Giornale dei Navigli n. 14 - 8 aprile 2022
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Venerdì 8 Aprile <strong>2022</strong> LA TERZA 3<br />
E D I TO R I A L E<br />
L’utopia del cambiamento che porta pace<br />
CORSICO (dad) “[...]Se son d' umore<br />
nero allora scrivo frugando dentro<br />
alle nostre miserie<br />
Di solito ho da far cose più serie,<br />
costruir su macerie o mantenermi<br />
v iv o.<br />
[...]<br />
Ma s'io avessi previsto tutto questo,<br />
dati causa e pretesto, forse farei<br />
lo stesso<br />
Mi piace far canzoni e bere vino,<br />
mi piace far casino, poi sono nato<br />
f e sso<br />
E quindi tiro avanti e non mi<br />
svesto <strong>dei</strong> panni che son solito port<br />
are<br />
Ho tante cose ancora da raccontare<br />
per chi vuole ascoltare e a<br />
culo tutto il resto.”<br />
Prendo in prestito qualche verso della<br />
famosa “L’av ve l e nat a” di Francesco<br />
Guccini per introdurre questo nuovo<br />
capitolo di un editoriale colmo di frustrazione<br />
e impotenza. “Se son di umore<br />
nero allora scrivo”: ecco questo mi<br />
rappresenta molto. Sia chiaro, mi trovo<br />
a scrivere ogni giorno, e spesso e<br />
volentieri non sono di umore nero. Ma<br />
di certo aiuta molto quando lo si deve<br />
fare “dalla pancia”, come in questo<br />
cas o.<br />
La settimana scorsa vi raccontavamo,<br />
tra lo sconcerto e l’orrore, il<br />
fatto che i morti in Ucraina ormai<br />
venissero “conte ggiati” a peso (e le<br />
ragioni sono facilmente intuibili).<br />
Quelle terribili “70 tonnellate di<br />
verg og na”con cui abbiamo aperto il<br />
numero. Le immagini che<br />
ci sono arrivate domenica<br />
da Bucha non fanno altro<br />
che alimentare questo<br />
continuo stato d’animo di<br />
noi donne e uomini, comuni<br />
mortali che poco capiscono<br />
di tutto quello che<br />
sta accadendo. Un mix di<br />
sbigottimento, incredulità,<br />
rabbia, commozione e la<br />
tentazione costante di<br />
spegnere la tv, chiudere<br />
l’articolo di turno e guardare<br />
oltre per allontanarci<br />
da tutto ciò.<br />
Come può un essere<br />
umano arrivare a fare questo ad un<br />
altro essere umano? Banale, retorico?<br />
Ma pensate quel che vi<br />
pare... A me fa schifo sta cosa, quasi<br />
quanto il dibattito sulla veridicità<br />
delle immagini, sulle responsabilità<br />
o sulle reazioni a ciò che è acca<br />
d u to.<br />
Qualcuno potrà/vorrà obiettarmi:<br />
ma è la guerra, che ti aspetti? Ecco,<br />
appunto è la guerra. Ed è proprio<br />
questo l’errore e orrore. L’ho scritto<br />
sui social il giorno 1 di questa<br />
schifezza. Ho poi ascoltato e letto di<br />
tutto in questi 40 giorni, forzandomi<br />
anche di ascoltare i vecchi negazionisti<br />
del Covid ora “r incicciati”<br />
in negazionisti dello scontro Russia-Ucraina.<br />
Il mio pensiero rimane<br />
sempre lo stesso, chiaro nella sua<br />
banalità: “Una guerra è sempre una<br />
cazz at a”.<br />
Accendendo “i motori”, questa<br />
mattina, mercoledì 6 <strong>aprile</strong>, mi sono<br />
imbattuto nell’ennesima dichiarazione<br />
per cui è necessario fare un<br />
commento. L’Alto Rappresentante<br />
d e l l’Ue, Josep Borrell, nella plenaria<br />
del Parlamento Europeo a Strasburgo<br />
ha dichiarato quanto sia<br />
necessario “fare pressione sulla<br />
Russia e armare l’Ucraina. Abbiamo<br />
dato a Kiev un miliardo di euro, che<br />
può sembrare tanto, ma mille milioni<br />
di euro sono quello che paghiamo<br />
a Putin ogni giorno per<br />
l’energia che ci<br />
fornisce. Dall’i nizio<br />
della guerra gli<br />
abbiamo dato 35<br />
miliardi di euro:<br />
confrontatelo con<br />
i mille milioni che<br />
abbiamo dato agli<br />
ucraini perché si<br />
ar mino”.<br />
Forse - lo scrivo con totale umiltà<br />
d’animo - mi permetto di suggerire<br />
a quelli che ne capiscono di più, a<br />
quelli che hanno in mano il pallino<br />
del gioco (o pensano di averlo), è<br />
venuto il momento di porsi nella<br />
condizione di fare noi tutti qualche<br />
rinuncia, gas e petrolio in primis.<br />
Come? Non sta a me dirlo. Ma di<br />
certo dovremmo trovare il modo di<br />
usare quei soldi con cui ogni giorno<br />
armiamo più i russi che gli ucraini<br />
(perché nella pratica questo è, nonostante<br />
tante belle parole spese<br />
per il popolo assediato) e lanciare<br />
un nuovo VERO Green Deal “u r-<br />
g ente”, lavorando insieme per superare<br />
questo duplice orrore, conflitto<br />
bellico ed emergenza ambientale,<br />
attraverso investimenti solo<br />
nella direzione giusta: l’opp osto<br />
di quella attuale, in sintesi.<br />
Troppo utopico? La mia sensazione<br />
è che neanche ci sia la<br />
volontà di provare a pensarci.<br />
Andrea Demarchi<br />
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