leStrade n. 1576 marzo
INFRASTRUTTURE Un anno di sicurezza per strade e ferrovie GALLERIE Il tunnel autostradale più lungo d’Europa
INFRASTRUTTURE
Un anno di sicurezza per strade e ferrovie
GALLERIE
Il tunnel autostradale più lungo d’Europa
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N. 1576/ 4 APRILE 2022
leStrade
Aeroporti Autostrade Ferrovie
LS
Casa Editrice la fiaccola srl
INFRASTRUTTURE
Un anno di sicurezza
per strade e ferrovie
GALLERIE
Il tunnel autostradale
più lungo d’Europa
RICICLA
FINO AL 60%
DI FRESATO
AUMENTA
LA VITA UTILE
DELLA PAVIMENTAZIONE
ELIMINA
FUMI E MOLESTIE
OLFATTIVE
Valli Zabban amplia la propria gamma RIGENERVAL con i nuovi
leganti modificati RIGENERVAL HARD e RIGENERVAL HARD PLUS
per applicazioni stradali ad alte prestazioni e basso impatto
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riciclare a caldo, nel conglomerato bituminoso, fino al 60% di
fresato senza fumi e molestie olfattive, garantendo comunque una
pavimentazione stradale flessibile e durabile, con un forte risparmio
economico ed energetico.
RIGENERVAL by Valli Zabban, un generatore di vantaggi
che fa la differenza.
2
Sommario
ISSN: 0373-2916
N. 1576 Aprile 2022 anno CXXIV
3
LS
IN COLLABORAZIONE CON
Casa Editrice
la fiaccola srl
20123 Milano
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Tel. 02/89421350
Fax 02/89421484
casaeditricelafiaccola@legalmail.it
Mensile - LOMBARDIA/00516/02.2021CONV
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all’Unio ne stampa periodica italiana.
Numero di iscrizione 14744
EDITORIALE
7 Passaggio di consegne
L’OPINIONE LEGALE
8 Efficienza negli affidamenti
di Claudio Guccione
L’OPINIONE TECNICA
10 Risorse europee a beneficio di riqualificazione e territori
di Francesco Annunziata; Alfonso Annunziata
OSSERVATORIO ANAS
14 A Colonno i lavori per la variante alla Tremezzina
NEWS
16 Attualità
20 Prodotti
22 Convegni
24 Agenda: Convegni, corsi, eventi
In Copertina
Barberino del Mugello, 18 marzo 2022: è tutto pronto per l’inaugurazione
del nuovo tratto di 17,5 km dell’A1 Autostrada del Sole, aperto alla
circolazione dal giorno successivo. L’intervento di Autostrade per l’Italia,
progettata da TECNE ed eseguita da Pavimental, ha compreso anche
la realizzazione del tunnel autostradale a tre corsie più lungo d’Europa, la
Galleria Santa Lucia. Nell’immagine, si vede l’imbocco lato Barberino, in
direzione Sud.
© Autostrade per l’Italia
Redazione
Direttore responsabile
Lucia Edvige Saronni
Direttore editoriale
Fabrizio Parati
fparati@fiaccola.it
Redazione
Mauro Armelloni, Stefano Chiara
Giovanni Di Michele, Edvige Fornara
Emilia Longoni
Segreteria di redazione
Jole Campolucci
jcampolucci@fiaccola.it
Consulenti tecnici e legali
Terotecnologia
Gabriele Camomilla
Normativa
Biagio Cartillone
Gallerie
Alessandro Focaracci
Infrastrutture e Cantieri
Federico Gervaso
Appalti Pubblici
Claudio Guccione
Ponti e Viadotti
Enzo Siviero
INFRASTRUTTURE&MOBILITÀ
28 Uniformare il monitoraggio
di Emilia Longoni
32 Motorway safety a tutto campo
a cura della redazione
36 Le autostrade sulla carta
di Andrea Gritti, Claudia Zanda. Dipartimento di Architettura
e Studi Urbani, Politecnico di Milano
42 Monitoraggio dal cielo
44 Dialogo per sviluppare la mobilità del futuro
di Giovanni Di Michele
50 I progetti di cinque città metropolitane
di Damiano Diotti
56 Intervento strategico in Puglia
di Fabrizio Parati
MATERIALI&TECNOLOGIE
84 Sigillanti e giunti ad alta innovazione
di Ines Antunes, R&D Director, Polyglass SpA; Fabio Curto, R&D
Manager, Cementitious adhesives Mapei SpA; Gilberto del Zoppo,
R&D Manager, Road Engineering Mapei SpA
90 Leggerezza e resistenza in Valle d’Aosta
a cura di leStrade in collaborazione
con Istituto Italiano per il Calcestruzzo
92 Una reale ed efficace soluzione
di Ing. Francesco Santoro, Responsabile Laboratorio Qualità
e Ricerca & Sviluppo di Bitem
Comitato di redazione
Leonardo Annese - ANAS/CNI AIPCR ITALIA
Roberto Arditi - Gruppo SINA
Mario Avagliano - ANAS
Fabio Borghetti - Politecnico di Milano
Michele Culatti - Gruppo Siviero
Paola Di Mascio - AIPSS
Concetta Durso - ERF
Laura Franchi - TTS Italia
Giancarlo Guado - SIGEA
Salvatore Leonardi - DISS
Pietro Marturano - MIT
Andrea Mascolini - OICE
Francesco Morabito - FINCO
Michela Pola - FEDERBETON
Maurizio Roscigno - ANAS
Emanuela Stocchi - AISCAT
Monica Tessi - ANIE/ASSIFER
Susanna Zammataro - IRF
Hanno collaborato
Francesco Abbondati, Roberto Arditi,
Mauro Armelloni, Patrizia Bellucci, Michele Bianchi,
Edoardo Bocci, Eleonora Cesolini, Stefano Chiara,
Pasquale Cialdini, Rossella Degni,
Gianluca Dell’Acqua, Marcello De Marco,
Paolo De Paoli, Mauro Di Prete, Raffaella Grecco,
Claudio Guccione, Leonardo Malagigi,
Andrea Mascolini, Francesco Micci, Massimo Paolini,
Fabrizio Parati, Laura Peruzzi, Morena Pivetti,
Enzo Rillo, Francesca Russo, Gianluca Salvatore
Spinazzola, Novella Tajariol, Gabriele Tebaldi,
Susanna Zammataro, Stefano Zampino.
Comitato Tecnico-Editoriale
PRESIDENTE
LANFRANCO SENN
Professore Ordinario di Economia Regionale
Responsabile Scientifico CERTeT,
Centro di Economia Regionale, Trasporti
e Turismo dell’Università Bocconi di Milano
MEMBRI
& GALLERIE
GALLERIE
OPERE IN SOTTERRANEO
MACCHINE&ATTREZZATURE
98 Da rifiuti a vere risorse
a cura della redazione
102 Lavorare sui binari è ora più facile
di Damiano Diotti
104 Inizia una nuova era
di Matthieu Colombo
GIANNI VITTORIO ARMANI
Amministratore delegato IREN
ELEONORA CESOLINI
TELT (Tunnel Euralpin Lyon Turin)
PASQUALE CIALDINI
Direttore Generale per la Vigilanza
e la Sicurezza delle Infrastrutture MIT a r.
DOMENICO CROCCO
Dirigente ANAS,
Segretario Generale PIARC Italia
CARLO GIAVARINI
Università La Sapienza di Roma,
Presidente onorario SITEB
LUCIANA IORIO
MIT, Presidente WP1 UNECE
AMEDEO FUMERO
Dirigente MIT, Capo Dipartimento per i Trasporti,
la Navigazione e i Sistemi informativi e statistici
LUCIANO MARASCO
Dirigente MIT, Responsabile IV Divisione
DG Sicurezza Stradale
FRANCESCO MAZZIOTTA
Già Dirigente MIT, Responsabile II Divisione
DG Sicurezza Stradale
VINCENZO POZZI
Già Presidente CAL
MASSIMO SCHINTU
Direttore Generale AISCAT
64 Galleria autostradale da record
europeo
di Stefano Chiara
70 Opera fondamentale per l’Alto Garda
di Fabrizio Parati
PAGINE ASSOCIATIVE
ORNELLA SEGNALINI
Dirigente MIT, Direttore Generale
Dighe e Infrasrutture Idriche ed Elettriche a r.
MARIO VIRANO
Direttore Generale TELT (Tunnel Euralpin Lyon Turin)
GILBERTO CARDOLA
Amministratore BBT SE
(Galleria di Base del Brennero - Brenner Basistunnel)
IN RAPPRESENTANZA DELLE ASSOCIAZIONI
ANGELO ARTALE
Direttore Generale FINCO
FEDERICO CEMPELLA
Associazione del Genio Civile
MARIA PIA CERCIELLO
PIARC ITALIA
GABRIELLA GHERARDI
Presidente AISES
OLGA LANDOLFI
Segretario Generale TTS Italia
76 Il cantiere esemplare
di Fabrizio Parati
82 Commissione permanente
per le Gallerie
108 AIIT Promozione della mobilità sostenibile
di Francesco Saverio Capaldo
109 AISES La pioggia nel pineto
di Maria Rosaria Giuzio
110 SIIV Trentennale e SIIV Arena
di Cristina Tozzo
127 TTS Italia Così italiani e stranieri pagano la mobilità
di Morena Pivetti
GIOVANNI MANTOVANI
Già Presidente AIIT
MARCO PERAZZI
Relazioni Istituzionali UNICMI
DONATELLA PINGITORE
Presidente ALIG
CARLO POLIDORI
Presidente AIPSS
DANIELA PRADELLA
ANIE/ASSIFER
ADNAM RAHMAN
Vice Presidente IRF
STEFANO RAVAIOLI
Direttore SITEB
GIUSEPPE SCHLITZER
Direttore Generale Federbeton
GABRIELE SCICOLONE
Presidente OICE
SERGIO STORONI RIDOLFI
SIGEA
Anas SpA
Ente nazionale
per le strade
Associazione Italiana
Società Concessione
Autostrade e Trafori
Associazione
del Genio Civile
Associazione Italiana
per l’Ingegneria Traffico
e dei Trasporti
Associazione Mondiale
della Strada
Associazione Italiana
dei Professionisti
per la Sicurezza Stradale
Associazione Italiana
Segnaletica e Sicurezza
Associazione Laboratori
di Ingegneria e Geotecnica
Associazione
Industrie
Ferroviarie
Associazione Italiana
Segnaletica Stradale
European Union
Road Federation
Formazione Addestramento
Scienza Tecnologia Ingegneria
Gallerie e Infrastrutture
Federazione delle Associazioni
della filiera del cemento,
del calcestruzzo e dei materiali
di base per le costruzioni nonché
delle applicazioni e delle
tecnologie ad esse connesse
Federazione Industrie
Prodotti Impianti Servizi
ed Opere Specialistiche
per le Costruzioni
International Road
Federation
Associazione delle
organizzazioni di ingegneria,
di architettura e di consulenza
tecnico-economica
Società Italiana Geologia
Ambientale
Società Italiana Infrastrutture
Viarie
SITEB
Strade Italiane e Bitumi
Associazione Italiana
della Telematica per
i Trasporti e la Sicurezza
Unione Nazionale delle
Industrie delle Costruzioni
Metalliche dell’Involucro e dei
Serramenti
Sommario
lestrade @ fiaccola.it
www.fiaccola.com
www.lestradeweb.com
On line nella
sezione Archivio,
tutti i numeri sfogliabili
4
Inserzionisti
Ammann Italy Srl
ammann.com 49
Bitem Srl
bitemsrl.com
IV Cop.
Massenza Srl
massenza.it 55
Next Generation Mobility 2022
ngmobility.it 96
Aziende citate
4STREETS 76
Aiscat 44
Anas 14
Ansfisa 28
DALL’AMBIENTE
PER L’AMBIENTE
BARRIERE STRADALI ECOSOSTENIBILI
AS Baltem 98
Bomag Italia Srl
bomag.com 43
Niederstätter SpA
niederstaetter.it 101
Asecap 28
Autostrada dei Fiori 77
Autostrada del Brennero 33
Cancellotti Srl
cancellotti.it 19
Car Segnaletica Stradale Srl
carsrl.com 1
Pauselli Srl
pauselligroup.com 25
SINA SpA
sinaing.it 13
Bitem 92
Bobcat 59
Caldarola 61
Case 104
CAV 16, 42
CDP Equity 62
Immagina una storia infinita, con protagonisti
nati dalla Natura e forgiati dalla Tecnologia.
Questa storia ciclica e bellissima è l’ecosostenibilità.
È la storia di VITA INTERNATIONAL.
Una storia che racconta un prodotto nato
dall’Ambiente e torna all’Ambiente,
per proteggere l’uomo e rispettare il contesto
in cui si inserisce.
Cobar 59
Draco Italiana SpA
draco-edilizia.it 21
Sireg Geotech Srl
sireggeotech.it 75
DKV Mobility 17
Drone Network Company UST Italia 42
Gruppo ASTM 18
Gruppo FS Italiane 23
Ecomondo 2022
ecomondo.com
III Cop.
Stevanato Prodotti e Lavori Speciali Srl
stevanato.com 23
Hitachi Construction Machinery 20
Ikon 42
Itinera 18
Ermes Elettronica Srl
ermes-cctv.com 18
Tekna Chem SpA
teknachem.it 26
Leica 90
Leica Geosystems 20
Mapei 84
Gic - Giornate Italiane del Calcestruzzo 2022
gic-expo.it 91
Valli Zabban SpA
vallizabban.it
100 C
25 M
0 Y
0 K
PANT.
3005 C
RAL
5015
II Cop.
Mecalac 102
Polyglass 84
Simex 98
Uri 77
Iterchimica SpA
iterchimica.it 6
Vita International Srl
vitainternational.it 5
Webuild 62
Via Averolda, 28/30/32
25039 Travagliato (BS) • Italia
T. + 39 030 77 77 949 • F. + 39 030 77 71 474
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In questo numero
www.vitainternational.it
4/2022 leStrade
7
LS
produzionepropria.com illustrazione benedetta fasson
Cambio della guardia alla direzione editoriale di leStrade, rivista tecnica della Casa Editrice la
fiaccola Srl di Milano con 124 anni di storia. Chiuso il numero di Marzo 2022, il dottor Fabrizio
Apostolo, giornalista e divulgatore specializzato in infrastrutture - dal 2013 direttore editoriale
della testata - ha passato le consegne all’architetto Fabrizio Parati, primaria risorsa interna
all’azienda, da anni impegnato nella divulgazione nel settore construction.
La Casa Editrice la fiaccola Srl, ringraziando calorosamente il dottor Apostolo per l’intenso
lavoro svolto e augurandogli ogni successo per il suo nuovo percorso professionale, dà un
altrettanto caloroso benvenuto nel nuovo ruolo di direttore editoriale di leStrade all’architetto
Parati, che timonerà la testata a partire dal numero di Aprile.
“Si tratta di un cambiamento che avviene nel segno della continuità, aziendale e sul piano della linea editoriale - ha
sottolineato la dottoressa Lucia Saronni, direttore responsabile della testata e presidente della Casa Editrice - in cui
resta centrale e prioritario il valore dell’approfondimento di qualità al servizio della comunità tecnica. Il nuovo corso,
inoltre, porterà a sviluppare ulteriormente le sinergie tra le due riviste tecniche della nostra Casa Editrice impegnate
nel racconto dei cantieri: leStrade sul fronte del progetto infrastrutturale e Costruzioni su quello dei mezzi d’opera
e delle attrezzature ”.
Editoriale
Passaggio di consegne
Il suolo è una risorsa preziosa e non rinnovabile. Tutela del suolo, patrimonio ambientale,
paesaggio, riconoscimento del valore delle risorse naturali. L’Europa e le Nazioni Unite chiedono di azzerare
il consumo di suolo netto entro il 2050 e di non aumentare il degrado del territorio entro il 2030. L’attuazione
dei principi di economia circolare è uno dei propositi di Iterchimica. Progettiamo soluzioni efficaci per tutelare
territorio e ambiente. Ricicliamo al 100% l’asfalto usurato, riducendo il consumo di suolo e le emissioni di CO2eq
nell’atmosfera. Dal nostro centro ricerche nasce Iterlene ® ACF 1000HP-green rigenerante che dona nuova vita
al bitume invecchiato. Permette di recuperare il 100% del fresato stradale riciclandolo a freddo, di ridurre gli
impatti ambientali relativi all’atmosfera, all’impiego delle materie prime e all’inquinamento del suolo. Iterlene ®
ACF1000HP-green è particolarmente adatto per la costruzione di piste ciclabili, pavimentazioni colorate e per le grandi
manutenzioni, ovvero per tutte le pavimentazioni stradali concepite nella logica di un sistema infrastrutturale
volto ad ottenere benefici ambientali, sociali ed economici. Per uno sviluppo realmente sostenibile e leggero.
“Ringrazio vivamente la Casa Editrice La Fiaccola e la squadra di leStrade - ha sottolineato Fabrizio Apostolo - per
avermi accompagnato in una parte importante del mio percorso professionale e formulo i migliori auguri di buon
lavoro all’architetto Parati. Rivolgo inoltre un ringraziamento particolare all’intera comunità delle infrastrutture,
italiana e internazionale, con cui da anni è in essere un mutuo, intenso e inesauribile scambio informativo, formativo,
conoscitivo e di visione, sempre funzionale alla diffusione delle buone pratiche di settore. È un’energia, questa, che
porterò sempre con me come un dono prezioso”.
“Ringrazio a mia volta il direttore editoriale uscente di leStrade, dottor Apostolo, - ha sottolineato Fabrizio Parati - per il
generoso trasferimento delle conoscenze e delle competenze (maturate in un decennio di magistrale conduzione della
rivista). E soprattutto ringrazio la Casa Editrice La Fiaccola per la fiducia espressa nell’affidarmi questo appassionante
incarico. La mia volontà, nell’assumere il nuovo impegno, è di orientare lo sguardo alla precisa identità, costruita in
ben oltre un secolo di storia, della rivista leStrade. Ciò significa, sul piano editoriale, la scelta di un accurato criterio:
conciliare continuità e fisiologiche necessità di rinnovamento. Con la preziosa collaborazione della nuova squadra
intendiamo avviarci, anche grazie a Voi affezionati e benevoli lettori, ad aggiuntivi traguardi di consenso”.
Riusa, ricicla, rigenera l’asfalto all’infinito.
www.iterchimica.it
Strade durature, sicure, ecosostenibili
4/2022
8
Normativa e Infrastrutture
Efficienza negli affidamenti
L’affidamento diretto “puro” alla luce del cd. Decreto Semplificazioni
Claudio Guccione
Avvocato dell’Anno
nel Diritto amministrativo
Appalti ai Legal Community
Litigation Awards 2021
La Quinta Sezione del Consiglio di Stato con la sentenza
del 15 febbraio 2022, n. 1108, si è espressa
in relazione allo strumento dell’affidamento diretto
“puro” emergenziale, introdotto dal decreto legge 16
luglio 2020, n. 76 (cd. “Decreto Semplificazioni”). Nella
specie, si è chiarito che detta particolare procedura di
aggiudicazione, in virtù della fluidità delle sue modalità
procedurali, permette – soprattutto nell’attuale periodo
di crisi economica – di garantire una certa efficienza
negli affidamenti, sicché giustifica una deroga ai generali
principi in tema di aggiudicazione ed esecuzione.
L’affidamento diretto:
inquadramento normativo
Com’è noto, lo strumento dell’affidamento diretto è una
modalità di individuazione del contraente che viene in
considerazione nell’ambito dei contratti cd. “sotto-soglia”,
ossia di importo inferiore alle soglie di rilevanza comunitaria
di cui all’art. 35 del d.lgs. n. 50/2016 (di seguito
anche “Codice dei contratti pubblici” o “Codice”).
L’avvocato Claudio Guccione, fondatore di P&I - Studio Legale Guccione
& Associati, è Professore a contratto di Diritto delle Opere Pubbliche
all’Università La Sapienza di Roma (claudio.guccione@peilex.com).
L’Opinione legale
In generale, l’affidamento dei contratti “sotto-soglia” è
disciplinato dall’art. 36, comma 1, del Codice, ai sensi
del quale “L’affidamento e l’esecuzione di lavori, servizi
e forniture di importo inferiore alle soglie di cui all’articolo
35 avvengono nel rispetto dei principi di cui agli
articoli 30, comma 1, 34 e 42, nonché del rispetto del
principio di rotazione degli inviti e degli affidamenti e in
modo da assicurare l’effettiva possibilità di partecipazione
delle microimprese, piccole e medie imprese (…)”.
Il successivo comma 2, invece, introduce una disciplina
specifica per i contratti sotto-soglia di importo inferiore
alle somme specificatamente indicate. Più in particolare,
l’art. 36, comma 2, lett. a), del Codice, per l’affidamento
e l’esecuzione di lavori, servizi e forniture di importo
inferiore a 40.000,00 euro prevede la possibilità
di procedere mediante affidamento diretto, anche senza
previa consultazione di due o più operatori economici,
o per i lavori in amministrazione diretta. Inoltre,
l’affidamento diretto è percorribile sia nell’ipotesi di cui
sopra che nel caso di lavori di somma urgenza, entro il
limite di 200.000,00 euro, quando indispensabili per rimuovere
un improvviso stato di pregiudizio alla pubblica
e privata incolumità (art. 163, comma 1, del Codice).
Mentre, la successiva lett. b) prescrive per i contratti
di importo pari o superiore a 40.000,00 euro e inferiore
a 150.000,00 euro, o alle soglie comunitarie per le
forniture e i servizi, la possibilità di procedere mediante
affidamento diretto previa valutazione di tre preventivi,
ove esistenti, per i lavori, i servizi e le forniture,
di almeno cinque operatori economici individuati sulla
base di indagini di mercato o tramite elenchi di operatori
economici.
Con specifico riferimento allo strumento dell’affidamento
diretto, uno dei temi maggiormente dibattuti è sicuramente
quello dell’obbligo di motivare (o meno) il
ricorso a detto strumento. Infatti, nella sua originaria
formulazione il Codice subordinava l’affidamento diretto
ad “adeguata” motivazione.
Detta circostanza aveva causato diversi dubbi sulla corretta
applicazione dello strumento, tant’è che l’ANAC si
era espressa nel senso che in tali ipotesi dovesse essere
comunque imbastita una (informale) procedura competitiva
al fine di dar conto “del possesso da parte dell’operatore
economico selezionato dei requisiti richiesti nella
determina a contrarre o nell’atto ad essa equivalente,
della rispondenza di quanto offerto all’interesse pubblico
che la stazione appaltante deve soddisfare, di eventuali
caratteristiche migliorative offerte dall’affidatario,
della congruità del prezzo in rapporto alla qualità della
prestazione, nonché del rispetto del principio di rotazione”
(cfr. Delibera ANAC del 26 ottobre 2016, n. 1097).
Di qui, in sede di correttivo si è precisato che la stazione
appaltante può procedere ad affidamento diretto
tramite semplice determina a contrarre, o atto equivalente,
che contenga, in modo semplificato, l’oggetto
dell’affidamento, l’importo, il fornitore, le ragioni della
scelta del fornitore, il possesso da parte sua dei requisiti
di carattere generale nonché il possesso di quelli tecnico-professionali,
ove richiesti (art. 32, comma 2, del
Codice, come modificato dall’art. 22, comma 1, lettera
a), del d.lgs. n. 56/2017).
L’art. 36, comma 2, lett. a), è stato di recente oggetto di
modifica ad opera del decreto legge n. 76/2020 (recante
“Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione
digitale”), convertito con modificazioni dalla legge 11
settembre 2020, n. 120, il quale, al fine di agevolare gli
investimenti pubblici nei settori delle infrastrutture e dei
servizi pubblici soprattutto a seguito degli effetti causati
dalla pandemia da Covid-19, ha introdotto una deroga
– sino al 31 dicembre 2021 – alla disciplina dell’affidamento
diretto, semplificandone le modalità procedurali.
In base all’art. 1, comma 1, del d.l. n. 76/2020 l’affidamento
diretto è ammesso per i contratti di lavori, servizi
e forniture “di importo inferiore a 150.000,00 euro e,
comunque, per i servizi e forniture nei limiti delle soglie
di cui al citato articolo 35”. Nella specie, in questi casi
(i) l’affidamento può essere realizzato mediante determina
a contrarre o atto equivalente, (ii) non è richiesta
la garanzia provvisoria ex art. 93 del Codice, salva la
sussistenza di particolari esigenze, (iii) l’individuazione
definitiva del contraente deve essere effettuata entro il
termine di due mesi dalla data di adozione dell’atto di
avvio del procedimento, salve le ipotesi in cui la procedura
sia sospesa per effetto di provvedimenti dell’autorità
giudiziaria, (iv) la mancata stipulazione del contratto
entro il termine previsto può essere valutata ai
fini della responsabilità del responsabile unico del procedimento
per danno erariale oppure laddove vi siano
ritardi imputabili all’operatore economico, essi costituiscono
causa di esclusione dell’operatore dalla procedura
o di risoluzione del contratto per inadempimento.
In altri termini, il d.l. n. 76/2020 ha introdotto una “tipologia”
di affidamento diretto che può definirsi “puro”
in quanto non necessita di particolari formalità.
Peraltro, la disciplina derogatoria del Decreto Semplificazioni
è stata, di recente, modificata dal decreto legge
31 maggio 2021, n. 77 (recante “Governance del
Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure
di rafforzamento delle strutture amministrative e
di accelerazione e snellimento delle procedure”), convertito
con modificazioni dalla legge 29 luglio 2021,
n. 108, che ha esteso la deroga all’art. 36 del Codice
sino al 30 giugno 2023. In particolare, l’art. 51, comma
1, del d.l. 77/2021 ha espressamente previsto che
nell’ambito dell’affidamento diretto “puro” i contraenti
scelti dall’Amministrazione debbano essere “in pos-
4/2022 leStrade
OSSERVATORIO NORMATIVO
n Decreto Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili del 17 gennaio 2022, n. 12 recante “Adozione
delle linee guida per l’omogenea applicazione da parte delle stazioni appaltanti delle funzioni del collegio
consultivo tecnico” (G.U. 7/3/2022 n. 55);
n Decreto Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili del 1° febbraio 2022, n. 23 recante “Istituzione
dell’osservatorio permanente per assicurare il monitoraggio dell’attività dei collegi consultivi tecnici”
(G.U. 7/3/2022 n. 55).
sesso di pregresse e documentate esperienze analoghe
a quelle oggetto di affidamento, anche individuati
tra coloro che risultano iscritti in elenchi o albi istituiti
dalla stazione appaltante, comunque nel rispetto del
principio di rotazione”.
Il caso e il giudizio di primo grado
La controversia oggetto della pronuncia in commento
concerneva l’affidamento in concessione del servizio di
gestione di un compendio immobiliare ad uso attività
turistico-ricettiva predisposto da un Comune ligure ai
sensi dell’art. 1, comma 2, lett. a) del d.l. n. 76/2020.
Una società operante nel settore, che aveva nei mesi
precedenti all’affidamento presentato la propria manifestazione
di interesse, proponeva ricorso dinnanzi al
Tribunale Amministrativo Regionale per la Liguria, impugnando
le determinazioni comunali con cui veniva
predisposto l’affidamento diretto di cui si è detto. In
particolare, l’operatore economico ricorrente censurava
l’operato dell’Amministrazione in quanto aveva provveduto
ad affidare la concessione di servizi senza ricorrere
preventivamente alla consultazione di altri operatori
economici sul mercato (tra cui la stessa ricorrente).
In primo luogo, con il primo motivo di ricorso la società
ricorrente sosteneva che l’art. 1 del d.l. n. 76/2020
avesse introdotto una deroga alla disciplina di cui all’art.
36 del Codice dei contratti pubblici solo con riferimento
alle soglie individuate dal comma 2, e quindi non anche
a quanto previsto dal comma 1. Conseguentemente,
il Comune avrebbe dovuto rispettare i principi generali
in materia di affidamento ed esecuzione degli appalti e
delle concessioni ex art. 30, sicché avrebbe dovuto esaminare
le altre soluzioni presenti sul mercato prima di
procedere all’affidamento diretto del servizio.
Inoltre, il ricorrente sosteneva – indipendentemente
dal primo motivo di ricorso – l’illegittimità dei provvedimenti
comunali in virtù di quanto disposto dall’art. 173
del Codice dei contratti pubblici, secondo cui “Le concessioni
sono aggiudicate sulla base dei principi di cui
all’articolo 30”. A detta del ricorrente, la previsione richiamata
impedirebbe l’applicabilità dell’art. 36, comma
2, imponendo in ogni caso il rispetto dei principi generali
ex art. 30 e il correlato obbligo di consultazione
di più operatori economici.
Il T.A.R. Liguria con sentenza del 29 ottobre 2020, n. 742,
ha respinto il ricorso per infondatezza di tutte le censure
proposte dal ricorrente. Con riferimento al primo motivo
sopra riportato, il giudice di primo grado, innanzitutto,
precisa che il comma 2 dell’art. 36 ha carattere derogatorio
rispetto a quanto previsto dal precedente comma
1, introducendo per i contratti “sotto-soglia” la possibilità
di procedere all’affidamento diretto “anche in assenza
di consultazione di due o più operatori economici”.
Pertanto, secondo il Tribunale, le novità apportate dal
Decreto Semplificazioni, modificando solo gli importi
previsti dall’art. 36, comma 2, del Codice dei contratti
pubblici, non hanno “snaturato” il carattere derogatorio
della norma, cosicché l’Amministrazione – come
nel caso di specie – non è tenuta a nessuna gara informale
o consultazione prima di utilizzare lo strumento
dell’affidamento diretto.
Poi, per quel che concerne il secondo motivo di ricorso,
il giudice di primo grado riporta quanto previsto
dall’art. 164, comma 2, del d.lgs. n. 50/2016, secondo
cui trovano applicazione ai contratti di concessione di
lavori o di servizi le disposizioni codicistiche relative alle
“modalità e procedure di affidamento”, tra cui rientra
l’art. 36 sia nel suo primo comma che nel secondo. Di
conseguenza, le modifiche normative riguardanti l’art.
36, comma 2, del Codice, trovano applicazione anche
nei casi di affidamento di un contratto di concessione.
La posizione del Consiglio di Stato
L’impresa soccombente in primo grado proponeva appello
dinnanzi al Consiglio di Stato, il quale ha respinto
il ricorso confermando le argomentazioni del giudice
di primo grado e ha fornito nuove indicazioni in merito
allo strumento dell’affidamento diretto “puro” introdotto
dal d.l. n. 76/2020.
Anzitutto, i giudici di Palazzo Spada puntualizzano che
il più volte richiamato decreto legge ha introdotto una
disciplina particolare dello strumento dell’affidamento
diretto ex art. 36 del Codice per far fronte allo stato
di emergenza causato dalla pandemia da Covid-19,
e quindi una disciplina temporanea – applicabile esclusivamente
agli affidamenti la cui determine a contrarre
o altro atto di avvio del procedimento siano adottati
entro il 30 giugno 2023 (come noto, termine da ultimo
prolungato dal d.l. n. 77/2021) – e derogatoria del Codice
dei contratti pubblici.
In particolare, si chiarisce che il Decreto Semplificazioni,
ferma l’applicazione dei principi di cui all’art. 30 del
Codice, ha introdotto per gli appalti di modico valore
forme procedurali semplificate al fine di garantire la rapidità
ed efficienza negli affidamenti.
Inquadrata la deroga normativa, il Consiglio di Stato
si focalizza sulla particolare procedura di affidamento
introdotta, e in particolare sul rapporto tra affidamento
diretto “puro” e la necessità (o meno) di una
motivazione.
Sul punto, si osserva che il ricorso alla procedura semplificata
di cui al d.l. n. 76/2020 non presuppone l’espletamento
di indagini di mercato o di consultazioni,
nonché una particolare motivazione. Difatti, dalla lettura
della lett. a) e della lett. b) comma 2 dell’art. 1
del d.l. n. 76/2020 emerge con evidenza che nel caso
9
LS
di affidamento diretto è riservata alla discrezionalità
dell’Amministrazione la scelta del contraente, senza che
sia necessaria la previa consultazione di altri operatori
economici, attività prevista solo per la procedura negoziata
senza bando di cui alla lett. b).
Sul punto, i giudici di secondo grado richiamano un recente
parere del Ministero delle Infrastrutture e della
Mobilità Sostenibili del 20 ottobre 2020 n. 764, il quale
ribadisce che sicuramente il confronto tra più operatori
economici deve considerarsi una best practis che, tuttavia,
deve ritenersi contraria alle disposizioni del Decreto
Semplificazioni tese, invece, a contrastare le dilazioni
dei tempi di affidamento.
Peraltro, quanto detto trova conferma anche nella recente
giurisprudenza amministrativa secondo cui, in
materia di affidamento diretto e relativamente a quanto
disposto dal Decreto Semplificazioni, la stazione appaltante
è libera di negoziare la prestazione con l’appaltatore
che offre il miglior prezzo senza nessuna necessità
di particolari motivazioni (cfr. Cons. St., sez. IV, 23
aprile 2021, n. 3287).
Tuttavia, al contempo, anche se l’affidamento diretto
“puro” non richiede una particolare motivazione, ciò non
vuol dire che non sia soggetto ad alcuna limitazione. Infatti,
un limite alla semplificazione procedurale si rinviene
comunque nel comma 3 del medesimo articolo 1 del
d.l. 76/2020 secondo cui “Gli affidamenti diretti possono
essere realizzati tramite determina a contrarre, o atto
equivalente, che contenga gli elementi descritti nell’articolo
32, comma 2, del decreto legislativo n. 50 del 2016”.
