimento
professionale costituisce un elemento essenziale
della dinamica di uguaglianza di genere ed è
necessario per portare al giusto riconoscimento del
ruolo delle donne nel mondo del lavoro. Rimuovere
le cause delle differenze salariali analizzando la
situazione e rivedendo le procedure è, quindi, un
prerequisito per una completa equiparazione di
genere nel mondo del lavoro. Questo è uno dei
compiti fondamentali per un'azienda, che deve
operare con trasparenza ed efficacia per superare le
pratiche soggettive di valutazione che portano
automaticamente alle differenze.
Gli stereotipi, i pregiudizi e gli atteggiamenti
etnocentrici rendono la diversità un pretesto per
la discriminazione, l'intolleranza e
l'emarginazione, che sono gravi malattie delle
società umane…
Ho cominciato a vivere ed attuare una cultura delle
pari opportunità che, diversamente dalla cultura
dell'uguaglianza, permette di mettere in atto
processi non omologanti. In azienda ho voluto
costruire un percorso di valorizzazione della
differenza di genere, ovvero sulla differenza tra
uomo e donna, che non possono e non devono
essere assolutamente negate: l'uomo e la donna
sono “irriducibili” l'uno all'altro. Per un certo periodo
un certo femminismo è sembrato volesse rinunciare
per tutto al riconoscimento della diversità uomo,
donna prefigurando un tipo di individualità né
maschile né femminile. Uomini e donne esistono e
sono al tempo stesso uguali, perché persone ed
individui sociali, ma differenti, perché è la dotazione
biologica che li differenzia ma non per questo si
giustifica una forma di discriminazione sul piano
esistenziale e sociale.
Una vasta letteratura nell'economia del lavoro
osserva l'esistenza, ancora oggi, di una forte
disparità di genere anche nei salari…
Il divario retributivo di genere fa parte dell'obiettivo
più ampio di promuovere l'uguaglianza sul posto di
lavoro e combattere la discriminazione. Il principio
dell'eguaglianza di retribuzione tra uomini e donne a
parità di posizione organizzativa e di rendimento
professionale costituisce un elemento essenziale
della dinamica di uguaglianza di genere ed è
necessario per portare al giusto riconoscimento del
ruolo delle donne nel mondo del lavoro. Rimuovere
le cause delle differenze salariali analizzando la
situazione e rivedendo le procedure è, quindi, un
prerequisito per una completa equiparazione di
genere nel mondo del lavoro. Questo è uno dei
compiti fondamentali per un'azienda, che deve
operare con trasparenza ed efficacia per superare le
pratiche soggettive di valutazione che portano
automaticamente alle differenze.
Pochi lo sanno. Ma in parallelo al G20
presieduto dall'Italia, quest'anno si tiene anche il
G20 Empower, l'alleanza per la promozione della
rappresentanza delle donne nell'economia. Che
cosa ne pensa Stefania?
Mi è molto dispiaciuto è di aver letto che nel G20,
che si terrà in Italia ad Ottobre 2021, c'è una
sottosezione dedicata alle Donne, come se le donne
fossero “un tema” ci hanno messo in un recinto con
la qualifica inesorabile di tema non principale
rispetto agli scopi principali del G20. Purtroppo, per
chi come me si occupa di pari opportunità sa che il
“Tema” delle donne è “Recintato” oramai da decenni
senza grandi esiti. Il problema della disuguaglianza
di genere e dei suoi effetti disastrosi è noto a tutti da
molto tempo, e sono noti i danni ad ogni livello.
Ancora troppo spesso i diritti delle donne rimangono
non riconosciuti e sottorappresentati sul campo.
Sono state scritte risoluzioni, piani d'azione e
strategie; le donne si sono battute a gran voce per la
partecipazione e le pari opportunità. Ma le cose si
muovono troppo lentamente, prevalgono i pregiudizi
e persiste la discriminazione strutturale. Dobbiamo
rompere il recinto, se guardiamo a quelli che
saranno gli obbiettivi del prossimo G20: People,
Planet, Prosperity noi Donne dovremmo essere
chiamate a mettere le mani su questa economia per
decidere con competenza come riuscire a cambiare
le regole. Le donne sono un mezzo e non un fine.
Devono emergere per risolvere insieme agli uomini,
perché solo insieme e alla pari possiamo assestare
la direzione ancora così ingiusta. Non si tratta quindi
di aiutare le donne ma di aiutare il Mondo attraverso
le donne.
Il tuo mood di Azienda?
Bisogna pensare all'Azienda come ad una comunità
di persone. L'azienda non è un'entità astratta: esiste
un uso del "noi" e non del "voi" che sottolinea una
separazione. L'azienda non deve essere un luogo
ostile, respingente, che non innesca dinamiche di
crescita personale, un ambiente che non offre al
soggetto la motivazione per esprimere la propria
personalità in ciò che fa lavorando. La mia idea di
azienda è quella che mette al centro i lavoratori
facendoli partecipi del bene raggiunto per
condividerlo. Coinvolgere, motivare,
responsabilizzare, sono i verbi della mia visione: le
decisioni dei leader devono ricadere positivamente
sulla vita dei lavoratori e delle loro famiglie e
comunità. La Coelmo investe sia in ricerca e
sviluppo, quanto per la formazione, la crescita del
personale, la loro sicurezza e felicità. L'azienda
deve essere uno strumento per migliorare la vita
delle persone. Far tornare la sera a casa i lavoratori
appagati e felici è la cosa più importante perchè
mantengono la dignità e la stima di sé stessi
migliorando le loro vite e quelle della comunità in cui
vivono.
“Tutto ciò che facciamo deve essere al di sopra
delle aspettative”, si legge in cima al “Pentalogo
dei valori” aziendali. E il secondo comma
aggiunge: “Essere disposti ad adottare il
cambiamento”. Principi fondamentali di una
tavola della legge che fa di un'azienda un caso.
La Coelmo ha oltre 70 anni di storia eicambiamenti
sono il suo DNA. Cambiamenti nei prodotti, nei
mercati, nella tecnologia, nella struttura societaria.
Una azienda che ha fatto dell'adattamento ai
mutamenti ambientali la sua capacità di
sopravvivere, di competere e di crescere per
continuare a creare valore, mantenendo intatta la
cultura che l'ha resa “una eccellenza” tra i grandi
produttori mondiali del settore, con una particolare
attenzione allo sviluppo delle persone ed alle
relazioni. Sviluppo che deve sapere affrontare le
sfide del nuovo millennio, non semplice da gestire,
con una organizzazione che deve essere ripensata
in modo evolutivo, innovativo e snello. Ripartendo
dal capitale umano, sapendo far squadra,
riportando la creazione di valore al primo posto di
ogni azione organizzativa. Il cambiamento è
condizione ineludibile per ogni essere vivente. I
sistemi organici evolvono e si trasformano come
risposta adattativa alle mutazioni ambientali, come
stimolo di sopravvivenza e di governo
dell'incertezza nei confronti di situazioni diverse da
quelle conosciute, di rottura dell'equilibrio
preesistente. Anche le organizzazioni economiche
rappresentano un organismo vitale. Le
organizzazioni nascono, perseguono scopi,
ottengono risultati, imparano, si sviluppano,
attraversano crisi e le superano, oppure si
ammalano e muoiono. E questo processo è fatto di
persone e di relazioni, di risorse e di valore
aggiunto, di opportunità e minacce, di continue
trasformazioni, alcune graduali, altre, improvvise.
Sostenibilità e Responsabilità Sociale: quali le
differenze, Stefania?
Molto spesso i termini “Sostenibilità” e
“Responsabilità Sociale d'Impresa” vengono
considerati sinonimi e, di conseguenza, si parla di
sostenibilità o RSI senza tenere in considerazione
la sostanziale differenza dei due termini. La
Sostenibilità è il fine a cui tendere, l'obiettivo da
raggiungere: l'equilibrio tra le tre dimensioni
(economica, sociale ed ambientale) che permette
ad un'azienda di essere al di sotto o al pari della
soglia di sostenibilità del pianeta (ovvero il limite che
permette la salvaguardia del pianeta). La
Responsabilità Sociale d'Impresa racchiude tutte
quelle azioni che vengono messe in atto dalle
aziende per raggiungere la Sostenibilità.
La Sostenibilità può rappresentare davvero
un'opportunità di crescita e di sviluppo del
business delle pmi?
La sostenibilità non può essere un esercizio su
carta, è un obbligo morale per le aziende.
Assumere comportamenti responsabili nei riguardi
della società e della comunità in cui si vive
rappresenta per ogni azienda, al di là della sua
dimensione o del settore di appartenenza, uno
strumento necessario per incidere sulla
competitività. Le imprese che hanno trasformato e
continuano a trasformare la propria governance per
perseguire scelte di investimento legate alla
sostenibilità e alla gestione responsabile d'impresa
hanno effetti vantaggiosi, tangibili, misurabili. Il venir
meno della fiducia in una crescita economica senza
freni ha portato a considerare non più tollerabile la
creazione di ricchezza da parte delle aziende
ignorando il contesto socio-ambientale in cui sono
inserite. La relazione con la società e l'ambiente in
cui operano riveste un fattore critico nell'abilità di
continuare a operare efficacemente, ed è sempre di
Standing
ovation
COELMO!
COELMO, DA 70 ANNI PRIORITÀ AD AMBIENTE E IMPRESA SOCIALE.
Con tre stabilimenti produttivi, una gestione integrata della progettazione e della produzione, una vasta rete di distributori ed officine internazionali, COELMO è in grado di produrre Gruppi Elettrogeni
per qualsiasi tipo di applicazione e di fornire assistenza post vendita praticamente ovunque, in ogni momento. COELMO riserva un costante investimento in ricerca industriale e tecnologica per
sviluppare soluzioni innovative che combinano l'affidabilità delle fonti energetiche tradizionali con la sostenibilità delle energie rinnovabili. COELMO ha un ruolo di leadership ed importanti quote di
mercato in diverse applicazioni, da quello telefonico a quello dell'estrazione petrolifera, dal supporto per le operazioni militari a quello per le organizzazioni umanitarie, dalle navi commerciali fino alle
più sofisticate imbarcazioni da diporto. L'azienda ha di un sistema di Gestione Certificato per la Qualità, l'Ambiente, la Sicurezza e la Responsabilità sociale, conforme alle norme UNI EN ISO
9001:2015, 14001:2015, SA 8000:2014, ISO 45001, coniugando così le più recenti tecnologie con l'esperienza di chi opera da tre generazioni nel settore. Con 70 anni di esperienza e numerosi
progetti ultimati con successo, COELMO è in grado di fornire un servizio completo di progettazione, realizzazione, project management, collaudo, installazione, messa in servizio, manutenzione
programmata ed assistenza tecnica di Gruppi Elettrogeni, in diversi paesi del mondo.
®
Via delle Industrie, 278, 80011 Acerra (NA) Italy
Agglomerato Industriale ASI
Ph + 39 081.8039731 _ Fax + 39 081.8039724 _ info@coelmo.it
www.coelmo.it
www.dimagazine.it
più utilizzata come misura della performance
globale. Le organizzazioni di ogni tipo, in virtù
della funzione centrale che rivestono nella società,
hanno un ruolo importante nel mantenimento di
uno sviluppo sostenibile, cioè nella capacità di
soddisfare i bisogni della generazione attuale
senza compromettere la capacità delle
generazioni future di soddisfare i propri. Sempre
più spesso ci si interroga su come possano le
aziende contribuire ad un mondo migliore
mettendo in atto migliori politiche di gestione.
Concetti quali Sviluppo Sostenibile e Gestione
Responsabile sono ad oggi imperativi su cui
fondare la gestione aziendale, che impongono alle
imprese di rivedere le proprie pratiche eirapporti
con gli innumerevoli stakeholder.
In Coelmo come è avvenuto questo percorso?
In Coelmo Responsabilità Sociale non è uno
slogan, perché qui c'è corrispondenza tra le parole
e le cose. I nostri stabilimenti sono a impatto zero
e abbiamo sempre seguito il principio
dell'innovability, l'innovazione possibile, con
impatto diretto sul sociale: dalla qualità della vita
dei nostri dipendenti agli effetti sociali sul territorio.
Coelmo ha aderito ai principi ispiratori della UCID
(Unione Cristiana Imprenditori, e Dirigenti,) di cui
ne è Vice Presidente Nazionale, che richiama alla
Responsabilità del ruolo dell'imprenditore,
soggetto di una economia competitiva ma
responsabile. Ci impegniamo a creare le migliori
condizioni per il lavoro e la crescita delle sue forze
lavoro, per aiutarli a mettere a frutto i loro talenti,
per privilegiare la condivisione, lo stare insieme,
l'ascolto. Abbiamo preso le distanze dall'obiettivo
della massimizzazione del profitto e, più in
generale da qualsiasi obiettivo che prediliga
esclusivamente o la creazione di valore azionario
o la crescita o l'occupazione o altro, ma promuove
invece un economia di tipo circolare i cui obiettivi
economico-finanziari, obiettivi competitivi e
obiettivi sociali si uniscono per fare il bene
dell'azienda, cioè per uno sviluppo duraturo e
sostenibile, alla ricerca del bene comune e dei
saldi principi della solidarietà e della sussidiarietà.
Essere socialmente responsabili significa, infatti,
non solo soddisfare pienamente gli obblighi
giuridici applicabili, ma anche andare al di là
investendo “di più” nel capitale umano,
nell'ambiente e nei rapporti con le altre parti
interessate. Ciò si traduce nell'adozione di una
politica aziendale che sappia conciliare gli obiettivi
economici con quelli sociali e ambientali del
territorio di riferimento, in un'ottica di sostenibilità
futura. Oggi il compito delle imprese non deve
essere più soltanto quello tradizionale di creare
profitto ma anche confrontarsi con i problemi della
società attuale, facendosi attori non solo dello
sviluppo economico ma anche di quello sociale.
Cito testualmente “Coelmo porta la luce in
tutto il mondo. Anche nelle zone più critiche.
Anche dove le reti di connessione non
esistono e la corrente elettrica è risorsa che
appartiene al mondo dei sogni.”
Certamente, è così: produciamo gruppi elettrogeni
industriali e marini. Alla innovazione di processo e
di prodotto dedichiamo un investimento costante
in ricerca e tecnologia, per sviluppare soluzioni
innovative che combinano l'affidabilità delle fonti
energetiche tradizionali con la sostenibilità delle
energie rinnovabili. Questo ci ha consentito di
conquistare un ruolo di leadership e importanti
quote di mercato in diverse applicazioni quali il
settore telefonico, quello petrolifero, il supporto per
le operazioni militari o le organizzazioni
umanitarie. Nell'ambito del comparto marino, i
nostri prodotti figurano sia sulle navi commerciali
che nelle imbarcazioni da diporto.
Come hai vissuto in azienda la drammatica
esperienza della pandemia?
Il lockdown è stato un avvenimento storico di
portata eccezionale, del tutto inaspettato. Un
evento imprevisto rapido e repentino che ci ha
spiazzato, ha stravolto le nostre abitudini, ha
drasticamente modificato le nostre priorità e anche
la nostra percezione della realtà. Questa è stata la
nostra economia. E questo ci ha dato la forza,
questo sentirsi uniti e noi lo abbiamo visto anche
durante la pandemia: siamo rimasti aperti sempre,
siamo andati avanti e chi si è ammalato ha
continuato a collegarsi da casa. Questo spirito
partecipativo non si crea in un attimo e chi viene
nella nostra azienda deve essere così altrimenti
non può starci. Oggi si parla di Economia Civile,
Solidale, Circolare, come se fossero tante diverse
economie. Non c'è un'altra maniera di fare
economia: l'economia è una ed è Civile, Solidale,
Circolare. Si parla di aziende resilienti: io detesto
questo termine perché è un termine botanico, si
dice resiliente una pianta che rimane lì, ferma, e
che dopo aver subito tutte le aggressioni degli
agenti atmosferici, rimane ad essere quella che
era. Quindi usare la parola resilienza nei confronti
delle donne e delle aziende non va bene.
Vogliamo dire antifragili? Si, noi ci possiamo
rompere, spezzare, ma poi siamo diventati
resistenti. Non più forti, meno fragili!
Che cosa ne pensi dello smart working?
Parlare di smart working vuol dire fiducia, vuol dire
fidarsi del tuo collaboratore e la fiducia per me è
una cosa importante, è una cosa seria. La fiducia,
per la mia esperienza, è sempre stata a due vie,
nel senso che se tu dai veramente fiducia a una
persona e riesci a fargliela sentire, quello che ti
torna indietro è positivo. Il rischio, però è che lo
smart working per le donne sia vissuto come
carico improvviso e incredibilmente pesante.
Diverse sono le donne che si sono trovate a dover
lavorare di punto in bianco in remoto e con figli in
dad a cui badare. Una giornata all'insegna di
impegno e fatica, in costante crescita. Non farsi
trascinare dalle faccende domestiche diviene un
vero e proprio numero da circo con gli spazi e le
distanze casa-lavoro completamente cancellate.
L'alba di una nuova routine spinge diverse donne
a un bivio, a scelte drastiche. A ripresentarsi nei
loro cuori è l'atavico dilemma esistenziale: famiglia
o carriera? L'antinomia, però, non si porrebbe se
le italiane potessero far affidamento su di un
sistema di welfare più obiettivo e vigoroso, in
grado di assicurare loro la libertà di impegnarsi
nella realizzazione professionale con le stesse
possibilità ed energie dei loro colleghi uomini. Ci si
auspica allora una vera parità.
Molte delle lettrici di Donna Impresa Magazine
spesso si domandano come fare a conciliare
un lavoro a tempo pieno soprattutto quando si
è madri. Questo doppio impegno pone le
donne difronte all'atavico quesito: lavoro o
maternità? Tu come hai vissuto la cultura del
tempo che è uno dei fattori più escludenti per
le donne?
Sono riuscita a gestire il mio tempo, il grande
nemico di noi donne, perché ero la proprietaria.
Ma è da lì che sono partita e ho sentito la
necessità di dover parlare di “identità di genere”
per offrire alle donne che hanno collaborato con
me le stesse opportunità che ho avuto io.
Ovvero?
Ho capito che le libertà che avevo, cioè il tempo di
accudire i figli, la gestione del mio lavoro, mi
avevano dato quello spazio per potere crescere e
quindi la prima cosa che ho voluto è stata la
possibilità di offrire alle donne dell'azienda, la
libertà di gestire il proprio tempo attuando, prima
di tante altre imprese la conciliazione “del tempo di
vita e di lavoro”.
Come gestisci questa “problematica” del
doppio ruolo delle donne in Azienda?
Alla Coelmo abbiamo realizzato un Baby-Parking,
un'esperienza di intrattenimento estivo dei figli dei
dipendenti di età tra i1e3anni. Abbiamo voluto la
conciliazione, che a noi piace chiamare
“coordinamento dell'orario di lavoro” per una più
serena conciliazione dei tempi di vita familiare,
consapevoli delle diversità dei bisogni rispetto al
genere ed ai cicli di vita delle donne. Tra le azioni
di conciliazioni lo sportello Family Friendly, lo
sportello Commissioni/Fattorino aziendale,
l'accudimento figli durante riunioni e momenti
critici, il Baby Sitting rivolto all'assistenza
Self-help
In aziende che hanno applicato un modello incentrato sul welfare, la coesione dei dipendenti e un forte senso di appartenenza all’azienda risultano cruciali per le situazioni
di crisi, come quella attuale caratterizzata dalla pandemia da COVID 19. Coelmo è un’azienda che applica un modello revisionato ma assimilabile a quello olivettiano,
incentrato sull’eliminazione della piramide aziendale di potere e improntato alla condivisione e alla creazione di una comunità lavorativa. La fabbrica è vista come un unico
organismo, nel quale ogni individuo ha una sua funzione, una sua peculiarità utile al conseguimento del benessere dell’azienda. La capacità di Stefania è quella di far
emergere in ognuno il meglio di se stesso; si deve guardare sempre avanti, pur avendo rispetto per il passato.
domiciliare su richiesta. Abbiamo organizzato per i
dipendenti di origine extracomunitaria corsi di
supporto per l'alfabetizzazione di lingua italiana, di
cui possono beneficiare non solo i dipendenti ma
anche i familiari, fornendo anche un aiuto per
riuscire ad ottenere il congiungimento familiare. Ai
dipendenti stranieri abbiamo concesso periodi di
ferie extra da utilizzare per visitare le famiglie non
ricongiunte nei propri Paesi. Abbiamo organizzato
per la garanzia di un luogo di lavoro sicuro e
salubre corsi di formazione per la sicurezza sul
lavoro secondo lo standard OHSAS 18001, norma
di cui siamo certificati, con un documento “DVR” in
ottica di genere. Abbiamo istituito uno Sportello di
Ascolto a disposizione di tutti i dipendenti e
collaboratori, uno Sportello di Mediazione
Familiare interpersonale con l'obiettivo di rilevare,
sostenere, e quando possibile, risolvere eventuali
problematiche di carattere sociale e/o familiare
che potrebbero celare, anche solo indirettamente
o in misura minima, maltrattamenti o abusi.
Abbiamo istituito aree di parcheggio facilitato
riservato a personale femminile. Abbiamo
www.dimagazine.it
Roma_ Palazzo del Quirinale 22 gennaio 2020: Il Presidente Giorgio Napolitano con i Cavalieri del Lavoro Giovanni Punzo e Stefania
Brancaccio e il Dott. Tommaso Lavarone in occasione dell'incontro con una delegazione dell'Associazione "Italia Futura"
realizzato spazi interni ed esterni per l'accoglienza
temporanea dei figli dei dipendenti o
accompagnatori dei visitatori. Abbiamo istituito
una cassetta e una posta elettronica anonima per
la segnalazione di suggerimenti o reclami.
In una recente intervista hai dichiarato che la
politica dei bonus incentivanti per le aziende
che assumono donne è offensiva. Perché?
Come se lo Stato chiedesse alle imprese di fare il
sacrificio di assumere le donne. Invece che sulle
politiche dei bonus bisogna porre l'attenzione sulla
busta paga e quindi sul valore netto della
retribuzione: se le donne si vedessero aumentato
il netto in busta potrebbero organizzare la loro vita
in tutt'altro modo. Le donne italiane sono le meno
aiutate in Europa e tutti i servizi, a parità di
prelievo fiscale, sono eccessivamente onerosi. La
famiglia, a fronte dell'entità dei prelievi, non ha
niente in cambio perché l'asilo, se c'è, va pagato,
e profumatamente. Perché insistere nel cercare di
migliorare qualcosa la cui inefficacia è sotto gli
occhi di tutti? Meglio guardare il problema da
un'altra angolazione. Ma cambiare lo sguardo su
un problema è un esercizio faticoso. Il vero tema è
metterle nelle condizioni di lavorare: le donne
hanno bisogno di flessibilità per modulare la
prestazione lavorativa in maniera più compatibile
con le responsabilità familiari. Il tema, quindi, è
l'organizzazione più che l'incentivo.
Idem per le quote rosa, Stefania?
Non bastano le quote rosa, serve una riscossa di
genere e generazioni per uscire dall'angolo. Fino a
cinquant'anni fa era normale pagare una
lavoratrice meno del collega uomo, a parità di
mansione. Perché si dava per scontato che
nell'Italia delle “madri costituenti” esistesse un
“differenziale di produttività” (geneticoo culturale?)
da scaricare su paghe più asciutte. La
giurisprudenza degli anni '70 ha per fortuna
scardinato questa insensata impostazione. Con
governance mista aziende vanno meglio: abbiamo
bisogno delle donne in azienda. Non è questa la
sede per analizzare e approfondire l'origine degli
stereotipi che, nel tempo, hanno relegato la donna
a ruoli subordinati a quelli maschili: troppi
sarebbero gli elementi di origine culturale,
religiosa e sociale. Di fatto i pregiudizi sono esistiti
e, in parte, tutt'ora sono incombenti, anche se il
mutato clima culturale ed economico sembra aver
incrinato quel “soffitto di vetro” che è metafora
dell'impossibilità della figura femminile di
raggiungere posizioni apicali in ambito aziendale
anche se in risposta alla crescente esigenza di
diversità inerente all'ambito della forza lavoro,
molte aziende, oggi, vogliono affrontare questa
tematica all'interno della leadership aziendale,
prefissandosi di raggiungere obiettivi precisi, come
il superamento delle disuguaglianze
nell'occupazione e nella retribuzione e la
promozione della diversità, intesa non come un
problema, ma come un valore aggiunto. Il diversity
& inclusion management rappresenta dunque
un'esigenza sempre più sentita dalle aziende più
evolute, consapevoli che la gestione della
diversità può rappresentare un'opportunità per
l'azienda di raggiungere una efficacia
organizzativa e una performance soddisfacente.
Esiste un'ampia letteratura circa gli effetti positivi
della segregazione orizzontale del mercato, che
offrono alcune riflessioni interessanti, a partire
dalla creazione di politiche del lavoro mirate alle
donne e dirette ad innescare proprio gli effetti
moltiplicatori sul mercato, insiti nell'incremento di
occupazione femminile. Il percorso, però verso
una consapevolezza e una maggiore apertura
all'imprenditorialità femminile, è ancora lungo.
Rimangono gli ostacoli e le limitazioni che una
donna deve affrontare in ambito aziendale, in
relazione alla disparità di opportunità, di
trattamento e di livello di retribuzione.
Affrontare le scelte professionali e decidere
quale professione seguire, in giovane età è
una sfida. Oggi, più che mai…
In un contesto così difficile, come quello che
stiamo vivendo, essere ragazzi e ragazze “per
bene”, richiede sacrifici e coraggio. È bello che
questo coraggio di cui ho parlato prima ci sia. Ma
una società civile dovrebbe essere quel luogo nel
quale per essere buoni cittadini, donne che
lavorano, madri soddisfatte non si dovrebbe
"avere coraggio”… Forse per fare l'astronauta, sì,
ma non per la vita di tutti i giorni.
Una dedica a tutte le nostre lettrici...
Auguro a tutti noi un paese che sia in grado di
offrire alle donne di domani un contesto che
favorisca la loro realizzazione sia morale che
professionale. Questo è quanto abbiamo fatto e
continuiamo a fare nella mia azienda. Ma
lasciatemi rivolgere un augurio alle ragazze che
entreranno nella vita adulta: preparatevi ad
esigere, da chiunque ed in qualsiasi circostanza,
sia essa lavorativa, familiare, politica, il rispetto
della vostra dignità di donne. Sarà questa la
condizione e la premessa per ogni vostra
autentica affermazione e conquista.
“E se a sostenere la conciliazione dei
tempi e la riscoperta della propria
femminilità è una donna così tosta da
essere stata una pioniera in un ruolo ed
in un settore prettamente maschili, non
possiamo che seguire il suo esempio.”
Valeriana Mariani
Bisogna puntare sulla
conciliazione dei tempi e la
flessibilità, invitando le donne che
hanno raggiunto posizioni di potere
istituzionale o manageriale a non
dimenticarsi delle altre.
“
”
Nella foto: l’assegnazione della Stella al Merito a Stefania Brancaccio da parte del
Centro Studi e Alta Formazione Maestri del Lavoro d’Italia
Centodieci e lode
Non ne fa un mistero dei suoi 72 anni spesi nel
dinamismo, tra l’essere mamma e donna di
impresa e nonna, il che l’ha temprata nello spirito
e nel fisico. Nata a Napoli dove vive ancora oggi. Nel ’68
aveva 19 anni ed era studentessa al liceo. Sostenitrice
dell’uguaglianza dei diritti, difese i primi Sessantottini, ma
abbandonò i movimenti di protesta quando diventarono
violenti. Si laureò in filosofia, nel 1973 si sposò e iniziò a
lavorare nell’azienda metalmeccanica di famiglia
riuscendo ad emergere come professionista e come
donna in un settore completamente maschile. Riuscì
anche a conciliare carriera e vita privata, impegnandosi
nella difesa del lavoro femminile. Oggi è vicepresidente
della sua azienda e dal 2009 Cavaliere del lavoro. Amante
dell’ideologia e dei principi di Adriano Olivetti ha
trasportato nella sua industria quel mondo utopistico, ma
non troppo e lo ha reso attuale. Coelmo oggi è un'azienda
poliedrica, versatile; un unicum per produttività, fama nel
mondo, cura del prodotto e welfare aziendale. Inclusione,
partecipazione ed uguaglianza sono le parole chiave per
Stefania Brancaccio; i dipendenti devono far parte di una
grande famiglia, in modo tale da ottenere una efficienza
cosciente e partecipativa. Chiunque doveva essere felice
di andare a lavorare, fare parte della comunità, ma
soprattutto sentirsi artefice, coautore del benessere
collettivo.
[Liberamente tratto da Il Centro studi ed Alta
Formazione maestri del lavoro d’Italia]
www.dimagazine.it
Nella foto: Papa Francesco e Stefania Brancaccio
“I gesti che trasmettono il carisma di Papa Francesco
ci permettono di scorgerne le radici e di gustarne più in
profondità la ricchezza dell'essere umano. Un incontro
per me indimenticabile perchè ho sentito la fratellanza
in Cristo. Tengo ancora ben strette le emozioni e
l'intensità di quel colloquio. Ho ricevuto la sensazione
di avere di fronte un uomo con una saggezza enorme,
lo dimostra anche il fatto che il tempo è sembrato
volare. Ho capito la grandezza della persona... quando
lo senti parlare, per quello che dice e come lo dice,
lascia un segno indelebile dentro di te.
”
www.dimagazine.it
Io e la mia famiglia
andiamo fieri di Coelmo
non soltanto per l'eccellenza dei prodotti ma anche per il livello di civiltà che vi si respira e che si poggia sulle
diversità e sul valore delle differenze.
“Per l'inclusione, la strada da percorrere è
quella di rimuovere le discriminazioni che
pesano sul futuro della società, a partire da
quelle nei confronti delle donne la cui
condizione occupazionale appare (ancora) di
svantaggio nella società contemporanea, come
risulta dalla oggettiva constatazione di un
persistente e grave squilibrio di genere, specie
nelle posizioni apicali. Nel nostro Paese,
sebbene sia in atto un cambiamento, permane
un significativo gender gap, tanto più profondo
quanto più si sale nella scala professionale, e
un conseguente “giacimento” di lavoro
femminile (conoscenze, energie, competenze,
intelligenze e creatività) prezioso ma sprecato,
spesso addirittura invisibile, seppur attestato
dai tassi di occupazione, disoccupazione,
inoccupazione e scoraggiamento femminile.
Questo capitale umano potrebbe invece
essere utilizzato per sostenere occupazione e
crescita. In questa traiettoria, focalizzo
l'attenzione sulla segregazione occupazionale
c.d. "verticale", cioè sulla scarsa presenza
femminile nei vertici gestionali e di controllo
delle società, sia nel settore pubblico sia in
quello privato; presenza fortemente ostacolata
da diffusi fenomeni di accesso sbarrato, di
potere negato, di ingiustizia sociale e di vera e
propria discriminazione legata al (pregiudizio
di) genere subita dalle donne nel corso dei
secoli. Se la donna non raggiunge al più presto
una parità, soprattutto economica, con l'uomo,
le economie mondiali non saranno in grado di
affrontare crisi inaspettate e drammatiche
come quella causata dal Covid-19. Una
leadership femminile forte fa funzionare e
guadagnare di più le imprese. E, in politica,
favorisce visioni di lungo periodo incentrate su
cambiamento e sostenibilità. Non sopporto chi
riduce a uno slogan banale le pari opportunità.
Che invece sono un percorso lungo e faticoso
e che ha avuto bisogno di atti di coraggio, di
orientamento, di indirizzo, di determinazione
politica e di tante delibere amministrative. E
non sopporto quelle donne in carriera che si
appiattiscono sugli uomini mascolinizzandosi a
tal punto da cedere al partner funzioni
domestiche e facendone dei mammi in
grembiule e cravatta. La sera bisogna tornare
a casa ed essere in grado di preparare una
cena, essere donne fino in fondo. Quando le
donne saranno riconosciute nella loro diversità
solo allora avremo la parità. La donna non può
essere omologata. Ha bisogno dei suoi spazi e
dei suoi tempi. Il vero nemico delle donne è il
tempo. La rinuncia ad essere madri oafareun
solo figlio non è una banalità. Viviamo in una
società che si sta distruggendo, in cui non c'è
più natalità e in cui è necessario parlare non
soltanto di welfare a sostegno delle donne, ma
di genitorialità. Da qui l'adozione di strategie
politiche ed azioni in tema di pari opportunità
perché diventino cultura ed obiettivi di sistema.
L'azienda per me non è mai stata solo una
struttura in cui sono presenti macchinari e
operai che svolgono il proprio lavoro, ma un
luogo dove la piacevolezza del viverla
quotidianamente assurge a principio guida. Un
felice connubio tra etica e produzione, tra
modernizzazione e umanesimo. Lo scopo
principale di un imprenditore non deve essere il
mero arricchimento, ma il modo in cui lo si
investe, tramutandolo in valore sociale.”
Stefania Brancaccio
Una donna che ha sempre tenuto presenti i valori della società: eccellenza, dinamicità, leadership, responsabilità e consapevolezza. Stefania, manager e imprenditrice, oggi dirige la Coelmo insieme col
marito Domenico Monsurrò e con i tre figli, Marco, Maura e Jacopo.
a cura di Valeriana Mariani
Donna Impresa:
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Il nostro Award Internazionale premierà le aziende virtuose italiane.
Donna Impresa è stata la prima in Italia a firmare i “United Nations Women’s Empowerment Principles” per promuovere
l’uguaglianza di genere. una serie di impegni istituiti da UN Women e UN Global Compact con l’obiettivo dichiarato di
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Italy's BEST
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Nella foto il Presidente di Donna Impresa Valeriana Mariani
Cult
for
women
Ma come fa a
far tutto?
Liberamente tratto da "Presupposti e importanza del work life balance per il successo di carriera" di Cavinato Sara.
Un romanzo che è riuscito a vendere oltre 5 milioni di copie in tutto il mondo, rimasto
per 23 settimane nella classifica di vendite del New York Times, definito da Oprah
“l'inno nazionale delle madri lavoratrici”, adattato per il grande schermo da Aline Brosh
McKenna, sceneggiatrice de Il Diavolo Veste Prada, e portato in sala dal regista di
“Emma” interpretato da colei che per un decennio ha “rappresentato” le donne
d'America in tv. Nel film del 2011 "Ma come fa a far tutto?", Sarah Jessica Parker è una
moglie presente, una madre affettuosa, una donna in carriera. La sua è una vita
frenetica, ma lei sembra abilissima a tenere tutto insieme. Nella vita reale, tuttavia, le
cose vanno diversamente e “fare tutto” è quasi un'utopia. Una lettura attenta di questo
film, e del nostro tempo, riapre antiche disuguaglianze e mette in evidenza il “grande
talento di acrobate” delle donne. La questione della conciliazione tra famiglia e lavoro
rappresenta in effetti un tema di grande attualità nella società contemporanea, una
sfida importante e centrale per le politiche sociali, del lavoro e delle pari opportunità a
livello nazionale ed europeo.
Figli o Carriera? Ma sei proprio sicura di dover scegliere?
Quando capita di dover scegliere tra lavoro e figli, il primo desiderio è di lasciare il lavoro. Questo film ci insegna
che possiamo farcela, anche se è dura, e di non lasciarsi sedurre dall'idea di sacrificare la realizzazione
professionale Kate, la protagonista, non solo ce la fa, ma riesce anche meglio dei suoi colleghi maschi perché
non cerca di essere un uomo - “cercare di essere un uomo è come sprecare una donna” - ma porta il suo
femminile anche al lavoro. www.dimagazine.it 14
Un film di Douglas McGrath . Con Sarah Jessica Parker , Pierce Brosnan , Greg Kinnear , Christina Hendricks ,
Kelsey Grammer. Titolo originale I Don't Know How She Does It .
“La conciliazione dei
tempi di lavoro con
quelli da dedicare alla
propria vita, e quindi
alla propria famiglia, è
un punto veramente
importante. ”
I cambiamenti dei metodi di ricerca dei fabbisogni, di
progettazione, dei processi produttivi, di reperibilità delle risorse
che via via stanno scarseggiando, dei sistemi di vendita e di
assistenza, nonché di comunicazione, rappresentano una
grandissima opportunità che non può essere ignorata o
sottovalutata. Tutte e tre le precedenti rivoluzioni industriali hanno
apportato grandissimi miglioramenti sociali ed economici, creando
e non togliendo posti di lavoro. Ai nostri giorni sarebbe
impensabile un mondo senza macchinari, elettricità, internet,
apportati dalle prime tre grandi rivoluzioni industriali che hanno
anche introdotto cambiamenti sociali e culturali alzando i livelli di
benessere.
A tal proposito, molte sono le domande che ci si
pone, per esempio l'impatto che tutto questo ha
sulla natura.
Ma come fa a far tutto?
I don't know how she does it
www.dimagazine.it
E se dovessimo scegliere tra la nostra
www.dimagazine.it
Chi
di voi, non si è mai
chiesta
“ma come faccio
a fare tutto?”
carriera e la sua?
Permettere alle donne di conciliare vita lavorativa e
privata vuol dire offrir loro i cosiddetti "strumenti di
flessibilità" di cui hanno bisogno; strumenti non devono
essere rivolti unicamente alle donne, anzi la loro efficacia
aumenta se sono destinati ad entrambi i generi. Infatti,
garantendo anche agli uomini dei privilegi o facilità in
determinate circostanze vuol dire dare alle donne
maggiori opportunità di investire il proprio tempo ed
energia nello sviluppo del loro talento e competenze di
leadership. La rilevanza di questo tema e le pratiche di
Work Life Balance si possono interpretare come la
conseguenza di importanti cambiamenti sociodemografici
che negli ultimi anni hanno modificato la
società ed il mercato del lavoro rivoluzionando i ruoli e gli
obiettivi di uomini e donne. L'incremento della presenza
femminile nel mercato del lavoro, i cambiamenti nella
struttura familiare, l'invecchiamento della popolazione
attiva, il costante superamento di limiti e confini geografici
e l'introduzione di nuove tecnologie sempre più
all'avanguardia, hanno reso cruciale tale questione sia
per le aziende che per gli stessi collaboratori. Se un
tempo il lavoro di cura e le responsabilità della custodia
dei figli e degli anziani erano considerate di competenza
femminile, ora è in corso il progressivo superamento di
tale stereotipo che prevede che le donne, soprattutto se
madri, non possano essere sufficientemente coinvolte e
interessate alla carriera professionale. Tale tipo di
carriera, divenuta necessità e opportunità sia per gli
uomini che per le donne, ha richiesto quindi la
redistribuzione dei lavori di cura. Gli strumenti tecnologici
se da un lato hanno facilitato la comunicazione,
permettendo l'ottimizzazione tecnica e consentendo di
lavorare in qualsiasi momento della giornata e in qualsiasi
luogo, dall'altro stanno diventando sempre più invasivi
nella vita delle persone, distruggendo i confini che un
tempo separavano ciò che era il lavoro da ciò che non lo
era. A partire dagli anni '90 abbiamo assistito al
progressivo sopravvento di un'economia basata sulla
flessibilità, caratterizzata da incertezza e imprevedibilità
dell'ambiente che richiede manodopera sempre più
qualificata, competenze specifiche e interscambiabili. Le
risorse umane hanno dovuto e devono quindi essere in
grado di adattarsi ai diversi contesti in continuo
cambiamento. Allo stesso modo anche le richieste da
parte degli stessi collaboratori sono mutate: oltre alla
retribuzione e alla possibilità di fare carriera richiedono
diverse forme di flessibilità, soluzioni e strumenti di
conciliazione poiché, come dimostrato da numerose
ricerche, la difficoltà che sussiste nel dividersi tra ruoli
familiari e lavorativi può generare tensioni che con il
tempo possono trasformarsi in veri e propri fattori
stressanti sia dal punto di vista del benessere fisico che
psicologico. Varie soluzioni sono state attuate dalle
aziende per giungere ad un equilibrio che
contribuisca sia a migliorare la qualità di vita del
singolo collaboratore sia a fornire un contributo
positivo all'azienda. Soltanto attraverso la
preparazione professionale di donne manager sarà
possibile proporre gradualmente un nuovo modello
culturale, superando quelli tradizionali legati al
genere e permettendo alle donne di partecipare in
modo equo a gran parte di quel mondo lavorativo,
economico e sociale che per
molto tempo è stato fuori dalla
loro portata. L'obiettivo è da una
parte quello di fornire alle donne
gli strumenti e le conoscenze
adatte per affrontare questo
cambiamento, dall'altra
preparare la società ad
accettarlo. Infatti si è convinti che
per valorizzare effettivamente il
talento femminile non basti
inserire più donne nei ruoli di
potere, ma bisogna anche
cambiare la mentalità. Senza
dubbio a questo punto risulta
necessario che l'intera collettività
partecipi all'evoluzione e sia
consapevole dei motivi principali
che sostengono determinate
scelte. Solo così si possono
iniziare a rimuovere gli ostacoli
che rendono ancora più
difficoltoso alle donne l'ingresso
nel mondo del lavoro e creano
un enorme divario tra i sessi.
Iniziando forse dai pregiudizi che
guidano la stessa scelta degli
studi e dei diversi percorsi
professionali in generale, pieni
anch'essi di prerogative di
genere. Ciò che si propone non
è di certo il creare una sorta di
equilibrio artificiale tra vita e
lavoro, che penda a favore delle
donne, ma di trovare insieme un
modello alternativo di equilibrio
individuale. Unire il sociale
all'economico per accrescere le singole capacità e
partecipare senz'altro ad un processo di cui si è certi
che tutti godranno degli immensi benefici che ne
deriveranno. Riassumendo, la meta finale è quella di
"andare oltre il femminile, per sviluppare in Italia una
nuova cultura d'impresa al passo con i tempi e con il
resto del mondo". Le aziende sono perciò l'altro
protagonista indiscusso del progetto. Il loro impegno
diretto aiuta senza dubbio a coinvolgere più persone
e ad avere una forza propositiva maggiore. Infatti è
su di loro che cade la responsabilità di attuare delle
politiche che favoriscano la possibilità di avere più
donne nelle posizioni di vertice, superando le
barriere culturali di cui abbiamo parlato, consentendo
la crescita professionale delle donne a pari
condizioni e la loro valorizzazione professionale, per
arrivare infine ad una vera neutralità di genere nelle
fasi di inserimento. Solo in questo modo si darebbe
anche una voce femminile alle scelte manageriali e
alle strategie economiche che da esse derivano. La
scelta di queste donne risulta però fondamentale.
