Archeomatica_2_2021
Tecnologie per i Beni Culturali
Tecnologie per i Beni Culturali
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ivista trimestrale, Anno XIII - Numero II giugno <strong>2021</strong><br />
ArcheomaticA<br />
Tecnologie per i Beni Culturali<br />
Laser Scanner 3D per il Restauro<br />
Ricomposizione di opere d'arte<br />
Raccontare la Memoria<br />
Marketing culturale in Molise<br />
Archeologia forense sulla scena del crimine<br />
www.archeomatica.it
EDITORIALE<br />
Il DNA di Leonardo<br />
Cari lettori,<br />
mentre affidiamo ad <strong>Archeomatica</strong> contenuti che, molto spesso, più sono tecnologicamente avanzati e<br />
più respingono con precisione esasperata le nostri menti alla preistoria della vita, spostando millenni<br />
inondati di mistero come fossero granelli di sabbia, spinti dalla curiosità, scopriamo che istituzioni<br />
serissime come il Centro Rockefeller di New York indagano sul DNA di Leonardo Da Vinci. Rintracciano<br />
i suoi eredi viventi nel Comune toscano di Vinci allo scopo di rivelare all’umanità il segreto del suo<br />
genio attraverso i suoi cromosomi, trascrivendo con l’automazione dell’Intelligenza Artificiale questo<br />
codice vinciano. Ora, per prima cosa, vorremmo augurare agli abitanti di Vinci che i loro antenati<br />
abbiano pagato con regolarità i rispettivi carichi fiscali, compreso quello cimiteriale, per non vedersi<br />
recapitare gabelle di Ser Piero Da Vinci e dei suoi successori in virtù della loro onorata sepoltura nel<br />
Comune, dato che sarebbe così certificata la loro discendenza, in barba a tutte le leggi anti-razziali<br />
del nostro paese. In secondo luogo, ci spieghiamo perché la storia dell’arte si sia affannata nei secoli a<br />
cercare il genio nelle opere degli uomini e delle donne, cioè nel loro studio e lavoro, con altro studio,<br />
che una tecnologia, e le macchine di Leonardo sono di questo genere, può alleviare e semplificare,<br />
presumendo più che accettando di non sapere se fosse scritto o meno nel loro genoma. Cosa che<br />
sarebbe una negazione del libero arbitrio nel vissuto individuale: una sorta di predestinazione<br />
programmata. Finiremmo per schierarci con la scienza di Antonino Zichichi, laddove afferma, o così<br />
ci sembra, che Dio esiste perché è logico che esista, e ne saremmo infinitamente sollevati con la<br />
coscienza del fatto che tanti Leonardo Da Vinci rigenerati come pecore Dolly nel mondo sarebbero una<br />
scoperta inaspettata soprattutto per loro stessi. Lasciando insoddisfatto il bisogno di ogni individuo<br />
di determinarsi l’un l’altro, non vi sarebbe, per la scienza, nulla di più nuovo che un robot quasi<br />
perfetto: nell’essere ognuno, schiavo e prigioniero di se stesso, se anche un robot può sviluppare<br />
sentimenti di abbandono, di impotenza e di ribellione, non solo alla morte, ma all’egemonia, alla<br />
supremazia, alla sopraffazione e al dominio. Per banalizzare, qualcosa di simile è avvenuto con<br />
l’invenzione della plastica, che ha reso più confortevoli le nostre esistenze. Come non accorgerci che<br />
la plastica è un’arte oltre che una tecnologia, ma che pretende di essere indistruttibile e immutabile?<br />
E, senza un antidoto, come non vietarne oggi l’uso indiscriminato non solo sotto forma di flaconi,<br />
piatti e bottiglie, ma nell’abbigliamento, soprattutto le scarpe, che, con la loro bellezza, invaderanno<br />
presto, per altrettanti milioni di chilometri, i mari?<br />
La realtà virtuale, la simulazione, perfino la riproduzione sono arti, sono tecnologie dalle quali è il<br />
territorio, il pianeta ed i suoi esseri viventi, perfino quelli congelati 50000 anni fa, e non solo il corpo<br />
umano, a restituirci la memoria alienata dagli eventi, compresa quella della scissione delle cellule<br />
riproduttive, fino all’estinzione delle specie, come gli articoli di questo numero di <strong>Archeomatica</strong><br />
hanno esperito nei campi più diversi: l’investigazione forense, il restauro delle sculture antiche<br />
e la ricostruzione dopo il terremoto dei monumenti come il Duomo di Mirandola, la catastrofe,<br />
emozionalmente intesa, della Seconda Guerra Mondiale in un luogo privilegiato della memoria come<br />
Cassino, il recupero di città scomparse sotto nuove costruzioni a Cipro, la risorsa della tradizione<br />
culturale di intere regioni, come il Molise.<br />
Per la verità ogni secolo ha avuto i suoi Leonardo Da Vinci, tanto da indurci a classificare leonardesche<br />
opere che Leonardo non si sarebbe mai sognato di fare, ma nessun umano, almeno finora, ha imparato<br />
a volare. Leonardo ha mostrato per primo, con più di un’esperienza annotata, se solo per un momento<br />
fossimo entrati nella memoria tecnologica che ha tramandato, che non potrebbe e perché. Ha appreso<br />
piuttosto da tempo la scienza a sondare e calcolare l’universo dell’infinitamente piccolo, la carica<br />
positiva, che continuo non è, ma che continua, diversificandosi perennemente: la scissione della<br />
cellula. Secoli di storia, virtualmente compresi, hanno determinato una convinzione elementare su<br />
questa gigantesca memoria di laboratorio, ed è la seguente, molto riduttiva: nessuna comunità o<br />
collettività può e deve assoggettare qualsiasi individuo ad una profilassi eudemonica quale che sia,<br />
fosse pure quella di guarire, di ricordare o di rinascere.<br />
È la realtà virtuale che ricorda anche l’inganno: la memoria chimica del genoma - l’introspezione<br />
alla quale è affidata la nostra predisposizione - che registra ogni errore per poterlo ‘dimenticare’,<br />
per eliminarlo dagli infinitesimi delle sue ultime sequenze emesse. Ammirevole più che irripetibile:<br />
la tecnologia può far capire che l’inaspettato della scoperta è tutt’altro che sensazionalmente<br />
lapalissiano o imperscrutabile, ma che ha un risultato.<br />
Buona lettura,<br />
Francesca Salvemini
IN QUESTO NUMERO<br />
RESTAURO<br />
6 Rilievo Laser Scanner<br />
3D per il restauro della<br />
Chiesa di Santa Maria<br />
Maggiore Mirandola<br />
di Leandro Scaletti, Carlo Gira<br />
Render 3D della navata centrale Chiesa di Santa<br />
Maria Maggiore a Mirandola effettuata con<br />
tecnologie di rilievo digitale e modellazione<br />
tridimensionale per l’analisi progettuale della<br />
ricostruzione del Duomo di Mirandola dopo il<br />
sisma del 2012.<br />
RIVELAZIONI<br />
10 Sistema RestArt<br />
per la ricomposizione<br />
ad alta precisione di<br />
opere d’arte lapidee<br />
frammentarie di Pietro<br />
Nardelli, Martina Pavan, Giulia<br />
Pompa, Silvia Borghini, Massimiliano Baldini, Alessandro Colucci,<br />
Vincenzo Fioriti, Alessandro Picca, Angelo Tatì, Ivan Roselli<br />
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ArcheomaticA<br />
Tecnologie per i Beni Culturali<br />
Anno XIII, N° 2 - GIUGNO <strong>2021</strong><br />
<strong>Archeomatica</strong>, trimestrale pubblicata dal 2009, è la prima rivista<br />
italiana interamente dedicata alla divulgazione, promozione<br />
e interscambio di conoscenze sulle tecnologie per la tutela,<br />
la conservazione, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio<br />
culturale italiano ed internazionale. Pubblica argomenti su<br />
tecnologie per il rilievo e la documentazione, per l'analisi e la<br />
diagnosi, per l'intervento di restauro o per la manutenzione e,<br />
in ultimo, per la fruizione legata all'indotto dei musei e dei<br />
parchi archeologici, senza tralasciare le modalità di fruizione<br />
avanzata del web con il suo social networking e le periferiche<br />
"smart". Collabora con tutti i riferimenti del settore sia italiani<br />
che stranieri, tra i quali professionisti, istituzioni, accademia,<br />
enti di ricerca e pubbliche amministrazioni.<br />
Direttore<br />
Renzo Carlucci<br />
dir@archeomatica.it<br />
Direttore Responsabile<br />
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Comitato scientifico<br />
Annalisa Cipriani, Maurizio Forte,<br />
Bernard Frischer, Giovanni Ettore Gigante,<br />
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Francesco Prosperetti, Marco Ramazzotti,<br />
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Redazione<br />
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redazione@archeomatica.it<br />
Licia Romano<br />
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14 La Memoria Raccontata<br />
di Hubstract Made for Art<br />
RUBRICHE<br />
28 AZIENDE E<br />
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30 AGORÀ<br />
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28 L'Archeologia<br />
Forense e CSI<br />
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Tecnologie dei Beni<br />
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GTER 9<br />
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Nais 40<br />
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del 19 novembre 2009<br />
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dell’editore.<br />
Data chiusura in redazione: 20 aprile <strong>2021</strong>
RESTAURO<br />
Rilievo Laser Scanner 3D per il restauro<br />
della Chiesa di Santa Maria Maggiore a<br />
Mirandola<br />
di Leandro Scaletti, Carlo Gira<br />
Tecnologie di rilievo digitale e<br />
modellazione tridimensionale<br />
per l’analisi progettuale della<br />
ricostruzione del Duomo di<br />
Mirandola dopo il sisma del 2012.<br />
Verifica e ridimensionamento delle<br />
capriate lignee e delle nuove volte<br />
leggere per la realizzazione delle<br />
coperture, per il restauro delle<br />
strutture resistite al sisma e per il<br />
Fig. 1 - Lavori di messa in sicurezza dopo i crolli.<br />
consolidamento strutturale.<br />
IL DUOMO DI MIRANDOLA E I DANNI POST-SISMA<br />
La Chiesa di Santa Maria Maggiore, o Duomo di Mirandola, risale alla prima metà del XV secolo,<br />
ma viene consacrata solo nel 1491. È una Chiesa in stile Gotico situata nel centro storico della<br />
città di Mirandola. Il Duomo non ha subito, nel corso dei secoli, modifiche sostanziali che ne<br />
abbiano snaturato la primitiva impostazione stilistica. Si tratta di una costruzione a pianta basilicale,<br />
non provvista di transetto, che si articola in tre navate. La navata centrale, di maggiori<br />
dimensioni ed altezza rispetto alle laterali, è scandita ai lati da quattro colonne alternate a<br />
tre pilastri polistili per parte che sorreggono archi ogivali e si conclude in un’abside poligonale<br />
(così come la navata sinistra). La navata destra si conclude invece con la torre campanaria.<br />
I due eventi sismici del 2012 hanno colpito duramente la struttura della Chiesa ed hanno purtroppo<br />
messo in evidenza ogni debolezza e sconnessione presente. Anche se appariva in buono<br />
stato, il Duomo presentava infatti una struttura debole dall’origine non più omogenea, a causa<br />
dei numerosi interventi vari e differenziati effettuati nel corso dei secoli.<br />
La prima scossa aveva prodotto il crollo di una parte delle volte della navata centrale adiacente<br />
alla facciata e aveva arrecato danni alle murature verticali. La seconda scossa, dopo alcuni<br />
giorni, ha prodotto danni gravissimi alle volte ed alle coperture con il crollo delle mura del<br />
cleristorio, della parete esterna della navata sinistra e della parte superiore della facciata.<br />
6 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali 7<br />
Fig. 2 - Render 3D della copertura della Navata Centrale.<br />
LA SITUAZIONE DOPO IL SISMA ED IL RILIEVO<br />
Dopo il sisma la Chiesa si presentava piena delle macerie<br />
del tetto e delle volte. Il lavoro di messa in sicurezza dei<br />
Vigili del Fuoco è stato essenziale per liberare gli spazi e<br />
per intervenire con il primo rilievo Laser Scanner.<br />
In questa prima fase è risultato necessario e fondamentale<br />
avere un rilievo accurato e fedele dello stato di fatto<br />
del Duomo. Le parti superiori rimaste dei muri e del<br />
cleristorio presentavano dopo il sisma un fuori piombo di<br />
oltre 35cm su ogni lato, ovvero ben superiori all’appoggio<br />
degli elementi lignei.<br />
In tale situazione, come in molte altre simili, la tecnologia<br />
laser scanner risulta l’unico metodo valido per acquisire<br />
le geometrie senza contatto e con minori rischi per<br />
gli operatori. Il rilievo in questa fase ha consentito una<br />
descrizione puntuale degli interventi, a partire dalla realizzazione<br />
dei ponteggi interni, autonomi dalle murature,<br />
che hanno dato stabilità alle strutture danneggiate.<br />
IL PROGETTO DI RICOSTRUZIONE<br />
Il progetto di restauro della Chiesa consisteva nel conservare<br />
le parti rimaste, consolidandole per quanto possibi-<br />
Fig. 3 - Progetto delle Volte e delle Capriate lignee per la realizzazione della nuova copertura del Duomo.
le, ricostruendo le parti superiori crollate (coperture e<br />
volte) in modo leggero, ma adeguatamente resistente per<br />
trasferire le forze sismiche ai presidi resistenti, costituiti<br />
essenzialmente, in direzione trasversale, dalla facciata e<br />
dal campanile.<br />
Il progetto di restauro e miglioramento sismico del Duomo<br />
è stato curato dallo Studio Comes di Sesto Fiorentino, in<br />
particolare dall’Arch. Carlo Blasi e dall’Ing. Susanna Carfagni,<br />
che ha assunto anche la direzione lavori, mentre il<br />
coordinamento per la sicurezza è stato svolto dall’Arch.<br />
Enrico Miceli. L’impresa capogruppo è stata la Bottoli Costruzioni<br />
di Mantova; imprese mandanti Alchimia Laboratorio<br />
di Restauro di Cavezzo, Caem Group di Curtatone e<br />
Martini & Martini Impiantistica di Magnacavallo.<br />
Dopo i lavori di messa in sicurezza, il progetto prevedeva<br />
interventi di raddrizzamento della sommità delle pareti<br />
della navata centrale con consolidamento e parziale ricostruzione<br />
delle parti danneggiate a seguito del terremoto.<br />
Inoltre prevedeva la realizzazione di nuova struttura<br />
leggera di copertura delle navate centrale e sinistra, costituita<br />
da capriate di legno lamellare/acciaio, arcarecci<br />
di legno lamellare e tavolato microlamellare. La ricostruzione<br />
delle volte crollate è stata realizzata con materiali<br />
leggeri e con caratteristiche fono-assorbenti.<br />
Essenziale nella fase progettuale è stata la realizzazione<br />
di un modello in scala delle volte, utile soprattutto per le<br />
valutazioni progettuali di produzione delle stesse.<br />
Il rilievo e la verifica del progetto<br />
Il rilievo Laser Scanner in questa fase è risultato più complesso<br />
del solito, data la presenza delle opere provvisionali<br />
che erano addossate alle pareti e strutture, occupando<br />
gli spazi interni. Il lavoro di scansione e pulitura delle<br />
nuvole di punti è quindi risultato molto oneroso in termini<br />
di tempo. Infatti in fase di acquisizione è stato essenziale<br />
l’uso di numerosi riferimenti come target e sfere<br />
per riferire le singole stazioni. I ponteggi rappresentano,<br />
in questi casi, un enorme ostacolo per la strumentazione:<br />
occludendo totalmente gli ambienti rendono necessario<br />
un maggior numeri di scansioni, facendo quindi risultare<br />
molto più complicata la successiva fase di allineamento.<br />
Per il rilievo è stato usato un Faro Focus X120, con risoluzione<br />
a 44 milioni di punti per singola scansione e<br />
precisione 4X (I fattori di qualità da 1x a 4x sono solo<br />
espressioni diverse per il tempo di osservazione: 1x ha il<br />
tempo di osservazione minimo di 1 µs per punto di scansione<br />
e 4x ha 8 µs per punto di scansione).<br />
Ogni singola scansione è stata ripulita da tutti i ponteggi<br />
e gli elementi che non interessavano il rilievo. Il risultato<br />
dopo l’allineamento è quindi una nuvola di punti 3D che<br />
descrive lo stato di fatto delle strutture murarie dopo il<br />
loro raddrizzamento. Dal rilievo è stato possibile quindi<br />
riscontrare le misure del progetto direttamente sulla<br />
nuvola di punti, verificando le incongruenze e le possibili<br />
interferenze con le murature, che dopo gli interventi<br />
di consolidamento e ricostruzione, hanno mutato la loro<br />
forma e posizione rispetto al precedente rilievo.<br />
L’elaborazione del dato a nuvola di punti è stato inizialmente<br />
in formato 2D, producendo elaborati CAD sui quali<br />
i progettisti hanno ricalibrato il progetto. Sono state ridimensionate<br />
le volte, sfruttando il più possibile lo spazio<br />
risultante tra queste e le murature della navata centrale,<br />
e sono state riposizionate le capriate lignee, facendo corrispondere<br />
alla perfezione il progetto con la situazione<br />
reale.<br />
Per avere sotto controllo tutte le possibili interferenze<br />
tra volte e murature esistenti, è risultato poi<br />
necessaria la modellazione tridimensionale<br />
del progetto, sovrapponendolo alla Mesh 3D<br />
risultante dalla nuvola di punti. Per realizzare<br />
quest’ultima, le metodologie usate hanno<br />
richiesto l’utilizzo di più software. Partendo<br />
dalle singole nuvole, si è proceduto<br />
alla triangolazione delle mesh, una per ogni<br />
nuvola. Questo processo allunga e rende più<br />
pesante in termini computazionali il risultato<br />
finale, che tuttavia presenta un’accuratezza<br />
geometrica molto più elevata rispetto<br />
alla triangolazione della nuvola unica (i nostri<br />
risultati di mesh generati producono così<br />
mesh più nitide e pulite con una struttura<br />
fondamentalmente diversa da quelle generate<br />
tramite funzioni implicite, per colmare<br />
il più possibile il divario con la scansione<br />
originale).<br />
Attraverso la tecnologia Laser Scanner 3D è<br />
stato possibile individuare tutte le incognite<br />
relative alla realizzazione della copertura.<br />
Una volta modellate le capriate lignee e le<br />
volte leggere in 3D, sulla base delle misurazioni<br />
effettuate, è stato possibile correggere<br />
in corso d’opera il progetto iniziale, anticipando<br />
ogni tipo di problematica futura.<br />
Il 21 settembre 2019 il Duomo restaurato<br />
è stato riaperto al culto dopo soli due anni<br />
dall’inizio lavori. Esempio di come la tecnologia<br />
Laser Scanner può fare la differenza in<br />
termini di tempo ed affidabilità.<br />
Fig. 4 - Messa in opera delle volte leggere.<br />
8 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>
TELERILEVAMENTO<br />
Tecnologie per i Beni Culturali 9<br />
Fig. 5 - Cerimonia solenne a Mirandola per l’inaugurazione del duomo ricostruito dopo il terribile terremoto del 2012 che lo ha distrutto. Le foto della cerimonia di<br />
Gino Esposito – Fonte: Gazzetta di Modena.<br />
Abstract<br />
Digital survey technologies and three-dimensional modeling for the design<br />
analysis of the reconstruction of the Mirandola Cathedral after the 2012<br />
earthquake.<br />
Verification and resizing of the wooden trusses and of the new light vaults for<br />
the construction of the roofs, for the restoration of the structures resisted to<br />
the earthquake and for the structural consolidation.<br />
Parole chiave<br />
Laser scanner; restauro; modello 3D; architettura; conservazione; post-sisma<br />
Autore<br />
Leandro Scaletti<br />
leandro.scaletti@dimensio.it<br />
via Dante Alighieri, 40, 50058 Signa (FI)<br />
Dimensio Laser Scanner Services<br />
Carlo Gira<br />
carlo.gira@dimensio.it<br />
viale G. Matteotti, 27, 50121 Firenze (FI)<br />
Dimensio Laser Scanner Services<br />
MONITORAGGIO 3D<br />
GIS E WEBGIS<br />
www.gter.it<br />
info@gter.it<br />
GNSS<br />
FORMAZIONE<br />
RICERCA E INNOVAZIONE
RIVELAZIONI<br />
Sistema RestArt per la ricomposizione ad alta<br />
precisione di opere d’arte lapidee frammentarie<br />
di Pietro Nardelli, Martina<br />
Pavan, Giulia Pompa,<br />
Silvia Borghini, Massimiliano<br />
Baldini, Alessandro<br />
Colucci, Vincenzo Fioriti,<br />
Alessandro Picca, Angelo<br />
