Magazine PiùMe Marzo 2022
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M A G A Z I N E
ANNO VIII
NUMERO 3
MARZO 2022
COPIA OMAGGIO
BLANCO &
MAHMOOD
IN QUESTO NUMERO:
TALENTI ITALIANI
MONICA VITTI
.
REPORTAGE
I BENEFICI DEL CAMMINARE
GLI ABITI SIMBOLO
DELL’EMANCIPAZIONE FEMMINILE
THE WINNER
VALENTINA GIACINTI
MONDO DONNA
Donnexstrada:
torna a casa in sicurezza
FITNESS
Allenamento a Circuito
o Circuit Training
IL CAVOLO A MERENDA
Prodotti della terra e gustose
ricette di Fabrizio Diola
SIAMO I
RAGAZZI
DI OGGI
IO VIAGGIO DA SOLA
Urbino
I CONSIGLI DI BARBANERA
Ottimisti si diventa...
A primavera
SCOPRI IL VOLANTINO DEL TUO PUNTO VENDITA
PIÙ VICINO A TE!
2
M A G A Z I N E
VERSO DI
PRIMAVERA
“Se
Il 21 marzo oltre che l’irrompere della primavera è anche la Giornata
mondiale della Poesia come deciso dalla XXX Sessione della Conferenza
Generale dell’UNESCO nel 1999. Una giornata che riconosce all’arte
poetica un ruolo fondamentale nella promozione del dialogo interculturale,
nella valorizzazione e comprensione delle diversità linguistiche e come
strumento di promozione della pace.
M
-Maria Grazia Deleddaa
la poesia e i poeti sono molto, molto di
più! Che Montale fosse anche un ragioniere
e Quasimodo un geometra ci spiega
molto meglio -di chissà quali e quante
erudite disquisizioni accademiche, che la poesia
appartiene a tutti esattamente come le emozioni.
Sgombrato il campo dall’equivoco che poesia sia
soltanto una questione di rime baciate o di assonanze
tra parole, di sillabe conteggiate o dell’andare
“punto e a capo” da una riga all’altra ed appurato
che, non esistono corsi di laurea che sfornano
poeti come fossero ingegneri, diventa semplice
immedesimarsi nel poeta che è in noi. Il poeta è
l’io che rivela emozioni attraverso la magia delle
parole, il colore di quelle parole, la musica che
ci sta dentro, dando valore al tempo che racconta
cos’è stato, cos’è o cosa sarà. Spesso si nasconde
dietro un silenzio, un amore vivo, dimenticato,
sfuggito o cacciato e diventa lievito di sentimenti
e di ricordi come una bussola in cerca di nuovi
orizzonti da conquistare di giorno in giorno. Spesso
la ritrovi sui tuoi passi, su quelle strade calpestate,
in quei vicoli, in luoghi e paesaggi, nelle
luci del mattino o all’imbrunire dentro un bicchiere
di vino, in uno sguardo, in un sorriso di gioia o
in una smorfia di dolore, in un bacio inatteso, in
una carezza improvvisa, dentro un abbraccio. La
poesia è un soffio di bellezza contro la tempesta
di indifferenza. E di poesia c’è bisogno. Contro la
superficialità che sembra farla da padrona in questi
EDITORIALE
di MAURIZIO BONUGLI
vostro figlio vuole
fare lo scrittore o il poeta
sconsigliatelo fermamente.
Se continua minacciatelo
di diseredarlo. Oltre queste
prove, se resiste, cominciate
a ringraziare Dio di avervi
dato un figlio così, diverso
dagli altri.”
moderni tempi frenetici, superficiali e iperconnessi.
Così vicini, così lontani. Fermiamoci di tanto
in tanto. Scorriamo le dita fra i libri allineati sugli
scaffali dietro la poltrona del salotto. Allunghiamo
una mano e strappiamo da quella fila di titoli impolverati
un libro di poesie, apriamolo dove capita
e leggiamo quei versi, sarà il caso a decidere il
messaggio di cui far tesoro e poi con quel libro in
tasca scendiamo le scale a rotta di collo e corriamo
da quella persona. È una persona speciale, tutti ne
abbiamo una che magari non sa di esserlo o che,
invece, sa tutto. E dedicale una poesia, scritta da
te. Perché lo ha detto Baudelaire …si può stare:
“un giorno senza pane, ma non un giorno senza
poesia”! Eccone tre, scelte per Voi:
Poteva accadere.
Doveva accadere.
E’ accaduto prima. Dopo.
Più vicino. Più lontano.
E’ accaduto non a te.
Ti sei salvato perché eri il primo.
Ti sei salvato perché eri l’ultimo.
Perché da solo. Perché la gente.
Perché a sinistra. Perché a destra.
Perché la pioggia. Perché un’ombra.
Perché splendeva il sole.
Per fortuna là c’era un bosco.
Per fortuna non c’erano alberi.
Per fortuna una rotaia, un gancio, una
trave, un freno,
un telaio, una curva, un millimetro, un
secondo.
Per fortuna sull’acqua galleggiava un rasoio.
In seguito a, poiché, eppure, malgrado.
Che sarebbe accaduto se una mano, una
gamba,
a un passo, a un pelo
da una coincidenza.
Dunque ci sei? Dritto dall’animo ancora
socchiuso?
La rete aveva solo un buco, e tu proprio
da lì? Non c’è fine al mio stupore, al mio
tacerlo.
Ascolta come mi batte forte il tuo cuore.
-Wisława Szymborska-
Giuro per i miei denti di latte
giuro per il correre e per il sudare
giuro per l’acqua e per la sete
giuro per tutti i baci d’amore
giuro per quando si parla piano la notte
giuro per quando si ride forte
e giuro per la parola non
giuro per la parola mai
e per l’ebrezza giuro, per la contentezza
Giuro che questa terra non sta per finire
giuro che io sento a volte una gioia così
grande
giuro che la gioia esiste e io la sento
e giuro che non mi lascerò intristire
da nessun piagnucoloso profeta
da nessun artista che mercanteggia
col dolore, da nessun dotto avaro
da nessuno che scorrazza nel sangue e me
lo spiega
da nessun imbonitore con sue parole
soffocanti.
Giuro che io salverò la delicatezza mia
la delicatezza del poco e del niente
del poco poco, salverò il poco e il niente
il colore sfumato, l’ombra piccola
l’impercettibile che viene alla luce
il seme dentro il seme, il niente dentro
quel seme. Perché da quel niente
nasce ogni frutto. Da quel niente
tutto viene.
-Mariangela Gualtieri-
Bisogna dedicarsi
pian piano
precisamente
a briciole per uccelli
sul davanzale nord,
piegati su di sé
lavare il pavimento
come il corpo di un dio
bambino,
guardare i piatti sgocciolare
come una luna che spazza via
l’ovvio tra gli alberi.
Perdere intenti e rimedi
contro il restare,
soffermarsi cauti
su ogni vuoto di voce
e affetto di silenzio,
lavorare come minatori
al capezzale delle parole,
aspettare disperati.
In cambio del fiore di gelsomino.
-Chandra Livia Candiani-
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M A G A Z I N E
LA MONETA INVISIBILE
di CARLO ROMANO
IL SEGRETO DELL’ELISIR
DI LUNGA VITA IN UNA
PROTEINA
Un filo invisibile unisce angoli e persone del mondo che a prima
vista sembrano non avere davvero nulla in comune.
D
ifficile immaginare vite più diverse tra
quelle degli Amish, la comunità cristiana
nata in Svizzera nel 1500 e stabilitasi
negli Stati Uniti a partire dal 1700, e i cittadini
dell’Ogliastra, regione orientale della Sardegna.
O gli abitanti di Ikaria, l’affascinante isola greca a
pochi chilometri dalla Turchia che prende il nome
dal mito di Icaro, con gli appartenenti ad un’altra
comunità cristiana del nord America, gli avventisti
del settimo giorno di Loma Linda, cittadina
della California. O ancora: tra i residenti di un’altra
isola, questa volta in Giappone, Okinawa, e gli
abitanti del distretto di Nicoya, piccola regione
di Costa Rica.
Distanti migliaia di chilometri l’uno dall’altro, diversissimi
in tutto, eppure uniti dal filo della longevità.
Se ne sono accorti gli abitanti stessi, così
come medici e ricercatori di tutto il mondo, che
si danno il cambio stabilmente in quelle aree del
pianeta per cercare di capire quale sia e dove si
annidi l’elisir di lunga vita. Perché studi e statistiche
ormai certificano senza ombra di dubbio che
chi abita in uno di quei luoghi ha una speranza di
vita di almeno una decina d’anni in più rispetto
agli altri abitanti della Terra. Poche o nessuna
malattia vascolari, pochi o nessun tumore.
Il sogno di vivere in eterno, o quantomeno superare
il secolo d’età, in buona salute, ha trovato
qualche altra buona ragione per rinnovarsi, ma
se fino a pochi anni fa mancava ancora una spiegazione
sul perché in alcuni luoghi del mondo si
vivesse più a lungo rispetto ad altri, ora qualche
risposta comincia ad arrivare.
Al netto del fatto che almeno in quelle parti di
mondo in cui i sistemi sanitari funzionano ormai
l’età media si sta allungando dappertutto: oggi,
chi arriva a compiere 65 anni, ha il 50% di possibilità
di tagliare anche il traguardo degli 85 anni.
Conta però anche arrivarci godendo di uno stato
di salute buono e su questo incide moltissimo la
prevenzione, garantita in primo luogo dagli esami
periodici. Prevenzione fondamentale anche
per i bilanci degli Stati stessi, perché costa assai
meno fare controlli piuttosto che curare patologie
croniche tipiche della terza età.
Nemmeno la certezza che l’epoca in cui viviamo
è sicuramente la più stressante e la più inquinata
annulla i vantaggi della prevenzione.
Per il resto se si vogliono aumentare ulteriormente
le proprie speranze di avvicinarsi ai 100
anni o perfino di superarli, occorre mantenersi in
buona forma fisica con costanza ed evitare cibi e
abitudini alimentari sbagliati.
Riducendo peraltro il numero di calorie incamerate
ogni giorno. Perché l’altra certezza è che il mangiare
troppo è nemico del vivere a lungo. E qui entra in gioco
il vero segreto dell’immortalità o quasi, condivisa
inconsciamente dagli abitanti dei luoghi sparsi per il
mondo in cui si vive più a lungo. Un segreto chiamato
sirtuine, proteine naturali che hanno la capacità di rallentare
i processi di invecchiamento e intervenire sul
metabolismo. Si attivano quando ci si dedica all’attività
fisica e si riduce la quantità di calorie. La principale
delle sette sirtuine presenti nel nostro organismo in
particolare quando è attiva entra nel nostro dna, separa
al suo interno le proteine buone, antiossidanti e antinfiammatorie,
da quelle cattive, e le valorizza.
Quel che possiamo fare noi per stimolare le sirtuine
oltre che l’attività fisica e l’attenzione alla quantità
dei cibi, è anche mangiare alimenti che le mettono in
moto. Sostanze come i polifenoli, lo stilbene, la politadina,
il resveratrolo hanno la proprietà di risvegliare e
coadiuvare le nostre sirtuine. Le nostre riserve supplementari
di sirtuine possiamo trovarle nei frutti rossi e
in alcune verdure: si va dal cacao, all’olio extra vergine
di oliva, dalla cipolla rossa, al te verde, dai capperi al
sedano, dalla soia, alle fragole, dalle noci alla curcuma,
dal grano saraceno al cavolo riccio, dai datteri al
prezzemolo, fino alla rucola. Oltre che in questi cibi
solidi le sirtuine sono presenti anche in alcuni tipi di
vino rosso. A conferma che spesso negli antichi adagi
un fondo di verità spesso esiste.
Il destino del nostro invecchiamento è scritto su due
pilastri: quanto al primo possiamo fare molto, proprio
perché è relativo alle abitudini alimentari e al moto.
Mentre il secondo è genetico, familiare dunque. Lo
ereditiamo dai nostri genitori, nonni e prozii. E certo,
la famiglia nessuno se la può scegliere in anticipo,
dunque sul secondo pilastro si è sempre creduto di
non avere alcuna possibilità di intervento. Ma grazie
agli studi sulla genetica si è cominciato a capire che
una vita sana diventa patrimonio genetico anche per
i figli. Per cui anche i geni della longevità possono
essere trasmessi, a patto che ce ne curiamo noi per
primi.
Il sogno dell’eterna giovinezza peraltro non attira soltanto
medici e ricercatori.
Pubblicitari, esperti di marketing, non fanno altro che
bombardare chi guarda tv e siti internet con la promozione
di stili di vita e prodotti pensati a farci sentire
eterni giovani. L’interesse riguarda soprattutto la fascia
di età di uomini e donne che vanno dai 50 ai 65 anni,
persone che in molti casi ancora lavorano ed hanno
uno stipendio su cui contare e quindi da spendere. Ma
ora sappiamo che per sentirsi giovani non basta solo
vestirsi da giovani, occorrono anche stile di vita, alimentazione
e genitori e nonni adeguati.
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M A G A Z I N E
LA VIGNETTA
di DANILO MARAMOTTI
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M A G A Z I N E
MONDO GREEN
di LARA VENÈ
SALE ANTIGELO
INQUINA. MEGLIO
LA BARBABIETOLA
Dai renoducks per le renne in Svezia al sottopasso per i pinguini
in Nuova Zelanda, dai rospodotti a Torino ai ponti per i granchi
rossi in Australia: anche gli animali hanno bisogno delle loro
infrastrutture per convivere con l’uomo e la sua modernità.
É
un rimedio efficace per tenere libere e
percorribili le strade, ma il sale antigelo
è ritenuto inquinante. Ad essere colpiti,
in particolare, sono il suolo, la vegetazione e
l’acqua.
L’uso del sale come antidoto contro il ghiaccio
che si forma d’inverno sulle strade, risale a molto
tempo fa. La prima volta venne impiegato nel
1938 nel New Hampshire, negli U.S.A. Di anno
in anno il suo consumo è aumentato e, si calcola,
che almeno da 50 anni a questa parte, sia
addirittura triplicato. Gli effetti negativi del sale
antigelo nei confronti dell’ecosistema acquatico
e del suolo sono stati riscontrati ormai da più
studi in merito. Le conferme, più recentemente,
arrivano da una ricerca dell’Università di Toledo
(Ohio, Usa) che, oltre a denunciare i danni, propone
di adottare soluzioni alternative.
A preoccupare i ricercatori di Toledo è l’elevato
numero di fiumi salinizzati, una quota fino a
30 volte più alta dei limiti. L’alta concentrazione
provoca la riduzione della capacità di nuotare
di alcuni pesci e il calo nella deposizione delle
uova, squilibra il rapporto maschio-femmina
nelle rane, uccide lo zooplancton che è la base
della catena alimentare acquatica.
Oltre a danneggiare l’acqua, il sale è responsabile
della modifica della struttura del terreno e può
arrivare a 10 metri di distanza dal manto stradale.
Gli ioni sodio e cloro presenti nel sale vengono
assorbiti dalla vegetazione e ne disturbano la
crescita con effetti simili a quelli provocati dalla
siccità. Il cloruro di sodio, se da una parte ha la
proprietà di abbassare il congelamento, dall’altra
è responsabile anche di un maggiore rilascio
del piombo da parte delle tubature. Gli scienziati
americani invitano a impiegare alternative
al sale antigelo, che sono già state studiate con
risultati apprezzabili. Tra queste, il residuo della
lavorazione della barbabietola, già in uso, si sta
dimostrando un ottimo sostituto. Viene realizzato
con scarti di produzione, non richiede ulteriore
trattamento e costa poco.
A differenza del sale, non fonde il ghiaccio ma
impedisce che questo si formi funzionando più
in modo preventivo e con il pregio di agire a
temperature molto più basse del sale: fino a 28
gradi sotto zero. Altri sostituti individuati sono
gli scarti d’orzo provenienti dalle distillerie di
vodka e il succo di pomodoro.
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RUBRICHE
14 Estetica & Bellezza
16 Mondo Donna
18 News Italia
20 News Mondo
22 Good Mind
24 Salute & Benessere
27 Correva l’anno
40
82
REPORTAGE
28 I BENEFICI DEL CAMMINARE
34 GLI ABITI SIMBOLO
DELL’EMANCIPAZIONE FEMMINILE
TALENTI ITALIANI
40 MONICA VITTI
28
RUBRICHE
47 Zona Beauty
48 Tutto intorno all’arte
50 Speciale Moda
52 Zona Fitness
54 Red carpet
56 Consigli per la casa
58 Io viaggio da sola
60 Le ricette di IperSoap
64 Garden Place
68
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PIÙME MAGAZINE
è una rivista di GENERAL PROVIDER Srl registrata presso il
Tribunale Ordinario di Lucca. Num. R.G.1009/2015
Numero Reg. Stampa: 9in data 01/09/2015
EDITORE: Pietro Paolo Tognetti
DIRETTORE RESPONSABILE: Luigi Grasso
DIRETTORE EDITORIALE: Maurizio Bonugli
ART DIRECTOR: Luca Baldi
HANNO COLLABORATO: Danilo Maramotti - Antonio
Provenzano - Irene Castelli - Carlo Romano - Tiziano Baldi
Galleni - Luca Alberti - Lara Venè - Chiara Zaccarelli -
Virginia Torriani - Mario Pucci - Giulia Biagioni - Fabrizio
Diolaiuti - Stefano Guidoni - Gianluca Quadri - Katia Brondi
Redazione “I Consigli di Barbanera”
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M A G A Z I N E
BLANCO &
MAHMOOD
SIAMO I
RAGAZZI
DI OGGI
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SOMMARIO
NUMERO 03-2022
Z I N E
60
66 Matrix
68 The Winner: VALENTINA GIACINTI
72 Le avventure di PrìMo
74 Sulla strada
76 La 25°ora
78 My book
80 Teatro & Musica
82 On stage: BLANCO & MAHMOOD
86 I consigli di Barbanera
58 56
88 L’altro sport
90 Home sweet home
92 I giochi di IperSoap Magazine
94 I Care
96 Qua la zampa!
98 L’Oroscopo naturale
Direzione, redazione e amministrazione:
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55047 Querceta - Seravezza (LU)
Tel. 0584/752891 - 0584/752892 Fax 0584/752893
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Copyright 2022 GENERAL PROVIDER Srl
Tutti i dirittti riservati. Testi, fotografie e disegni contenuti
inquesto numero non possono essere riprodotti, neppure
parzialmente, senza l’Autorizzazione dell’Editore. Pubblicazione
mensile in attesa di registrazione presso il tribunale di Lucca.
Le immagini utilizzate, dove non diversamente indicato, sono di
proprietà dell’archivio fotografico ADOBE STOCK.
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ESTETICA & BELLEZZA
DR. MARIO PUCCI
LA CHIAVE DI UN
VOLTO GIOVANE:
NUOVI FILI
Fin da Giulio Cesare il prendersi cura di sé stessi era
importante, e questo lo si capisce dal suo farsi spuntare barba
e sopracciglia e dal praticare la depilazione su varie parti del
corpo. Accettare di invecchiare? Non se ne parla nemmeno.
E, apparire al meglio sui social, non è solo una questione
d’immagine, ma è soprattutto un’esigenza professionale.
S
empre più giovani avvertono sulla propria
pelle la pressione di una società in cui è
l’apparenza a promuovere il successo lavorativo
e non più lo studio e il sacrificio. Il trascorrere
del tempo comporta una serie di cambiamenti
del viso e del corpo più o meno visibili,
tra questi il rilassamento e cedimento dei tessuti,
una soluzione efficace e permanente consiste nel
lifting chirurgico ma per coloro che non intendono
sottoporsi alla chirurgia, esiste un altro tipo
di procedimento che non richiede la sala operatoria.
Stiamo parlando del lifting non chirurgico
con i nuovi fili di trazione rimodellanti per
il viso. La lunghezza del filo regolabile in base
all’area di applicazione consente di eseguire
procedure personalizzate. Volumizzazione massimizzata,
trattamento del rilassamento cutaneo
sono efficaci su fronte, rughe sotto gli occhi e
guance cadenti. Questi fili possono essere utilizzati
sia come singolo trattamento che in combinazione
con i Filler anche una piccola quantità
di gel può indurre la volumizzazione. Quando i
Filler vengono introdotti nel filo il prodotto si
stabilizza e in questo modo si riesce a creare il
giusto volume nella zona di applicazione.