Non si possono di certo tralasciare i requisiti di
merito e capacità se parallelamente ci si pone
l'obiettivo di migliorare anche le prestazioni
economiche delle aziende coinvolte. Perciò il punto
su cui si insiste è quello della creazione di una rete di
consulenza sulle best practices e le possibili tattiche
da attuare per formare, selezionare e reclutare le
future leaders che andranno a ricoprire i ruoli di
comando, da sempre in mano agli uomini. Il focus è:
aumentare la rappresentanza dei talenti femminili ai
vertici delle aziende italiane attraverso azioni tangibili
e concrete. Anche la creazione e l'acquisizione di
competenze particolari, conoscenze precise, ma
anche dell'autostima femminile è un lavoro da
compiere gradualmente. Imparare a far carriera per
diventare realmente competitivi è il punto da cui
partire se si vogliono realmente coltivare i talenti
valorosi di domani. Le donne devono essere portate
a considerare da una parte le proprie preferenze e
inclinazioni individuali, ma dall'altra tali preferenze
devono venir ponderate assieme alle vere
opportunità lavorative che esse possono offrire.
Grazie a numerose ricerche e interviste di donne che
sono riuscite ad arrivare a posizioni di comando, si
sono sfatati man mano alcuni dei miti che si pensava
regolassero i meccanismi sociali alla base di questa
situazione, primo fra tutti la convinzione che fossero
le stesse donne a non voler far carriera. Si dimostrò
come la strada per riuscirci era talvolta così
complicata al punto da, in un certo senso, obbligare
coloro che vi si avvicinavano a mollare l'impresa
prima di finire sopraffatti. Ostacoli quali la mancanza
di strutture per l'infanzia, la bassa flessibilità del
mondo del lavoro, le responsabilità domestiche le
quali spesso sono completamente a responsabilità
femminile, fanno sì che per le donne il portare avanti
un percorso professionale meritevole e fruttuoso si
presenti come una fatica insostenibile. Per
concludere, il Work-Life Balance è un aspetto di
fondamentale importanza in qualsiasi tipo di carriera.
Non esiste tuttavia una soluzione univoca per
raggiungere tale bilanciamento, ma partendo dalle
proposte e dalle misure ideate
dalle aziende e dalle istituzioni
ognuno deve ricercare il proprio
equilibrio. Lavoro e vita privata si
devono alimentare
reciprocamente. Coltivare
interessi, esperienze e relazioni
extra-lavorative può dare
importanti stimoli per la vita
lavorativa. Una cosa è certa:
dovremmo smettere di lottare per
raggiungere la perfezione nella
vita privata e in quella
professionale: la maggior parte
delle donne per raggiungere un
buon equilibrio tra lavoro e
famiglia tende a caricarsi di
impegni, a strafare. Niente di più
sbagliato. Sveglia alle 6,
mezz'ora prima del resto della
famiglia per portarsi avanti con le
esigenze dei figli, la cura e
l'accudimento dei cari e della
casa, la spesa, la cucina, le
pulizie. Sì, forse con questa
descrizione stiamo mettendo
davanti ai tuoi occhi uno
stereotipo, quello della donna e
mamma lavoratrice, che ancora
oggi si occupa di tutto e di tutti.
Eppure in Italia le abitudini
domestiche sembrano non
discostarsi ancora troppo da
questo modello. Certo, gli uomini
sono diventati più attivi e
partecipativi nel contesto
familiare, permettendo alle donne
di liberarsi di una parte di queste incombenze. Ma la
strada del work-life balance è ancora lunga e per
questo motivo sempre più donne oggi si fanno
aiutare dal welfare aziendale. Le donne non
rinunciano più alla carriera e ce la mettono tutta per
raggiungere i loro obiettivi ed essere soddisfatte del
proprio lavoro Questo però non significa dimenticare
la vita privata. Spesso, infatti, le donne (e le mamme
in particolare) mirano a conciliare la stanchezza
lavorativa con gli impegni di vita familiare. Secondo i
dati di alcune recenti ricerche, sono soprattutto le
Seguire un partner che
cambia città, restare vicino
ai genitori anziani, accettare
una proposta di lavoro,
mettere da parte per i figli
altri progetti: capita spesso
di rinunciare a una parte
della propria vita per dare
la precedenza ad altro.
www.dimagazine.it
ragazze più giovani, appena entrate nel mondo del
lavoro, a mettere in pratica questo work-life balance,
tentando di conciliare il più possibile la vita privata con il
lavoro. Al contrario, le donne più adulte, ipotizzando
che abbiano uno o più figli a carico e con genitori
anziani, richiedono più sostegno all'azienda per i servizi
capaci di alleviare la pressione quotidiana per la cura
dei familiari più vulnerabili: minori, disabili o anziani. Per
entrambe le fasce di età i fringe benefits restano uno
strumento utile per migliorare la propria gestione
quotidiana e finanziaria. Si tratta in questo caso di
benefici a tutela e integrazione del reddito, come
convenzioni con negozi o buoni acquisto. La scelta di
quest'ultima tipologia di benefit, in particolare, deve far
riflettere. Si tratta infatti di una concezione del welfare
aziendale come forma di risparmio legata al passato.
Oggi le aziende devono comunicare in modo più chiaro
e diretto ai propri dipendenti che il welfare può essere
una forma concreta di sostegno alla gestione della vita,
soprattutto per le donne. Ecco perché è essenziale che
anche le imprese si impegnino in una corretta
comunicazione sul tema welfare e donne. I servizi
welfare preferiti dalle donne. Al primo posto in questa
sorta di classifica troviamo la cura dei figli con il 42%. I
servizi riguardanti questo ambito comprendono: i
rimborsi spesa per i libri e lo studio dei propri figli; i
servizi per il supporto e l'orientamento allo studio; i
campus estivi. Con il 41% di utilizzo, al terzo posto ci
sono i servizi per la tutela della salute. Segno di una
nuova consapevolezza da parte delle donne
dell'importanza del proprio corpo. Troviamo quindi
servizi di assistenza sanitaria, check-up e visite
mediche specialistiche. Ultimo dato è quello che
riguarda la mobilità con il 17%. Si tratta di una
percentuale di richieste di rimborsi per il trasporto casalavoro
che deve far riflettere anche su quanto tempo le
donne trascorrono fuori casa. Se gli spostamenti non
sono sufficientemente rapidi, mancherà il tempo in una
sola giornata per gestire la casa, la famiglia, se stesse
e la propria vita. Ecco perché quando parliamo di
welfare e donne sono sempre più necessari servizi
“salva-tempo”, che siano di supporto nello svolgimento
delle attività quotidiane. Dal punto di vista aziendale, le
misure di welfare si traducono sempre in una maggiore
produttività. E gli studi lo dimostrano: migliorare il
welfare aziendale consente alle donne di impegnarsi
nella propria carriera, alleggerendole da alcune
incombenze legate alla vita familiare e permettendo alle
lavoratrici di sviluppare tutto il proprio potenziale con
importanti ricadute sul successo aziendale. Nell'ultimo
decennio l'occupazione femminile è cresciuta più di
quella maschile, ma con diversi periodi di blocco. Un
esempio lampante è dato dal periodo di pandemia,
durante il quale sono state ancora una volta soprattutto
le donne a sacrificare il lavoro e la carriera in favore
della famiglia. Insomma, dimissioni e congedi,
situazioni di stress e di stanchezza, dovuti alla difficoltà
di conciliare le esigenze della vita professionale e di
quella privata, presentano numeri ancora troppo elevati.
Conciliare
l'inconciliabile?
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E per questo le aziende devono essere in prima linea.
In particolare, saranno sempre più necessari tutti quei
servizi di sostegno per la gestione del tempo, che
consentano di conciliare positivamente il tempo
dedicato al lavoro con il benessere proprio e della
propria vita privata. Solo questo può tradursi in una
maggiore produttività e nel raggiungimento degli
obiettivi aziendali, insieme. Infatti, definire quali sono
le esigenze dei proprio dipendenti, con particolare
attenzione alla condizione delle donne e delle madri
lavoratrici, aiuta le aziende a trovare soluzioni che
migliorino da una parte il work-life balance, e dall'altra
la vita aziendale.
Imprenditrici in tacchi e tailleur tra casa e lavoro?
Le imprenditrici di oggi, bye bye clichés!
Se nel tuo immaginario l'imprenditrice tipo è una
donna elegante, con un tailleur scuro e lo sguardo
intimidatorio, allora dovrai ricrederti. Oggi le donne
imprenditrici che fondano piccole e medie imprese o
che si mettono in proprio sono istruttrici di danza,
estetiste, avvocate, traduttrici, giornaliste, ecc. Per
molte di loro, una volta diventate madri, l'esigenza
principale diventa la flessibilità e non la ricerca di un
percorso professionale tradizionale, ecco perché
scelgono di mettersi in proprio: in questo modo sono
libere di gestire il loro tempo come credono più
opportuno. Soprattutto in Italia, diventare
un'imprenditrice è spesso il risultato di una serie di
ostacoli incontrati durante il lavoro da dipendente, di
una serie di scelte obbligate che ogni donna si ritrova
costretta a fare. Ho voglia di condividere con voi
qualche riflessione (non solo mia) sul tema, e darvi
anche qualche piccolo consiglio.
Mamma presente o imprenditrice di successo?
Ma perché dovremmo scegliere? Ci sembra assurdo
ritrovarsi nella condizione di dover decidere se
realizzarsi professionalmente o fare un figlio. E invece
purtroppo in molti casi è così. Ci son donne che si
trovano costrette a fare una scelta (forzata). Una
donna che ottiene entrambe le cose è invece una
donna serena e una mamma felice, stanca ma
davvero molto felice.
La gioia di essere madri...
La gioia di avere un figlio può essere oscurata da altri
problemi, da possibilità negate, da una crescita
professionale che non arriverà, da una serie di
rinunce, e nulla dovrebbe invece togliere luce a
questo momento. Molte sono le donne che scelgono
di fare impresa da sole, ma mentre prima erano
spinte a farlo perchè una donna con figli aveva meno
possibilità di trovare occupazione o tenersi stretta
quella che aveva prima della gravidanza, oggi i motivi
sono diversi. Si tratta di donne che hanno dato
importanza a quella vocina che chiedeva di realizzare
un progetto professionale unico e personale e che
mattone su mattone hanno costruito la loro azienda.
In Inghilterra le chiamano Mompreneurs, sono le
mamme imprenditrici che hanno scosso l'economia
inglese, facendola impennare. In Italia invece emerge
un dato estremamente curioso (e inquietante):
secondo l'osservatorio sull'imprenditoria femminile di
Confartigianato, pare che nonostante le imprenditrici
italiane, di cui molte sono mamme, siano le più
intraprendenti d'Europa, la nostra nazione è invece tra
gli ultimi posti in Europa per l'occupazione delle
donne con figli. Assurdo. Siamo ai primi posti per
l'imprenditoria delle mamme ma tra gli ultimi per
occupazione della donna con figli in azienda, e so che
questo potrebbe avere molte motivazioni, che vanno
dal culturale al sociale. Quello che resta però è che
essere mamma non è un lavoro, ma assorbe tempo
ed energia come se lo fosse. Ogni donna prima di
fare in figlio deve porsi delle domande e poi di
conseguenza fare delle scelte, ma mi sento di
spronare chiunque abbia un piccolo sogno a non
abbandonarlo: le due cose non sono inconciliabili. È
difficile, ma non impossibile. Dopo anni di battaglie,
l'equazione «donna = casa e figli» si è indebolita
molto. Questo lo possiamo notare sia nel discorso
pubblico sia nella realtà dei fatti. Certo, la situazione
non è omogenea nel nostro Paese; tuttavia questa
evoluzione si sta verificando anche in quelle regioni
dove la figura della donna «dea del focolare
domestico» era più radicata.
L'esperienza di una mamma imprenditrice...
Io ho scelto di non scegliere. Ho scelto di costruire
qualcosa di piccolo, coltivarlo giorno per giorno e farlo
crescere, insieme alla mia famiglia. Certo, sono
fortunata, ho dalla mia parte dei nonni e un compagno
che collaborano a questo sogno, un'intera famiglia
che fa squadra e allevia i miei pesi appena possibile,
ma ci sono dei momenti difficili che stenterei a
superare se non si trattasse di difendere la mia più
grande passione. Ho sempre amato i bambini: ho
cominciato a fare la babysitter già in adolescenza
come lavoro estivo e anche da studentessa
universitaria. Racimolavo qualche extra come
babysitter di una bimba che adoravo. All'epoca,
quando pensavo al mio futuro, ero certa che “da
grande” avrei avuto una bella famiglia con dei
bambini. Poi quando una decina di anni fa, quando ho
scelto di cominciare questo cammino imprenditoriale,
questo pensiero è stato un po' accantonato. Si è
sbiadito. La mia attività mi assorbiva talmente tanto
tempo ed energie che non avrei potuto gestire altro.
Emma era sempre con me.
Donne e lavoro: la sfida rimane aperta.
Si è affermato, con assoluta gradualità, un processo
di differenziazione e una diversa composizione della
forza lavoro, in tutte le posizioni organizzative eiruoli
aziendali, a partire da coloro che svolgono la propria
attività nella gestione operativa dei processi produttivi,
fino ai più alti livelli manageriali. Si apre così un nuovo
scenario post industriale, che vede connessa
l'elaborazione e l'implementazione di una più
innovativa politica di regolazione delle relazioni di
lavoro nelle organizzazioni pubbliche e private,
rappresentata dall'adozione di un approccio attento
alla valorizzazione di tali differenze, ove il
coinvolgimento attivo e la partecipazione consapevole
delle strategie organizzative e produttive aziendali
svolgono un ruolo primario. Il radicale processo di
mutamenti sociali e cambiamenti economici ha
portato all'affermazione di nuovi modelli organizzativi
orientati a concetti di qualità totale, di apprendimento
organizzativo e migliore centralità delle risorse
umane. La naturale conseguenza di un processo
evolutivo della gestione delle imprese, ha visto
dapprima un particolare accentramento sulla
produzione, ora invece si cerca di badare e di puntare
sul mercato del lavoro e sulle turbolenze che
involgono lo stesso ponendo al centro
dell'organizzazione del lavoro l'individuo come risorsa
importante ed imprescindibile. Si è dunque
assaporato un cambiamento ed un passaggio da una
economia di scala a un'economia della flessibilità
dove cambiano radicalmente i criteri di gestione delle
imprese e assume un'accezione diversa il concetto di
“efficacia economica”, intesa come la necessità di
realizzare prodotti o servizi appropriati nel tempo, nel
luogo e nel modo in cui gli stessi sono richiesti dal
mercato e dai criteri di qualità e personalizzazione
attesa dal cliente. L'antropocentrismo è una visione
presa in considerazione da diverse organizzazioni
che sviluppano politiche di gestione della diversità.
Tale visione permette di raccoglierne l'impegno e i
consensi verso i valori e le strategie aziendali anche
in considerazione di una conciliazione lavorativa e
nell'adozione di politiche di welfare integrato e di
strumenti per il work life balance. Gli stessi paesi
dell'Unione Europea sono sensibili a tali argomenti
tanto da porre uno sguardo a lungo termine sulla
qualità delle politiche di welfare adottate. In realtà la
valorizzazione del work life balance rappresenta un
traguardo ambizioso da cercare, e nel quale
perseverare per poter raggiungere anche nel bilancio
sulla strategia di Lisbona, nelle amministrazioni
virtuose e nelle imprese eticamente orientate e
socialmente responsabili, un nuovo obiettivo
strategico. Ai fini dunque di una corretta politica di
work life balance, il sistema di governo centrale e
locale dovrebbe realizzare una serie di azioni
intervenendo nello specifico sul peso della burocrazia
nelle procedure e nell'attività amministrativa delle PA,
attraverso un processo di snellimento e di
semplificazione delle procedure; puntare su politiche
sociali ed assistenziali, tese a creare condizioni di
empowerment ed autodeterminazione delle persone,
puntando al miglioramento del livello qualitativo e di
personalizzazione dei servizi sociali partendo da quelli
educativi, asili nido, fino a toccare quei servizi di
assistenza agli anziani, ai disabili e di persone che
non sono in condizione di essere autonomi o
comunque emarginati dalla società, cercando di
accorciare il più possibile il divario e le difficoltà di
conciliazione dei servizi con quelli dell'organizzazione
della casa e dei figli. Le imprese stanno assumendo
un ruolo di crescente importanza nell'ambito della
conciliazione famiglia – lavoro. Lo svantaggio delle
donne nel mercato del lavoro è un fenomeno in rapida
ascesa che dipende da diversi fattori che
accumulandosi portano queste ultime a fare spesso
scelte a favore della famiglia e dei figli, ma
penalizzanti nel lavoro e nella crescita di percorsi di
carriera.
Equilibrio lavoro vita privata? Un'utopia.
Quando parliamo di raggiungere l'equilibrio tra lavoro
e vita privata stiamo implicitamente sostenendo che
questo equilibrio sia qualcosa di statico in attesa di
essere raggiunto. Ma proviamo a pensare ad una
persona che fa una verticale. Anche se da lontano
può sembrarci che sia in equilibrio perfetto,
avvicinandoci noteremmo con chiarezza che compie
in realtà dei micro movimenti, delle micro oscillazioni
per restare in quella posizione. È in equilibrio, quindi,
ma non in modo statico. L'equilibrio, infatti, è un
processo che comporta una catena infinita di
correzioni, prove, decisioni, priorità, risposte a sfide
ed opportunità. In ogni momento possiamo perderlo
ed è del tutto normale. Abbandonare il mantra
dell'equilibrio perfetto vita-lavoro a favore dell'armonia
vita-lavoro è quanto di più saggio possiamo fare.
Vivere armoniosamente non richiede la perfezione, né
ci richiede di sottostare ad esatte misure di successo.
Sentiamoci libere di non essere perfette.
L'imperfezione delle donne perfette o potremmo dire
la perfezione delle donne imperfette. Troppo spesso
abbiamo sentito dire che noi donne dobbiamo essere
brave sul lavoro, essere buone madri, sensuali
compagne, ottime massaie, provette guidatrici,
cuoche esperte, attente al proprio aspetto fisico,
capaci di ascoltare, divertire, mediare, prendere
posizione, sorvolare, rassicurare e fare l'amore. La
società è folle! Oppure noi siamo folli. Ma siamo certe
che siano gli altri a pretenderlo e non noi da noi
stesse. Questa corsa verso la perfezione ad ogni
costo finisce per essere una corsa infinita nella quale
la bandierina dell'arrivo continua ad allontanarsi dalla
nostra vista. Quando saremo riuscite ad affermarci sul
lavoro magari ci renderemo conto che non potremo
più seguire la casa come delle Cenerentole. Quando
faremo un figlio o magari due; Quando impareremo
ad ascoltare, rassicurare e preparare un ottimo ragù
di carne, forse potremo anche ritrovarci senza un
marito che nel frattempo potrebbe avere optato per
una donna che sa far bene l'amore e ride alle sue
battute anche se magari non sa cucinare. E se
andiamo in ufficio, accompagniamo i figli in piscina e
ci ricordiamo anche di fare la spesa, forse non
riusciremo ad andare in palestra e dall'estetista. Vero
che abbiamo la fortuna di lavorare ed essere
economicamente indipendenti, ma neanche
abbastanza da permetterci di avere i capelli sempre
perfetti, abiti sempre alla moda e un'analista per
combattere l'ansia che ci coglierà nel momento in cui
dovremo fare conto con la nostra inadeguatezza.
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Io
“ Perseveranza e rispetto”!
ORIGINARIA DI ASSISI, AVVOCATO,
DOPO DIVERSE ESPERIENZE
PROFESSIONALI E FORMATIVE
ALL'ESTERO, INIZIA IL SUO PERCORSO
PROFESSIONALE IN RE/MAX NEL 2006.
IN 15 ANNI DI LAVORO IN AZIENDA HA
RICOPERTO RUOLI DIVERSI, CON UN
PERCORSO DI CARRIERA INVIDIABILE
CHE L'HA PORTATA A DIVENTARE PRIMA
RESPONSABILE AFFARI LEGALI, QUINDI
COO – DIRETTORE OPERATIVO –
RIPORTANDO DIRETTAMENTE AL
FONDATORE E CEO DI RE/MAX ITALIA.
Tanta passione per i viaggi e una eccezionale voglia
di lavorare, formarsi e mettersi in gioco
continuamente: così Ilaria Profumi, avvocato, è
passata dalla Silicon Valley a Milano con un percorso
professionale che l'ha vista ricoprire il ruolo di
Direttore Generale di Remax Italia. Le piace definirsi
cittadina del mondo. Ha sempre amato viaggiare e
vivere all'estero e così, terminati gli studi classici della
scuola superiore, si è trasferita a San Francisco.
Peraltro dobbiamo aggiungere che non è mai stata
un giorno senza lavorare dalla maturità in poi perché,
anche mentre studiava, cercava di mettere da parte
qualche risparmio per il suo trasferimento negli
States facendo la cameriera. Andò a vivere a Santa
Clara, dove alloggiò presso una famiglia che abitava
nei pressi della Silicon Valley. Rimase per un anno
frequentando corsi di lingue e vivendo tra la Silicon
Valley e San Francisco. I suoi genitori le hanno
trasmesso la curiosità e la passione per i viaggi. "A
14 anni ho fatto la prima vacanza studio all'estero, a
Londra per migliorare l'inglese - ci racconta Ilaria - A
18 ho chiesto di poter fare un'esperienza negli Usa.
Ma ho sempre tenuto alla mia indipendenza
economica, concetto trasmessomi da mia madre. Ella
mi ha sempre ripetuto che a maggior ragione una
donna doveva studiare, evolvere e lavorare per
potersi affrancare psicologicamente ed
economicamente da eventuali dipendenze maschili.
Al mio rientro in Italia decisi di studiare
giurisprudenza, ma non feci subito l'esame per
l'avvocatura e, mentre studiavo all'università, lavorai
prima come venditrice di polizze assicurative, per poi
cogliere l'occasione di approfondire una mia grande
passione, la scrittura, lavorando come giornalista
pubblicista per un quotidiano locale e
successivamente come addetta stampa in un ente
pubblico. Il lavoro nell'ente pubblico mi consentì di
venire in contatto con un magnate americano in visita
all'amministrazione locale, che mi chiese di seguire la
costruzione di un teatro da mille posti in Assisi.
L'edificio era un ex opificio chimico Montedison.
L'idea del magnata era quella di costruirvi un teatro
da 1000 posti in stile Broadway per ospitarvi un
musical permanente sulla vita di San Francesco a cui
egli era estremamente devoto. Alla conclusione dei
lavori di ristrutturazione mi fu offerto di occuparmi
della gestione dello stesso. Si trattò di un'esperienza
straordinaria, sebbene di breve durata. Dopo un anno
la società americana rese il teatro al Comune di
Assisi ed io non avevo voglia di lavorare per
un'amministrazione locale e mi rimisi in gioco. Nel
frattempo, per non annoiarmi dopo la laurea, mi ero
infatti iscritta a un Master in Diritto del Lavoro e una
società romana nel business delle sale bingo,
mercato appena partito in Italia, che aveva pianificato
l'apertura di sessanta sale in Italia, mi chiamò per
occuparmi della parte amministrativa e burocratica
dell'apertura di alcune delle 60 sale dislocate per la
penisola. Mi trasferii a Roma e lì incontrai il padre dei
miei figli. Proprio per amore, a seguito del suo
trasferimento a Milano, mi dimisi per trasferirmi
anch'io. Il rimanere senza una occupazione non mi
fece di certo perdere d'animo. A quel tempo ricordo
sorridendo come, non avendo internet in casa, mi
recavo nell'internet point sotto casa per spedire
curricula alla ricerca di un impiego. Decisi di
iscrivermi all'esame per l'abilitazione di avvocato e
chiudere così un capitolo importante della mia vita. Il
lavoro in RE/MAX venne per caso dopo un mese dal
mio trasferimento a Milano. In realtà all'epoca
l'azienda cercava una segretaria per il back office del
dipartimento espansione. Si trattava quindi di fare
diversi passi indietro nella mia carriera professionale,
ma ho sempre accolto con curiosità le sfide che la
vita mi ha posto davanti. E così cominciai a lavorare
come segretaria nuovamente le varie posizioni
lavorative, ma non senza fatica dovuta al fatto di
essere donna in un ambiente, il real estate, all'epoca
molto maschile e nel frattempo diedi l'esame di
avvocato superandolo al primo colpo. In RE/MAX
Italia ho trascorso oltre 15 anni estremamente
importanti della mia vita, non solo professionali. In
quegli anni sono nati i miei due figli, Luca ed
Edoardo. Nonostante fossi un manager aziendale fin
dall'età di 28 anni posso affermare con certezza che
è grazie alle maternità che la mia carriera ha spiccato
il volo. Ho sempre desiderato diventare madre e
posso affermare con certezza che i miei due figli
sono il più grande successo della mia vita. La
maternità ti consente di acquisire delle soft skills
estremamente importanti per una persona che è
chiamata a coordinare e gestire persone. La
pazienza, la cura, l'attenzione ai bisogni dell'altro,
l'ascolto e molte altre capacità vengono
estremamente affinate dalla maternità e tornano utili
ILARIA :PROFUMI
EMEIA REGIONAL DIRECTOR EXP REAL - UK, EUROPE, MIDDLE EAST, AFRICA & INDIA
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in ambito professionale. Credevo di concludere la mia carriera
lavorativa in RE/MAX, ma il covid mi ha concesso una preziosa
occasione di ridefinire alcuni aspetti della mia vita. Sono persona
molto convinta dei valori che permeano la mia vita e che sono mutuati
dalla mia famiglia di origine. Credo che per un essere umano sia
estremamente importanti restare fedeli a questi valori. È per questo
motivo che quando mi fu stata prospettata una opportunità lavorativa
in cui avrei potuto contribuire alla creazione di una comunità di
professionisti, e supportarli nella propria evoluzione, professionale e
personale, in diversi Paesi del mondo, ho deciso di accogliere questa
nuova sfida. Attualmente opero in eXpRealty, una digital broker di
origine americana come Regional Director EMEIA (UK, Europe, Africa,
Middle East and India) ed ho la fortuna di lavorare ogni giorno con
persone estremamente umane e competenti in diverse parti del Globo.
Avere l'opportunità di dare e ricevere ogni giorno, ispirazione è un
dono preziosissimo. Mio padre, mio mentore scomparso
prematuramente qualche anno fa, mi ha insegnato la perseveranza ed
il rispetto per ciascun essere umano, l'importanza di rispettare i valori
in cui si crede e la volontà di evolvere costantemente e migliorarsi.
Sono grata per la carriera professionale percorsa fino a qui; Non è
scontato che si trovino realtà dove si lascia spazio all'espressione del
potenziale femminile "dalla mia esperienza posso dire che le aziende
governate da donne hanno molto successo. Le donne sono empatiche
e solidali, sono capaci di maggiore comprensione e supportano meglio
i collaboratori nella crescita; esse esprimono la leadership in maniera
differente dagli uomini. Le donne solitamente sono dei servant leader,
dei leader di supporto. Immagini un branco di lupi, il lupo servant è
quello che resta dietro tutti gli altri e controlla che non vi siano pericoli
per il resto del branco o che nessuno resti indietro. Nel tempo libero
legge, scrive (ha aperto un blog), ascolta musica e suona il piano: è
appassionata di arti e di bellezza in generale e in questa fase della vita
di piena consapevolezza è alla continua ricerca della bellezza poiché
ritiene che circondarsi di bellezza porti a pensieri ricchi di bellezza."
Nella foto: Ilaria con i figli Luca ed Edoardo
ILARIA :PROFUMI
INTERVISTA
Leggiamo in una tua intervista
“Meritocrazia e focus sulla persona sono la
chiave per il successo di un'azienda”... la
meritocrazia appare un obiettivo
condivisibile da tutti ma è un processo
delicatissimo da gestire, soprattutto
quando viene associata all'idea di
“competizione”, non credi Ilaria?
Io credo che pensare di tradurre tutto ciò che
conta in un'impresa in concetti processabili e
processi calcolabili sia una mera illusione. Le
organizzazioni, mi piace usare più questo
termine parlando di aziende poiché le imprese
sono composte di persone e “organizzazione”
da il senso di qualcosa di vivo e sempre in
movimento ed evoluzione; dicevo le
organizzazioni sono formate da persone che
pensano, vivono gioie e drammi e
naturalmente sono esseri sociali che rendono
di più se collaborano con altri. Quello che
voglio dire è che i risultati migliori solitamente
sono risultati collettivi derivanti da un intenso
confronto e dall'ispirazione reciproca. Devo
dire che la pandemia ha messo in evidenza più
che mai la necessità di avere ruoli rivestiti dalle
“persone giuste” e di poterne valutare i risultati:
significa dare alla meritocrazia il ruolo che
giustamente le spetta. Nel mondo dell'impresa
meritocrazia significa misurare e riconoscere i
risultati ottenuti. E per farlo, sembra ovvio, ma
non sempre è così, è necessario anzitutto
assegnare a tutti obiettivi in linea con la
strategia aziendale, che siano chiari, realistici e
misurabili. Tuttavia parlare di meritocrazia non
significa parlare solo di risultati quantificabili
economicamente, oppure di indicatori di
performance, come per esempio la produttività
ma vale per me quanto detto prima, la capacità
di creare ambienti di lavoro sostenibili.
Nel 2020 sei stata inserita da Forbes tra le
100 donne più influenti d'Italia: sei riuscita
dunque a rompere quel simbolico soffitto di
cristallo che rende difficile alle donne
l'avanzamento di carriera?
Posso in effetti affermare con umiltà che sì
sono tra le privilegiate che vi sono riuscite. Il
tutto è passato da un costante studio,
impegno, anche a rinunce, ma maggiormente
è dovuto al continuo mettersi in discussione, al
non ritenersi mai arrivata. Questo stato
mentale ti consente di avere un approccio
costantemente umile e mantenere la voglia di
imparare nuove cose ogni giorno e ascoltare
tutti i tuoi interlocutori perché da tutti puoi
imparare qualcosa. La strada per la effettiva e
completa parità di genere nella professione è
tuttavia ancora lunga.
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REALTY
EMEIA Regional Director eXp Real
Come Regional Director dei Paesi EMEIA
( UK, Europe, Middle East, Africa & India)
"Mi occupo di coordinare e supportare
l'espansione e la crescita degli stessi in
termini di numero di Agenti che aderiscono
ad un modello di business altamente
innovativo, operazioni immobiliari, aprire
nuovi scenari per gli investitori."
Quali sono le caratteristiche della cultura
femminile d'impresa rispetto al modello
imprenditoriale “maschile”?
Credo che innanzitutto sia necessario farsi una
ragione del fatto che uomini e donne sono
profondamente diversi e pertanto anche
nell'impresa agiranno sempre in maniera diversa.
Credo che per le donne del terzo millennio, la
domanda è: “Che cosa hanno di diverso le donne?
Qual è il contributo unico che possono portare oggi
al mondo?”. Le donne hanno un'eredità speciale e
oggi hanno la possibilità e la responsabilità di
portarla al potere. Il Dna delle donne è cablato con
la nascita e la cura: un tratto che ha consentito la
sopravvivenza della nostra specie tanto quanto la
nostra capacità di cacciare, se non di più. Poiché
nessuna specie in Natura ha bisogno di cura alla
nascita più a lungo di quella umana, l'essere sociali
è una condizione della sopravvivenza. È sempre
stato così. È un modello di caring leadership
estremamente potente, che le donne possono
incarnare e diffondere, portando una nuova
prospettiva nel mondo. Possiamo affermare in linea
generale che l0imprenditore è un interprete del
proprio ambiente, capace di afferrare all'interno del
gruppo sociale nel quale agisce e si muove le
motivazioni per intraprendere un'attività economica.
Proprio questa definizione porta in se la differenza
di approccio tra caratteristica delle imprese
femminili e modelli maschili. Nel corso di una
recente intervista ho affermato come, almeno per
quanto mi riguarda, nel mio agire professionale
ricerco sempre la “sostenibilità” in un significato più
profondo delle mode attuali “green”. L'accezione
che do io a questo termine è quello di operare
sempre per costruire un “ben-vivere” comune per
tutti. Per fare ciò è necessaria una nuova cultura
comune e condivisa in questo presente dinamico, in
cui abbiamo bisogno di essere in presenza attiva.
Ecco nel mio operare imprenditorialmente cerco di
spingermi oltre i luoghi comuni cercando di vivere
felice e far vivere felici nel senso profondo di questo
termine mutuato dalla lingua latina che è “vivere
fecondi”, generatori di bene e benessere per se e
per gli altri.
Una definizione di "leadership"...
Quella della leadership è un concetto spesso
abusato, ma in realtà è difficile definirla davvero. La
leadership non va legata al carisma, nasce invece
dall'esperienza. Può essere favorita da condizioni
innate, ma è la vita che permette di costruirla.
In Italia, il pensiero di leader è legato al concetto del
capo forte che conduce le persone, nulla di più
errato!! Leader significa servire le persone e si
apprende solo grazie all'esperienza personale. Il
motore della leadership sono le capacità maturate e
allenate nel corso del tempo. Chi guida, oltre a
saper decidere, deve puntare sulla condivisione
con i propri collaboratori creando le condizioni
perché le persone possano lavorare motivate e con
profitto. É necessario inoltre creare senso,
soprattutto nei discepoli del leader, capacità di
delega per far crescere le persone, flessibilità e
iniziativa. Caratteristica importante richiesta al
leader nei tempi di crisi è la resilienza, intesa come
capacità di mantenere una direzione. Le donne, in
particolare, hanno grande resilienza perché essa di
sviluppa nei momenti di difficoltà e le donne spesso
di trovano in situazioni di minoranza. Diventare
maggioranza fa sì che ci si omologhi al sistema di
potere, senza mettersi più in discussione, perché
questi tempi sono fatti per difendersi dal
cambiamento. In particolare in momenti come
questo serve molta resilienza e le minoranze hanno
le risorse per navigare in questa situazione di
incertezza. Altre caratteristiche importanti del leader
sono la capacità di adattamento e il senso di
possibilità, intesa come la capacità di alzare lo
sguardo, nonostante la situazione difficile, per
trovare soluzioni. Molto importante è anche
l'empatia, che permette di comunicare meglio e di
aprir le porte alle emozioni. La “leadership diffusa”
deve diventare sempre più un tema di relazione e
non di controllo. Per l'uomo è istintivo chiedere una
guida forte in momenti difficili, ma ogni persona ha
grandi responsabilità che rappresentano un
ampliamento del potere. L'intelligenza emotiva poi
ci aiuta a interpretare meglio queste situazioni,
perché il leader deve dare spazio alle emozioni,
con capacità di ascolto, massimizzando la propria
esperienza cognitiva insieme con quella emotiva. Il
leader è chiamato a esplorare le emozioni proprie e
altrui. Solo attraverso una maggiore
consapevolezza si possono mettere in atto
strategie adeguate. Nel leader, quindi non possono
mancare la capacità di ascolto per cogliere tutti i
segnali di comunicazione delle persone e
l'avvicinamento alle paure degli altri per dimostrare
il nostro lato umano e vulnerabile. Il leader deve
saper rischiare.
Come ti comporti d'istinto nelle situazioni
nuove?
Sono una persona che approccia al nuovo con
estrema curiosità e apertura mentale. Mi interessa
approfondire, studiare. Nella vita non mi credo mai
arrivata e questo mi aiuta ad approcciare a nuove
situazioni con umiltà e desiderio di capire il perché
sta accadendo un nuove fenomeno sociale, di
mercato.
Cosa ti riesce meglio?
Professionalmente credo di riuscire molto bene ad
entrare in empatia con l'altro. Proprio per tutto
quanto detto prima. Parto dalla consapevolezza
che ciascun essere umano è estremamente
interessante e profondamente degno di
compassione (nel vero significato del termine
derivante dal latino cum pateo) come affermava
Anna Karenina e pertanto mi approccio all'altro con
l'umiltà secondo la quale di certo uscirò dal
confronto con lui arricchito e se potrò arricchirlo a
mia volta avrò eseguito il mio Big Why
Bisogna tenere sempre alto lo sguardo senza
mai dimenticare le proprie aspirazioni. Poi,
però, occorre fare i conti con il quotidiano...
Qualcuno un tempo disse “a chi più da più verrà
richiesto” ed io sono convinta di questo. Il
quotidiano è lo specchio di come intenzionalmente
decidiamo di condurre la nostra vita. Certo ognuno
di noi nel proprio quotidiano si trova ad avere a che
fare con imprevisti e drammi, ma la narrazione è
sempre personale. Non è ciò che accade dunque
ma come decidi di affrontare ciò che ti accade
quotidianamente che fa la differenza, tra colui che
decide scientemente di vivere una vita felice
(feconda per se e per gli altri) o colui che decide di
farsi sovrastare dagli eventi. Quindi Sguardo
sempre all'Universo per quanto mi riguarda.
Secondo te, per diventare una persona di
successo, devi nascere con la stoffa del leader
o è possibile imparare ad essere vincenti?
É possibile imparare a vivere felici e di
conseguenza vivendo felici essere vincenti nella
vita. Fermo restando che l'essere vincente ha un
significato soggettivo. La strada per una vita
vincente, felice, di successo passa da un cammino
di profonda autoconsapevolezza e miglioramento
personale.
Fare impresa è un gioco sempre più duro
eppure continui a metterti alla prova. Sappiamo
che hai un nuovo progetto, ce ne parli?
E' un progetto entusiasmante. E' il progetto della
mia maturità professionale. Sono sempre stata
convinta che le persone, ciascun singolo individuo,
faccia sempre la differenza. Il mio Big Why consiste
nel contribuire all'evoluzione personale e
professionale delle persone. Io sono felice se riesco
a dare questo contributo. Per questo motivo ho
deciso di abbracciare questo progetto che mi è
stato presentato ovvero di occuparmi dell'apertura
di nuovi mercati e alla crescita degli stessi in termini
di coinvolgimento di persone, professionisti del real
estate, in EMEIA (Uk, Europa, Emirati Arabi, India e
Africa). Il progetto di eXp Realty, digital brokerage
di matrice americana, è quello che creare la più
grande community di agenti immobiliari al mondo.
In questa azienda i professionisti trovano
opportunità di evoluzione professionale, tecnologie
innovative che hanno ampiamente abbracciato la
digitalizzazione come mezzo per lavorare meglio,
buoni guadagni, possibilità di essere parte in qualità
di azionista stesso di una società globale, continuo
interscambio con persone operanti in ogni parte del
monto. Il nuovo progetto a cui ho deciso con gioia
di contribuire ha veramente l'obiettivo di costruire
un qualcosa a supporto dell'umanità. Per questo
motivo ho deciso di fare il salto. Non possiamo
ostacolare l'avvento del nuovo che avanza. La
pandemia ha accelerato i processi di
digitalizzazione, ma quest'ultima deve essere
utilizzata come mezzo per un obiettivo che ha
sempre al centro l'essere umano. In questa azienda
innovazione e tradizione si incontrano e combinano
in maniera eccellente.
La tecnologia ha di certo cambiato le nostre
esistenze: secondo te, quali sono gli aspetti
positivi e quali quelli negativi che ha apportato?
La tecnologia diventa “cattiva” se si sostituisce
all'uomo; è invece un mezzo ottimo per vivere e
lavorare meglio che resta mezzo. Viviamo ormai in
un mondo dove lo smartphone è diventato il nostro
secondo cervello; dove si parla di impiantare
microchip wirelesse sottocutanei per controllo e
possibilità di effettuare operazioni quotidiane più
velocemente. Ecco io credo che sia importante non
prendere una deriva tecnologica facendosi
sopraffare dalla stessa. L'essere umano per quanto
mi riguarda deve restare al centro degli scopi
imprenditoriali.
Descrivici la tua routine: com'è la giornata tipo
di una grande businesswoman?
Sveglia molto presto, meditazione e preparazione
della colazione ai bambini; accompagno a scuola i
bambini (è una routine da cui non prescindo mai e
che mi fa cominciare bene la giornata). Dopodichè
comincio una serie di video riunioni (in questo
momento virtuali) con i collaboratori dei vari Paesi
che coordino, intervallati da incontri con possibili
partner, interventi a conferenze. Il pranzo è sempre
veloce; a volte mi concedo un pic nic al parco vicino
casa con il mio compagno, o una lezione di pilates.
Nel pomeriggio riprendo gli incontri e cerco di
riservarmi almeno un ora dedicata al pensiero
strategico e alla progettazione. Al ritorno dei
bambini da scuola mentre io lavoro loro fanno i
compiti. La pandemia mi ha costretto a casa, io che
viaggiavo moltissimo, ma questa nuova routine con
la possibilità di seguire di pi+ i miei figli che stanno
crescendo non mi dispiace. I pasti li preparo
sempre io (adoro cucinare e mi rilassa). Alla sera
può accadere di essere impegnata in alcune
riunioni (con i fusi orari è naturale) ma non
mancano le serate di relax con i figli o di
chiacchiera con le amiche. Dal prossimo ottobre
riprenderò a viaggiare per lavoro, cosa che adoro.
ilyprof@gmail.com
INFO:
www.exp.net/iprofumi
nella
Stanza
dei
"Troppo brava, troppo ambiziosa, troppo capace per
essere una vera donna". Molto raramente i media
mostrano una donna leader che esercita con
successo le sue funzioni; di solito le donne di potere
vengono dipinte come nevrotiche, ostili, irascibili,
pericolose; si pensi a ritratti cinematografici come
quello di "Il diavolo veste Prada" . Le donne potenti
disturbano perchè mettono in luce una dissonanza tra
potere e genere che crea disagio. Questi fenomeni
ostili rischiano di cacciare le donne in un vicolo cieco:
se si mostrano competenti, ambiziose, aggressive
suscitano reazioni negative per lesa femminilità; se si
rivelano più discrete e attente alle relazioni, vengono
giudicate inadatte ad assumere posizioni di
leadership. Le donne sono così costrette ad una
Bottoni
navigazione accidentata, impegnate, da un lato, a
evitare di essere assimilate allo stereotipo
tradizionale e, dall'altro, a contenere le espressioni di
competenza ed efficacia, che trasgrediscono le
prescrizioni relazionali. Sta di fatto che quando una
donna entra nella stanza dei bottoni, dovrebbe sentire
la responsabilità di portarsi dietro altre donne. E mi
viene di aggiungere che se anche gli uomini ci
dessero una mano, fossero nostri alleati nel creare un
sistema paritario, sarebbe tutto più semplice e veloce.