Ebbene, quest’ultima norma dispone che “la stazione
appaltante può procedere all’affidamento diretto tramite
determina a contrarre, o atto equivalente, che contenga,
in modo semplificato, l’oggetto dell’affidamento,
l’importo, il fornitore, le ragioni della scelta del fornitore,
il possesso da parte sua dei requisiti di carattere generale,
nonché il possesso dei requisiti tecnico-professionali,
ove richiesti”. A ciò deve aggiungersi quanto previsto
dal d.l. n. 77/2021 in relazione al soggetto contraente,
il quale deve essere comunque in possesso di esperienze
in settori analoghi nonché eventualmente iscritto in
elenchi o albi istituiti dalla stazione appaltante.
In altri termini, la Stazione Appaltante nel caso in cui
scelga di procedere mediante affidamento diretto non
deve motivare il perché abbia scelto un operatore economico
piuttosto che un altro, bensì deve esporre le ragioni
della scelta dell’affidatario al fine di dimostrarne
l’integrità, l’affidabilità nonché l’idoneità ad eseguire le
prestazioni oggetto di affidamento.
Ciò posto, in riferimento alla fattispecie oggetto di causa,
il Consiglio di Stato osserva che il Comune aveva
adeguatamente chiarito le ragioni a fondamento della
scelta operata, evidenziando di aver deciso di esternalizzare
la gestione del servizio non essendo in grado
di provvedere autonomamente alla struttura. Inoltre,
l’Amministrazione aveva precisato di aver preferito l’affidamento
diretto al fine di evitare il prolungamento della
chiusura della struttura, garantendo quindi la ripresa
della gestione in tempi rapidi.
In conclusione, i giudici di Palazzo Spada – alla luce di
quanto sin qui esposto e sostenendo le argomentazioni
del T.A.R. Liguria – concludono che il Comune ha
correttamente affidato la concessione ai sensi del d.l.
n. 76/2020. nn
4/2022
L’Opinione legale
10
11 LS
L’Opinione Tecnica
Risorse europee a beneficio
di riqualificazione e territori
Trasporti da rendere sempre più interconnessi e, a loro volta, funzionali a garantire
le interconnessioni: dai centri alle periferie. Con un occhio di riguardo all’aspetto cruciale
dello sviluppo urbano, che passa anche e soprattutto attraverso le buone infrastrutture
Francesco Annunziata
Alfonso Annunziata
Università di Cagliari
Si impone una premessa di carattere generale che
vale per gran parte del nostro Paese. La realtà
prevalente è un territorio per la maggior parte
collinare, caratterizzato dalla presenza di molti centri
abitati di differenti dimensioni ed età, ma connotati,
seppure in diversa misura, dalla presenza di emergenze
archeologiche e storico-culturali, prodotto di secoli
di storia, e talvolta localizzati, anche per ragioni difensive,
in posizioni di difficile accessibilità. Da tempo
si assiste a fenomeni di pendolarità determinati dalla
localizzazione dei luoghi di lavoro e dei servizi di differente
tipo in città di medie dimensioni, situate in aree
pianeggianti e comunque meglio servite dal sistema dei
trasporti. Questa situazione ha inizialmente determinato
spostamenti quotidiani, dalle aree periferiche marginalizzate
alle città di servizio, e infine abbandono di
1. Strada urbana
tro, ferrovie e, come detto, nodi di trasporto, in particolare
aeroportuali.
Ancora nelle aree urbane esiste un modo specifico ,
dato dalle nostre gambe – modo iniziale e finale nei nostri
percorsi: la distanza pedonale, tra area di sosta e
destinazione finale, deve tener conto della dimensione
della città, delle caratteristiche delle distinte aree urbane
(aree di servizio, aree residenziali, etc.) e di quelle
dei residenti; si deve tener conto che i percorsi pedonali
si devono svolgere su marciapiedi di adeguata dimensione,
spazio unicamente riservato ai pedoni, e quindi
differenziato nelle dimensioni anche in funzione delle
vocazioni e delle tipicità delle aree servite, escluso dal
transito di biciclette, monopattini elettrici e/o altro. Il
marciapiede, oltre ad essere considerato spazio sociale,
deve essere organizzato perché sia sicuro, confortevole
e gradevole nella progettazione di aree pedonali
e di una città più a misura di utenze deboli.
Un aspetto importante dell’intermodalità deve essenalità,
in particolare nelle regioni meridionali e insulari
del nostro Paese, ove i presidi e le reti presentano
maggiori criticità.
Sistema dei trasporti
integrato e intermodale
Abbiamo assistito e continuiamo ad assistere a progettazioni
dei differenti modi di trasporto limitate a integrazioni
settoriali, per esempio le strade fanno reti con
altre strade di differenti ruoli territoriali, ma raramente
sono state intese interconnesse con altre strutture
o infrastrutture ferroviarie, marittime ed aeree; eppure
per intermodalità si intende integrazione tra i diversi
modi nel soddisfacimento della mobilità delle persone
e della movimentazione delle merci.
Nel settore stradale l’integrazione deve svolgersi tra
differenti tipi di strade: l’armatura di livello nazionale,
interregionale e regionale deve essere interconnessa
con la rete della viabilità extraurbana ordinaria; se ne
avrebbe l’implementazione del servizio della strada di
livello superiore al territorio attraversato, con importanti
ricadute sulla disponibilità di un reale tessuto connettivo
del nostro Paese: si impone pertanto la riqualificazione
del patrimonio infrastrutturale esistente, spesso
costituito da obsolete strade a carreggiata unica a due
corsie, peraltro appesantite da condizioni di insicurezza
della circolazione, più gravi che sulla rete autostradale.
E’ anche un problema di non limitare la progettazione al
solo asse principale, e quindi di estendere i contenuti,
quantomeno dei progetti di fattibilità tecnico-ambientale
ed economica, agli elementi viari complementari
che si irradiano o confluiscono nel corridoio sovraordinato.
La scelta delle caratteristiche geometriche e di
progetto dei predetti elementi viari complementari non
può essere indipendente da quelle dell’asse principale:
ne soffrirebbe la stessa sicurezza della circolazione nel
cambiamento repentino delle caratteristiche stradali.
La stessa esigenza si impone nel settore ferroviario:
una linea veloce deve essere interconnessa con altre
linee ferroviarie, quantomeno in termini di orari, e di
tempi di attesa nel passaggio dall’uno all’altro tipo di
offerta, e queste ultime devono essere riqualificate per
le stesse finalità indicate per il settore stradale; sono
ancora molte le linee a binario unico, se non a scartamento
ridotto, tali da non dare risposte adeguate alle
esigenze di continuità/accessibilità territoriale, anche in
riferimento a realtà nazionali ed europee. Le ferrovie
devono tornare ad essere un importante riferimento per
il trasporto delle merci, complementari con il trasporto
su strada e con il trasporto marittimo, ove sia necessario
ridurre l’impatto ambientale, anche in termini di sicurezza
nei confronti dei contesti ambientali attraversati.
Ancora le reti stradali e ferroviarie devono essere
interconnesse attraverso talune stazioni ferroviarie che
devono essere riqualificate per divenire centri intermodali
passeggeri, così da dare risposta alle esigenze dei
flussi pendolari, alleggerendo la pressione sulla viabilità
di accesso alle città di servizio, ed alleggerendo la
necessità di realizzarvi nuove aree/strutture di sosta.
Particolare cura dovrà essere posta nella progettazione
dei centri intermodali passeggeri, parte dell’offerta ferroviaria,
che non dovranno essere limitati al solo parcheggio
dei veicoli in sosta e che dovranno corrispondere
a requisiti di sicurezza e di assistenza alle persone ed
ai veicoli che transiteranno e/o sosteranno. L’integrazione
tra trasporto su strada e per ferrovia dipenderà
molto dalla cura che sarà data alle strutture di transito
nel passaggio da un modo complementare ad un altro.
Le reti stradali e ferroviarie devono essere interconnesse
con i nodi di trasporto, soprattutto aereo. Sotto
questo aspetto ci si è limitati unicamente a garantire
le connessioni stradali, e non sempre anche le complementari
aree/strutture di sosta. Non sempre la localizzazione
degli aeroporti ha considerato l’integrazione
con le linee ferroviarie: molto deve essere fatto per
l’accessibilità ferroviaria dai bacini di utenza, soprattutto
urbana, alle strutture aeroportuali: gli aeroporti
devono essere collegati con linee ferroviarie e/o con
linee metro. In particolare, ove non esistessero collegamenti
aerei con gli aeroporti di destinazione finale,
e si dovesse transitare attraverso aeroporti di transito
intermedi, a questi ultimi dovrebbero essere rapportate
nuove linee TAV, e/o collegati gli aeroporti di transito
alle stazioni ferroviarie servite da esistenti/programmate
linee TAV.
Le aree urbane
e l’intermodalità
Partendo dalla predetta indicazione riferita alle aree
extraurbane, occorre precisare che più specificamente
nelle aree urbane, e nei sistemi urbani integrati policentrici,
l’intermodalità riguarda i rapporti tra trasporto
privato e trasporto collettivo; tra questi ultimi i rapporti
di connessione/integrazione sono nelle aree/strutture
di sosta e di parcheggio, spesso necessarie per
le categorie professionali che usano l’auto come strumento
di lavoro, e da intendere come parte della rete
di trasporto collettivo – struttura portante della mobilità
urbana. Sempre nelle aree urbane deve essere posta
attenzione nella complementarietà tra linee metro
e linee di superficie e nella complementarietà tra me-
L’Opinione tecnica
Francesco Annunziata, laurea in Ingegneria Civile-Trasporti presso l’Università
degli Studi di Cagliari, ha svolto una lunga carriera accademica nel
medesimo ateneo in qualità di professore di Costruzione di Strade, Ferrovie
ed Aeroporti. Già direttore del Dipartimento di Ingegneria Strutturale, ha in
curriculum numerose pubblicazione tecnico-scientifiche, in particolare sul
tema della conservazione e manutenzione del patrimonio infrastrutturale.
Alfonso Annunziata, laurea in Ingegneria Edile e dottorato in Architettura,
ha svolto una cospicua attività di ricerca e divulgazione sui temi delle reti
viarie nei contesti metropolitani e urbane, della sostenibilità ambientale e
della valorizzazione territoriale.
L’Opinione tecnica
un sempre maggior numero di centri abitati con avvicinamento/inurbamento
della popolazione nei predetti
centri urbani di servizio. Nel corso del Secolo trascorso
si sarebbe dovuto comprendere che la popolazione residente
è una preziosa risorsa ambientale ed economica
importante ai fini della difesa, della salvaguardia e
della valorizzazione dei contesti e delle attività ivi localizzate;
ne emerge la necessità di una politica territoriale
tesa alla riorganizzazione del sistema dei servizi,
riavvicinandoli alla domanda, e di migliorare le condizioni
di accessibilità.
Peraltro, occorre ricordare che si va determinando un
rallentamento della crescita delle città maggiori, dovuto
ad un maggior gradimento della popolazione verso
le città di medie dimensioni, accompagnato dalla costituzione
di reti urbane, sinergiche con il ruolo delle città
di maggiori dimensioni. In proposito, quando non esistono
i presupposti per la costituzione di reti di città,
si può osservare il passaggio dal modello di area urbana
conurbata attorno a un centro urbano prevalente,
alla costituzione di sistemi urbani integrati policentrici,
fondati sulla condivisione che taluni servizi, aggiuntivi
a quelli esistenti nel centro urbano maggiore, di interesse
della complessiva popolazione che risiede nell’area,
possano non essere localizzati nell’insediamento
urbano maggiore. Ne va positivamente derivando un
rafforzamento del ruolo della attuale periferia nella logica
di un disegno di riequilibrio territoriale della complessiva
area urbana vasta, premessa per uno sviluppo
socio-economico generale. Per quanto riguarda il sistema
dei trasporti, esso deve essere finalizzato a sostenere
la costituzione di un sistema urbano unitario, che
possa convincere il cittadino a sentire la propria identità
più nell’area vasta che nel singolo comune di origine.
Ciò potrebbe essere facilitato dall’esistenza di confini
territoriali oggi non più netta come in passato.
La scelta di questa diversa organizzazione del territorio
proviene dalla considerazione che alle esigenze della
popolazione residente occorre rispondere con una
politica dei servizi finalizzata a costruire presidi territoriali
e un sistema dei trasporti fortemente interconnesso.
Da solo quest’ultimo non è sufficiente, e deve
essere evitato che il solo intervento sui trasporti mantenga/rafforzi
il rapporto di dipendenza delle periferie,
prevalentemente residenziali, dai centri di servizio. Le
risorse europee dovrebbero essere rivolte a queste fi-
2. Riqualificazione
dei sistemi di trasporto
3. Mobilità ciclabile
4/2022 leStrade
4/2022
12
4. Strada provinciale 5. Connessioni autostrada-territorio
re quello di curarne la continuità tra scale ed ambiti diversi;
questo aspetto determina l’esigenza di costruire
dispositivi e spazi configurati per mediare tra i diversi
ambiti; ad esempio, i nodi delle reti di trasporto, in particolare
delle reti ferroviarie, possono essere riconfigurati
come spazi pubblici, multi-funzionali, spazialmente
e funzionalmente interagenti con il contesto.
Considerazioni riassuntive
Il sistema dei trasporti deve essere inteso come elemento
finalizzato alla progettazione del nuovo territorio-sistema
urbano integrato policentrico; esso va
costruito attorno alla preliminare riqualificazione delle
periferie. I cittadini di un comune compreso nel predetto
sistema urbanizzato devono sentirsi cittadini del
nuovo centro abitato integrato, e molta attenzione deve
essere rivolta alla progettazione del sistema dei servizi
puntuali di uso collettivo e del sistema dei trasporti:
questo, ricondotto ad essere integrato ed intermodale,
deve caratterizzarsi in termini qualitativi nei tempi di
viaggio, nella frequenza dei servizi e nei mezzi di trasporto
sicuri e confortevoli.
6. Strada residenziale
L’Opinione tecnica
La questione dell’accessibilità dei territori implica la
centralità dei requisiti dell’intermodalità, e dunque della
sinergia tra i diversi modi di trasporto, considerandone
la funzione in relazione alla scala del movimento
servito, e l’integrazione tra l’articolazione delle reti
della mobilità e la distribuzione delle funzioni nel territorio.
È certamente condivisibile la realizzazione di linee
ferroviarie ad alta velocità, di corridoi autostradali,
di strutture portuali ed aeroportuali di livello nazionale
e sovranazionale. E tuttavia si ritiene che sia stato
trascurato l’adeguamento del patrimonio infrastrutturale
esistente, la costruzione di un rinnovato tessuto
connettivo che, accanto ad una differente politica delle
strutture di servizio, deve concorrere alla realizzazione
di un sistema insediativo fondato sul rispetto dei contesti
ambientali interessati, sulla valorizzazione e sul
rafforzamento dell’esistente. Le culture locali, lo stesso
tessuto economico fondato sulle piccole-medie imprese,
legato all’agricoltura, alla zootecnia, all’artigianato,
alla produzione di beni di qualità riconosciute nel mondo,
sono riferiti alla popolazione insediata, il cui sentire
identitario è nei luoghi. Continuare a rendere marginali
vaste aree del nostro Paese, rafforzando prevalentemente
gli attrattori di interessi delle città maggiori, assicurando
collegamenti veloci solo tra le suddette città,
e trascurando il livello regionale e sub-regionale, avrà
la conseguenza del perdurare nello spostamento delle
popolazioni verso le maggiori aree urbane, aggravandone
peraltro i problemi, e lasciando le aree interne
prive della salvaguardia assicurata dalle popolazioni
attive nei predetti comparti economici. Le scelte fino
ad ora adottate non hanno risolto le criticità del comparto
infrastrutturale italiano, del complessivo sistema
dei trasporti e si traducono in un pesante fattore di crisi
dell’attuale modello macroeconomico italiano. Se la
riflessione si limita al comparto viario, la diffusa saturazione
dei nodi e delle reti viarie, l’inadeguatezza della
complessiva rete infrastrutturale, in particolare nel
Centro-Sud e nelle Isole, costituiscono il limite principale
di un’ipotesi di affidamento alle strade degli incrementi
di traffico – in particolare mercantile – non assorbibili
dagli altri modi di trasporto. Questi ultimi sono
infatti pesantemente condizionati da carenze progettuali
ed organizzative, e dall’assenza di una politica dei
trasporti finalizzata a realizzare quel sistema integrato
ed intermodale più volte indicato come obiettivo della
programmazione, e mai realizzato.
Alcune stime conducono a supporre che nel corrente
decennio (2016/26) la mobilità dei passeggeri e delle
merci richiederà nuovi investimenti infrastrutturali
soprattutto nei nodi di interscambio. La pianificazione
non dovrà più essere settoriale; dovrà avere una visione
ben coordinata nel settore delle infrastrutture, favorendo
logiche di coerenza programmatica a livello di
sistema dei trasporti, anche attraverso interventi tesi
al miglioramento della rete esistente. L’approccio alla
pianificazione delle infrastrutture dei trasporti del futuro
dovrà essere caratterizzato dalla valorizzazione/riqualificazione
dell’esistente, intervenendo soprattutto sui
piccoli “colli di bottiglia” e sugli aspetti tecnologici dei
differenti settori del comparto infrastrutturale. Pertanto,
le risorse europee disponibili dovranno essere dedicate
al contenimento delle frammentazioni settoriali
ed alla costruzione di un sistema dei trasporti che, nelle
diverse aree extraurbane ed urbane, sia parte importante
di un progetto di riorganizzazione territoriale teso
al superamento della dicotomia centro-periferia. nn
4/2022 leStrade
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LS
A Colonno i lavori per la
variante alla Tremezzina
Completati gli scavi di sbancamento e le opere di rafforzamento corticale dell’imbocco nord
A126 giorni dall’inizio dei lavori di realizzazione
della Variante alla Tremezzina,
avviati da Anas (Gruppo FS Italiane)
lungo la SS 340 “Regina” nel comune
di Colonno (CO), sono stati ultimati gli interventi
integrativi di consolidamento e disgaggio
del versante posto a monte dell’innesto
sud della variante. Martedì 5 aprile si
è così avuta la riapertura al traffico della statale.
Si chiude così la prima fase dei lavori,
resasi strettamente necessaria a consentire
il regolare transito dell’utenza stradale
nel tratto interessato dai lavori ed a garantire
la regolare prosecuzione degli stessi.
La configurazione provvisoria della viabilità
della SS 340 Regina, nel tratto prospicente
l’innesto Sud della variante, ha richiesto
la preventiva realizzazione del muro di
contenimento e dell’annessa soletta a sbalzo
lato lago che, attuando l’allargamento della
preesistente sede viaria, ha consentito di
ricavare le aree necessarie alla realizzazione
della viabilità provvisoria ed all’installazione
del cantiere operativo di imbocco sud.
La costruzione del muro lato lago, completata
in 110 giorni, ha richiesto lo sbancamento
di circa 6300 m 3 di terreno e roccia, per l’u-
Strutture Territoriali
bicazione dello stesso e la realizzazione delle
piste di cantiere necessarie all’esecuzione
dell’opera. Per la costruzione del muro,
sono stati utilizzati 4500 m 3 di calcestruzzo
per i getti di completamento, oltre alla movimentazione
di circa 3000 m 3 di materiali
per i riempimenti a tergo del muro. È stata
completata, inoltre, la stesa di conglomerato
bituminoso (base e binder) per la realizzazione
della nuova pavimentazione stradale.
Sono in corso di completamento, invece,
la posa di circa 300 m di barriere di sicurezza
in legno-acciaio, la posa di circa 300 m di
new jersey in c.a. (necessari alla delimitazione
delle aree di cantiere) e la realizzazione
della segnaletica orizzontale e verticale.
Parallelamente alla realizzazione del muro
lato lago sono stati realizzati gli scavi di sbancamento,
prevalentemente in roccia, dell’area
di imbocco Nord della galleria di svincolo (salto
di montone) e di buona parte delle aree di
imbocco Sud, attuate anche con l’utilizzo di
esplosivi. Sui versanti rocciosi dei due imbocchi,
infine, sono state realizzate circa 2.000 m
di perforazioni per le chiodature di consolidamento
in parete e la posa di circa 4.000 m 2 di
reti corticali di contenimento. nn
Osservatorio ANAS
4/2022 leStrade
con
16
News
Notiziario chiuso il 11 Aprile 2022
Attualità
Il primo Hyper Transfer trasferimento di persone e di consentire poi, entro
System d’Italia
merci containerizzate attraverso l’estate 2023,
È la sfida del trasporto
ultraveloce. Totalmente sostenibile
e a basso consumo di energia. È
un sistema di trasporto a guida
vincolata, in ambiente ad attrito
limitato e resistenza aerodinamica
controllata. È Hyper Transfer.
Il sistema sarà sperimentato in
Veneto, grazie a un protocollo
d’intesa sottoscritto tra il Ministero
delle Infrastrutture e della Mobilità
Sostenibili, la Regione Veneto e
Concessioni Autostradali Venete.
La firma è avvenuta a Verona,
all’interno di LETExpo, la Fiera
della logistica, dei trasporti e
dell’intermodalità sostenibile. A
tenere a battesimo la nascita di
Hyper Transfer sono stati l’AD di
Concessioni Autostradali Venete,
Ugo Dibennardo, il Presidente
della Regione Veneto, Luca Zaia, e
il Ministro delle Infrastrutture e
della Mobilità Sostenibili, Enrico
Giovannini.
In un contesto trasportistico in
continua evoluzione, il Veneto
sceglie di realizzare sistemi di
infrastrutturazione alternativi e in
grado di favorire il collegamento
veloce di punti strategici del
territorio regionale e nazionale.
L’obiettivo sarà raggiunto
attraverso il coinvolgimento di
attori pubblici e privati, con
Concessioni Autostradali Venete
che fornirà supporto attivo alla
realizzazione del progetto.
Hyper Transfer prevede il
un tubo nel quale viaggiano
capsule isolate dall’esterno e
spinte attraverso sistemi di
propulsione e sospensione
garantite dalla lievitazione
magnetica: in questo modo è
possibile mantenere la differenza
di pressione con l’esterno e
raggiungere velocità finora mai
sperimentate (anche di 1.200
km/h) dai tradizionali sistemi di
trasporto.
Numerosi i vantaggi dell’altissima
velocità: con la riduzione delle
tempistiche di trasporto e del
relativo consumo energetico,
Hyper Transfer potrà contribuire al
rilancio dell’economia del territorio
e del Sistema Paese, in una
modalità totalmente
ecosostenibile, e potrà contribuire
alla riduzione del trasporto su
gomma.
Cambiamento sistemico
La firma del protocollo d’intesa dà
il via a una road map che
prevede, entro i prossimi mesi, la
pubblicazione, da parte di
Concessioni Autostradali Venete,
di un avviso finalizzato a
raccogliere la manifestazione di
interesse da parte di imprese o
raggruppamenti di imprese
interessati a realizzare il progetto.
Entro la fine dell’anno, sulla base
delle offerte ricevute, Concessioni
Autostradali Venete procederà a
individuare il partner, per
l’ottenimento di uno
studio di fattibilità. I
passaggi successivi, che
culmineranno nel 2026,
prevedono lo sviluppo
della progettazione e la
realizzazione di un test
truck per ottenere la
certificazione del
sistema, propedeutico all’avvio
ufficiale del primo Hyper Transfer
System d’Italia.
Nel mondo, il sistema Hyper
Transfer è in fase avanzata di test
negli Stati Uniti, a Los Angeles, e
vicino a Tolosa, in Francia. Studi di
fattibilità riguardano possibili
progetti analoghi in Spagna,
Arabia Saudita e India.
«Hyper Transfer – ha commentato
l’ingegner Ugo Dibennardo –
detiene tutte le potenzialità per
apportare al settore dei trasporti
lo stesso cambiamento sistemico
che lo smartphone ha introdotto
nel mondo della telefonia. Siamo
nelle condizioni di poter affermare
che l’Italia ha tutte le carte in
regola per dotarsi degli strumenti
infrastrutturali di avanguardia
tecnologica utili e necessari per il
rilancio delle nostre economie in
totale sostenibilità».
Luisa Serato, Presidente di CAV:
«Essere i primi in Italia a
sperimentare questo innovativo
sistema di mobilità ci riempie
d’orgoglio e proietta questa
Società in un tempo in cui
intermodalità, sostenibilità e
sviluppo concorreranno sempre
più a formare un’opportunità per il
territorio e il Sistema Paese, tra
l’altro in piena sintonia con il
Piano Regionale dei Trasporti
recentemente approvato».
«Il Veneto – ha detto il Presidente
Luca Zaia – è la prima regione ad
avviare una simile
sperimentazione, i cui vantaggi
saranno trasversali: ne trarranno
beneficio le nostre 450.000
imprese e il nostro modello di
distretto industriale diffuso».
«Con questo progetto – ha
concluso il Ministro Enrico
Giovannini – stiamo facendo un
investimento che guarda al futuro,
ma che può produrre risultati in
tempi molto rapidi. Con CAV
abbiamo già identificato vantaggi
e possibili criticità, sulle quali
lavoreremo insieme. Lo slogan
scelto Future Mobility Now è
perfetto, perché dobbiamo
ragionare e programmare per il
futuro, ma dobbiamo farlo
adesso».
CAVSPA.IT
Soluzione
one-box
DKV Mobility, uno dei principali
fornitori di servizi per la
mobilità in Europa, e Tolltickets,
uno dei principali fornitori di
servizi di pedaggio europei,
hanno recentemente
annunciato la loro partnership.
A partire dallo scorso mese
di gennaio 2022, tutti i
clienti di DKV Mobility
hanno la possibilità di
accedere alla rete di
pedaggio scandinava con
una soluzione one-box
fornita da Tolltickets.
Questo servizio offre, ai
clienti DKV Mobility, facilità
e convenienza durante la
guida attraverso le stazioni
di pedaggio sulle strade
scandinave.
DKV Mobility ha già un
ampio portafoglio che
comprende OBU di terzi.
«In questa decisione
consapevole, l’interesse
dei nostri clienti rimane la
nostra massima priorità»,
afferma Jérôme Lejeune,
Managing Director Toll di DKV
Mobility. «Siamo molto felici di
questa preziosa partnership con
Tolltickets, per poter offrire ai
nostri clienti in Scandinavia
un’esperienza di guida ancora
più fluida che permetterà loro
di risparmiare tempo mentre
guidano attraverso le stazioni di
pedaggio».
Marco Berardelli, Managing
Director di DKV Italia, conferma
e aggiunge: «I clienti di DKV
Mobility potranno ora usufruire
dei vantaggi di una soluzione
17LS
completamente integrata che
amplia l’accessibilità a strade,
ponti e traghetti in Norvegia e
ai ponti Öresund e Störebelt in
Svezia e Danimarca. Le nostre
strategie di partnership e le
collaborazioni con aziende terze
rientrano in un disegno più
ampio che mette sempre al
centro le esigenze dei
clienti».
Quentin Couret, Chief
Operating Officer di
Tolltickets, aggiunge
ulteriori considerazioni: «È
un solido riconoscimento
per noi. La nostra struttura
organizzativa agile e la
nostra filosofia di problemsolving
ci spingono ogni
giorno a progettare
continuamente soluzioni su
misura per i nostri partner
e clienti». E aggiunge:
«Non vediamo l’ora di
collaborare con successo
con DKV Mobility».
DKV-MOBILITY.COM
leStrade
LS
Aeroporti Autostrade Ferrovie
Aeroporti Autostrade Ferrovie
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News Attualità
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News Attualità
4/2022 leStrade
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Armadi SOS di galleria e colonnine in
itinere nate in Italia, per le strade
italiane e con lo sguardo rivolto alla
smart road e alla smart mobility
CONFIGURAZIONE E
DIAGNOSTICA REMOTE
Due progetti
svedesi
Itinera, società di grandi opere
infrastrutturali del Gruppo
ASTM, si è aggiudicata due
importanti contratti in Svezia
per la realizzazione di due tratte
della metropolitana di
Stoccolma, per un valore
complessivo di 225 milioni di
euro. Il committente delle due
iniziative è la Regione di
Stoccolma. La rinnovata linea
metropolitana creerà
opportunità di viaggio che
andranno a beneficio di molte
persone. Sarà possibile
viaggiare direttamente da
Söderort all’ospedale
universitario Karolinska, di
Hagastaden, o all’Arenastaden.
Hammarby Canal
Il primo dei due contratti
riguarda la realizzazione di un
tratto di metropolitana,
denominato “Hammarby Canal",
nell’ambito del progetto Linea
Metropolitana Blue della città di
Stoccolma. È prevista la
costruzione di tre tratti di
tunnel, per una lunghezza totale
di circa 1.100 m, oltre alla
costruzione della Stazione di
Hammarby Canal. Situata sotto
il canale Hammarby, ad una
profondità di 40 m, la stazione
comprende due ingressi e due
pozzi di ventilazione. I lavori
avranno una durata di 36 mesi
ed un valore di circa 90 milioni
di euro.
Arenastaden - Södra
Hagalund
Il secondo contratto è relativo
alla realizzazione del tratto della
metropolitana denominato
“Arenastaden - Södra
Hagalund" che si collega verso
sud alla Linea Metropolitana
Verde della capitale svedese.
L’area dei lavori,
prevalentemente in
sotterraneo, si trova nella
municipalità di Solna. È
compresa tra l’Ospedale
Universitario Karolinska e
l’Arena Friend. È prevista la
realizzazione di due stazioni
(Arenastaden e Södra
Hagalund), ciascuna con due
uscite. È contemplata anche la
costruzione di un tunnel di
collegamento lungo circa 2,5
km. I lavori avranno una durata
di 53 mesi ed un valore di circa
135 milioni di euro.
L’impatto sul territorio
Il Gruppo ASTM, perfettamente
consapevole che l’insieme delle
infrastrutture rappresenta un
asset strategico per la crescita
economica e per il benessere
dei cittadini, presta totale
attenzione agli impatti
economici e sociali che sono
diretta conseguenza dalla
propria attività d’impresa. Si
stima, infatti, che i due progetti
avranno un impatto complessivo
sul territorio di oltre 600 milioni
di euro in termini di contributo
economico generato.
L’aggiudicazione di questi nuovi,
importanti contratti consente ad
Itinera di confermare la propria
presenza nell’elenco che
raggruppa le imprese leader,
anche a livello europeo, nel
settore delle infrastrutture. La
società è già impegnata, infatti,
in diversi progetti
infrastrutturali in tutta l’area del
Nord Europa. Tra di essi, la
realizzazione, in Svezia, del
ponte Skurusunds, e, in
Danimarca, del ponte
Storstrøm, oltre a due ospedali
nelle città di Odense e di Koge.
ITINERA-SPA.IT
CHIAMATE DI EMERGENZA
DIFFUSIONE SONORA
INTERFONIA
News Attualità
4/2022 leStrade
20
21LS
News
Prodotti
Hitachi monta
Leica in linea
Hitachi Construction Machinery
Europe e Leica Geosystems
(Hexagon) hanno firmato un
accordo per offrire l’allestimento
dei nuovi escavatori Zaxis-7 con
soluzioni di controllo macchina
2D e 3D, direttamente nello
stabilimento Hitachi di
Amsterdam. In questo modo, i
clienti finali beneficiano di test
approfonditi di calibrazione e di
un'installazione professionale,
affidabile e garantita dalla Casa
madre. Al momento dell’ordine, i
clienti potranno scegliere tra
diverse opzioni d’allestimento.
Questo permette, tra l’altro, di
finanziare l’acquisto di macchina
Chi è Leica Geosystems
Leica Geosystems, parte del gruppo Hexagon, crea soluzioni
complete per i professionisti di tutto il pianeta. I professionisti di
differenti settori, da quello aerospaziale e della difesa a quello
della sicurezza e protezione, dall'edilizia alla produzione
industriale, si affidano a Leica Geosystems per tutte le proprie
esigenze geospaziali. Con strumenti precisi e accurati, software
sofisticati e servizi affidabili, Leica Geosystems offre ogni giorno
valore a coloro che plasmano il futuro del nostro mondo.
Ryo Kurihara, Solution Linkage
Manager di HCME, commenta:
“Non vediamo l'ora di offrire ai
clienti questa nuova opzione,
che non solo consentirà loro di
risparmiare tempo, ma renderà
anche i loro escavatori Hitachi
ancora più efficienti e produttivi
in loco. Fornendo soluzioni
affidabili incentrate sul cliente,
miriamo a diventare il loro
fornitore di soluzioni di prima
scelta”.
Magnus Thibblin, Presidente di
Leica Geosystems Machine
Control, afferma inoltre: “La
collaborazione è essenziale per
il successo dei progetti di
costruzione. Riconosciamo
l'importanza delle partnership e
della cooperazione industriale
per fornire agli appaltatori le
ultime tecnologie facilmente
accessibili. Siamo lieti di
collaborare con Hitachi
Construction Machinery Europe
per fornire ai clienti soluzioni di
controllo macchina di alto livello
sugli escavatori Zaxis-7
consegnati direttamente dalla
fabbrica”.