Tatì, Ivan Roselli<br />
Fig. 1 - Scansione con braccio laser scanner 3D dei frammenti lapidei di un provino per la ricomposizione<br />
con il sistema RestArt (a). Dettaglio del trapano su bracci a controllo numerico(b).<br />
L’innovativo metodo di ricomposizione di opere lapidee conservate in frammenti è stato<br />
messo a punto nell’ambito del progetto RestArt, co-finanziato dall’Unione Europea e dalla<br />
Regione Lazio. Il sistema permette tramite tecnologie di meccatronica e di ricostruzione<br />
virtuale 3D una precisione ed efficacia nella realizzazione degli imperniaggi molto maggiore<br />
rispetto ai metodi tradizionali usualmente impiegati.<br />
Nel campo del restauro di manufatti antichi la possibilità<br />
di avere a disposizione metodi efficaci per riassemblare<br />
con elevata precisione opere d’arte frammentate è un<br />
tema di notevole rilevanza. In effetti, è un’esperienza molto<br />
comune, ad esempio negli scavi archeologici, ritrovare frammenti<br />
che appartengono a statue, elementi architettonici o<br />
manufatti antichi di vario genere, i quali non sempre sono di<br />
facile ricomposizione. Di recente, l’innovazione tecnologica<br />
nel rilievo 3D ad alta precisione e i progressi nella computer<br />
grafica permettono di eseguire delle ricostruzioni virtuali e<br />
una visualizzazione complessiva delle opere con grande efficacia<br />
(Papaioannou et al. 2017, Jo et al. 2020, Rasheed &<br />
Nordin 2020, Gherardini et al. 2018). Tuttavia, la ricomposizione<br />
dell’oggetto frammentato reale rimane spesso una sfida<br />
difficilissima per i restauratori. Certamente, questi ultimi<br />
si possono giovare della guida e del supporto delle innovazioni<br />
tecnologiche per la ricostruzione virtuale (Arbacea et<br />
al. 2013) e attraverso le loro competenze e la loro esperienza<br />
eseguire le operazioni pratiche di ricomposizione che a<br />
tutt’oggi sono prevalentemente di tipo manuale. Benché l’abilità<br />
anche manuale del restauratore è e rimane imprescindibile,<br />
si pongono dei problemi comunque molto rilevanti,<br />
soprattutto se i frammenti sono di notevole dimensione e di<br />
forma irregolare, non potendo essere più gestiti agevolmente<br />
a mano. Nella gestione di queste situazioni si ricorre di<br />
solito a strutture e attrezzature che aiutano i restauratori<br />
nella movimentazione dei frammenti. A questo punto, l’innovazione<br />
tecnologica può dare un contributo anche in queste<br />
operazioni tramite l’impiego di macchinari opportunamente<br />
ideati e progettati, sfruttando la meccatronica di alta precisione<br />
basata su slitte e bracci robotici a controllo numerico<br />
integrati con accurati e versatili sistemi di rilievo 3D. Inoltre,<br />
nel caso di grandi opere lapidee la ricomposizione avviene<br />
attraverso la foratura della pietra e l’inserimento di appositi<br />
perni nei fori, operazione delicata, la cui massima precisione<br />
permette di risparmiare il più possibile quantità di materiale<br />
originario, nonché assicura la massima efficacia della tenuta<br />
dell’imperniaggio. Non meno importante è la definizione di<br />
una procedura complessiva di operazioni ben studiate per ottimizzare<br />
tutti i passaggi per portare a termine con successo<br />
il lavoro di restauro finale.<br />
Questo è il caso della procedura sviluppata nel progetto RestArt,<br />
la quale integra l’utilizzo di un macchinario di alta precisione<br />
a controllo numerico con un sistema di scansione laser<br />
3D avanzato. I macchinari e tutte le componenti accessorie<br />
che costituiscono il sistema RestArt sono stati inventati e progettati<br />
dall’arch. P. Nardelli, titolare di relativo brevetto in<br />
corso (Nardelli <strong>2021</strong>).<br />
10 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali 11<br />
La procedura complessiva, prima di essere utilizzata su opere<br />
d’arte originali, è stata sperimentata su provini fratturati in<br />
modo casuale nella parte centrale, a simulare due frammenti<br />
lapidei rappresentativi di statue o elementi architettonici<br />
antichi. Analoghi provini sono stati ricomposti con il metodo<br />
tradizionale usato come riferimento. I suddetti provini sono<br />
poi stati sottoposti a una serie di prove meccaniche di resistenza<br />
a vibrazione su tavola vibrante (Rossi et al. 2020). Le<br />
prove hanno riprodotto vibrazioni naturali (sismiche) o antropiche<br />
(dovute a mezzi di trasporto) a intensità crescente<br />
fino a livelli estremi, monitorando con diverse tipi di misure<br />
l’evoluzione dello stato di danneggiamento dei provini. In<br />
particolare, la risposta dei provini è stata valutata tramite<br />
l’analisi dei dati di vibrazionedei marcatori tracciati da un<br />
sistema opto-elettronico di visione 3D motion e con degli accelerometri<br />
(De Canio et al. 2016). In aggiunta, sono stati<br />
analizzati anche i filmati video delle vibrazioni con avanzate<br />
tecniche di elaborazione video derivate dal metodo del moto<br />
magnificato (Fioriti et al. 2018). Infine, sono stati eseguiti anche<br />
dei test con martello sonico (Polimeno et al. 2018) prima<br />
e dopo le vibrazioni su tavola vibrante al fine di verificare lo<br />
stato di integrità e il livello di danneggiamento dei provini.<br />
A seguito della validazione scientifica, che ha dimostrato la<br />
maggior efficacia del sistema RestArt rispetto al metodo tradizionale,<br />
sono stati realizzati con ottimi risultati restauri di<br />
opere d’arte antiche frammentate.<br />
IL SISTEMA RESTART<br />
Il sistema RestArt rappresenta un avanzamento tecnologico<br />
importante per il settore della conservazione dei beni culturali<br />
che, potendo garantire la massima precisione d’intervento,<br />
apporta maggiore sicurezza e rispetto per la materia<br />
originale. E’ comunque importante sottolineare che la<br />
strumentazione robotica non vuole e non potrebbe in nessun<br />
caso sostituirsi al restauratore, che con la sua esperienza e<br />
sensibilità rimane l'ultimo artefice operativo di un intervento<br />
complesso e delicato come la ricomposizione di opere frammentate.<br />
Il sistema RestArt permette di movimentare e ricongiungere<br />
frammenti lapidei attraverso il riconoscimento<br />
preliminare delle interfacce ed attraverso l’uso di un sistema<br />
di foratura integrato può eseguire fori coassiali plurimi col<br />
minimo sacrificio di materia originale. Il macchinario è stato<br />
concepito e costruito per sostenere e movimentare pesi notevoli<br />
con una precisione al centesimo di millimetro. La sua<br />
efficacia è garantita da varie componenti innovative, quali:<br />
il sistema di raffreddamento delle punte speciali, il sistema<br />
di aspirazione delle polveri originali, il sistema di gestione<br />
per il riconoscimento delle interfacce e l’imperniaggio, con<br />
precisione centesimale, attraverso fori plurimi, l’uso di uno<br />
scanner laser dalle elevate prestazioni.<br />
La procedura è applicata da personale esperto e formato, a<br />
fronte di uno studio preliminare di fattibilità sulla base dello<br />
stato di conservazione dell’opera. I frammenti da ricomporre<br />
vengono posizionati sulle due piattaforme di supporto del<br />
macchinario e scansionati al fine di ottenere il riconoscimento<br />
delle interfacce (Figura 1a) e quindi il miglior riaccostamento<br />
grazie ai software di elaborazione dati. Tutte le movimentazioni<br />
sono controllate e memorizzate da un software<br />
dedicato, permettendo la ripetibilità di tutti i movimenti<br />
secondo le necessità.<br />
Un sistema trapano solidale al macchinario (Figura 1b), realizza<br />
fori perfettamente coassiali su entrambe le facce dei<br />
frammenti da imperniare e mantiene in memoria le coordinate<br />
di tutti i punti omologhi. I fori così realizzati sono perfettamente<br />
continui e dello stesso diametro consentendo l'inserimento<br />
perfetto anche di più perni di congiungimento: con 3<br />
perni è possibile realizzare un piano reattivo che contrasta le<br />
Fig. 2 – Esecuzione di un foro con punta speciale montata sul trapano integrato<br />
(a). Provini ricomposti pronti per i test di vibrazione su tavola vibrante (b).<br />
forze di scorrimento e torsione, aumentando notevolmente<br />
la tenuta dell’imperniaggio.<br />
Il sistema di raffreddamento ad aria delle punte appositamente<br />
create per RestArt, consente di evitare il surriscaldamento<br />
delle parti in gioco. Questo sistema innovativo<br />
permette di ottimizzare il raffreddamento senza utilizzare<br />
acqua, accelerando i tempi ed eliminando il rischio di lavorazioni<br />
a secco. Il raffreddamento ad acqua infatti risulterebbe<br />
particolarmente rischioso nei frequenti casi di reperti con<br />
tracce di policromia.<br />
L’uso di uno scanner laser 3D consente di eseguire il rilievo di<br />
precisione dei frammenti al fine di eseguire la ricostruzione<br />
virtuale dell’opera, la quale sarà alla base di raffinati calcoli<br />
per determinare i movimenti a controllo numerico, della<br />
macchina e del trapano, per la realizzazione dei fori per i<br />
perni e il riaccostamento dei frammenti.<br />
SPERIMENTAZIONE<br />
I provini su cui è stata eseguita la sperimentazione rappresentano<br />
una simulazione di opere lapidee fratturate, come<br />
ad esempio manufatti artistici o elementi architettonici rinvenuti<br />
già in stato di frammenti in uno scavo archeologico o<br />
danneggiati a seguito di eventi sismici, bellici, ecc. Sono stati<br />
scelti blocchi in travertino e in marmo, ciascuno dei quali è<br />
stato ridotto in due frammenti combacianti, inducendo una<br />
lesione con andamento del tutto casuale ma simile a ciò che<br />
accade nella realtà. L’obiettivo dei restauratori è stato quello<br />
di riprodurre artificialmente le stesse problematiche che<br />
Fig. 3 – Allestimento della Prova 1 su tavola vibrante per il confronto della<br />
resistenza a vibrazione sismica dei provini T3T (sinistra), ricomposto con<br />
tecnica tradizionale, e T2R (destra), ricomposto con sistema RestArt.
Fig. 4 – Evoluzione del danneggiamento (D %) dei provini sottoposti alle prove su tavola vibrante.<br />
si trovano ad affrontare in questi casi. I provini scelti come<br />
oggetto della sperimentazione, sono 6 coppie di frammenti<br />
lapidei combacianti, con caratteristiche abbastanza simili,<br />
soprattutto in termini di carico, angolazione della frattura,<br />
piani di taglio.<br />
Durante la fase di ricomposizione di ciascuna coppia di frammenti<br />
mediante i diversi sistemi di imperniaggio selezionati,<br />
sono emersi i vantaggi apportati dall’impiego di RestArt rispetto<br />
al metodo tradizionale. Innanzitutto, i tempi di realizzazione<br />
dei campioni eseguiti con RestArt sono stati decisamente<br />
più brevi rispetto a quelli dedicati alla preparazione e<br />
all’imperniazione con il metodo tradizionale. Le piattaforme<br />
mobili consentono infatti una movimentazione facile e in sicurezza<br />
di entrambi i frammenti da ricomporre sino all’incollaggio<br />
finale, eliminando una fase lunga e complessa di<br />
allestimento e movimentazione dei frammenti.<br />
Il sistema RestArt, gestito da un software dedicato e integrato<br />
con l’uso di un laser scanner abbatte i tempi di ricerca<br />
dell’omologia dei punti e delle direzioni di foratura. I provini<br />
realizzati hanno dimostrato l’estrema precisione che ovviamente<br />
non può essere raggiunta con il metodo tradizionale<br />
basato sull’impiego di livelle laser che supportano il restauratore<br />
nel mantenere il trapano in una posizione di assialità<br />
durante la foratura.<br />
I restauratori hanno ricomposto uno dei provini mediante<br />
ben 3 perni perfettamente paralleli, della stessa luce, grazie<br />
all’esecuzione di 3 fori coassiali. Ciò grazie alla straordinaria<br />
possibilità di mantenere in memoria tutti i movimenti che<br />
portano prima al riaccostamento dei frammenti e poi all’esecuzione<br />
di fori coassiali in punti omologhi con estrema precisione<br />
(Figura 2a).<br />
La dimensione dei provini è (HxLxW) 800x180x180 mm. I provini<br />
per la sperimentazione sono stati ricomposti da MA.CO.<br />
RE. S.r.l. in collaborazione con l’Arch. Pietro Nardelli e il Museo<br />
Nazionale Romano (Laboratorio Grandi Marmi). I provini<br />
testati sono indicati come di seguito:<br />
• T2R: provino in Travertino ricomposto con sistema RestArt<br />
con un perno;<br />
• T3T: provino in Travertino ricomposto con sistema tradizionale<br />
con un perno;<br />
• C1R and C3R: provini in marmo di Carrara ricomposti con<br />
sistema RestArt con un perno;<br />
• C4T: provino in marmo di Carrara ricomposto con sistema<br />
tradizionale con un perno;<br />
• C2R: provino in marmo di Carrara ricomposto con sistema<br />
RestArt con 3 perni.<br />
Una volta pronti (Figura 2b), i provini sono stati trasportati<br />
al laboratorio delle tavole vibranti del Centro Ricerche ENEA<br />
Casaccia ed è stato eseguito il seguente programma di prove<br />
a vibrazione:<br />
• Prova 1: T2R e T3T sono stati sottoposti a input sismico basato<br />
sulla registrazione del terremoto di Amatrice con fattori di<br />
scala FS della PGA (Peak Ground Acceleration) da 0.2 a 2.0;<br />
• Prova 2: C4T e C3R sono stati sottoposti a vibrazione registrata<br />
su camion per trasporto merci alla velocità di circa<br />
100 km/h su strada dissestata<br />
con buche, con fattori di scala<br />
FS della PGA da 0.1 a 1.0;<br />
• Prova 3: C1R e C2R sono<br />
stati eccitati con terremoti<br />
sintetici caratterizzati da frequenze<br />
nell’intervallo 7-20Hz<br />
con durata 30 s e con PGA da<br />
0.2 g a 4.5 g.<br />
L’allestimento delle prove<br />
suddette (Figura 3) ha previsto<br />
il fissaggio alla base dei<br />
provini sulla tavola vibrante, l’imposizione di una massa aggiuntiva<br />
eccentrica in testa che riproduce l’effetto di eventuali<br />
carichi sovrastanti (ad esempio, le gambe di una statua<br />
ecc.), e l’installazione di dispositivi e sensori per la misura<br />
delle vibrazioni (accelerometri e marcatori per l’acquisizione<br />
di un sistema di motion capture 3D). Attraverso l’analisi<br />
modale delle misure di vibrazione ricavate su vari punti di<br />
ogni provino in test di identificazione dinamica eseguiti dopo<br />
ogni test sismico è stato calcolato un indice di danno globale<br />
D basato sulla riduzione percentuale della frequenza fondamentale<br />
(Di Pasquale et al. 1990). Tale indice di danno si basa<br />
sulla semplice constatazione che la frequenza fondamentale<br />
di un corpo, in questo caso del provino testato, è tanto più<br />
alta quanto più il corpo è rigido. Ciò significa che a parità<br />
di condizioni ambientali, di carico e di vincolo, come nelle<br />
prove di laboratorio in ambiente controllato, il riscontro<br />
di una riduzione della frequenza fondamentale del provino<br />
non può che essere determinata da una perdita di rigidezza<br />
dello stesso, il che si verifica per un cedimento della tenuta<br />
dell’imperniaggio e/o per un fenomeno di danneggiamento<br />
interno del materiale di cui è costituito il provino. In generale,<br />
i due fenomeni suddetti tendono ad avvenire entrambi<br />
contestualmente, con la prevalenza di uno o dell’altro. A<br />
seconda del meccanismo di rottura che si attiva e a seconda<br />
di quale è la parte debole, prevarrà lo sfilamento dell’imperniaggio<br />
o la fratturazione del materiale lapideo. In ogni caso,<br />
entrambi i fenomeni di danneggiamento portano a una riduzione<br />
della rigidezza del provino e quindi D ne coglie bene il<br />
danneggiamento globale. Nel caso in cui il provino non mostri<br />
sfilamento dell’imperniaggio e distacco delle due parti<br />
ricomposte, lo stato di danneggiamento riscontrato da D è<br />
stato confermato dall’esito di prove non distruttive eseguite<br />
con martello sonico, metodo in grado di verificare l’integrità<br />
del materiale interno del provino.<br />
RISULTATI<br />
I risultati delle prove su tavola vibrante sono rappresentati in<br />
Figura 4. Nella Prova 1 si è verificato che il provino T2R è rimasto<br />
sostanzialmente integro senza mostrare alcun danneggiamento<br />
di rilievo nel corso di tutta la sequenza di vibrazioni<br />
fino a FS pari a 2.0. Al contrario, nel provino T3T è apparso<br />
un danneggiamento significativo sin dal test a FS pari a 1.4, il<br />
quale è poi rapidamente peggiorato portando a raggiungere<br />
valori di D dell’80% alla fine della sessione. Analogamente,<br />
nella Prova 2 il provino C3R ha evidenziato solo un danneggiamento<br />
trascurabile fino all’ultimo test, nel quale il valore di<br />
D è salito al 37%, mentre il provino C4T ha iniziato a mostrare<br />
un certo danneggiamento sin dal test a FS pari a 0.35 e alla<br />
fine D è risultato pari a circa 70%, quasi il doppio del provino<br />
ricomposto con il metodo RestArt. Molto interessante è stato<br />
anche l’esito della Prova 3 in cui entrambi i provini erano<br />
stati ricomposti con il metodoRestArt. Qui quindi il confronto<br />
verteva a quantificare la maggiore efficacia che si può<br />
ottenere eseguendo l’imperniaggio a 3 perni, provino C2R,<br />
rispetto a quello con un solo perno, provino C1R.Il provino<br />
12 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali 13<br />
C2R non ha mostrato nessun danno rilevante fino alla rottura<br />
improvvisa avvenuta soltanto al test a 4.5 g di PGA (Figura<br />
5), mentre il provino C1R ha iniziato a manifestare un calo<br />
evidente della frequenza fondamentale da PGA pari a 1 g per<br />
poi arrivare a rottura finale a 2.5 g. Le prove non distruttive<br />
eseguite con martello sonico e le elaborazioni video derivate<br />
dal metodo del moto magnificato hanno sostanzialmente<br />
confermato l’entità del danneggiamento riscontrato tramite<br />
il calcolo dell’indice D.<br />
CONCLUSIONI<br />
Un metodo innovativo per la ricomposizione di grandi frammenti<br />
lapidei basato su sistema meccatronico ad alta precisione<br />
integrato con rilievo da laser scanner 3D e algoritmi di<br />
ricostruzione virtuale è stato sviluppato e testato per aiutare<br />
i restauratori nell’opera di assemblaggio di grandi statue o<br />
elementi architettonici rinvenuti negli scavi archeologici o<br />
immagazzinati nei depositi museali. La sperimentazione su<br />
provini di grandi dimensioni in marmo e travertino sottoposti<br />
a vibrazioni estreme, sia di origine naturale (terremoti)<br />
che antropica (vibrazione da trasporto), hanno dimostrato la<br />
notevole efficacia del nuovo metodo, ampiamente maggiore<br />
rispetto alla tecnica tradizionale. I provini assemblati con il<br />
metodo RestArt si sono rivelati capaci di resistere a vibrazioni<br />
decisamente più forti già con l’impiego di un solo perno in virtù<br />
della migliore accuratezza dell’imperniaggio che assicura<br />
maggiore incastro dei frammenti e minore impiego di colle.<br />
Con l’utilizzo di 3 perni, cosa pressoché non praticabile con<br />
tecniche tradizionali, la tenuta meccanica dell’imperniaggio<br />
si è rivelata ulteriormente incrementata, tale da resistere<br />
a livelli di vibrazione notevolissimi (rottura a 4.5 g di PGA).<br />
Inoltre, il metodoRestArt ha consentito ai restauratori di eseguire<br />
l’intero lavoro con una procedura più agevole, sicura,<br />
accurata e in tempi minori rispetto alla tecnica tradizionale.<br />
RINGRAZIAMENTI<br />
Il sistema descritto nel presente articolo è stato sviluppato<br />
nell’ambito del progetto RestArt, co-finanziato dalla EU e<br />
dalla Regione Lazio (bando POR FESR Lazio 2014-2020, Kets<br />
Tecnologie Abilitanti). Il sistema RestArt è stato ideato e progettato<br />
dall’arch. Pietro Nardelli. La validazione scientifica<br />
è stata curata da Enea presso il Centro di Ricerca Casaccia.<br />
