La Pesca Mosca e Spinning Febbraio-Marzo 2022
La Pesca Mosca e Spinning Febbraio-Marzo 2022. Preview with Summary, News, four articles' beginning, next issue Contest adv. «La Pesca Mosca e Spinning» is the leading Italian magazine about fly fishing and lure fishing. Published two-monthly since 1997, it concerns techniques, tackles and itineraries in texts and photos of some of the most important fishing specialists.
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FEBBRAIO-MARZO 2022 € 6,90
Poste Italiane SpA – Spedizione in abbonamento postale – AUT/CENTRO/1291/04.2021 Periodico ROC - anno XXII, n. 29 - Febbraio-Marzo 2022
Con tre aghi
Flash Flies Project
Il controllo del loop
Tube fly ‘Senza paura’
Torrente, marzo [10 pp.]
Fly Tying Experience 2021
Obiettivo leccia
Fantasmi in foce
Trout Area: spoon
Apertura sull’Adige
Shad 4” per il lucioperca
Il Taro a Piane di Carniglia
I l m o n d o d e l l o S p i n n i n g
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s e g u i c i s u
Direttore responsabile
Eugenio Ortali
FOTO DI SIMONE FERRI
12
FLY TYING EXPERIENCE 2021
a cura della redazione
Uno dei principali poli di attrazione per il settore
mosca dell’edizione 2021 del Pescare
Show di Vicenza è stato il Fly Tying Experience,
ai cui tavoli i numerosi costruttori hanno
intrattenuto il pubblico con le loro creazioni e i
loro consigli.
26
APERTURA SULL’ADIGE
del Team Esosi
Quest’anno i tre componenti del Team Esosi
faranno l’apertura sull’Adige, nella zona C del -
l’A.P.D.V., nel tratto dal confine col Veneto alla
diga di Ala. Qualcuno andrà all’alba, qualcuno
più tardi, con esche solo in parti coincidenti. Ecco
un’anteprima delle loro strategie di pesca.
redazione@lapescamoscaespinning.it
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www.flickr.com/photos/moscaespinning
www.youtube.com/user/MoscaeSpinning
Hanno collaborato a questo numero
Moreno Bartoli, Mauro Borselli,
Giacomo Capresi, Guglielmo Ciregia,
Renzo Della Valle, Fabio Federighi,
Loris Ferrari, Fabio Franchini,
Massimo Ginanneschi, Pierangelo Grillo,
Davide Lugato, Massimo Magliocco,
Ivano Mongatti, Giorgio Montagna,
Paolo Pinzauti, Armando Quazzo,
Federico Renzi, Marco Sammicheli,
Team Esosi
ZONA FRANCA EDITRICE SRL
sede legale:
Via P. Colagrande 1, 67100 L’Aquila
abbonamenti@lapescamoscaespinning.it
tel. 06/42.90.38.54
16
SPOON
di Fabio Franchini
Nascita ed evoluzione del Trout Area sono legate
alla famiglia degli spoon. In questo articolo,
dopo averne esaminato le caratteristiche,
se ne spiega l’utilizzo nelle tre fasi classiche
di una competizione. Con il punto di vista
di tre noti garisti.
32
CON TRE AGHI
di Pierangelo Grillo
Colpito dal montaggio parachute di alcune mosche
di Angelo Rosorani e dopo avergliele viste
costruire a un Trofeo Bisenzio, l’autore ha cercato
di trovare un suo modo per realizzarle, facendo
ricorso a uno strumento particolare e usando
hackle miscelate di gallo pardo e capriolo.
Pubbliche relazioni e pubblicità
Renzo Della Valle, Giorgio Montagna
renzo.dellavalle@gmail.com, jomontagna@tiscalinet.it
Pubblicazione periodica
Disponibile anche in versione digitale
su www.ezpress.it
Tutti i diritti riservati
LA PESCA MOSCA E SPINNING
ZONA FRANCA EDITRICE srl
Iscrizione ROC n. 26695 del 22.9.2016
Registrazione presso il Tribunale di Roma
n. 225 del 29.9.2014
Direttore editoriale
Giulio Fascetti
Stampa: Tuccillo Arti Grafiche, Afragola
Distribuzione: Pieroni Distribuzione srl
Via Carlo Cazzaniga 19, 20132 Milano
22
IL CONTROLLO DEL LOOP
di Massimo Magliocco
«Si può definire un buon loop quello che unisce
due porzioni di coda – quella superiore e
quella inferiore – in modo parallelo, cercando di
realizzare il disegno più stretto possibile. Tutto
ciò ha come risultato la velocità e la precisione».
Gli errori, le loro cause, le soluzioni.
36
OBIETTIVO LECCIA.
FRA DESERTO E OCEANO
di Giacomo Capresi e Guglielmo Ciregia
Alla perenne ricerca di qualche luogo ove insidiare
grosse lecce, Giacomo e Guglielmo sono
approdati sulle sponde del Marocco, sulla costa
atlantica del Sahara occidentale, nella zona di
Dakhla, dove si trovano esemplari fantastici.
2 • MOSCA e SPINNING • 1/2022
40
TUBE FLY SENZA PAURA
di Armando Quazzo
L’autore propone uno streamer di dimensioni
ridotte che ha dimostrato di essere efficace
con le trote più diffidenti dei fiumi glaciali delle
Alpi. Molto facile e rapido da costruire, elimina
la paura di agganciarlo sul fondo, consentendo
di usarlo nella maniera più audace...
54
IL TARO A PIANE DI CARNIGLIA
di Giorgio Montagna
Noto soprattutto per le cheppie, il Taro riserva
molti altri motivi di interesse. Nel suo tratto
alto, si trova una zona torrentizia nella quale
è possibile insidiare belle trote fario e vaironi.
Giorgio dà indicazioni sia per il periodo
dell’apertura che per quello successivo.
RUBRICHE
4 NOTIZIE
74 SHOW ROOM
80 MERCATINO
44
FANTASMI IN FOCE
di Davide Lugato
La ricerca della spigola nel magico ambiente
della foce costituisce uno dei tipi di pesca più
gratificanti. L’autore spiega le caratteristiche
proprie di questo ambiente e chiarisce il ruolo
delle ‘interruzioni’. Si parla anche approfonditamente
di attrezzature e di artificiali specifici.
50
FLASH FLIES PROJECT
di Mauro Borselli
Mauro racconta la genesi e l’evoluzione del
progetto che lo ha portato, insieme all’azienda
produttrice del materiale, a creare le sue Flash
Flies, ideali per il luccio, il lucioperca, l’hucho, il
siluro e altri pesci d’acqua dolce, ma anche per
barracuda, tarpon e blue shark.
58
TORRENTE, MARZO
di Ivano Mongatti
La nuova serie dedicata alle ‘situazioni di pesca’
è inaugurata dal torrente appenninico nel periodo
di marzo. Al racconto delle esperienze di
Ivano e delle mosche che impiega, fanno riscontro
le visioni degli altri costruttori della rivista e
le versioni dei concorrenti del contest.
68
SHAD DA 4” PER IL LUCIOPERCA
di Paolo Pinzauti
Lo shad presentato nell’articolo, essendo destinato
al perca, utilizza una miscela siliconica più
dura rispetto a quella tradizionale. Ha poi la coda
suddivisa in dieci segmenti e finisce con il
paddle inclinato all’esterno. Magra come previsto
la risposta dei lettori...
