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Archeomatica_2_2021

Tecnologie per i Beni Culturali

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ivista trimestrale, Anno XIII - Numero II giugno <strong>2021</strong><br />

ArcheomaticA<br />

Tecnologie per i Beni Culturali<br />

Laser Scanner 3D per il Restauro<br />

Ricomposizione di opere d'arte<br />

Raccontare la Memoria<br />

Marketing culturale in Molise<br />

Archeologia forense sulla scena del crimine<br />

www.archeomatica.it


EDITORIALE<br />

Il DNA di Leonardo<br />

Cari lettori,<br />

mentre affidiamo ad <strong>Archeomatica</strong> contenuti che, molto spesso, più sono tecnologicamente avanzati e<br />

più respingono con precisione esasperata le nostri menti alla preistoria della vita, spostando millenni<br />

inondati di mistero come fossero granelli di sabbia, spinti dalla curiosità, scopriamo che istituzioni<br />

serissime come il Centro Rockefeller di New York indagano sul DNA di Leonardo Da Vinci. Rintracciano<br />

i suoi eredi viventi nel Comune toscano di Vinci allo scopo di rivelare all’umanità il segreto del suo<br />

genio attraverso i suoi cromosomi, trascrivendo con l’automazione dell’Intelligenza Artificiale questo<br />

codice vinciano. Ora, per prima cosa, vorremmo augurare agli abitanti di Vinci che i loro antenati<br />

abbiano pagato con regolarità i rispettivi carichi fiscali, compreso quello cimiteriale, per non vedersi<br />

recapitare gabelle di Ser Piero Da Vinci e dei suoi successori in virtù della loro onorata sepoltura nel<br />

Comune, dato che sarebbe così certificata la loro discendenza, in barba a tutte le leggi anti-razziali<br />

del nostro paese. In secondo luogo, ci spieghiamo perché la storia dell’arte si sia affannata nei secoli a<br />

cercare il genio nelle opere degli uomini e delle donne, cioè nel loro studio e lavoro, con altro studio,<br />

che una tecnologia, e le macchine di Leonardo sono di questo genere, può alleviare e semplificare,<br />

presumendo più che accettando di non sapere se fosse scritto o meno nel loro genoma. Cosa che<br />

sarebbe una negazione del libero arbitrio nel vissuto individuale: una sorta di predestinazione<br />

programmata. Finiremmo per schierarci con la scienza di Antonino Zichichi, laddove afferma, o così<br />

ci sembra, che Dio esiste perché è logico che esista, e ne saremmo infinitamente sollevati con la<br />

coscienza del fatto che tanti Leonardo Da Vinci rigenerati come pecore Dolly nel mondo sarebbero una<br />

scoperta inaspettata soprattutto per loro stessi. Lasciando insoddisfatto il bisogno di ogni individuo<br />

di determinarsi l’un l’altro, non vi sarebbe, per la scienza, nulla di più nuovo che un robot quasi<br />

perfetto: nell’essere ognuno, schiavo e prigioniero di se stesso, se anche un robot può sviluppare<br />

sentimenti di abbandono, di impotenza e di ribellione, non solo alla morte, ma all’egemonia, alla<br />

supremazia, alla sopraffazione e al dominio. Per banalizzare, qualcosa di simile è avvenuto con<br />

l’invenzione della plastica, che ha reso più confortevoli le nostre esistenze. Come non accorgerci che<br />

la plastica è un’arte oltre che una tecnologia, ma che pretende di essere indistruttibile e immutabile?<br />

E, senza un antidoto, come non vietarne oggi l’uso indiscriminato non solo sotto forma di flaconi,<br />

piatti e bottiglie, ma nell’abbigliamento, soprattutto le scarpe, che, con la loro bellezza, invaderanno<br />

presto, per altrettanti milioni di chilometri, i mari?<br />

La realtà virtuale, la simulazione, perfino la riproduzione sono arti, sono tecnologie dalle quali è il<br />

territorio, il pianeta ed i suoi esseri viventi, perfino quelli congelati 50000 anni fa, e non solo il corpo<br />

umano, a restituirci la memoria alienata dagli eventi, compresa quella della scissione delle cellule<br />

riproduttive, fino all’estinzione delle specie, come gli articoli di questo numero di <strong>Archeomatica</strong><br />

hanno esperito nei campi più diversi: l’investigazione forense, il restauro delle sculture antiche<br />

e la ricostruzione dopo il terremoto dei monumenti come il Duomo di Mirandola, la catastrofe,<br />

emozionalmente intesa, della Seconda Guerra Mondiale in un luogo privilegiato della memoria come<br />

Cassino, il recupero di città scomparse sotto nuove costruzioni a Cipro, la risorsa della tradizione<br />

culturale di intere regioni, come il Molise.<br />

Per la verità ogni secolo ha avuto i suoi Leonardo Da Vinci, tanto da indurci a classificare leonardesche<br />

opere che Leonardo non si sarebbe mai sognato di fare, ma nessun umano, almeno finora, ha imparato<br />

a volare. Leonardo ha mostrato per primo, con più di un’esperienza annotata, se solo per un momento<br />

fossimo entrati nella memoria tecnologica che ha tramandato, che non potrebbe e perché. Ha appreso<br />

piuttosto da tempo la scienza a sondare e calcolare l’universo dell’infinitamente piccolo, la carica<br />

positiva, che continuo non è, ma che continua, diversificandosi perennemente: la scissione della<br />

cellula. Secoli di storia, virtualmente compresi, hanno determinato una convinzione elementare su<br />

questa gigantesca memoria di laboratorio, ed è la seguente, molto riduttiva: nessuna comunità o<br />

collettività può e deve assoggettare qualsiasi individuo ad una profilassi eudemonica quale che sia,<br />

fosse pure quella di guarire, di ricordare o di rinascere.<br />

È la realtà virtuale che ricorda anche l’inganno: la memoria chimica del genoma - l’introspezione<br />

alla quale è affidata la nostra predisposizione - che registra ogni errore per poterlo ‘dimenticare’,<br />

per eliminarlo dagli infinitesimi delle sue ultime sequenze emesse. Ammirevole più che irripetibile:<br />

la tecnologia può far capire che l’inaspettato della scoperta è tutt’altro che sensazionalmente<br />

lapalissiano o imperscrutabile, ma che ha un risultato.<br />

Buona lettura,<br />

Francesca Salvemini


IN QUESTO NUMERO<br />

RESTAURO<br />

6 Rilievo Laser Scanner<br />

3D per il restauro della<br />

Chiesa di Santa Maria<br />

Maggiore Mirandola<br />

di Leandro Scaletti, Carlo Gira<br />

Render 3D della navata centrale Chiesa di Santa<br />

Maria Maggiore a Mirandola effettuata con<br />

tecnologie di rilievo digitale e modellazione<br />

tridimensionale per l’analisi progettuale della<br />

ricostruzione del Duomo di Mirandola dopo il<br />

sisma del 2012.<br />

RIVELAZIONI<br />

10 Sistema RestArt<br />

per la ricomposizione<br />

ad alta precisione di<br />

opere d’arte lapidee<br />

frammentarie di Pietro<br />

Nardelli, Martina Pavan, Giulia<br />

Pompa, Silvia Borghini, Massimiliano Baldini, Alessandro Colucci,<br />

Vincenzo Fioriti, Alessandro Picca, Angelo Tatì, Ivan Roselli<br />

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ArcheomaticA<br />

Tecnologie per i Beni Culturali<br />

Anno XIII, N° 2 - GIUGNO <strong>2021</strong><br />

<strong>Archeomatica</strong>, trimestrale pubblicata dal 2009, è la prima rivista<br />

italiana interamente dedicata alla divulgazione, promozione<br />

e interscambio di conoscenze sulle tecnologie per la tutela,<br />

la conservazione, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio<br />

culturale italiano ed internazionale. Pubblica argomenti su<br />

tecnologie per il rilievo e la documentazione, per l'analisi e la<br />

diagnosi, per l'intervento di restauro o per la manutenzione e,<br />

in ultimo, per la fruizione legata all'indotto dei musei e dei<br />

parchi archeologici, senza tralasciare le modalità di fruizione<br />

avanzata del web con il suo social networking e le periferiche<br />

"smart". Collabora con tutti i riferimenti del settore sia italiani<br />

che stranieri, tra i quali professionisti, istituzioni, accademia,<br />

enti di ricerca e pubbliche amministrazioni.<br />

Direttore<br />

Renzo Carlucci<br />

dir@archeomatica.it<br />

Direttore Responsabile<br />

Michele Fasolo<br />

michele.fasolo@archeomatica.it<br />

Comitato scientifico<br />

Annalisa Cipriani, Maurizio Forte,<br />

Bernard Frischer, Giovanni Ettore Gigante,<br />

Mario Micheli, Stefano Monti,<br />

Francesco Prosperetti, Marco Ramazzotti,<br />

Antonino Saggio, Francesca Salvemini,<br />

Rodolfo Maria Strollo<br />

Redazione<br />

Maria Chiara Spezia<br />

redazione@archeomatica.it<br />

Licia Romano<br />

licia.romano@archeomatica.it<br />

Valerio Carlucci<br />

valerio.carlucci@archeomatica.it<br />

Luca Papi<br />

luca.papi@archeomatica.it


MUSEI<br />

14 La Memoria Raccontata<br />

di Hubstract Made for Art<br />

RUBRICHE<br />

28 AZIENDE E<br />

PRODOTTI<br />

Soluzioni allo Stato<br />

dell'Arte<br />

30 AGORÀ<br />

ARCHEOLOGIA FORENSE<br />

28 L'Archeologia<br />

Forense e CSI<br />

Notizie dal mondo delle<br />

Tecnologie dei Beni<br />

Culturali<br />

38 EVENTI<br />

di P. M. Barone<br />

INSERZIONISTI<br />

Planetek 2<br />

GTER 9<br />

Geomax 17<br />

Codevintec 26<br />

Hubstract 29<br />

Teorema 38<br />

Borsa Mediterranea 39<br />

Nais 40<br />

una pubblicazione<br />

Science & Technology Communication<br />

Science & Technology Communication<br />

Diffusione e Amministrazione<br />

Tatiana Iasillo<br />

diffusione@archeomatica.it<br />

MediaGEO soc. coop.<br />

Via Palestro, 95<br />

00185 Roma<br />

tel. 06.64.87.12.09<br />

fax. 06.62.20.95.10<br />

www.archeomatica.it<br />

Progetto grafico e impaginazione<br />

Daniele Carlucci<br />

daniele@archeomatica.it<br />

Editore<br />

MediaGEO soc. coop.<br />

<strong>Archeomatica</strong> è una testata registrata al<br />

Tribunale di Roma con il numero 395/2009<br />

del 19 novembre 2009<br />

ISSN 2037-2485<br />

Stampa<br />

System Graphic Srl<br />

Via di Torre Santa Anastasia 61 00134 Roma<br />

Condizioni di abbonamento<br />

La quota annuale di abbonamento alla rivista è di<br />

€ 45,00. Il prezzo di ciascun fascicolo compreso<br />

nell’abbonamento è di € 12,00.<br />

Il prezzo di ciascun fascicolo arretrato è di<br />

€ 15,00. I prezzi indicati si intendono Iva inclusa.Per<br />

abbonarsi: www.archeomatica.it<br />

Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità<br />

dell’autore. È vietata la riproduzione anche parziale<br />

del contenuto di questo numero della Rivista<br />

in qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento<br />

elettronico o meccanico, ivi inclusi i sistemi di<br />

archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto<br />

dell’editore.<br />

Data chiusura in redazione: 20 aprile <strong>2021</strong>


RESTAURO<br />

Rilievo Laser Scanner 3D per il restauro<br />

della Chiesa di Santa Maria Maggiore a<br />

Mirandola<br />

di Leandro Scaletti, Carlo Gira<br />

Tecnologie di rilievo digitale e<br />

modellazione tridimensionale<br />

per l’analisi progettuale della<br />

ricostruzione del Duomo di<br />

Mirandola dopo il sisma del 2012.<br />

Verifica e ridimensionamento delle<br />

capriate lignee e delle nuove volte<br />

leggere per la realizzazione delle<br />

coperture, per il restauro delle<br />

strutture resistite al sisma e per il<br />

Fig. 1 - Lavori di messa in sicurezza dopo i crolli.<br />

consolidamento strutturale.<br />

IL DUOMO DI MIRANDOLA E I DANNI POST-SISMA<br />

La Chiesa di Santa Maria Maggiore, o Duomo di Mirandola, risale alla prima metà del XV secolo,<br />

ma viene consacrata solo nel 1491. È una Chiesa in stile Gotico situata nel centro storico della<br />

città di Mirandola. Il Duomo non ha subito, nel corso dei secoli, modifiche sostanziali che ne<br />

abbiano snaturato la primitiva impostazione stilistica. Si tratta di una costruzione a pianta basilicale,<br />

non provvista di transetto, che si articola in tre navate. La navata centrale, di maggiori<br />

dimensioni ed altezza rispetto alle laterali, è scandita ai lati da quattro colonne alternate a<br />

tre pilastri polistili per parte che sorreggono archi ogivali e si conclude in un’abside poligonale<br />

(così come la navata sinistra). La navata destra si conclude invece con la torre campanaria.<br />

I due eventi sismici del 2012 hanno colpito duramente la struttura della Chiesa ed hanno purtroppo<br />

messo in evidenza ogni debolezza e sconnessione presente. Anche se appariva in buono<br />

stato, il Duomo presentava infatti una struttura debole dall’origine non più omogenea, a causa<br />

dei numerosi interventi vari e differenziati effettuati nel corso dei secoli.<br />

La prima scossa aveva prodotto il crollo di una parte delle volte della navata centrale adiacente<br />

alla facciata e aveva arrecato danni alle murature verticali. La seconda scossa, dopo alcuni<br />

giorni, ha prodotto danni gravissimi alle volte ed alle coperture con il crollo delle mura del<br />

cleristorio, della parete esterna della navata sinistra e della parte superiore della facciata.<br />

6 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali 7<br />

Fig. 2 - Render 3D della copertura della Navata Centrale.<br />

LA SITUAZIONE DOPO IL SISMA ED IL RILIEVO<br />

Dopo il sisma la Chiesa si presentava piena delle macerie<br />

del tetto e delle volte. Il lavoro di messa in sicurezza dei<br />

Vigili del Fuoco è stato essenziale per liberare gli spazi e<br />

per intervenire con il primo rilievo Laser Scanner.<br />

In questa prima fase è risultato necessario e fondamentale<br />

avere un rilievo accurato e fedele dello stato di fatto<br />

del Duomo. Le parti superiori rimaste dei muri e del<br />

cleristorio presentavano dopo il sisma un fuori piombo di<br />

oltre 35cm su ogni lato, ovvero ben superiori all’appoggio<br />

degli elementi lignei.<br />

In tale situazione, come in molte altre simili, la tecnologia<br />

laser scanner risulta l’unico metodo valido per acquisire<br />

le geometrie senza contatto e con minori rischi per<br />

gli operatori. Il rilievo in questa fase ha consentito una<br />

descrizione puntuale degli interventi, a partire dalla realizzazione<br />

dei ponteggi interni, autonomi dalle murature,<br />

che hanno dato stabilità alle strutture danneggiate.<br />

IL PROGETTO DI RICOSTRUZIONE<br />

Il progetto di restauro della Chiesa consisteva nel conservare<br />

le parti rimaste, consolidandole per quanto possibi-<br />

Fig. 3 - Progetto delle Volte e delle Capriate lignee per la realizzazione della nuova copertura del Duomo.


le, ricostruendo le parti superiori crollate (coperture e<br />

volte) in modo leggero, ma adeguatamente resistente per<br />

trasferire le forze sismiche ai presidi resistenti, costituiti<br />

essenzialmente, in direzione trasversale, dalla facciata e<br />

dal campanile.<br />

Il progetto di restauro e miglioramento sismico del Duomo<br />

è stato curato dallo Studio Comes di Sesto Fiorentino, in<br />

particolare dall’Arch. Carlo Blasi e dall’Ing. Susanna Carfagni,<br />

che ha assunto anche la direzione lavori, mentre il<br />

coordinamento per la sicurezza è stato svolto dall’Arch.<br />

Enrico Miceli. L’impresa capogruppo è stata la Bottoli Costruzioni<br />

di Mantova; imprese mandanti Alchimia Laboratorio<br />

di Restauro di Cavezzo, Caem Group di Curtatone e<br />

Martini & Martini Impiantistica di Magnacavallo.<br />

Dopo i lavori di messa in sicurezza, il progetto prevedeva<br />

interventi di raddrizzamento della sommità delle pareti<br />

della navata centrale con consolidamento e parziale ricostruzione<br />

delle parti danneggiate a seguito del terremoto.<br />

Inoltre prevedeva la realizzazione di nuova struttura<br />

leggera di copertura delle navate centrale e sinistra, costituita<br />

da capriate di legno lamellare/acciaio, arcarecci<br />

di legno lamellare e tavolato microlamellare. La ricostruzione<br />

delle volte crollate è stata realizzata con materiali<br />

leggeri e con caratteristiche fono-assorbenti.<br />

Essenziale nella fase progettuale è stata la realizzazione<br />

di un modello in scala delle volte, utile soprattutto per le<br />

valutazioni progettuali di produzione delle stesse.<br />

Il rilievo e la verifica del progetto<br />

Il rilievo Laser Scanner in questa fase è risultato più complesso<br />

del solito, data la presenza delle opere provvisionali<br />

che erano addossate alle pareti e strutture, occupando<br />

gli spazi interni. Il lavoro di scansione e pulitura delle<br />

nuvole di punti è quindi risultato molto oneroso in termini<br />

di tempo. Infatti in fase di acquisizione è stato essenziale<br />

l’uso di numerosi riferimenti come target e sfere<br />

per riferire le singole stazioni. I ponteggi rappresentano,<br />

in questi casi, un enorme ostacolo per la strumentazione:<br />

occludendo totalmente gli ambienti rendono necessario<br />

un maggior numeri di scansioni, facendo quindi risultare<br />

molto più complicata la successiva fase di allineamento.<br />

Per il rilievo è stato usato un Faro Focus X120, con risoluzione<br />

a 44 milioni di punti per singola scansione e<br />

precisione 4X (I fattori di qualità da 1x a 4x sono solo<br />

espressioni diverse per il tempo di osservazione: 1x ha il<br />

tempo di osservazione minimo di 1 µs per punto di scansione<br />

e 4x ha 8 µs per punto di scansione).<br />

Ogni singola scansione è stata ripulita da tutti i ponteggi<br />

e gli elementi che non interessavano il rilievo. Il risultato<br />

dopo l’allineamento è quindi una nuvola di punti 3D che<br />

descrive lo stato di fatto delle strutture murarie dopo il<br />

loro raddrizzamento. Dal rilievo è stato possibile quindi<br />

riscontrare le misure del progetto direttamente sulla<br />

nuvola di punti, verificando le incongruenze e le possibili<br />

interferenze con le murature, che dopo gli interventi<br />

di consolidamento e ricostruzione, hanno mutato la loro<br />

forma e posizione rispetto al precedente rilievo.<br />

L’elaborazione del dato a nuvola di punti è stato inizialmente<br />

in formato 2D, producendo elaborati CAD sui quali<br />

i progettisti hanno ricalibrato il progetto. Sono state ridimensionate<br />

le volte, sfruttando il più possibile lo spazio<br />

risultante tra queste e le murature della navata centrale,<br />

e sono state riposizionate le capriate lignee, facendo corrispondere<br />

alla perfezione il progetto con la situazione<br />

reale.<br />

Per avere sotto controllo tutte le possibili interferenze<br />

tra volte e murature esistenti, è risultato poi<br />

necessaria la modellazione tridimensionale<br />

del progetto, sovrapponendolo alla Mesh 3D<br />

risultante dalla nuvola di punti. Per realizzare<br />

quest’ultima, le metodologie usate hanno<br />

richiesto l’utilizzo di più software. Partendo<br />

dalle singole nuvole, si è proceduto<br />

alla triangolazione delle mesh, una per ogni<br />

nuvola. Questo processo allunga e rende più<br />

pesante in termini computazionali il risultato<br />

finale, che tuttavia presenta un’accuratezza<br />

geometrica molto più elevata rispetto<br />

alla triangolazione della nuvola unica (i nostri<br />

risultati di mesh generati producono così<br />

mesh più nitide e pulite con una struttura<br />

fondamentalmente diversa da quelle generate<br />

tramite funzioni implicite, per colmare<br />

il più possibile il divario con la scansione<br />

originale).<br />

Attraverso la tecnologia Laser Scanner 3D è<br />

stato possibile individuare tutte le incognite<br />

relative alla realizzazione della copertura.<br />

Una volta modellate le capriate lignee e le<br />

volte leggere in 3D, sulla base delle misurazioni<br />

effettuate, è stato possibile correggere<br />

in corso d’opera il progetto iniziale, anticipando<br />

ogni tipo di problematica futura.<br />

Il 21 settembre 2019 il Duomo restaurato<br />

è stato riaperto al culto dopo soli due anni<br />

dall’inizio lavori. Esempio di come la tecnologia<br />

Laser Scanner può fare la differenza in<br />

termini di tempo ed affidabilità.<br />

Fig. 4 - Messa in opera delle volte leggere.<br />

8 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>


TELERILEVAMENTO<br />

Tecnologie per i Beni Culturali 9<br />

Fig. 5 - Cerimonia solenne a Mirandola per l’inaugurazione del duomo ricostruito dopo il terribile terremoto del 2012 che lo ha distrutto. Le foto della cerimonia di<br />

