Selva Urbana Journal 22
Benvenuti nell’inedito Journal di Selva Urbana, uno strumento per entrare nel vivo dell’Attivismo. In questa edizione vogliamo presentarvi l’essenza della community Selva Urbana e farvi toccare con mano l’impegno e la determinazione dei soci e sostenitori. Scoprirete qualcosa di più del sogno globale che ci accomuna.
Benvenuti nell’inedito Journal di Selva Urbana, uno strumento per entrare nel vivo dell’Attivismo. In questa edizione vogliamo presentarvi l’essenza della community Selva Urbana e farvi toccare con mano l’impegno e la determinazione dei soci e sostenitori. Scoprirete qualcosa di più del sogno globale che ci accomuna.
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urban green creations
Copertina: Davide e Giulia
durante un momento di
pazzia.
foto: Matteo Donzelli
Alessio, detto l’Imperatore di
Linate, mentre aiuta i Selvatic*
nella predisposizione delle piante.
foto: Matteo Donzelli
Indice
Benvenuti nell’inedito Journal di Selva Urbana, uno
strumento per entrare nel vivo dell’Attivismo. In
questa edizione vogliamo presentarvi l’essenza della
community Selva Urbana e farvi toccare con mano
l’impegno e la determinazione dei soci e sostenitori.
Scoprirete qualcosa di più del sogno globale che ci
accomuna.
Oggi essere un Attivista Ambientale è una necessità
oltre che un dovere verso il Pianeta che ci ospita, per
far fronte alle decisioni di politici e potenti. Raccontare
e documentare quanto stiamo facendo è l’unico modo
per rendere tangibile e tracciabile l’impegno che ci
permette di coinvolgere un pubblico sempre più ampio
nella lotta ai cambiamenti climatici.
Chi Siamo
La Mission
Foreste Urbane
6
8
10
I Selvatici
Il Ddl Zan
18 40
Wood Wide Web
36
Networking
43
Compost Cippato …
38
Come Sostenerci
44
Chi Siamo
Giovani, Belli e Ambientalisti, questa è la community di Selva Urbana.
Un gruppo di amici che combatte per la forestazione urbana.
L’associazione nasce nel 2016 dalla spinta interiore dei
suoi fondatori e da letture di disobbedienza civile. I soci e
sostenitori di Selva Urbana combattono da sempre per la
battaglia più importante: proteggere il pianeta, con ogni forza
verde e tramite soluzioni sostenibili.
Selva Urbana è una via di accesso alla natura che cresce
libera e si moltiplica per le strade, sui balconi, nelle piazze.
Un gruppo composto da individui, aziende e amministrazioni
che credono nel cambiamento e nella trasformazione urbana
e che si impegnano costantemente nell’implementazione di
nuove strategie per la diffusione di azioni rivolte a mitigare i
cambiamenti climatici.
La scelta di intraprendere il percorso ambientalista per
difendere il Pianeta è il comune denominatore che lega gli
attivisti della community di Selva Urbana, tutti mobilitati dal
desiderio di riportare la natura nelle città, tutti con l’amore per
il vagabondaggio selvatico, i boschi, i fiumi e le montagne.
Crescendo qualcosa è germogliato e si è trasformato in
attivismo. I selvatici hanno cominciato la loro lotta per
riportare il seme della vita anche nelle città e finalmente, nel
giugno del 2016, hanno scelto di ufficializzare il loro impegno
creando Selva Urbana.
6
Nella pagina di sinistra Matteo L. da il tocco finale alle pinatine.
Sotto Hiram, Alessia, Valentina, Andrea, Giulia e Federica non hanno paura di
sporcarsi le mani.
foto: Matteo Donzelli
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La Mission
Siamo attivisti ambientali che combattono per creare città più verdi, per mettere radici che
resistano all’avanzare del cemento e che aiutino nella lotta al cambiamento climatico.
Le Foreste che ogni anno mettiamo a dimora sono ubicate
in zone urbane come ex aree industriali, spazi in prossimità
di strade ad alta intensità di traffico o di poli commerciali.
In questi non luoghi, costruiamo piccoli boschi con piante
autoctone, avviando processi trasformativi che, anno dopo
anno, accolgono gli effetti della fitodepurazione, riducono
le emissioni climalteranti e mitigano le isole di calore,
ripopolando le aree urbane attraverso la costituzione di
corridoi ecologici.
La nostra Mission è creare il maggior numero possibile di
foreste urbane, rendendo possibile nuovamente il contatto
vitale tra l’essere umano e la natura. Coinvolgiamo le
foto: Matteo Donzelli
8
persone affinché possano ritrovare benessere e ristoro
negli spazi pubblici, sperimentando proprio dal contatto
con il patrimonio arboreo delle città una relazione di cura
e appartenenza reciproca. La Mission di Selva Urbana ci
permette di immaginare e credere in un futuro positivo e
sostenibile, in cui le foreste penetrano nelle città riportandoci
a considerare e rispettare i cicli della natura.
Per vivere questo sogno agiamo localmente, in sinergia con
cittadini, attivisti ambientali, istituzioni e aziende private,
dimostrando che la natura può tornare protagonista in città,
contrastando visioni antitetiche del passato più prossimo.
foto: Simone Durante
9
Foreste Urbane
Gli alberi giovani accumulano CO2 rapidamente per diversi decenni
prima che l’incremento annuale decresca.
È ormai a tutti noto che gli alberi fungono da intercettatori
di CO2 fissando il carbonio in modo permanente sotto
forma di biomassa. L’entità degli scambi gassosi tra l’albero
e l’atmosfera cambia però a seconda dell’età e dello stato di
salute dell’albero stesso, anche se il bilancio netto globale
di una macchia di vegetazione in equilibrio con l’ambiente
circostante si può considerare stabile nel tempo. Questo
equilibrio, tuttavia, viene alterato dall’uomo attraverso alcuni
fattori quali l’aumento delle emissioni di combustibile fossile.