Un trattamento esclusivamente ambulatoriale
riesce a ottenere, con l’aumento della proliferazione
di collagene, il sostegno e la stimolazione
dei tessuti lassi, consentendo un miglioramento
progressivo della compattezza e vitalità della
pelle. Il momento ideale per ricorrere a questo
trattamento antiage è quello in cui compaiono i
primi segni dell’invecchiamento con la comparsa di
rughe superficiali e minimi cedimenti cutanei. Nel
caso in cui invece le rughe sono più evidenti e i cedimenti
si fanno più importanti si deve ricorrere alla
tecnica dei fili di trazione, fili con coni bidirezionali
che portano due vantaggi infatti questi fili sono ancorati
ai tessuti sottostanti mediante i coni bidirezionali
e in più sono biostimolanti grazie alla presenza
di acido polilattico. Permettono con la trazione della
cute un migliore riposizionamento dei volumi che si
mantiene stabile a lungo, nel corso delle settimane
avverrà la sintesi di collagene, ma fin da subito il
posizionamento è fatto in modo da sollevare il tessuto
mentre la degradazione del filo da parte dell’organismo
è totale in un periodo che varia dai 5 a 6
mesi mentre l’effetto si mantiene per 9 -12 mesi. La
variabilità di tenuta è legata alle caratteristiche individuali
del prodotto (spessore del filo) sia a quello del
soggetto ricevente. Con i fili possiamo trattare moltissimi
inestetismi, rughe nasogeniene, il cedimento
delle palpebre, le zampe di gallina, le rughe glabellari,
il cedimento del sopracciglio, la ridefinizione del
profilo del viso e l’area periauricolare. I risultati sono
evidenti fin da subito ma l’effetto finale si otterrà nei
mesi seguenti e sarà molto gradito per il piacere di
piacersi e avere un nuovo sorriso. Non esiste un periodo
migliore nell’arco dell’anno per gli interventi di
lifting non chirurgico, si può decidere di ricorrere a
questo trattamento in qualsiasi momento. Il vantaggio
rispetto al lifting chirurgico è quello di evitare il periodo
post operatorio e le cicatrici dell’intervento, ma
anche a livello economico, perche i costi di questo
trattamento sono nettamente inferiori. E’ un trattamento
lievemente doloroso, veloce che non necessita
di ricovero e non ha tempi di recupero si può tornare
fin da subito alla propria quotidianità. Nell’immediato
il paziente avverte solo un rossore ed un blando
edema diffuso che si risolve dopo poche ore, nelle
quali è vietato fare attività fisica, saune e simili, anche
quando i fili si riassorbiranno la rete di fibroblasti e
il nuovo collagene avranno determinato un tessuto
cutaneo nuovo, più sano rassodato e giovane.
I costi sono molto variabili dipendendo dal tipo di
materiale e dal numero di fili necessari, il medico
effettuerà una visita accurata e deciderà il tipo
di fili ed il numero adatti all’area da trattare.
INFO&CONTATTI
Piazza Henry Moore - Forte dei Marmi (LU)
telefono: 388 3099780
studiomedicodrpucci@gmail.com
www.medicinaesteticapucci.it
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MONDO DONNA
di LARA VENÈ
DONNEXSTRADA:
TORNA A CASA IN SICUREZZA
Il sottopasso solitario della metro, la strada buia e poco trafficata, il parcheggio lontano
dal portone di casa: tutte situazioni pericolose per le donne che escono di sera.
E una cena con le amiche, un film al cinema, una serata a teatro o semplicemente il
rientro dal lavoro, diventano un incubo.
C’
è chi rinuncia o chi si tormenta con il pensiero e rimedia corse da cuore in gola e sobbalzi ad ogni
rumore. Sono tantissime le donne che in qualsiasi momento della giornata (non necessariamente
la sera) non si sentono al sicuro nei tragitti che devono percorrere e non sempre possono contare
su un aiuto concreto o su qualcuno che le accompagni. Per mettere al sicuro tutte quelle donne che si
sentono in pericolo è nato il progetto Donnexstrada: una diretta su Instragram per farsi accompagnare
virtualmente per tutto il tragitto da una volontaria. L’idea è venuta a Laura De Dilectis ed è nata su Istagram.
Dopo una call to action sui social da parte di Laura, ad oggi, collaborano con lei psicologhe, sociologhe,
attiviste, avvocate. Ne è nata una community e un’associazione che svolge diversi servizi supporto per
donne, mamme, uomini, e comunque le persone che hanno bisogno di aiuto. E’ nato anche un servizio
di supporto psicologico che ha avuto un grande successo e un sito internet attraverso cui l’associazione
divulga i propri progetti e raccoglie le adesioni.
Chiunque si trovi in strada o vuole fare un tragitto in completa sicurezza, può scrivere all’associazione attraverso
il sito web (dove sono contenute le info) e una o un volontario farà partire una diretta Instagram@
donnexstrada, pubblica o privata. E’ un modo per abbassare la probabilità di approcci indesiderati e, qualora
questi dovessero avvenire, di poter agire prontamente chiamando i numeri di emergenza.
Questa possibilità, si legge nel sito, è aperta per chiunque voglia compagnia durante il tragitto
che sia breve o lungo, che sia di giorno o di notte.
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M A G A Z I N E
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M A G A Z I N E
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NEWS ITALIA
di ANTONIO PROVENZANO
IL CAVALLO A SPASSO
PER LA CITTÀ SCORTATO
DALLA POLIZIA
Spopola sui social, nonché sulle applicazioni
di messaggistica istantanea come Telegram
e WhatsApp, il video che mostra un cavallo
mentre se ne va tranquillamente a spasso sulla
Tiburtina, a Pescara, ripreso da un passante a
bordo di una bicicletta. Secondo quanto ricostruito,
l’animale era scappato da una stalla situata
nel quartiere Rancitelli, ed è stato poi fermato
dai carabinieri e dagli agenti della polizia.
In particolare questi ultimi, intervenuti con una
pattuglia per mettere in sicurezza la circolazione
lungo la Tiburtina, lo hanno “scortato” mentre
camminava al piccolo trotto sul lato destro della
carreggiata, in direzione mare. Successivamente
il cavallo è stato recuperato. Il suo padrone,
un cittadino di etnia rom, ha ricevuto una multa
e dovrà pagare una sanzione di 50 euro. L’equino,
infine, è stato riconsegnato al legittimo proprietario.
Nel frattempo, come detto, il filmato è
diventato virale.
IL LADRO SERIALE DI 500:
“MI PIACCIONO TANTO,
ANCHE SE NON SO SPIEGARE
BENE IL PERCHÉ”
Era la sua passione, o forse un’ossessione, che però
gli è costata cara. Un uomo di 48 anni, di Torino, è
stato condannato a un anno e quattro mesi perché
ladro seriale di 500. “Mi piacciono tanto, anche se
non so spiegare bene il perché. Le prendo, le uso per
un po’ e, spesso, le riporto vicino al luogo in cui le
avevo trovate”, si è giustificato davanti al giudice, rivelando
di preferire i modelli di colore giallo. L’uomo
è andato a processo per alcuni furti messi a segno tra
il 2015 e il 2016. Ha tuttavia ottenuto le attenuanti generiche
per il buon comportamento processuale (ha
dato una confessione dettagliata) e la derubricazione
dell’accusa da ricettazione a furto. La pena finale è
stata quantificata in un anno e quattro mesi. L’imputato
aveva già dovuto affrontare procedimenti analoghi
in passato. Ha ammesso di aver preso, qualche volta,
oggetti all’interno delle auto. Ogni tanto, però, ha apportato
anche delle piccole migliorie come montare
un impianto stereo.
“C’ERA UN UFO NEL CIELO”:
FILMANO TUTTO E SI PRESENTANO
DAI CARABINIERI CON IL VIDEO
Un UFO nei cieli della Sicilia: ne sono convinti
marito e moglie, che sono andati dai carabinieri di
Misilmeri per denunciare quanto avevano visto con
i loro occhi.
I due coniugi residenti nel paese alle porte di Palermo
hanno raccontato di aver avvistato nei cieli
di Bolognetta, un oggetto non meglio identificato e
si dicono certi che quello fosse un oggetto volante.
Per non essere ritenuti dei millantatori avrebbero
consegnato ai militari “le prove” di quanto asserito.
“Il contenuto delle immagini, girate di mattina con
un cellulare - fanno sapere dal comando provinciale
- sarà valutato, così come previsto dalle procedure”
spiega Palermotoday che sta indagando
sulla vicenda.
Nel video si vedrebbe un una scia bianca spuntata
più volte nel cielo, visibile nonostante il cielo fosse
molto nuvoloso. Suggestioni? Molto probabile, ma
come sempre vi faremo sapere.
IL PARROCO CHE CONFESSA I FEDELI IN STRADA:
“CON IL COVID C’È TANTO DOLORE”
C’è un prete a Napoli che da 18 anni confessa in strada
e lo fa perché sente di dover incarnare al meglio l’insegnamento
di Gesù di evangelizzare andando incontro
alla gente. Un’iniziativa “particolare” quella di don Michele
Madonna, parroco della chiesa di “Santa Maria a
Montesanto”, che diventa ancor più significativa in un
periodo come questo segnato dal Covid. “Lo faccio per
due motivi: nel Vangelo Gesù chiede di evangelizzare,
andare verso la gente e, anche perché Papa Francesco
parla di ‘ospedale da campo’. Come le ambulanze
escono fuori per prendere gli ammalati, anche io voglio
uscire fuori per andare incontro alla gente perché penso
che oggi la più grande povertà sia non avere Dio”, spiega
don Michele ai microfoni di NapoliToday. “Noto che
le persone, che incontro ogni giorno, stanno portando
dentro un grande dolore. Sentono il dolore di questi
anni perché questa emergenza sanitaria ha provocato
divisioni, angoscia e solitudine. E Dio è una risposta”,
continua il sacerdote. Ma come sono cambiati i napoletani
con il Covid? “Il miglioramento non c’è stato, si
vede. Questo perché la solitudine è aumentata, così
come la divisione. Noto una grande chiusura. Napoli è
bellissima, i napoletani sono fantastici e uno dei carismi
dei napoletani è proprio l’accoglienza. Tutti a Napoli si
trovano bene perché vengono accolti e adesso questo
non lo sto vedendo: c’è una grande paura”, conclude.
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M A G A Z I N E
UNICO
FORMULA
BREVETTATA
ANTIODORE
M A G A Z I N E
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NEWS MONDO
di ANTONIO PROVENZANO
UOMO VIVE CON
CELLULARE NELLO
STOMACO PER SEI MESI
In un caso unico in Egitto, i medici dell’Aswan
University Hospital nella città di Aswan hanno
eseguito un’operazione per rimuovere un piccolo
telefono cellulare che era stato nell’intestino
di un uomo per mezzo anno. Il paziente, un
detenuto di nome Mohamed Ismail Mohamed,
è stato portato al pronto soccorso con forti dolori
addominali, e una TAC ha rivelato che c’era
un corpo estraneo nel suo intestino. L’uomo è
stato preparato per un intervento chirurgico, e
i medici sono riusciti a rimuovere l’oggetto che
si è rivelato essere un piccolo telefono cellulare
avvolto in un foglio di plastica. I medici
non hanno rimosso la pellicola di plastica che
proteggeva il telefono fino all’arrivo della polizia,
ma era chiaro cosa c’era dentro lo strato di
plastica protettiva. Il paziente, ha confermato di
aver ingoiato il cellulare sei mesi prima, come
aveva fatto in passato, solo che questa volta
non è uscito “naturalmente” dall’altra parte.
Mohamed ha raccontato ai medici che aveva
ingoiato il piccolo telefono cellulare per evitare
di doverlo consegnare alle guardie in caso di
perquisizione. Lo aveva già fatto in passato ma
lo aveva sempre espulso.
POLIZIA RECUPERA UN PONTE
DI 17 METRI RUBATO IN OHIO
La polizia dell’Ohio ha detto di aver arrestato un
sospetto accusato di aver rubato un intero ponte
pedonale di 17 metri che era stato tenuto in un
campo. Il dipartimento di polizia di Akron ha
detto che David Bramley, 63, di Sharon Township,
è stato arrestato e accusato di furto dopo
che un mandato di perquisizione eseguito su
una proprietà nella contea di Medina ha portato
a recuperare il ponte parzialmente smontato. La
polizia ha detto che Bramley ha presumibilmente
pagato una società di trasporto locale per un
servizio di gru, e che la gru è stata utilizzata per
sollevare il ponte e metterlo da un veicolo utilizzato
per trasportarlo dal campo di Akron in
cui è stato nascosto alla proprietà della contea
di Medina. Il ponte in precedenza serviva come
passerella pedonale lungo il Little Cuyahoga
River nel Middlebury Run Park, ma era stato
temporaneamente spostato in un campo aperto
come parte di un progetto di ripristino delle
zone umide. La polizia ha detto che la città aveva
pianificato di riutilizzare il ponte in un’altra posizione,
ma ha scoperto che era stato rubato dal
campo di stoccaggio.
LASCIARE IL BAGAGLIAIO
DELL’AUTO PARCHEGGIATA
APERTO PER PREVENIRE I FURTI?
In quello che può essere descritto solo come
uno dei più controintuitivi metodi di prevenzione
dei furti nelle auto, le persone nella zona
di San Francisco stanno lasciando le loro auto
parcheggiate con i loro bagagliai aperti al fine
di scoraggiare i potenziali ladri. “Non c’è niente
nella mia macchina, e loro possono vedere
che non c’è niente da prendere, ha detto a Inside
Edition Parisa Hemmat, un’imprenditrice
di Oakland, mentre lasciava il suo SUV con il
bagagliaio aperto. La NBC Bay Area riporta che
le effrazioni a San Francisco sono aumentate di
quasi il 200% dall’anno scorso, con circa 74
nuovi furti dalle auto segnalate ogni giorno.
Alcuni proprietari di auto hanno messo cartelli
con scritto “Si prega di utilizzare le porte”, o “Si
prega di non rompere il vetro! Niente all’interno!”.
Anche questa “moda” si sta diffondendo e
la polizia invita gli automobilisti all’attenzione.
“Potrebbero rubare la batteria, o le gomme”, ha
detto alla ABC 7 l’ex vice capo della polizia di
San Francisco Garret Tom. “Potrebbero rovistare
nel vano portaoggetti e scoprire dove vivi. È
un invito al disastro”.
AZIENDA GIAPPONESE SPECIALIZZATA IN ABBIGLIAMENTO DI MODA PER I ROBOT
Rocket Road è un marchio di abbigliamento unico rivolto non agli
umani, ma ai robot di tutte le forme e dimensioni. Mira a offrire
opzioni di personalizzazione e a colmare senza soluzione di continuità
il divario tra esseri umani e macchine. L’azienda giapponese
Rocket Road ha annunciato qualche mese fa il lancio della sua
prima linea di abbigliamento protettivo funzionale per bracci robotici.
Queste coperture decorative e funzionali sono disponibili
in oltre 40 colori diversi, possono essere fatte di materiale antipolvere,
antibatterico, idrorepellente o resistente al calore, e sono
destinate a ravvivare l’ambiente di lavoro altrimenti insipido e a
fornire alle braccia robotiche un po’ di personalità.
Ma questo è solo l’ultimo progetto dell’azienda. Rocket Road sta
creando abbigliamento per robot da molto tempo e ha un portafoglio
piuttosto impressionante. “È diventato ‘naturale’ per i robot
indossare vestiti”, ha detto il CEO di Rocket Road, Yukinori Izumi.
“Sarebbe bello se potessimo avvicinare le persone attraverso l’abbigliamento
robotico, e molte persone, tra cui bambini, donne e
anziani, sarebbero vicini e utilizzerebbero i robot per arricchire la
loro vita e la loro vita sociale.
E sarei onorato se l’abbigliamento robotico potesse creare una
nuova categoria nell’industria dell’abbigliamento e diventare una
nuova cultura in Giappone”.
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M A G A Z I N E
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Sgrassa a fondo
Rimuove germi e Batteri
M A G A Z I N E
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GOOD MIND!
di GIULIA BIAGIONI
CYBERSEX:
IL RISCHIO DI DIPENDERE
DAL SESSO ONLINE
Spesso le conseguenze della vita virtuale hanno un
forte impatto anche nella vita reale, la psicoterapia
può aiutarci a non ignorarle.
A
d oggi si calcola che circa il 60% delle visite
su internet ha obiettivi sessuali, il 12%
di tutti i siti web è a contenuto pornografico
e questo comporta la creazione di più di 250 siti
pornografici al giorno. La classifica dei paesi che
generano maggior traffico su questi siti vede in
testa gli Stati Uniti, seguiti da Regno Unito e Canada.
La prima nazione europea in classifica è la
Francia al sesto posto a breve distanza dall’Italia
che troviamo al nono posto. Nel parlare dei rischi
connessi alle dipendenze online non possiamo
prescindere da questi dati: numerosi studiosi hanno
racchiuso nel termine cybersesso la varietà dei
comportamenti che implicano l’uso di Internet per
scopi sessuali.
Le attività sessuali online comprendono l’utilizzo
di Internet per ogni attività (testi, audio, grafica)
che implica la sessualità umana. Ciò riguarda motivi
quali: la ricreazione, divertimento, esplorazione,
materiale educativo o di sostegno per problematiche
sessuali, acquisto di materiali sessuali e
ricerca di partner. Il rischio a seguito di queste attività
è di poter sviluppare problemi sessuali online
come compulsioni e dipendenze, questo accade
quando i contenuti digitali vengono utilizzati per la gratificazione
sessuale ma ciò causa all’utente difficoltà in
campo finanziario, relazionale o lavorativo. Studi recenti
mettono in luce come la pornografia sia diventata ormai
un’abitudine che finisce spesso con il ridurre l’interesse
per il partner nella vita reale, quando visionare materiale
pornografico raggiunge livelli notevoli ci sono inevitabili
ricadute nella quotidianità, spesso si nota un calo
importante del desiderio, un aumento dell’eiaculazione
precoce e una scarsa attenzione alla prevenzione delle
malattie trasmesse sessualmente. Le ricadute psicologiche
sono differenti per adulti e adolescenti, in generale
si può incorrere in stati depressivi, ansia e difficoltà
relazionali e affettive, isolamento interpersonale, sentimenti
di vergogna e colpa.
Il trattamento di queste difficoltà si avvale di strumenti
tipici nel trattamento delle dipendenze come l’automonitoraggio,
training per l’assertività, tecniche di
riduzione dello stress, prevenzione della ricaduta e consapevolezza
del ciclo della dipendenza, incremento di
abilità sociali e indubbiamente l’esplorazione di problemi
psicologici sottostanti. La psicoterapia di gruppo, di
coppia ed individuale rappresentano, per questo tipo di
trattamento, la combinazione ottimale per uscire
dalla dipendenza da cybersesso.
GIULIA BIAGIONI Psicologa, laureata in Psicologia Clinica e della Salute
Esperta in Psicologia dell’età evolutiva, in particolare disturbi del comportamento e ADHD
Specializzanda in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
Instagram: giuliabiagioni.psicologa
Email: giuliabiagioni.psicologa@gmail.com
Studio: Via Cairoli 36, Massa 54100
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M A G A Z I N E
M A G A Z I N E
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SALUTE & BENESSERE
di VIRGINIA RICCI
FUNGHI SHIITAKE
Ancora poco conosciuti, si stanno facendo rapidamente
strada grazie a naturopati e riviste
specializzate. I funghi shiitake, molto utilizzati
dalla millenaria medicina orientale, sono estremamente
potenti. Gli estratti di questo fungo, tra
cui il lentinano, vengono usati in Oriente come
affiancamento per terapie antitumorali, come
cure autorizzate. Inoltre, stimolano (e rafforzano)
il sistema immunitario per aumentare la
resistenza alle infezioni batteriche e virali: sono
un’ottima fonte naturale di Vitamina D, di cui
siamo tutti carenti.
MASCHERA EMOLLIENTE
Una maschera efficacissima, naturale ed economica
per pelli secche e spente di tutte le età.
In mezza tazza d’acqua, a bollore, versare una
manciata di riso bianco e lasciar cuocere per
30/40 minuti fino a ottenere una crema collosa.
Tenere d’occhio, se si asciugasse troppo, di
aggiungere qualche cucchiaio di acqua calda.