Un endorsment importantissimo. Dietro ad una donna
di successo c'è sempre il duro lavoro ed anche, in
molti casi, il coraggio di farsi avanti e la capacità di
saper riconoscere e sfruttare un momento propizio.
Entusiasmo, intraprendenza, determinazione,
lungimiranza: è un mix perfetto quello che
contraddistingue le nostre Top Women.
Professioniste, imprenditrici e manager che hanno
scelto di inseguire i propri sogni e di mettere in
campo perseveranza e capacità di problem solving
per raggiungere traguardi sempre più ambiziosi.
Testimonianze preziose di donne che hanno saputo
inventarsi ed in alcuni casi "reinventarsi" o che hanno
individuato in un periodo di estrema incertezza uno
stimolo in più per correre il rischio di cambiare vita. Le
donne di questa rubrica condividono i miei stessi
valori e il mio impegno a cambiare le cose: è
responsabilità di chi ha una voce usarla per far sì che
anche chi non ne ha una possa finalmente dire la
propria. Dare voce a chi non ce l’ha è l'unico modo
che porta un cambiamento nel mondo. Nonostante le
donne abbiano attenuto i propri diritti e siano state
varate delle leggi per tutelare il proprio status, la loro
lotta non è ancora finita e non finirà fino a che la
società mondiale non ci riconoscerà pari opportunità:
la parità di genere è una questione Etica e di Diritto.
Ritengo che questa sarà la più rivoluzionaria sfida per
il prossimo futuro: eliminare il concetto di superiorità o
di inferiorità dell’uno o dell’altro sesso, i ruoli
stereotipati, e preparare le giovani donne ad
assumere responsabilità decisionali in campo politico,
economico, sociale e culturale senza rinunciare al
sapere della loro differenza di genere, anzi portandola
nelle sedi opportune.
Testo ispirato al libro "Psicosociologia del maschilismo" di Chiara Volpato.
•
Sociologa, Esperta in Comunicazione e Mass-Media; Esperta in Analisi e
Valutazione di Politiche di Welfare; Esperta in materia di Prevenzione e Contrasto alla
Violenza di Genere e Lotta agli Stereotipi afferenti al Servizio Politiche Sociali e Socio
Educative; Esperta in Politiche per l'Integrazione Sociale e Contrasto alla povertà;
International Affaire Professional Knowledge Visionary (Esperta in Politiche e Strategie
Aziendali Internazionali);
•
La sua carriera inizia nel 2002 come Presidente di Confartigianato Donna
Impresa (l'associazione italiana delle piccole e medie imprese artigianali gestite da
donne). Condividere le migliori pratiche nell'imprenditoria femminile è la passione della
sua vita: nel 2006 fonda l’Associazione Donna Impresa e la rivista Donna Impresa
Magazine www.dimagazine.it di cui è Presidente.
•
Ad oggi è Presidente di International Women ( International Association Women
Entrepreneurs and Business Leaders - Employment, Social Affaire & Equal
Opportunities); Ambasciatrice della Moda nel Mondo per la Camera della Moda Italiana;
Fondatrice Donna Impresa Associazione non-profit che si occupa di pari opportunità e di
contrasto alla violenza di genere fisica (domestica) e psicologica (nei luoghi di lavoro) ;
Accademico d'Onore dell' Accademia Internazionale Mauriziana; Accademico d'Onore
della Norman Academy INC; Professoressa Norman Academy INC; Accademico
d'Onore per la sezione Enogastronomica Norman Academy INC; Accademico d'Onore
dell’ Accademia Europea per le Relazioni Economiche e Culturali; Ambasciatrice per
la Pace e la Cooperazione fra i Popoli Repubblica delle Filippine; Ambasciatrice Club
Internazionale Billionaires Elite VIP ( USA); Membro del Consiglio di Amministrazione
dell'Investment Migration Council IMC; Membro dell’International Parliament Higher
Education Ministry (Women & Leadership).
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Intervista alla dott.ssa Ivonne Capelli
Nel 2015 veniva nominata tra i Capitani Coraggiosi dell'Anno. Da allora “coraggio” è
stata la parola chiave della sua vita, personale e professionale. In particolare nella
gestione dell'emergenza Covid a Villa Giulia. Com'è andata…
Nel 2015 ricevevo il tributo/nomina di capitana coraggiosa tramite un'intervista nella quale
si evidenziava il mio grande coraggio, pubblicata nella quindicesima edizione del volume
che premia le eccellenze italiane. Se negli anni dell'adolescenza e della gioventù riuscivo
poco ad essere coraggiosa, nell'età adulta ho iniziato a sviluppare questa dote che mi è
stata di grande aiuto durante tutta la crisi sanitaria Covid a Villa Giulia, casa residenza
anziani di Pianoro (BO) che dirigo assieme a mio fratello. L'esperienza della pandemia è
stata complessa soprattutto perché non avevamo strumenti. Per affrontare tutte le difficoltà
ho seguito un lungo periodo di formazione. Da gennaio 2021 la situazione è migliorata e i
residenti nonché gli operatori sono stati vaccinati. Il peggio è passato, grazie al vaccino
guardiamo con fiducia al futuro.
In un articolo ha sostenuto l'importanza della ginnastica intellettuale per la terza e
quarta età. Ci spiega attraverso quali attività e laboratori, avviati a Villa Giulia, è
possibile dare beneficio psicofisico ai residenti anche affetti da demenza?
A Villa Giulia sono attivi diversi progetti sia di gruppo che personalizzati curati da animatori
e da liberi professionisti a beneficio dello stato cognitivo, tra cui: Rot Therapy, Reality
Orientation Therapy, terapia di riorientamento spazio temporale; Narrazione teatrale
interattiva, per stimolare l'innalzamento del tono umorale e per provocare emozioni positive
recuperando la memoria positiva; Silver English, familiarizzazione con una lingua straniera
per la diminuzione della memoria e della capacità di verbalizzazione; Skype rivedo
Bologna, attraverso visite guidate della città in diretta per una ri-esperienza virtuale.
Non solo ginnastica per la mente ma anche per il corpo e soprattutto uno staff
coinvolto nel wellness al 100%, è così?
Da sempre sostengo il dixit mens sana in corpore sano e ho esteso questa convinzione ai
miei residenti eatuttelecollaboratrici e collaboratori. L'OMS ha pubblicato le nuove linee
guida per contrastare, attraverso l'attività fisica, la sedentarietà, che, purtroppo, secondo la
stessa Organizzazione, a livello globale 1 adulto su 4 non segue i livelli raccomandati di
attività fisica con il risultato di aumento del rischio di morte nelle persone insufficientemente
attive dal 20 % al 30 % rispetto le persone attive. Per questo da gennaio 2020 ho
organizzato ed avviato un corso di Wellness aziendale nella rinnovata palestra della nostra
struttura. Il corso è rivolto a tutte le dipendenti e collaboratrici, per due volte alla settimana
divisi in due gruppi, in modo da consentire la partecipazione in base ai turni. Le lezioni
sono tenute dalla Dottoressa Laura Dell'Aquila. Ad oggi, la partecipazione è alta tra le
collaboratrici e rappresenta il 53%. Per quanto riguarda le residenti la percentuale di
adesione alla ginnastica dolce di gruppo è del 65%. Sono molto soddisfatta di questi
numeri.
Per il terzo mandato consecutivo è stata rieletta del Direttivo regionale di ANASTE.
Ripeterete l'esperienza del Bilancio Sociale anche quest'anno?
Sì, mi fa molto piacere questa riconferma di Tesoriere nel Consiglio Direttivo di Anaste –
Associazione Nazionale Strutture Terza Età. Stiamo lavorando alla stesura del Bilancio
Sociale dell'Associazione regionale che racchiude le informazioni e i dati del settore delle
Strutture Socioassistenziali associate ANASTE. Un momento di analisi e riflessione che
apre un dibattito con la cittadinanza e le istituzioni a tutela della terza età ma anche delle
associate.
Chiudiamo in bellezza, con la nomina nel 2021 nel CDA di Emilbanca. Cosa
rappresenta per lei questa nomina e questo riconoscimento?
La nomina in consiglio d'amministrazione di Emilbanca è per me motivo di soddisfazione e
orgoglio, sia come donna che come professionista. Il mio interesse al mondo bancario
iniziava ai tempi della mia laurea all'Alma Mater di Bologna, in tecnica bancaria con una
tesi dal titolo Le merchant banks. All'epoca era un argomento rivoluzionario e del tutto
sconosciuto ma che mi coinvolse moltissimo, spingendomi a viaggiare a Roma e Milano
per acquisire documentazione. Per lo stesso titolo vinsi una borsa di studio dall'Ordine dei
Dottori Commercialisti di Bologna. Penso che la determinazione, la volontà, la voglia di
aggiornarsi costantemente mi hanno aiutata a raggiungere una meta molto importante e
sedere oggi nel board di 17 membri, insieme ad altre due donne. Sono felice che la Banca
abbia investito in me. Per una donna nulla è impossibile, volere è potere!
Imprenditrice
IVONNE
_ Proprietaria di
VILLA GIULIA _ Pianoro Vecchio (Bo)
CAPELLI
MI PRESENTO
Innanzi tutto vorrei ringraziare Valeriana
Mariani per l’opportunità ricevuta: sono
convinta che il futuro del pianeta, dopo un
trauma globale così violento e imprevedibile,
sarà affidato alla nostra capacità di dialogare
tra posizioni opposte, divergenze, differenze,
imparando a incuriosirci, conoscerci, rispettarci
gli uni con gli altri in modo radicalmente più
profondo di quanto avessimo mai fatto fino
adesso. In tal senso sono felice e orgogliosa di
presentarmi a un universo come quello
dell’imprenditoria femminile, io che vengo da
una combriccola di artisti, che vivo tra attrici,
registi, scrittori, con un forte contatto con il
mondo della terapia e dell’olismo. Direbbe
Snoopy “Nacqui in una notte buia e
tempestosa…” in realtà effettivamente la mia
infanzia e la mia adolescenza sono state molto
complicate per una pesante situazione
familiare e, come accade a molti scrittori, mi
sono creata la mia capannuccia di Robinson
tra libri, film, viaggi e una grande passione per
la bellezza. Ero una secchiona, ma non ho mai
seguito percorsi convenzionali scegliendo
sempre la passione, senza preoccuparmi delle
conseguenze: laurea in filosofia, studi di
scrittura cinematografica, corsi di arteterapia e
costellazioni familiari (sia a sfondo familiare
che professionale-imprenditoriale qui sì)…e
tanto altro. Dopo l’evento molto complesso
della morte di mia madre ho avvertito quanto
dovessi prendere in pieno carico la mia
creatività inesplorata, malgrado le tante piccole
esperienze fatte, e dedicarmi completamente a
ciò che amavo, senza mezzi termini: scrivere.
Ho messo a fuoco una serie di temi personali,
che vanno dall’introspezione psicologica
all’umorismo anglosassone,
dall’approfondimento delle relazioni alla
differenza sessuale, dal buddismo (fede che
abbraccio convintamente da 27 anni) alla
spiritualità in senso lato, la riscrittura più o
meno fedele di biografie illustri, l’esoterismo, la
politica traslata metaforicamente, l’amore
declinato in tante forme non tipiche e ho creato
un mio piccolo universo, consultabile su
www.robertacalandra.it dove per ogni singolo
progetto mi sono concentrata sul creare la
giusta squadra di lavoro. Come indole sono
propensa a pensare che il vero successo sia
essere se stessi, prima ancora che essere
riconosciuti e così, nel creare questo tragitto
unico, mattone su mattone, ho incontrato
anime affini, compagni e compagne di viaggio
che avevano il desiderio di esprimersi con
modalità analoghe, senza paura di rischiare
anche forme di rappresentazione insolite,
come l’utilizzo di accenti surreali e grotteschi
nel teatro. Sicuramente il fatto di scavare così
a fondo in tematiche personali ha i suoi prezzi:
rimettersi costantemente in discussione,
pagare una sorta di esclusione dai circuiti
produttivi consacrati, assumersi costantemente
in prima persona ogni rischio, materiale e
psicologico. In tal senso considero la mia una
battaglia vinta, perché ho realizzato già diversi
progetti che apparivano impossibili, come il
romanzo “Otto” che è oggi il mio cavallo di
battaglia, portato anche a teatro, fiabe
buddiste, fumetti sulle zie, un memoriale del
doloroso disagio psichico materno, un romanzo
e uno spettacolo su Anna Freud, la mia
versione del legame tra Gesù e la Maddalena
e tanto ancora bolle in pentola e cerca casa.
Sono anche molto felice della mia recente
collaborazione con il Magazine Rewriters, che
mi permette di dare luce anche al lavoro altrui,
su basi di innovazione e stima. Oggi, momento
in cui la cultura ha subito colpi così gravi,
penso più che mai che continuare a creare sia
un’azione fondamentale, preziosa e più che
mai cerco di ascoltare i richiami del mio cuore
e le suggestioni dell’esterno, cercando
costante rinnovamento. Con la stessa caparbia
ostinazione mi sono rotta più volte il muso su
relazioni complicate, ho amato tremendamente
amici e amiche, a casa mia non mancano mai
gatte – attualmente tre: Futura, Lea e Grace -
e alla mia adorata nipote biologica Lisa ho
virtualmente affiancato il meraviglioso giovane
Leonardo. Da pochissimo sta arrivando anche
Maia. Divido il mio tempo tra Roma e la
campagna di Capalbio, dove divido con mia
sorella una piccola casa, e, malgrado sia
veramente difficile, cerco di creare valore ad
ogni istante. Come difetti principali posso
vantare una certa ostinazione verso cause
perse, il costante sopravvalutare le mie forze,
la tendenza a sobbarcarmi tutto da sola in ogni
nuova impresa, i sogni a volte troppo visionari
dei Pesci e la concretezza a volte frustrante
della Vergine che ho per ascendente. L’unione
degli opposti mi interessa molto, e, come un
alchimista spesso troppo impaziente, la
perseguo con costanza. Da bambina la mia
favola preferita era “La regina delle nevi” . Da
grande il romanzo top “Le ore” di
Cunningham. Amo la musica in ogni sua
declinazione, anche se sono stonata come una
campana, le notti di luna piena, le rose e le
mimose, il mare, ogni decollo, ogni atterraggio.
Prego per avere sempre la forza di non
smettere di creare, stupirmi, trattenermi dal
giudizio affrettato, dalle reazioni impulsive e
non dare mai nulla e nessuno per scontato.
Grazie con tutto il cuore per l’opportunità
offerta..
Otto
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per la cura della
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La nostra è la prima bioprofumeria online
100% vegan in Italia - ci dice la graziosa
29enne proprietaria Beatrice Moschetta -
Abbiamo ufficialmente aperto i battenti il
26 aprile 2021. La passione per il makeup,
unita alla scelta etica che ho
intrapreso ormai anni fa, mi ha spinta a
voler dare vita ad un sogno che ho
tenuto nel cassetto per molto tempo: la
creazione di una Bioprofumeria Vegan
appunto. Il periodo difficile che abbiamo
vissuto, e stiamo vivendo, ha fatto sì che
si che io virassi verso la sola
Vegan
realizzazione di un e-commerce, settore
di cui conosco bene le potenzialità. La
particolarità di questo negozio è quella di
offrire un catalogo di soli prodotti senza
componenti di origine animale. Andando
a "scandagliare" la lista ingredienti di tutti
i prodotti dei migliori brand del settore
per poi andarli a rivendere sul mio sito.
Lo store fa in modo che qualsiasi
individuo che per scelta etica voglia
usare solo prodotti vegan, non debba
perdere tempo controllando
minuziosamente le liste INCI dei
bellescoperte
www.dimagazine.it
35
BIOPROFUMERIA
VEGAN
produttori o di altri rivenditori. In questo modo si
argina anche la possibile frustrazione e delusione
del cliente che pensa di acquistare un prodotto
realizzato senza componenti animali da un noto
brand cruelty-free che magari, al contrario,
commercializza anche prodotti non vegan. Il
catalogo attualmente è composto da oltre un
migliaio di articoli – precisa Beatrice –, mirati a
soddisfare ogni esigenza di donne, uomini e
bambini: dalla cura della persona al make-up e ai
prodotti di igiene, dai rimedi naturali ai prodotti per
la cura degli animali. Sensibili anche alle tematiche
ambientali, selezioniamo prodotti con packaging in
bio-plastica, vetro e alluminio (se non, addirittura,
detergenti in formato solido e, di conseguenza,
zero-waste), proponiamo alternative riutilizzabili
come assorbenti e dischetti struccanti lavabili,
nonché rasoi di sicurezza, al posto della controparte
usa e getta. Tutti i materiali scelti per l'imballo dei
pacchi per le spedizioni sono plastic-free,
riutilizzabili ed interamente riciclabili, in quanto
composti solo da carta e cartone. Essendo vegana
da svariati anni e molto sensibile alle tematiche
riguardanti gli animali, ho deciso di devolvere una
parte dei primi introiti per il tesseramento a tre
associazioni (LAV, Essere Animali e Rat Rescue) e
sicuramente in futuro continuerò a effettuare
donazioni per la salvaguardia degli animali. Questo
a dimostrazione di come la mission di Bioprofumeria
Vegan non sia solo il mero guadagno economico,
ma che faccia dell'aspetto etico della scelta vegan il
proprio timone, andando a contribuire
concretamente all'opera che varie realtà
antispeciste pongono in atto per la salvaguardia del
mondo animale. Nel mio piccolo, insieme ad altre
aziende e rifugi sensibili alla tematica vegan, mi
sono proposta di distribuire gratuitamente,
allegandola ad ogni ordine, la fanzine semestrale
auto-prodotta “Giungla”, una rivista antispecista
creata dall'attivista Giù Veg e dall'illustratrice
Violinoviola. Bioprofumeria Vegan si pone quindi
come punto di approdo per persone che abbiano
già intrapreso la scelta di vita vegan ma anche,
senza pregiudizio alcuno, per chi è solamente
interessato alla tematica o semplicemente
incuriosito. Il progetto – conclude l'imprenditrice –
ha già suscitato interesse e riscosso successo sia
all'interno della galassia vegan, che presso
acquirenti che non hanno (ancora) intrapreso il
percorso di consapevolezza che è base della
Bioprofumeria. Svariati già gli ordini da clienti che
attualmente non sono vegan ma che si sono
complimentati sia per la scelta dei prodotti di qualità
ma, soprattutto, per l'attenzione e la cura dimostrata
verso quelle tematiche così delicate quali la tutela
ambientale e la difesa degli animali. Questo ad
ulteriore dimostrazione che, per quanto osteggiata
da svariati settori, l'alternativa vegan si rivela
estremamente valida ed apprezzata da un pubblico
eterogeneo, in cui la consapevolezza si mischia con
la curiosità e fa in modo che questa tematica venga
comunque riconosciuta e discussa.
LINK AL SITO: https://bioprofumeriavegan.it PAGINA FACEBOOK: https://www.facebook.com/bioprofumeriavegan PROFILO INSTAGRAM: https://www.instagram.com/bioprofumeriavegan
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HANNODETTO
Rubrica a cura di Patrizia Esposito
*ILARIA VENTURINI FENDI
*ILARIA PROFUMI
*LARA PONTI
*ALESSANDRA GRITTI
*VALENTINA FREDIANI
*CHIARA BURBERI
*ELENA DAVID
*MARINA SALAMON
*MARGHERITA REZZONICO
*RAFFAELLA GREGORIS BAKEL
*SERENA ALBINI
*FEDERICA TISATO
*CANTINE NONINO
HANNODETTO
WWW.DIMAGAZINE.IT
www.dimagazine.it 38
PATRIZIA
ESPOSITO
www.dimagazine.it
La sostenibilità felice
Valeriana Mariani è molto attenta ai cambiamenti e questa volta apre le pagine della rivista
Donna Impresa Magazine al tema della Sostenibilità. Imprenditrici di ambiti diversi
intervistate da Patrizia Esposito, disegnano la loro mappa per un viaggio verso la
sostenibilità felice sorprendente e illuminante, punti insoliti e inesplorati, dove si scoprono passo
dopo passo come creare un'azienda felicità: essere, conoscere, applicare.
Dietro le frasi “Cambiare o perire” , “Il futuro non è più gestibile” , si nasconde una povertà di
idee, di valori, di relazioni, di amore, per cui tutto si riduce ad una continua lotta per
sopravvivere. Eppure qualcuno ha deciso di tagliare il cordone ombelicale che lega le
persone ad una fonte di conformismo per diventare un Visionario, persona capace di
trasformare l'economia ed il business, perchè dotato di un sesto senso che è l'Intuito e di un
settimo senso che è il Sogno. Quella persona alimenterà l'intelligenza ed imparerà a gestire
le principali fonti di valore di una nuova economia. Le nuove aziende create avranno una
unicità nel Carattere, nel Fisico e nello Stile e saranno i tramiti di una nuova coscienza
aggregativa verso il raggiungimento di più alti livelli di libertà. Esse saranno consapevoli
che il grande Vantaggio Competitivo sarà nella unione della Mente con lo Spirito,
dell'Intelletto con il Cuore. L'economia si unirà all'etica e si creerà un nuovo mondo degli
affari e delle relazioni, la comunicazione sarà il legame più “fruttuoso” nel mondo globale.
L'economia sarà il prodotto visibile dell'etica ed esse collaboreranno come un'unica entità,
una unica realtà, infatti più ricco sarà il sistema dei valori di un'azienda, più ricca sarà la sua
economia ed il suo business sarà più solido e duraturo. La FOLLIA VINCENTE! La nuova
azienda leggerà i problemi come spinta alla propria evoluzione. La sua sostenibilità sarà
felice in quanto deriva dalla consapevolezza delle tre identità della persona: fisica, psichica,
spirituale in armonia con l'ambiente in un abbraccio dinamico con l'economia, i valori, i
talenti e la fiducia. Ciò che ho descritto come viaggio immaginario si preannuncia molto
reale.
Avv.VALENTINA FREDIANI Founder & Managing
Director Colin & Partners
"La Sostenibilità è un Sentimento Imprenditoriale, che include
equilibrio fra gli obiettivi e il benessere collettivo del team
aziendale. La mia è una realtà che nasce nel 2001 e nei primi 7/8
ani di attività ho preso consapevolezza della diversità che esiste
fra l'attività professionale dell'avvocato e le esigenze
imprenditoriali: la gestione del tempo, la guida di un gruppo di
persone verso gli obiettivi e l'attenzione alle esigenze del cliente.
Abbiamo un team di giovani, e anche questa scelta è un impegno
di sostenibilità, perchè investiamo nelle nuove generazioni per
rispondere a nuovi modelli di business. Un approccio condiviso,
disponibilità, elasticità essere più vicini alle persone è un percorso
di sostenibilità in cui abbiamo creduto fin dall'inizio. Unire obiettivi
e esigenze delle persone: questo è quello che chiamo sentimento
imprenditoriale, vivere bene permette di anticipare le situazioni,
essere in grado di modificare i comportamenti in parallelo ai
cambiamenti del mercato e del business. Una visione allargata
permette di sfruttare gli strumenti per migliorare l'attività di contatto
con i clienti. La nostra azienda è un micro mondo e per questo
deve essere attenzionato in ogni suo aspetto: a conferma di ciò ad
esempio abbiamo organizzato negli anni passati un percorso di
ginnastica correttiva in azienda per aumentare consapevolezza
alla salute da parte delle persone, ed attivato già dal 2018 lo smart
working per una maggiore flessibilità nella gestione degli impegni
di natura personale . “Oggi più che mai penso ad un ruolo molto
importante dell'impresa: essa avrà un'Anima e una Personalità e
assumerà una responsabilità educativa sociale. Questa
consapevolezza inciderà costruttivamente nel ridefinire il Valore Economico del fare impresa, non più misurato
primariamente in un profitto privato dell'etica, ma ricomposto in una competizione sana, che sappia convivere con
l'ambiente intero”.
CHIARA BURBERI AD REDOOC .COM
"La sostenibilità è dare e ricevere con responsabilità in tutti gli ambiti della vita. La Sostenibilità è sinonimo
di bene comune, da raggiungere attraverso la responsabilità individuale. I 17 goals dell'agenda 2030
dell'ONU si dividono in educazione ambientale, educazione civica e educazione economica. Parlare solo di
sostenibilità ambientale è riduttivo, anche se il tema
ambientale è chiave: la Terra è il miglior pianeta B che si
possa immaginare! Il bene comune deriva dalle piccole
azioni quotidiane che facciamo individualmente: l'impatto
non è visibile nell'immediato, ma solo nel medio-lungo
termine e quindi sono faticose da mettere in pratica, per
la nostra società che vuole tutto e subito. La forza di
volontà di una visione lungimirante attraverso i piccoli
gesti quotidiani i nostri giovani ce l'hanno molto più di noi;
noi adulti siamo meno propensi alla collaborazione, ci
portiamo ancora addosso il DNA dell'Italia dei Comuni
medioevali. Dobbiamo riappropriarci del significato
originario della parola "Educazione", dal latino educere,
"tirare fuori", per dare l'opportunità ai nostri ragazzi e
ragazze di scoprire e far emergere i propri talenti, piccoli
o grandi. Purtroppo la scuola, malgrado l'obiettivo
dell'Educazione di Qualità (Goal 4) segue il messaggio
dell'"Istruzione", tante materie studiate a cassetti
indipendenti tra loro, senza collegamenti in grado di dare
un senso, un significato reale, concreto. Materie studiate,
non imparate perché manca la curiosità, la passione.
La sfida per noi adulti è ricominciare ad educare i nostri
figli e figlie alla responsabilità individuale, facendo
comprendere il valore del bene comune, per raggiungere
gli obiettivi di sostenibilità dell'agenda 2030."
ELENA DAVID Consigliere Indipendente Fideuram Intesa
San Paolo
"La Sostenibilità della Conciliazione. Noi viviamo in una società
ancora culturalmente chiusa alle donne, dove la carriera è limitata o
difficilmente accessibile: le uguali possibilità all'accesso alla carriera
dovrebbero evidenziare un fattore discriminante che è la
meritocrazia, dove la sostenibilità è data dall'accesso per tutti ad
ambire un proprio sviluppo personale. Ma oggi le pari opportunità di
accesso sono fortemente condizionate dal ruolo ancestralmente
assegnato alla donna in ordine alla cura della famiglia e degli
anziani, e da un sistema di welfare sociale che non favorisce la
sostenibilità in questo senso. Una ragazza laureata si trova davanti a
scelte come la carriera oppure la famiglia: ma queste non devono
essere antitetiche, piuttosto inserite in un sistema sostenibile
circolare. Oggi questa divisione non è più realistica. Sono fiduciosa
nei giovani, meno nelle sovrastrutture sociali ed in una parte delle
classi dirigenti che non recepiscono i nuovi modelli. Abbiamo uno
sguardo limitato al breve, dovremmo allargare la visione ad un
orizzonte più ampio. La sostenibilità etica nelle aziende è un altro
gradino di consapevolezza verso un profitto necessario ma diffuso,
non solo per pochi, alimentando così la disuguaglianza e la povertà.
Questa comprende la responsabilità verso l' ambiente, che riguarda
tutti e tutto, anche se ancora oggi si vedono incidenti ambientali
causati da una pochezza e una superficialità a volte sconcertante. La
pandemia ha imposto delle riflessioni sulla sostenibilità e sulla
precarietà del sistema di equilibrio creato da un consumismo eccessivo, dagli atavici squilibri territoriali,
inceppatosi e aggravato al sopraggiungere di questo evento mondiale."
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hannodetto
MARINA SALAMON
"La Sostenibilità è unione nella diversità verso lo stesso scopo. La parola sostenibilità tende a
subire interpretazioni individuali, si divide in tante dimensioni e si presenta come la nostra storia
che ci ha visti, nei secoli, separati: non abbiamo ancora superato i limiti di questo sguardo. Serve
un'apertura di visione, unendo cuore e testa, per creare nuovi rapporti con le persone. Molte
persone con una formazione economica si limitano a applicare le formule e si fanno poche
domande, eppure qualcosa sta cambiando: all'Università Ca' Foscari di Venezia hanno introdotto
il nuovo corso di laurea in “Philosophy and Economics", in cui le due modalità di conoscenza
della realtà stimolano la plasticità del nostro cervello per apprendere e sviluppare idee
innovative. La storia italiana è caratterizzata (ancora) dalla divisione fra gli ambienti accademici e
quelli imprenditoriali: viaggiano su due binari paralleli senza
incontrarsi, così come fra le stesse imprese, dove si sviluppa
una concorrenza feroce, mentre sarebbe positivo per tutti
avere un dialogo costruttivo, così come accade già nel settore
digitale, in Silicon Valley. Credo nella possibilità di unire lo
sguardo economico con lo sviluppo umano: perchè ciò accada,
io parto dalla responsabilità individuale: ogni azione della mia
vita, ogni mio gesto deve essere coerente con la mia visione.
Capisco come va il mondo esplorandolo, frequentando la
gente, osservando relazioni e comportamenti, per esempio
attraverso il volontariato. Io vedo due tendenze post pandemia:
1) aprirsi fiduciosamente 2) mantenere le vecchi certezze.
La prima nasce con l'apertura all'altro, diversità incluse,
attraverso un'etica responsabile, per creare anche mestieri fatti
di dignità. Ci sono tanti giovani che si muovono in questa
direzione, per costruire un mondo migliore di quello in cui
stanno vivendo, che hanno uno sguardo presente e lontano
con pensieri in azione che nell'immaginario comune sono
dimensioni utopiche. Niente e nessuno è isolato e noi stiamo
facendo del nostro meglio per prenderci cura del mondo."
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Hannodetto
a cura di Patrizia Esposito
ILARIA VENTURINI FENDI titolare e designer del
marchio Carmina Campus
"La Sostenibilità che cambia il mondo. La persona possiede la
capacità di trasformare la realtà che la circonda, sia sul piano fisico,
psichico e spirituale, influenzando i cambiamenti a livello sociale,
economico e ambientale. Con questa consapevolezza essa può
decidere di Creare senza Distruggere e ricomporre ciò che è
materiale di scarto in forme di bellezza etica. E' ciò che ha fatto Ilaria
Venturini Fendi (figlia di Anna, una delle cinque sorelle Fendi) creando
Carmina Campus nel 2006, un progetto in cui creatività e alto
artigianato si abbinano al rispetto per l'ambiente e all'impegno sociale,
la sostenibilità declinata nella moda e nel design, attraverso una
visione innovativa.Tutto il sistema moda sta cambiando, si accelerano
i ritmi e Ilaria sente di non riuscire a dare più un senso al lavoro che
sta facendo. Acquista I Casali del Pino per dedicarsi all'agricoltura.
Inizia la conversione al biologico e questo episodio le suggerisce
l'idea che moda e agricoltura, ispirati dagli stessi valori legati alla
sostenibilità, possano diventare due attività da portare avanti insieme.
Crea così il suo marchio Carmina Campus, con il quale, grazie al suo
passato know-how e alla perizia di abili artigiani italiani, propone
borse, accessori e mobili utilizzando materiali di riuso. Con la stessa
filosofia questa volta incentrata sul lavoro come strumento di riscatto,
nel 2007 Carmina Campus crea il suo primo progetto di lavoro in
Camerun per una comunità di donne svantaggiate. Ilaria nel 2009
accetta l'invito dell'agenzia dell'ONU International Trade Centre a spostare il suo progetto nel loro hub di Nairobi in
Kenya. Inizia una lunga collaborazione che coinvolge una comunità di oltre 90 donne che vivono nelle discariche di
Nairobi. L'obiettivo è fornire opportunità di lavoro creando microimprenditori indipendenti ed è riassunto dal motto “NOT
CHARITY, JUST WORK”. Lo scopo trovato di Ilaria Venturini Fendi è contribuire in prima persona e con il suo gruppo di
collaboratori, allo sviluppo di una cultura del ben-essere e del ben-vivere che possa ispirare e incoraggiare le persone
verso la felicità sostenibile."
LARA PONTI CEO Ponti Spa
"La sostenibilità è nel DNA della nostra azienda, che vive da 9 generazioni. Lo
sviluppo sostenibile è la capacità di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali
senza compromettere le possibilità di quelle future. Questa definizione mette a
fuoco i concetti chiave della sostenibilità: la centralità del futuro e del legame
intergenerazionale, la cura delle risorse in senso allargato, la ricerca
dell'equilibrio dinamico e continuo tra istanze diverse, la visione di lungo periodo.
Assumere questa consapevolezza vuol dire lavorare per accrescere le ricadute
positive dell'impresa su tutti i soggetti coinvolti, sui territori, diminuire gli impatti
negativi e inserirsi in un processo di cambiamento ed evoluzione costanti. La mia
famiglia ha sempre vissuto l'azienda come un bene comune, come parte
integrante di una comunità di cui deve alimentare lo sviluppo. Quando sono
entrata in azienda, dopo una lunga esperienza nella cooperazione sociale, ho
portato l'abitudine a rendicontare, rendere trasparenti gli impatti dell'impresa
anche relativamente a dimensioni extraeconomiche: le persone che lavorano con
noi, i fornitorieiclienti, l'ambiente, le comunitàeiterritori.Perchèlasostenibilità
d'impresa è anche l'assunzione di un dovere sociale: l'azienda attinge alle risorse
del territorio ma deve anche alimentarle grazie a un'occupazione inclusiva, allo
sviluppo economico, all'innovazione tecnologica, al supporto alle comunità .
Storicamente abbiamo sempre pensato alla qualità dei prodotti come frutto della
qualità dei processi produttivi, che si esprimono nelle relazioni con clienti,
fornitori, dipendenti, comunità. Parliamo di equità nei trattamenti, attenzione alle
persone, rispetto della legalità, trasparenza. Crediamo fortemente che il nostro
successo imprenditoriale abbia solide basi proprio in queste dimensioni. Per
questa ragione ci accingiamo a elaborare un Piano di sostenibilità per il prossimo
triennio ancora più sfidante e ambizioso di quanto non abbiamo fatto finora."
ILARIA PROFUMI Regional Director EMEIA
( UK,Europe, Middle East, India & Africa)ineXp Realty
"La Sostenibilità è Donna, per caratteristiche proprie del nostro
genere, abbiamo una sensibilità che ci consente di pre-vedere
(vedere prima, percepire, sentire) le situazioni. Sostenibilità = donna
come leader (quindi guida) del cambiamento dei costumi e delle
abitudini per un mondo sostenibile, per ribaltare un vecchio concetto
che dice vita mia e morte tua, ed affermare invece il modus vivendi
del "vita tua vita mea" per riscoprire comportamenti che vanno dalla
gentilezza, alla bellezza, all'applicare la felicità in azienda. Il mio
pensiero è sostenere il modello Work Life Integration: la sostenibilità
innovativa e inclusiva, che riguarda tutti gli aspetti della vita sociale,
ambientale e umana. Con la mia attività di manager guido le persone
di diversi paesi, entrando in contatto con culture diverse e questo mi
da modo di riscoprire il perchè si fanno le cose, che è non solo per
motivi economici ma anche per ampliare il significato del vivere e per
quanto mi sia possibile per diffondere la felicità "felix nel significato
latino del termine significa "fare fecondo", il campo felix era il campo
fecondo. vivere felici nel senso profondo del vivere fecondi,
generatrici di bene e benessere per se e per gli altri). La sostenibilità
non è solo ambientale, nuove e vecchie generazioni si dovremmo
avvicinare alla sostenibilità come ad una diversa modalità di vita e di
approccio ad essa: non è più il successo che determina la vita felice.
In questi momenti, oltre i soliti luoghi comuni, è importante guardarsi
dentro e interrogarsi sullo svolgere della propria vita e su quella degli altri. Sorrido a chi pensa di tornare alla normalità, ciò
è impossibile, il tempo lascia il segno: bisogna trovare la sostenibilità del mondo in cui ci è dato di vivere oggi. Come top
manager sento l'urgenza di andare verso la sostenibilità, dove la tecnologia è un mezzo per adottare comportamenti
sostenibili con al centro l'essere umano."
ALESSANDRA GRITTI Cofondatore,Vicepresidente e
Amministratore Delegato di T.I.P. Tamburi Investment Partners S.p.A
"La Sostenibilità è Apertura Mentale all'Evoluzione. L'argomento è complesso
per le sue diverse sfaccettature nelle tre macro direzioni: ambientale, sociale e
di governance. Per il primo punto, parlando di aziende quotate, esse sono da
tempo attente alle certificazioni ed a tutto ciò che il mercato richiede per il
rispetto dell'ambiente. sono obbligate a seguire le regole del mercato e della
competizione globale, anche se abbiamo molti esempi che vanno oltre
l'obbligatorietà: l'attenzione nel preservare il territorio dove spesso azienda e
imprenditore convivono e quindi anche su dimensioni più piccole. Possiamo
dire che oggi la sostenibilità ambientale è un impegno in cui il coinvolgimento è
di tutta la comunità. Poi c'è la sostenibilità sociale in cui non ci sono regole o
guide a cui far riferimento, anche se in Italia le imprese hanno spesso svolto
attività di rilievo per il proprio territorio e per le persone, vediamo scuole, centri
sportivi, chiese, arte realizzati grazie ad investimenti privati. Oggi dovremo
razionalizzare le espressioni di bontà, guardando il nostro sistema sociale nel
presente per il futuro prossimo che è rappresentato dai giovani. Si può parlare
di sostenibilità responsabile quando lavoriamo per la loro educazione partendo
dalla scuola, fornendo loro strumenti e possibilità di studio per poi realizzare nel
mondo le loro aspirazioni con l'obiettivo di trovare un lavoro stabile. Ci
confrontiamo da tempo sui temi macro come la riforma della scuola, del lavoro
per i giovani, in questo momento ci dobbiamo calare nel terreno e impegnarci a
fare germogliare le soluzioni nel quotidiano. Questo potrebbe far parte
dell'impegno delle aziende verso i giovani: unirsi e “imporre” al sistema di pensare in quella direzione. L'altro ambito della
sostenibilità è la cultura d'impresa nelle nostre aziende italiane. Abbiamo esempi di eccellenze e genialità nelle aziende
familiari che però mancano di governance, ossia di comportamenti, traguardi e regole per svilupparsi in un mercato in
continuo movimento. C'è una ritrosia culturale ad aprirsi a terzi che potrebbero supportare quelle genialità imprenditoriali
con l'immissione di capitali per investimenti nella crescita e mettendo a disposizione conoscenze diverse per stimolare la
creatività e l'innovazione e l'affermazione in mercati più ampi di quello nazionale. Spesso l'azienda italiana gestita dalla
famiglia ha la visione della sopravvivenza familiare e questo si ripercuote negativamente sul futuro di altri giovani,
riducendo le prospettive di lavoro e la capacità di attrarre manager esterni alla famiglia. Il benessere più concreto che
possiamo pensare per le nostre ragazze e ragazzi è creare loro un mondo in cui possano ben-vivere, grazie anche ad una
cultura d'impresa aperta e sostenibile."
Margherita Rezzonico Tessilmare S.r.l.
"La Sostenibilità è farsi domande e non dare per scontato ciò che avviene.
Noi ci occupiamo di materie plastiche e certamente non è semplice
parlare di sostenibilità, ma nel nostro piccolo ci siamo presi l'impegno di
fare al meglio per la nostra vita quotidiana. Mi fermo a pensare quanto
possa incidere il mio comportamento e quello dei miei dipendenti nella
costruzione di sostenibilità, intesa come rispetto e attenzione. Per
esempio: non utilizziamo i sacchetti di plastica, ma solo plastica
biodegradabile, abbiamo costruito una mega cisterna per utilizzare l'acqua
piovana, le nostre auto sono green, non utilizziamo la corrente elettrica,
ma ci illuminiamo in modo naturale. Ho chiesto ai miei dipendenti di non
usare la carta per asciugarsi le mani, ma di portare un proprio
asciugamano, così come invece di bere nel bicchiere di carta (uno spreco
inutile di carta) consiglio di portare una tazza da casa. Purtroppo questi
comportamenti sono faticosi e non c'è ancora l'abitudine di mettere in
pratica la sostenibilità. Mi sono fatta delle domande che vogliono mettere
in evidenza l'altro lato della medaglia della sostenibilità: per imballare
esempio usiamo le buste di plastica green, ma sono leggere e si rompono
con facilità, quindi dobbiamo usarne il doppio! I nostri tessuti tecnici sono
in pvc riciclabile, abbiamo tolto tutte le parti non green, però ora il tessuto
dura la metà del tempo. Quindi se da una parte si parla di non spreco, ci si
dimentica di considerare il consumo superiore che si provoca e anche il
costo del riciclo. In questo momento ho molta confusione sui
comportamenti sostenibili. Un altro punto che mi fa riflettere è perchè non
si utilizza l'acqua piovana? Sono tante le potenziali forme di energia che vengono sprecate o forse la
consapevolezza delle sostenibilità è soltanto un modo di dire?"
