Giornale dei Navigli n. 1 - 7 gennaio 2022
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Venerdì 7 Gennaio <strong>2022</strong><br />
(rec)<br />
Mi sembra uno ieri "ormai lontano"<br />
quando, in qualunque sfigata<br />
circostanza, confidavi a un conoscente<br />
la tua pena e ti sentivi rispondere:<br />
"Beh, dai, bisogna essere<br />
positivi". Ecco, c'è da ridere: oggi<br />
l'umanità non sembra più interessata<br />
a vivere la vita da "positivi".<br />
Certo sono due cose diverse, e allora<br />
cosa bisogna augurarsi oggi? Ti auguro<br />
di vivere la vita da vaccinato,<br />
tamponato, mascherato? Questo<br />
concetto della vita da vivere da<br />
positivo mi ha sempre dato fastidio<br />
e ancora di più quando mi veniva<br />
affibbiata (ancora adesso accade), la<br />
nomea di essere uno “positivo per<br />
ca ratte re”, del tipo "beato te". Con il<br />
cacchio, scritto con tre "zzz" che<br />
sono positivo (ad oggi in tutti i<br />
sensi), quando incontro uomini con<br />
due facce, quando leggo nella politica<br />
vissuta a tavolino dai "nullatenenti"<br />
di visione sociale, culturale,<br />
economica, quando intorno<br />
a te non senti altro che il lamento<br />
<strong>dei</strong> ricchi e nessuno ascolta il silenzio<br />
<strong>dei</strong> poveri e <strong>dei</strong> disperati.<br />
Ecco, qui viene fuori il temperamento,<br />
che non lascia equivoci di<br />
Covid? Ma sì, l'importante è...essere positivi!<br />
sorta: non allontano nessuno, mi<br />
lascio allontanare dai felici ignoranti<br />
che parlano e sparlano senza<br />
dire nulla, niente, zero!<br />
Quanti pensieri nascono nella<br />
mia mente e quante considerazioni<br />
per i "felici ignoranti". Una su tutte:<br />
non si possono abbandonare, è gente<br />
rimasta sola. Occorre fare loro<br />
compagnia, non hanno amici ma<br />
solo "forzati movimenti di labbra<br />
che formano il sorriso quotidiano di<br />
cui si nutrono" offerti loro da opportunistiche<br />
convenienze.<br />
Amici e nemici tutti, che leggete,<br />
ditemi se non siete d'accordo. Non<br />
sono tempi facili da affrontare: c'è<br />
una pandemia generale che ci costringe<br />
in una realtà dove il benessere<br />
materiale accertato si allontana<br />
sempre più da ciascuno di<br />
noi (quello spirituale in qualcuno<br />
ancora regge...) è dura, per molti<br />
sino alla morte, per altri con ferite<br />
inguaribili che lasciano lividi da<br />
tutte le parti, dentro e fuori il nostro<br />
corpo. Il nostro popolo, in questi<br />
tempi da ogni generazione presente,<br />
ha nella scienza una grande<br />
fiducia, ma noi nel frattempo che<br />
facciamo? Io cosa posso fare oltre<br />
che seguire le regole e i regolamenti<br />
che, mai come di questi tempi, ci<br />
hanno invasi, al punto che occorre<br />
darsi una regola per ricordarle tutte<br />
?<br />
Sorrido al pensiero che forse più<br />
che regole è necessario rieducarsi al<br />
senso della vita e al suo significato<br />
ultimo. Un sorriso che nasce dal<br />
cuore, anche senza muovere le labbra<br />
alla scoperta di criteri ideali con<br />
cui giudicare ogni circostanza, con<br />
cui affrontare la vita quotidiana e i<br />
suoi continui capovolgimenti di<br />
fronte, in cui l'Imprevisto continua a<br />
vincere su ogni programma. Non<br />
siamo più capaci di dare senso alle<br />
cose che ci accadono, di affrontarle<br />
senza manuale d'uso, cercando un<br />
senso, una via d'uscita che vada<br />
oltre il lamento, "giustiziando” un<br />
Dio sempre più confinato in cielo" o<br />
il sistema sanitario, o ancora<br />
il Governo di turno,<br />
con annessi e connessi.<br />
Imparare i criteri con cui<br />
affrontare la vita e ogni<br />
accadimento è qualcosa<br />
che abbiamo perso di vista<br />
prima della pandemia,<br />
prima e prima ancora... E,<br />
a proposito di "connessi",<br />
forse è necessario ripensare<br />
che esiste un tempo in<br />
cui si è nati da una vita<br />
donata per un tempo da<br />
vivere che conduce al terminal<br />
e non sappiamo né il giorno e<br />
neppure l'ora. Mamma mia che<br />
brutto pensare a questo... ma questa<br />
è la realtà.<br />
Vi lascio e mi lascio con un pensiero:<br />
"Chi di speranze vive di certezze<br />
muore". Speranza in chi? Attenti<br />
a non sbagliare indirizzo! Mi<br />
scappa un sorriso pensando all'Arca<br />
di Noè: caspita, questa pandemia ha<br />
preso tutti gli umani escludendo per<br />
buona parte il mondo animale (bene<br />
così). Non è che forse che gli<br />
umani, scesi dall'arca, si siano dimenticati<br />
di essere stati salvati?<br />
Contento per il mondo animale,<br />
resta aperta la domanda. Ciao e alla<br />
p ro ssi ma.<br />
renato.comunicazione @gmail .com<br />
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