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Grafica di Annalisa Di Vito
Erano come una<br />
zattera<br />
alla deriva<br />
di <strong>Ottopagine</strong><br />
Le negatività trovate al mio arrivo avrebbero<br />
avuto esiti letali per l’azienda:<br />
ma adesso la rotta è stata invertita<br />
Grazie alle certificazioni e a procedure garantite<br />
<strong>Irpiniambiente</strong> ora naviga serena<br />
Per capire l’ordine di grandezza, 600 dipendenti,<br />
bisogna pensare alla Fiat di Flumeri prima della<br />
chiusura o agli anni ruggenti della potente Banca<br />
popolare dell’Irpinia: poco meno di due milioni di<br />
euro ogni mese solo per pagare gli stipendi base.<br />
Poi ci sono le manutenzioni dei mezzi, le spese<br />
correnti, gli onorari dei consulenti, gli investimenti<br />
da programmare, i contenziosi con i sindaci<br />
abituati all’andazzo di sempre: paghiamo domani!<br />
Lui, il professore Armando Masucci, è come un<br />
chimico dei fantasmi: lo chiamano al capezzale di<br />
aziende che sono a un passo dall’esalare l’ultimo<br />
respiro e lui le riporta in vita. Lavora a testa bassa<br />
e ha un segreto: non molla finché un guaio non<br />
è risolto, anche se deve lavorarci giorni su giorni,<br />
esaurendo fino a sfiancarle, tutte le persone che gli<br />
ruotano attorno. <strong>Irpiniambiente</strong> per il direttore<br />
generale è stata una sfida combattuta su due fronti:<br />
quello dei conti da mettere a posto e quello del<br />
fuoco amico ad orologeria, prerogativa dei cattivi<br />
politici, pronti a spararti addosso per dare spinta<br />
alla propaganda.<br />
L’ultima bordata vigliacca, partorita da uno sniper<br />
interessato: “Farà la fine dell’Alto Calore”, poi<br />
si scopre che è figlia di qualche debituccio non<br />
saldato e di una contingenza, triste attualità, molto<br />
negativa: il passivo mostruoso accumulato dall’Alto<br />
L’AZIENDA FORNIVA<br />
IL SERVIZIO A 800<br />
MENTRE LO PAGAVA<br />
<strong>10</strong>00
SITUAZIONE EREDITATA<br />
593 DIPENDENTI<br />
160 PERSONE<br />
INABILI AL SERVIZIO<br />
O IN PERMESSO
Calore, sul quale la Procura di Avellino ha aperto<br />
un procedimento.<br />
Masucci ha gli occhi vispi ed è un superattivo.<br />
Capisce l’antifona e glissa l’argomento spinoso:<br />
“Guardi, io polemiche non ne faccio perché le ritengo<br />
una inutile perdita di tempo. Posso rispondere con<br />
i numeri. Soprattutto, posso dirle, carte alla mano,<br />
quale era la situazione che ho trovato insediandomi<br />
alla guida di questa azienda”.<br />
Bene, mano ai conti allora.<br />
“Quando sono arrivato questa azienda aveva 50<br />
milioni di euro di crediti poche decine di contratti con<br />
i comuni serviti non riscossi e i dipendenti in sciopero<br />
sotto la sede perché senza liquidità non si riuscivano<br />
a pagare gli stipendi. E non è tutto. Convinti che<br />
un’azienda pubblica debba per forza chiudere uno o<br />
entrambi gli occhi all’occorrenza, i miei predecessori<br />
continuavano ad effettuare un servizio senza una<br />
verifica di un piano industriale atto a quantizzare<br />
l’equilibrio dei costi nella gestione del lavoro. Questo<br />
sì che a lungo andare avrebbe ricreato, ma certamente<br />
in minor tempo, un tracollo simile a quello dell’Alto<br />
Calore o, peggio, a quello che si è verificato alla<br />
Samte, l’azienda gemella di <strong>Irpiniambiente</strong><br />
partecipata dalla Provincia di Benevento, fallita e con<br />
centinaia di persone finite in strada”.<br />
Vada avanti, si liberi di ogni punto croce che le<br />
