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Ottopagine Riavvolgi

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Otto<br />

<strong>Riavvolgi</strong><br />

pagine<br />

9<br />

ALTO CALORE<br />

Dall’idea di Sullo di unire i Comuni<br />

allo sfascio dei conti senza rimedi<br />

PAGHIAMO<br />

DOMANI


ALTO CALORE<br />

Otto<br />

pagine<br />

<strong>Riavvolgi</strong><br />

Otto<br />

Dossier<br />

pagine<br />

7<br />

ALTO CALORE<br />

DOSSIER<br />

Dall’idea di Sullo di unire i Comuni<br />

allo sfascio dei conti senza rimedi<br />

PAGHIAMO<br />

DOMANI<br />

TUTTI<br />

LEONI<br />

DI FEDERICO FESTA<br />

AFranco Maselli che si<br />

presentava davanti a<br />

lui per chiedere un<br />

aiuto, già all’epoca i<br />

conti non andavano<br />

affatto bene, l’allora potentissimo<br />

presidente della giunta regionale<br />

Antonio Bassolino chiese stupito:<br />

«Cos’è l’Alto Calore»?<br />

Maselli, uno dei pochi che avrebbe<br />

voluto mettere a posto numeri e<br />

carte, aveva atteso per mesi<br />

quell’incontro e davanti a<br />

Bassolino ci arrivò solo dopo<br />

essersi fatto raccomandare dal<br />

senatore Nicola Mancino.<br />

Come dire: la storia è datata e<br />

l’epilogo non ancora scritto. Ma la<br />

certezza è che ci sarà da correre e<br />

bisognerà dimostrare di essere<br />

manager del tipo che risolve<br />

problemi, non di quelli che i guai<br />

si limitano a descriverli tirando<br />

avanti. Uno dietro l’altro, nessuno<br />

escluso, tutti i presidenti o<br />

amministratori hanno occupato<br />

l’Alto Calore usandolo come un<br />

trampolino verso altro:<br />

generalmente clientele per un<br />

ritorno elettorale. Qualche volta<br />

per la pagnotta e basta. Raramente,<br />

ma pure questo è accaduto, per<br />

infilarsi in storie di ricatti e<br />

mazzette rispetto alle quali il velo<br />

pietoso del diritto all’oblio fa onore<br />

alla norma ma non inganna la


ALTO CALORE<br />

Otto<br />

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Dossier<br />

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7<br />

ALTO CALORE<br />

DOSSIER<br />

Dall’idea di Sullo di unire i Comuni<br />

allo sfascio dei conti senza rimedi<br />

PAGHIAMO<br />

DOMANI<br />

memoria.<br />

Lo stupore del provvedimento<br />

della Procura della Repubblica di<br />

Avellino, clamoroso per l’inedita<br />

messa a nudo d’un guaio quindi<br />

noto e decennale, è l’afflittiva<br />

richiesta di fallimento che richiama<br />

l’attenzione sui numeri. I giudici<br />

ora prenderanno carte, pareri e<br />

proiezioni per stabilire se la società<br />

dovrà tirare le cuoia. La matassa<br />

politica che ha portato a 150<br />

milioni di perdite in bilancio è<br />

ancora in piedi, irrisolta,<br />

pericolosa, famelica.<br />

Ripubblicando una serie di articoli<br />

molto eloquenti sul come si sia<br />

giunti alla Procura della<br />

Repubblica e all’inchiesta poi<br />

sfociata nella richiesta di<br />

fallimento per la società per azioni<br />

di corso Europa, forniamo ai nostri<br />

lettori una visione molto più ampia<br />

riguardo i fatti che si stanno<br />

verificando in questi giorni. Fatti e<br />

prese di posizione che, in<br />

mancanza degli avvenimenti non<br />

recenti, possono risultare di<br />

complicata lettura.<br />

Partendo dalla relazione dello<br />

studio Pozzoli e da un “primo<br />

allarme” sulla tenuta dei conti, è il<br />

caso di ricordare qui che le vicende<br />

Alto Calore sono sfociate in<br />

diverse denunce da parte dei<br />

Cinque Stelle, in primis con<br />

l’allora sindaco Ciampi. Ma non<br />

va parimenti taciuto che il<br />

sottosegretario Carlo Sibilia, dopo<br />

averne fatto una campagna<br />

ideologica, avrebbe voluto<br />

trasformarla in una vittoria del<br />

Governo Conte, facendosi parte<br />

più che attiva presso tavoli<br />

ministeriali e improbabilissimi<br />

tentativi di ottenere fondi dalla<br />

Cassa Depositi e Prestiti.<br />

Incontri e richieste sfociate nel<br />

nulla, perché nulla si poteva fare a<br />

quei livelli. Mentre la Procura ha<br />

continuato ad acquisire documenti<br />

e bilanci, arrivando alla<br />

determinazione del fallimento<br />

come unica soluzione.