A questo riguardo i boschi periurbani, i parchi cittadini e i
giardini, giocano un ruolo fondamentale nel combattere
i livelli crescenti di anidride carbonica in atmosfera. Le
giovani piante sono una risorsa preziosa. Dal punto di vista
“biologico” infatti la quantità di CO2 sequestrata dipende
dal tasso di crescita e dalla mortalità della pianta, che a sua
volta dipende dalla specie, dall’età, dalla struttura e dal grado
di salute. Le “old growth forests”, cioè le foreste di “vecchia”
crescita o vergini non sono necessariamente un elemento
positivo a livello atmosferico in quanto possono rilasciare una
quantità di CO2 derivante dalla decomposizione di biomassa
morta pari alla quantità fissata con la nuova crescita. Altro
valore hanno le foreste in ambiente rurale, che accumulano
una quantità di CO2 per unità di superficie circa doppia
rispetto a quelle in ambito urbano, nonostante la crescita
riferita al singolo albero sia inferiore rispetto a quella delle
sorelle cittadine. Ci siamo dunque posti la domanda: qual è
l’intervento migliore che possiamo attuare?
10
Benefici della forestazione urbana
CO2
raffrescamento della
temperatura
abbattimento degli
inquinanti
aumento del
valore degli
immobili
aumento e
diversificazione
della fauna
miglioramento
della qualità della vita
Abbiamo scelto le foreste urbane perché le città sono i luoghi
in cui si è persa maggiormente la biodiversità. Attraverso
le Foreste piantate, produciamo aree d’interesse, corridoi
ecologici per l’avi fauna, aree di compensazione, barriere
frangisuono naturali e un importante strumento per
combattere l’inversione termica e il cambiamento climatico.
Selva Urbana ha perciò un doppio fronte d’azione, perché
coinvolge i cittadini nella protesta non violenta finalizzata al
cambiamento delle abitudini e si preoccupa di avvicinare le
organizzazioni del territorio, trasformando il loro impegno
economico in impegno socialmente utile. Per questo motivo
tutti gli spazi riqualificati da Selva Urbana sono privi di nomi
e sponsor, in quanto sono luoghi naturali e di proprietà
comune. Il beneficio prodotto dalle foreste piantate ha ben
più di un valore puramente ambientale, infatti ogni albero
è un produttore economico, cioè un elemento territoriale
capace di dare anche valore monetario allo spazio che
occupa.
11
2014
Milano Navigli
La nostra prima foresta è stata a Milano all’interno del progetto Km Verde di Lifegate,
lungo l’Alzaia Naviglio Grande. L’azienda ci ha aiutato nella ricerca e nella piantumazione
dei nostri primi 5 alberi. Da quel giorno l’associazione ha preso il volo ed ogni anno si
sono susseguite piantagioni sempre più grandi e complesse.
2015
Sesto S. Giovanni
Selva Urbana ha avviato una collaborazione con il Comune di Sesto San Giovanni (MI)
al fine di riqualificare l’area ex industriale nei pressi del centro commerciale vulcano. Il
primo accordo stipulato con un’amministrazione pubblica ha permesso la creazione di
un piccolo bosco composto da 75 essenze forestali finanziato totalmente dalla raccolta
fondi svolta durante la manifestazione di arrampicata sportiva. Il bosco, a 4 anni dalla
sua comparsa, è cresciuto raggiungendo gli obiettivi desiderati e trasformando l’area
in un polo di attrazione naturalistica, corridoio ecologico per le specie di avifauna e
terrestri che si spostano nel Parco Valle del Medio Lambro.
2016
Monza
Nell’ottobre 2016 nasce il secondo bosco Selva Urbana grazie alla raccolta fondi
sviluppata durante le 5 tappe d’arrampicata sportiva e il contributo e la disponibilità
di Patagonia Milano. Durante la primavera-estate i membri fondatori dell’associazione
hanno incontrato diverse municipalità del nord Milano al fine di proporre un nuovo
progetto di ri-forestazione. Monza si è rivelata entusiasta ad accogliere nuove essenze.
Sono stati donati 70 alberi forestali, che sono stati piantati in zona Boscherona,
nei pressi di uno svincolo stradale appena riqualificato con la funzione di barriera
frangisuono e habitat naturalistico.
2017
Monza
Con le stesse caratteristiche della precedente, Monza ha accettato nuovamente
l’intervento di Selva Urbana che ha fornito a franco cantiere 50 nuove essenze forestali
che il Comune insieme ad un gruppo di giovani volontari delle scuole di quartiere ha
piantato. L’intervento è stato finanziato da un bando europeo a cui Selva Urbana ha
partecipato per implementare il verde urbano e gli alberi nel suo pacchetto associativo.
Il bando prevedeva la riqualificazione e riforestazione dell’area monzese e di quella
aresina con un totale di 210 alberature forestali certificate.
2017
Arese
Inserita nel bando europeo, Arese ha visto la fornitura di 170 alberature forestali in
accordo con la municipalità e il direttore del Parco delle Groane. L’intervento ha visto
la forestazione di un territorio comunale ma sottoposto a tutela e mantenimento del
parco delle Groane, in prossimità di svincoli stradali e di uno dei centro commerciali più
grandi d’Europa.
12
2017
Varedo
Selva Urbana, oltre ad occuparsi di riqualificazione e riforestazione urbana con enti
pubblici, sviluppa collaborazioni con realtà profit e non-profit al fine di implementare il
proprio organico di alberi e fornire nuovo ossigeno a progetti di responsabilità sociale.
Insieme a Zafferanami, produzione agricola artigianale sostenibile, ha piantato e
partecipato allo sviluppo del progetto di piantumazione di alberi da frutto antico, poco
utilizzati per le difficoltà di raccolta del frutto. In questo progetto sono stati piantati 305
alberi nei pressi dei campi di coltivazione di Zafferano a Varedo.
2017
Sovico
Insieme a Studio Apeiron studio di interior design e architettura contemporanea, Selva
Urbana ha elaborato un progetto di filiera corta del legno, per compensare virtualmente
l’anidride carbonica prodotta durante il taglio, trasporto e produzione dei mobili, si sono
piantati 25 alberi (3,5 metri d’altezza) nell’area predisposta del Comune di Sovico.
