LUI - GUIDO STRATTA _ENEL e VALERIANA MARIANI _DONNA IMPRESA
È con grandissima emozione che mi sono trovata ad un “tu per tu” con Guido Stratta Direttore People and Organization di ENEL ENERGIA un Gruppo vivo, proiettato nel futuro che rispetta i diritti umani e garantisce la non discriminazione, le pari opportunità e l'inclusione della diversità ovunque operi: “il welfare - dice Guido - non è una formalità, ma una fede aziendale”. Un incontro coinvolgente tra un'introversa ipersensibile con la passione per le storie e una “Blue Mind” (come la definisce il biologo marino Wallace J. Nichols): ovvero, metaforicamente, la bussola che aiuta a levare le ancore e spiegare le vele. In un'epoca in cui siamo legati allo stress della tecnologia, dell'esilio dal mondo naturale, del soffocamento professionale, dall'ansia personale e privi di un'autentica privacy, sciogliere gli ormeggi è meraviglioso! Ma la grandezza di Guido Stratta non si esaurisce qui. È Founder & CEO de Ilmareintasca; Founder & CEO dell'Accademia della Gentilezza; autore – insieme a Bianca Straniero Sergio – di “Ri-evoluzione. Il potere della leadership gentile” (Franco Angeli, 2021) un dialogo con Oscar Farinetti alla scoperta del senso rivoluzionario della gentilezza: una pratica quotidiana che può rendere ognuno di noi strumento di cambiamento per sé e, soprattutto, per gli altri. “Ri-evoluzione“: concetto che descrive come i processi che portano al cambiamento partano dal tornare sui propri passi per sperimentare il punto di vista altrui ... (CONTINUA) GUARDA IL VIDEO DEL WEBINAR A TU PER TU CON VALERIANA MARIANI https://www.dimagazine.it/interviste/
È con grandissima emozione che mi sono trovata ad un “tu per tu” con Guido Stratta Direttore People and Organization di ENEL ENERGIA un Gruppo vivo, proiettato nel futuro che rispetta i diritti umani e garantisce la non discriminazione, le pari opportunità e l'inclusione della diversità ovunque operi: “il welfare - dice Guido - non è una formalità, ma una fede aziendale”. Un incontro coinvolgente tra un'introversa ipersensibile con la passione per le storie e una “Blue Mind” (come la definisce il biologo marino Wallace J. Nichols): ovvero, metaforicamente, la bussola che aiuta a levare le ancore e spiegare le vele. In un'epoca in cui siamo legati allo stress della tecnologia, dell'esilio dal mondo naturale, del soffocamento professionale, dall'ansia personale e privi di un'autentica privacy, sciogliere gli ormeggi è meraviglioso! Ma la grandezza di Guido Stratta non si esaurisce qui. È Founder & CEO de Ilmareintasca; Founder & CEO dell'Accademia della Gentilezza; autore – insieme a Bianca Straniero Sergio – di “Ri-evoluzione. Il potere della leadership gentile” (Franco Angeli, 2021) un dialogo con Oscar Farinetti alla scoperta del senso rivoluzionario della gentilezza: una pratica quotidiana che può rendere ognuno di noi strumento di cambiamento per sé e, soprattutto, per gli altri. “Ri-evoluzione“: concetto che descrive come i processi che portano al cambiamento partano dal tornare sui propri passi per sperimentare il punto di vista altrui ... (CONTINUA)
GUARDA IL VIDEO DEL WEBINAR A TU PER TU CON VALERIANA MARIANI
https://www.dimagazine.it/interviste/
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Guido<br />
Stratta<br />
Direttore People & Organisation Gruppo Enel presso Enel Group<br />
Founder & CEO Ilmareintasca - Founder & CEO Accademia della Gentilezza<br />
Il<br />
Leader<br />
gentile<br />
UI<br />
www.dimagazine.it<br />
70
Guido<br />
Stratta<br />
Direttore People & Organisation Gruppo Enel presso Enel Group<br />
Founder & CEO Ilmareintasca - Founder & CEO Accademia della Gentilezza<br />
Il<br />
Leader<br />
gentile<br />
UI<br />
www.dimagazine.it<br />
70
Valeriana<br />
Mariani<br />
Founder & President of Donna Impresa<br />
The<br />
influence<br />
of women<br />
EI
Gui<br />
do<br />
background professionale:<br />
Guido Stratta ricopre il ruolo di Direttore People and Organization del Gruppo Enel dal 1° ottobre 2020.<br />
In passato è stato Responsabile People Development and Senior Executives Business Partner, occupandosi in quest'ambito anche di compensation, training e<br />
recruiting per il Gruppo.<br />
È entrato nel Gruppo Enel nel 2003, ricoprendo diversi incarichi nell'area HRO, fino ad essere nominato Responsabile Human Resources di Enel Green Power nel<br />
2008. Successivamente, nella prima fase di forte sviluppo delle rinnovabili, è stato nominato Amministratore Delegato di Enel.SI e poi di 3SUN, società del Gruppo di<br />
sviluppo e commercializzazione di soluzioni di generazione distribuita in ambito solare e di efficienza energetica, per poi dal 2014 ricoprire l'attuale ruolo.<br />
La sua carriera professionale è iniziata nel 1988 presso il Gruppo Italgas, dove ha ricoperto diversi ruoli in ambito HRO, tra cui Responsabile per le Relazioni Industriali<br />
e Compensation; nel 2001, è entrato a far parte del Gruppo Wind ricoprendo diversi ruoli tra cui Responsabile Relazioni Industriali e Responsabile Sviluppo e Gestione.<br />
Si è laureato con lode in giurisprudenza presso l' Università di Torino e ha ottenuto un master con lode in biologia marina presso l' Università Politecnica delle<br />
Marche..<br />
Stra<br />
tta<br />
<strong>GUIDO</strong><br />