Gino Esposito – Fonte: Gazzetta di Modena.<br />

Abstract<br />

Digital survey technologies and three-dimensional modeling for the design<br />

analysis of the reconstruction of the Mirandola Cathedral after the 2012<br />

earthquake.<br />

Verification and resizing of the wooden trusses and of the new light vaults for<br />

the construction of the roofs, for the restoration of the structures resisted to<br />

the earthquake and for the structural consolidation.<br />

Parole chiave<br />

Laser scanner; restauro; modello 3D; architettura; conservazione; post-sisma<br />

Autore<br />

Leandro Scaletti<br />

leandro.scaletti@dimensio.it<br />

via Dante Alighieri, 40, 50058 Signa (FI)<br />

Dimensio Laser Scanner Services<br />

Carlo Gira<br />

carlo.gira@dimensio.it<br />

viale G. Matteotti, 27, 50121 Firenze (FI)<br />

Dimensio Laser Scanner Services<br />

MONITORAGGIO 3D<br />

GIS E WEBGIS<br />

www.gter.it<br />

info@gter.it<br />

GNSS<br />

FORMAZIONE<br />

RICERCA E INNOVAZIONE


RIVELAZIONI<br />

Sistema RestArt per la ricomposizione ad alta<br />

precisione di opere d’arte lapidee frammentarie<br />

di Pietro Nardelli, Martina<br />

Pavan, Giulia Pompa,<br />

Silvia Borghini, Massimiliano<br />

Baldini, Alessandro<br />

Colucci, Vincenzo Fioriti,<br />

Alessandro Picca, Angelo<br />

Tatì, Ivan Roselli<br />

Fig. 1 - Scansione con braccio laser scanner 3D dei frammenti lapidei di un provino per la ricomposizione<br />

con il sistema RestArt (a). Dettaglio del trapano su bracci a controllo numerico(b).<br />

L’innovativo metodo di ricomposizione di opere lapidee conservate in frammenti è stato<br />

messo a punto nell’ambito del progetto RestArt, co-finanziato dall’Unione Europea e dalla<br />

Regione Lazio. Il sistema permette tramite tecnologie di meccatronica e di ricostruzione<br />

virtuale 3D una precisione ed efficacia nella realizzazione degli imperniaggi molto maggiore<br />

rispetto ai metodi tradizionali usualmente impiegati.<br />

Nel campo del restauro di manufatti antichi la possibilità<br />

di avere a disposizione metodi efficaci per riassemblare<br />

con elevata precisione opere d’arte frammentate è un<br />

tema di notevole rilevanza. In effetti, è un’esperienza molto<br />

comune, ad esempio negli scavi archeologici, ritrovare frammenti<br />

che appartengono a statue, elementi architettonici o<br />

manufatti antichi di vario genere, i quali non sempre sono di<br />

facile ricomposizione. Di recente, l’innovazione tecnologica<br />

nel rilievo 3D ad alta precisione e i progressi nella computer<br />

grafica permettono di eseguire delle ricostruzioni virtuali e<br />

una visualizzazione complessiva delle opere con grande efficacia<br />

(Papaioannou et al. 2017, Jo et al. 2020, Rasheed &<br />

Nordin 2020, Gherardini et al. 2018). Tuttavia, la ricomposizione<br />

dell’oggetto frammentato reale rimane spesso una sfida<br />

difficilissima per i restauratori. Certamente, questi ultimi<br />

si possono giovare della guida e del supporto delle innovazioni<br />

tecnologiche per la ricostruzione virtuale (Arbacea et<br />

al. 2013) e attraverso le loro competenze e la loro esperienza<br />

eseguire le operazioni pratiche di ricomposizione che a<br />

tutt’oggi sono prevalentemente di tipo manuale. Benché l’abilità<br />

anche manuale del restauratore è e rimane imprescindibile,<br />

si pongono dei problemi comunque molto rilevanti,<br />

soprattutto se i frammenti sono di notevole dimensione e di<br />

forma irregolare, non potendo essere più gestiti agevolmente<br />

a mano. Nella gestione di queste situazioni si ricorre di<br />

solito a strutture e attrezzature che aiutano i restauratori<br />

nella movimentazione dei frammenti. A questo punto, l’innovazione<br />

tecnologica può dare un contributo anche in queste<br />

operazioni tramite l’impiego di macchinari opportunamente<br />

ideati e progettati, sfruttando la meccatronica di alta precisione<br />

basata su slitte e bracci robotici a controllo numerico<br />

integrati con accurati e versatili sistemi di rilievo 3D. Inoltre,<br />

nel caso di grandi opere lapidee la ricomposizione avviene<br />

attraverso la foratura della pietra e l’inserimento di appositi<br />

perni nei fori, operazione delicata, la cui massima precisione<br />

permette di risparmiare il più possibile quantità di materiale<br />

originario, nonché assicura la massima efficacia della tenuta<br />

dell’imperniaggio. Non meno importante è la definizione di<br />

una procedura complessiva di operazioni ben studiate per ottimizzare<br />

tutti i passaggi per portare a termine con successo<br />

il lavoro di restauro finale.<br />

Questo è il caso della procedura sviluppata nel progetto RestArt,<br />

la quale integra l’utilizzo di un macchinario di alta precisione<br />

a controllo numerico con un sistema di scansione laser<br />

3D avanzato. I macchinari e tutte le componenti accessorie<br />

che costituiscono il sistema RestArt sono stati inventati e progettati<br />

dall’arch. P. Nardelli, titolare di relativo brevetto in<br />

corso (Nardelli <strong>2021</strong>).<br />

10 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali 11<br />

La procedura complessiva, prima di essere utilizzata su opere<br />

d’arte originali, è stata sperimentata su provini fratturati in<br />

modo casuale nella parte centrale, a simulare due frammenti<br />

lapidei rappresentativi di statue o elementi architettonici<br />

antichi. Analoghi provini sono stati ricomposti con il metodo<br />

tradizionale usato come riferimento. I suddetti provini sono<br />

poi stati sottoposti a una serie di prove meccaniche di resistenza<br />

a vibrazione su tavola vibrante (Rossi et al. 2020). Le<br />

prove hanno riprodotto vibrazioni naturali (sismiche) o antropiche<br />

(dovute a mezzi di trasporto) a intensità crescente<br />

fino a livelli estremi, monitorando con diverse tipi di misure<br />

l’evoluzione dello stato di danneggiamento dei provini. In<br />

particolare, la risposta dei provini è stata valutata tramite<br />

l’analisi dei dati di vibrazionedei marcatori tracciati da un<br />

sistema opto-elettronico di visione 3D motion e con degli accelerometri<br />

(De Canio et al. 2016). In aggiunta, sono stati<br />

analizzati anche i filmati video delle vibrazioni con avanzate<br />

tecniche di elaborazione video derivate dal metodo del moto<br />

magnificato (Fioriti et al. 2018). Infine, sono stati eseguiti anche<br />

dei test con martello sonico (Polimeno et al. 2018) prima<br />

e dopo le vibrazioni su tavola vibrante al fine di verificare lo<br />

stato di integrità e il livello di danneggiamento dei provini.<br />

A seguito della validazione scientifica, che ha dimostrato la<br />

maggior efficacia del sistema RestArt rispetto al metodo tradizionale,<br />

sono stati realizzati con ottimi risultati restauri di<br />

opere d’arte antiche frammentate.<br />

IL SISTEMA RESTART<br />

Il sistema RestArt rappresenta un avanzamento tecnologico<br />

importante per il settore della conservazione dei beni culturali<br />

che, potendo garantire la massima precisione d’intervento,<br />

apporta maggiore sicurezza e rispetto per la materia<br />

originale. E’ comunque importante sottolineare che la<br />

strumentazione robotica non vuole e non potrebbe in nessun<br />

caso sostituirsi al restauratore, che con la sua esperienza e<br />

sensibilità rimane l'ultimo artefice operativo di un intervento<br />

complesso e delicato come la ricomposizione di opere frammentate.<br />

Il sistema RestArt permette di movimentare e ricongiungere<br />

frammenti lapidei attraverso il riconoscimento<br />

preliminare delle interfacce ed attraverso l’uso di un sistema<br />

di foratura integrato può eseguire fori coassiali plurimi col<br />

minimo sacrificio di materia originale. Il macchinario è stato<br />

concepito e costruito per sostenere e movimentare pesi notevoli<br />

con una precisione al centesimo di millimetro. La sua<br />

efficacia è garantita da varie componenti innovative, quali:<br />

il sistema di raffreddamento delle punte speciali, il sistema<br />

di aspirazione delle polveri originali, il sistema di gestione<br />

per il riconoscimento delle interfacce e l’imperniaggio, con<br />

precisione centesimale, attraverso fori plurimi, l’uso di uno<br />

scanner laser dalle elevate prestazioni.<br />

La procedura è applicata da personale esperto e formato, a<br />

fronte di uno studio preliminare di fattibilità sulla base dello<br />

stato di conservazione dell’opera. I frammenti da ricomporre<br />

vengono posizionati sulle due piattaforme di supporto del<br />

macchinario e scansionati al fine di ottenere il riconoscimento<br />

delle interfacce (Figura 1a) e quindi il miglior riaccostamento<br />

grazie ai software di elaborazione dati. Tutte le movimentazioni<br />

sono controllate e memorizzate da un software<br />

dedicato, permettendo la ripetibilità di tutti i movimenti<br />

secondo le necessità.<br />

Un sistema trapano solidale al macchinario (Figura 1b), realizza<br />

fori perfettamente coassiali su entrambe le facce dei<br />

frammenti da imperniare e mantiene in memoria le coordinate<br />

di tutti i punti omologhi. I fori così realizzati sono perfettamente<br />

continui e dello stesso diametro consentendo l'inserimento<br />

perfetto anche di più perni di congiungimento: con 3<br />

perni è possibile realizzare un piano reattivo che contrasta le<br />

Fig. 2 – Esecuzione di un foro con punta speciale montata sul trapano integrato<br />

(a). Provini ricomposti pronti per i test di vibrazione su tavola vibrante (b).<br />

forze di scorrimento e torsione, aumentando notevolmente<br />

la tenuta dell’imperniaggio.<br />

Il sistema di raffreddamento ad aria delle punte appositamente<br />

create per RestArt, consente di evitare il surriscaldamento<br />

delle parti in gioco. Questo sistema innovativo<br />

permette di ottimizzare il raffreddamento senza utilizzare<br />

acqua, accelerando i tempi ed eliminando il rischio di lavorazioni<br />

a secco. Il raffreddamento ad acqua infatti risulterebbe<br />

particolarmente rischioso nei frequenti casi di reperti con<br />

tracce di policromia.<br />

L’uso di uno scanner laser 3D consente di eseguire il rilievo di<br />

precisione dei frammenti al fine di eseguire la ricostruzione<br />

virtuale dell’opera, la quale sarà alla base di raffinati calcoli<br />

per determinare i movimenti a controllo numerico, della<br />

macchina e del trapano, per la realizzazione dei fori per i<br />

perni e il riaccostamento dei frammenti.<br />

SPERIMENTAZIONE<br />

I provini su cui è stata eseguita la sperimentazione rappresentano<br />

una simulazione di opere lapidee fratturate, come<br />

ad esempio manufatti artistici o elementi architettonici rinvenuti<br />

già in stato di frammenti in uno scavo archeologico o<br />

danneggiati a seguito di eventi sismici, bellici, ecc. Sono stati<br />

scelti blocchi in travertino e in marmo, ciascuno dei quali è<br />

stato ridotto in due frammenti combacianti, inducendo una<br />

lesione con andamento del tutto casuale ma simile a ciò che<br />

accade nella realtà. L’obiettivo dei restauratori è stato quello<br />

di riprodurre artificialmente le stesse problematiche che<br />

Fig. 3 – Allestimento della Prova 1 su tavola vibrante per il confronto della<br />

resistenza a vibrazione sismica dei provini T3T (sinistra), ricomposto con<br />

tecnica tradizionale, e T2R (destra), ricomposto con sistema RestArt.


Fig. 4 – Evoluzione del danneggiamento (D %) dei provini sottoposti alle prove su tavola vibrante.<br />