hanno cucito addosso…<br />
“Ci sono gli atti: al mio insediamento ho trovato su<br />
593 dipendenti ben 160 persone inabili, che non<br />
svolgevano alcuna mansione in modo completo.<br />
In pratica, pagavamo 593 dipendenti ma in 350<br />
dovevano fare il lavoro per tutti. L’azienda era<br />
costretta a quote di straordinario agghiaccianti.<br />
Non c’era una organizzazione, non erano stabilite<br />
le procedure, nessuna attività era stata avviata<br />
per effettuare nuove assunzioni e poter immettere<br />
forze fresche. E tutto questo avveniva con un piano<br />
industriale risalente al 20<strong>10</strong>, senza individuazione<br />
dettagliata dei centri di costo. Su 1<strong>10</strong> comuni della<br />
provincia di Avellino serviti e 40 della provincia di<br />
Benevento c’erano pochissimi contratti attivi con uno<br />
squilibrio di prestazioni e servizi erogati rispetto ai<br />
INFORTUNI<br />
ASSENTEISMO<br />
OGGI
SITUAZIONE EREDITATA<br />
GRAZIE A<br />
UN INVESTIMENTO DI<br />
900.000 EURO
costi di gestione.”<br />
Assenteismo, infortuni, come andava?<br />
“Le malattie professionali e gli asseriti impedimenti<br />
al lavoro erano su cifre insopportabili. Anche gli<br />
infortuni erano frequentissimi. Questo rendeva<br />
quasi impossibile la programmazione e una accurata<br />
gestione”.<br />
Sembra la declinazione, in carta copiativa, di<br />
quanto è accaduto alla Samte, a Benevento.<br />
Neanche i ripetuti appelli dell’allora presidente<br />
della Provincia ai sindaci sanniti, affinché<br />
collaborassero e pagassero almeno parte delle<br />
loro esposizioni, ha salvato quell’azienda. Se è<br />
vero quello che lei descrive, così come accaduto<br />
per decenni all’Alto Calore, dove anche i<br />
sindacati sono stati conniventi e corresponsabili<br />
con il disastro finanziario che copriva privilegi<br />
e imboscati, la chiave di volta, l’inversione di<br />
tendenza come l’ha realizzata?<br />
“Grazie al nuovo piano industriale, affidato ad<br />
una delle società più quotate in Europa, fortemente<br />
voluto dall’amministratore unico Antonio Russo,<br />
che ha condiviso ogni mia scelta, abbiamo ottenuto<br />
un controllo sistematico di costi e gestione. Inoltre<br />
il management ha portato ad ottenere le seguenti<br />
certificazioni: etica e trasparenza SA800, ISO<br />
9001:2015 per i sistemi di gestione di qualità e ISO<br />
14001:2015 per i sistemi di gestione ambientale che<br />
adesso identificano questa come una azienda modello,<br />
affidabile al <strong>10</strong>0 per cento nei confronti di Anac,<br />
degli enti con cui collaboriamo e, circostanza non<br />
meno importante, abbiamo linee di credito certe e<br />
garantite rispetto alle banche, che con <strong>Irpiniambiente</strong><br />
adesso lavorano in totale serenità”.<br />
Lei è saltato ai titoli di coda, ma c’è ancora<br />
da spiegare come è stata rimessa in ordine<br />
l’azienda.<br />
“Le malattie professionali si sono praticamente<br />
azzerate, abbiamo annullato 300 giorni di infortuni<br />
sul lavoro, le procedure sono fissate: adesso io so chi<br />
deve fare cosa e se quella cosa non viene fatta so chi è<br />
il responsabile. Gli straordinari contuinano ad essere<br />
sotto la lente di ingrandimento e con l’inserimento<br />
MARZO 2020<br />
CREDITI<br />
NON RISCOSSI<br />
PER 50 MILIONI<br />
DI EURO<br />
APRILE 2020<br />
SCIOPERO<br />
DEI DIPENDENTI<br />
PER IL RITARDO<br />
DEI PAGAMENTI<br />
OGGI(LUGLIO 2021)<br />
GIÀ INCASSATO<br />
L’80% DEI CREDITI
SITUAZIONE EREDITATA
del personale previsto hanno avuto un abbattimento<br />