I prototipi dei macchinari e delle strumentazioni accessorie<br />
costituenti il sistema RestART, nonché il braccio laser scanner<br />
3D, sono di proprietà di MA.CO.RE’. s.r.l. Le statue ricomposte<br />
con il metodo RestArt sono esposte al Museo Pio Capponi<br />
di Terracina e al Museo Civico Archeologico di Anzio. Un<br />
ringraziamento speciale va alla Soprintendenza Archeologia<br />
Belle Arti Paesaggio delle Province di Frosinone e Latina e alla<br />
Soprintendenza Archeologia Belle Arti per l'area Metropolitana<br />
di Roma e per la Provincia di Rieti. La sperimentazione si è<br />
avvalsa anche della collaborazione del Laboratorio di Restauro<br />
Grandi Marmi di Museo Nazionale Romano e dell’Istituto<br />
Superiore per la Conservazione ed il Restauro (ISCR).<br />
Fig. 5 – Ispezione del provino C2R (ricomposto con sistema RestArt<br />
con 3 perni) dopo test di vibrazione a 4.5 g di PGA su tavola vibrante.<br />
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Abstract<br />
The RestArt method is an innovative<br />
mechatronic-based procedure,<br />
developed by the architect Nardelli,<br />
for high-precision reassembly of stone<br />
fragments intended to improve<br />
the restoration of ancient statues<br />
and architectural elements. The<br />
procedure comprises high-accuracy<br />
3D laser scanning of two fragments<br />
positioned on the RestArt machine.<br />
After virtual reconstruction through<br />
best-fitting algorithms, the machine<br />
guides the drilling system for highprecision<br />
rods insertion and moves<br />
one fragment to match the other<br />
one. The mechanical resistance of<br />
stone specimens reassembled by the<br />
RestArt and the traditional methods<br />
was testedby strong motion vibration<br />
experiments on shaking table.<br />
Parole chiave<br />
sistema meccatronico; ricostruzione<br />
virtuale 3D;<br />
ricomposizione frammenti lapidei; restauro<br />
grandi statue<br />
Autore<br />
Pietro Nardelli<br />
p.nardelli@ticali.it<br />
Architetto<br />
Via G. Calderini 68, Roma<br />
Martina Pavan<br />
Giulia Pompa<br />
info@macore.it<br />
Ma.Co.Re’. s.r.l.<br />
Via G. Severano 35, 00161, Roma,<br />
Silvia Borghini<br />
silvia.borghini@beniculturali.it<br />
Museo Nazionale Romano<br />
Laboratorio Grandi Marmi, via E. De<br />
Nicola 70, Roma<br />
Massimiliano Baldini, Alessandro Colucci,<br />
Vincenzo Fioriti, Alessandro<br />
Picca, Angelo Tatì, Ivan Roselli<br />
ivan.roselli@enea.it<br />
ENEA, R.C. Casaccia, Via Anguillarese<br />
301, 00123, S. Maria di Galeria,<br />
Roma
MUSEI<br />
La Memoria Raccontata<br />
di Emilia Martinelli,<br />
Silvia Belleggia<br />
Ricerca, storytelling e<br />
nuove tecnologie per<br />
conservare e tramandare<br />
la memoria di un<br />
territorio. Due progetti:<br />
il Giardino della<br />
Memoria ad Esperia e<br />
l’Allestimento Attimi<br />
Sospesi a Cassino.<br />
Fig. 1 - Giardino della Memoria, targa interattiva.<br />
La memoria è la capacità di conservare, recuperare<br />
le informazioni e le esperienze passate. La memoria<br />
storica colloca le persone nella storia, come vissuti<br />
emotivamente carichi tra genti e vicende, tracce indelebili<br />
di umanità. La ricerca scientifica, lo storytelling e le<br />
tecnologie digitali ci permettono di ricostruire, custodire<br />
e tramandare la memoria di una comunità e di condurla<br />
alle future generazioni.<br />
Due progetti di storytelling, Il Giardino della Memoria a<br />
Esperia e il progetto Attimi Sospesi a Cassino nascono dalla<br />
volontà di far emergere dalle macerie le vite di chi ha vissuto<br />
quei mesi di epilogo della Seconda Guerra Mondiale,<br />
e di raccontarne l’aspetto umano, emotivo, intimo. La ricerca<br />
ha un approccio storico, uno sguardo antropologico,<br />
ed è in parte fatta sul campo proprio per permettere ai<br />
progetti di entrare in una comunità e ascoltarla a fondo.<br />
La narrazione che ne segue si dipana nel contesto con l’obiettivo<br />
di ampliare la visione di queste storie, immergendosi<br />
fino a dentro il cuore dei vissuti. In questo senso la<br />
tecnologia utilizzata diventa strumento di narrazione per<br />
dare vita ai ricordi e far calare lo spettatore in un passato<br />
fatto di luoghi, cose e persone.<br />
IL CONTESTO STORICO, DA SETTEMBRE 1943 A MAGGIO<br />
1944: DA CASSINO A ESPERIA<br />
Siamo tra settembre 1943 e maggio del 1944, tutto il Cassinate<br />
è sotto assedio, tra due fuochi.<br />
Sulla linea Gustav, da una parte i tedeschi dall’altra gli<br />
alleati, in mezzo la popolazione civile.<br />
Nell’Ottobre 1943 l’Abbazia di Montecassino, tra i luoghi<br />
individuati per custodire parte del patrimonio italiano, non<br />
è più un luogo sicuro. Tante le opere custodite, capolavori<br />
inestimabili portati in salvo dalla razzia tedesca e dalle<br />
bombe degli Alleati susseguitesi tra febbraio e maggio del<br />
1944. Nel breve volgere degli eventi, attimi e decisioni<br />
cruciali di ufficiali tedeschi e monaci benedettini hanno<br />
permesso di salvare gran parte di questo tesoro, ma non<br />
tutto, e di poterlo riconsegnare dopo la guerra alla comunità<br />
italiana e mondiale.<br />
Il 12 maggio 1944 i Goumiers, truppe coloniali del Corpo<br />
di spedizione francese in Italia, (Corps expéditionnaire<br />
français en Italie - CEF) aggirano le linee difensive dei tedeschi<br />
e li costringono alla ritirata. Il 14 maggio entrano a<br />
Esperia. Iniziano le violenze sessuali ai danni della popolazione<br />
locale rifugiatasi sui monti, soprattutto donne.<br />
La liberazione tanto agognata si trasforma in un incubo di<br />
violenza sfrenata e incontrollata.<br />
ESPERIA, UN GIARDINO DEDICATO ALLA MEMORIA<br />
Inaugurato il 3 Luglio <strong>2021</strong>, Il Giardino della Memoria di<br />
Esperia ricorda le vittime degli stupri di guerra avvenuti<br />
nel maggio del 1944. Un percorso urbano di “panchine parlanti”,<br />
per sedersi e ascoltare le storie immersi in un luogo<br />
che fu teatro di guerra.<br />
“Scendevano dalla montagna come formiche. In tre giorni<br />
fecero l’inferno. Pe’ tutta la montagna se sentivano strilli<br />
e lamenti. Noi aspettavamo i liberatori, e arrivarono i diavoli”<br />
raccontava un giovane donna dell’epoca.<br />
Per questo progetto, del Comune di Esperia e finanziato<br />
dalla Regione Lazio all’interno dell’Avviso Pubblico “Per La<br />
Valorizzazione Del Patrimonio Culturale Dei Piccoli Comuni<br />
Del Lazio”, è stata realizzata una ricerca approfondita e<br />
14 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali 15<br />
tracciato un percorso di storie ispirato ai fatti realmente<br />
accaduti, capace di far rivivere il passato, ma anche il<br />
presente sul tema della violenza sulle donne. Gli stupri<br />
di guerra riguardano da sempre moltissime donne in tutto<br />
il mondo, e rappresentano la memoria offuscata di ogni<br />
guerra.<br />
Lo sguardo si allarga così fino al 1993/1994 quando gli<br />
Statuti del Tribunale penale Internazionale per la Ex Jugoslavia<br />
e per il Ruanda menzionano per la prima volta lo<br />
stupro tra i crimini contro l’umanità e il 15 marzo 2004<br />
Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in<br />
occasione del 60° anniversario della battaglia di Montecassino,<br />
attribuisce un risarcimento morale alle vittime.<br />
La tecnologia utilizzata è quella dei QR Code riportati<br />
sulle panchine. Scansionandoli con il proprio dispositivo<br />
mobile, è possibile ascoltare le voci, le tracce, le memorie<br />
delle violenze di guerra, che ad Esperia, come in tanti<br />
altri tempi e paesi del mondo, hanno travolto la vita di<br />
tantissime persone. Lo strumento semplice dei QR Code<br />
con gli audio ascoltabili, permette di arrivare a pubblici<br />
differenti, evocando i radiodrammi e i podcast, abbraccia<br />
diverse fasce d’età. Inoltre l’idea è proprio quella di<br />
un'installazione site specific che si colloca nel contesto<br />
perché questo diventi parte dell’opera. Ascoltare le storie<br />
seduti su una panchina, come si faceva un tempo e<br />
anche ora, in quel luogo specifico, senza soffermarsi a<br />
guardare un video sul cellulare, senza sentire una traccia<br />
musicale, ma solo voci che portano l’ascolto e lo sguardo<br />
su quei monti dove ancora echeggiano le urla delle<br />
donne.<br />
Due grandi pannelli esplicativi e fotografici, posizionati al<br />
centro del giardino, chiudono il percorso e presentano il<br />
contesto storico e le donne protagoniste.<br />
Il Giardino della memoria di Esperia parte dal proprio<br />
passato, per tracciare un futuro nel quale nessuna donna<br />
debba mai più nascondersi da qualsiasi abuso.<br />
CASSINO, UN ALLESTIMENTO MULTIMEDIALE E INTERAT-<br />
TIVO, UN CORTOMETRAGGIO E UNO SPETTACOLO<br />
Sempre sulla memoria del cassinate, è stato realizzato<br />
Attimi Sospesi, un progetto di storytelling e valorizzazione<br />
della storia e delle memorie della città di Cassino.<br />
Un cortometraggio, uno spettacolo teatrale, un allestimento<br />
temporaneo realizzati nel 2019.<br />
Un progetto nato all’interno dell’Atelier Arte Bellezza e<br />
Cultura, Contesto tematico Memory Gate Porta della Memoria<br />
– Cassino della Regione Lazio e finanziato dai fondi<br />
POR FESR 2014/2020/Avviso Atelier<br />
Gli attimi sospesi raccontati sono quelli del salvataggio<br />
delle opere d’arte e delle vite segnate dai tragici eventi<br />
avvenuti tra Settembre 1943 e Maggio 1944.<br />
Diari, scritti, testi, articoli di giornale, memorie, foto,<br />
filmati, interviste. Tanto il materiale collezionato, raccolto<br />
e selezionato. Materiale ancora pulsante che ATTIMI<br />
SOSPESI ha restituito attraverso linguaggi e tecnologie<br />
diverse (realtà virtuale, realtà aumentata, audiovisivo,<br />
teatro, monitor touch, pannellistica).<br />
Il cortometraggio Attimi Sospesi ci racconta le vite sospese<br />
e gli attimi cruciali di chi, in quel fragore, ha messo in<br />
salvo le opere d’arte conservate nell’Abbazia di Montecassino<br />
prima del bombardamento del 15 febbraio 1944.<br />
Un dialogo costruito a più voci, tratto dai singoli diari,<br />
interviste, biografie di quattro protagonisti: Frido von<br />
Senger und Etterlin, generale Tedesco, Julius Schlegel<br />
ufficiale della Wehrmacht, Divisione Corazzata “Herman<br />
Göring”, L’Abate dell’Abbazia di Montecassino Gregorio<br />
Diamare e il Monaco Eusebio Grossetti.<br />
Fig. 2 - Spettacolo “Frammenti”.<br />
Lo storytelling scelto per questo lavoro trascina lo spettatore<br />
in quel fragore, in quei giorni di decisioni rapide, dove<br />
la fiducia tra italiani e tedeschi sembra più una preghiera<br />
che un atto di fede. Le parole non dette dei protagonisti,<br />
quelle dichiarate solo dopo la guerra, o trascritte in segreto<br />
sui diari, prendono vita nel cortometraggio, ponendo il<br />
dubbio sul mistero delle opere scomparse più che su quelle<br />
salvate, come la Danae di Tiziano, recapitata a Herman<br />
Goering il 18 gennaio 1944, come regalo per il suo compleanno.<br />
Ritrovata nel 1945, l’Italia ne ottenne la restituzione<br />
solo nel 1947.<br />
Il corto è stato selezionato in questi anni in diversi festival<br />
(Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto,<br />
Riff di Roma e molti altri) fino ad essere premiato<br />
al Festival international du film d’histoire de Montréal nel<br />
maggio <strong>2021</strong> perché è un “dovere della memoria realizzato<br />
con finezza ed intelligenza e che dona vita ad un momento<br />
dimenticato dalla storia” dichiara la motivazione del<br />
Premio.<br />
Lo spettacolo Frammenti, invece, è stato messo in scena<br />
in prima nazionale con due repliche per l’inaugurazione<br />
dell’allestimento temporaneo.<br />
Fig. 3 - Attimi sospesi, Sala A: tavolo touch, pannelli informativi e fotografici.
Fig. 4 - Pianta del percorso di visita dell’allestimento interattivo e multimediale di Attimi Sospesi.<br />
Protagonista la città di Cassino attraverso la narrazione,<br />
la danza e il videomapping intrecciati in uno scenario di<br />
guerra che frammenta una comunità, il patrimonio sociale,<br />
storico e culturale di una città, di un paese. Tra Settembre<br />
1943 e Maggio 1944. Mesi di fuoco, morte e devastazione<br />
sulla linea Gustav. Maria, una donna, voce di tutte<br />
le persone sopravvissute a quei terribili mesi, attraversa<br />
la città dopo la ricostruzione per dirigersi verso l’Abbazia.<br />
Le tornano in mente i ricordi della guerra e il paesaggio ritorna<br />
come in quei momenti, con ricostruzioni 3D dell’ambiente<br />
e grafiche astratte. In questa alternarsi si dipana<br />
la storia tra passato e presente. Guerra sorge dal fumo<br />
delle macerie, e danza attorno a Maria e tra le macerie,<br />
evoca i suoi ricordi, la schernisce, la provoca. Maria resiste<br />
e si aggrappa ai ricordi felici, come il suo matrimonio in<br />
una grotta, rifugio dai bombardamenti, che diventa altare,<br />
chiesa, festa con la pagnotta divisa tra i presenti. Fino<br />
all’epilogo nell’Abbazia, dove Guerra distrugge tutto, rade<br />
al suolo, porta il buio. Ma la vita è più forte, e si fa luce<br />
tra la polvere, si fa respiro nel flebile racconto di Maria,<br />
si fa bellezza, come in mosaico, un pavimento medievale,<br />
ritrovato sotto l’abbazia di Montecassino, dopo il bombardamento.<br />
Da tutte quelle bombe, quella distruzione, è venuto<br />
fuori lui, a pezzetti, frammenti di bellezza, proprio<br />
come le persone. E Maria torna alla vita, per narrare tutto<br />
quanto è stato. Una donna, che dopo una vita intera, rimette<br />
insieme i frammenti della sua storia e li ricompone,<br />
li racconta. L’allestimento multimediale e interattivo<br />
temporaneo realizzato a maggio del 2019 prevedeva un<br />
percorso di avvicinamento progressivo dal cielo alla terra,<br />
dal tempo allo spazio attraverso esperienze di fruizione<br />
differenti. Pannelli informativi e fotografici accompagnavano<br />
la visita. Un lavoro importante è stato anche quello<br />
di raccogliere, digitalizzare e valorizzare l’enorme patrimonio<br />
di testi, foto, video, documenti che negli anni sono<br />
stati conservati dalle tante associazioni e archivi storici legati<br />
ai fatti della Seconda Guerra Mondiale nel Cassinate.<br />
Tutti i pannelli e le stampe realizzate conservano l’idea di<br />
valorizzare il racconto corale delle persone e dei luoghi di<br />
quel periodo, realizzati infatti con la tecnica del collage<br />
fotografico, compongono un affresco di volti e situazioni<br />
capace di narrare e far immergere lo spettatore in quei<br />
territori. La prima sala presentava un’esperienza interattiva<br />
attraverso un tavolo touch che permetteva al pubblico<br />
di scoprire il ricordo degli attimi sospesi di donne, uomini<br />
e bambini che si intrecciano con le pagine della storia di<br />
Cassino segnata dai tragici eventi avvenuti tra Settembre<br />
1943 e Maggio 1944.<br />
La sala B attraverso una videoproiezione immersiva conduceva<br />
il pubblico a vivere con i principali protagonisti<br />
gli attimi decisivi della storia del salvataggio delle opere<br />
custodite a Montecassino.<br />
La sala C era dedicata alla visita virtuale attraverso un<br />
visore VR dei luoghi che sono andati distrutti dalla guerra<br />
attraverso una ricostruzione immersiva.<br />
Dall’interno dell’Atelier la visita proseguiva all’esterno,<br />
nella città di Cassino, alla ricerca delle tracce della città<br />
perduta attraverso l’App Attimi Sospesi: un percorso in<br />
cinque tappe relativo ai monumenti distrutti dalla guerra<br />
dove visualizzare i contenuti multimediali in realtà virtuale<br />
direttamente sul proprio dispositivo mobile attraverso<br />
le cardboard consegnate presso l’Atelier.<br />
Tutto l’allestimento è stato realizzato in 5 lingue e fruibile<br />
attraverso gli NFc dai non vedenti.<br />
La scelta di raccontare la storia di Cassino con uno<br />
storytelling incentrato sulle vicende umane ci conduce in<br />
parallelo a riflettere su tutte le città che ancora oggi sono<br />
rase al suolo dalla guerra, dove patrimoni culturali e sociali<br />
sono sepolti sotto le macerie e, forse, andati perduti<br />
per sempre. Dove il capitale umano resiste anche sotto le<br />
macerie e aspetta di essere riportato in vita.<br />
Far viaggiare il video di Attimi Sospesi e lo spettacolo<br />
Frammenti in festival, rassegne e manifestazioni vuol dire<br />
farli diventare testimonial di quanto accaduto, porta della<br />
memoria, perché ricordare aiuta ad interpretare il presente<br />
e agire sul domani.<br />
I Progetti Giardino della Memoria e Attimi Sospesi cercano<br />
di riportare alla luce, tra le macerie della guerra, le parole<br />
dei protagonisti. Ogni vita è opera d’arte. Le memorie<br />
sono frammenti di un’ unica opera d’arte. In questo senso<br />
le storie di queste persone sono il centro dell’intero lavoro<br />
sul Cassinate, messe in luce attraverso il racconto, corale<br />
e individuale. Qui la tecnologia diventa quindi strumento<br />
della narrazione, scelto di volta in volta in base alla storia<br />
da raccontare, ai luoghi, dalle panchine parlanti di Esperia<br />
alla realtà aumentata dentro la Cassino distrutta. Le nuove<br />
tecnologie amplificano il senso della storia, esplodono<br />
i concetti, le emozioni. Sono significante del significato,<br />
come la penna dello scrittore, hanno l’anima intrisa di un<br />
inchiostro capace di riportare nero su bianco l’umanità<br />
dentro la guerra.<br />
CREDITI GIARDINO DELLA MEMORIA DI ESPERIA<br />
Il Giardino della Memoria è un Progetto del Comune di<br />
Esperia finanziato dalla Regione Lazio all’interno dell’Avviso<br />
Pubblico “Per La Valorizzazione Del Patrimonio Cultu-<br />
16 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali 17<br />
rale Dei Piccoli Comuni Del Lazio”.<br />
La Società Hubstract Made For Art ha curato lo storytelling<br />
dell’allestimento; dalla ricerca ai testi, dal percorso interattivo<br />
alla grafica.<br />
https://youtube.com/playlist?list=PLDGIom1tVaImsw11<br />
1N-z4L1h8WjXKZcCb<br />
CREDITI ATTIMI SOSPESI<br />
Attimi sospesi è un progetto dell’Atelier Arte Bellezza e<br />
Cultura, Contesto tematico Memory Gate Porta della Memoria<br />
– Cassino della Regione Lazio, finanziato dai fondi<br />
POR FESR 2014/2020/Avviso Atelier e realizzato da Broadcast<br />
Digital Service e aCrm Net, in collaborazione con<br />
l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale<br />
– Dipartimento di Lettere e Filosofia e Hubstract –Made For<br />
Art.<br />
La società Hubstract. Made for Art ha curato l’ideazione,<br />
lo storytelling, la direzione artistica e tecnica del progetto<br />
di allestimento, del cortometraggio e dello spettacolo.<br />
https://www.attimisospesi.com/<br />
https://vimeo.com/446442603<br />
https://vimeo.com/376870222<br />
Fig.5-Photocollage 450*350 cm realizzato compositando 20 fotografie di<br />
archivio storico.<br />
Autore<br />
Emilia Martinelli, Silvia Belleggia<br />
info@hubstract.org<br />
Hubstract - Made for Art<br />
Abstract<br />
Memory is the ability to preserve and retrieve information along with past<br />
experiences. The projects "Garden of Memory" and "Attimi Sospesi" bring to<br />
light, from the rubble of the Second World War, the words of the protagonists<br />
and the history of Esperia and Cassino. Scientific research, storytelling and<br />
digital technologies allow us to piece together, look after and hand down the<br />
memory of these communities and lead it to future generations.<br />
Parole Chiave<br />
Musei; storytelling, tecnologie digitali; memoria, giardino della memoria,<br />
attimi sospesi<br />
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©2020 Hexagon AB and/or its subsidiaries<br />
and affiliates. All rights reserved.