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Dall’idea di Sullo di unire i Comuni<br />

allo sfascio dei conti senza rimedi<br />

PAGHIAMO<br />

DOMANI<br />

8 GENNAIO 2019<br />

IL GIOCO<br />

DELLE TRE<br />

VERITÀ<br />

DI FEDERICO FESTA


Qualcosa si è inceppato<br />

nella vicenda Alto<br />

Calore. Non tubi<br />

vecchi e malandati,<br />

quelli pure ci sono.<br />

Ma logica e verità. Come se i tanti<br />

cervelli all'opera in questi mesi si<br />

siano all'improvviso fermati,<br />

anestetizzati e non si sa perché.<br />

Partiamo da un dato certo: ci sono<br />

molti, molti milioni di debiti. Uno<br />

non si mette con il bussolotto a<br />

contare ma si arriva a 120 milioni di<br />

euro. A Lello De Stefano, ex<br />

presidente del consiglio di<br />

amministrazione, eletto al capezzale<br />

dell'Alto Calore proprio sull'onda<br />

della preoccupazione dei debiti<br />

accumulati, quella cifra ha fatto<br />

tremare i polsi. Per tutto il suo<br />

mandato ha prima cercato di<br />

ristrutturare (non riuscendoci), poi<br />

ha cercato di coinvolgere partner<br />

privati (l'acqua dovrebbe essere<br />

pubblica), quindi ha nominato un<br />

esperto (di quelli grossi, importanti<br />

e superpagati) e battuto cassa, ahilui<br />

senza risultato, con i sindaci.<br />

Insomma, quando chiami un<br />

esperto per farti spiegare come si<br />

esce da una crisi vuol dire che la<br />

crisi c'è.<br />

Ecco la Verità n°1<br />

Il superesperto ha certificato le<br />

difficoltà ed ha prospettato, per<br />

evitare l'alternativa di portare i libri<br />

in tribunale, una possente<br />

ristrutturazione dell'Alto Calore e<br />

una ricapitalizzazione da parte dei<br />

sindaci, soci pubblici: ognuno a<br />

seconda della propria quota,<br />

avrebbe dovuto sganciare denaro.<br />

Per la verità n°1 tutto il consiglio di<br />

amministrazione si è schierato a<br />

favore. Quindi, la catastrofe era<br />

imminente. Poi è successo che i<br />

sindaci di fare debiti per coprire<br />

l'Alto Calore (loro per primi sanno<br />

che tipo di carrozzone sia visto che<br />

hanno notevolmente contribuito a<br />

metterlo su) non ne hanno voluto<br />

sapere.<br />

Ed ecco che viene organizzata<br />

la verità N°2.<br />

Michelangelo Ciarcia, ex sindaco<br />

dem di Venticano, eletto quasi con<br />

un plebiscito, incassata la sconfitta<br />

sulla ricapitalizzazione, ingrana la<br />

retromarcia e manda alle ortiche lo<br />

studio del superesperto. Bussa a<br />

soldi alla Regione.<br />

Carlo Sibilia, che dopo qualche<br />

anno in mezzo ai politici qualcosa<br />

di politica inizia a masticarla,<br />

capisce che aver costretto il sindaco<br />

Ciampi all'Aventino sull'Alto<br />

Calore è stato un errore fatale e<br />

s'inserisce nella crisi (di cui alla<br />

verità n°1) offrendo un tavolo al<br />

Mise.<br />

Domenico Biancardi, nel frattempo<br />

eletto presidente della Provincia,<br />

facendo di necessità virtù, sposa la<br />

verità n°2 e la fa sua chiamando a<br />

sé tutti i sindaci. L'urgenza, a questo<br />

punto, si dissolve. L'Alto Calore<br />

non è più con l'acqua alla gola ma<br />

può farcela da solo. Dispone di<br />

liquidità sufficiente per chiedere un<br />

prestito, magari, con gli auspici di<br />

Carlo Sibilia, a Cassa Depositi e<br />

Prestiti (che poi è la cassaforte di


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allo sfascio dei conti senza rimedi<br />

PAGHIAMO<br />

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8 GENNAIO 2019<br />

Poste Italiane).<br />

Fosse vero, sarebbe una pacchia:<br />

meglio della Cassa per il<br />

Mezzogiorno. Ora si fa melina. Si<br />

procede con calma. Tutte le<br />

preoccupazioni, da De Stefano a<br />

Ciarcia, vengono anestetizzate.<br />

Bromuro viene sparso anche sui<br />

comici che con l'Alto Calore hanno<br />

allestito macchiette e pazziarelle per<br />

mesi.<br />

È la verità n°3<br />

quella che viene negata<br />

L'Alto Calore i debiti da capogiro ce<br />

li ha perché com'è organizzato non<br />

va bene. Se pure avesse i soldi in<br />

prestito, nel giro di qualche anno e<br />

di nuove baldorie, la zizzinella<br />

sarebbe punto e a capo. Alto Calore<br />

va ristrutturato. Ripulito.<br />

Dagli sprechi. Dai dipendenti inutili.<br />

Dai sindacati (quelli legati alle<br />

segreterie dei partiti) che per anni<br />

sono ingrassati girandosi dall'altra<br />

parte quando, al contrario, andavano<br />

fatte volare sedie e scrivanie. La<br />

verità n°3 prevede che qualcuno<br />

s'intesti la ristrutturazione e vada giù<br />

di ramazza, aprendo porte e finestre,<br />

liberando gli uffici di corso Europa<br />

da scheletri, ricatti e imbrogli. Ma<br />

tutti hanno paura di farlo.