LEICA-GEOSYSTEMS.COM
SPERIMENTATO DA
News Prodotti
e sistemi Leica in un unico
pacchetto, a fronte della
possibilità di completare il lavoro
nei tempi stabiliti, in modo
sicuro e sostenibile, e
rispettando le specifiche e il
budget. Dal semplice scavo a
quota uniforme fino al
livellamento preciso di un
pendio, la soluzione di controllo
della macchina fornisce agli
operatori un sistema di facile
utilizzo per scavare rapidamente
realizzando un lavoro perfetto al
primo colpo. Ecco le opzioni
disponibili a listino Hitachi:
controllo macchina 2D,
predisposizione per 2D con
staffa e cavi compatibili 3D, in
modo che i clienti possano
eseguire l'upgrade al 3D quando
lo desiderano, oppure l’opzione
3D completa da subito. Inoltre,
è possibile integrare nel sistema
completamente, sempre
montandoli in fabbrica, anche
attacchi e accessori come i
sistemi tilt rotator.
DRACOBIT,
PRONTO A TUTTI.
Il sistema di pavimentazione che resiste
ai giganti della strada.
News Prodotti
4/2022 leStrade
Il sistema di pavimentazione semi 昀 essibile DRACOBIT, in soli 5 cm di spessore, garantisce
una resistenza all’abrasione, ai carichi dinamici, agli urti e allo sgranamento, superiore
a ogni altra soluzione per grandi aree esterne logistiche. Le performance di DRACOBIT
-come certi 昀 cato e sperimentato dal laboratorio Strade dell’università Politecnica delle
Marche- permangono anche alle basse e alte temperature, due condizioni che costituiscono
una notevole criticità per i tradizionali sistemi a base cementizia e bituminosa.
Al passaggio dei giganti dei trasporti nessuno resiste come DRACOBIT.
draco-edilizia.it
22
23LS
Quarta edizione
del GIC
Sono oltre 190 gli espositori
confermati per le Giornate
Italiane del Calcestruzzo –
Italian Concrete Days, cioè la
manifestazione interamente
dedicata al comparto,
in programma, dal 28 al 30
aprile 2022, negli spazi
del Piacenza Expo.
Dopo la cancellazione, nel
2020, della terza edizione, a
causa della pandemia, il GIC si
ripropone come punto
d’incontro imprescindibile per
tutti i grandi player del settore.
Questa quarta edizione offre
un palcoscenico privilegiato
per tutte quelle imprese - sia
italiane sia estere - desiderose
di riprendere i contatti in
presenza, dopo oltre due anni
di segregazione a causa del
Covid-19.
Il GIC è l’unica mostraconvegno
italiana dedicata
specificamente alle macchine,
alle attrezzature e alle
tecnologie per la filiera del
calcestruzzo, alla
prefabbricazione, ma anche
alla demolizione delle strutture
in cemento armato, al
riciclaggio e trasporto degli
inerti, alle pavimentazioni
continue e ai massetti. L’alta
partecipazione registrata è lo
specchio fedele di un mercato
italiano quanto mai
News
effervescente, rinvigorito dai
cospicui investimenti in opere
infrastrutturali (e non solo)
finanziate dai fondi del Piano
Nazionale di Ripresa e
Resilienza (PNRR).
Tra i temi che saranno discussi
e analizzati durante i numerosi
seminari tecnici e le
conferenze, organizzate con il
Convegni
supporto delle principali
associazioni di settore e delle
più importanti aziende
nazionali ed internazionali, non
potrà certo mancare il
'Recovery Plan', il Piano che,
con 222 miliardi di
investimenti e riforme, intende
recuperare la crisi determinata
dal Covid e ricondurre il Paese
su un sentiero di crescita
duraturo e sostenibile. Un
piano dove il settore delle
costruzioni è chiamato a
giocare un ruolo fondamentale,
considerando che circa la metà
delle risorse disponibili (108
miliardi di euro) andrà in
investimenti di interesse per il
settore delle costruzioni da
realizzarsi entro il 2026 in
stretta collaborazione con le
istituzioni pubbliche. Di questi,
circa 47 miliardi di euro, pari al
44% delle risorse destinate
all'edilizia, vedrà la gestione o
il coinvolgimento diretto degli
enti territoriali. Il Governo ha
destinato nel Pnrr 6 miliardi di
euro per progetti per 'la
resilienza, valorizzazione del
territorio ed efficientamento
energetico dei Comuni'. A
questi si aggiungono, tra gli
altri, 12 miliardi per l' edilizia
scolastica, 2,5 miliardi per il
rischio idrogeologico e oltre 9
miliardi per i programmi di
rigenerazione urbana. Una
grandissima opportunità per
riqualificare i territori e
migliorare la qualità della vita
di cittadini e imprese,
sostenendo l' economia e il
settore delle costruzioni.
Naturalmente si discuterà
anche delle tensioni
internazionali e del loro riflesso
sul mondo economico italiano.
«Il Gic arriva quest'anno
proprio nel momento in cui il
Pnrr si prospetta come una
grande opportunità di sviluppo
per la filiera delle
infrastrutture, forse mai vista
prima d' ora e le aziende sono
pronte per cogliere l'
occasione. Ma le ripercussioni
sui mercati finanziari e delle
materie prime provocate dalle
tensioni internazionali
rischiano di mettere in forse
questa opportunità»,
commenta Francesco Rolleri,
Presidente Confindustria
Piacenza «È necessario
intervenire con provvedimenti
straordinari in una fase
straordinaria; le misure sin qui
adottate dal Governo per il
settore delle opere pubbliche
sono molto limitate ed hanno
tempi di attuazione
lunghissimi, incompatibili con
l'emergenza del momento. Il
peso di questa perturbazione
mondiale non può essere
interamente sopportato dalle
aziende».
«Il GIC - sottolinea
l’Amministratore Unico di
Piacenza Expo, Giuseppe
Cavalli - è uno degli eventi più
importanti del nostro
calendario fieristico, una fiera
che ha già saputo conquistarsi
una platea di espositori e di
visitatori di livello
internazionale. Questa fiera è
l’ennesima dimostrazione che
a Piacenza Expo si possono
organizzare mostre-convegno
specialistiche di alto livello
tecnico, con importanti
ricadute economiche e
commerciali a favore del
nostro territorio».
GIC-EXPO.IT
Il Gruppo FS Italiane
insieme alla “Race for
the Cure”
Le corse le corse benefiche si
terranno nell’arco dell’anno a
Roma, Bari, Bologna, Brescia,
Matera, Napoli e Pescara.
Torna in tutta Italia l'atteso
appuntamento con la “Race for
the Cure”, la più grande
manifestazione per la
prevenzione ai tumori del seno
in Italia e nel mondo.
L'edizione 2022 della corsa
benefica più famosa d'Italia si
svolgerà a Roma, dal 5 all'8
maggio, e a Bari, il 13-15
maggio. Tra settembre e
novembre, “Race for the Cure”
raggiungerà anche Bologna,
Brescia, Matera, Napoli e
Pescara. Da quest'anno, la
manifestazione finalmente
torna in presenza: saranno tre
giorni ricchi di eventi e
iniziative gratuite per la salute,
lo sport e la solidarietà che
culmineranno la domenica con
la tradizionale ed emozionante
corsa di 5 km e con la
passeggiata di 2 km nelle vie
del centro città.
Anas insieme al Gruppo FS
Italiane, come riportano fonti
interne all’azienda, ha voluto
confermare il suo consueto
supporto alla Susan G. Komen
Italia, l'organizzazione noprofit
basata sul volontariato
che ogni anno organizza la
corsa benefica, radunando una
grande squadra FS: per ben
nove anni consecutivi, infatti, il
Gruppo si è aggiudicato il
podio della solidarietà
risultando fra le squadre più
numerose.
Durante la scorsa edizione è
stato possibile raccogliere circa
20mila euro grazie alla
generosità delle persone del
Gruppo FS, cifra destinata a
supporto di tutte le attività
dell'Associazione Susan G.
Komen Italia.
Le donazioni permettono di
sostenere la lotta ai tumori del
seno. Grazie ai fondi raccolti
con la Race for the Cure,
Komen Italia realizzerà attività
a sostegno delle donne
che stanno affrontando un
tumore del seno, premi di
studio per giovani ricercatori
e Giornate di prevenzione
gratuite rivolte a donne
in condizione di fragilità sociale
grazie alla Carovana
della Prevenzione.
LESTRADEDELLINFORMAZIONE.IT
News Convegni
News Convegni
4/2022 leStrade
24
Agenda
2022
Convegni, Corsi, Eventi
APRILE
Stati Generali
della Logistica
21 aprile
Alessandria
GIC Giornate Italiane
del Calcestruzzo
28-30 Aprile 2022
Piacenza
GIC-EXPO.IT
MAGGIO
Next Generation
Mobility
3 - 5 maggio 2022
Torino
NGMOBILITY.IT/
SETTEMBRE
AIIT 3RD International
Conference
15 - 16 settembre 2022
Roma
TISROMA.AIIT.IT
OTTOBRE
SAIE (infrastrutture)
19 – 22 ottobre 2022
Bologna
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24 – 30 ottobre 2022
Monaco di Baviera
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AETERNUM CSA
AETERNUM 1 SCC
AETERNUM PLAST
AETERNUM HTE
&MOBILITÀ
IN QUESTO NUMERO
n Uniformare il monitoraggio
n Motorway safety a tutto campo
n Le autostrade sulla carta
n Monitoraggio dal cielo
n Dialogo per sviluppare la mobilità del futuro
n I progetti di cinque città metropolitane
n Intervento strategico in Puglia
n Progetto Italia
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28
29
LS
Strade e Ferrovie
Uniformare
il monitoraggio
AL LAVORO PER ACCOMPAGNARE LE AZIENDE PREPOSTE ALLA GESTIONE
DELLE INFRASTRUTTURE VERSO UNA NUOVA ATTENZIONE ALLA MANUTENZIONE,
CHE LA RENDA PIÙ EFFICACE. È L’OBIETTIVO PERSEGUITO DA ANSFISA CHE HA
CONSOLIDATO LA PROPRIA STRUTTURA E INVIATO A MIMS E PARLAMENTO LA
RELAZIONE 2021, RIGUARDANTE DI FATTO IL SUO PRIMO ANNO INTERO DI ATTIVITÀ.
Emilia Longoni
1. Il viadotto della Magliana,
a Roma, sulla A91 progettato
da Riccardo Morandi:
come tutte quelle della sua
“età”, è un’infrastruttura
viaria oggetto di particolare
attenzione
2. Dai ponti alle gallerie:
“osservati speciali”
per ANSFISA
3. Domenico De Bartolomeo,
direttore di ANSFISA
nazionale per la sicurezza delle ferrovie
e delle infrastrutture stradali e autostradali (AN-
L’Agenzia
SFISA) ha inviato al Ministero delle infrastrutture
e della mobilità sostenibili e alle Commissioni parlamentari
competenti la Relazione delle attività relativa al 2021,
in linea con quanto previsto dal comma 5-bis dell’articolo
65 del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77 (Decreto
semplificazioni 2021). Il documento illustra di fatto il primo
anno di attività di ANSFISA, operativa dal 30 novembre
2020. In questo periodo, l’Agenzia ha consolidato la
propria struttura avvalendosi di una nuova sede operativa
a Roma e predisponendo l’ampliamento dell’organico
grazie a un concorso nazionale per il reclutamento di 275
risorse tra ingegneri, tecnici e amministrativi. Diversi interventi
normativi hanno disposto l’estensione delle competenze
anche all’ambito della Commissione Permanente
Gallerie e sulla sicurezza degli impianti fissi: metropolitane,
funivie, tram, ascensori, scale mobili e tapis roulant.
“L’obiettivo di ANSFISA - ha dichiarato il Direttore Domenico
De Bartolomeo - è quello di uniformare il più possibile
il monitoraggio delle infrastrutture da parte dei gestori
che sono i primi responsabili della sicurezza. Stiamo
lavorando per accompagnare le aziende verso una nuova
attenzione alla manutenzione che la renda più effica-
3
ce. L’Agenzia vigilerà su questo aspetto a tutela della sicurezza
dei cittadini in ogni settore di sua competenza:
dai treni alle metropolitane, dalle funivie alle strade, ponti
e gallerie”.
1
2
Infrastrutture viarie
La Relazione descrive l’avvio dell’attività ispettiva su strade
e autostrade che ha affiancato la supervisione nel settore
ferroviario. Da luglio 2021 sono state effettuate 27
ispezioni e 5 audit dei sistemi di gestione della sicurezza
presso i gestori coinvolgendo 30 tecnici organizzati in
commissioni che hanno operato su 13 tratte stradali/autostradali
e 170 opere civili (ponti, viadotti e gallerie) distribuite
su tutto il territorio nazionale. A queste si aggiungono
le ispezioni in 9 gallerie situate sulla rete transazionale
(TERN), 2 ponti mobili e tre visite a seguito di segnalazioni
pervenute da privati e istituzioni. Le ispezioni finora
non hanno evidenziato criticità tali da pregiudicare la sicurezza
dell’infrastruttura o della circolazione stradale e
autostradale: non è stato, quindi, necessario imporre immediate
limitazioni all’uso delle infrastrutture. Tuttavia, il
quadro complessivo ha rilevato una realtà disomogenea
nel monitoraggio delle opere e carenze manutentive diffuse.
Il programma di vigilanza 2022 punta al potenziamento
delle attività rispetto all’anno precedente con 12
concessionari autostradali, 6 strade statali gestite da Anas
e 3 strade regionali, per complessivi 8 audit sui sistemi di
gestione della sicurezza, 29 visite di campo a campione,
15 gallerie e 400 opere d’arte da ispezionare. Particolare
attenzione sarà prestata a ponti e viadotti in conglomerato
cementizio armato ordinario o presollecitato realizzati
tra gli anni ’60 e ’70.
Infrastrutture ferroviarie
La Direzione generale per la sicurezza delle ferrovie ha
intensificato nel corso del 2021 l’attività di supervisione:
sono state ispezionate 43 imprese ferroviarie, 12 gestori
dell’infrastruttura, 2 gestori di reti isolate per un totale di
Infrastrutture
4/2022 leStrade
4/2022
30
31
LS
4. Quadro d’insieme
attività 2021
5. Quadro d’insieme
attività 2022
6. Lavori in una galleria
dell’autostrada A24
© ANCEFERR
Infrastrutture
4 5
7
1.200 elementi verificati (veicoli e operatività del personale)
a cui si aggiungono 21 audit sul gestore dell’infrastruttura
nazionale e 23 procedimenti di segnalazione di
irregolarità attivati a seguito di ispezione. Inoltre, sono
stati emessi 11 certificati e 2 autorizzazioni di sicurezza,
48 autorizzazioni di tipi di veicoli su reti interconnesse, 2
sulle reti isolate, 162 autorizzazioni per l’immissione sul
mercato di 697 veicoli ferroviari e 65 autorizzazioni per
la messa in servizio di sottosistemi e applicazioni generiche
di bordo e di terra.
6
8
“Trasloco” in ANSFISA
per la Commissione Gallerie
Pochi giorni dopo l’invio della Relazione, per l’esattezza il
1° marzo, si è insediata presso la stessa Agenzia nazionale
per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture
stradali e autostradali la rinnovata Commissione permanente
per le Gallerie, dando seguito al trasferimento dal
Consiglio superiore dei lavori pubblici previsto dal decreto-legge
121/2021. “Contiamo di accelerare la messa in
servizio delle nuove gallerie e l’adeguamento di quelle
esistenti - ha detto Domenico De Bartolomeo, Direttore
di ANSFISA aprendo i lavori della Commissione -. Vogliamo
inoltre potenziare l’attività ispettiva sul campo come
stiamo facendo in tutti i settori di nostra competenza e
spingere sulla ricerca e sull’innovazione tecnologica per
una più puntuale valutazione dei rischi”. Il passaggio di
consegne è stato formalizzato da Massimo Sessa, presidente
del Consiglio superiore dei Lavori pubblici e Andrea
Ferrante che ha guidato in precedenza la Commissione. Il
testimone è passato nelle mani di Emanuele Renzi, Direttore
della direzione generale per la sicurezza delle infrastrutture
stradali e autostradali di ANSFISA, e presidente
del nuovo organismo che si occupa delle gallerie stradali
poste sulla rete TERN, cioè presenti sulla rete dei corridoi
transeuropei, con lunghezza superiore ai 500 m, che
in Italia sono 464, di cui 49 in progettazione o costruzione
e 415 aperte al traffico.
“Puntiamo ad armonizzare - ha spiegato Renzi - i processi
di gestione e manutenzione delle gallerie, coordinando
i gestori e dando loro gli strumenti per intervenire efficacemente”.
La Commissione, infatti, è l’autorità amministrativa
di riferimento per questa tipologia di infrastruttura.
Assicura il rispetto da pare dei gestori degli aspetti
legati alla sicurezza delle gallerie e, in caso di mancato
rispetto, può emanare disposizioni volte alla tutela della
circolazione. Infine, conduce anche un’attività ispetti-
7. Lavorazioni in un contesto
ferroviario
8. Gallerie della rete TERN
9. Passaggio di consegne
CSLLPP-ANSFISA
9
va, di valutazione e di verifica funzionale. Con il decreto
del Direttore di ANSFISA del 24 dicembre scorso è stata
rinnovata la composizione della Commissione che prevede
16 membri (oltre al presidente e al segretario), di
cui 2 rappresentanti del ministero delle Infrastrutture e
della mobilità sostenibili, 3 rappresentanti del ministero
dell’Interno, uno del dipartimento della Protezione civile
della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’Avvocatura
di Stato, del Magistrato amministrativo e contabile, 3
esperti tecnici designati dal Consiglio superiore dei lavori
pubblici e 4 esperti designati da ANSFISA. nn
Infrastrutture
4/2022 leStrade
4/2022
32
33
LS
Sicurezza Stradale
Motorway safety
a tutto campo
INTERVENIRE COSPICUAMENTE SUL POTENZIAMENTO E MIGLIORAMENTO
TECNOLOGICO DEI NODI VIARI E, CONTESTUALMENTE, SENSIBILIZZARE
PROFONDAMENTE L’UTENZA ATTRAVERSO CAMPAGNE AD HOC. SONO
ALCUNI PUNTI CHIAVE DELLA STRATEGIA AUTOBRENNERO NEL CAMPO
DELLA SICUREZZA STRADALE, TRADOTTA IN UNA SERIE DI INIZIATIVE
CONCRETE COME QUELLE CHE VI ANDIAMO A RACCONTARE.
A cura della redazione
1
Sicurezza a tutto campo e secondo, sintetizzando al
massimo, tre ordini di fattori: il potenziamento e
la riqualificazione della viabilità, l’implementazione
tecnologica e le campagne di sensibilizzazione all’utenza.
È la ricetta emersa da una serie di iniziative presentate da
Autostrada del Brennero nel mese di febbraio che vi andiamo
a illustrare. Giusto per sintetizzare, da un lato stiamo
parlando del via ai lavori (a maggio) della stazione autostradale
Ala-Avio con realizzazione di una nuova viabilità
di adduzione e di un nuovo Centro per la sicurezza autostradale
(tra gli interventi “di frontiera”, in questo ambito,
registriamo il monitoraggio digitale della rotatoria sospesa.
Dall’altro, invece, l’oggetto del discorso è la campagna
di sensibilizzazione concepita e attuata da A22 in collaborazione
con la Polizia Stradale, che parte da un presupposto
imprescindibile: secondo i dati OCSE oltre il 93% degli
incidenti stradali è riconducibile al fattore umano. Ma entriamo
nel vivo dei temi.
Ala-Avio, nodo high-tech
e ad alta ecosostenibilità
I lavori partiranno a maggio e finiranno in poco più di due
anni. Al termine, si avrà non solo una nuova stazione autostradale
di Ala-Avio, ma anche un nuovo centro per la
sicurezza autostradale e un nuovo raccordo con la viabilità
provinciale. La gara d’appalto, disposta da Autostrada
del Brennero a seguito del via libera da parte del Ministero
al proprio progetto esecutivo, ha prodotto un ribasso del
21,2% sulla base di gara portando a 19,7 milioni il costo
complessivo dell’opera. Un ribasso che si accompagna ad
un miglioramento del sistema di ispezione e monitoraggio
della rotatoria ellittica che sarà sospesa sul canale Biffis,
interamente digitalizzato, e ad una riduzione dei giorni di
senso unico alternato sulla strada provinciale 90 durante
i lavori, passati da 130 a 90. Il progetto è stato presentato
il 7 febbraio nella Sala Consiglio del Comune di Avio alla
presenza del Sindaco Ivano Fracchetti e del Sindaco di Ala
Claudio Soini. “Si tratta - è stato il commento del Presidente
della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti
- di un’opera attesa dai territori innanzitutto per una questione
di sicurezza, funzionale alle esigenze dei residenti,
delle attività produttive e di quanti decidono di visitare
questa parte del Trentino. Bene ha fatto la Società ad insistere
con il Ministero sul tema della sicurezza, ottenendo
il via libera all’opera anche in assenza della concessione.
Una dimostrazione in più dell’utilità di mantenere l’autostrada
sotto il controllo degli Enti locali”.
Digitalizzazione viaria
“Come noto - ha commentato l’Amministratore Delegato
di Autostrada del Brennero, Diego Cattoni -, ci apprestiamo
a partecipare ad una procedura di gara, quella attivata
con la finanza di progetto, che prevede per decenni
ingenti investimenti non solo sul nastro autostradale,
ma anche nei territori attraversati dalla A22. Vogliamo ridisegnare
la mobilità di domani e vogliamo farlo in fretta.
A breve partirà questo cantiere, atteso da molti anni,
che sarà seguito da molti altri, tutti orientati a costruire
Autostrade
1. Rendering della stazione
di Ala-Avio (A22) che
ospiterà il nuovo Centro
per la sicurezza (i lavori
prenderanno avvia
a maggio)
Autostrade
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2. La rotatoria di innesto
con la viabilità locale sarà
un autentico laboratorio
di innovazione tecnologica
2
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LS
un nuovo concetto di viabilità”. “In fase di progettazione
- ha spiegato il Direttore Tecnico Generale, Carlo Costa -,
ci siamo dati tre obiettivi: ampliamento e razionalizzazione
della stazione autostradale e del centro per la sicurezza,
riconfigurazione del collegamento con la viabilità provinciale
oggi non più adeguato e allargamento della pista
di accelerazione in carreggiata sud, intervento funzionale
alla corsia dinamica. Tutto questo, volendo anche dare
al territorio un’opera bella e peculiare da un punto di vista
architettonico che potesse rappresentarne la porta di
accesso”. Diversi i vincoli imposti dal contesto: l’impossibilità
di allargare la strada provinciale per dotarla di corsie
di accumulo e accelerazione, la ravvicinata presenza
del canale Biffis e gli accessi privati presenti in prossimità
dell’attuale ponte. “La struttura tecnica di Autostrada del
Brennero ha superato gli ostacoli - ha continuato Costa -
prevedendo una rotatoria di forma ellittica sospesa sopra
il canale Biffis e collegata alla SP 90 con due ponti. Questo
risolverà il problema della sicurezza e della fluidità del
traffico legato all’attuale innesto a T”.
Le piste della stazione autostradale saranno raddoppiate,
passando da tre a sei, mentre il centro per la sicurezza
autostradale - una delle sei strutture della A22 che ospitano
tecnici, operai e ausiliari della viabilità, con i relativi
mezzi d’intervento - verrà integralmente rivisto e potenziato.
La palazzina avrà un’efficienza energetica rispettosa
degli standard “Casa Clima A”, l’intero compendio è
stata disegnato per inserirsi armonicamente nel paesaggio
ed offrirà 50 posti auto riservati agli utenti. In linea
con l’idea di procedere a una digitalizzazione complessiva
dell’arteria, la rotatoria sospesa sul canale Biffis (34,3
metri di luce) sarà costantemente e interamente monitorata
attraverso sistemi di rilevamento automatici: un
accelerometro triassiale per le vibrazioni, un estensimetro
in continuo per le deformazioni, una telecamera ad infrarossi
utilizzabile anche in condizioni atmosferiche avverse,
una termocamera per controllare la temperatura
dell’impalcato e la possibilità di utilizzare un drone per le
verifiche ottiche ravvicinate, il tutto gestito da un’unica
piattaforma web di monitoraggio.
3
Focus sulla campagna
“Solo un attimo…”
Cento metri sono una distanza considerevole. Eppure, in
autostrada, ci mettiamo appena tre secondi a percorrerli.
Lo stesso tempo che ci occorre per leggere molto velocemente
un breve messaggio sul telefono. “È solo un attimo”
pensiamo, ma in quello che ci appare come un attimo
tutto cambia intorno a noi: il veicolo che era in corsia di
marcia sta sorpassando, il tir che procedeva alla nostra
stessa velocità sta frenando e sta per trasformarsi in un
ostacolo d’acciaio. Quell’attimo, insomma, può essere decisivo.
L’obiettivo della campagna di sensibilizzazione lanciata
da Autostrada del Brennero di concerto con la Polizia
Stradale, specialità della Polizia di Stato, è tanto semplice
quanto importante: rendere consapevoli del rischio enorme
che deriva da una guida distratta, in particolar modo
in autostrada, dove le velocità sono elevate e dove la regolarità
dell’infrastruttura fa abbassare la guardia. Nelle
aree di servizio della A22 e nei sei capoluoghi di Provincia
attraversati ha diffuso manifesti e cartelloni che richiamano
ad una guida più consapevole. Non va, infatti, dimenticato
che oltre il 93% (dati Ocse) degli incidenti stradali è
riconducibile al fattore umano.
Il ruolo del gestore
“Autostrada del Brennero - ha esordito il Presidente Hartmann
Reichhalter nel corso della presentazione della campagna,
il 22 febbraio scorso - ha da sempre molto a cuore
la sicurezza degli utenti. Lo dimostra la qualità tecnica
di tutta l’infrastruttura. Come abbiamo già fatto con l’educazione
stradale in classe (progetto ABC, ndr), cerchiamo
di andare oltre la classica attività del concessionario e
di occuparci anche della prevenzione. In ballo c’è il bene
più prezioso di tutti: la vita umana. La dobbiamo proteggere
non solo con la qualità degli asfalti, o dei sicurvia, ma
anche ricordando a tutti che la nostra vita e quella di chi
ci circonda dipende dall’attenzione che prestiamo mentre
stiamo guidando”. “Come presidente di AISCAT - ha aggiunto
l’Amministratore Delegato di Autostrada del Brennero
Diego Cattoni - posso assicurare che trasformare da
analogiche a digitali le nostre autostrade è un obiettivo prioritario
del comparto in primis per ragioni di sicurezza. In
questa svolta epocale per i trasporti Autostrada del Brennero
sta facendo da apripista. Tuttavia finché il controllo
dei veicoli sarà esclusivamente umano, chi guida continuerà
ad avere una responsabilità enorme che la qualità
dell’infrastruttura non potrà sostituire”.
“Penso che il vero bilancio con il quale si valuta l’operato
di un gestore autostradale - ha premesso il Direttore Tecnico
Generale, Carlo Costa - sia la capacità di migliorare il
tasso di incidentalità, agendo sulla sicurezza attiva come
su quella passiva. Nel corso del 2021, abbiamo nuovamente
conseguito il miglior risultato di sempre, con un tasso
di incidentalità globale sceso a 15,99, ben al di sotto della
media nazionale. È, però, evidente che finché una sola
3. Reichhalter, Costa, Cattoni
(Autostrada del Brennero)
e Fabozzi (Polizia di Stato)
alla presentazione della
campagna di sensibilizzazione,
il 22 febbraio scorso
4. Tre istantaee che parlano
da sole: è solo un attimo, ma
davvero può essere l’ultimo se
la concentrazione cede terreno
al vero nemico, ovvero la
distrazione
4
persona perderà la vita, quella sarà
una perdita di troppo. I decessi nel
2021 sono stati 9. Pochi se paragonati
a quelli degli anni ’90, quando erano
mediamente 39, ma restano un
numero inaccettabile. Se guardiamo
alla dinamica non possiamo ignorare
che in 8 casi su 9 si è trattato di tamponamenti,
per lo più senza segni di
frenata. È evidente che le cause potrebbero
essere diverse, ad esempio
l’improvviso malore, ma se ognuno
di noi interroga la propria coscienza
ricorda perfettamente di quella o di
quelle volte che se l’è vista brutta
perché guardava il telefono, cercava
qualche oggetto dentro l’abitacolo,
o semplicemente guidava pensando a tutt’altro. Chiunque
lavori nel nostro comparto lo sa bene: la prima causa
di morte oggi in autostrada è il fattore umano. Ancora più
in concreto: un’automobile che tampona in velocità un tir.
Si tratta di una casistica che conosciamo drammaticamente
bene. Torno a sottolinearlo: stiamo lavorando per digitalizzare
il prima possibile la A22 e rimuovere gradualmente
l’errore umano dai fattori di incidentalità. Nel frattempo,
sarebbe davvero utile se le case automobilistiche introducessero
di serie il rilevatore di ostacoli: basterebbe questa
tecnologia relativamente semplice per abbattere drasticamente
il tasso di mortalità in autostrada”.
L’impegno della Polstrada
Per la Polizia di Stato, questa mattina erano presenti i rappresentanti
di tutti e quattro i Compartimenti della Polizia
Stradale con competenza sulla A22. Per il Trentino Alto
Adige il Dirigente del Compartimento della Polizia Stradale
Trentino Alto Adige, il Dirigente Superiore Mauro Fabozzi;
per il Veneto il Dirigente della Sezione Polizia Stradale di
Padova, il Primo Dirigente Gianfranco Martorano ed il Sostituto
Commissario Attilio Galeno Comandante della Sottosezione
Polizia Stradale di Verona Sud; per la Lombardia
il Vicequestore della Polizia di Stato Mirella Pontiggia, Dirigente
della Sezione Polizia Stradale di Bergamo; per l'Emilia
Romagna, il Vicequestore della Polizia di Stato Enrico
Tassi, Dirigente della Sezione Polizia Stradale di Modena.
“La collaborazione con Autobrennero - ha premesso il Comandante
Fabozzi intervenuto a nome della Polizia di Stato
- è cominciata 30 anni fa e dimostra la sua efficacia non
solo nell’operatività quotidiana ma in progetti di valenza
sociale come questo o come ABC-Autostrada del Brennero
in Città rivolto ai ragazzi prossimi all’ottenimento della
patente di guida. Qui oggi ci occupiamo di una tra le maggiori
cause di incidente stradale, ossia la distrazione. Non
bisogna stancarsi di ripetere che guidare è un’attività impegnativa,
da compiere senza fare altro: bisogna, come
ricorda questa campagna, guidare e basta”. Fabozzi ha ricordato
che, nel corso del 2021, solo nella tratta di competenza
del Compartimento del Trentino Alto Adige, sono
state disposte in A22 6.000 pattuglie, per 41.000 persone
controllate e circa 7.500 sanzioni erogate. Non ha mancato
di ricordare, inoltre, le recenti novità introdotte nel Codice
della Strada: “Ora il divieto di uso di apparecchi elettronici
riguarda anche tablet, notebook e, ovviamente, gli
smartphone. In generale, è fatto divieto di utilizzare qualsiasi
apparecchiatura che richieda l’allontanamento delle
mani dal volante”. Non va inoltre dimenticato che, in caso
di recidiva all’interno del biennio, “la sanzione amministrativa
accessoria comporta la sospensione della patente di
guida da uno a tre mesi”. nn
Autostrade
Autostrade
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Cultura Tecnica
Le autostrade
sulla carta
PROGETTAZIONE E
COSTRUZIONE, PROSPETTIVE
DI SVILUPPO E OPERE D’ARTE,
QUESTIONI ECONOMICHE E
SENSIBILITÀ PAESAGGISTICHE.
I RICERCATORI DEL
POLITECNICO DI MILANO
CI ACCOMPAGNANO IN
UN ITINERARIO STORICO-
CULTURALE CHE PUNTA
AD APPROFONDIRE LA
“QUESTIONE AUTOSTRADALE”
IN UN PERIODO CHIAVE
PER IL PAESE E PER LE
INFRASTRUTTURE COME
LE DECADI ’50, ’60 E ’70.
LUNGO QUESTO ITINERARIO,
IL MEZZO DI TRASPORTO SONO
LE ANNATE DELLA NOSTRA
RIVISTA «LESTRADE»...
Il contatore che misura la cronologia della vicenda
autostradale ha da poco raggiunto il secolo 1 . L’autostrada,
pertanto, deve essere considerata un oggetto
storico 2 , se non altro per essere stata il supporto delle
trasformazioni che hanno caratterizzato sia la transizione
tra prima e seconda metà del XX Secolo, sia il passaggio
al nuovo Millennio. Per documentare questa complessità
è necessario studiare il sistema autostradale con i metodi
e gli strumenti della ricerca storica. In particolare, i sondaggi
negli archivi mettono in luce come i segmenti della
rete autostradale siano, nel loro complesso, manufatti af-
1
Andrea Gritti
Claudia Zanda
Dipartimento di Architettura
e Studi Urbani
Politecnico di Milano
2
1. Le autostrade di seconda
generazione sulle copertine
di «leStrade»: da sinistra
a destra e dall’alto al
basso, Autosole in Toscana
(Fotocielo, Ottobre 1961),
Autosole nei pressi di
Lodi (Publifoto, Dicembre
1964), Viadotto sul Basento
sull’Autostrada Salerno-
Reggio Calabria (Novembre
1966) e Autostrada Ponte
San Luigi-Savona (Aprile 1968)
2. L’opera emblematica:
l’Autostrada del Sole
(immagine tratta da
«leStrade», “L’autostrada del
Sole”, Giugno 1956)
3. Apertura di «leStrade»,
Gennaio 1919, inizia l’era
del Touring Club Italiano
(si noti, a sinistra,
la pubblicità di Puricelli,
l“inventore” dell’autostrada)
4. Ancora Puricelli, questa
volta a colori, sulla copertina
di «leStrade» Marzo 1919
fatto diversi da quelli originari, a causa di processi di adeguamento
dell’insieme e delle sue componenti a norme di
sicurezza e vincoli di efficienza costantemente rivisti e aggiornati
3 . Accanto agli archivi che custodiscono i progetti
e gli elaborati di cantiere, prodotti negli uffici di architetti,
ingegneri e società concessionarie, assumono un ruolo
di particolare interesse quelli che conservano le tracce
di come si è svolto il dibattito pubblico intorno alle autostrade.