si trovano ad affrontare in questi casi. I provini scelti come<br />

oggetto della sperimentazione, sono 6 coppie di frammenti<br />

lapidei combacianti, con caratteristiche abbastanza simili,<br />

soprattutto in termini di carico, angolazione della frattura,<br />

piani di taglio.<br />

Durante la fase di ricomposizione di ciascuna coppia di frammenti<br />

mediante i diversi sistemi di imperniaggio selezionati,<br />

sono emersi i vantaggi apportati dall’impiego di RestArt rispetto<br />

al metodo tradizionale. Innanzitutto, i tempi di realizzazione<br />

dei campioni eseguiti con RestArt sono stati decisamente<br />

più brevi rispetto a quelli dedicati alla preparazione e<br />

all’imperniazione con il metodo tradizionale. Le piattaforme<br />

mobili consentono infatti una movimentazione facile e in sicurezza<br />

di entrambi i frammenti da ricomporre sino all’incollaggio<br />

finale, eliminando una fase lunga e complessa di<br />

allestimento e movimentazione dei frammenti.<br />

Il sistema RestArt, gestito da un software dedicato e integrato<br />

con l’uso di un laser scanner abbatte i tempi di ricerca<br />

dell’omologia dei punti e delle direzioni di foratura. I provini<br />

realizzati hanno dimostrato l’estrema precisione che ovviamente<br />

non può essere raggiunta con il metodo tradizionale<br />

basato sull’impiego di livelle laser che supportano il restauratore<br />

nel mantenere il trapano in una posizione di assialità<br />

durante la foratura.<br />

I restauratori hanno ricomposto uno dei provini mediante<br />

ben 3 perni perfettamente paralleli, della stessa luce, grazie<br />

all’esecuzione di 3 fori coassiali. Ciò grazie alla straordinaria<br />

possibilità di mantenere in memoria tutti i movimenti che<br />

portano prima al riaccostamento dei frammenti e poi all’esecuzione<br />

di fori coassiali in punti omologhi con estrema precisione<br />

(Figura 2a).<br />

La dimensione dei provini è (HxLxW) 800x180x180 mm. I provini<br />

per la sperimentazione sono stati ricomposti da MA.CO.<br />

RE. S.r.l. in collaborazione con l’Arch. Pietro Nardelli e il Museo<br />

Nazionale Romano (Laboratorio Grandi Marmi). I provini<br />

testati sono indicati come di seguito:<br />

• T2R: provino in Travertino ricomposto con sistema RestArt<br />

con un perno;<br />

• T3T: provino in Travertino ricomposto con sistema tradizionale<br />

con un perno;<br />

• C1R and C3R: provini in marmo di Carrara ricomposti con<br />

sistema RestArt con un perno;<br />

• C4T: provino in marmo di Carrara ricomposto con sistema<br />

tradizionale con un perno;<br />

• C2R: provino in marmo di Carrara ricomposto con sistema<br />

RestArt con 3 perni.<br />

Una volta pronti (Figura 2b), i provini sono stati trasportati<br />

al laboratorio delle tavole vibranti del Centro Ricerche ENEA<br />

Casaccia ed è stato eseguito il seguente programma di prove<br />

a vibrazione:<br />

• Prova 1: T2R e T3T sono stati sottoposti a input sismico basato<br />

sulla registrazione del terremoto di Amatrice con fattori di<br />

scala FS della PGA (Peak Ground Acceleration) da 0.2 a 2.0;<br />

• Prova 2: C4T e C3R sono stati sottoposti a vibrazione registrata<br />

su camion per trasporto merci alla velocità di circa<br />

100 km/h su strada dissestata<br />

con buche, con fattori di scala<br />

FS della PGA da 0.1 a 1.0;<br />

• Prova 3: C1R e C2R sono<br />

stati eccitati con terremoti<br />

sintetici caratterizzati da frequenze<br />

nell’intervallo 7-20Hz<br />

con durata 30 s e con PGA da<br />

0.2 g a 4.5 g.<br />

L’allestimento delle prove<br />

suddette (Figura 3) ha previsto<br />

il fissaggio alla base dei<br />

provini sulla tavola vibrante, l’imposizione di una massa aggiuntiva<br />

eccentrica in testa che riproduce l’effetto di eventuali<br />

carichi sovrastanti (ad esempio, le gambe di una statua<br />

ecc.), e l’installazione di dispositivi e sensori per la misura<br />

delle vibrazioni (accelerometri e marcatori per l’acquisizione<br />

di un sistema di motion capture 3D). Attraverso l’analisi<br />

modale delle misure di vibrazione ricavate su vari punti di<br />

ogni provino in test di identificazione dinamica eseguiti dopo<br />

ogni test sismico è stato calcolato un indice di danno globale<br />

D basato sulla riduzione percentuale della frequenza fondamentale<br />

(Di Pasquale et al. 1990). Tale indice di danno si basa<br />

sulla semplice constatazione che la frequenza fondamentale<br />

di un corpo, in questo caso del provino testato, è tanto più<br />

alta quanto più il corpo è rigido. Ciò significa che a parità<br />

di condizioni ambientali, di carico e di vincolo, come nelle<br />

prove di laboratorio in ambiente controllato, il riscontro<br />

di una riduzione della frequenza fondamentale del provino<br />

non può che essere determinata da una perdita di rigidezza<br />

dello stesso, il che si verifica per un cedimento della tenuta<br />

dell’imperniaggio e/o per un fenomeno di danneggiamento<br />

interno del materiale di cui è costituito il provino. In generale,<br />

i due fenomeni suddetti tendono ad avvenire entrambi<br />

contestualmente, con la prevalenza di uno o dell’altro. A<br />

seconda del meccanismo di rottura che si attiva e a seconda<br />

di quale è la parte debole, prevarrà lo sfilamento dell’imperniaggio<br />

o la fratturazione del materiale lapideo. In ogni caso,<br />

entrambi i fenomeni di danneggiamento portano a una riduzione<br />

della rigidezza del provino e quindi D ne coglie bene il<br />

danneggiamento globale. Nel caso in cui il provino non mostri<br />

sfilamento dell’imperniaggio e distacco delle due parti<br />

ricomposte, lo stato di danneggiamento riscontrato da D è<br />

stato confermato dall’esito di prove non distruttive eseguite<br />

con martello sonico, metodo in grado di verificare l’integrità<br />

del materiale interno del provino.<br />

RISULTATI<br />

I risultati delle prove su tavola vibrante sono rappresentati in<br />

Figura 4. Nella Prova 1 si è verificato che il provino T2R è rimasto<br />

sostanzialmente integro senza mostrare alcun danneggiamento<br />

di rilievo nel corso di tutta la sequenza di vibrazioni<br />

fino a FS pari a 2.0. Al contrario, nel provino T3T è apparso<br />

un danneggiamento significativo sin dal test a FS pari a 1.4, il<br />

quale è poi rapidamente peggiorato portando a raggiungere<br />

valori di D dell’80% alla fine della sessione. Analogamente,<br />

nella Prova 2 il provino C3R ha evidenziato solo un danneggiamento<br />

trascurabile fino all’ultimo test, nel quale il valore di<br />

D è salito al 37%, mentre il provino C4T ha iniziato a mostrare<br />

un certo danneggiamento sin dal test a FS pari a 0.35 e alla<br />

fine D è risultato pari a circa 70%, quasi il doppio del provino<br />

ricomposto con il metodo RestArt. Molto interessante è stato<br />

anche l’esito della Prova 3 in cui entrambi i provini erano<br />

stati ricomposti con il metodoRestArt. Qui quindi il confronto<br />

verteva a quantificare la maggiore efficacia che si può<br />

ottenere eseguendo l’imperniaggio a 3 perni, provino C2R,<br />

rispetto a quello con un solo perno, provino C1R.Il provino<br />

12 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali 13<br />

C2R non ha mostrato nessun danno rilevante fino alla rottura<br />

improvvisa avvenuta soltanto al test a 4.5 g di PGA (Figura<br />

5), mentre il provino C1R ha iniziato a manifestare un calo<br />

evidente della frequenza fondamentale da PGA pari a 1 g per<br />

poi arrivare a rottura finale a 2.5 g. Le prove non distruttive<br />

eseguite con martello sonico e le elaborazioni video derivate<br />

dal metodo del moto magnificato hanno sostanzialmente<br />

confermato l’entità del danneggiamento riscontrato tramite<br />

il calcolo dell’indice D.<br />

CONCLUSIONI<br />

Un metodo innovativo per la ricomposizione di grandi frammenti<br />

lapidei basato su sistema meccatronico ad alta precisione<br />

integrato con rilievo da laser scanner 3D e algoritmi di<br />

ricostruzione virtuale è stato sviluppato e testato per aiutare<br />

i restauratori nell’opera di assemblaggio di grandi statue o<br />

elementi architettonici rinvenuti negli scavi archeologici o<br />

immagazzinati nei depositi museali. La sperimentazione su<br />

provini di grandi dimensioni in marmo e travertino sottoposti<br />

a vibrazioni estreme, sia di origine naturale (terremoti)<br />

che antropica (vibrazione da trasporto), hanno dimostrato la<br />

notevole efficacia del nuovo metodo, ampiamente maggiore<br />

rispetto alla tecnica tradizionale. I provini assemblati con il<br />

metodo RestArt si sono rivelati capaci di resistere a vibrazioni<br />

decisamente più forti già con l’impiego di un solo perno in virtù<br />

della migliore accuratezza dell’imperniaggio che assicura<br />

maggiore incastro dei frammenti e minore impiego di colle.<br />

Con l’utilizzo di 3 perni, cosa pressoché non praticabile con<br />

tecniche tradizionali, la tenuta meccanica dell’imperniaggio<br />

si è rivelata ulteriormente incrementata, tale da resistere<br />

a livelli di vibrazione notevolissimi (rottura a 4.5 g di PGA).<br />

Inoltre, il metodoRestArt ha consentito ai restauratori di eseguire<br />

l’intero lavoro con una procedura più agevole, sicura,<br />

accurata e in tempi minori rispetto alla tecnica tradizionale.<br />

RINGRAZIAMENTI<br />

Il sistema descritto nel presente articolo è stato sviluppato<br />

nell’ambito del progetto RestArt, co-finanziato dalla EU e<br />

dalla Regione Lazio (bando POR FESR Lazio 2014-2020, Kets<br />

Tecnologie Abilitanti). Il sistema RestArt è stato ideato e progettato<br />

dall’arch. Pietro Nardelli. La validazione scientifica<br />

è stata curata da Enea presso il Centro di Ricerca Casaccia.<br />

I prototipi dei macchinari e delle strumentazioni accessorie<br />

costituenti il sistema RestART, nonché il braccio laser scanner<br />

3D, sono di proprietà di MA.CO.RE’. s.r.l. Le statue ricomposte<br />

con il metodo RestArt sono esposte al Museo Pio Capponi<br />

di Terracina e al Museo Civico Archeologico di Anzio. Un<br />

ringraziamento speciale va alla Soprintendenza Archeologia<br />

Belle Arti Paesaggio delle Province di Frosinone e Latina e alla<br />

Soprintendenza Archeologia Belle Arti per l'area Metropolitana<br />

di Roma e per la Provincia di Rieti. La sperimentazione si è<br />

avvalsa anche della collaborazione del Laboratorio di Restauro<br />

Grandi Marmi di Museo Nazionale Romano e dell’Istituto<br />

Superiore per la Conservazione ed il Restauro (ISCR).<br />

Fig. 5 – Ispezione del provino C2R (ricomposto con sistema RestArt<br />

con 3 perni) dopo test di vibrazione a 4.5 g di PGA su tavola vibrante.<br />

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Abstract<br />

The RestArt method is an innovative<br />

mechatronic-based procedure,<br />

developed by the architect Nardelli,<br />

for high-precision reassembly of stone<br />

fragments intended to improve<br />

the restoration of ancient statues<br />

and architectural elements. The<br />

procedure comprises high-accuracy<br />

3D laser scanning of two fragments<br />

positioned on the RestArt machine.<br />

After virtual reconstruction through<br />

best-fitting algorithms, the machine<br />

guides the drilling system for highprecision<br />

rods insertion and moves<br />

one fragment to match the other<br />

one. The mechanical resistance of<br />

stone specimens reassembled by the<br />

RestArt and the traditional methods<br />

was testedby strong motion vibration<br />

experiments on shaking table.<br />

Parole chiave<br />

sistema meccatronico; ricostruzione<br />

virtuale 3D;<br />

ricomposizione frammenti lapidei; restauro<br />

grandi statue<br />

Autore<br />

Pietro Nardelli<br />

p.nardelli@ticali.it<br />

Architetto<br />

Via G. Calderini 68, Roma<br />

Martina Pavan<br />

Giulia Pompa<br />

info@macore.it<br />

Ma.Co.Re’. s.r.l.<br />

Via G. Severano 35, 00161, Roma,<br />

Silvia Borghini<br />

silvia.borghini@beniculturali.it<br />

Museo Nazionale Romano<br />

Laboratorio Grandi Marmi, via E. De<br />

Nicola 70, Roma<br />

Massimiliano Baldini, Alessandro Colucci,<br />

Vincenzo Fioriti, Alessandro<br />

Picca, Angelo Tatì, Ivan Roselli<br />

ivan.roselli@enea.it<br />

ENEA, R.C. Casaccia, Via Anguillarese<br />

301, 00123, S. Maria di Galeria,<br />

Roma


MUSEI<br />

La Memoria Raccontata<br />

di Emilia Martinelli,<br />

Silvia Belleggia<br />

Ricerca, storytelling e<br />

nuove tecnologie per<br />

conservare e tramandare<br />

la memoria di un<br />

territorio. Due progetti:<br />

il Giardino della<br />

Memoria ad Esperia e<br />

l’Allestimento Attimi<br />

Sospesi a Cassino.<br />

Fig. 1 - Giardino della Memoria, targa interattiva.<br />

La memoria è la capacità di conservare, recuperare<br />

le informazioni e le esperienze passate. La memoria<br />

storica colloca le persone nella storia, come vissuti<br />

emotivamente carichi tra genti e vicende, tracce indelebili<br />

di umanità. La ricerca scientifica, lo storytelling e le<br />

tecnologie digitali ci permettono di ricostruire, custodire<br />

e tramandare la memoria di una comunità e di condurla<br />

alle future generazioni.<br />

Due progetti di storytelling, Il Giardino della Memoria a<br />

Esperia e il progetto Attimi Sospesi a Cassino nascono dalla<br />

volontà di far emergere dalle macerie le vite di chi ha vissuto<br />

quei mesi di epilogo della Seconda Guerra Mondiale,<br />

e di raccontarne l’aspetto umano, emotivo, intimo. La ricerca<br />

ha un approccio storico, uno sguardo antropologico,<br />

ed è in parte fatta sul campo proprio per permettere ai<br />

progetti di entrare in una comunità e ascoltarla a fondo.<br />

La narrazione che ne segue si dipana nel contesto con l’obiettivo<br />

di ampliare la visione di queste storie, immergendosi<br />

fino a dentro il cuore dei vissuti. In questo senso la<br />

tecnologia utilizzata diventa strumento di narrazione per<br />

dare vita ai ricordi e far calare lo spettatore in un passato<br />

fatto di luoghi, cose e persone.<br />

IL CONTESTO STORICO, DA SETTEMBRE 1943 A MAGGIO<br />

1944: DA CASSINO A ESPERIA<br />

Siamo tra settembre 1943 e maggio del 1944, tutto il Cassinate<br />

è sotto assedio, tra due fuochi.<br />

Sulla linea Gustav, da una parte i tedeschi dall’altra gli<br />

alleati, in mezzo la popolazione civile.<br />

Nell’Ottobre 1943 l’Abbazia di Montecassino, tra i luoghi<br />

individuati per custodire parte del patrimonio italiano, non<br />

è più un luogo sicuro. Tante le opere custodite, capolavori<br />

inestimabili portati in salvo dalla razzia tedesca e dalle<br />

bombe degli Alleati susseguitesi tra febbraio e maggio del<br />

1944. Nel breve volgere degli eventi, attimi e decisioni<br />

cruciali di ufficiali tedeschi e monaci benedettini hanno<br />

permesso di salvare gran parte di questo tesoro, ma non<br />

tutto, e di poterlo riconsegnare dopo la guerra alla comunità<br />

italiana e mondiale.<br />

Il 12 maggio 1944 i Goumiers, truppe coloniali del Corpo<br />

di spedizione francese in Italia, (Corps expéditionnaire<br />

français en Italie - CEF) aggirano le linee difensive dei tedeschi<br />

e li costringono alla ritirata. Il 14 maggio entrano a<br />

Esperia. Iniziano le violenze sessuali ai danni della popolazione<br />

locale rifugiatasi sui monti, soprattutto donne.<br />

La liberazione tanto agognata si trasforma in un incubo di<br />

violenza sfrenata e incontrollata.<br />

ESPERIA, UN GIARDINO DEDICATO ALLA MEMORIA<br />

Inaugurato il 3 Luglio <strong>2021</strong>, Il Giardino della Memoria di<br />

Esperia ricorda le vittime degli stupri di guerra avvenuti<br />

nel maggio del 1944. Un percorso urbano di “panchine parlanti”,<br />

per sedersi e ascoltare le storie immersi in un luogo<br />

che fu teatro di guerra.<br />

“Scendevano dalla montagna come formiche. In tre giorni<br />

fecero l’inferno. Pe’ tutta la montagna se sentivano strilli<br />

e lamenti. Noi aspettavamo i liberatori, e arrivarono i diavoli”<br />

raccontava un giovane donna dell’epoca.<br />

Per questo progetto, del Comune di Esperia e finanziato<br />

dalla Regione Lazio all’interno dell’Avviso Pubblico “Per La<br />

Valorizzazione Del Patrimonio Culturale Dei Piccoli Comuni<br />

Del Lazio”, è stata realizzata una ricerca approfondita e<br />

14 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali 15<br />

tracciato un percorso di storie ispirato ai fatti realmente<br />

accaduti, capace di far rivivere il passato, ma anche il<br />

presente sul tema della violenza sulle donne. Gli stupri<br />

di guerra riguardano da sempre moltissime donne in tutto<br />

il mondo, e rappresentano la memoria offuscata di ogni<br />

guerra.<br />

Lo sguardo si allarga così fino al 1993/1994 quando gli<br />

Statuti del Tribunale penale Internazionale per la Ex Jugoslavia<br />

e per il Ruanda menzionano per la prima volta lo<br />

stupro tra i crimini contro l’umanità e il 15 marzo 2004<br />

Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in<br />

occasione del 60° anniversario della battaglia di Montecassino,<br />

attribuisce un risarcimento morale alle vittime.<br />

La tecnologia utilizzata è quella dei QR Code riportati<br />

sulle panchine. Scansionandoli con il proprio dispositivo<br />

mobile, è possibile ascoltare le voci, le tracce, le memorie<br />

delle violenze di guerra, che ad Esperia, come in tanti<br />

altri tempi e paesi del mondo, hanno travolto la vita di<br />

tantissime persone. Lo strumento semplice dei QR Code<br />

con gli audio ascoltabili, permette di arrivare a pubblici<br />

differenti, evocando i radiodrammi e i podcast, abbraccia<br />

diverse fasce d’età. Inoltre l’idea è proprio quella di<br />

un'installazione site specific che si colloca nel contesto<br />

perché questo diventi parte dell’opera. Ascoltare le storie<br />

seduti su una panchina, come si faceva un tempo e<br />

anche ora, in quel luogo specifico, senza soffermarsi a<br />

guardare un video sul cellulare, senza sentire una traccia<br />

musicale, ma solo voci che portano l’ascolto e lo sguardo<br />

su quei monti dove ancora echeggiano le urla delle<br />

donne.<br />

Due grandi pannelli esplicativi e fotografici, posizionati al<br />

centro del giardino, chiudono il percorso e presentano il<br />

contesto storico e le donne protagoniste.<br />

Il Giardino della memoria di Esperia parte dal proprio<br />

passato, per tracciare un futuro nel quale nessuna donna<br />

debba mai più nascondersi da qualsiasi abuso.<br />

CASSINO, UN ALLESTIMENTO MULTIMEDIALE E INTERAT-<br />

TIVO, UN CORTOMETRAGGIO E UNO SPETTACOLO<br />

Sempre sulla memoria del cassinate, è stato realizzato<br />

Attimi Sospesi, un progetto di storytelling e valorizzazione<br />

della storia e delle memorie della città di Cassino.<br />

Un cortometraggio, uno spettacolo teatrale, un allestimento<br />

temporaneo realizzati nel 2019.<br />

Un progetto nato all’interno dell’Atelier Arte Bellezza e<br />

Cultura, Contesto tematico Memory Gate Porta della Memoria<br />

– Cassino della Regione Lazio e finanziato dai fondi<br />

POR FESR 2014/2020/Avviso Atelier<br />

Gli attimi sospesi raccontati sono quelli del salvataggio<br />

delle opere d’arte e delle vite segnate dai tragici eventi<br />

avvenuti tra Settembre 1943 e Maggio 1944.<br />

Diari, scritti, testi, articoli di giornale, memorie, foto,<br />

filmati, interviste. Tanto il materiale collezionato, raccolto<br />

e selezionato. Materiale ancora pulsante che ATTIMI<br />

SOSPESI ha restituito attraverso linguaggi e tecnologie<br />

diverse (realtà virtuale, realtà aumentata, audiovisivo,<br />

teatro, monitor touch, pannellistica).<br />

Il cortometraggio Attimi Sospesi ci racconta le vite sospese<br />

e gli attimi cruciali di chi, in quel fragore, ha messo in<br />

salvo le opere d’arte conservate nell’Abbazia di Montecassino<br />

prima del bombardamento del 15 febbraio 1944.<br />

Un dialogo costruito a più voci, tratto dai singoli diari,<br />

interviste, biografie di quattro protagonisti: Frido von<br />

Senger und Etterlin, generale Tedesco, Julius Schlegel<br />

ufficiale della Wehrmacht, Divisione Corazzata “Herman<br />

Göring”, L’Abate dell’Abbazia di Montecassino Gregorio<br />

Diamare e il Monaco Eusebio Grossetti.<br />

Fig. 2 - Spettacolo “Frammenti”.<br />

Lo storytelling scelto per questo lavoro trascina lo spettatore<br />

in quel fragore, in quei giorni di decisioni rapide, dove<br />

la fiducia tra italiani e tedeschi sembra più una preghiera<br />

che un atto di fede. Le parole non dette dei protagonisti,<br />

quelle dichiarate solo dopo la guerra, o trascritte in segreto<br />

sui diari, prendono vita nel cortometraggio, ponendo il<br />

dubbio sul mistero delle opere scomparse più che su quelle<br />

salvate, come la Danae di Tiziano, recapitata a Herman<br />

Goering il 18 gennaio 1944, come regalo per il suo compleanno.<br />

Ritrovata nel 1945, l’Italia ne ottenne la restituzione<br />

solo nel 1947.<br />

Il corto è stato selezionato in questi anni in diversi festival<br />

(Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto,<br />

Riff di Roma e molti altri) fino ad essere premiato<br />

al Festival international du film d’histoire de Montréal nel<br />

maggio <strong>2021</strong> perché è un “dovere della memoria realizzato<br />

con finezza ed intelligenza e che dona vita ad un momento<br />

dimenticato dalla storia” dichiara la motivazione del<br />

Premio.<br />

Lo spettacolo Frammenti, invece, è stato messo in scena<br />

in prima nazionale con due repliche per l’inaugurazione<br />

dell’allestimento temporaneo.<br />

Fig. 3 - Attimi sospesi, Sala A: tavolo touch, pannelli informativi e fotografici.


Fig. 4 - Pianta del percorso di visita dell’allestimento interattivo e multimediale di Attimi Sospesi.<br />