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allo sfascio dei conti senza rimedi<br />

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30 GENNAIO 2019<br />

POZZOLI<br />

QUELLA<br />

RELAZIONE<br />

PERICOLOSA<br />

DI FEDERICO FESTA


La fluidità di cassa, ovvero<br />

il maggiore afflusso di<br />

denaro contante, sta<br />

creando due effetti<br />

positivi e un pericoloso<br />

rischio presso l'Alto Calore spa.<br />

Districandosi tra tre verità possibili,<br />

i vertici della società e i soci stanno<br />

giocando con il fuoco partendo dal<br />

solito presupposto: è acqua, deve<br />

essere pubblica, qualcuno<br />

pagherà. In più, ci sono i vari<br />

comitati che, sbracciandosi in difesa<br />

dei diritti, come per ogni buona<br />

intenzione stanno lastricando la<br />

strada che porta all'inferno.<br />

Mano ai fatti.<br />

Pozzoli. Verità n°1. L'Alto Calore,<br />

nero su bianco, è afflitto da 134<br />

milioni di debiti. Stanno in bilancio.<br />

134 milioni di debiti sono pari a 3,4<br />

volte il fatturato generato. E il<br />

fatturato è una marea che porta<br />

liquidità ogni giorno, ogni santo<br />

giorno. Il 54,9% di questo mare di<br />

denaro viene a scadenza, deve<br />

essere pagato entro l'ultima<br />

settimana di aprile. Di qui, secondo<br />

la proposta dello studio Pozzoli, la<br />

necessità di reperire i 50 milioni di<br />

euro nell'ambito di una<br />

ricapitalizzazione da parte dei soci.<br />

Le inchieste giudiziarie avviate per<br />

la mancata riscossione di una<br />

montagna di crediti (al 31/12/2017<br />

superavano i 69 milioni pari all'80%<br />

dell'ammontare complessivo dei<br />

crediti v/utenti) hanno convinto<br />

l'Alto Calore ad affidarsi ad una<br />

società esterna per il recupero: la<br />

Crearci.<br />

Di qui i due effetti positivi, la<br />

liquidità di cassa: la Crearci ha<br />

escusso 17 milioni di crediti da<br />

riscuotere riuscendo ad incassare<br />

1,7 milioni. Questo nei primi sei<br />

mesi del 2018 con altri incassi<br />

maturati nella seconda metà. Di qui<br />

la possibilità, da parte della società<br />

di fronteggiare parte dei debiti più<br />

urgenti tra i quali quelli (molto,<br />

molto strani) verso enti<br />

previdenziali. Ne è derivato il<br />

secondo effetto positivo: il Durc si<br />

è ripulito, dopo 10 anni consecutivi<br />

di irregolarità, dieci anni, rendendo<br />

possibile a cascata l'incasso di tanti<br />

crediti che l'Alto Calore vantava nei<br />

confronti di enti pubblici. Per essere<br />

più chiari: nessuno pagava l'Alto<br />

Calore perché era l'Alto Calore a<br />

non avere la dichiarazione unica di<br />

regolarità contributiva: nessun ente<br />

pubblico, ovvero lo Stato, può dare<br />

soldi a chi non è in regola. Il<br />

combinato disposto, effetti positivi<br />

della Crearci e Durc ripulito hanno<br />

fatto arrivare, per cassa, molti, molti<br />

soldi.<br />

Ma l'inghippo c'è. E' liquidità già<br />

calcolata in bilancio, fa cassa non<br />

finanza. E' come se si fossero<br />

raddoppiate, al capezzale della<br />

società Alto Calore, le bombole di<br />

ossigeno: il paziente respira meglio,<br />

ma la malattia resta grave,<br />

gravissima. Si calcola che a fine<br />

anno finanziario l'Alto<br />

Calore chiuda il bilancio con un<br />

debito record da 144 milioni di<br />

euro. Il perché è sempre nello studio<br />

Pozzoli. La proiezione è semplice:<br />

la prospettiva di incassare gli oltre<br />

40 milioni di fatturato è irrealistica.<br />

E, come nel 2015 con un sacrificio<br />

di oltre 20 milioni di<br />

euro, dell'enorme massa di crediti<br />

non riscossi l'Alto Calore dovrà<br />

svalutarne almeno il 18%, per<br />

allinearsi sempre di più ad un


pareggio reale “tra la dimensione<br />

economica dei ricavi e quella di<br />

concreto flusso finanziario”.<br />

Ecco il rischio, ecco la verità prima<br />

proposta come unica via d'uscita e poi<br />

negata, messa da parte e sostituita con<br />

la verità N° 2, quella che lo stesso<br />

Michelangelo Ciarcia – quando si<br />

doveva approvare il piano Pozzoli nel<br />

luglio del 2018 - negava essere<br />

possibile: farsi pagare i debiti o dalla<br />

Regione o con un prestito dalla Cassa<br />

Depositi e Prestiti. Logica politica, da<br />

consorzio idrico anni '70, non da<br />

società.<br />

Ma nel frattempo, il conto alla rovescia,<br />

il possibile crack finanziario, ha davanti<br />

a sé solo tre mesi e Ciarcia è alla guida<br />

di una spa, non sta giocando a<br />

Monopoli.<br />

I due bubboni sono i costi energetici e<br />

il personale. Sui costi energetici,<br />

derivati da anni di mancata<br />

programmazione (finché le banche<br />

anticipavano si mangiava e si<br />

mangiava, al diavolo tutto il resto),<br />

basta pensare che per<br />

risparmiare due milioni<br />

all'anno, l'Alto Calore ha<br />

chiesto (alla Regione,<br />

ovviamente) otto<br />

milioni di euro per<br />

ammodernare la<br />

centrale di Cassano.<br />

Otto milioni che,<br />

chiaramente, non<br />

c'entrano con i 50<br />

milioni che vogliono da<br />

De Luca.<br />

Il personale, quello che<br />

nessuno vuole mai<br />

prendere in considerazione, Pozzoli lo<br />

reputa superiore al 44% della media<br />