DOTTORESSA RAFFAELLA GREGORIS
"Una donna, una madre e un'imprenditrice: rappresenta la triplice sostenibilità sostenuta, in ogni aspetto della
sua vita, dalla sua carica di innovatrice assoluta. L'innata passione per la ricerca l'ha portata a studiare
farmacia all'università e in seguito a specializzarsi con un master
in chimica cosmetica. Con questo bagaglio di conoscenze, ha
cominciato a collaborare con diversi laboratori e a formulare
cosmetici tradizionali. Ha accumulato preziose esperienze per più
di dieci anni, ma non ha mai smesso di chiedersi se non ci fosse
una via alternativa, migliore, per formulare cosmetici composti
unicamente da ingredienti attivi e clean. Un modo sicuro ed
efficace di modificare i meccanismi dell'invecchiamento senza
dover scendere a compromessi. Ha trovato un nuovo modo:
Bakel nasce così nel 2009. Con due brevetti a suo nome, è
insignita di premi prestigiosi: il WWD Beauty Biz Award nel 2009,
il Pure Beauty Award nel 2012 e il Marie Claire Prix d'Excellence
de la Beauté nel 2016, tra le 100 Donne più influenti di Italia nel
2020, il tutto supportato dalla sua voglia di conoscere e
intraprendere nel nome della sostenibilità rivolta alla donna, (ma
anche uomo) consapevole della propria bellezza. Attenzione al
contenuto, ma anche al contenitore. I prodotti BAKEL hanno una
packaging leggero, totalmente riciclabile. Ovvero, si apre come si
fosse un origami, perché non ci sono punti colla. La vera
rivoluzione BAKEL l'ha affrontata con i CHARM SIZES, dei
formati ridotti e nell'estate 2021 con i SOLARI senza il packaging,
ma solo un QR che si collega a bakelskicare.com, il sito
esclusivamente informativo responsabile ed efficace. Quindi
meno carta, meno plastica e tante informazioni di prodotto, per un
uso consapevole e attento."
ELISABETTA, FRANCESCA, GIANNOLA, CRISTINA E ANTONELLA NONINO
in una delle cantine padronali delle Distillerie Nonino.
"La Sostenibilità di una Passione. L'Amore e la Passione familiare tramandati alla nostra generazione (siamo
alla quinta generazione) dai nostri genitori. Ecco una parte dell'introduzione del conferimento della Laurea
specialistica ad honorem in Economia Aziendale a Giannola Bulfoni Nonino, nostra madre: “La prima finalità
del nostro impegno, in un'epoca in cui il profitto sembra essere la misura dominante di ogni successo non è
mai stato il guadagno, ma l'impegno per il miglioramento continuo, per la ricerca esasperata della qualità, per
l'innovazione, per la produzione della migliore Grappa del mondo, nel rispetto del territorio e della sua
cultura, caratterizzata dai profumi tipici del vitigno d'origine, capace di avvicinare e sedurre il consumatore più
esigente. La mia è una testimonianza di vita vissuta con rabbia e passione, determinazione e gioia di vivere.
È un susseguirsi di momenti consequenziali, strettamente dipendenti uno dall'altro, che alla fine ci hanno
consentito di realizzare quello che, nei primi anni 60, sembrava impossibile: trasformare la grappa da
Cenerentola a Regina delle Acqueviti! Sono nata da genitori meravigliosi, colti, intelligenti, generosi che mi
hanno trasmesso il valore dell'onestà intellettuale, ma soprattutto della “famiglia”, quell'intreccio di
dipendenza e indipendenza che forse è il vero amore: vivere uno per l'altro, affrontare uniti le difficoltà e la
gioia che la vita ci riserva. Grazie ai miei genitori mi sono sempre considerata un individuo pensante, che
con determinazione e spirito di sacrificio, mirando lontano per arrivare almeno vicino, avrebbe potuto
realizzare quanto si prefiggeva”. Questi siamo noi con Amore e Passione."
hannodetto
La sostenibilità felice
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SERENA ALBINI Managing Director Albini&Pitigliani S.p.A.
"La Sostenibilità Felice: convivenza generazionale e incoraggiamento dei
talenti. Azienda familiare di tre generazioni, abbiamo sempre considerato il
contatto diretto e il dialogo con i dipendenti come il punto centrale della
nostra organizzazione: lavoriamo e collaboriamo insieme non presento le
persone come dipendenti ma come colleghi. Questo è il valore aggiunto
dell' azienda: un ambiente sereno stimola le competenze e le capacità per
affrontare le situazioni complesse che si presentano oggi. Una grande
vivibilità interna permette confronti costruttivi e soprattutto apertura a
soluzioni raggiungibili se condivise. Le nostre convention che di solito
facciamo nel mese di settembre con i colleghi Italia e del Mondo (con le
nostre sedi, filiali e agenti), sono occasioni di crescita per tutti, attraverso la
conoscenza di culture diverse si creano opportunità illuminanti. Nel nostro
gruppo, io sono l'unica donna in CDA e questo mi rende orgogliosa e
anche responsabile delle scelte che facciamo insieme, perchè da noi non
c' il passaggio generazionale, piuttosto la convivenza generazionale, dove i
nostri padri sono presenti in azienda, noi ci confrontiamo con le loro
esperienze, migliorando le nostre. Che dire, la nostra è una realtà
affascinante, ci permette di vedere come gira il mondo, cosa succede oltre
i nostri confini: per me questo è molto più di un lavoro, è una scuola e una
formazione continua. Inoltre incoraggiamo i giovani talenti nella loro
crescita lavorativa e anche personale: questa è un'altra scelta sostenibile
verso le nuove generazioni. Infatti siamo ancora giovani nonostante siamo presenti nel mondo dal 1945!."
FEDERICA TISATO Direttore Generale Sismaitalia.
"La Sostenibilità Etica. Vorrei parlare del Fattore Umano. Io lo
chiamo Fattore U, l'attenzione alla dimensione umana oltre che a
quella ambientale, che sono strettamente collegate e
interdipendenti. Questa consapevolezza produrrà un importante
cambiamento partendo dalle dinamiche lavorative. Io ho un
grande sogno, che muove i miei comportamenti e pensieri:
creare un'impresa con un gruppo di persone dallo spirito
identitario riferito a un valore comune, che attraverso la
comunicazione interna, si diffonda e si raccolga poi in un nome
d'impresa. Gruppo che acquisisce forza in quel valore e sia
disposto a combattere per rappresetarlo e praticarlo. Questa
credenza avrà l'effetto positivo anche nella parte del profitto,
prodotto da una coscienza nuova e eticamente sostenibile. Ma è
un sogno? Forse, perchè ultimamente abbiamo perso fiducia
nell'essere umano, ci troviamo immersi in una grande quantità di
pensieri e azioni lontani dalla nostra reale natura. Io credo che se
stimolati, risvegliati dal torpore con più fiducia in noi stessi,
possiamo essere in grado di creare una Sostenibilità Umana con
grandi benefici comuni. L'Italia è uno stupendo Paese, con molte
risorse in più rispetto ad altri Paesi, ma soffre di una mancanza
d'Identità, di riferimenti valoriali che possano raggruppare le
persone e camminare insieme verso un obiettivo comune. Ci
siamo persi. Noi siamo responsabili e causa dei nostri mali, quindi possiamo cambiare ciò che ci circonda,
diventare consapevoli di ciò che siamo e di quello che possiamo fare insieme. Certo ci vuole coraggio. Ma
oggi e da sempre è il coraggio delle persone che muove il mondo: dobbiamo decidere come e dove
andare. Io sto dando il mio contributo."
L'AWARD INTERNAZIONALE DONNA IMPRESA
L'Award è ideato e promosso dalle Associazioni Donna Impresa ed International Women
(International Association Women Entrepreneurs and Business Leaders – Employment, Social Affaire &
Equal Opportunities) con il patrocinio delle Massime Istituzioni nazionali ed internazionali, ha la finalità di
valorizzare l'apporto di donne per farne dei modelli da seguire per il mondo femminile. È assegnato ad
aziende, imprenditrici – la cui cultura d'impresa corrisponde ai più elevati standard etici e professionali – che
si sono distinte per intuito e capacità di gestione, sviluppo, innovazione e ricerca.
Maria Castaldo
GENERAL MANAGER
COLLESI BEAUTY
PH: Samuele Esposito
www.dimagazine.it
"La mia crescita in Collesi Beauty è stata rapida
come l'andatura dei treni ad alta velocità, da cui
salgo e scendo quotidianamente per spostarmi tra
Pesaro e Milano. Sono abituata ai ritmi serrati,
quindi non mi spaventano il lavoro e gli orari lunghi,
ma questa volta è diverso. Non sento il peso delle
giornate, perché le soddisfazioni che mi sto
togliendo in quest'esperienza sono davvero
entusiasmanti. Sono stata ripagata dell'impegno
profuso a dimostrazione che la meritocrazia esiste e
che chi vuole crescere ha il coraggio di osare.
Collesi è un'eccellenza totalmente Made in Marche,
abituata a primeggiare nel mercato delle birre e dei
distillati. Da dicembre 2020, ha raggiunto con il Gin
un risultato che da tanti anni già identifica la sua
birra artigianale: prodotto italiano più premiato al
mondo. Quando sono entrata in Collesi mi sono
domandata quale potesse essere il segreto del
successo della sua birra. Certo, l'altezza e
l'esposizione delle colture è irripetibile, così come
avere la fonte del Monte Nerone praticamente a
ridosso dell'azienda. Ma, oltre ai fattori naturali, ho
potuto apprezzare l'attenzione, la passione e
l'impegno con cui il fondatore (Giuseppe Collesi)
lavora ogni giorno per migliorare i prodotti. Non
basta nemmeno vincere, si deve puntare a una
qualità sempre più alta. La divisione Beauty, ultima
nata in famiglia, è composta da Cosmetics e da
Parfum. La prima parte dalla birra artigianale, un
prodotto dai molteplici benefici, usato per la bellezza
sin dai tempi dei Fenici, per realizzare una gamma
cosmetica premium. La seconda dai nostri distillati
per ottenere fragranze per la persona e gli ambienti.
Custodiamo le nostre formule gelosamente. Per
questo nella cosmetica produciamo
autonomamente, monitorati dal nostro laboratorio di
ricerca interno, e nella profumeria tutto nasce dalle
nostre distillerie. Siamo impegnati in un programma
di crescita che deve proiettare il brand a
raggiungere, nel medio periodo, la leadership.
Come già fatto con il birrificio e la distilleria. A
settembre saremo protagonisti a Milano con
l'apertura del primo Collesi Store (ne seguiranno
altri quattro entro il 2022 tra Venezia e Roma) e la
presenza a uno degli eventi più importanti della
Design Week."
Maria Castaldo
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COLLESIBEAUTY
Anche voi meritate la classe Collesi
Località Pian della Serra 61042 Apecchio ( Pesaro-Urbino ) ITALY
Phone: +39 075 933118 | fax: +39 075 933118 - email: info@collesi.com
www.collesibeauty.com
Un'avventura della qualità, della tradizione e dell'esperienza che nasce dalla passione del suo fondatore, Giuseppe Collesi
Giuseppe Collesi, riscoprendo antichissime usanze, intuisce che la birra può diventare un efficace ingrediente naturale per i prodotti di bellezza. Fin dall'antichità infatti regine babilonesi e imperatrici romane usavano
immergersi in rigeneranti bagni di birra che era nota per le sue proprietà terapeutiche e cosmetiche anche in Egitto e Mesopotamia. Riti millenari che diventano fonte d'ispirazione da approfondire e trasformare in
cosmetica avanzata. Dai Laboratori cosmetici Collesi, una proposta cosmetica unica e innovativa che ha portato ad una tecnologia produttiva con un brevetto esclusivo. Questo sofisticato processo preserva tutti i principi
funzionali della Birra e dei suoi ingredienti: Orzo, Malto, Luppolo, Lievito e gli scarti della sua produzione artigianale. Con Collesi l'energia vitale della Birra arriva intatta dalla natura alla pelle. A partire da Settembre 2019
Sorgente di Birra Srl ha intrapreso l'iter di certificazione del proprio Sistema Qualità alla Norma UNI EN ISO 9001 e all'applicazione delle pratiche di buona fabbricazione ( GMP) in conformità alla UNI EN ISO 22716, al
fine di garantire prodotti con sempre più elevati standard di qualità sicurezza e igienico-sanitari.
WWW.DIMAGAZINE.IT
HANNODETTO
Ecco cosa ci hanno
risposto alcune
imprenditrici e
libere
professioniste sul
tema:
SE IL MONDO
RICONQUISTASSE
LA
SUA PARTE
FEMMINILE?
HANNODETTO
Rubrica a cura di Patrizia Esposito
HANNODETTO
www.dimagazine.it 46
WWW.DIMAGAZINE.IT
Educare
per vivere
Noi siamo maschili e femminili queste caratteristiche convivono in ognuno di noi,
eppure la nostra società è sbilanciata verso il maschile: nei sistemi educativi,
manageriali, imprenditoriali, nel linguaggio e nei comportamenti, dove prevale
la forza e la competizione .
Con l'attuale situazione, questo modo di vivere sta presentando i suoi limiti, evidenziando la fragilità del sistema
anche nelle relazioni personali. Per esempio osserviamo i rapporti fra l'uomo e la donna: soggetti violentati
psicologicamente e fisicamente entrambi, sottratti ad una educazione al sentimento dell'amore e del rispetto, perchè
ritenuti fattori “inutili” allo sviluppo economico. Noi vediamo solo gli effetti di questa manipolazione che ci mette un
velo davanti alle reali cause, infatti già osservando il modello familiare si può prevedere il tipo di comportamento
condizionato che avranno i figli e le figlie: la disuguaglianza di genere si sviluppa nell'ambito della famiglia di
origine, oggi si deve avviare un mutamento di quel modello, cominciando a condividere la genitorialità e il lavoro
domestico. Inoltre la frustrazione a cui sono sottoposte le figure maschile davanti alla incapacità di gestire le nuove
situazioni imprevedibili come quelle che sta creando il covid 19, (l'uomo perde la sua identità nel momento in cui
perde il suo ruolo sociale) e l'ignoranza all'amore, che è conoscenza e disponibilità verso l'altro/a, portano a sfogare la
rabbia sulla persona più debole fisicamente e economicamente. Indignarsi difronte a questi comportamenti non basta,
bisogna cominciare ad osservarne le motivazioni, con più attenzione. La povertà emozionale sia nella donna che
nell'uomo è una causa della violenza in genere. Una educazione al bene, alla virtù, al vivere civile, può nascere dalla
famiglia e dalla scuola, per guidare l'impulsività dei giovani verso un sano sviluppo emozionale perchè imparino ad
onorarsi a vicenda nelle loro diversità naturali, e a evitare che essi scarichino nell'altro sesso la responsabilità dei guai
del mondo. Un esempio di questa impulsività è il bullismo (che troviamo sia nelle le ragazze che nei ragazzi),
espressione di un'energia non educata, ma reattiva. Un'altra possibile soluzione per abbassare l'offesa e la violenza è
impegnarsi a creare un sistema economico e politico realizzato sull'equilibrio fra i generi, per esempio nei luoghi dove
anche le donne ricoprono posti strategici, i numeri dimostrano uno sviluppo migliore e armonico del sistema. In
sintesi l'educazione ha il compito di favorire la piena fioritura della Persona (nella sua interezza
maschile e
femminile). Cosa fare? Sicuramente non rimanere passivi spettatori, che si indignano per gli eventi ma aspettano che
il momento passi, oppure si scoraggiano, si diventa co-responsabili dell'atto di aggressione( ricordo che l'aggressione
è sia psicologia che fisica!) e soprattutto di subire il giudizio negativo dei giovani, per i quali dovremmo essere
educatori (al rispetto). Poi la comunicazione: è un eccellente strumento per educare, ma si deve essere consapevoli
che può anche diventare un'arma offensiva, che va a stimolare l'aggressività psicologica per sfociare in quella fisica.
Quindi attenzione particolare alle parole.
PATRIZIA
ESPOSITO
www.dimagazine.it
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Hannodetto
a cura di Patrizia Esposito
VINCENZA FRASCA
Vicepresidente Confimi Industria Verona
Presidente Nazionale del Gruppo Donne Imprenditrici di Confimi Industria (da
febbraio 2020) che l'ha portata ad intraprendere un cammino di studio e lavoro a
favore delle donne e CFO nell'azienda di famiglia.
"Ho fatto due tipi di percorso, entrambi duri e impegnativi ma ricchi di
soddisfazioni utili alla mia crescita personale e professionale. Il primo è iniziato e
lo è tutt'ora nella gestione dell'azienda familiare insieme ai due fratelli e alla
sorella. Grazie all'educazione dei nostri genitori verso valori importanti quali
l'unione e il rispetto, la collaborazione e l'ascolto abbiamo guidato insieme
l'azienda in maniera attiva e costruttiva anche nei momenti più impegnativi. Il
secondo percorso riguarda la donna Vincenza: avevo una certa irrequietezza,
insoddisfazione personale, come se mi mancasse qualcosa per una mia
crescita. Avevo l'azienda, avevo raggiunto un punto importante ma lo era per chi
mi guardava, non per me. Accetto di entrare in un'associazione di categoria e lì
inizio a capire i miei valori reali, perchè il confronto con altre persone che non
sono i familiari, mi permette di ingranare quella marcia in più che non conoscevo
di avere, senza peccare di presunzione. In questa mia esperienza associativa mi
sono accorta che essere donna ti poneva dei limiti di crescita: ad un certo livello
potevi accedere, oltre ti dovevi fermare, ci sono delle resistenze da parte di altri.
Con attenzione e perseveranza non mi sono fermata e oggi ho raggiunto gli
obiettivi che mi ero prefissata. Probabilmente stiamo andando verso un
cambiamento epocale e le donne future non dovranno più sgomitare. Io credo
che collegarsi con persone che sono sulla stessa linea di pensiero, possa creare
una energia positiva che coinvolgerà molte persone, perchè con il confronto si
comprende il proprio valore. Bisogna anche imparare a fidarsi di noi stesse e a
volersi bene."
AVV. AGNESE LA ROSA ( of counsel presso JMU Law Firm)
Studio Legale Medaglia Larosa & Partners Firenze
“Una delle cose più importanti che ho capito all'inizio dei miei studi, e che
conservo integra ancora oggi, è la consapevolezza che si può emergere
nel mondo del lavoro e nella vita sociale senza doversi necessariamente
trasformare in un uomo. Ho sempre voluto essere un bravo avvocato -ed
essere valutata tale dai colleghi e dai clienti- mantenendo la mia
femminilità e facendo capire a chi mi stava accanto che si può essere
competitivi pur senza mascolinizzarsi ma facendo di quella fantastica
irrazionalità, che contraddistingue il mondo femminile, il nostro punto di
forza. Lavoro in un studio legale, dove fino a due anni ero praticamente
l'unica donna e questa cosa non mi ha mai creato alcun imbarazzo, né mi
ha messo in competizione con i miei colleghi uomini che ho sempre visto
come potenziali alleati. Continuo a credere che il volere assomigliare a
qualcuno che non siamo noi non aiuti nella realizzazione personale, forse
all'inizio si potrà trovare un po' di gratificazione ma con il tempo
l'insoddisfazione tornerà. Solo lavorando su noi stesse e guardando la
questione da una prospettiva differente, si potrà trovare la giusta
soluzione. Certo non rinnego che molte volte per noi donne sia tutto un
po'più complicato, ma continuo a credere che la strada della omologazione
al maschile sia quella sbagliata. Perdere la sensibilità equivale a perdere
la nostra identità femminile ed invece io ho sempre amato il mio essere
donna, avvocato e moglie provando a far emergere il meglio in tutti e tre i
ruoli e non sentendomi mai inadeguata: ritengo che molto dipenda anche
dagli uomini che ci affiancano ma non è l'aggressività la chiave del
successo. Ho scelto di non essere madre non per colpa del mio lavoro o
perché temessi che qualcuno potesse prendere il mio posto, ma solo
perché non ero pronta al momento e all'età giusta per me. Una scelta che
ogni donna consapevole e libera dovrebbe poter fare così come la quella
di voler diventare madre”
FABIA
ROMAGNOLI
Presidente di Mariplast Spa
Pistoia e un distaccamento
negli USA.
Eredita dal padre insieme al
fratello Mauro la guida
dell'azienda familiare, dove
era entrata quando era in
attesa del secondo figlio.
Intraprendenza e curiosità
sono le qualità che ha
portato nell'impresa. "Stiamo
vivendo un momento
particolare e credo che le
qualità femminili
rappresentino la chiave per
individuare soluzioni
flessibili e in linea al
cambiamento della società e
dell'economia. Nell'ambito
del lavoro, purtroppo
abbiamo scarse posizioni di
leadership al femminile,
perchè sono poche le donne
che credono nelle loro
capacità e si fermano a ruoli
marginali o scontati:
sarebbe importante avere
più fiducia e stima in noi stesse. L'uomo perde la sua identità nel momento in cui perde il lavoro, mentre la donna grazie
alle esperienze specifiche della gravidanza e della nascita, riesce a avere una visione più ampia e meno ristretta del
presente che le permette di dare nuovi significati al quotidiano vivere. Per l'uomo, il lavoro e la qualifica sociale nella
società sono anche il suo limite. La donna è invece creatrice, riesce ad affrontare gli eventi, le problematiche con audacia
e equilibrio, a volte trovando soluzioni impensabili sfruttando la sua creatività con determinazione. Nella coppia di oggi, il
compagno ha un ruolo fondamentale di affiancamento e ascolto, eppure il timore dell'uomo di essere prevaricato nel
ruolo, che a parole condivide la volontà della donna di trovare una sua posizione sociale, si rivela spesso nella realtà con
un'altra visione in cui chiede alla compagna di rivestire la figura di donna madre, moglie e cuoca, quando invece la donna
potrebbe gestire più ruoli, con capacità e competenza."
PATRIZIA CECCHI FAGNI Presidente Soroptimist
International Italia club di Pistoia Montecatini Terme
"Come convogliare le donne verso un loro miglioramento consapevole? Per
dare un seguito a questa domanda, abbiamo creato un percorso base sulla
gestione del budget finanziario, per stimolare a pianificare le spese, perchè
molte donne non sono abituate a parlare di finanza e delegano troppo spesso
al proprio compagno, con il rischio di diventarne dipendenti economicamente.
Vogliamo parlare con semplicità di economia, per migliorare lo stato
economico e psicologico delle donne e renderle attive nella loro vita, senza
assistenzialismo. Un altro prossimo impegno che sarà realizzato a
brevissimo, è rendere accessibile La stanza di Accoglienza: realizzata presso
il Comando Provinciale dei Carabinieri i quali hanno messo a disposizione
delle donne e dei bambini una stanza tranquilla per le denunce di violenza o
maltrattamenti. Non diamo buoni spesa, piuttosto cerchiamo di capire le
necessità delle donne e aiutarle nelle loro necessità di crescita, proprio nello
spirito di renderle attive e padrone della loro vita. Se approfondiamo le
caratteristiche che noi donne possediamo, ce ne sono due importanti: la
flessibilità e la sensibilità, che molte vedono come limiti, ma che sono
ricchezze inestimabili, che ci permettono di superare le situazioni critiche o
imprevedibili, come quelle attuali; sono risorse di alto valore da collocare nelle
attività come un bene economico, un vantaggio/ricchezza inesauribile, da
investire nel mondo del lavoro. Tutte noi affrontiamo quotidianamente le
differenze di genere, il futuro deve partire dall'educazione non solo nelle
scuole, per esempio io sono una insegnante nelle scuole superiori e noto che
le discriminazioni sono più presenti all'esterno che in questo ambiente."
ARCH. ALESSIA GUARNACCIA Ph.D. - CEO Pandora Group
S.r.l. - Napoli
"Delle considerazioni che hai fatto, introducendo questo scambio di opinioni, mi
ha colpito molto la necessità di recuperare un'ottica unitaria dei due aspetti: il
maschile e il femminile, accettando la loro naturale presenza in ciascun essere
umano. Un'affermazione che condivido. Credo che abbiamo portato troppo
all'estremo la separazione dei due sistemi valoriali. I segnali di questa frizione,
si erano da tempo presentati alla nostra “percezione di comunità” in maniera
più o meno latente, ma ce ne siamo accorti solo con l'arrivo dell'emergenza. E'
necessario recuperare quella cognizione di unitarietà del genere umano che,
sola, può aiutarci verso soluzioni innovative per il nuovo modello di sviluppo,
sia economico che sociale, che siamo chiamati a disegnare. La risoluzione delle
estreme conseguenze derivate dai nostri comportamenti nei confronti sia del
mondo naturale sia di noi stessi è la sfida a cui non possiamo più sottrarci.
Dovremmo farci guidare dalla spinta creativa che si ha dopo un reset, davanti
ad un foglio bianco, con la fiducia di poter costruire una nuova società, con un
sistema di valori chiari e condivisi. Avere una prospettiva all'altezza di questa
sfida, significa unire le parti femminile e maschile e allontanare atteggiamenti
parziali e schizofrenici; con l'umiltà di riconoscere la necessità dell'apporto di
tutte le sensibilità. La complessità del nuovo mondo richiede l'impiego di elementi, che la cultura ha legato,
nell'immaginario collettivo, ai due aspetti, ad esempio la cura, la pazienza, la lunga visione connessi al femminile, o la
combattività, la potenza e intensità d'azione correlato al maschile. Siamo sempre più immersi in una polarizzazione di
opinioni, che arriva ad esaltare estremizzazioni e separatismi: oggi abbiamo bisogno di un approccio olistico in grado
di sostenere pensieri costruttivi originali ed incisivi necessari per fondare il nuovo mondo.
ILARIA D'UVA Imprenditrice D'Uva - Firenze
"Sono alla guida dell'azienda familiare D'Uva Firenze che da oltre sessanta
anni si occupa di interpretazione del patrimonio culturale attraverso la
tecnologia. Sono la figlia di Giovanni, il padre dell'audioguida. Cresciuta in un
mondo maschile, con tre fratelli più grandi che mi hanno fatta sempre sentire
protetta e mi hanno insegnata a combattere, ma non mi sono mai posta con
un approccio mascolino, sul lavoro e nelle relazioni, mi sono sempre tenuta
lontana da aggettivi e facili stereotipi di riferimento maschile. Mi piace essere
donna così come si è, con le caratteristiche femminili senza usare modi di
comunicare duri e aggressivi che non ci appartengono. Grazie all'educazione
della mia famiglia d'origine, coniugo i miei obiettivi con una visione femminile
dell'imprenditorialità. Viaggiare mi dona grande energia. Prima di tornare a
casa, dai miei figli, mi guardo allo specchio e aggiusto il trucco: ci tengo
molto che loro tre mi trovino bella, anche se sono stanca, e che capiscano
quanto la cura di me, del mio aspetto, faccia parte della mia identità di
donna, di madre e di imprenditrice. Credo che le donne possiedano capacità
strategiche naturali, perché hanno il futuro insito nel loro essere. Gli uomini
forse sono più tattici e più attenti al presente, senza generalizzare. Le donne
sanno raggiungere mete ambiziose, con la delicatezza (che non è
debolezza), l'ascolto e la sensibilità, colgono aspetti che il mondo maschile
non sempre vede. Con la pandemia mondiale, purtroppo, molte donne si
sono fatte carico della vita dei familiari, quasi fosse un loro dovere esclusivo:
noi, per prime, dovremmo reagire a questo condizionamento culturale che ci
vede espressione solo nell'ambito familiare. Io sono una donna fortunata, ho
a fianco un uomo che sa prendersi cura della famiglia, più e meglio di me.
Abbiamo la passione: usarla con femminilità farà sicuramente la differenza,
in tutti gli ambiti familiari, lavorativi e personali.
ROSSELLA SPATOLA Imprenditrice
Sicilia
"Che cosa è per me la femminilità? armonia.
Quell'armonia che rimanda ad un piacere delle
forme, la bellezza può salvare il nostro mondo con
la sua energia positiva. Sarebbe una grande
opportunità avere una donna a capo del nostro
governo: avremmo più empatia per comprendere le
situazioni e le persone, senza per questo
dimenticare le altre responsabilità. Io credo nella
Bellezza come fonte di vita e di cultura, purtroppo
questo valore è spesso relegato alla parte
femminile: eppure entrambi il femminile e il
maschile possiedono qualità elevate nel loro essere
così, è spesso il condizionamento culturale che
divide e pregiudica anche i rapporti di lavoro. Io
amo spiegarmi con degli esempi reali: ho di recente
partecipato a una riunione di lavoro, composta da 9
uomini e 3 donne (io ero fra queste tre). All'incontro
ci sono stati comportamenti maschili: esempi di
forza e impazienza che hanno condizionato la
tempistica della riunione, senza portare conclusioni
concrete. Sicuramente un equilibrio fra le due parti
(donne e uomini) avrebbe portato un esito diverso.
Le donne non vogliono perdere tempo, forse perchè
sanno gestirsi meglio, visto le tante responsabilità
che assumono. Per esempio la dinamicità mi ha
portato a realizzare nuove attività, infatti oltre a
seguire la parte commerciale estero della azienda
familiare, ho delle attività autonome nel food e nel
turismo. Il desiderio di progettare non si abbina alla
parola arrendersi. Io credo nell'energia creativa che
emaniamo tutti e per questo dico che la forza della
bellezza e dell'armonia sono elementi indispensabili
alla nostra evoluzione con buon senso e
consapevolezza delle difficoltà che stiamo vivendo."
www.dimagazine.it
hannodetto
RACHELE MORINI
F.A.M. srl e Presidente
CONFIMI ROMAGNA
Titolare insieme al fratello di
F.A.M srl Fonderia Alluminio e
Presidente Confimi Romagna
"Meglio un giorno da leone
che cento da pecora!
Un'affermazione importante
alla conclusione del nostro
dialogo, fa capire il motivo
per cui Rachele, insieme al
fratello, sia alla guida di
un'attività di forte
connotazione maschile: la
fonderia di famiglia. La vita è
rappresentata dall'unione dei
due sessi, servono entrambi
in maniera equilibrata:
maschile è forza, femminile è
sensibilità. Sono valori che
contraddistinguono le
differenze e contribuiscono a
rendere migliore la vita in comune e il lavoro. Per esempio, per la mia elezione a presidente Confimi, sono
stata aiutata e ho ricevuto molta collaborazione da parte dei miei "amici" uomini dell'associazione. Mi
sono impegnata nel raggiungere quella posizione e con entusiasmo ho accettato un ruolo che mi avrebbe
messo di fronte ai miei difetti e paure, ma la volontà di imparare e di migliorare hanno vinto i miei timori.
Ho imparato ad affrontare le sfide quotidiane con il dialogo, mi definisco una persona semplice,
trasparente, che sa ascoltare e crede nel lavoro in team, perchè lo scambio di idee e di opinioni che
vengono messe in campo durante gli incontri, portano a soluzioni nuove e spesso inimmaginabili.
Condivido il pensiero del confronto: un atto fondamentale quando si devono prendere decisioni a volte
anche impegnative e difficili. Sono consapevole di avere un carattere riservato, non amo mettermi in
mostra, a volte si può risultare deboli, allora per questo sto lavorando sulla mia autostima ho fatto passi
importanti verso la crescita e la consapevolezza delle mie qualità femminili, come per esempio la
dolcezza. Sono orgogliosa delle decisioni prese in autonomia, anche se mi affianco sempre del supporto
e dei consigli della mia famiglia."
FABRIZIA FAGNONI
Laurea in Scienze Politiche e Counselor. Dirigente di Impresa Cooperativa
Pistoia
"Sono circa 20 anni che collaboro con molte imprenditrici; quando si parla di
empowerment e leadership al femminile, con alcune ho spesso condiviso
l'idea e il valore della centralità della persona, composta di talenti e capacità
magnifiche spesso sottovalutate e talvolta sconosciute. Oggi è ancora
purtroppo radicata la visione dicotomica usata spesso in senso antitetico, fra
maschile e femminile, dove si tende a valutare la persona per il suo genere
invece che per le sue qualità. Eppure se si avesse il coraggio di esaminare
la questione da una prospettiva diversa, si scoprirebbero nuovi e lungimiranti
modi di convivenza civile ed economica con risultati di " ben-essere " diffuso
a ricaduta diretta sul complesso sistema di relazioni sociali. Il cambiamento
che auspichiamo va agito sin dalla prima infanzia, perché per educare al
riconoscimento della persona nella sua interezza, bisogna iniziare dalla
tenera età. Si dovrebbe anche insegnare ciò che significa il fallimento:
l'errore fa parte della crescita, perchè SOLO così si impara, mentre per
tradizione culturale la razionalità aggressiva dell'uomo si rivolge al fallimento
come alla negazione del successo. La persona si convince di essere
inadeguata, si acuisce il senso di frustrazione che porta ad eccessi di rabbia
e all'isolamento sociale. Che pagano le donne. Il focus quindi, è concentrarci
sulla persona, che vuol dire riconoscere il lato femminile e maschile con le
loro intrinseche qualità come valore dell'intero, attraverso la formazione.
Così l'intuizione, l'irrequietezza e la visione pragmatica considerate
"femminili" e la razionalità, la schematizzazione e gli indici di performance
considerate " tipicamente maschili", diventano ingredienti essenziali per la
buona riuscita di ogni processo di empowerment. Per tendere ad una
società di persone consapevoli ed efficaci, dove non predomini più solo un desueto standard di efficienza."
ANGELA LANDUCCI Landucci Srl di Pistoia
Gestisce con i fratelli Federica e Lando l'azienda di famiglia Landucci
Srl di Pistoia, che produce trafile, macchine e accessori per la pasta
alimentare, fondata negli anni “20 dal nonno.
A proposito del tema “SE IL MONDO RI-CONQUISTASSE LA SUA
PARTE FEMMINILE...". dice: "La nostra Italia ha una forte tradizione
della famiglia in cui la donna ha il ruolo centrale: colei che si occupa
della prole e dell'organizzazione familiare. Oggi noi donne lavoriamo,
usciamo dalle mura domestiche e abbiamo l'onere, ma anche le
capacità di fare più cose contemporaneamente e in maniera ottimale.
Questa attitudine insita nel nostro dna la trasferiamo nell'attività
lavorativa; nel generare e accogliere la vita, abbiamo una maggiore
capacità di capire il punto di vista dell'altro e a gestire meglio il nostro
tempo. Nell'assolvere pienamente questi compiti, talvolta non sempre
accettiamo l'aiuto, perché vogliamo avere tutto sotto il nostro controllo,
bisognerebbe delegare di più agli altri familiari. Questo può comportare
un conflitto interno: conciliare lavoro e figli non è sempre facile, capisco
il pensiero delle madri quando devono lasciare i bambini piccoli
all'asilo, perchè ci sono passata anche io. Certamente sarebbe
importante che lo Stato riconoscesse una maggiore attenzione allo
sviluppo di servizi adeguati alle nuove famiglie. Siamo due sorelle e un
fratello che ci dividiamo la guida della azienda e la maggiore
componente femminile porta un fattore di specificità e innovazione
nelle relazioni di lavoro. La nostra è una azienda metalmeccanica
tendenzialmente a maggiore presenza maschile, oggi però stiamo
ricevendo cv di donne per coprire ruoli tecnici e siamo aperti a
introdurle in azienda, organizzandoci anche con orari flessibili così
come abbiamo fatto con le donne presenti in azienda. Diciamo che
oggi, le donne partono con uno svantaggio, ma con la volontà e le
capacità innate si muovono con un passo in avanti...”
SONIA MARITAN
Architetto, giornalista e
poetessa.
"Detesto il rosa. Migliaia di
anni improntati al genere
maschile rendono questo
pianeta ancora fortemente
squilibrato. Sono moltissimi
i segnali di questa distonia
che scorgevo sin da
bambina, la percepivo in
famiglia e guardando piccoli
scorci di mondo quando
uscivo fuori, forse per
questo ho passato
moltissimo tempo a
osservare la natura
cercando di capire il
linguaggio degli animali che
istintivamente rispettano il
codice ancestrale
dell'universo e sono parte
del cerchio della vita che
tutto rigenera. Oggi
parliamo di “economia
circolare” senza accorgerci
che madre natura ha un
bagaglio di tre milioni e
mezzo di anni in “Ricerca &
Sviluppo”! Agli esordi ero
indecisa se iscrivermi alla
facoltà di veterinaria per
salvare il mondo oppure di
architettura per ridisegnarlo
e con la tesi di laurea
intitolata “Lectus genialis” ho cercato di indagare l'etica del rapporto uomo-donna. A parte una breve parentesi
adolescenziale detesto il color “rosa bambola” e apprezzo i colori naturali o quelli netti come i primari eisecondari, ma
soprattutto aborro l'idea che il genere femminile debba essere limitato a una “quota rosa”, che richiama ai recinti e
quindi alle conquiste dei territori, alla sopraffazione, alle guerre, allo sfruttamento indiscriminato delle risorse e alla
violenza, fino alla morte. Non parliamo degli stereotipi che vogliono che un uomo non possa mostrarsi vulnerabile o
debba giocare da bambino con i soldatini …a fare la guerra! Di fronte a questo pianeta malato a causa della
conversione degli habitat naturali, prima che diventi così inospitale da costringerci ad abitare in bolle ermetiche,
dobbiamo ricreare l'equilibrio partendo proprio dall'essere donna e la sua forza creatrice, protettrice, rigeneratrice che le
è propria. Un uomo e una donna in un rapporto di maturità civile per un nuovo alfabeto che codifichi l'armonia."
hannodetto
SE IL MONDO RICONQUISTASSE LA SUA
P A R T E FEMMINILE...
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ERICA CAPPELLI
Cappelli Bruce srl Firenze
"Guido, insieme a mio fratello, l'azienda familiare di
pressofusione per minuterie metalliche; non mi sono scelta
questa attività, ma l'azienda è il luogo dove sono cresciuta sia
professionalmente che individualmente. Sono moglie e
mamma - di due maschi - ed il mio dovere è educarli ad una
sensibilità generalizzata, perché fin da piccoli e poi da adulti
apprezzino e rispettino la persona che avranno accanto.
Auspico per loro un futuro in cui si valorizzi la persona che il
genere, io sono fiera di essere donna, ho al mio fianco un
compagno con cui posso confrontarmi e rapportarmi alla pari.
Lo stesso accade con i miei colleghi, con i quali mi confronto
con fiducia e stima. Non credo nelle pari opportunità, intese
come quote rosa, ma nel merito. Vi sono esempi, pessimi a
mio avviso, dove la donna si adagia sul ruolo che ci si attende
da Lei o si approfitta del suo genere. Ancora troppe donne
giustificano i propri fallimenti o delusioni al suono della
discriminazione di genere, e piuttosto che valorizzare la
propria emotività e sensibilità, la soffocano diventando
pessime copie di colleghi maschi. Purtroppo, nonostante le
quote rosa (che a mio avviso sono svilenti come concetto di
base) la donna non ha raggiunto maggiore visibilità
autonomia o prestigio. E il fatto di assegnare posti in base alla
parità di genere sottolinea e rende ancora più aggressiva la
disuguaglianza invece di risolverla, perché non tiene conto
del merito. Il successo è un merito e si ottiene quando una
persona si realizza in qualsiasi ambito della sua vita – sia che
si scelga di fare il netturbino, l'insegnante il casalingo/a o il
manager. Nell'immaginario collettivo una baby sitter è ancora
donna, cosi come un docente di asilo, quando invece vi sono
uomini preparati, sia a livello empatico che comunicativo, a ricoprire molto bene quei ruoli."
VANESSA CIOTOLI GIUNTINI Naturopata
operatrice in Discipline del Benessere bioNaturali
"In questo mondo nel quale abbiamo perduto la percezione di
completezza e interdipendenza che si acquisisce al momento della
nascita, la Naturopatia è uno strumento adatto per farla
riemergere. La mia professione, non ancora riconosciuta in Italia,
mentre lo è nella comunità europea, ha molto da dire su ciò che si
può fare oggettivamente per valorizzare quella parte del “feminino”
che alberga in ognuno di noi, uomini o donne. Una professione
olistica, che non scinde le singole componenti dell'essere umano
perché, per definizione, le abbraccia e le valorizza tutte, in una
totalità non data da una sommatoria, ma da una armonizzazione,
come le singole note in una sinfonia.In un mondo che per secoli ha
avvallato una visione dualistica del “maschile” e “femminile”, la
Naturopatia aiuta a ritrovare l'armonia della “sintesi” dell'essere
umano, riequilibrando e soprattutto valorizzando le parti di noi che
tendiamo a soffocare e quindi che ci portano verso un'azione
errata o monca del vivere. Applicare queste risorse anche
all'interno di aziende, in ambito lavorativo, aiutando lo sviluppo di
una nuova visione dell'imprenditoria e sostenendo una rivoluzione
consapevole, permette una vita più equilibrata. Poter scegliere di
rivalorizzare le caratteristiche che fino ad oggi sono sembrate
inadatte a livello manageriale, politico, istituzionale, insite in ogni
essere umano, quali la speranza, la bellezza, il sorriso, il coraggio
di produrre Vita (che non significa “solo” mettere al mondo figli);
sarà la scommessa del futuro imprenditoriale di cui la mia
professione si fa portavoce attraverso proposte concrete, spazi da
creare internamente alle aziende, per cominciare a trasformare un
veleno quotidiano in medicina del vivere."
PATRIZIA ALMA PACINI
AD Pacini Editore srl Presidente Confindustria Pisa
" Inizio con un incoraggiamento alle donne: non piangiamoci
addosso, noi siamo in grado di indirizzare la società verso
una vita migliore anche economicamente. Ribaltiamo il punto
di vista solito: gli altri/uomini sono poco furbi, perchè i numeri
dimostrano una crescita maggiore là dove anche le donne
ricoprono ruoli strategici. Oggi ci vengono concessi strumenti
come il part time o il baby sitting, dimenticando che per la
donna sono un ulteriore problema da gestire, insieme al
lavoro, il quale passa in secondo o terzo piano, così come la
sua autostima. Io avevo una bisnonna che mi diceva che
qualsiasi lavoro è dignitoso, l'importante che crei una tua
indipendenza economica! Vorrei descrivere gli svantaggi del
part-time:
1. una scelta che porta alla rinuncia di una carriera, le donne
dovrebbero avere una visione più a lungo nel tempo, perchè
potrebbero poi pentirsi di quella scelta.
2. la donna rinuncia a crearsi una propria indipendenza
economica, è costretta a legarsi al compagno easubire le
situazioni perchè non può permettersi una sua vita. Il nostro
sistema non aiuta le donne a lavorare con piacere e
serenamente, perchè il loro tempo lavorativo non si concilia
con i tempi della scuola, per esempio, quindi la gestione
giornaliera diventa un'ansia continua.
La scuola attraverso la comunicazione, dovrebbe coinvolgere
le bambine in età pre-adolescenziale nel renderle
consapevoli delle loro possibilità e aiutarle nella scelta della
strada nel mondo che le renda libere e indipendenti anche
economicamente, ripeto, così che sappiano rispondere a atti
di violenza psicologica alcune volte più invasiva di quella fisica, con azioni coraggiose, abbandonando chi le ha
colpite. In uno scenario economico e politico in equilibrio, dove siano riconosciuti i vantaggi derivati dai diversi valori di
genere, non c'è dominio e aggressione."