Protagonista la città di Cassino attraverso la narrazione,<br />

la danza e il videomapping intrecciati in uno scenario di<br />

guerra che frammenta una comunità, il patrimonio sociale,<br />

storico e culturale di una città, di un paese. Tra Settembre<br />

1943 e Maggio 1944. Mesi di fuoco, morte e devastazione<br />

sulla linea Gustav. Maria, una donna, voce di tutte<br />

le persone sopravvissute a quei terribili mesi, attraversa<br />

la città dopo la ricostruzione per dirigersi verso l’Abbazia.<br />

Le tornano in mente i ricordi della guerra e il paesaggio ritorna<br />

come in quei momenti, con ricostruzioni 3D dell’ambiente<br />

e grafiche astratte. In questa alternarsi si dipana<br />

la storia tra passato e presente. Guerra sorge dal fumo<br />

delle macerie, e danza attorno a Maria e tra le macerie,<br />

evoca i suoi ricordi, la schernisce, la provoca. Maria resiste<br />

e si aggrappa ai ricordi felici, come il suo matrimonio in<br />

una grotta, rifugio dai bombardamenti, che diventa altare,<br />

chiesa, festa con la pagnotta divisa tra i presenti. Fino<br />

all’epilogo nell’Abbazia, dove Guerra distrugge tutto, rade<br />

al suolo, porta il buio. Ma la vita è più forte, e si fa luce<br />

tra la polvere, si fa respiro nel flebile racconto di Maria,<br />

si fa bellezza, come in mosaico, un pavimento medievale,<br />

ritrovato sotto l’abbazia di Montecassino, dopo il bombardamento.<br />

Da tutte quelle bombe, quella distruzione, è venuto<br />

fuori lui, a pezzetti, frammenti di bellezza, proprio<br />

come le persone. E Maria torna alla vita, per narrare tutto<br />

quanto è stato. Una donna, che dopo una vita intera, rimette<br />

insieme i frammenti della sua storia e li ricompone,<br />

li racconta. L’allestimento multimediale e interattivo<br />

temporaneo realizzato a maggio del 2019 prevedeva un<br />

percorso di avvicinamento progressivo dal cielo alla terra,<br />

dal tempo allo spazio attraverso esperienze di fruizione<br />

differenti. Pannelli informativi e fotografici accompagnavano<br />

la visita. Un lavoro importante è stato anche quello<br />

di raccogliere, digitalizzare e valorizzare l’enorme patrimonio<br />

di testi, foto, video, documenti che negli anni sono<br />

stati conservati dalle tante associazioni e archivi storici legati<br />

ai fatti della Seconda Guerra Mondiale nel Cassinate.<br />

Tutti i pannelli e le stampe realizzate conservano l’idea di<br />

valorizzare il racconto corale delle persone e dei luoghi di<br />

quel periodo, realizzati infatti con la tecnica del collage<br />

fotografico, compongono un affresco di volti e situazioni<br />

capace di narrare e far immergere lo spettatore in quei<br />

territori. La prima sala presentava un’esperienza interattiva<br />

attraverso un tavolo touch che permetteva al pubblico<br />

di scoprire il ricordo degli attimi sospesi di donne, uomini<br />

e bambini che si intrecciano con le pagine della storia di<br />

Cassino segnata dai tragici eventi avvenuti tra Settembre<br />

1943 e Maggio 1944.<br />

La sala B attraverso una videoproiezione immersiva conduceva<br />

il pubblico a vivere con i principali protagonisti<br />

gli attimi decisivi della storia del salvataggio delle opere<br />

custodite a Montecassino.<br />

La sala C era dedicata alla visita virtuale attraverso un<br />

visore VR dei luoghi che sono andati distrutti dalla guerra<br />

attraverso una ricostruzione immersiva.<br />

Dall’interno dell’Atelier la visita proseguiva all’esterno,<br />

nella città di Cassino, alla ricerca delle tracce della città<br />

perduta attraverso l’App Attimi Sospesi: un percorso in<br />

cinque tappe relativo ai monumenti distrutti dalla guerra<br />

dove visualizzare i contenuti multimediali in realtà virtuale<br />

direttamente sul proprio dispositivo mobile attraverso<br />

le cardboard consegnate presso l’Atelier.<br />

Tutto l’allestimento è stato realizzato in 5 lingue e fruibile<br />

attraverso gli NFc dai non vedenti.<br />

La scelta di raccontare la storia di Cassino con uno<br />

storytelling incentrato sulle vicende umane ci conduce in<br />

parallelo a riflettere su tutte le città che ancora oggi sono<br />

rase al suolo dalla guerra, dove patrimoni culturali e sociali<br />

sono sepolti sotto le macerie e, forse, andati perduti<br />

per sempre. Dove il capitale umano resiste anche sotto le<br />

macerie e aspetta di essere riportato in vita.<br />

Far viaggiare il video di Attimi Sospesi e lo spettacolo<br />

Frammenti in festival, rassegne e manifestazioni vuol dire<br />

farli diventare testimonial di quanto accaduto, porta della<br />

memoria, perché ricordare aiuta ad interpretare il presente<br />

e agire sul domani.<br />

I Progetti Giardino della Memoria e Attimi Sospesi cercano<br />

di riportare alla luce, tra le macerie della guerra, le parole<br />

dei protagonisti. Ogni vita è opera d’arte. Le memorie<br />

sono frammenti di un’ unica opera d’arte. In questo senso<br />

le storie di queste persone sono il centro dell’intero lavoro<br />

sul Cassinate, messe in luce attraverso il racconto, corale<br />

e individuale. Qui la tecnologia diventa quindi strumento<br />

della narrazione, scelto di volta in volta in base alla storia<br />

da raccontare, ai luoghi, dalle panchine parlanti di Esperia<br />

alla realtà aumentata dentro la Cassino distrutta. Le nuove<br />

tecnologie amplificano il senso della storia, esplodono<br />

i concetti, le emozioni. Sono significante del significato,<br />

come la penna dello scrittore, hanno l’anima intrisa di un<br />

inchiostro capace di riportare nero su bianco l’umanità<br />

dentro la guerra.<br />

CREDITI GIARDINO DELLA MEMORIA DI ESPERIA<br />

Il Giardino della Memoria è un Progetto del Comune di<br />

Esperia finanziato dalla Regione Lazio all’interno dell’Avviso<br />

Pubblico “Per La Valorizzazione Del Patrimonio Cultu-<br />

16 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali 17<br />

rale Dei Piccoli Comuni Del Lazio”.<br />

La Società Hubstract Made For Art ha curato lo storytelling<br />

dell’allestimento; dalla ricerca ai testi, dal percorso interattivo<br />

alla grafica.<br />

https://youtube.com/playlist?list=PLDGIom1tVaImsw11<br />

1N-z4L1h8WjXKZcCb<br />

CREDITI ATTIMI SOSPESI<br />

Attimi sospesi è un progetto dell’Atelier Arte Bellezza e<br />

Cultura, Contesto tematico Memory Gate Porta della Memoria<br />

– Cassino della Regione Lazio, finanziato dai fondi<br />

POR FESR 2014/2020/Avviso Atelier e realizzato da Broadcast<br />

Digital Service e aCrm Net, in collaborazione con<br />

l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale<br />

– Dipartimento di Lettere e Filosofia e Hubstract –Made For<br />

Art.<br />

La società Hubstract. Made for Art ha curato l’ideazione,<br />

lo storytelling, la direzione artistica e tecnica del progetto<br />

di allestimento, del cortometraggio e dello spettacolo.<br />

https://www.attimisospesi.com/<br />

https://vimeo.com/446442603<br />

https://vimeo.com/376870222<br />

Fig.5-Photocollage 450*350 cm realizzato compositando 20 fotografie di<br />

archivio storico.<br />

Autore<br />

Emilia Martinelli, Silvia Belleggia<br />

info@hubstract.org<br />

Hubstract - Made for Art<br />

Abstract<br />

Memory is the ability to preserve and retrieve information along with past<br />

experiences. The projects "Garden of Memory" and "Attimi Sospesi" bring to<br />

light, from the rubble of the Second World War, the words of the protagonists<br />

and the history of Esperia and Cassino. Scientific research, storytelling and<br />

digital technologies allow us to piece together, look after and hand down the<br />

memory of these communities and lead it to future generations.<br />

Parole Chiave<br />

Musei; storytelling, tecnologie digitali; memoria, giardino della memoria,<br />

attimi sospesi<br />

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©2020 Hexagon AB and/or its subsidiaries<br />

and affiliates. All rights reserved.


MUSEI<br />

Molise, una proposta di Marketing<br />

Culturale per lo Sviluppo<br />

di Lia Montereale<br />

del Territorio<br />

Il patrimonio immateriale,<br />

legato alle tradizioni, ai<br />

saperi, alla creatività locale<br />

e a tutte quelle risorse che<br />

caratterizzano e<br />

rappresentano i segni<br />

distintivi di un territorio, sta<br />

diventando fondamentale<br />

in un’ottica di sviluppo<br />

culturale e turistico<br />

del luogo.<br />

Fig. 1 - Forbici e coltelli, Museo dei ferri taglienti, Frosolone<br />

Le politiche di tutela e di valorizzazione del patrimonio<br />

culturale delle aree interne hanno assunto un rilievo<br />

sempre più centrale nel dibattito nazionale. Oltre al<br />

patrimonio culturale materiale, anche il patrimonio immateriale,<br />

legato alle tradizioni, ai saperi, alla creatività locale e<br />

a tutte quelle risorse che caratterizzano e rappresentano i<br />

segni distintivi di un territorio, sta diventando fondamentale<br />

in un’ottica di sviluppo culturale e turistico del luogo. Il fine<br />

è quello di promuovere e contribuire allo sviluppo economico<br />

delle comunità locali, attraverso la creazione di un’offerta<br />

integrata delle risorse che possa generare impatti economici<br />

diretti (a titolo esemplificativo attraverso la creazione di<br />

nuovi posti di lavoro e l’esternalizzazione di attività e servizi<br />

nell’ambito della filiera culturale) e indiretti. Coinvolgere le<br />

comunità locali inoltre genera identità e senso di appartenenza,<br />

e svolge un’importante azione di sensibilizzazione alla<br />

conservazione, ad opera della popolazione, del patrimonio<br />

culturale. Su questa linea si colloca il Piano Strategico del<br />

Turismo per gli anni 2017-2022, approvato a seguito di un processo<br />

partecipativo avviato dall’allora Ministero per i beni e le<br />

attività culturali e per il turismo (Mibact), oggi Ministero della<br />

cultura, che intende valorizzare il patrimonio culturale nazionale<br />

attraverso una serie di strumenti di governance delle<br />

politiche turistiche in una prospettiva globale e strategica. Al<br />

Piano sono state inoltre affiancate altre specifiche iniziative<br />

del Mibact, quali la Direttiva del 2015 sui Cammini d'Italia<br />

o la direttiva del 2 dicembre 2016, con cui il 2017 è stato<br />

dichiarato come l’Anno dei Borghi, a testimonianza del tentativo<br />

di integrare la valorizzazione del patrimonio culturale e<br />

del paesaggio con la promozione turistica. L’idea alla base di<br />

queste iniziative è lo sviluppo di itinerari turistico culturali,<br />

soprattutto nelle Aree interne, le quali, pur caratterizzandosi<br />

per la presenza di un patrimonio culturale importante e diversificato,<br />

non risultano ancora interessate da flussi turistici<br />

notevoli.<br />

Allo stesso tempo, le riforme dell’allora Ministero per i beni<br />

e le attività culturali e per il turismo, a decorrere dal 2014,<br />

hanno assegnato, in ambito periferico, ai Poli museali regionali<br />

prima e alle Direzioni regionali Musei ora, il compito<br />

di definire strategie e obiettivi comuni di valorizzazione in<br />

rapporto all'ambito territoriale di competenza, promuovere<br />

l'integrazione dei percorsi culturali di fruizione e, in raccordo<br />

con i Segretariati regionali, dei conseguenti itinerari<br />

turistico-culturali. Ai direttori dei Poli museali (ora Direzioni<br />

regionali Musei) è stato, in particolare, assegnato il compito<br />

di elaborare e stipulare accordi con le altre amministrazioni<br />

statali eventualmente competenti, le Regioni, gli altri enti<br />

pubblici territoriali e i privati interessati, per regolare servizi<br />

strumentali comuni, destinati alla fruizione e alla valorizzazione<br />

di beni culturali, anche mediante l'istituzione di forme<br />

18 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali 19<br />

consortili non imprenditoriali per la gestione di uffici comuni<br />

e tramite convenzioni con le associazioni culturali o di volontariato,<br />

dotate di adeguati requisiti, che abbiano, per statuto,<br />

finalità di promozione e diffusione della conoscenza dei<br />

beni culturali. Con riferimento al Molise, una proposta di marketing<br />

culturale verte su un cambio di passo del rapporto che<br />

i luoghi della cultura molisani hanno con il territorio ed anche<br />

tra di loro. Lo sviluppo del marketing dei luoghi della cultura<br />

deve essere affiancato da un miglioramento anche delle criticità<br />

che non sempre dipendono dai soggetti cui fanno capo<br />

i luoghi della cultura. Anche elementi di marketing culturale<br />

digitale possono integrare l’offerta complessiva, con funzioni<br />

di supporto alla fruizione in presenza.<br />

ANALISI DEL TERRITORIO<br />

Da una prima analisi, emergenze la mancanza di una comunicazione<br />

integrata tra le diverse realtà istituzionali presenti,<br />

rendendo difficile per il visitatore reperire informazioni sul<br />

territorio e in generale sul suo patrimonio culturale. Inoltre la<br />

regione è affetta da una carenza di infrastrutture di collegamento<br />

efficienti. Il Molise non ha un suo aeroporto: quello più<br />

vicino è l’aeroporto di Pescara in Abruzzo, a 171 km di distanza<br />

dal capoluogo Campobasso, equivalenti a circa 2h 3min in<br />

automobile. Non ci sono treni diretti dal Nord Italia. L’assenza<br />

dell’alta velocità e la presenza di pochi orari di partenza verso<br />

e dal Molise, a cui si aggiunge la bassa qualità del servizio<br />

(i treni sono spesso vecchi, scomodi, senza Wi-Fi, talvolta i<br />

servizi sanitari sono fuori uso), contribuiscono a rendere poco<br />

competitivo il Molise ai fini di un incremento del turismo.<br />

Una volta giunti in Molise, gli stessi collegamenti interni sono<br />

insufficienti a garantire la copertura del territorio tramite<br />

trasporto pubblico. Molti borghi sono raggiungibili solo con<br />

mezzo privato. Le strade sono spesso in manutenzione, a cui<br />

si aggiunge l’abbondanza di precipitazione nevose durante il<br />

periodo invernale: circostanze che rendono più difficoltosi<br />

che altrove gli spostamenti con il mezzo proprio.<br />

Le strutture ricettive sono scarse, anche quelle a iniziativa<br />

dei singoli, sebbene molti borghi abbiano strutture abitative<br />

vuote e abbandonate.<br />

Con riferimento ai luoghi della cultura, nonostante la limitata<br />

estensione territoriale, ci sono difficoltà a creare una strategia<br />

di coordinamento, di rete e integrazione (in termini di<br />

condivisione di personale, skills, promozione e comunicazione<br />

etc.) tra i vari musei del territorio, pubblici e privati, statali e<br />

non. Inoltre non c’è un’offerta tecnologica applicata a quella<br />

culturale che sia adeguata a contribuire alla diversificazione<br />

del pubblico e ad attrarre i più giovani, e in generale manca<br />

una visione strategica di marketing culturale e territoriale.<br />

Fig. 2 - Forbici e coltelli, Museo dei ferri taglienti, Frosolone.<br />

SPUNTI DI RIFLESSIONE PER UNA PROPOSTA<br />

DI MARKETING CULTURALE<br />

Tra le azioni proposte, diventa importante favorire politiche<br />

di prezzo diversificate che prevedano anche la vendita di biglietti<br />

integrati tra i musei statali e non statali, così come la<br />

creazione di una piattaforma digitale per l’acquisto di biglietti<br />

online. In generale, l’aumento della bigliettazione integrata<br />

potrà accrescere il marketing della rete museale molisana.<br />

Sono possibili varie forme, tra cui quelle:<br />

• su base tematica (es.: per le aree e musei archeologici, per<br />

i musei di arti e tradizioni popolari, etc.); per i musei a<br />

ingresso gratuito, la quota di bigliettazione includerebbe il<br />

costo della visita guidata;<br />

• su base geografica (anche in abbinamento ai piani strategici<br />

di sviluppo territoriale già in atto).<br />

Fondamentale diventa anche lo sviluppo, nei vari luoghi della<br />

cultura, della tecnologia digitale e assistiva, nel più ampio<br />

senso, così da diversificare e attrarre un pubblico più giovane,<br />

nonché la condivisione di competenze e risorse, favorendo<br />

una visione integrata dell’offerta culturale. Le possibilità<br />

sono molte. Uno strumento efficace appare l’incentivazione<br />

di storytelling digitali e dirette streaming, soprattutto per i<br />

musei più difficili da raggiungere. Questo potrebbe stimolare<br />

il visitatore a recarvisi fisicamente in seguito, trasformandosi<br />

da visitatore virtuale in visitatore effettivo.<br />

Inoltre, la stipula di convenzioni tra i luoghi della cultura,<br />

da un lato, e le pro loco, le associazioni culturali, le guide<br />

turistiche e le società di trasporto privato locale, dall’altro,<br />

faciliterebbe la mobilità e la permanenza del turista all’interno<br />

della regione. Per il grave problema dei trasporti, dove la<br />

quantità di risorse da investire ha sicuramente dimensioni notevoli,<br />

un primo contributo può venire dalla stipula di accordi<br />

con società private ed enti territoriali per offrire servizi di<br />

trasporto su richiesta a prezzi convenzionati, da compensare<br />

con incentivi pubblici, sponsorizzazioni, defiscalizzazioni.<br />

Considerata la scarsa presenza di strutture ricettive, occorrerebbe<br />

incentivare i privati ad affittare le loro case non utilizzate<br />

o utilizzate per periodi limitati. Tipicamente, una terra<br />

di emigrati come il Molise vede i suoi centri urbani minori<br />

riaffollarsi durante il mese di agosto, ma molte case restano<br />

vuote per il resto dell’anno. Questo potrebbe essere uno dei<br />

punti per avviare il recupero di molti centri pressoché disa-<br />

Fig. 3 - Museo internazionale della zampogna Pasquale Vecchione, Scapoli.


Fig. 4 - Museo Internazionale della Zampogna Pasquale Vecchione, Scapoli.<br />

bitati, così come sta avvenendo in altre regioni. Un'altra opportunità<br />

sarebbe la realizzazione di alberghi diffusi, la nota<br />

formula che vede la costituzione di un'impresa alberghiera<br />

con le camere non in un unico stabile, bensì diffuse in vari<br />

edifici, nello stesso centro o anche in centri abitati contigui,<br />

con gestione unitaria e in grado di fornire servizi adatti a tutti<br />

gli ospiti, mantenendo al contempo le caratteristiche di accoglienza<br />

tipiche di una casa. L’Associazione Nazionale Alberghi<br />

Diffusi può costituire un partner per uno studio di fattibilità.<br />

Una prima esperienza in tal senso si è già svolta a Castel del<br />

Giudice in provincia di Isernia.<br />

Un marketing culturale efficace non può, comunque, prescindere<br />

dall’inglobare nelle sue offerte anche quegli aspetti, già<br />

accennati, legati alla dimensione etnoantropologica. Essi devono<br />

affiancarsi all’offerta connessa al patrimonio culturale<br />

materiale. Entrambi caratterizzano i territori, entrambi contribuiscono<br />

a determinare l’aspetto dei paesaggi e le forme<br />

della vita quotidiana: scinderli andrebbe a scapito della loro<br />

messa a profitto, come invece accade allo stato attuale, nella<br />

maggior parte dei casi. Questo indotto culturale si traduce in<br />

un indotto economico, perché le forme culturali ereditate dal<br />

passato sono le basi per un futuro realmente sostenibile. È<br />

questa la grande valenza dei beni culturali, materiali e immateriali:<br />

essere testimonianza viva e utilizzabile per dare basi<br />

solide alla progettazione del domani. Non ha senso, dunque,<br />

separare gli uni (i beni materiali) dagli altri (il patrimonio immateriale),<br />