<strong>STRATTA</strong>
Vale<br />
ria<br />
na<br />
background professionale:<br />
ValerianaMariani Fondatrice e Presidente dell’ Associazione Donna Impresa; Editore e Presidente Donna Impresa Magazine www.dimagazine.it; Presidente<br />
International Women (International AssociationWomen Entrepreneurs and Business Leaders - Employment, Social Affaire<br />
& Equal Opportunities); Ambasciatrice della Moda nel Mondo per la Camera della Moda Italiana, Fondatrice Donna Impresa Network Community & Business;<br />
Esperta in Analisi e Valutazione di Politiche di Welfare; Esperta in materia di Prevenzione e Contrasto alla Violenza di Genere e Lotta agli Stereotipi afferentialServizio<br />
Politiche Sociali e Socio Educative; Esperta in Politiche per l'Integrazione Sociale e Contrasto alla povertà; International Affaire Professional Knowledge Visionary<br />
( Esperta in Politiche e Strategie Aziendali Internazionali); Accademico d'Onore dell' Accademia Internazionale Mauriziana;<br />
Accademico d'Onore della Norman<br />
Academy INC; Professoressa Norman Academy INC; Gran Croce d'Argento al Merito Sociale del Corpo Internazionale di Pubblica.<br />
Assistenza Humanitas Soccorso Italia; Medaglia d’Oro Accademia Mondiale di Cultura Tullia Romano: Accademico d'Onore per la sezione Enogastronomica<br />
Norman Academy INC; Medaglia d’Oro di Merito nel settore dell' Editoria Norman Academy INC; Award of Excellence Creative Industrie Award; Ambasciatrice Le<br />
Ragioni della Nuova Politica; Accademico d'Onore dell’ Accademia Europea per le Relazioni Economiche e Culturali; Ambasciatrice per la Pace e la Cooperazione<br />
fra i Popoli Repubblica delle Filippine; Ambasciatrice Club Internazionale “ Billionaires Elite VIP” (USA); Membro del Consiglio di Amministrazione dell' Investment<br />
Migration Council IMC; Membro dell’ International Parliament Higher Education Ministry ( Women & Leadership).<br />
www.dimagazine.it<br />
Mari<br />
ani<br />
<strong>VALERIANA</strong><br />
<strong>MARIANI</strong>
Connecting Manager<br />
Ri-evoluzione<br />
WEBINAR: ABCSTRAT.<br />
È con grandissima emozione che mi sono trovata ad<br />
un “tu per tu” con Guido Stratta Direttore People and<br />
Organization di <strong>ENEL</strong> ENERGIA un Gruppo vivo,<br />
proiettato nel futuro che rispetta i diritti umani e<br />
garantisce la non discriminazione, le pari opportunità<br />
e l'inclusione della diversità ovunque operi: “il welfare<br />
- dice Guido - non è una formalità, ma una fede<br />
aziendale”. Un incontro coinvolgente tra un'introversa<br />
ipersensibile con la passione per le storie e una “Blue<br />
Mind” (come la definisce il biologo marino Wallace J.<br />
Nichols): ovvero, metaforicamente, la bussola che<br />
aiuta a levare le ancore e spiegare le vele. In<br />
un'epoca in cui siamo legati allo stress della<br />
tecnologia, dell'esilio dal mondo naturale, del<br />
soffocamento professionale, dall'ansia personale e<br />
privi di un'autentica privacy, sciogliere gli ormeggi è<br />
meraviglioso! Ma la grandezza di Guido Stratta non<br />
si esaurisce qui. È Founder & CEO de<br />
Ilmareintasca; Founder & CEO dell' Accademia<br />
della Gentilezza; autore – insieme a Bianca<br />
Straniero Sergio –di“ Ri-evoluzione.<br />
Il potere<br />
della leadership gentile” ( Franco Angeli, 2021) un<br />
dialogo con Oscar Farinetti alla scoperta del senso<br />
rivoluzionario della gentilezza: una pratica quotidiana<br />
che può rendere ognuno di noi strumento di<br />
cambiamento per sé e, soprattutto, per gli altri. “Rievoluzione“:<br />
concetto che descrive come i processi<br />
che portano al cambiamento partano dal tornare sui<br />
propri passi per sperimentare il punto di vista altrui.<br />
Si allargano, così, i propri orizzonti: dall'ambiente di<br />
lavoro al proprio ruolo nella società e sul Pianeta.<br />
Guido Stratta è infine co-autore sempre insieme a<br />
Bianca Straniero Sergio di HR On Line:<br />
il Primo<br />
Periodico di Risorse Umane dell' AIDP (Associazione<br />
Italiana per la Direzione del Personale) che è<br />
diventata un punto di riferimento in Italia per tutti<br />
coloro che si occupano professionalmente della<br />
relazione individuo/azienda, coniugando le esigenze<br />
dello sviluppo dell'impresa e delle persone<br />
https://www.aidp.it/hronline/2021/5/10/rievoluzionebr-il-potere-della-leadership-gentile.php<br />
AIDP è partner riconosciuto dalle istituzioni per<br />
analizzare e interpretare lo scenario del lavoro<br />
italiano, nonché anticipare e proporre soluzioni<br />
coerenti ed efficaci. A livello internazionale, è<br />
componente attiva di EAPM ( Associazione Europea<br />
di Direzione del Personale), WFPMA ( Federazione<br />
Mondiale delle Associazioni di Direzione del<br />
Personale) e fondatrice di FMRH ( Federazione<br />
Mediterranea per lo studio e la diffusione delle<br />
tematiche relative alla gestione delle Risorse<br />
Umane). Nel 2006 aderisce al Global Compact<br />
dell'ONU e contribuisce alla stesura del primo Codice<br />
Etico-Deontologico dei Responsabili delle Risorse<br />
Umane nell'area euro. Il 12 febbraio 2019<br />
l'Associazione ha rinnovato il proprio sostegno al<br />
Global Compact e ai suoi dieci principi nelle aree<br />