nazionale per società simili. Il<br />

Contratti<br />

da superstar:<br />

ma ora ci sono<br />

130 esuberi<br />

personale, 297 dipendenti, costa 17,9<br />

milioni di euro all'anno. Prendono<br />

l'impossibile, sono<br />

tutti generali e oltre<br />

alla tredicesima<br />

incassano pure la<br />

14esima.<br />

Pensate<br />

che nel<br />

2015<br />

erano<br />

408.<br />

Un caso record<br />

anche per il sud,<br />

dove, per pudore, le<br />

altre società si sono<br />

fermate al 27, 28%<br />

dei ricavi di vendita.<br />

Gli esuberi, quelli che non servono e<br />

che l'Alto Calore ha assunto, sono<br />

130. Lo dice Pozzoli, non noi. Ci sono<br />

62 dipendenti che (oggi) potrebbero<br />

essere avviati al prepensionamento<br />

(nel triennio sono 90)<br />

ma i sindacati stanno facendo uno<br />

ostruzionismo cieco: siamo al<br />

negazionismo della catastrofe, come i<br />

suonatori di violino sul ponte sette del<br />

Titanic. In più, in questo periodo c'è la<br />

possibilità per molti di loro di “migrare”<br />

in altre società di Rete/Consorzio<br />

aggiudicatario, grazie a fondi regionali<br />

disponibili. Ma anche su questo non c'è<br />

determinazione. E poi chi lascia un<br />

posto di lavoro dove la stragrande<br />

maggioranza è pagata per non servire?<br />

Finita la disponibilità di cassa e tornati<br />

al pettine tutti i debiti da pagare entro<br />

aprile, l'Alto Calore con queste cose<br />

dovrà fare i conti: 144 milioni di euro<br />

di debiti pure la politica anni '80<br />

avrebbe avuto quale difficoltà a<br />

ripianarli. La verità n°2 ha tre mesi di<br />

tempo. Poi c'è il crack.<br />

Il 54,9% di 134 milioni<br />

di debiti da pagare<br />

scade entro aprile


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23 AGOSTO 2019<br />

DALLA PRIMA<br />

LETTERA DI LUCA<br />

SULLA<br />

GENERAZIONE<br />

SCELLERATA<br />

DI FEDERICO FESTA


Uno spesso non parla per<br />

stanchezza. Per l'inutilità del<br />

rito dell'opinione contro.<br />

Prevale l'idea, tutta personale,<br />

d'essere rompiscatole per vecchiaia<br />

o per partito preso, perché, a una<br />

certa età, ammettiamolo, è da<br />

orticaria la possibilità che altri<br />

possano pure avere ragione.<br />

Partiamo da questo incistato: “...una<br />

generazione scellerata di<br />

amministratori miopi ed egoisti...”<br />

che è un capolavoro.<br />

E' tratto, pari pari, dalla prima lettera<br />

ai Corinzi del vangelo secondo<br />

Luca (Cipriano ndr) che reca in sé<br />

un feroce ammonimento rivolto al<br />

sindaco: primo, non ridere.<br />

Ora, sempre per idea<br />

personalissima, Gianluca Festa<br />

potrà non essere una cima di<br />

intelligenza politica ma,<br />

frequentando Umberto Del Basso<br />

De Caro, non può essere confuso<br />

per una educanda di primo pelo.<br />

Però pensare di riaprire il dialogo<br />

dandogli dello stolto (in ore<br />

stultorum) è come voler cogliere<br />

fiori utilizzando una pala<br />

meccanica.<br />

Dev'essere costata tanto quella<br />

lettera a Cipriano.<br />

Sa di falso, contingentato: possibili<br />

politiche, regionali alle porte, il<br />

commissario del partito che deve<br />

pur fingere una qualche esistenza in<br />

vita. E' chiaro che a Cipriano quella<br />

lettera qualcuno l'ha chiesta. E lo<br />

spin doctor gli ha suggerito di<br />

spargere qua e là qualche goccia di<br />

curaro.<br />

Al pistolotto sul momento grave e<br />

sulla responsabilità comune non<br />

crede più nessuno: con Festa il<br />

confronto è di potere per il potere.<br />

Punto. Nient'altro può e potrà mai<br />

legare i due: neanche un caffé al bar.<br />

E la prova è quella frase “...una<br />

generazione scellerata di<br />

amministratori miopi ed ogoisti...”.<br />

Sì, è vero: Avellino è stata in mano<br />

ai barbari per decenni. Dal caos<br />

architettonico seguito al terremoto,<br />

al saccheggio di ogni collina libera,<br />

all'assenza di una strategia che non<br />

sia stata fare soldi (ricchezze<br />

personali) e aumento del consenso.<br />

Il pre dissesto che limiterà gli asili<br />

nido in città è figlio di una<br />

generazione non di miopi o di<br />

egoisti, ma di ladri, mariuoli di<br />

futuro.<br />

Era la quinta di ogni comizio di<br />

Luca Cipriano ed ha rappresentato<br />

il suo sponsor per la candidatura con<br />

il Pd.<br />

E' la stessa generazione che ha<br />

creato un buco da 136 milioni di<br />

euro all'Alto Calore e che adesso<br />

elemosina altri fondi pubblici per<br />

tirare a campare, mentre per intere<br />

settimane a 40 gradi intere zone<br />

dell'arianese sono state lasciate<br />

senz'acqua.<br />

Non sono miopi. Scrutano tutto,<br />

attenti, famelici ai loro posti, a<br />

difendere i loro incarichi. Dopo<br />

pochi minuti dal suicidio politico di<br />

Salvini già si accapigliavano per le<br />

candidature: tu in Alta Irpinia, io<br />

qui...<br />

Egoisti? Macché. Sereni grazie a<br />

pensioni da seimila euro al mese<br />

sono tutti concentrati a fare spazio a<br />

figli, nipoti e amanti.<br />

Un consiglio gratuito a<br />

Cipriano: lasci perdere la città, non<br />

c'è più niente, i suoi amici della<br />

generazione scellerata si sono<br />

mangiati tutto.