In particolare, negli archivi delle riviste specializzate,
dedicate alle infrastrutture, si trovano documenti di
eccezionale valore sotto molteplici aspetti: tecnico-normativo,
socio-economico, estetico-culturale. Nel contesto
italiano, poi, queste riviste hanno svolto un ruolo di supplenza
nei confronti del modo spesso ambiguo, o addirittura
reticente, con il quale il mondo accademico ha affrontato
il tema dello sviluppo della rete autostradale. Almeno
fino agli anni Sessanta, sono stati relativamente pochi i testi
firmati da rilevanti esponenti della cultura architettonica
che si sono occupati dell’architettura e dell’urbanistica
autostradali. Bisogna attendere la seconda fase di costruzione
della rete autostradale italiana, con l’ampiezza assunta
dalle trasformazioni e il valore attribuito ad alcuni
tracciati e alle relative opere d’arte, per assistere al risveglio
dell’interesse critico sul tema da parte di autori, posti
in prima linea nel dibattito culturale.
Tra i primi che prendono posizione va senz’altro citato Cesare
Brandi che, nel 1956, denuncia la progressiva spoliazione
del patrimonio ambientale, conseguente al boom
economico, indicando nella costruzione della rete autostradale
una grave minaccia, ma anche un’eccezionale opportunità
per la tutela e la valorizzazione del paesaggio italiano
4 . I rischi denunciati da Brandi, sono riconosciuti anche
da altri intellettuali, come Pierpaolo Pasolini e Bruno Zevi,
mentre Italo Calvino affida ai figli di Marcovaldo il compito
di rivelare le ambiguità degli elementi che contribuiscono
a dare forma al paesaggio autostradale 5 . Accanto alle
voci critiche fanno la loro apparizione ricognizioni ampie
e documentate sulle principali esperienze internazionali,
che ambiscono ad ampliare il campo dei riferimenti per il
1. Cfr. Bortolotti L., Origine e primordi della rete autostradale in Italia, 1923-1933,
Storia Urbana, n. 59, 1992, pp. 35-69; Bortolotti L., De Luca G., Fascismo e autostrade.
Un caso di sintesi: la Firenze-mare, Franco Angeli, Milano, 1994.
2. Cfr. Picon A., Per una storia delle infrastrutture, in Bonino M., Moraglio M. (a cura
di), Inventare gli spostamenti: storia e immagini dell’autostrada Torino-Savona, Allemandi,
Torino, 2006, pp. 7-17.
3. Cfr. Gritti A., Voltini M., Zanda C., Archeologia autostradale, in Marini S., Bertagna
A., Menzietti G. (a cura di), Memorabilia. Nel paese delle ultime cose, Aracne,
Roma 2015, pp.75-82; Fontanella E., “Per un’archeologia autostradale”, «ARK», n.
18, 2015, pp. 57-65; Zanda C., The architecture of a motorway. Between maintenace
and preservation, LetteraVentidue, Siracusa 2020.
4. Cfr. Brandi C., Urbanistica delle autostrade, in Il patrimonio insidiato. Scritti sulla
tutela del paesaggio e dell’arte, Editori Riuniti, Rome, 2001, pp. 21-25.
5. Cfr. Pasolini P. P., “Nuove questioni linguistiche”, «Rinascita», 26 Dicembre 1964,
p. 21; Zevi B., “Autostrade italiane. I dittatori dell’asfalto”, «L’Espresso», 19 Febbraio
1961, p. 16 e “L’autostrada del sonno”, «L’Espresso», 17 giugno 1962; Calvino I., Il
bosco sull’autostrada (Inverno), in Marcovaldo, Einaudi, Torino 1963.
Autostrade
Autostrade
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progetto della rete autostradale italiana 6 . È in questo quadro
che le riviste specializzate nel campo delle infrastrutture
di trasporto e della mobilità si fanno promotrici di un
dibattito di grande interesse, alimentato da figure di rilievo,
come Gianni Mazzocchi, fondatore nel 1929 di Editoriale
Domus, casa editrice che pubblica dal 1954 la rivista
«Quattroruote» e che acquisisce «L’auto italiana», periodico
a stampa dell’Associazione Nazionale Automobilisti in
Congedo. «Quattroruote» fa il suo ingresso nel dibattito
con la pubblicazione di numerosi articoli dedicati alla costruzione
di autostrade in Italia e all’estero, tentando di
stabilizzare il lessico della critica all’infrastruttura stradale
e ospitando riflessioni cruciali sul rapporto tra le grandi vie
di comunicazione, il paesaggio e l’ambiente 7 .
5
6
L’autostrada vista da «leStrade»
tra gli anni Cinquanta e Settanta
La rivista «leStrade», fondata nel 1898 a Torino e acquisita
poi dal Touring Club Italiano (T.C.I.) nel 1919, rappresenta
una delle più̀ longeve riviste specializzate sui temi delle
infrastrutture stradali e costituisce un luogo di discussione
altamente informato e qualificato, che documenta tutte
le tappe fondamentali del processo di motorizzazione del
Paese, dalla storia dei manufatti a quella dei mezzi di trasporto.
Nata come periodico legato alla diffusione del cicloturismo,
la rivista intercetta in breve tempo il pubblico degli
automobilisti, cui offre un documentato panorama dello
sviluppo del sistema stradale e autostradale italiano, messo
in relazione con le principali esperienze internazionali 8 .
Analogamente a quanto avviene nel contesto francese, anche
in Italia, il T.C.I. offre ai suoi associati strumenti bibliografici
per la conoscenza del paesaggio, che affida a personalità
come Aldo Sestini ed Eugenio Turri 9 , con l’intento di
suggerire come il vettore automobilistico e il supporto stradale
siano gli strumenti privilegiati per trasformare quello
stesso sapere in esperienza diretta.
A partire dagli anni Cinquanta, la rivista si propone come
testimone dello sviluppo della seconda fase autostradale.
Ogni numero, a cadenza mensile, contiene almeno un articolo
dedicato al tema, mentre le copertine ospitano periodicamente
fotografie di ponti, viadotti, gallerie autostradali.
Questa accurata narrazione si basa su due scelte essenziali:
l’uso di un nuovo registro comunicativo e la collocazione
di alcuni cantieri, tra i quali quello dell’Autostrada del Sole,
al centro dell’attenzione informativa 10 .
Negli anni Venti e Trenta, la rivista aveva raccontato la prima
fase dello sviluppo autostradale italiano in termini celebrativi
ed entusiastici, attribuendo a Piero Puricelli il ruolo
di “inventore” delle autostrade 11 . Il secondo dopoguerra,
al contrario, impone un racconto più sobrio e documentato,
dove assumono grande importanza le nozioni tecniche,
da un lato, e un’inedita consapevolezza ambientale, dall’altro.
Non a caso, nel 1972, alla fine di un lungo percorso di
maturazione, fa la sua apparizione sulle pagine della rivista
un contributo firmato da Lodovico Barbiano di Belgiojoso,
che analizza i principali aspetti critici determinati dall’intensificazione
della costruzione di grandi infrastrutture in
un contesto territoriale tanto straordinario quanto fragile
12 . Il tragitto che porta all’articolo di Belgiojoso era stato
avviato quasi vent’anni prima, quando Bruno Bolis aveva
fatto il punto sul “linguaggio autostradale”, riflettendo
sul modo in cui si dovevano interpretare progettualmente
tanto il “senso della velocità” quanto “l’animo automobilistico”
e denunciando gli “sbagli” prodotti da una versione
“morbosa” del processo di costruzione della rete autostradale
italiana, indifferente alle relazioni profonde con i
territori attraversati 13 .
Nella prima metà degli anni Cinquanta, la rivista aveva documentato
tutti i passaggi pianificatori e normativi che avevano
assicurato lo sviluppo della rete: dal Piano Aldisio nel
1952, alla Legge Romita nel 1955, comprese le loro principali
ricadute in termini di soluzioni tecniche, configurazioni
spaziali e modalità gestionali 14 . La questione del “pedaggio”
è in questo senso uno dei temi più dibattuti. Dalla seconda
metà degli anni Cinquanta e nei primi Sessanta, dalle pagi-
5. Sviluppo autostrada degli
anni Sessanta: immagine
tratta dall’articolo “Per
autostrade sempre più capaci.
Le tre corsie di movimento
e la sosta facoltativa su
piazzole ravvicinate”,
«leStrade», Gennaio 1966
6. Figure tratte dal lavoro
di ricerca di Sylvia Crowe
e pubblicate nell’articolo
“Le infrastrutture
urbanistiche e il paesaggio”,
«leStrade», Agosto-Settembre
1966
7
7. Immagine tratta
da “Nel futuro della strada
e dell’automobile.
La circolazione, gli altri
mezzi, il futuro ”, «leStrade»,
Dicembre 1967
6. Cfr. Fariello F., Architettura delle strade. La strada come opera
d’arte, Editrice della Pace, Roma 1963 e Boaga G., Disegno di
strade. Fondamenti di metodologia metaprogettuale, Ed. Officina,
Roma 1972.
7. Si vedano, tra i vari contributi, l’articolo “Processo estetico alle
autostrade”, «Quattroruote», ottobre 1962; il numero speciale dell’ottobre
1964 dedicato all’Autostrada del Sole; l’articolo di Lodovico Barbiano
di Belgiojoso, “Autostrade e paesaggio”, «Quattroruote», marzo
1965, pp. 144-149.
8. La Biblioteca centrale del Politecnico di Milano conserva la quasi
totalità delle annate della rivista. I numeri pubblicati dal 1919 al 1970
sono consultabili all’archivio digitale della regione Lombardia e al sito
https://www.lestradeweb.it/news/editoria-tecnica-in-rete-sfogliabili-online-tutti-i-numeri-di-lestrade-dal-1919-al-1970.
9. Cfr. Conosci l’Italia.7: Il Paesaggio, T.C.I., Milano 1963 e I paesaggi
umani, T.C.I., Milano 1977.
10. Per l’Autostrada del Sole si vedano: “L’Autostrada del Sole”,
«leStrade», giugno 1956, pp. 241-247; “L’autostrada del Sole aperta
fino a Firenze”, «leStrade», gennaio 1961, pp. 29-32.
11. La pubblicità della Società Anonima “Puricelli Strade e Cave”
è presente all’interno di tutti i numeri della rivista degli anni Venti,
si veda ad esempio la copertina del numero di ottobre del 1926, e
spazio è dedicato al Piano di sviluppo della rete autostradale europea
proposto da Puricelli (cfr. “La rete autostradale europea”, «leStrade»,
dicembre 1934, pp. 732-733).
12. Belgiojoso L. B., “Relazione tra le infrastrutture dei trasporti e
l’ambiente”, «leStrade», agosto-settembre 1972.
ne di «leStrade» si sostiene che il pagamento del pedaggio
debba essere considerata una soluzione transitoria, in vista
dell’affermazione di forme di libero transito coerenti con modelli
più lungimiranti, come quello tedesco 15 . Alla riscossione
del pedaggio si attribuisce la causa della frammentazione
della rete per la presenza di vincoli spaziali, come i caselli e
le barriere, che appaiono in netto contrasto con la vocazione
della rete autostradale italiana quale supporto primario
allo sviluppo del turismo automobilistico.
Su temi come questo e in generale sugli assetti della rete,
13. Bolis B., “Ancora in tema di autostrade, di camionali e di strade
automobilistiche”, «leStrade», marzo 1954, pp. 65-79.
14. Cfr. tra gli altri “A proposito del disegno di legge Romita”, «leStrade»,
marzo 1955, pp. 39-40 e Mozzi G., “Necessità tecniche e possibilità
finanziarie”, «leStrade», aprile 1955, pp. 165-170.
15. Cfr. Tocchetti L., “La Germania vista dalle sue autostrade”, «leStrade»,
aprile 1954, p. 114; Ariano R., “Autostrade con o senza pedaggio?”,
«leStrade», ottobre 1964, pp. 523-524.
16. Cfr. tra gli altri “Nuove strade e autostrade in Olanda”, febbraio 1961,
pp. 77-82; “La Tomei: nuova superautostrada giapponese”, «leStrade»,
novembre 1968, p. 370. Si vedano anche la serie di articoli intitolati “Indagine
sulla letteratura americana relativa al controllo della velocità” ospitati
sui numeri della rivista di febbraio, marzo e aprile 1967.
17. Cfr. Di Tempora E., Podesta C., Centolani G., (a cura di), Le autostrade
in Italia e all’estero, T.C.I., Milano 1963.
18. Cfr. tra gli altri: Ariano R., “Norme consigliate per le autostrade
da costruire”, «leStrade», aprile 1955, pp. 135-146; Pellizzi G., Calvisi
G., “Autostrade e limiti di velocità”, «leStrade», ottobre 1964, pp.
493-499; “Spartitraffico e barriere di sicurezza lungo le autostrade”,
«leStrade», dicembre 1964, pp. 591-592; Dagnino U., “L’illuminazione
delle autostrade”, gennaio 1969, pp. 19-25; Biffi C., “L’allargamento
di un’autostrada”, «leStrade», dicembre 1954, pp. 435-440.
19. Cfr. “L’autostrada come mezzo propulsivo verso la città universale”,
«leStrade», giugno 1964, p. 312.
20. Cfr. Lucchini S. F., “Le infrastrutture urbanistiche e il paesaggio”,
«leStrade», agosto-settembre 1966, pp. 345-352.
la rivista promuove ampi confronti che intercettano esempi
europei e d’oltreoceano 16 . Questi contributi, insieme al volume
che, nel 1963, il Touring Club Italiano dedica alle infrastrutture
autostradali in Italia e all’estero 17 , consentono
un significativo ampliamento delle conoscenze su temi
specifici: dalle soluzioni spaziali (dimensioni delle carreggiate
e delle aree spartitraffico, raggi di curvatura), tecnologiche
(pendenze, sistemi antiabbagliamento) e architettoniche
(caselli, aree di servizio) fino all’uso dei materiali e
alle tecniche di manutenzione 18 .
Diversi articoli riflettono in quegli anni sul rapporto tra infrastruttura
e territorio, contribuendo alla costruzione di una
visione critica e consapevole del paesaggio autostradale 19 .
“Le infrastrutture urbanistiche e il paesaggio” rappresenta,
in questa prospettiva, uno dei contributi più significativi.
Corredato da immagini tratte da studi sperimentali,
come quelli elaborati da Sylvia Crowe o Francesco Fariello,
l’articolo introduce il concetto di “infrastruttura cinematica”
20 , aprendo ad ulteriori temi di carattere progettuale:
il rapporto tra alberature e sicurezza stradale, l’identificazione
del “nastro di traffico”, il ruolo assegnato alla pubblicità
stradale o alla segnaletica, e, in generale, la relazione
tra autostrada e insediamenti urbani 21 .
Il caso esemplare del progetto
Autostrada del Brennero
Tra il 1955 e il 1975 la rivista documenta, a più riprese, il
progetto e la costruzione dell’Autostrada del Brennero 22 .
In particolare, due articoli, pubblicati tra il 1968 e il 1969,
descrivono in dettaglio storia e caratteristiche tecniche del
tracciato autostradale, soffermandosi sulle principali opere
d’arte e sullo stato di avanzamento dei lavori 23 . Le mappe,
che descrivono sulla rivista il potenziamento della rete
autostradale italiana 24 , individuano nell’A22 una protago-
21. Cfr. tra gli altri: Columbo V., “Gli alberi e il verde in funzione della
sicurezza della strada”, «leStrade», febbraio 1961, pp. 59-70; Biffi C.,
“Per una legge sulla pubblicità stradale”, «leStrade», gennaio 1956,
pp. 1-8 e la sequenza di articoli sui numeri di luglio, agosto e settembre
1970 intitolati “Contro la pubblicità stradale per la salvaguardia
del paesaggio e della vita dell’utente”, “La pubblicità stradale in alcuni
paesi europei” e “Pubblicità lungo e strade e le autostrade”; Lucchini
S. F., “Considerazioni urbanistiche sugli insediamenti urbani: le
autostrade e la circolazione”, «leStrade» dicembre 1965, pp. 527-
534 e Columbo V., “Il movimento come tema urbanistico”, novembre
1967, pp. 751-778.
22. Il progetto generale dell’Autostrada del Brennero è approvato nel
1960, la prima concessione ANAS è datata 1964 e l’apertura al traffico
dell’intero tratto avviene nel 1974. I primi articoli su «leStrade»
dedicati al tracciato sono: “Problemi stradali della regione trentina”,
ottobre 1954, p. 377 e “Utilità dell’autostrada attraverso il Brennero”,
aprile 1955, p. 173. Alla storia della costruzione dell’Autostrada
del Brennero sono dedicati alcuni volumi: Callin G. (a cura di), Un
ponte per l’Europa. L’Autostrada del Brennero, Publilux, Trento, 1984;
Dinacci M. L. (a cura di), Autostrada del Brennero. Storia, valori, progetti,
IDESIA, Trento, 2016 e Dinacci M. L. (a cura di), L’autostrada
del Brennero nella sua storia, Riedizione del libro di Donato Turrini del
1984, IDESIA, Trento, 2019.
23. Cfr. Ducafi S., “L’autostrada del Brennero: un traguardo per il
1970”, «leStrade», febbraio 1968, pp. 86-90 e Sajeva A., “L’Autostrada
del Brennero”, «leStrade», febbraio 1969, pp. 55-66.
24. Cfr. “Necessità tecniche e possibilità finanziarie”, «leStrade», aprile
1955, pp. 165-170. Si veda anche la mappa del 1963 che accompagna
l’articolo “La situazione autostradale al 31.12.1963”, «leStrade», aprile
1964, p. 206.
Autostrade
Autostrade
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LS
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nista della “stagione dei grandi trafori”, avviata a partire
dagli anni Cinquanta con la realizzazione delle opere di attraversamento
del San Gottardo, del San Bernardino e del
Monte Bianco. In proposito, «leStrade» pubblica contributi
emblematici, come il “Simposio internazionale sui grandi
trafori stradali”, nel quale riflette sull’importanza delle vie
di attraversamento delle Alpi, rimarcando il ruolo strategico
del Brennero 25 . Questi contributi premettono di intercettare
il dibattito sulla costruzione di autostrade nelle regioni
montane, non solo alpine 26 . Chiamata a riflettere sull’attraversamento
autostradale del tratto Appenninico, la rivista
stigmatizza la “corsa” verso la progettazione di “autostrade
di valico”, ravvedendo nel programma
generale un eccesso di “commercializzazione”
del trasporto su gomma,
programmaticamente lontano dalle esigenze
di tutela dei territori attraversati 27 .
Nonostante questa sensibilità paesaggistica,
gli articoli dedicati all’autostrada
A22 si concentrano prioritariamente
sulla descrizione delle opere d’arte,
in particolare i viadotti alpini e il ponte di
attraversamento del fiume Po 28 , lasciando
sullo sfondo l’eccezionale intuizione di
Pietro Porcinai, che intendeva fare dell’Autostrada
del Brennero la spina dorsale di
un sistema di giardini e paesaggi a diverse
scale. L’A22 è, infatti, uno dei rari esempi
italiani, nei quali il progetto ingegneristico
e quello paesaggistico si integrano fin
dall’origine. Chiamato come consulente al
progetto, Porcinai adotta e perfeziona, in
via sperimentale, soluzioni proposte da progettisti
di fama internazionale, che prima di
lui si erano dedicati al tema del paesaggio autostradale 29 .
Niente affatto insensibile a questa avanzata prospettiva di
ricerca, la rivista preferisce, tuttavia, concentrarsi sul ruolo
strategico dell’Autostrada del Brennero, cui si riconosce
in diverse occasioni lo status di collegamento essenziale tra
la Valle Padana e i contesti transalpini ai fini dello sviluppo
turistico, economico e commerciale del Paese 30 . In questo
senso vanno interpretati gli sguardi in controcampo, che riguardano
in particolare il Ponte Europa, posto lungo il tracciato
che dal Brennero si congiunge all’autobahn austriaca
31 . L’obiettivo pare quello di attribuire all’A22 un carattere
9
8. L’Autobrennero nelle
copertine di «leStrade»:
sede autostradale tra Trento
e Bolzano (foto Eccher,
Febbraio 1968); svincolo di
San Michele all’Adige (foto
Eccher, Febbraio 1969);
tronco Mantova-Modena,
ponte sul Po (foto Chiodini,
Maggio 1970)
9. “L’autostrada del Brennero:
un traguardo per il 1970”,
«leStrade», Febbraio 1968
10. Il ponte Europabrücke,
il più alto del Vecchio
Continente (copertina di
«leStrade», Febbraio 1964)
11. Schematizzazione tratta
da “Simposio internazionale
sui grandi trafori alpini”,
«leStrade», Agosto-Settembre
1964
25. Cfr. tra gli altri: “Simposio internazionale sui grandi trafori stradali”,
«leStrade», agosto-settembre 1964 pp. 450-463; “Il traforo del
Monte Bianco dopo due anni di lavoro”, «leStrade», febbraio 1961,
pp. 83-86; “Il traforo del gran San Bernardo”, «leStrade», marzo
1961, pp. 135-137; “Collegamento trasversale permanente attraverso
il San Gottardo”, «leStrade», novembre 1964, pp. 401-422.
26. Cfr. “La nuove autostrade e la tutela del paesaggio”, «leStrade»,
giugno 1968, p. 325.
27. Cfr. “Ancora qualche considerazione sulle autostrade, specialmente
di montagna”, «leStrade», maggio 1954.
28. Al ponte in fase di costruzione è dedicata la copertina del numero
della rivista di maggio 1970.
10
11
29. Cfr. Micheletti C., “Pietro Porcinai e l’Autobrennero”, «Architettura
del Paesaggio», n. 8, maggio 2002, pp.23-28; Micheletti C., L’autostrada
nel paesaggio. Il progetto dell’Autobrennero, in L. Latini, M.
Cunico, (a cura di), Pietro Porcinai: il progetto del paesaggio nel XX
secolo, Marsilio, Venezia, 2012, pp.199-213. Si veda anche la prima
parte di Zanda C., The architeture of a motorway. Between maintenace
and preservation, op. cit.
30. Si veda la mappa contenuta in Biffi C., “In vista di un nuovo e grandioso
turismo”, «leStrade» marzo 1956, pp. 109-112 e la Carta del 1967 dedicata
agli Itinerari Internazionali all’interno dell’articolo di Foglia D., Crespio A.,
Della Scala F., “Progettazione e sviluppo della rete stradale a carattere internazionale
interessante l’Italia e le relative programmazioni degli investimenti”,
«leStrade», giugno 1967, pp. 508-515. Si veda anche “Il turismo italiano
e il valico del Brennero”, «leStrade», gennaio 1970, p. 70.
transnazionale, cui vengono ascritte anche le soluzioni più
avanzate in termini di progetto di dettaglio e concezione a
grande scala.
Dagli archivi della rivista, infatti, emerge la vocazione a valorizzare
il dibattito pubblico e l’osservazione critica come
momenti integrativi alla sperimentazione progettuale. Lo
dimostra, in modo inequivocabile, la rubrica intitolata “Nel
futuro della strada e dell’automobile” che ospita, fin dal
1967, alcuni interventi dai titoli emblematici, tra i quali
“Strade per muoversi, strade per fermarsi” o “La circolazione.
Gli altri mezzi. Il futuro” 32 . A partire dalla seconda
meta degli anni Sessanta, le riviste specializzate mettono
in scena un serrato confronto tra necessità pratiche e ambizioni
teoriche, pubblicando le principali realizzazioni in
corso e commentandole alla luce delle idee più coraggiose
e avanzate. Gli archivi, infatti, evidenziano interrogativi
e proposte di eccezionale attualità: riprenderli, misurando
la distanza che da allora si è percorsa, può essere di
stimolo per affrontare le sfide progettuali che ci attendono
nell’immediato futuro 33 . nn
31. Cfr. “In Austria: inaugurato L’Europabrücke”, «leStrade», febbraio
1964, pp. 95- 97 e la copertina dello stesso numero della rivista.
32. Cfr. Biffi C., “Nel futuro della strada e dell’automobile”, maggio
1967, pp. 363-383; dicembre 1967, pp. 848-873.
33. A titolo d’esempio di questo genere di contributi si veda Casucci
P., “Come si circolerà negli anni che verranno?”, «Quattroruote»,
giugno 1964, pp. 172-175. Dopo aver sintetizzato i contenuti del rapporto
Buchanan descritto nel volume Traffic in towns, l’autore si sofferma
sulla valenza sociale delle questioni collegate al problema del
traffico, analizzando gli scenari attesi nel medio e lungo periodo: dalla
sostituzione dei vettori automobilistici con altri più efficienti, alla trasformazione
dei supporti autostradali, fino all’affermazione di modelli
insediativi caratterizzati da inesplorati livelli di densità abitativa.
Autostrade
Autostrade
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BOMAP CONNECT
IL CUORE DI UN CANTIERE EFFICIENTE
Droni a comando
Monitoraggio dal cielo
UN “NIDO” PER DRONI PILOTATI DA REMOTO. È LA PIÙ RECENTE FRONTIERA
ESPLORATA DA CONCESSIONI AUTOSTRADALI VENETE NEL CAMPO
DELLA TECNOLOGICA APPLICATA ALLA MOBILITÀ E ALLA SICUREZZA
DELLE INFRASTRUTTURE
È
un ecosistema integrato che consente l’operatività di
flotte di velivoli autonomi pilotati a distanza.
È stato presentato a LETExpo, la Fiera della logistica,
dei trasporti e dell’intermodalità sostenibile, tenutasi,
lo scorso marzo, a Verona. Il nuovo sistema, che si chiama
Skytraffic, permetterà a CAV di utilizzare, nel monitoraggio
delle opere e del traffico, droni a comando e a controllo
remoto, servendosi tra l’altro di energie rinnovabili per il
loro funzionamento.
Grazie alla collaborazione con la Drone Network Company
UST Italia, CAV sta da tempo sperimentando l’utilizzo di
droni per verificare lo stato di manutenzione delle proprie
infrastrutture e il controllo del traffico sulla propria rete. Il
percorso, che si avvale delle più moderne tecnologie, dell’utilizzo
di algoritmi e dell’intelligenza artificiale per la raccolta
e l’elaborazione dei dati rilevati, segna ora un passo decisivo
sulla via dello sviluppo del sistema, con l’obiettivo di costituire,
non appena ottenuta la certificazione dell’ENAC (Ente
Nazionale per l’Aviazione Civile), una vera e propria “Divisione
droni” dedicata al monitoraggio degli asset gestiti.
NIDO (che ha un design totalmente Made in Italy) permette
di manovrare il drone senza la necessità di un pilota che sia
Infrastrutture
fisicamente presente sul posto (il tutto è gestibile anche a
centinaia di chilometri di distanza). Nel caso di Concessioni
Autostradali Venete, questa possibilità consentirà di operare
con i droni, lungo la tratta, direttamente dal Centro operativo
di Mestre o, eventualmente, dalla Mobile Control Room,
cioè dalla sala operativa mobile di CAV, in grado di replicare
sul territorio le funzionalità della centrale di Mestre.
Tecnicamente, NIDO è costituito dall’hangar, fulcro del sistema:
un box interconnesso che garantisce condizioni ambientali
ottimali, ricarica rapida e datalink. Al suo interno si
trova il drone multirotore, equipaggiato con diverse tipologie
di sensori, per l’acquisizione di immagini e dati, e una
piattaforma software in cloud che garantisce funzioni di comando
e controllo dalla sala operativa remota, la gestione
dei dati e la loro analisi in tempo reale o in “post processing”.
Grazie a queste tecnologie avanzate, l’ecosistema Skytraffic
sarà pressoché completo: attraverso il volo del drone, la
Società sarà in grado di acquisire, in tempo reale, i dati sullo
stato del traffico e delle proprie infrastrutture ed elaborarli,
grazie al contributo della Digital Farm IKON, tramite
algoritmi e intelligenza artificiale, ottenendo nell’immediato
soluzioni e programmi di manutenzione. nn
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Scenari Infrastrutturali
Dialogo per sviluppare
la mobilità del futuro
CONFRONTO COSTRUTTIVO AISCAT-GOVERNO SUL RUOLO DELLE AUTOSTRADE
NEL PROCESSO DI RICOSTRUZIONE POST-PANDEMICA, ANCHE
E SOPRATTUTTO ATTRAVERSO LO STRUMENTO DEL PNRR. LE QUESTIONI
CHIAVE DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA E DELLA DIGITALIZZAZIONE.
GLI OBIETTIVI CHIAVE DELL’ABBATTIMENTO DELL’INCIDENTALITÀ STRADALE
E DELLA VELOCIZZAZIONE DEI PERCORSI.
© Milano-Serravalle
1
2
1. La sicurezza prima
di tutto
2. Diego Cattoni, presidente
dell’AISCAT
3. Autostrade sempre più
resilienti, dai viadotti…
4. …alle gallerie
Sostenibili Enrico Giovannini e con il Ministro dell’Economia
e delle Finanze Daniele Franco.
Miglior servizio possibile
La nuova governance dell’Associazione - rappresentata dal
Presidente Diego Cattoni, AD di Autobrennero, e dai Vicepresidenti
Francesco Bettoni, Presidente di Autostrade Lombarde
e Brebemi, Maurizio Paniz, Presidente di Autovie Venete
e Roberto Tomasi, AD di Autostrade per l’Italia, - ha
indicato nella sessa AISCAT il luogo dove porre a fattor comune
gli obiettivi e gli strumenti per attuare in tempi rapidi
quella rivoluzione della mobilità nazionale pianificata nel
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che le recenti
innovazioni tecnologiche, unite alla ritrovata disponibilità
di risorse destinate agli investimenti infrastrutturali,
rendono possibili.
“Ciò che ci attende - premette il Presidente Cattoni - non è
l’inerziale evoluzione della mobilità per come l’abbiamo conosciuta
fino ad ora. Siamo alla vigilia di una vera e propria
rivoluzione di tutto il sistema trasportistico. Il Governo lo ha
capito e non a caso tre delle sei missioni sulle quali si incardina
il PNRR investono direttamente il nostro settore: digitalizzazione
delle autostrade, promozione della transizione
ecologica e di una concezione intermodale di mobilità rappresentano
a nostro avviso i principali obiettivi da mettere
a fattor comune e sui quali costruire fin da subito una forte
collaborazione con il Governo. In un lasso di tempo fino
a ieri impensabile siamo in grado di realizzare autostrade
intelligenti in grado di abbattere l’incidentalità aumentando
la velocità di spostamento e la capacità della rete senza
consumo di suolo, di accompagnare l’avvicendamento tra i
motori endotermici ed i motori elettrici grazie alla diffusione
capillare di punti di ricarica anche ad induzione per veicoli
a batteria e ad idrogeno ed anche di cooperare con il trasporto
ferroviario in modo che la gomma ed il ferro si integrino
per offrire il migliore servizio possibile”.
3
4
Investire in infrastrutture
Centrale, per AISCAT, resta poi l’effetto moltiplicatore sul
Pil degli investimenti in infrastrutture, in particolare quelle
per la mobilità. “I testi di storia economica - osserva Cattoni
- ci ricordano come anche le autostrade abbiano rappresentato
la spina dorsale del miracolo economico italiano.
Oggi, alla vigilia di una stagione decisiva per il futuro del
Paese, una spinta analoga può venire non solo e non tanto
dallo sviluppo di nuove autostrade, ma da un’evoluzione
tecnologica di quelle esistenti destinata a cambiarne il volto.
I Vicepresidenti ed io salutiamo positivamente l’istituzione
da parte del Ministro Giovannini della Commissione
per le concessioni autostradali cui l’Associazione non farà
mancare il proprio contributo, perché siamo convinti che
solo dalla virtuosa collaborazione tra lo Stato e gli operatori
economici possa svilupparsi rapidamente ed efficacemente
quell’auspicabile svolta che il Governo ha inteso progettare
con il PNRR. Dalla conferma degli ingenti investimenti
in infrastrutture, dalla stabilità degli atti convenzionali sottoscritti,
dalla semplificazione delle procedure di appalto e
dalla conseguente riduzione dell’ormai patologico ricorso
al contenzioso, dalla risoluzione dei conflitti di competenza
tra Istituzioni e da un rinnovato e proattivo rilancio dell’iniziativa
privata può schiudersi una stagione destinata a ridisegnare
il sistema italiano della mobilità”. Con l’obiettivo
di offrire il proprio contributo propositivo alla costruzione di
un nuovo modello di mobilità - hanno ribadito i rappresentanti
di AISCAT - “l’Associazione fornirà al Governo le proprie
visioni, considerazioni e proposte per armonizzare al
meglio l’evoluzione del comparto con gli aspetti normativi”.