notevole. Gli infortuni si sono abbassati del 47%<br />
in un solo anno, anche grazie all’investimento di<br />
900mila euro in sistemi di protezione e sicurezza<br />
per il personale prevalentemente per l’emergenza<br />
covid. Abbiamo immesso forze fisiche, eliminando<br />
i privilegi nel lavoro, ma, me lo lasci dire con una<br />
personale soddisfazione: abbiamo avviato e tra poco<br />
porteremo a termine la contrattualizzazione di tutti i<br />
Comuni che serviamo su notevole pressione dell’A.U.<br />
Dottor Antonio Russo. Devo evidenziare la presenza<br />
costante e la collaborazione su tutte le iniziative<br />
da parte del Presidente della Provincia Domenico<br />
Biancardi. Tutti adesso pagano assecondando il price<br />
cap, che regola i prezzi dell’operatore garantendo<br />
i clienti, stabilendo gli standard del servizio, e<br />
tutelando l’azienda che sa con sicurezza cosa deve fare<br />
e quanto deve farsi pagare”.<br />
Già, farsi pagare. La quota di Comuni morosi è<br />
ancora alta, vero?<br />
“Ci sono, inutile negarlo. Ma mettersi in pari<br />
conviene anche a loro. Noi i decreti ingiuntivi li<br />
facciamo partire senza se e senza ma. Poi i sindaci<br />
pagheranno con gli interessi a spese dei propri<br />
contribuenti e dovranno spiegare perché le tariffe sono<br />
più alte di altri posti. Guardi, a luglio di quest’anno<br />
avevamo già incassato quello che in tutto il 2020 non<br />
eravamo riusciti a fare. E le quote salgono sempre di<br />
più. Lo sa il segnale positivo che registriamo? Anche<br />
i Comuni più ostinati e quelli che fino a poco tempo<br />
fa preferivano organizzarsi con servizi alternativi<br />
adesso ci stanno chiedendo di rientrare. Ne abbiamo<br />
già una buona decina che chiedono di utilizzare<br />
<strong>Irpiniambiente</strong>”.
SITUAZIONE EREDITATA<br />
140 COMUNI TRA<br />
L’IRPINIA E IL SANNIO<br />
NEL 2020 UNA DECINA<br />
DI CONTRATTI ESISTENTI<br />
ENTRO FEBBRAIO 2022<br />
TUTTI CON CONTRATTO,<br />
CON TARIFFE<br />
CERTIFICATE<br />
E PROCEDURE ETICHE<br />
SA8000,<br />
ISO 14001 :2015,<br />
ISO 9001:2015
Gli alti e i bassi<br />
dei rapporti<br />
con i Comuni<br />
di <strong>Ottopagine</strong><br />
I contratti sottoscritti ex novo, i rinnovi ottenuti<br />
con i decreti: ecco per chi (e facendo cosa )<br />
<strong>Irpiniambiente</strong> si confronta tutti i giorni<br />
Il rapporto con le amministrazioni è il core<br />
business dell’azienda. Ovviamente, essendo un<br />
capitolo mediato da sensibilità politiche e qualità<br />
organizzative differenti, variabili da Comune<br />
a Comune, è come procedere su un terreno<br />
sconnesso. In poco più di un anno l’inversione di<br />
tendenza è netta, anche se il risultato finale, offrire<br />
un servizio preciso e ottenerne il giusto ristoro,<br />
presenta ancora delle criticità.<br />
Per una azienda la chiarezza nei rapporti è tutto.<br />
Soltanto i contratti, ovvero i rinnovi dopo<br />
l’approvazione delle nuove tariffe e procedure<br />
stabilite con il piano industriale, riescono a<br />
rappresentare punti di riferimento indifferibili. Al<br />
momento <strong>Irpiniambiente</strong> lavora in esclusiva per<br />
73 Comuni complessivamente. Con 26 Comuni<br />
gestisce il servizio di raccolta in condominio<br />
con aziende private, per sedici amministrazioni<br />
comunali <strong>Irpiniambiente</strong> effettuata esclusivamente<br />
lo smaltimento, in discarica o presso Stir.<br />
Tre Comuni della provincia di Avellino<br />
attualmente non effettuano neanche lo<br />
smaltimento degli indifferenziati.