MUSEI<br />
Molise, una proposta di Marketing<br />
Culturale per lo Sviluppo<br />
di Lia Montereale<br />
del Territorio<br />
Il patrimonio immateriale,<br />
legato alle tradizioni, ai<br />
saperi, alla creatività locale<br />
e a tutte quelle risorse che<br />
caratterizzano e<br />
rappresentano i segni<br />
distintivi di un territorio, sta<br />
diventando fondamentale<br />
in un’ottica di sviluppo<br />
culturale e turistico<br />
del luogo.<br />
Fig. 1 - Forbici e coltelli, Museo dei ferri taglienti, Frosolone<br />
Le politiche di tutela e di valorizzazione del patrimonio<br />
culturale delle aree interne hanno assunto un rilievo<br />
sempre più centrale nel dibattito nazionale. Oltre al<br />
patrimonio culturale materiale, anche il patrimonio immateriale,<br />
legato alle tradizioni, ai saperi, alla creatività locale e<br />
a tutte quelle risorse che caratterizzano e rappresentano i<br />
segni distintivi di un territorio, sta diventando fondamentale<br />
in un’ottica di sviluppo culturale e turistico del luogo. Il fine<br />
è quello di promuovere e contribuire allo sviluppo economico<br />
delle comunità locali, attraverso la creazione di un’offerta<br />
integrata delle risorse che possa generare impatti economici<br />
diretti (a titolo esemplificativo attraverso la creazione di<br />
nuovi posti di lavoro e l’esternalizzazione di attività e servizi<br />
nell’ambito della filiera culturale) e indiretti. Coinvolgere le<br />
comunità locali inoltre genera identità e senso di appartenenza,<br />
e svolge un’importante azione di sensibilizzazione alla<br />
conservazione, ad opera della popolazione, del patrimonio<br />
culturale. Su questa linea si colloca il Piano Strategico del<br />
Turismo per gli anni 2017-2022, approvato a seguito di un processo<br />
partecipativo avviato dall’allora Ministero per i beni e le<br />
attività culturali e per il turismo (Mibact), oggi Ministero della<br />
cultura, che intende valorizzare il patrimonio culturale nazionale<br />
attraverso una serie di strumenti di governance delle<br />
politiche turistiche in una prospettiva globale e strategica. Al<br />
Piano sono state inoltre affiancate altre specifiche iniziative<br />
del Mibact, quali la Direttiva del 2015 sui Cammini d'Italia<br />
o la direttiva del 2 dicembre 2016, con cui il 2017 è stato<br />
dichiarato come l’Anno dei Borghi, a testimonianza del tentativo<br />
di integrare la valorizzazione del patrimonio culturale e<br />
del paesaggio con la promozione turistica. L’idea alla base di<br />
queste iniziative è lo sviluppo di itinerari turistico culturali,<br />
soprattutto nelle Aree interne, le quali, pur caratterizzandosi<br />
per la presenza di un patrimonio culturale importante e diversificato,<br />
non risultano ancora interessate da flussi turistici<br />
notevoli.<br />
Allo stesso tempo, le riforme dell’allora Ministero per i beni<br />
e le attività culturali e per il turismo, a decorrere dal 2014,<br />
hanno assegnato, in ambito periferico, ai Poli museali regionali<br />
prima e alle Direzioni regionali Musei ora, il compito<br />
di definire strategie e obiettivi comuni di valorizzazione in<br />
rapporto all'ambito territoriale di competenza, promuovere<br />
l'integrazione dei percorsi culturali di fruizione e, in raccordo<br />
con i Segretariati regionali, dei conseguenti itinerari<br />
turistico-culturali. Ai direttori dei Poli museali (ora Direzioni<br />
regionali Musei) è stato, in particolare, assegnato il compito<br />
di elaborare e stipulare accordi con le altre amministrazioni<br />
statali eventualmente competenti, le Regioni, gli altri enti<br />
pubblici territoriali e i privati interessati, per regolare servizi<br />
strumentali comuni, destinati alla fruizione e alla valorizzazione<br />
di beni culturali, anche mediante l'istituzione di forme<br />
18 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali 19<br />
consortili non imprenditoriali per la gestione di uffici comuni<br />
e tramite convenzioni con le associazioni culturali o di volontariato,<br />
dotate di adeguati requisiti, che abbiano, per statuto,<br />
finalità di promozione e diffusione della conoscenza dei<br />
beni culturali. Con riferimento al Molise, una proposta di marketing<br />
culturale verte su un cambio di passo del rapporto che<br />
i luoghi della cultura molisani hanno con il territorio ed anche<br />
tra di loro. Lo sviluppo del marketing dei luoghi della cultura<br />
deve essere affiancato da un miglioramento anche delle criticità<br />
che non sempre dipendono dai soggetti cui fanno capo<br />
i luoghi della cultura. Anche elementi di marketing culturale<br />
digitale possono integrare l’offerta complessiva, con funzioni<br />
di supporto alla fruizione in presenza.<br />
ANALISI DEL TERRITORIO<br />
Da una prima analisi, emergenze la mancanza di una comunicazione<br />
integrata tra le diverse realtà istituzionali presenti,<br />
rendendo difficile per il visitatore reperire informazioni sul<br />
territorio e in generale sul suo patrimonio culturale. Inoltre la<br />
regione è affetta da una carenza di infrastrutture di collegamento<br />
efficienti. Il Molise non ha un suo aeroporto: quello più<br />
vicino è l’aeroporto di Pescara in Abruzzo, a 171 km di distanza<br />
dal capoluogo Campobasso, equivalenti a circa 2h 3min in<br />
automobile. Non ci sono treni diretti dal Nord Italia. L’assenza<br />
dell’alta velocità e la presenza di pochi orari di partenza verso<br />
e dal Molise, a cui si aggiunge la bassa qualità del servizio<br />
(i treni sono spesso vecchi, scomodi, senza Wi-Fi, talvolta i<br />
servizi sanitari sono fuori uso), contribuiscono a rendere poco<br />
competitivo il Molise ai fini di un incremento del turismo.<br />
Una volta giunti in Molise, gli stessi collegamenti interni sono<br />
insufficienti a garantire la copertura del territorio tramite<br />
trasporto pubblico. Molti borghi sono raggiungibili solo con<br />
mezzo privato. Le strade sono spesso in manutenzione, a cui<br />
si aggiunge l’abbondanza di precipitazione nevose durante il<br />
periodo invernale: circostanze che rendono più difficoltosi<br />
che altrove gli spostamenti con il mezzo proprio.<br />
Le strutture ricettive sono scarse, anche quelle a iniziativa<br />
dei singoli, sebbene molti borghi abbiano strutture abitative<br />
vuote e abbandonate.<br />
Con riferimento ai luoghi della cultura, nonostante la limitata<br />
estensione territoriale, ci sono difficoltà a creare una strategia<br />
di coordinamento, di rete e integrazione (in termini di<br />
condivisione di personale, skills, promozione e comunicazione<br />
etc.) tra i vari musei del territorio, pubblici e privati, statali e<br />
non. Inoltre non c’è un’offerta tecnologica applicata a quella<br />
culturale che sia adeguata a contribuire alla diversificazione<br />
del pubblico e ad attrarre i più giovani, e in generale manca<br />
una visione strategica di marketing culturale e territoriale.<br />
Fig. 2 - Forbici e coltelli, Museo dei ferri taglienti, Frosolone.<br />
SPUNTI DI RIFLESSIONE PER UNA PROPOSTA<br />
DI MARKETING CULTURALE<br />
Tra le azioni proposte, diventa importante favorire politiche<br />
di prezzo diversificate che prevedano anche la vendita di biglietti<br />
integrati tra i musei statali e non statali, così come la<br />
creazione di una piattaforma digitale per l’acquisto di biglietti<br />
online. In generale, l’aumento della bigliettazione integrata<br />
potrà accrescere il marketing della rete museale molisana.<br />
Sono possibili varie forme, tra cui quelle:<br />
• su base tematica (es.: per le aree e musei archeologici, per<br />
i musei di arti e tradizioni popolari, etc.); per i musei a<br />
ingresso gratuito, la quota di bigliettazione includerebbe il<br />
costo della visita guidata;<br />
• su base geografica (anche in abbinamento ai piani strategici<br />
di sviluppo territoriale già in atto).<br />
Fondamentale diventa anche lo sviluppo, nei vari luoghi della<br />
cultura, della tecnologia digitale e assistiva, nel più ampio<br />
senso, così da diversificare e attrarre un pubblico più giovane,<br />
nonché la condivisione di competenze e risorse, favorendo<br />
una visione integrata dell’offerta culturale. Le possibilità<br />
sono molte. Uno strumento efficace appare l’incentivazione<br />
di storytelling digitali e dirette streaming, soprattutto per i<br />
musei più difficili da raggiungere. Questo potrebbe stimolare<br />
il visitatore a recarvisi fisicamente in seguito, trasformandosi<br />
da visitatore virtuale in visitatore effettivo.<br />
Inoltre, la stipula di convenzioni tra i luoghi della cultura,<br />
da un lato, e le pro loco, le associazioni culturali, le guide<br />
turistiche e le società di trasporto privato locale, dall’altro,<br />
faciliterebbe la mobilità e la permanenza del turista all’interno<br />
della regione. Per il grave problema dei trasporti, dove la<br />
quantità di risorse da investire ha sicuramente dimensioni notevoli,<br />
un primo contributo può venire dalla stipula di accordi<br />
con società private ed enti territoriali per offrire servizi di<br />
trasporto su richiesta a prezzi convenzionati, da compensare<br />
con incentivi pubblici, sponsorizzazioni, defiscalizzazioni.<br />
Considerata la scarsa presenza di strutture ricettive, occorrerebbe<br />
incentivare i privati ad affittare le loro case non utilizzate<br />
o utilizzate per periodi limitati. Tipicamente, una terra<br />
di emigrati come il Molise vede i suoi centri urbani minori<br />
riaffollarsi durante il mese di agosto, ma molte case restano<br />
vuote per il resto dell’anno. Questo potrebbe essere uno dei<br />
punti per avviare il recupero di molti centri pressoché disa-<br />
Fig. 3 - Museo internazionale della zampogna Pasquale Vecchione, Scapoli.
Fig. 4 - Museo Internazionale della Zampogna Pasquale Vecchione, Scapoli.<br />
bitati, così come sta avvenendo in altre regioni. Un'altra opportunità<br />
sarebbe la realizzazione di alberghi diffusi, la nota<br />
formula che vede la costituzione di un'impresa alberghiera<br />
con le camere non in un unico stabile, bensì diffuse in vari<br />
edifici, nello stesso centro o anche in centri abitati contigui,<br />
con gestione unitaria e in grado di fornire servizi adatti a tutti<br />
gli ospiti, mantenendo al contempo le caratteristiche di accoglienza<br />
tipiche di una casa. L’Associazione Nazionale Alberghi<br />
Diffusi può costituire un partner per uno studio di fattibilità.<br />
Una prima esperienza in tal senso si è già svolta a Castel del<br />
Giudice in provincia di Isernia.<br />
Un marketing culturale efficace non può, comunque, prescindere<br />
dall’inglobare nelle sue offerte anche quegli aspetti, già<br />
accennati, legati alla dimensione etnoantropologica. Essi devono<br />
affiancarsi all’offerta connessa al patrimonio culturale<br />
materiale. Entrambi caratterizzano i territori, entrambi contribuiscono<br />
a determinare l’aspetto dei paesaggi e le forme<br />
della vita quotidiana: scinderli andrebbe a scapito della loro<br />
messa a profitto, come invece accade allo stato attuale, nella<br />
maggior parte dei casi. Questo indotto culturale si traduce in<br />
un indotto economico, perché le forme culturali ereditate dal<br />
passato sono le basi per un futuro realmente sostenibile. È<br />
questa la grande valenza dei beni culturali, materiali e immateriali:<br />
essere testimonianza viva e utilizzabile per dare basi<br />
solide alla progettazione del domani. Non ha senso, dunque,<br />
separare gli uni (i beni materiali) dagli altri (il patrimonio immateriale),<br />
in quanto è attraverso la presa in considerazione<br />
Fig. 5 - Museo Storico della Campana Giovanni Paolo II, Agnone<br />
del loro intero che i programmi, anche di sviluppo economico,<br />
trovano la loro piena efficacia.<br />
Può essere usato come esempio il Museo dei Ferri Taglienti<br />
(forbici e coltelli) di Frosolone (foto 1 e 2), testimonianza<br />
materiale di un artigianato tipico che da secoli si tramanda<br />
attraverso le generazioni, al quale si accompagnano la Mostra<br />
Mercato Nazionale, che espone forbici e coltelli della produzione<br />
artigianale proprio nei locali occupati un tempo dalle<br />
botteghe artigiane, e la Festa della Forgiatura grazie alla quale<br />
rivive nelle piazze l'antica lavorazione.<br />
Analogo è il caso di Scapoli, dove sono presenti il Museo Internazionale<br />
della Zampogna Pasquale Vecchione e l’Associazione<br />
Culturale Circolo della Zampogna (foto 3 e 4). Ad<br />
essi si accompagnano, annualmente, una Mostra Mercato e un<br />
Festival. Inizialmente si trattava solo di una mostra-mercato,<br />
per garantire la sopravvivenza e la trasmissione alle generazioni<br />
future della zampogna e della sua tradizione. Successivamente,<br />
alla mostra fu affiancato il festival internazionale,<br />
un evento che appassiona suonatori e costruttori di zampogne<br />
di tutto il mondo, accrescendo il loro senso di identità<br />
e rafforzando la consapevolezza di essere i custodi di un sapere<br />
ancestrale. Moltissimi altri esempi di attività artigianali<br />
potrebbero essere menzionati, come la Pontificia Fonderia<br />
di campane ad Agnone di cui fa parte il Museo Storico della<br />
Campana Giovanni Paolo II (foto 5 e 6), o il Museo dei Costumi<br />
molisani a Isernia, città che reclama l’ideazione della lavorazione<br />
al tombolo nel monastero di Santa Maria delle Monache<br />
(peraltro oggi utilizzato come sede museale).<br />
Il settore eno-gastronomico, come ovunque in Italia, ha enormi<br />
potenzialità e riflette un’eredità anch’essa di matrice culturale.<br />
Il Molise, infatti, esprime l’identità di un territorio<br />
segnato dalla transumanza e legato alla cucina povera e genuina<br />
di pastori e contadini. C’è un ricorrente connotato di<br />
tradizionalità che manifesta nel presente modi e forme provenienti<br />
da un passato anche molto lontano, accompagnato<br />
da espressioni che spaziano dalla sfera rituale, apotropaica, a<br />
quella dei rapporti comunitari. Numerose sono le occasioni in<br />
cui si unisce alle manifestazioni della produzione artigianale.<br />
Un altro punto particolarmente efficace del marketing culturale<br />
è la promozione di forme di partecipazione attiva e<br />
il coinvolgimento delle comunità in sede di progettazione.<br />
È una condizione molto importante, tanto più per un’azione<br />
promossa da un’amministrazione pubblica. Partecipazione<br />
nel processo decisionale, nella fase progettuale, quindi, ma<br />
anche partecipazione attraverso azioni concrete che mirino<br />
alla sfera affettivo-emotiva dei destinatari del marketing.<br />
Coinvolgere, dare concrete e fruttifere possibilità di agire, di<br />
sviluppare un percorso di lavoro, di lasciare tracce culturali<br />
personali, rappresenta sicuramente uno stimolo potente per<br />
la riuscita di un marketing culturale. Un mezzo facilmente<br />
accessibile è quello della fotografia. La fotografia è anche<br />
cronaca, narrazione, racconto, testimonianza.<br />
Prevedere che i fruitori del patrimonio culturale molisano<br />
uniscano alla conoscenza di questo alcune pratiche fotografiche<br />
attive è un’idea che può dare ottimi risultati.<br />
È fondamentale dunque identificare e attuare azioni e progetti<br />
per la valorizzazione del patrimonio fotografico. Bisogna<br />
attivare politiche per la costituzione, la conservazione<br />
e la valorizzazione del patrimonio fotografico esistente (foto<br />
d’archivio) ma anche favorire lo sviluppo della fotografia e<br />
la creazione artistica contemporanea che documenti l’evoluzione<br />
del paesaggio e della società, agevoli il meccanismo<br />
identità-senso di appartenenza e metta in moto meccanismi<br />
di sviluppo territoriale e di crescita economica.<br />
Il Molise è già testimone di un fenomeno che, affermato a<br />
livello mondiale, ha qui trovato espressioni sia in linea con<br />
i trend globali sia di rivisitazione delle tradizioni: la pittura<br />
murale in esterni.<br />
20 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali 21<br />
Dai murales internazionali di Campobasso, con una qualità<br />
assoluta anche sorprendente per un centro così interno e<br />
purtroppo lontano dai circuiti dell’arte ufficiale, a quelli che<br />
reinterpretano intelligentemente i valori della civiltà tradizionale<br />
a Casalciprano (foto 7), abbinati al locale Museo a<br />
cielo aperto della Memoria Contadina, la strada risulta già<br />
efficacemente segnata.<br />
CONCLUSIONI<br />
L’analisi condotta fino ad ora ha evidenziato la complessità e<br />
la quantità dei fattori che devono essere considerati quando<br />
si riflette su una proposta di marketing culturale che presenterà,<br />
necessariamente, anche le caratteristiche proprie di<br />
un’offerta di marketing territoriale.<br />
Il marketing, abbiamo visto, non si limita a svolgere un’attività<br />
di mera promozione e comunicazione. Il marketing<br />
comprende sicuramente la promozione dei servizi e la cura<br />
dell’immagine del territorio, ma è, nello specifico, il processo<br />
attraverso cui si soddisfano i bisogni delle persone e dunque<br />
del territorio. I nostri luoghi della cultura devono partire dalla<br />
conoscenza dei bisogni del pubblico su cui si concentra la<br />
loro azione, al fine di creare un’offerta culturale che attragga<br />
nuovi pubblici, che porti il visitatore a conoscere gradualmente<br />
il patrimonio culturale presente sul territorio e generi l’effetto<br />
dipendenza culturale o cultural addiction (cit. Trimarchi<br />
M, L’evoluzione del prodotto culturale, febbraio 2006). La<br />
diffusione della cultura genera conoscenza tra i residenti e i<br />
turisti esterni al territorio con importanti effetti di tipo educativo<br />
e sociale. L’offerta culturale dovrà prevedere il riallestimento,<br />
a cadenza regolare, delle collezioni museali (anche<br />
con l’ausilio di supporti tecnologici) e un rafforzamento dei<br />
servizi collegati (l’esperienza culturale inizia nel momento in<br />
cui il consumatore lascia la propria abitazione, si reca al museo<br />
e continua anche al ritorno a casa: il customer journey).<br />
È quindi importante incentivare il consumatore nell’acquisto<br />
del biglietto anche con servizi di acquisto online, così come è<br />
fondamentale investire sulle infrastrutture e realizzare sinergie<br />
con il trasporto locale per agevolare il raggiungimento dei<br />
luoghi della cultura situati in località di montagna con strade<br />
poco agevoli. È importante che le istituzioni culturali lavorino<br />
su un’offerta di marketing ben strutturata, così da contribuire<br />
alla creazione sia di valore sociale che economico, favorendo<br />
lo sviluppo e migliorando la qualità della vita e l’attrattività<br />
del territorio, due elementi indispensabili per valutare<br />
il successo di un’offerta di marketing culturale e territoriale.<br />
Bisogna agire per migliorare la vita dei residenti, attrarne di<br />
nuovi, attrarre investitori (nuove imprese e start-up culturali,<br />
ad esempio, che si vanno ad insediare in quel territorio, creando<br />
nuovi insediamenti produttivi, da cui conseguono nuovi<br />
posti di lavoro e maggiori benefici per la collettività) e turisti,<br />
italiani e stranieri, portatori di ricchezza.<br />
Sarà quindi importante investire sulla creazione di alberghi<br />
diffusi e recuperare strutture, anche private, presenti nelle<br />
aree interne che possiedono un patrimonio paesaggistico e<br />
bellezze naturali eccezionali ma, allo stesso tempo, prive di<br />
strutture sufficienti o idonee ad ospitare potenziali visitatori.<br />
Lo scopo è quello di rifuggire da un turismo mordi e fuggi e<br />
creare un maggiore indotto sul territorio (i turisti pagheranno<br />
il biglietto di ingresso al museo o all’area archeologica, ma<br />
porteranno ricchezza anche ai negozianti, agli albergatori, ai<br />
ristoratori).<br />
L’offerta culturale dei nostri luoghi della cultura dovrà inoltre<br />
dialogare con i vari stakeholder (le altre istituzioni pubbliche,<br />
ma anche le associazioni culturali e i soggetti privati) e valorizzare<br />
le specificità territoriali fatte anche di eventi, festival<br />
e tradizioni. È quindi evidente come la predisposizione di una<br />
efficace proposta di offerta rientrante nell’ambito del marketing<br />
culturale non potrà prescindere dallo studio e dalla<br />
Fig.6 - Museo Storico della Campana Giovanni Paolo II.<br />
Fig. 7 - Murales, Museo della Memoria Contadina, Casalciprano<br />
conoscenza del territorio in cui il luogo della cultura si trova.<br />
L’istituzione dovrà uscire dai confini prettamente museali,<br />
affacciarsi sul territorio e studiare tutti gli elementi che lo<br />
caratterizzano per diffondere la conoscenza della collezione<br />
museale ma anche del territorio in cui si colloca, generare<br />
senso di appartenenza e di identità, accrescere la reputazione<br />
del luogo, attrarre talenti, imprese, nuovo pubblico e<br />
nuovi turisti, e contribuire così allo sviluppo del territorio,<br />
alla sua crescita economica e alla sua trasformazione in una<br />
realtà di eccellenza.<br />
Abstract<br />
This document is divided into four sections. The first section, the introduction,<br />
analyses the transformations that the cultural sector has been undergoing<br />
in recent years and the new interest towards forms of slow tourism, traditions<br />
and little medieval villages. The second section describes the territory<br />
and its criticalities. The third section shows the strategy and the proposed<br />
actions to increase the flow of tourists and the economic growth of Molise.<br />
The fourth section is dedicated to the conclusions and summarizes the main<br />
points of the topics covered.<br />
Parole Chiave<br />
Musei; patrimonio immateriale; beni culturali; digitale<br />
Autore<br />
Lia Montereale<br />
lia.montereale@beniculturali.it<br />
funzionario per la promozione e comunicazione<br />
presso il Segretariato Regionale Mibact per il Molise.