FLY TYING CONTEST
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LURE BUILDING CONTEST
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1/2022 • MOSCA e SPINNING • 3
fish factsa cura di Marco Sammicheli
ancora su pesca ricreativa e pesca commerciale
DESERTIFICAZIONE
DELLA FASCIA COSTIERA
È cosa nota che i pescatori ricreativi e quelli commerciali si lanciano accuse
reciproche per il degrado della pesca. In genere le accuse sono tutte
fondate, anche se non lo sono sempre e dovunque. I commerciali fanno distinzione
tra diversi approcci alla pesca ricreativa, ma quello che interessa
loro è il prelievo, ovvero la concorrenza per le risorse. Dove si stima un
rapporto di 1 a 10 nell’estrazione di risorse ittiche tra ricreativo e commerciale,
sembra che quel dieci per cento di pescato non destinato alla filiera
sia un’enormità. Ovviamente alla base di tutto questo c’è la concezione
alla rovescia di una prelazione dello sfruttamento commerciale sul diritto
naturale individuale, tanto che con il novanta per cento di sbarchi gli
sembra anche di starci stretti. Certo il diritto naturale individuale decade
se il pescato non commerciale viene venduto o se si infrangono i regolamenti
e proprio qui sta il punto, visto che la cosa accade spesso, dal che è
evidente che i commerciali di ragioni un po’ ne hanno. E un po’ ne hanno
anche riguardo alla filastrocca secondo la quale la pesca ricreativa non incide
sulle risorse; bisogna infatti vedere quali risorse, pescate come e dove,
e considerare lo sforzo realmente applicato da un certo numero di fruitori
in una determinata zona di pesca. Tutto vero, se non che i commerciali
che ce lo fanno notare evitano di aggiungere all’equazione la loro parte,
quella ad esempio delle reti onnipresenti davanti alle foci o della circuizione,
sulle ricciole imbrancate, delle ricciolette e delle leccette da un palmo
nella cassette di polistirolo, delle orate in frega e così via. In un recente
articolo pubblicato su pesceinrete.com a firma S. Ragonese – Stiamo facendo
il deserto nella fascia costiera italiana e l’abbiamo chiamato ‘Pesca
ricreativa’ – una lunga disamina prende particolarmente in considerazione
la pesca subacquea e la zona grigia del commercio illegale di pesci ‘non
commerciali’. Per noi è abbastanza facile capire come la prospettiva di un
pescatore commerciale possa essere parziale e condizionata, come del resto
sicuramente un po’ lo sarà anche la nostra, ma alla fine, se non fosse
per lo scaricabarile, ci sarebbe molto da condividere, a partire proprio dalla
concezione stessa della pesca ricreativa.
Ad esempio, si potrebbero fare delle distinzioni per applicare gestioni
specifiche e separate che tengano conto del tipo di pesca, e su questa
base realizzare una pianificazione spaziale della gestione, che in pratica
significa fare distinzioni a seconda degli ambienti, delle tecniche e dello
stato delle risorse nei diversi contesti. Subacquea e attrezzi passivi sono
i migliori esempi. La parola importante che identifica la pesca non
commerciale è comunque ‘ricreativa’, con la quale sembra che ci venga
dato un diritto culturale a divertirci con i pesci, quando invece il senso
vero dell’accesso non commerciale alle risorse della pesca, non restituito
dalla definizione, è che ci viene riconosciuto il diritto naturale di accesso
(regolamentato) alle risorse ittiche per il proprio consumo alimentare.
La differenza è netta perché, se anche il motore delle uscite di pesca
può essere il solo divertimento, la prelazione delle risorse pubbliche
della pesca è e deve restare pubblica per tutti i cittadini, certamente
entro determinati limiti di regolamento e con tutte le belle e solite finalità
che tutti vogliono perseguire.
L’allarme sulla desertificazione della fascia costiera è certamente condivisibile,
anche se in netto ritardo rispetto a quanto viene denunciato ormai
da decenni da almeno una parte dei pescatori ricreativi. D’altra parte,
non ci si può nascondere che negli stessi decenni un’altra parte degli
stessi pescatori ricreativi ha contribuito in modo significativo all’impoverimento
di vari stock ittici costieri. Sembra evidente che non possa
essere accaduto per il prelievo legale da parte dei pescatori con la lenza.
Potrà forse esserlo stato per la pesca subacquea in certi contesti
ambientali, ma il grosso è più che verosimilmente attribuibile alla pesca
illegale, al commercio illegale, alla cultura del portare a casa tutto quello
che può essere catturato, indipendentemente dalla tecnica di pesca; e
in mare sappiamo che quando gira bene è un attimo infrangere i regolamenti
e pochissimo di più per danneggiare le risorse. Anzi le risorse le si
può facilmente danneggiare anche stando nelle norme, ad esempio prelevando
legalmente fino a 5 kg di spigole di 25 cm, come permesso da
regolamento. Una cosa che ci dovrebbero spiegare i commerciali, quindi,
è perché non sostengono la necessità di modificare i regolamenti, le misure
minime e i limiti di carniere.
Per fare sintesi, ci dovrebbe essere chiaro che i commerciali, oltre ad
avere torto marcio, hanno anche un bel po’ di ragione dalla loro parte. La
cosa giusta sarebbe sfruttare questa ragione per fare qualche distinzione
e per sostenere un impegno comune per la gestione delle risorse
della fascia costiera. È probabile che chi ci legge qui sia un caso particolare,
perché va in foce a mosca o a spinning, rilascia (speriamo) i pesci,
rilascia quelli piccoli, rilascia i grandi riproduttori, rilascia quello che non
sta nel carniere giornaliero. Èd è da sperare che per i commerciali questo
faccia la differenza rispetto a chi sbarca e vende illegalmente. Viceversa,
però, lì sulla foce, i commerciali devono tenere le reti lontano, ma
proprio molto lontano, al largo, altrimenti ci stanno prendendo in giro.
Nel concreto, sembra sempre che la pesca commerciale chieda senza
contraddittorio, da fuori e autoritariamente, una regolamentazione più
restrittiva per la pesca ricreativa e giustamente la pesca ricreativa reagisce
in modo negativo. Allo stesso tempo, anche la pesca ricreativa
chiede una revisione dei regolamenti e anche lei in senso restrittivo, caso
nel quale la pesca commerciale neanche considera la possibilità di
cercare una posizione comune sostenibile di fronte al gestore pubblico.
È da dubitare che a breve ci siano progressi in questo senso, se non
eventualmente qualche inutile tavolo tecnico alternativamente con addetti
che si guardano in cagnesco o che si adulano ipocritamente col
coltello dietro alla schiena.
ripartenza della campagna contro gli sbarramenti idrici
WORLD FISH MIGRATION DAY 2022
Stiamo assistendo a una forte accelerazione sui temi della tutela ambientale
e di questo risentono le diverse campagne di sensibilizzazione
e di coinvolgimento nei più diversi contesti. Tra quelli di maggiore importanza
per la pesca c’è la restituzione della continuità ai corpi idrici
con la rimozione di dighe e sbarramenti che hanno effetti devastanti
non solo sula fauna ittica migratoria, ma su tutto l’ecosistema dei bacini
idrici. In Italia, nonostante qualche esempio virtuoso, molto inchiostro
versato e numerose dichiarazioni di intenti, in un gran numero di bacini
esiste ancora un numero incalcolabile di briglie e sbarramenti, quasi
sempre obsoleti e pericolosi oltre che dannosi, di cui nessuno si occupa.
In molti casi vige la regola del muro di gomma su qualsiasi proposta di
intervento per non innescare una serie di problemi e incombenze, che
gli uffici competenti evitano accuratamente, diventando in questo modo
corresponsabili del degrado ambientale che dovrebbero contribuire
ad eliminare. I pescatori ricreativi finiscono nel nostro contesto per essere
i primi e spesso gli unici a sostenere iniziative per restituire continuità
ai corpi idrici, forse perché sono loro a vedere davvero il problema
e a capirne l’importanza, che va ben oltre i benefici per la pesca.
Dopo i problemi organizzativi del periodo pandemico 2020-21, si programma
un ritorno in gran forma dell’iniziativa internazionale della Giornata
Mondiale della Migrazione dei Pesci (World Fish Migration Day -
WFMD) in coordinamento con Dam Removal Europe (Rimozione delle dighe
in Europa - damremoval.eu) che sta espandendo a livello continentale
la consapevolezza sul problema e la promozione di un numero sempre
maggiore di interventi di rimozione di sbarramenti. Il 21 maggio 2022 si
celebra una Giornata Mondiale della Migrazione dei Pesci davvero speciale,
con la nuova campagna «Break Free» per la riapertura dei fiumi e il
recupero della popolazioni di pesci migratori. In supporto alla Giornata è
stata anche organizzata una petizione globale in cui tutte le organizzazioni
sono incoraggiate a sostenere l’iniziativa con la loro firma. Associazioni,
club, gruppi di pescatori e singoli cittadini: tutti sono invitati a registrare
un evento nel nuovo sito WFMD worldfishmigrationday.com, facendo
rete con le numerose altre iniziative in tutti i continenti. La speranza
è che, seppure a rilento rispetto a quello che sta accadendo in molti
paesi europei, anche in Italia cresca la sensibilità e possano iniziare e
moltiplicarsi le iniziative per la rimozione delle barriere che impediscono
alla nostra rete idrica di svolgere la sua funzione ecologica, vitale per il
territorio e per tutti i servizi ecosistemici.