ALTO CALORE<br />

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Dall’idea di Sullo di unire i Comuni<br />

allo sfascio dei conti senza rimedi<br />

PAGHIAMO<br />

DOMANI<br />

29 GIUGNO 2020<br />

CIARCIA,<br />

LA CANDIDATURA<br />

E IL CETRIOLO<br />

CHE AVANZA<br />

SEMPRE<br />

DI FEDERICO FESTA


In principio il Ciarcia papabile alle<br />

Regionali era il figlio. Il biondino<br />

molto attivo sui social. Poi, sai com’è:<br />

tra Peppo e Peppo mio… la scelta non è<br />

stata difficile.<br />

Lo hanno quasi costretto. Un dovere<br />

accettare, quello di Michelangelo. E<br />

nessuna incertezza: lui potrà svolgere<br />

entrambi i ruoli senza incepparsi da<br />

qualche parte: “È mia intenzione<br />

proseguire il mio impegno per la<br />

salvaguardia e il rilancio della gestione<br />

idrica pubblica, portato avanti con<br />

dedizione, perseveranza e dialogo<br />

istituzionale”.<br />

No. Non è una comica. Lo ha detto lui,<br />

Michelangelo Ciarcia, prima di citare<br />

Moro, sai com’è: se uno deve darsi<br />

importanza o c’è Moro o altrimenti<br />

declini Dorso.<br />

Rilancio della gestione idrica pubblica:<br />

della serie “non pensate che lasci l’Alto<br />

Calore”, la gallina dalle uova d’oro, la<br />

mammella alla quale tutti i partiti, prima<br />

o poi, vanno a sfamarsi quando devono<br />

trovare colonne infami di voti.<br />

L’investitura, poi, è di quelle autorevoli:<br />

l’area Dem, quella di Enzo De Luca.<br />

L’ex senatore, ex assessore, ex sponsor<br />

del sindaco Foti fu il primo ad utilizzare<br />

il metodo capuozzo per lanciarsi come<br />

la donna cannone nel panorama<br />

regionale, schierando al suo fianco tutti<br />

i dipendenti dell’ente idrico. Tutti<br />

promossi con un tocco di bacchetta<br />

magica.<br />

Quando Pozzoli (il consulente che è<br />

stato chiamato a spiegare come si rientra<br />

da 120 milioni di debiti, nel frattempo<br />

diventati 140, milione più, milione<br />

meno) ha analizzato il costo dei<br />

dipendenti Alto Calore ha perso intere<br />

nottate per descrivere il disastro senza<br />

parlare di disastro: troppi e, secondo il<br />

contratto di categoria, i più pagati in<br />

Italia.<br />

Con l’orda sindacale silente e complice<br />

a colpi di settimi livelli e infinite<br />

assunzioni di mogli, figli e amanti.<br />

A proposito.<br />

Ciarcia il rilancio della gestione idrica lo<br />

immagina con i soldi di Cassa depositi e<br />

prestiti (almeno 50 milioni di euro) e con<br />

i soldi della Regione (un’altra ventina di<br />

milioni di euro).<br />

Ora, se diamo 70 milioni di euro a un<br />

idraulico, pure lui si mette a fare azienda<br />

e magari dopo un paio d’anni la rete<br />

idrica non lascia per strada il 30 per cento<br />

della sua portata.<br />

Uno che è a capo di un’azienda che ha<br />

più di 100 milioni di euro di debiti, solo<br />

a pensare a una candidatura dovrebbe<br />

essere preso con il lanciafiamme caro al<br />

Governatore.<br />

Se ti schieri con un partito poi con quale<br />

faccia vai a chiedere ai tavoli istituzionali<br />

l'aiuto anche di tutti gli altri?<br />

Che l’Irpinia abbia il bacino idrico più<br />

esteso del Mezzogiorno ma pratichi,<br />

all’utente finale, il costo più esoso per i<br />

consumi idropotabili era e resta un<br />

dettaglio: tra Peppo e Peppo mio basta<br />

che avanzi un cetriolo per sapere come<br />

va a finire.<br />

Guida l’Alto Calore<br />

sommerso<br />

da debiti e disservizi,<br />

ma troverà il tempo<br />

per fare a botte nel Pd


ALTO CALORE<br />

Otto<br />

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<strong>Riavvolgi</strong><br />