ARCHEOLOGIA FORENSE<br />
L'Archeologia Forense e CSI<br />
L’importanza dell’archeologia forense sulla scena<br />
del crimine: dalla macro- alla micro-scala<br />
di Pier Matteo Barone<br />
Fig. 1 - Un esempio di applicazione forense dell'NDVI su un'immagine satellitare in cui è chiara la presenza di una superficie 'disturbata' (cerchio<br />
rosso) corrispondente ad un possibile occultamento di cadavere.<br />
La sepoltura di oggetti (resti umani, esplosivi, armi,<br />
droghe, ecc.) può essere associata a gravi crimini e<br />
può richiedere una ricerca accurata in luoghi impervi.<br />
Tali scenari di ricerca forense sono abbastanza comuni. La<br />
maggior parte delle scoperte documentate sono accidentali<br />
o derivano da testimonianze di sospetti/testimoni. La<br />
difficoltà di localizzare tali target sepolti significa che un<br />
approccio randomico o basato sul caso non è prudente.<br />
Un’indagine archeologica preliminare per focalizzare la ricerca<br />
di una scena del crimine è fondamentale. Le forze<br />
dell’ordine internazionali adottano procedure che partono<br />
da uno studio macroscopico (ad esempio, il telerilevamento)<br />
dell’area di interesse per arrivare ad analisi microscopiche<br />
(ad esempio, test di laboratorio) delle prove sulla<br />
scena del crimine attraverso diverse fasi, come la geofisica,<br />
l’archeologia e la tafonomia.<br />
LA SCENA DEL CRIMINE ALLA MACROSCALA<br />
Il telerilevamento (RS) è lo strumento preliminare utilizzato<br />
per definire meglio un’area della scena del crimine,<br />
partendo da un’analisi a macroscala. Questo metodo è importante<br />
non solo perché non è invasivo ma anche perché<br />
diventa possibile scegliere diverse opzioni di RS a seconda<br />
del particolare caso forense.<br />
I metodi di telerilevamento si basano su misurazioni indirette<br />
della superficie e del sottosuolo di un territorio. Queste<br />
misure vengono interpretate per identificare e caratterizzare<br />
i contrasti dovuti alle differenze nelle proprietà<br />
fisiche e/o naturali dei materiali studiati. I recenti sviluppi<br />
nelle apparecchiature di telerilevamento e nelle tecnologie<br />
informatiche hanno migliorato le possibilità di applicazione<br />
di successo di queste metodologie, in particolare<br />
per applicazioni inerenti alla ricerca di persone scomparse<br />
come visto nel precedente articolo di questa rubrica.<br />
L’uso della scienza RS e la sua applicazione attraverso le<br />
immagini satellitari ed aeree potrebbero sembrare semplici<br />
per qualcuno utilizzando database commerciali online<br />
di immagini per ottenere prove a sostegno di casi forensi,<br />
ma non lo è. Trovare le immagini giuste significa setacciare<br />
enormi database di dati satellitari storici e le cause legali<br />
che coinvolgono tali approcci spesso falliscono per mancanza<br />
di professionalità.<br />
Sia le immagini satellitari che quelle aeree possono fornire<br />
ampie informazioni su ciò che può essere sepolto nel<br />
terreno. All’inizio, le caratteristiche non visibili sul terreno<br />
sono spesso rivelate in altitudine sia autopticamente<br />
che utilizzando determinati sensori. Per esempio, le sottili<br />
aree depresse delle fosse clandestine possono essere espo-<br />
22 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali 23<br />
ste nelle fotografie aeree al mattino presto o nel tardo<br />
pomeriggio, quando le ombre sono più lunghe.<br />
Inoltre, i cosiddetti cropmarks si presentano come crescita<br />
differenziale nelle colture causata dalla presenza<br />
di differenti caratteristiche sub-superficiali. A volte, tali<br />
caratteristiche sono così chiare che possono essere osservate<br />
nella banda visibile ad occhio umano. In altri casi,<br />
l’uso di bande “invisibili” permette di produrre o immagini<br />
all’infrarosso o valori come l’NDVI (Normalised Difference<br />
Vegetation Index) che evidenziano specifici target forensi<br />
(Fig. 01).<br />
Oggigiorno, tecnologicamente all’avanguardia sono i veicoli<br />
aerei senza equipaggio (UAV), o “droni”, sempre più<br />
utilizzati per acquisire queste tipologie di immagini. Piccoli<br />
UAV portatili, con le appropriate autorizzazioni per lo<br />
spazio aereo quando necessario e con determinati sensori,<br />
possono sorvolare scene del crimine all’aperto e anche al<br />
chiuso per acquisire video e fotografie. Questa prospettiva<br />
aggiuntiva migliora nuovamente la documentazione e l’interpretazione<br />
di ogni scena.<br />
Anche il LiDAR (Light Detection and Ranging) è una tecnologia<br />
basata sul telerilevamento aereo. Misura la distanza<br />
illuminando un obiettivo con un laser e analizzando la luce<br />
riflessa. Il vantaggio principale dell’applicazione LiDAR a<br />
una scena del crimine è la capacità di ottenere una misurazione<br />
in scala reale e senza contatto diretto. Il LiDAR ha<br />
molte applicazioni nel campo delle indagini forensi, tra cui<br />
l’aiuto nella pianificazione delle campagne sul campo, la<br />
mappatura della superficie del suolo al di sotto di boschi<br />
o foreste e la fornitura di una panoramica delle caratteristiche<br />
del terreno che possono essere indistinguibili da<br />
terra. Sono state proposte, inoltre, alcune applicazioni<br />
delle tecnologie laser 3D alle scienze forensi. È possibile<br />
creare una scena del crimine virtuale per la ricostruzione<br />
e documentazione forense basata sulle tecnologie laser 3D<br />
in cui la componente verticale è determinata con maggiore<br />
precisione rispetto ai metodi convenzionali. Tali modelli<br />
3D forniscono anche la possibilità di ricostruire elementi<br />
mancanti da prove parziali.<br />
LA SCENA DEL CRIMINE A MEDIA SCALA<br />
Tra i metodi RS, la geofisica forense svolge un ruolo fondamentale<br />
di raccordo tra le analisi a macroscala e microscala.<br />
Essa comporta lo studio, la ricerca, la localizzazione e<br />
la mappatura di oggetti o elementi sepolti sotto il suolo o<br />
l’acqua utilizzando strumenti di geofisica per scopi forensi.<br />
Varie tecniche geofisiche possono essere utilizzate per<br />
indagini forensi in cui i target sono sepolti e hanno dimensioni<br />
diverse (da armi e fusti metallici a sepolture umane e<br />
bunker). I metodi geofisici hanno il potenziale per aiutare<br />
nella ricerca e nel recupero di questi target forensi perché<br />
possono esaminare rapidamente e in modo non distruttivo<br />
grandi aree dove un sospetto, una sepoltura illegale o<br />
qualche altro obiettivo forense è nascosto nel sottosuolo.<br />
Quando c’è un contrasto di proprietà fisiche tra un target e<br />
il materiale in cui è sepolto nel sottosuolo, è possibile individuare<br />
e definire con precisione il luogo di occultamento<br />
dell’oggetto cercato.<br />
Il Ground Penetrating Radar (GPR o georadar) è uno degli<br />
strumenti geofisici più utili per indagare target sia sepolti<br />
sia obliterati dietro una muratura. Un’unità GPR produce<br />
essenzialmente un’onda elettromagnetica ad una determinata<br />
frequenza che viaggia attraverso il terreno ad una<br />
velocità controllata dalle proprietà elettromagnetiche del<br />
materiale indagato. Le differenze nella permittività relativa<br />
(costante dielettrica) o nella conducibilità elettrica<br />
risultanti dai cambiamenti nel tipo di suolo o nella presenza<br />
di acqua fanno sì che le onde vengano riflesse. I segnali<br />
riflessi dalle interfacce naturali del sottosuolo e da oggetti<br />
sepolti/nascosti sono ricevuti dal georadar, fornendo risultati<br />
in tempo reale.<br />
I vantaggi del georadar per le indagini forensi sono oltre<br />
alla portabilità dello strumento, anche e soprattutto la facile<br />
localizzazione e mappatura degli obiettivi sepolti in<br />
tempo reale, anche se è fondamentale che chi lo utilizza<br />
conosca i principi e le procedure adeguate per ottenere i<br />
migliori risultati.<br />
In seguito, gli ultimi due strumenti che possono essere<br />
annoverati tra quelli non invasivi che permettono la col-<br />
Fig. 2 - Lo scavo archeologico forense: a) Un radargramma indicante la presenza di un occultamento di cadavere; b) La sua ricostruzione 3D; c) Il suo diagramma<br />
di Harris; d) i possibili scenari che un archeologo forense può identificare come sepolture clandestine.
lezione di informazioni a media scala sono il K9 ed il fieldwalking.<br />
I cani, comunemente conosciuti come K9 dai professionisti<br />
delle forze dell’ordine a causa dell’omofonia con la parola<br />
“canino”, hanno giocato un ruolo importante nelle indagini<br />
legali per decenni grazie al loro acuto senso dell’olfatto. Il<br />
naso di un essere umano medio ha all’incirca cinque milioni<br />
di cellule sensibili, che sembra essere un gran numero<br />
fino a quando non si confronta con i 200 milioni di cellule<br />
del naso di un cane medio. I “cani da cadavere” sono<br />
appositamente addestrati a seguire l’odore della carne in<br />
decomposizione per localizzare i corpi di esseri umani deceduti.<br />
Che un cadavere sia in superficie, sepolto sottoterra<br />
o addirittura sott’acqua, il naso di un cane è abbastanza<br />
potente da captare l’odore e risalire alla sua fonte.<br />
Insieme ai cani, come accennato in precedenza, anche il<br />
field-walking è fondamentale per restringere l’area indagata.<br />
Il field-walking o indagine pedonale è una tecnica<br />
adottata nel contesto forense dall’archeologia e ancor prima<br />
dai militari. Fondamentalmente, una squadra di investigatori<br />
cammina attraverso i campi aperti della loro area<br />
di studio registrando tutte le prove superficiali incontrate.<br />
Tuttavia, ci sono alcune variabili importanti in questo metodo.<br />
La prima riguarda il dettaglio con cui viene documentata<br />
la mappatura di superficie; più intensa è, meno<br />
terreno viene coperto. Un’indagine intensiva studia, quindi,<br />
un’area relativamente piccola in modo molto dettagliato,<br />
mentre un’indagine estensiva copre un’area enorme,<br />
usando metodi molto meno meticolosi.<br />
LA SCENA DEL CRIMINE ALLA MICROSCALA<br />
Arrivati a questo livello di indagine della scena del crimine,<br />
individuata una zona minima di interesse dove focalizzarsi,<br />
il primo coinvolgimento di un archeologo forense è<br />
quello di aiutare la polizia a scavare in maniera scientifica<br />
un corpo e/o gli oggetti personali di una o più vittime. A<br />
livello di microscala, infatti, l’archeologo forense inizia a<br />
scavare usando gli strumenti e le competenze necessarie<br />
per uno scavo stratigrafico. Lo scavo deve essere condotto<br />
meticolosamente e non arbitrariamente (cioè, arrivando<br />
direttamente all’obiettivo sepolto usando bulldozer o<br />
attrezzature simili) utilizzando gli strumenti appropriati.<br />
L’archeologo deve registrare e conservare tutto ciò che<br />
viene trovato in ogni fase e profondità (per esempio, fibre<br />
artificiali, capelli, vestiti o DNA) perché può essere una<br />
prova vitale. Bisogna ricordare come l’archeologo forense<br />
sia coinvolto non solo nello scavo di cadaveri od oggetti<br />
occultati, ma anche di fosse comuni create durante crimini<br />
di guerra o a seguito di esplosioni, incidenti aerei e<br />
atti di terrorismo (si pensi per esempio al crollo delle Torri<br />
Gemelle a New York dove gli archeologi forensi sono stati<br />
fondamentali).<br />
Lo scavo stratigrafico (o meglio micro-stratigrafico, in<br />
quanto, in ambito forense, si parla di micro-strati per via<br />
del loro breve tempo di formazione) e l’esame di ogni prova<br />
trovata nel terreno rimosso è un esempio di cronologia<br />
relativa, dove, per esempio, un elemento sepolto con una<br />
data (per esempio, una bottiglia di latte o una ricevuta)<br />
sopra o sotto il target forense può fornire informazioni sul<br />
tempo della sepoltura. Inoltre, le prove degli archeologi<br />
forensi riguardanti il modo in cui i materiali si degradano<br />
o si decompongono nel tempo e in condizioni specifiche<br />
possono essere importanti perché possono aiutare a determinare,<br />
ad esempio, da quanto tempo un corpo è stato<br />
sepolto dallo stato dei vestiti o del terreno circostante o<br />
da quanto tempo eventuali oggetti sono stati sepolti.<br />
Ed è qui che è fondamentale la tafonomia. La tafonomia<br />
deriva dalla parola greca taphos (τάφος) che significa tomba,<br />
ma è stata più comunemente accettata come lo studio<br />
di un organismo dal momento della sua morte al punto della<br />
sua scoperta. Un'area di ricerca sfaccettata che incorpora<br />
la decomposizione, la sepoltura, i trasporti e i fattori<br />
chimici, fisici e biologici che la accompagnano, valutando<br />
tutti i processi peri- e post-mortem, compresi il recupero,<br />
la conservazione e le fasi di analisi. Esaminando tutti gli<br />
aspetti di queste fasi, si può ottenere una migliore comprensione<br />
della portata dell’analisi tafonomica in ambito<br />
forense (Fig. 2).<br />
CONSIDERAZIONI FINALI<br />
È sempre auspicabile che si verifichino strette collaborazioni<br />
interdisciplinari sulla scena del crimine tra le diverse<br />
discipline forensi. Per questo motivo, se l'analisi archeologica<br />
di una scena del crimine richiede un esame più specializzato,<br />
vale la pena comunicare con gli esperti delle<br />
altre geoscienze forensi durante tali procedure. Alcune<br />
delle più rilevanti sono geologia, antropologia, entomologia,<br />
botanica, biologia, chimica e genetica. Per fare questo<br />
è necessario che l’archeologo forense agisca seguendo<br />
determinate regole.<br />
Come illustrato nella figura 3, un’analisi della scena del<br />
crimine da parte di un archeologo forense può diventare<br />
un collo di bottiglia in cui è facile perdere informazioni<br />
o può essere una risorsa fondamentale<br />
utilizzata per risolvere un caso. Le informazioni<br />
prima/durante/dopo lo scavo devono essere documentate<br />
correttamente per evitare la perdita<br />
graduale di informazioni, in parte naturale e in<br />
parte artificiale. Tuttavia, se l’esperto coinvolto<br />
non rielabora correttamente tali informazioni,<br />
una mente interpretativa non sarà sufficiente per<br />
risolvere il caso. Quest’ultimo aspetto non è da<br />
sottovalutare in quanto non di rado gli archeologi<br />
forensi possono dover testimoniare in tribunale<br />
come esperti e devono essere in grado di comunicare<br />
questioni complesse ad un pubblico che ignora<br />
i rudimenti di questa poliedrica, variegata e<br />
complessa metodica.<br />
Fig. 3 - Schema di analisi della scena del crimine in archeologia forense.<br />
24 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali 25<br />
Bibliografia<br />
Barone, P.M. Understanding Buried Anomalies: A Practical Guide<br />
to GPR; LAP LAMBERT Academic Publishing: Saarbrücken, Germany,<br />
2016; ISBN 978-3-659-93579-4.<br />
Barone, P.M. Contestualizzare l’Archeologia Forense;<br />
<strong>Archeomatica</strong> - Tecnologie per i Beni Culturali, Anno XII - Numero<br />
2 Giugno 2020<br />
Barone, P.M. L’Archeologia Forense e la Ricerca di Persone<br />
Scomparse; <strong>Archeomatica</strong> - Tecnologie per i Beni Culturali, Anno<br />
XIII - Numero 1 Marzo <strong>2021</strong><br />
Barone, P.M.; Groen, W.J.M. Multidisciplinary Approaches to<br />
Forensic Archaeology: Topics discussed During the European<br />
Meetings on Forensic Archaeology (EMFA); Springer, 2018; ISBN<br />
978-3-319-94397-8.<br />
Di Maggio, R.M., Barone, P.M. (eds.) Geoscientists at Crime<br />
Scenes: A Companion to Forensic Geoscience; Soil Forensics;<br />
Springer International Publishing, 2017; ISBN 978-3-319-58047-<br />
0.<br />
Di Maggio R.M., Barone P.M., Dealing with different forensic<br />
targets: geoscientists at crime scenes, The Geological Society<br />
(GSL) Special Publications, 2018a.<br />
Di Maggio R.M., Barone P.M., Geoforensics in Italy: Education<br />
and Research Standards, The Geological Society (GSL) Special<br />
Publications, 2018b.<br />
Morgan, R.M., Bull, P.A., Forensic geoscience and crime detection,<br />
Minerva Med. Leg., 127, 2007, pp. 73-89.<br />
Ruffell, A., McKinley, J., Geoforensic, Wiley, 2008, 978-0-470-<br />
05735-3<br />
Schotsmans, E.M.J., Márquez-Grant, N., Forbes, S., Taphonomy<br />
of Human Remains: Forensic Analysis of the Dead and the Depositional<br />
Environment, John Wiley & Sons, 2017.<br />
Abstract<br />
International law enforcement agencies adopt a standard procedure to analyse a crime scene,<br />
beginning with a landscape macroscopic study (e.g., remote sensing) till a microscopic evidence<br />
analysis (e.g., archaeological stratigraphy) following intermediate steps such as geophysics, fieldwalking,<br />
and taphonomy.<br />
Parole chiave<br />
Archeologia forense; CSI; Telerilevamento; Geofisica; Field-walking;<br />
Cani da cadavere; Scavo stratigrafico; Tafonomia<br />
Autore<br />
Pier Matteo Barone<br />
p.barone@aur.edu<br />
Archaeology and Classics Program, The American University of Rome, Via P. Roselli,<br />
4 – 00153 Roma, Italia<br />
Geoscienze Forensi Italia -Forensic Geoscience, Italy, Rome, Italy<br />
ORCID: 0000-0002-8232-4935<br />
Sottocontrollo<br />
tel. +39 02 4830.2175<br />
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permette di esporre tali informazioni tramite i diversi<br />
servizi OGC, utilizzati anche come basi tematiche per<br />
servizi dedicati agli Enti locali per gli aspetti di pianificazione<br />
e di verifica tributaria.<br />
Le funzionalità di editing cartografico web, sia diretto,<br />
sia basato su relazioni 1:N, nonché la possibilità di definire<br />
vincoli geografici ed alfanumerici (differenziati per<br />
utente) su aspetti di visualizzazione ed editing, hanno<br />