2017
Milano Parco
Nord
Un progetto maturo, capace di unire la forestazione urbana con la gestione consapevole
del verde del Parco Nord. Selva Urbana grazie al nuovo partner e socio, WildTee, mette
a dimora 120 piante miste tra alberi e arbusti nella zona del laghetto di Niguarda. Un
area dalle grandi potenzialità e dalla variegata biodiversità. Parco Nord é riuscito a dare
al progetto di Selva Urbana e a WildTee un respiro dai connotati internazionali con un
interazione tra pubblico e privato che ha coinvolto tutti in una giornata di team building.
2018
Vignate
La seconda foresta promossa da WildTee è nata nel 2018 a Vignate grazie alla
collaborazione del Sindaco che ha creduto nel progetto Selva Urbana, partecipando
in prima persona allo sviluppo dell’accordo e rendendosi disponibile nella fase di
piantumazione. Sabato 27 ottobre, 120 nuovi alberi sono stati piantati dalle mani dei
soci dell’associazione, protezione civile, bambini delle scuole e studenti stranieri oltre
ai fondatori dell’azienda di trail-running che hanno seguito il progetto. Questa nuova
foresta sarà l’emblema dell’unione tra popoli oltre che il proseguo di una collaborazione
nata nel 2017.
2018
Albavilla
Selva Urbana allarga i propri confini di riforestazione piantando 80 alberi nel Comune di
Albavilla. Nel borgo comasco, gli alberi non mancano, ma nessuno aveva mai investito
nella rigenerazione urbana e nello sviluppo sociale così come sta facendo Selva Urbana.
Albavilla è inoltre é un luogo particolarmente vicino ai soci e sostenitori di Selva Urbana
che corrono tra i pendii del Bollettone. Ringraziamo in particolare WildTee che ci ha
fatto conoscere questo luogo affascinante e magico.
13
2018
Parco Nord
Selva Urbana torna a piantare a Parco Nord 150 tra alberi e arbusti. Grazie al networking
sviluppato, creiamo una forestazione partecipata per i bambini delle scuole elementari
adiacenti al Parco. Insieme a Luciana Cilento e Carola Benedetto, autrici de “La Terra
non è Mai Sporca” avviamo una piantumazione in cui colori e sguardi si mischiano per
una giornata all’insegna del futuro e delle buone energie.
2019
Parco nord
Torniamo per il terzo anno di fila a Parco Nord, questa volta con 450 alberi da piantare
grazie al contributo di Lush Italia, Wami, WildTee e Studio Apeiron. In una giornata di sole
ci troviamo immersi in un fiume di persone che vogliono piantare. Selva Urbana affronta
così, grazie a tutti i suoi soci, la più grande e partecipata piantumazione di sempre.
Mentre gli oltre 500 volontari mettono le mani nella terra, il vecchio velodromo vede
sfrecciare gli appassionati delle due ruote affascinati dall’operazione.
2019
Vignate
Selva Urbana trova ancora una volta l’accordo con il Comune di Vignate per la
realizzazione di una piccola Food Forest cioè una foresta di 50 alberi da frutto che viene
piantata in una grigia e fredda giornata di marzo e che nel futuro sarà un luogo ricco di
colori e incontri profumati e dolci.
2019
Seregno
Prosegue la corsa di Selva Urbana per piantare l’hinterland di Milano e trova spazio nel
Comune di Seregno dove, grazie anche alla collaborazione di Legambiente, riesce a
creare una foresta di 180 alberi che daranno il via ad una lunga collaborazione.
2019
Cesano boscone
Da nord a sud di Milano, senza colori politici ma con la voglia di rendere più verde ogni
angola della città, Selva Urbana ed il Comune di Cesano Boscone piantano una foresta
di 240 alberi nei pressi di un quartiere ALER con forti connotati popolari e di degrado.
Nonostante le difficoltà sociali però la forestazione partecipata è un momento di sorrisi
e felicità che ripaga degli sforzi e delle difficoltà incontrate da tutti.
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2019
Trezzano S. N.
Proseguono le piantumazioni nell’area sud-Milano. Grazie al nostro socio e cercatore
di aree vergini da trasformare in foreste Selva Urbana riesce a piantare 100 alberi a
Trezzano sul Naviglio per poi aprire una collaborazione che vedrà la nascita di altre
foreste.
2020
Mantova
Nell’area abbandonata di Mantova, una volta utilizzata per scopi industriali, nasce il
nostro primo bosco lontano da casa. Un progetto avviato con la collaborazione dei
membri del BAM che hanno permesso di fare networking e aprire un nuovo canale per
piantare alberi.
2020
Trezzano S. N.
Prosegue la collaborazione con il Comune di Trezzano e con i suoi cittadini.
Quest’anno, grazie alla Fondazione Mission Bambini che ha creduto in Selva Urbana
commissionando la realizzazione di un gioco di educazione ambientale, sono stati
piantati per concludere il progetto educativo, 200 alberi forestali che si aggiungono ai
precedenti realizzando un vero bosco di ossigeno.
2020
Seregno
Per la seconda volta nel Comune di Seregno. Quest’anno però grazie al progetto
#EcosistemaGiovani, vinto insieme ad altre associazioni grazie ad un bando pubblico
di Regione Lombardia. Nella giornata del 7 novembre, in pieno lockdown, alcuni soci
hanno avuto il permesso di muoversi per andare a piantare i 350 alberi donati ai
cittadini brianzoli.
2020
Ancora Alberi ma questa volta con WAMI srl che, per il secondo anno, sceglie Selva
Urbana come partner per la piantumazione. All’evento oltre 200 volontari che hanno
piantato e sudato per fare i buchi che ospiteranno gli alberi. Un gesto di grande
dedizione per il futuro del nostro pianeta.
Parco nord
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2021
Monza
Nell’autunno del 2021, dopo quasi 2 anni di pandemia da Covid-19, Selva Urbana e
Fondazione Mission Bambini piantano la loro seconda foresta insieme. Grazie anche
al contributo di MedioBanca sono stati piantati 1.000 alberi di cui 500 nell’area di Via
Baradello a Monza; uno spazio verde di fronte alle case popolari che si stagliano sul
confine del quartiere di San Fruttuoso e l’area industriale. La giornata ha visto oltre 30
volontari di MedioBanca intervenire piantando i numerosissimi alberi acquistati.