Intiepidire e, applicare sul viso per una mezz’ora,
avendo cura di appoggiare la testa su un
asciugamano; volendo, coprire con dei fazzoletti
sottili di carta. Sciacquare con acqua tiepida.
PROVARE PER CREDERE
L’uso benefico del limone è praticamente infinito,
non c’è quasi nulla che sfugga alla sua
potenza. Usiamolo ovunque, tutti i giorni; sostituire
l’aceto dell’insalata con il limone ne garantisce
un uso quotidiano.
Serata di eccessi tra alcol e cibo pesante?
Se il giorno dopo la testa è pesante e la lingua
impastata, ecco il rimedio: un caffè nero, senza
zucchero, con due fettine di limone ben schiacciate
con il cucchiaino contro la tazza. Non è
terribile come si potrebbe pensare... e rimetterà
in sesto.
NUTRIAMO (DAVVERO)
LE MANI AVVIZZITE
Rimedio delle nonne tanto semplice quanto
efficace.
Mettete a macerare due o tre spicchi di
mela in un po’ d’acqua di rose, schiacciateli
con una forchetta e aggiungete tanta
farina bianca quanto basta per farne una
polentina.
Stenderla sulle mani strofinando leggermente
e lasciare in posa 20 minuti.
Oggi, per prepararlo, possiamo aiutarci
con un frullatore e con della pellicola trasparente
per avvolgere le mani: otterremo
i massimi benefici!
OLIO EVO
Gli acidi grassi contenuti nell’olio extravergine
aiutano a frenare l’accumulo di
grasso nel fegato, contrastando la diffusissima
steatosi epatica, o “fegato grasso”,
molto più delle fibre. Un importante
studio condotto sullo stress ossidativo
nel fegato grasso ha evidenziato il ruolo
dell’EVO nella dieta. Quanto? Due cucchiai
a crudo al giorno, ricordando che
la presenza delle sostanze “curative” si
rileva anche all’esame gustativo: l’olio,
sulla lingua, deve pizzicare. Più è “piccante”
e più farà bene!
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M A G A Z I N E
FONDOTINTA
COMPATTO POLVERE
24ORE PERFECT
RISULTATO
MAT NATURALE
NO TRANSFER
WATERPROOF
LUNGA TENUTA
PERFETTO
PER RITOCCHI
ON THE GO
#EveryDayDiva
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CORREVA L’ANNO
di NOEMI PALMIERI
15 marzo 1972
esce al cinema il Padrino
Sono passati cinquant’anni dall’uscita al cinema del capolavoro di
Francis Ford Coppola, Il Padrino, il film che più ha lasciato un segno non
solo nel genere crime, ma in un’intera generazione. L’impatto culturale
della pellicola fu così forte da incastonare la celebre battuta “un’offerta
che non può rifiutare” nelle menti di tutti coloro che hanno assistito alla
consacrazione di Al Pacino, Marlon Brando, Robert Duvall e James Caan
nell’olimpo del cinema. In occasione del suo anniversario, la pellicola,
restaurata con la supervisione dello stesso Coppola, tornerà nelle sale
cinematografiche a marzo 2022.
M A G A Z I N E
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REPORTAGE
di LARA VENÈ
I BENEFICI DEL
CAMMINARE
Se c’è un’attività che, da sola, racchiude il maggior numero di
benefici per il corpo e per la mente, quella è la camminata.
La possono praticare tutti, non costa nulla, va bene ad ogni età
a qualsiasi latitudine, da soli o in compagnia, la camminata è
un vero toccasana e non c’è una parte di noi che non ne tragga
giovamento. Ormai gli studi che lo dimostrano si moltiplicano,
ognuno di essi aggiunge un pezzo, e tutti rilevano come la
camminata sia importante per la nostra salute.
“C
amminare è un’attività benefica per tutti gli organi – spiega il
prof. Gianfarnco Beltrami viicepresidente FMSI, Federazione
medico sportiva italiana -. a partire dal cervello che trae vantaggi
da ogni attività di tipo aerobico. Queste stimolano la produzione dei cosidetti
ormoni del benessere come le endorfine o la seratonina, che riducono
l’ansia, hanno effetti antidepressivi, diminuiscono lo stress e migliorano
la creatività. Inoltre – specifica Beltrami – contribuiscono ad aumentare la
dimensione dell’ippocampo, la zona del cervello legata alla memoria, alla
capacità di attenzione e apprendimento”.
Più si cammina meno ci si ammala
Prima di passare ai singoli benefici, il professor Beltrami mette in evidenza
come la camminata faccia bene a tutto il sistema immunitario che diventa
più efficiente “l’esercizio aumenta la produzione di anticorpi – spiega - e
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M A G A Z I N E
Non c’è una regola valida
per tutti: la ricetta varia a
seconda dell’età, del peso,
dell’allenamento e delle
condizioni fisiche generali.
L’ideale però sarebbe
camminare almeno un’ora
al giorno a passo veloce.
questo si traduce in un minor rischio di ammalarsi”.
Importanti risultati della camminata sono stati rilevati a carico dell’apparato
cardiovascolare, dimostrando come la camminata diminuisca la pressione
arteriosa e la frequenza cardiaca oltre a ridurre il colesterolo e i trigliceridi,
i due grassi nel sangue reponsabili di diverse malattie, in primis
l’infarto. “E’ dimostrato – continua il prof. Beltrami – che dalla camminata
tragga vantaggio anche l’apparato respiratorio con effetti positivi sull’asma
e i soggetti asmatici”.
Camminare contro la menopausa per migliorare i muscoli e
le ossa
“Dopo i 40 anni – riferisce Beltrami – i nostri muscoli subiscono una
riduzione di circa l’1% all’anno. Si tratta della sarcopenia, il progressivo
declino della massa e della forza muscolare dovuto all’invecchiamento del
corpo umano”. Un processo inevitabile, che riguarda tutti. Tuttavia, molti
studi scientifici dimostrano che questo ha un effetto maggiore sulle persone
sedentarie e che l’attività del camminare con regolarità combatta la
M A G A Z I N E
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da raggiungere.
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M A G A Z I N E
REPORTAGE
sarcopenia contenendone gli effetti.
I benefici del camminare sono poi determinanti
per le donne che attraversano le fasi
della pre e della menopausa, soprattutto per
contrastare l’osteoporosi, un significativo
problema di salute legato all’invecchiamento.
L’osteoporosi è una condizione caratterizzata
da una riduzione della massa ossea
a cui si associa un’alterazione della microarchitettura
del tessuto osseo, con conseguente
aumento della fragilità dell’osso e
del rischio di frattura.
Secondo i dati diffusi dall’Aifa (Agenzia Italiana
del Farmaco), in Italia soffrono di osteoporosi
circa 5 milioni di persone e poco
più dell’80% sono donne.
“E’ dimostrato – spiega Beltrami - che alcuni
esercizi di tipo aerobico come la camminata
sono utili alla salute delle ossa.
In particolare, hanno la capacità di favorire
la deposizione della massa ossea contrastando,
quindi, il rischio di fratture presente
nei soggetti che soffrono di osteoporosi.
Migliorare il metabolismo con la
camminata
Anche qui gli studi sono tanti e tutti vanno
in un’unica direzione: la camminata a passo
svelto e, in generale, tutti gli esercizi aerobici,
sono i migliori alleati della linea e
dell’attivazione del metabolismo.
“Queste attività – mette in evidenza Beltrami
– producono i propri effetti non solo limitatamente
a quell’ora in cui vengono praticati,
ma anche quando ci si ferma, grazie al fatto
che durante l’attività abbiamo stimolato il
metabolismo”.
Infine il sonno
Insonnia, difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni, sonno non ristoratore:
sono disturbi di cui soffrono milioni di italiani e che si acuiscono
soprattutto durante i cambi di stagione. Prima di ricorrere ai farmaci proviamo
a dedicare del tempo a una sana camminata quotidiana. “Una bella
camminata – spiega ancora Beltrami – aiuta a combattere l’insonnia grazie
alla produzione di endorfine e la regolarizzazione del ritmo cardiaco dovuti
all’esercizio fisico”.
Quanto e come camminare per avere benefici?
Non c’è una regola valida per tutti: la ricetta varia a seconda dell’età, del peso,
dell’allenamento e delle condizioni fisiche generali. L’ideale però sarebbe
camminare almeno un’ora al giorno a passo veloce.
E per veloce si intende circa 100 passi al minuto.”Anche se questo va adattato
al singolo individuo – spiega Beltrami – ognuno dovrebbe percorrere almeno
10.000 passi al giorno. Agli anziani basta anche la metà e a passo lento.
Si può iniziare con 3000 passi giornalieri e poi aumentare gradualmente.
L’ottimo sarebbe camminare tutti i giorni ma, per iniziare, l’attività produce
vantaggi anche a giorni alterni”.
L’importante è mettersi in moto, l’allenamento, la costanza e l’esericio
contribuiranno ad aumentare la perormance e raggiungere il ritmo giusto
perchè la camminata sia più efficace. E, se proprio vogliamo raggiungere
il meglio, dovremmo abbinare l’attività aerobica come il camminare ad
esercizi di allungamento e rafforzamento muscolare.
M A G A Z I N E
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M A G A Z I N E
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REPORTAGE
di ANNA GRECO
GLI ABITI
SIMBOLO
DELL’EMANCIPAZIONE
FEMMINILE
Dal corsetto alla minigonna, negli anni l’emancipazione delle donne è passata
anche attraverso l’abbigliamento. Ogni capo una storia, legata a quella più
generale in cui si sono consumate piccole grandi rivoluzioni per le libertà femminile.
U
n cammino lungo e non ancora completamente concluso
se, ancora oggi, il come una donna si veste talvolta è
oggetto di interpretazioni che nulla hanno a che fare con
il gusto e con la moda.
In origine erano mutandoni, pizzi, busti, corsetti e abiti lunghi,
in una parola: vietato scoprirsi. La donna non si doveva vedere,
dalla testa alla caviglia. Ipervestita sotto uno strato di canotte,
fasciature, lacci e lacciuoli che la stringevano fino a soffocarla.
Il più odioso era il corsetto che strizzava la carne attraverso
stecche di legno o di plastica. Spesso una vera tortura che costringeva
la donna a stare eretta, anche da seduta in una postura
obbligata, privata della libertà fisica e, in automatico, anche di
quella mentale. Ma questo indumento, ritenuto rischioso anche
per la salute, era un must per le signorine quando entravano in
età da signora.
“Fate un falò delle crudeli stecche d’acciaio che per così tanti
anni hanno tiranneggiato sul vostro torace e addome. E tirate un
sospiro di sollievo per la vostra emancipazione che, ve lo posso
assicurare, inizia da questo momento”
Siamo nei primissimi anni del Novecento, a parlare è la scrittrice
e attivista americana Elizabeth Stuart Phelps famosa per le sue
battaglie in favore delle donne. Il corsetto diventa il simbolo di
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M A G A Z I N E
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M A G A Z I N E
REPORTAGE
É il 1911 quando per la prima
volta una donna italiana indossa
un paio di pantaloni femminili.
oppressione e liberarsene è per le donne una forma di rivolta contro le
costrizioni fisiche e sociali. In quegli stessi anni dalla Francia, il celebre
stilista francese Paul Poiret invita a vestire senza il busto. L’immagine
della donna con la vita da vespa rimane in voga almeno fino alla
metà degli anni Quaranta e anche oltre, ma senza inutili e dolorose
costrizioni fisiche.
La rivoluzione di Coco Chanel
“Prima di uscire guardati allo specchio e togliti qualcosa”. La storica
frase di Coco Chanel racchiude il senso della femminilità delle donne
negli anni Venti: essenziale e dalle forme lineari ma molto elegante. Lo
richiedono i tempi in cui il romanticismo ottocentesco è spazzato via
dai clangori del primo conflitto mondiale. Le donne iniziano ad impiegarsi
in attività nuove: nei campi o nelle fabbriche, hanno bisogno di
muoversi in libertà senza rinunciare alla femminilità.
“Avevo l’età di quel secolo nuovo che si rivolse dunque a me per l’espressione
del suo guardaroba. Occorreva semplicità, comodità, nitidezza:
gli offrii tutto questo, a sua insaputa” disse Chanel.
Coco Chanel
Le donne con i pantaloni
Forse sono il capo che più di altri rappresenta la parità. E’ il 1911 quando
per la prima volta una donna italiana indossa un paio di pantaloni
femminili. Erano stati ideati dal sarto parigino Paul Poiret per l’Expo
M A G A Z I N E
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M A G A Z I N E
REPORTAGE
torinese di quell’anno. Ma solo a cavallo tra
gli anni Venti e gli anni Trenta i pantaloni entreranno
a far parte del guardaroba femminile,
sempre grazie a Coco Chanel. E da allora si
sono trasformati, accorciati e allungati, hanno
assunto le forme più diverse: a campana,
a trombetta, skinny e via dicendo e sono diventati
un capo irrinunciabile per ogni donna.
Simbolo di libertà ed eleganza, praticità e modernità.
Il power suit da donna
Il passo ulteriore è il power suit: il completo
giacca pantalone ispirato a quello maschile
che ha simboleggiato, e simboleggia tutt’ora, la
parità dei diritti tra sessi, in particolare nel lavoro.
Anche questo introdotto da Coco Chanel,
il power suit inteso come lo vediamo oggi è
stato concepito da Marcel Rochas nel 1932.
Scoprire le gambe sinonimo di emancipazione
Nel secondo dopoguerra, in una voglia generale
di ripresa e con l’influsso di un’America
che diventa più vicina le donne cominciano
a scoprirsi e anche così vogliono affermare
la loro libertà. Il cinema di quegli anni aiuta.
Oltreoceano esplode la figura di Marilyn
Monroe la più celebre fra le icone del tempo:
labbra rosse, capelli biondi e forme prorompenti
in abiti succinti é il simbolo delle pin up.
Quell’immagine iconica nell’abito bianco che
si solleva sulla grata della metropolitana nel
film Quando la moglie è in vacanza fa il giro
del mondo. Qualche anno prima (1949) anche
Silvana Mangano ha le gambe scoperte in
quelli che oggi chiamiamo shorts in Riso amaro
di Dino Risi (1949) mentre Doris Dowling
scopre le gambe.
Gli anni Cinquanta sono quelli in cui nasce il rock’n’roll, si affermano le
t-shirt e i blue jeans, le donne indossano gonnelloni ampi e abiti
al ginocchio con fantasie a pois. Nel 1946, quando le donne italiane,
con l’affermazione del suffragio universale, possono finalmente esercitare il
diritto al voto, due stilisti francesi, Louis Reard e Jacob Heim, reinventano il
costume da bagno femminile a due pezzi succinti. Lo chiamano Bikini, come
l’atollo del Pacifico dove nell’estate dello stesso anno gli Stati Uniti fecero
esplodere alcuni ordigni nucleari. Del resto, quel costume che libera la donna
dagli scomodi camicioni di qualche decennio prima, per la moda e il costume
ha lo stesso potere di una bomba atomica, a tal punto che nella casta Italia di
quegli anni viene vietato.
Ma il cammino delle donne italiane non si arresta e dopo il traguardo del diritto
al voto rivendicano pari diritti rispetto agli uomini, nel lavoro, nella vita privata
e in quella sociale.
Arrivano i mitici anni Sessanta e la minigonna, inventata dalla stilista britannica
Mary Quant, é il capo-simbolo della battaglia femminista a livello
globale: in breve tempo dalla Swinging London arriva anche in Italia e in tutto
il mondo.
La comodità e l’assoluta libertà vengono completamente sdoganate e da quel
momento indossare o meno una minigonna è soltanto una questione di andamento
e tendenza della moda e di gusto.
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TALENTI ITALIANI
di LARA VENÈ
In sapiente sospensione tra
la commedia e la tragedia, il
riso e il pianto, la felicità e la
tristezza: Monica Vitti aveva
la straordinaria capacità
di trasformare sé stessa
in ruoli diversi, da un film
all’altro, dal grande schermo
al teatro alla tv, talvolta in
un’unica storia o addirittura
nel tempo di pochi attimi.
MONIC
VITTI
E
questo faceva di lei quell’attrice straordinaria
che tutti ricordano. Con quel di più di umanità,
intelligenza, senso dell’humor, che non si
imparano in nessuna scuola di arte. Così lo si è,
non lo si diventa. Tutte qualità che l’hanno resa
straordinariamente unica nella storia del cinema
italiano e non solo, molto amata nel suo mondo
professionale e tra la gente comune che quel talento
lo percepiva, ché non ci vogliono parole a spiegarlo:
arriva e basta.
Nasce il 3 novembre 1931 come Maria Luisa Ceciarelli
e con la passione del teatro dentro di sè. A 22 anni si
diploma all’Accademia nazionale d’arte drammatica,
e poco dopo diventa Monica (come il nome
dell’eroina del romanzo che sta leggendo e che tanto
l’appassiona) e Vitti (come la metà del cognome della
madre che è Vittiglia): un nome più artistico rispetto
a quello di battesimo, che l’accompagnerà per tutta la
vita. Esordisce interpretando Shakespeare e Molière.
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TALENTI ITLIANI
Agli inizi degli anni Sessanta viene
notata da Michelangelo Antonioni,
ne nasce una relazione artistica e
sentimentale e quattro film in cui
la poliedrica Monica é Claudia in
L’avventura (1960), Valentina la
tentarice ne La notte (1961), Vittoria
di L’eclisse (1962) e Giuliana in
Deserto rosso (1964). Cominciano
così i diversi ruoli femminili che
la vedono vestire i panni di molte
donne, diverse e uguali, nella loro
illimitata complessità.
Qualche anno dopo, nel 1968, è
Angela Patanè, La ragazza con
la pistola, di Mario Monicelli,
che parte dalla Sicilia verso la
Scozia per ammazzare l’uomo che
l’aveva disonorata. Il film ha grande
successo, è candidato all’Oscar e la
sua interpretazione le vale il primo
dei cinque David di Donatello della
sua carriera, oltre al Nastro d’argento
e alla Grolla d’oro. Il film, che gioca
con il clichè sul senso dell’onore
e della donna passionale del
meridione, la consacra anche come
attrice comica. Qualità, del resto,
che lei stessa aveva “sospettato” di
possedere:
“Ho capito di avere un talento
per la commedia quando
recitavo ruoli tragici in un modo
che faceva ridere i miei amici
dell’Accademia. Ho capito solo
dopo che dono straordinario
fosse”.
Nel 1970 è con Ettore Scola in
Dramma della gelosia (tutti
i particolari in cronaca) con
Marcello Mastroianni e Giancarlo
Giannini per cui ottine il suo
secondo Nastro d’argento come
attrice protagonista. Poi ne Gli
ordini sono ordini (1972) di
Franco Giraldi con Gigi Proietti e ne
La Tosca (1973) di Luigi Magni,
con Gigi Proietti, Umberto Orsini,
Vittorio Gassmann, Aldo Fabrizi.
Insieme ad Alberto Sordi
Ma ‘ndo vai (se la banana non ce
l’hai).
La scena è una di quelle cult del
cinema italiano, loro due giganti.
Lei è Dea Dani, una soubrette
d’avanspettacolo, lui è Mimmo
Adami, il capocomico. Insieme
sorridono, cantano e ballano un
“Dicono che il mondo
è di chi si alza presto.
Non è vero. Il mondo è
di chi è felice di alzarsi.”
MONICA VITTI
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TALENTI ITLIANI
motivo che rimarrà intramontabile
nella memoria di tutti. E’ la scena
di Polvere di stelle (1973) film
centrale del tris di cui Sordi è anche
regista e recita in coppia con la Vitti.
Prima, sono Giovanni e Raffaella,
marito e moglie in crisi in Amore
mio aiutami (1969) e poi Fabio e
Livia in Io so che tu sai che io so
(1973).
“Credo di non essermi mai
divertita tanto come durante i film
con Alberto. È il mio compagno
di giochi, un attore geniale, un
uomo simpatico e generoso.
Pignolo e igienista peggio di me”.
La sua voce dal timbro unico, un pò
roca e sfiatata ma profonda, aveva
aggiunto al suo personaggio ulteriore
carisma e l’aveva resa ideale per
doppiare la moglie di Accattone di
Pasolini o la prostituta Patrizia delle
Notti di Cabiria di Fellini o Norma,
l’unica componente femminile
dell’improbabile banda de I soliti
ignoti di Mario Monicelli o, ancora,
la vedova attraente de Il grido di
Michelangelo Antonioni.