GIUSY BETTONI
CEO e fondatrice di C.L.A.S.S. eco Hub Internazionale
"Affermato punto di riferimento nella moda e nel tessile per coloro
determinati a innescare il cambiamento e lo sviluppo in termini di
responsabilità e di sana competitività. Di cosa ha bisogno il nostro mondo?
Penso a Nuovi Valori Immateriali. Avevo trent'anni quando ho cominciato a
lavorare in azienda e vedevo l'economia gestita in modo molto razionale: i
conti dovevano tornare; eppure sentivo che c'erano altri fattori da
considerare, ovvero i fattori immateriali, che nascosti, potevano
condizionare gli equilibri economici. Le aziende sono guidate dalle persone
competenti (sia uomini o donne) e le componenti femminili, possono
contribuire a rompere quelle regole limitanti, allargando la visione anche alle
sfumature del bianco e del nero. Io credo nella strada dell'integrazione fra
competenze, sensibilità – intesa come capacità di percepire – e creatività,
fra la preparazione e il modo di condividerla attraverso la comunicazione.
Un esempio di nuovo valore “immateriale” entrato nelle strategie aziendali è
la sostenibilità, fondamentale per le scelte di vita e di benessere di nuova
generazione. Prendiamo la moda: essa si esprime in tanti modi, è più
personale, non solo forme e colori, ma declinazioni sulla persona.
Immateriale + economica circolare =espressione di valore per ognuno,
questa è la nuova modalità di integrazione di valori di nuova generazione.
Ancora: la salute e la tracciabilità "i capi non li mangio, ma li metto a contatto
con la mia pelle e il fatto di sapere da dove provengono e come sono fatti,
mi rassicura molto e crea valore". I giovani vogliono conoscere l'azienda, la
sua affidabilità. Ecco le nuove sfumature dell'immateriale. Questo è il mio
contributo: pensare oltre i sensi (conosciuti) e mettere l'essere umano al
centro del nostro mondo, rispettando i valori di nuova generazione, che
guardano anche agli aspetti molto potenti e talvolta non riconosciuti propri
del femminile.
www.dimagazine.it 52
DONNA
IMPRESA
SICILIA
DHEBORA
MIRABELLI
PRESIDENTE CONFEDERAZIONE DELLA
PICCOLA E MEDIA INDUSTRIA SICILIANA E
PRESIDENTE DONNA IMPRESA SICILIA
“
DA OGGI SEI LIBERA
DI ESSERE
COME SEI
www.6libera.org
”
NASCE DONNA IMPRESA
SICILIA:
LA PRESIDENZAA CHI DA
VOCE AL CAMBIAMENTO
IN TEMA MOLESTIE E
VIOLENZE NEI LUOGHI DI
LAVORO!
L'avvocato e manager di impresa, Dhebora Mirabelli,
riveste attualmente il ruolo di Presidente della
Confederazione delle Piccole e Medie Industrie
Siciliane ( CONFAPI): unica Presidente donna
all'interno della Confederazione che rappresenta,
articolata in 78 Confederazioni Territoriali. Da anni
impegnata anche sui temi riguardanti la tutela delle
pari opportunità e non discriminazione, si fa oggi
promotrice della lotta alla cultura del silenzio in tema di
molestie e violenze nei luoghi di lavoro lanciando il
progetto 6libera e realizzando il sogno di vivere in una
Sicilia che mira a diventare nuovo modello di etica e di
responsabilità sociale di impresa. Lavorare su azioni e
progetti condivisi con realtà imprenditoriali di successo
in tema di inclusione e pari opportunità in Sicilia,
significa lavorare sul cambiamento culturale e
dimostrare che se è possibile in una terra in cui
bisogna, per le più disparate ragioni, faticare il doppio
per raggiungere risultati e fare impresa, diventa a
maggior ragione doveroso nel resto del mondo. La
ripresa economica del paese dopo la pandemia passa
dalla maturità di nuove consapevolezze, tra queste,
per le aziende e organizzazioni l'importanza di
lavorare per diventare HUB di salute e sicurezza. E'
questo il punto di partenza secondo il Presidente
Dhebora Mirabelli, ovvero, iniziare a trattare le
molestie e le violenze nei luoghi di lavoro al pari della
tutela di qualsiasi altro diritto umano. Le associazioni
datoriali e quelle sindacali da anni sono investite del
ruolo di garanti e promotrici di azioni di
sensibilizzazione, prevenzione e contrasto a tali
condotte, ma le armi nelle loro e in quelle degli
imprenditori si sono rivelate armi spuntate. Gli accordi
firmati dai principali sindacati e associazioni datoriali
come Confindustria, e Confapi in attuazione
dell'accordo quadro delle parti sociali europee
( Businesseurope, Ueapme, Ceep e Etuc/Ces)
siglato il 26 aprile 2007 dal titolo “Framework
Agreement on Harassment and Violence at Work”,
sono intese che senza i corretti strumenti e gli giusti
stimoli alle imprese, capaci di darvi attuazione e farne
policy organizzative e gestionale interne, restano atti
autoreferenziali e fermi ad un livello non operativo. Da
qui l'idea di coinvolgere le aziende, modelli di valore
oltre che di profitto, della Sicilia per fare prevenzione e
sensibilizzazione. Da una prima versione, definita
“basic” e sperimentale, dal nome 6come6, testata on
line per qualche mese, si passa ora alla progettazione
e realizzazione della versione aggiornata e ripensata
più complessa, completa, integrata e internazionale:
6libera.org! Sono le aziende partner che investono e
supportano la Presidente di Confapi Sicilia, per
l'utilizzo dell'innovazione e la tecnologia a sostegno di
questa nuova più ambiziosa sfida. “Ribattezzata
6libera anche per invitare lavoratori e datori di lavoro a
sentirsi liberi di stringere un patto di alleanza etico che
si fonda sulla trasparenza, coraggio e responsabilità
sociale, finalizzato a promuovere
denunce/segnalazioni di un fenomeno ancora troppo
nascosto ma dalle conseguenze negative evidenti per
tutti: lavoratori, datori di lavoro e organizzazioni volte
alla rappresentanza di interessi e fabbisogni nel
mondo del lavoro. Si, perché a differenza di quanto si
pensa, hanno tutti un interesse a sostenere
6libera.org - osservatorio contro le molestie e
violenze nei luoghi di lavoro: lavoratori e lavoratrici che
sognano un ambiente privo di molestie e violenze,
imprenditori che vogliono fare della propria azienda un
luogo sicuro capace di contenere i costi legati alla
tutela della salute e alla Brand Reputation e, infine,
istituzioni e parti sociali che auspicano di avere dati e
informazioni da trattare per meglio comprendere il
fenomeno e contrastarlo. Ad oggi in Italia l'81% delle
donne che subisce abusi, ricatti, molestie e violenze
sul lavoro non denuncia. I motivi sono tanti, primo fra
tutti la cultura del silenzio che porta le vittime a sentirsi
sole e isolate in questa battaglia e chi deve pianificare
politiche e interventi di contrasto efficaci a non
conoscere realmente il fenomeno da combattere.
L'osservatorio 6libera.org è stato progettato sulla
base delle ragioni che alimentano il silenzio e per
ognuna di esse propone azioni e strumenti digitali, di
intelligenza artificiale e blockchain atti a infondere
fiducia eafarsentirelavittimao,ancheilsemplice
testimone di una violenza o molestia, parte di un
sistema etico capace di aggregare fare rete e
“abbracciare” il lavoratore/trice sostenendolo nella
personale lotta di liberazione dell'azienda e/o
l'organizzazione in cui opera da queste condotte
inaccettabili. Alcuni esempi:
1) Paura di ritorsioni? Si offre ai lavoratori la possibilità
di inviare in forma anonima segnalazioni e descrivere
l'episodio in modo puntuale in una sezione dedicata
2) Si è convinti che sarà addebitata la colpa? Si
forniscono i supporti per non far sentire il lavoratore
che decide di denunciare doppiamente vittima
3) Si ha paura di non riuscire ad avere sufficienti forme
di tutela? Si forniscono news, informazioni e
documenti sugli strumenti eisoggetti istituzionali
preposti alla tutela.
L'intenzione di far sentire alla vittima meno il peso
della solitudine generata dallo squilibrio di potere tra
lavoratore e datore di lavoro si percepisce subito
guardando l'impostazione dell'osservatorio digitale.
DONNA
IMPRESA
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Lo stesso è suddiviso in due parti simmetriche: una dedicata alle aziende/organizzazioni,
l'altra ai lavoratori/lavoratrici. Entrambi così possono in egual misura e con azioni diverse
rompere il muro del silenzio di chi preferisce non denunciare, di chi ha rinunciato a
lottare. In home page anche le aziende, Stakeholder, Parti Sociali, Istituzioni ed Enti che
hanno deciso di fare squadra e non lasciare sola la vittima. Per rafforzare il tutto, si offre
una certificazione etica: “Qui si opera con-fare sicuro”, riconosciuta e concessa agli
Imprenditori, Manager e Hr che decidono di impegnarsi in azioni di prevenzione,
contrasto e sensibilizzazione in prima persona all'interno della propria realtà lavorativa.
Ed infine uno spot “non è colpa tua - 6libera” contro il Victim Blaming. Ma se dovessero
esserci dubbi sulla reale volontà delle aziende coinvolte di scendere in campo a
sostegno della sicurezza, salute e tutela della parità, basta soffermarsi nella sezione:
progetti – iniziative condivise e si trovano i prodotti di eccellenza siciliana in Special
Edition per 6LIBERA con l'impegno di donare parte dei ricavati alla causa. Tanti poi gli
sviluppi tecnologici e innovativi correlati all'iniziativa: dalla certificazione e al data base
digitale del mondo etico di 6libera, interrogabile da tutti gli utenti; alla web app per dare
una chiave di uscita che utilizza la Blockchain; fino all'analisi e monitoraggio
dell'evoluzione del fenomeno attraverso la mappatura dei contenuti in tema di molestie e
violenze archiviati dal sito e presenti nel web (canali social, giornali online e siti internet)
per meglio comprendere i comportamenti di datori di lavoro e lavoratori. La promotrice ed
ideatrice, Dhebora Mirabelli, avverte: “ il cambiamento è alle porte, le aziende e i
lavoratori possono decidere di unirsi a noi e guidarlo o subirlo. Basta guardare a quattro
tappe importanti che hanno segnato questo semestre l'Italia a vari livelli sul tema,
collezionando successi. Mi riferisco all'operato di : 1) Corte Costituzionale: sentenza n. 1
dell'11 gennaio 2021 che ribadisce il patrocinio legale gratuito a tutte le vittime di violenza
a prescindere dalla personale situazione reddituale; 2) Parlamento che ratifica la
convenzione internazionale dell'OIL contro le molestie e violenze nei luoghi di lavoro con
la legge n. 4 del 15 gennaio 2021 ed stende gli ambiti di tutela; 3) Governo che con
l'adozione del piano nazionale ripresa e resilienza (PNRR) del 26 aprile 2021 introduce
un sistema nazionale di certificazione sulla responsabilità di parità e prevede 10 milioni di
euro di sgravi fiscali e contributi alle PMI che adottano policy a favore della parità di
genere ed infine 4) Corte dei Diritti dell'uomo di Strasburgo che con sentenza del 27
maggio 2021, nel caso J.L vs Italia, condanna l'Italia, i suoi tribunali e la sua cultura
ancora influenzati da inaccettabili pregiudizi e stereotipi sul ruolo delle donne perché
troppo spesso colpevolizzano doppiamente la vittima di violenze e molestie, frutto di un
pensiero sessista e maschilista inaccettabile .” L'ambasciatrice del progetto “6libera” è
Giulia Giuffrè, membro del direttivo di Confapi Sicilia con delega alle pari opportunità e
“no discriminazioni”, recentemente nominata dal Global Compact delle Nazioni Unite
SDG Pioneer 2021. Infatti, l'imprenditrice siciliana s'impegna da anni, insieme ad Irritec,
per promuovere il riconoscimento del valore delle donne, specialmente in agricoltura, e
abbattere le diseguaglianze. “Sono orgogliosa di essere parte attiva del progetto
“6libera”, un'iniziativa nata da un'esigenza concreta: agevolare le denunce delle donne
che subiscono violenza. In questo contesto, anche le aziende sono chiamate a
promuovere una rinnovata cultura di genere, contro ogni forma di discriminazione e
violenza” - commenta Giulia Giuffrè,
Board Member e Ambasciatrice della Sostenibilità
di Irritec S.p.A ., sponsor fondatore del progetto - . “Come donna, madre ed imprenditrice
sento il dovere etico e morale di dare il mio contributo per essere a fianco delle donne e
aiutarle a costruire un percorso di vita libero. Il tema della parità di genere non è solo
un'esigenza ma anche un diritto umano fondamentale e un presupposto necessario per
un mondo sostenibile”. Con lo spirito, la determinazione e tenacia di chi vuole sviscerare i
problemi e dar voce e coraggio a tutte le persone discriminate e abusate non
dimenticando i soggetti più fragili (troppo spesso le donne) , così come fatto per la lotta
contro le molestie e violenze nei luoghi di lavoro, la neo eletta di Presidente Donna
Impresa Sicilia, promette di non risparmiarsi e di esercitare la sua leadership a supporto
dell'informazione, ma più in generale attraverso Donna Impresa Magazine, a tutela delle
“
donne, dell'inclusione, della parità ed a supporto della crescita economica di un territorio
"eccellenza italiana" e non solo madre di omertà e mafia. Con questi criteri e ispirazioni
sono, dunque, state selezionate le prime Top Women Siciliane:
Mariagrazia Di
Francesco, Valentina Parisi, Miriam Pace ed Eleonora Rossato.
a cura di Valeriana Mariani
DONNA
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Il mondo cambia, cambia anche tu, dai voce al
cambiamento con 6 libera il suo motto!
FREE
AGAINST
GENDER
VI OLEN CE
DIMAGAZINE.IT
LEADERSHIP
FEMMINILE
2021
VALENTINA PARISI
MARIAGRAZIA DI FRANCESCO
MIRIAM PACE
ELEONORA ROSSATO
Ritratti
di
donne
siciliane
Dhebora Mirabelli Presidente Donna Impresa Sicilia
SICILIA
TOP WOMEN
VALENTINA
PARISI
ESPERTA IN PUBLIC AFFAIRS E RELAZIONI INTERNAZIONALI
L'INNOVATRICE DEL PENSIERO “ETOLOGIA DIGITALE”
Valentina Parisi di Catania ha una specializzazione in Intelligence, cybersecurity e
infrastrutture critiche e negli ultimi anni ha avviato diverse start up innovative insieme
ai più grandi esperti del settore.
La sua attività imprenditoriale spazia dal supportare l'app CONVYSCHOOL in tema di bullismo
e cyberbullismo e alla promozione del “padel” come sport di eccellenza con la nuova
piattaforma WE SMASH. Nonostante sia imprenditrice di eccellenza, non rinuncia alla
promozione di relazioni internazionali e istituzionali per favorire la crescita di realtà
imprenditoriali italiane nel mondo. Di recente ha stretto un patto di alleanza con la sua amata
Sicilia e ha deciso di assumere la guida del CIFE Comitato per l'Internazionalizzazione e
Fiscalità Estera a beneficio delle start-up e PMI siciliane. Una sfida e un impegno faticoso per
restituire dignità e orgoglio ai suoi conterranei. Coordina, infatti, la Rete degli Ambasciatori per
l'internazionalizzazione delle Piccole e Medie Industrie siciliane presenti in tutti i continenti.
Nella sua lunga e brillante carriera all'interno dei più autorevoli organi di governo nazionali ed
europei ha partecipato alla realizzazione di diversi progetti, dalla stesura per la candidatura siti
Unesco, facilitando rapporti con organismi nazionali e internazionali in ambito istituzionale,
relatrice del pacchetto Immigrazione per la Commissione Europea. Tra gli incarichi
istituzionale è stata relatrice al pacchetto immigrazione in commissione Europea Ministero
delle Politiche Europee Bruxelles, 2008/2011, Capo segreteria tecnica Commissione Esteri
Camera dei deputati e Coordinatrice tra Commissione Esteri Camera dei Deputati Ambasciate
italiane all'estero. Head of Public Affairs di BOOLEBOX Cloud italiana che protegge i dati
della Agenzia di Difesa Europea Commissione Europea e di moltissime aziende strategiche e
del nostro Sistema Paese. Valentina e una collega che opera in ambito sicurezza hanno
fondato una nuova filosofia e approccio scientifico basato su interazione tra sociologia, scienze
naturali e informatica denominata Etologia digitale. Questa innovazione di pensiero affonda le
radici nell' etologia di Konrad Lorenz della quale Valentina è studiosa e appassionata. É uno
studio sulle società collaborative che mettono in relazione il comportamento con un digitale
sostenibile: le infrastrutture critiche diventano infrastrutture sostenibili, adattabili all'innovazione
e la comportamento mutante dato dall'approccio digitale.
“
L' etologia digitale trova
ispirazione dallo studio e
dall'esigenza di voler
spiegare come la natura e
il comportamento siano
parte integrante di un
processo di innovazione.
Partendo dagli studi di
Lorenz ho deciso di pormi
l'obiettivo di studiare il
comportamento digitale,
ovvero come l'essere
umano si stia modificando
con le nuove tecnologie.
Partendo dalle prime smart
cities delle colonie di
formiche, fino aggressioni
digitale dell'hate speech.
Ho trovato naturale il
connubio tra entomologia,
antropologia e biologia
comportamentale pronta a
sovvertire e rivedere tesi e
paradigmi scientifici.
”
Valentina Parisi
DONNA
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MARIA GRAZIA
DI FRANCESCO
AZIENDA VITIVINICOLA
CASA GRAZIA – GELA (CALTANISETTA)
Forza e tenacia seminate tra i vigneti
È una donna tenace, Maria Grazia Di Francesco Brunetti, anima stessa di Casa
Grazia, l'azienda vitivinicola sulle sponde del lago Biviere di Gela, nella provincia
nissena, il più grande lago costiero salato dell'Isola. Qui, tra gli aironi bianchi e
quelli più rari rossi, i profumi di timo e rosmarino e, in primavera, di colorate
orchidee, nell'atmosfera rarefatta di una Sicilia sospesa, nasce il sogno suo e del
marito, Angelo Brunetti, di produrre vini che possano declinare la bellezza di un
terroir unico e suggestivo, dove la natura incontra l'uomo. Anzi, la donna, perché è
proprio lei, Maria Grazia , socia delle “Donne del Vino della Sicilia” , a prendersi
cura delle vigne e a dare la sua impronta gentile e raffinata a vini di grande
eleganza. Una viticoltura moderna, la sua, dalle forti radici, dove a regnare è il
microclima costiero condizionato e favorito dalla presenza “materna” del lago
Biviere, sempre sferzato dall'energia dinamica del Mediterraneo. È in questo
scenario di ampio respiro naturalistico di una Sicilia lontana dalle solite rotte
turistiche, tra alberi di frutta e secolari ulivi, che la famiglia Brunetti si dedica
all'agricoltura fin dagli inizi del '900. Quando Angelo, per lavoro, lascia le sue
terre, è la sua compagna di vita a prendere in mano le redini del viaggio e a dar
vita al sogno. Con umiltà, un passo alla volta, sorretta dalla fede e dall'amore per
la sua famiglia, Maria Grazia impara sul campo. Nel 2005, la svolta, perché, dopo
un decennio, Casa Grazia per la prima volta imbottiglia le proprie uve, figlie del
Lago Biviere. Dai terreni argillosi, sabbiosi, nascono vini di grande sapidità, la
peculiarità di Casa Grazia. Un territorio che confina nel ragusano, terra
d'eccellenza di quel Cerasuolo Di Vittoria, unica DOCG siciliana. Con la regia
dell'enologo agrigentino Tonino Guzzo (vincitore del premio Spumantitalia 2020,
solo per citare uno dei tanti titoli!) nascono dai grappoli di Frappato Euphorya e
Laetitya, dal Moscato Adorè, dal Grillo Zahara, dal Cerasuolo di Vittoria Victorya
1607, dal Nero d'Avola Gradiva. Ed anche dai vitigni internazionali, con una
chiara accezione identitaria siciliana, dal Syrah Emiryam e dal Cabernet
Sauvignon Vi Veri, un omaggio alla terra del Biviere, che nella lingua dialettale
restituisce il forte legame con il territorio e con le radici latine, “verso la forza”.
Niente pratiche dannose ma solo azioni che si tramandano da generazioni per far
emergere il valore intrinseco delle uve. Ed il 2020 è l'anno della certificazione bio
e le nuove annate in uscita nel 2021 sono le prime a portare il vessillo green. Lo
scorso anno conquista tre medaglie ai Decanter World Wine Award, uno dei più
prestigiosi concorsi vinicoli al mondo: Medaglia d'Argento per Euphorya 2019,
Spumante Rosato Brut realizzato da uve Frappato e, per il Laetitya 2018,
Frappato in purezza DOC Sicilia ed il Victorya 1607, del 2018, Cerasuolo di
Vittoria DOCG, il bronzo.
DONNA
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DONNA
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“Riconoscimenti importanti - spiega Maria Grazia - perché ci stimolano a
perseguire con maggiore determinazione la strada tracciata, insieme a
tutta la nostra squadra”. Con il marito ed i figli Emilio e Miryam, che
lavorano in azienda, la resilienza si è trasformata in rinascita. Tra pochi
mesi è già al traguardo il progetto della cantina, dove i vini di Casa
Grazia troveranno la loro dimora. Si produce anche olio evo Involio,
ottenuto da un sapiente blend di Biancolilla e Cerasuola, con estrazione
a freddo per mantenere intatte le sue qualità. Si incrementano gli acquisti
di nuovi alberi di ulivi e si immagina il frantoio. Maria Grazia, la vestale di
questo angolo di paradiso benedetto www.dimagazine.it
da Dio, non ha dubbi: “Un territorio
che ci ha dato sempre la forza e l'amore per riuscire a superare tutte le
difficoltà, riproponendosi con grande bellezza e naturale spontaneità a
chi, come me, ha occhi e pazienza per osservarlo. Oggi sono così, figlia
grata che partecipa alla rinascita di una terra che ha tanto di sé da
comunicare”.
Maria Grazia crede nella forza aggregatrice e nella collaborazione e
per questo insieme alla Confederazione delle Piccole e Medie
Imprese siciliane (Confapi Sicilia) aiuterà le donne imprenditrici
coraggiose a diventare protagoniste della ripresa economica della
sua amata terra.
Nella foto: Maria Grazia Di Francesco con il marito Angelo Brunetti
Maria Grazia
Di Francesco
MIRIAM
PACE
DIRETTORE GENERALE DI PLASTICA ALFA – CALTAGIRONE
Di padre in figlio: con Miriam Pace la continuita'
generazionale di Plastica Alfa genera valore
Miriam Pace: classe 81, una grande passione per
l'arte e la pittura. Una Laurea al Politecnico di
Milano in Disegno Industriale. Oggi impegnata in
prima linea affianca il padre come Direttore
generale dell'azienda di famiglia. E' cresciuta con
la visione imprenditoriale di suo padre, Mario
Pace, che le ha trasmesso l'amore per l'azienda, il
rispetto per i lavoratori e la dedizione per tutti gli
aspetti della loro attività, da quello amministrativo
ed economico all'ambito tecnico e produttivo; suo
padre è per lei un esempio di eccellenza e di
talento innato al quale si ispira guardando al
futuro. La vision di suo padre, ad oggi
Amministratore della nostra società, ha generato
qualcosa di unico per il territorio di provincia: un
vero e proprio distretto industriale, autonomo e
ricco di know-how e tecnologie, una realtà
fortemente internazionalizzata, con un portfolio
prodotti di propria manifattura di oltre 6000 articoli
appartenenti a diverse gamme prodotto nel campo
della distribuzione dell'acqua. Molti definiscono
Plastica Alfa un fiore all'occhiello per il territorio
che, grazie al suo indotto lavorativo di quasi 200
famiglie e 120 dipendenti, crea valore e sviluppo
anche grazie alla nostra costante attenzione
all'innovazione e alla ricerca. Il tema del passaggio
generazionale non è per loro un elemento di
preoccupazione, proprio grazie al suo graduale
affiancamento ai temi dell'imprenditoria e al
continuo confronto con suo padre che tuttora
esercita il ruolo da Imprenditore. Il suo ruolo
manageriale da Direttore Generale in azienda ha
proprio lo scopo di maggiore tutela della
governance, poiché le permette di esplorare
ancora più a fondo tutte le tematiche, o le
problematiche, attinenti alla loro realtà, abbatte il
rischio di una discontinuità di gestione e la prepara
al momento in cui sarà necessario per prendere
decisioni non solo a livello operativo e gestionaleattinenti
tipicamente al ruolo da manager- ma
anche a livello strategico- come d'altronde prevede
la funzione dell'Imprenditore. Miriam Pace non
ha saltato la gavetta ed ha scalato tutti i livelli
grazie a competenza, dedizione e
professionalità. E' arrivata in azienda nel 2007
dopo numerose altre esperienze di lavoro. Ha
scelto di rientrare e far parte di Plastica Alfa
solo dopo aver capito cosa vuol dire lavorare in
team e avere un “capo”, cosa che consiglia
vivamente ai figli di imprenditori come lei. Infatti,
sostiene con convinzione che: “pur essendo
titolari di azienda è fondamentale saper
ascoltare e confrontare le proprie idee ed
esperienze con gli altri, non ponendosi in una
posizione di “vantaggio” ma lavorando allo
stesso livello. Solo la collaborazione può
disegnare un percorso duraturo basato sulla
fiducia e sulla motivazione. Negli anni ho avuto
modo di lavorare un po' in diversi reparti
aziendali, proprio per maturare la conoscenza e
la consapevolezza delle attività che vengono
svolte in azienda: ho seguito l'officina stampi,
partecipando alla progettazione di nuove linee e
al design di nuovi prodotti; ho lavorato a stretto
contatto con l'area marketing per il lancio di
nuovi prodotti e per con campagne di
comunicazione e la progettazione di stand
fieristici; e per ultimo ho seguito le attività
dell'area R&D, ed in particolare i progetti
riguardo gli impianti di accrescimento algale.
Dopo 12 anni di lavoro, quando si è resa
necessaria l'evoluzione della mia figura
professionale nell'ambito della gestione
d'impresa, ho sentito l'esigenza di fare
formazione e di completare le mie competenze,
prettamente tecniche, in materia economica e
gestionale, così ho deciso di frequentare un
master in SDA Bocconi in General Management,
cosa che in effetti si è rivelata fondamentale.”
Plastica Alfa punta sulla Ricerca e Sviluppo
Miriam Pace
per segnare il loro vantaggio competitivo. L'azienda investe quasi il 10% dei flussi di cassa generati in
questo ambito. Per parecchi anni la Ricerca in Plastica Alfa si è mossa principalmente sullo sviluppo di
nuove aree di business, in particolare sulle energie rinnovabili ( Progetto sul micro-eolico SIMPLE), sulle
biotecnologie ( Progetto Bio 4BIO e Progetto C3) e sui tecnopolimeri nanocompositi (Progetto No Fire). La
parte quindi di sviluppo nuovi prodotti all'interno delle gamme del core business è stato da sempre
appannaggio del team di progettazione guidato dall' Amministratore, suo padre, che suggerisce idee e linee
guida. Al momento sono nella fase di ri-organizzazione del dipartimento R&D: una parte del team continuerà
a lavorare sui nuovi business, come ad esempio l'ultrafiltrazione e il trattamento acqua - altro tema di nostro
interesse, e le altre unità si occuperanno dell'innovazione di prodotto del business caratteristico. L'emergenza
Covid, che fortunatamente non ha visto peggiorare le performance aziendali in termini di fatturato e
produttività, ha permesso di fortificare il gruppo di lavoro e lo spirito di squadra. Fisicamente e
psicologicamente è stata una prova di abilità e di resistenza, e che le ha dato molti spunti di riflessione.
“Questa pandemia è stata un'occasione per molte imprese come la nostra, per riflettere sul proprio modello di
business e sugli strumenti a disposizione del marketing e del commerciale. In particolare ci siamo focalizzati
su tutta una serie di iniziative per implementare sistemi più contemporanei e tecnologici per la gestione dei
clienti attuali e per la ricerca dei clienti potenziali. In assenza di eventi fieristici e di meeting in presenza è
stato necessario l'utilizzo delle piattaforme Web dedicate e quindi l'aggiornamento del personale si è reso
indispensabile”, dichiara Miriam. Durante i mesi di pandemia hanno avviato e gestito una serie di iniziative
per migliorare il controllo dei processi più critici e la gestione delle risorse a disposizione. Molte delle attività
sono rientrate nel panorama dell'Industria 4.0 e della digitalizzazione, poiché ascrivibili alle azioni ammesse
per gli sgravi fiscali del credito d' imposta e del bonus sud. Un altro loro punto di forza: la sostenibilità. Da
sempre, infatti, l'azienda è coinvolta nelle buone pratiche nella gestione delle risorse primaria (acqua ed
energia), nella gestione dei rifiuti e degli scarti di produzione, dell'efficientamento energetico e della
sostenibilità dei prodotti e dei materiali d'uso. Da quest'anno hanno deciso di portare alla luce le moltissime
iniziative che Plastica Alfa mette in atto, non solo per l'ambiente, ma anche per il territorio e il sociale e per
l'economia nazionale, grazie ad un percorso mirato basato sui temi della CSR (Corporate Social
Responsibility) che prevede: l'analisi dello stato attuale di sostenibilità dell'azienda, misurato in base i
principali Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS/SDGs, Sustainable Development Goals) delle Nazioni Unite;
l'individuazione di aree di miglioramento, e quindi l'elaborazione di un piano strategico per la sostenibilità a
breve termine, ed infine l'elaborazione del Bilancio di Sostenibilità. Miriam si sta personalmente occupando di
questa iniziativa grazie alla collaborazione con Circularity (società specializzata con elevata expertise
tecnica sul tema) ormai ritenuta di rilevanza internazionale e particolarmente dibattuta sui tavoli di investitori,
finanziatori ed istituti di credito, poiché crede che proprio dal Bilancio di Sostenibilità - che a suo parere
dovrebbe diventare obbligatorio - si possa costruire uno scenario competitivo leale e adatto al nuovo
millennio. La sostenibilità ambientale, sociale ed economica non è un valore aggiunto ma un modo di lavorare
correttamente, secondo le regole, una pratica indispensabile per garantire il futuro alle prossime generazioni
e continuare a generare valore per tutti gli stakeholders e shareholders
La sintesi in tre parole per descrivere i punti di forza dell'azienda che si propone di far diventare linee
di indirizzo per altre realtà siciliane impegnandosi in ruoli e azioni della Confederazione datoriale delle
piccole e medie industrie siciliane (Confapi Sicilia): Internazionalizzazione, specializzazione e
innovazione.
DONNA
IMPRESA
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ELEONORA
ROSSATO
DONNA
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RESINLAB (PATERNÒ – CATANIA)
La celebrity stylist che con resine e
nanocementi veste le più belle
case del mondo.
Eleonora, seconda di quattro sorelle, è cresciuta in un mondo di donne, cresciute da una madre guerriera
con un grande cuore e da un padre forte e idealista. Questi valori si sono radicati nel profondo del suo
essere e l'hanno spinta, fin dalle prime scelte di vita, a guardare lontano con gli occhi dell'anima. A seguito
del percorso formativo dedicato alla progettazione e all'architettura di interni, ha sviluppato una costante
passione per il cantiere, attraverso la quale ha acquisito quella impagabile formazione sul campo che
soltanto l'esperienza può dare. In poco tempo ha imparato a dialogare utilizzando gli stessi codici dei
Eleonora Rossato
tecnici e degli artigiani, guadagnandosi ben presto la loro attenzione. A 26 anni era già cotitolare
di uno studio di Interior design, formato da 4 donne giovani ma agguerrite. Con
l'andare del tempo, sentiva addosso i limiti di un approccio troppo tradizionale, dove le sue
idee e la sua voglia di cercare avrebbero fatto fatica a svilupparsi eatrovarespazio.Crescein
quegli anni l'attenzione per l'imprevisto e l'imprevedibile. È stato come alzare le vele di
un'imbarcazione che soltanto lei poteva governare, poiché nato da lei il progetto di un
percorso su cui intendeva farla navigare. Da quel momento non si è mai fermata, facendo
sempre tesoro di ogni esperienza. Si è resa presto conto che per via delle competenze e
capacità applicative che andava acquisendo, cresceva dentro di lei la volontà di migliorare la
percezione del buon vivere delle persone, sia all'interno che all'esterno degli spazi abitativi e
quando un giorno le capitò di incrociare la sua strada con quella di un'importante industria di
resine italiana, la colse, per il rispetto che nutre verso le tecniche innovative ed eco sostenibili
e per la qualità del rapporto umano. Posò la prima "pietra filosofale" di un edificio che non
smise di stupirla. L'impoverimento causato dalla crisi del 2008 e l'impatto dirompente che
vedeva travolta l'intera filiera dell'edilizia, fu il propulsore della nuova inversione di rotta che
trovava nella sua determinazione e nell'amore per questo lavoro la forza e la spinta per
rilanciarsi ancora. Si apriva un nuovo e stimolante scenario di cui non visualizzava i particolari
ma intravedeva le grandi linee che le avrebbero dato la possibilità di realizzare qualcosa di
importante. Voleva rendersi partecipe in prima persona dello sviluppo di un settore
professionale ricco di creatività e del miglioramento delle condizioni sociali e ambientali del
mondo in cui viveva. Progettò equilibrio, bellezza e armonia di forme per ridare nuova vita a
spazi impoveriti dal tempo. L'analisi dei punti deboli evidenziati dal mercato in questo settore è
stata l'intuizione che tutto ha generato. Ha colto con chiarezza che il disallineamento tra
produttori di resine e utente finale passava per l'approssimazione del processo di posa mentre
l'assenza di una figura garante destabilizzava il concetto di solidità di tutto il processo creativo.
Resinlab nasce dalla volontà di colmare quella distanza e di portare un approccio creativo e
un taglio sartoriale in un settore in quel momento ancora prettamente industriale. L'incontro
con Paola Saponara, che diviene in poco tempo il suo braccio destro, la loro consapevolezza
del valore del ruolo della donna e del suo potenziale, ha arricchito la forma di sensibilità per i
dettagli che le contraddistingue. Insieme, si pongono come obiettivo il dialogo continuo tra
produttori e aziende di posa, garantendo l'operato e la classificazione di cicli risolutivi di
eccellenza e ad alto contenuto artistico. Questa visione le ha portate a lavorare al fianco di
aziende produttrici e dei loro tecnici di laboratorio, di interior designers, imprese, architetti ed
artigiani, promuovendo una continua innovazione stilistica e tecnica delle resine e dei
nanocementi e, allo stesso tempo, l'artigianalità e il saper fare Made in Italy. Iniziano così
collaborazioni incredibili con realtà di eccellenza e il capitale umano diventa il vero TESORO.
Partendo dalla Sicilia per arrivare a Roma, e ritornare poi ben presto in Sicilia per riprendere il
volo per Cipro e Inghilterra si rafforza positivamente la visione di chi attorno alle parole dà
forma ai sogni, e anche durante il difficilissimo anno della pandemia, Resinlab non si ferma,
portando al proprio attivo importanti partnership in Costa Azzurra. L' entusiasmo eirisultativia
via ottenuti sono la maggiore spinta motivazionale a continuare. La strada è tracciata sul
costruttivo scambio di competenze professionali con i produttori, sull'innovazione dei prodotti,
su una grande attenzione alla formazione e al coinvolgimento dello staff, di cui apprezza
l'impegno a tutti i livelli e, non ultimo, sullo sviluppo di tecnologie mediatiche digitali innovative.
Eleonora Rossato, trae forza dalla crescente consapevolezza del valore del ruolo della
donna e del suo potenziale, arricchito da quella particolare forma di sensibilità che la
contraddistingue e dal sostegno del mondo politico e sociale che finalmente apre finestre su
nuovi e consolidati scenari di collaborazione a tutto tondo tra professionalità e genialità che
non hanno genere. Comunicare è un must e Resinlab si impegna a farlo attraverso la
sostanza e l'attenzione. "Siamo un team di donne e questo non ci ha mai fermate... - ci dice
Eleonora - Non lottiamo per farci strada in un mondo di uomini. Noi la strada la costruiamo."
Eleonora nasce a Roma e consolida il suo business in Sicilia . Grazie alla
confederazione delle piccole e medie imprese siciliane (CONFAPI SICILIA), sperimenta
nuove occasioni per fare rete con le imprenditrici siciliane che vogliono mettere
l'innovazione al servizio del bello e dello stile italiano.
Nella foto: Eleonora Rossato e Paola Saponara
Il nostro motto è:
io sono resina!
È CON NOI IL SINDACO DI
MUSSOMELI :
Catania Giuseppe
Sebastiano
Giuseppe Sebastiano Catania, nato a Mussomeli, 51 anni
sposato. Proveniente da una famiglia di artigiani. Dopo la
formazione in indirizzo economico ha seguito diversi percorsi di
formazione specialistica in Agente di Sviluppo Cooperativo,
Formazione rivolta ad adulti e Progettazione europea in
Finanziata d'impresa e Fondi Strutturali. Dopo varie esperienze
lavorative, nel 2001 ha fondato una Società di Servizi ad Imprese
specializzata nella finanza agevolata in favore delle PMI e nella
progettazione con fondi comunitari. Ha lavorato, anche, come
consulente esterno in promozione di impresa per conto
dell' Istituto Tagliacarne di Roma e per conto della Fondazione
Europa Occupazione di Roma. Ha avuto, inoltre, esperienze di
tipo associativo ricoprendo per diversi anni la carica di vicepresidente
di Confcooperative Sicilia. Nel 2015 si è candidato a
Sindaco del Comune di Mussomeli ottenendo la vittoria con il
46% dei voti. Nel 2020 si è ri-candidato per il suo secondo
mandato, ottenendo una netta riconferma con il 70% dei
consensi. Riveste varie cariche, tra cui componente del Consiglio
di Amministrazione del Consorzio CEV ( Consorzio Energia
Verde) – Consorzio Nazionale che raggruppa oltre 1.100 comuni
soci. Presidente del Consiglio di Amministrazione della S.R.R.
Caltanissetta Provincia Nord. Società pubblica costituita da 15
comuni dell'area nord della provincia di Caltanissetta, che si
occupa di regolamentazione e gestioni dei rifiuti. Grazie alla sua
conduzione i comuni di quest'area in questi anni sono passati dal
20% a circa il 65% di raccolta differenziata. Vice-Presidente del
Consorzio GAL Terre del Nisseno, società mista pubblico-privata,
orientata alla promozione e allo sviluppo turistico del territorio..
Fondatore e Presidente E20
UI
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64
Di recente entrato a far parte del
partito di Giorgia Meloni e
nominato Responsabile del
Dipartimento delle Politiche per il
Mezzogiorno da parte dei vertici nazionali
di Fratelli d'Italia. Sin dal suo
insediamento, la sua visione della sua città
è stata quella di far diventare Mussomeli
capitale della cultura e del turismo delle
aree interne siciliane. In questo senso
tante sono le iniziative e le progettualità
messe in campo dalla sua
amministrazione su vari fronti. Il progetto di
Sviluppo Economico di Mussomeli si basa
su una visione specifica: “Mussomeli
paese dello stile di vita mediterraneo”. Si
tratta di una visione che si fonda sulla
triade virtuosa cibo, bellezza e viaggio ed
ha lo scopo di tutelare, mettere in rete e
valorizzare tutti gli attrattori turistici,
culturali, naturalistici, enogastronomici, e
simili, materiali ed immateriali, del nostro
territorio, in stretta sinergia con le altre
comunità delle aree interne. Si punta alla
promozione integrata ed in particolare a:
•Potenziare e qualificare, anche
attraverso lo strumento delle OO.PP. ,
la filiera agricola, agroindustriale ed
enogastronomica del territorio (olivicola,
cerealicola e della caseificazione), sia nei
mercati internazionali che nei mercati
interni domestici;
•incrementare e diffondere il turismo
di qualità, regionale, nazionale ed
internazionale dei territori coinvolti
(incoming), il turismo lento, il turismo
valoriale, relazionale ed esperienziale.
Inoltre, si punta a rimettere in modo uno
dei settori trainanti dell'economia
mussomelese: l'edilizia. E ciò attraverso:
•La A progettualità pubblica e
l'attrazione di fondi regionali,
nazionali e comunitari, così come già
fatto in questi ultimi cinque anni e mezzo
(ben 45 milioni di euro di progetti finanziati
ed un parco progetti di oltre 80 milioni di
euro).
•L'Attrazione B
di capitali italiani e
stranieri finalizzati all'acquisizione e
riqualificazione di edilizia privata,
soprattutto del centro storico;
•La C promozione degli incentivi fiscali
statali (sismabonus, superbo-nus,
etc) finalizzati alla riqualificazione e
all'efficientamento di edifici privati.
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CASTELLO MANFREDONICO
di
MUSSOMELI
Infine, si punta, in sinergia con altri enti locali ed
organismi, alla creazione di alcune precondizioni
facilitanti dello sviluppo. In particolare:
•Al A potenziamento delle infrastrutture viarie di
collegamento da e per Mussomeli. Da una
parte con il capoluogo ( Caltanissetta) e con
l' Autostrada PA-CT e dall'altra con lo scorrimento
veloce AG-PA.
•Al B potenziamento delle infrastrutture digitali
(fibra ottica, WiFi) utili per le nostre imprese;
performane sulla raccolta differenziata del 70%
circa (partendo da un misero 0,8% del 2015).
In più, nel corso degli ultimi 5 anni, diversi sono
stati i progetti messi in campo e molti già
finanziati (efficientamento illuminazione pubblica,
efficientamento edifici scolastici e Palazzo
municipale). Il Comune inoltre sta promuovendo
l'utilizzo di energie alternative per l'abbattimento
delle emissioni e raggiungimento degli obiettivi
comunitari Agenda 2030. In u ottica di
europee, cercano di sperimentare usi e costumi di
una comunità con una logica di Slow Life.