Ad oggi, i Comuni con i quali sono stati sottoscritti atti<br />
di rinnovo e di rimodulazione attraverso la stipulazione<br />
di nuovi contratti, e che sono serviti esclusivamente da<br />
<strong>Irpiniambiente</strong> sono i seguenti:<br />
1 Ariano Irpino, in data 07/02/2019<br />
2 Atripalda, in data <strong>10</strong>/01/2019<br />
(anche spazzamento e servizi accessori)<br />
3 Avellino, in data 20/07/2017<br />
(anche spazzamento e servizi accessori)<br />
4 Cairano, in data 19/11/2018<br />
(anche spazzamento)<br />
5 Cervinara, in data 11/<strong>10</strong>/2017<br />
6 Guardia dei Lombardi, in data 06/09/2018<br />
7 Montemarano, in data 22/12/2016<br />
8 Pietrastornina, in data 31/<strong>10</strong>/2016<br />
9 Rotondi, in data 20/03/2017<br />
<strong>10</strong> Sant’Angelo dei Lombardi,<br />
in data 21/11/2019<br />
11 San Martino Valle Caudina,<br />
In data 26/<strong>10</strong>/2017<br />
12 Summonte, in data 05/06/2018.<br />
13 Taurasi, in data 17/05/2021<br />
In altri 50 Comuni il servizio di raccolta è effettuato esclusivamente<br />
da <strong>Irpiniambiente</strong> (attuazione del piano industriale<br />
con presa d’atto/delibera G.C. o C.C.):<br />
Aiello del Sabato, Bagnoli Irpino, Bisaccia, Candida, Capriglia Irpina,<br />
Cassano Irpino, Castel Baronia, Castelfranci,<br />
Castelvetere sul Calore, Contrada, Flumeri, Fontanarosa, Frigento,<br />
Gesualdo, Grottaminarda, Lauro, Luogosano,<br />
Manocalzati, Melito Irpino, Mercogliano<br />
(anche spazzamento), Mirabella Eclano, Montecalvo Irpino, Montefredane,Montaguto,<br />
Montella, Montemiletto, Monteverde,<br />
Moschiano, Mugnano del Cardinale, Nusco, Ospedaletto D’Alpinolo,<br />
Parolise, Paternopoli, Quadrelle, Quindici (anche spazzamento), San Nicola<br />
Baronia, San Potito Ultra, San Sossio Baronia, Santa Lucia di Serino,<br />
Sant’Angelo all’Esca, Savignano Irpino, Solofra, Sorbo Serpico, Sturno,<br />
Teora (anche spazzamento), Torella dei Lombardi, Tufo, Vallata,<br />
Vallesaccarda, Villamaina e Villanova del Battista.<br />
Nei seguenti 36 Comuni il servizio di raccolta è effettuato in parte<br />
dal Comune o da ditte private, ed è in essere proroga<br />
contratti/convenzioni con i Consorzi AV1 o AV2:<br />
Andretta, Aquilonia, Bonito, Calitri,<br />
Caposele, Carife, Cesinali, Chiusano San Domenico, Conza della<br />
Campania, Forino (anche spazzamento), Greci, Grottolella, Lacedonia,<br />
Lapio, Lioni,<br />
Montefalcione, Monteforte Irpino (anche spazzamento), Morra De<br />
Sanctis (anche spazzamento), Petruro Irpino,<br />
Pietradefusi, Prata Principato Ultra, Rocca San Felice, Salza Irpina,<br />
San Mango sul Calore, San Michele di Serino, Santa Paolina,<br />
Sant’Andrea di Conza,<br />
Sant’Angelo a Scala, Santo Stefano del Sole, Scampitella, Serino,<br />
Trevico,<br />
Venticano, Volturara Irpina, Torrioni, Zungoli.<br />
Nei sottoriportati 17 Comuni il servizio di raccolta è gestito<br />
in proprio dal Comune stesso od attraverso ditte private,<br />
con il conferimento, per alcuni, presso gli impianti di<br />
<strong>Irpiniambiente</strong>:<br />
Altavilla Irpina (indifferenziato impianto STIR)<br />
Avella ( indifferenziato e umido impianto STIR)<br />
Baiano (indifferenziato e umido impianto STIR)<br />
Calabritto, Casalbore, Chianche<br />
(indifferenziato impianto STIR)<br />
Domicella, Marzano di Nola<br />
(indifferenziato impianto STIR)<br />
Montefusco<br />
(indifferenziato ed umido impianto STIR)<br />
Montoro (indifferenziato ed umido impianto STIR)<br />
Pago del Vallo di Lauro<br />
(indifferenziato ed umido impianto STIR)<br />
Roccabascerana<br />
(indifferenziato ed umido impianto STIR)<br />
Senerchia, Sirignano<br />
(indifferenziato impianto STIR)<br />