2021
Trezzano S. N.
Il 28 ottobre, in un clima fresco e soleggiato Selva Urbana e il donatore Up2You, hanno
piantato 300 alberi suddivisi nelle aree di Via Fontanile Testa Nuova, Via Vittorio
Veneto e Istituto Franceschi di Via Concordia. L’interesse di Selva Urbana è continuare
a forestare le città senza discriminazioni e senza compromessi ma solo pensando al
futuro di tutti i suoi cittadini e visitatori.
2021
Gaggiano
Nell’autunno del 2021, dopo quasi 2 anni di pandemia da Covid-19, Selva Urbana e
Fondazione Mission Bambini piantano la loro seconda foresta insieme. Grazie anche
al contributo di MedioBanca sono stati piantati 1.000 alberi di cui 500 a Gaggiano.
L’attività è stata portata avanti dal Comune che si è occupato di piantare gli alberi e
che si prenderà cura nei prossimi 6 anni, finché non saranno in grado di sostenersi
autonomamente.
2021
Rho
La chiameremo al foresta dei Piccoli. Una foresta di 70 alberi dedicata a Marta G., la
seconda genita di Enrico G. e Giusi B., cittadini rodensi e soci di Selva Urbana che hanno
scelto di coronare così la nascita della loro seconda figlia. La piantumazione condivisa si
è tenuta il 6 novembre insieme ad amici, parenti, soci di Selva Urbana e le istituzioni di
Rho. L’area sottoposta a forestazione si trova nell’area Area Industriale tra via Moscova
e via Livenza.
2021
Cesano B.
Nell’area di via Fontanile Aiana, Selva Urbana pianta 100 alberi (parte della donazione
di WildTee) per continuare la propria lotta contro i cambiamenti climatici e per farsi
conoscere dai cittadini. Il 13 novembre abbiamo organizzato una piantumazione
partecipata in cui adulti e bambini hanno potuto piantare il proprio albero e dare il
proprio contributo per il futuro del Pianeta. Il donatore WildTee, ormai sostenitore
dal 2017 di Selva Urbana, ha inoltre piantato altri 100 alberi distribuiti nelle aree di
Trezzano sul Naviglio e Osnago.
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2021
Osnago
Presso Parco Matteotti – Bosco Urbano abbiamo piantato 50 alberi nella giornata
simbolo dell’albero. In tutto il mondo il desiderio di piantare alberi è ormai diventato
una necessità per combattere i cambiamenti climatici. Oggi Selva Urbana dimostra
come l’impegno e la costanza possono permettere di raggiungere traguardi importanti
di tipo numerico ma soprattutto di squadra.
17
I Selvatici
foto: Matteo Donzelli
Matteo Donzelli
Filosofo e fotografo
20
Nasco in una gelida notte d’inverno nel pieno degli anni
di piombo, nel cuore della profonda periferia industriale
di Milano, laddove lo smog toglie il respiro ed il cemento
spegne anche i tramonti più infuocati.
“Amo definirmi economista
per scelta, fotografo per
vocazione, viaggiatore per
natura”
Le mie radici d’asfalto hanno condizionato nel tempo una
spiccata sensibilità verso l’ambiente: vero e proprio bisogno
cui tendere o, forse più semplicemente, una strategia di
sopravvivenza contro la dittatura di tali forme di “modernità”.
Perché la periferia, ancor prima che un luogo, è uno stato
d’animo. Il cemento prima ti intrappola, poi ti entra dentro
e, alla fine, ti cambia. E, in punta di piedi, senza nemmeno
rendertene conto, ti ha reso grigio e anonimo come lei. I
boschi sono sempre stati il mio parco giochi prediletto per
fuggire da ciò.
Sin da quando correvo nei boschi in bicicletta - da bambino
- a quando correvo su e giù per il globo nel corso dei miei
viaggi - da adulto - gli alberi riuscivano a fornirmi l’ossigeno
di cui avevo bisogno, quel senso di pace che non sembra più
abitare in città.
L’incontro con Selva Urbana mi ha permesso di tradurre
questa visione in un piano d’azione concreto e di collaborare
22
attivamente nella speranza che anche il futuro delle periferie
possa presto rinverdirsi.
Amo definirmi economista per scelta, fotografo per
vocazione, viaggiatore per natura. L’urgenza di compensare il
mio bisogno di wilderness mi ha portato lontano negli anni,
in svariati angoli del pianeta.
A diciotto anni ho percorso più di 14.000 chilometri nel mio
primo grande viaggio da Milano a Capo Nord, una esperienza
di crescita intensa ed emozionante che mi ha permesso di
comprendere come il viaggio non sia un semplice svago, ma
un modo per dare voce alla personalità, uno strumento di
creatività di cui il mappamondo è tavolozza.
otto mesi di viaggio, tre continenti attraversati, venticinque
Paesi e cento città visitate.
In tutte queste esperienze, l’obiettivo della macchina
fotografica ha sempre catturato gli istanti più suggestivi,
fissando indelebilmente i ricordi, e proprio come un amico
fidato da tempo presente al mio fianco, è diventata una
presenza fissa nella mia vita.
“A diciotto anni ho percorso
più di 14.000 chilometri nel
mio primo grande viaggio da
Milano a Capo Nord”
Fotografia e attivismo ambientale, in fondo, hanno la stessa
origine e la medesima funzione: quella di percorso volto
alla ricerca di una “obiettività” esterna ai canoni della vita
contemporanea che permetta di modificare i comuni punti
di vista e far rivedere le coloriture che ci circondano.
Nel 2005, per celebrare il traguardo di laurea, ho dato
nuovamente voce all’‘istinto di viaggio’ e, con un aereo, ho
raggiunto l’Alaska, da dove, con lo zaino in spalla e in solitaria,
sono partito per un percorso di tre mesi attraverso tutto il
Nord America - in autostop - fino in Messico. Nel 2010 è
stata invece la volta del giro del mondo in solitaria via terra:
Proprio come all’interno di un’area verde metropolitana
-tanto vicina all’inquinamento e al caos di città, eppure così
distante – noi proseguiamo lungo il percorso che abbiamo
scelto con anacronistica determinazione e tenacia. Al rombo
delle auto preferiamo il silenzio di un bosco, ai neon dei fast
food il profumo di un frutto di stagione.