Un'esperienza che consenta al cittadino straniero
con cultura e tradizioni assai lontane da quelle
nostre, di immergersi nello stile di vita quotidiano
della nostra comunità e del Vallone in generale.
L'obiettivo è quello di far rinascere il centro storico
attraverso la valorizzazione del patrimonio edilizio
e lo sviluppo di attività commerciali e artigianali al
proprio interno. E l'accordo sottoscritto con
olio di alta qualità. Un ultimo tema, non per
importanza, su cui ci si sta muovendo con passi
decisi riguarda la parità di genere, anche in
campo lavorativo ed imprenditoriale, su cui il
Comune di Mussomeli punta molto. In questa
direzione vanno gli accordi di collaborazione già
sottoscritti con la Global Thinking Foundation
rappresentata da Claudia Segre e con CONFAPI
Sicilia rappresentata da Dhebora Mirabelli. Già
partite le prime iniziative: l'8 marzo scorso con
M u s s o m e l i
un borgo sospeso nel tempo.
•Al rafforzamento della collaborazione con
Agenzie formative, Università e Centri di
Ricerca
•Al riconoscimento della fiscalità di vantaggio
per queste aree intere e di montagna
mediante l'approvazione della legge sulle Zone
Franche Montane che prevede la fiscalità di
vantaggio per il nostro comune.
In questi anni, molto è stato fatto dalla sua
amministrazione per migliorare l'efficacia nella
gestione del ciclo dei rifiuti, con risultati eccellenti
che hanno portato il comune ad avere una
rigenerazione urbana, circa 3 anni fa nasce il
progetto Case1Euro – Mussomeli che ha fatto
registrate uno straordinario risultato in termini di
impatto mediatico internazionale (diverse testate
giornalistiche ed emittenti televisive si sono
interessate del progetto con servizi dedicati) ed in
termini di compravendite e riqualificazioni (oltre
190 case già vendute a cittadini stranieri di oltre
18 nazionalità diverse). L'idea alla base del
progetto consiste nell'offrire ad un mercato
turistico caratterizzato da persone che, stanche
della vita frenetica delle metropoli italiane ed
CONFAPI Sicilia a febbraio 2020 diventa centrale
in un'ottica di rigenerazione urbana finalizzata allo
sviluppo di distretti produttivi. Nasce così il
progetto Pensiamo a Sud finalizzato alla
rigenerazione urbana, al contrasto allo
spopolamento dei piccoli borghi attraverso
l'implementazione di due distretti produttivi:
Turistico culturale ed Agro-alimentare. Progetto
che ha già mosso i primi passi e che sta facendo
registrare forte interesse, oltre ad aver visto già la
luce di una start up composta da giovani del
territorio operanti nel settore della produzione di
CONFAPI Sicilia sui temi della finanza applicata
alle imprese al femminile e l'8 giugno scorso è
stato realizzato con Global Thinking Foundation
un webinar per fare il punto relativo al primo
periodo di attuazione della legge sul Codice
Rosso. Altre attività saranno realizzate, sempre
con la loro collaborazione, a partire dall'apertura
di un incubatore di impresa che vedrà la luce a
Mussomeli nei primi di settembre di quest'anno,
con il patrocinio della Presidenza del Consiglio
dei Ministri.
COMUNE DI ) Piazza della Repubblica _ Tel. 0934/961111 _ 0934/961249
MUSSOMELI Caltanissetta
(Provincia di (Ufficio Turistico)
www.comunedimussomeli.it
SINDACO
COMUNE
DI
“Mussomeli è un paese di 11 mila anime
nell’entroterra siciliano. Nel 2020 è stato eletto
il più bel borgo di Sicilia. Un borgo di origini
medioevali con un centro storico meraviglioso
che stiamo cercando di rilanciare attraverso
un progetto di rigenerazione urbana. L’arrivo
di investitori stranieri in questo piccolo centro
piegato dallo spopolamento, è stato una
manna dal cielo. Si è messo in moto il settore
dell’artigianato e soprattutto si respira un
rinnovamento culturale. Questo progetto può
essere l’opportunità per crescere ancora.
”
Mus
so
me
li
GIUSEPPE
SEBASTIANO
CATANIA
www.dimagazine.it
STUDIO
LEASING VASTAROLI
1983 – 2021 DA 38 ANNI AL
SERVIZIO DELLE IMPRESE
ASSISTERE LE IMPRESE NELLE
LORO SCELTE DI INVESTIMENTI
IMPRENDITORIALI. QUESTO IL
COMPITO DELLO STUDIO
VASTAROLI DOVE IL TITOLARE
GIANFRANCO E' AGENTE IN
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REGOLARMENTE ISCRITTO
ALL'OAM.
Il partner strategico per la tua impresa
Vogliamo essere protagonisti dello sviluppo di chi ha deciso di
raggiungere un obiettivo.
“Operiamo nel leasing: siamo l'interlocutore di molte aziende prevalentemente marchigiane, che debbono effettuare investimenti in macchinari, immobili, beni strumentali. Stiamo
parlando di acquisti importanti nella vita delle imprese. Non siamo concorrenti alle banche, operiamo per conto di un grande Istituto di credito italiano che controlla al 100% la società
di leasing nostra mandante. Abbiamo una precisa specializzazione. Oggi viviamo nel mondo delle specializzazioni e noi siamo a 360 gradi, direi sette giorni su sette dedicati ed
impegnati a fare solo questo. Ai clienti forniamo consulenza relativamente alle agevolazioni presenti ed applicabili al leasing. Oggi con il Covid-19 sono presenti diversi tipi di
agevolazioni, tutte cumulabili tra loro, che permettono ottime performances all'impresa che investe, ed ottimi ritorni in termini fiscali (credito di imposta) e finanziari (Legge Sabatini
Ter). Quando si devono fare investimenti importanti, la consulenza e l'assistenza non si fermano solo al primo momento della firma del contratto leasing, ma lo stesso ha una sua vita
durante ed anche a fine contratto. Pensiamo ad esempio al caso di un immobile che a fine contratto deve essere riscattato o ad un autocarro che deve essere ceduto prima della sua
scadenza naturale. In questi periodi di forti tensioni e difficoltà economiche siamo sempre stati vicini alle persone, non abbiamo mai smesso di fare operazioni di leasing come invece
hanno fatto altri nostri concorrenti. È proprio in questi momenti che bisogna “centellinare” bene ogni possibilità per avere credito ed utilizzare bene ogni strumento finanziario per la sua
propria necessità. Ad esempio per gli investimenti a medio e lungo termine, anche di modici importi, non si può più pagare dilazionando a 12-18-24 mesi, perché così facendo si toglie
liquidità importante all'azienda. Un bene che dura nel tempo deve essere finanziato nel medio-lungo termine. L'Italia è un grande paese, pieno di brava gente capace e in grado di
dirigere una impresa piccola o grande che sia. Io sono fermamente convinto che, come fecero i nostri padri ed i nostri nonni nel dopoguerra, riusciremo a risollevare le sorti della
nostra Italia. Con sacrifici, volontà e impegno. Nonostante tutto sono fiducioso che l'inventiva, lo spirito di sacrificio e l'imprenditorialità degli italiani alla fine prevarranno. Ho molta
fiducia negli italiani che sono un popolo pieno di risorse e di creatività; non è un caso che il nostro Made in Italy e l'Italianità siano la nostra Brand Identity nel Mondo. Il Made in Italy
non è solo un concetto o un'etichetta, ma è proprio un approccio culturale/progettuale; la passione e l'attenzione che noi italiani mettiamo nei progetti non è pari al mondo ed è
davvero l'elemento distintivo del nostro sapere fare ”.
Gianfranco Vastaroli
L & F di Pisoni M. e Vastaroli G. s.n.c.
AGENTE MONOMANDATARIO
VIA G. GALLIANO, 80
63822 PORTO SAN GIORGIO (FM) - ITALY
TEL. (+39) 0734 679564
MAIL: gianfranco.vastaroli@tiscali.it
Valeriana Mariani Presidente Donna Impresa
TENDENZE DEL CONSUMO
DI PASTA DA QUI AL 2050
SECONDO L'UNIONE ITALIANA
FOOD. #PASTA2050
Un buon piatto di pasta non tramonterà mai,
neanche guardando a scenari futuri e
futuribili. Si continuerà a mangiare anche se
in modo più consapevole, sostenibile e, in
un'ottica di globalizzazione, con tante
contaminazioni derivanti da cibi di altre
culture gastronomiche. A delineare le
principali tendenze che caratterizzeranno il
futuro della pasta, da qui al 2050, è Unione
Italiana Food che, interrogati sul futuro della
pasta, invitando un panel di esperti
(professori universitari, esperti in
sostenibilità, giornalisti, medici nutrizionisti,
pastai, designer, chef, food blogger, esperti
di scenari futuri dell'alimentazione) hanno
tracciato sei tendenze:
La prima tendenza è Pasta, amore e
fantasia:
la pasta, come alimento antistress.
In pochi sanno che la Pasta fa davvero
bene alla mente, all'umore, allo spirito e
perché no, alla fantasia: sono infinite le idee
che nascono per preparare un gustoso
piatto di pasta, sperimentare nuovi
abbinamenti, assecondare i nostri sapori
preferiti. I carboidrati della pasta hanno
effetti benefici sul sistema nervoso ed
inoltre contengono il triptofano, un
amminoacido che non solo migliora il sonno
ma è anche precursore della serotonina, il
neurotrasmettitore del piacere anche
conosciuto come “ormone della felicità” . La
Pasta è dunque una vera e propria alleata
del nostro umore e benessere fisico e
psicologico. Ci aiuta a pensare, a
concentrarci, a gestire lo stress, ad essere
felici ed appagati. La dimostrazione di
quanto essa sia importante per il nostro
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From farm to fork
F D
OO
Ecellenze d'Italia in tavola
umore è l'effetto negativo che provocano le diete low-carb (sono
quelle a basso contenuto in carboidrati) e dalle diete chetogeniche
( privazione completa di carboidrati) nelle quali si rinuncia alla
Pasta: questo vuol dire privarsi sia di nutrienti importanti, andando
ad alterare senso di fame e sazietà, sia ridurre le prestazioni
mentali e fisiche poiché i carboidrati sono i principali dispensatori
di energia dell'organismo. Dobbiamo sapere che il cervello è un
organo glucosio-dipendente, cioè necessita di glucosio per
svolgere le sue attività, trasformandolo in energia.
La seconda tendenza che emerge è “Io mangio classico” : la
pasta così come la conosciamo oggi, con le sue ricette
apprezzate in tutto il mondo, continuerà a essere un 'classico'. La
pasta di semola di grano duro avrà un ruolo importante
nell'alimentazione del pianeta, portando avanti la bandiera della
tradizione e della dieta mediterranea.
La terza tendenza, “Io mangio etico” ha come slogan 'pasta,
verdure e sostenibilità'. Il futuro sarà sempre più dominato da un
interesse per le diete a base vegetale. E la pasta verrà certamente
“contaminata” da questa tendenza. Le ragioni di questa
evoluzione sono legate certamente al crescente desiderio di stare
bene e pensare di più alla nostra salute, ma fanno riferimento
anche all'approccio più responsabile delle giovani generazioni che
mettono la sostenibilità in testa alle loro scelte di vita.
La quarta tendenza viene identificata con la frase “Io mangio
globale”, e quindi “pasta fusion: un mondo di contaminazioni”. La
pasta, rimanendo sé stessa, dovrà però essere aperta alle
contaminazioni. Non solo quando esplorerà nuovi paesi e si
presenterà a nuove culture gastronomiche, ma dovrà iniziare,
presto, a farlo anche 'in casa'. Qui in Italia. Sono sempre di più –
circa il 56% – gli italiani che si aprono ai cibi etnici, perché curiosi
di sperimentare sapori e culture differenti. Mentre il 49% dei nostri
connazionali pensa che alcune cucine etniche rappresentino una
valida alternativa a quella italiana.
La quinta tendenza esemplificata dalla frase “Io mangio
semplice: all'insegna del 'less is more". Semplicità farà anche
rima, sempre di più con qualità. L'imperativo sarà lavorare il meno
possibile una materia prima di altissima qualità e accompagnare
la pasta che se ne ricava con il miglior pomodoro, il miglior olio
extravergine d'oliva, le migliori verdure, i migliori formaggi.
La sesta tendenza “Io mangio consapevole” . Il futuro della
pasta passa anche attraverso la corretta informazione. Oggi infatti
viviamo schiacciati tra due tendenze, incoerenti fra loro ma
altrettanto forti e radicate. Che si estremizzeranno (ancora di più)
in futuro. Da una parte c'è il legittimo desiderio, da parte dei
consumatori, di cercare e ricevere informazioni da chi produce gli
alimenti e di scegliere sulla base di una migliore conoscenza del
prodotto. Dall'altra però esiste un flusso continuo e incontrollato di
fake news che confondono il consumatore, dicendo che un
alimento fa bene o fa male sulla base di informazioni grossolane,
spesso ideologiche, non di valore scientifico.
Pasta italiana
Dott.ssa Cristina Mariani
*Laurea Triennale in Scienze dell'Alimentazione;
*Laurea Magistrale Specialistica in Nutrizione Umana;
*Corsi di specializzazione in Nutrizione Clinica applicata alle
Patologie in modo specifico malattie Nefrologiche (patologie
renali), Neurologiche (sistema nervoso e patologie
neurodegenerative), Gastroenterologiche, di cui sta sviluppando
competenze specifiche.
100%
Ieri
il marchio Barilla è un simbolo di ‘ Made in Italy’ in tutto il mondo. una sola controindicazione: l'eccesso di
bontà. Barilla rinnova la sua Pasta classica fatta con 100% Grano Italiano. Unendo due ingredienti
semplicissimi, quali farina di semola di grano duro e acqua è possibile ottenere uno dei prodotti più conosciuti e
amati del nostro paese: la Pasta. Una prelibatezza diventata ormai un segno distintivo della nostra nazione,
imitata e fantasiosamente condita anche all’estero, nel tentativo di simulare i nostri primi piatti principali.
Qualità della pasta, di cosa tenere conto?
Utilizzare materie prime di qualità per la produzione della pasta non è, per Barilla, solo una necessità produttiva in
chiave competitiva. È, piuttosto, una responsabilità sociale ed etica che da oltre 140 anni la famiglia emiliana
sente come propria: affonda le radici nella terra e nei campi di grano e nella cultura fondata sul rispetto del
territorio, delle persone e dell’ambiente. Una responsabilità che nel tempo è diventata missione. Per la produzione
del suo prodotto simbolo, la pasta, l’azienda utilizza esclusivamente grani duri di alta qualità, valorizzando laddove
possibile filiere di approvvigionamento locali. Per i formati classici della pasta destinata al mercato italiano, Barilla
utilizza grano 100% italiano selezionato, caratterizzato da alto contenuto proteico, elevata qualità del glutine,
colore giallo dorato e basso contenuto di ceneri (sali minerali). La scelta di oggi è una nuova tappa in un percorso
lungo più di 20 anni, volto a incrementare la qualità del grano duro italiano e valorizzare la filiera nazionale. Per
Barilla l’origine non fa la qualità, ma è giusto che chi produce sia il più vicino possibile a chi coltiva. La nuova
Pasta Barilla 100% Grano Duro Italiano è il risultato di un percorso fatto di investimenti, ricerca sulle sementi,
collaborazioni con istituzioni e cooperative agricole nazionali. Alla base della nuova pasta la stretta collaborazione
con mugnai, cooperative e consorzi, agricoltori e istituzioni che hanno scelto di far convergere i propri patrimoni di
conoscenze, strumenti ed esperienze per valorizzare la filiera agricola italiana e dare vita a una produzione di
altissima qualità. Barilla ha realizzato una pasta che integra quattro esclusive varietà di grani duri coltivate in 13
regioni italiane; forte di un continuo rinnovamento e ammodernamento di tutte le fasi della produzione, ha
ridisegnato le geometrie dei principali formati, aumentandone spessori e diametri. Una catena del valore a
supporto del Paese avviata negli anni Novanta e improntata, da un lato, al miglioramento del sistema agronomico
nazionale, dall’altro volta a ottenere e produrre un grano italiano di ottima qualità. Grazie a ricerca, investimenti,
contratti di filiera e in seguito alla sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa siglato a fine 2019 con il Ministero
dell’Agricoltura per un ulteriore aumento degli acquisti di grano italiano, Barilla arriva oggi a uno straordinario
risultato di prodotto, derivato di un processo ad alto valore aggiunto: sostegno delle aree d’ Italia a minor sviluppo
economico, attenzione al territorio e redistribuzione delle risorse alle comunità locali, riduzione dell’impatto
ambientale attraverso pratiche agricole sempre più sostenibili.
Per saperne di più e scoprire i dieci punti che compongono il Protocollo d’Intesa : https://www.barilla.com/itit/manifesto-del-grano-duro
CHI LO DICE
CHE LE
BELLE DONNE
NON MANGIANO
LA PASTA?
Oggi
80
grammi
di pasta
corrispondono
solo a circa
400 kcal
Parità di genere: Barilla
premiata con il Catalyst
Award.
Il 17-18 marzo 2021 Barilla ha ricevuto il
Catalyst Award per le iniziative che hanno
permesso la valorizzazione della leadership
femminile sul posto di lavoro e aumentato
l’inclusione di tutti i suoi dipendenti nel mondo.
È la prima azienda italiana ad aggiudicarsi il
riconoscimento dedicato alla parità di genere.
Dal 2013 al 2020 nell’azienda di Parma è
aumentata dall’8% al 28% la rappresentanza
di donne che riportano direttamente
all’ Amministratore delegato. Dal 2014 al 2020,
inoltre, la presenza delle donne è cresciuta
dal 23% al 36% anche nelle posizioni che
rispondono direttamente al Global
Leadership Team. Nelle posizioni che
rispondono direttamente ai leader senior è
passata dal 40% al 47%, e nelle posizioni di
leadership a livello globale è passata dal 33%
al 38%. Nel 2020 Barilla ha raggiunto la
Gender Pay Equality per tutti i suoi
dipendenti nel Mondo. A parità di qualifiche e
mansioni, uomini e donne hanno lo stesso
stipendio. E’ stata anche una delle prime
aziende in Italia a porsi diversi obiettivi di
inclusione, come la formalizzazione del lavoro
flessibile in tutte le sue sedi, e la prima
azienda italiana ad aderire agli standard di
condotta ONU contro la discriminazione
LGBTI sul lavoro. Catalyst è
un’organizzazione no-profit, fondata nel 1962,
che lavora con alcuni dei più potenti
amministratori delegati del mondo e con le
aziende leader per aiutare a costruire
ambienti di lavoro in cui il talento femminile
possa essere sempre più riconosciuto. Da
oltre 30 anni conferisce i Catalyst Awards
per premiare le iniziative delle aziende che
promuovono la carriera femminile, in base al
principio per cui il progresso delle donne è il
progresso di tutti. Quest’anno il tema
dell’evento è stato “Progress Won’t Pause-
Equity Can’t Wait”, per sottolineare gli sforzi
continui e costanti delle organizzazioni
impegnate nella diversità, nell’equità e nella
inclusione. I dirigenti delle migliori aziende
globali, stakeholder, governi, Ong e istituzioni
educative si sono riuniti al Catalyst Award del
2021, presieduto da Julie Sweet, Ceo di
Accenture. Più di 5mila sono stati i
partecipanti all’evento virtuale, tra cui il
Consiglio di Amministrazione di Catalyst e i
Catalyst Ceo Champions For Change.
"Siamo onorati di essere stati riconosciuti da
Catalyst per il nostro impegno globale nel
promuovere l'uguaglianza di genere sul posto
di lavoro, arricchito dal significativo
raggiungimento della Gender Pay Equality in
tutto il mondo Barilla" dichiara in una nota
Claudio Colzani, Ceo della multinazionale
della pasta. "Questo premio è un riflesso
dell'impegno del Gruppo Barilla per
promuovere la cultura della diversità e
dell'inclusione nei nostri dipendenti, nei nostri
partner e nelle comunità dove operiamo. C'è
ancora molto da fare, ma continueremo con
determinazione su questa strada per rendere
l'azienda ancora più inclusiva"
Donna Impresa, nella persona del suo
Presidente Valeriana Mariani, esprime i
più sinceri e vivi complimenti a Barilla per
questo riconoscimento meritato per il
grande lavoro messo in opera per
realizzare una cultura aziendale davvero
inclusiva.
www.dimagazine.it96
Ciriaci:
una storia di passione
e tradizione
Nata
da un’antica tradizionedi famiglia di salumieri, all’inizio in forma artigianale, il
Salumificio Ciriaci rappresenta oggi una delle realtà più importanti delle Marche nel
campo della norcineria. L’azienda nasce nel 1930, sotto la guida sapiente e attenta di
Lorenzo Ciriaci, gran conoscitore dell’arte della "salata" termine marchigiano con il
quale si indica la professionalità nel confezionare, preparare e ottimizzare qualsiasi
pezzo di carne di maiale, spezzato disossato a salato. Col passare del tempo l’azienda è
passata sotto la guida di Benito Ciriaci che ha aumentato la produzione ed ha
cominciato a costruire la vera realtà, che oggi alla guida di Graziella Ciriaci è leader nel
settore. Molti gli investimenti effettuati, non ultimo il grande stabilimento situato ad
Ortezzano nella Valle dell’Aso. Il nuovissimo stabilimento, altamente tecnologico è in
grado di soddisfare oltre a qualità e continuità della tradizione artigianale, qualsiasi
esigenza di mercato anche la più particolare. Questo ha consentito a Ciriaci un
grandissimo sviluppo. Caratteristica importantissima è l’allevamento di suini di proprietà
della azienda che garantisce la genuinità del prodotto contribuendo alla qualità dei
salumi prodotti. L' Amministratrice Unica, l'imprenditrice Graziella Ciriaci, ha puntato
sulla diffusione della rete di distribuzione nelle Marche con una serie di caratteristici
punti vendita: a Moresco, uno dei Borghi più belli d' Italia, a Porto San Giorgio e a
Sant’Elpidio a Mare, dove si possono acquistate degustare e acquistare tutti i prodotti
del Salumificio Ciriaci, dal fresco al confezionato, al sottovuoto allo stagionato. Le
specialità di "Casa" Ciriaci vanno dal Ciauscolo IGP al Lonzino, alla Lonza stagionata
vera specialità. Quest’ultima è ottenuta da capocollo di suino nazionale selezionato,
insaccata nel budello naturale e legata con spago juta sintetico. E’ aromatizzata con sale
marino grosso, pepe nero, pepe bianco e con l’aggiunta di potassio nitrato. Non meno
noti, prosciutti, salsicce e salami che, nonostante il volume di vendite, hanno conservato
la cura ed il sapore artigianali. L'eccellente sapore dei prodotti ha permesso al
Salumificio Ciriaci di posizionarsi nei grandi mercati, ma anche in quelli di nicchia,
come uno dei prodotti più ricercati sul mercato regionale e nazionale. I salumi Ciriaci
non hanno confronto; sono moltissime le attestazioni di apprezzamento per genuinità e
specialità. Negli ultimi tempi è stata ottimizzata la possibilità di essere presenti anche
all’estero.
Salumificio Ciriaci - Contrada S. Massimo - 63851 Ortezzano (Fm) - www.salumificiociriaci.it
IN MEDIO STAT VIRTUS
Nato come piccolo laboratorio negli anni ’80, il Salumificio
Ciriaci si è subito distinto per il rispetto dei principi di
lavorazione della tradizione marchigiana. Una passione che
negli anni ha coinvolto la nostra realtà familiare guidandoci in
un percorso di ricerca dell’eccellenza. In medio stat virtus, la
virtù sta nel mezzo: è proprio in mezzo ai Sibillini che nasce
uno dei prodotti più rappresentativi di queste terre: il
Ciauscolo. Una volta assaggiato, non v’è dubbio che il suo
sapore travolga e incanti.
Passione di una vita,
Marchigiani
per tradizione.
Punti vendita diretti con carni, salumi, formaggi:
Ortezzano - Contrada San Massimo snc
Porto San Giorgio - via Tommaso Salvadori, 143
Sant'Elpidio a Mare - via Porta Romana
www.salumificiociriaci.it
Caseificio Arioli Achille
LO SAPEVATE CHE PER UNA FORMA DA
10 KG DI GORGONZOLA DOLCE
CI VOGLIONO 100 LITRI DI LATTE E
ALMENO 80 GIORNI DI STAGIONATURA?
É ad Ozzero il
gorgonzola
più buono d'Italia
È la storia di questo caseificio condotto dalla stessa famiglia, dedita al
Gorgonzola da cinque generazioni. La cascina storica sede
dell’azienda, risalente al XVI secolo, è diventata un magnifico
agriturismo con tanto di Spa e camere arredate. La produzione è
sempre nel segno del Gorgonzola DP, realizzato secondo le regole del
disciplinare del Consorzio di Tutela del Gorgonzola Dop e proposto sia
in versione piccante sia in versione dolce, più morbido e cremoso,
insieme ad altri formaggi come Taleggio, Primo Sale, Crescenza.
Il segreto del formaggio Arioli risiede nelle terre bagnate dai Navigli e
così ricche di acqua. “La pianura padana è un territorio ricco dal punto di
vista dell’irrigazione e questo è fondamentale per l’approvvigionamento
delle mucche e la loro alimentazione” ci dice Gianluca “ecco perché il
latte qui è uno dei migliori d’Italia”. All’eccellenza della materia prima,
Arioli aggiunge poi fermenti lattici ed il segreto della manualità nella
lavorazione. “Ci sono passaggi che non si possono fare industrialmente.
Il nostro è un prodotto di altissima qualità perché siamo piccoli”. La
produzione artigianale è quella che fa la differenza "Che le migliori
gastronomie di tutto il mondo si riforniscano da noi ci rende fieri del
nostro lavoro”. L'azienda presenta un piccolo spaccio, molto ben tenuto
dove potrete acquistare sia lo zola classico, che la crema oiprodotti del
pastificio ripieni, lasciandovi liberi di spaziare con i mille accostamenti
possibili.
Caseificio Arioli Achille - Strada Cascina Sega 11 - Ozzero (Mi) Tel. 029407302 - www.arioliachille.com
Perini
conserverie nazionali
The luxury of nature
Confetture ad alto contenuto di frutta.
E' anche nell'ottica delle produzioni sostenibili che le coltivazioni fuori
suolo - oltre alla produzione di frutti di elevata qualità - consentono la
razionalizzazione dell'apporto irriguo e minerale del terreno. Perini
Conserverie Nazionali coltiva discreti quantitativi di fragole rifiorenti
su substrato, destinati principalmente alla realizzazione di confetture
extra. Una produzione che affianca alla lavorazione di lamponi e
ciliegie, avvalendosi dell'esperienza che da quattro generazioni vede
impegnata la famiglia nel commercio di prodotto ortofrutticoli.
Un'esperienza artigianale, un territorio straordinariamente fertile,
frutta raccolta a mano, innovazione: così nascono così gli eccellenti
prodotti di quest'azienda, che dal 2014 affianca la produzione del
fresco ai trasformati. Ci troviamo a ridosso dei Monti Lessini - area
montana a nord di Verona, di origini antichissime - dove il clima e
l'escursione termica favoriscono le condizioni ottimali per produrre
frutta d'impareggiabile qualità. La punta di diamante della produzione
è rappresentata dalla lavorazione artigianale di confetture disponibili
in cinque gusti: Pera & Cannella, Fragola & Vaniglia,
Fragola &
Clementina, Lampone e, ultima arrivata, la marmellata di Arancia
Bionda.
Fileni
BIO
Carni biologiche rigorosamente
controllate, di alta qualità e
con un sapore insuperabile.
Non le avete ancora provate?
Fileni BIO è la proposta di Carne Biologica nata da una filiera costantemente
controllata: Solo così otteniamo carni di alta qualità e dal sapore insuperabile.
20 anni di esperienza nel campo del biologico e una straordinaria attenzione
alla tradizione gastronomica italiana: nasce così un mondo di prodotti buoni e
semplici, realizzati all’insegna di buon senso, consapevolezza e scelte
naturali e sane. Carni Biologiche che rispettano l’ambiente e gli animali e che
si distinguono per il loro gusto unico. Fileni BIO è la prima linea di carni
biologiche in Italia. Una proposta che nasce da una filiera costantemente
controllata che rispetta il benessere degli animali e l’ambiente. Una linea di
carne altissima qualità che dedichiamo a tutti quelli che vogliono comprare
prodotti buoni e salutari e prendersi realmente cura della propria salute.
Proprio come te.
Fileni Alimentare SpA - Località Cerrete Collicelli N° 8 – 62011 Cingoli (MC) - tel 0733.606.211 – fax 0733.606.239 - www.fileni.it
Le Caniette
Vignaioli da quattro generazioni
custodi di vitigni autoctoni
L’azienda, situata a
Ripatransone, piccolo comune
medievale di Ascoli Piceno che insieme ad Offida è
conosciuta in tutta la regione (e non solo) come
“terra del vino”, nacque nel 1897 con Raffaele
Vagnoni che a partire dagli anni ’60 inizia a
convertire a vigneti tutti i terreni ereditati dal padre
Giovanni. Le prime etichette appaiono con
Giovanni Vagnoni che, nei primi anni ’90, entra in
Azienda e inizia a introdurre tutte quelle novità
tecnologiche ed imprenditoriali che hanno reso LE
CANIETTE conosciute ed apprezzate sul territorio e
nel mondo. Ad oggi Le Caniette contano un totale di
20 (ha) di terreni di cui 16 vitati, 1,5 per uliveti e il
restante di boschi. Ma il loro vero punto di forza è il
territorio e il rispetto della natura. Le vigne, poste in
zona collinare, si ritrovano di fronte il mare ed alle
spalle le montagne creando un microclima davvero
unico che permette una perfetta maturazione delle
uve. I vigneti sembrano corde di violino che solcano i
terreni bagnati dalla brezza marina dove la
maturazione delle uve viene in modo naturale. La
sapienza delle mani dei cantinieri fanno tutto il resto:
la differenza è l'amore dei titolari verso il territorio.
Crediamo di poter dire con certezza che i vini di
questa cantina siano tra i migliori del parco enologico
Italiano.
Az. Agr. Le Caniette - C.da Canali, 23 - 63065 Ripatransone (AP) - Tel.: +39 0735 9200 - Fax: +39 0735 91028 - mail:info@lecaniette.it - www.lecaniette.it
Donne e Agricoltura
L’altra metà del campo è al femminile.
La nuova campagna di Comunicazione 2021
mette al centro le donne. Sale al 50% la presenza
femminile nelle aziende agricole della cooperativa
Agribologna. In agricoltura solo il 27% della forza
lavoro è occupata dalle donne; la presenza
femminile pesa per il 3% del totale delle donne
occupate contro il 14% dell’industria e l’83 % nei
servizi: lo dicono i più recenti dati ISTAT -
Censimento 2016 – in attesa che si concluda
nelle prossime settimane il Censimento 2021
(fonte fondazione Campagna Amica – Coldiretti).
Se pure il numero di donne in agricoltura è in
crescita, molto resta da fare. Risulta quindi in
controtendenza Agribologna, che vede salire la
quota delle donne impiegate nelle aziende
agricole della cooperativa, fino al 50%. A
riconoscimento di questa realtà, così
determinante per l’impegno eisuccessidel
gruppo, la nuova campagna di comunicazione
2021 è dedicata proprio "all’altra metà del
campo". “Tutti i principali organismi internazionali
ed europei in particolare, mirano a sensibilizzare il
ruolo cruciale che le donne possono e devono
rivestire nello sviluppo, nell’innovazione e nella
sostenibilità. Anche il Censimento ISTAT 2021, in
fase conclusiva proprio nelle prossime settimane,
attribuisce un ruolo centrale alle donne.
Nonostante questo, ed un numero crescente di
donne impegnate in Agricoltura, i dati più recenti
attestano che tuttora meno del 30% di imprese
agricole in Italia e in Europa è gestito da donne.”
Commenta Franco Linguerri, presidente
Gruppo Agribologna. “Siamo quindi
particolarmente orgogliosi di poter affermare che
all’interno del consorzio la figura femminile è
fondamentale, anzi direi strategica per il buon
funzionamento dell’impresa agricola; sempre alla
pari e al fianco della figura maschile, oggi le
donne all’interno delle aziende del consorzio
Agribologna rappresentano il 50% della forza
impiegata. Si tratta pertanto di una realtà in
controtendenza, in un settore che tende a
rimanere ancora oggi prevalentemente gestito da
uomini. La nostra ‘scelta di campo’ è fatta di
principi, convinzioni, innovazione, sostenibilità e
tanto impegno, sulla base di una cultura
cooperativa responsabile, che ci è propria. La
nostra campagna 2021 riconosce giustamente il
ruolo che le donne rivestono da sempre nel creare
valore, partecipando ai progetti e ai successi del
Consorzio e del Gruppo.” La Campagna di
Comunicazione AGRIBOLOGNA "Questo l’ho
fatto io" 2021. Prodotti e Soggetti: Insalata
Salanova di Samantha Laffi (Azienda Agricola
Naturalmente Laffi, Budrio, BO) ; Basilico di
Francesca Benelli (Cooperativa Sociale Il
Bettolino, Reggiolo, RE) ; Cachi di Cristina Zavoli
(Società agricola Zavoli, Poggio Torriana, RN).
Tre donne, tre prodotti. Tre personalità, tre
progetti, tre visioni differenti, che attestano la
realtà di Agribologna, in cui le donne esistono da
sempre. Il media mix della campagna prevede, fra
luglio e ottobre: Televisione; Radio; Stampa di
settore, food, cucina; Affissioni e Digital. La
Campagna 2021 diAgribologna èacuradiLo
Studio Hibo. GRUPPO AGRIBOLOGNA 2.500
clienti nei canali GDO, ristorazione commerciale,
collettiva e retail tradizionale, un fatturato, stimato
per il 2020 a 190 mln (totale gruppo) . Sono i
numeri del Gruppo Agribologna. 110 soci
agricoltori, con 3.500 ettari di superfici coltivate,
21 piattaforme attive in Italia e2inEuropa,
35.000 mq di magazzini refrigerati e 220
dipendenti confermano il Gruppo Agribologna
come una delle più significative realtà italiane di
settore. Il Consorzio Agribologna oggi
cooperativa di primo grado, attiva da oltre
vent’anni, è nata a Bologna nel 1997, dall’unione
di sei cooperative, trasformatasi poi nel 1998 in
Organizzazione di Produttori ( O.P.)
Mec&Partners paola.abruzzese@mec-partners.it |+ 39 349/2325481* pamela.valerio@mec-partners.net|+ 39 327/201 7334
ALL'INTERNO:
PAOLO SISTILLI PETRA BARRASSO
MARCO E MARZIA SINISCALCHI
“ The toy
box”
La scatola dei balocchi,
the
toy box sono le ultime mie
piu`recenti creazioni. La realtà
filtrata attraverso dei ricordi e
delle visioni oniriche,
astraendo le forme in un
sovrapporsi di colori primari e
di sfumature calde che
contrastano con i fondi freddi o
neutri cercando di mantenere
e creare delle profondità in un
miraggio di sensazioni che
rispecchiano una visione
personale della vita. Ho unito i
linguaggi e le creazioni usate
negli anni come gli alfabeti
immaginari l'archeologia
della
comunicazione,
i simboli e le
forme,
il tutto in una sinossi
proiettata nel presente con
calore per combattere il grigio
di un periodo e dare speranza
e positività
ad un futuro
prossimo venturo.
at r
Paolo Sistilli gioca continuamente con colori e simboli. Tutto questo fa parte della sua ricerca
sull'archeologia della comunicazione.
Paolo Sistilli
86
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lA SCATOLA
DEI
BALOCCHI
GALLERY
UTRECHT - NEDERLAND
www.paolosistilli.nl
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PIETRA
BARRASSO
at r
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L'ARTE DIVENTA PREZIOSA SOLO SE LO E' IL SUO
ARTEFICE
La pittrice si distingue nel panorama artistico italiano per le notevoli doti, disciplinate in espressione
di vera pittura da decenni di prassi consapevole e costante e di confronto incessante con l’arte
contemporanea internazionale. Stabilire cosa sia veramente l’arte al giorno d’oggi non è così
scontato nel ventaglio delle innumervoli espressioni “artistiche” che si manifestano come
alternative alla scultura e alla pittura, ma Pietra può con certezza affermare la sua superiorità
in ambito pittorico, comunque mai del tutto eclissato e anzi molto vicino a una rinascita a seguito di
interessi collezionistici pronti a riprendersi, data la riapertura del mercato dell’arte a tecniche e
metodi tradizionali. C’è da dire che Pietra, pur essendo pittrice, naviga in un mondo sempre vivo,
attuale e decisamente mai collassato : quello dell’arte cosidetta “astratta” o “informale”, pur avendo
alle spalle una tradizione di arte classica piuttosto considerevole… ma è risaputo che i migliori
artisti non figurativi sono quelli che hanno fatto esperienze incontrovertibili di Arte di
Accademia. Se le arti figurative (tutto ciò che rappresenta il reale) hanno concluso il loro ciclo
vitale, salvando risposte illuminanti ed esaustive dagli interrogativi sorti sul loro percorso storico, le
arti non figurative (tutto ciò che non rappresenta il reale) , iniziate a manifestarsi alla fine
dell’Ottocento - già gli Impressionisti avevano ridotto la composizione a un disegno essenziale
preferendo puntare sugli effetti di luce e colore -, sono ancora in attesa di risposte convincenti,
vista l’apparente incomunicabilità dell’arte astratta con il pubblico. L’Astrattismo è un libro
incompleto, che non è stato letto sino in fondo perché vi mancano delle pagine e a queste pagine
dà finalmente risposta, dopo più di cento anni, il MetaFormismo©. Ideato e teorizzato da Giulia
Sillato, storico dell’arte di scuola longhiana, rappresenta una chiave di lettura, non solo nuova ma
anche definitiva, per interpretare in maniera corretta e calzante il messaggio che l’artista non
figurativo porge al suo pubblico … è un modo razionale di porsi di fronte alle FORME di cui è ricca
un’opera cosidetta “astratta” o “informale” (l’informale non esiste) . Pietra Barrasso è stata prescelta
per sostenere questa importante rivoluzione storico-artistica del primo ventennio degli anni
Duemila perché è un’artista che per propria storia e proprie indiscusse capacità è ben all’altezza
di questa nuova leadership, intesa come fase ultima e risolutiva della Storia dell’Arte di tutti i
tempi.
FONDAZIONE GIULIA SILATO
Nella foto l'artista Pietra Barrasso
BIOGRAFIA
Frequenta l’Accademia delle Belle Arti
di Napoli, scegliendo il dipartimento di
pittura. Segue la specializzazione in
grafica pubblicitaria e fotografia. Conosce
Antonio Corpora e ne diventa allieva. È
presente nella 54a Biennale di Venezia
con Vittorio Sgarbi. Su specifico invito
entra nel MetaFormismo© ed è presente
in molte delle rassegne dell’evento
itinerante L’Arte Contemporanea nelle
antiche dimore©, non mancando neppure
a L’ArteeilTempo© , official event di
Expo Milano 2015, entrambi ideati e
realizzati dalla Prof. Giulia Sillato. In
molti eventi le sue opere sono state
associate a quelle di Warhol, Scatizzi,
Sassu, Schifano, Kostabi, Lodola,
Borghi, Kanewsky e la stessa
Fondazione Aligi Sassu la patrocina in
Brianza. Viene insignita dell’onorificenza
Personalità Europea nel 2012; consegue
il Premio Internazionale d’Arte con
medaglia di bronzo della Camera dei
Deputati nel 2012; il Palm Art Award nel
2012; la Medaglia del Presidente del
Senato della Repubblica nel 2017. La
Regione Campania le ha commissionato
un certo numero di dipinti in omaggio a
tutte le Presidenze delle Regioni Italiane
in occasione del meeting nazionale a
Palazzo Reale di Napoli. Le sue opere
fanno quindi parte del patrimonio artistico
della Camera dei Deputati, di
Ambasciate, Regioni, Provincie e di
numerosi Comuni italiani. Innumerevoli le
mostre personali in Italia e all’estero tra
cui Berlino, Boston, Cambridge,
New
York, Tokyo, Cina, San Pietroburgo,
Pechino, Canada, Montecarlo, Nizza,
Mosca, Stoccarda, Lugano, Reinach,
Worchester, Springfield, Barcellona,
Vienna, Avellino, Spoleto, Roma,
Modena, Capri, Milano, Venezia, Lucca,
Fermo, Perugia, Potenza, Arezzo,
Carrara, Firenze. Tra i numerosi e
qualificati riferimenti bibliografici si citano
la Trec International delle Edizioni
Treccani eilCatalogo dell’Arte Moderna
dell’Editoriale Giorgio Mondadori.
Hanno scritto di lei: Giovanni Faccenda,
Mara Ferloni, Giammarco Puntelli,
Giuseppe Selvaggi, Giulia Sillato,
Luigi
Tallarico.
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Pietra Barrasso
at r
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●
1963 — Pietra nasce a Venticano, delizioso paese vicino ad Avellino. Si sente
attratta dall’arte sin da giovanissima età e nel 1977 si cimenta nella sua prima grande
creazione pittorica. Nel 1980 conclude il triennio sperimentale all’Istituto Statale d’Arte
“ Paolo Anania De Luca” di Avellino con il diploma di Maestro d’Arte. Prosegue con il biennio di
specializzazione in fotografia e grafica pubblicitaria sino alla Maturità d’Arte Applicata, conseguita
●
con il massimo dei voti.
1983 — Inizia a frequentare l’ Accademia di Belle Arti di Napoli, dove sceglie la
sezione pittura, magistralmente condotta da Armando De Stefano, a sua volta allievo di
Emilio Notte. In tale contesto sviluppa notevoli capacità pittoriche di tipo figurativo che
●
saranno molto apprezzate dai docenti-guida della sua frequenza.
1984 — Incrementa la sua formazione artistica con il restauro di pittura su tela, corso
indetto dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali , Architettonici , Artistici , Storici di
Salerno e Avellino e diretto da Giovanni Muollo. È un’esperienza che per la sua
rilevanza
●
sarà l’inizio di una serie di importanti committenze pubbliche e private.