in quanto è attraverso la presa in considerazione<br />

Fig. 5 - Museo Storico della Campana Giovanni Paolo II, Agnone<br />

del loro intero che i programmi, anche di sviluppo economico,<br />

trovano la loro piena efficacia.<br />

Può essere usato come esempio il Museo dei Ferri Taglienti<br />

(forbici e coltelli) di Frosolone (foto 1 e 2), testimonianza<br />

materiale di un artigianato tipico che da secoli si tramanda<br />

attraverso le generazioni, al quale si accompagnano la Mostra<br />

Mercato Nazionale, che espone forbici e coltelli della produzione<br />

artigianale proprio nei locali occupati un tempo dalle<br />

botteghe artigiane, e la Festa della Forgiatura grazie alla quale<br />

rivive nelle piazze l'antica lavorazione.<br />

Analogo è il caso di Scapoli, dove sono presenti il Museo Internazionale<br />

della Zampogna Pasquale Vecchione e l’Associazione<br />

Culturale Circolo della Zampogna (foto 3 e 4). Ad<br />

essi si accompagnano, annualmente, una Mostra Mercato e un<br />

Festival. Inizialmente si trattava solo di una mostra-mercato,<br />

per garantire la sopravvivenza e la trasmissione alle generazioni<br />

future della zampogna e della sua tradizione. Successivamente,<br />

alla mostra fu affiancato il festival internazionale,<br />

un evento che appassiona suonatori e costruttori di zampogne<br />

di tutto il mondo, accrescendo il loro senso di identità<br />

e rafforzando la consapevolezza di essere i custodi di un sapere<br />

ancestrale. Moltissimi altri esempi di attività artigianali<br />

potrebbero essere menzionati, come la Pontificia Fonderia<br />

di campane ad Agnone di cui fa parte il Museo Storico della<br />

Campana Giovanni Paolo II (foto 5 e 6), o il Museo dei Costumi<br />

molisani a Isernia, città che reclama l’ideazione della lavorazione<br />

al tombolo nel monastero di Santa Maria delle Monache<br />

(peraltro oggi utilizzato come sede museale).<br />

Il settore eno-gastronomico, come ovunque in Italia, ha enormi<br />

potenzialità e riflette un’eredità anch’essa di matrice culturale.<br />

Il Molise, infatti, esprime l’identità di un territorio<br />

segnato dalla transumanza e legato alla cucina povera e genuina<br />

di pastori e contadini. C’è un ricorrente connotato di<br />

tradizionalità che manifesta nel presente modi e forme provenienti<br />

da un passato anche molto lontano, accompagnato<br />

da espressioni che spaziano dalla sfera rituale, apotropaica, a<br />

quella dei rapporti comunitari. Numerose sono le occasioni in<br />

cui si unisce alle manifestazioni della produzione artigianale.<br />

Un altro punto particolarmente efficace del marketing culturale<br />

è la promozione di forme di partecipazione attiva e<br />

il coinvolgimento delle comunità in sede di progettazione.<br />

È una condizione molto importante, tanto più per un’azione<br />

promossa da un’amministrazione pubblica. Partecipazione<br />

nel processo decisionale, nella fase progettuale, quindi, ma<br />

anche partecipazione attraverso azioni concrete che mirino<br />

alla sfera affettivo-emotiva dei destinatari del marketing.<br />

Coinvolgere, dare concrete e fruttifere possibilità di agire, di<br />

sviluppare un percorso di lavoro, di lasciare tracce culturali<br />

personali, rappresenta sicuramente uno stimolo potente per<br />

la riuscita di un marketing culturale. Un mezzo facilmente<br />

accessibile è quello della fotografia. La fotografia è anche<br />

cronaca, narrazione, racconto, testimonianza.<br />

Prevedere che i fruitori del patrimonio culturale molisano<br />

uniscano alla conoscenza di questo alcune pratiche fotografiche<br />

attive è un’idea che può dare ottimi risultati.<br />

È fondamentale dunque identificare e attuare azioni e progetti<br />

per la valorizzazione del patrimonio fotografico. Bisogna<br />

attivare politiche per la costituzione, la conservazione<br />

e la valorizzazione del patrimonio fotografico esistente (foto<br />

d’archivio) ma anche favorire lo sviluppo della fotografia e<br />

la creazione artistica contemporanea che documenti l’evoluzione<br />

del paesaggio e della società, agevoli il meccanismo<br />

identità-senso di appartenenza e metta in moto meccanismi<br />

di sviluppo territoriale e di crescita economica.<br />

Il Molise è già testimone di un fenomeno che, affermato a<br />

livello mondiale, ha qui trovato espressioni sia in linea con<br />

i trend globali sia di rivisitazione delle tradizioni: la pittura<br />

murale in esterni.<br />

20 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali 21<br />

Dai murales internazionali di Campobasso, con una qualità<br />

assoluta anche sorprendente per un centro così interno e<br />

purtroppo lontano dai circuiti dell’arte ufficiale, a quelli che<br />

reinterpretano intelligentemente i valori della civiltà tradizionale<br />

a Casalciprano (foto 7), abbinati al locale Museo a<br />

cielo aperto della Memoria Contadina, la strada risulta già<br />

efficacemente segnata.<br />

CONCLUSIONI<br />

L’analisi condotta fino ad ora ha evidenziato la complessità e<br />

la quantità dei fattori che devono essere considerati quando<br />

si riflette su una proposta di marketing culturale che presenterà,<br />

necessariamente, anche le caratteristiche proprie di<br />

un’offerta di marketing territoriale.<br />

Il marketing, abbiamo visto, non si limita a svolgere un’attività<br />

di mera promozione e comunicazione. Il marketing<br />

comprende sicuramente la promozione dei servizi e la cura<br />

dell’immagine del territorio, ma è, nello specifico, il processo<br />

attraverso cui si soddisfano i bisogni delle persone e dunque<br />

del territorio. I nostri luoghi della cultura devono partire dalla<br />

conoscenza dei bisogni del pubblico su cui si concentra la<br />

loro azione, al fine di creare un’offerta culturale che attragga<br />

nuovi pubblici, che porti il visitatore a conoscere gradualmente<br />

il patrimonio culturale presente sul territorio e generi l’effetto<br />

dipendenza culturale o cultural addiction (cit. Trimarchi<br />

M, L’evoluzione del prodotto culturale, febbraio 2006). La<br />

diffusione della cultura genera conoscenza tra i residenti e i<br />

turisti esterni al territorio con importanti effetti di tipo educativo<br />

e sociale. L’offerta culturale dovrà prevedere il riallestimento,<br />

a cadenza regolare, delle collezioni museali (anche<br />

con l’ausilio di supporti tecnologici) e un rafforzamento dei<br />

servizi collegati (l’esperienza culturale inizia nel momento in<br />

cui il consumatore lascia la propria abitazione, si reca al museo<br />

e continua anche al ritorno a casa: il customer journey).<br />

È quindi importante incentivare il consumatore nell’acquisto<br />

del biglietto anche con servizi di acquisto online, così come è<br />

fondamentale investire sulle infrastrutture e realizzare sinergie<br />

con il trasporto locale per agevolare il raggiungimento dei<br />

luoghi della cultura situati in località di montagna con strade<br />

poco agevoli. È importante che le istituzioni culturali lavorino<br />

su un’offerta di marketing ben strutturata, così da contribuire<br />

alla creazione sia di valore sociale che economico, favorendo<br />

lo sviluppo e migliorando la qualità della vita e l’attrattività<br />

del territorio, due elementi indispensabili per valutare<br />

il successo di un’offerta di marketing culturale e territoriale.<br />

Bisogna agire per migliorare la vita dei residenti, attrarne di<br />

nuovi, attrarre investitori (nuove imprese e start-up culturali,<br />

ad esempio, che si vanno ad insediare in quel territorio, creando<br />

nuovi insediamenti produttivi, da cui conseguono nuovi<br />

posti di lavoro e maggiori benefici per la collettività) e turisti,<br />

italiani e stranieri, portatori di ricchezza.<br />

Sarà quindi importante investire sulla creazione di alberghi<br />

diffusi e recuperare strutture, anche private, presenti nelle<br />

aree interne che possiedono un patrimonio paesaggistico e<br />

bellezze naturali eccezionali ma, allo stesso tempo, prive di<br />

strutture sufficienti o idonee ad ospitare potenziali visitatori.<br />

Lo scopo è quello di rifuggire da un turismo mordi e fuggi e<br />

creare un maggiore indotto sul territorio (i turisti pagheranno<br />

il biglietto di ingresso al museo o all’area archeologica, ma<br />

porteranno ricchezza anche ai negozianti, agli albergatori, ai<br />

ristoratori).<br />

L’offerta culturale dei nostri luoghi della cultura dovrà inoltre<br />

dialogare con i vari stakeholder (le altre istituzioni pubbliche,<br />

ma anche le associazioni culturali e i soggetti privati) e valorizzare<br />

le specificità territoriali fatte anche di eventi, festival<br />

e tradizioni. È quindi evidente come la predisposizione di una<br />

efficace proposta di offerta rientrante nell’ambito del marketing<br />

culturale non potrà prescindere dallo studio e dalla<br />

Fig.6 - Museo Storico della Campana Giovanni Paolo II.<br />

Fig. 7 - Murales, Museo della Memoria Contadina, Casalciprano<br />

conoscenza del territorio in cui il luogo della cultura si trova.<br />

L’istituzione dovrà uscire dai confini prettamente museali,<br />

affacciarsi sul territorio e studiare tutti gli elementi che lo<br />

caratterizzano per diffondere la conoscenza della collezione<br />

museale ma anche del territorio in cui si colloca, generare<br />

senso di appartenenza e di identità, accrescere la reputazione<br />

del luogo, attrarre talenti, imprese, nuovo pubblico e<br />

nuovi turisti, e contribuire così allo sviluppo del territorio,<br />

alla sua crescita economica e alla sua trasformazione in una<br />

realtà di eccellenza.<br />

Abstract<br />

This document is divided into four sections. The first section, the introduction,<br />

analyses the transformations that the cultural sector has been undergoing<br />

in recent years and the new interest towards forms of slow tourism, traditions<br />

and little medieval villages. The second section describes the territory<br />

and its criticalities. The third section shows the strategy and the proposed<br />

actions to increase the flow of tourists and the economic growth of Molise.<br />

The fourth section is dedicated to the conclusions and summarizes the main<br />

points of the topics covered.<br />

Parole Chiave<br />

Musei; patrimonio immateriale; beni culturali; digitale<br />

Autore<br />

Lia Montereale<br />

lia.montereale@beniculturali.it<br />

funzionario per la promozione e comunicazione<br />

presso il Segretariato Regionale Mibact per il Molise.


ARCHEOLOGIA FORENSE<br />

L'Archeologia Forense e CSI<br />

L’importanza dell’archeologia forense sulla scena<br />

del crimine: dalla macro- alla micro-scala<br />

di Pier Matteo Barone<br />

Fig. 1 - Un esempio di applicazione forense dell'NDVI su un'immagine satellitare in cui è chiara la presenza di una superficie 'disturbata' (cerchio<br />

rosso) corrispondente ad un possibile occultamento di cadavere.<br />

La sepoltura di oggetti (resti umani, esplosivi, armi,<br />

droghe, ecc.) può essere associata a gravi crimini e<br />

può richiedere una ricerca accurata in luoghi impervi.<br />

Tali scenari di ricerca forense sono abbastanza comuni. La<br />

maggior parte delle scoperte documentate sono accidentali<br />

o derivano da testimonianze di sospetti/testimoni. La<br />

difficoltà di localizzare tali target sepolti significa che un<br />

approccio randomico o basato sul caso non è prudente.<br />

Un’indagine archeologica preliminare per focalizzare la ricerca<br />

di una scena del crimine è fondamentale. Le forze<br />

dell’ordine internazionali adottano procedure che partono<br />

da uno studio macroscopico (ad esempio, il telerilevamento)<br />

dell’area di interesse per arrivare ad analisi microscopiche<br />

(ad esempio, test di laboratorio) delle prove sulla<br />

scena del crimine attraverso diverse fasi, come la geofisica,<br />

l’archeologia e la tafonomia.<br />

LA SCENA DEL CRIMINE ALLA MACROSCALA<br />

Il telerilevamento (RS) è lo strumento preliminare utilizzato<br />

per definire meglio un’area della scena del crimine,<br />

partendo da un’analisi a macroscala. Questo metodo è importante<br />

non solo perché non è invasivo ma anche perché<br />

diventa possibile scegliere diverse opzioni di RS a seconda<br />

del particolare caso forense.<br />

I metodi di telerilevamento si basano su misurazioni indirette<br />

della superficie e del sottosuolo di un territorio. Queste<br />

misure vengono interpretate per identificare e caratterizzare<br />

i contrasti dovuti alle differenze nelle proprietà<br />

fisiche e/o naturali dei materiali studiati. I recenti sviluppi<br />

nelle apparecchiature di telerilevamento e nelle tecnologie<br />

informatiche hanno migliorato le possibilità di applicazione<br />

di successo di queste metodologie, in particolare<br />

per applicazioni inerenti alla ricerca di persone scomparse<br />

come visto nel precedente articolo di questa rubrica.<br />

L’uso della scienza RS e la sua applicazione attraverso le<br />

immagini satellitari ed aeree potrebbero sembrare semplici<br />

per qualcuno utilizzando database commerciali online<br />

di immagini per ottenere prove a sostegno di casi forensi,<br />

ma non lo è. Trovare le immagini giuste significa setacciare<br />

enormi database di dati satellitari storici e le cause legali<br />

che coinvolgono tali approcci spesso falliscono per mancanza<br />

di professionalità.<br />

Sia le immagini satellitari che quelle aeree possono fornire<br />

ampie informazioni su ciò che può essere sepolto nel<br />

terreno. All’inizio, le caratteristiche non visibili sul terreno<br />

sono spesso rivelate in altitudine sia autopticamente<br />

che utilizzando determinati sensori. Per esempio, le sottili<br />

aree depresse delle fosse clandestine possono essere espo-<br />

22 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali 23<br />

ste nelle fotografie aeree al mattino presto o nel tardo<br />

pomeriggio, quando le ombre sono più lunghe.<br />

Inoltre, i cosiddetti cropmarks si presentano come crescita<br />

differenziale nelle colture causata dalla presenza<br />

di differenti caratteristiche sub-superficiali. A volte, tali<br />

caratteristiche sono così chiare che possono essere osservate<br />

nella banda visibile ad occhio umano. In altri casi,<br />

l’uso di bande “invisibili” permette di produrre o immagini<br />

all’infrarosso o valori come l’NDVI (Normalised Difference<br />

Vegetation Index) che evidenziano specifici target forensi<br />

(Fig. 01).<br />

Oggigiorno, tecnologicamente all’avanguardia sono i veicoli<br />

aerei senza equipaggio (UAV), o “droni”, sempre più<br />

utilizzati per acquisire queste tipologie di immagini. Piccoli<br />

UAV portatili, con le appropriate autorizzazioni per lo<br />

spazio aereo quando necessario e con determinati sensori,<br />

possono sorvolare scene del crimine all’aperto e anche al<br />

chiuso per acquisire video e fotografie. Questa prospettiva<br />

aggiuntiva migliora nuovamente la documentazione e l’interpretazione<br />

di ogni scena.<br />

Anche il LiDAR (Light Detection and Ranging) è una tecnologia<br />

basata sul telerilevamento aereo. Misura la distanza<br />

illuminando un obiettivo con un laser e analizzando la luce<br />

riflessa. Il vantaggio principale dell’applicazione LiDAR a<br />

una scena del crimine è la capacità di ottenere una misurazione<br />

in scala reale e senza contatto diretto. Il LiDAR ha<br />

molte applicazioni nel campo delle indagini forensi, tra cui<br />

l’aiuto nella pianificazione delle campagne sul campo, la<br />

mappatura della superficie del suolo al di sotto di boschi<br />

o foreste e la fornitura di una panoramica delle caratteristiche<br />

del terreno che possono essere indistinguibili da<br />

terra. Sono state proposte, inoltre, alcune applicazioni<br />

delle tecnologie laser 3D alle scienze forensi. È possibile<br />

creare una scena del crimine virtuale per la ricostruzione<br />

e documentazione forense basata sulle tecnologie laser 3D<br />

in cui la componente verticale è determinata con maggiore<br />

precisione rispetto ai metodi convenzionali. Tali modelli<br />

3D forniscono anche la possibilità di ricostruire elementi<br />

mancanti da prove parziali.<br />

LA SCENA DEL CRIMINE A MEDIA SCALA<br />

Tra i metodi RS, la geofisica forense svolge un ruolo fondamentale<br />

di raccordo tra le analisi a macroscala e microscala.<br />

Essa comporta lo studio, la ricerca, la localizzazione e<br />

la mappatura di oggetti o elementi sepolti sotto il suolo o<br />

l’acqua utilizzando strumenti di geofisica per scopi forensi.<br />

Varie tecniche geofisiche possono essere utilizzate per<br />

indagini forensi in cui i target sono sepolti e hanno dimensioni<br />

diverse (da armi e fusti metallici a sepolture umane e<br />

bunker). I metodi geofisici hanno il potenziale per aiutare<br />

nella ricerca e nel recupero di questi target forensi perché<br />

possono esaminare rapidamente e in modo non distruttivo<br />

grandi aree dove un sospetto, una sepoltura illegale o<br />

qualche altro obiettivo forense è nascosto nel sottosuolo.<br />

Quando c’è un contrasto di proprietà fisiche tra un target e<br />

il materiale in cui è sepolto nel sottosuolo, è possibile individuare<br />

e definire con precisione il luogo di occultamento<br />

dell’oggetto cercato.<br />

Il Ground Penetrating Radar (GPR o georadar) è uno degli<br />

strumenti geofisici più utili per indagare target sia sepolti<br />

sia obliterati dietro una muratura. Un’unità GPR produce<br />

essenzialmente un’onda elettromagnetica ad una determinata<br />

frequenza che viaggia attraverso il terreno ad una<br />

velocità controllata dalle proprietà elettromagnetiche del<br />

materiale indagato. Le differenze nella permittività relativa<br />

(costante dielettrica) o nella conducibilità elettrica<br />

risultanti dai cambiamenti nel tipo di suolo o nella presenza<br />

di acqua fanno sì che le onde vengano riflesse. I segnali<br />

riflessi dalle interfacce naturali del sottosuolo e da oggetti<br />

sepolti/nascosti sono ricevuti dal georadar, fornendo risultati<br />

in tempo reale.<br />

I vantaggi del georadar per le indagini forensi sono oltre<br />

alla portabilità dello strumento, anche e soprattutto la facile<br />

localizzazione e mappatura degli obiettivi sepolti in<br />

tempo reale, anche se è fondamentale che chi lo utilizza<br />

conosca i principi e le procedure adeguate per ottenere i<br />

migliori risultati.<br />

In seguito, gli ultimi due strumenti che possono essere<br />

annoverati tra quelli non invasivi che permettono la col-<br />

Fig. 2 - Lo scavo archeologico forense: a) Un radargramma indicante la presenza di un occultamento di cadavere; b) La sua ricostruzione 3D; c) Il suo diagramma<br />

di Harris; d) i possibili scenari che un archeologo forense può identificare come sepolture clandestine.


lezione di informazioni a media scala sono il K9 ed il fieldwalking.<br />

I cani, comunemente conosciuti come K9 dai professionisti<br />

delle forze dell’ordine a causa dell’omofonia con la parola<br />

“canino”, hanno giocato un ruolo importante nelle indagini<br />

legali per decenni grazie al loro acuto senso dell’olfatto. Il<br />

naso di un essere umano medio ha all’incirca cinque milioni<br />

di cellule sensibili, che sembra essere un gran numero<br />

fino a quando non si confronta con i 200 milioni di cellule<br />

del naso di un cane medio. I “cani da cadavere” sono<br />

appositamente addestrati a seguire l’odore della carne in<br />

decomposizione per localizzare i corpi di esseri umani deceduti.<br />

Che un cadavere sia in superficie, sepolto sottoterra<br />

o addirittura sott’acqua, il naso di un cane è abbastanza<br />

potente da captare l’odore e risalire alla sua fonte.<br />

Insieme ai cani, come accennato in precedenza, anche il<br />

field-walking è fondamentale per restringere l’area indagata.<br />

Il field-walking o indagine pedonale è una tecnica<br />

adottata nel contesto forense dall’archeologia e ancor prima<br />

dai militari. Fondamentalmente, una squadra di investigatori<br />

cammina attraverso i campi aperti della loro area<br />

di studio registrando tutte le prove superficiali incontrate.<br />

Tuttavia, ci sono alcune variabili importanti in questo metodo.<br />

La prima riguarda il dettaglio con cui viene documentata<br />

la mappatura di superficie; più intensa è, meno<br />

terreno viene coperto. Un’indagine intensiva studia, quindi,<br />

un’area relativamente piccola in modo molto dettagliato,<br />

mentre un’indagine estensiva copre un’area enorme,<br />

usando metodi molto meno meticolosi.<br />

LA SCENA DEL CRIMINE ALLA MICROSCALA<br />

Arrivati a questo livello di indagine della scena del crimine,<br />

individuata una zona minima di interesse dove focalizzarsi,<br />

il primo coinvolgimento di un archeologo forense è<br />

quello di aiutare la polizia a scavare in maniera scientifica<br />

un corpo e/o gli oggetti personali di una o più vittime. A<br />

livello di microscala, infatti, l’archeologo forense inizia a<br />

scavare usando gli strumenti e le competenze necessarie<br />

per uno scavo stratigrafico. Lo scavo deve essere condotto<br />

meticolosamente e non arbitrariamente (cioè, arrivando<br />

direttamente all’obiettivo sepolto usando bulldozer o<br />

attrezzature simili) utilizzando gli strumenti appropriati.<br />

L’archeologo deve registrare e conservare tutto ciò che<br />

viene trovato in ogni fase e profondità (per esempio, fibre<br />

artificiali, capelli, vestiti o DNA) perché può essere una<br />

prova vitale. Bisogna ricordare come l’archeologo forense<br />

sia coinvolto non solo nello scavo di cadaveri od oggetti<br />

occultati, ma anche di fosse comuni create durante crimini<br />

di guerra o a seguito di esplosioni, incidenti aerei e<br />

atti di terrorismo (si pensi per esempio al crollo delle Torri<br />

Gemelle a New York dove gli archeologi forensi sono stati<br />

fondamentali).<br />

Lo scavo stratigrafico (o meglio micro-stratigrafico, in<br />

quanto, in ambito forense, si parla di micro-strati per via<br />

del loro breve tempo di formazione) e l’esame di ogni prova<br />

trovata nel terreno rimosso è un esempio di cronologia<br />

relativa, dove, per esempio, un elemento sepolto con una<br />

data (per esempio, una bottiglia di latte o una ricevuta)<br />

sopra o sotto il target forense può fornire informazioni sul<br />

tempo della sepoltura. Inoltre, le prove degli archeologi<br />

forensi riguardanti il modo in cui i materiali si degradano<br />

o si decompongono nel tempo e in condizioni specifiche<br />

possono essere importanti perché possono aiutare a determinare,<br />

ad esempio, da quanto tempo un corpo è stato<br />

sepolto dallo stato dei vestiti o del terreno circostante o<br />

da quanto tempo eventuali oggetti sono stati sepolti.<br />

Ed è qui che è fondamentale la tafonomia. La tafonomia<br />

deriva dalla parola greca taphos (τάφος) che significa tomba,<br />

ma è stata più comunemente accettata come lo studio<br />

di un organismo dal momento della sua morte al punto della<br />

sua scoperta. Un'area di ricerca sfaccettata che incorpora<br />

la decomposizione, la sepoltura, i trasporti e i fattori<br />

chimici, fisici e biologici che la accompagnano, valutando<br />

tutti i processi peri- e post-mortem, compresi il recupero,<br />

la conservazione e le fasi di analisi. Esaminando tutti gli<br />

aspetti di queste fasi, si può ottenere una migliore comprensione<br />

della portata dell’analisi tafonomica in ambito<br />

forense (Fig. 2).<br />

CONSIDERAZIONI FINALI<br />

È sempre auspicabile che si verifichino strette collaborazioni<br />

interdisciplinari sulla scena del crimine tra le diverse<br />

discipline forensi. Per questo motivo, se l'analisi archeologica<br />

di una scena del crimine richiede un esame più specializzato,<br />

vale la pena comunicare con gli esperti delle<br />

altre geoscienze forensi durante tali procedure. Alcune<br />

delle più rilevanti sono geologia, antropologia, entomologia,<br />

botanica, biologia, chimica e genetica. Per fare questo<br />

è necessario che l’archeologo forense agisca seguendo<br />

determinate regole.<br />

Come illustrato nella figura 3, un’analisi della scena del<br />

crimine da parte di un archeologo forense può diventare<br />

un collo di bottiglia in cui è facile perdere informazioni<br />

o può essere una risorsa fondamentale<br />

utilizzata per risolvere un caso. Le informazioni<br />

prima/durante/dopo lo scavo devono essere documentate<br />

correttamente per evitare la perdita<br />

graduale di informazioni, in parte naturale e in<br />

parte artificiale. Tuttavia, se l’esperto coinvolto<br />

non rielabora correttamente tali informazioni,<br />

una mente interpretativa non sarà sufficiente per<br />

risolvere il caso. Quest’ultimo aspetto non è da<br />

sottovalutare in quanto non di rado gli archeologi<br />

forensi possono dover testimoniare in tribunale<br />

come esperti e devono essere in grado di comunicare<br />

questioni complesse ad un pubblico che ignora<br />

i rudimenti di questa poliedrica, variegata e<br />

complessa metodica.<br />

Fig. 3 - Schema di analisi della scena del crimine in archeologia forense.<br />

24 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali 25<br />

Bibliografia<br />

Barone, P.M. Understanding Buried Anomalies: A Practical Guide<br />

to GPR; LAP LAMBERT Academic Publishing: Saarbrücken, Germany,<br />

2016; ISBN 978-3-659-93579-4.<br />

Barone, P.M. Contestualizzare l’Archeologia Forense;<br />

<strong>Archeomatica</strong> - Tecnologie per i Beni Culturali, Anno XII - Numero<br />