Perchè qui, comandano le farfalle.
23
Daniel Delatin
Rodrigues
Attivista Paolista
24
foto: Simone Durante
Sono Daniel, nato a Santo Anastácio, nello stato di San
Paolo, Brasile. Laureato in Scienze Sociali, ho un dottorato
di ricerca nell’ambito delle scienze sociali e sviluppo rurale
e sto per ottenerne un altro in studi urbani all’Università
di Milano- Bicocca. Dal 2008 sono al lavoro su tematiche
socio-ambientali: conservazione della biodiversità, ripristino
ecologico in area rurale e aspetti socio-culturali che
riguardano il cambiamento climatico nello spazio urbano.
“Volevo capire l’importanza
di mantenere la biodiversità
locale ma anche capire
perché così tanti erano
contrari a queste misure”
Tutto è iniziato casualmente nel 2008 quando un mio
insegnante e amico all’università mi suggerì di fare una
visita a una ONG chiamata “Meio Ambiente Equilibrado”,
per scoprire come stavano cercando di proteggere la
biodiversità locale. Quella prima visita si trasformò nel mio
primo giorno di attività, che sarebbe durata quasi 4 anni.
Con altri due biologi abbiamo guidato verso la zona rurale
del comune di Londrina, nello stato di Paraná, regione sud
del Brasile. L’obiettivo era parlare ai contadini della regione
circa l’importanza di preservare le foreste esistenti e piantare
alberi dove necessario. Questa attività sarebbe diventata
parte della mia vita quotidiana. Volevo capire l’importanza di
mantenere la biodiversità locale ma anche capire perché così
tanti erano contrari a queste misure; e volevo soprattutto fare
qualcosa per essere di aiuto.
Fu a questo punto che il lavoro e l’attivismo si mischiarono.
Era impossibile dissociarsi dalle questioni che ruotano
intorno alle foreste in quella regione: la politica agricola, i
mercati alimentari, l’invecchiamento della popolazione nelle
campagne, l’arroganza di tecnici e scienziati, l’opportunismo
di politici e uomini d’affari.
La nostra domanda era semplice: come costruire dei legami
che fossero proficui non solo per i contadini ma anche per la
biodiversità locale e per tutti coloro che vivono nello stesso
territorio? Non posso dire che tutti i nostri obiettivi siano
stati raggiunti, ma l’intero sforzo è stato indubbiamente
gratificante perché, mantenendo un rapporto diretto con
tutte le persone coinvolte, abbiamo potuto intravedere
alcuni percorsi possibili da seguire per costruire un territorio
più ricco di esperienze, di esseri viventi e di opportunità.
Questa esperienza ci convinse che era necessario e possibile
ripristinare, riforestare, insomma, piantare degli alberi per
favorire le relazioni tra le specie e ripopolare i territori con
altri modelli di vita e pratiche di convivenza.
Anni dopo vengo a sapere che nella zona agricola a sud di
Milano stanno costruendo una agro-foresta. Interessante!
Era il periodo in cui avevo iniziato il mio dottorato e stavo
portando avanti una ricerca sul cambiamento climatico a
Milano. L’iniziativa mi incuriosiva. Riproponeva tematiche ed
esperienze che avevo già vissuto in Brasile e che alimentavano
il mio interesse. Lì ho iniziato un nuovo percorso in cui le
relazioni con le foreste si svolgevano in un ambiente, quello
26
urbano, che fino a poco tempo prima pochi consideravano
adatto ad ospitare una foresta. I tempi sono finalmente
cambiati, purtroppo però con un ritardo imperdonabile e
a una velocità inadeguata pensando alle trasformazioni
climatiche in atto e agli effetti dirompenti sulla vita umana
che queste trasformazioni provocheranno.
La sostenibilità per me è questa: un’abilità di sostentamento
reciproco; sostentare ciò che ci sostiene.
“La sostenibilità per me
è questa: un’abilità di
sostentamento reciproco;
sostentare ciò che ci sostiene”
Il contatto permanente con altre forme di vita ci insegna
tante cose, forse la più importante è che dobbiamo fare
attenzione. Diciamo ai nostri bambini “fai attenzione”, ma
molti adulti sembrano aver perso la capacità di esercitare
quest’arte. Fare attenzione ai nostri atti significa considerare
che le nostre azioni possono avere un impatto su ciò che
è diverso da noi ma al quale siamo collegati e dipendenti.
Senza l’esistenza di tutti questi esseri che ci accompagnano in
modo quasi inavvertito, non potremmo nemmeno respirare.
La nostra atmosfera è prodotta da una vasta popolazione
di agenti che rimangono sullo “sfondo” di tutte le nostre
esperienze. Per quanto il delirio tecnologico ci faccia credere
che basti un’invenzione miracolosa per staccarci dalle nostre
costrizioni terrene, penso che il cammino da percorrere sia
esattamente il contrario: “atterrare” nuovamente su questa
Terra che ci sostiene e sentire che il nostro cammino di vita è
un cammino condiviso con altri.
27
Paolo Spina
Esploratore e designer
28
Sono Paolo, socio storico e grafico di Selva Urbana. Il
richiamo e l’amore per la natura fanno parte di me sin da
bambino, sin da quando con i miei amici passavo le giornate
ad “esplorare” gli spazi di natura vicino alla mia casa di
periferia. Costruivamo capanne e ci arrampicavamo sugli
alberi. Ancora oggi un po’ più grande non mi dispiacerebbe
costruire una casa su un albero perché in fondo quel
bambino continua a vivere in me.