dei diritti umani, del lavoro, dell'ambiente e della lotta<br />
alla corruzione. Nel 2018 AIDP aderisce all' ASviS<br />
(Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile). AIDP<br />
è attiva nel campo dell'editoria con Direzione del<br />
Personale, HR On Line e dal 2019 con una nuova<br />
collana editoriale con Franco Angeli, dedicata a chi<br />
si occupa della gestione e della crescita delle<br />
persone, per offrire alla propria community un<br />
ambiente di confronto e di dialogo diretto, libero e<br />
immediato AIDP ha dato vita nel 2009 al gruppo<br />
AIDP Linkedin, il più grande e attivo social group in<br />
ambito HR (oltre 17.000 membri). Le parole di Guido<br />
fanno riflettere, poiché ricche di concetti ed<br />
espressioni emozionali; parole che nascono da uno<br />
slancio esistenziale laddove questa peculiarità viene<br />
ottemperata in modo elegante, dolce, non<br />
aggressivo, mai ridondante e, soprattutto, lontana da<br />
rigurgiti retorici. Pensieri e parole - le sue - che<br />
celebrano la forza interiore, che sviluppano una<br />
concezione vitale dove la gentilezza non è più<br />
“leggenda” bensì movimento costante dell'intero<br />
essere vivente. I concetti diventano sempre lucenti,<br />
capaci di raggiungere cristalli di pura ontologia e di<br />
etica umana senz'alcuna banalità ai contenuti; ci<br />
raggiungono nel cuore ed affondano nella nostra<br />
pelle per divenire patrimonio personale che crea un<br />
legame indissolubile tra "noi" e "gli altri".<br />
A TU PER TU:<br />
Il sapore<br />
delle cose<br />
vere.<br />
<strong>GUIDO</strong><br />
Diamo un grande benvenuto a Valeriana Mariani nel<br />
nostro mondo Enel. Complimenti per i tuoi<br />
innumerevoli successi professionali, la tua eco è<br />
internazionale, tanti i meriti ed i riconoscimenti che ti<br />
sono stati attribuiti negli anni per Donna Impresa, un<br />
progetto nato con le donne e per le donne. Siccome<br />
ritengo difficile presentare una donna, chiedo a<br />
Valeriana Mariani di presentarsi.<br />
<strong>VALERIANA</strong><br />
Bentrovato Guido, onorata di essere all'interno della<br />
“famiglia Enel”, di cui, non a torto mi sento parte in<br />
considerazione che sono vostra affezionatissima<br />
cliente. Donna Impresa www.dimagazine.it e<br />
www.donnaimpresa.com nata per amplificare i valori<br />
dell'omonima associazione no-profit che si occupa di<br />
www.dimagazine.it<br />
Il potere della leadership gentile<br />
contrasto alla violenza di genere e pari opportunità,<br />
pluripremiata dalle massime Istituzioni nazionali ed<br />
internazionali<br />
(https://www.dimagazine.it/2017/05/25/presidentedonna-impresa-magazine/)<br />
è oggi è il punto di<br />
riferimento N.1 nel panorama dell'editoria femminile<br />
globale. Il nostro target sono le libere professioniste,<br />
imprenditrici e manager di età diverse provenienti da<br />
background professionali differenti. Lavoriamo verso<br />
lo standard stabilito nell'Obiettivo di Sviluppo<br />
Sostenibile sull'uguaglianza di genere dell'ONU: la<br />
parità di genere, è una questione Etica e di Diritto.<br />
Consentire alle donne di partecipare pienamente a<br />
tutti gli aspetti della vita è essenziale per costruire<br />
economie più forti e migliorare la qualità della vita per<br />
le famiglie e le comunità. Tutta l'economia e tutta la<br />
finanza funzionerebbero meglio se il potenziale<br />
femminile fosse riconosciuto: è una questione di<br />
sguardo sul mondo. Le organizzazioni, con le loro<br />
gerarchie, i loro linguaggi, i loro ritmi, non sono<br />
pensate a misura di donna. La nostra rivista non solo<br />
è un potentissimo strumento di marketing e business<br />
per le aziende, ma è anche una fonte d'ispirazione: le<br />
nostre protagoniste sono modelli da seguire ed<br />
imitare per raggiungere un determinato status quo.<br />
<strong>GUIDO</strong><br />
Ti dico subito alcune regole di questi a tu per tu<br />
Valeriana: è essenziale che tu metta passione ed<br />
autenticità in questo nostro incontro. Ci sono tre<br />
cose che regolano questo “a tu per tu” che io<br />
ritengo essere fondamentali:<br />
la passione e<br />
l'autenticità. In questo sono un Direttore del<br />
personale un po' atipico e ti dirò il clima culturale<br />
che stiamo creando. Perché atipico? Perché ho<br />
alcuni pregiudizi. Primo: credo fermamente che le<br />
idee non abbiano gerarchia. Tutte le persone,<br />
indipendentemente dalla scala gerarchica,<br />
racchiudono un mondo unico ed inimitabile: uno
scrigno prezioso. La gerarchia invece ha dei<br />
pregiudizi contrari che vedono una stretta<br />
correlazione tra intelligenza e potere. L'intelligenza<br />
invece è distribuita. Secondo: il confronto tra i<br />
saperi è determinante: nessuno ha la verità in tasca<br />
ed è solo confrontandoci con autenticità che<br />
possiamo farci venire qualche dubbio ed avanzare.<br />
Dubitare è un gesto di forza, di autorevolezza del<br />
nostro pensiero. Terzo: la gentilezza come stile di<br />
vita anche nelle relazioni professionali. Atal<br />
proposito ho lanciato una proposta all'interno di Enel<br />
che si chiama “Leadership Gentile” che già, solo a<br />
pronunciarlo, fa venire i brividi al machismo<br />