4 • MOSCA e SPINNING • 1/2022
notizie
differito al week-end del 1° maggio il salone veronese
EOS SHOW 2022
Considerata l’ondata dei contagi delle ultime settimane e la situazione
generale, l’organizzazione dell’European Outdoor Show – la manifestazione
di riferimento in Italia per la caccia, il tiro sportivo, l’outdoor, la pesca
e la nautica – ha disposto il differimento della manifestazione al
weekend del 1° maggio. È stata una decisione necessaria per la sicurezza
sanitaria di visitatori ed espositori. Appena 75 giorni di attesa per la
nuova data, da sabato 30 aprile a lunedì 2 maggio, concordata con il Consorzio
degli armaioli italiani (patrocinatore della manifestazione) e con le
principali aziende espositrici del comparto Caccia e Pesca. L’obiettivo del
rinvio è quello di garantire un’adeguata presenza di tutto il pubblico e di
tutti gli operatori specializzati, senza le limitazioni oggi previste. Il tutto
grazie ai protocolli di prevenzione validati dal CTS e continuamente aggiornati
e in ottemperanza con quanto previsto dal ‘Protocollo Covid 19’
della associazione di categoria AEFI (Associazione esposizioni e fiere italiane),
per garantire a tutti i partecipanti la massima sicurezza.
Veronafiere, che ha ripreso la propria attività in presenza e nella massima
sicurezza già da giugno 2021, con la special edition di Motor Bike
Expo, ha già modificato il proprio calendario in accordo con le filiere produttive
e in linea con le scelte adottate anche dagli altri principali organizzatori
fieristici europei di fronte all’aumento dei contagi a livello globale.
Veronafiere attua varie misure per prevenire il coronavirus secondo
il protocollo Safetybusiness: un sistema che ha dimostrato la propria
validità anche in occasione di rassegne consumer di grande pubblico,
come l’ultima edizione di Fieracavalli. L’organizzazione di EOS sta lavorando
alacremente affinché il salone risponda alle aspettative di tutti
nel miglior modo possibile e che finalmente il settore e gli appassionati
si possano incontrare in tutta tranquillità, senza patemi né limitazioni di
alcun tipo, anche se un po’ più tardi del previsto 12-14 febbraio. Nel
frattempo, per tenere ‘in caldo’ l’interesse comprensibilmente montante
dei visitatori e degli appassionati di caccia e pesca, il sito www.eosshow.com
continuerà a fornire anteprime e aggiornamenti.
EOS ospiterà anche il Fly Tying Show, grande manifestazione di costruzione
mosca organizzata da Fabio Federighi e Federico Renzi, che
ha già avuto conferma della partecipazione di Luca Barosselli, Emiliano
Bartolini, Giampiero Bartolini, Gianluca Capizzi, Alessandro Casiglia,
Marco Clari, Emmanuel Crosa, Stelio Di Manno, Branko Gasparin, Andrea
Gasparini, Fabio Gasperoni, Matteo Ghizzo, Manuela Lello, Andrea Nuti,
Andrea Pegorin, Enrico Puglisi, Dimitri Repele, Stefano Ticchiati, Bane
Todorovic, Eros Tommasi, Hans van Klinken, Loris Zecchinello. Altri prestigiosi
nomi sono in arrivo.
Organizzazione: E.O.S. S.r.l., Via Misurina 4, 35035 Mestrino (PD), tel.
049/9004444.
tre interviste realizzate da Alvaro Masseini
LA REINTRODUZIONE DELLA TROTA
MEDITERRANEA NELLA VALNERINA
Le nuove direttive europee in merito alla preservazione e alla reintroduzione
delle specie autoctone in ogni ambito del vivente, recepite con
decreti legislativi anche dal nostro paese, hanno prodotto una vera rivoluzione
nel modo di fare cui siamo stati abituati fino ad oggi. Nel caso
specifico delle acque e nella nicchia delle acque da salmonidi, da molti
anni si è proceduto all’immissione massiccia di due specie di trote: quel-
la scomparsa di Aldo Morellato
CIAO ALDO
la che chiamavamo la fario europea di ceppo atlantico e la trota iridea,
un pesce originario delle Montagne Rocciose (USA) che cresce velocemente,
ha una voracità maggiore delle trote europee e normalmente
non si riproduce nelle nostre acque. A seguito dell’aumento crescente
della domanda di trote, dovuto sia alla pesca sportiva in tutti i suoi ambiti
(dai no kill al garismo) e a quella per il mercato ittico, lungo l’asta di
moltissimi fiumi sono nati centinaia di allevamenti intensivi per rispondere
a queste richieste, contribuendo in tal modo a un ulteriore peggioramento
della qualità delle acque. Oggi, alla luce delle nuove direttive,
tutto questo mondo dovrebbe, nella migliore delle ipotesi, quantomeno
ridursi di molto, perché nel fiume dovrebbero andarci solo trote di specie
mediterranea, dopo, beninteso, essere state di nuovo individuate,
mappate geneticamente, riprodotte ecc. Ciò ha come conseguenza immediata
la fine dei classici ripopolamenti rituali e la seppur momentanea
diminuzione drastica di pesci nei fiumi, perché i tempi per rintracciare
i superstiti di trota nativa e creare un numero di riproduttori significativo
per poter iniziare di nuovo le immissioni con la nuova specie non
sono certo brevi. A questo proposito anche le abitudini dei pescatori,
compresi quelli a mosca, dovranno cambiare: non più abbuffate di catture,
ma lunghe passeggiate in fiumi e torrenti non avendo più la predazione
come fine, bensì il volteggio elegante della lenza, l’osservazione
naturalistica, una buona ossigenazione e la perdita di un po’ di sovrappeso...
Se poi, alla fine, qualche trota (piccola per ora) salirà sulla nostra
mosca sarà tutto di guadagnato.
Saremo capaci di tutto questo? Il condizionale è d’obbligo, visto che il
nostro è il paese delle deroghe, delle proroghe e via di seguito, ma intanto
alcune Regioni hanno iniziato il progetto e non da ora. Una di
queste è la Regione Umbria che, una fra le prime nel 2016, ha recepito
il DPR e messo mano ai lavori. Il fiume da salmonidi più importante della
Regione è il Nera, che ha anche un’altra particolarità: da molto tempo,
seppur in modo intermittente, è gestito da un’associazione ambientalista:
Lega Ambiente. Per cercare di avere un quadro di come
stanno procedendo i lavori, per avere le idee più chiare sullo stato
dell’arte in Valnerina e capire quale potrebbe essere il futuro prossimo
del mondo della pesca, in particolare a mosca, abbiamo intervistato (in
presenza, nel novembre 2021) tre persone che da un punto di vista diverso
conoscono bene e da molto tempo il fiume avendolo frequentato
nella veste di pescatore a mosca e guida di pesca (Luca Castellani),
di ittiologo responsabile per molti anni del Centro Ittiogenico regionale
di Borgo Cerreto (Mauro Natali) e di ecologista e pescatore a mosca
che rappresenta Lega Ambiente dentro il progetto di gestione del fiume
che si pone all’interno del programma più vasto di reintroduzione
della trota mediterranea (Marco Pippi). I tre testi (visionati, corretti e
autorizzati dagli intervistati) sono visibili on line sul nostro sito e su
quello di Pipam, affinché i pescatori possano farsi un’opinione propria
ed essere informati e partecipi di ciò che potranno aspettarsi nelle
prossime stagioni. (Alvaro Masseini)
È mancato ai suoi cari e agli amici
tutti Aldo Morellato, genuina
scorza di milanese, da sempre ligure
acquisito. Ne ricordiamo in
particolare la grande simpatia,
che gli ha portato molti amici e la
sua cordialità, che ha alimentato
la collaborazione e la coesione
all’interno della redazione di PI-
PAM. Sempre disponibile, misurato,
dai modi gentili, un gran galantuomo.