permesso di utilizzare la suite per la predisposizione di<br />
gestionali cartografici tra i quali si ricorda:<br />
• la gestione (stato di conservazione ed analisi della<br />
criticità) delle infrastrutture e della viabilità di competenza;<br />
• il progetto Biovie, per consentire agli Enti Locali di<br />
inserire autonomamente le loro proposte di percorsi<br />
ciclabili per la redazione del Piano Urbano della Mobilità<br />
Sostenibile;<br />
• la gestione degli Impianti di Depurazione Urbana<br />
Tra gli sviluppi futuri, oltre all’implementazione delle<br />
funzionalità di editing web che permettano di creare gestionali<br />
cartografici avanzati, è in fase di predisposizione<br />
la pubblicazione dei metadati (secondo le specifiche<br />
RNDT ed INSPIRE) tramite protocollo WCS e le funzionalità<br />
di harvesting.<br />
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esterno tramite connessione Bluetooth ed utilizzare il<br />
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ARCHEO-GEOFISICA: IL FUTURO VEDE IL PASSATO<br />
Diversi strumenti presi dalla geofisica applicata vengono<br />
sfruttati appieno e con grande interesse dagli archeologi.<br />
I più innovativi non si lasciano scappare la strumentazione<br />
più performante. L’Università di Ferrara – con il prof.<br />
Enzo Rizzo e la prof.ssa Rachele Dubbini – in collaborazione<br />
con il dott. Luigi Capozzoli del CNR IMAA stanno<br />
studiando un sito a Bocca delle Menate (Comacchio) alla<br />
ricerca di aree di interesse archeologico.<br />
26 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali 27<br />
Pochi giorni fa si è svolta sul sito anche un'acquisizione<br />
dimostrativa con il 3D-Radar.<br />
Gli archeologi utilizzano diversi metodi geofisici: georadar,<br />
geoelettrica, magnetometria…<br />
Il georadar è la tecnologia geofisica più accurata e ad alta<br />
risoluzione. Funziona meglio in terreni sabbiosi, secchi,<br />
poco conduttivi. Individua vuoti, cavità, oggetti nascosti,<br />
determina le dimensioni dei target, e soprattutto la profondità<br />
alla quale si trovano. Anche su pareti e colonne.<br />
La geolettrica viene usata per mappare la profondità dei<br />
suoli e delle rocce. I georesistivimetri indagano molto più<br />
in profondità rispetto a un georadar, dando anche informazioni<br />
sulla tipologia geologica presente nel terreno.<br />
I magnetometri sono adatti a fare le mappature estensive<br />
e veloci di un’area. Gli archeologi li usano per ritrovare<br />
le attività o insediamenti umani: i vecchi forni, le cucine,<br />
i mattoni e tutti i materiali cotti ad alte temperature, i<br />
luoghi di stoccaggio e persino le vecchie trincee.<br />
Chi è Codevintec?<br />
Codevintec è un riferimento per strumenti ad alta tecnologia<br />
nelle Scienze della Terra e del Mare:<br />
• Geofisica terrestre e Studio del sottosuolo<br />
• Vulcanologia e Monitoraggio sismico<br />
• Geofisica Marina e Rappresentazione dei fondali e delle coste<br />
• 3D Imaging e Telerilevamento<br />
• Navigazione e posizionamento di precisione<br />
• Qualificato laboratorio di assistenza tecnica<br />
virtuale sono molteplici: mancanza di tempo per viaggiare<br />
o il desiderio di conoscere l'esposizione del museo<br />
prima di visitarlo. Inoltre, alcuni musei possono essere<br />
situati in luoghi remoti o difficili da raggiungere; in tali<br />
casi, una visita virtuale diventa un mezzo alternativo per<br />
studiarne i contenuti e ammirarne le opere d’arte.<br />
A differenza di quello fisico, lo spazio virtuale consente<br />
di esporre un numero maggiore di mostre, il che lo rende<br />
appetibili quei musei con spazi espositivi limitati.<br />
Lo strumento che propone MicroGeo come soluzione di<br />
rilievo nell’ambito dei Beni Culturali e Archeologici è lo<br />
scanner 3D Spectrum della Società RangeVision.<br />
RangeVision Spectrum è uno scanner 3D ad alta risoluzione<br />
a luce strutturata che combina le capacità tecniche<br />
degli scanner 3D professionali e la semplicità di una soluzione<br />
desktop. Spectrum ha 3 aree di scansione ed è dotato<br />
di telecamere industriali a colori da 3.1 Mpix. Questo<br />
scanner 3D è progettato specificamente per rilevare<br />
geometrie complesse e i più piccoli dettagli di oggetti di<br />
piccole, medie e grandi dimensioni, con una risoluzione<br />
e una precisione molto elevate.<br />
RangeVision Spectrum è dotato di uno speciale design<br />
per l'elaborazione rapida dei risultati di scansione tramite<br />
software. Il programma è sempre incluso nel costo<br />
dell'attrezzatura e consente di ottenere un modello 3D<br />
di alta qualità esportabile in tutti i programmi CAD/CAM<br />
e in ambienti di modellazione virtuale 3D (Solidworks,<br />
Autocad, 3Ds Max, Maya, Rhinoceros e non solo).<br />
Lo scanner RangeVision Spectrum è stato utilizzato per la<br />
scansione 3D di molti reperti storici di materiale vario,<br />
quali legno, ferro e ceramica. Alcuni di questi elementi<br />
presentano ornamenti floreali e iscrizioni finissimi e<br />
dettagliati che sono stati scansionati efficacemente dallo<br />
Spectrum, con lo scopo di generare successivamente<br />
contenuti multimediali per i tour virtuali e per realizzare<br />
stampe 3D utili a scopi commerciali o di divulgazione<br />
culturale.<br />
Vuoi provare lo scanner RangeVision Spectrum? MicroGeo<br />
propone anche demo online: prenota la tua dimostrazione<br />
scrivendo a info@microgeo.it - www.microgeo.it<br />
Per ulteriori informazioni:<br />
www.codevintec.it info@codevintec.it<br />
MICROGEO PRESENTA RANGEVISION SPECTRUM 3D<br />
PER I BENI CULTURALI E ARCHEOLOGICI<br />
Le tecnologie di scansione 3D, infatti, vengono utilizzate<br />
già da molto tempo nello studio dei manufatti storici.<br />
Una delle aree di utilizzo principali è la creazione di<br />
esposizioni virtuali. Alcuni musei del mondo offrono già<br />
tour virtuali, con l'aiuto dei quali gli utenti hanno la possibilità<br />
di conoscere la storia del paese o della regione.<br />
I motivi che spingono molti visitatori a scegliere un tour
AZIENDE E PRODOTTI<br />
La partnership di Topcon con CyArk rafforza l’impegno a<br />
favore della conservazione del patrimonio culturale.<br />
Topcon Positioning Group è lieta di annunciare la partnership<br />
con CyArk, un’importante organizzazione senza<br />
scopo di lucro impegnata nella conservazione dei siti del<br />
patrimonio culturale in tutto il mondo.<br />
Servendosi della tecnologia di documentazione digitale<br />
3D, CyArk si adopera affinché i siti di rilevanza culturale<br />
possano essere documentati in modo completo e accurato<br />
a beneficio delle generazioni presenti e future. Molte<br />
delle tecnologie necessarie a tale scopo provengono dal<br />
settore geospaziale, il che conferisce un valore significativo<br />
alla partnership con Topcon secondo John Ristevski,<br />
CEO di CyArk.<br />
“Abbiamo supportato la documentazione di oltre 200<br />
siti in tutto il mondo, dalla Città-moschea di Bagerhat in<br />
Bangladesh alle iconiche statue dell’Isola di Pasqua, ma<br />
l’esigenza di una documentazione ad alta precisione è in<br />
continua crescita e ci sono molti progetti entusiasmanti<br />
in cantiere”, ha dichiarato. “La misurazione e la documentazione<br />
ad alta precisione di questi siti di rilevanza<br />
culturale sono fondamentali per il processo decisionale,<br />
pertanto siamo entusiasti di collaborare con Topcon, leader<br />
del settore in questo ambito e non solo”.<br />
Il contributo di Topcon consiste nella fornitura di ricevitori<br />
GNSS, stazioni totali robotiche, controller da campo, software<br />
MAGNET e un abbonamento a Topnet Live, la rete di<br />
stazioni di riferimento GNSS in tempo reale dell’azienda.<br />
Secondo Ulrich Hermanski, vicepresidente esecutivo Geopositioning<br />
di Topcon Positioning Group, avendo lavorato a<br />
fianco di CyArk in passato è un piacere continuare a supportare<br />
l’organizzazione con queste modalità.<br />
“La nostra collaborazione con CyArk risale al 2015, quando<br />
abbiamo supportato l’azienda nella documentazione<br />
digitale della centrale elettrica di Sogi, uno dei siti storici<br />
industriali nazionali del Giappone”, ha dichiarato Hermanski.<br />
“Abbiamo subito riconosciuto e ammirato il ruolo<br />
cruciale dell’azienda nel garantire la conservazione in<br />
formato digitale dei siti di interesse culturale di tutti i<br />
tipi. La nostra esperienza nella fornitura di soluzioni di<br />
misurazione di precisione si sposa perfettamente con le<br />
sue esigenze presenti e future. Uno dei primi progetti in<br />
cui l’azienda prevede di utilizzare le nuove soluzioni è la<br />
mappatura del boschetto di sequoie nel Big Basin Redwood<br />
State Park, in California, un’area che ha subito gravi<br />
danni nei recenti incendi. Siamo lieti di dare il nostro<br />
contributo a questo importante sforzo”.<br />
La missione di CyArk di documentare, archiviare e condividere<br />
i siti del patrimonio culturale e paesistico più<br />
significativi del mondo nasce dal desiderio non solo di<br />
preservare questi luoghi in formato digitale, ma anche<br />
di fornire informazioni critiche per sostenere la conservazione<br />
fisica e il restauro dei siti nell’immediato. “Solo<br />
negli ultimi anni abbiamo assistito al danneggiamento<br />
o alla perdita di siti dal valore culturale inestimabile a<br />
causa di incendi dolosi, terrorismo o effetti del cambiamento<br />
climatico”, ha affermato Ristevski. “Sapere che<br />
gli sforzi profusi per un’accurata documentazione digitale<br />
possono svolgere un ruolo nella ricostruzione o nella<br />
riedificazione è un’opportunità enorme. Siamo davvero<br />
lieti che Topcon ci supporti nelle nostre attività”.<br />
Per ulteriori informazioni su CyArk, consultare la pagina<br />
http://cyark.org<br />
PRIME IMMAGINI DETTAGLIATE DAL<br />
SATELLITE PLÉIADES NEO 3<br />
Airbus ha rilasciato una prima raccolta<br />
di immagini a una risoluzione nativa<br />
di 30 cm dal satellite Pléiades Neo 3,<br />
lanciato di recente. Le acquisizioni di<br />
successo e la consegna di queste prime<br />
immagini sono l'inizio di una nuova<br />
era per le applicazioni geospaziali sia<br />
commerciali che governative che richiedono<br />
un alto livello di precisione<br />
e la capacità di vedere i dettagli più<br />
fini. Le immagini di Pléiades Neo 3, che<br />
coprono una varietà di località globali<br />
e presentano diversi angoli di acquisizione,<br />
forniscono un livello di dettaglio<br />
impressionante.<br />
Queste immagini già molto nitide sono<br />
state acquisite prima del completamento<br />
delle calibrazioni radiometriche<br />
e del sistema e la qualità continuerà<br />
a migliorare nei prossimi mesi. Le immagini<br />
di Pléiades Neo 3 dovrebbero<br />
diventare disponibili in commercio nel<br />
terzo trimestre del <strong>2021</strong>, una volta<br />
completate queste fasi di calibrazione.<br />
Con la piena capacità del satellite disponibile<br />
per uso commerciale, le immagini<br />
di Pléiades Neo 3 ad altissima<br />
risoluzione e geometricamente coerenti<br />
forniranno agli analisti un alto livello<br />
di dettaglio, inclusa una maggiore visibilità<br />
di piccoli oggetti, come veicoli e<br />
segnaletica orizzontale. Questo livello<br />
di rilevamento, riconoscimento e identificazione<br />
degli oggetti fornisce più<br />
verità di base per gli analisti di immagini<br />
e migliora l'affidabilità delle capacità<br />
di apprendimento automatico. La<br />
nuova costellazione fornirà anche una<br />
maggiore precisione di geolocalizzazione<br />
e informazioni sulla banda spettrale<br />
più profonde, consentendo di ricavare<br />
più informazioni per varie applicazioni.<br />
La costellazione delle Pléiades Neo<br />
sarà composta da quattro satelliti identici<br />
e molto agili, che offriranno compiti<br />
reattivi e rivisitazione intraday di<br />
qualsiasi punto della Terra. Completamente<br />
finanziato, progettato, prodotto,<br />
posseduto e gestito da Airbus, ogni<br />
satellite aggiungerà mezzo milione di<br />
km² al giorno a una risoluzione nativa<br />
di 30 cm.<br />
La prossima pietra miliare del programma<br />
Pléiades Neo è il lancio di Pléiades<br />
Neo 4, che è già sul sito di lancio a Kourou,<br />
nella Guyana francese. Il lancio è<br />
previsto nell'estate del <strong>2021</strong>, seguito<br />
dal lancio di Pléiades Neo 5 e 6, nel<br />
2022.<br />
28 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>
Ogni oggetto, ogni luogo, ogni gesto<br />
racconta l'emozione di una storia<br />
hubstract.org<br />
Hubstract - made for art è uno studio creativo: autori digitali, videomakers, designers e storytellers<br />
realizzano percorsi di visita, allestimenti, eventi e contenuti combinando le nuove tecnologie e i<br />
linguaggi digitali alle esperienze tradizionali.<br />
hubstract.madeforart<br />
hubstract<br />
hubstract
AGORÀ<br />
Orario del corso: lun-giov: 15:00<br />
-19:00 - ven 10-14.<br />
Il corso prevede un numero massimo<br />
di 4 partecipanti.<br />
Modalità di iscrizione<br />
Per partecipare è necessario inviare,<br />
entro il 10 luglio <strong>2021</strong>, una e-<br />
mail all’indirizzo: dottoressapapiro@gmail.com<br />
allegando il proprio<br />
CV e una breve lettera motivazionale;<br />
se scelti verranno fornite le<br />
informazioni dettagliate sul costo<br />
e sul programma.<br />
Attestato di partecipazione<br />
Ai partecipanti verrà rilasciato un<br />
attestato di partecipazione.<br />
Corso di Restauro di Papiri – Il corso<br />
di Restauro di Papiri si rivolge<br />
a persone con esperienza pregressa<br />
nel campo del restauro (di beni<br />
librari o di altri materiali), a studenti<br />
o a semplici cultori e appassionati<br />
del restauro o della cultura<br />
egizia. Il corso avrà come scopo<br />
precipuo quello di fornire le metodologie<br />
più idonee, ovvero quegli<br />
strumenti e quei mezzi necessari<br />
per effettuare un “primo intervento<br />
conservativo e di restauro applicato<br />
ai papiri”.<br />
Il papiro a metà tra un bene archeologico<br />
(contesto da cui proviene)<br />
e un bene librario (contesto a cui<br />
viene affiliato) è un materiale molto<br />
fragile e deperibile che necessita<br />
di mano ferma e conoscenze<br />
pregresse di discipline quali quelle<br />
papirologiche, egittologiche e filologiche<br />
oltre che chimiche, fisiche<br />
e diagnostiche.<br />
Programma delle lezioni<br />
Il corso è sviluppato in 5 lezioni (20<br />
ore) e partirà dalle informazioni<br />
basilari legate alla struttura di natura<br />
fisico-chimica della pianta del<br />
Cyperus papyrus (aspetti intrinseci<br />
ed estrinseci, scavi, ritrovamenti<br />
e tipologia di danni) di pari passo<br />
alla teoria (nascita della Papirologia<br />
in Italia, differenziazioni<br />
testuali e linguistiche ed esempi<br />
pratici di ricostruzione dell’unità<br />
documentaria). In dettaglio:<br />
• la manifattura del foglio papiraceo<br />
ottenuto con le tecniche<br />
antiche. Differenziazione tra papiri<br />
letterari e documentari per<br />
la “conoscenza” del reperto sul<br />
quale si dovrà intervenire;<br />
• la chimica del Papiro e approfondimento<br />
diagnostico applicato<br />
sui papiri;<br />
• Pigmenti e inchiostri utilizzati;<br />
• Fotografie in Riflettografia IR e<br />
Fluorescenza UV applicate ai papiri;<br />
• approfondimento delle fasi del<br />
restauro, mettendo in rilievo<br />
i metodi e le sostanze idonei e<br />
quelli da evitare, per una corretta<br />
metodologia di intervento;<br />
• esercitazioni pratiche sul restauro<br />
dei papiri, che saranno eseguite<br />
su facsimili di papiri degradati,<br />
al fine di scegliere la corretta<br />
metodologia di restauro.<br />
Struttura<br />
Sede del corso: Laboratorio privato<br />
covid free<br />
La mostra multimediale: Raffaello<br />
e la Domus Aurea – L’attesa<br />
mostra multimediale “Raffaello e<br />
la Domus Aurea. L’invenzione delle<br />
grottesche” prevista per l’ 8 Marzo<br />
2020 per la celebrazione dei 500<br />
anni della morte di Raffaello Sanzio;<br />
rinviata più volte a causa della<br />
pandemia, riaprirà, con la Domus<br />
Aurea, il 23 giugno <strong>2021</strong>.<br />
Le decorazioni a grottesche dalle<br />
tinte vivaci che alternano forme<br />
vegetali, figure umane, animali,<br />
eseguite ad affresco o stucco o pietra<br />
non hanno mai smesso di apparire<br />
nel Quattrocento. Le vediamo<br />
usate dal Pinturicchio nell'appartamento<br />
Borgia in Vaticano e nella<br />
libreria Piccolomini a Siena; da Filippino<br />
Lippi a Firenze e Roma; dal<br />
Signorelli a Orvieto, etc. Ma ebbero<br />
la loro massima espansione nel<br />
Cinquecento. Raffaello, fu il primo<br />
artista rinascimentale a comprendere<br />
architettonicamente la logica<br />
dei sistemi decorativi della residenza<br />
neroniana, riproponendoli<br />
organicamente in numerosi capolavori,<br />
grazie alle sue profonde<br />
competenze antiquarie.<br />
Straordinari apparati interattivi e<br />
multimediali si alterneranno tra<br />
videomapping immersivi che ricostruiscono<br />
le opere dell’artista,<br />
animazioni, scenografie digitali e<br />
30 30 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali 31<br />
aneddoti sugli artisti del ‘500 uniti<br />
a collages digitali di elementi decorativi<br />
grotteschi e d’ispirazione<br />
surrealista.<br />
La proposta progettuale trae liberamente<br />
ispirazione dall’utilizzo<br />
della prospettiva rinascimentale<br />
ed in particolare dallo sviluppo<br />
degli”sfondati”, che simulano l’apertura<br />
di un vano nello spazio architettonico.<br />