Innovazione per la resilienza
Sul main topic dell’innovazione autostradale al servizio del
PNRR, tra l’altro, lo stesso Cattoni si era espresso già nel suo
discorso d’insediamento, nel settembre scorso, contestuale
alla nomina, da parte dell’Assemblea annuale, del nuovo
Autostrade
La mobilità autostradale europea del futuro passa (anche
e soprattutto) dall’Italia, fondandosi su una serie
di capisaldi in cui il settore del pedaggio è da sempre
avanguardia e pioniere. Il primo tra tutti: la sicurezza
stradale. Proprio alla road safety, tra l’altro, è stata dedicata
la recente conferenza ASECAP-AISCAT di Madonna
di Campiglio (Trento) dal titolo “Nuovi modelli di mobilità
in Europa. La svolta tecnologica e la Vision Zero”, con
Main Partner Autostrada del Brennero. Un titolo che evoca
il secondo, fondamentale “key-factor”: l’innovazione, che
di questi tempi, come è noto, fa sempre più rima con digitalizzazione
e IoT. A completare il quadro, il fattore “e”:
ecology, ma anche energy, a simboleggiare la sostenibilità
ambientale. E naturalmente la coesione territoriale, che
è poi l’obiettivo dichiarato delle autostrade di terza generazione
(dopo le prime, quelle “by Puricelli”, e le seconde
degli anni ’50-’70), non più sistemi lineari, ma organismi
capaci di guidare e coordinare altri sistemi di trasporto e
numerose iniziative locali. Se la sicurezza è stato il tema
guida dell’intensa giornata trentina, l’ambiente, con l’obiettivo
decarbonizzazione, sarà il “pallino” delle annunciate,
prossime Giornate ASECAP, in programma a Bruxelles
il 24-25 novembre. Ai due eventi, quello appena passato
e quello futuro, dedichiamo due box a parte a corredo di
questo articolo di scenario, che andremo ad aprire dando
una notizia: quella della riapertura del confronto tra Governo
e AISCAT concretizzatosi, a inizio anno, in due incontri:
con il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità
Giovanni Di Michele
© Autovie Venete
© CAV
Autostrade
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5
Consiglio Direttivo guidato dal numero uno dell’A22. Ricordiamone
gli altri membri: Gonzalo Alcalde Rodriguez, Francesco
Bettoni, Pietro Boiardi, Giulio Bozzini, Carlo Costa, Fernando
De Maria, Amedeo Gagliardi, Sebastiano Gallina, Luigi
Massa, Salvatore Minaldi, Valerio Molinari, Gianluca Orefice,
Maurizio Paniz e Roberto Tomasi. Direttore Generale è Massimo
Schintu, che nel 2021 ha anche ricoperto la prestigiosa
carica di presidente dell’ASECAP (per ulteriori informazioni rimandiamo
al rinnovato sito web associativo aiscat.it, dove è
anche possibile scaricare le pubblicazioni “AISCAT Informazioni”
e “AISCAT International News”, anch’essa rinnovata).
“Di fronte alle pesanti incognite imposte dallo scenario che
stiamo vivendo - aveva ricordato Cattoni - e di fronte alla
straordinaria e irripetibile stagione di investimenti che un
rinnovato spirito europeo ha reso finalmente possibile, l’Italia
ha saputo reagire accantonando gli interessi particolari
e mettendo a fattor comune le proprie, talvolta sorprendenti,
risorse. L’esecutivo attualmente in carica, guidato
da una figura di indubbio spessore internazionale come
Mario Draghi, ha indicato con chiarezza l’approssimarsi di
una stagione di investimenti paragonabile, per mole e potenziale
di innovazione, solo a quella del Dopoguerra. Se
le speranze non verranno deluse, la potente leva finanziaria
europea non sarà utilizzata dall’Italia per alimentare il
consenso attraverso sterili strumenti di assistenzialismo,
ma per far fare al Paese in pochi anni passi che avrebbero
richiesto, nella migliore delle ipotesi, decenni. Nessun dubbio
circa il fatto che l’ammodernamento del sistema Italia
passi anche e soprattutto dall’ammodernamento della
propria rete infrastrutturale e - perdonatemi se mi ripeto
- la rete autostradale italiana è di gran lunga la prima infrastruttura
che serve la mobilità del Paese. Nessuno ignora
che ogni euro investito in infrastrutture genera per lo
meno un valore aggiunto triplo e se non vogliamo che l’ulteriore
esposizione generata pesi come un macigno sulle
spalle delle nuove generazioni, allora è negli investimenti
produttivi che va concentrato l’enorme potenziale liberato
dai Paesi dell’Unione”.
Transizione ecologica e digitale
Gli investimenti, anche quelli nelle infrastrutture - notava
il presidente dell’AISCAT - non sono tutti uguali “e anche
di questo pare avere piena contezza il governo. Il Piano
Nazionale di Ripresa e Resilienza si muove intorno a
sei punti cardine, i primi tre sono: digitalizzazione, transizione
ecologica e infrastrutture per una mobilità sostenibile.
Detto altrimenti, i primi tre dei sei punti cardine di
quel Piano parlano di noi. Se pensiamo che la rete autostradale
italiana nel 1973 era la prima in Europa con i suoi
4.700 chilometri e che oggi, a cinquant’anni di distanza,
abbiamo faticosamente raggiunto i 7.000 chilometri, superati
ormai da molti altri paesi, parlare di nuove autostrade
non può essere un tabù. Tuttavia, la priorità nel 2021
non è tanto realizzare migliaia di chilometri di nuove autostrade,
ma provvedere ad un profondo ammodernamento
di quelle esistenti, rendendole idonee ad una trasformazione
dall’attuale essenza di semplici vie di transito passive
a infrastrutture in grado di ottimizzare la propria capacità
alla stregua di ramificate rotaie capaci di condurre a
destinazione, in modo sicuro e ordinato, un numero maggiore
di veicoli di nuova generazione, che velocemente si
affacciano sul mercato, promuovendo nel contempo la graduale
transizione dall’attuale paradigma energetico basato
sull’uso di combustibili fossili a quello che vede il dif-
fondersi di motori elettrici la cui carica provenga da fonti
rinnovabili di energia”.
“Il conseguimento del primo obiettivo, la digitalizzazione
della rete autostradale - così proseguiva - non sarà mai possibile
senza cospicui investimenti. Perché, se lo sviluppo delle
nuove tecnologie ICT può essere trasferito nella produzione
di veicoli con costi tutto sommato relativi, l’analogo
sviluppo della rete stradale avrà costi molto elevati. Tuttavia,
se vogliamo imboccare la strada della sostenibilità, non
ci sono alternative. Solo la digitalizzazione della rete stradale
e autostradale, infatti, ci permetterà di aumentare enormemente
la loro capacità senza un sistematico e potenzialmente
interminabile consumo di suolo e ci permetterà
finalmente di offrire tempi certi di percorrenza all’utenza.
In questi ultimi anni abbiamo già avuto occasione di vedere
un primo esempio di proiezione verso un futuro diverso
della gestione della rete. Il comparto ha infatti prodotto ingenti
sforzi per individuare un modello di previsione e analisi
della vita utile delle infrastrutture, al fine di poterne pia-
La necessità di reagire da un lato alla crisi economica causata dalla pandemia
e dall’altro alla preoccupante avanzata del surriscaldamento globale
ha innescato una svolta epocale dell’Unione europea e dei sui Stati membri,
anche e forse soprattutto nel settore dei trasporti. Questo, unito ai rapidi
progressi in ambito tecnologico, sta ponendo le basi di una vera e propria
rivoluzione nel campo della mobilità. La digitalizzazione delle autostrade,
lo sviluppo e la diffusione dei veicoli a guida autonoma, il tramonto del motore
endotermico e la conseguente transizione ecologica, una nuova concezione
dell’intermodalità sono tutti elementi che concorrono a delineare
un orizzonte nel quale l’evoluzione inerziale del settore dovrà necessariamente
cedere il passo alla definizione di nuovi modelli di mobilità. L’offerta
di modalità di trasporto tra loro alternative e chiuse dovrà essere sostituita
da un’offerta plurale che si dimostri vantaggiosa tanto per l’utente, tanto per
l’ambiente. Anche all’interno dei diversi settori, in primis quello autostradale,
la somma caotica di singoli individualismi sarà sostituita da modelli cooperativi
nei quali a prevalere dovrà essere l’interconnessione dei veicoli tra
di loro e con l’infrastruttura, chiamata a un ruolo di armonizzazione e regia
delle singole necessità dell’utente. A sua volta, la piattaforma digitale nella
quale si intrecceranno le diverse modalità di trasporto, dal treno all’aereo,
dalla nave alla strada, potrà trovare nelle autostrade la cerniera capace
di connetterle efficacemente tra loro. Una simile rivoluzione, come è intuibile,
avrà un impatto straordinario nel campo della sicurezza. L’ASECAP e i
suoi membri considerano la sicurezza stradale come la missione prioritaria
che guida il loro lavoro improntato a quella Vision Zero indicata dalla Commissione
europea che non vuole essere un obiettivo utopico, ma un metodo
di lavoro teso a portare il più velocemente a zero il numero delle vittime
da incidente stradale. Negli ultimi anni, questo approccio ha prodotto risultati
rilevanti in particolar modo nel comparto autostradale, che ha visto calare
sensibilmente il tasso di incidentalità ed il numero di vittime. Ciononostante,
la curva tende ormai a un preoccupante appiattimento, a causa
di una variabile ad oggi incompri incomprimibile: l’errore umano. La Polizia
Stradale può intensificare ogni forma di controllo, i Concessionari autostradali
possono predisporre nastri autostradali perfetti, i produttori di veicoli
possono migliorare la resistenza all’impatto dei propri prodotti, ma se
chi è alla guida non guarda dove va, è in stato di alterazione, o viola ogni norma
di legge e di prudenza, l’incidente resta inevitabile. Di questo e di molto
altro si è parlato nella Conferenza ASECAP “Nuovi modelli di mobilità in
Europa. La svolta tecnologica e la Vision Zero”. Organizzata in collaborazione
tra AISCAT e Autostrada del Brennero con la Polizia Stradale italiana,
l’edizione 2022 - che si è tenuta dal 3 al 5 aprile a Madonna di Campiglio - è
stata anche l’occasione per fare il punto sulle ricadute del PNRR sul futuro
della mobilità in Italia.
nificare al meglio manutenzioni e adeguamenti strutturali.
Allo stesso modo, solo la loro digitalizzazione ci consentirà
di abbattere quel tasso di incidentalità che abbiamo sì ridotto
drasticamente negli ultimi anni, ma che da qualche tempo
sembra aver raggiunto una preoccupante stabilizzazione
della curva, dovuta essenzialmente all’incomprimibilità
del fattore umano. Detto altrimenti, finché sistemi digitali
di controllo non potranno intervenire nella conduzione del
veicolo, fattori umani come l’uso di alcol e droghe, i colpi di
sonno, o la più comune delle distrazioni come l’uso del cellulare
alla guida semineranno ancora vittime innocenti sulle
nostre strade”.
Quanto al cambio di paradigma energetico necessario per
fronteggiare la drammatica avanzata del cambiamento climatico,
anche in questo caso - concludeva Cattoni - “la collaborazione
con il governo potrà metterci nelle condizioni di
diffondere in modo capillare diverse e sempre più efficienti
modalità di ricarica dei veicoli elettrici alimentati da idrogeno
verde o da batterie ad accumulo. La sfida che ci aspetta
Sicurezza: l’obiettivo “Vision Zero” passa anche attraverso la svolta tecnologica
Autostrade
6. Tratto autostradale
austriaco
6 7
7. Tecnologia per
la sicurezza: una barriera
Autobrennero
© Autostrade per l’Italia
Autostrade
5. Una rete al servizio
dei territori
© Autostrada del Brennero
© Asfinag
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IMPIANTO D‘ASFALTO AMMANN ABA UNIBATCH
non riguarderà quindi solo la creazione di una rete capillare
di punti di ricarica dei veicoli ad idrogeno verde, ma anche
la produzione e lo stoccaggio dello stesso. Il Piano Nazionale
di Ripresa e Resilienza dà un peso rilevante alla ferrovia.
Questo non può e non deve spaventarci, né indurre in noi
atteggiamenti difensivi. Non può, perché sappiamo quanto
valiamo e quanto resteremo centrali anche nei prossimi
decenni. Non deve, perché ci offre un’ulteriore opportunità
di sviluppo. La mobilità di domani è per forza di cose una
mobilità intermodale, già oggi è così. Sta a noi attivarci da
subito per far sì che il binomio gomma-rotaia si traduca in
una relazione di reciproco vantaggio e non si esaurisca nella
contrapposizione manichea che qualcuno alimenta tra la
panacea di ogni male e il suo contrario”. nn
8
© SISTRASB
La decarbonizzazione al centro delle Giornate Asecap di novembre
8. Protagonisti della
transizione ecologica
Appuntamento il 24-25 novembre a Bruxelles
con un attesissimo ritorno, quello degli ASECAP
Days, di cui recentemente è stato diffuso il Call for
presentations. Il main topic: la decarbonizzazione
delle infrastrutture stradali. “I cambiamenti
climatici e la carbon neutrality sono emergenze
prioritarie in tutto il mondo - notano dall’ASECAP
-. Incendi, cicloni, inondazioni e siccità sono oggi
la nuova normalità. Questi eventi calamitosi non solo danneggiano
l’ambiente, la biodiversità da cui dipende la salvaguardia
del pianeta, ma indeboliscono anche i nostri sistemi
politici, economici e sociali”. Anche la resilienza delle
infrastrutture e la ripresa dalla pandemia saranno in testa alle
priorità dell’evento, dal momento che il Covid-19 continua
ad avere un impatto sull’economia. Oltre a questa situazione
critica, il conflitto tra Ucraina e Russia avrà purtroppo ulteriori,
dure conseguenze: aumento dei costi energetici, rallentamento
della crescita economica e turbolenza sui mercati
finanziari globali. La 49a edizione delle Giornate di Studio e
Informazione dell’ASECAP si concentrerò dunque su come
“decarbonizzare” l’infrastruttura stradale per raggiungere
gli obiettivi fissati dall’Europa, per far sì che il
nostro sia il primo continente a zero emissioni
di carbonio, garantire all’utenza una rete di infrastrutture
stradali resiliente, robusta e sicura
e affrontare al meglio questa situazione senza
precedenti che combina Covid-19 e guerra.
I temi in sintesi:
• Finanziamento delle infrastrutture - Accelerare
la realizzazione di progetti di mobilità che soddisfino le
sfide del cambiamento climatico;
• Soluzioni di trasporto sostenibili - Verso un’autostrada a
basse emissioni allineata Green Deal e Fit for 55;
• Sicurezza stradale - Visione zero: obiettivi a breve o lungo
termine;
• Mobilità cooperativa, connessa e automatizzata (CCAM) -
trasformazione digitale lungo le infrastrutture stradali;
• Resilienza dell’infrastruttura/gestione degli asset;
• Innovazione nella riscossione dei pedaggi;
• Progetti di ricerca e sviluppo - Migliorare la cooperazione
europea;
• Sicurezza informatica.
9. Annunciati gli Asecap
Days 2022
NUOVI STANDARD PER IL FUTURO
IMPIANTO D’ASFALTO AMMANN ABA UNIBATCH
L‘impianto Ammann ABA UniBatch stabilisce nuovi standard per la produzione di asfalto nel range
compreso tra le 100 e le 340 t/h. Offre una tecnologia all’avanguardia e include tutte le caratteristiche
impiantistiche attuali e future.
• Massima personalizzazione combinata con prestazioni al top e efficienza economica
• Progettato per l’utilizzo in tutto il mondo, con moduli ottimizzati per facilità di trasporto
• Può essere montato con numerose opzioni in qualsiasi momento
Autostrade
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Mobilità sostenibile
Damiano Diotti
I progetti di cinque
città metropolitane
LO SCHEMA DI DECRETO SUL TRASPORTO RAPIDO DI MASSA RIPARTISCE
OLTRE 4,4 MILIARDI DI EURO PREVISTI NELLA LEGGE DI BILANCIO PER IL 2022
E 333 MILIONI DI EURO DI RISORSE RESIDUE DEL FONDO INVESTIMENTI.
Infrastrutture
Oltre 4,7 miliardi di euro alle Città metropolitane di
Genova, Milano, Napoli, Roma e Torino per interventi
di potenziamento delle linee metropolitane e di alcune
tranvie, 1,7 miliardi di euro a Regioni, Province e Città
metropolitane per la manutenzione straordinaria della rete
stradale secondaria, 1,9 miliardi per l’acquisto di autobus
ecologici nelle grandi città. Lo prevedono tre schemi di decreto
del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili,
Enrico Giovannini, di concerto con il Ministro dell’Economia
e delle Finanze, Daniele Franco, che, lo scorso marzo,
hanno avuto l’intesa della Conferenza Unificata. Nello specifico,
lo schema di decreto sul trasporto rapido di massa
ripartisce oltre 4,4 miliardi di euro previsti nella legge di Bilancio
per il 2022 e 333 milioni di euro di risorse residue del
Fondo Investimenti, finanziando i progetti della graduatoria
già definita. Il decreto sulla rete stradale secondaria ripartisce
1,7 miliardi di euro (per il periodo 2022-2029) previsti
nell’ultima legge di Bilancio, destinando, per la prima volta,
una quota dei fondi statali alla manutenzione delle strade
regionali. Lo schema di decreto sul rinnovo del parco autobus
in senso ecologico attribuisce alle singole amministrazioni
1,9 miliardi di euro per l’acquisto di autobus urbani,
elettrici o a idrogeno, a zero emissioni.
Mobilità sostenibile
e sicurezza stradale
«Dopo aver già assegnato agli enti attuatori il 99% delle
risorse del PNRR di nostra competenza, stiamo procedendo
rapidamente all’attribuzione delle risorse previste nella
legge di Bilancio per il 2022: ad oggi abbiamo ripartito
il 41% dei 36,1 miliardi di euro assegnati al Mims», ha
spiegato il Ministro Giovannini. «Con gli interventi concordati
oggi investiamo per la mobilità sostenibile e la sicurezza
stradale, attraverso lo sviluppo di metropolitane,
tramvie e busvie nelle grandi città, il rinnovo degli autobus
in senso ecologico e la manutenzione delle strade regionali
e provinciali, fondamentali anche per connettere
le aree interne e ridurre le disuguaglianze territoriali»,
ha aggiunto Giovannini. «Nell’ultimo anno abbiamo destinato
complessivamente 8,7 miliardi di euro al trasporto
rapido di massa, 5,9 miliardi alla manutenzione e allo
sviluppo delle reti stradali, 2,7 miliardi al rinnovo degli
autobus in senso ecologico. Si tratta di uno sforzo senza
precedenti che ora Regioni, Province e Città metropolitane
devono trasformare rapidamente in cantieri e acquisti,
usando le nuove procedure semplificate messe a disposizione
dal Governo».
Più in dettaglio, in base allo schema di decreto sul trasporto
rapido di massa vengono assegnati: a Genova 418,8
milioni, a Milano 732,2 milioni, a Napoli 796,8 milioni, a
Roma 1,8 miliardi, a Torino un miliardo di euro. Tra i progetti
ammessi al finanziamento figurano: a Genova, la
Skymetro Val Bisagno; a Milano il prolungamento della
linea metropolitana M4 per l’aeroporto di Linate e Segra-
Infrastrutture
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Infrastrutture
te e l’ampliamento del deposito Gallarate dei treni delle
linea metropolitana; a Napoli due lotti del nuovo collegamento
tra la stazione alta velocità di Afragola e la rete
metropolitana; a Roma la stazione della metro di Piazza
Venezia, il prolungamento della metro C e la nuova linea
tranviaria Termini-Vaticano-Aurelio; a Torino il prolungamento
della linea 2 della metropolitana automatica nella
tratta Politecnico-Rebaudengo; a Piacenza 26,5 milioni
per la busvia di collegamento tra la stazione ferroviaria
e il nuovo polo ospedaliero.
Manutenzione di strade,
ponti e viadotti
Per quanto riguarda la rete stradale secondaria, lo schema
di decreto che ripartisce la cifra complessiva di 1,7
miliardi di euro si pone in continuità con i due decreti che
il 16 marzo scorso hanno ricevuto il via libera dalla Conferenza
Stato-Città e Autonomie locali e che hanno assegnato
per le strade provinciali e delle Città metropolitane
un totale di 2,7 miliardi fino al 2029 per interventi
di sviluppo e manutenzione di strade, ponti e viadotti. Lo
schema di decreto esaminato dalla Conferenza Unificata
destina fino al 2029 finanziamenti pari a 1,4 miliardi
di euro per interventi che interessano strade di Province
e Città metropolitane, e a 255 milioni per analoghi interventi
sulle strade regionali (presenti solo in alcune regioni).
Il provvedimento contiene una specifica disposizione
che prevede di adeguare gli interventi, sin dalla fase
di progettazione, a criteri ambientali, come la redazione
di un piano per la gestione dei rifiuti prodotti, per analisi
volte ad evitare possibili interazioni con acqua e suolo,
per l’uso di tecnologie a basso impatto ambientale.
Infrastrutture
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Le risorse possono essere anche impiegate per realizzare
varianti di tracciato che dovessero rendersi necessarie
nelle zone ad alto rischio idrogeologico.
Rinnovo del parco autobus
Con l’intesa della Conferenza Unificata allo schema di
decreto sull’assegnazione di 1,9 miliardi di euro del Pnrr
per il periodo 2022-2026, già ripartiti da un precedente
decreto emanato a dicembre 2021, si attribuiscono risorse
ai Comuni capoluogo di Città Metropolitane, ai Comuni
capoluogo di Regioni o di Province autonome e ai
Comuni con un alto tasso di inquinamento. Dopo il primo
decreto, i Comuni beneficiari hanno confermato la
manifestazione di interesse e identificato i relativi piani
di investimento, passaggio necessario per avviare il
finanziamento. Le risorse saranno destinate all’acquisto
di autobus urbani a zero emissioni, con alimentazione
elettrica o a idrogeno e alla realizzazione delle infrastrutture
di supporto per la ricarica.
Tratte ferroviarie
ad uso turistico
La Conferenza Stato-Regioni
ha dato il via libera anche
al decreto del Ministro delle
Infrastrutture e della Mobilità
Sostenibili, di concerto con
i Ministri dell’Economia e delle
Finanze, della Cultura e del
Turismo, che definisce una lista
di 26 tratte ferroviarie ad
uso turistico. Si tratta di linee gestite da Rete Ferroviaria
Italiana (Rfi) o da ferrovie regionali che si trovano in zone
di particolare pregio paesaggistico, culturale e ambientale,
che potranno tornare in servizio o essere maggiormente utilizzate
valorizzando i relativi territori, anche grazie ai fondi
del Piano Complementare. Si tratta di un decreto molto atteso
e la lista delle ferrovie potrà essere integrata con ulteriori
linee su proposta delle regioni interessate. nn
Infrastrutture
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Nuove opere
Intervento strategico
in Puglia
UNA VERA E PROPRIA RIVOLUZIONE DEL SISTEMA DI VIABILITÀ
DI UNA ZONA MOLTO IMPORTANTE DELLA CITTÀ DI BARI
Abbiamo il giusto mix per un cantiere di successo. Il
punto di sutura tra gli attori coinvolti è la competenza:
le aziende con un carattere di spiccata capacità,
consolidatasi in anni di pratica, e senza trascurare l'apporto
delle macchine adeguate. Siamo in Puglia. In quello definito
come cantiere FAL: un progetto che riguarda la “Realizzazione
degli interventi stradali per l’eliminazione delle interferenze
della linea ferroviaria Bari – Altamura - Matera con la viabilità
urbana all’interno della città di Bari” affidato a Cobar SpA.
L’intervento risulta strategico sia dal punto vista del potenziamento
della linea ferroviaria, tenuto conto che su questa
tratta vengono trasportati oltre 4.500 passeggeri/giorno, sia
dal punto di vista del miglioramento dell’accessibilità al Policlinico
di Bari che beneficerà, grazie alla omonima fermata
ferroviaria esistente, della accresciuta capacità di trasporto
ma anche della fluidificazione della circolazione stradale ottenuta
mediante la soppressione del passaggi a livello di via
delle Murge e la realizzazione di adeguata viabilità sostitutiva.
Gli interventi previsti nel progetto generale sono stati separati
in due macrogruppi: quelli sul tracciato ferroviario, che comprendono
il potenziamento della linea dalla stazione di Bari
Policlinico alla nuova fermata di Bari S. Andrea, e quelli (di cui
Fabrizio Parati
Lo scopo del cantiere FAL
è quello di fluidificare,
quanto più possibile,
tutti gli innesti da Bari,
soprattutto dalla terza
mediana (che taglia di netto
la città collegando la zona
Sud e la zona Est) e dall’asse
Nord-Sud.
Infrastrutture
qui parleremo) relativi ai tracciati stradali, di razionalizzazione
e integrazione della rete stradale prossima alla linea ferroviaria,
necessari a seguito della eliminazione dei passaggi
a livello suddetti, anche a titolo compensativo. Saranno create
quattro nuove rotatorie e un sottopasso ciclo-pedonale
connesso a 2,6 km di percorso ciclabile per un investimento
complessivo 18 milioni di euro.
La fase attuale
Il cantiere FAL è nato, innanzitutto, per creare una prima
zona di raddoppio ferroviario. L'intento era il raddoppio di
tutta la linea da Matera a Bari, per cercare di arrivare all'obiettivo
di percorrere in un'ora la tratta Matera – Bari. La
prima fase dei lavori si è concentrata sul raddoppio ferroviario,
per la parte che interessa Bari, vale a dire il tratto, di
circa 3 km, che dalla stazione di Bari Scalo arriva sino alla
stazione di S. Andrea. E questa è un'opera già completata.
È invece ancora attivo il cantiere per il lotto che comprende
gli interventi necessari per la eliminazione delle interferenze
con la viabilità urbana, vale a dire la soppressione di due
passaggi a livello (uno è quello di via delle Murge e, l'altro,
quello di Strada S. Caterina, che frazionano letteralmente
Infrastrutture
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Infrastrutture
la città di Bari in due aree). Uno dei due passaggi livelli viene
“eliminato” con una variante by-pass e, l'altro, quello in
zona S. Caterina, per mezzo della costruzione di un cavalcavia.
Si avrà così il beneficio di andare a riconnettere due
grandi aree cittadine con il centro di Bari, evitando le stranote
problematiche prodotte dai passaggi a livello in questione.
«In questo momento – ci dice il geometra Giuseppe
Festa, della Cobar, Capocommessa dell'intervento FAL Policlinico
– FAL Sant'Andrea - i lavori della “zona 3” del cantiere,
vale a dire l'eliminazione del passaggio a livello di S.
Caterina sono fermi. Stiamo lavorando, invece, sull'altro
versante: quello che collega il quartier di Poggio Franco con
il centro cittadino.»
A originare il progetto è stata anche l'unione di due necessità:
quella di FAL di raddoppiare la ferrovia (e, tra l'altro, togliendosi
gli oneri della gestione di un passaggio a livello) e
quella di collegare la città di Bari su due fronti. E così, con un
accordo tra Regione Puglia (Ente finanziatore), Comune di
Bari e Ferrovie Appulo Lucane, si è deciso di rendere unico
soggetto attuatore dell'intervento le Ferrovie Appulo Lucane.
L'azienda Cobar, di Altamura (BA), è risultata l'aggiudicataria
di quest'opera e ora si sta occupando, dal 2018, del
cantiere. Apertosi con la parte ferroviaria (già realizzata), dal
settembre 2021 si sono avviati i lavori, tutt'ora in corso, per
la realizzazione della parte relativa all'intervento stradale.
La parte stradale prevede la creazione di tre nuove rotatorie
in punti nevralgici, cioè laddove c'è la zona di arrivo di
un grosso flusso di traffico automobilistico (in particolare, al
mattino, a metà giornata e nel tardo pomeriggio). Lo scopo
di questo intervento è quello di fluidificare, quanto più possibile,
tutti gli innesti da Bari, soprattutto dalla terza mediana
(che taglia di netto la città collegando la zona Sud e la
zona Est) e dall'asse Nord-Sud. Si costruirà un rondò nella
zona di Santa Fara che, permettendo di immettersi direttamente
sulla terza mediana, andrà a fluidificare notevolmente
il traffico su via Solarini e sua viale Giovanni XXIII. Attualmente,
precisa il geometra Festa, «con l'intervento stradale
siamo al 30% dei lavori compiuti. Si presume di riuscire a
concluderlo nel primo semestre del 2023. Siamo in attesa,
nel mentre, che ci venga consegnata un'altra piccola zona
ferroviaria, che riguarda l'abitato di Modugno, dove c'è una
stazione di interscambio (Fermata di Bari S. Andrea), laddove
si potrà creare anche un interscambio tra RFI e FAL.»
La nuova fermata Bari Sant'Andrea renderà possibile, in
L’azienda Cobar,
di Altamura (BA),
è risultata l’aggiudicataria
di quest’opera e ora si sta
occupando, dal 2018,
del cantiere.
350 lavoratori assunti, 70 tecnici,
e molti professionisti esterni
La Cobar, azienda di Altamura, in provincia di Bari, fondata da Vito Matteo Barozzi, ha
sviluppato la propria attività specializzandosi nella progettazione e realizzazione di
opere edili pubbliche e private (strutture civili, industriali, turistiche, commerciali, prefabbricate,
ecc.), di opere di restauro e manutenzione di beni mobili e di beni immobili
monumentali (chiese, santuari, monasteri, palazzi storici, ecc.) sottoposti a tutela ai
sensi delle disposizioni in materia di beni culturali e ambientali; progettazione, installazione,
manutenzione ed assistenza di impianti tecnologici (impianti elettrici, termici,
di condizionamento, idrico-sanitario, antincendio ecc.) per opere civili, industriali,
turistiche e commerciali.
La società è principalmente impegnata in appalti pubblici e privati, per la progettazione
e la realizzazione di opere di restauro e risanamento conservativo di beni mobili e di
beni immobili monumentali (teatri, chiese, santuari, monasteri, palazzi storici, ecc.), ad
alto valore storico e artistico, sottoposti a tutela ai sensi delle disposizioni in materia di
beni culturali e ambientali. Si occupa anche di lavori stradali.
L’azienda, che vanta più di 350 lavoratori assunti, 70 tecnici, e si avvale di molti professionisti
esterni, ha contribuito al restauro di alcuni importanti edifici che rappresentano pezzi
di storia dell’architettura italiana. Tra di essi, il Colosseo ed il Palazzo Reale di Caserta.
effetti, uno scambio intermodale gomma ferrovie per tutti
quanti i passeggeri delle FAL. L'utilizzatore potrà scendere
da un treno FAL ed entrare in un treno RFI e viceversa. Chi
arriva da fuori città, anziché entrare in Bari, potrebbe comodamente
servirsi di questo breve tratto ferroviario come se
fosse una sorta di metropolitana, evitando il traffico cittadino
e arrivando direttamente nel cuore della città.
Il geometra Festa, della Cobar, sottolinea anche, a chiusura
della nostra conversazione, che il cantiere FAL è, sì, un
normale cantiere cittadino, ma aperto in una zona fortemente
interessata dal traffico veicolare: «Bisogna quindi
lavorare con tutte le massime accortezze possibili, anche
perché, a parte piccoli tratti di collegamento in zone vergini,
ci stiamo inserendo all'interno di un contesto fortemente
urbanizzato.»
Le macchine e le competenze
In cantiere, Cobar impiega dieci persone e otto mezzi operativi,
tra sollevatori telescopici, minipale, escavatori, motrici,
e, in questo momento, sono attive tre società subappaltatrici
che coadiuvano il lavoro. Quando, in apertura di
articolo, parlavamo di giusto mix, facevamo riferimento
Infrastrutture
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alle competenze di Cobar e all'efficacia dei mezzi impiegati
nel cantiere FAL. Competenze e macchine che, mutuamente,
si “richiamano”, favorendo una condizione di eccellenza
che regge e ordina la complessità dei lavori. Tra i
mezzi presenti in cantiere, acquistati da Cobar dall'azienda
Caldarola, di Matera, (distributrice di macchinari Bobcat),
una minipala gommata Bobcat S850 e un sollevatore
telescopico, anch'esso a marchio Bobcat, TR60-250,
con argano da 6 t.
Il sollevatore Bobcat TR60.250 è un telescopico rotativo, con
altezza di sollevamento massima, a stabilizzatori del tutto
estesi, di 25 m. Al fine di garantire una maggiore stabilità
e flessibilità durante le manovre, è dotato di stabilizzatori a
forbice, che si rivelano la soluzione indicata per lavorare in
spazi ristretti. Il rotativo TR60.250 è compatibile con numerosi
accessori, grazie anche al sistema RFID che permette
il loro riconoscimento in automatico (con la creazione delle
tabelle di carico corrispondenti).
L'altra protagonista del cantiere è la già citata S850: la pala
compatta più grande di Bobcat. Servendosene, si può disporre
di un mezzo in cui design, equilibrio e distribuzione
dei pesi sono perfezionati, per fornire più potenza utile, elevate
forze di strappo e tempi di ciclo rapidi. Quando non trasporta
carichi, la S850 ha una distribuzione dei pesi del 70%
al posteriore e del 30% all’anteriore: distribuzione congeniale
per svoltare in modo facile ed equilibrato garantendo
le prestazioni ideali. nn
L’altra protagonista
del cantiere FAL è la Bobcat
S850: la pala compatta
più grande di Bobcat.