Fin dai suoi inizi ha ‘lavorato’
senza protagonismi nella redazione di PIPAM, trasformando il sito
nella memoria storica della pesca a mosca in Italia. Indimenticabili,
gustose e molto ironiche le sue vignette e le animazioni nel forum, che
strappavano sempre un sorriso al lettore. Adesso siamo un po’ più soli,
ma il ricordo dell’amico rimane vivissimo. Caro Aldo, sarai sempre presente
nei nostri cuori! (Andrea Cuccaro)
numerosi gli eventi e le attività promosse dalla FIPSAS
PESCARE SHOW 2021
Si è chiusa domenica 28 novembre la 22ª edizione di Pescare Show, il Salone
di Italian Exhibition Group che ha ospitato nel quartiere fieristico di
Vicenza la community di appassionati nella prima occasione di incontro
del settore dopo quasi due anni di stop forzato. L’edizione 2021 di Pescare
Show ha visto l’alternarsi di dimostrazioni e prove pratiche di lancio
e di costruzione di esche artificiali, mini-corsi gratuiti per i principianti
e per i pescatori più giovani, tutorial tecnici con i campioni e gli ambassador
dei marchi espositori, ma anche dibattiti e convegni con focus su temi
importanti per il settore alieutico: dalla carta ittica regionale alla legge
sulla pesca sportiva in mare, dalle strategie per contrastare il bracconaggio
ittico alla problematica delle immissioni di specie alloctone.
L’impegno verso la sostenibilità e la pulizia dei mari è stato riassunto
nei progetti presentati nell’area speciale #PescarePlasticFree, mentre
le ultime innovazioni tecnologiche del settore sono state protagoniste
dell’area Innovation Ideas, tra elettronica, cleantech, green mobility,
economia del mare, nanotecnologie, nuovi materiali e processi industriali.
Gli eventi sono stati organizzati in collaborazione con aziende,
associazioni, scuole di pesca, con il partner della manifestazione, FI-
PSAS, e con la Regione Veneto. «A Pescare Show FIPSAS è riuscita a
raggiungere con soddisfazione gli obiettivi di coinvolgimento prefissati»
commenta il presidente Ugo Claudio Matteoli. «Da un lato con un’importante
attività convegnistica sui temi più decisivi per il settore, dall’altro
con le attività sportive, come le presentazioni dei calendari e le
premiazioni dei campionati, e con i progetti esperienziali e didattici che
hanno saputo coinvolgere anche il pubblico più giovane.»
«La manifestazione Pescare Show è stata un’occasione importante per
l’intero settore della pesca sportiva, nonché per la Regione Veneto, che
ha dimostrato la sua vicinanza a un settore rilevante per l’indotto che
genera: in Veneto, infatti, sono circa 70mila i pescatori sportivi. Il mondo
della pesca e la Regione anche quest’anno hanno fatto lavoro di
squadra, portando in fiera importanti tematiche, come la Carta Ittica regionale
e pratiche che hanno come obiettivo la salvaguardia ambientale»
ha sottolineato l’Assessore Regionale alla Pesca Cristiano Corazzari,
relatore al convegno sulla Carta Ittica Regionale.
«Particolarmente lieta di aver visitato per la prima volta Pescare Show,
dove ho incontrato il mondo della pesca sportiva per il quale ci sarà sicuramente
il mio impegno in ambito europeo, laddove necessario» è la
sintesi del commento dell’Europarlamentare On. Rosanna Conte, presente
in fiera assieme al Consigliere Regionale Giuseppe Pan e all’On.
Senatore Simone Bossi, quest’ultimo intervenuto al convegno FIPSAS
Il marchio Okuma è
distribuito in Italia da:
Normark Italia srl
info@normarkitalia.it
notizie
a cura dello Spinning Club Italia • www.spinningclubitalia.it
sul bracconaggio ittico. Il Salone dedicato alla pesca sportiva e alla nautica
da diporto di IEG fissa in calendario l’appuntamento della prossima
edizione a novembre 2022, sempre nel quartiere fieristico di Vicenza.
il programma della primavera 2022
PESCA CLUB ALTO MUTINO CARPEGNA
Pubblichiamo di seguito il programma per la prossima primavera predisposto
dal Pesca Club Alto Mutino Carpegna.
1. Incontri di pesca nel lago e nel torrente
Domenica 16 gennaio: La tecnica dello spinning in lago, con Rodolfo
Mancinelli e Valerio Medici [Laghi dell’Airone, Lunano-PU]
Domenica 20 febbraio: La pesca a mosca in lago: tecniche e strategie,
con Goffredo Taddei [Laghi dell’Airone, Lunano-PU]
Domenica 13 marzo: Loch style: la pesca a mosca in lago, con Marco
Gentili [Laghi dell’Airone, Lunano-PU]
Sabato 9 aprile: La magia della pesca a mosca, con Enrico Tiberi [Torrente
Mutino]
2. Serate di costruzione [in streaming]: gli artificiali per la pesca a
mosca nel lago e nel torrente
Venerdì 28 gennaio: Le mosche per il torrente, con Alfeo Busilacchio e
Angelo Rosorani
Venerdì 25 febbraio: Le mosche di Walter, con Walter Luzi
Sabato 12 marzo: Le mie mosche per il lago, con Marco Gentili
Mercoledì 20 aprile: Mosche da nord a sud, con Andrea Malzanini
3. Passeggiate ed escursioni: i luoghi del Parco del Sasso Simone
e Simoncello
Domenica 1° maggio: tradizionale ‘Passeggiata sul Mutino’ [Carpegna, PU]
4. Corsi a distanza per il rilascio della licenza di pesca in acque interne
a cura del PCAM-Carpegna
Per iscrizioni e informazioni: 339/2995655 (Presidente), 338/3124496
(Segretario) o sulla pagina Facebook. Il calendario delle serate di costruzione
Autunno 2022 verrà pubblicato a settembre. I link per lo streaming
e i programmi dettagliati degli eventi saranno resi noti attraverso
Facebook e Whatsapp. Il calendario è suscettibile di variazioni.
le novità per il bimestre
PESCA (SKY CANALE 236)
A partire da giovedì 10 febbraio alle ore 22.00 Pesca (Sky canale 236)
presenta A pesca con Walter 8. Walter Ferraro torna con l’ottava edizione
della sua conosciutissima serie: uscite di pesca in mare alla ricerca
dei più begli spot del bacino del Mediterraneo. Spaziando fra tecniche e
prede diverse, ci svelerà i trucchi di traina, drifting e bolentino andando
alla ricerca di alcuni fra i più bei predatori che si possano incontrare nelle
nostre acque. In ogni episodio, come nella tradizione della serie, tante
immagini mozzafiato corredate da spiegazioni e illustrazioni sempre utili
anche per i pescatori più esperti.
Domenica 6 febbraio alle ore 21.00 inizia Close Up 5 - Nuovi Episodi. Si
tratta della seconda parte della stagione 5 per il programma condotto
da Antonio Varcasia con la collaborazione del professor Marco Casu. Come
sempre il programma approfondisce la conoscenza della biologia e
dell’ecologia dei pesci: in questi nuovi episodi il protagonista supremo
sarà il tonno rosso. Varcasia e Casu, coadiuvati da esperti, scrittori e antropologi,
indagheranno l’anatomia, la migrazione, la riproduzione e anche
il rapporto che l’uomo ha con questo straordinario pesce, che da secoli
accompagna la nostra cultura alimentare.
Martedì 15 febbraio alle ore 22.00, infine, è la volta di Passione artificiale
2022. È arrivata alla diciassettesima stagione la serie in cui Matteo De
Falco accompagna lo spettatore in giro per l’Italia alla ricerca degli spot
migliori per praticare la pesca con gli artificiali. Pesca a mosca, spinning,
pesca alla traina: scopriamo anche quest’anno quali sono gli approcci più
efficaci per insidiare i predatori negli spot italiani più belli. A condividere
l’esperienza con De Falco ci saranno durante gli episodi alcuni tra i pescatori
più esperti della nostra penisola, una vera miniera di informazioni e
segreti per affrontare le diverse tecniche di pesca con gli artificiali.
le varie attività del 2021
UNA LENTA RIPRESA
NELLA CONTINUITÀ
Così potremmo definire le attività sociali di Spinning Club Italia nel corso
del 2021. Da un lato infatti le manifestazioni e i raduni di pesca sono
potuti riprendere solo negli ultimi mesi dell’anno, complice l’attenuarsi
dell’epidemia Covid, ma dall’altro sono proseguite per l’intero periodo e
senza interruzioni tutte le attività indirizzate alla maggiore tutela degli
ecosistemi acquatici. Nel dettaglio: nei giorni 25 e 26 settembre si è tenuta
la prevista manifestazione celebrativa del quarantennale di fondazione
del Club, rimandata lo scorso anno. È stato così possibile godere
della perfetta organizzazione della sede di Arezzo coordinata da Lorenzo
Lombardi e Francesco Pratesi, usufruendo di una prima giornata di
pesca dal piede sul lago di Montedoglio (obiettivo il luccio) e sul tratto
no kill di Città di Castello nell’alto Tevere umbro (cavedani e trote), seguita
da una cena sociale nel magnifico contesto della cittadina di Monte
San Savino e una seconda giornata di pesca al lago del Calcione (bass
e luccio) affrontata da belly boat e da barca. Il 24 ottobre si è svolta una
manifestazione di streetfishing sul Naviglio Pavese estesa al tratto cittadino
del Ticino, organizzata dalla sede di Pavia e il 7 novembre un raduno
al luccio tenuto dalla sede di Lodi. La sede di Firenze ha organizzato,
in collaborazione con la locale sezione Fipsas, due corsi di avviamento
allo spinning per bambini nei giorni 5 giugno e 12 dicembre. Stanno
infine pian piano riprendendo le varie attività di molte sedi locali come i
ritrovi serali e le uscite di pesca conviviali.