Il progetto curato da Vincenzo Farinella<br />
con Stefano Borghini e Alessandro<br />
D’Alessio, promosso dal<br />
Parco archeologico del Colosseo è<br />
prodotto da Electa.<br />
L' allestimento e l'interaction design<br />
progettati da Dotdotdot.<br />
Raffello e la Domus Aurea (https://<br />
raffaellodomusaurea.it/)<br />
Tecniche di Radiografia Muonica<br />
e Rilievo 3D per l'individuazione<br />
di ipogei nascosti – La radiografia<br />
muonica è una tecnica emergente<br />
che permette di rilevare le variazioni<br />
di densità come le cavità nascoste<br />
nel sottosuolo, nelle montagne<br />
oppure all’interno delle piramidi<br />
egiziane, utilizzando i raggi<br />
cosmici e i rivelatori di particelle<br />
elementari. Fisici napoletani e<br />
giapponesi insieme alla associazione<br />
culturale Celanapoli stanno<br />
applicando questa tecnica per<br />
sondare la Necropoli Ellenistica di<br />
Neapolis.<br />
I rivelatori basati sull’utilizzo di<br />
emulsioni fotografiche, non avendo<br />
necessità né di elettricità né<br />
di manutenzione, permettono una<br />
indagine non invasiva dei siti archeologici<br />
presenti nel sottosuolo<br />
urbano. Per rivelare gli elementi<br />
strutturali oppure le cavità nascoste<br />
è indispensabile avere un<br />
modello 3D preciso dell’ambiente<br />
circostante, in modo da esaminare<br />
le differenze tra il flusso di muoni<br />
misurato dal rivelatore rispetto a<br />
quello atteso dalla simulazione. I<br />
modelli geomatici della Necropoli<br />
Ellenistica in preparazione da<br />
ACAS3D sono in perfetta sinergia<br />
con le misure di radiografia muonica<br />
poiché permettono una corretta<br />
interpretazione dei dati osservati.<br />
Fig.1) I rivelatori a base di emulsioni<br />
nucleari sono stati installati<br />
alla profondità di 17 metri. a) Le<br />
lastre di emulsione sigillate dentro<br />
le buste per essere protette dalla<br />
luce; b) un rivelatore assemblato<br />
durante la fase di esposizione.<br />
Le particelle cariche ionizzanti<br />
come i muoni cosmici attraversando<br />
i fogli di emulsione lasciano<br />
alcuni cristalli “attivati” – dopo il<br />
processo di sviluppo fotografico<br />
essi diventano grani d’argento segnando<br />
le tracce delle particelle.<br />
Analizzando queste lastre con i<br />
microscopi automatici si può ricostruire<br />
la posizione e gli angoli<br />
di tutte le tracce che hanno attraversato<br />
il rivelatore durante il<br />
periodo di esposizione. Lo spettro<br />
angolare e energetico dei muoni<br />
in superficie e’ ben noto e abbastanza<br />
costante. Confrontando il<br />
flusso muonico che ha attraversato<br />
il nostro rivelatore con quello in<br />
superficie si può calcolare la densità<br />
integrale del materiale attraversato<br />
in ogni direzione e in questo<br />
modo ottenere una radiografia<br />
degli strati soprastanti rivelando<br />
le strutture nascoste. Il metodo<br />
assomiglia alla radiografia medica.<br />
Fig.2, nella pagina seguente. a) la<br />
struttura 3-d del sito vista dall’alto<br />
b) una muografia – istogramma<br />
nello spazio degli angoli dove la<br />
scala dei colori corrisponde all’eccesso<br />
del flusso dei muoni, qui il<br />
colore rosso corrisponde alla den-
AGORÀ<br />
sità bassa – le direzioni con molte<br />
cavità, invece verde e blu alle bin<br />
angolari dove la densità media e’<br />
alta. Confrontando la muografia<br />
con il modello 3-d si può riconoscere<br />
facilmente alcune strutture già<br />
note. Confronto della muografia<br />
con la simulazione numerica che<br />
permette di rilevare le differenze<br />
e in questo modo ricostruire le<br />
strutture nascoste non presenti nel<br />
modello 3d.<br />
Archeologi versus Computer. Il<br />
caso della classificazione della<br />
ceramica decorata del sud-ovest<br />
degli Stati Uniti. – Un interessante<br />
approccio, innovativo e alternativo,<br />
per la classificazione dei frammenti<br />
ceramici viene proposto da<br />
Leszek M.Pawlowicz e Christian<br />
E.Downum, ricercatori del Dipartimento<br />
di Antropologia della<br />
Northern Arizona University. In<br />
uno studio che appare nel volume<br />
130 del Journal of Archaeological<br />
Science (Giugno <strong>2021</strong>).<br />
Il deep learning, se opportunamente<br />
programmato - è questo il risultato<br />
della ricerca analitica - può<br />
eseguire, con efficienza e precisione<br />
maggiori di quelle di quattro<br />
archeologi esperti, il processo<br />
di classificazione dei frammenti<br />
di ceramica in sottotipi. Il caso di<br />
studio nel dettaglio ha analizzato<br />
l’antica ceramica dipinta nel sudovest<br />
americano, la Tusayan White<br />
Ware.<br />
La Tusayan White Ware (TWW) appartiene<br />
ad un'antica tradizione di<br />
ceramica decorata proveniente dal<br />
Canyon e dagli altipiani dell'Arizona<br />
nordorientale, prodotta principalmente<br />
nell'area compresa tra<br />
l'odierna Tuba City e Kayenta. Le<br />
antiche popolazioni che la utilizzavano<br />
sono antenate del popolo<br />
Hopi e probabilmente anche di<br />
altri gruppi tribali moderni. Ceramica<br />
dipinta a mano, la TWW veniva<br />
utilizzata principalmente per<br />
servire cibo e trasportare acqua<br />
durante i periodi Pueblo primo, secondo<br />
e terzo, circa 825-1300 d.C.<br />
I vasi presentano disegni geometrici<br />
a vernice organica che varia dal<br />
marrone scuro al nero su di un fondo<br />
bianco. Per quasi un secolo la<br />
classificazione dei TWW è servita<br />
agli archeologi per la datazione<br />
di siti archeologici nel paesaggio.<br />
Tuttavia, sono sorti interrogativi<br />
relativi al suo utilizzo, come alla<br />
tipologia e alla capacità degli archeologi<br />
di applicarla in modo coerente<br />
e accurato alla classificazione<br />
anche dei frammenti ceramici.<br />
Nonostante l'utilità documentata<br />
dei tipi TWW per la datazione dei<br />
fenomeni archeologici, la tipologia<br />
TWW ha presentato sino ad oggi<br />
discrepanze come molte altre tipologie<br />
archeologiche. I sistemi<br />
tipologici utilizzati dagli archeologi<br />
- incluso il sistema di varietà<br />
di tipo ceramico cosiddetto del<br />
Sud-Ovest - sono da considerarsi<br />
anacronistici. Le tipologie minimizzano<br />
infatti intenzionalmente<br />
la complessità raggruppando i reperti<br />
in categorie, con il rischio<br />
di oscurare variazioni significative<br />
che non si adattano facilmente a<br />
classificazioni definite.<br />
Tradizionalmente, le tipologie<br />
sono state tramandate attraverso<br />
sistemi classificatori del tipo maestro-apprendista,<br />
la maggior parte<br />
delle quali implicano una notevole<br />
soggettività nella realizzazione<br />
e nella applicazione di regole<br />
tassonomiche con considerazioni<br />
incomplete o inadeguate. Di conseguenza<br />
possono ancora presentarsi<br />
regole di classificazione non<br />
esplicite e talvolta contraddittorie<br />
nell'interpretazione soggettiva di<br />
32 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali<br />
33<br />
criteri tipologici. In aggiunta le tipologie<br />
stesse richiedono periodiche<br />
revisioni e le classi di archiviazione<br />
appaiono spesso superate ed<br />
inefficaci.<br />
Lo sviluppo del moderno metodo di<br />
apprendimento Convolutional Neural<br />
Networks (CNN), insieme al progresso<br />
delle possibilità di hardware<br />
per accelerarne l'elaborazione, ha<br />
rivoluzionato il campo della Computer<br />
Vision, in particolare la capacità<br />
dei computer di riconoscere<br />
e classificare le immagini visive. Le<br />
CNN vengono addestrate su immagini<br />
campione, etichettate attraverso<br />
processi di regolazione manuale<br />
degli intervalli di valore di<br />
particolari parametri, in modo da<br />
identificare oggetti simili da immagini<br />
senza etichetta.<br />
La classificazione delle CNN può in<br />
maniera obiettiva e perfettamente<br />
coerente abbinare una specifica<br />
immagine di un frammento di ceramica<br />
non classificato alle sue controparti<br />
più simili attraverso una<br />
ricerca di migliaia di foto digitali.<br />
Questo risultato ha avuto imponenti<br />
implicazioni per le analisi<br />
archeologiche delle relazioni temporali,<br />
delle tendenze stilistiche<br />
regionali e dell'evoluzione e diffusione<br />
di tecnologie e stili antichi.<br />
Suggerisce inoltre che i modelli di<br />
apprendimento automatico possono<br />
potenzialmente integrare le<br />
metodologie tradizionali a favore<br />
di un raggruppamento e di un confronto<br />
più diretto di singoli artefatti<br />
frammentati anche se privi di<br />
evidenti peculiarità decorative.<br />
L’apprendimento automatico non<br />
risolve tutte le aporie delle attuali<br />
differenti tipologie esistenti<br />
e non sostituisce gli esseri umani,<br />
preoccupazioni che alcuni archeologi<br />
hanno ritenuto di condividere<br />
e dalle quali gli autori stessi,<br />
Downum e Pawlowicz, non sono<br />
stati del tutto scevri fin da quando<br />
lo studio ha iniziato a circolare.<br />
Tuttavia sono strumenti potenzialmente<br />
affinati e tali da perfezionare<br />
il grado di obiettività, la replicabilità,<br />
la velocità e l'efficienza<br />
della classificazione dei materiali.<br />
Le implicazioni analitiche sono ancora<br />
passibili di sviluppi ulteriori<br />
ed appaiono sempre più mirate<br />
alla completezza di schedatura di<br />
interi e variamente estesi complessi<br />
di reperti.<br />
Crediti immagine: Science Direct<br />
Archeologi versus Computer. Il<br />
potenziale della modellazione 3D<br />
volumetrica: un caso di studio a<br />
Chlorakas-Palloures (Cipro). –<br />
La modellazione tridimensionale<br />
dei dati di scavo archeologico si<br />
sta rivelando negli ultimi anni uno<br />
strumento prezioso non solo per<br />
visualizzare la stratigrafia ma soprattutto<br />
per eseguire analisi spaziali<br />
quantitative corredate da dati<br />
volumetrici.<br />
Poniamo all’attenzione dei nostri<br />
lettori una ricerca esemplare a<br />
tale riguardo che è in corso di pubblicazione<br />
(Giugno <strong>2021</strong>) sul volume<br />
21 del Digital Applications in<br />
Archaeology and Cultural Heritage<br />
da Marina Gavryushkina dell’Università<br />
di Leiden.<br />
Lo studio esamina l'articolazione<br />
spaziale delle unità stratigrafiche<br />
in tre scavi adiacenti per trincea<br />
di un insediamento calcolitico cipriota.<br />
Il GIS 3D, nonostante i suoi<br />
recenti sviluppi e la sua utilità per<br />
una documentazione archeologica<br />
rapida, economica e accurata, è<br />
tuttavia ancora raramente utilizzato<br />
per la ricostruzione tridimensionale<br />
della stratigrafia archeologica<br />
e l’analisi spaziale post-scavo.<br />
Fig. 1 – Differenze visive nella rappresentazione 3D di tre tipi di feature comuni con i tre metodi<br />
testati (Crediti: Science Direct; M. Gavryushkina).<br />
Campi di indagine su cui si è misurata<br />
con successo invece la ricerca<br />
di Marina Gavryushkina.<br />
Il sito di Chlorakas-Palloures, su<br />
una collina che domina la costa,<br />
risalente al periodo tra il Calcolitico<br />
Medio e Tardo 3500-2400 a.<br />
C. circa fa parte di una serie di<br />
siti calcolitici vicino Lemba, nel<br />
sud-ovest di Cipro. L’insediamento<br />
negli ultimi decenni è stato gravemente<br />
sconvolto da attività agricole<br />
e di costruzione. Tra il 2015 e<br />
il 2017 l'Università di Leida ha effettuato<br />
scavi di emergenza su uno<br />
dei terreni. Gli scavi hanno portato<br />
alla luce case rotonde, strutture<br />
monumentali e manufatti in rame.<br />
I risultati di questo studio mostrano<br />
come la modellazione volumetrica<br />
può migliorare il potenziale<br />
analitico dei dati spaziali con la<br />
visualizzazione e identificazione di<br />
modelli nei depositi scavati e con<br />
la successiva diffusione d’informazioni<br />
sul processo di scavo grazie
AGORÀ<br />
FIG. 2 - Siti calcolitici a nord di Paphos nel sud-ovest di Cipro (Crediti: Science Direct;<br />
M.Gavryushkina).<br />
a un'interfaccia intuitiva e userfriendly.<br />
Tuttavia un'accurata modellazione<br />
volumetrica richiede, per rendere<br />
questo approccio più accessibile<br />
ed efficace, una rivalutazione<br />
delle procedure di documentazione<br />
convenzionali e lo sviluppo di<br />
flussi di lavoro più efficienti con<br />
l’utilizzo di software economici e<br />
open source. Ecco in dettaglio, rimandando<br />
per l’approfondimento<br />
all’articolo integrale al seguente<br />
link, come è stato sviluppato il<br />
caso studio di Palloures.<br />
3D modellazione per documentazione<br />
e analisi di scavo<br />
Come è noto i progressi nella scansione<br />
laser e nella Structure from<br />
motion (SfM) hanno permesso agli<br />
archeologi di realizzare sul campo<br />
in modo rapido e accurato modelli<br />
digitali di superfici di scavo. I modelli<br />
digitali in ambito archeologico<br />
sono utilizzati prevalentemente<br />
per visualizzare determinate sepolture<br />
e caratteristiche architettoniche<br />
da cui vengono ricavate<br />
ortofoto di trincee che servono a<br />
creare disegni di piani e sezioni.<br />
Sebbene i disegni risultanti siano<br />
notevolmente più accurati e meno<br />
laboriosi di quelli disegnati a mano<br />
finiscono inevitabilmente per replicare<br />
le strutture di dati 2D esistenti,<br />
non sfruttando le capacità<br />
insite derivanti dalle acquisizioni<br />
di dati 3D complessi.<br />
Recenti studi hanno incorporato<br />
modelli 3D basati su immagini di<br />
superfici archeologiche all'interno<br />
di flussi di lavoro, completi di documentazione<br />
di scavo utilizzando<br />
il 3D GIS. Come sistema di database<br />
spaziale dinamico piattaforme<br />
di questo tipo facilitano il consolidamento<br />
di molteplici forme di<br />
set di dati spaziali e non spaziali in<br />
una singola interfaccia 3D, inclusi<br />
modelli 3D delle superfici di scavo,<br />
posizioni dei reperti e dati provenienti<br />
dalla stazione totale (TS).<br />
L’analisi volumetrica nella ricerca<br />
archeologica<br />
Numerosi gli esempi applicativi. In<br />
particolare la modellazione 3D per<br />
l’analisi volumetrica è stata utilizzata<br />
sinora, e continua ad esserlo,<br />
per definire la funzione dei contenitori<br />
ceramici, per realizzare<br />
analisi dei costi dell'architettura<br />
monumentale, per indagare sulla<br />
costruzione dei tumuli funerari,<br />
per quantificare la composizione<br />
dei cumuli di scorie.<br />
Le superfici scavate spesso mostrano<br />
una topografia irregolare che si<br />
manifesta con ondulazioni nella<br />
superficie del suolo, presenza di<br />
elementi architettonici sporgenti e<br />
confini incerti. Inoltre, non esiste<br />
un benchmark definitivo che valuti<br />
l'accuratezza di una strategia di<br />
modellazione volumetrica.<br />
Le difficoltà nella definizione delle<br />
relazioni topologiche tra gli oggetti<br />
e la mancanza di strumenti analitici<br />
con capacità 3D hanno anche<br />
portato i ricercatori a proporre o<br />
sviluppare propri strumenti per superare<br />
i limiti di software.<br />
Nello studio di Marina Gavryushkina<br />
vengono esaminate tre strategie<br />
per la modellazione volumetrica<br />
vettoriale utilizzando strumenti<br />
esistenti all'interno di un<br />
comune software GIS. Si tratta di<br />
un approccio che può essere, per<br />
l’appunto, utilizzato anche per<br />
analizzare la sequenza di depositi<br />
archeologici e per rappresentare la<br />
stratigrafia archeologica in 3D.<br />
Dati e metodi - Acquisizione dati<br />
Per la documentazione degli scavi<br />
presso Palloures sono stati utilizzati<br />
strumenti digitali. Aspetti<br />
rilevanti in questo approccio sono<br />
rappresentati dalla creazione, prima<br />
dello scavo, di un modello 3D<br />
dell'area del progetto e dall’utilizzazione,<br />
per l’apertura delle<br />
trincee, di una griglia predefinita<br />
di 5x10 m basata sul sistema di<br />
coordinate WGS84. Tutti i contesti<br />
archeologici (strati depositati,<br />
strutture costruite, ammassi di<br />
reperti, pozzi e tagli) sono stati<br />
documentati come singole unità e<br />
scavati utilizzando una metodologia<br />
a contesto singolo. I reperti e i<br />
campioni raccolti all'interno delle<br />
singole unità sono stati registrati<br />
come lotti, l'estensione spaziale<br />
di unità e lotti è stata registrata<br />
utilizzando una Stazione Totale Robotica<br />
(RTS) nel 2015 e una normale<br />
stazione totale (TS) nel 2016 -<br />
2017. Oltre alle misurazioni TS ci si<br />
è avvalsi di un drone quadricottero<br />
DJI Phantom Vision.<br />
Successivamente tutti i modelli 3D<br />
sono stati georeferenziati con l’utilizzo<br />
di dieci punti di controllo<br />
a terra (GCP). Le ortofoto del fondo<br />
di ogni trincea e di ogni profilo<br />
della parete sono stati generati dai<br />
34 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali<br />
35<br />
FIG. 3 - Metodo 1: estrusione tra TIN (Crediti: Science Direct; M.Gavryushkina).<br />
modelli fotogrammetrici e arricchiti<br />
di annotazioni per produrre<br />
disegni di sezioni e piani.<br />
Il database di controllo è stato realizzato<br />
in Microsoft Access e le<br />
informazioni relative alle relazioni<br />
stratigrafiche e alle proprietà sono<br />
state inserite direttamente nella<br />
banca dati da ciascun gruppo di<br />
scavo con tablet portatili.<br />
Elaborazioni informatiche<br />
Per visualizzare l'estensione spaziale<br />
e l'elevazione di tutte le<br />
unità scavate all'interno di un GIS<br />
3D tutte le misurazioni TS sono<br />
state convertite in un formato di<br />