Le ultime volte in pubblico
Una delle sue ultime apparizioni è stata
nel giugno del 2000 quando partecipa
ai festeggiamenti per gli ottant’anni di
Alberto Sordi e, alla fine dello stesso
anno, quando nella basilica di San
Pietro in Vaticano, celebra il Giubileo,
con molti personaggi del mondo
dello spettacolo. Poi, piano piano, si
allontana dalle scene e in silenzio si
ritira.
Monica Vitti ha avuto tanto, ha recitato accanto ai più grandi del
cinema come era lei, ha partecipato ad oltre 50 film, diretta dai registi
più importanti. Una vita costellata da successi la sua, ottenendo e
i più ambiti riconoscimenti del settore (5 David di Donatello, tre
nastri d’argento, 12 globi d’oro, un ciak d’oro, e un Leone d’oro alla
carriera). Ci ha lasciato il mese scorso a 90 anni, ma se ne era andata
vent’anni prima perchè una brutta malattia neurodegenerativa l’aveva
costretta piano a piano a letto, dimentica di tutto. A lei un destino
crudele, a noi il rammarico di non aver potuto cogliere chissà quanti
frutti che il suo talento ci avrebbe potuto ancora donare.
“Nella mia vita non sono
mancate le lacrime: lacrime
copiose e liberatrici, lacrime
di tristezza, di sconforto, di
solitudine, di stanchezza.
Si, ho riso e pianto molto.”
MONICA VITTI
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ZONA BEAUTY
di CHIARA ZACCARELLI
IL FUTURO È SOLIDO
Dalla cura del viso a quella del corpo, passando per i capelli: i cosmetici solidi sono pratici,
ecocompatibili, delicati e oggi anche performanti!
P
urtroppo, come sappiamo, i rifiuti plastici
stanno distruggendo l’ecosistema
marino. In questo l’industria cosmetica
ha una enorme responsabilità, visto che produce
una grande quantità di scarti, costituiti
soprattutto da materie plastiche non riciclabili.
Ecco perché i cosmetici solidi, zero waste e privi
di imballaggio, da qualche anno stanno invadendo
gli scaffali dei negozi specializzati e dei
supermercati, così come le pagine delle riviste
e i blog delle beauty expert più green. Se fino
a qualche tempo fa gli unici cosmetici solidi
a entrare nelle nostre case erano le saponette
per le mani, ora l’offerta si è decisamente ampliata:
shampoo, balsamo, deodoranti, scrub,
creme, profumi e persino dentifrici rispondono
alle specifiche esigenze di ogni parte del corpo.
Oltre a vantare un packaging ridotto al minimo e
riciclabile, spesso realizzato in carta o cartone,
questi prodotti diminuiscono l’impatto ambientale
in quanto, rispetto al loro corrispettivo li-
quido, permettono di risparmiare più della metà
di acqua. Inoltre tendenzialmente non necessitano
di conservanti perché senza acqua i batteri
non proliferano e risultano anche più sicuri perché
non provocano sensibilizzazioni sulla pelle.
Pratici e compatti, sono perfetti da stipare in
valigia, e in caso di viaggi in aereo, si possono
portare in tutta tranquillità nel bagaglio a mano.
Infine, non dimentichiamo il risparmio economico:
lo avreste mai detto, per esempio, che un panetto di
shampoo equivale a 2 o 3 flaconi di prodotto liquido,
ovvero circa 80 lavaggi? Ma non credete che sia stato
facile, all’inizio, riuscire a rendere stabili le formule
solide utilizzando materie prime pure non diluite con
acqua e solventi, e ottenere texture piacevoli, efficacia
idratante e quell’effetto sensoriale che oggi tutti noi ricerchiamo
in un cosmetico. I prodotti solidi che oggi
troviamo in vendita, ecocompatibili, essenziali ma
performanti, sono infatti frutto di anni di ricerche e di
tecniche innovative. Proprio per le loro formulazioni
così particolari, per conservarli al meglio è bene avere
qualche accortezza: quelli che si attivano a contatto
con l’acqua, come lo shampoo, che è a tutt’oggi il cosmetico
solido più amato, devono asciugarsi perfettamente
prima di essere riposti. Quelli in consistenze
più morbide, come possono essere gli idratanti o i
profumi, non devono mai venire a contatto con l’acqua
e vanno conservati in un contenitore ermetico.
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TUTTO INTORNO ALL’ARTE
di IRENE CASTELLI
UN GENIO DELLA STREET PHOTOGRAPHY, A MILANO
DALL’EUROPA A NEW YORK:
TANTI GLI SCATTI ANNI SESSANTA
DI JOEL MEYEROWITZ
© Joel Meyerowitz_Florida, 1967
© Joel Meyerowitz, New York city, 1974
© Joel Meyerowitz_Paris, France, 1967
© Joel Meyerowitz_Paris, France, 1967
U
n antesignano di quella street photography che oggi ci conquista? È Joel
Meyerowitz, celebrato alla Leica Galerie Milano fino al 2 aprile con cinquanta
fotografie capaci di ripercorrere i periodi più decisivi della sua carriera,
scattate in diversi Paesi e in molte città. Nato a New York nel 1938, cresciuto
nel Bronx, studia pittura lavorando come art director pubblicitario. Ma a partire
dal 1962, Meyerowitz comprese la portata rivoluzionaria del colore, a quel tempo
ritenuto un elemento superficiale: lo introdusse nella fotografia per documentare
fatti importanti della società. Capostipite della street photography più moderna ne
riscrive così i codici linguistici: a Milano si ammirano le immagini catturate tra le
strade di New York, perfette per osservare le vicende di una grande città. Ma anche
quelle raccolte durante un viaggio di un anno attraverso l’Europa tra il 1966 e il
1967: Parigi, Napoli e Malaga, dall’Irlanda alla Bulgaria alla Germania, fino alla
serie di Londra e del Regno Unito. Grazie a lui anche la carta stampata, fino ad allora
fedele a immagini in bianco e nero per illustrare gli articoli pubblicati, si converte al
colore riconoscendogli la capacità di cogliere al meglio i momenti della quotidianità
tra le strade delle metropoli: interpretando temi come solitudine, scontri e
proteste sociali. Così, Meyerowitz ispira ancora generazioni di artisti
contemporanei.
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© Joel Meyerowitz_Wyoming, 1964
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SPECIALE MODA
di IRENE CASTELLI
Una primavera tutta in
PARKA
Sportivo ma elegante, da portare con sneakers, stivali e persino tacchi,
per un contrasto decisamente allettante: il parka si conferma alleato
della mezza stagione, pronto a proteggere i nostri look preferiti. Negli
anni Novanta, complici tante rockstar (Kurt Cobain in primis) diventa un
riferimento essenziale per l’abbigliamento urbano… dal nome inusuale,
derivato dal russo “pelle di animale”: i primi modelli vennero infatti
utilizzati dai popoli inuit per proteggersi dal freddo con ben tre diverse
pelli sistemate una sopra l’altra. In seguito, diventa complemento del
guardaroba militare finchè , nel 2003, la top model Kate Moss viene
immortalata con un parka decorato dal titolo di una famosa canzone
dei Sex Pistols… e celebrità fu: oggi lo scegliamo neutro o colorato, in
tessuto spesso o leggerissimo. Pronto a essere interpretato con tutti i
volti della femminilità.
Un total look viola
Tod’s.
Effetto velo con balze,
Herno.
Doppiato in pizzo,
Fracomina.
Dai riflessi notturni e
cangianti, Isabel Marant.
Sportivo blu elettrico,
Jacob Cohen.
Effetto ruggine con cordini a
contrasto, Max&Co.
Rosa acceso con cinturina,
Oof Wear.
Militare e minimale,
Persona.
Reversibile in taffetà
antigoccia,
Max Mara.
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Una borsa a tutto
colore
Fondato nel 2017 dalle sorelle Barbara e Luigia de Felice,
LEDEFF propone borse e accessori dove tessuti pregiati,
moderni e vintage, si uniscono a pellame e decori bronzei.
Tradizione italiana e identità partenopea sono le sue parole
d’ordine: tessuti che provengono dal mondo dell’interior design,
come velluti e shantung in seta, si uniscono a pellami pregiati
provenienti dalle migliori concerie italiane. A conferire unicità a
ogni borsa sono le decorazioni in ottone di ispirazione vintage,
realizzate a mano in antiche fonderie napoletane, dove spicca
il ricordo di due muse: nonna Rosaria e mamma Silvia, cui è
dedicata la borsa iconica del brand, con simbolo del leone.
Quando il tempo è
sostenibile
Primo orologio automatico realizzato con plastica oceanica
riciclata al 100%: Tom Ford lancia il nuovo Ocean
Plastic Sport Timepiece. Con cassa di 43 mm,
disponibile in bianco o nero semi opaco, il suo cinturino
con logo jacquard si tinge anche di giallo, blu e arancione.
Attenzione: oggi, la plastica a film sottile costituisce il 46%
dei circa 14 milioni di tonnellate di plastica che si trovano
sul fondo dell’oceano, praticamente impossibile da estrarre.
In questo caso, ogni orologio rimuove in modo permanente
l’equivalente di 35 bottiglie di rifiuti di plastica dall’oceano,
con tutti gli imballaggi riciclabili. Ben fatto!
Tutto pronto per le
prossime gite?
Una collezione che racconta tutto il bello del nostro meraviglioso
Paese. L’estate, il mare, i colori dei paesaggi, lo stile e il modo
di vivere… un mondo da trovare nella nuova collezione di
Emanuela Biffoli, ormai presente in Italia in oltre
6mila punti vendita. Un inno assoluto a Firenze e alla sua arte,
i suoi vicoli, i suoi artigiani e tutte le tradizioni tramandate di
generazione in generazione. Punta di diamante, cappelli e borse
in paglia realizzati con l’antica tecnica di lavorazione della paglia
fiorentina. Ricordando una storia lunga e affascinante, risalente
al Medioevo: quando, dallo scarto della mietitura del grano,
venivano ricavate delle trecce da utilizzare come copricapi.
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ZONA FITNESS
di LARÀ VENÈ
ALLENAMENTO A CIRCUITO
O CIRCUIT TRAINING
L’allenamento a circuito consiste in una serie di esercizi che vengono eseguiti
consecutivamente senza pause, o con pause molto brevi, in un circuito, appunto,
in cui si ricomincia da capo con le stesse ripetizioni.
I
l circuit training rientra in quella categoria
di allenamenti conosciuta come allenamento
con sovraccarichi (resistance training).
Si tratta cioè di allenamenti anaerobici in cui i
muscoli lavorano contro un carico esterno e gli
esercizi vengono eseguiti in serie multiple.
Nella versione classica (nel tempo sono state
introdotte anche diverse varianti), l’allenamento
prevede circa 10 “stazioni”: si passa da una
stazione all’altra con una pausa di riposo molto
breve (circa 15 secondi). Per ogni esecuzioni la
durata degli esercizi va dai 15 ai 45 secondi (circa
12/14 ripetizioni). Gli esercizi possono essere
eseguiti liberamente o con l’aiuto di attrezzi: elastici,
cavigliere o pesetti. Ogni fase del circuito
prevede movimenti diversi che sollecitano tutti i
muscoli. Per questo è considerato un allenamento
completo. A causa degli intervalli molto ridotti,
il circuit training richiede un maggiore impegno
cardiovascolare e spesso viene usato proprio per
migliorare questo aspetto. Inoltre, gli allenamenti
rapidi fanno si che questo tipo di attività venga
ritenuta utile per chi voglia incrementare la capacità
aerobica: il circuito, infatti, permette di ottenere
i benefici tipici dell’allenamento aerobico
e anaerobico in un’unica seduta. Infine, il circuit
training è molto efficace per chi vuole perdere
peso e ha il pregio di aumentare la massa magra
e ridurre quella grassa.
Nel tempo, sono state inserite diverse varianti
del circuit training, come il metodo Super Circuit
Training chiamato anche Aerobic Circuit Training
o Cardio Fit Training, che combina gli esercizi tipici del resistance training con il tradizionale allenamento
cardiovascolare, o lo spot reduction, che si concentra su quegli esercizi mirati
per ridurre il grasso localizzato, sollecitando le zone del corpo dove si vuole perdere
grasso (cosce, gambe, glutei, braccia, addome).
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M A G A Z I N E
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RED CARPET
di ANTONIO PROVENZANO
VASCO ROSSI, 70 ANNI AL MASSIMO
Sono 70 volte che la Terra mi fa girare intorno al sole… e la testa non mi gira ancora».
Così, con una immagine non abusata e lunga solo una riga, Vasco Rossi festeggia il
2022 come l’anno dei 70. Da rockettaro un po’ squinternato che dava tutta la colpa ad
Alfredo, a fratello saggio che condivide i pensieri e le riflessioni sempre più venati
di letture filosofiche, con una indubbia capacità di semplificazione, il passo è stato
lungo ma fermo, deciso. Così a 70 anni, il Vate di Zocca si ritrova ad essere l’amico
e l’ispiratore di altri milioni di pensieri che lo hanno come punto di riferimento: ma la
circostanza, la cifra tonda del 7, un po’ colpisce e non può non colpire lui. Un uomo
per cui la giovinezza è stata un fulmine di stordimento, programmi decisi e lanciati in
un amen, parabole che ne riscrivevano il vissuto e il pensiero, e lo spingevano sempre
oltre. Il 20 maggio se tutto va bene riparte il tour, e quel ragazzaccio con la giacca di
pelle torna ancora a sognare, 70 o non 70. Viva Vasco!
LORETTA GOGGI E IL DOLORE PER LA MORTE DEL
MARITO: «MA LUI È ANCORA CON ME»
Non solo imitazioni per Loretta Goggi, che ha deciso di tornare a
dedicarsi interamente alla recitazione: «Mi sto impegnando tanto
per far capire agli addetti ai lavori che chi fa varietà non è che non
possa recitare». Una passione mai passata. Tra una battuta e l’altra
la Goggi svela che nella prossima fiction che sta girando interpreterà
una anziana donna e questo non la turba, anzi: «Adesso stare sul set
mi diverte perché così posso invecchiare tranquillamente». Si parla
anche dell’unico vero grande amore della sua vita, Gianni Brezza,
scomparso più di dieci anni fa ma il cui ricordo nella mente e nel
cuore di Loretta è più vivo che mai. «Avrei desiderato sposarmi a 16
anni ed avere almeno 5-6 figli, mentre mia sorella Daniela mi diceva
sempre che avrebbe lavorato. E invece lei si è sposata e ha avuto figli
mentre io sono rimasta zitellona fino al ’79 poi quando ho incontrato
Gianni sono stata prima concubina e poi moglie». Un amore vero
che vive ancora oggi nel suo cuore («La morte l’ha portato via dai
teleschermi non da me, noi stiamo insieme») e che Loretta non mai
tradito nemmeno adesso che non c’è più. Tanto che Loretta non ha
mai pensato di rifarsi un’altra vita sentimentale: «Per fare cosa? Andare
al cinema? Ci vado con mia sorella!».
STAR DA PICCOLI - Ora li riconoscete, ma com’erano prima?
E’ una fashion blogger ed influencer brasiliana, moglie
del dj e conduttore Francesco Facchinetti, il figlio di
Roby Facchinetti dei Pooh. Nata in Brasile, è cresciuta in
Svizzera ed è diventata dentista, con specializzazione in
chirurgia facciale. Dopo aver lavorato in un ospedale in
Brasile, ha cambiato vita e si è traferita a New York, dove
ha lavorato nell’ufficio comunicazione e marketing della
stilista Vera Wang. Dal 2014 vive in provincia di Como.
Ha due figli: Leone, nato nel 2014, e Lavinia, nata a marzo
del 2016. La modella ha avuto anche un’altra bambina,
Charlotte, da una precedente relazione. Ha confessato di
essere stata molto gelosa del marito Francesco in passato,
ma anche che oggi i due hanno raggiunto un buon
equilibrio di coppia e si fidano l’uno dell’altro. E’ molto
attenta all’alimentazione: i suoi post ritraggono spesso le
sanissime ricette che cucina per la sua famiglia e soprattutto
le merende a base di frutta e verdura che prepara per
i suoi bambini. Il tutto con un sano tocco d’ironia: ha inventato
una rubrica dedicata ai suoi errori gastronomici,
intitolata Monsterchef.
Soluzione a pagina 98
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CONSIGLI PER LA CASA
di ANNA GRECO
ARREDARE UN...
OPEN SPACE
Per arredare un open space o anche soltanto per renderlo più funzionale
serve poco, è necessario però seguire alcune regole base. A partire da una
valutazione delle esigenze e delle dimensioni degli spazi.
S
e l’ambiente è molto grande è possibile ricorrere a porte o pareti
mobili utili a suddividere gli ambienti a seconda delle necessità
dando vita, se non a vere e proprie stanze, almeno a mini
stanze. Oppure, è possibile creare zone diverse ricorrendo ad alcuni
elementi di arredo: il divano, una libreria bifrontale o una maxi credenza.
In genere, è bene non usare mobili molto alti, optando per una loro
collocazione alle pareti per rendere il tutto più armonioso. Giocando
con gli arredi e anche con la giusta illuminazione (lampade da terra o
abat jour) possono nascere zone diverse all’interno di un’open space:
la zona relax, la zona lettura/riposo, la zona pranzo.
Nella maggior parte dei casi l’open space più comune da gestire è quello
di cucina-soggiorno-sala, che possono essere separati dalla classica penisola,
lo schienale del divano o, ancora, la madia, che da una parte assolve il compito
di mobile adatto alla cucina e dietro funge da parete per delimitare lo spazio. Se
l’open space è piccolo e si desidera comunque suddividere gli ambienti, meglio
puntare su colori chiari come il bianco, il beige, il tortora, il grigio, sia nella scelta
dei mobili, sia per quella dei tessuti, dai divani ai tendaggi. Com’è noto, i colori
tenuti sono l’ideale per dare luce e ampiezza agli ambenti. Nei living rustici e se le
altezze lo consentono, un’altra soluzione per ottimizzare gli spazi è l’intramontabile
soppalco che ha un fascino irresistibile e intramontabile. Da raggiungere con una
scala o pochi scalini sospesi e vuoti sotto per mantenere l’effetto dell’ampio respiro,
può diventare il luogo ideale per un letto in più, una libreria con poltrona per
fungere da rifugio- relax o per ospitare armadi che nelle case non sono mai
abbastanza.
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I NUOVI GUANTI
SATINATI IN LATTICE!
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IO VIAGGIO DA SOLA
di ORTENSIA DEI LUCCHESI
URBINO
Urbino, città ideale. Esattamente come recita il titolo dell’opera realizzata tra il
1480 e il 1490 da un autore tuttora sconosciuto. La cittadina marchigiana, capitale
assieme a Firenze del grande Rinascimento italiano, è a tutti gli effetti un piccolo
quanto prezioso scrigno di arte e storia: sebbene le sue origini risalgano all’epoca
romana e al Medioevo, fu proprio tra il XV e il XVI secolo, quando il duca Federico
da Montefeltro vi stabilì una delle corti più illustri d’Europa, che la città raggiunse lo
splendore che la contraddistingue ancora oggi.
P
roprio come rappresentato nell’opera sopracitata - una piazza in
prospettiva lineare centrica, realizzata seguendo scrupolose regole
matematiche, inseguendo l’idea della perfezione geometrica -
Urbino fu l’incarnazione del sogno e del gusto del periodo e di fatti presso
la prestigiosa corte dei Montefeltro lavorarono alcuni tra i più artisti
dell’epoca, come Piero della Francesca, Leon Battista Alberti e Luciano
Laurana.
Oggi il dipinto è custodito, assieme ad altri capolavori rinascimentali,
all’interno della Galleria Nazionale delle Marche, che ha sede nel maestoso
Palazzo Ducale: si tratta di circa 80 sale, dove sono esposte, tra le altre,
opere di Raffaello, Barocci, Piero della Francesca, Paolo Uccello, Tiziano,
Leon Battista Alberti e Melozzo da Forlì. Il Palazzo vanta poi importati
mobili e arazzi e tra le tante stanze cela un luogo meraviglioso e privato, lo
studiolo del duca, che custodisce pregevoli stucchi sulla volta ed è rivestito
nella fascia inferiore di legni intarsiati da Baccio Pontelli su disegni di
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Sandro Botticelli, Francesco di Giorgio Martini e Donato Bramante. Più
che un semplice edificio, il Palazzo Ducale si presenta piuttosto come una
cittadella fortificata, con i suoi celebri bastioni e torricini. Uno di questi,
il cosiddetto Bastione della Rampa elicoidale, fu costruito per collegare
direttamente le stalle ducali al Palazzo, e rappresentava un vero e proprio
capolavoro di ingegneria. Non a caso la costruzione dell’edificio, iniziata
nel 1444, ha richiesto oltre 30 anni di lavori e l’impegno di numerosi
maestri e architetti tra cui Maso di Bartolomeo, Luciano Laurana e
Francesco di Giorgio Martini, che ha portato a termine l’opera.