Per quel che riguarda le attività di salvaguardia, grazie al coordinamento
dell’amico Passarella, responsabile SCI della regione Veneto, e al volontariato
dei soci delle diverse sedi locali, sono stati realizzati tre progetti
di ripopolamento dei corsi di pianura regionali con luccio, persico reale e
tinca, approvati nel corso dei lavori della Consulta Regionale della Pesca
«Tavolo Blu». Un analogo lavoro è stato posto in essere dalla società
‘sorella’ Lanciatori del Polesine in provincia di Rovigo. In Lombardia, grazie
alle sedi di Lodi, Cremona e Bergamo, sul fiume Adda è proseguito il
lavoro dello storico Progetto Marmorata che si è esteso alle acque del
tratto terminale del fiume Brembo, lavoro che fa perno sull’incubatoio di
Merlino gestito da SCI in collaborazione col Consorzio Irrigazioni Cremonesi
e il coordinamento dell’amico Maurizio Lozzi. È inoltre proseguito
l’affiancato progetto di recupero del popolamento di luccio di ceppo italiano,
con la produzione di oltre 100.000 avannotti da riproduttori certificati
geneticamente dalla Fondazione Stach di San Michele all’Adige.
Sta infine muovendo i primi passi un analogo progetto sostenuto dalla
sede di Pavia coordinata da Matteo Malinverni. In Piemonte si è ottenuta
la presenza di una rappresentanza nella Consulta Regionale per la Pesca
e in quella della Città Metropolitana di Torino. Prosegue poi la collaborazione
con le altre associazioni di pesca nel contrasto ai danni ambientali
su fiumi e torrenti (svasi di dighe, captazioni idriche, inquinamenti
ecc.) e l’introduzione di tutele (tratto no kill sul torrente Gesso da
parte della sede di Cuneo, recuperi ittici della sede di Vercelli ecc.). È stato
mantenuto il sostegno degli sponsor Normark Italia (marchi Rapala,
Blue Fox ecc.) ed Extra Fishing Gear (Flumen, Hoil ecc.) e le convenzioni
rinvenibili sul sito www.spinningclubitalia.it, anch’esso sottoposto a restyling.
Sono state rilanciate le attività delle pagine sociali Facebook e
Instagram a cui si invita a inviare contributi e immagini. È stata poi sviluppata
una collaborazione con l’associazione Street Fishing Italia (SFI)
che trova riscontro anche in alcune dirette web che saranno programmando
a breve. È proseguita la collaborazione con WWF Italia, portando
a termine, insieme alla Federazione
Italiana Canoa e
Kayak, la Campagna «LiberiAmo
i Fiumi» contro gli
sbarramenti che ne interrompono
la continuità, ostacolandone
la vita biologica,
anche grazie all’opera di
censimento delle interruzioni
tramite la app Barrier
Tracker, opera che invitiamo a proseguire nel tempo (basta una foto per
inserire nuove informazioni nel data base).
Ancora un anno, dunque, che vede come sempre impegnato il Club nella
condivisione della comune passione per la pesca, senza però saltare
l’impegno – nella misura del voluto e del possibile – indirizzato alla conservazione
e al miglioramento delle acque nazionali. Ci si augura quindi
che tutti i soci vogliano rinnovare ancora una volta l’iscrizione a Spinning
Club Italia e magari convincere un amico a fare altrettanto.
il 7 novembre nella sede di Lodi
RADUNO AL LUCCIO
Domenica 7 novembre si è tenuto il tradizionale raduno al luccio della sede
SCI di Lodi. Il luccio è da sempre un pesce simbolo del territorio lodigiano,
ricco non solo di fiumi ma di molte acque di risorgiva, ambienti di
acqua pura molto vocati a ospitare la specie. Anche qui, però, al pari di
tanti altri ecosistemi, negli ultimi lustri si è assistito a una forte rarefazione
degli esocidi, fatto documentato anche dal progressivo ridursi delle
catture e delle taglie nel corso di questo evento ricorrente negli anni. La
gradita attuale novità è consistita in un’inversione di tendenza, col ritorno
a catture nettamente più numerose rispetto al recente passato, sia
pure di dimensioni contenute, segno degli effetti positivi dell’opera di recupero
della specie posta in essere tramite l’attività dell’incubatoio SCI di
Merlino. Si è trattato di esemplari dai 40 ai 65 cm, segnale comunque di
una iniziale ripresa che fa ben sperare per il futuro. Complimenti quindi ai
soci Dario Giovanetti, Stefano Deligios e Francesco Barba che con le loro
catture hanno occupato il podio della manifestazione.
sul torrente Gesso in provincia di Cuneo
NO KILL A MARMORATA E IBRIDI
Grazie all’intervento e al contributo delle associazioni Spinning Club Italia,
Langhe e Roero Fly Club, Legambiente, ATAAI e ANLC, è stato proposto
e istituito un tratto no kill a trota marmorata e ibridi in provincia
di Cuneo con lo scopo di tutelare la residua presenza di questa importante
specie endemica in un tratto del torrente Gesso storicamente
soggetto a fortissimo prelievo piscatorio e danneggiato da passati
eventi alluvionali che hanno contribuito ad incrementare la minaccia alla
sopravvivenza della popolazione ittica presente. Nel fine settimana
alcuni volontari della sede SCI di Cuneo, e delle altre associazioni, hanno
provveduto alla palinatura del tratto, una importantissima attività di
collaborazione e sinergia tra associazioni con lo scopo comune di contribuire
alla salvaguardia delle meravigliose popolazioni ittiche endemiche
del nostro territorio.
1/2022 • MOSCA e SPINNING • 9
notizie
Ricapitoliamo le principali novità comparse
su PIPAM negli ultimi periodi, invitandovi a
leggere gli approfondimenti e novità direttamente
online sul sito www.pipam.it. Se
volete partecipare alla nostra comunità nativa
non dovete far altro che iscrivervi al
FORUM e partecipare attivamente alle discussioni.
Ma PIPAM è anche altro... troverete
articoli di tecnica, di flytying, recensioni,
test, filmati, ... fatti da pescatori a mosca
per i pescatori a mosca e con il quarto di secolo
online ormai nel mirino crediamo che di
materiale ce ne sia per molto e per tutti i
gusti. Siamo presenti anche su vari social
come Facebook (https://www.facebook.com
/groups/41688482011), Vimeo (https://
www.youtube.com/user/wwwpipam/videos)
e Instagram (https://www.instagram.com/
pipam.it) per cui, anche in questo caso, l’invito
è quello di iscrivervi e partecipare numerosi!
FLY FISHING MAGAZINE
I lucci di Rugen
a cura di Valerio Santagostino (Balboa)
Una piccola isola (che poi tanto piccola non lo
è neppure), che emerge dal nulla, tra vento e
silenzio, un mare senza onde, delle camminate
in wading verso una striscia di alberi o
sabbia, fitti canneti lungo le rive, stormi di
uccelli in continuo passaggio… Questa è Rugen,
nel Nord della Germania, un tempo appartenente
alla famigerata DDR, gettata nel
Baltico, tra Danimarca, Polonia e Svezia. Si
pesca in una natura aspra, dura, ma di grande
fascino e di una bellezza irreale.
Della Patagonia e altri sogni
a cura della redazione
Siamo felici di poter comunicare che abbiamo
intrapreso una collaborazione con Alvaro
Masseini che porterà alla pubblicazione,
su PIPAM, di alcuni dei suoi libri. I libri sono
in formato .pdf, gratuiti, leggibili e scaricabili
con un click.