1992 — Entra in cerchie artistiche di fama internazionale: da Pietro Annigoni a
Robert Carroll , Pericle Fazzini , José Ortega , Aligi Sassu , Gregorio Sciltian , Orfeo
Tamburi , Ernesto Treccani. Sono esperienze preziose che le consentono di migliorare
notevolmente la sua crescita artistica. In particolare sarà Aligi Sassu che le farà da tutor grazie
●
all’amicizia cordiale instauratasi nel loro rapporto professionale.
1992 — Si trasferisce dall’Irpinia a Roma, dove i critici d’arte della capitale le suggeriscono
di cambiare il nome anagrafico di Pierina nel nome d’arte Pietra.
●
1994 — Conosce Antonio Corpora del quale diventa allieva per affinare le sue
tecniche pittoriche. L’affinamento della tecnica infatti la induce molto presto a produrre
opere che per la magia luministica dei colori le valgono il soprannome di “maestro della
●
luce”.
2005 — Si iscrive all’ Albo dei Giornalisti Pubblicisti della Regione Campania,
entrato dal 2005 in poi nell’ Ordine Regionale del Lazio.
●
2012 — Riceve in Campidoglio il primo premio come “ Personalità Europea”.
●
2013 — Entra nella selezione del Metaformismo© , nuova visione storico-artistica
relativa al non figurativo contemporaneo, ideata e teorizzata dalla Prof. Giulia Sillato,
storico dell’arte di scuola longhiana, che da quel momento in poi inviterà Pietra ad essere
presente in molte delle sue Rassegne.
Nella foto l'artista Pietra Barrasso
Destinato a rivoluzionare gli orizzonti critici dell’arte del futuro, il nuovo indirizzo visivo
propone di leggere e interpretare le espressioni non figurative con la chiave di lettura più
semplice che esista: la forma. L’autore, infatti, ha concluso - dopo studi durati circa venti
anni - che nelle opere cosiddette “ astratte ” mancano figure leggibili (ed è per questo che sono
astratte), ma non mancano forme e queste vanno compiutamente individuate e analizzate.
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L'eredità di
Caravaggio in
Europa.
Dipinti del '600 in collezioni private
La mostra ripercorre il segno che l'opera di Caravaggio
lasció nel suo tempo, dopo di lui l'arte non sarebbe stata più come
prima. Esposti tra i maggiori caravaggeschi da O. Gentileschi,
a Caracciolo, Filippo Vitale, Paolo Guidotti, Trophime Bigot,
Jacob Jordaens, Ribera, Finson,
Matthias Stomer
Dal 02 luglio al 12 settembre 2021
ARTE ANTICA
Location
FONDAZIONE PALMIERI
CHIESA DI SAN SEBASTIANO
Lecce, Vico Dei Sotterranei, 26, ( Lecce)
giunto alla sua quinta edizione, presenta trentatré artisti in rappresentanza di tredici
nazionalità. Un viaggio introspettivo, disamina di un tempo sospeso in cui in bilico ci
si muove nello spazio/luogo delle sale della dimora storica di Villa Fiorentino. Un
viaggio introspettivo, indagine di un tempo sospeso in cui in bilico ci si muove nello
spazio/luogo delle sale della dimora storica, generando interconnessioni e visioni. Gli
artisti sono provenienti dall'Italia, Indonesia, Iran, Egitto, Polonia, Spagna, Bosnia,
Turchia, Slovacchia, Giappone, Russia, Austria e Serbia raccontano storie, luoghi,
viaggi in cui al centro si colloca l'essere umano. In un tempo di grandi trasformazioni
epocali l'artista segna una traccia, irrompe e rimodula, edifica la casa universale. Con i
lavori site-specific di Ehsan Shayegh, Giorgia Di Lorenzo, Ufuk Boy,
Prisco De
Vivo ed Edina Seleskovic gli spazi narrano il presente attraverso suggestioni e
rimandi vividi. Come di consueto si organizzano eventi collaterali e si rinnova il
coinvolgimento degli studenti del Liceo Artistico - Musicale “ Francesco Grandi” di
Sorrento, nello specifico della classe “Design del Libro” , attraverso la presentazione
di progetti grafici. SyArt Gallery Contatti: info@syart.it / 3332882217 – 3488865220
.
Femminile. Plurale
Dal 10 luglio al 04 settembre 2021
ARTE CONTEMPORANEA -ARTE MODERNA -
COLLETTIVA
Monocromo
Contemporary
Art
Monocromo Contemporary Art, da quasi un ventennio
punto di riferimento per artisti e collezionisti sia a livello
nazionale che internazionale, ha aperto a Porto San
Giorgio una galleria d'arte per la stagione estiva 2021.
Dopo quasi due anni di distanziamento sociale in cui ci
siamo allontanati dagli altri e dall'arte, è importante
imparare a riconnettersi con le immagini, le opere visive,
gli sguardi delle persone. Il fine di questa apertura è
proprio quello di riattivare i legami “messi in pausa”,
aiutare il fruitore ad approcciarsi alla bellezza dopo un
lungo periodo di distacco sociale, portare l'energia positiva
ed i colori dell'arte contemporanea tra la gente durante la
pausa estiva. Nei mesi di luglio e agosto, sarà dedicato
ampio spazio ad importati iniziative di grande valore come
La mostra Femminile.Plurale (c on opere di Chiara Fucà,
Elisa Baldissera, Chiara Capobianco) recentemente
esposta a Roma. In questo pop-up fresco e vivo, verranno
continuamente pianificati ed organizzati eventi speciali,
mostre ed allestimenti per instaurare un dialogo tra clienti,
appassionati, collezionisti, artisti contemporanei e maestri
del passato. Imperdibili tele e carte di Marco Tamburro,
una performance esclusiva di live painting del famoso
street artist MauPal ( Mauro Pallotta), l'esposizione di
una selezione di opere del famoso Maestro Mario
Schifano, i colori travolgenti dei lavori di Silvia Fiorenza
e le opere cu cartoncino di Ema Antonelli con i suoi mitici
“Ghirigori People”. Questa temporary gallery vuole
insediarsi nel panorama culturale nazionale, marchigiano e
sangiorgese come un polo dinamico e creativo, capace di
presentare una vasta gamma di artisti contemporanei di
grande qualità, ma soprattutto di far riflettere sul tema
dell'accessibilità sia dal punto di vista economico che
culturale, proponendo anche una rassegna di appuntamenti
denominati “ Not Ordinary Days” in cui artisti diversi,
stili e materiali si fondono insieme per regalare uno
spettacolo, per l'appunto, fuori dall'ordinario. Diretta da
Danilo de'Cocci, con la consulenza curatoriale di Ilaria
Ferretti, la galleria sarà aperta dal mercoledì alla
domenica dalle 18 alle 23, nei mesi di luglio ed agosto,
fino ai primi di settembre. Monocromo Contemporary
Art Temporary Gallery – Summer 2021 Piazza della
Marina, 4 – Porto San Giorgio (Fm) +39 351 5772442
monocromo.it galleria@monocromo.it
@monocromo_contemporaryart
SMACH
Constellation of art,
culture & history in the Dolomites
La 5° edizione della biennale SMACH – Constellation of art,
culture & history in the Dolomites, è stata inaugurata il 10 luglio
2021 in Val Badia e proseguirà fino al 12 settembre. Il concorso
internazionale che si svolge ogni due anni, è stato ideato da Michael
Moling, coadiuvato da Katharina Moling e Gustav Willeit, nel
2012. Dieci progetti artistici, selezionati da una giuria di
professionisti dell'arte contemporanea, hanno composto un percorso
espositivo en plein air in Val Badia – tra i 1.100 e i 2.300 mt. di
altitudine – nel contesto paesaggistico e culturale delle Dolomiti,
patrimonio Unesco dal 2009. Inoltre, in Val dl'Ert ( in ladino: Valle
dell'Arte) si potranno scoprire le opere delle edizioni precedenti di
SMACH che sono entrate a far parte della collezione permanente. Le
opere esposte sono in dialogo non solo con l'ambiente naturale in cui
si collocano, ma anche con il patrimonio culturale, storico e
architettonico dei territori dolomitici, in uno scambio virtuoso di
valori locali, nazionali ed internazionali. SMACH, in sinergia con
sostenitori locali ed istituzionali, lavora per la promozione dell'arte,
del territorio e del turismo culturale, attivando un canale di incontro
tra amanti dell'arte, appassionati di natura, turisti e professionisti di
settore. Per ogni edizione SMACH propone un argomento intorno al
quale gli artisti sono invitati ad elaborare le loro proposte; il tema per
l'anno 2021 è la parola “Fragile”. L'argomento scelto è strettamente
legato al particolare momento storico in cui siamo immersi. La
pandemia lascia emergere tutti gli aspetti personali, umani e sociali,
Prime Time
Anouk Chambaz
Autore
Anouk Chambaz
Giulia Mangoni
in conversazione con
Giulia Mangoni
Magic Lantern Film Festival, in collaborazione con Fondazione smART – polo per l'arte, presenta Prime Time: un
programma di screening ed eventi che approfondisce le modalità e le diverse espressioni attraverso cui l'immagine in
movimento è adottata dalle poetiche di alcuni protagonisti dell'arte emergente italiana, con l'intento di dare visibilità agli
immaginari e alle metodologie degli artisti e filmmaker coinvolti. Il ciclo di presentazioni mira a investigare e portare alla
luce le variazioni linguistiche ed estetiche del video da parte di artisti provenienti da una generazione cresciuta nel pieno
della rivoluzione digitale, andando ad analizzare le modalità con le quali si usa, si studia, si interpreta il materiale a
disposizione, ci si rapporta con il pubblico e ci si relaziona ai contesti diversi. Prime Time si propone di ragionare sulle
rapide trasformazioni a cui è sottoposto il mezzo filmico, in grado di adattarsi ai mutamenti sociali e tecnologici e al
contempo capace di plasmarne i contenuti instancabilmente. Ogni appuntamento consiste in una proiezione di una
selezione di film seguita da un talk in cui l'artista, affiancato da un interlocutore appartenente alla stessa generazione,
introduce la propria poetica e metodologia a partire dalle sue influenze culturali: artisti, registi, punti di riferimento che
sono stati fondamentali per l'evoluzione della propria ricerca. Il ciclo di presentazioni vuole porsi come un momento di
dibattito critico e di confronto tra l'artista e il pubblico, con l'obiettivo di mettere in luce le variazioni linguistiche ed
estetiche inerenti alla dimensione del video che emergono nei lavori di artisti cresciuti con la rete, ove l'acceso
all'informazione sembra essere infinito. Andando ad analizzare le modalità con le quali l'immagine in movimento viene
prima percepita e appropriata, poi elaborata e interpretata, Prime Time si addentra nelle ricerche, nelle visioni, negli
sguardi e nei desideri dei protagonisti delle arti visive del futuro che hanno scelto di lavorare con il mezzo video, spesso
in modo sperimentale e interdisciplinare.
Calendario: Mercoledì 22 settembre: Perla
Sardella; Mercoledì 29 settembre: Stefania
Carlotti. Il festival aspira ad agire sia come
strumento per la diffusione di linguaggi
artistici che utilizzano il cinema come mezzo
ideale con cui dare forma all'immaginazione,
sia come momento di indagine critica di
autori, idee e generi. Magic Lantern Film
Festival è un progetto ideato e curato da
Maria Alicata, Adrienne Drake e Ilaria
Gianni. Ingresso libero fino ad esaurimento
posti Prenotazione obbligatoria
esposizioni@fondazionesmart.org.
Per ulteriori informazioni:
info@magiclanternfilmfestival.org
www.magiclanternfilmfestivalrome.org
www.fondazionesmart.org
at r
www.dimagazine.it
riconducibili alla percezione di uno stato di fragilità. Gli artisti sono
invitati ad una riflessione che, partendo da uno stato d'animo o da una
condizione intima, spazia su considerazioni sociali, sul mondo
contemporaneo, sulle istituzioni che lo regolamentano e sulla
globalizzazione, ma anche indaga su aspetti più celati della condizione
umana. I partecipanti sono stati invitati ad offrire liberamente il loro
contributo senza limiti di tecnica e contenuto, ma mantenendo sempre
l'attenzione al contesto paesaggistico e culturale nel quale intervengono
e pertanto garantendo il rispetto e la cura dell'ambiente. Ogni opera è
stata ideata appositamente per uno dei siti selezionati dalla Biennale
SMACH.
Le località prescelte sono: Le da Rina, Chi Jus, Pra de Pütia,
Forcela
de Furcia, Val dl'Ert, Tru di Lec, La Crusc, Armentara, Fanes, Pederü.
La giuria internazionale quest'anno vede l'adesione di: Julia Bornefeld
(Kiel, DE artista) , Gehard Demetz (Selva Gardena BZ, IT artista) ,
Guus van den Hout (Oosterhout, NL curatore al MET di New York),
Giacinto Di Pietrantonio (Pescara, IT consigliere della GAMeC di
Bergamo) , Giulia Ferracci (Roma, IT curatrice MAXXI Roma) .
SMACH – Constellation of art, culture & history in the Dolomites
Dal 10 luglio al 12 settembre 2021
ARTE CONTEMPORANEA
Location
SMACH
Piccolino, Strada Gran Ega, 4, (BZ)
Sito web:
www.smach.it
Chárōn Ferocia
illuminata
Dal 06 al 30 luglio 2021
ARTE CONTEMPORANEA
Location
KUNSTSCHAU CONTEMPORARY PLACE
Lecce, Via Gioacchino Toma, 72, (Lecce)
Autore
Martadi Donna
FrancescaMussi
VincenzoZancana
Curatore
ChiaraBevilacqua
Produzione organizzazione
Kunstschau
Chárōn – ferocia illuminata, installazione ambientale di Marta di Donna (Como,1989),
Francesca
Mussi (Milano, 1992) e Vincenzo Zancana (Salemi, 1991) , a cura di Chiara Bevilacqua, in
collaborazione con Fiusis SRL e ACLI società agricola cooperativa. I tre artisti propongono per il
white cube leccese la seconda tappa di Chárōn (Caronte) a seguito del primo intervento allestito nel
2018 a Spazio Serra a Milano. Il progetto nasce dall'interesse e dalla ricerca sviluppata dagli artisti
attorno alla problematica degli incendi boschivi in Italia che, dal picco massimo registrato del 2017
(oltre 140.000 ettari bruciati) ad oggi, hanno continuato a colpire tutta la nazione. L'intento dell'opera,
affermano i nostri, è quello di “mettere in gioco la responsabilità artistica, per risvegliare la sensibilità
pubblica” su un fenomeno così allarmante. L'installazione realizzata per Kunstschau,
Chárōn -
ferocia illuminata, analizza l'inquietante fenomeno degli incendi avvenuti in Puglia negli oliveti
colpiti da Xylella. L'intera installazione appare alterata cromaticamente da un telo plastico rosso che
allude al violento divampare delle fiamme. Per la realizzazione dell'opera gli artisti hanno fatto
ricorso sia ai resti di incendi direttamente raccolti sui campi, che al cippato di legno proveniente dalla
FIUSIS SRL di Calimera, azienda green attiva nella produzione di energia pulita dagli scarti di ulivi
colpiti da Xylella, premiata a Bruxelles come modello di sviluppo innovativo sostenibile. Un
partenariato significativo che sottolinea come la coscienza ecologica possa trovare spazio nei
processi economici annullando la distanza tra pensiero ecologista e sistemi produttivi. In tal senso
Chárōn - ferocia illuminata esorta lo spettatore a guardare oltre il dramma, a cogliere e sostenere
la rinascita di là di ogni morte, la trasformazione individuale e il cambiamento collettivo. Marta Di
Donna / Francesca Mussi / Vincenzo Zancana Chárōn – ferocia illuminata a cura di Chiara
Bevilacqua. Dal 6 luglio al 30 luglio 2021, su appuntamento Kunstschau_Contemporary place via
G. Toma 72, Lecce Info: + 39 320 5749854 - info.kunstschau@gmail.com www.kunstschau.it - FB
@kunstschau - IG ks_kunstschau Ufficio Stampa: Lucia Flora Reho - press.reho@gmail.com - + 39
328 8189765
Gottfried Helnwein
Quel silenzioso bagliore
GOTTFRIED HELNWEIN A VENEZIA CON LA MOSTRA QUEL SILENZIOSO BAGLIORE Mette il dito nella ferita. Con le sue
opere Gottfried Helnwein mostra che nel nostro mondo i più deboli sono abusati, feriti e mandati in guerra. I suoi dipinti super
realistici hanno come tema centrale la violenza sui bambini. Dal 3 luglio al 15 agosto 2021 le Sale Monumentali della Biblioteca
Nazionale Marciana, Museo Correr, in Piazza San Marco a Venezia, ospitano, con il supporto Edition Minerva e della Galleria
Geuer & Geuer, Düsseldorf, una selezione di dipinti dell’artista austriaco Gottfried Helnwein. La mostra, curata da Manfred
Möller, si intitola "Quel silenzioso bagliore". Nelle sue opere Gottfried si occupa della sofferenza spesso silenziosa dei bambini,
causata da traumi di guerra o abusi e violenze. Nei suoi dipinti super realistici egli contrappone l'innocenza infantile al sangue,
alle bende, alle armi e alle uniformi militari. Attraverso immagini implicitamente brutali, rende visibile la vulnerabilità e il bisogno
di protezione dei bambini. Le figure centrali del suo lavoro artistico sono teen-agers pallide, a volte coperte di sangue, altre in
uniforme militare o con un'arma in mano. Undici importanti opere dell'artista, alcune delle quali di grandi dimensioni, sono
esposte in questa mostra nella magnifica sala storica della Biblioteca Marciana, l a Sala Sansoviniana, accanto a opere prestate
dal Museo Albertina di Vienna. Nato a Vienna nel 1948, il pittore e fotografo Gottfried Helnwein ha studiato pittura con Rudolf
Hausner all' Accademia di Belle Arti di Vienna ed è considerato uno degli artisti di lingua tedesca di maggior successo a livello
internazionale, ma anche uno dei più controversi del dopoguerra. Le opere di Helnwein sono presenti nelle collezioni del
Museo d'Arte Moderna di Los Angeles, dell' Albertina di Vienna, del Museo Ludwig di Colonia, del Museo Statale Russo di San
Pietroburgo e molti altri. Sono collezionisti delle sue opere anche Sean Penn, Nicolas Cage, Arnold Schwarzenegger,
Ben
Kingsley e Marius Müller-Westernhagen. Mostra: Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana.
Ingresso per la mostra: Museo Correr Piazza San Marco n°52 – Ala Napoleonica; I – 30124 Venezia
www.marciana.venezia.sbn.it - Orario : 11.00 – 17.00 (ultimo ingresso alle ore 16.00) (a causa della pandemia COVID-19, gli
orari di apertura possono cambiare con breve preavviso. Vi preghiamo di informarvi in anticipo nella homepage del Museo
Correr: https://correr.visitmuve.it/)
Torneremo a viaggiare
Dal primo luglio al 05 settembre 2021
Location
GRANAI DI VILLA MIMBELLI
Livorno, Piazza Sant'jacopo In Acquaviva, 65, (Livorno)
Orario di apertura: dal martedì alla domenica dalle ore 16.00 alle ore 19.00
Ufficio stampa “TST” TI SCRIVO TUTTO di Sandra Mazzinghi e Valeria
Cappelletti
Autore: Fondazione Carlo Laviosa
Curatore: Simona Manfredini
Produzione organizzazione: Fondazione Carlo Laviosa - Livorno
Nella Sala degli Specchi di Villa Mimbelli la mostra del 4°, il Concorso
“Fotografia e mondo del lavoro” promosso dal Comune di Livorno e dalla
Fondazione Carlo Laviosa dal titolo “Torneremo a viaggiare: il lavoro nel
turismo fra tradizione e nuove forme di ospitalità”. L'inaugurazione si è
svolta il 3 luglio alle ore 18.00, nel Parco di Villa Mimbelli ( Livorno, via
San Jacopo in Acquaviva, 65), l'esposizione è stata allestita nei Granai della
Villa. 125 scatti che parlano del futuro con un occhio critico al passato
suddivisi in racconti fotografici e scatti singoli. Purtroppo bassa è stata la
partecipazione femminile, circa il 33%. La mostra, a ingresso gratuito, sarà visitabile fino al 5 settembre dal martedì alla domenica dalle ore 16.00 alle ore 19.00. Visite
guidate su appuntamento: Fondazione Carlo Laviosa tel. 0586 1837460. Modalità di accesso: Museo Civico Giovanni Fattori tel. 0586 808001 / 824607. - Sandra
Mazzinghi – Valeria Cappelletti Ufficio stampa promozione eventi artistico-culturali tstufficiostampa@gmail.com cell. Sandra 392.3809509 – Valeria 348.7258795
Restyling per la libreria di Palazzo
Mosca Dal
primo luglio al 31 dicembre 2021
RESTYLING PER LA LIBRERIA ALL’APERTO DI PALAZZO MOSCA. È uno dei soggetti più amati dal web ed è tutta made in Pesaro: la libreria
open air realizzata con le scenografie del Rossini Opera Festival è appena stata rinnovata con nuovi volumi arrivati dai ricchissimi depositi dell’unica
manifestazione al mondo interamente dedicata al genio di Rossini. È l'unica e inconfondibile libreria all’aperto che accoglie i visitatori nella corte di
Palazzo Mosca, sede di una tappa imperdibile a Pesaro: i Musei Civici con splendidi tesori tra pittura, ceramica e arti decorative. L’hanno usata le
testate nazionali, Lucca per il suo Salone dei Beni Culturali, Verona - solo per citarne alcuni -, e la libreria sarà anche uno delle destinazioni più
originali della città svelati nella guida di prossima uscita “100 cose da
sapere e da fare a Pesaro”, Gruppo Editoriale Raffaello. La libreria ha
subito un restyling ed è ancora più bella: l’intervento ha previsto la
sostituzione dei vecchi libri ormai segnati dagli agenti atmosferici, la
messa in sicurezza della struttura generale e il trattamento con una
vernice speciale per una maggiore resistenza. Il lavoro è stato realizzato
dal Comune di Pesaro/Giancarlo Cesarini, Centro Operativo in
collaborazione con il Rossini Opera Festival che ha fornito i nuovi
elementi e Sistema Museo. E se qualcuno ancora non conoscesse la
storia di questo angolo ormai simbolo di Pesaro, diciamo che si tratta di
una scenografia di Stefano Lazaridis (1944-2010) ideata per il Möise et
Pharaon andato in scena al ROF 1997 con la regia di Graham Vick. Un
luogo speciale, dunque, che si lega a doppio filo ad un’eccellenza
assoluta dell’offerta culturale di Pesaro Città Creativa Unesco della
Musica: il Rossini Opera Festival pronto a lanciare la sua 42esima
edizione dal 9 al 22 agosto.
PALAZZO MOSCA
Pesaro, Piazza Mosca, 29, (Pesaro E Urbino)
Ogni terza domenica del mese, da ottobre a maggio, l'ingresso è libero
per i possessori di Card Pesaro Cult
Exposition d'ètè
Dal 28 giugno al 03 ottobre 2021
Location: ART1307 STUDIO GALLERY
Napoli, Rampe San Antonio a Posillipo 104
A Napoli una splendida "Exposition
d'été". Presso la sede napoletana di
ART1307 alle Rampe S. Antonio a
Posillipo 104 si terrà, fino al prossimo 3
ottobre, una mostra estiva di opere su
carta di diversi artisti che hanno
accompagnato il percorso della galleria
nel corso degli anni: inedite produzioni,
materiali innovativi, sculture murali e
tanto altro all'interno di un nuovo
allestimento creato per l'occasione.
L'esposizione sarà aperta tutti i giorni
dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle
13.30 con chiusura il sabato e la
Domenica.
Marisa Zattini
Labirintica
in limine Dedalus
Dal 22 maggio al 26 settembre 2021
LABIRINTO DELLA MASONE
Fontanellato, Strada Masone, 125,
(Parma).
Orario di apertura 10.30-19.00
Autore:
Marisa Zattini
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Marco Siniscalchi
Ho 59 anni e, dall'adolescenza in poi, sono cresciuto grazie alla
continua ricerca di conoscenza e miglioramento di me stesso. Mi
definisco un “ottimista scettico” . Curioso, socievole, pragmatico,
silenzioso. Marito di una Donna fantastica, Daniela e padre di una
Donna meravigliosa, Marzia. Ho 30 anni di esperienza in ambito
commerciale per aziende multinazionali, nelle quali ho costruito una
buona carriera che mi ha permesso di sviluppare solide competenze di
Customer Centricity, Customer Satisfaction (NPS), modelli Lean e
Agile. Durante questo percorso ho acquisito principi di tecniche di
coaching, change management e people engagement. Oggi metto a
disposizione la mia professionalità come Formatore di persone e
consulente di funzioni commerciali. Sono convinto che il mindset
(personale definizione) sia il motore che rappresenta la guida delle
scelte individuali (con conseguenza sulle collettive) , unitamente al fatto
che le credenze ne influenzano la programmazione. Queste variabili
sono individuali e, se condivise, possono contribuire a conoscenza e
comprensione, alimentando la consapevolezza. Siamo lo strumento
principale delle nostre scelte, per questo ritengo fondamentale sapere
come funziona. Definisco lo scambio di opinioni come elemento di
arricchimento. Uso come metafora “lo scambio di una moneta” . Se ci
scambiamo 1,00€ per uno, il capitale individuale rimane invariato.
Invece, facendo lo stesso con opinioni, idee, conoscenze e punti di
vista, il capitale aumenta esponenzialmente. Sulla base di questo
approccio, è nata l'idea di sviluppare Le cose da dentro. Dal momento
che si parla anche di rapporto generazionale, ho sentito di voler
coinvolgere Marzia nello sviluppo del messaggio che il testo
rappresenta. Perché abbiamo un fantastico rapporto che ci lega, che
abbiamo costruito insieme, dal quale siamo arricchiti e cresciuti
entrambi. In questo periodo vivo in ambiente rurale a 30 Km a nord
della Capitale.
Marzia Siniscalchi
Marzia e Marco
Siniscalchi
Trentenne, raminga, osservatrice dal “dietro le quinte” . Ancora alla
ricerca. Dopo il percorso di studi concluso con la Laurea in Psicologia,
le mie cose da dentro sussurravano la necessità di un cambiamento.
Così con il tempo, ho scelto di occuparmi di ristorazione, stagionale,
almeno per ora. Il lavoro è diventato solo il mezzo che mi ha permesso
e mi permette di viaggiare ogni volta che ne ho la possibilità, perché il
viaggio è apprendere, è aprire la propria mente, è scoperta di sé
stessa e degli altri. Amo viaggiare, perché questo mi permette di
conoscere esperienzialmente il mondo nel quale viviamo. Conoscere e
confrontarsi significa acquisire diversi punti di vista, da diverse
angolazioni. Seguendo latitudini e longitudini, sono molte le differenze
che si notano, più o meno evidenti. Realtà poco descritte e più o meno
condivisibili. Un confronto che diventa sfida interiore. Viaggiare è
conoscere e questo annulla le differenze. Negli ultimi 10 anni ho
vissuto a Londra e Barcellona, per arrivare a Ibiza dove vivo, per il
momento.
Le cose
da dentro
Quando si decide di unire due menti provenienti da due mondi
diversi come quelle di un Senior e di una Junior non si sa mai
davvero cosa può succedere. Gli stili di comunicazione che sono
lì, in guardia dietro i due protagonisti, credono di essere sempre
più efficaci rispetto all'altro. Come si fa, dunque, a farli andare
d’accordo e trasformarli in condivisone, magari unione? Se ci
riflettiamo fin dai tempi in cui esiste l'essere umano ci sono stati
ritrovamenti di scritture, disegni, messaggi indecifrabili. Con il
tempo si sono evoluti e trasformati, le persone sono riuscite a
creare codici, scritture, lingue. Indistintamente da chi fosse il
protagonista ogni intima voce ha sempre fortemente captato
un'innata necessità di trasmettere qualcosa. E così ha lavorato per
dare a tutti la possibilità di condividere il proprio messaggio e
viceversa. In tutti noi vive da sempre una voce che vuole uscire e
scoprire se ne esiste un'altra, da qualche parte, che si assomiglia,
che possa essere in sintonia o che comunque abbia voglia di
ascoltarla. Siamo degli animali sociali. Viviamo di unione e
comunicazione e lo abbiamo dimostrato attraverso il duro lavoro
che ci ha portato, ad oggi, a possedere una quantità infinita di
modi differenti di comunicare. Ed è qui, in questo mondo di
parole e di voci, in questo mare di tastiere e schermi, di codici
morse e segni, di musica ed arte, che c'è lui, unico e inimitabile,
piccolo o grande che sia ma sempre ricco di emozioni, il libro.
Grande spettatore di storie e custode di emozioni che mai
avremmo avuto il coraggio di tirare fuori se solo lui non fosse
stato così silenzioso e rispettoso delle nostre cose da dentro. Si
lascia plasmare senza lamentarsi, non ci giudica se decidiamo di
lasciarlo su un comodino per giorni e poi tornare da lui. Non si
lamenta se ce ne dimentichiamo, perché sa che bello o brutto che
possa essere stato, noi torneremo da lui. Il libro è talmente
generoso ed aperto alla condivisione che ti permette di tirare fuori
tutte quelle voci che non avresti mai avuto il coraggio di
esprimere, se avessi di fronte qualcuno non aperto all'ascolto.
Dall'altra parte chi lo legge è costretto ad aspettare prima di poter
dire la sua e di conseguenza è portato ad ascoltare anche la sua di
voce interiore. Si crea così un mondo parallelo, fatto di silenzi che
si osservano in una lettura interiore di chi scrive e chi legge. In
quel mondo fatato tutti ci osserviamo e proviamo ad immaginare
cosa sta succedendo davvero nell'interiore dell'altro. Si fermano
gli impulsi, gli istinti che ci azzittiscono e azzittiscono l'altro, in
un momento di disaccordo. Ci ascoltiamo in silenzio. Ci
rileggiamo, ci studiamo, ci rincontriamo o magari non ci
piaceremo mai, sempre con rispetto. Ma comunque per un
secondo ci siamo guardati. Le cose da dentro sono diventate un
libro per poter aprire una porta verso quel mondo astrale nel quale
siamo tutti in silenzio e possiamo avvicinarci per un momento.
Per tornare ad essere quegli animali sociali a cui piace molto
condividere e tirare fuori la propria voce. Tornare bambini e unire
le nostre voci, in accordo o in disaccordo che siano, ma almeno le
tiriamo fuori e ci confrontiamo senza paure. Ed è così che le due
comunicazioni di quel Senior e di quella Junior sono diventate
amiche. Anche noi ci siamo avvicinati prima in silenzio,
scrivendoci. Siamo entrati in quel mondo fatato. La paura di
parlarsi si opacizza nella scrittura. E così avviene non solo tra un
padre e una figlia, ma in mille situazioni dove vorremmo avere
una coperta di Linus che ci faccia sentire a nostro agio. Anche
nello scrivere questo libro ci siamo scambiati le nostre coperte, e
senza rendercene conto abbiamo abbattuto un pezzetto in più
delle nostre paure nell'aprirci all'altro. Le cose da dentro sono in
ognuno di noi e spaventano, ma condividerle le rende meno folli.
O meglio le rende folli insieme. Un padre e una figlia possono
vivere nella loro follia e sentirsi meno distanti, un manager e uno
stagista possono scoprirsi complici e trasmettersi i loro mondi, un
nonno e un nipote posso ritrovarsi a giocare insieme a
nascondino. Come le radici dell'umanità ci hanno insegnato,
anche noi avevamo sentito quella spinta nel far uscire la nostra
voce e provare a condividerla, scoprire quali altri voci ci fossero lì
fuori e vedere se fosse possibile incontrarci in quel piccolo mondo
parallelo. Facciamo diventare le nostre voci amiche e facciamole
conoscere. La conoscenza, la condivisione e la consapevolezza di
comprendere che l’unione rafforza la crescita. A fronte di ciò Le
cose da dentro sono diventate un racconto che parla di persone,
considerando varie angolazioni, in un viaggio temporale di eventi
ed effetti, che evidenzia alcune “crepe” divisorie. Uno scambio
per costruire una soluzione ad un futuro migliore, che abbiamo
deciso di condividere.
Nella foto da sinistra: Silvia Urpis, Roberta Malnig, Elisa Gianola, Patrizia Brognoli, Ilaria Bontempo, Francesca Cavaglieri www.dimagazine.it 98
Sempre di più le aziende sono
guidate da donne e sempre di più
assistiamo ad una maggiore
presenza femminile in quei ruoli
“chiave” che per troppo tempo sono
stati appannaggio esclusivo degli
uomini.
A cura di: Fulvio Matteoni, Amministratore Delegato Decathlon Italia
Le aziende e le organizzazioni di successo sono quelle guidate da leader,
donne e uomini, capaci di includere e valorizzare talenti diversi per età,
genere, orientamento affettivo, etnia, diversa abilità e religione. Per
valorizzare al meglio le potenzialità dei talenti ed accompagnare le strategie di
business, è importante stimolare una leadership inclusiva che favorisca il
raggiungimento di obiettivi grazie alla collaborazione di team coesi, eterogenei e
motivati. In Decathlon il 55% delle nostre risorse è donna ed il ruolo di sport
team leader (department manager), trampolino di lancio per chi decide di
prendersi maggiori responsabilità, è ricoperto da circa 350 donne. Questo ruolo
è prezioso e strategico e permette di cimentarsi con responsabilità sempre più
complesse e importanti che consentono alle nostre risorse di coltivare i propri
talenti e sviluppare capacità e attitudini. Abbiamo, infatti, bisogno di talenti,
competenze, prospettive ed approcci differenti e per noi è fondamentale avere
una leadership inclusiva, stimolando sempre più la presenza femminile. Non è
sempre facile e ne siamo consapevoli. La percentuale di donne leader si riduce
mano a mano che andiamo verso altre responsabilità, dallo store leader o altre
funzioni che richiedano anche trasferimenti. Per questo motivo incoraggiamo
l'ingaggio personale, senza distinzione di genere o ruolo, offrendo la possibilità di
candidarsi in autonomia su una piattaforma online interna che offre visibilità alle
posizioni interne “aperte” su ruoli di responsabilità affinché ogni risorsa sia attore
o attrice del proprio percorso. Da due anni è inoltre possibile, per chi ha
responsabilità manageriali, proporre per sé un aumento retributivo. Siamo
coscienti dei “freni” che, soprattutto le donne, potrebbero vivere in queste
dinamiche e per questo motivo in Decathlon è possibile scegliere un o una
coach che possa accompagnare la risorsa nel proprio percorso professionale ed
aiuti ad essere più consapevoli ed avere una maggiore autonomia nella presa di
decisione. Abbiamo, infine, progettato una formazione dedicata alla leadership al
femminile, aperta a donne e uomini, per sensibilizzare sulle differenze di genere,
sui differenti approcci e modi di pensare e per lavorare sull'autostima, sul selfmarketing
e sul networking. Il modello di leadership è cambiato, sta evolvendo
ed è nostra responsabilità renderlo inclusivo ed efficace”.
Nella foto: Fulvio Matteoni
Aurora Galli Warehouse Department Leader
"Quando mi viene chiesto, che tipo di leadership esprimo essendo donna, la mia risposta è che non mi sono mai soffermata a pensarla al femminile
o al maschile. Sono convinta che la differenza tra leader non sia dettata dal genere, ma dall'unicità di ogni singola persona con le sue specifiche
capacità e volontà; è determinata dall'impegno profuso a sapersi mettere in ascolto e a disposizione degli altri accompagnandoli a valorizzarsi, è
impegnarsi a crescere con il proprio team e a condividere insieme difficoltà e risultati".
Laura Fachini Store Administration Leader
''E' arrivato il momento di prendere consapevolezza di quello che siamo e di quanto valiamo: Possiamo fare qualsiasi cosa, la società in cui viviamo
ha bisogno di noi.''
Diversity & Inclusion Manager: patrizia.brognoli@decathlon.com
External & Corporate Communication Manager: nicoletta.latorre@decathlon.com
Spazio stampa: https://it.decathlon.press/it_IT/comunicati-cartelle
Nella foto: Aurora Galli
KASTA
MORRELY
JASI FASHION
WEEK
Creative Industries Festival Kasta Morrely Fashion Week.
PROGETTO CULTURALE EUROPEO DEDICATO ALLA SOSTENIBILITÀ DELLA
MODA AL PALAZZO DELL'ESERCITO DELLA CITTÀ DI IASI.
Il decimo anniversario del Fashion Week Kasta Morrely, dedicato
alla sostenibilità della moda, ha visto due
appuntamenti: il 30 giugno e il 4 luglio 2021 e la partecipazione di brand provenienti da dieci paesi e tre
continenti. Due giorni di festival della moda digitale la cui location sono state le spiagge e lo splendido mare
rumeno e due giorni, in presenza, con pubblico internazionale, presso il Palazzo dell'Esercito nella città di Iasi.
event
Nella foto: un momento della sfilata in presenza al - ( ).
Palazzo dell'Esercito
Iași Romania
www.dimagazine.it 102
Il seminario internazionale "Moda sostenibile sotto i
riflettori" e attività di job shadowing dedicate ai
giovani all'inizio della loro carriera nella moda. Il
festival è attività del progetto internazionale
"Fashion Sustainability in the spotlight, new trends
of Intercultural Learning". Il progetto è cofinanziato
dal programma Creative Europe
dell'Unione Europea eportato avanti daun
consorzio internazionale che coinvolge i partner:
Intercultural for All Organization dal
Portogallo, Sfax University dallaTunisia
e
l' Associazione Culturale Kasta Morrely dalla
Romania in qualità di coordinatore. L'apertura
dell'evento in celebrazione dell'anniversario tenutosi
al Palazzo dell'Esercito nella città di Iasi è stato
ufficializzato dalla Dott.ssa Barbara Gessler, capo
dell' Unità Europa Creativa,
Direzione Generale
per l'Educazione, Gioventù, Sport e Cultura della
Commissione Europea, che si è congratulata in
diretta da Bruxelles con il progetto coordinato da
Kasta Morrely per l'innovazione, il soggetto
originale e la promozione della sostenibilità, della
cultura e dell'educazione a livello internazionale. Per
una buona visibilità e comunicazione pubblica a
livello nazionale ed europeo della sua missione
culturale-educativa, questo evento no-profit ha
beneficiato anche del sostegno istituzionale
dell' Ambasciata del Portogallo in Romania,
promuovendo la Presidenza portoghese del
Consiglio dell'Unione Europea per il primo
semestre del 2021. L'importanza della missione
culturale assunta da questo festival gode anche dei
messaggi di apprezzamento della Dott.ssa Maria
Grapini,
vicepresidente della Commissione per il
Mercato Interno e la Protezione dei Consumatori
del Parlamento Europeo e del Dott. Dragoș
Pîslaru, membro della Commissione per
l'Occupazione e gli Affari Sociali del Parlamento
Europeo. Il pubblico, i partner, i designer e i
partecipanti coinvolti hanno avuto l'opportunità,
durante i due giorni del festival con il pubblico al
Palazzo dell'Esercito, di ricevere informazioni e
materiali riguardanti l' Unione Europea, i valori e
le opportunità europee. Tutta questa attività ha
potuto essere realizzata grazie al supporto fornito
dall'Ufficio d' Informazione del Parlamento Europeo
in Romania. Gli specialisti di Kasta Morrely
durante gli studi di ricerca necessari per scrivere
l' Occupational Standards Mannequin, gli
organizzatori di eventi e i dottori di ricerca nel
campo, hanno trovato un gap educativo del grande
pubblico sull'importanza di un abbigliamento
adeguato ai diversi contesti sociali. A causa di questo
gap educativo molti degli eventi presentati come
festival della moda promuovono la sottocultura
come un'arte a scapito dello sviluppo del settore
delle industrie culturali e creative e del benessere
della società nel suo complesso. Il Festival Kasta
ASTA ORRELY ASHION EEK
K M F W
Nella foto: la bellissima modella Diana Morelli
Morrely Fashion Week attraverso il Teatro
della Moda è un approccio culturale unico oggi
perché si rivolge in una forma elaborata attraente e
facile da capire al grande pubblico incontrando
anche le esigenze degli specialisti della moda,
mettendo in evidenza l'arte e il contributo dei
designer all'evoluzione del settore. Attraverso il
Teatro della Moda vengono presentate sia le
tradizioni, le eredità e le tendenze della moda, sia il
modo in cui vengono indossate le nuove creazioni di
abbigliamento, al fine di caratterizzare, come unico,
ciascun progetto creativo. L'attrattiva e la
responsabilità educativa di qualsiasi tipo di evento
dipende sempre dalla qualità e dalle qualifiche degli
specialisti del backstage. Per raggiungere questo
obiettivo culturale, sono obbligatorie le qualifiche
specialistiche complementari degli organizzatori di
eventi di moda e la preparazione dei modelli e delle
modelle secondo lo standard professionale. Durante
i cinque giorni, il Festival delle Industrie
Creative Kasta Morrely Fashion Week 2021
ha riunito più di 40 designer di fama nazionale e
internazionale, concentrandosi sui principi della
moda sostenibile, promuovendo giovani designer di
quattro università specializzate in design
dell'abbigliamento ( Iasi, Oradea, Timișoara, Sfax). I
creatori di arte dell'abbigliamento provenivano dai
Paesi Bassi, Turchia, Libano, Tunisia, Portogallo,
Italia, Repubblica Ceca, Ucraina, Repubblica
Moldova e Romania. L'evento internazionale
dell'anniversario culturale del Teatro della Moda
ha avuto l'onore di debuttare al Palazzo
dell'Esercito a Iași con il canto dell'inno romeno
nell'accompagnamento della musica militare della
guarnigione di Iași nell'ambito della 15a Brigata
meccanizzata "Podu Înalt" , guidata dal Capitano
Gil
Negrei. La prima collezione d'abbigliamento
presentata all'apertura del festival è stata quella
interculturale sostenibile creata nell'ambito del
progetto da un team internazionale di designer, che
rispettano e promuovono i principi della moda
sostenibile e le specificità della moda tradizionale in
Portogallo, Tunisia e Romania. L'evento mirava a
presentare il patrimonio culturale attraverso
momenti di Fashion Theater® utilizzando l'arte e
il contributo dei designer all'evoluzione della moda, le tendenze della moda e come devono essere indossate per farsi
notare, in accordo con la promozione dell'importanza della sostenibilità della moda. Le collezioni presentate al
festival Kasta Morrely Fashion Week sono state firmate da stilisti e marchi di moda, come: Addy van den
Krommenacker la stilista della Casa Reale dei Paesi Bassi, In Couture by Kiwi, Oksana Mukha - Amarige
Fashion Group, Anna Forgacci Wedding -Gattinolli diMarwan e Saiid Kobeisky,
Jitka Klett
Repubblica Ceca, Dames, Dadarlat Hats, Daleea Fashion, Ethno Paris di Valentina Alexa, Monarh -
Larisa Lupoiu, Bianca Ripan, Atmosphere Fashion, Cristiana Maria Purdescu, Vera Anton,
Kasta
Morrely Kids, By Danina, Eve Juliett, Simplicity Kids, Velmoft, Beatrice Lianda Design,
Adriana
Agostini, Seroussi, Adelina Boie, Anastasia Atelier, Cristina Bota, Nicoleta Obis, Irina Akkaya,
Katty
Fashion, Rita Sa.