Nel quartiere artigiano della città si trova invece un altro “tempio” dell’arte
del periodo, la casa natale di Raffaello. Vi sono per la verità conservate
solo poche opere originali del grande pittore - quasi tutte dipinte in età
giovanile -, ma merita comunque una visita: è qui che Raffaello trascorse la
sua infanzia formandosi nella bottega del padre, Giovanni Santi, artista alla
corte di Federico da Montefeltro, esordendo con opere commissionategli
dalle vicine località del ducato.
Altro importante capolavoro custodito in città è il ciclo di affreschi nascosto
all’interno dell’Oratorio di San Giovanni: l’opera dipinta sulle pareti venne
stata realizzata dai fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni da San Severino
nel 1400 circa. La scena che più colpisce è senza dubbio quella della
“Crocifissione”, che ricopre tutta la parete dell’abside: lo sguardo cade
immediatamente sulle tre croci, con Gesù al centro e i due ladroni di lato
secondo le regole dell’iconografia classica, ma a poco a poco l’occhio si fa
più attento ai dettagli, cogliendo l’umanità, la disperazione e l’indifferenza
che animano la scena della Passione di Cristo, portando sullo stesso
piano la realtà religiosa a quella terrena.
Il Duomo è la chiesa più importante della città. L’edificio ha subito nei
secoli diverse ricostruzioni, ma l’impianto originario è datato 1021. La
chiesa venne poi ricostruita dapprima da Francesco di Giorgi Martini,
l’architetto del duca, poi, successivamente da Giuseppe Valadier, si
occupò dei lavori di ricostruzione dell’edificio in seguito al terremoto del
1789, dando forma all’attuale impianto in stile neoclassico. All’interno
della cattedrale sono poi celate delle grotte, che nei secoli hanno ospitato
non solo confraternite segrete, ma anche, durante la seconda guerra
mondiale, le opere del Tesoro della Basilica di San Marco a Venezia,
protette così in questo modo dalle bombe dei tedeschi. Tra le cappelle
nelle grotte si snoda poi il Corridoio del Perdono, che secondo un’antica
tradizione urbinate garantiva il perdono dei peccati se veniva percorso
durante il lunedì di Pasqua.
Ad appena due chilometri dal centro storico, vale la pena fare visita a
un’altra chiesa, quella di San Bernardino, nota anche come Mausoleo dei
Duchi. Costruita da Federico da Montefeltro per ospitare le sue spoglie
dopo la morte, è storicamente ritenuta il risultato di una collaborazione
tra Francesco di Giorgio Martini e il Bramante, espressa dallo stile
semplice degli interni.
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IL CAVOLO A MERENDA
prodotti della terra e gustose ricette
di FABRIZIO DIOLA
BRUTTE, SPORCHE E PELOSE
CUCINATE DIVENTANO MAGNIFICHE
INVITO A COZZE
Quando pensiamo ai frutti di mare ci vengono subito alla mente cozze e vongole.
I frutti di mare sono molti di più. Anche i cefalopodi, come seppie, calamari, polpi,
sono molluschi e quindi frutti di mare, privi però della conchiglia esterna che invece
c’è in cozze, vongole, capesante, ostriche, cannolicchi, tartufi di mare, telline...
C
inquant’anni fa, sui moli di tutta Italia
c’erano venditori ambulanti con tanto
di chioschetto che offrivano frutti di
mare crudi con una spruzzata di limone, una
delizia, uno spuntino unico.
Adesso è vivamente consigliabile non
mangiarli crudi perché potrebbero arrecare
danni alla salute, visto l’inquinamento dei
mari.
Le cozze o muscoli o mosciole si nutrono
per filtrazione e sono molto adattabili, per
cui sono in grado di vivere negli ambienti
più diversi: sabbia, scogli, impianti di
allevamento e anche in acque inquinate.
Con il loro modo di alimentarsi, le cozze
immagazzinano non solo il plancton, ma
anche batteri, metalli, tossine, virus che
possono essere responsabili di serie
malattie per chi le consuma. Per questo
motivo sono sottoposte a rigidi controlli e
quasi tutte derivano da allevamenti. Le zone
adibite a molluschicoltura sono classificate
dalla normativa in base ai requisiti
microbiologici previsti per i molluschi:
acque A, mare, oppure acque B, laguna.
Nell’allevamento in mare, il prodotto
può essere destinato immediatamente al
consumo umano, mentre per l’allevamento
in laguna devono essere depurate in appositi
impianti. Le cozze di mare, provenendo da
acque di categoria A, vengono portate nei
CSM, i Centri di Spedizione Molluschi
autorizzati, dove vengono confezionate e
preparate per la vendita. Solo questi centri
possono immettere il prodotto confezionato
direttamente sul mercato. Il prodotto di
laguna, venendo da acque di categoria B,
deve invece subire una fase di depurazione
in un centro autorizzato prima di essere
commercializzato. Nonostante tutti questi
accorgimenti è sempre meglio cuocerle
perché alcuni microrganismi potrebbero
non essere stati eliminati. Al momento
dell’acquisto è consigliabile verificare tre
cose: la confezione, che deve essere sigillata
in retini chiusi, la data di confezionamento
scritta sull’etichetta e la provenienza, ovvero
il nome del centro di spedizione da cui
sono partite. Dal punto di vista nutrizionale
sono fonte di antiossidanti, vitamine,
proteine nobili e sali minerali, tra cui ferro
e magnesio. In cucina si preparano in mille
modi: gratinate, alla marinara, nelle zuppe di
pesce. Famosa è l’impepata di cozze. Insieme
alla nostra cuciniera Sandra Lotti, abbiamo
deciso di proporvi Le Cozze Ripiene. Un
piatto antico, quasi dimenticato, visto che
richiede una preparazione non veloce. Non
è facile trovarle neanche al ristorante, non
si presentano bene, non sono un piatto
di moda e poi restano sempre troppo
laboriose. Come tutte le ricette che hanno
un ripieno sono soggette a varianti. Chi
mette il macinato, chi il tonno, chi la noce
moscata, chi il timo… mia suocera Maria
Pia, viareggina verace nata in darsena, è
del partito del tonno disposta a litigare con
chi mette la carne. I litigi non sono solo
sul ripieno ma anche sulla primogenitura
della ricetta. I muscoli ripieni sono uno
dei tanti piatti della tradizione Versiliese e
rappresentano il pomo della discordia fra le
città marinare di La Spezia e di Viareggio.
Entrambe, infatti, dichiarano solennemente
che la ricetta è nata nel loro porto. Non a
caso, dunque, il piatto è conteso dalla
forza dei muscoli. Le cozze infatti, sono
chiamate muscoli proprio per il fatto che
aprirle richiede un vero atto di forza tanto
le valve sono serrate. Questa ricetta prevede
che vengano riempite a crudo, pertanto
ci si deve armare di coltello e forzare le
valve tanto da poter farcire il loro interno
e l’ospite. Un piatto semplice e, a volte, di
recupero perché nel ripieno si può mettere
di tutto. La ricetta è vecchia, vecchissima. A
Viareggio e zone limitrofe, il ripieno è fatto
con tonno, mortadella, uova, parmigiano,
mollica di pane, prezzemolo, aglio e timo.
Poi c’è il partito del ripieno di manzo.
In molte preparazioni la carne macinata
sostituisce il tonno e nella farcia compaiono
anche un po’ di muscoli tritati. Questo è il
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M A G A Z I N E
La ricetta è proposta da Sandra Rosy Lotti Chef e titolare di Toscana Saporita Cooking School
con sede a Massaciuccoli (Massarosa) e New York
MUSCOLI
RIPIENI
BOMBOLONI
PROCEDIMENTO
In una zuppiera, mescolate tutti gli ingredienti finche’ non sono perfettamente
amalgamati. Con un coltellino, aprite le cozze facendo forza sulle valve e allargateli
senza che si stacchino. Scolate eventuale liquido.
Farcite le cozze e premete bene in modo che rimangano ben chiuse. Nel caso
si riaprissero, fate un po di gioco forza sulle valve in modo da “allentarle” un
po’ e poi riempite nuovamente.
prezioso sapore racchiuso nello scrigno nero. Poi
c’è la salsa, un peccato di gola da non confessare
nemmeno al prete. L’intingolo è composto da
pomodoro, aglio, prezzemolo e vino bianco e fa da
cornice ad un piatto che, una volta servito, potrebbe
far capolino anche in un ristorante stellato, peccato
che non abbiano il coraggio di proporlo. La
scarpetta è di rito. Meglio se con pane casalingo
toscano rigorosamente sciocco. Ecco perché la
salsa di pomodoro, golosissima, deve essere
abbondante e ristretta. Nel caso che avanzi un po’
di ripieno, si formano delle polpettine da
aggiungere alla salsa durante la cottura.
Per la salsa
8/9 cucchiai di olio extra vergine
2 grossi spicchi d’aglio tritato
1/2 bicchiere di vino bianco secco
400 gr di pomodori pelati tritati grossolanamente con il loro liquido
sale e pepe macinato fresco
prezzemolo tritato
Cottura
In un tegame capiente passate l’aglio tritato con l’olio extra vergine e lasciate
cuocere per alcuni secondi a fuoco dolce in modo che l’aglio non si colori.
Sfumate con il vino bianco e aggiungete il pomodoro. Cuocete per 5 minuti,
aggiustate di sale e pepe e adagiate le cozze. Incoperchiate e lasciate cuocere a
fuoco dolce per 20 minuti, scuotendo il tegame ogni tanto perche la salsa non
si attacchi. Spolverate con il prezzemolo e servite.
INGREDIENTI PER 4 PERSONE
28 cozze grandi, raschiate e sbarbate
50 gr di tonno sott’olio, sgocciolato (o stesso quantitativo
di carne macinata)
50 gr di mortadella tritata
100 gr di mollica pane, ammollata in 50 mil di latte e poi
strizzata
1 uovo intero
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
1 spicchio d’aglio tritato
1/2 cucchiaino di foglie di timo
30 gr di parmigiano grattugiato
sale e pepe
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M A G A Z I N E
Gabrio Dei. Dopo la scuola alberghiera a Montecatini Terme collabora con ristoranti in Toscana, Piemonte e Liguria. Semifinalista italiano del
concorso SanPellegrino Young Chef per professionisti under 30. Amante dei viaggi e delle cultura gastronomiche internazionali. Dal 2016 é ambasciatore
italiano a Okinawa durante la Settimana Internazionale della Cucina Italiana nel Mondo. Attualmente gestisce il Ristorante 21, ad Alassio, nel quale
propone una cucina personale prettamente di pesce.
CAPRETTO
IN ZUPPA
BRODOLESE
Abbacchi, agnelli e capretti, che differenza c’è?
Spesso si confondono, e allora è meglio fare
un po’ di chiarezza.
L’abbacchio e l’agnello sono ovini, figli di una
pecora e di un ariete, ma dal punto di vista nutrizionale
e del sapore si differenziano perché
l’abbacchio, conosciuto come l’agnello da latte,
ha al massimo due mesi di vita, si è nutrito
esclusivamente di latte materno e ha quindi
una carne molto grassa. L’agnello pesante o
agnellone viene macellato entro un anno di
vita, ha superato l’età dello svezzamento e si
è alimentato anche con l’erba. Il capretto è un
caprino, figlio di una capra e di un caprone e
viene macellato dopo due mesi di vita. Anche
per gli ovini e le capre esistono le IGP e i presidi
Slow Food. Le IGP sono l’abbacchio romano,
l’agnello di Sardegna e l’agnello del centro
Italia. I presidi Slow Food sono addirittura
sette: l’agnello sambucano del Piemonte, la
capra garganica e la pecora altamurana della
Puglia, la capra girgentana della Sicilia,
l’agnello di Zeri toscano, la pecora Villnösser
Brillenschaf del Trentino Alto Adige e
l’agnello d’Alpago del Veneto. Queste eccellenze
sono da preferire ai normali tipi di allevamento
ma, comunque siano cresciuti agnelli è
bene tenere presente che quando si mangia la
loro carne in pratica si mangiano dei cuccioli.
Da un punto di vista etico è sicuramente un
atto riprovevole, ma dal punto di vista nutrizionale
e del gusto questa carne è straordinaria:
saporita, magra, digeribile e piena di sostanze
nobili. Come al solito non spetta a me decidere.
Io sono solo un giornalista e ti offro gli
strumenti per capire. Detto questo passiamo
alla ricetta che ci propone Gabrio Dei...
LA RICETTA DEL MESE
INGREDIENTI x 4 persone
Per il Capretto:
1,5 kg polpa di capretto
(circa una coscia con una parte di Carré)
70 g salvia e rosmarino
70 g carote
70 g sedano
150 g cipolla
200 ml Vino Bianco
Olio evo,Sale,Pepe qb
Insaporire il Capretto con tutti gli aromi e cuocere, coperto con carta stagnola, in forno
a 165 gradi per circa 2 ore: disossare e lasciar riposare. Nel frattempo ritirare i succhi
di cottura con le ossa della polpa ottenendo un fondo ben legato e setoso.
Per la Zuppetta leggera di Aglio:
Mezza testa di aglio
500 ml latte intero
Sbianchire l’aglio per 3 volte in poco latte:
dopodiché omogeneizzare con il latte rimasto, incorporando aria.
Per il Cremoso di Caprino:
300 ml panna
200 g caprino stagionato
Bollire la panna, aggiungere il caprino ottenendo una crema ben ferma: stabilizzare a
+4 gradi.
Montaggio e Presentazione:
•4 fette di Pancetta stesa stagionata o Lardo
•12 pz Castagne secche reidratate e cotte a vapore
•4 spicchi aglio nero fermentato
Adagiare su 3 punti il cremoso di caprino, le castagne,
la pancetta e delle fettine di Aglio Nero fermentato.Collocare
al centro del piatto la porzione di
polpa di capretto ben calda, irrorare con la Zuppetta
leggera di Aglio ed il fondo di cottura del capretto
ben caldi. Ultimare a piacere con acetosella o altre
Erbette spontanee, impreziosire con Olio extra vergine
di qualità e servire subito.
M A G A Z I N E
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GARDEN PLACE
di TIZIANO BALDI GALLENI
GLI SPLENDIDI FIORI STAGIONALI:
ECCO QUALI PIANTARE A MARZO
Questo è un buon momento per mettere a dimora le piante stagionali, che
vedrete fiorite durante l’estate. Tempismo che garantirà il successo della loro
crescita rigogliosa. Ma intanto capiamo cosa hanno di particolare queste specie
che hanno breve vita rispetto ad altre.
volte ma senza esagerare poiché i ristagni idrici per la buganvillee sono controproducenti.
Può essere coltivata anche in zone di mare perché non teme la salinità del
terreno. Fra i fiori più amati per il vaso, da tenere sul balcone, c’è l’ibisco. D’estate
ci potrà regalare una meravigliosa fioritura nei toni del bianco, rosa, viola e lilla.
Si adatta a qualsiasi tipo di terreno ma quello più migliore è soffice, fertile e ben
drenato. Infine fra questa selezione c’è il gelsomino. È la pianta rampicante per eccellenza.
Anche questo fiore ha come la lavanda un inconfondibile profumo intenso.
Potrebbe essere usato anche per creare delle siepi interessanti a perimetro del
tuo angolo verde. O per rivestire muretti e cancellate.
N
on è un caso se le piante stagionali sono chiamate in questo
modo e differiscono da quelle annuali. Sono termini specifici
usati anche in botanica, anche se almeno uno dei due ha un’origine
più commerciale. Le annuali infatti sono tali perché compiono
il proprio ciclo vitale in 12 mesi (a volte anche solo in paio stagioni):
dedicano l’ultimo periodo della loro vita a garantire la moltiplicazione
della specie producendo semi. Quelle cosiddette stagionali - il nome
è stato inventato dai vivaisti – sono sempre delle piante annuali che
però compiono il loro ciclo di fioritura solo in una stagione predefinita.
Ad esempio ci sono piante stagionali primaverili che fioriscono da
febbraio ad aprile, quelle estive la cui fioritura va da aprile a settembre
o ottobre, e infine quelle autunnali che fioriscono da ottobre a febbraio.
Ovviamente noi ci concentreremo sulle regine, quelle estive.
Fra quelle selezionate c’è la lavanda, incredibile per il suo inconfondibile
profumo. Con il suo colore e la sua bellezza si addice al giardino.
Lei riesce a resistere sempre al caldo e anche all’aridità. Un’altra elegante
è la bouganville. Originaria delle zone tropicali, è una pianta
che si fa notare fra tutte e sprizza energia. Non teme temperatura molto
alte, anche oltre i 40 gradi. Nella stagione più calda va annaffiata più di
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M A G A Z I N E
M A G A Z I N E
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MATRIX
di ANTONIO PROVENZANO
L’APP DI STREAMING LIVENOW È ORA
DISPONIBILE SULLE SMART TV LG
SAMSUNG SOLAR ONE REMOTE 2022
TELECOMANDO A RICARICA SOLARE E WIFI
La piattaforma di streaming LIVENow, che permette di accedere ad
un’ampia gamma di contenuti live ed on demand di musica, lifestyle
e sport, è disponibile con un’applicazione dedicata sulle Smart TV di
LG. Effettuando il download attraverso l’LG Contest Store, gli utenti potranno
accedere alla programmazione degli eventi live ed on demand.
Le smart TV, inoltre, offriranno agli utenti nuove esperienze virtuali,
con la possibilità di godersi gli eventi in modo interattivo con amici,
familiari ed altri partecipanti alla piattaforma. “LIVENow è stata creata
per avvicinare i fan ai loro contenuti preferiti di musicali, sport e lifestyle.
Siamo lieti di lanciare la prima app LIVENow per smart TV per LG,
offrendo ai fan di tutto il mondo la possibilità di guardare concerti ed
eventi sportivi in diretta dalle proprie abitazioni” ha affermato Géraldine
Pamphile, Global CEO di LIVENow. Jung Sung-hyun, Head of Content
Service Business di LG Electronics Home Entertainment Company, ha
aggiunto: “LG sta ridefinendo il ruolo della TV con l’aggiunta di servizi
che rendono l’esperienza di visione più personale e interattiva. Rendendo
LIVENow parte di quest’esperienza, ci rivolgiamo a un pubblico più
diversificato, che ora ha un motivo in più per godersi l’esperienza di
visione sul grande schermo di casa”.
Al CES 2022, Samsung ha presentato la nuova generazione di telecomando
a ricarica solare Solar One Remote, che ha anche la capacità di ricaricarsi
tramite le radio frequenze emesse dai router Wi-Fi: basta che si trovi vicino
ad un router 2.4 GHz Wi-Fi per ricaricarsi. Samsung prevede di includere
il suo nuovo telecomando Solar One Remote in un numero sempre maggiore
di suoi prodotti, come la nuova gamma 2022 di TV ma anche negli
elettrodomestici, con l’obiettivo di eliminare fino a 200 milioni di batterie
(in base ai volumi di vendita stimati e tempo medio di utilizzo dei prodotti)
che ad oggi finiscono nelle discariche che, se messe in fila, “ coprirebbero
la distanza tra Las Vegas e la Corea” ha dichiarato Han. Samsung non ha
dettagliato ancora come funziona la ricarica della batteria del telecomando
tramite onde radio, presumibilmente che il dispositivo è dotato di una tecnologia
capace di convertire le onde radio emesse dal router WiFi in energia
per la batteria. La distanza massima dal router entro cui il telecomando deve
trovarsi per attivare la ricarica non è nota. Samsung ha deciso di mettere
la sostenibilità al centro di qualsiasi cosa faccia: dalla diminuzione dell’impatto
della produzione, agli imballaggi che riducono l’impronta ambientale,
a una esperienza d’uso più sostenibile, terminando con la fine del ciclo di
vita dei prodotti.