“passavo le giornate ad
esplorare gli spazi di natura
vicino alla mia casa”
La mia strada si è incrociata con Selva Urbana casualmente
durante un evento a tema ambientale. Da subito è nata una
collaborazione ed un’amicizia. Da qui si è creata per me la
possibilità di fare qualcosa di concreto per la salvaguardia
della natura. Questo mio desiderio risale a qualche decennio
fa. Erano gli anni 80 ed io oramai più cresciuto potevo
finalmente espandere i miei orizzonti e cominciare a
viaggiare in cerca di natura, montagne, mari e colline. Ma
quasi sempre i posti che mi trovavo di fronte non erano più
quelli che vedeva il bambino di appena qualche anno prima.
Nuove case, parcheggi e strade più larghe avevano sostituito
prati, boschi e spiagge. In quegli anni l’ambientalismo era
appannaggio di pochi individui, spesso considerati un po’
hippy, una minoranza che sembrava volesse ostacolare quel
progresso che al tempo sembrava poter essere illimitato.
Già si parlava di inquinamento, distruzione di flora e fauna
e persino di aumento delle temperature globali ma tutto
sommato la cosa non ci toccava da vicino e quindi ci si
poteva permettere di non dare ascolto a quei pochi che
lanciavano messaggi di allarme.
“in quegli anni l’ambientalismo
era appannagio di pochi
individui spesso considerati
un po’ hippy”
In quegli anni le associazioni ambientaliste erano poche ed
era difficile trovare una piccola associazione che si occupava
di problemi locali, quasi tutte “parlavano” di problemi
lontani. La mia collaborazione con Selva Urbana mi ha dato
la possibilità di prestami in opere di ripristino e salvaguardia
di porzioni di territorio, con una visione orientata ad un
futuro possibile in cui l’uomo è una parte di un insieme in
equilibrio e non il vertice di una piramide instabile.
30
foto: Simone Durante
Matteo Laurenti
Acrobata ed ecologista
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foto: Matteo Donzelli
Dopo il diploma di Liceo scientifico e la laurea in Economia e
Marketing, ho alternato lavori occasionali a viaggi di scoperta
per il mondo. Ho visitato eco-villaggi e fatto esperienza di
stili di vita alternativi, coltivando un interesse crescente verso
il mondo naturale e le tematiche della sostenibilità.
Nel 2016, in seguito ai primi corsi professionali sulla cura
e manutenzione degli alberi, ho iniziato a lavorare come
arboricoltore e potatore di alberi in tree climbing.
“ho iniziato a lavorare come
arboricoltore e potatore di
alberi in tree climbing”
Per la prima volta iniziai a “vedere” gli alberi, a distinguerli e
a conoscerli, ad innamorarmi davanti a un Faggio secolare
cresciuto nei boschi e a rattristarmi davanti alle capitozzature
dell’ambiente urbano. In quegli anni scoprii un’area naturaleurbana
abbandonata da molto tempo, lo Scalo di San
Cristoforo di Milano, dove fuori dai riflettori della città una
Natura spontanea cresceva indisturbata, e foglia dopo foglia,
radice dopo radice, ricostruiva il suolo che le era stato tolto.
Da allora, con un gruppo di amici e cittadini cerchiamo di
prenderci cura di questo luogo e promuovere lo sviluppo di
un’oasi naturale-urbana.
Attualmente lavoro in una cooperativa sociale in provincia
di Milano, gestendo un progetto di agroecologia (agricoltura
ecologica) e inserimento lavorativo ... Nel pratico: lavoro in un
bellissimo orto!
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La voglia di crescere e di prendere parte a un cambiamento
nel nostro rapporto con la natura mi ha portato a conoscere
Selva Urbana.
“con un gruppo di amici
e cittadini cerchiamo di
prenderci cura di questo
luogo e promuovere lo
sviluppo di un’oasi naturaleurbana.”
Presto presi parte alle attività dell’associazione, feci amicizia,
e nel 2019 iniziai ad aiutare l’associazione nella ricerca di
nuove aree urbane da riforestare. In pochi anni insieme
abbiamo fatto tante esperienze e contribuito a piantare
migliaia di alberi. Siamo cresciuti molto, e sento che molto
cresceremo ancora.
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Wood Wide Web
La rete sotterranea che collega e fa parlare gli alberi tra loro.
Inizialmente sembrava un’idea un po’ bizzarra, siamo
abituati a pensare agli alberi come immobili, passivi ed
isolati ma in realtà quando camminiamo in un bosco
sotto ai nostri piedi si stende l’incredibile rete dei
funghi, che unisce tra loro gli alberi e costituisce anche
una incredibile infrastruttura tecnica di comunicazione
e trasferimento delle risorse naturali tra le diverse
piante.
La ricercatrice Suzanne Simard e decine di ricercatori
dopo di lei hanno approfondito e dimostrato quanto
teorizzato nel XIX secolo dal biologo tedesco Albert
Bernard Frank che descriveva la partnership tra i funghi
e le radici delle piante. L’incredibile somiglianza tra
il funzionamento della rete Internet e di quella del
“micelio” sotterraneo, l’esistenza di nodi e alberi hub
capaci di riconoscere i propri figli genetici, nutrirli a
grande distanza usando le ife dei funghi come se
fossero degli acquedotti o al contrario di inibire la
crescita di altre specie. Scambi di carbonio, azoto e
zuccheri a grandi distanze ma anche di informazioni
come avvisi in caso di attacchi nemici trasmessi per via
chimica e attivazione remota delle difese.
Cure parentali e riconoscimento della propria prole.
Raccolta e trasmissione di informazioni di ogni tipo
e loro trasmissione alle generazioni future. Insomma
reti neurovegetali complesse. La rivista “nature” lo
definisce il Wood Wide Web, è l’incredibile rete fungina
che vive nel suolo in simbiosi con le radici trasferendo
informazioni, acqua e nutrienti tra le piante.
Gli esperimenti di Suzanne hanno dimostrato la
capacità dei grandi alberi, alberi hub o alberi madre
di mantenere un numero enorme di connessioni tra
esemplari anche di specie diverse e di partecipare
ad una incredibile economia sotterranea di scambio
simbiotico. In epoche remotissime i funghi, incapaci di
fare fotosintesi ma velocissimi a colonizzare il terreno
con il loro micelio hanno stretto un patto con le piante
con cui si scambiano o barattano acqua, minerali
e altre sostanze chimiche in cambio di zuccheri e
carbonio (frutto della fotosintesi), prestandosi anche
a trasportare messaggi di allarme in caso di attacco di
parassiti.