Otto<br />

Dossier<br />

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DOSSIER<br />

Dall’idea di Sullo di unire i Comuni<br />

allo sfascio dei conti senza rimedi<br />

PAGHIAMO<br />

DOMANI<br />

7 SETTEMBRE 2021<br />

LA SVOLTA<br />

DELLA PROCURA<br />

«DICHIARATE<br />

FALLITA<br />

LA SOCIETÀ»<br />

DI PAOLA IANDOLO


è stato<br />

firmato direttamente<br />

dal procuratore Capo<br />

Avellino, Domenico<br />

ILprovvedimento<br />

Airoma. E' lui che si è<br />

occupato personalmente della vicenda<br />

(non ancora terminata) dei debiti<br />

dell'Alto Calore servizi, a partire da<br />

2019 fino ad oggi con la firma del<br />

provvedimento di richiesta di<br />

fallimento per l'ente idrico. Le indagini,<br />

coordinate appunto dalla procura di<br />

Avellino con l'ausilio dei Finanzieri del<br />

Nucleo di Polizia Economico-<br />

Finanziaria della Guardia di Finanza<br />

del Comando Provinciale di Avellino,<br />

si sono articolate nell'analisi<br />

approfondita dei dati societari contabili<br />

e fiscali, con acquisizioni documentali<br />

ed escussione di persone interessate, tra<br />

i quali rappresentanti governativi<br />

nazionali e della Regione Campania,<br />

della Provincia di Avellino e dei<br />

Comuni partecipanti all'azionariato<br />

dell'Alto Calore, società in house con<br />

capitale interamente detenuto da enti<br />

pubblici.<br />

Il dato accertato è quello di una<br />

profonda crisi aziendale, con risultati<br />

annui di esercizio caratterizzati da un<br />

trend costantemente negativo da più di<br />

un decennio e un'esposizione debitoria<br />

giunta ormai, in assenza di prospettive<br />

di concreto risanamento, a quasi 150<br />

milioni di euro. In poche parole su 80<br />

milioni di euro di crediti messi a<br />

bilancio, 72 milioni di euro sono<br />

inesigibili perché caduti in prescrizione.<br />

E stessa fine hanno fatto il 50% dei<br />

piani di rateizzazione richiesti dagli<br />

utenti, che hanno saldato solo le prime<br />

rate e poi hanno smesso di pagare.<br />

In questi numeri, oltre ai 150 milioni di<br />

euro, risiedono i presupposti della<br />

richiesta di fallimento avanzata dalla<br />

procura per l’Alto Calore, accertamenti<br />

partiti a seguito dell’ipotesi di reato,<br />

formulata nei confronti<br />

dell’amministratore unico di Corso<br />

Europa Michelangelo Ciarcia, di false<br />

comunicazioni sociali.<br />

Ai finanzieri è bastato dare uno<br />

sguardo alle bollette emesse dall’Alto<br />

Calore per capire che qualcosa non<br />

andasse: gli uffici di Corso Europa si<br />

erano prodigati per recuperare letture<br />

degli ultimi 5 anni, scrivendo poi però<br />

che potevano essere richiesti solo gli<br />

accertamenti degli ultimi due anni,<br />

essendo il resto finito in prescrizione:<br />

un utente poco attento però avrebbe<br />

potuto pagare l’intero importo richiesto.<br />

Purtroppo, il primo effetto del<br />

provvedimento è stato proprio quello<br />

che temeva Ciarcia, un passo indietro<br />

da parte degli istituti di credito. Le<br />

banche hanno già bloccato due mutui<br />

da un totale di 12 milioni di euro. Ma<br />

la vicenda giudiziaria, ovviamente, è<br />

solo all'inizio. Da parte della Procura c'è<br />

soltanto una richiesta, a decidere però<br />

dovrà essere il giudice. L'udienza è<br />

stata fissata per il 19 ottobre presso il<br />

tribunale di Avellino, sezione<br />

fallimentare. In questo frangente è<br />

importante il lavoro dei legali di<br />

Ciarcia, che dovranno produrre<br />

memorie difensive per dimostrare la<br />

bontà del piano di risanamento portato<br />

avanti durante gli anni del mandato<br />

Ciarcia. Nello stesso tempo Ciarcia si<br />

aspettava questo passaggio della<br />

Procura, anche perché in tutti questi<br />

mesi di suo mandato ha aperto le porte,<br />

quasi tutti i giorni, ai finanzieri di<br />

Avellino che hanno acquisito<br />

documenti e faldoni presso la sede di<br />

Corso Europa. Insomma, una indagine<br />

di cui erano a conoscenza tutti,<br />

compreso l'amministratore unico.


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Dossier<br />

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Dall’idea di Sullo di unire i Comuni<br />