May Fly di Guido Scala
a cura della redazione
Materiali utilizzati
addome + code: piuma di gallina faraona +
resina UV gialla
torace + hackles: pelo di lepre + peli di marmotta
+ cdc
ali: 2 piume di germano
testa: filo di montaggio
Dressing by Guido Scala
Profilo costruttori: Marco Naldi
a cura di Andrea Cuccaro (WM)
Mi chiamo Marco Naldi, sono nato e abito
nella provincia di Bologna. La pesca ha sempre
fatto parte della mia vita fin dall’infanzia
ma da ormai dodici anni pratico esclusivamente
la pesca a mosca. Mi piace costruire
un po’ di tutto, dalle mosche secche alle
sommerse, dalle ninfe agli streamer e il mio
montaggio preferito è quello in asola, ispirandomi
ai grandi costruttori che prima di
me hanno inventato e collaudato questo
metodo di costruzione. Amo pescare a mosca
secca e in particolar modo prediligo la
pesca a vista nei chalk stream. Pratico il no
kill e non ricerco più la quantità ma la qualità
nelle mie catture. Riuscire a ingannare una
trota con un mio artificiale mi dà una sensazione
incredibile. Nel 2020 ho partecipato a
vari contest della rivista «La Pesca Mosca e
Spinning», aggiudicandomi due primi posti e
altri piazzamenti a podio. Quest’anno inoltre
ho raggiunto la settima posizione allo Slovenian
Open Fly Tyng Championship e mi sono
classificato al primo posto alla gara di costruzione
del Grayling Trophy disputato in
Austria. Nel periodo invernale, approfittando
della chiusura della pesca in fiume, mi dedico
al rod making, ovvero la costruzione di
canne in bamboo, con le quali amo trascorrere
piacevoli momenti di pesca.
Le interviste
Reintroduzione della trota mediterranea
nelle acque del fiume Nera
a cura di Alvaro Masseini
Pubblichiamo una serie di interviste dedicate
alla «Reintroduzione della trota mediterranea
nelle acque del fiume Nera», curate
da Alvaro Masseini, per fare un po’ di chiarezza
su cosa è successo e sta succedendo
sul Nera. Le pubblichiamo anche per far capire
quale sarà il futuro delle acque italiane,
vista l’attuale legislatura (direttiva Habitat
92/43 CEE - DPR n. 357/1997 stabilente il
divieto d’immissione, in ambienti naturali, di
specie altoctone). Introduzione. Le nuove
direttive europee recepite con decreti legislativi
anche dal nostro paese, in merito alla
preservazione e reintroduzione delle specie
autoctone in ogni ambito del vivente ...
10 • MOSCA e SPINNING • 1/2022
I THREAD PIÙ SEGUITI
I CERCHI PIÙ INTERESSANTI
Materiali che fanno la differenza
della Consulta Provinciale Pesca, ha emanato
il decreto di divieto di trattenere le marmorate
sul Po e sul Basso Pellice. Ora speriamo
di riuscire a fare altrettanto nelle altre
provincie limitrofe!
Pulizia Vivarelli
thread aperto da Valerio Santagostino (Balboa)
Un po’ fiaccato da Moderna, mi sono dedicato
alla pulizia dei Vivarelli. Di sicuro non metterò
mai più dentro agli ingranaggi del grasso...
Scelta streamer luccio
thread aperto da vibesman
Ciao ragazzi, ho fatto vari cappotti quest’anno
ma non mollo! Volevo chiedervi qual
è il vostro approccio nella scelta dello streamer.
Gli anni scorsi avevo un solo modello
colore chartreuse con cui ho fatto varie catture:
lo streamer era piombato e usato con
coda dalla punta intermedia e running line
galleggiante, tanto che ero arrivato al punto
di costruirmi sempre lo stesso. Quest’anno
però nemmeno un attacco!
Volevo dunque virare su colori più scuri. Voi
come vi regolate nella scelta colore dimensione
e profondità?
a cura di Antonio Napolitano (Flyaenne)
Sto iniziando a costruire streamer per la
prossima stagione di pesca al luccio; ovviamente
la scelta dei modelli si basa sugli artificiali
che hanno reso maggiormente e i
materiali con i quali sono stati realizzati.
Era ora!
a cura di Beppe Saglia (Beppe S.)
La città metropolitana di Torino, su spinta
Ragionamenti
a cura di Angelo Piller (Angelo)
Se in Nuova Zelanda ragionassero come in
Italia... non avrebbero più una sola trota! Ma
i neozelandesi non sono stupidi. Trovo quest’illusoria
ricerca italiana di una fantomatica
razza ‘pura’ un’assurdità, spiegabile solo
con tanta ignoranza e con probabili interessi
nascosti. Rimango dell’idea che sia mille
volte meglio un’iridea nata e cresciuta nei
nostri fiumi, piuttosto che cento marmorate
immesse.
...il graphene ai massimi livelli
Ghibli 7’6” #3 by Massimo Magliocco
info 335 6482202 • www.casadellapesca.com
SPOON
FABIO FRANCHINI [fabio.franchini.176@gmail.com]
La nascita e l’evoluzione del Trout area sono legate
a una famiglia di artificiali che rappresenta
un vero e proprio marchio di fabbrica di
questa pesca e che insieme al catch and release
integrale e al concetto di ultralight fonda
uno dei dogmi del Trout area: gli spoon. Si
tratta di piccolissimi ondulanti, molto semplici
nella costruzione e nel nuoto quanto tecnici e complessi
nello studio, nella comprensione e nell’applicazione sul campo.
Esistono spoon di peso e forma molto diversi, da quelli da
più di 3 g fino ai piccolissimi microspoon dal peso esiguo di
0,5 g, modelli con foglie differenti, da quelle ampie a quelle
strette, allungate o arrotondate, e con colori che possono andare
dai più sgargianti a quelli più naturali possibili. Per capire
quale spoon è meglio scegliere in un determinato momento,
occorre mettere sulla carta i punti a favore di questo artificiale
in relazione a forma, movimento in acqua, peso e impatto
sia visivo che di vibrazione, che scateneranno nelle trote
l’istinto predatorio o territoriale.
caratteristiche degli spoon
Il movimento dello spoon è un movimento ondulante-oscillatorio
che prende il termine tecnico di wobblig; a seconda della
conformazione strutturale dell’ondulante, tale oscillazione
è più o meno pronunciata; in relazione a fattori quali il rapporto
peso/superfice della foglia, gli angoli e le concavità più
o meno pronunciate e la posizione dell’occhiello rispetto al
punto di massima ondulazione, si hanno esche caratterizzate
da un’oscillazione rapida e frenetica oppure da un nuoto lento
e armonioso molto semplice. Basta sapere che in linea di
massima, estremamente teorica, le trote più attive e propense
ad attaccare gli artificiali ricercano movimenti con wobblig
accentuati e veloci, mentre invece prediligono movimenti
lenti e sinuosi quelle in fasi di apatia, quando un movimento
frenetico e repentino le disturberebbe.
Il peso gioca un ruolo e una variabile molto importante sul
nuoto dell’artificiale: più lo spoon è pesante, maggiore sarà il
16 • MOSCA e SPINNING • 1/2022
nostro recupero per mantenere un determinato assetto in acqua,
mentre in caso di spoon leggeri necessiteremo di recuperi
più lenti per ottenere un determinato assetto di pesca.
Sempre in linea estremamente teorica, si può affermare che
più il pesce è attivo e propenso ad attaccare gli artificiali, più
il recupero potrà essere rapido, mentre in caso di apatia un
recupero più lento permetterà di mantenere maggiormente la
strike zone e renderà la ‘preda’ più semplice da inseguire per
le nostre amiche trote.
Il connubio tra forma e peso rende ogni ondulante diverso e
propenso a un utilizzo rispetto a un altro. Gli ondulanti allungati
sono spesso caratterizzati da affondamenti abbastanza
lenti, che li porta a essere indicati per pesche lente e di superficie,
mentre gli spoon molto compatti hanno caratteristiche
di nuoto e di affondamento opposte, rendendoli indicati per
la pesca a contatto con il fondale. Le foglie più ampie a parità
di peso tenderanno ad affondare in maniera più lenta, mentre
si potrà utilizzare un ondulante più leggero ma più compatto
per avere lo stesso risultato, ottenendo effetti in pesca sempre
nuovi e diversi. Purtroppo non esistono regole semplici (non
vorrei addentrarmi in leggi fisiche da ingegneri…) che possano
dare un valore tecnico di quanto e come un artificiale
oscilla in acqua: occorre provare e testare sul campo come
nuota un determinato spoon per poterlo scegliere a seconda
del contesto utilizzato.