imperante. Attenzione, non parliamo più di maschile<br />
e femminile ma di un concetto (o meglio una virtù)<br />
che si sposa indistintamente con tutti prevaricando il<br />
sesso ed il genere, che scardina quei vecchi<br />
preconcetti che la ritenevano un'attitudine<br />
tipicamente femminile, quasi a demarcarne la<br />
subalternità rispetto ad altre. Talvolta la gentilezza<br />
viene scambiata come debolezza e liquidata come<br />
sentimentalismo ma non lo è affatto, anzi: la<br />
gentilezza fortifica gli individui perché occorre forza<br />
interiore per manifestarla. È la virtù più difficile,<br />
richiede forza e sicurezza d'animo. Non può essere<br />
confusa con quei valori che consideriamo recessivi,<br />
inadatti, deboli. In un momento di grande<br />
trasformazione sociale, economica ed esistenziale<br />
come quello che stiamo vivendo, è certamente uno<br />
strumento, ed un valore, che può davvero fare la<br />
differenza, che ci guida verso un nuovo modello di<br />
leadership, con effetti benefici scientificamente<br />
dimostrati su più livelli, dalla salute alla qualità della<br />
vita, da una differente gestione dello stress a un<br />
nuovo modello lavorativo-imprenditoriale, fino al<br />
raggiungimento di un reale benessere individuale,<br />
relazionale e collettivo. Per la maggior parte della<br />
gente lavorare non è esclusivamente un'attività utile<br />
a procurarsi mezzi di sostentamento, ma una vera e<br />
propria fonte di realizzazione personale, di<br />
espressione delle proprie potenzialità, un modo per<br />
dare il proprio contributo alla società e un luogo dove<br />
stringere relazioni umane e professionali positive per<br />
la crescita sia interiore che professionale.<br />
Considerando quante ore ciascuno trascorre con i<br />
propri colleghi e superiori è facilmente intuibile come<br />
sia importante la presenza di un clima positivo e<br />
sereno all'interno del posto di lavoro. Se la gentilezza<br />
diventa un pilastro fondamentale dell'esistenza, verrà<br />
esercitata ovunque, anche e soprattutto al lavoro, in<br />
modo completamente trasversale, svincolato dai<br />
livelli gerarchici. È importante essere gentili in tutte le<br />
direzioni: non solo con i superiori o in modo mirato<br />
verso qualcuno che pensiamo possa esserci utile per<br />
i nostri obiettivi. Alla mancanza di gentilezza,<br />
specialmente in ufficio, viene spesso data come<br />
giustificazione la “mancanza di tempo”. La velocità<br />
con cui sentiamo di dover fare tutto infatti ci<br />
impedisce di dedicare la dovuta attenzione alle cose<br />
perché va a contrarre sia i tempi che i modi di<br />
sviluppo di una relazione. Ma la gentilezza in sé non<br />
richiede tempo, bensì comprensione della diversità<br />
(ognuno di noi è diverso e non bisogna mai dare<br />
nulla per scontato); richiede attenzione per le piccole<br />
cose; mantenere gli impegni presi; chiarire le<br />
aspettative; essere coerenti; capacità di chiedere<br />
scusa, perché a ciascuno può capitare di sbagliare.<br />
Le emozioni sono contagiose: se io sono gentile,<br />
inevitabilmente anche chi mi è accanto proverà il<br />
desiderio di esserlo a sua volta. Il fatto che spesso la<br />
gentilezza sia considerata come un atteggiamento<br />
debole e remissivo, tipico di persone eccessivamente<br />
sensibili, fa in modo che molti manager e leader<br />
sentano di doverla nascondere, perché non vogliono<br />
apparire deboli e troppo coinvolti emotivamente agli<br />
occhi dei dipendenti. La gentilezza del leader per<br />
essere efficace ed effettiva deve sempre essere<br />
affiancata dalla fermezza delle decisioni, dall'integrità<br />
e onestà nei confronti dei propri dipendenti. Il leader<br />
gentile infatti è colui che si conosce bene, è<br />
cosciente sia dei suoi punti di forza che delle sue<br />
debolezze, quando serve sa essere rigoroso ma<br />
senza arroganza e prepotenza, in grado di affrontare<br />
difficoltà, esprimere le sue emozioni e comprendere<br />
quelle altrui, mostrandosi dunque capace di empatia.<br />
I manager e datori di lavoro per favorire un ambiente<br />
gentile devono essere un modello di ispirazione per<br />
gli altri; il vero leader, è una persona che seguiamo<br />
senza costrizioni, una persona che sa ispirarci<br />
perché richiama rispetto, competenza, ammirazione,<br />
fiducia e amore: guida il gruppo, sa ascoltare, motiva<br />
e aiuta, senza imporsi o sopprimere le idee altrui.<br />
Non viene seguito perché ha il potere dovuto alla sua<br />
posizione. Guidare un team significa essere modello<br />
con l'esempio, offrire il proprio supporto, fidarsi delle<br />
persone e valutare la loro opinione, considerare<br />
l'esistenza dell'altro nella sua totalità. Un ambiente di<br />
lavoro eccellente è quello in cui si ha fiducia nelle<br />
persone per cui si lavora, si prova orgoglio per ciò<br />
che si fa e ci si trova bene con le persone con cui si<br />
lavora. Fiducia, Orgoglio e Spirito di squadra. Queste<br />
rappresentano le tre relazioni principali tra l'individuo<br />
e il luogo in cui lavora. Nella pratica della gentilezza,<br />
possiamo infatti realizzare un ambiente che ci<br />
permetta la reale manifestazione delle nostre<br />