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M A G A Z I N E
NOVITÀ PRODOTTI
L’eco-ricarica amica
dell’ambiente
Le nuove Eco Refill di Alama Professional consentono
di risparmiare il 75% di plastica a confezione,
nel rispetto dell’ambiente e di chi lo abita
ECO-REFILL
SHAMPOO
Reuse me!
ECO-REFILL
SHAMPO O
1 LT =
500 ML
500 ML
Acquistando il nuovo formato Eco Refill ci aiuti a ridurre
la quantità di plastica e a ridurre l'ingombro dei rifiuti.
Beauty Application Division of
Pettenon Cosmetics S.p.A. S.B.
Via Del Palù, 7/D
35018 San Martino di Lupari (PD)
T. +39.049/9988800
F. +39.049/9988809
www.alamaprofessional.com
L’individuazione di soluzioni sempre più sostenibili e
rispeose per l’ambiente è tra gli obievi raggiun
con successo da Alama Professional, brand di
prodo haircare di alta qualità, distribuito in GDO e
Drugstore. Prova ne è, il progeo denominato Earth
Friendly, con il quale Alama Professional ha iniziato
un percorso consapevole verso l’eco-sostenibilità
fin dal 2019. Rispeo al packaging, per esempio,
le azioni intraprese sono state mulple: l’ulizzo di
plasca riciclata per flaconi e vasi; la riduzione della
plasca impiegata, riducendone la grammatura,
l’eliminazione degli astucci in pvc e l’ulizzo di
carta cerficata FSC. Novità assoluta in casa Alama
Professional, è Eco refill, un nuovo formato di
shampoo per le linee del brand a più alta rotazione
(Hydra, Repair, Color e Frequent), che si potrà
trovare in una eco-ricarica da 1 litro,
permeendo così di risparmiare il 75% di plasca a
confezione.
La Eco refill è facilissima da usare: basta
travasarne, di volta in volta, il contenuto in
un flacone vuoto, così da averlo sempre a
portata di mano.
Inoltre è una soluzione salva spazio:
una volta aperta, non essendo rigida, si
adaa a essere posizionata anche negli
armadie più piccoli. Per Alama Professional
la ricerca di soluzioni sostenibili non si limita
solo al packaging dei prodo,
ma va a coinvolgere anche le formulazioni e
la scelta degli ingredien.
I prodo delle linee Hydra, Repair e
Frequent sono realizza con materie prime
selezionate di origine naturale, biodegradabili
e made in Italy, in linea con gli al standard
qualitavi che il brand offre con il suo
assormento.
THE WINNER
di GABRIELE NOLI
Da piccola staccava la
testa alle bambole che
la nonna le regalava
per il compleanno
e le usava come
pallone. Come se il
suo destino fosse già
scritto: da grande
Valentina Giacinti
sarebbe diventata una
calciatrice.
VALENT
GIACI
E
mica una qualunque, bensì una delle migliori in Italia,
capace di segnare oltre 250 gol in una carriera destinata
a durare ancora a lungo, avendo compiuto 28 anni il 2
gennaio. È stata una delle protagoniste del Mondiale 2019 (nel
quale la Nazionale ha raggiunto i quarti: un risultato di assoluto
rilievo), quello che ha riacceso i riflettori sul movimento del calcio
femminile italiano, destinato a vivere una svolta epocale, la
prossima stagione, con il passaggio al professionismo.
A inizio 2022, proprio pochi giorni dopo il suo compleanno,
Giacinti ha lasciato il Milan (di cui era capitano) per approdare
in prestito alla Fiorentina guidata da Patrizia Panico, una che ha
fatto la storia del calcio femminile, da attaccante. Il ruolo, guarda
caso, è lo stesso. “È il mio modello da quando ero piccola: a fine
partita la aspettavo per una foto insieme ed ora mi allena. Potrà
darmi tantissimi consigli in vista dell’Europeo”, ha affermato
Giacinti, dimostrando di voler voltare pagina dopo la separazione
improvvisa e dolorosa dal Milan dove giocava dal 2018. “Il
significato che questi colori hanno per me non sbiadirà mai. Sei
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M A G A Z I N E
INA
NTI
casa mia e dirti “arrivederci” Milan è una delle decisioni
più difficili che mai mi sarei immaginata di dover prendere.
Voglio dirvi però che i messaggi d’amore che sto
ricevendo da tutti voi sono la mia vittoria più bella. A voi,
milanisti e non solo, voglio dirvi grazie. È straordinario il
vostro affetto e quello che avete lasciato in me”. Questo
è il post pubblicato da Giacinti sui suoi profili social una
volta definito il trasferimento. Temeva di essere bersagliata
da tifosi e non per una scelta destinata inevitabilmente
a far discutere, per modalità e tempistiche, ma soprattutto
perché ha riguardato una giocatrice che oggi è considerata
un punto di riferimento per le bambine desiderose di
ripercorrerne le orme. “Mi fa piacere essere un esempio
per loro. Anche io avrei voluto avere un modello”. E invece
i supporter rossoneri, pur delusi per il cambio di
maglia, le hanno comunque mostrato vicinanza e riconoscenza.
“Significa che qualcosa di positivo al Milan
l’ho fatto”, ha commentato. Certo, quello degli insulti sui
social rimane un problema che purtroppo tocca da vicino
anche il calcio femminile, nel quale secondo Giacinti non
si è ancora sufficientemente abituati a gestire la popolarità
e le più giovani rischiano di subire in misura maggiore
gli effetti della cattiveria perpetrata dai cosiddetti leoni da
tastiera attraverso commenti offensivi. Quando lei era una
bambina la questione non aveva certo la stessa centralità.
Altri tempi. Quelli in cui giocava (e già segnava) nella
scuola calcio della Val Cavallina Entratico, nella Bergamasca,
non lontano da Borgo di Terzo, dove è cresciuta.
M A G A Z I N E
69
THE WINNER
Si è innamorata di questo sport vedendo le
partite di papà Massimo, che oggi è il suo
primo tifoso.
L’esordio in serie A a soli 16 anni con l’Atalanta
è stato l’ennesimo segnale di una
carriera che si preannunciava promettente,
piena di gol, successi e gratificazioni. E caratterizzata
da scelte radicali, come quella
di andare negli Stati Uniti, a 19 anni, per
giocare nel Seattle, in prestito dal Napoli.
Un’esperienza breve ma intensa e formativa,
in un paese nel quale il calcio femminile è
valorizzato più di quello maschile. Tornata
in Italia, si è affermata nel Mozzanica, con
cui in un quadriennio (dal 2013 al 2017) ha
realizzato oltre 100 gol, per poi confermarsi
al Brescia. La personale consacrazione l’ha
però vissuta al Milan: capitano e goleador,
una figura imprescindibile in campo e nello
spogliatoio. Il poker rifilato all’Inter nel marzo
2021 è entrato di diritto nella storia del
club: un exploit che le è valso i complimenti
meritatissimi di Josè Altafini (pure lui segnò
quattro reti in un derby) e Bobo Vieri, uno
dei suoi idoli assieme allo spagnolo Alvaro
Morata, da lei stimato sia come attaccante,
sia come persona. E da cui cerca di prendere
spunto, osservandolo, per migliorare
ancora. “Attorno a me ho bisogno di persone
che vogliono fare qualcosa in più: mi è
scattato qualcosa dentro”, ha raccontato in
un’intervista a La7, che trasmette in chiaro
la partita più suggestiva di ogni giornata di
campionato, oltre a Coppa Italia e Supercoppa
(ospite fisso dello studio pre e post
gara è Antonio Cabrini, l’ex ct che nel 2015
l’ha fatta debuttare in Nazionale). Una frase
riferita al suo passaggio alla Fiorentina, ma
che è anche il riflesso del suo modo di concepire
il calcio. Non a caso, la canzone che
sceglierebbe per accompagnare ogni gol è
“Zitti e buoni” dei Maneskin. E quella fuori
dal campo? “Albachiara” di Vasco Rossi.
“Come giocatrice sono aggressiva, come
persona è il contrario: tendo a fidarmi troppo,
ma ci sto lavorando”. Adesso le atlete,
con l’ingresso dei top club nel calcio femminile,
sono messe nelle migliori condizioni
per svolgere l’attività. Giacinti ha ricordato
che in passato non era affatto così: si allenava
la sera, spesso su campi ghiacciati o
pesanti, quasi sempre con le stesse divise.
Ma bastava la passione per superare ogni
difficoltà. “Per le ragazze di oggi è tutto
più semplice, hanno tutto già pronto. Non tutte
sanno quanto abbiamo lottato per averlo”, rammenta
Giacinti. Lei, la predisposizione al sacrificio
non l’ha mai persa, nemmeno quando si è
guadagnata lo status di “campionessa”, anche
con la Nazionale: gli Europei sono l’obiettivo
primario di quest’anno, i Mondiali del prossimo.
Dei suoi tanti tatuaggi, uno in particolare ne rispecchia
la visione del calcio e non solo: “Impossible
is nothing”. Abituata a crederci sempre
e mollare mai, continuando a fare ciò che meglio
riesce: segnare.
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M A G A Z I N E
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M A G A Z I N E
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LE AVVENTURE DI
di KATIA BRONDI
PrìMo
NELLA FORESTA DI DZANGA-SANGHA
Le prime luci dell’alba accarezzavano dolcemente
le colline tingendole di rosso vermiglio; poi piano
piano, mentre la TERRA si risvegliava
affacciandosi al SOLE, le sfumature si
ravvivavano di un color oro sgargiante. Prìmo
giaceva addormentato ai piedi delle montagne su
questo immenso tappeto verde.
Un branco di bufali, con le potenti corna ricurve
ai lati, sembrava nascere dalla luce del mattino.
Gli elefanti avanzavano lentamente tra le
PIANTE rampicanti per poi annidarsi nelle
pozze di ACQUA ricche di minerali. Lo
sguardo si rivolse in alto per assistere al passaggio
delle giraffe il cui collo sembrava il prolungamento
di un ramo a chiazze. Il Re Leone, dopo la caccia,
tornava a riposare sull’erba bassa, all’ombra, nella
sua terra d’Africa. Gli ANIMALI vivono nel
loro regno. Gli animali sono il corpo e il sangue di
Dzanga- Sangha, in perfetta ARMONIA
con la terra. Quella che sembrava completamente
deserta, era in realtà una terra animata dal più
potente REGNO DEI VIVENTI
a forte rischio di estinzione.
Silverback, il gorilla così chiamato per il color
argento della sua schiena, prese Prìmo e lo
mise sulla sua spalla. Non fu certo difficile per
lui capire che il nostro Supereroe era un amico
degli animali. Gli inquilini della FORESTA
fecero gli onori di casa e si presentarono a
Prìmo offrendogli le primizie di MADRE
NATURA. Silverback aprì le danze
porgendogli foglie, germogli, bacche e anche
qualche piccolo insetto. Verso questi ultimi,
Prìmo storse il naso e si fece una gran risata.
La GIRAFFA roteò con il suo lungo
collo offrendo a Prìmo qualche ramoscello di
Acacia. L’ELEFANTE allungò a Prìmo
qualche canna da zucchero che teneva ben strette nella
sua proboscide come un prezioso bouquet. Il solitario
PANGOLINO, invece, con quei minuscoli occhi,
diede a Prìmo tante formiche che invasero la sua testa e lo
fecero starnutire provocando un rombo che mise in allerta
tutti gli animali della foresta.
Curiosità: La riserva di Dzanga-Sangha ospita
alcuni degli animali più rari dell’Africa. A causa della
insensata e crudele caccia, il Pangolino è il mammifero
più trafficato al mondo. Si stima che nel 2019 più di
195 mila esemplari siano stati vittima del commercio
illegale.
Il fresco profumo degli ALBERI metteva una certa
allegria ed era davvero piacevole vivere nella Foresta di
Dzanga- Sangha. Al tramonto, il paesaggio abbracciava e
avvolgeva Prìmo con un manto color rosso fuoco. Le stesse
colline che lo avevano accolto durante il suo atterraggio,
si apprestavano a venirgli incontro con i loro colori caldi
e penetranti. Quando giungeva la notte, l’aria diventava
morbida e rilasciava un senso di pace e benessere.
Era davvero rassicurante vivere in quel luogo dove
riemergevano ISTINTI PRIMORDIALI
che preparavano all’imprevisto.
72
M A G A Z I N E
Durante la STAGIONE ASCIUTTA
le acque si ritirano e così i BRACCONIERI
possono attraversare il fiume Sangha. Il fiume, ora,
si presentava come un manto sabbioso che fa da
passaggio da una sponda all’altra per i trafficanti
di carne di gorilla o di AVORIO venduti nei
mercati locali. Ahimè, anche Silverback era stato
catturato dai bracconieri. Il Pangolino corse più che
poté avvisando Prìmo che, nel frattempo, regnava
nella pace della foresta.
La tormenta di ACQUA avvolse i bracconieri
e dal turbinio spuntarono le canne dei fucili, il cui
mirino tracciava diagonali da un tratto all’altro
del corso d’acqua. Il fiume Sangha aveva ripreso
il suo color cacao, denso e scuro e i bracconieri
avevano assunto l’aspetto di rami secchi che si
intrecciavano nel fiume. Il VENTO irrompeva
tra la foresta e correva rapidamente. Tutti gli
animali arrivarono come una carica di cavalleria
a quattro zampe. Il loro CORAGGIO era
autentico e genuino, in loro regnava la risposta
della creazione. Silverback era LIBERO.
Nella notte, ora, dominava il silenzio più assoluto.
Nella foresta di Dzanga-Sangha la PACE aveva
ritrovato la sua collocazione. Prìmo se ne stava
a cavalcioni sul suolo lunare, osservando quel
lembo di terra animato da ANIMALI e
PIANTE dove è fondamentale rispettarne il
NATURALE EQUILIBRIO.
Prìmo iniziò a correre più che mai; la foresta
sembrava stringersi su di lui, gli alberi si
avvicinarono vigorosi e le stelle in cielo
illuminavano la notte fonda. Come un rullo di
tamburi che segnava il tempo, Prìmo correva tra
gli arbusti e l’erba fitta. Il vento frustava la terra
e quest’ultima iniziava a rispondere con il ruggito
del LEONE, l’urlo del GORILLA
e il barrito dell’ELEFANTE. In mezzo
alla foresta Prìmo non riusciva a vedere il cielo
ma i raggi della Luna penetravano tra le foglie
disegnando strani giochi di luce che condussero
Prìmo sul letto sabbioso. Qui Prìmo vide i fucili
dei bracconieri che si muovevano come pedine
su una scacchiera. Silverback era in mano loro.
Nel profondo della notte e tra i bracconieri,
Prìmo scorse il manto argentato di Silverbeck che
si accingeva a lasciare la Foresta tra le grida più
strazianti che si fossero mai udite. Prìmo si alzò
in volo, roteò su sé stesso e proiettò un vortice di
acqua sul terreno asciutto che ripristinò il fiume.
M A G A Z I N E
73
SULLA STRADA
di TIZIANO BALDI GALLENI
IL NUOVO SUV DELLA SKODA È DI UN
ALTRO LIVELLO: PARLA IL DESIGN
Il nuovo Enyaq iV coupé, che fa un salto di qualità estetica rispetto alla versione
tradizionale uscita ad aprile 2021, stupisce. Il fatto che quest’auto sia totalmente
elettrica oggi passa in secondo piano rispetto alle linee rivisitate di questo bolide,
grintoso ed elegante, che prova a mettersi al pari dei marchi più blasonati.
S
koda, ad appena meno di un anno dall’arrivo nelle concessionarie
del suo primo Suv, ha deciso di rilanciare. Ha messo ad
Enyaq iV un vestito ancora più seducente, trasformando la sua
vettura di punta in un coupé. Le linee sono più sportive, ma rimangono
generosi gli spazi e la capacità del bagagliaio, di 570 litri. Il nuovo
design va però anche a vantaggio dell’aspetto più temuto da chi vuole
far parte della transizione epocale, passando ai mezzi elettrici e abbandonando
quelli spinti da motori a combustione: il coefficiente di
resistenza aerodinamica è infatti migliorato, facendo ottenere al Suv
un’autonomia fino a 545 km. Inoltre, la nuova variante ha il compito
di portare al debutto la prima RS elettrica della storia del marchio della
Repubblica Ceca. Che gli affiancherà l’unico altro allestimento del
coupé, cioè la Sportline: tutte e due caratterizzati dall’assetto ribassato,
dai fari Matrix Led, dalle minigonne in tinta e da cerchi di lega da 19” (i 21” sono
a richiesta).
Sono invece quattro le versioni dei propulsori elettrici: la iV 60 con batterie da 58
kWh e 180 CV, la iV 80 da 204 CV con batterie da 77 kWh (entrambe sono a trazione
posteriore) e le integrali iV 80x da 265 CV e RS da 299 CV. Quest’ultima, però, è
l’unica con limitatore di velocità tarato a 180 km/h invece di 160 km/h e con 460
Nm di coppia massima (permette di toccare i 100 km/h da fermo in 6,5 secondi).
La versione più efficiente è la iV 80 due ruote motrici: è quella che raggiunge 545
km di autonomia massima. E l’ultimo dato interessante rispetto al cuore pulsante
di queste Suv è che ci vogliono 29 minuti per passare dal 10% all’80% con una
colonnina rapida. Come detto sopra però su questo upgrade Skoda ha puntato al
design. È Oliver Stefani il responsabile dello stile della casa ceca dal 2017. È lui
a ritenere che la Enyaq iV Coupé rappresenti una reinterpretazione soggettiva delle
“cugine” Audi Q4 e-Tron Sportback e Volkswagen ID.5. E a dargli un tocco di
classe è il tetto del veicolo, completamente in vetro scuro, che si raccorda
col parabrezza e dona al Suv una forma simile a quella di un prototipo.
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LA 25° ORA
di BEATRICE SACCHI
The Batman
Regista: Matt Reeves
Con: Robert Pattinson, Zoë Kravitz, Jeffrey Wright
e Paul Dano
Genere: Azione
Al Cinema
Il film è una origin story che presenta il personaggio
di Batman, il vigilante di Gotham City
e il suo alter ego, il miliardario Bruce Wayne,
dopo gli eventi raccontati in Batman v Superman:
Dawn Of Justice. Sono ormai due anni
che Batman sventa il crimine per le strade di
Gotham City, grazie anche al prezioso aiuto dei
suoi fidati alleati Alfred Pennyworth e il tenente
James Gordon, ma per lui è arrivato il momento
di “scendere” nei bassifondi della città. Gotham,
infatti, è nelle mani di uomini potenti e corrotti
e Batman è l’unico a volere giustizia. Un giorno
un killer, l’Enigmista, prende di mira l’élite di
Gotham seminando terrore con indovinelli, inganni
e indizi criptici anche sulla famiglia Wayne.
Così Batman si troverà a scoprire misteri
sulla sua famiglia e sarà costretto a stringere
nuove alleanze.
Il ritratto del duca
Regista: Roger Michell
Con: Helen Mirren, Jim Broadbent, Fionn Whitehead
e Aimee Kelly
Genere: Commedia
Il film racconta la storia di Kempton Bunton, un
tassista sessantenne, che un giorno decide di
rubare dalla National Gallery di Londra il Ritratto
del duca di Wellington di Francisco Goya. Il
motivo di tale gesto è chiedere un inconsueto
riscatto. L’uomo avrebbe restituito il dipinto
solo se il Governo si fosse impegnato di più
per sostenere gli anziani. Una battaglia contro
l’ingiustizia sociale voluta da un uomo che per
cambiare il mondo e salvare il suo matrimonio
ha tessuto una rete di bugie venute a galla solo
cinquanta anni dopo.
Belle
Regista: Mamoru Hosoda
Genere: Animazione giapponese
Al Cinema
Dal genio del maestro dell’animazione giapponese
Mamoru Hosoda un adattamento de La
Bella e la Bestia all’epoca delle app.
Un toccante racconto sui legami familiari e
l’amore tra genitori e figli. Suzu è una timida
liceale rimasta orfana di madre da bambina e da
allora non si è mai ripresa. Incapace di dichiararsi
all’amico d’infanzia, il ragazzo più ambito
della scuola, Suzu ritrova la voglia di cantare
- perduta a seguito della morte della madre -
grazie a U, una app che permette di realizzare in
un mondo virtuale le aspirazioni della vita vera.
Nell’app Suzu è Belle, cantante di successo.