file 2.5D (shapefile poligonale 3D<br />
in ArcGIS). Le differenze nella TS<br />
utilizzata hanno portato a diversificazioni<br />
nell'output di dati grezzi,<br />
che a loro volta hanno influenzato<br />
le procedure per l'elaborazione dei<br />
dati. Nel 2015, l'RTS ha esportato<br />
automaticamente i dati raccolti<br />
come shapefile poligonali 3D. Tuttavia,<br />
i dati registrati sul campo<br />
nel 2016 e nel 2017 hanno richiesto<br />
una conversione aggiuntiva.<br />
Per l'elaborazione dei dati GIS lo<br />
studio ha utilizzato il software proprietario<br />
ESRI ArcMap e i dati elaborati<br />
sono stati quindi visualizzati<br />
in ArcScene.<br />
Il toolkit 3D Analyst di ArcScene<br />
offre solide funzionalità 3D consentendo<br />
agli utenti di combinare<br />
e manipolare vari formati di dati<br />
3D all'interno di un unico ambiente<br />
spaziale. Alla fine dello scavo sono<br />
stati prodotti modelli fotogrammetrici<br />
di ciascuna delle tre trincee<br />
per fornire un contesto spaziale e<br />
assistere alla modellazione volumetrica.<br />
Ogni trincea di 5.10 m è<br />
stata generata utilizzando AgiSoft<br />
Photoscan Professional e decimata<br />
a 100.000 vertici. Infine questi modelli<br />
sono stati esportati in Digital<br />
Asset Exchange File (DAE) formato<br />
di file di interscambio 3D basato<br />
sullo schema XML Collaborative<br />
Design Activity (Collada) compatibile<br />
con il pacchetto software GIS<br />
prescelto.<br />
È importante notare che questo<br />
processo riduce la qualità della<br />
trama e la morfologia complessiva<br />
della ricostruzione mesh e di conseguenza<br />
influisce sull'accuratezza<br />
dei modelli volumetrici risultanti.<br />
Tuttavia, decimare la mesh e ridurre<br />
le dimensioni del file è stato un<br />
passo necessario per raggiungere<br />
una maggiore velocità di elaborazione<br />
all'interno del software 3D<br />
GIS.<br />
Metodi di modellazione<br />
volumetrica<br />
La modellazione volumetrica è stata<br />
quindi scelta per visualizzare le<br />
relazioni topologiche tra gli strati<br />
scavati. Il caso studio di Marina Gavryushkina<br />
testa tre approcci differenti<br />
alla modellazione volumetrica<br />
vettoriale all'interno di ESRI<br />
ArcScene utilizzando il formato di<br />
file multipatch di ESRI e un tipo di<br />
geometria digitale utilizzato per<br />
rappresentare il confine esterno<br />
degli oggetti 3D all'interno di<br />
ArcGIS software.<br />
Metodo 1: estrusione tra triangulated<br />
irregular network (TIN)<br />
Il primo metodo interpola il volume<br />
tra le interfacce superiore e inferiore<br />
di ogni deposito stratigrafico<br />
e segue i principi della registrazione<br />
a contesto singolo. Il volume<br />
di ogni contesto viene ricostruito<br />
seguendo la sequenza stratigrafica<br />
identificata nel campo. Questo<br />
metodo è relativamente semplice<br />
da realizzare utilizzando gli strumenti<br />
esistenti in ESRI ArcScene<br />
utilizzando i dati TS e i modelli di<br />
fotogrammetria georeferenziati.<br />
Metodo 2: Volume limite minimo<br />
Il secondo metodo utilizza la funzionalità<br />
dello strumento 'Minimum<br />
Bounding Volume' all'interno del<br />
toolkit di ArcScene. Questo strumento<br />
crea una funzione multipatch<br />
per rappresentare il volume<br />
di spazio occupato da un insieme di<br />
coordinate 3D. Questo concetto è<br />
stato applicato all'analisi spaziale<br />
3D in archeologia paleolitica, ambito<br />
in cui cluster di fossili e artefatti<br />
vengono abitualmente identificati<br />
all'interno di una nuvola di<br />
punti 3D di funzionalità registrate<br />
per comprenderne meglio la distribuzione<br />
spaziale.<br />
Metodo 3: Digitalizzazione della<br />
stratigrafia della sezione<br />
Il terzo metodo interpola lo spazio<br />
tra disegni di profili opposti, un approccio<br />
già utilizzato dai ricercatori<br />
in studi passati sia per la modellazione<br />
basata su voxel che su<br />
vettori della stratigrafia di trincea.<br />
In questo modo, invece di dati TS<br />
il metodo di digitalizzazione “Se-
AGORÀ<br />
frammenti di ceramica diagnostici<br />
e migliorare l'analisi del contesto<br />
e dei depositi per ottenere una<br />
comprensione più approfondita dei<br />
processi di localizzazione del sito.<br />
FIG.4 - Metodo 2: Volume limite minimo. Crediti: Science Direct; M.Gavryushkina).<br />
zione Stratigrafia” utilizza disegni<br />
di sezione creati dal team di scavo<br />
per ricreare la stratigrafia della<br />
trincea. Questa operazione viene<br />
eseguita utilizzando lo strumento<br />
"Crea funzionalità" all'interno del<br />
3D Editor in ArcScene, che consente<br />
la digitalizzazione di shapefile<br />
3D disegnando direttamente su<br />
modelli fotogrammetrici importati.<br />
Analisi stratigrafica<br />
La ricostruzione risultante è stata<br />
utilizzata per indagare la discrepanza<br />
in elevazione tra due strutture<br />
trovate nelle trincee adiacenti<br />
denominate BU13 e BV13.<br />
Entrambe le case rotonde sono<br />
state datate al tardo periodo calcolitico<br />
sulla base di ceramiche<br />
e altre prove materiali, ma sono<br />
collocate a circa 1 m di profondità<br />
l'una dall'altra. La modellazione<br />
volumetrica ha fornito una chiara<br />
visualizzazione della sequenza di<br />
strati di terreno nella trincea BU13<br />
che contribuiscono a questa differenza<br />
di elevazione.<br />
Il modello 3D creato con il Metodo<br />
2 è stato scelto per l'analisi. Il modello<br />
del Metodo 3 è stato invece<br />
utilizzato per supportare l'interpretazione,<br />
mettendo in relazione<br />
le caratteristiche presenti all'interno<br />
della trincea con la stratigrafia<br />
interpolata degli strati di terreno<br />
più grandi e dei depositi di detriti<br />
(midden) presenti nei profili della<br />
trincea. Il passaggio tra questi<br />
due modelli ha permesso un confronto<br />
visivo della stratigrafia 3D<br />
con i dati registrati nei rapporti di<br />
trincea e nel database di scavo. La<br />
ricostruzione digitale ha permesso<br />
un'analisi visiva più ravvicinata<br />
degli strati di terreno messi in relazione<br />
tra loro e dei profili di trincea<br />
visibili nei modelli fotogrammetrici<br />
mediante panning e zoom<br />
delle aree di interesse e modifica<br />
delle trasparenze degli strati.<br />
Analisi dei depositi<br />
Dopo che tutti i modelli volumetrici<br />
sono stati generati utilizzando<br />
questi metodi i dati relativi alle<br />
proprietà di ciascuna unità e ai risultati<br />
preliminari dell'analisi della<br />
cultura materiale memorizzata<br />
in database relazionali sono stati<br />
uniti ai modelli 3D di ciascuna unità.<br />
Il join consente di manipolare<br />
la simbologia del modello per indagare<br />
quelli spaziali all'interno<br />
delle trincee di scavo. Questa funzionalità<br />
GIS 3D può essere sfruttata<br />
inoltre per eseguire uno studio<br />
comparativo della concentrazione<br />
di diversi tipi di artefatti, come<br />
Risultati della ricerca<br />
E’ presente una variazione sorprendente<br />
tra ogni risultato sia<br />
visivamente che quantitativamente,<br />
che mette in evidenza anche le<br />
difficoltà poste nella modellazione<br />
3D della stratigrafia archeologica.<br />
Metodo 1: L’estrusione tra TIN ha<br />
avuto particolare successo quando<br />
i dati spaziali sovrapposti erano<br />
disponibili per le interfacce superiore<br />
e inferiore di uno strato rilevato.<br />
Le unità estruse fino alla<br />
superficie del modello fotogrammetrico<br />
della trincea hanno prodotto<br />
una rappresentazione fedele<br />
della geometria dell'unità e hanno<br />
funzionato molto bene per le fosse<br />
scavate nella roccia sottostante.<br />
D'altra parte, quando ci sono più<br />
unità sottostanti o se le unità siano<br />
originariamente documentate<br />
in più parti, devono essere modellate<br />
in modo frammentario perché<br />
l'algoritmo modella solo l'area che<br />
si sovrappone a entrambe le TIN di<br />
input. Questo vincolo tecnico può<br />
portare a duplicare o intersecare<br />
la geometria, comportare lacune<br />
all'interno della stratigrafia e difficoltà<br />
nel calcolo dei volumi unitari.<br />
Un efficiente flusso di lavoro GIS 3D<br />
L'immissione di dati spaziali 3D è<br />
stata effettuata convertendo i dati<br />
di input TS 2.5 D in modelli volumetrici<br />
3D visualizzati insieme a modelli<br />
di fotogrammetria 3D georeferenziati<br />
all'interno del pacchetto<br />
software. Le sezioni trasversali<br />
della stratigrafia possono essere<br />
create in qualsiasi angolo o linea<br />
arbitraria attraverso ogni trincea.<br />
Inoltre, queste rappresentazioni<br />
tridimensionali della stratigrafia<br />
del sito possono essere utilizzate<br />
come base per l'analisi spaziale 3D<br />
intra-sito combinando dati volumetrici<br />
con set di dati non spaziali<br />
come quelli relativi alla ceramica<br />
36 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali<br />
37<br />
e dati litici. Le mappe tematiche<br />
quantitative sono facilmente generate<br />
utilizzando strumenti di visualizzazione<br />
standard direttamente<br />
in ArcScene per calcolare e visualizzare<br />
la densità di diversi tipi di<br />
artefatti o proprietà del deposito.<br />
Ciò fornisce una piattaforma per<br />
rilevare impronte spaziali all'interno<br />
della stratigrafia del sito che altrimenti<br />
risulterebbero di difficile<br />
identificazione. Viceversa, il valore<br />
della modellazione volumetrica<br />
sta nel fornire una panoramica<br />
olistica della sequenza stratigrafica<br />
di un'intera area scavata. Questa<br />
visualizzazione nel caso studio<br />
funziona in tandem con il matrix<br />
di Harris fornendo una rappresentazione<br />
visiva intuitiva e di facile<br />
comprensione delle caratteristiche<br />
sia all'interno della parete del profilo<br />
che all'interno della trincea.<br />
Incorporando set di dati di scavo<br />
non spaziali migliora ulteriormente<br />
la capacità di valutare la validità<br />
dell’interpretazione stratigrafica<br />
sulla base di tipi di artefatti<br />
trovati all’interno di depositi. Un<br />
approccio volumetrico richiede ulteriori<br />
risorse di tempo e di professionalità<br />
per raccogliere misure 3D<br />
sul campo e generare modelli 3D<br />
di strati scavati, ma l'investimento<br />
è utile per la fase post - scavo.<br />
La ricostruzione digitale funge da<br />
piattaforma per il contesto e l'analisi<br />
dei depositi all'interno di<br />
un GIS 3D e incorpora set di dati<br />
specialistici con il loro contesto<br />
spaziale. Questo formato dinamico<br />
consente inoltre di generare sezioni<br />
trasversali in qualsiasi linea attraverso<br />
una trincea per indagare<br />
la sequenza di strati. In termini di<br />
pubblicazione, i dati spaziali sono<br />
tipicamente inclusi come disegni e<br />
figure separati che possono portare<br />
a set di dati inaccessibili o selettivi<br />
che richiedono un processo investigativo<br />
che necessita di tempo da<br />
parte degli studiosi che rivisitano il<br />
set di dati. Questo processo invece<br />
consente di risparmiare tempo, di<br />
avvicinare le scadenze di consegna<br />
per la pubblicazione e migliora l'analisi<br />
multidisciplinare post-scavo.<br />
FIG.4 - Metodo 2: Volume limite minimo. Crediti: Science Direct; M.Gavryushkina).<br />
Un numero crescente di progetti<br />
di ricerca utilizza la modellazione<br />
basata su immagini per ricostruzioni<br />
volumetriche ad alta risoluzione<br />
di stratigrafia scavata creando<br />
modelli fotogrammetrici di ogni<br />
singolo contesto. Alcuni studiosi<br />
hanno sottolineato il valore dei<br />
dati volumetrici per l'analisi micro<br />
- morfologica e lo studio dei<br />
processi di formazione del sito.<br />
Tuttavia, a causa delle immense<br />
risorse e del tempo necessario per<br />
raggiungere questo obiettivo, tale<br />
approccio non è fattibile per la<br />
maggior parte dei progetti archeologici<br />
che operano con vincoli di<br />
tempo e di budget limitati.<br />
Lo studio si è deliberatamente<br />
concentrato sulla valutazione della<br />
capacità di strumenti facilmente<br />
disponibili per la modellazione<br />
volumetrica a base vettoriale che<br />
non richieda un elevato grado di<br />
competenza tecnica. Nonostante<br />
questo obiettivo, il software GIS<br />
utilizzato non è necessariamente<br />
accessibile a ricercatori indipendenti<br />
o aziende CRM che si affidano<br />
sempre più ad alternative<br />
GIS convenienti. Di conseguenza,<br />
questi modelli 3D sono relegati a<br />
video e screenshot "fly-over" nelle<br />
pubblicazioni ai lettori senza accesso<br />
al software ESRI. Affinché il<br />
GIS 3D volumetrico sia una strategia<br />
sostenibile a lungo termine per<br />
la documentazione dei dati archeologici,<br />
sarebbe utile l'approfondimento<br />
in open source.<br />
Lo studio del sito di Chlorakas-Palloures<br />
lascia intravedere l'immenso<br />
potenziale della modellazione<br />
volumetrica basata su features<br />
vettoriali. Ulteriori ricerche dedicate<br />
allo sviluppo di flussi di lavoro<br />
efficienti ed efficaci renderebbe<br />
questo approccio accessibile a una<br />
più ampia comunità di ricercatori.<br />
Porre l’accento sull'accessibilità<br />
unita all'adesione a principi guida<br />
EQUI per la gestione dei dati scientifici<br />
migliorerebbe la longevità dei<br />
dati GIS 3D e aiuterebbe la modellazione<br />
3D a diventare un pilastro<br />
nella pratica degli scavi archeologici.<br />
La ricerca è stata sostenuta attraverso<br />
la Leiden University Excellence<br />
Scholarship (LEXS) e il LUFF<br />
International Study Fund (LISF).<br />
Fonte: Science direct Applications<br />
of deep learning to decorated ceramic<br />
typology and classification:<br />
A case study using Tusayan White<br />
Ware from Northeast Arizona":<br />
https://www.sciencedirect.<br />
com/science/article/pii/<br />
S0305440321000455
EVENTI<br />
21 - 25 GIUGNO <strong>2021</strong><br />
O3A - Optics for Arts,<br />
Architecture, and<br />
Archaeology VIII<br />
Germania (Digital)<br />
https://spie.org/<br />
19 – 23 LUGLIO <strong>2021</strong><br />
ICC - International<br />
Cartographic Conference<br />
<strong>2021</strong><br />
Firenze (Italy)<br />
www.geoforall.it/kfurw<br />
24 -27 AGOSTO <strong>2021</strong><br />
YOUNG RESEARCHER IN<br />
ARCHAEOMETRY<br />
EVORA (PORTUGAL)<br />
www.yra4.uevora.pt/<br />
8 – 9 SETTEMBRE <strong>2021</strong><br />
RESTAURO IN TOUR<br />
www.salonedelrestauro.com<br />
27 – 30 SETTEMBRE <strong>2021</strong><br />
GIScience <strong>2021</strong><br />
Poznan (Poland)<br />
www.giscience.org<br />
30 SETTEMBRE - 3 OTTOBRE<br />
<strong>2021</strong><br />
BMTA <strong>2021</strong><br />
PAESTUM<br />
www borsaturismoarcheologico.it/<br />
6 – 8 OTTOBRE <strong>2021</strong><br />
Dronitaly “Working with<br />
Drones” <strong>2021</strong><br />
Bologna (Italy)<br />
www.dronitaly.it<br />
20 - 22 OTTOBRE <strong>2021</strong><br />
MetroArchaeo<br />
Milano<br />
www.metroarcheo.com<br />
2 - 4 NOVEMBRE <strong>2021</strong><br />
CHNT 26 - Conference on<br />
Cultural Heritage and New<br />
Technologies<br />
Vienna (Austria)<br />
https://www.chnt.at/<br />
18 - 19 NOVEMBRE <strong>2021</strong><br />
International Conference on<br />
Digital Heritage<br />
London (United Kingdom)<br />
shorturl.at/szACN<br />
<strong>2021</strong><br />
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di Categoria, Istituzioni ed Enti<br />
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culturale, valorizzazione,<br />
gestione e fruizione<br />
del patrimonio.<br />
International<br />
Archaeological Discovery Award<br />
“Khaled al-Asaad”<br />
Il Premio alla scoperta<br />
archeologica dell’anno intitolato<br />
all’archeologo di Palmira che<br />
ha pagato con la vita la difesa<br />
del patrimonio.<br />
Salone Espositivo<br />
Salone Internazionale unico<br />
al mondo che promuove<br />
le destinazioni turisticoarcheologiche<br />
con 100 espositori,<br />
di cui 20 Paesi.<br />
da giovedì 25 a sabato 27<br />
novembre ore 10-19;<br />
domenica 28 novembre ore 10-13<br />
ArcheoIncoming<br />
ArcheoLavoro<br />
Spazio espositivo e Workshop con Orientamento post diploma<br />
i tour operator che promuovono le e post laurea con area<br />
destinazioni italiane per l’incoming espositiva dedicata alle<br />
del turismo archeologico. Università per la presentazione<br />
dell’offerta formativa e delle<br />
figure professionali.<br />
ArcheoVirtual<br />
Incontri con i Protagonisti<br />
Mostra e Workshop internazionali Il grande pubblico con i più noti<br />
di realtà virtuale e robotica in Divulgatori culturali, Archeologi,<br />
collaborazione con ISPC Istituto Direttori di Musei, Accademici,<br />
di Scienze del Patrimonio Giornalisti.<br />
Culturale del CNR.<br />
Premi “Antonella Fiammenghi” Workshop con i buyer esteri<br />
“Paestum Mario Napoli”<br />
selezionati dall’ENIT e i tour<br />
“Sebastiano Tusa”<br />
operator nazionali<br />
Assegnati a personalità impegnate Incontro dei buyer esteri<br />
a favore dell’archeologia, del selezionati dall’ENIT (provenienti<br />
dialogo interculturale, del turismo da 8 Paesi Europei) e dei tour<br />
archeologico subacqueo e a operator nazionali con l’offerta del<br />
laureati con tesi sul turismo turismo culturale.<br />
archeologico.<br />
sabato 27 novembre<br />
ore 10-14 | 15-18<br />
con il sostegno di<br />
in collaborazione con<br />
con il patrocinio di<br />
vettore ufficiale<br />
Ideazione e Organizzazione<br />
Leader srl<br />
info@bmta.it<br />
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