aspirazioni profonde, dei nostri talenti, del nostro<br />
essere e del nostro sentire. Sappiamo quanto sia<br />
importante, per il successo economico aziendale,<br />
raggiungere anche una piena soddisfazione<br />
personale dei membri dell'organizzazione: un leader<br />
gentile è un ponte straordinario per permettere<br />
questo! La gentilezza diventa dunque un modo per<br />
affrontare la vita attraverso la capacità di connettersi<br />
con gli altri per creare un ambiente inclusivo e<br />
piacevole per tutti, in cui sentirsi accettati e protetti.<br />
Ecco perchè ha i suoi vantaggi quando viene<br />
applicata all'interno dei rapporti professionali;<br />
dovrebbe addirittura far parte delle soft skill in quanto<br />
migliora la produttività. Un clima di lavoro più sereno<br />
permette di ottenere il massimo dalle persone, che in<br />
questo modo si sentono più responsabilizzate. Non<br />
bisogna perdere l'occasione per essere gentili e<br />
migliorare la qualità di vita, sia propria che del<br />
prossimo. Tornando a noi Valeriana, sappiamo che<br />
sul terreno delle pari opportunità si gioca una partita<br />
importante per il nostro sviluppo, perché oggi sono le<br />
donne il valore aggiunto per vincere le sfide del<br />
futuro ma quale è, secondo te, il limite che non<br />
consente loro di sfondare quel simbolico tetto di<br />
cristallo che pregiudica le loro carriere e le loro<br />
esistenze? Che cosa manca alle donne per vincere<br />
veramente? Che cosa possiamo e dobbiamo fare<br />
perché questo accada?<br />
<strong>VALERIANA</strong><br />
Hai ragione Guido, la gentilezza deve essere<br />
considerata una possibilità di atteggiamento per ogni<br />
individuo a prescindere dal sesso; la riscoperta della<br />
gentilezza interessa sia uomini che donne di tutto il<br />
mondo, desiderosi di riappropriarsi di questo<br />
sentimento che a lungo è stato represso. Il modello<br />
sociale prevalente nel mondo occidentale (e non<br />
solo) premia “il migliore”: chi ottiene più successo:<br />
questo non fa che incoraggiare la competitività, che a<br />
sua volta innesca ansia e provoca stress. Questo è<br />
un grave danno per la vita di ciascuno: viviamo<br />
immersi in un ciclo senza fine di negatività, in cui<br />
prevale la violenza (sia verbale che fisica) e<br />
l'arroganza. A subirne i danni maggiori sono le<br />
relazioni interpersonali: è difficile instaurare un<br />
rapporto equilibrato e costruttivo se alla base manca<br />
la gentilezza, il desiderio di ascolto e di prendersi<br />
cura dell'altro. Ps. Se non abbiamo rotto, abbiamo<br />
quantomeno scalfito quel soffitto di cristallo che<br />
ancora esiste nella società. Ed ho una grande<br />
speranza: che in futuro la presenza di donne ai vertici<br />
delle istituzioni non sia più un'eccezionale novità, ma<br />
una consolidata normalità. Una Società inclusiva,<br />
moderna, capace di anticipare, e non solo attendere,<br />
il futuro. Viviamo in un'epoca che vede una perdita di<br />
fiducia (con differenti accenti, ma abbastanza<br />
generalizzata), nelle istituzioni. Una tendenza che –<br />
giocoforza – deve anche far interrogare le istituzioni<br />
stesse sul loro ruolo nella società. Che cosa manca<br />
alle donne per vincere veramente? Che cosa<br />
possiamo e dobbiamo fare perché questo accada?<br />
Innanzitutto diciamo quello che NON dobbiamo fare.<br />
Non dobbiamo, ad esempio, lasciare che si parli di<br />
noi donne come “della questione femminile” perché<br />
ritengo che sia un ulteriore modo per ghettizzarci. La<br />
società è composta da donne e gli uomini: siamo<br />
parte integrante della comunità e non possiamo<br />
ancora oggi, alla luce del terzo millennio essere<br />
ancora additate come “un problema”. È un fatto che<br />
le donne siano una risorsa per l'immenso contributo<br />
che danno alla nostra società, dalla quale spesso<br />
non ricevono un riconoscimento adeguato. D'altro<br />
canto dobbiamo ricordare che i Paesi più prosperi,<br />
solidi e competitivi del mondo sono anche quelli in<br />
cui lo squilibrio tra uomini e donne nell'occupazione,<br />
nelle carriere e nei salari è minore. Il progetto<br />
editoriale Donna Impresa Magazine è un ulteriore<br />
sforzo in questa direzione al fine di contrastare e<br />
rimuovere gli ostacoli politici, sociali, economici e<br />
culturali all'effettiva realizzazione delle pari<br />
opportunità. Per far sì che questo accada bisogna<br />
intervenire su tutti i fronti; quello culturale in primis.<br />
NON dobbiamo ostacolarle nella carriera:<br />
immaginate l'arrivo di una donna dentro un ambiente<br />
di lavoro maschile. Il suo modo diverso di vedere le<br />
cose rompe tutti gli equilibri. Il potere costituito si<br />
vede messo in discussione attraverso modalità mai<br />
viste prima. Per i maschi coalizzarsi contro<br />
quell'elemento di disturbo diventa una cosa naturale<br />
come respirare. La donna viene messa<br />
nell'impossibilità di importare nuove dinamiche sociali<br />
nel gruppo e l'unico modo per farlo e bloccarle<br />
l'accesso a ruoli dirigenziali. NON dobbiamo<br />
sottovalutare le sue potenzialità: non è esagerato né<br />
sbagliato affermare che le donne sono sottovalutate<br />