L’incontro con un misterioso drago detto “la Bestia”
cambierà ogni cosa. Spinta dalla curiosità
di scoprire l’identità dell’utente che si nasconde
dietro la Bestia, Suzu/Belle sarà costretta a uscire
dall’isolamento in cui vive reclusa.
Downton Abbey II - Una nuova era
Regista: Simon Curtis
Con: Julian Fellowes, Hugh Bonneville, Michelle
Dockery, Imelda Staunton e Maggie Smith
Genere: Drammatico
Al Cinema
campagna inglese, vedremo ancora una volta intrecciarsi
le vicende della famiglia Crawley con quelle
della sua servitù. Protagonista indiscussa è Violet
Crawley (Maggie Smith) che rivela alla faglia sul suo
passato e un’eredità in terra di Francia.
Il secondo attesissimo capitolo del film Downton
Abbey, tratto dall’omonima serie di successo, che
racconta le vicende di una famiglia aristocratica inglese
all’inizio del XX secolo, arriva nei cinema.
Nella meravigliosa tenuta di Downton Abbey, nella
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MY BOOK
di BEATRICE SACCHI
Adrenalina. My Untold Stories
Autore: Zlatan Ibrahimovic
Casa Editrice: Cairo
Quel che affidiamo al vento
Autrice: Laura Imai Messina
Casa Editrice: Piemme
La biografia di Zlatan Ibrahimovicćdove il grande
campione si racconta con sincerità e onestà.
Parla dell’affetto che sul campo percepisce dai
tifosi, dai fan e dal pubblico che gli dà la carica
e lo spinge al meglio, ma anche dell’odio che
lo stimola a non perdere l’attenzione e a puntare
alla perfezione. Spiega la moltitudine di
emozioni contrastanti che prova durante partite
come i derby che lo “riempiono di una rabbia
speciale”.
Nel libro c’è anche spazio dedicato alla vita privata,
alla famiglia e ai figli che sono per lui la
cosa più importante.
Violeta
Autrice: Isabel Allende
Casa Editrice: Feltrinelli
Il romanzo racconta la vita di Violeta nata 1920.
Subito la sua esistenza è segnata da avvenimenti
storici: l’eco della Grande guerra e la
Spagnola. Grazie alla previdenza del padre, la
famiglia esce indenne da questa prima crisi, ma
subito ripiomba in un altro evento drammatico,
la Grande depressione, che costringerà la sua
famiglia a ritirarsi in una regione remota del paese.
Qui la ragazza incontra la sua prima fiamma
e racconta la sua storia fatta di amori tormentati,
lutti e immense gioie. Sullo sfondo le vicissitudini
politiche e sociali del paese che con il
tempo impara a comprendere. Grazie a questa
consapevolezza si impegna nella lotta per i diritti
delle donne in una vita lunga un secolo, che
si apre e si chiude con una pandemia.
In Giappone sul fianco scosceso di Kujira-yama,
la Montagna della Balena esiste un immenso
giardino chiamato Bell Gardia nel quale
è installata una cabina che trasporta le voci
nel vento. In questo magico luogo, ogni anno
da tutta la nazione e dall’estero, si recano migliaia
di persone che hanno perduto qualcuno
e che alzano la cornetta per parlare con i cari
nell’aldilà. Un giorno si abbatte nella zona un
uragano e da lontano accorre una donna, Yui,
pronta a proteggere il giardino a costo della sua
vita. La ragazza a causa dello tsunami ha perso
tutto anche la gioia di vivere. Ma quando a Bell
Gardia Yui incontra Takeshi, la sua vita prende
una direzione inattesa.
Libri che mi hanno rovinato la vita e altri amori malinconici
Autrice: Daria Bignardi
Casa Editrice: Einaudi
Daria Bignardi si racconta con sincerità e
ironia, rivelando le contraddizioni della sua e
della nostra esistenza. Partendo dalle sue passioni
letterarie la giornalista si confessa – dalle
bugie adolescenziali agli amori fatali, fino alle
ricorrenti malinconie – spiegando il difficile
percorso del conoscere sé stessi.
Parla della sua infanzia in una famiglia con un
padre anziano e assente e una madre ansiosa e
rigida in un libro che commuove e fa sorridere.
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TEATRO & MUSICA
di GIANLUCA QUADRI
OOchya!
Una delle band più amate nel panorama rock
mondiale. Gli Stereophonics, capitanati dal
frontman Kelly Jones, tornano il 4 marzo con un
attesissimo album dal titolo OOchya! Il disco è
stato registrato in soli sette giorni, assieme ai
produttori Jim Lowe e Goerge Drakoulias ed è
nato mentre la band stava pensando ad una raccolta
per i 25 anni di carriera da pubblicare. Il
sound è sempre lo stesso, il rock che ha catturato
milioni di fan in giro per il mondo: sembra che
suoni come un best of, in effetti, ma di canzoni
mai sentite prima d’ora.
So Happy It Hurts
Quindicesimo album per la rockstar canadese
che ha infiammato con le sue hit intere generazioni.
So Happy It Hurts è il nuovo album di
Bryan Adams in uscita l’11 marzo. A circa due
anni di distanza dal precedente disco, Shine A
Light, il nuovo lavoro contiene 12 canzoni anticipate
da un singolo che è anche title track
dell’album e caratterizzato da un ritornello arioso
e ritmato che entra in testa. I temi trattati parlano
di libertà, autonomia, spontaneità e del brivido
di correre su una strada senza barriere. La connessione
tra umani è il perno fondamentale di
tutto questo progetto.
Never Let Me Go
A nove anni da Loud Like Love, il duo inglese
più elettronico e rock allo stesso tempo torna
con un nuovo album: i Placebo, Brian Molko in
testa, hanno annunciato l’uscita di Never Let Me
Go per il 25 marzo. Il disco è stato anticipato
da due singoli, molto simili per sound e tematiche,
dai titoli Beautiful James e Surrounded By
Spies. Proprio quest’ultimo parla di una persona
che viene costantemente spiata dai vicini: come
sempre temi come la paranoia collegata al costante
sviluppo tecnologico sono al centro dei
lavori della band.
I BAUSTELLE al Teatro EuropAuditorium di Bologna
Il 17 marzo 2013, un gruppo italiano alternativo ma conosciuto da nord a sud saliva sul palco del Teatro
EuropAuditorium di Bologna per presentare il nuovo album. I Baustelle (Francesco Bianconi. Rachele Bastreghi
e Claudio Brasini) scelsero proprio i teatri per presentare il disco Fantasma, anticipato dal singolo
di successo La Morte (non esiste più). Il nuovo tour del gruppo di Montepulciano affrontò la sfida dei
teatri per restituire dal vivo tutta l’intensità dei brani del nuovo lavoro, eseguiti con il contributo di una
sezione fiati. La serata, divisa in due parti, andò a ripercorrere tutta la carriera discografica e musicale del
trio fino a quel momento: la prima metà venne dedicata al nuovo album; la seconda, invece, ripercorse
tutti i brani di successo composti dalla band. Il pubblico era eterogeneo: non solo i fan della prima ora,
ma anche i curiosi che volevano approcciarsi a quel mondo mistico e raffinato tipico dei Baustelle.
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Fresh & Clean Salviettine Umidificate Milleusi e Sapone Liquido Disinfettanti sono Presidio Medico-Chirurgico. Leggere attentamente le avvertenze.
Registrazione n° 18918 del Ministero della Salute
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ON STAGE
di CLOE D. BETTI
BLANCO &
MAHMOOD
SIAMO I
RAGAZZI
DI OGGI
Sono il volto pulito di una generazione che ama sorridere e non prendersi
troppo sul serio. Hanno vinto Sanremo e per festeggiare hanno abbracciato i
genitori, ventinove anni Mahmood diciannove Blanco, niente di costruito nei loro
sorrisi, ma la spontaneità di due artisti che se la vogliono godere.
“É
più abituato alle vittorie Alessandro Mahmood
che Sanremo l’ha già vinto due volte, con Soldi
tra i big e con Dimentica tra i giovani, è abituatissimo
ai palchi Blanco, con il suo seguito di ragazzine
cui dedica sorrisi a cento mila denti, a dimostrazione
che alle nuove generazioni non piacciono più i belli e
dannati. Meglio i ragazzi della porta accanto, con l’invidiatissima
fidanzata Giulia e la mamma cui dedicare
sempre il primo pensiero, «perché i genitori hanno
sempre ragione, poi io con i miei sono stato un po’
una rottura di palle», sorride Blanco. A sua mamma
per prima Mahmood ha fatto ascoltare Brividi, il brano
che ha trionfato a Sanremo. «Le è piaciuta al primo
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M A G A Z I N E
Non ci sentiamo paladini
di niente, siamo contenti
che le persone dicano
che abbiamo trattato temi
importanti, ma in realtà
non ci sembra di aver fatto
niente di speciale.
ascolto, mentre solitamente le altre mie canzoni deve ascoltarle
diverse volte», sorride. L’accento bresciano e milanese è il segno
delle loro origini che entrambi vogliono portare all’Eurovision
Song Contest dove il 14 maggio rappresenteranno l’Italia,
in un’edizione storica, dopo la vittoria dei Måneskin: in molti li
considerano già sul podio, ma loro vogliono divertirsi più che
vincere. All’anagrafe sono Riccardo Fabbriconi e Alessandro,
Mahmoud, si sono conosciuti durante uno shooting fotografico
con tanti artisti, «c’erano Elodie e tanti altri, io ero l’unico
che non contava un caz.. » sorride Blanco che in meno di un
anno ha collezionato 28 dischi di platino, 7 dischi d’oro e 1
miliardo di streaming totali. «Meglio sempre che arrivi prima
la musica», dice. Hanno voci inconfondibili, sanno esprimere
tutta l’emotività dell’adolescenza e l’aggressività della maturità,
arrivano a tonalità irraggiungibili, anche se a volte cantano rime
incomprensibili. «Eppure ero certo che il ritornello di Brividi
lo cantassi in maniera molto chiara», scherza Mahmood. «Una
volta a un concerto il nonno di Michelangelo, il mio produttore,
gli ha chiesto se fossi francese», replica Blanco. Ma l’ironia della
loro gioventù si sposa con la voglia di cantare tematiche serie,
come l’amore in ogni sua forma, che non conosce barriere, il
tema portante del brano che ha vinto a Sanremo. «Questo brano
rappresenta per me tutti quei momenti in cui le emozioni ci rivelano
per quello che siamo davvero, ci mettono a nudo: racconta
di uno stato d’animo che riesco ad esprimere solo cantando e
urlando – sottolinea Blanco - È un incrocio di vite: la mia, che
trova un punto in comune con quella di Mahmood e in un certo
senso con quella di tutti, perché ad ogni età i sentimenti, soprat-
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ON STAGE
tutto l’amore, ci rendono fragili e felici nello
stesso momento». «Non ci sentiamo paladini
di niente, siamo contenti che le persone
dicano che abbiamo trattato temi importanti,
ma in realtà non ci sembra di aver fatto
niente di speciale – aggiunge Mahmood -
Abbiamo parlato di cose che per noi sono
la quotidianità e che dovrebbero essere date
per scontate, anche se ancora non lo sono.
Non ci sembra però di aver fatto chissà
che». La loro musica, assolutamente contemporanea,
prende origine dai grandi artisti
del passato, Blanco adora Domenico Modugno,
Gino Paoli e Giani Morandi, Mahmood
è cresciuto ascoltando Franco Battiato e Paolo
Conte. Il passato che trova terreno fertile
in un presente destinato a uscire finalmente
dagli streaming e tornare a cantare dal vivo:
entrambi hanno tour già sold out, ma prima
di tutto saranno a maggio sul palco dell’Eurovision
Song Contest, la manifestazione
che ha lanciato i Maneskin nell’olimpo internazionale.
E a chi li dà nuovamente per
vincitori rispondono con il sorriso: «Già a
Sanremo ci davano per vincitori appena arrivati,
solitamente non ha mai portato bene
arrivare al festival con il marchio di primi, e
invece…» E invece all’Ariston hanno trionfato.
Ora li aspetta l’Europa.
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M A G A Z I N E
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GESTI CHE CONTANO
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I CONSIGLI DI
a cura della Redazione di Barbanera
OTTIMISTI SI
DIVENTA...
A PRIMAVERA
Inizia la stagione che celebra il ritorno alla vita, il
trionfo della natura che in tutto il suo splendore
si risveglia. Le giornate si allungano, il clima a
poco a poco si fa più mite, nell’aria si diffonde un
caleidoscopio di profumi e di colori, e si rinnova il
desiderio di recuperare la sintonia ed il contatto
più diretto con la natura.
Anche l’umore si fa più lieve, vibrante di
sensazioni, in sintonia con il miracolo della vita.
La finestra sul tempo
Fra tutte le abitudini è sommamente dannosa l’immobilità, ed un esercizio
svariato non solo conviene a tutti gli uomini in generale, ma soprammodo
a quelli che non hanno faticose faccende e continuo lavoro.
Almanacco Barbanera 1855
Marzo. La natura si risveglia
Tutto muta a marzo. L’aria, i colori, il vento gentile che spazza via le
nubi. L’equinozio spalanca le porte alla primavera, stagione amata, portatrice
di bel tempo e rinascita della natura e dell’uomo. Un’esplosione
di foglie e fiori dipinge a nuovo la campagna, inonda l’aria di dolci profumi
nel tempo in cui i proverbi abbondano, testimoni dei cicli del cielo
e della terra, dell’energia di un mese che non vuol stare con le mani
in mano. È un momento speciale, di quelli che rimettono il mondo in
movimento, che ci chiedono di raccogliere i primi frutti, ma soprattutto
di guardare avanti, con le giornate che si allungano e qualche acquazzone
che, con nuova lena, fa germogliare la terra e riempire di affetti il
cuore. Perché ad arrivare è anche la festa di san Giuseppe, momento
per festeggiare i papà con le tradizionali frittelle di riso. O raccogliere
la mimosa, prima esuberante fioritura dell’anno, quando l’attenzione si
volge alla donna. In attesa di primavera, che spunterà quest’anno il 20,
per raccontarci nuove antiche storie del bel tempo che verrà.
tempo stabile, pensa che il pericolo sia passato. Ed invece: “Gelo marzolino
contrista il contadino”, condizione questa, talmente probabile
che si ritrova confermata anche in: “Gelo di marzo, neve d’aprile/addio
madia, addio barile”. In altri termini, se il tempo si mette a “pazzerellare”,
i raccolti, soprattutto di granaglie ed uve, verranno irrimediabilmente
compromessi. Diversa e certamente auspicabile è, al contrario,
la situazione “quando marzo va secco” perché “il gran fa cesto e il vin
coperchio”. A Milano si dice: “marzo l’è fio d’ona baltrocca / ora el piov,
ora el fioca / ora el tira vent, ora el fa bel temp”, cioè marzo è figlio
d’una buona donna, ora piove, ora nevica, ora tira vento e ora fa bel
tempo. Simile significato lo ritroviamo in “marzo pazzerello / guarda il
sole e prendi l’ombrello” e anche “marzo / sole e guazzo”. Quel che con
i proverbi la saggezza popolare vuol far capire è sostanzialmente che in
questo mese il tempo può continuamente cambiare, tant’è che si dice:
“Tanto durasse la mala vicina/quanto la neve marzolina”. Ma è proprio
l’alternarsi di pioggia e di sole e l’incerto avvicendarsi di caldo e freddo
che fa bene alla campagna permettendo alle radici di consolidarsi e alle
gemme di prepararsi al momento in cui sbocceranno, ormai non più
timorose, al dolce aprile.
Quel mese pazzarello e un po’ bugiardo
“Marzo ha comprato la pelliccia a sua madre e tre giorni dopo l’ha
venduta”, così recita un antico proverbio che, con splendida metafora,
sottolinea la variabilità e l’incostanza del clima marzolino: fra tutti i
mesi dell’anno quello sicuramente con la peggiore reputazione! “Marzo
ha il dare e il pigliare” si dice infatti, quasi per tener sempre desta e
vigile l’attenzione del contadino che magari, dopo qualche giorno di
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2022
ATTACCO ALLA POLVERE
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della polvere per giorni.
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L’ALTRO SPORT
di STEFANO GUIDONI
GLI SPORT DELLA
MENTE
Tra i cosiddetti “sport della mente” giocati stando seduti comodamente a un
tavolo, sono tre quelli riconosciuti dal Comitato olimpico nazionale italiano.
U
n tris quello composto da bridge, dama, e scacchi, che lo
sportivo abituato a considerare attività sportiva solo ciò che
è riconducibile ad un certo tipo di esercizio fisico e mentale,
tende a snobbare, al contrario di coloro, e sono in molti, che dopo
essersi cimentati una prima volta non riescono a farne più a meno. Tra
questi il bridge, un gioco che si gioca con un mazzo di cinquantadue
carte senza jolly, da due giocatori che sedendosi uno di fronte all’altro
formano una coppia. Due le coppie, che prendono il nome dei punti
cardinali, ovvero nord/sud contro est/ovest. Un gioco regolamentato
dalla Federazione italiana gioco bridge. Alcune delle menti più brillanti
del nostro tempo hanno eletto il bridge, come disciplina ideale per
allenare la mente alle sfide della vita. Tra i bridgisti famosi ci sono
il presidente degli Stati Uniti d’America Dwight David Eisenhower, il
leader cinese Deng Xiaoping, Winston Churchill, Mahatma Gandhi, il
fondatore di Microsoft Bill Gates ed il presidente del Coni Giovanni
Malagò. La dama invece è un gioco che può essere praticato in vari modi:
dall’italiana all’inglese e via di seguito, fino alla dama internazionale,
detta anche polacca. Quella italiana si gioca su una damiera di
sessantaquattro caselle, tra due avversari aventi rispettivamente
dodici pedine bianche e altrettante nere. Il gioco della dama è regolamentato dalla
Federazione italiana dama e il livornese Michele Borghetti, insignito del titolo di
gran maestro, è uno dei più importanti damisti della storia nel nostro paese, se non
il più importante. Infine gli scacchi, un gioco da tavolo fondato su strategia e abilità
logica, nel quale due giocatori muovono sedici pezzi ciascuno bianchi o neri, su un
quadrante diviso in sessantaquattro caselle della scacchiera, allo scopo di catturare
il pezzo principale dell’avversario, ovvero il re, con una mossa detta scacco matto.
Gli altri pezzi rappresentano una donna, due torri, due alfieri, due cavalli ed otto
pedoni. Regolamentato nel nostro paese dalla Federazione scacchistica italiana,
tra i migliori scacchisti di tutti i tempi spiccano Garry Kasparov, Magnus Carlsen,
Bobby Fisher, Jose Raul Capablanca, Anatoly Karpov, Mikhail Botvinnik, Vladimir
Kramnik, Emanuel Lasker, Mikhail Tal e Alexander Alekhine. In tutti e tre i casi,
bridge, dama e scacchi, si tratta di giochi e sport della mente, praticati da
giocatori di tutte le età, particolarità che favorisce la socializzazione.
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HOME SWEET HOME
a cura di Maurizio Bonugli
VOGLIA DI FUTURO…
DIVENTA
NICHELINO
Anche nella bella cittadina della cintura meridionale del capoluogo piemontese,
la “storica” insegna IperSoap è diventata PiùMe!
Ma, come prima, continuerete a trovarci in Via Torino 166 angolo Via Moncenisio.
E, come sempre, con tutto l’assortimento, le mille occasioni di risparmio, le offerte
e non meno importante, col sorriso, la gentilezza e la professionalità di Chiara e
della capo area Monica Starnone. Vi aspettiamo.
N
ichelino che, nel tempo, si è sviluppata come un importante
centro industriale custodisce, tuttavia, un centro storico
denso di testimonianze antiche e di pregi artistici e culturali
che rievocano il ricco passato caratterizzato da popoli e civiltà che
dominarono il territorio torinese nel corso dei secoli.
È una città dalle antiche origini. Per certo presente sotto forma di
primitivo insediamento durante l’Alto Medioevo, per diversi secoli
la città fu messa in secondo piano dalla vicina Moncalieri, la cui
rilevanza nel mondo politico e nei commerci è nota da molto tempo.
Un evento che cambiò significativamente le sorti di Nichelino è
datato al 1559: in questo anno la città fu infeudata alla famiglia
Occelli, che ne modificò profondamente l’aspetto urbanistico. Nel
1694, il piccolo borgo assunse l’ufficiale denominazione di Feudo
di Nichelino, ottenendo una propria indipendenza amministrativa,
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in quanto sino ad allora faceva parte della città di Moncalieri.