Sperone (indifferenziato ed umido impianto STIR)<br />
Taurano (indifferenziato impianto STIR)<br />
Torre Le Nocelle (indifferenziato impianto STIR)
Rifiuti, firmato il<br />
contratto: a Teora<br />
l’impianto per<br />
20mila tonnellate<br />
di umido<br />
di <strong>Ottopagine</strong><br />
<strong>Irpiniambiente</strong> affida l’appalto a un consorzio di<br />
cooperative di Forlì, per un importo di 7 milioni<br />
L’Irpinia prova a recuperare i ritardi sulla<br />
realizzazione dell’impiantistica necessaria<br />
a chiudere il ciclo integrato dei rifiuti.<br />
Sottoscritto a Teora il contratto di appalto<br />
per i lavori di ammodernamento funzionale<br />
dell’impianto di compostaggio in località<br />
Fiumicello.<br />
Irpinimbiente, in qualità di stazione<br />
appaltante, ha affidato l’opera a un consorzio<br />
di cooperative di Forlì per un importo<br />
complessivo di 7 milioni di euro. Alla firma<br />
dell’atto sono intervenuti l’amministratore<br />
unico Antonio Russo e il direttore generale<br />
della società provinciale di gestione dei<br />
rifiuti, Armando Masucci con il delegato del<br />
consorzio di cooperative che si è aggiudicato<br />
l’appalto, Maurizio Errico.<br />
Il progetto esecutivo di tutti gli interventi<br />
dovrà essere consegnato entro 45 giorni<br />
dalla stipula del contratto. Il tempo utile<br />
per ultimare tutti i lavori è fissato in 432<br />
giorni, ovvero un anno tre mesi circa. Nel caso<br />
di mancato rispetto del termine sarà applicata<br />
una penale giornaliera dell’1 per mille<br />
dell’intero importo contrattuale.<br />
Il finanziamento dell’opera di ampliamento<br />
dell’impianto di Teora è regionale, e rientra in<br />
una programmazione nota da tempo, giunta<br />
ora alla soglia del cantiere. Il potenziamento<br />
dell’attuale impianto (con una capacità
Il momento della firma<br />
del contratto da parte<br />
del direttore Masucci<br />
IL FUTURO
suppletiva di 12mila tonnellate in più porterà<br />
il sito a trattare fino a 20 mila tonnellate di<br />
rifiuto umido (organico) all’anno. Attualmente<br />
è autorizzato per una potenzialità di 6mila<br />
tonnellate. L’impianto di Teora riceve la frazione<br />
organica derivante dagli sfalci e dalle potature da<br />
raccolta differenziata di 15 comuni confinanti.<br />
Stando a quanto dichiarato dal Governatore<br />
Vincenzo De Luca nel febbraio scorso, Teora (come<br />
Pomigliano d’Arco, dove si tratteranno 330mila<br />
tonnellate l’anno) è giunta alla fase esecutiva in<br />
breve tempo poiché non richiede una Via (la<br />
Valutazione di Impatto Ambientale) essendo già un<br />
impianto esistente.<br />
Con l’ampliamento di Teora la provincia di<br />
Avellino non raggiunge un livello di autonomia<br />
completo: a regime le 20mila tonnellate di Teora<br />
non copriranno per intero il fabbisogno interno,<br />
destinato a crescere con il raggiungimento della<br />
soglia minima del 65 per cento di raccolta<br />
differenziata.<br />
Sarà dunque necessario procedere con la<br />
realizzazione del secondo impianto previsto<br />
dal Piano Regionale, probabilmente quello di<br />
Chianche, a dispetto delle forti proteste dei<br />
territori che si oppongono da tempo a un nuovo<br />
sito di stoccaggio e trattamento dei rifiuti nel cuore<br />
dell’areale del Greco di Tufo, uno dei tre vini Docg<br />
del nostro territorio.<br />
La partita tuttavia non può dirsi chiusa. E’ stato<br />
convocato per il prossimo 4 dicembre alle <strong>10</strong> e 30<br />
il Consiglio d’ambito dell’Ato rifiuti di Avellino nel<br />
corso del quale si procederà all’elezione del nuovo<br />
presidente dell’ente. L’articolo 34 della Legge<br />
regionale 26 maggio 2016, n. 14 prevede infatti<br />