in molti settori, a cominciare da quello professionale.<br />
In questo ambito, infatti, gli uomini rivestono funzioni<br />
che godono di un prestigio più elevato, e al tempo<br />
stesso, vedono il proprio lavoro riconosciuto con più<br />
gratificazioni, non solo economiche. L'empowerment<br />
femminile dovrebbe essere nell'agenda di tutti. Non<br />
c'è ragione per non fare di più individualmente, o<br />
attraverso le nostre aziende e i nostri governi per<br />
dare potere alle donne e sostenerle nella<br />
realizzazione del loro potenziale. Sia gli uomini che le
Connecting Manager<br />
Ri-evoluzione<br />
atupertu con:<br />
<strong>GUIDO</strong> <strong>STRATTA</strong> e <strong>VALERIANA</strong> <strong>MARIANI</strong><br />
www.dimagazine.it<br />
donne dovrebbero contribuire allo stesso modo<br />
all'ambiente economico e contribuire allo stesso<br />
modo alle loro famiglie e alla società. Il nostro Paese<br />
si colloca invece male nel campo dell'empowerment.<br />
Partiamo da una situazione molto più arretrata<br />
rispetto ad altri Paesi avanzati. Basti guardare al<br />
tasso di occupazione femminile che abbiamo che non<br />
dipende solo dalla pandemia, la pandemia si è<br />
innestata in una situazione già critica. Il nostro Paese<br />
ha un problema della valorizzazione complessiva<br />
delle sue risorse femminili: non solo c'è un problema<br />
di carenza di crescita, ma di produttività. C'è bisogno<br />
poi di “sorellanza” se vogliamo davvero cambiare il<br />
modo in cui il mondo funziona per le donne o<br />
quantomeno accelerarne il passo. Ed in questo, voi<br />
uomini non potete aiutarci (sorrido). Le amicizie tra<br />
donne garantiscono il piacere di sentirsi capite e<br />
protette. Un'amica può sostenerti ed imprimerti<br />
coraggio: è solo attraverso un forte legame che le<br />
donne avranno l'opportunità di cambiare il modo in<br />
cui vivono. Al contrario, gli antagonismi non fanno<br />
altro che danneggiare e perfino indebolire il genere<br />
femminile. Una vecchia battuta diceva: “Gli uomini tra<br />
amici si insultano, le donne tra nemiche si fanno i<br />
complimenti”. La prima cosa da tenere a mente<br />
quando si affronta uno stereotipo culturale sono le<br />
eccezioni: l'amicizia tra donne esiste proprio come<br />
esiste tra uomini ma ci sono dei motivi socio-culturali<br />
che sbilanciano la frequenza di questi comportamenti<br />
tra i generi. Il termine “sorellanza” non è certo di<br />
recente introduzione: le origini di questo concetto<br />
risalgono, all'incirca, agli anni Settanta del secolo<br />
scorso. Fu la scrittrice Kate Millet la prima a usare la<br />
parola “sisterwood”, tradotta in italiano appunto come<br />
“sorellanza”. Di che cosa si tratta? Si può intendere la<br />
sorellanza come una complicità tra donne, una dote<br />
di cui non si può fare a meno se si vuol raggiungere<br />
l'obiettivo dell'affermazione dei diritti femminili unito al<br />
superamento della disparità di genere. Ancora oggi,<br />
infatti, è troppo ampio il divario tra le donne e gli<br />
uomini: la discriminazione coinvolge numerosi ambiti,<br />
che spaziano dalla disuguaglianza dei salari fino ai<br />
più tragici femminicidi. Ma se vogliamo essere sinceri<br />
fino in fondo Guido, vi è però anche un altro<br />
atteggiamento che pregiudica il rapporto fra donne<br />
demolendo quell'illusione di “sorellanza” che ha<br />
animato e anima da sempre il femminismo: l'atavica<br />
competizione tra donne. A tal proposito citiamo<br />
testualmente un passo dal libro “La passione triste” di<br />
Elena Pulcini: “L'invidia femminile è pervasiva e<br />
onnipresente, coglie ogni pretesto per posare<br />
sull'altra il proprio sguardo maligno, e tende a<br />
moltiplicarsi, riconfermando la sua sostanziale<br />
indifferenza all'oggetto, e finendo per investire non<br />
solo quella singola donna, ma le donne in generale<br />
(…). E allora? Che ne è delle conquiste del<br />
femminismo e di quella solidarietà in cui abbiamo<br />
intensamente creduto?” Pulcini dice ancora: “La<br />
condizione di impotenza e di subalternità<br />
all'egemonia maschile si è tradotta in una sorda<br />
rivalità reciproca, spingendo le donne a farsi<br />
subdolamente la guerra tra loro…” sebbene sia<br />
doveroso riconoscere che la prima cosa da tenere a<br />
mente quando si affronta uno stereotipo culturale<br />
sono le eccezioni: l'amicizia tra donne esiste proprio<br />
come esiste l'odio tra uomini. Ma perché le donne<br />
non si sentono mai sufficientemente belle,<br />
sufficientemente preparate, sufficientemente<br />
intelligenti ecc. ecc. ecc.? Potremmo definirla,<br />
ironicamente, la "sindrome di Renée", la portinaia nel<br />
libro "l'eleganza del riccio" (L'Élégance du hérisson)<br />
un romanzo del 2006 scritto da Muriel Barbery. Se<br />
così non fosse, in considerazione che le donne<br />
rappresentano oltre la metà della popolazione<br />
mondiale, non staremmo ancora oggi a parlare di pari<br />
opportunità. Se solo fossimo più coese, più solidali<br />
ma soprattutto più sicure di noi stesse potremmo fare<br />
cose grandiose, come ad esempio, governare il<br />
mondo... un'aspettativa altissima, forse eccessiva?<br />
Una visione utopistica? Forse. Ma io credo che<br />