Infrastrutture
Il sollevatore Bobcat
TR60.250 è un telescopico
rotativo, con altezza
di sollevamento massima,
a stabilizzatori del tutto
estesi, di 25 m.
È tra le macchine
protagoniste
del cantiere FAL.
Da sinistra, Valeria Marrone,
Responsabile amministrazione
di Caldarola, Marcello Masi,
Direttore commerciale
di Caldarola, Agostino
Caldarola, Amministratore
di Caldarola.
Realtà storica del territorio
Attiva da 49 anni. Tra qualche mese saranno cinquanta. È il 1973, infatti,
quando Caldarola apre un’attività di macchine ed attrezzature per
l’artigianato, l’industria e l’edilizia. Negli anni, la società diventa ben
presto una realtà di centrale importanza nel Centro-Sud Italia nella distribuzione
di macchinari Bobcat. Dal 1982, Caldarola è concessionaria
Bobcat per Puglia e Basilicata. Dal 2010 Caldarola Noleggio mette
a disposizione della clientela oltre settanta mezzi con anzianità operativa
di soli dodici mesi oltre ad un qualificato servizio di assistenza.
L’azienda ha sede Matera e ha due filiali: una a Lecce e una a Modugno,
in provincia di Bari.
Infrastrutture
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Infrastrutture e mobilità
Progetto Italia
NASCE UN NUOVO GRUPPO, CON VOCAZIONE INTERNAZIONALE,
PER IL PIANO DI SVILUPPO DELLE INFRATRUTTURE
Webuild informa che, in conseguenza dell’avvenuto
raggiungimento di tutti gli obiettivi previsti, è
stata integralmente completata l’iniziativa industriale,
nota come Progetto Italia, finalizzata alla creazione
di un grande player delle infrastrutture italiano, anche
in virtù dell’ingresso di CDP Equity S.p.a. e delle principali
istituzioni finanziarie del Paese (Intesa Sanpaolo, Unicredit,
Banco BPM) nel capitale della società. L’operazione, oltre
a garantire una crescita dimensionale del Gruppo Webuild,
ha permesso l'aggregazione di diverse aziende del
settore e l’acquisizione di competenze tecniche ed ingegneristiche
innovative, per rispondere tempestivamente
ai programmi di investimento nel settore delle grandi infrastrutture
promossi dai governi nazionali anche in funzione
degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) definiti
dall'ONU e della lotta ai cambiamenti climatici.
Le aggregazioni aziendali realizzate nel contesto del progetto
hanno dato vita ad un nuovo Gruppo che riafferma
la propria vocazione internazionale, consolidando nel contempo
il forte radicamento nel
nostro Paese con l’ambizione
di accompagnare nella crescita,
dimensionale e tecnologica,
l’intera filiera delle grandi opere
nell’ambito del piano di sviluppo
delle infrastrutture che
il Governo italiano sta perseguendo.
Il completamento del Progetto
Italia ha un riflesso statutario,
con l’automatica decadenza di
alcune clausole transitorie ad
esso destinate. La Società ha pertanto provveduto a depositare,
presso il Registro delle Imprese, lo Statuto sociale,
nel testo che recepisce le suddette modifiche (che
sarà altresì messo a disposizione del pubblico con le modalità
e tempistiche previste dalla normativa anche regolamentare
applicabile).
Per effetto di quanto sopra, la Società ha infine provveduto
ad istituire l’Elenco Speciale degli Azionisti che intendono
usufruire della maggiorazione del voto ai sensi degli art.
13 e seguenti dello Statuto sociale. Al riguardo, si informa
che sono in corso di completamento le formalità tecniche
per l’operatività del registro all’esito delle quali sarà mes-
so a disposizione del pubblico
sul sito internet aziendale
(www.webuildgroup.com)
alla Sezione “Investitori/Azionisti
e Capitale/Voto Maggiorato”
il relativo Regolamento
attuativo, che disciplina, tra
l’altro, i termini e le modalità
per l’iscrizione nell’Elenco, ivi
incluso il modulo di richiesta di iscrizione.
Si informa, da ultimo, che l’accordo di investimento entrato
in vigore il 2 agosto 2019 tra, inter alia, Salini Costruttori
S.p.a., CDP Equity S.p.a., e la Società avente a oggetto
in particolare talune regole di governo societario della Società
rimarrà valido ed efficace sino al 2 agosto 2024, essendosi
automaticamente rinnovato per ulteriori due anni.
Per ulteriori informazioni in relazione ai contenuti e termini
delle suddette pattuizioni parasociali, si rinvia alle “Informazioni
Essenziali” disponibili per la consultazione sul
sito aziendale www.webuildgroup.com alla sezione “Governance/Altri
documenti”. nn
LS
GALLERIE&OPERE
IN SOTTERRANEO
IN QUESTO NUMERO
n Galleria autostradale da record europeo
n Opera fondamentale per l’Alto Garda
n Il cantiere esemplare
n Commissione per le Gallerie
Infrastrutture
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Nuove Opere
Stefano Chiara
Galleria autostradale
da record europeo
FORTEMENTE VOLUTA DA AUTOSTRADE PER L’ITALIA, PROGETTATA DA TECNE
E REALIZZATA DA AMPLIA INFRASTRUCTURES, LA GALLERIA SANTA LUCIA ALLE
SOGLIE DELLA PRIMAVERA È ENTRATA IN ESERCIZIO, INSIEME ALL’INTERO TRATTO
DI 17,5 KM TRA BARBERINO E CALENZANO (FIRENZE NORD) CHE POTENZIA E
MIGLIORA NOTEVOLMENTE UN NODO CRUCIALE DELL’AUTOSOLE. L’OPERA,
EMBLEMA DI TECNOLOGIA E SOSTENIBILITÀ, È IL FULCRO INGEGNERISTICO DI UN
INTERVENTO ALTAMENTE STRATEGICO, PER IL PAESE E LE SUE INFRASTRUTTURE.
1, 2. Barberino del Mugello,
18 marzo 2022, si tiene a
battesimo una nuova grande
opera: il potenziamento della
A1 con la Galleria Santa Lucia
3. Targa dedicata
alla fresa dei record
4. Parla Roberto Tomasi, CEO
di Autostrade per l’Italia
5. Presentazione ASPI
(fig. 5a); messaggio e firme
Pavimental (Pavimental è ora
Amplia Infrastructures)
per la consegna (fig. 5b)
Nel cuore d’Italia, al servizio di una grande opera. Quella
che ha portato in dote al Paese la galleria autostradale
a tre corsie più estesa d’Europa: 7.548 metri di
lunghezza per un diametro di scavo con TBM, anch’esso da
record continentale, di 15,965 metri. L’apertura al traffico della
Galleria Santa Lucia è stata annunciata venerdì 18 marzo,
alla presenza di un parterre d’autorità d’eccezione. Il giorno
successivo, 19 marzo, il via libera alla circolazione. Per la
soddisfazione di tutti i suoi artefici e soprattutto degli utenti,
che da quella data in poi possono contare su un nuovo, potenziato
“collegamento appenninico”, il che da sempre significa
“vicinanza” e “sviluppo”. La nuova Galleria Santa Lucia,
che su queste pagine abbiamo più volte raccontato nei suoi
aspetti progettuali e costruttivi, rappresenta il cardine dell’intervento
di ampliamento dell’A1 Autostrada del Sole tra Barberino
del Mugello e Firenze Nord (circa 17,5 km), opera che
ha separato carreggiata Sud dalla Nord a seguito del maxiintervento
di Autostrade per l’Italia con TECNE, Amplia Infrastructures
e altri operatori. Ma entriamo subito nel vivo della
cronaca di questa storica due giorni in cui i riflettori del Paese
sono stati meritatamente puntati sul cuore della Toscana,
a Barberino del Mugello.
Viabilità migliorata
Da remoto è arrivato il messaggio del Ministro delle Infrastrutture
e Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini. Quindi le
autorità presenti: il Presidente e Amministratore Delegato
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© Autostrade per l’Italia
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© Autostrade per l’Italia
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© Autostrade per l’Italia
© Amplia Infrastructures
© Tecne
© Amplia Infrastructures
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di Autostrade per l’Italia, rispettivamente Giuliano Mari e
Roberto Tomasi, il Presidente della Regione Toscana Eugenio
Giani, il Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano
Bonaccini, il sindaco della Città Metropolitana di Firenze
Dario Nardella, il sindaco di Barberino di Mugello Giampiero
Mongatti, il sindaco di Calenzano Riccardo Prestini, nonché
tutti i sindaci del territorio attraversato.
La nuova infrastruttura, fanno sapere MIMS e Autostrade
per l’Italia, va a potenziare uno degli snodi più trafficati del
Paese, aumentando la capacità (da 4 corsie a 7 corsie) del
tratto, che vede di media durante le ore di punta il passaggio
di oltre 100 veicoli al minuto: “Grazie a quest’opera, la
maggiore fluidità del traffico comporterà un risparmio per
la collettività di 1,5 milioni di ore l’anno, riducendo il tempo
di percorrenza del 30%: il contenimento dei fenomeni
di code e stop and go genererà inoltre una diminuzione di
emissioni di CO2 quantificabile in -2.000 tonnellate all’anno”.
Per la sua realizzazione hanno operato ogni giorno in
media 500 donne e uomini, per un totale di 6 milioni di ore
lavorate. Il nuovo tratto prevede nei 17,5 km complessivi -
di cui 10 km in sotterraneo - tre corsie di marcia da 3,75 m,
più una corsia di emergenza sui tratti all’aperto. Il progetto
rientra nel più ampio piano di sviluppo del nodo toscano
dell’Autostrada del Sole, tra gli svincoli di Barberino e Valdarno,
che riguarda un totale di 120 km.
Il progetto presentato, proseguono da Autostrade per l’Italia,
con un investimento totale di circa 1 miliardo di euro,
si caratterizza per 4 infrastrutture principali, due gallerie
e due viadotti: in questo contesto, spicca naturalmente la
“Santa Lucia”, ovvero la più lunga galleria a 3 corsie realizzata
in Europa (circa 7.750 m), dotata di avanzati sistemi
high-tech e scavata con l’ausilio della fresa TBM più grande
mai utilizzata nel Vecchio Continente. Oltre ai due nuovi
fornici dell’infrastruttura, sono state realizzate gallerie
8
6 7
artificiali di accesso (a Nord e a Sud), la piattaforma autostradale
(nei tratti all’esterno delle gallerie), insieme all’installazione
delle cabine tecniche e degli impianti di ventilazione,
mitigazione incendio, telecontrollo. I fornici previsti
nel progetto prevedono
infatti le più innovative dotazioni di sicurezza per il monitoraggio
digitale del traffico real time e per le emergenze,
con impianti automatizzati di ultima generazione. La galleria,
infatti si contraddistingue per l’importante presenza di
tecnologie innovative che garantiscono elevati standard di
sicurezza e una migliore gestione del traffico e degli eventi
critici. Sul nuovo tracciato sono stati inoltre realizzati il
Viadotto Baccheraia (135 m) e il Viadotto Marinella (550
m), oltre alla Galleria Boscaccio (2.000 m), un’altra opera
sotterranea dall’alto valore ingegneristico, come abbiamo
sottolineato su questa testata in un ampio report tecnico
pubblicato sul numero di Aprile 2019 (Simona Comi,
Pietro Mele, “Un’enciclopedia tecnica dentro l’Appennino”).
6. Sguardi sull’intervento:
ultime fasi del grande
cantiere
© Amplia Infrastructures
7. Esercitazione antincendio
8. Un sopralluogo
dei vigili del fuoco
9. Scavo meccanizzato
(dall’album del cantiere
avviato nel 2016):
il mega-scudo
10. TMB con treno
all’esterno dell’imbocco
11. Conci realizzati
Progetto ecosostenibile
Con la supervisione del Ministero delle Infrastrutture e della
Mobilità Sostenibili, il progetto si caratterizza anche per
un approccio altamente sostenibile, in grado di coniugare
la realizzazione di una grande opera con la gestione e il rispetto
del territorio e dell’ambiente che la ospita. Ne è un
esempio il progetto di costruzione dell’area di servizio Bellosguardo
(con il coinvolgimento di Arpat e CNR), previsto
nell’ambito del potenziamento del tratto, che prevede il totale
riutilizzo dei circa 4 milioni di metri cubi di terre scavate
provenienti dagli scavi delle gallerie e destinati anche
a coprire parte del fabbisogno di altri importanti interventi
sul territorio toscano, come il progetto autostradale della
A11.I lavori per la realizzazione del nuovo tracciato sono
stati eseguiti dalle squadre di Amplia Infrastructures, società
di costruzione del Gruppo Autostrade per l’Italia. La
nuova A1 tra Barberino di Mugello e Firenze Nord si colloca
tra l’altro nell’ambito del robusto Piano di trasformazione
del Gruppo, che impegna 21,5 miliardi di investimenti
in nuove opere e interventi di ammodernamento al 2038:
11
sul territorio toscano, la fase successiva vedrà l’avvio degli
interventi per la riconfigurazione delle attuali carreggiate
della A1 nel tratto tra Barberino e Firenze Nord, destinate
a esclusivo utilizzo dei flussi in direzione Nord, con
un totale di quattro corsie.
“Quest’opera testimonia le elevate competenze in termini
capacità di progettazione e costruzione presenti nel nostro
Paese e una garanzia per il conseguimento dei rilevanti
programmi di investimento sulla stradale e autostradale
previsti nei prossimi anni - ha dichiarato Enrico Giovannini,
Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili
-. Oltre all’esecuzione di opere di interesse strategico per
il Paese, attese da anni, i programmi d’investimento definiti
attraverso un’accurata pianificazione, realizzata anche
grazie all'interlocuzione con le Regioni e gli enti locali, miglioreranno
la mobilità in tutte le aree del Paese, comprese
quelle interne. L’attuazione delle misure connesse al PNRR
permetterà inoltre l’introduzione di innovazioni, tecnologiche
e dei materiali, in grado di migliorare la qualità e la sostenibilità
ambientale delle infrastrutture”.
Gallerie
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proseguendo verso Sud, ecco l'avvicinamento estremo con
il Viadotto Goccioloni I al km 5+050 (266+600) e, infine,
il ritorno a Ovest attraverso il sottopassaggio della Galleria
Boscaccio al km 14+410 (275+850). Il primo “incrocio”
tra la Variante Sud e l’A1 attuale avviene con una copertura
pari a circa 27 m rispetto all’A1 esistente, mentre quello
della galleria Boscaccio comporta una copertura limitata,
anche in ragione del vicino congiungimento della variante
La pavimentazione stradale “firmata”
da due aziende innovative del territorio
con l’arteria esistente, dove la quota della variante e quella
dell’A1 attuale tornano a essere pressoché coincidenti,
per permettere così l’affiancamento della variante al tracciato
attuale e, da qui, il ritorno all’ampliamento alla terza
corsia “in sede”. In corrispondenza del Viadotto Goccioloni
I, poi, lo scavo in sotterraneo della Galleria Santa Lucia
è prossimo (circa 20 m a sinistra) alla fondazione della pila
n° 2 con copertura pari a circa 20 m. nn
Gallerie
Una sfida vinta
“Oggi è un giorno importante per il Paese - ha evidenziato
Roberto Tomasi, Amministratore delegato di Autostrade per
l’Italia -. Il nuovo tratto dell’A1 Barberino-Firenze nord è asset
strategico per la viabilità e l’economia del territorio, ma
soprattutto è un’avanguardia dal punto di vista ingegneristico
e costruttivo, ambientale e tecnologico. Modello replicabile
in un contesto che vede il Paese affrontare le grandi
sfide di un futuro che è già presente. Il nostro impegno per
consegnare al Paese, da qui ai prossimi anni, infrastrutture
sicure, moderne e rispondenti alle esigenze dei cittadini, si
è mosso parallelamente con un’operazione di cambio radicale
fin nel cuore della nostra azienda. Oltre ai 21,5 miliardi
previsti per l’ammodernamento delle infrastrutture e la
messa a terra delle nuove grandi opere, abbiamo dato valore
al Gruppo agendo su tutti i settori: dall’organizzazione
ai modelli di intervento, dal sistema di monitoraggio delle
opere alle nuove tecnologie nel segno della cooperazione
con le principali università. Quello che mostriamo è anche,
in qualche modo, il simbolo di questa profonda trasformazione,
specchio di un Gruppo che si presenta pronto a sostenere
un cambiamento già in atto nella sfera della mobilità.
Voglio ringraziare le migliaia di donne e uomini che, con
il loro lavoro, dedizione e competenza, hanno reso possibile
oggi tutto questo”.
Enciclopedia tecnica
Proseguiamo con qualche cenno ulteriore su quella che è
davvero considerabile un’“enciclopedia tecnica” della progettualità
e dell’esecuzione underground, non tanto e non
solo per i suoi primati, ma per tutta una serie di peculiarità
e trasformazioni migliorative messe in campo da progettisti
ed esecutori, nonché naturalmente dalla stazione appaltante,
una su tutte la riformulazione progettuale che ha
portato, proprio nel caso della Santa Lucia, a mettere a terre
un tunnel al posto di nove impiegando così cospicuamente
le tecniche più avanzate di scavo meccanizzato, anch’esse
portatrici di qualità, efficienza, rapidità e sostenibilità.
Il progetto di ampliamento alla terza corsia Barberino di
Mugello-Incisa Valdarno nel tratto Barberino di Mugello-
Firenze Nord si sviluppa, per l’esattezza, tra la progressiva
261+503 (corrispondente allo svincolo di Barberino
di Mugello) e la progressiva 279+000 (circa 700 metri a
Sud dello svincolo di Calenzano/Sesto Fiorentino) dell'attuale
autostrada A1 Milano-Napoli e rientra nel progetto di
potenziamento dell'autostrada tra Sasso Marconi e Incisa
Valdarno costituendone il tratto iniziale appenninico lato
Firenze, il più complesso da realizzare in virtù della morfologia
e delle caratteristiche ambientali del territorio attraversato.
I lavori sono stati avviati nel marzo 2016 per concludersi
nel mese di marzo di quest’anno, alle soglie dalla
primavera. Dicevamo delle peculiarità tecniche: tra quelle
che hanno caratterizzato un intervento di queste proporzioni
riteniamo utile portarne in evidenza due, che hanno
coinvolto in modo particolare la progettazione: si tratta da
un lato, come anticipato, dell'evoluzione progettuale - che
ha condotto, tra l'altro, alla sostituzione di ben 9 gallerie
“brevi” inizialmente concepite con la “lunga” Galleria Santa
Lucia, a cui va aggiunta la (sopravvissuta) Galleria Boscaccio.
Dall'altro la progettazione e la minuziosa “cura” tecnica
per determinati punti significativi dell'infrastruttura, ovvero
i due incroci tra nuova e vecchia autostrada (i sottoattraversamenti
dell'A1 storica di entrambi i nuovi tunnel) e
l'affiancamento stretto della stessa “Santa Lucia” con il il
Viadotto Goccioloni I. La prima intersecazione, quella lungo
il percorso della “Santa Lucia”, avviene al km 4+030 di
progetto (km 265+550 dell'A1 esistente), comportando il
passaggio da Ovest ad Est della nuova autostrada. Quindi,
12. Fotografia del tratto
potenziato
14. Stesa in galleria
13. Nel laboratorio bitumi
© Sodi Strade
Nel cuore d’Italia, al servizio di una grande opera. Quella che
ha portato in dote al Paese la galleria autostradale a tre corsie
più estesa d’Europa: 7.548 metri di lunghezza per un diametro
di scavo con TBM, anch’esso da record continentale,
di 15,965 metri. L’apertura al traffico della Galleria Santa Lucia
è stata annunciata lo scorso 18 marzo, alla presenza delle
autorità. Rappresenta il cardine del progetto di ampliamento
dell’A1 Autostrada del Sole tra Barberino del Mugello e Firenze
Nord (circa 17,5 km), opera che ha separato carreggiata
Sud separata dalla Nord a seguito del maxi-intervento di Autostrade
per l’Italia con TECNE e Amplia Infrastructures. E nel
cuore d’Italia, nonché nel cuore della pavimentazione che si
snoda sotto le volte della Galleria Santa Lucia, c’è anche il
know-how di Valli Zabban, sede a Calenzano, nei pressi dello
“svincolo Sud” della nuova opera, che ha fornito a Sodi Strade
di Barberino del Mugello (“svincolo Nord…”) 3100 tonnellate
di Rigenerval Hard, bitume modificato a elevate prestazioni
e ridotto impatto ambientale prodotto nello stabilimento VZ
di Bologna. L’arteria sequel della Variante di Valico parla così
anche il linguaggio tecnico dei suoi territori, quelli dell’Appennino
tosco-emiliano che da sempre è un grandioso labo-
14
ratorio infrastrutturale. Il tricolore di ASPI svetta dunque nel
cuore d’Italia, a simboleggiare il fatto che un altro passo per
collegare al meglio la nostra Penisola è stato compiuto. Qui,
Rigernerval Hard di Valli Zabban è stato impiegato gli strati
di base (25 cm), binder (6 cm) e usura (6 cm) in conglomerato
bituminoso, nell’ambito di un intervento in cui sono state
coinvolte diverse realtà del Gruppo Sodi.
13
© Valli Zabban
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Nuove opere
Opera fondamentale
per l’Alto Garda
2
Gallerie
IL CANTIERE PER LA COSTRUZIONE DEL COLLEGAMENTO
STRADALE PASSO SAN GIOVANNI – LOCALITÀ CRETACCIO
SI INSERISCE NEL CONTESTO DI UNA SFIDA CHE COMPRENDE
UN’INSIEME DI OPERE A SERVIZIO DELL’ALTO GARDA
E DELL’INTERO TRENTINO
1
Fabrizio Parati
1. Opere complessive
del collegamento stradale.
2. Planimetria generale UF2.
C’è un endemico problema di traffico. Una criticità
che si accentua dall’inizio della primavera sino a
protrarsi all’inizio dell’autunno. Siamo nelle Prealpi
Gardesane Orientali, in provincia di Trento, laddove si è reso
indispensabile, per ovviare al problema suddetto, un intervento
di adeguamento complessivo del “Collegamento stradale
Passo S. Giovanni – Località Cretaccio: si tratta di un
nuovo asse stradale che, bypassando l’abitato di Nago, mette
in collegamento la S.S. 240, in corrispondenza del Passo San
Giovanni, con la Piana dell’Alto Garda sulla S.S. 249 all’altezza
della località Cretaccio. L’intervento, che oltre allo snellimento
del traffico (si formano code, a volte, lunghe svariati chilometri)
sarà in grado di assicurare una maggiore attrattività̀
del territorio, è stato scomposto in più parti funzionalmente
autonome. Si sta ora procedendo alla realizzazione dell’unità
autonoma e funzionale UF2 - “Unità Galleria”, che è frazionata
in tre distinti interventi: la realizzazione della galleria artificiale
e naturale sotto l’abitato di Nago, l’intersezione con la
S.S. 240, in località Passo S. Giovanni, e la bretellina di collegamento
alla SS 240 dir in località Maza.
Descrizione dell'opera
La galleria in costruzione ha uno sviluppo di 2,8 km, più
un cunicolo di servizio, anch’esso di 2,8 km. Unitamente a
questo tratto in galleria ci sono dei tratti in rilevato e un ulteriore
piccola galleria, la C9, che è la galleria del ramo di
svincolo. Dopo un’ampia curva, con raggio di curvatura di
circa 530 metri, subito dopo l’ingresso nell’ammasso roccioso
al passo San Giovanni, l’andamento è quasi rettilineo
sino all’imbocco sul lato della Maza. La pendenza massima
del tunnel è del 5%. La galleria naturale e quella artificiale
hanno due corsie di marcia da 3,75 metri nelle due direzioni,
una corsia aggiuntiva di 3,5 metri in salita, per i veicoli
lenti, e le banchine da 1,5 metri. La piattaforma pavimentata
complessiva è, pertanto, larga 14 metri. Per ogni senso
di marcia, ogni 600 metri si avrà una piazzola di sosta.
La via di fuga è data da un cunicolo di sicurezza, distinto rispetto
al tunnel stradale, con un diametro di 5 metri e collegato
alla galleria stradale tramite by-pass pedonale in cor-
rispondenza di ogni piazzola di sosta, in modo tale che ogni
300 metri si abbia un’uscita di emergenza.
La galleria termina, sul lato di Arco, con una rotatoria (con
raggio di 20 metri) che andrà ad occupare l’area dell’esistente
impianto di discarica “Maza”. Questa rotatoria è collegata
alla soprastante rotatoria, prevista sulla statale 240 dir, da
una bretella stradale, che si sviluppa per 620 metri lungo la
fascia di versante compresa tra il confine di monte della discarica
e la soprastante strada statale. La pendenza media
è del 4,6%, con pendenze massime del 6,5%. Nel tratto terminale
le due corsie della bretella stradale si diramano e si
raccordano in maniera indipendente con la statale 240 dir.
La voci del cantiere e la complessità
Per avere un quadro aggiornato dello stato di avanzamento
dei lavori, «le Strade» ha sentito la voce del direttore tecnico
del cantiere per il Consorzio stabile SAC - Gruppo Rillo,
l’ing. Antonello Mignogna: «Ad oggi, sono stati scavati
circa 1.500 metri lineari del cunicolo d’emergenza, e 900
metri lineari della galleria principale. In questo frangente,
gli imbocchi sono realizzati con scavo tradizionale (infilaggi
metallici e rivestimento di prima fase con centine), mentre
l’avanzamento in galleria è eseguito con l’impiego di esplosivo.
L’approccio realizzativo della SAC è sempre volto al rispetto
della compatibilità ambientale»
Il cantiere del costruendo tunnel stradale Passo San Giovanni
– Cretaccio ha preso il via nel 2018. L’associazione Temporanea
di Imprese che si è aggiudicata l’appalto, il Consorzio
Stabile SAC Costruzioni Società̀ Consortile e Martinelli &
Benoni, nel corso dei lavori, necessariamente rallentati per
la sospensione imposta dalla pandemia, ha riscontrato un
imprevisto idrogeologico (rinvenimento importante di una
venuta idraulica). Ci siamo rifatti alle considerazioni dell’ing.
Mignogna anche per illustrare gli aspetti di maggiore complessità
del cantiere: «La sfida principale è indubbiamente
legata alla lunghezza, alla sezione della galleria e alla variabilità
dell’ammasso roccioso nel sottosuolo che ha generato
criticità realizzative in ragione dell’imprevedibilità del
comportamento dei materiali incontrati, occorre poi ricor-
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dare l’interferenza con la galleria idraulica in pressione, di
proprietà della società Hydro Dolomiti Energia», che ha un
diametro interno di 5,90 metri ed è rivestita in calcestruzzo.
La galleria in costruzione transita in attraversamento
alla condotta idroelettrica, ma a quota inferiore: la differenza
di quota tra le due strutture è di circa 48 metri. La galleria
idraulica ha una sezione di circa 30 m3 e ha una portata
davvero considerevole di circa 30 mila litri/secondo. È stata
posta, pertanto, particolare attenzione alla gestione di
questo aspetto del cantiere: «È stato sviluppato, infatti, un
idoneo sistema di monitoraggio, sia vibrazionale sia estensimetrico,
topografico e di misurazione della portata della
condotta, che consente di valutare gli effetti dell’interferenze
fra la galleria in avanzamento e la condotta idraulica.
Con il progressivo avvicinamento alla condotta, in rapporto
alla natura della risposta ricevuta, si andranno ad eseguire
degli interventi di ottimizzazione dello scavo. L’altra
grossa problematica che è stata riscontrata nel corso dello
scavo è una importante venuta d’acqua, di circa 50/60 litri/secondo,
il Direttore Lavori ing. Carlo Benigni ci riferisce
“La presenza dell’acqua costituisce un imprevisto geologico
che ha indubbiamente comportato notevoli difficoltà aggravate
dal fatto che lo scavo della galleria, nella sezione di
intercettazione dell’acquifero, procede da monte, imbocco
S. Giovanni a est, verso valle, imbocco della località Maza
a ovest. L’elevata pressione, superiore ai 7 Bar, rendeva di
difficile soluzione la realizzazione di interventi di sostegno
provvisorio. Si è dunque reso necessario dapprima un approfondimento
geognostico con sondaggi in avanzamento
al fine di meglio conoscere le caratteristiche dell’acquifero.
Sulla base delle evidenze di tali sondaggi, mantenuti attivi
con funzione di dreno, è stato possibile progettare un intervento
di pregrouting con cementi microfini che ha dato
buoni risultati e ha reso possibile il superamento della tratta
caratterizzata da maggiore alterazione delle caratteristiche
geomeccaniche dell’ammasso e quindi da maggiore permeabilità.
La contemporanea azione dei dreni in avanzamento
ha reso possibile l’abbattimento della pressione interstiziale
e il controllo delle portate. La realizzazione del cunicolo
di emergenza in anticipo rispetto alla galleria principale, caratterizzata
da dimensioni decisamente importanti, ha agevolato
la situazione” Queste, dunque, le problematiche che
caratterizzano il cantiere.
Opera interessante
Per arricchire le considerazioni sul cantiere e guadagnare un
quadro descrittivo del contesto generale di mobilità in cui
l’opera si inserisce, abbiamo sentito anche la voce del Dirigente
Generale del dipartimento Infrastrutture e mobilità
della Provincia Autonoma di Trento, l’ing. Raffaele De Col:
«Il quadro viabilistico si inserisce nella connessione fra la
valle dell’Adige e il lago di Garda (area trentina) che ha una
considerevole potenzialità turistica (circa sei milioni di turisti
l’anno). Al di là della bellezza in sé, è un’area che ha un’alta
appetibilità per chi si cimenta in pratiche sportive: dagli
sport praticati sul lago alla mountain bike e, soprattutto, è
tra le palestre naturali più importanti del mondo per l’arrampicata
sportiva. È un’area che, fortunatamente, esercita un
3
4
forte richiamo per il mondo tedesco, e comunque nordico,
e ultimamente è apprezzatissima anche dagli italiani, soprattutto
per la ciclabilità.» Tutta questa capacità di attrazione
ha un risvolto negativo. Di che entità sia lo precisa De
Col: «Produce un contesto di intasamento per la pendolarità
giornaliera, per chi è residente. Si tratta di un fenomeno
esteso anche nel tempo: per il periodo che parte dalla Pentecoste,
da quando arrivano i primi turisti tedeschi, fino ai
primi di ottobre, cioè quando si conclude l’afflusso turistico.»
La situazione viabilistica problematica è legata a una connessione
all’autostrada, posta sulla valle dell’Adige, che poi
si restringe a una strada ordinaria, a due corsie. Questa
strada sale verso Passo San Giovanni, attraverso un dislivello
che porta a monte della Valle del Garda, per poi scen-
3. Prima sezione in roccia.
4. Getto arco rovescio.
5. Perforazione volata.
6. Caricamento volata.
6
5
dere nella stessa valle (con circa 200 metri di dislivello) e
arrivare sull’area di Riva del Garda, laddove c’è un’attività
di distribuzione, perché la rete strutturale viabilistica è
già completata. «L’obiettivo dell’opera è quello, pertanto,
di superare questo dislivello con una galleria e di portare
contestualmente la viabilità fuori dall’attraversamento dei
I numeri del progetto
Quantità degli scavi ...........................................mc 975.000
Calcestruzzo .....................................................mc 310.000
Acciaio pe ca ....................................................kg 6.634.106
Esplosivo .............................................................kg 650.000
Micropali ................................................................ ml 10.500
Tiranti ....................................................................... ml 6.700
La squadra dietro l’opera
Stazione Appaltante: Provincia autonoma di Trento PAT
Ufficio Responsabile: Servizio Opere Ferroviarie e Stradali
Responsabile del Procedimento: ing. Raffaele De Col
Direttore Lavori: ing. Carlo Benigni
Assistenza Direzioni Lavori: ing. Luca Flaim - ENDES Engineering
Coordinatore sicurezza fase esecutiva: ing. Lorenzo
Franch
Impresa Esecutrice : Consorzio Stabile SAC Costruzioni
Società Consortile Gruppo Rillo e Martinelli & Benoni
Direttore Tecnico: ing. Antonello Mignogna
Importo Complessivo dei lavori: 74.150.623,10
Gallerie
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centri abitati che sono attualmente collegati su quegli assi
stradali, che nello specifico sono l’abitato di Nago-Torbole
e Arco. La nuova viabilità, con una galleria che passerà alla
base di questo valico, arriverà direttamente nella piana attraverso
un altro lotto funzionale (non è quello di cui stiamo
parlando). Verrà realizzato a valle, verso il Garda, alla conclusione
della rimozione di una discarica. Contestualmente
alla costruzione del tunnel stradale Passo San Giovanni –
Cretaccio, stiamo bonificando, sullo sbocco verso il Garda,
la discarica della Maza, cioè una discarica storica di quasi
1 milione e mezzo di m3.» Nota a margine: il trattamento
tramite vagliatura dei rifiuti è condotto con avanguardistici
macchinari per la separazione delle plastiche. Ci sono cinque
macchine al mondo del genere. Due di esse stanno lavorando
nel cantiere della discarica della Maza.
«Su quell’area bonificata – prosegue De Col - troverà spazio
la terza unità funzionale, che dall’uscita della galleria arriverà
sulla piana. Questo è il contesto generale. Ci saranno
poi altri interventi, ma questi di cui abbiamo parlato sono i
principali.» Il risultato che si otterrà sarà quello di «avere
una mobilità non veloce, ma proporzionata al contesto formato
dal punto d’uscita dell’autostrada che si salda con il
recettore dell’alta valle del lago di Garda. Non è un recettore
strutturato con strade di grande mobilità, ma con grandi
strade di diffusione e, quindi, sostanzialmente di ultimo miglio,
salvo la connessione verso il lago di Garda lombardo,
quindi la Gardesana occidentale e la Gardesana orientale».