Stesse considerazioni vanno fatte in relazione alla colorazione
dell’ondulante, raggruppando i colori degli spoon in tre
grandi categorie.
Colori brillanti e fluorescenti. Sono i colori più forti e facili
da vedere, estremamente di fantasia, quelli più indicati in situazione
di pesce molto frenetico e di scarsa visibilità dovuta
all’acqua e alla luce; sono di solito i primi che vengono scelti e
che si utilizzano in maniera abbastanza continuativa. Il capostipite
di questa famiglia è il connubio tra arancione fluorescente
e oro, un vero e proprio must scelto dalla maggior parte
degli agonisti come esca di partenza nelle competizioni.
Colori pastello. Chiamati anche ‘intermedi’ degli agonisti,
sono colori dall’impatto visivo meno forte ma che mantengono
comunque una marcata fantasia e un senso di artificioso.
II connubio di diverse tinte di colori pastello associate spesso
a bianco o nero, i toni di rosa, azzurro, senape e tanti varianti
meno accese di quelle citate in precedenza possono essere
un’arma da utilizzare a 360° in situazioni di pesce parzialmente
attivo ma disturbato dai colori forti, in situazioni di
scarsa luminosità in contesti di acqua molto pulita o comunque
in tutti quei casi nei quali occorre uno stimolo di colore
che non sia né troppo forte né troppo leggero.
Colori naturali. Sono sfumature semplici di toni naturali come
il verde o il marrone, associati a venature grigie o antracite:
vanno spesso a richiamare le condizioni del fondale o della
natura che circonda il lago. Sono estremamente utili per stimolare
tutti i pesci che conoscono benissimo gli spoon e non
si fanno fregare da tutto quello che ha anche una minima parvenza
di artificiale. Nelle competizioni sono utilizzati molto
spesso nelle fasi di ricerca e quando i pesci sono stati martellati
ormai da diverso tempo da esche di ogni forma e colore.
Prendiamo ora l’esempio di una normalissima sessione di pesca
primaverile o autunnale in un contesto standard, con un
buon quantitativo di pesce stanziale e pesce fresco di nuova
immissione, e vediamo passo dopo passo quale dovrebbe essere
il comportamento delle trote e quale stimolo di vibrazione
e movimento è più indicato nell’arco della giornata.
fase 1: pesce fresco
Il mattino e i giorni di riapertura di un Pond dopo un evento
o un periodo di chiusura sono quelli più divertenti e quelli nei
quali questa fase risulta più corposa e ricca di catture; il tutto
viene maggiormente accentuato dalla presenza o meno di pesce
di nuova immissione che non ha mai visto nuotare uno
spoon. Le prime domande da fare saranno quindi le seguenti:
Da quanto tempo nessuno sta pescando in questo lago? C’è
immissione di pesce nuovo? Quanto ne viene immesso? Una
volta raccolte le informazioni, potremo avere un’indicazione
teorica del quantitativo di pesce che tecnicamente viene chiamato
‘fresco’ e impostare il setup di pesca proprio su questo
dato, scegliendo un ondulante di peso abbastanza sostenuto.
In genere si utilizzano esche che vanno da 2 fino a 3 g, associati
a colorazioni molto sgargianti come il citato arancio/
oro, per ottenere il massimo della reazione di tutto quel pesce
1/2022 • MOSCA e SPINNING • 17
CON TRE AGHI
PIERANGELO GRILLO [pgrillop56@gmail.com]
Spesso mi metto al morsetto con l’intenzione di
trovare soluzioni nuove, aggiungendo o togliendo,
oppure cambiando i vari materiali delle
mie imitazioni. Certo è che nessuno inventa
nulla, ma al massimo modifica quello che ha visto
o sperimentato, come certo è che la verifica
in pesca rimane il test finale, quello senza appello:
la mosca funziona, galleggia, si posa in maniera adeguata
in acqua… La prova culminante, poi, è sempre quella
della cattura.
Pescando prevalentemente a mosca secca, e frequentando per
lo più i torrenti alpini, la realizzazione dei miei artificiali è basata
soprattutto sulla visibilità e sulla galleggiabilità, caratteristiche
che le mosche ‘da caccia’ devono possedere al fine di
una buona performance in pesca. Il metodo di montaggio più
indicato per ottenere mosche adatte a questi ambienti è a
mio avviso il parachute, nel quale la superficie di appoggio
della mosca sulla tensione superficiale è più esteso e nel quale
si ha la possibilità di mettere al di sopra dell’amo alcuni i materiali
che permettono di seguire visivamente meglio la mosca.
Negli anni Ottanta ebbi l’opportunità di avere tra le mani
alcune mosche costruite da Angelo Rosorani, che personalmente
ritengo uno dei migliori costruttori italiani, e ne rimasi
stupefatto. Quelle mosche, oltre ad avere le caratteristiche
ideali per la pesca in torrente, avevano un pregio ancora maggiore:
erano molto resistenti. Erano realizzate con le hackle di
gallo montate in asola, mentre il supporto di avvolgimento
era rappresentato da un mazzetto di peli prelevati dalla coda
di vitello, il che rendeva la mosca alquanto visibile e allo stesso
tempo molto galleggiante.
32 • MOSCA e SPINNING • 1/2022
May Fly
• amo: Tiemco 200R n. 12/10
• filo di montaggio: 8/0
• filo per asola: Power Tread 50 den
• code: alcune fibre di gallo pardo e fibre di coda di fagiano
• corpo: microflos 140 den Textreme colore light Brown
• anellatura: Body Fly Textreme Brown
• torace: polipropilene marrone
• ali: due punte di hackle di gallina grizly e due piume di c.d.c.
• hackle: capriolo, mallard yellow, gallo pardo tinto giallo montate in
asola
EPEoRus
• amo: Tiemco 100sP n. 12/10
• filo di montaggio: 8/0
• filo per asola: Power Tread 50 den
• code: alcune fibre di gallo pardo
• corpo: microflos 140 Den Textreme colore Brown
• anellatura: Body Fly Textreme colore Brown
• torace: polipropilene marrone
• ali: due punte di piume di cdc colore naturale
• hackle: capriolo e fibre di gallo rossiccio montate in asola
Nota. In entrambe le imitazioni, appena costruito il corpo inserire
una strisciolina di polipropilene per dividere le ali.
1/2022 • MOSCA e SPINNING • 33
TECNICA SPINNING MARE
OBIETTIVO
LECCIA
fra deserto e oceano
GIACOMO CAPRESI [giacomocapresi2@gmail.com] e GUGLIELMO CIREGIA [guglielmociregia@gmail.com]
La leccia amia incarna il sogno di ogni spinner
costiero: predatore del sottocosta per eccellenza,
è un pesce ‘preistorico’ dotato di una forza
e di una resistenza incredibili, il carangide più
imponente del Mediterraneo insieme alla ricciola.
Sulle nostre coste è possibile insidiare
lecce di grossa taglia solo con le giuste condizioni:
si tratta di catture difficili, spesso rare, tanto che ci si
può ritenere fortunati se si riescono ad avvistare due o tre lecce
in caccia durante tutte le proprie pescate nel corso di un
anno, anche perché gli esemplari di taglia maggiore prediligo-
no uno stile di caccia solitario. La ricerca della leccia ci ha così
portato a scoprire un posto nel quale le cose sono diverse. Sulle
sponde del Marocco, nella costa atlantica del Sahara occidentale,
poco più a sud delle isole Canarie, si trova una zona
desertica che costituisce una regione autonoma, popolata per
lo più da beduini e nomadi, che ha per capoluogo la città di
Dakhla. Qui, dove l’arido deserto del Sahara incontra l’oceano
Atlantico, una lingua di sabbia spazzata dagli alisei ospita uno
degli spot di pesca alla leccia più incredibili del pianeta, non
molto noto ai pescatori ma ben conosciuto dai kitesurfer di
tutto il mondo, dato che la striscia di terra crea una grande
36 • MOSCA e SPINNING • 1/2022
baia lunga circa 30 km completamente riparata dalle onde dell’oceano
ma non dal forte e costante vento proveniente da
nord. Nelle giornate meno proficue non è difficile incappare in
questa zona in due o tre attacchi di grosse lecce, spesso con
conseguente allamata, mentre nei giorni migliori è facile avvistare
questi pesci in caccia e avere opportunità di allamarne
più di tre o quattro in poche ore. La pesca si svolge prevalentemente
in top water, ma funzionano molto bene anche grosse
stickbait; l’importante è che gli artificiali permettano di raggiungere
lunghe distanze, in quanto le grosse lecce stazionano
fuori dallo scalino, che si trova a circa 150 metri da riva.