allo sfascio dei conti senza rimedi<br />

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DOMANI<br />

18 SETTEMBRE 2021<br />

ACQUA<br />

BENE COMUNE<br />

SINDACATI<br />

PREOCCUPATI<br />

DAI PRIVATI<br />

DI ANGELO GIULIANI


Per i sindacati ha il sapore<br />

della beffa la richiesta di<br />

fallimento avanzata dalla<br />

Procura della Repubblica<br />

di Avellino nei confronti<br />

dell'Alto Calore. La Cgil di Avellino<br />

del segretario Franco Fiordellisi, con<br />

le categorie, lotta da sempre per<br />

l'acqua come bene comune. “così,<br />

come avevamo già detto in tempi<br />

non sospetti anche per la gestione del<br />

PNRR e delle infrastrutture - si deve<br />

adesso aprire una discussione con la<br />

Provincia e con gli enti locali soci<br />

sulla gestione del servizio idrico<br />

integrato in provincia di Avellino nel<br />

Sub ambito Calore, per provare a<br />

fare una Newco. Avviare un<br />

confronto, anche se in netto ritardo,<br />

è ancora utile visto quello che sta<br />

accadendo con i Cgs e in Alto<br />

Calore. Cose temute e dette dalla<br />

Cgil ormai molti anni fa, con la<br />

gestione D’Ercole-Abate, e poi De<br />

Stefano per un concordato che<br />

mettesse in sicurezza la gestione<br />

pubblica complessiva della risorsa<br />

idrica”. “Oggi dobbiamo rincorrere<br />

– prosegue Fiordellisi - e come detto<br />

nel decennale del referendum<br />

sull'Acqua bene comune chiediamo<br />

alla provincia, socio, e a tutti gli altri<br />

enti di prevedere un’azione<br />

concertata per tutelare i lavoratori e<br />

la risorsa con una società pubblica<br />

Che lasciando da parte vecchie<br />

logiche recuperi le competenze e<br />

operi in Economia, efficienza ed<br />

Efficacia, per il bene del territorio<br />

che della risorsa acqua ha ampi<br />

giacimenti ma ha avuto una<br />

bruttissima gestione. La<br />

sollecitazione del sindacato di via<br />

Padre Paolo Manna è quella di una<br />

discussione Politica ampia e sincera<br />

per riaffermare il diritto all'acqua<br />

pubblica ma anche alle opportunità<br />

offerte da una buona gestione del<br />

servizio idrico in termini di utilità per<br />

i cittadini, di attività in infrastrutture,<br />

tutela ambientale e lavoro dignitoso.<br />

Anche le Rsu di Alto Calore<br />

esprimono la propria forte<br />

preoccupazione di fronte<br />

all’iniziativa della Procura. “Siamo<br />

al cospetto di una decisione che<br />

potrebbe produrre effetti devastanti<br />

sul patrimonio idrico e pubblico dei<br />

Comuni soci di Acs e dell’Ente<br />

Provincia di Avellino – tuona Vito<br />

Guerriero - La mole di debiti della<br />

partecipata di Corso Europa non è<br />

una novità, cosi come i crediti vantati<br />

dagli utenti morosi, ma questa<br />

situazione non deve rappresentare<br />

una possibilità per privatizzare la<br />

gestione idrica nel territorio. In un<br />

momento dove si iniziavano a vedere<br />

indicatori positivi, frutto di un lavoro<br />

svolto negli ultimi due anni, arriva<br />

una doccia fredda che gela anni di<br />

lavoro ed un continuo impegno da<br />

parte delle maestranze. Siamo<br />

fiduciosi rispetto al lavoro dell'<br />

Autorità Giudiziaria ma non bisogna<br />

abbassare la guardia, si deve avere la<br />

consapevolezza che gli “avvoltoi” si<br />

sono alzati in volo e sorvolano il<br />

territorio. La soluzione del privato<br />

non rappresenta alcuna guarigione,<br />

anzi. La priorità per i sindacati è<br />

rispettare e tutelare la risorsa idrica<br />

che non deve essere un’ opportunità<br />

– conclude Guerriero - per chi vuole<br />

fare affari impadronendosi della<br />

gestione idrica, ma deve essere una<br />

possibilità per gli amministratori di<br />

questa provincia di difendere il<br />

territorio e rivalutare le risorse<br />

interne”.


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Dall’idea di Sullo di unire i Comuni<br />

allo sfascio dei conti senza rimedi<br />

PAGHIAMO<br />

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20 SETTEMBRE 2021<br />

IL SINDACO<br />

DI CASSANO<br />

VECCHIA:<br />

«UNA MORTE<br />

ANNUNCIATA»<br />

DI SIMONETTA IEPPARIELLO


Una valanga di debiti<br />

maturata nei decenni e<br />

l'incubo di un fallimento<br />

da 150 milioni di euro. I<br />

sindaci di decine di piccoli<br />

comuni, già alle prese con finanze in<br />

difficoltà, ora temono che a rischio ci<br />

sia la stessa erogazione del servizio<br />

idrico.<br />

“Senza nulla eccepire sulla correttezza<br />

di una inchiesta, che fa luce tra carteggi<br />

e debiti che risalgono nel tempo –<br />

spiega il sindaco Salvatore Vecchia,<br />

primo cittadino di Cassano Irpino -,<br />

quello che fa specie è che l'Irpinia rischi<br />

di vedersi scippare ancora una volta<br />

l'acqua. Che l'Alto Calore avesse<br />

problemi era cosa nota a tutti. Si tratta<br />

di una cronaca di una morte annunciata.<br />

Ma servono soluzioni efficaci che non<br />

fermino il servizio, innanzitutto, e<br />

garantiscano la natura pubblica<br />

dell'ente. Attualmente proprio sull'Acs<br />

si stanno consumando scontri politici<br />

senza senso. A pagare il prezzo più alto<br />

di questo terremoto giudiziario<br />

sarebbero i cittadini, gli utenti”.<br />

Secondo Vecchia, sindaco del comune<br />

della sorgente per eccellenza in Irpinia,<br />

i rischi potenzialmente derivanti dal<br />

fallimento per la mole debitoria<br />

cumulata per 150 milioni di euro sono<br />

troppi, ma la soluzione più efficace<br />

sarebbe quella di interpellare<br />

l'Acquedotto Pugliese. “Si tratta di un<br />

ente del settore, interamente a<br />

partecipazione pubblica. Senza<br />

dimenticare che Acquedotto Pugliese<br />

già serve 13 comuni irpini e senza<br />

dimenticare che si tratta di un ente con<br />

le finanze pienamente in attivo. Per il<br />

2019 ha chiuso un bilancio con 40<br />

milioni di utili, solo per fornire qualche<br />

cifra che possa dare contezza della<br />

struttura. Credo che l'ingresso di<br />

Acquedotto Pugliese possa fornire una<br />

soluzione efficace”.<br />

Dal canto suo il sindaco di Summonte<br />

Pasquale Giuditta invoca le dimissioni<br />

del Presidente di Acs Michelangelo<br />

Ciarcia. “Ho inviato una missiva al<br />

presidente dell'Alto Calore chiedendo<br />

che venga convocata con urgenza<br />

l'assemblea dei soci – spiega Pasquale<br />

Giuditta -. Serve chiarezza sulla<br />

situazione giuridico finanziaria dell'Acs<br />

e sul piano che possa garantire la<br />

sopravvivenza e le finanze dell'ente.<br />

Solo i soci potranno decidere sul da<br />

farsi”.<br />

Anche Giuditta continua a rimarcare<br />

l'urgenza di assicurare la natura<br />

pubblica della risorsa.<br />

“C'è da fare un distinguo sull'intervento<br />

politico registrato su questo caso.<br />

L'intervento del sottosegretario Sibilia<br />

è stato di generoso impegno per<br />

salvaguardar gli interessi dell'ente.I<br />

pentastellati, conVincenzo Ciampi,<br />

hanno avuto il merito di sollevare il<br />

velo. Risultano invece inaccettabili le<br />

influenze politiche che negli anni hanno<br />

determinato scetticismo e disamore<br />

verso l'ente anche da parte degli<br />

amministratori pubblici”.<br />

L'ingresso<br />

di Acquedotto Pugliese<br />

potrebbe salvare<br />

il bene comune


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allo sfascio dei conti senza rimedi<br />