Nel contesto generale di mobilità accuratamente descritto
dall’ing. De Col, la parte strutturale che ha caratterizzato la
scelta – precisa ancora De Col - «è un’opera interessante
dal punto di vista ingegneristico, perché non abbiamo scelto
di fare una doppia canna, ma, proprio per accompagnare
il superamento dei veicoli lenti in salita, si è deciso di fare
una canna a tre corsie. Due corsie in salita e una in discesa:
consentono di avere il superamento in salita dei mezzi lenti
e, soprattutto, di mantenere un flusso di traffico che è proporzionato
al fatto che all’uscita verso la valle dell’Adige abbiamo
ancora sette chilometri di strada a due corsie e non
a quattro. Si ha quindi la necessità di mante- nere velocità
media e capacità d’ingresso sulle strade esistenti in modo
che non si abbiano tratti veloci e poi lenti. All’uscita dell’autostrada
è del tutto inutile arrivare con una strada a quattro
corsie che poi, all’ultimo miglio, sia senza capacità di ricezione.
È opportuno, invece, disporre di una strada regolare
a una velocità costante che abbia capacità e sicurezza. In
discesa, pertanto, c’è una corsia sola avendo la possibilità̀
di mantenere una velocità media. Accanto alla galleria c’è
un tunnel di sicurezza con ingressi disposti ogni 150 metri e
percorribile dai mezzi di soccorso» Si stanno terminando le
ultime simulazioni sulla compatibilità̀ con la normativa antincendio
in galleria e quindi con i diagrammi di compatibilità̀
per la sicurezza antincendio e con le analisi degli scenari di
rischio. «Abbiamo questa soluzione di sicurezza rafforzata
rispetto a una scelta di una canna a tre corsie. Può̀ rappresentare
una anomalia rispetto a una doppia canna, ma ovviamente
consente anche un’ottimizzazione di rapporto fra
volumi di scavo e costi. Al contempo, è bilanciata con l’esigenza
dei flussi di traffico presenti.» nn
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7. Esecuzione rivestimento definitivo.
8. L’imprevisto idrogeologico.
9. Attività di riprofilatura
del fronte e smarino
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C
M
Y
CM
MY
CY
CMY
K
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Manutenzione straordinaria
Il cantiere esemplare
IL RIGORE PROFESSIONALE DELL’AZIENDA 4STREETS ASSOCIATO
ALL’ATTITUDINE DI URI PER L’INESAUSTA RICERCA DI INEDITE
SOLUZIONI HANNO DATO VITA A UN AMBIENTE DI LAVORO IDEALE
Fabrizio Parati
1, 2, 3. Il lavoro
di risanamento della Galleria
Pompeiana, sull’Autostrada
dei Fiori, in Liguria, si svolge
giorno e notte, e per sette
giorni su sette.
Dove c’è URI c’è soluzione! Scuserete la congruenza
dell’affermazione con un noto slogan pubblicitario.
Tuttavia, qui di propagandistico non c’è nulla.
C’è, anzi, una realtà, quella di URI per l’appunto, instancabilmente
interessata e disponibile a modulare il proprio fare
sulla base delle necessità che, di volta in volta, i clienti manifestano.
Questa capacità di ascolto dei bisogni e di risoluzione
dei “problemi” è tornata in primo piano – e vedremo
come - anche in un cantiere in Liguria.
L’Autostrada dei Fiori ha programmato lavori su quattordici
gallerie della A10, che si trovano tra Savona e Ventimiglia,
per adeguarle agli standard della Commissione europea in
materia di sicurezza. Gli interventi sono di varia natura. Tra
di essi, ci sono quelli indirizzati a risolvere le difettosità del
rivestimento delle gallerie, cioè ammaloramenti e decadimenti
prestazionali della struttura, prodotte dall’inesorabile
trascorrere del tempo.
1
Gallerie
Il cantiere
«leStrade» ha visitato il cantiere di una delle quattordici gallerie,
vale a dire la Pompeiana, per assistere ad alcune fasi
dei risolutivi interventi di risanamento. Ad occuparsi dei lavori
è l’azienda 4streets, di Trento. Realtà imprenditoriale
che, seppur di recente conio (nasce nel 2016), ha già ampiamente
dimostrato di saper dare contributi decisivi nel risolvere
spinose fasi di lavoro in cantiere, promuovendo, in
collaborazione con URI, la realizzazione di macchinari innovativi
per risolvere le problematiche operative, anche le più
complesse, sempre con un occhio al rispetto dell’ambiente
e sfruttando le nuove tecnologie digitali.
E tutto ciò si è tradotto in pratica, con totale chiarezza, anche
nel cantiere della Galleria Pompeiana, laddove la 4streets,
che lavora in qualità di subappaltatore del consorzio
2
3
Gallerie
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4
4. La Mori M45 IS (fornita a
noleggio da URI alla 4streets)
è una perforatrice idraulica
per l’esecuzione
di chiodature e fori con barre
autoperforanti.
5, 6. La compattezza
e le molteplici articolazioni
rendono la macchina
adeguata per spazi
di lavoro ristretti.
7
8
Gallerie
5 6
7, 8. Come tutte le
perforatrici Mori, la M45 IS
può essere personalizzata in
funzione delle esigenze del
cliente.
È quanto è accaduto anche
nel caso del cantiere della
Galleria Pompeiana.
CEC, sta eseguendo “perforazioni che vanno a interessare
tutto l’arco della calotta”, ci dice Luigi Marano, Direttore
tecnico dell’azienda.
Alla perforazione fa seguito la posa di due tipologie di reti
elettrosaldate in acciaio inox in calotta, per impedire distacchi
corticali, utilizzando un’esclusiva piattaforma aerea
Tunlift, di Palfinger, a geometria variabile con struttura
a pantografo. Segue la posa di bulloni autoperforanti, disposti
a quiconce, e di travi di contenimento, quali presidi
per distacchi profondi, che vengono iniettati con un impianto
innovativo. Quest’ultimo, alimentato con big-bag di premiscelato,
provvede alla dosatura, alla miscelazione e alla
iniezione. L’impianto è autonomo, dotato di gruppo elettrogeno
e disposto su cassa mobile con sollevamento idraulico.
Stiamo eseguendo anche “iniezioni con malta alleggerita per
il riempimento di cavità estradosso del rivestimento. Come
per la precedente, anche per questa lavorazione ci stiamo
servendo di un impianto autonomo, dotato di gruppo elettrogeno
e disposto su cassa mobile con sollevamento idraulico,
che, alimentato con big-bag di premiscelato, provvede
alla dosatura, alla miscelazione e alla iniezione”, ci dice l’ing.
Marco Aurelio Piangatelli, anch’egli in forza alla 4streets.
Le inedite soluzioni
Nella Galleria Pompeiana si eseguono, come abbiamo visto,
perforazioni su tutto l’arco della calotta. Per fare perforazioni
a raggiera, cioè a 360°, le macchine devono disporre di
Macchine su misura
Nella Galleria Pompeiana si eseguono, come
abbiamo visto, perforazioni su tutto l’arco della
calotta. Per fare perforazioni a raggiera, cioè a
360°, le macchine devono disporre di un particolare
cinematismo e, per giunta, devono avere la
possibilità di caricare le aste in maniera automatica.
Le due perforatrici idrauliche Mori M45 IS,
mezzi molti compatti per lavorare in poco spazio
e studiati per l’esecuzione di chiodature e di
fori con barre autoperforanti, sono state, pertanto,
opportunamente modificate da URI secondo
le indicazione del cantiere: si è costruito un attachment
per poter cambiare le aste in maniera
automatica, senza l’apporto di un operatore, a
incremento della sicurezza e dell’efficienza della
perforazione.
Come da prescrizione da parte del committente
(Società Autostrade), nel cantiere si deve lavorare
a secco. A causa dell’assenza d’acqua
“abbiamo dovuto studiare un sistema per poter
adattare a queste macchine un aspiratore delle
polveri”, ci dice l’ing. Carlo Conedera, Responsabile
Divisione Perforazione di URI. “La società
4streets ci ha pungolato molto sugli sviluppi
tecnologici”, prosegue Conedera, “e, anche in
risposta a queste sollecitazioni, siamo riusciti a
proporre delle soluzioni inedite per questo settore.
In cooperazione con ILMEG abbiamo studiato
un sistema molto compatto per poter attrezzare
le macchine da perforazione, in maniera
anche modulare, con un depolverizzatore fisso,
per poter risanare il luogo di lavoro. Siamo riusciti
a portare avanti il progetto di un box alimentato
elettricamente. In maniera automatica, l’IL-
MEG CDC 1000, collegato con un tubo flessibile
alla macchina da perforazione, aspira, pulisce i
filtri e scarica a terra la polvere”. Con lo spruzzo
a secco del calcestruzzo e con il sistema di aspirazione
ILMEG si è contribuito in maniera netta
ad aumentare la qualità del lavoro all’intero del
cantiere: l’aria non è satura di polvere in sospensione,
perché la polvere è scaricata a terra, e si
evita l’uso di acqua.
Gallerie
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un particolare cinematismo e, per giunta, devono avere la
possibilità di caricare le aste in maniera automatica. Le due
perforatrici idrauliche Mori M45 IS, mezzi molti compatti per
lavorare in poco spazio e studiati per l’esecuzione di chiodature
e di fori con barre autoperforanti, sono state, pertanto,
opportunamente modificate da URI secondo le indicazione
del cantiere: si è costruito un attachment per poter
cambiare le aste in maniera automatica, senza l’apporto di
un operatore, a incremento della sicurezza e dell’efficienza
della perforazione.
Come da prescrizione da parte del committente (Società
Autostrade), nel cantiere si deve lavorare a secco. A causa
dell’assenza d’acqua “abbiamo dovuto studiare un sistema
per poter adattare a queste macchine un aspiratore delle
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polveri”, ci dice l’ing. Carlo Conedera, Responsabile Divisione
Perforazione di URI. “La società 4streets ci ha pungolato
molto sugli sviluppi tecnologici”, prosegue Conedera, “e, anche
in risposta a queste sollecitazioni, siamo riusciti a proporre
delle soluzioni inedite per questo settore. In cooperazione
con ILMEG abbiamo studiato un sistema molto compatto
per poter attrezzare le macchine da perforazione, in maniera
anche modulare, con un depolverizzatore fisso, per poter
risanare il luogo di lavoro. Siamo riusciti a portare avanti il
progetto di un box alimentato elettricamente. In maniera automatica,
l’ILMEG CDC 1000, collegato con un tubo flessibile
alla macchina da perforazione, aspira, pulisce i filtri e scarica
a terra la polvere”. Con lo spruzzo a secco del calcestruzzo e
con il sistema di aspirazione ILMEG si è contribuito in maniera
netta ad aumentare la qualità del lavoro all’intero del cantiere:
l’aria non è satura di polvere in sospensione, perché
la polvere è scaricata a terra, e si evita l’uso di acqua. nn
Gallerie
10
9. Alla perforazione fa seguito
la posa di due tipologie
di reti elettrosaldate in
acciaio inox in calotta, per
impedire distacchi corticali.
10. Il sistema di aspirazione
della polvere studiato da
ILMEG con URI.
11. La piattaforma Tunlift,
di Palfinger, impiegata per la
posa delle reti elettrosaldate.
Giovane ma competente
La 4STREETS, di Trento, è stata fondata nel 2016. A darle vita
è stato un gruppo di imprenditori che, unendo le competenze
maturate nella direzione di numerosi cantieri nel settore
delle grandi opere all’interno di società italiane e europee,
hanno deciso di mettere a frutto la propria esperienza. Il risultato
è una società che investe con continuità nello sviluppo
di risorse umane, nel potenziamento delle attrezzature e
del parco macchine, promuovendo la realizzazione di macchinari
innovativi per risolvere le problematiche operative,
anche le più complesse, sempre con un occhio al rispetto
dell’ambiente e sfruttando le nuove tecnologie digitali. Questo
ha portato 4STREETS ad un’espansione considerevole
nel corso del tempo. Una crescita che le permette di collaborare
con importanti imprese nazionali ed internazionali
del settore. In particolare, in questi anni, 4STREETS si è specializzata
nelle costruzioni di tunnel e opere in sotterraneo
in generale. Oggi l’azienda può rispondere rapidamente alle
richieste del mercato pubblico e privato grazie alla gamma
e alla diversificazione delle attività che è in grado di offrire,
sia per il lavoro in sotterraneo sia all’aperto.
12. Da sinistra, l’ing. Carlo
Conedera, Francesco
Caramana, Luigi Marano
della 4streets. E gli operatori.
Gallerie
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Passaggio di consegne
Commissione
per le Gallerie
MATERIALI
LS
SI È INSEDIATA, LO SCORSO MARZO, PRESSO ANSFISA,
LA RINNOVATA COMMISSIONE PERMANENTE PER LE GALLERIE
ha dato seguito al trasferimento dal
Consiglio superiore dei lavori pubblici previsto dal
L’insediamento
decreto-legge 121/2021. «Contiamo di accelerare
la messa in servizio delle nuove gallerie e l’adeguamento
di quelle esistenti», ha detto Domenico De Bartolomeo,
Direttore di Ansfisa, aprendo i lavori della Commissione.
«Vogliamo inoltre potenziare l’attività ispettiva sul campo
come stiamo facendo in tutti i settori di nostra competenza
e spingere sulla ricerca e sull’innovazione tecnologica per
una più puntuale valutazione dei rischi».
Il passaggio di consegne è stato formalizzato da Massimo Sessa,
presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, e da
Andrea Ferrante, che ha guidato in precedenza la Commissione.
Il testimone è passato nelle mani di Emanuele Renzi, Direttore
della direzione generale per la sicurezza delle infrastrutture
stradali e autostradali di Ansfisa, e presidente del nuovo
organismo che si occupa delle gallerie stradali poste sulla rete
TERN, cioè presenti sulla rete dei corridoi transeuropei, con
lunghezza superiore ai 500 metri, che in Italia sono 464, di
cui 49 in progettazione o costruzione e 415 aperte al traffico.
«Puntiamo ad armonizzare – ha spiegato Renzi – i processi
di gestione e manutenzione delle gallerie, coordinando i
gestori e dando loro gli strumenti per intervenire efficacemente».
La Commissione infatti è l’autorità amministrativa
di riferimento per questa tipologia di infrastruttura. Assicura
il rispetto da pare dei gestori degli aspetti legati alla
sicurezza delle gallerie e, in caso di mancato rispetto, può
emanare disposizioni volte alla tutela della circolazione. Infine,
conduce anche un’attività ispettiva, di valutazione e di
verifica funzionale.
Con il decreto del Direttore di Ansfisa del 24 dicembre scorso
è stata rinnovata la composizione della Commissione, che
prevede sedici membri (oltre al presidente e al segretario),
di cui due rappresentanti del ministero delle Infrastrutture
e della mobilità sostenibili, tre rappresentanti del ministero
dell’Interno, uno del dipartimento della Protezione civile
della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’Avvocatura di
Stato, del Magistrato amministrativo e contabile, tre esperti
tecnici designati dal Consiglio superiore dei lavori pubblici
e quattro esperti designati da Ansfisa. nn
&TECNOLOGIE
IN QUESTO NUMERO
n Sigillanti e giunti ad alta innovazione
n Leggerezza e resistenza in Valle d’Aosta
n Una reale ed efficace soluzione
Gallerie
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Compound Bituminosi
Sigillanti e giunti
ad alta innovazione
TRE FORMULAZIONI NATE PER RISOLVERE LE PROBLEMATICHE RELATIVE
ALL’USURA DEL MANTO STRADALE. SONO QUELLE CHE COMPONGONO LA NUOVA
LINEA POLYSTRADA DI POLYGLASS (COSTRUZIONE DI DIGHE E PONTI, NONCHÉ
MANUTENZIONE STRADALE). I SUOI TRATTI DISTINTIVI: L’IMPIEGO DI PRODOTTI
SPECIFICI FORMULATI SULLA BASE DELLE RICHIESTE DI MERCATO E L’AUSILIO DI
TECNICHE ANALITICHE DI CARATTERIZZAZIONE OFFERTE DALL’ANALISI REOLOGICA.
APPROFONDIAMO LA QUESTIONE CON GLI SPECIALISTI DEL GRUPPO MAPEI.
La corretta progettazione di un’infrastruttura stradale è
di fondamentale importanza per prevenire problematiche
di deperimento del manto e della conseguente
sicurezza. In quest’ottica, nei laboratori Polyglass sono stati
formulati tre nuovi compound bituminosi utilizzabili come
sigillanti e riempitivi nella costruzione di dighe, ponti, viadotti
e per la manutenzione e riabilitazione delle strade. Con il
termine “compound bituminoso” si intende un bitume a cui
sono state apportate delle modifiche di tipo chimico-fisico con
l’ausilio di resine polimeriche appropriate. Come noto in letteratura,
al fine di ottenere caratteristiche in linea con la destinazione
d’uso, è necessario valutare la compatibilità tra il
bitume e l’agente modificante, che per conferire le desiderate
prestazioni deve determinare l’inversione di fase. Infatti,
da una matrice di bitume in cui sono disperse le molecole del
polimero, si passa a una fase polimerica continua nella quale
risultano intrappolate le molecole dei malteni. Le classi di
polimeri maggiormente utilizzati a questo scopo sono due,
APP e SBS: la scelta è condizionata dalle caratteristiche prestazionali
che dovrà avere il prodotto finito. Le tre formulazioni-
Polystrada Sealant, Polystrada Sealant Plus e Polystrada
Joint - sono differenti perché ideate per specifiche condizioni
d’uso. Polystrada Sealant è una miscela elasto-plastomerica
a base di bitume e resine che si applica a caldo, ideale
per sigillare, riparare fessure e giunti sia sull’asfalto che sul
cemento. È adatta per la sigillatura di superfici orizzontali,
per riempire crepe su marciapiedi, su strade in cemento o
asfalto, sottoservizi come cavidotti e per riparazioni di strade
molto trafficate. Polystrada Sealant è una miscela bituminosa
indicata per aumentare la vita utile della strada e per la
Ines Antunes
R&D Director
Polyglass SpA
Fabio Curto
R&D Manager
Cementitious adhesives
Mapei SpA
Gilberto del Zoppo
R&D Manager
Road Engineering
Mapei SpA
1
TAB. 1 CARATTERISTICHE DEI TRE SIGILLANTI POLYGLASS A CONFRONTO
Polystrada
Sealant
Polystrada
Sealant Plus
Polystrada
Sealant Joint
Descrizione Campi d'impiego Proprietà Vantaggi Costo
Sigillante elastoplastomerico
bituminoso a base di bitume,
resine elastomeriche, colabile a caldo
per la manutenzione stradale.
Sigillante elastoplastomerico
bituminoso a base di bitume, resine
elastomeriche, che garantisce
un’elevata flessibilità a basse
temperature e resistenza alla
deformazione anche nei periodi estivi.
Tampone viscoelastico,
di dilatazione e articolazione,
composto da legante bituminoso
gommato miscelato ad aggregato
basaltico, realizzato in-situ
mediante procedimento a caldo.
Idoneo per riempimento
di fessurazioni su
pavimentazioni stradali;
Manutenzioni di manti
stradali; Sigillatura
di fessurazioni
Utilizzo su giunti
aereoportuali;
Manutenzioni di manti
stradali; Sigillatura
di fessure delle
pavimentazioni
Riempimento di giunti
ampi e profondi;
Possibile utilizzo su
dighe
manutenzione e prevenzione dell’ammaloramento stradale.
Polystrada Sealant Plus ha un contenuto polimerico maggiore
ed è particolarmente indicato per fessurazioni anche molto
profonde, nella manutenzione di ponti e viadotti e può essere
impiegato per dighe e aeroporti. Questa formulazione ha
una maggiore durabilità nel tempo grazie alla peculiare miscela
di resine polimeriche impiegate. Polystrada Joint è un
giunto a tampone dalle elevate caratteristiche viscoelastiche,
composto da un legante bituminoso gommato che può essere
miscelato ad aggregato basaltico, anche in-situ, mediante
procedimento a caldo. Il suo impiego riveste un ruolo chiave
nelle grandi opere come ponti, viadotti e dighe, per assorbire
le vibrazioni e i movimenti tra gli impalcati della struttura. La
particolare formulazione garantisce l’impermeabilizzazione,
il mantenimento delle proprietà elastiche in un ampio range
di temperature d’impiego e un’elevata capacità di aderire
alle superfici. Le prove applicative eseguite in cantiere hanno
rivelato anche la sua estrema versatilità in caso di interventi
di rifacimento del manto stradale: Polystrada Joint può
essere ricoperto in parte o completamente dal conglomerato
bituminoso ed essere soggetto anche a fresatura. Per questo
è la soluzione ideale quando si desidera coniugare versatilità
con semplicità di esecuzione e contenimento dei costi.
I prodotti Polyglass della linea Polystrada sono stati comparati
ad un campione di sigillante presente sul mercato indicato
come “prodotto standard”, ricorrendo ad una metodologia
d’analisi innovativa per questo settore, che è servita
per semplificare sia la formulazione sia la valutazione del
Buone proprietà
elastiche; Ottima
adesione alle pareti
del giunto; Resiste
alle soluzioni acide e
alcaline
Resistente ai liquidi
combustibili; Certificato
con EN 13880-8: Fuel
resistance joint sealants
after fuel immersion;
Elevata flessibilità a
basse temperature
e resistenza alla
deformazione
Conforme ai capitolati
tecnici del mercato;
Buone proprietà
elastiche; Ottima
adesione alle pareti del
giunto
Facilità di
applicazione;
Costo; Certificato
secondo la EN
14188-1, - Classe
N1
Certificato
secondo la EN
14188-1; Facilità
di posa anche a
basse temperature
Costo ridotto;
Versatile;
Riduzione delle
vibrazioni e del
rumore
Economico
Fascia
media
Molto
economico
comportamento in condizioni di esercizio e durante le fasi
applicative. Ancora oggi i compound bituminosi vengono caratterizzati
attraverso prove fisiche (penetrazione, ring and
ball, viscosità, densità, ecc.) che, pur fornendo risultati puntuali
rispetto al comportamento chimico-fisico del materiale,
risultano spesso insufficienti se si vuole avere una valutazione
complessiva del bitume a diverse temperature o particolari
condizioni di cantiere. Per questa ragione nei Laboratori
R&D di Polyglass, i tre prodotti Polystrada sono stati validati
dopo averli sottoposti a numerosi test, alcuni dei quali previsti
dalle normative che regolamentano la produzione dei
materiali per questo settore, altri hanno avuto lo scopo di
verificare l’applicabilità dei prodotti in situazioni particolari
ed infine sono state eseguite caratterizzazioni reologiche.
Reologia, una scelta
a sostegno delle prestazioni
La scelta di servirsi della reologia, attraverso l’utilizzo del
DSR (Dynamic Shear Rheometer) a supporto della formulazione
e caratterizzazione dei materiali a matrice bituminosa,
si è resa necessaria per rispondere alle sempre più pressanti
ed esigenti richieste da parte delle direzioni lavori che sono
sempre alla ricerca di prodotti sempre più performanti, sia
dal punto di vista prestazionale che applicativo. La caratterizzazione
reologica eseguita progettando specifici protocolli
di misura, ha permesso di avere una descrizione puntuale,
delle proprietà chimico-fisiche derivanti dalle specifiche materie
prime impiegate, o del comportamento della formula-
Materiali
Materiali
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LS
1a
zione in determinate condizioni di temperatura o di sollecitazioni
meccaniche. Inoltre, attraverso la misura dello spettro
meccanico si è potuto dare una stima circa il comportamento
meccanico del manufatto in condizioni di esercizio.
Le abituali tecniche di caratterizzazione fisico-meccanica
permettono solo di avere un’immagine statica del legante
e relativa a una precisa condizione di lavoro, ed è questo il
motivo per cui la reologia da metodo di analisi inizialmente
utilizzato dall’Accademia sta sempre di più ricoprendo un
ruolo chiave nella formulazione di prodotti altamente prestazionali.
La reologia, ricorrendo ad una delle più esaustive
definizioni reperite in letteratura, è la scienza che studia
le condizioni di flusso dei materiali permettendo di descrivere
le equazioni costitutive che ne regolano il moto. Queste
equazioni ricoprono un ruolo chiave per lo studio e la caratterizzazione
dei materiali, permettono di descrivere il comportamento
viscoelastico definito univocamente dalla composizione
e dalle caratteristiche chimiche che sono proprie
del composito/materia-prima considerato.
La misura della viscoelasticità aiuta il formulatore a identificare
il comportamento del prodotto durante le fasi di produzione,
applicazione e perfino in condizioni di servizio (life-time
service).
Infatti, i dati sulla processabilità di un compound bituminoso
possono essere rilevati dallo spettro meccanico misurato in
funzione della temperatura, in cui la temperatura di transizione
valutata con un protocollo di ‘temperature ramp test’
può essere facilmente correlata alla temperatura di rammollimento
valutata attraverso il ben noto ‘Ring & Ball test’. Al
contrario di quest’ultimo, la reologia proprio perché esegue
misure dinamiche in condizioni dinamiche, offre la possibilità
di tracciare un grafico relativo al comportamento viscoelastico
con la temperatura permettendo di ottimizzare
le operazioni di messa in opera, prevedere la rigidezza del
manufatto finale o intervenire sulla formulazione per migliorare
i parametri relativi alle caratteristiche prestazionali.
In altre parole, la formulazione di tre diversi compound
è frutto della più completa caratterizzazione chimico-fisica
del legante, resa possibile da una continua ricerca sulla reologia
prestazionale del bitume.
I test reologici sono in grado di misurare puntualmente e
contemporaneamente sia la componente viscosa (G’’) che
la componente elastica (G’) del compound in ampi interval-
1b
2a
2b
1. Viscosità tra 70° e 180°C dei prodotti
Polyglass a confronto con il prodotto
di mercato. In particolare,
in fig. 1a tra Polystrada Sealant Plus
e lo standard e in fig. 1b tra Polystrada
Joint e lo standard
2. Curve di flusso a 100°e 150°C
dei campioni a confronto: campione
standard/Polystrada Sealant Plus
3. Curve di flusso a 100°e 150°C
dei campioni a confronto: campione
standard/Polystrada Joint
TAB. 2 CURVE DI VISCOSITÀ A CONFRONTO (PRODOTTO STANDARD VS POLYSTRADA SEALANT PLUS)
3a
3b
Viscosità (Pa·s)
T (°C) # 0,01s-1 1 s-1 10 s-1 100 s-1
100° Polystrada Sealant Plus 2260 390 160 40
Prodotto Standard 4035 860 140 35
150° Polystrada Sealant Plus 11 8.5 8.0 6.0
Prodotto Standard 30 7.6 2.8 2.1
TAB. 3 CURVE DI VISCOSITÀ A CONFRONTO (PRODOTTO STANDARD VS POLYSTRADA JOINT)
T limite
(°C)
Viscosità (Pa·s)
80° 100° 150° 180°
Polystrada Joint 70° 35 8.0 0.8 0.4
Prodotto Standard 115° - - 4.0 2.2
li di temperatura e/o di frequenze, permettendo di prevedere
le caratteristiche prestazionali di un legante bituminoso
o, per così dire, la sua suscettibilità all’invecchiamento
termico e ossidativo, poiché le proprietà legate a life-time
service è subordinato a fattori ambientali e stress meccanici
che ne alterano la composizione e conseguentemente le
caratteristiche fisiche e reologiche. Un compound sarà definito
di qualità se possiede delle particolari proprietà in grado
di conferire le prestazioni desiderate al prodotto finale
e se tali proprietà permangono nel tempo. I processi di invecchiamento
influiscono su tali proprietà compromettendo
la viabilità stradale. Per replicare l’invecchiamento in laboratorio
possono essere utilizzate diverse prove standardizzate
e poi la suscettibilità all'invecchiamento verrà valutata
in base alla perdita di peso del materiale e alla misurazione
delle proprietà fisiche e reologiche prima e dopo l'invecchiamento
simulato.
I risultati evidenziati
da ricerca e sviluppo
La ricerca del gruppo R&D MPD di Polyglass ha permesso di
definire una metodologia di analisi preliminare (DSC, FTIR
e MFI) per l’individuazione dei polimeri con le adatte caratteristiche
e quindi in grado di modificare il bitume conferendo
le proprietà chimico-fisiche richieste; incrociando tali risultati
con test reologici è stato possibile avere una visione
d’insieme del comportamento del compound, fondamentale
per la fase di formulazione e differenziazione dei prodotti
in vista dell’obiettivo applicativo. I test reologici effettuati
e i relativi risultati sono di seguito riportati.
È stato eseguito un Temperature ramp test in cui è descritto
l’andamento della viscosità (η [Pa.s]) in funzione della temperatura
(T [°C]). Dai grafici si può notare che ci sono delle
differenze significative tra i prodotti Polyglass e il prodotto
standard, evidenziate costruendo un grafico relativo ai
campioni Polystrada Sealant Plus e prodotto standard (fig.
1a) e uno relativo al Polystrada Joint a confronto con il prodotto
standard (fig. 1b).
I test sono stati svolti al valore di shear rate costante pari
a 10s-1 e velocità di raffreddamento di 2°C/min. Dall’analisi
dei risultati per i quattro diversi compound emerge
che il campione della concorrenza ha un range di viscosità
più stretto rispetto ai tre prodotti Polystrada. Per valutare
il comportamento del materiale nelle varie condizioni di
lavoro è stato effettuato un flow curve test. Esso permette
di costruire un grafico della viscosità in funzione della deformazione
in shear [1/s] per le varie temperature ritenute
significative: 100°C e 150°C. I campioni Polystrada Sealant
e Sealant Plus hanno un andamento quasi lineare, la
viscosità varia poco con il crescere dello shear rate. I campioni
Polystrada Joint e quello della concorrenza presentano
un andamento della viscosità fortemente dipendente,
invece, dalla storia di deformazione e in particolare il Polystrada
Joint ha l’intervallo più ampio di viscosità: per deformazioni
piccole (0.01 1/s) è quello più viscoso e per deformazioni
grandi (100 1/s) è quello meno viscoso. In tab. 2
sono riportate le curve di viscosità a confronto per il campione
standard/Polystrada Sealant Plus e per il campione
standard/Polystrada Joint.
Di seguito attraverso il monitoraggio della variazione della
viscoelasticità nel tempo (temperature sweep test), è stato
possibile misurare contemporaneamente il modulo elastico
G’(T) e il modulo viscoso G’’(T), al variare della temperatura
ed a frequenza fissa (ω), per i diversi prodotti. Sia G’ sia
G’’ diminuiscono al crescere della temperatura a causa del
rammollimento termico e dall’osservazione dell’andamento
dei due moduli è possibile definire il comportamento del
Materiali
Materiali
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LS
materiale: se G’ risulta maggiore, il materiale ha un comportamento
prevalentemente elastico (solid-like); se G’’ è
invece maggiore, allora il comportamento del materiale è
prevalente viscoso (liquid-like).
Il campione Polystrada Joint è l’unico ad avere per tutto l’intervallo
di temperatura G’’ > G’, dunque sempre liquid-like.
Il Polystrada Sealant presenta un unico punto di intersezione
intorno a 75°C in cui il sistema passa da solid-like a liquid-like;
il Plus e la concorrenza hanno tali moduli intrecciati.
Il loss factor è definito come rapporto tra i moduli: tan δ =
(G″/G’). Esso dà un’indicazione sulla suscettibilità termica del
materiale in esame. Tale fattore risulta essere minore di 1 se
la risposta è prevalentemente elastica (solid-like), maggiore di
1 se la risposta è prevalentemente viscosa (liquid-like). Anche
qui è confermato il fatto che il Polystrada Joint ha sempre un
loss factor maggiore di 1 quindi tipico di un materiale viscoso
(liquid-like); il Sealant supera il valore 1 divenendo liquid-like
intorno a 75°C; il Polystrada Plus è liquid-like dopo i 100°C e il
campione della concorrenza a circa 110 °C.
In definitiva, sono stati caratterizzati i campioni di: Polystrada
Sealant, Polystrada Sealant Plus e Polystrada Joint con lo scopo
di eseguire un confronto reologico con un prodotto di mercato.
Le valutazioni sono state eseguite con differenti protocolli
di misura volti a definire le caratteristiche prestazionali
sia durante la messa in opera sia in condizioni di esercizio.
Le misure hanno evidenziato che: il campione standard ha
un profilo reologico intermedio alle due famiglie di prodotti
‘Sigillanti’ e ‘Tamponi’. Il Polystrada Joint mostra un’elevata
lavorabilità in tutto l’intervallo di temperatura, mentre le
due formulazioni Polystrada, sebbene più viscose rispetto al
Dighe: l’impermeabilizzazione nel campo delle strutture idrauliche
Il conglomerato bituminoso è uno dei materiali più
utilizzati per l’impermeabilizzazione delle dighe.
Nel corso degli anni ci sono state molte evoluzioni
tecniche atte al miglioramento qualitativo dei bitumi
e tra queste assume un ruolo fondamentale la
modifica polimerica del legante bituminoso. Essa
garantisce una miglior impermeabilizzazione e durabilità,
incrementando le qualità e la stabilità del
prodotto. A livello costruttivo il paramento in conglomerato
bituminoso è collegato a diversi elementi
strutturali in calcestruzzo, come ad esempio
i plinti, i cunicoli perimetrali, il coronamento di
sommità, i manufatti di presa e/o di scarico, ecc.