2 Giugno 2020<br />

Barone, P.M. L’Archeologia Forense e la Ricerca di Persone<br />

Scomparse; <strong>Archeomatica</strong> - Tecnologie per i Beni Culturali, Anno<br />

XIII - Numero 1 Marzo <strong>2021</strong><br />

Barone, P.M.; Groen, W.J.M. Multidisciplinary Approaches to<br />

Forensic Archaeology: Topics discussed During the European<br />

Meetings on Forensic Archaeology (EMFA); Springer, 2018; ISBN<br />

978-3-319-94397-8.<br />

Di Maggio, R.M., Barone, P.M. (eds.) Geoscientists at Crime<br />

Scenes: A Companion to Forensic Geoscience; Soil Forensics;<br />

Springer International Publishing, 2017; ISBN 978-3-319-58047-<br />

0.<br />

Di Maggio R.M., Barone P.M., Dealing with different forensic<br />

targets: geoscientists at crime scenes, The Geological Society<br />

(GSL) Special Publications, 2018a.<br />

Di Maggio R.M., Barone P.M., Geoforensics in Italy: Education<br />

and Research Standards, The Geological Society (GSL) Special<br />

Publications, 2018b.<br />

Morgan, R.M., Bull, P.A., Forensic geoscience and crime detection,<br />

Minerva Med. Leg., 127, 2007, pp. 73-89.<br />

Ruffell, A., McKinley, J., Geoforensic, Wiley, 2008, 978-0-470-<br />

05735-3<br />

Schotsmans, E.M.J., Márquez-Grant, N., Forbes, S., Taphonomy<br />

of Human Remains: Forensic Analysis of the Dead and the Depositional<br />

Environment, John Wiley & Sons, 2017.<br />

Abstract<br />

International law enforcement agencies adopt a standard procedure to analyse a crime scene,<br />

beginning with a landscape macroscopic study (e.g., remote sensing) till a microscopic evidence<br />

analysis (e.g., archaeological stratigraphy) following intermediate steps such as geophysics, fieldwalking,<br />

and taphonomy.<br />

Parole chiave<br />

Archeologia forense; CSI; Telerilevamento; Geofisica; Field-walking;<br />

Cani da cadavere; Scavo stratigrafico; Tafonomia<br />

Autore<br />

Pier Matteo Barone<br />

p.barone@aur.edu<br />

Archaeology and Classics Program, The American University of Rome, Via P. Roselli,<br />

4 – 00153 Roma, Italia<br />

Geoscienze Forensi Italia -Forensic Geoscience, Italy, Rome, Italy<br />

ORCID: 0000-0002-8232-4935<br />

Sottocontrollo<br />

tel. +39 02 4830.2175<br />

info@codevintec.it<br />

www.codevintec.it<br />

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Indagini archeologiche<br />

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permette di esporre tali informazioni tramite i diversi<br />

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servizi dedicati agli Enti locali per gli aspetti di pianificazione<br />

e di verifica tributaria.<br />

Le funzionalità di editing cartografico web, sia diretto,<br />

sia basato su relazioni 1:N, nonché la possibilità di definire<br />

vincoli geografici ed alfanumerici (differenziati per<br />

utente) su aspetti di visualizzazione ed editing, hanno<br />

permesso di utilizzare la suite per la predisposizione di<br />

gestionali cartografici tra i quali si ricorda:<br />

• la gestione (stato di conservazione ed analisi della<br />

criticità) delle infrastrutture e della viabilità di competenza;<br />

• il progetto Biovie, per consentire agli Enti Locali di<br />

inserire autonomamente le loro proposte di percorsi<br />

ciclabili per la redazione del Piano Urbano della Mobilità<br />

Sostenibile;<br />

• la gestione degli Impianti di Depurazione Urbana<br />

Tra gli sviluppi futuri, oltre all’implementazione delle<br />

funzionalità di editing web che permettano di creare gestionali<br />

cartografici avanzati, è in fase di predisposizione<br />

la pubblicazione dei metadati (secondo le specifiche<br />

RNDT ed INSPIRE) tramite protocollo WCS e le funzionalità<br />

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ARCHEO-GEOFISICA: IL FUTURO VEDE IL PASSATO<br />

Diversi strumenti presi dalla geofisica applicata vengono<br />

sfruttati appieno e con grande interesse dagli archeologi.<br />

I più innovativi non si lasciano scappare la strumentazione<br />

più performante. L’Università di Ferrara – con il prof.<br />

Enzo Rizzo e la prof.ssa Rachele Dubbini – in collaborazione<br />

con il dott. Luigi Capozzoli del CNR IMAA stanno<br />

studiando un sito a Bocca delle Menate (Comacchio) alla<br />

ricerca di aree di interesse archeologico.<br />

26 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali 27<br />

Pochi giorni fa si è svolta sul sito anche un'acquisizione<br />

dimostrativa con il 3D-Radar.<br />

Gli archeologi utilizzano diversi metodi geofisici: georadar,<br />

geoelettrica, magnetometria…<br />

Il georadar è la tecnologia geofisica più accurata e ad alta<br />

risoluzione. Funziona meglio in terreni sabbiosi, secchi,<br />

poco conduttivi. Individua vuoti, cavità, oggetti nascosti,<br />

determina le dimensioni dei target, e soprattutto la profondità<br />

alla quale si trovano. Anche su pareti e colonne.<br />

La geolettrica viene usata per mappare la profondità dei<br />

suoli e delle rocce. I georesistivimetri indagano molto più<br />

in profondità rispetto a un georadar, dando anche informazioni<br />

sulla tipologia geologica presente nel terreno.<br />

I magnetometri sono adatti a fare le mappature estensive<br />

e veloci di un’area. Gli archeologi li usano per ritrovare<br />

le attività o insediamenti umani: i vecchi forni, le cucine,<br />

i mattoni e tutti i materiali cotti ad alte temperature, i<br />

luoghi di stoccaggio e persino le vecchie trincee.<br />

Chi è Codevintec?<br />

Codevintec è un riferimento per strumenti ad alta tecnologia<br />

nelle Scienze della Terra e del Mare:<br />

• Geofisica terrestre e Studio del sottosuolo<br />

• Vulcanologia e Monitoraggio sismico<br />

• Geofisica Marina e Rappresentazione dei fondali e delle coste<br />

• 3D Imaging e Telerilevamento<br />

• Navigazione e posizionamento di precisione<br />

• Qualificato laboratorio di assistenza tecnica<br />

virtuale sono molteplici: mancanza di tempo per viaggiare<br />

o il desiderio di conoscere l'esposizione del museo<br />

prima di visitarlo. Inoltre, alcuni musei possono essere<br />

situati in luoghi remoti o difficili da raggiungere; in tali<br />

casi, una visita virtuale diventa un mezzo alternativo per<br />

studiarne i contenuti e ammirarne le opere d’arte.<br />

A differenza di quello fisico, lo spazio virtuale consente<br />

di esporre un numero maggiore di mostre, il che lo rende<br />

appetibili quei musei con spazi espositivi limitati.<br />

Lo strumento che propone MicroGeo come soluzione di<br />

rilievo nell’ambito dei Beni Culturali e Archeologici è lo<br />

scanner 3D Spectrum della Società RangeVision.<br />

RangeVision Spectrum è uno scanner 3D ad alta risoluzione<br />

a luce strutturata che combina le capacità tecniche<br />

degli scanner 3D professionali e la semplicità di una soluzione<br />

desktop. Spectrum ha 3 aree di scansione ed è dotato<br />

di telecamere industriali a colori da 3.1 Mpix. Questo<br />

scanner 3D è progettato specificamente per rilevare<br />

geometrie complesse e i più piccoli dettagli di oggetti di<br />

piccole, medie e grandi dimensioni, con una risoluzione<br />

e una precisione molto elevate.<br />

RangeVision Spectrum è dotato di uno speciale design<br />

per l'elaborazione rapida dei risultati di scansione tramite<br />

software. Il programma è sempre incluso nel costo<br />

dell'attrezzatura e consente di ottenere un modello 3D<br />

di alta qualità esportabile in tutti i programmi CAD/CAM<br />

e in ambienti di modellazione virtuale 3D (Solidworks,<br />

Autocad, 3Ds Max, Maya, Rhinoceros e non solo).<br />

Lo scanner RangeVision Spectrum è stato utilizzato per la<br />

scansione 3D di molti reperti storici di materiale vario,<br />

quali legno, ferro e ceramica. Alcuni di questi elementi<br />

presentano ornamenti floreali e iscrizioni finissimi e<br />

dettagliati che sono stati scansionati efficacemente dallo<br />

Spectrum, con lo scopo di generare successivamente<br />

contenuti multimediali per i tour virtuali e per realizzare<br />

stampe 3D utili a scopi commerciali o di divulgazione<br />

culturale.<br />

Vuoi provare lo scanner RangeVision Spectrum? MicroGeo<br />

propone anche demo online: prenota la tua dimostrazione<br />

scrivendo a info@microgeo.it - www.microgeo.it<br />

Per ulteriori informazioni:<br />

www.codevintec.it info@codevintec.it<br />

MICROGEO PRESENTA RANGEVISION SPECTRUM 3D<br />

PER I BENI CULTURALI E ARCHEOLOGICI<br />

Le tecnologie di scansione 3D, infatti, vengono utilizzate<br />

già da molto tempo nello studio dei manufatti storici.<br />

Una delle aree di utilizzo principali è la creazione di<br />

esposizioni virtuali. Alcuni musei del mondo offrono già<br />

tour virtuali, con l'aiuto dei quali gli utenti hanno la possibilità<br />

di conoscere la storia del paese o della regione.<br />

I motivi che spingono molti visitatori a scegliere un tour


AZIENDE E PRODOTTI<br />

La partnership di Topcon con CyArk rafforza l’impegno a<br />

favore della conservazione del patrimonio culturale.<br />

Topcon Positioning Group è lieta di annunciare la partnership<br />

con CyArk, un’importante organizzazione senza<br />

scopo di lucro impegnata nella conservazione dei siti del<br />

patrimonio culturale in tutto il mondo.<br />

Servendosi della tecnologia di documentazione digitale<br />

3D, CyArk si adopera affinché i siti di rilevanza culturale<br />

possano essere documentati in modo completo e accurato<br />

a beneficio delle generazioni presenti e future. Molte<br />

delle tecnologie necessarie a tale scopo provengono dal<br />

settore geospaziale, il che conferisce un valore significativo<br />

alla partnership con Topcon secondo John Ristevski,<br />

CEO di CyArk.<br />

“Abbiamo supportato la documentazione di oltre 200<br />

siti in tutto il mondo, dalla Città-moschea di Bagerhat in<br />

Bangladesh alle iconiche statue dell’Isola di Pasqua, ma<br />

l’esigenza di una documentazione ad alta precisione è in<br />

continua crescita e ci sono molti progetti entusiasmanti<br />

in cantiere”, ha dichiarato. “La misurazione e la documentazione<br />

ad alta precisione di questi siti di rilevanza<br />

culturale sono fondamentali per il processo decisionale,<br />

pertanto siamo entusiasti di collaborare con Topcon, leader<br />

del settore in questo ambito e non solo”.<br />

Il contributo di Topcon consiste nella fornitura di ricevitori<br />

GNSS, stazioni totali robotiche, controller da campo, software<br />

MAGNET e un abbonamento a Topnet Live, la rete di<br />

stazioni di riferimento GNSS in tempo reale dell’azienda.<br />

Secondo Ulrich Hermanski, vicepresidente esecutivo Geopositioning<br />

di Topcon Positioning Group, avendo lavorato a<br />

fianco di CyArk in passato è un piacere continuare a supportare<br />

l’organizzazione con queste modalità.<br />

“La nostra collaborazione con CyArk risale al 2015, quando<br />

abbiamo supportato l’azienda nella documentazione<br />

digitale della centrale elettrica di Sogi, uno dei siti storici<br />

industriali nazionali del Giappone”, ha dichiarato Hermanski.<br />

“Abbiamo subito riconosciuto e ammirato il ruolo<br />

cruciale dell’azienda nel garantire la conservazione in<br />

formato digitale dei siti di interesse culturale di tutti i<br />

tipi. La nostra esperienza nella fornitura di soluzioni di<br />

misurazione di precisione si sposa perfettamente con le<br />

sue esigenze presenti e future. Uno dei primi progetti in<br />

cui l’azienda prevede di utilizzare le nuove soluzioni è la<br />

mappatura del boschetto di sequoie nel Big Basin Redwood<br />

State Park, in California, un’area che ha subito gravi<br />

danni nei recenti incendi. Siamo lieti di dare il nostro<br />

contributo a questo importante sforzo”.<br />

La missione di CyArk di documentare, archiviare e condividere<br />

i siti del patrimonio culturale e paesistico più<br />

significativi del mondo nasce dal desiderio non solo di<br />

preservare questi luoghi in formato digitale, ma anche<br />

di fornire informazioni critiche per sostenere la conservazione<br />

fisica e il restauro dei siti nell’immediato. “Solo<br />

negli ultimi anni abbiamo assistito al danneggiamento<br />

o alla perdita di siti dal valore culturale inestimabile a<br />

causa di incendi dolosi, terrorismo o effetti del cambiamento<br />

climatico”, ha affermato Ristevski. “Sapere che<br />

gli sforzi profusi per un’accurata documentazione digitale<br />

possono svolgere un ruolo nella ricostruzione o nella<br />

riedificazione è un’opportunità enorme. Siamo davvero<br />

lieti che Topcon ci supporti nelle nostre attività”.<br />

Per ulteriori informazioni su CyArk, consultare la pagina<br />

http://cyark.org<br />

PRIME IMMAGINI DETTAGLIATE DAL<br />

SATELLITE PLÉIADES NEO 3<br />

Airbus ha rilasciato una prima raccolta<br />

di immagini a una risoluzione nativa<br />

di 30 cm dal satellite Pléiades Neo 3,<br />

lanciato di recente. Le acquisizioni di<br />

successo e la consegna di queste prime<br />

immagini sono l'inizio di una nuova<br />

era per le applicazioni geospaziali sia<br />

commerciali che governative che richiedono<br />

un alto livello di precisione<br />

e la capacità di vedere i dettagli più<br />

fini. Le immagini di Pléiades Neo 3, che<br />

coprono una varietà di località globali<br />

e presentano diversi angoli di acquisizione,<br />

forniscono un livello di dettaglio<br />

impressionante.<br />

Queste immagini già molto nitide sono<br />

state acquisite prima del completamento<br />

delle calibrazioni radiometriche<br />

e del sistema e la qualità continuerà<br />

a migliorare nei prossimi mesi. Le immagini<br />

di Pléiades Neo 3 dovrebbero<br />

diventare disponibili in commercio nel<br />

terzo trimestre del <strong>2021</strong>, una volta<br />

completate queste fasi di calibrazione.<br />

Con la piena capacità del satellite disponibile<br />

per uso commerciale, le immagini<br />

di Pléiades Neo 3 ad altissima<br />

risoluzione e geometricamente coerenti<br />

forniranno agli analisti un alto livello<br />

di dettaglio, inclusa una maggiore visibilità<br />

di piccoli oggetti, come veicoli e<br />

segnaletica orizzontale. Questo livello<br />

di rilevamento, riconoscimento e identificazione<br />

degli oggetti fornisce più<br />

verità di base per gli analisti di immagini<br />

e migliora l'affidabilità delle capacità<br />

di apprendimento automatico. La<br />

nuova costellazione fornirà anche una<br />

maggiore precisione di geolocalizzazione<br />

e informazioni sulla banda spettrale<br />

più profonde, consentendo di ricavare<br />

più informazioni per varie applicazioni.<br />

La costellazione delle Pléiades Neo<br />

sarà composta da quattro satelliti identici<br />

e molto agili, che offriranno compiti<br />

reattivi e rivisitazione intraday di<br />

qualsiasi punto della Terra. Completamente<br />

finanziato, progettato, prodotto,<br />

posseduto e gestito da Airbus, ogni<br />

satellite aggiungerà mezzo milione di<br />

km² al giorno a una risoluzione nativa<br />

di 30 cm.<br />

La prossima pietra miliare del programma<br />

Pléiades Neo è il lancio di Pléiades<br />

Neo 4, che è già sul sito di lancio a Kourou,<br />

nella Guyana francese. Il lancio è<br />

previsto nell'estate del <strong>2021</strong>, seguito<br />

dal lancio di Pléiades Neo 5 e 6, nel<br />

2022.<br />

28 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>


Ogni oggetto, ogni luogo, ogni gesto<br />

racconta l'emozione di una storia<br />

hubstract.org<br />

Hubstract - made for art è uno studio creativo: autori digitali, videomakers, designers e storytellers<br />

realizzano percorsi di visita, allestimenti, eventi e contenuti combinando le nuove tecnologie e i<br />