che la scelta per la localizzazione degli impianti<br />
spetti agli Ato Rifiuti.<br />
IL FUTURO
Presto una nuova sede,<br />
la Fondazione con i corsi<br />
universitari<br />
e il ritorno degli operatori<br />
di quartiere<br />
di <strong>Ottopagine</strong><br />
A Pianodardine il trasferimento di tutti gli uffici<br />
Accordi con Unisa, Arpac e Istituto zooprofilattico<br />
A gennaio la stazione di trasferenza per Avellino
Non c’è soltanto l’impianto di<br />
compostaggio a Teora a rappresentare il futuro<br />
già tracciato per <strong>Irpiniambiente</strong>.<br />
La società è a un passo dal realizzare il<br />
proprio posizionamento all’interno della<br />
zona di Pianodardine. La nuova sede di<br />
<strong>Irpiniambiente</strong> prenderà posto in un ex<br />
agglomerato industriale capace di accorpare<br />
la palazzina per gli uffici amministrativi e i<br />
600 dipendenti, unitamente a 20mila metri<br />
quadri del parcheggio per i propri mezzi. Tutto<br />
sarà più facile e funzionale, dimensionato<br />
all’importanza dei numeri con i quali la società<br />
fa business su due province.<br />
Un risultato, questo della nuova sede,<br />
ottenuto non senza le difficoltà ad insinuarsi<br />
nel fallimento del gruppo precedentemente<br />
titolare degli impianti.<br />
Attraverso un protocollo d’intesa con<br />
l’Università degli Studi di Fisciano, l’Istituto<br />
zooprofilattico di Portici, l’Arpac e grossi<br />
imprenditori privati, <strong>Irpiniambiente</strong> ha anche<br />
dato vita ad un progetto per una Fondazione,<br />
che presto avvierà corsi universitari di<br />
Istruzione tecnica superiore, equiparabili<br />
a lauree triennali per la formazione di<br />
figure specifiche a sostegno delle aziende e<br />
dell’ambiente e marketing delle produzioni e<br />
trasformazioni agroalimentari.<br />
In tema di premialità per le migliori<br />
performance di raccolta differenziata,<br />
il direttore Masucci e l’amministratore<br />
Russo stanno per concretizzare l’attività<br />
dell’operatore ecologico di quartiere. Un<br />
ritorno a quello che negli anni ‘70 era<br />
rappresentato dal netturbino di strada, una<br />
figura di riferimento fissa, molto popolare, che<br />
si occupava dello spazzamento di specifiche<br />
parti della città, fino a diventare un punto di<br />
riferimento per interi quartieri.<br />
L’evoluzione di questo strumento gestionale<br />
porterà all’istituzione di premi legati alle<br />
strade più pulite. Premi che avranno come<br />
riferimento le squadre di <strong>Irpiniambiente</strong><br />
che si occupano dei quartieri (nel caso di<br />
strade trascurate l’azienda saprà con chi<br />
prendersela), alle quali saranno destinate<br />
parte delle risorse che a pioggia venivano<br />
riconosciute come premi di produzione. Uno<br />
storno che incentiverà la serietà nel lavoro e<br />
che, d’intesa con le amministrazioni locali,<br />
potrà sfociare anche in agevolazioni e sconti<br />
sulle tariffe per gli abitanti che, collaborando<br />
per rendere altissima la quota di differenziata,<br />
contribuiranno al funzionamento di tutto il<br />
sistema.<br />
Passi che ci avvicinerebbero ai sistemi<br />
avanzatissimi delle città del nord, d’Italia e<br />
d’Europa. Partendo dal recupero anche di<br />
infrastrutture venute meno negli ultimi tempi:<br />
come la stazione di trasferenza prima attiva<br />
presso campo Genova e di punto in bianco<br />
dismessa per far spazio al mercato settimanale.<br />
I lavori presso gli ex impianti della Cecchini<br />
termineranno entro dicembre per rendere<br />
agibile l’area per il deposito di ingombranti a<br />
partire dai primi giorni di febbraio.<br />
L’Amministratore<br />
Unico<br />
Antonio Russo