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Questo affascinante sistema di comunicazione tra le
piante ci suggerisce un messaggio molto importante:
tutto nella natura è collegato e retto da un equilibrio
complesso ma anche delicato. La natura è composta di
“flussi che ci penetrano e che noi penetriamo, di onde
a intensità variabile e in perpetuo movimento”.
Una sola interferenza in questo flusso può avere
conseguenze devastanti sul sistema. Gli alberi sono
le fondamenta delle foreste, ma una foresta è molto
più di ciò che è visibile, sotto terra c’è un altro mondo,
un mondo di infiniti sentieri biologici che connette gli
alberi e permette loro di comunicare e alla foresta di
comportarsi come se fosse un singolo organismo.
La foresta, si comporta come un’intelligenza: assorbe
informazioni dall’esterno, le elabora e le condivide
con gli altri. Poiché anche noi siamo immersi in questa
intelligenza, dovremmo prendercene cura, senza
distruggerla e interferire con i suoi processi.
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Compost Cippato
Microrganismi
Il ciclo della materia organica
Humus, Compost, Cippato e Accumulatore di
microrganismi
Cosa sono, perché è importante conoscerli, come e
perché vorremmo usarli nel piantare alberi?
Proviamo ad essere brevi, concedendoci qualche
approssimazione.
L’Humus è la frazione stabile di materia organica
biodegradata, è il preziosissimo strato di suolo fertile
che in un bosco o in un ambiente naturale impiega
centinaia di anni per formare pochi centimetri, e da cui
dipende la vita sulla terra!
Il Compost è simile a un terriccio ricco di nutrienti, si
usa come “ammendante” per migliorare la fertilità del
suolo; più un compost è buono più contiene all’interno
un’alta percentuale di Humus. Il compost si ottiene
da un processo, in genere indotto e controllato, di
degradazione della sostanza organica come l’umido
di casa o gli scarti del verde (legno, foglie…). In una
gestione sostenibile dei nostri “rifiuti organici e verdi”, il
compostaggio permetterebbe di trasformare un rifiuto
in una risorsa, da usare in agricoltura come concime
naturale, evitando i fertilizzanti chimici, e in generale
per rigenerare i suoli degradati, dentro e fuori le nostre
città.
Il Cippato è legno triturato in pezzi più o meno
piccoli, in genere di qualche centimetro. Nelle città
viene prodotto dai resti delle potature e abbattimenti
nella manutenzione del verde. Contiene un’altissima
percentuale di Carbonio (C), quella stessa CO2 che gli
alberi hanno catturato nella loro vita e messo nei propri
tessuti (oltre che stoccato nel suolo tramite l’alleanza
con la rete di funghi… come avete letto nel precedente
articolo). Il cippato può avere molte funzioni utili, per
me in primis come “pacciamatura”, ovvero per coprire
il suolo intorno ad un albero appena piantato, per
tenerlo umido, fresco, impedire alle erbe di crescere, e
nel tempo nutrirlo.
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Così facendo trasferiremmo gran parte del Carbonio
presente nel cippato al Suolo, se invece ad esempio lo
bruciassimo sarebbe di nuovo CO2 nell’aria!
L’Accumulatore di Microrganismi (o Tekukana: vita in
movimento) è un preparato ricco di quei microrganismi
benefici che nei boschi si occupano di degradare la
sostanza organica (foglie, frutti, rami, tronchi, insetti…)
e trasformarla in humus, in terra!
Sono loro, questi microrganismi, la base di tutte
le forme di vita “più grosse” che siamo abituati a
conoscere, noi compresi. Si pensi infatti che nel
nostro corpo ospitiamo una gran quantità di batteri,
senza i quali non potremmo vivere. Nel “Tekukana”
riproduciamo questi microrganismi benefici per poi
liberarli nel suolo che ci interessa, ad esempio quando
piantiamo un albero o vogliamo fare un orto.
per implementare queste tecniche nelle aree che
contribuiamo a riforestare. Tutti questi elementi fanno
parte del “ciclo della materia organica”, in un certo
senso il ciclo del Carbonio, dove nulla si crea e nulla si
distrugge; possiamo pensarlo simile al ciclo dell’acqua
che tutti conosciamo dalle immagini dei nostri quaderni
alle elementari.
L’umanità oggi interviene pesantemente in questo
ciclo, con grosse conseguenze a livello globale.
Imparare a conoscerlo e a mantenerlo in equilibrio,
ridando fertilità ai nostri suoli, è fondamentale per
un’idea di sostenibilità ambientale, o meglio: per la
sopravvivenza della nostra specie come la conosciamo.
Buon compost a tutti!
E dunque... quando piantiamo alberi, possiamo usare il
compost per dare terreno fertile al nostro nuovo albero,
il cippato per “pacciamare” il suolo e così proteggerlo
dal sole, dal gelo, dalla siccità; e i microrganismi per
ricreare nel nostro suolo la preziosa microbiologia che
in milioni di anni si è sviluppata nei nostri boschi, e
che ci aiuta ad avere un suolo fertile e dunque alberi
sani, che crescendo forti e rapidi massimizzano i loro
“benefici ecosistemici”, come la cattura di carbonio e di
inquinanti, la produzione di ossigeno ecc.
I microrganismi in questo caso ci aiutano anche a far sì
che il Suolo assorba meglio il compost e il cippato che
gli forniamo. Come Selva Urbana stiamo lavorando
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La Nostra opinione
sul Ddl Zan
Vi starete chiedendo: “Ma cosa c’entra il Ddl Zan con
l’attivismo ambientale?”. C’entra. Perché essere attivisti, ma
prima ancora cittadini, significa per noi avere un pensiero
critico rispetto alla società. Questo momento storico è
rappresentato anche dal cambiamento del paradigma
dell’essere donna o uomo. Mai prima di oggi in modo così
deciso è accaduto che uomini e donne manifestassero per
il diritto di non sentirsi compresi in un genere specifico e per
poter scegliere liberamente la propria sessualità interiore. Nel
corso del 2021 c’è stata molta confusione rispetto a questo
tema. Oggi sentiamo di voler spiegare a nostro modo che
cos’è il Ddl Zan e perchè potrebbe essere uno strumento a
favore della comunità.