Siglata l’istituzione, nel mese di giugno di quell’anno, il Feudo
di Nichelino conta una esigua popolazione di circa 400 abitanti,
quasi interamente legati all’industria agricola e, in particolare, alla
gelsicoltura in relazione alla produzione tradizionale di seta.
Pochi anni più tardi, nel 1706, la cittadina prese attivamente parte
all’assedio di Torino da parte dei francesi, contribuendo a difendere
il capoluogo inviando uomini, mezzi e risorse. Novant’anni più
tardi, nel 1796, Nichelino venne occupata dagli stessi invasori,
evento che non fermò la crescita urbanistica. Negli anni che
seguirono, Nichelino venne dotata di nuove strutture, grandi
abitazioni e vari edifici di culto. Con l’Unità d’Italia, la cittadina
conobbe un ulteriore sviluppo urbanistico e demografico che è
proseguito, nel tempo, grazie ai consistenti flussi migratori dal
meridione e dell’affermarsi delle industrie a Torino, in particolare
quella della FIAT, che insediò il proprio stabilimento principale nel
quartiere Mirafiori di Torino nei primi anni ’60.
La cittadina è famosa soprattutto per il vasto Parco Storico e la
Palazzina di Caccia di Stupinigi. Il turismo a Nichelino è quasi
interamente rivolto su questa imponente e maestosa opera
architettonica, simbolo del passato glorioso che caratterizzò
Torino e il suo territorio limitrofo. Tante però sono anche le attività
e le iniziative di intrattenimento, sportive, ricreative e culturali che
fanno ben meritare una visita a Nichelino così come le immancabili
prelibatezze enogastronomiche tipiche della migliore tradizione
piemontese da degustare in pieno relax brindando con un bel
calice di sua maestà il Barolo.
INFO onemag.it
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I GIOCHI DI
Trovi tutte le soluzioni
a pagina 98
Massima 3
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LA MASSIMA CIFRATA A numero uguale lettera uguale. A gioco risol
massima di Friedrich Massima Nietzsche. cifrata
A numero uguale lettera uguale. A gioco risolto leggendo di seguito risulterà una massima di Friedrich Nietzsche.
1 2 2 3 1 4 5 6 3 4 7 8
9 3 10 1 9 5 11 12 3 1 8
3 4 1 12 3 13 7 14 5 10 3
15 3 16 5 8 5 16 9 1 9 3
4 3 12 12 7 8 8 3 6 17 14
1 8 9 7 3 18 17 1 12 3
11 12 3
17 5 4 3 8 3 19 7
U O M I N I
8 16 1 14 5 8 5 1 7 16 16
3 8 7 12 12 1 15 7 11 12 3
1 7 8 7 12 16 5 8 8 5
A B
T I
I M
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M
A N
G L
N S
I
A
Mini Sudoku
Abbiamo dimenticato gli animali feroci: vi sono stati millenni durante i q
veglia e nel sonno.
E
F B A
D B C
C E
B E
C
A
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F
B D
B F C
A
92
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F A C E D B
E D B C F A
E F D B A C
C D A E F B
Puzzle
INDOVINELLO: Chi è che è difficile capire quando ha male da qualche parte?
puzzle top Trovate 21 tutte le parole elencate, le lettere rimaste vi daranno la soluzione dell’indovinello. Chiave: (2,14)
E R B E L E C A U T E N E V
R I I V U L C M A R D N O L
A M B A S C I A T R I C E O
I A N S S D N F O L L I A I
C A T I O N E N O R Y T G T
C O M B A T T I M E N T O O
I N A C I D I R E R A I T S
P I A M S C O T R R F R T N
O V I L E R A D O L M I O I
R L D L P S S G T C A D N O
T R A T T E N U T A A T I E
S O T I M A R B A B A I F A
Treno 1
Viaggio in Italia
AIDA
ALEC
AMBASCIATRICE
ANGORA
ATTORE
BRAMITO
CANNA
CATIONE
CAUTE
CELEBRE
COMBATTIMENTO
DIRITTI
EVASI
FIABA
FINE
FOLLIA
IENE
INACIDIRE
LIMITE
VIAGGIO IN ITALIA Aiutandovi con gli incroci, inserite tutte le località elencate.
Aiutandovi con gli incroci, inserite tutte le località elencate.
LODARE
LONDRA
LUSSO
NORD
OLMIO
ONDA
OTTONI
OVILE
PESI
RIMA
ROGNA
STROPICCIARE
TASTI
TOCAI
TOGA
TRATTENUTA
TYRONE
UMIDO
VENE
3 lettere BRA RHO
4 lettere ACRI ARCO ASTI BARI BOSA LUGO MEDA
NOLA NOTO
5 lettere ANZIO CUTRO DESIO FERMO LECCE LOCRI
NUORO TERNI UDINE
7 lettere BITETTO COSENZA RONCADE SCAFATI
8 lettere CODROIPO MACERATA
9 lettere CAVALLINO MISTRETTA TERRANOVA
3 lettere BRA RHO
10 lettere MELENDUGNO
4 lettere ACRI ARCO ASTI BARI BOSA LUGO MEDA NOLA NOTO
5 lettere ANZIO CUTRO DESIO FERMO LECCE LOCRI NUORO TERNI UDINE
7 lettere BITETTO COSENZA RONCADE
15
SCAFATI
lettere CAIRO MONTENOTTE
8 lettere CODROIPO MACERATA 17 lettere MIGNANO MONTE LUNGO
9 lettere CAVALLINO MISTRETTA TERRANOVA
18 lettere GARBAGNATE MILANESE
10 lettere MELENDUGNO
14 lettere ALZANO LOMBARDO PADERNO DUGNANO
15 lettere CAIRO MONTENOTTE
14 lettere ALZANO LOMBARDO PADERNO DUGNANO
M A G A Z I N E
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I CARE
a cura di MAURIZIO BONUGLI
IL PRIMO AIUTO, SEMPRE!
Fondazione Progetto Arca onlus da 27 anni è impegnata a dare aiuto concreto a persone
che si trovano in stato di grave povertà ed emarginazione sociale, accompagnandole
nella ripresa della propria vita. Uomini e donne senza dimora, famiglie scivolate sotto la
soglia di povertà, persone con problemi di dipendenza, rifugiati e richiedenti asilo: è a
loro che dedica il proprio operato.
ACCOGLIENZA FAMIGLIE. Ritrovarsi senza casa dopo la perdita improvvisa del
lavoro, il sopraggiungere di una malattia o la separazione da un coniuge. Una situazione
di fragilità temporanea come questa può trasformarsi in disagio ed esclusione
sociale permanente quando non si interviene per tempo.
ACCOGLIENZA SENZA FISSA DIMORA. Letto pulito, doccia calda, cambio d’abiti,
cure mediche e la sicurezza di un pasto. Ma anche uno sportello di ascolto, aperto
ad assecondare il desiderio di cambiamento di ogni persona.
L
a nostra quotidianità è fatta di molti incontri. Alcuni lunghi anni,
altri poche ore. Tutti sempre diversi. Abbiamo incontrato persone
povere e senza legami costrette a vivere in strada, famiglie che
avevano perso la casa e anziani senza una protezione, ragazzi in fuga da
guerre e povertà. Il nostro aiuto è andato a tutti loro. Perché crediamo
che la dignità della persona sia un valore imprescindibile, e un diritto.
Aiutare vuol dire almeno tre cose, per noi.
ASCOLTARE chi abbiamo davanti, senza pregiudizio e con rispetto per
la sua storia. DARE ASSISTENZA attraverso beni semplici e primari
come un letto, un pasto caldo e dei vestiti puliti. ANDARE OLTRE L’AS-
SISTENZA. Verso un futuro di autonomia e di integrazione sociale. In
una parola, AIUTARE A RIPARTIRE. Ci adoperiamo per: produrre cambiamento
e integrazione sociale; ascoltare senza pregiudizio; intervenire
negli ambiti di bisogno della persona meno presidiati; promuovere
azioni resilienti.
ACCOGLIENZA MIGRANTI. Un’attenzione particolare nella filiera dei nostri servizi
dedicati all’accoglienza dei migranti è riservata alle donne richiedenti asilo più fragili:
donne singole, mamme sole con bambini o in attesa di un figlio. La maggior
parte di loro è stata vittima di violenza di genere.
ACCOGLIENZA PERSONE CON DIPENDENZE. L’abuso di alcol e droghe può portare
alla rottura dei legami sociali e familiari e sfociare nell’impossibilità di mantenere
una casa e un lavoro. L’area delle dipendenze è stata il nostro primo ambito di intervento
e, nel tempo, Progetto Arca ha sviluppato tutta una filiera di servizi dedicati.
HOUSING FIRST. Dalla strada alla casa: è il principio guida dell’Housing
First (“la casa prima di tutto”) che vede la casa come punto di partenza,
e non di arrivo, per avviare un percorso di benessere, stabilità e inclusione
sociale.
UNITÀ DI STRADA. Attive tutto l’anno, le Unità di strada offrono un
primo aiuto concreto e immediato alle persone senza dimora, direttamente
sulla strada.
SOSTEGNO ALIMENTARE. Favorire l’inclusione sociale, partendo dal
diritto al cibo. Il sostegno alimentare è una delle attività che più ci vedono
coinvolti, a partire dalla nostra cucina.
INFORMAZIONI/CONTATTI
FONDAZIONE PROGETTO ARCA ONLUS
Via degli Artigianelli, 6 - 20159 MILANO
Tel. 02.66.715.266 - Fax 02.67.382.477
info@progettoarca.org
donazioni@progettoarca.org
www.progettoarca.org
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M A G A Z I N E
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QUA LA ZAMPA!
di LUCA ALBERTI
PARSON RUSSELL TERRIER
La razza Parson Russell Terrier nacque nel 18° secolo
nel Devon dal reverendo John Russell. John Russell
nacque in una famiglia di cacciatori di volpi nel
1795. Voleva un cane che potesse tenere il passo
con i cavalli, correre con i cani da caccia ed essere
abbastanza piccolo da scovare le volpi dalle loro tane.
M
entre studiava a Oxford vide e comprò il cane perfetto per i
suoi scopi, il cane apparteneva al lattaio. Si pensa che questo
sia stato il primo ad essere identificato come Jack Russell.
Durante il suo periodo come sacerdote, John Russell si dedicò sia alla
chiesa sia all’allevamento dei terrier selezionando una linea per la caccia
alla volpe.
Il Parson Russell Terrier è un terrier relativamente piccolo, attivo e vivace.
Ha gambe abbastanza lunghe, ideali per stare al passo con i cavalli;
ma il corpo è modellato per consentire di entrare in piccoli spazi. É di
colore bianco o bianco dominante con macchie fuoco, limone e nere, o
qualsiasi combinazioni di questi colori (normalmente limitato alla testa
o alla radice coda). I maschi adulti misurano circa 36 cm e le femmine
adulte 33 cm. Pesano circa 5-8 kg.
una famiglia attiva e devono socializzare fin dalla tenera età, specialmente con gatti
e altri cani. Le famiglie che vivono in case con giardino scopriranno presto che
scavare è uno dei passatempi preferiti di questo cane.
In generale il Parson Jack Russell Terrier è un cane amichevole, devoto
e affettuoso con molta personalità. Sono ottimi animali domestici per
Il Parson Russell Terrier è generalmente una razza resistente, come la maggior parte
dei terrier. Come molte razze può soffrire di disturbi ereditari agli occhi, quindi si
consiglia di eseguire esami oculistici prima della riproduzione.
Questo cane, essendo un piccolo terrier è molto attivo, dovrebbe fare quindi molto
esercizio fisico. Necessita di lunghe passeggiate, ama stare senza guinzaglio.
Bisogna quindi lavorare molto bene sul richiamo affinché sia affidabile prima di
lasciarlo fuori libero senza guinzaglio, poiché il Parson Russell Terrier tende a non
ascoltare.
Il Parson Russell Terrier ha un manto che può essere duro e ruvido, o liscio e
aspro, con un sottopelo folto. Lo sfoltimento è di solito necessario almeno due volte
all’anno a causa dell’abbondante perdita di peli. L’allevatore dovrebbe fornire
istruzioni complete su tutto ciò che serve per una buona gestione. È anche
necessario una spazzolatura settimanale.
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M A G A Z I N E
L’OROSCOPO DI
M A G A Z I N E
ARIETE
TORO
GEMELLI
CANCRO
Se negli ultimi mesi hai avuto problemi in
casa, o con qualche parente, ti si prospetta
un bel periodo di ripresa. Sarai grintoso,
pronto a chiarire quello che non funziona.
Aspetta a batterti per qualche causa se non
sai ancora se ti rispecchia davvero: la tua
azione comunicativa sarà al top. “La gioia
più grande è quella che non era attesa”
(Sofocle).
Sei soddisfatto di alcuni traguardi raggiunti
e ti lasci alle spalle le difficoltà. Dovrai
solo organizzarti al meglio ed eliminare
vecchie paranoie per ritrovare la tua
solida certezza. Il lavoro va bene, ma non
abbandonare le tue passioni! “Governare
una famiglia è poco meno difficile che
governare un regno”
(Michel de Montaigne).
La vita familiare potrebbe innervosirti un po’,
soprattutto nella prima parte del mese. Tanti
i transiti che potrebbe renderti impulsivo
e spingerti a sopportare male obblighi e
maleducazione: usa la tua sagacia e la tua
schiettezza mentale per prendere tutto con
distacco. “Non cercare la voce nei pesci
né la virtù nelle persone male educate”
(Plutarco).
Qualche discussione, che ti porti dietro
dalla fine dell’anno, offusca questo primo
trimestre. Sarai in tensione, forse per motivi
familiari o affettivi. Ma sarà uno stimolo per
migliorare il tuo carattere: non affliggerti,
non serve a niente! “Com’è stupido colui
che cerca di rimediare all’odio degli occhi
con il sorriso delle labbra”
(Khalil Gibran).
LEONE
VERGINE
BILANCIA
SCORPIONE
Ti senti ruggente più che mai. Merito di
Marte in favorevole aspetto, che ti aiuterà a
farti largo nella routine. Chi dice Leone dice
anche volontà e cuore caldo, generosità
e fascino, potenza emotiva e capacità
d’amare… mettilo in pratica! “Il mondo che
ti circonda è stato costruito da persone che
non erano più intelligenti di te”
(Steve Jobs).
Potreste raggiungere la stabilità, ricevere
una conferma, migliorare gli affari. Ma
questo mese potreste non sentirvi molto
sicuri, forse a causa di alcune notizie
inaspettate che vi lasceranno pensare. In
caso di imprevisti e ritardi, affrontateli con
pazienza e lungimiranza. “Fare un nuovo
passo, dire una nuova parola, è ciò che la
gente teme di più”
(Fëdor Dostoevskij).
Tenete separati famiglia e attività più che
potete o il vostro lavoro ne risentirà. A
fine mese, comunque, le vostre prospettive
potrebbero migliorare drasticamente.
Qualcuno di voi potrebbe avere una buona
idea o capire come raggiungere quello che
desidera. “Se vuoi qualcosa che non hai
mai avuto, devi fare qualcosa che non hai
mai fatto”
(Thomas Treno Jefferson). 1
Una forte grinta vi caraterizzerà questo
mese. Concentrazione mentale ma
soprattutto energia fisica, che si trasformerà
in forza di volontà e, a tratti, però, anche
polemica. Fate attenzione a non imporvi,
o susciterete reazioni che porteranno frutti
poi… e potrebbero non sempre essere
buoni. “La speranza di una gioia è quasi
uguale alla gioia”
(William Shakespeare).
VIAGGIO IN ITALIA Aiutandovi con gli incroci, inserite tutte le località elencate.
SAGITTARIO
CAPRICORNO
ACQUARIO
PESCI
Aspettate l’amore ma non avete le idee
chiare su cosa davvero state cercando?
Forse dovreste temporeggiare. Se la
persona che avete adocchiato vi piace
ma non vi sentite così sicuri da prendere
l’iniziativa, potrebbe essere un segnale
che il vostro istinto vi sta mandando. “Il
cambiamento Massima non è 3 mai doloroso, solo la
resistenza al cambiamento lo è” (
Buddha).
massima di Friedrich Nietzsche.
LE SOLUZIONI DEI GIOCHI
STAR DA PICCOLI
Ora li riconoscete, ma com’erano prima?
1 8 9 7 3 18 17 1 12 3
Lady Facchinetti, Wilma Helena Faissol
È il tuo periodo. E i riflettori saranno puntati
su di te. A marzo potreste trovare occasioni
favorevoli che andranno dal minimo di
chi finalmente vive un periodo di umore
leggero a chi invece accoglie la fortuna e
cambiamenti importanti nella propria vita.
“Chi vuol navigare finché non sia passato
ogni pericolo non deve mai prendere il
mare”.
(Thomas Fuller)
LA MASSIMA CIFRATA A numero uguale lettera uguale. A gioco risolto leggendo di seguito risulterà una
1 2 2 3 1 4 5 6 3 4 7 8
9 3 10 1 9 5 11 12 3 1 8
3 4 1 12 3 13 7 14 5 10 3
15 3 16 5 8 5 16 9 1 9 3
4 3 12 12 7 8 8 3 6 17 14
11 12 3
17
U
5
O
4
M
3
I
8
N
3 19 7
8 16 1 14 5 8 5 1 7 16 16
3 8 7 12 12 1 15 7 11 12 3
1 7 8 7 12 16 5 8 8 5
I
Assorbirai tutto ciò che leggerai o guarderai.
Trova qualcosa che hai sempre voluto
imparare, senza aver avuto tempo per
farlo! Oltre al tuo intelletto, questo pianeta
influenzerà anche i rapporti familiari: ti
sentirai più motivato. “Non ho bisogno di
un amico che cambia quando cambio e che
annuisce quando annuisco; la mia ombra B Elo
fa meglio”.
(Plutarco)
Abbiamo dimenticato gli animali feroci: vi sono
Abbiamo dimenticato gli animali feroci: vi sono stati millenni durante i quali gli uomini pensarono a essi nella
stati millenni durante i quali gli uomini pensarono
veglia e nel sonno.
a essi nella veglia e nel sonno.
Il periodo del vostro compleanno vi
regalerà grandi soddisfazioni. Godrete di
piacevoli novità che potrebbero riguardare
la famiglia, il lavoro o l’ambito economico,
E
forse la casa, se i problemi Fhanno riguardato B A
le vostre proprietà. Grande fiducia, in tutto!
C E
“Sii come la fonte che trabocca e non come
la cisterna che racchiude sempre la stessa
D B C
B F
acqua”
(Paulo A Coelho).
F
C A
3 lettere BRA RHO
A B B I A M O
4 lettere
D
ACRI
I M
ARCO
E N
ASTI BARI
F A
BOSA
C E
LUGO
D B
MEDA NOLA NOTO
E F D B A C
5 lettere ANZIO CUTRO DESIO FERMO LECCE LOCRI NUORO TERNI UDINE
T I C A T O
7 lettere
G L
BITETTO
I A
COSENZA
N ERONCADE D B C SCAFATI F A C D A E F B
I M A L I F8 lettere E R CODROIPO O C I MACERATA B E A F C D B A F C E D
V I S O N O9 lettere S CAVALLINO T A T I MISTRETTA
C F D
TERRANOVA
A B E D C E F B A
M I L L E N10 Nlettere I MELENDUGNO
D U R
14 lettere ALZANO LOMBARDO D CPADERNO E B A DUGNANO F F B C A D E
A N T E I Q U A L I
15 lettere CAIRO MONTENOTTE A B F D E C A E B D C F
G L I U O M17 lettere I N MIGNANO I P E MONTE LUNGO
N S A R O N O18 lettere A GARBAGNATE E S S MILANESE
I N E L L A V E G L I
A E N E L S O N N O
SOLUZIONE PUZZLE:
IL CONTORSIONISTA
C
B
C O S E N Z A
F E R M O A B A R I
H I P I
N O L A R A S T I
O A O D E
C A R C O B O S A M I S T R E T T A
R R R O R T
D E S I O M I G N A N O M O N T E L U N G O
C E U A T O R
C A V A L L I N O L E C C E D O
C F N E R E N O T O U D I N E
U A L Z A N O L O M B A R D O E G C
T T I D E A T E R R A N O V A
C O D R O I P O U D T T N A D
O G A R B A G N A T E M I L A N E S E
N
L U G O
O
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M A G A Z I N E
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