l'utopia sia una verità prematura. Quando tutto questo<br />
potremo considerarlo desueto vorrà dire che nel<br />
mondo del lavoro, così come in quello della politica,<br />
dell'economia e di tutti gli altri settori della vita<br />
pubblica, si saranno trovate le soluzioni più adeguate<br />
poter guardare al valore della persona in quanto tale;<br />
si saranno potenziati i servizi in risposta alla diversità<br />
delle esigenze, si sarà riusciti ad avanzare in un<br />
disegno democratico e politico, espressione di<br />
maturazione civile e di deontologia professionale.<br />
“ Ah, se fosse tutto così semplice... ” canta<br />
Noemi…<br />
<strong>GUIDO</strong><br />
Nel settore maschile permane questa sorta di<br />
“sistema delle alleanze” è contemplato da secoli di<br />
storia. Circa le quote rosa devo dirti però, Valeriana,<br />
che se solo non avessi avuto questi strumenti a<br />
disposizione, non sarei riuscito a nominare delle<br />
donne ruoli di responsabilità nel momento in cui mi
trovavo ad adempiere al compito di eleggere delle<br />
rappresentanze. Sono onorato di dire, a chi ci<br />
segue, che è invece proprio grazie alle quote rosa<br />
se questo è potuto accadere, ed aggiungo, per la<br />
prima volta in Enel, che a parità di merito ho potuto<br />
privilegiare delle donne. Come dire ai “maschietti”<br />
(sorrido) che è tempo, noi uomini, di fare un passo<br />
indietro. Di nuovo non ce l'avremmo fatta senza le<br />
quote rosa. Io che sono filosofico e odio le quote,<br />
devo però riconoscere che il risultato è arrivato.<br />
Bada bene Valeriana, non sono quote non su<br />
merito: sono note su merito, a disciplinarle è la<br />
meritocrazia. Per me la discussione è: la quota non<br />
deve abilitare donne non di valore. Questa è una<br />
cosa che ci tengo a dire perché laddove ci sia il<br />
merito la quota deve aiutare. E' più accettabile da te<br />
detta così? Te la rigiro…<br />
<strong>VALERIANA</strong><br />
Certamente. Ma in effetti non mi piacciono le quote<br />
rosa perché non si basano sul merito. La mia<br />
visione è la meritocrazia e le quote rosa ho auto<br />
l'impressione che non riconoscessero i meriti.<br />
Questo va benissimo ed io auspico che avvenga<br />
così, in qualsiasi tipo di contesto sia esso<br />
imprenditoriale piuttosto che politico. Ed anche noi<br />
donne dobbiamo essere consapevoli di avere la<br />
preparazione necessaria ad affrontare le sfide per le<br />
quali ci candidiamo piuttosto che far leva sulle quote<br />
di genere perché questo non giova all'economia<br />
così come non giova alla politica. Noi per prime<br />
dobbiamo essere oneste con noi stesse. E dunque<br />
Guido ti faccio i mie più sentiti complimenti per<br />
essere riuscito ad accogliere nel management di<br />
Enel, attraverso lo strumento delle quote rosa,<br />
donne che meritavo di occupare quelle posizioni.<br />
Devo essere sincera Guido, quando ho letto il tuo<br />
post su LinkedIn in cui si affrontavano queste<br />
tematiche, ma anche sulla scia di quello che avevo<br />
letto su Enel circa il riconoscimento formale del<br />
valore delle donne, non ho esitato un attimo dal<br />
contattarti. Si fa un gran parlare di donne e di meriti<br />
riconosciuti ma, in realtà, di cose concrete non ce<br />
ne sono molte al di là delle promesse. Complimenti<br />
Guido, e complimenti anche ad Enel per dare<br />
fattivamente prova della sua Mission.<br />
<strong>GUIDO</strong><br />
È dunque una sufficienza, a voler ragionare in<br />
termini di voti?<br />
<strong>VALERIANA</strong><br />
NO. Direi che è un 110 e lode Guido (sorrido).<br />
<strong>GUIDO</strong><br />
Voglio tornare un attimo sul “codice” della sorellanza<br />
o della fratellanza e/o comunque il codice del NOI.<br />
Quando arriva una sorellina o un fratellino in<br />
famiglia, i bambini sono portati a pensare che<br />
perdano in parte l'affetto dei genitori. Ma anche<br />
potere. Idem in un'azienda. Quando arriva<br />
un'intruso si è portati a pensare il perché di quella<br />
assunzione e se questa provochi dei “disequilibri”<br />
all'interno delle dinamiche esistenti. Poi però, se c'è<br />
l'intelligenza, il fratellino o la sorellina scoprono la<br />
gioia del noi: che possono giocare insieme, possono<br />
aiutarsi e che i genitori vogliono bene a tutti e due. E<br />
così capita anche nelle imprese quando c'è<br />
l'intelligenza e la generosità. Ecco, questi codici<br />
sono una ricetta molto sana per creare relazioni.<br />
Vengo alla domanda scomoda sulle donne,<br />
Valeriana… che le donne o agiscono codici<br />
maschili, perché le rassicurano nell'essere<br />
accettate, oppure agendo codici femminili eccessivi.<br />
Allora la domanda è: cosa dire alle colleghe che ci<br />
seguono per rimane leaders femminili ed<br />
intraprendere senza perdere la propria femminilità<br />
ma neppure eccedervi? Che sensi di colpa avete ad<br />
essere leaders?<br />
<strong>VALERIANA</strong><br />
Nessun senso di colpa Guido. Presumo che<br />
investire sui tratti femminili della leadership può<br />
davvero essere, oltre che eticamente giusto,<br />
strategicamente ed economicamente opportuno. Tu<br />
mi chiedi il perché del non essere semplicemente sé<br />
stesse… beh, nella gran parte dei luoghi di lavoro<br />