linguaggi digitali alle esperienze tradizionali.<br />

hubstract.madeforart<br />

hubstract<br />

hubstract


AGORÀ<br />

Orario del corso: lun-giov: 15:00<br />

-19:00 - ven 10-14.<br />

Il corso prevede un numero massimo<br />

di 4 partecipanti.<br />

Modalità di iscrizione<br />

Per partecipare è necessario inviare,<br />

entro il 10 luglio <strong>2021</strong>, una e-<br />

mail all’indirizzo: dottoressapapiro@gmail.com<br />

allegando il proprio<br />

CV e una breve lettera motivazionale;<br />

se scelti verranno fornite le<br />

informazioni dettagliate sul costo<br />

e sul programma.<br />

Attestato di partecipazione<br />

Ai partecipanti verrà rilasciato un<br />

attestato di partecipazione.<br />

Corso di Restauro di Papiri – Il corso<br />

di Restauro di Papiri si rivolge<br />

a persone con esperienza pregressa<br />

nel campo del restauro (di beni<br />

librari o di altri materiali), a studenti<br />

o a semplici cultori e appassionati<br />

del restauro o della cultura<br />

egizia. Il corso avrà come scopo<br />

precipuo quello di fornire le metodologie<br />

più idonee, ovvero quegli<br />

strumenti e quei mezzi necessari<br />

per effettuare un “primo intervento<br />

conservativo e di restauro applicato<br />

ai papiri”.<br />

Il papiro a metà tra un bene archeologico<br />

(contesto da cui proviene)<br />

e un bene librario (contesto a cui<br />

viene affiliato) è un materiale molto<br />

fragile e deperibile che necessita<br />

di mano ferma e conoscenze<br />

pregresse di discipline quali quelle<br />

papirologiche, egittologiche e filologiche<br />

oltre che chimiche, fisiche<br />

e diagnostiche.<br />

Programma delle lezioni<br />

Il corso è sviluppato in 5 lezioni (20<br />

ore) e partirà dalle informazioni<br />

basilari legate alla struttura di natura<br />

fisico-chimica della pianta del<br />

Cyperus papyrus (aspetti intrinseci<br />

ed estrinseci, scavi, ritrovamenti<br />

e tipologia di danni) di pari passo<br />

alla teoria (nascita della Papirologia<br />

in Italia, differenziazioni<br />

testuali e linguistiche ed esempi<br />

pratici di ricostruzione dell’unità<br />

documentaria). In dettaglio:<br />

• la manifattura del foglio papiraceo<br />

ottenuto con le tecniche<br />

antiche. Differenziazione tra papiri<br />

letterari e documentari per<br />

la “conoscenza” del reperto sul<br />

quale si dovrà intervenire;<br />

• la chimica del Papiro e approfondimento<br />

diagnostico applicato<br />

sui papiri;<br />

• Pigmenti e inchiostri utilizzati;<br />

• Fotografie in Riflettografia IR e<br />

Fluorescenza UV applicate ai papiri;<br />

• approfondimento delle fasi del<br />

restauro, mettendo in rilievo<br />

i metodi e le sostanze idonei e<br />

quelli da evitare, per una corretta<br />

metodologia di intervento;<br />

• esercitazioni pratiche sul restauro<br />

dei papiri, che saranno eseguite<br />

su facsimili di papiri degradati,<br />

al fine di scegliere la corretta<br />

metodologia di restauro.<br />

Struttura<br />

Sede del corso: Laboratorio privato<br />

covid free<br />

La mostra multimediale: Raffaello<br />

e la Domus Aurea – L’attesa<br />

mostra multimediale “Raffaello e<br />

la Domus Aurea. L’invenzione delle<br />

grottesche” prevista per l’ 8 Marzo<br />

2020 per la celebrazione dei 500<br />

anni della morte di Raffaello Sanzio;<br />

rinviata più volte a causa della<br />

pandemia, riaprirà, con la Domus<br />

Aurea, il 23 giugno <strong>2021</strong>.<br />

Le decorazioni a grottesche dalle<br />

tinte vivaci che alternano forme<br />

vegetali, figure umane, animali,<br />

eseguite ad affresco o stucco o pietra<br />

non hanno mai smesso di apparire<br />

nel Quattrocento. Le vediamo<br />

usate dal Pinturicchio nell'appartamento<br />

Borgia in Vaticano e nella<br />

libreria Piccolomini a Siena; da Filippino<br />

Lippi a Firenze e Roma; dal<br />

Signorelli a Orvieto, etc. Ma ebbero<br />

la loro massima espansione nel<br />

Cinquecento. Raffaello, fu il primo<br />

artista rinascimentale a comprendere<br />

architettonicamente la logica<br />

dei sistemi decorativi della residenza<br />

neroniana, riproponendoli<br />

organicamente in numerosi capolavori,<br />

grazie alle sue profonde<br />

competenze antiquarie.<br />

Straordinari apparati interattivi e<br />

multimediali si alterneranno tra<br />

videomapping immersivi che ricostruiscono<br />

le opere dell’artista,<br />

animazioni, scenografie digitali e<br />

30 30 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali 31<br />

aneddoti sugli artisti del ‘500 uniti<br />

a collages digitali di elementi decorativi<br />

grotteschi e d’ispirazione<br />

surrealista.<br />

La proposta progettuale trae liberamente<br />

ispirazione dall’utilizzo<br />

della prospettiva rinascimentale<br />

ed in particolare dallo sviluppo<br />

degli”sfondati”, che simulano l’apertura<br />

di un vano nello spazio architettonico.<br />

Il progetto curato da Vincenzo Farinella<br />

con Stefano Borghini e Alessandro<br />

D’Alessio, promosso dal<br />

Parco archeologico del Colosseo è<br />

prodotto da Electa.<br />

L' allestimento e l'interaction design<br />

progettati da Dotdotdot.<br />

Raffello e la Domus Aurea (https://<br />

raffaellodomusaurea.it/)<br />

Tecniche di Radiografia Muonica<br />

e Rilievo 3D per l'individuazione<br />

di ipogei nascosti – La radiografia<br />

muonica è una tecnica emergente<br />

che permette di rilevare le variazioni<br />

di densità come le cavità nascoste<br />

nel sottosuolo, nelle montagne<br />

oppure all’interno delle piramidi<br />

egiziane, utilizzando i raggi<br />

cosmici e i rivelatori di particelle<br />

elementari. Fisici napoletani e<br />

giapponesi insieme alla associazione<br />

culturale Celanapoli stanno<br />

applicando questa tecnica per<br />

sondare la Necropoli Ellenistica di<br />

Neapolis.<br />

I rivelatori basati sull’utilizzo di<br />

emulsioni fotografiche, non avendo<br />

necessità né di elettricità né<br />

di manutenzione, permettono una<br />

indagine non invasiva dei siti archeologici<br />

presenti nel sottosuolo<br />

urbano. Per rivelare gli elementi<br />

strutturali oppure le cavità nascoste<br />

è indispensabile avere un<br />

modello 3D preciso dell’ambiente<br />

circostante, in modo da esaminare<br />

le differenze tra il flusso di muoni<br />

misurato dal rivelatore rispetto a<br />

quello atteso dalla simulazione. I<br />

modelli geomatici della Necropoli<br />

Ellenistica in preparazione da<br />

ACAS3D sono in perfetta sinergia<br />

con le misure di radiografia muonica<br />

poiché permettono una corretta<br />

interpretazione dei dati osservati.<br />

Fig.1) I rivelatori a base di emulsioni<br />

nucleari sono stati installati<br />

alla profondità di 17 metri. a) Le<br />

lastre di emulsione sigillate dentro<br />

le buste per essere protette dalla<br />

luce; b) un rivelatore assemblato<br />

durante la fase di esposizione.<br />

Le particelle cariche ionizzanti<br />

come i muoni cosmici attraversando<br />

i fogli di emulsione lasciano<br />

alcuni cristalli “attivati” – dopo il<br />

processo di sviluppo fotografico<br />

essi diventano grani d’argento segnando<br />

le tracce delle particelle.<br />

Analizzando queste lastre con i<br />

microscopi automatici si può ricostruire<br />

la posizione e gli angoli<br />

di tutte le tracce che hanno attraversato<br />

il rivelatore durante il<br />

periodo di esposizione. Lo spettro<br />

angolare e energetico dei muoni<br />

in superficie e’ ben noto e abbastanza<br />

costante. Confrontando il<br />

flusso muonico che ha attraversato<br />

il nostro rivelatore con quello in<br />

superficie si può calcolare la densità<br />

integrale del materiale attraversato<br />

in ogni direzione e in questo<br />

modo ottenere una radiografia<br />

degli strati soprastanti rivelando<br />

le strutture nascoste. Il metodo<br />

assomiglia alla radiografia medica.<br />

Fig.2, nella pagina seguente. a) la<br />

struttura 3-d del sito vista dall’alto<br />

b) una muografia – istogramma<br />

nello spazio degli angoli dove la<br />

scala dei colori corrisponde all’eccesso<br />

del flusso dei muoni, qui il<br />

colore rosso corrisponde alla den-


AGORÀ<br />

sità bassa – le direzioni con molte<br />

cavità, invece verde e blu alle bin<br />

angolari dove la densità media e’<br />

alta. Confrontando la muografia<br />

con il modello 3-d si può riconoscere<br />

facilmente alcune strutture già<br />

note. Confronto della muografia<br />

con la simulazione numerica che<br />

permette di rilevare le differenze<br />

e in questo modo ricostruire le<br />

strutture nascoste non presenti nel<br />

modello 3d.<br />

Archeologi versus Computer. Il<br />

caso della classificazione della<br />

ceramica decorata del sud-ovest<br />

degli Stati Uniti. – Un interessante<br />

approccio, innovativo e alternativo,<br />

per la classificazione dei frammenti<br />

ceramici viene proposto da<br />

Leszek M.Pawlowicz e Christian<br />

E.Downum, ricercatori del Dipartimento<br />

di Antropologia della<br />

Northern Arizona University. In<br />

uno studio che appare nel volume<br />

130 del Journal of Archaeological<br />

Science (Giugno <strong>2021</strong>).<br />

Il deep learning, se opportunamente<br />

programmato - è questo il risultato<br />

della ricerca analitica - può<br />

eseguire, con efficienza e precisione<br />

maggiori di quelle di quattro<br />

archeologi esperti, il processo<br />

di classificazione dei frammenti<br />

di ceramica in sottotipi. Il caso di<br />

studio nel dettaglio ha analizzato<br />

l’antica ceramica dipinta nel sudovest<br />

americano, la Tusayan White<br />

Ware.<br />

La Tusayan White Ware (TWW) appartiene<br />

ad un'antica tradizione di<br />

ceramica decorata proveniente dal<br />

Canyon e dagli altipiani dell'Arizona<br />

nordorientale, prodotta principalmente<br />

nell'area compresa tra<br />

l'odierna Tuba City e Kayenta. Le<br />

antiche popolazioni che la utilizzavano<br />

sono antenate del popolo<br />

Hopi e probabilmente anche di<br />

altri gruppi tribali moderni. Ceramica<br />

dipinta a mano, la TWW veniva<br />

utilizzata principalmente per<br />

servire cibo e trasportare acqua<br />

durante i periodi Pueblo primo, secondo<br />

e terzo, circa 825-1300 d.C.<br />

I vasi presentano disegni geometrici<br />

a vernice organica che varia dal<br />

marrone scuro al nero su di un fondo<br />

bianco. Per quasi un secolo la<br />

classificazione dei TWW è servita<br />

agli archeologi per la datazione<br />

di siti archeologici nel paesaggio.<br />

Tuttavia, sono sorti interrogativi<br />

relativi al suo utilizzo, come alla<br />

tipologia e alla capacità degli archeologi<br />

di applicarla in modo coerente<br />

e accurato alla classificazione<br />

anche dei frammenti ceramici.<br />

Nonostante l'utilità documentata<br />

dei tipi TWW per la datazione dei<br />

fenomeni archeologici, la tipologia<br />

TWW ha presentato sino ad oggi<br />

discrepanze come molte altre tipologie<br />

archeologiche. I sistemi<br />

tipologici utilizzati dagli archeologi<br />

- incluso il sistema di varietà<br />

di tipo ceramico cosiddetto del<br />

Sud-Ovest - sono da considerarsi<br />

anacronistici. Le tipologie minimizzano<br />

infatti intenzionalmente<br />

la complessità raggruppando i reperti<br />

in categorie, con il rischio<br />

di oscurare variazioni significative<br />

che non si adattano facilmente a<br />

classificazioni definite.<br />

Tradizionalmente, le tipologie<br />

sono state tramandate attraverso<br />

sistemi classificatori del tipo maestro-apprendista,<br />

la maggior parte<br />

delle quali implicano una notevole<br />

soggettività nella realizzazione<br />

e nella applicazione di regole<br />

tassonomiche con considerazioni<br />

incomplete o inadeguate. Di conseguenza<br />

possono ancora presentarsi<br />

regole di classificazione non<br />

esplicite e talvolta contraddittorie<br />

nell'interpretazione soggettiva di<br />

32 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali<br />

33<br />

criteri tipologici. In aggiunta le tipologie<br />

stesse richiedono periodiche<br />

revisioni e le classi di archiviazione<br />

appaiono spesso superate ed<br />

inefficaci.<br />

Lo sviluppo del moderno metodo di<br />

apprendimento Convolutional Neural<br />

Networks (CNN), insieme al progresso<br />

delle possibilità di hardware<br />

per accelerarne l'elaborazione, ha<br />

rivoluzionato il campo della Computer<br />

Vision, in particolare la capacità<br />

dei computer di riconoscere<br />

e classificare le immagini visive. Le<br />

CNN vengono addestrate su immagini<br />

campione, etichettate attraverso<br />

processi di regolazione manuale<br />

degli intervalli di valore di<br />

particolari parametri, in modo da<br />

identificare oggetti simili da immagini<br />

senza etichetta.<br />

La classificazione delle CNN può in<br />

maniera obiettiva e perfettamente<br />

coerente abbinare una specifica<br />

immagine di un frammento di ceramica<br />

non classificato alle sue controparti<br />

più simili attraverso una<br />

ricerca di migliaia di foto digitali.<br />

Questo risultato ha avuto imponenti<br />

implicazioni per le analisi<br />

archeologiche delle relazioni temporali,<br />

delle tendenze stilistiche<br />

regionali e dell'evoluzione e diffusione<br />

di tecnologie e stili antichi.<br />

Suggerisce inoltre che i modelli di<br />

apprendimento automatico possono<br />

potenzialmente integrare le<br />

metodologie tradizionali a favore<br />

di un raggruppamento e di un confronto<br />

più diretto di singoli artefatti<br />

frammentati anche se privi di<br />

evidenti peculiarità decorative.<br />

L’apprendimento automatico non<br />

risolve tutte le aporie delle attuali<br />

differenti tipologie esistenti<br />

e non sostituisce gli esseri umani,<br />

preoccupazioni che alcuni archeologi<br />

hanno ritenuto di condividere<br />

e dalle quali gli autori stessi,<br />

Downum e Pawlowicz, non sono<br />

stati del tutto scevri fin da quando<br />

lo studio ha iniziato a circolare.<br />

Tuttavia sono strumenti potenzialmente<br />

affinati e tali da perfezionare<br />

il grado di obiettività, la replicabilità,<br />

la velocità e l'efficienza<br />

della classificazione dei materiali.<br />

Le implicazioni analitiche sono ancora<br />

passibili di sviluppi ulteriori<br />

ed appaiono sempre più mirate<br />

alla completezza di schedatura di<br />

interi e variamente estesi complessi<br />

di reperti.<br />

Crediti immagine: Science Direct<br />

Archeologi versus Computer. Il<br />

potenziale della modellazione 3D<br />

volumetrica: un caso di studio a<br />

Chlorakas-Palloures (Cipro). –<br />

La modellazione tridimensionale<br />

dei dati di scavo archeologico si<br />

sta rivelando negli ultimi anni uno<br />

strumento prezioso non solo per<br />

visualizzare la stratigrafia ma soprattutto<br />

per eseguire analisi spaziali<br />

quantitative corredate da dati<br />

volumetrici.<br />

Poniamo all’attenzione dei nostri<br />

lettori una ricerca esemplare a<br />

tale riguardo che è in corso di pubblicazione<br />

(Giugno <strong>2021</strong>) sul volume<br />

21 del Digital Applications in<br />

Archaeology and Cultural Heritage<br />

da Marina Gavryushkina dell’Università<br />

di Leiden.<br />

Lo studio esamina l'articolazione<br />

spaziale delle unità stratigrafiche<br />

in tre scavi adiacenti per trincea<br />

di un insediamento calcolitico cipriota.<br />

Il GIS 3D, nonostante i suoi<br />

recenti sviluppi e la sua utilità per<br />

una documentazione archeologica<br />

rapida, economica e accurata, è<br />

tuttavia ancora raramente utilizzato<br />

per la ricostruzione tridimensionale<br />

della stratigrafia archeologica<br />

e l’analisi spaziale post-scavo.<br />

Fig. 1 – Differenze visive nella rappresentazione 3D di tre tipi di feature comuni con i tre metodi<br />

testati (Crediti: Science Direct; M. Gavryushkina).<br />

Campi di indagine su cui si è misurata<br />

con successo invece la ricerca<br />

di Marina Gavryushkina.<br />

Il sito di Chlorakas-Palloures, su<br />

una collina che domina la costa,<br />

risalente al periodo tra il Calcolitico<br />

Medio e Tardo 3500-2400 a.<br />

C. circa fa parte di una serie di<br />

siti calcolitici vicino Lemba, nel<br />

sud-ovest di Cipro. L’insediamento<br />

negli ultimi decenni è stato gravemente<br />

sconvolto da attività agricole<br />

e di costruzione. Tra il 2015 e<br />

il 2017 l'Università di Leida ha effettuato<br />

scavi di emergenza su uno<br />

dei terreni. Gli scavi hanno portato<br />

alla luce case rotonde, strutture<br />

monumentali e manufatti in rame.<br />

I risultati di questo studio mostrano<br />

come la modellazione volumetrica<br />

può migliorare il potenziale<br />

analitico dei dati spaziali con la<br />

visualizzazione e identificazione di<br />

modelli nei depositi scavati e con<br />

la successiva diffusione d’informazioni<br />

sul processo di scavo grazie


AGORÀ<br />

FIG. 2 - Siti calcolitici a nord di Paphos nel sud-ovest di Cipro (Crediti: Science Direct;<br />

M.Gavryushkina).<br />

a un'interfaccia intuitiva e userfriendly.<br />

Tuttavia un'accurata modellazione<br />

volumetrica richiede, per rendere<br />

questo approccio più accessibile<br />

ed efficace, una rivalutazione<br />

delle procedure di documentazione<br />

convenzionali e lo sviluppo di<br />

flussi di lavoro più efficienti con<br />

l’utilizzo di software economici e<br />

open source. Ecco in dettaglio, rimandando<br />

per l’approfondimento<br />

all’articolo integrale al seguente<br />

link, come è stato sviluppato il<br />

caso studio di Palloures.<br />

3D modellazione per documentazione<br />

e analisi di scavo<br />

Come è noto i progressi nella scansione<br />

laser e nella Structure from<br />

motion (SfM) hanno permesso agli<br />

archeologi di realizzare sul campo<br />

in modo rapido e accurato modelli<br />

digitali di superfici di scavo. I modelli<br />

digitali in ambito archeologico<br />

sono utilizzati prevalentemente<br />

per visualizzare determinate sepolture<br />

e caratteristiche architettoniche<br />

da cui vengono ricavate<br />

ortofoto di trincee che servono a<br />

creare disegni di piani e sezioni.<br />

Sebbene i disegni risultanti siano<br />

notevolmente più accurati e meno<br />

laboriosi di quelli disegnati a mano<br />

finiscono inevitabilmente per replicare<br />

le strutture di dati 2D esistenti,<br />

non sfruttando le capacità<br />

insite derivanti dalle acquisizioni<br />

di dati 3D complessi.<br />

Recenti studi hanno incorporato<br />

modelli 3D basati su immagini di<br />

superfici archeologiche all'interno<br />

di flussi di lavoro, completi di documentazione<br />

di scavo utilizzando<br />

il 3D GIS. Come sistema di database<br />

spaziale dinamico piattaforme<br />

di questo tipo facilitano il consolidamento<br />

di molteplici forme di<br />

set di dati spaziali e non spaziali in<br />

una singola interfaccia 3D, inclusi<br />

modelli 3D delle superfici di scavo,<br />

posizioni dei reperti e dati provenienti<br />

dalla stazione totale (TS).<br />

L’analisi volumetrica nella ricerca<br />

archeologica<br />

Numerosi gli esempi applicativi. In<br />

particolare la modellazione 3D per<br />

l’analisi volumetrica è stata utilizzata<br />

sinora, e continua ad esserlo,<br />

per definire la funzione dei contenitori<br />

ceramici, per realizzare<br />

analisi dei costi dell'architettura<br />

monumentale, per indagare sulla<br />

costruzione dei tumuli funerari,<br />

per quantificare la composizione<br />

dei cumuli di scorie.<br />

Le superfici scavate spesso mostrano<br />

una topografia irregolare che si<br />

manifesta con ondulazioni nella<br />

superficie del suolo, presenza di<br />

elementi architettonici sporgenti e<br />

confini incerti. Inoltre, non esiste<br />

un benchmark definitivo che valuti<br />

l'accuratezza di una strategia di<br />

modellazione volumetrica.<br />

Le difficoltà nella definizione delle<br />

relazioni topologiche tra gli oggetti<br />

e la mancanza di strumenti analitici<br />

con capacità 3D hanno anche<br />

portato i ricercatori a proporre o<br />

sviluppare propri strumenti per superare<br />

i limiti di software.<br />

Nello studio di Marina Gavryushkina<br />

vengono esaminate tre strategie<br />

per la modellazione volumetrica<br />

vettoriale utilizzando strumenti<br />

esistenti all'interno di un<br />

comune software GIS. Si tratta di<br />

un approccio che può essere, per<br />

l’appunto, utilizzato anche per<br />

analizzare la sequenza di depositi<br />

archeologici e per rappresentare la<br />

stratigrafia archeologica in 3D.<br />

Dati e metodi - Acquisizione dati<br />

Per la documentazione degli scavi<br />

presso Palloures sono stati utilizzati<br />

strumenti digitali. Aspetti<br />

rilevanti in questo approccio sono<br />

rappresentati dalla creazione, prima<br />

dello scavo, di un modello 3D<br />

dell'area del progetto e dall’utilizzazione,<br />

per l’apertura delle<br />

trincee, di una griglia predefinita<br />

di 5x10 m basata sul sistema di<br />

coordinate WGS84. Tutti i contesti<br />

archeologici (strati depositati,<br />

strutture costruite, ammassi di<br />

reperti, pozzi e tagli) sono stati<br />

documentati come singole unità e<br />

scavati utilizzando una metodologia<br />

a contesto singolo. I reperti e i<br />

campioni raccolti all'interno delle<br />

singole unità sono stati registrati<br />

come lotti, l'estensione spaziale<br />

di unità e lotti è stata registrata<br />

utilizzando una Stazione Totale Robotica<br />

(RTS) nel 2015 e una normale<br />

stazione totale (TS) nel 2016 -<br />

2017. Oltre alle misurazioni TS ci si<br />

è avvalsi di un drone quadricottero<br />

DJI Phantom Vision.<br />

Successivamente tutti i modelli 3D<br />

sono stati georeferenziati con l’utilizzo<br />

di dieci punti di controllo<br />

a terra (GCP). Le ortofoto del fondo<br />

di ogni trincea e di ogni profilo<br />

della parete sono stati generati dai<br />

34 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali<br />

35<br />

FIG. 3 - Metodo 1: estrusione tra TIN (Crediti: Science Direct; M.Gavryushkina).<br />