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18 SETTEMBRE 2021<br />

L’IPOTESI<br />

ECCO I DEBITI<br />

COMUNE<br />

PER COMUNE<br />

(PER QUOTE)<br />

DI FEDERICO FESTA


Una sentenza<br />

sfavorevole<br />

porterebbe<br />

ogni socio<br />

dell'Alto<br />

Calore servizi spa a rispondere<br />

del debito, ripartendolo in base<br />

alle quote societarie possedute.<br />

Ecco, Comune per Comune,<br />

cosa potrebbe accadere. Ovvero<br />

per quanto sono esposti i<br />

sindaci che per almeno dieci<br />

anni (è il periodo di riferimento<br />

assunto dalla Procura di<br />

Avellino) hanno continuato ad<br />

approvare i bilanci pur sapendo<br />

che le cose non andavano per il<br />

verso giusto.<br />

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PER COMUNE DELL’IRPINIA<br />

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PER COMUNE DEL SANNIO<br />

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20 SETTEMBRE 2021<br />

PAROLA<br />

ALL’ESPERTO<br />

PENNETTA:<br />

«PRIVATIZZARE<br />

UNICA STRADA»<br />

DI ROSSELLA STRIANESE


Si avvicina la data del 19<br />

ottobre, prima udienza<br />

fissata dal Tribunale<br />

fallimentare per discutere<br />

del buco dell'Alto Calore.<br />

La società di servizi che gestisce la<br />

captazione e la distribuzione dell'acqua<br />

in Irpinia e Sannio rischia il fallimento<br />

dopo che è stato accertato un debito da<br />

150 milioni per cui è intervenuta la<br />

Procura.<br />

Degli scenari che si configurano con la<br />

possibilità che il fallimento di Alto<br />

Calore venga conclamato, ne abbiamo<br />

parlato con Donato Pennetta, esperto<br />

avvocato amministrativista, ex<br />

assessore ad Avellino.<br />

“C'è un dato purtroppo consolidato che<br />

è l'ammontare del debito pregresso.<br />

Con Michelangelo Ciarcia, attuale<br />

amministratore, c'è stato qualche<br />

segnale timido di inversione di<br />

tendenza ma insufficiente – spiega<br />

Pennetta - Ci sarebbe la strada di una<br />

ricapitalizzazione da parte dei Comuni<br />

soci, ma nelle condizioni odierne è<br />

impossibile, gli enti non hanno i soldi<br />

per far fronte ai servizi essenziali<br />

figuriamoci per ricapitalizzare l'Alto<br />

Calore”.<br />

Ma come siamo arrivati fino<br />

a questo punto?<br />

“La vicenda dell'Alto Calore purtroppo<br />

è la vicenda delle società pubbliche del<br />

centro sud. Ci sono tre grandi buchi<br />

neri: Roma, Napoli e la Regione Sicilia.<br />

I grandi debiti provengono da queste<br />

società partecipate usate come<br />

macchine elettorali e non come<br />

strumenti per organizzare servizi. Se<br />

produce preferenze elettorali non<br />

produce servizi di qualità, sono due<br />

cose inversamente proporzionali”. Da<br />

più parti si invoca un intervento della<br />

regione Campania. Ma Pennetta<br />

avverte.<br />

“Insistere sulla gestione pubblica di<br />

questo servizio sarebbe una follia.<br />

Potrebbe funzionare invece il sistema<br />

misto dove il pubblico controlla e<br />

indirizza e il privato gestisce. Trovati<br />

negli ultimi 20 anni un modello di<br />

società pubblica che abbia funzionato.<br />

La logica deve essere quella europea.<br />

Al centro il cittadino e la qualità del<br />

servizio. Il paradosso è che Alto calore<br />

ha il monopolio dell'acqua ed è in<br />

perdita. Ti devi impegnare parecchio ad<br />

andare in perdita quando hai un<br />

monopolio come quello?”<br />

Sullo sfondo però ci sono<br />

problemi oggettivi come una<br />

rete idrica obsoleta e i costo<br />

dell'energia che è aumentato<br />

negli ultimi anni.<br />

“Si certo, tutti problemi che<br />

conosciamo bene, e che sono lì da 30<br />

anni ma non è stato fatto nulla –<br />

aggiunge Pennetta – A Ciarcia va dato<br />

il merito di aver provato almeno d<br />

incidere sui consumi impropri, ma è<br />

una goccia nel mare. Tutti sapevano<br />

eppure si è andati avanti perché la cosa<br />

più importante era la clientela. Chi ha<br />

gestito l'Alto calore ha avuto migliaia<br />

di preferenze, per sé, per il partito, per<br />

questo sindaco o quell'altro. Nessuno si<br />

è preoccupato di chiedere conto della<br />

qualità del servizio, dandolo per<br />

scontato. Ora abbiamo un malato grave<br />

e nessuna classe dirigente in grado di<br />

curarlo”.

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