Il disegno di legge Zan prevede l’inasprimento delle pene
contro i crimini e le discriminazioni contro omosessuali,
transessuali, donne e disabili. I reati collegati all’omofobia
verrebbero quindi equiparati a quelli sanciti dall’articolo
604 bis del codice penale che contrasta il razzismo e
l’odio su base religiosa, punendo con la reclusione fino a
quattro anni le discriminazioni basate sul sesso, sul genere,
sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla
disabilità. Il disegno di legge istituisce anche una giornata
nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la
transfobia, per promuovere una più diffusa “cultura del
rispetto e dell’inclusione nonché di contrastare i pregiudizi,
le discriminazioni e le violenze motivate dall’orientamento
sessuale e dall’identità di genere”. Il 27 ottobre 2021 l’Aula
di Palazzo Madama, con voto segreto, si è espressa a favore
della cosiddetta “tagliola” che ha fatto saltare l’esame degli
articoli ed emendamenti al testo del Ddl Zan. Questa
scelta fatta dal Senato ha quindi reso inutile lo sforzo di
migliaia di persone che, nel corso degli ultimi mesi, hanno
manifestato pacificamente per informare i palazzi del potere
della necessità di una legge uguale per tutti. Le misure di
prevenzione e contrasto alla discriminazione e alla violenza
per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento
sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità sono per noi
inaccettabili, barbare e retrograde. Come per la Natura, anche
per gli Uomini c’è bisogno di parità, uguaglianza, rispetto e
novità.
Il Vostro Presidente
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foto: Simone Durante
Networking
L’unico modo che conosciamo per coinvolgere i cittadini e trasformarli in attivisti
Nel suo percorso di crescita, Selva Urbana ha sempre cercato
di mettersi in contatto con realtà ed organizzazioni allo
scopo di estendere il proprio raggio di azione.
Dal 2017 è parte di 1% for the Planet, movimento mondiale
collettore di organizzazioni profit e no profit con il compito
di aiutare a fronteggiare le questioni più urgenti che il nostro
pianeta sta affrontando. Creata nel 2002 da Yvon Chouinard,
fondatore di Patagonia e Craig Mathews, fondatore di Blue
Ribbon Flies, 1% for the Planet ha donato oltre 150 milioni di
dollari a organizzazioni no profit che difendono e tutelano il
patrimonio ambientale. Oggi, 1% for the Planet, è composta
da una rete di più di 1.200 aziende, numerosi privati e migliaia
di partner no profit in più di 45 paesi in tutto il mondo.
Se ad oggi siamo riusciti a piantare oltre 4500 alberi, è anche
grazie alle connessioni create nel tempo.
foto: Matteo Donzelli
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Come Sostenerci
Siamo sicuri che basti un sorriso per cambiare il mondo ma siamo consci della necessità di
finanziamenti per concretizzare le nostre azioni e i desideri della collettività.
Come hai potuto leggere dal nostro Journal, Selva Urbana si sostiene grazie alle persone. La Community che si è creata in questi
4 anni a supporto e alle spalle di questo nome è il motore della vita associativa e la prima risorsa per la tutela del Pianeta. Ogni
Individuo, Gruppo, Organizzazione o Associazione che ci sostiene, è parte del grande albero della vita che stiamo costruendo e
che ci permette di credere che nel futuro qualcosa possa cambiare in meglio. Per Selva Urbana, ogni sostenitore è un potenziale
attivista in grado, attraverso le proprie competenze, energie e virtù, di aiutare la natura ad essere nuovamente protagonista. Ogni
gesto, piccolo o grande, ha un ruolo importantissimo per Selva Urbana. Non pensare quindi che per fare del bene, servano decine
di migliaia di euro, perché il valore più importante è quello che mette il finanziatore nel gesto di donare. Credere nella Nostra
filosofia significa essere parte del presente e combattere per il futuro. Se ritieni di poter essere protagonista anche Tu di una
rivoluzione naturale, allora Dona e trasformati in un attivista. Come?
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Diventa socio
ogni anno Selva Urbana invita tutti i suoi contatti a diventare parte della community sottoscrivendo la tessera associativa .
Acquista presso il negozio WildTee
dal 2017 Selva Urbana collabora con il marchio di Trail Running WIldTee che dal 2019 ha scelto di destinare parte del ricavato di
alcune vendite all’Associazione. Grazie al desiderio di implementare le foreste urbane, nel punto vendita WildTee di Milano, potrai
acquistare il tuo prodotto tecnico ed essere parte fondamentale per la costruzione di nuove foreste.
Dona
donare significa aprire il proprio mondo e utilizzare le proprie risorse per sviluppare o supportare un progetto a favore della collettività.
Oggi Selva Urbana ha in progetto di costruire la più grande foresta urbana del Nord Italia, perché non la supporti anche tu?
Attraverso l’Action Work
durante tutto l’arco dell’anno Selva Urbana accetta individui, professionisti o gruppi di persone che volontariamente scelgono
di mettere a disposizione della collettività il proprio talento. Per diventare Action Workers è sufficiente spedire una mail a info@
selvaurbana.it indicando le proprie competenze e i propri contatti. Sarete richiamati per un incontro finalizzato al periodo e al
tema di cui potreste occuparvi.
Networking
uno degli strumenti più importanti per diffondere il messaggio ambientale è la rete di conoscenze. Invitiamo ognuno di Voi a
parlare di Selva Urbana ad amici e parenti, coinvolgendoli e rendendoli parte del progetto
5x1000
a giugno scegli Selva Urbana per devolvere il tuo 5x1000. Inserendo il codice fiscale dell’associazione nel modulo precompilato
potrai dare un contributo importante alla nostra attività ed al tuo futuro.
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Coming Soon…
3.000 alberi nel 2022
www.selvaurbana.it
Selva Urbana Lab
Selva Urbana
Sede Legale:
Via Tevere 30, Monza (Mb)
20900 Italia
C.F. 97750590156