modelli fotogrammetrici e arricchiti<br />

di annotazioni per produrre<br />

disegni di sezioni e piani.<br />

Il database di controllo è stato realizzato<br />

in Microsoft Access e le<br />

informazioni relative alle relazioni<br />

stratigrafiche e alle proprietà sono<br />

state inserite direttamente nella<br />

banca dati da ciascun gruppo di<br />

scavo con tablet portatili.<br />

Elaborazioni informatiche<br />

Per visualizzare l'estensione spaziale<br />

e l'elevazione di tutte le<br />

unità scavate all'interno di un GIS<br />

3D tutte le misurazioni TS sono<br />

state convertite in un formato di<br />

file 2.5D (shapefile poligonale 3D<br />

in ArcGIS). Le differenze nella TS<br />

utilizzata hanno portato a diversificazioni<br />

nell'output di dati grezzi,<br />

che a loro volta hanno influenzato<br />

le procedure per l'elaborazione dei<br />

dati. Nel 2015, l'RTS ha esportato<br />

automaticamente i dati raccolti<br />

come shapefile poligonali 3D. Tuttavia,<br />

i dati registrati sul campo<br />

nel 2016 e nel 2017 hanno richiesto<br />

una conversione aggiuntiva.<br />

Per l'elaborazione dei dati GIS lo<br />

studio ha utilizzato il software proprietario<br />

ESRI ArcMap e i dati elaborati<br />

sono stati quindi visualizzati<br />

in ArcScene.<br />

Il toolkit 3D Analyst di ArcScene<br />

offre solide funzionalità 3D consentendo<br />

agli utenti di combinare<br />

e manipolare vari formati di dati<br />

3D all'interno di un unico ambiente<br />

spaziale. Alla fine dello scavo sono<br />

stati prodotti modelli fotogrammetrici<br />

di ciascuna delle tre trincee<br />

per fornire un contesto spaziale e<br />

assistere alla modellazione volumetrica.<br />

Ogni trincea di 5.10 m è<br />

stata generata utilizzando AgiSoft<br />

Photoscan Professional e decimata<br />

a 100.000 vertici. Infine questi modelli<br />

sono stati esportati in Digital<br />

Asset Exchange File (DAE) formato<br />

di file di interscambio 3D basato<br />

sullo schema XML Collaborative<br />

Design Activity (Collada) compatibile<br />

con il pacchetto software GIS<br />

prescelto.<br />

È importante notare che questo<br />

processo riduce la qualità della<br />

trama e la morfologia complessiva<br />

della ricostruzione mesh e di conseguenza<br />

influisce sull'accuratezza<br />

dei modelli volumetrici risultanti.<br />

Tuttavia, decimare la mesh e ridurre<br />

le dimensioni del file è stato un<br />

passo necessario per raggiungere<br />

una maggiore velocità di elaborazione<br />

all'interno del software 3D<br />

GIS.<br />

Metodi di modellazione<br />

volumetrica<br />

La modellazione volumetrica è stata<br />

quindi scelta per visualizzare le<br />

relazioni topologiche tra gli strati<br />

scavati. Il caso studio di Marina Gavryushkina<br />

testa tre approcci differenti<br />

alla modellazione volumetrica<br />

vettoriale all'interno di ESRI<br />

ArcScene utilizzando il formato di<br />

file multipatch di ESRI e un tipo di<br />

geometria digitale utilizzato per<br />

rappresentare il confine esterno<br />

degli oggetti 3D all'interno di<br />

ArcGIS software.<br />

Metodo 1: estrusione tra triangulated<br />

irregular network (TIN)<br />

Il primo metodo interpola il volume<br />

tra le interfacce superiore e inferiore<br />

di ogni deposito stratigrafico<br />

e segue i principi della registrazione<br />

a contesto singolo. Il volume<br />

di ogni contesto viene ricostruito<br />

seguendo la sequenza stratigrafica<br />

identificata nel campo. Questo<br />

metodo è relativamente semplice<br />

da realizzare utilizzando gli strumenti<br />

esistenti in ESRI ArcScene<br />

utilizzando i dati TS e i modelli di<br />

fotogrammetria georeferenziati.<br />

Metodo 2: Volume limite minimo<br />

Il secondo metodo utilizza la funzionalità<br />

dello strumento 'Minimum<br />

Bounding Volume' all'interno del<br />

toolkit di ArcScene. Questo strumento<br />

crea una funzione multipatch<br />

per rappresentare il volume<br />

di spazio occupato da un insieme di<br />

coordinate 3D. Questo concetto è<br />

stato applicato all'analisi spaziale<br />

3D in archeologia paleolitica, ambito<br />

in cui cluster di fossili e artefatti<br />

vengono abitualmente identificati<br />

all'interno di una nuvola di<br />

punti 3D di funzionalità registrate<br />

per comprenderne meglio la distribuzione<br />

spaziale.<br />

Metodo 3: Digitalizzazione della<br />

stratigrafia della sezione<br />

Il terzo metodo interpola lo spazio<br />

tra disegni di profili opposti, un approccio<br />

già utilizzato dai ricercatori<br />

in studi passati sia per la modellazione<br />

basata su voxel che su<br />

vettori della stratigrafia di trincea.<br />

In questo modo, invece di dati TS<br />

il metodo di digitalizzazione “Se-


AGORÀ<br />

frammenti di ceramica diagnostici<br />

e migliorare l'analisi del contesto<br />

e dei depositi per ottenere una<br />

comprensione più approfondita dei<br />

processi di localizzazione del sito.<br />

FIG.4 - Metodo 2: Volume limite minimo. Crediti: Science Direct; M.Gavryushkina).<br />

zione Stratigrafia” utilizza disegni<br />

di sezione creati dal team di scavo<br />

per ricreare la stratigrafia della<br />

trincea. Questa operazione viene<br />

eseguita utilizzando lo strumento<br />

"Crea funzionalità" all'interno del<br />

3D Editor in ArcScene, che consente<br />

la digitalizzazione di shapefile<br />

3D disegnando direttamente su<br />

modelli fotogrammetrici importati.<br />

Analisi stratigrafica<br />

La ricostruzione risultante è stata<br />

utilizzata per indagare la discrepanza<br />

in elevazione tra due strutture<br />

trovate nelle trincee adiacenti<br />

denominate BU13 e BV13.<br />

Entrambe le case rotonde sono<br />

state datate al tardo periodo calcolitico<br />

sulla base di ceramiche<br />

e altre prove materiali, ma sono<br />

collocate a circa 1 m di profondità<br />

l'una dall'altra. La modellazione<br />

volumetrica ha fornito una chiara<br />

visualizzazione della sequenza di<br />

strati di terreno nella trincea BU13<br />

che contribuiscono a questa differenza<br />

di elevazione.<br />

Il modello 3D creato con il Metodo<br />

2 è stato scelto per l'analisi. Il modello<br />

del Metodo 3 è stato invece<br />

utilizzato per supportare l'interpretazione,<br />

mettendo in relazione<br />

le caratteristiche presenti all'interno<br />

della trincea con la stratigrafia<br />

interpolata degli strati di terreno<br />

più grandi e dei depositi di detriti<br />

(midden) presenti nei profili della<br />

trincea. Il passaggio tra questi<br />

due modelli ha permesso un confronto<br />

visivo della stratigrafia 3D<br />

con i dati registrati nei rapporti di<br />

trincea e nel database di scavo. La<br />

ricostruzione digitale ha permesso<br />

un'analisi visiva più ravvicinata<br />

degli strati di terreno messi in relazione<br />

tra loro e dei profili di trincea<br />

visibili nei modelli fotogrammetrici<br />

mediante panning e zoom<br />

delle aree di interesse e modifica<br />

delle trasparenze degli strati.<br />

Analisi dei depositi<br />

Dopo che tutti i modelli volumetrici<br />

sono stati generati utilizzando<br />

questi metodi i dati relativi alle<br />

proprietà di ciascuna unità e ai risultati<br />

preliminari dell'analisi della<br />

cultura materiale memorizzata<br />

in database relazionali sono stati<br />

uniti ai modelli 3D di ciascuna unità.<br />

Il join consente di manipolare<br />

la simbologia del modello per indagare<br />

quelli spaziali all'interno<br />

delle trincee di scavo. Questa funzionalità<br />

GIS 3D può essere sfruttata<br />

inoltre per eseguire uno studio<br />

comparativo della concentrazione<br />

di diversi tipi di artefatti, come<br />

Risultati della ricerca<br />

E’ presente una variazione sorprendente<br />

tra ogni risultato sia<br />

visivamente che quantitativamente,<br />

che mette in evidenza anche le<br />

difficoltà poste nella modellazione<br />

3D della stratigrafia archeologica.<br />

Metodo 1: L’estrusione tra TIN ha<br />

avuto particolare successo quando<br />

i dati spaziali sovrapposti erano<br />

disponibili per le interfacce superiore<br />

e inferiore di uno strato rilevato.<br />

Le unità estruse fino alla<br />

superficie del modello fotogrammetrico<br />

della trincea hanno prodotto<br />

una rappresentazione fedele<br />

della geometria dell'unità e hanno<br />

funzionato molto bene per le fosse<br />

scavate nella roccia sottostante.<br />

D'altra parte, quando ci sono più<br />

unità sottostanti o se le unità siano<br />

originariamente documentate<br />

in più parti, devono essere modellate<br />

in modo frammentario perché<br />

l'algoritmo modella solo l'area che<br />

si sovrappone a entrambe le TIN di<br />

input. Questo vincolo tecnico può<br />

portare a duplicare o intersecare<br />

la geometria, comportare lacune<br />

all'interno della stratigrafia e difficoltà<br />

nel calcolo dei volumi unitari.<br />

Un efficiente flusso di lavoro GIS 3D<br />

L'immissione di dati spaziali 3D è<br />

stata effettuata convertendo i dati<br />

di input TS 2.5 D in modelli volumetrici<br />

3D visualizzati insieme a modelli<br />

di fotogrammetria 3D georeferenziati<br />

all'interno del pacchetto<br />

software. Le sezioni trasversali<br />

della stratigrafia possono essere<br />

create in qualsiasi angolo o linea<br />

arbitraria attraverso ogni trincea.<br />

Inoltre, queste rappresentazioni<br />

tridimensionali della stratigrafia<br />

del sito possono essere utilizzate<br />

come base per l'analisi spaziale 3D<br />

intra-sito combinando dati volumetrici<br />

con set di dati non spaziali<br />

come quelli relativi alla ceramica<br />

36 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali<br />

37<br />

e dati litici. Le mappe tematiche<br />

quantitative sono facilmente generate<br />

utilizzando strumenti di visualizzazione<br />

standard direttamente<br />

in ArcScene per calcolare e visualizzare<br />

la densità di diversi tipi di<br />

artefatti o proprietà del deposito.<br />

Ciò fornisce una piattaforma per<br />

rilevare impronte spaziali all'interno<br />

della stratigrafia del sito che altrimenti<br />

risulterebbero di difficile<br />

identificazione. Viceversa, il valore<br />

della modellazione volumetrica<br />

sta nel fornire una panoramica<br />

olistica della sequenza stratigrafica<br />

di un'intera area scavata. Questa<br />

visualizzazione nel caso studio<br />

funziona in tandem con il matrix<br />

di Harris fornendo una rappresentazione<br />

visiva intuitiva e di facile<br />

comprensione delle caratteristiche<br />

sia all'interno della parete del profilo<br />

che all'interno della trincea.<br />

Incorporando set di dati di scavo<br />

non spaziali migliora ulteriormente<br />

la capacità di valutare la validità<br />

dell’interpretazione stratigrafica<br />

sulla base di tipi di artefatti<br />

trovati all’interno di depositi. Un<br />

approccio volumetrico richiede ulteriori<br />

risorse di tempo e di professionalità<br />

per raccogliere misure 3D<br />

sul campo e generare modelli 3D<br />

di strati scavati, ma l'investimento<br />

è utile per la fase post - scavo.<br />

La ricostruzione digitale funge da<br />

piattaforma per il contesto e l'analisi<br />

dei depositi all'interno di<br />

un GIS 3D e incorpora set di dati<br />

specialistici con il loro contesto<br />

spaziale. Questo formato dinamico<br />

consente inoltre di generare sezioni<br />

trasversali in qualsiasi linea attraverso<br />

una trincea per indagare<br />

la sequenza di strati. In termini di<br />

pubblicazione, i dati spaziali sono<br />

tipicamente inclusi come disegni e<br />

figure separati che possono portare<br />

a set di dati inaccessibili o selettivi<br />

che richiedono un processo investigativo<br />

che necessita di tempo da<br />

parte degli studiosi che rivisitano il<br />

set di dati. Questo processo invece<br />

consente di risparmiare tempo, di<br />

avvicinare le scadenze di consegna<br />

per la pubblicazione e migliora l'analisi<br />

multidisciplinare post-scavo.<br />

FIG.4 - Metodo 2: Volume limite minimo. Crediti: Science Direct; M.Gavryushkina).<br />

Un numero crescente di progetti<br />

di ricerca utilizza la modellazione<br />

basata su immagini per ricostruzioni<br />

volumetriche ad alta risoluzione<br />

di stratigrafia scavata creando<br />

modelli fotogrammetrici di ogni<br />

singolo contesto. Alcuni studiosi<br />

hanno sottolineato il valore dei<br />

dati volumetrici per l'analisi micro<br />

- morfologica e lo studio dei<br />

processi di formazione del sito.<br />

Tuttavia, a causa delle immense<br />

risorse e del tempo necessario per<br />

raggiungere questo obiettivo, tale<br />

approccio non è fattibile per la<br />

maggior parte dei progetti archeologici<br />

che operano con vincoli di<br />

tempo e di budget limitati.<br />

Lo studio si è deliberatamente<br />

concentrato sulla valutazione della<br />

capacità di strumenti facilmente<br />

disponibili per la modellazione<br />

volumetrica a base vettoriale che<br />

non richieda un elevato grado di<br />

competenza tecnica. Nonostante<br />

questo obiettivo, il software GIS<br />

utilizzato non è necessariamente<br />

accessibile a ricercatori indipendenti<br />

o aziende CRM che si affidano<br />

sempre più ad alternative<br />

GIS convenienti. Di conseguenza,<br />

questi modelli 3D sono relegati a<br />

video e screenshot "fly-over" nelle<br />

pubblicazioni ai lettori senza accesso<br />

al software ESRI. Affinché il<br />

GIS 3D volumetrico sia una strategia<br />

sostenibile a lungo termine per<br />

la documentazione dei dati archeologici,<br />

sarebbe utile l'approfondimento<br />

in open source.<br />

Lo studio del sito di Chlorakas-Palloures<br />

lascia intravedere l'immenso<br />

potenziale della modellazione<br />

volumetrica basata su features<br />

vettoriali. Ulteriori ricerche dedicate<br />

allo sviluppo di flussi di lavoro<br />

efficienti ed efficaci renderebbe<br />

questo approccio accessibile a una<br />

più ampia comunità di ricercatori.<br />

Porre l’accento sull'accessibilità<br />

unita all'adesione a principi guida<br />

EQUI per la gestione dei dati scientifici<br />

migliorerebbe la longevità dei<br />

dati GIS 3D e aiuterebbe la modellazione<br />

3D a diventare un pilastro<br />

nella pratica degli scavi archeologici.<br />

La ricerca è stata sostenuta attraverso<br />

la Leiden University Excellence<br />

Scholarship (LEXS) e il LUFF<br />

International Study Fund (LISF).<br />

Fonte: Science direct Applications<br />

of deep learning to decorated ceramic<br />

typology and classification:<br />

A case study using Tusayan White<br />

Ware from Northeast Arizona":<br />

https://www.sciencedirect.<br />

com/science/article/pii/<br />

S0305440321000455


EVENTI<br />

21 - 25 GIUGNO <strong>2021</strong><br />

O3A - Optics for Arts,<br />

Architecture, and<br />

Archaeology VIII<br />

Germania (Digital)<br />

https://spie.org/<br />

19 – 23 LUGLIO <strong>2021</strong><br />

ICC - International<br />

Cartographic Conference<br />

<strong>2021</strong><br />

Firenze (Italy)<br />

www.geoforall.it/kfurw<br />

24 -27 AGOSTO <strong>2021</strong><br />

YOUNG RESEARCHER IN<br />

ARCHAEOMETRY<br />

EVORA (PORTUGAL)<br />

www.yra4.uevora.pt/<br />

8 – 9 SETTEMBRE <strong>2021</strong><br />

RESTAURO IN TOUR<br />

www.salonedelrestauro.com<br />

27 – 30 SETTEMBRE <strong>2021</strong><br />

GIScience <strong>2021</strong><br />

Poznan (Poland)<br />

www.giscience.org<br />

30 SETTEMBRE - 3 OTTOBRE<br />

<strong>2021</strong><br />

BMTA <strong>2021</strong><br />

PAESTUM<br />

www borsaturismoarcheologico.it/<br />

6 – 8 OTTOBRE <strong>2021</strong><br />

Dronitaly “Working with<br />

Drones” <strong>2021</strong><br />

Bologna (Italy)<br />

www.dronitaly.it<br />

20 - 22 OTTOBRE <strong>2021</strong><br />

MetroArchaeo<br />

Milano<br />

www.metroarcheo.com<br />

2 - 4 NOVEMBRE <strong>2021</strong><br />

CHNT 26 - Conference on<br />

Cultural Heritage and New<br />

Technologies<br />

Vienna (Austria)<br />

https://www.chnt.at/<br />

18 - 19 NOVEMBRE <strong>2021</strong><br />

International Conference on<br />

Digital Heritage<br />

London (United Kingdom)<br />

shorturl.at/szACN<br />

<strong>2021</strong><br />

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Il Premio alla scoperta<br />

archeologica dell’anno intitolato<br />

all’archeologo di Palmira che<br />

ha pagato con la vita la difesa<br />

del patrimonio.<br />

Salone Espositivo<br />

Salone Internazionale unico<br />

al mondo che promuove<br />

le destinazioni turisticoarcheologiche<br />

con 100 espositori,<br />

di cui 20 Paesi.<br />

da giovedì 25 a sabato 27<br />

novembre ore 10-19;<br />

domenica 28 novembre ore 10-13<br />

ArcheoIncoming<br />

ArcheoLavoro<br />

Spazio espositivo e Workshop con Orientamento post diploma<br />

i tour operator che promuovono le e post laurea con area<br />

destinazioni italiane per l’incoming espositiva dedicata alle<br />

del turismo archeologico. Università per la presentazione<br />

dell’offerta formativa e delle<br />

figure professionali.<br />

ArcheoVirtual<br />

Incontri con i Protagonisti<br />

Mostra e Workshop internazionali Il grande pubblico con i più noti<br />

di realtà virtuale e robotica in Divulgatori culturali, Archeologi,<br />

collaborazione con ISPC Istituto Direttori di Musei, Accademici,<br />

di Scienze del Patrimonio Giornalisti.<br />

Culturale del CNR.<br />

Premi “Antonella Fiammenghi” Workshop con i buyer esteri<br />

“Paestum Mario Napoli”<br />

selezionati dall’ENIT e i tour<br />

“Sebastiano Tusa”<br />

operator nazionali<br />

Assegnati a personalità impegnate Incontro dei buyer esteri<br />

a favore dell’archeologia, del selezionati dall’ENIT (provenienti<br />

dialogo interculturale, del turismo da 8 Paesi Europei) e dei tour<br />

archeologico subacqueo e a operator nazionali con l’offerta del<br />

laureati con tesi sul turismo turismo culturale.<br />

archeologico.<br />

sabato 27 novembre<br />

ore 10-14 | 15-18<br />

con il sostegno di<br />

in collaborazione con<br />

con il patrocinio di<br />

vettore ufficiale<br />

Ideazione e Organizzazione<br />

Leader srl<br />

info@bmta.it<br />

seguici su #BMTA<strong>2021</strong> www.bmta.it

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