Nella foto: Talida Moreli in un momento della sfilata al
Palazzo dell'Esercito - Iasi
Nella foto: Iuliana Dup veste Oksana Mukha Romania at Kasta Morrely Fashion Week - Photograph : Paul Covalschi
Hairstyle : Ionuţ Dincă - Make-up : Florentina Voicu
event
www.dimagazine.it
Il tema della sostenibilità della moda richiama l'attenzione
sull'importanza dei valori culturali, sociali, etici, ambientali ed
economici all'interno del processo dedicato allo sviluppo sostenibile.
L'evento culturale no-profit Kasta Morrely Fashion Week
promuove fin dalla prima edizione l'importantissimo ruolo delle
attività culturali coordinate da personale qualificato nello sviluppo
delle industrie creative, al fine di contribuire allo sviluppo e al
benessere della comunità attraverso attività promozionali nel rispetto
dell'etica e della responsabilità dell'organizzatore di eventi. Le persone
di cultura coinvolte nell'organizzazione di eventi pubblici assumono
una grandissima in virtù del loro ruolo educativo. Kasta Morrely ha
contribuito allo sviluppo del settore delle industrie culturali e creative
con la creazione degli standard occupazionali legalizzati di Mannequin
e Organizzatore di Eventi, con l'ideazione e la registrazione del nuovo
genere artistico Fashion Theatre® e con l'ottenimento dei dottorati
necessari per introdurre questo tipo di attività nel campo della
cultura. Donna Impresa Magazine, considerata l'importanza
dell'evento, in virtù dei temi sociali espressi e delle finalità etiche ed
educative di Kasta Morrelly, è lieta di essere stata scelta come
Partner Strategico per la divulgazione dei contenuti e la visibilità dei
brand ospiti del Fashion Week 2021.
K M F W
ASTA ORRELY ASHION EEK
www.dimagazine.it
Haute couture e Arte, Piccioli
per Valentino in passerella
all'Arsenale.
Location da togliere il fiato: le Gaggiandre. Due imponenti tettoie acquatiche del '500, nella
Darsena nuovissima, dove gli abiti sono sfilati davanti all'istallazione "Idee di pietra-Olmo" , di C.
Martinez, commissionata dalla Vuslat Foundation per la Biennale Architettura 2021. Di
grandissimo impatto estetico, nel mentre le modelle percorrevano la passerella, i riflessi di
colore degli abiti e i lustrini riverberavano sul filo dell'acqua. L'acqua è forma essenziale,
creatrice di vita sia materiale che spirituale. L'acqua è vita, purificazione, rigenerazione. Venezia
è palcoscenico nel quale la maison sbarca per la prima volta. E lo fa, grazie a Piccioli, con un
progetto che pesca e si ispira all'arte, materia di cui è fatta questa città . " Valentino Des Atelier"
, il
nome della collezione, è un incontro di mondi, la moda, e l'arte, che hanno nella creatività il loro
punto d'incontro. Un'inedita factory, ha dato "vita" alla collezione: 17 artisti da tutto il mondo, in
gran parte pittori, sono stati chiamati ad esprimere il proprio estro creativo. Così rasi, chiffon,
tele da sartoria, laminati e taffetà, sono stati impiegati per creare abiti da sogno ispirati dalle
opere di Andrea Respino, Sofia Silva, Wu Rui, Francis Offman, e tanti altri. E per alcuni di
loro la trasposizione in passerella non è stata sempre glamour. Sotto i ricami a filo, le
sovrapposizioni, le mille invenzioni sartoriali della maison, si leggono in filigrana tracce dei quei
linguaggi sociali che gli artisti di questa community veicolano: la questione femminile, i temi del
lavoro, la libertà nell'espressione di genere, la sostenibilità.
Credits: Courtesy of Valentino
"Credo che la moda debba creare bellezza e suscitare
curiosità e interesse. Se succede questo si vede, e si va
oltre. La moda può essere un messaggio politico forte" ha
commentato il Creative Director Piccioli. Una proposta di
alta moda che ricapitola i codici della Couture Valentino,
dai cappelli fluttuanti ai ballgown grandiosi, caricandoli di
vibranti segni cromatici, fluidificandoli nella noncurante
casualità di drappeggi e movimenti.
La silhouette è lunga e
stratificata, oppure corta e scultorea. Gli abiti disegnano
possibilità, per donne e per uomini, nelle quali il
virtuosismo della lavorazione stempera nella leggerezza.
La palette è ricca di colori e spazia da nuance intense
come il bordeaux e il blu a sfumature più accese, come il
giallo, il verde acido, il fucsia, il turchese e il viola.
Fluidified in
nonchalant draping and
movement.
Credits: Courtesy of Valentino
Credits: Courtesy of Valentino
Credits: Courtesy of Valentino
event
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Credits: Courtesy of Valentino
event
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Un romantico
sì
Questo evento internazionale dedicato alle collezioni da sposa e da sera, è
da non perdere. La European Bridal Week, ( EBW) è il miglior centro di
acquisto del Nord Europa per l'ultima moda e i migliori design di alcuni dei
produttori più esclusivi e dei designer ( inter)nazionali. Il cuore pulsante di
ogni fiera sono gli espositori: ogni azienda può contribuire con qualcosa di
unico. Ecco perchè la scelta degli espositori avviene con molta cura
selezionando brand di qualità. In tutti i casi i tessuti sono pregiati per poter
sostenere una lavorazione artigianale e per un comfort assoluto: l'abito da
sposa deve essere creato secondo una tradizione storica e le migliori
tecniche sartoriali e artigianali per poter offrire un abito perfetto, bello da
vedere e comodo da indossare.
“ ”
EUROPEANBRIDAL
WEEK
European Bridal Week - Telefono : +31 318 769233
CharlotteCasiraghi
Charlotte Marie Pomeline Casiraghi, figlia secondogenita
della principessa Carolina di Monaco e di Stefano Casiraghi,
è la nuova brand ambassador dell'iconico brand Chanel.
MODA
www.dimagazine.it
Da sempre vicina al brand grazie alla lunga amicizia di famiglia con Karl Lagerfeld e al rapporto con l’attuale direttore creativo
Virginie Viard. Charlotte è la protagonista della campagna per la Collezione Prêt-à-Porter Primavera-Estate 2021. Inoltre
coordina a una serie di talk con scrittori e attori intitolata "Les Rendez-vous littéraires rue Cambon" Appuntamenti Letterari rue
Cambon, un progetto che perpetua l’amore incondizionato di Gabrielle Chanel e Karl Lagerfeld per la letteratura. Vicina al
marchio fin dalla sua adolescenza, e fotografata dallo stesso Lagerfeld per il libro The little black jacket: Chanel's classic
revisited by Karl Lagerfeld e Carine Roitfeld nel 2012, Charlotte è sempre stata fedele alla maison, partecipando a molti
eventi Chanel e indossando regolarmente le sue creazioni. Laureata in filosofia e appassionata di letteratura e poesia,
Charlotte Casiraghi è presidente dei Rencontres philosophiques de Monaco, associazione da lei fondata nel 2015. Illustre
cavallerizza, Charlotte è anche la madrina della manifestazione Monte-Carlo International jumping.
La campagna per la collezione prêt-à-porter primavera-estate 2021 di Chanel, immaginata dal direttore creativo Virginie
Viard, è fotografata a Monaco da Inez van Lamsweerde e Vinoodh Matadin.
MODA
fahion
and
style
Sensuality is in the air
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Nella foto: Charlotte Casiraghi nuovo volto di Chanel
MODA
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Divisa tra la Romania e l' Italia,
Adriana Agostini ha sempre
dato sfoggio della sua immensa
bravura presentando
annualmente collezioni uniche. I
suoi abiti, a tema, sono rivolti a
diverse fasce d'età. Sia che
affronti un tema glamour piuttosto
che casual, la nota artistica, la
professionalità, l'originalità e la
visione del design del prodotto
d'abbigliamento è evidente.
Collezioni che mescolano colori,
stili e modelli e prendono
ispirazione in tempo reale dal
mondo della moda. Adriana
esalta la bellezza di ogni donna,
anche nelle linee più casual,
senza rinunciare alla praticità e
alla dinamicità.
Adriana Agostini
FASHION DESIGNER - ITALIA - ROMANIA
UNA DONNA D’ACCIAIO MA DELICATA COME ALI DI FARFALLA. È STATA INSIGNITA CON IL PRESTIGIOSO AWARD
INTERNAZIONALE DONNA IMPRESA, DALL’ AWARD KASTA MORRELY - CREATIVE INDUSTRIES AWARDS ED È
STATA PROTAGONISTA AL FESTIVAL DI SANREMO CON LE SUE STUPENDE CREAZIONI SARTORIALI. SOLO
QUESTI, TRA I TANTI RICONOSCIMENTI ALLA CARRIERA DENOTANO LA GRANDEZZA DI QUESTA DONNA
La sofisticata semplicità dei suoi abiti rende la donna unica ed inconfondibile
KMW
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Website: www.adrianaagostini.com
E-mail: fashionadriana@yahoo.it
Phone: +39 3276822634 +40727218169
Address: Via Palestro - Milano
Nella foto: la fashion designer Adriana Agostini al kasta Morrely Fashion Week - Palazzo dell'Esercito - Iasi (Romania)
Memory
the music is in my head
rubrica a cura
Bruno Romano Baldassarri
alias CaptainJack
REMEMBER...
Ciao Claudio, conoscerti è stato un piacere e un privilegio, chiacchierare con te di musica è stato
illuminante. Sei stato fonte di ispirazione non solo per me, anche per moltissimi altri dee-jay. Ci siamo
conosciuti in una notte magica d'estate in un locale della costa adriatica, l' Hakuna Matata del mio
carissimo amico Stefano Pomioli, ricordo... che abbiamo passato molto tempo a parlare di musica, delle
nuove tendenze e della capacità degli animatori di saper coinvolgere il pubblico, della nostra vita e del
futuro come prospettiva. Una serata che ricordo con estrema felicità. Incontrare e intrattenersi con un
luminare nel campo musicale è stato davvero straordinario e coinvolgente. Hai sempre avuto la mia
ammirazione e rispetto.
Nella foto: Claudio Coccoluto e Bruno Baldassarri Hakuna Matata 2007
singer
etra x
&deejay
producer
all'interno:
Top women Deejay
and Vocalist ( singer)
Alex Milani (DeeJay &Producer)
Angela Contabile (Voice )
Francesco Le Noire (DeeJay)
Den Harrow (New song -Always)
Tony Carrasco (DeeJay &Producer)
www.dimagazine.it 114
music fashion 2021 2020
bydimagazine.it
BELLAVITA
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All'interno:
*
Claudio Coccoluto - DeeJay
Alex Milani - Voice - Producer
*
Angela Contabile - Singer
Den Harrow - Singer
Francesco LeNoire - Dee Jay
*
Tony Carrasco - Dee Jay
Esistono anche dee-jay donna
entertainment top
Il DeeJay non può
e s s e r e
un
JUKEBOX
... ha un'anima
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face to face with...
the interview
by Bruno Romano Baldassarri
Alex mi racconti il tuo percorso di dee jay producer?
Allora, sin da teenager 14 enne adoravo andare in discoteca la
domenica pomeriggio, ma invece di ballare adoravo guardare il dj. C'è
da dire che una volta il DJ non era il fulcro del locale, ma era solamente
colui che suonava i dischi della discoteca dove lavorava. All'età di 15
anni mio padre mi regalò due piatti e un piccolo mixer, e da quel
momento ho iniziato a provare, facendo tesoro di ciò che “rubavo” la
domenica pomeriggio al dj del Paradiso (nota discoteca bresciana).
In linea di massima ho imparato molto ascoltando e riproducendo ciò
che sentivo, affinando via via l'orecchio. Facevo pratica, oltre che
nella mia stanzetta, anche alle varie feste di compleanno di amici.
A 17 anni ho cominciato a fare sul serio... ho iniziato in una radio
privata Radio Onda Azzurra, dove avevo il mio spazio di musica
mixata (rigorosamente dal vivo) e in un club del lago di Garda, il
Vanity... Per dare una giusta collocazione a livello temporale a chi
ci sta leggendo, era il 1986... fate voi i conti della mia età'
anagrafica (sorride). Contestualmente ho suonato in molti locali
italiani della riviera romagnola, di Brescia, della Toscana...
diciamo che L'Italia l'ho girata in lungo e in largo. Negli ultimi
anni, dopo le prime produzioni, ho collaborato con radio e
club europei, per fare un nome Castle Club a Londra, ma
anche JD Radio in Olanda e qualche emittente americana,
fino ad arrivare ai giorni nostri, dove, prima della pandemia,
mi sono dato meno aI club, ma ho preferito i Beach
party, i festival ed eventi live. Innamorato della musica e
Alex
con una lunga storia alle spalle, guardo fiducioso al futuro.
Milani
Nello studio della musica non si finisce mai d'imparare.
Da autodidatta buona parte del mio approfondimento si è concretizzato
nel razionalizzare ciò che avevo compreso al livello intuitivo: ogni tappa
che ho fatto rappresenta il punto in cui ero arrivato in quel momento, in
termini evolutivi. Del resto siamo in continua evoluzione.
Come nasce Delicious?
Delicious non è la mia prima produzione: la prima è Dream, ma è
sicuramente la prima produzione importante con la casa discografica
EXECUTIVA MUSIC, nasce dalla voglia di creare nuove sonorità in un
momento dove la musica ha subito un cambiamento, uscendo da un
periodo dove l'EDM veniva pian piano sostituita con sonorità future
House e Deep
Cosa ti piace della tua professione?
Della mia professione mi piace tutto, dalla creatività che posso esprimere
durante le produzioni, al rapporto umano con il pubblico, alla possibilità di
conoscere persone, per me molto importante perché lo ritengo un modo
di crescere e di condividere esperienze.
Le tue influenze artistiche?
Beh artisticamente sono nato a fine anni 80, quindi sono cresciuto a pane
e musica dance, ma soprattutto sono cresciuto coi frutti artistici di Claudio
Cecchetto, da Linus ad Albertino per arrivare a Dan Harrow Sandy
Marton Tracy Spencer, ed i più recenti Prezioso, Molella, Fargetta e
Jovanotti. Ho sempre e comunque ascoltato tutta la musica, anche per
crearmi un ampio ventaglio di conoscenza musicale. Ai giorni nostri
adoro le produzioni di David Guetta, Tiesto, Bob Sinclar Timmy
Trumpet…
Per andare oltre i confini regionali un artista oltre che a mixare deve
dedicare del tempo alla produzione di brani? Lo ritieni utile?
Ovviamente... oggi come oggi un deejay è un artista a tutto tondo, non
può essere un juke box che propone solo musica, ma deve curare il
proprio personaggio e deve proporre soprattutto proprie produzioni.
Ora parliamo delle tue ispirazioni nello scegliere una selezione
musicale delle tue trasmissioni radiofoniche o nei tuoi deejay set.
Io sono uno spontaneo, uno che agisce di impulso e come si dice... “di
pancia”… i deejay set non li preparo mai… Arrivo nel locale, mi guardo
intorno, e inizio. Guardo come reagisce il pubblico e in base alla loro
risposta propongo pezzi che ritengo, indicati alla situazione. Anche i
programmi radiofonici non li preparo mai, improvviso perché ritengo che
un artista debba improvvisare in base alle sensazioni provate in quel
momento. Solo nella trasmissione LA STANZA ORALE che conduco con
la mia collega Micol Moruzzi, pochi minuti prima della messa in onda ci
confrontiamo sulle linee guida da tenere, ma poi anche lì,
improvvisiamo... abbiamo una fantastica intesa professionale, ci capiamo
con il solo sguardo: a volte ci sono parole che non dicono niente, ma
sguardi che dicono tutto.
La tecnologia quanto è importante nel tuo lavoro di dee jay
producer rispetto al passato?
La tecnologia è importantissima, non solo nell'ambito musicale e dei
deejay, pensiamo al progresso nel campo automobilistico, che ormai una
autovettura e' quasi in grado di guidare da sola... quindi dico sì... è molto
importante, ma lo è altrettanto saper andare senza pilota automatico,
perché l'umanizzazione in un deejay set, a mio avviso è importantissima.
Quindi, oltre alla tecnologia, ci vuole anche la mano sensibile del deejay.
Chi sono gli artisti contemporanei o colleghi per i quali ti piacerebbe
spendere una parola o collaborare per una produzione?
Mi piacerebbe produrre un singolo o un progetto musicale con un deejay
di fama mondiale, una collaborazione con David Guetta con la
partecipazione di una voce internazionale tipo Sia non sarebbe male, ma
vorrei produrre un pezzo anche con un'artista italiana, una voce
particolare come quella di Masini o Fiorella Mannoia.
the music is in my head
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Campionare: sì o no?
Assolutamente sì! Trovo sia affascinante
riportare in chiave moderna loop di vecchi brani,
quindi adoro campionare voci o melodie.
Puoi dirci un brano che proprio non puoi fare
a meno di mettere?
Beh sarò sicuramente banale, ma ogni deejay ha
un piccolo scrigno dove custodisce i cosiddetti
salvavita, cioè quei pezzi che appena proponi le
prime note riempi immediatamente le piste. Uno
dei miei preferiti è sicuramente BLA BLA BLA di
Gigi D'Agostino, che propongo in mille versioni.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Per il futuro vorrei continuare a produrre nuovi
singoli, (ne ho già 8 all'attivo di cui 2 pubblicati su
HIT MANIA); produrre e continuare nuovi
programmi radio, ma vediamo il post COVID
cosa ci proporrà e quanti locali avranno la forza
di riaprire e riiniziare.
Come stai vivendo questo momento di
particolare apprensione per via della
pandemia, con le relative restrizioni sulla
nostra vita di tutti i giorni e del tuo lavoro in
particolare.
Beh... sto vivendo un momento surreale che
nessuno di noi avrebbe mai pensato di
affrontare. Ma io sono uno che vede il bicchiere
sempre mezzo pieno, e sono convinto che
questo momento difficile è terribile, darà la
possibilità di ricominciare con nuovi progetti e
diventare ancora più forti di prima.
Ricominceremo da capo sicuramente, ci vorrà
sicuramente un periodo di rodaggio, ma poi
torneremo alla normalità
Parlaci del tuo rapporto professionale con la
tua patner radiofonica Micol Moruzzi e delle
tue dirette molto divertenti su FB.
Come spiegavo poco fa, io e Micol abbiamo un
rapporto stupendo non solo professionale ma
anche di amicizia, nato per caso cinque anni fa
da un'intervista radiofonica che lei mi ha fatto
nell'emittente dove tutt'oggi lavora, E che per
caso è sfociato in un rapporto professionale
basato su simpatia improvvisazione e musica.
Quindi il programma che conduciamo Insieme e
frutto di una sintonia e complicità
radiofonica
molto forte.
Un aneddoto che ti descrive?
Ce ne sarebbero molti di aneddoti che
contraddistinguono la mia vita professionale nel
mondo musicale, ma sicuramente uno tra i più
simpatici è stato quando, alla fine degli anni 80,
tutti gli artisti italiani avevano comunque nomi
d'arte che richiamavano la cultura americana ed
il mio era Alex Ghost. Durante un contest
musicale tra dj, un noto personaggio dello
spettacolo, dopo avermi elogiato per la bravura
visto la mia tenera età
al tempo diciassettenne
mi disse: certo che hai veramente un nome
d'arte che fa schifo ti consiglio di cambiarlo, tra
trent'anni tutti gli artisti porteranno o il loro nome
o comunque un nome italiano, quindi da lì decisi
di chiamarmi Alex Milani.
Alex Milani
NEXTNUMBER
MICOLMORUZZI
BELLAVITA
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ALEXMILANI
woman
entertainment
Angela scopre la passione per il canto grazie al Piccolo Coro di Santena, dall'età di 4 anni. E'
cantante ed autrice dei testi delle proprie canzoni. Angela ha partecipato a vari festival e selezioni
( Saint Vincent , Festival estivo di Piombino e di Parma , Premio Mia Martini , Tour Music Fest)
guadagnando sempre la finale ed è stata vincitrice del Festival della canzone Italiana in Belgio,
premiata dal presidente di giuria Fabrizio Pausini e Peppino di Capri, festival grazie a cui incontra il
produttore discografico Libertino Gallo, che produce il suo primo album di inediti " Oltre ciò che vedi".
Laureata al DAMS indirizzo musica, con specializzazione nel metodo Gordon, per bimbi da 0 a 6
anni e per donne in gravidanza, musicoterapia, varie tecniche di meditazione abbinate alla musica, e
coaching di benessere psico-fisico. Attualmente Angela è anche organizzatrice eventi e direttrice
artistica ufficiale del Festival " Arte e bellezza".
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Angela Contabile
Cantante e organizzatrice di eventi
THE INTERVIEW
Il genere musicale che più si avvicina alla tua personalità.
Il genere musicale che più si avvicina alla mia personalità direi pop rock, per per il coraggio e l'impatto deciso, a
volte un po' aggressivo con cui perseguo gli obiettivi, che però spesso non sono personali, ma indirizzati a chi
ne ha bisogno. In effetti il genere musicale che canto corrisponde alla descrizione.
Un aneddoto curioso e divertente della mia vita?
Una volta sono stata premiata sul
palco di un Festival in Belgio da
Fabrizio Pausini, papà di Laura.
Non me lo aspettavo così, appena
ho sentito il mio nome, mi sono
catapultata sul palco e sono
scivolata, cadendo a terra in
posizione prona ai piedi di Fabrizio
Pausini e davanti a circa 800
persone. Poi in Belgio non è come
in Italia, qui tutti avrebbero riso,
invece li sono rimasti con il fiato
sospeso in totale silenzio e l'unica
che rideva (per la figuraccia) ero io.
Parlami di qualcosa di più del tuo
lavoro.
Sono attualmente commessa in un
negozio di ottica, Monfort ottica,
all'interno di un centro commerciale.
Lavoro in Monfort Ottica da 10 anni,
ma ho sempre affiancato al lavoro
principale le mie passioni artistiche
e gli studi. La mia laurea in Dams
mi ha avvicinata, oltre che
maggiormente al canto, alla
musicoterapia e alle arti terapie in
genere quindi adesso definirei un
vero e proprio altro primo lavoro
quello che svolgo per chi ha
bisogno di crescere e raggiungere
degli obiettivi nella vita in campo
artistico e non solo. Mi occupo
oltretutto di proporre stages e
laboratori per adulti, bambini e
donne in gravidanza incentrati sulla
musica, sulla meditazione e sulle
varie arti terapie e discipline
olistiche alternative e preventive per quanto riguarda il benessere psico-fisico. Oltre a tutto ciò, essendo parte
del direttivo della Pro Loco Santena, ho iniziato ad organizzare eventi come direttrice artistica all'interno e al di
fuori di essa.
Il tuo futuro, come lo vedi.
Sicuramente il mio obiettivo prioritario in campo lavorativo e artistico è di ampliare le mie competenze e di
poterle mettere a disposizione di tante persone, seguendo varie fasce di età e accompagnandole al
raggiungimento dei propri obiettivi e formandole a livello personale ed artistico, aiutandoli a fare emergere il loro
talento. L'obiettivo potrebbe essere definito "Life coach degli artisti".
Tra 20 anni chi sarà Angela?
Angela tra 20 anni è una donna in carriera che ha accompagnato al successo personale tantissime persone e
contribuisce a portare benessere, sogni e felicità nella loro vita. Tra 20 anni Angela probabilmente avrà scritto
qualche libro. Angela avrà anche dato un ottimo esempio alla sua attuale bimba, che tra vent'anni sarà una
ragazza, insegnandole che tutto è possibile se si segue l'obiettivo con passione, fiducia, perseveranza, tenacia e
impegno.
Angela Contabile
Nella foto: Daisy Scaramella e Stefano Zandri in arte Den Harrow
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Dopo una lunga pausa voluta dall’artista, Den Harrow con un curriculum
di 20 milioni di dischi venduti, decide di tornare con un brano dance
vagamente anni 80, estivo ed attuale, scritto per lui dalla sua compagna
Daisy Scaramella.
Oltre alla versione originale scritta da due produttori di grande
esperienza Carlo Aiello e Michele Giorgi, vengono invitati a collaborare
altri noti produttori: Soundfactory di Danny Losito e Paolo Visnadi,
Watt & Jack , Gianpiero XP e Giancarlo Cavallo di One Station Radio,
Pirmaut e Nunzio Marzulli.
Tutti hanno dato un contributo fondamentale al fine di realizzare tante
versioni, di stili musicali diversi tra loro, una più bella dell’altra.
La produzione esecutiva e gli arrangiamenti di Always sono stati ideati e
curati da Den Harrow e Daisy Scaramella.
"Buon ascolto e vi aspettiamo tutti in discoteca, per ballare questa nuova
hit di Den Harrow ... parola di Captain Jack"
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The Dee-Jay
producer
Francesco Tursi in arte “ Le Noire” nasce a Moncalieri il 30 aprile 1972,
cresciuto a Trofarello ma tutt'ora residente a Santena prov.Torino, è un DJ
producer insieme al suo collega Simone Ventura. Francesco cresce con la
passione per la musica sin da piccolo quando all’età di 18 passava gran parte
delle domeniche in discoteca a guardare e cercare di apprendere il lavoro del DJ.
Nel 1992 frequenta il corso per DJ e inizia a suonare il varie discoteche in Italia
ed estero, tra cui Magic Club , Porto Seguro , Rodhouse 341 , Gipsy Club,
Korona Disco , Coyote Club Roma , Ethage Club , New Havana Cafè , The
Sound Club, e molti altri. Inizia a produrre remix in cui collabora anche con noti
DJ. I due producono musica EDM dove con ottimi
risultati sfornano brani di buon livello come
DREAM , EHART , MAD ma non disdegnano anche
collaborazioni dance con artisti dj del calibro di
ALEX MILANI con cui sono usciti, nel febbraio
2020, col brano edito da SMILAX - DON'T STOP
THE RHYTHM. “I miei remix non hanno un genere
specifico, se una canzone mi colpisce qualsiasi sia
il suo genere ci metto l’anima per far un buon
prodotto rispettando il genere e l’artista che ha
composto il brano” ci dice. “Mi sono esibito in
discoteche, disco pub e ospite in villaggi turistici e piazze in Italia ed estero.
Locali più noti e con bei ricordi ”. Sul web è possibile ascoltare le loro version:
delle perle nascoste da scoprire. Francesco Le Noire è presente su Facebook,
Twitter, Instagram, Linkedin.
Ultimamente ha realizzato insieme a Simone Ventura il remix ufficiale del nuovo
singolo di Den Harrow ( Always) per l'etichetta JB production e collabora con
Radio Roma e Radio Web 63.
UNO DEGLI SPECIAL BORDERLINE GUEST!
LeNoire
Per contatti lavorativi francescolenoire@yahoo.it
Per info e contatti mobile +39 348 5608246.
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Tony
Carrasco
INTER
WIEW
Raccontaci l'evoluzione della tua carriera.
Sono nato e cresciuto a New York City, dove ho
iniziato la mia ascesa per diventare un dj
internazionale. Ho lavorato in diversi top club a
new york, in europa e nei top club italiani. È stata
una grande esperienza lavorare in tutto il mondo
e principalmente presso lo STUDIO 54,
AMNESIE, PLAYGROUNDS, IBIZA, VARI
FESTIVAL, MIAMI MUSIC CONFERENCE, THE
LOVE PARADE festival di musica dance
elettronica, SWISS PARADE IN ZURICH e tanti
tanti altri…
Come è cambiato il clubbing House, da
quando hai iniziato tu ai giorni nostri?
Ho iniziato a registrare, produrre e remixare
musica alla fine del 1979 / 1980 fino ad oggi. È
cambiato completamente, oggi puoi registrare la
musica a casa o su un computer portatile,
mentre in passato la musica veniva registrata su
una macchina di registrazione nota come
registratore multitraccia.
Da producer, come è cambiata l' House music
in tutti questi anni?
La musica house ha molte forme, ha cambiato
pelle nel corso degli anni, in passato era più
orientata sul vocale, poi è passata a una fase
strumentale, fino ai campionamenti odierni degli
anni '70, '80 e alle tracce minimali.
Che ricordi hai dell'Italia e dei locali italiani?
Ho solo amore e tanti fantastici ricordi dei club
italiani e di tutta l' Italia. Ho fatto il DJ in ogni città,
paese e provincia da voi. Prima ancora che i dj
Guest mettessero piede in Italia. È stata una
grande e meravigliosa esperienza, non solo
suonare, ma anche vivere in Italia nonostante
dopo io abbia girato anche in molte città
europee. L'Italia è la mia seconda casa dopo
l'America.
Come pensi possano ripartire i club, dopo
questa pandemia mondiale del covid?
continua! Ho preso questa decisione per me, per
la mia famiglia, i miei amici e per tutti gli avventori
di discoteche, evento o festivalPropongo un'idea
ai pochi club rimasti, che ci sono in giro e, ad
eventuali club all'orizzonte che apriranno, anche
se personalmente, credo che le discoteche
abbiano iniziato già a soffrire negli ultimi 10 /15
anni, per colpa anche dei vari discobar (happy
hour djset), festival, grandi eventi e
un'abbondanza di dj ospiti internazionali. Si
spera che i proprietari di club leggano questa
intervista, gli proporrei, di tornare a dj resident,
assumendo 2/3 dj locali e offrendo loro un
contrattofisso. I2o3djovviamente,
dovrebbero essere
un dj esperto e uno o
due giovani di
talento, emergenti
della zona in modo
che tutti insieme
possano provare a
ricreare i veri club
come una volta. Solo
così, i piccoli club
potranno tornare a
suonare bella musica
o underground
house music, per
una pubblico magari
più ristretto ma
selezionato, mentre i
grandi club potranno
tornare a proporre
2/3 piste con generi
diversi, dalla musica
commerciale, revival
alla musica
underground house.
Come succedeva in
passato! Altrimenti le
discoteche
torneranno a soffrire,
nel tentativo di
competere coi più
grandi festival,
grandi eventi e le
ospitate dei soliti djs
internazionali.
Ribadisco il
messaggio per i
proprietari di
discoteche, tornate
ad assumere dj
resident!!!
Per quanto riguarda
COVID 19 Virus, è
una domanda difficile
a cui rispondere in questo preciso momento.
Penso che dovremmo provare a resistere alla
tempesta di COVID, almeno fino alla fine
dell'anno, dicembre 2020. Io presonalmente, ho
deciso di non fare serate, fino a quando tutti i
club, in tutto il mondo, non saranno riaperti,
semplicemente perché penso che non sarebbe
corretto per la mia salute e per la salute di
chiunque io possa incontrare in un club o in un
evento in questo momento o periodo. Ho perso
molte serate, ma la vita .
Raccontaci se puoi, qualche aneddoto o
storiella sullo studio 54, visto che tu hai
avuto il privilegio di viverlo in prima persona?
Non ho mai visto così tante persone famose
ballare e bere insieme nella stessa notte, nella
stessa serata, in un club, in tuttta la mia carriera
da dj, come succedeva sempre allo Studio 54.
tutti questi Vip, attori, cantanti etc...quando
entravano allo Studio 54, sembravano clienti
qualsiasi, persone normali, clienti normali, che
vanno semplicemente in discoteca a ballare. e
quanto si divertivano!!!
Per concludere, quali sono i tuoi progetti
futuri?
In passato ho pubblicato musica per film,
documentari e ora giochi. Ho appena firmato una
delle mie canzoni per Grand Theft Auto, il
famoso gioco per PlayStation4, Xbox One,
PlayStation3, Xbox 360 e PC e forse dovrò farne
una seconda canzone. Sto anche creando 2
nuove etichette discografiche per pubblicare
molta nuova musica da poter suonare in tutto il
mondo. Ovviamente, non appena tutto potrà
tornare alla normalità.
Auguro a tutti di stare bene e al sicuro carI amicI
continuate a lavorare cosi bene con il vostro
Magazine che presto tutto tornerà come prima ...
anzi ... meglio di prima. Parola di Tony ......
Tony Carrasco
women Le
deejay
più
famoseepagatealmondo
by Alice Del Monaco
Chi sono le donne dj più famose e pagate al mondo?
Ecco i nomi delle top dj che sono riuscite a sfondare nel mondo della musica facendo ballare milioni di
persone. Non sono molte le donne che sono riuscite a varcare la cortina di ferro che circonda il mondo dei
dj. La professione del dj è infatti normalmente associata a uomini: tra i 100 migliori deejay al mondo sono
solo quattro le donne menzionate, e tra la lista dei 10 dj più pagati al mondo non ne compare nemmeno
una. Eppure, donne dj brave e famose ce ne sono eccome e, per fortuna, ce n'è sempre di più. Non è
ancora arrivato purtroppo il momento in cui saranno finalmente pagate quanto i loro colleghi maschi, ma
per le professioniste della musica che scuote le piste da ballo stanno aprendosi sempre più porte anche se
nessuna di loro raggiunge neanche lontanamente i cachet dei dj uomini (che raggiungono apici come 46
milioni). Ad oggi, sono sempre di più dj donne che amano sperimentare con i loro set esplosivi, dalla
TECNO al EDM alla DANCE.
Ecco gli 11 nomi delle donne dj più famose e pagate al mondo.
TOKIMONSTA
Dopo aver studiato pianoforte, Tokimonsta decide di consacrarsi all'arte del mixing. Inizia al college
diventando famosa per i suoi remix di canzoni famosi e per i brani da lei stessa prodotti. Nel 2019 viene
nominata ai Grammys per “Best dance studio album”.
La dj britannica prima di decidere di dedicarsi
alla musica house era una giocatrice di
football professionista. Ma ad un certo punto
non ha più saputo resistere alla chiamata e ha
cominciato a mettere e a mixare musica
house sulle piste da ballo, facendo
letteralmente impazzire il pubblico. Sempre in
tour, Hannah Wants si impegna anche nella
promozione e nell'aiuto di giovani dj
emergenti.
NERVO
è il cognome di due sorelle australiane che si sono guadagnate il loro posto nel pantheon dei dj dopo
l’enorme successo di “When love takes over” , brano reso famoso da David Guetta e Kelly Rowland.
Nervo continuano a produrre musica per altri artisti famosi e a girare con i loro dj set. Nel 2014, dopo 200
concerti le due hanno incassato, secondo Forbes, 9 milioni di dollari in soli 12 mesi.
HANNAH WANTS
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MIJA
Questa deejay originaria dell' Arizona arriva al successo quando viene adocchiata da Skrillex, che sentendo
uno dei suoi set decide di aiutarla a sfondare. Da quell'incontro, la strada per Mija va in discesa, e comincia a
collezionare date in festival famosi come Coachella, Miami Music Week e Red Bull's Culture Clash.
MISS K8
KREWELLA
Direttamente dall' Ucraina, ad accendere i cuori e i corpi di club, discoteche e festival con la sua techno feroce
è invece Miss K8. Nel 2015, Miss K8 è comparsa nella lista dei 100 dj migliori al mondo secondo il magazine
Dj Mag, piazzandosi al 94esimo posto (considerato che il 90 % dei nomi presenti nella lista sono maschili) .
Un’altra coppia di
sorelle dj famose sono
le Krewella, note per
il loro gusto eclettico
ed esotico, mixando
pop e musica etnica e
molto altro ancora. Le
due sono anche
producer, producendo
brani dance di
successo come “Alive”
and “Team”. Secondo
Forbes, le due sorelle
sono tra le dj donne
più pagate al mondo.
Richiamandosi al celebre
libro “Alice nel Paese
delle Meraviglie”, Alison
Wonderland fa il suo
ingresso nel mondo
dell' EDM nel 2012. Si fa
notare sia per le sue
notevoli abilità di
mixaggio sia
come producer.
Alison
Wonderland ha
una formazione classica,
dedicandosi per molti
anni allo studio del
violoncello.
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NINA KRAVIZ
Nina Kraviz è una delle DJ e produttrici più acclamate della scena techno internazionale. Originaria di
Irkutsk, Siberia, è apparsa sulla scena a metà degli anni 2000 stabilendosi ben presto sia come DJ sia
come produttrice. Proprietaria della label Trip ( трип), negli ultimi anni è diventata uno dei punti di riferi-
mento nel panorama techno. Ha suonato in alcuni dei festival più importanti al mondo, fra cui Time Warp,
Sónar Festival, Awakenings, Primavera Sound e Coachella, ed ha prodotto alcuni dei brani più rilevanti
dell'ultimo decennio, come "Ghetto Kraviz" o "I Wanna Go Bang" , l'uscita di Bjarki su Trip.Nata alla fine
degli anni 80, Nina Kraviz era nel mondo della musica già da bambina. Iniziando dal rock con influenze
elettroniche, avvicinandosi poi alla musica acid, Detroit techno, IDM, Chicago house, funk, disco
classica ed EBM, e arrivando infine alla disco underground e alla new-wave che, insieme a tutti gli altri
generi, hanno forgiato il suo suono nel corso degli anni. Mentre studiava medicina negli anni 90,
diventò una presentatrice radiofonica e giornalista per Ptuch, una leggendaria rivista musicale
russa. Nel 2000, dopo essersi trasferita a Mosca, iniziò la sua collezione di vinili e, continuando la
sua carriera come giornalista, iniziò anche a lavorare come assistente in unaagenzia di artisti.
Negli stessi anni, iniziò a collezionare musica funk ed organizzare party funk con un amico. È
quando entrò a far parte della band My Space Rocket come cantante, cantautrice e
co-produttrice, che iniziò a produrre la propria musica. Tuttavia, il punto di svolta
nella sua carriera avvenne nel 2006, quando partecipò alla Red Bull Music Academy a
Melbourne. Un’esperienza intensa che le premise di far avere a Greg Wilson la demo della
sua band, e nel 2007 “Amok”, traccia co-prodotta con l’attuale Vakula, fu pubblicata su B77.
L’anno successivo, dopo aver lasciato la band, iniziò a caricare la sua musica su MySpace
sotto l’alias Damela Ayer, continuando la sua carriera come dentista e lavorando
all'Ospedale dei Veterani di Guerra. I venerdì sera però erano dedicati alla sua serata nel
leggendario Propaganda club di Mosca. Era sempre il 2008 quando le sue demo
vennero accettate da Jus-Ed su Underground Quality e da Radio Slave ( Matt
Edwards) su Rekids. Questo le aprì le porte internazionali. Nel 2011, i 2 EP “I’m
Week” e “Ghetto Kraviz” divennero delle hit underground e nel 2012 pubblicò il suo
album di debutto su Rekids. Un altro punto di svolta avvenne nel 2014, quando Nina
Kraviz lanciò Trip ( трип), la sua etichetta, grazie a cui diversi nomi vennero
introdotti sulla scena, fra cui Bjarki e Nikita Zabelin. Il 2015 fu segnato dalla
traccia “I Wanna Go Bang” di Bjarki, pubblicata su Trip e riconosciuta come una
delle tracce techno dell’anno.
Ciò che è venuto dopo per Nina Kraviz è stato un continuo miglioramento
della sua ormai già ben definita carriera. Performance come quella al
Coachella nel 2019, dove ha portato un nuovo concetto di live show, o il
suo nuovo b2b con Helena Hauff, sono la dimostrazione di ciò che può
offrire questa artista. Non solo, la costante evoluzione del suo suono e la
sua continua ricerca di nuovi approcci musicali, fanno di Nina Kraviz
uno dei nomi più versatili e apprezzati nel mondo della musica
elettronica.
Nina Kraviz
NINA LAS VEGAS
La carriera di
Nina Las Vegas inizia come dj in radio, diventando presto uno dei nomi più noti del radio djing
australiano. Presto inizia anche a produrre musica e decide di aprire un'etichetta discografica che continua a
gestire tuttora. Nina Las Vegas collabora con Diplo, uno dei dj uomini più famosi e pagati al mondo.
HELENA HAUFF
La dj e producer tedesca si fa riconoscere per i suoi set techno dalle sonorità vintage e per le sue tracce
electro. Come producer Hauff ha riscosso molto apprezzamento sia di pubblico che di critica, ed è stata la
prima donna dj ad essere chiamata per il famoso BBC Radio 1's Essential Mix, normalmente affidato a
uomini.
ANNIE MAC
Attiva da più di 20 anni sulla scena musicale internazionale, la dj irlandese vanta anche un'ottima carriera
come presentatrice televisiva. Mac collaborerà anche con la prestigiosa BBC Radio con un programma tutto
suo, che va in onda tutti i venerdì sera. Annie Mac continua a suonare nei festival più importanti al mondo.
LE
DONNE
DJ
ESISTONO
"Le donne dee-jay dimostrano ad ogni set di
essere brave professioniste, creative e capaci,
perfettamente in grado di gestire grandi folle con i
loro set esplosivi, al pari dei colleghi uomini.
Le coraggiose che ora stanno conquistando i
posti più prestigiosi della scena musicale
internazionale aprono la strada alle loro colleghe
ancora emergenti, sperando che prima o poi la
situazione diventi più egualitaria, dove talento e
professionalità vengono premiati allo stesso a
prescindere dal sesso. I tempi non sono ancora
maturi, ma ci auguriamo che maturino il prima
possibile. Parola di Jack"
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