Arrivati sullo spot ci si trova davanti uno spettacolo mozzafiato:
il Sahara incontra l’oceano in un quadro di rara bellezza,
nel quale la danza del vento alza la fine sabbia e la trasporta
in mare insieme ai suoi nutrienti. Abituati alla pesca
della leccia sulle coste italiane si è spaesati dinanzi a spiagge
chilometriche apparentemente tutte uguali. Nonostante l’incredibile
numero di lecce presenti, tuttavia, non è scontato
allamarne una. Trovandosi in un contesto molto diverso dal
Mediterraneo, è fondamentale tenere in considerazione fattori
meteomarini decisivi per la riuscita della pescata. Nel nostro
viaggio abbiamo riscontrato l’attività più accentuata delle
grosse lecce nelle prime tre ore circa di risalita della marea,
quando la grande massa d’acqua proveniente dall’oceano en-
Una bella leccia catturata con il ProQ 145 colore
JCK, a destra: un’altra bella cattura, questa
volta con il Mommotti 190 colore GLWR.
1/2022 • MOSCA e SPINNING • 37
TECNICA MOSCA
FLASH FLIES
PROJECT
Piero Ometto con un bel luccio catturato in un fiume veneto con una Flash Fly color oro.
MAURO BORSELLI [borselli.mauro@gmail.com]
In questo articolo vorrei proporvi la storia del progetto
Flash Flies per la creazione di streamer flashanti,
che all’interno delle creazioni degli ultimi anni mi ha
coinvolto in modo particolare per più aspetti. Si tratta
di un progetto nato nel 2016-17 in collaborazione
con l’italiana Textreme, in base alla consapevolezza
che rapportarsi con un’azienda di fama consolidata
per un costruttore significa essere in grado di progredire nello
studio e nella progettazione di materiali finalizzati alla pesca
dotati di caratteristiche strutturali inedite, sia per volume e
movimento, sia per resistenza, elemento questo troppo spesso
sottovalutato nel fly fishing. Nell’arco degli ultimi trent’anni ho
collaborato con diverse società del settore, notando che se da
un lato erano tecnicamente capaci di realizzare o commercializzare
materiali interessanti, dall’altro erano carenti nel campo
d’impiego cui gli stessi dovevano essere indirizzati, lasciando
ai vari pro staff e pro team il compito di trovare un’idonea
collocazione di costruzione e, soprattutto, di pesca. Con Textreme,
invece, abbiamo agito in modo opposto, in quanto vi è
stata un’intensa attività preliminare di progettazione e sviluppo
alla quale è seguita una fase produttiva in senso stretto, per
apportare le modifiche tecniche che, di volta in volta, risultavano
indispensabili per raggiungere il target richiesto e che erano
possibili da realizzare solo con macchinari industriali che permettessero
di assemblare un’enorme quantità di filamenti in
pochissimo spazio e con la massima precisione.
50 • MOSCA e SPINNING • 1/2022
Ho cominciato a lavorare su un materiale
che all’epoca veniva già prodotto
da questa azienda, una frangia-gonnellino
dotato di filamenti perlacei lunghi
5-7 cm, realizzando diversi streamer
che avevo denominato TX Predator
Flies, che si erano dimostrati incredibilmente
performanti in fase di lancio e
molto vitali in acqua, tanto da permettermi
di registrare parecchie catture di
lucci. Si trattava di imitazioni di bait fish
piuttosto compatte, di taglia media
e della lunghezza di 20 cm circa, che
rendevano bene nei canali di media
portata, ma risultavano troppo piccole
e poco appariscenti nei fiumi e nei laghi
del piano, ove occorrevano artificiali
di 28-30 cm che permettessero di battere
più acqua possibile in blind cast,
risultando ben visibili e percepibili dagli
esocidi di mole, anche nel tentativo
di fare una congrua selezione. Nel momento
in cui ho aumentato le dimensioni
delle TX Predator Flies, tuttavia, sono incorso in una serie
di limitazioni determinate dalle caratteristiche tecniche di
quel primo materiale, che cominciò a risultare più pesante,
non semplice da gestire in fase di recupero e rilancio, finendo
poi per impastarsi facilmente, aggrovigliandosi attorno alla
curvatura dell’amo, col risultato di formare nodi difficili da districare.
Esistevano comunque palesi positività che mi indussero
a proseguire nel progetto, in quanto l’artificiale, nonostante
tali criticità, era comunque in grado di registrare numerose
catture di lucci sia in Italia che all’estero, risultando
estremamente mobile e resistente.
Creare un materiale con caratteriste inedite non è facile, soprattutto
in un mondo, come quello del fly tying nel quale, a
torto, si pensa che sia stato già inventato tutto. In questo caso,
con Textreme, dovevamo progettare ex novo la struttura di
quel gonnellino eliminandone difetti e limiti tecnici e cercando
di produrne uno capace di rispecchiare i parametri che mi ero
prefisso in termini di riflettenza flashante, densità, aerodinamica,
idrodinamica, pulsazione e resistenza.
Trattandosi di materiali per la pesca
a mosca, infatti, elementi come l’attrito
in aria e l’idrodinamicità sott’acqua sono
fondamentali per rendere un grosso
streamer lanciabile alle massime distanze
con buona precisione in shooting e
anche gestibile in modo vitale a varie
velocità di recupero: più l’artificiale è
grande e voluminoso, maggiori sono gli
eventuali difetti di progettazione dei
materiali che lo compongono, i quali,
pur gestibili nelle misure ridotte, si amplificano
in quelli di mole. Vale aggiungere
che stiamo parlando di esche destinate
all’insidia di predatori muniti di
denti acuminati e taglienti come quelli
dei lucci (e non solo), per cui il requisito
della robustezza è primario nella
creazione di un materiale specifico per
big streamer, elemento spesso sottovalutato nel campo del fly
tying, nel quale in genere si focalizza l’attenzione sull’aspetto
estetico e manieristico delle imitazioni, perdendo di vista l’obiettivo
principale della successiva cattura dei pesci, capace di
danneggiare irrimediabilmente i materiali naturali e sintetici
che li compongono. Obiettivo dichiarato era anche quello di
produrre un materiale realmente flashante e riflettente e non
solo perlaceo tingibile in varie colorazioni, come di fatto avveniva
con quello che era già commercializzato dalla Textreme,
che serviva per un impiego integrativo ad altre fibre o peli di
supporto, ma non per l’uso esclusivo che ci interessava, perché
volevamo raggiungere una uniformità cromatica d’insieme che
investisse l’intera silhouette delle future Flash Flies e non solo
di una parte delle esse, come la testa o la coda ad esempio.
A tal fine il titolare della Textreme Gilberto Alberti aveva trovato
una serie di filamenti sia lineari, sia ritorti, che apparivano
idonei allo scopo, che sarebbero stati poi assemblati insieme ad
altri fili di supporto, compresi quelli olografici. Il nostro obietti-
Un altro luccio, ingannato con una Flash Fly bianca da Matteo Macchione.
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Squeaky) è un buzzbait in-line innovativo studiato per l’insidia di qualsiasi tipo di predatore e in ogni
condizione. La paletta di taglia XXL conferisce massimo rendimento sin dal primo impatto con l’acqua,
la possibilità di rimanere in superficie anche con un recupero più lento e ovviamente una
grande diffusione di rumore, spruzzi e vibrazioni. L’amo snodato, tenuto in assetto da un anello
di silicone, ha due funzioni principali: facilita la ferrata e soprattutto riduce al massimo le slamature
quando il pesce scuote la testa per liberarsi dell’artificiale. La paletta scorre su un rivetto speciale in
ottone zigrinato che emette un rumore cigolante con tonalità molto attrattiva e udibile dal pesce anche a grande
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avvengono con vigorose jerkate.
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