tradizionali esiste un pregiudizio diffuso che associa<br />
la leadership all'essere uomo la leadership è<br />
connessa nella nostra mente all'idea di mascolinità<br />
e questo probabilmente induce molte donne a<br />
“mortificare la femminilità” ; dall'altra le donne<br />
puntano sull'arma della seduzione. Da secoli è così.<br />
Io penso che dovremmo semplicemente essere noi<br />
stesse. Credere in noi stesse.<br />
<strong>GUIDO</strong><br />
Questo scenario Covid ha peggiorato il gender gap?<br />
<strong>VALERIANA</strong><br />
No, non credo. Tutt'altro. La pandemia ha mutato il<br />
nostro mondo. Probabilmente, con lasciti indelebili<br />
tutt'altro che a sfavore del gender gap. Usando un<br />
termine, forse ora quasi abusato, la nostra è stata<br />
una formidabile prova di resilienza. Sono convinta<br />
che quando la cronaca – col passare degli anni – si<br />
cristallizzerà in storia, metteremo ancor meglio a<br />
fuoco quanto tutti e tutte noi abbiamo saputo fare, e<br />
quanto stiamo continuando a mettere in atto, in<br />
questo periodo, uniti. Per la prima volta, non si è<br />
badato più al sesso e/o al genere, abbiamo<br />
dismesso le “armi” a favore della sopravvivenza. E<br />
questo è stato un grandissimo insegnamento.<br />
Significa che tutti insieme ce la possiamo fare. Noi<br />
dobbiamo pensare alle generazioni future, a cosa<br />
lasciamo loro. Quale patrimonio di conoscenze<br />
erediteranno le nuove generazioni? Quale tipo di<br />
insegnamento? Dobbiamo essere consapevoli di<br />
questo e dobbiamo agire con grande maturità<br />
poiché saremo sotto il giudizio delle generazioni che<br />
verranno ma anche dei nostri figli. Uomini e donne<br />
devono esprimere il meglio. Noi donne perché<br />
siamo generatrici di vita e gli uomini, non di meno,<br />
perché è anche grazie a loro che si concepisce un<br />
figlio. Dobbiamo entrambi assumerci la<br />
responsabilità di dare una continuità a questo<br />
mondo nella maniera migliore che sappiamo, e<br />
possiamo fare.<br />
<strong>GUIDO</strong><br />
Valeriana ti sei ispirata a qualcuno in questo tuo<br />
percorso oppure hai giocato una tua partita?<br />
<strong>VALERIANA</strong><br />
Ho giocato la mia partita, anche se, il giocarla mi ha<br />
privata di tante cose (mi commuovo). Posso dire<br />
con merito (e non demerito) che sei stato l'uomo<br />
che mi ha fatta piangere Guido? Le persone,<br />
precisamente, possono sperimentare due tipi di<br />
delusione. La delusione per uno scopo mancato:<br />
volevo un buon lavoro e non l'ho avuto, volevo fare<br />
un viaggio e non l'ho fatto, volevo possedere una<br />
bella casa e non l'ho posseduta, volevo essere<br />
amato e non sono stato amato, ecc., e perciò sono<br />
insoddisfatto; e la delusione per uno scopo<br />
conseguito, la delusione, cioè, che si prova perché il<br />
conseguimento di un certo scopo non ci soddisfa<br />
come ci eravamo aspettati: volevo un buon lavoro e<br />
l'ho avuto, volevo fare un viaggio e l'ho fatto, volevo<br />
una bella casa e l'ho posseduta, volevo essere<br />
amato e sono stato amato, ecc., eppure, ogni volta,<br />
contrariamente alle mie aspettative, pur avendo<br />
investito moltissime energie per cogliere questo<br />
scopo, non sono appagato. Questo secondo tipo di<br />
delusione ha una natura rivelativa, perché consente<br />
di comprendere che l'oggetto del desiderio umano<br />
non è rinvenibile in nessuna esperienza finita. La<br />
struttura antropologica è quella di un essere<br />
essenzialmente inquieto, teso a “sfuggire ad ogni<br />
determinazione, esterna o interna, e ad affermare la<br />
sua indipendenza nei confronti di tutti i limiti esterni<br />
o interni, fino a desiderare il superamento, in<br />
qualche modo, dei confini stessi della sua natura”.<br />
Ecco allora delinearsi una nuova nozione di<br />
desiderio, non più in equazione con dei bisogni<br />
specifici, ma esteso nella sua anima. Come nota<br />
Tommaso d'Aquino, tutti i nostri obiettivi suscitano<br />
una reazione comune: quando essi vengono<br />
raggiunti e posseduti non li si apprezza più e si<br />
desiderano altre cose, cioè il desiderio non viene<br />
mai appagato da essi. Ovvero, per tutti questi<br />
oggetti vale l'“esperienza del disinganno”. Ecco<br />
allora delinearsi una nuova nozione di desiderio,<br />
non più in equazione con dei bisogni. “CHIEDIMI SE<br />
SONO FELICE”... e se fosse il nostro prossimo<br />
webinar ?<br />
Valeriana Mariani<br />
FrancoAngeli<br />
Il saggio suggerisce che<br />
ognuno di noi può essere<br />
uno strumento di<br />
cambiamento,<br />
promuovendo la crescita<br />
personale e quella degli<br />
altri, attraverso l'esercizio di<br />
una leadership gentile. Rievoluzione:<br />
perché i<br />
processi che portano alle<br />
vere trasformazioni partono<br />
sempre da noi stessi, dal<br />
fatto di sentire che le cose<br />
possono essere viste in un<br />
modo diverso, che è<br />
possibile allargare gli<br />
orizzonti e avere una<br />
prospettiva più inclusiva.<br />
Attraverso l'esercizio di una<br />
leadership gentile, ognuno<br />
di noi potrà essere uno<br />
strumento di cambiamento<br />
e promuovere la crescita<br />
personale e altrui.<br />
BOO<br />
K