I punti di connessione tra il conglomerato bituminoso
(flessibile) con i suddetti elementi strutturali
(rigidi), rappresentano le parti più delicate e che
necessitano di maggior attenzione sia dal punto
vista progettuale sia dal punto di vista esecutivo.
Tutti i suddetti elementi sono soggetti nel tempo,
ma soprattutto durante le prime fasi di invaso, ad
assestamenti dovuti sia all’aumentare del carico
idrostatico sia alla variazione delle temperature
che si possono registrare nel corso dell’anno. La
differente natura del rivestimento più flessibile e
4
5
delle strutture più rigide può causare movimenti
differenziali, che devono essere opportunamente
calcolati e, nei limiti del possibile, assorbiti senza
creare problematiche di alcun tipo alla struttura.
Per risolvere i problemi legati alla formazione di lesioni,
causati principalmente dai movimenti differenziali,
in passato si era soliti impiegare il mastice
bituminoso, materiale composto per il 70% da
filler o sabbia e il restante 30% da bitume ordinario.
Esso è sempre stato usato per le sue caratteristiche
di colabilità e soprattutto per la sua natura
impermeabilizzante. Nonostante queste buone
caratteristiche, la relativa semplicità di produzione
e il costo limitato, il mastice presenta dei problemi
legati al rapido decadimento delle caratteristiche
fisiche e quindi al suo rapido degrado nel
tempo. Le principali criticità sono legate al ridotto
ritorno elastico dopo essere stato messo in opera
che si traduce in scarsa elasticità, ciò determina
la formazione di lesioni e una vita utile breve. Per
tale ragione la ricerca scientifica si è mossa verso
un sempre maggiore utilizzo di bitumi modificati
in grado di ridurre questi fenomeni di deterioramento
fino a quasi annullarli.
Nei laboratori Polyglass, è stato messo a punto
il Polystrada Sealant, un prodotto sigillante colabile
a caldo costituito da una miscela elastoplastomerica
bituminosa a base di bitume e resine
elastomeriche. Tale prodotto ha caratteristiche
fisico-meccaniche tale per cui è garantita la penetrazione
del sigillante all’interno dei giunti anche
a temperature relativamente basse (120°C);
la sua elasticità, una volta raffreddato, consente
di seguire le deformazioni e gli spostamenti relativi
dei giunti evitando l’innesco di fessure o lesioni
nel legante stesso; la sua elevata adesività
sia alle superfici in conglomerato bituminoso
sia a quelle in calcestruzzo evita il distacco dello
stesso dalle superfici dei giunti; la sua impermeabilità
all’acqua consente di sigillare adeguatamente
i giunti bloccando dannosi percolamenti
all’interno delle strutture; infine la sua durabilità
nel tempo consente di prolungare la vita utile
dei giunti riducendo i relativi costi di manutenzione.
Per tali motivi il Polystrada Sealant risulta
il prodotto ideale per la realizzazione di giunti di
costruzione nel campo delle strutture idrauliche
come le dighe.
4. Valutazione della
viscoelasticità: G’ e G’’
tra 0° e 150°C
5. Valutazione della
viscoelasticità: loss factor tra
0° e 150°C
6. La linea Polystrada è ideale
negli interventi su viadotti e
dighe e nella manutenzione
delle pavimentazioni stradali
7. Sigillante su strada
Il manto stradale è sottoposto costantemente a fenomeni
che ne determinano il degrado, compromettendo stabilità
e sicurezza di guida. Come è noto una delle principali cause
di degrado delle pavimentazioni è dovuta alla presenza
di fessure dello strato più superficiale o strato di usura.
Tra le cause principali che innescano la formazione di
fessurazioni nella pavimentazione vi sono le sollecitazioni
ripetute dei carichi dovuti al traffico pesante e le sollecitazioni
termiche dovute alle variazioni cicliche di temperatura.
Le tipologie di fessure più comuni sono quelle
a blocchi e a ragnatela, queste, una volta innescate vanno
incontro ad un rapido processo di degrado, generato
essenzialmente dagli agenti atmosferici e dai carichi del
traffico veicolare, che porta in tempi brevi l’infrastruttura
a condizioni di impraticabilità. Risulta quindi evidente
la necessità di intervenire tempestivamente per bloccare
prodotto di mercato, offrono la possibilità di essere lavorate
fino a temperature di 100°C e mantengono le proprietà di
consistenza anche alle alte temperature. Sono state, inoltre,
valutate le proprietà reologiche, successivamente ad
un ‘aging’ eseguito al ‘RTFOT’ e i risultati hanno evidenziato
che i sigillanti hanno un incremento di viscosità comparabile
al prodotto di mercato, mentre il Polystrada Joint ha
mostrato un incremento maggiore dovuto presumibilmente
alla formulazione della mescola che risulta più povera di
resine e/o polimeri.
Conclusioni
Concludendo, le formulazioni proposte da Polyglass sono
risultate differenti rispetto al prodotto standard, infatti le
deformazioni nella versione ‘Sealant’ e ‘Plus’ mostrano ca-
Strade: una soluzione risolutiva contro le fessure delle pavimentazioni
sul nascere la propagazione del quadro fessurativo della pavimentazione,
sigillando le fessure. A tale scopo risulta particolarmente adatto il sigillante
7
bituminoso colabile a caldo Polystrada Sealant, che come si è visto è costituito
da una miscela elastoplastomerica bituminosa a base di bitume e resine
elastomeriche. L’impiego tempestivo di tale prodotto
consente il prolungamento della vita utile della pavimentazione
da 4 a 7 anni, limitando così i relativi costi di manutenzione.
La sua specifica formulazione consente di aderire
in modo efficace sia alle superfici in calcestruzzo sia
a quelle in conglomerato bituminoso, per tale motivo trova
facile impiego sia in campo stradale sia in campo aeroportuale.
Ulteriori destinazioni d’uso del prodotto Polystrada
Sealant sono la sigillatura di mini e micro trincee
per l’alloggio di sottoservizi, la sigillatura di giunti tra pavimentazioni
rigide e flessibili, ecc. La sua ottima elasticità
limita al minimo la possibilità di distacco dalle pareti
delle lesioni trattate e permette ai giunti di seguire le dilatazioni
strutturali del piano stradale senza subire danni.
Grazie alla sua colabilità, l’impiego del Polystrada Sealant
permette di sigillare efficacemente le lesioni fino a 50 mm
di profondità nella pavimentazione. Infine, grazie alla sua azione impermeabilizzante
il prodotto consente di limitare l’effetto pumping dell’acqua, impedendone
l’infiltrazione all’interno degli strati più profondi della pavimentazione
stradale.
ratteristiche meccaniche e di lavorabilità superiori. Il Polystrada
Joint è volutamente meno viscoso rispetto allo standard,
poiché si è voluto formulare un prodotto che potesse
fluire facilmente nell’intercapedine che si ha tra il giunto
meccanico ed il manto stradale e all’occorrenza anche
essere miscelato con aggregati. La reologia del prodotto
permette quindi di riempire tutte le cavità garantendo
una migliore adesione tra le parti interessate, svolgendo
la funzione di assorbimento di tensioni determinate dalle
escursioni termiche.
Gli studi reologici hanno, in definitiva, permesso di avere
una maggiore conoscenza e quindi controllo delle caratteristiche
fisiche del prodotto finito e la possibilità di modularle
in base alle necessità applicative, valutando inoltre le
eventuali risposte del materiale al passare del tempo. nn
Materiali
6
Materiali
4/2022 leStrade
4/2022
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Argilla espansa
Leggerezza e resistenza
in Valle d’Aosta
LE CARATTERISTICHE TECNICHE DELL’ARGILLA ESPANSA LEICA SONO STATE
VALORIZZATE NEL CANTIERE PER LA COSTRUZIONE DI UN PARCHEGGIO SOTTERRANEO
THE BIGGEST EUROPEAN EXHIBITION & CONFERENCE SPECIFICALLY DEDICATED TO THE CONCRETE AND MASONRY INDUSTRIES
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Giornate italiane del CalCestruzzo
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28-30 April 2022 - Piacenza, Italy Italy
28-30 April 2022
Piacenza
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AMONG THE CONFIRMED EXHIBITORS AT GIC 2022
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Nel cuore del paese di Verrès (AO) è stato da poco terminato
un importante progetto di riqualificazione urbana
e riordino della viabilità: è stato riqualificato il
parcheggio interrato situato davanti alla piscina comunale,
nonché il piazzale che lo sovrasta, su cui è situata la stazione
degli autobus, uno snodo importante con pensilina.
«L’area interessata alla riqualificazione ha una superficie di circa
1.600 m2. La realizzazione della partizione orizzontale che
divide il parcheggio sotterraneo dal piano strada è stata eseguita
con un solaio in lastre alveolari con travi in calcestruzzo.
Per gestire le pendenze, è stato necessario realizzare un massetto
di spessore importante, in alcuni punti, e questo ha posto
delle sfide tecniche particolari», spiega l’ing. Riccardo Perret,
che ha seguito in prima persona i lavori.
Il materiale che fa la differenza
La scelta del materiale con cui realizzare il massetto è stata
determinante, poiché sussistevano necessità progettuali che
non potevano essere ignorate: «Avevamo la necessità di gestire
spessori elevati di riempimento, utilizzando un materiale
leggero che evitasse di gravare sulla struttura, ma che avesse
allo stesso tempo caratteristiche di elevata resistenza alla compressione
e ai carichi superficiali, poiché il piazzale sovrastante
era destinato a essere area di stazionamento e di passaggio
degli autobus. Dovevamo contenere i carichi grazie a un materiale
leggero, e allo stesso tempo capace di supportare il transito
di mezzi pesanti e sostenere carichi di esercizio significativi».
La soluzione tecnica è stata individuata nell’argilla espansa
LecaPiù 2-3 cementata, aggregato leggero che, grazie alla
sua struttura cellulare racchiusa in una scorza clinkerizza-
La carta d’identità del cantiere
Progetto variante architettonica e strutturale: Vallee
d’Aoste Projet, ing. Riccardo Perret, Ayas (AO)
Direzione Lavori: Studio di architettura Roberto Oggiani
- arch. Rossana Oggiani, Châtillon (AO)
Sicurezza: Studio di architettura Roberto Oggiani - arch.
Roberto Oggiani, Châtillon (AO)
Impresa esecutrice: Tour Ronde S.r.l., Chambave (AO)
ta, ottimizza il rapporto tra peso e resistenza.
«Il personale tecnico del Gruppo Laterlite ha suggerito la soluzione
ottimale, sufficientemente leggera ma con caratteristiche
coerenti con il carico e con le normative tecniche: l’argilla espansa
LecaPiù 2-3 cementata», spiega l’ing. Perret.
LecaPiù, inoltre, è adatta alla realizzazione di massetti e pavimentazioni
sensibili all’umidità e si indirizza in particolare alla
realizzazione di isolamenti termici. Non trattiene umidità, non
contiene materiali organici né loro derivati, non marcisce, non si
degrada nel tempo, resiste bene ad acidi, basi e solventi conservando
inalterate le sue caratteristiche ed è incombustibile (Euroclasse
A1). Sottoposta al gelo, LecaPiù non si rompe né si imbibisce,
garantendo quindi un’eccezionale durabilità nel tempo,
caratteristica importante in una località montana come Verrès.
LecaPiù 2-3 si è rivelato un materiale particolarmente vantaggioso
anche per quanto riguarda la posa in opera: è stato
pompato direttamente in cantiere dall’autocisterna. Questo ha
consentito di ottimizzare i tempi e i costi dell’intervento, che è
stato portato a termine velocemente.
Sull’argilla espansa LecaPiù 2-3 cementata è stato poi posato
uno strato di 10 cm di asfalto, rendendo la pavimentazione
carrabile e concludendo così l’opera. nn
Under the
Patronage of
CANNONI
CONRAD
sistemi di abbattimento polveri
Supply Filiera del chain calcestruzzo of concrete e della and precast prefabbricazione industries
Filiera del calcestruzzo e della prefabbricazione
Supporting Associations
Fondazioni | Perforazione | Pozzi | Gallerie | Geotecnica | Industria Estrattiva-Mineraria
Perforazione pozzi | Gallerie
Materiali
4/2022 leStrade
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Conglomerato bituminoso
Una reale ed efficace
soluzione
Posa in opera usura ad
elevata riflettanza solare
con legante neutro Colorbit.
Materiali
CONGLOMERATO BITUMINOSO AD ALTA RIFLETTANZA SOLARE PER
LA MITIGAZIONE DEL FENOMENO DELLE ISOLE DI CALORE URBANE
Si definisce effetto isola di calore urbana (Urban Heat
Island) l'aumento della temperatura dell'aria nelle
città rispetto alle aree rurali circostanti.
Il fenomeno è presente a tutte le latitudini e, associato
al riscaldamento globale, ha un forte impatto su ambiente,
energia e salute. L'aumento della riflettanza solare dei
materiali urbani è una strategia volta a ridurre le temperature
di superficie e dell'aria e ad attenuare l’effetto isola
di calore urbana. I cool material costituenti il Sistema Bitem
CB-AR Green, utilizzati per il confezionamento e posa
in opera dei conglomerati per strati di usura, sono una va-
lida e reale soluzione per il raggiungimento di tale scopo.
Con il Sistema Bitem CB-AR Green si ottengono conglomerati
per strati di usura ad elevata riflettanza solare garantendo
mediamente una riduzione del picco di riscaldamento
pari al 19%.
Il Sistema Bitem CB-AR Green
Il Sistema consente la mitigazione dell’effetto di isola di calore
urbana ed è una reale ed efficace soluzione per i progettisti
ed Enti gestori del settore Urbanistica e quello dell’Ambiente
& Territorio.
Ing. Santoro Francesco
Responsabile Laboratorio,
Qualità e Ricerca & Sviluppo
di Bitem
CAMPIONE 1
Termo-camera inclinata
ante-operam;
Termo-camera
perpendicolare ante-operam
Bitem CB-AR Green è indiato per differenti applicazioni:
gestione delle proprietà emissive di calore assorbito dalle
pavimentazioni urbane, piste ciclabili e percorsi pedonali;
gestione dell’impatto ambientale dato l’alto pregio architettonico
della pavimentazione.
I risultati che si ottengono
con termocamera
La radiazione incidente sulla superficie terrestre varia in funzione
del periodo dell’anno, dell’ora del giorno, dalla nuvolo-
sità e dalla torbidità atmosferica. Per questi motivi le misure
sono state eseguite nello stesso mese, nella stessa ora e
con la stessa temperatura dell’aria. Lo scopo è stato quello
di rendere totalmente attendibili i valori ottenuti, sapendo
quanto possa incidere l’effetto climatico sulla temperatura
superficiale del manto. Il manto di usura del sito di misura è
stato caratterizzato, pertanto, dal punto di vista termico, in
un'unica condizione di misura: condizione: ore 15:00 in condizioni
di pieno sole e temperatura ambiente di 23 ± 2°C.
Le misure sono state eseguite, ante-operam, sullo strato
Termo-camera inclinata
post-operam;
Termo-camera
perpendicolare post-operam
Materiali
4/2022 leStrade
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CAMPIONE 2
Termo-camera inclinata
ante-operam;
Termo-camera
perpendicolare ante-operam
TAB. 2 - INDICE DI RIFLESSIONE SOLARE DOPO 3 ANNI DI ESERCIZIO
Misura
[n.]
BITEM - Sistema CB AR-GREEN
In esercizio dopo 3 anni
Indice di Riflessione Solare “SRI”
hc = 5 W/(m 2 * K) hc = 12 W/(m 2 * K) hc = 30 W/(m 2 * K) Requisito di Accettazione
1 45,6 46,2 46,5 Ministero dell'Ambiente
2 44,6 45,1 45,3
e della Tutela del Territorio
e del Mare
3 47,7 48,3 48,5
Valore Medio 46,0 46,5 46,8 ≥ 29
Materiali
di binder fino in conglomerato bituminoso di tipo normale,
e, post-operam, sullo strato di usura ad elevata riflettanza
solare confezionato con il Sistema Sistema Bitem
CB-AR Green.
Per motivi di spazio riportiamo solo alcuni risultati tipici
ottenuti.
Il manto di usura tradizionale ha raggiunto una temperatura
media di 43,5°C durante il periodo di picco di irraggiamento,
mentre il conglomerato ad alta riflettanza solare
confezionato con il Sistema Bitem CB-AR Green ha
raggiunto un massimo di 35,4°C con uno scarto medio
(ΔT Media) di temperatura di 8,1°C (-19%) evidenziando
le elevate proprietà di quanto realizzato al fine di migliorare
la risposta termica dello strato di usura, soprat-
tutto durante le ore di punta, quando vengono raggiunti
i valori massimi di temperatura.
Misura del fattore di riflessione solare
e calcolo del fattore di assorbimento
solare
A livello legislativo italiano, tramite il Decreto dell’11 gennaio
2017 (GU n.23 del 28-1-2017), Il Ministero dell'Ambiente
e della Tutela del Territorio e del Mare ha stabilito l’adozione
dei criteri ambientali minimi per l'edilizia (CAM), allineandosi
così alle strategie di tutela ambientale già diffuse a livello
internazionale. Per quanto riguarda l’SRI, nella sezione
2.2.6 relativa alla “Riduzione dell’impatto sul microclima e
dell’inquinamento atmosferico”, è previsto, per le superfici
Termo-camera inclinata
post-operam;
Termo-camera
perpendicolare post-operam
impermeabili, l’uso di materiali ad alto indice di riflessione
solare e per ciò che riguarda le superfici esterne (es. percorsi
pedonali, marciapiedi, piazze, piste ciclabili, ecc.), si
richiede un indice SRI ≥ 29.
Per l’esecuzione della prova è stata utilizzata apparecchiatura
ad altissima precisione ed è stata effettuata la misura
del fattore spettrale di riflessione negli intervalli UV-VIS-NIR
utilizzando lo spettrofotometro su ciascun provino.
Risultati ottenuti
Per motivi di spazio riportiamo direttamente i valori di SRI ottenuti
escludendo i vari passaggi per lo sviluppo del calcolo.
Il metodo fondamentale adottato per la misura dell’SRI ci ha
permesso di evidenziare ai nostri interlocutori che la cromaticità
iniziale della pavimentazione, tendente al mielato per
via del legante neutro Colorbit, non pregiudica il raggiungimento
del valore minimo (SRI ≥ 29) dettato dal Ministero
dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Inoltre,
il particolare condizionamento del colore della matrice legante,
garantisce in esercizio un miglioramento dell’SRI che
rimarrà invariato per tutta la vita utile della pavimentazione.
L’adozione del Sistema Bitem CB-AR Green comporta una
riduzione media della temperatura superficiale rispetto a un
asfalto standard di oltre 5°C all’atto dell’istallazione, con un
ulteriore diminuzione della stessa con il passare degli anni
(-8 °C dopo 3 anni).
Conclusioni
L’impiego del Sistema CB AR Green, dal punto di vista ambientale,
permette di raggiungere i vantaggi di seguito specificati:
- migliorare la salubrità dell’aria;
- ridurre la percettibilità del calore, soprattutto nel periodo
estivo;
- ridurre i consumi di energia elettrica per il raffrescamento
e miglioramento della qualità dell'aria;
- fornire risposte adeguate e attendibili alle numerose istanze
avanzate dalle popolazioni locali contro l’eccessivo calore
percepito dalle pavimentazioni in conglomerato bituminoso
tradizionale. nn
TAB. 1 - INDICE DI RIFLESSIONE SOLARE A INIZIO ESERCIZIO
Misura
[n.]
BITEM - Sistema CB AR-GREEN
Tempo zero post posa in opera
Indice di Riflessione Solare “SRI”
hc = 5 W/(m 2 * K) hc = 12 W/(m 2 * K) hc = 30 W/(m 2 * K) Requisito di Accettazione
1 38,2 38,8 39,1 Ministero dell'Ambiente
2 34,9 35,4 35,6
e della Tutela del Territorio
e del Mare
3 38,1 38,6 38,8
Valore Medio 37,1 37,6 37,8 ≥ 29
Materiali
4/2022 leStrade
4/2022
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MACCHINE
&ATTREZZATURE
IN QUESTO NUMERO
n Da rifiuti a vere risorse
n Lavorare sui binari è ora più facile
n Inizia una nuova era
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Benne per D&R
A cura della redazione
Da rifiuti a vere risorse
LE BENNE SIMEX PER BRACCIO ESCAVATORE RISOLVONO IL PROBLEMA,
DIRETTAMENTE IN CANTIERE, DEL RECUPERO DI MATERIALI DI RISULTA. IN EVIDENZA,
NEI PAESI BASSI, UN’APPLICAZIONE DELLE BENNE GRANULATORE PER ASFALTO CBA
Dalla frantumazione alla separazione selettiva, dalla
riduzione volumetrica alla vagliatura, Simex dispone
in gamma di benne per braccio escavatore e
per attacco frontale che facilitano le operazioni di demolizione
e riciclaggio, direttamente in sito, dei materiali di risulta
da cantieri e scavi. Vediamo di conoscere da vicino queste
attrezzature.
Benne granulatore per asfalto
Nel mondo della manutenzione stradale e delle pavimentazioni,
come anche in quello dell’edilizia, si fa stringente
il tema del recupero del materiale derivante da demolizioni
e scarifiche, con il duplice obiettivo di coniugare la salvaguardia
ambientale all’ottimizzazione dei costi di cantiere.
Simex, di recente, ha scelto di focalizzarsi nel recupero
del fresato asfaltico (materiale inquadrato dalla normativa
come granulato di conglomerato bituminoso). Partendo dal
proprio know how in materia di frantumazione e vagliatura
di materiali di risulta da demolizione, ha creato una nuova
benna dedicata al recupero del conglomerato bituminoso
e di altri aggregati da cantiere. Le benne granulatore per
asfalto uniscono il concetto di tamburo fresante alla tecnologia
delle benne frantumatrici a rotore e sono disponibili in
due modelli: CBA 30, per escavatori da 18 a 28 ton, e CBA
40, per il range 25-40 ton.
Da rifiuto a risorsa
Recentemente, nei Paesi Baltici, l’azienda AS Baltem con sede
principale a Peetri, alle porte di Tallin (Estonia), ha deciso di
puntare sulla benna granulatore per asfalto Simex CBA 30,
per soddisfare le esigenze di un proprio cliente, il quale aveva
la necessità di ridurre volumetricamente grossi volumi di
lastre di asfalto, accumulate nel tempo nel proprio deposito.
La possibilità di ottenere una granulometria certificabile grazie
alla griglia posteriore della benna CBA 30 ha permesso di
realizzare un fresato di conglomerato bituminoso con granulometria
compresa fra 0 e 20 mm, specifica richiesta dell’utilizzatore
finale. Il vantaggio è stato duplice: si sono evitati
consistenti costi per il trasporto e stoccaggio del materiale
presso siti dedicati allo smaltimento; dall’altro, la granulometria
in uscita certificabile ha permesso di ottenere un fresato
asfaltico che può essere conferito negli appositi impianti di
produzione di conglomerato bituminoso, trasformando quindi
un rifiuto in una risorsa per l’economia di cantiere, come
per la sostenibilità ambientale (nello specifico, un granulato
di conglomerato bituminoso).
Benne VSE
Disponibile in quattro modelli, per escavatori da 8 a 45 ton,
le benne vagliatrici Simex VSE sono realizzate specificamente
per la separazione di materiali in diverse pezzature, direttamente
in cantiere. Grazie all’esclusivo brevetto Simex che
permette la variazione rapida della granulometria del materiale
vagliato in pochi secondi, tramite un comando in cabina,
l’operatore è in grado di avvicinare e distanziare gli alberi, con
un’escursione massima di 40 mm producendo quindi tre diverse
pezzature del materiale con la medesima benna, senza
necessità di fermi macchina.
Simex ha recentemente introdotto un importante aggiornamento
che contribuisce a rendere ancora più performanti le
benne vagliatrici VSE: FIT, vale a dire i nuovi utensili di vagliatura
brevettati. Ogni utensile si compone di cinque parti indipendenti,
ad incastro, senza alcuna saldatura. La sostituzione
non prevede lo smontaggio degli alberi: ogni elemento è sostituibile
singolarmente, anche un solo disco o lama vagliante.
Ciò si traduce in un risparmio fino al 75% sui costi di manutenzione.
Il sistema consente molteplici con- figurazioni per
meglio adattarsi al materiale da vagliare. Simex propone tre
configurazioni base, ma sono possibili altre combinazioni, in
quanto gli elementi che compongono l'utensile vagliante sono
al 100% intercambiabili.
Macchine
Macchine
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Abbattimento dei costi
Una benna vagliatrice VSE 30 è stata impiegata, in provincia
di Modena, per la separazione e il recupero di materiali
pro- venienti dalla demolizione di un’abitazione privata. A
seguito della demolizione, ingenti quantità di calcestruzzo
sono sta- te frantumate, direttamente in sito, con un frantoio
mobile. Il materiale di risulta si presentava ancora grezzo,
grossolano, e, pertanto, non adatto ad un reimpiego in
cantiere. La benna vagliatrice Simex VSE è intervenuta separando
i materiali di pezzatura più grande (40-100 mm)
da quelli più fini (0-30 mm), e pulendoli anche dalla presenza
di detriti e terra. La VSE 30 era equipaggiata con i nuovi
utensili FIT, in configurazione “a disgregare”, caratterizzati
dalla presenza di un disco centrale a rampino, più aggressivo
rispetto alle altre configurazioni disponibili; caratteristica,
questa, che permette anche una leggera frantumazione
del calcestruzzo in fase di vagliatura, incrementando
la produzione oraria. Risultato dell’impiego della VSE 30:
sensibile abbattimento dei costi di smaltimento del materiale
e taglio dei costi relativi all'acqui- sto e al trasporto di
nuova materia prima.
Benne frantumatrici CBE
Progettate per la riduzione volumetrica degli inerti direttamente
in cantiere, le benne frantumatrici per escavatore
CBE di Simex permettono di lavorare agilmente in presenza
di ferro, roccia, terra (anche umida o bagnata), legno e
altri materiali deformabili, grazie al sistema a rotore. L’elevatissima
forza al dente generata da motori idraulici a pistoni
radiali, di grande cilindrata in presa diretta, permette di
frantumare qualsiasi materiale rendendole ideali per la frantumazione
di cemento armato e materiali da demolizione.
Benne frantumatrici CBE
In Inghilterra, nei pressi di Birmingham, una benna frantumatrice
CBE 30 è stata impiegata all’interno di un deposito
di inerti nella riduzione volumetrica di ingenti quantità di materiale
di risulta da demolizione. Le esigenze dell’operatore
erano molteplici: da un lato, ridurre la pezzatura del materiale
stoccato per facilitarne il trasporto e il riutilizzo; dall’altro,
reimpiegare parte dell’inerte frantumato come materiale
di sottofondo in campo edile e stradale, oppure, in altri casi,
nella copertura di scavi e trincee. Il materiale grossolano accumulato
nel tempo in enormi mucchi, apparentemente senza
valore e utilità, ha potuto così trovare una nuova destinazione
d’uso in un’ottica di recupero e circolarità del comparto.
Inoltre, l’operatore ha potuto gestire direttamente il trattamento
dei materiali, senza dover esternalizzare nulla, abbattendo
i costi di trasporto e smaltimento inerti, che nel settore
del- le demolizioni sono sempre gravosi.
Gestibile in sito
Le benne frantumatrici Simex CBE sono veri e propri frantoi
mobili che consentono di operare anche in spazi ristretti,
permettendo la frantumazione direttamente in cantiere
di diversi tipi di materiali quali calcestruzzo armato, mattoni,
legno, cartongesso, laterizi e altri inerti di risulta da demolizioni
o costruzioni. Invece che esternalizzare i processi
di smaltimento dei materiali, l’operatore può gestire in sito
la riduzione volumetrica degli inerti, producendo un riciclato
spendibile, ad esempio, come stabilizzato per un successivo
reimpiego nello sviluppo edile. nn
Niederstätter SpA e Kramer-Werke
GmbH al servizio delle imprese
lombarde e non solo!
Niederstätter SpA, società leader nel mercato dei macchinari
edili nonché in tutti i servizi a loro connessi, ha aperto un nuovo
centro servizi e assistenza Clienti a Castelli Calepio (BG). Un
progetto importante in cui è stato direttamente coinvolto anche
la Kramer-Werke GmbH, azienda tedesca leader nella costruzione
di pale gommate e sollevatori telescopici di altissima qualità.
L‘obiettivo è di offrire consulenze personalizzate per l’acquisto e
il noleggio di macchine edili, assistenza tecnica e manutenzione
dei macchinari, e alta formazione qualificata. Un vero e proprio
Hub logistico per il mondo delle macchine da costruzione e
movimentazione terra, realizzato per poter seguire al meglio i
Clienti e i cantieri della regione Lombardia.
Niederstätter SpA propone inoltre corsi di formazione per tecnici
specializzati nell’assistenza alle macchine del marchio Kramer
su tutto il territorio nazionale. Le lezioni sono svolte da istruttori
certificati, formati dalla Kramer-Werke GmbH in Germania.
Vi aspettiamo!
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Macchine
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Escavatori gommati
Lavorare sui binari
è ora più facile
MECALAC CONTINUA IL SUO IMPEGNO NEL SEGMENTO FERROVIARIO
E RAFFORZA LA PROPRIA OFFERTA CON UNA NUOVISSIMA GAMMA
DI QUATTRO MACCHINE: LA SERIE MRAIL
Il settore ferroviario è in piena espansione in tutto
il mondo. L’escavatore strada-ferrovia è la macchina
indispensabile per la manutenzione e la modernizzazione
delle reti esistenti, e per la costruzione di
nuovi binari.
Mecalac è convinta di poter fornire soluzioni vincenti per il
mondo dell’escavatore strada-ferrovia. A tal punto valide
che cambieranno la vita degli utilizzatori. In un contesto ferroviario
mondiale estremamente dinamico, Mecalac gioca,
in sostanza, un ruolo importante nel campo dei lavori ferroviari
con la propria nuova gamma, la Serie Mrail, composta
di quattro modelli: due escavatori cingolati, il 106MRail
e il 136MRail (da 10 a 13 t), e due escavatori gommati, il
156MRail e il 216MRail (da 15 a 21 t).
Damiano Diotti
La 106MRail è la macchina
più compatta della Serie
MRail. Ha un braccio
con pistone posizionatore
e deporté di serie.
La 136MRail offre prestazioni
elevate per aumentare la
produttività complessiva sulle
reti ferroviarie nazionali.
La 156MRail è dedicata
alle reti urbane,
alle metropolitane
e ai binari privati.
Forza dell’esperienza e del know-how
Dopo il successo della 714MW RR, la longevità della 8MCR
RR e il lancio, lo scorso anno, della 216MRail, Mecalac offre
ora una gamma di escavatori strada-ferrovia, la Serie
MRail. Il produttore lavora da oltre vent’anni con rinomati
partner ferroviari. Da questa lunga collaborazione ha acquisito
una forte competenza in questo campo altamente
specializzato. Mecalac ha creato una nuova organizzazione,
con una divisione dedicata al settore ferroviario (dalla ricerca
e sviluppo al supporto prodotto alle vendite), supportata
dai processi industriali delle catene di montaggio e dagli
standard di qualità propri dell’azienda, oltre che da una
rete mondiale di rivenditori.
Tutte le macchine della Serie MRail sono assemblate sulle linee
di montaggio di Mecalac ad Annecy, in Francia. Ciò fornisce
una solida organizzazione industriale, che è garanzia
essenziale di affidabilità del prodotto e un vantaggio innegabile
rispetto ai trasformatori locali.
Quattro macchine MRail
Il mercato ferroviario è vasto: ferrovie nazionali, binari privati,
tram, metropolitane. Gli scartamenti delle reti e i regolamenti
variano da un Paese all’altro. Anche le esigenze dei cantieri
sono molto diverse, a seconda che si tratti di manutenzione,
modernizzazione o costruzione di nuove reti. Tenendo conto
di tutti questi parametri, la Serie MRail di Mecalac è orientata
a offrire la macchina giusta per i diversi cantieri.
Gli escavatori cingolati 106MRail e 136MRail mantengono il
concetto MCR. Vale a dire: fusione di una caricatrice compatta
e un escavatore. Soluzione che abbina la velocità e
la produttività di una caricatrice alla rotazione a 360° di un
escavatore. Sono progettati con l’obiettivo d’essere la macchina
per la maggior parte dei lavori di servizio e di manutenzione
delle reti. Sono adeguati per lavorare in galleria o
in spazi di non grandi dimensioni. La 106MRail è la macchina
più compatta della Serie MRail. Ha un braccio con pistone
posizionatore e deporté di serie. Facile da usare, è anche
un supporto ideale per le macchine più pesanti.
La 136MRail offre prestazioni più elevate, per aumentare
la produttività sulle reti ferroviarie nazionali. È dotata
delle caratteristiche di sicurezza più avanzate (conforme a
EN15746). Può essere equipaggiata con un rimorchio con
frenatura pneumatica.
Gli escavatori gommati 156MRail e 216MRail sono basati
sul concetto MWR. Offrono soluzioni per tutti i tipi di binari
e un alto grado di libertà di movimento con la possibilità
di lavorare più liberamente con il braccio anche in presenza
di vincoli in altezza.
La 156MRail è dedicata alle reti urbane, alle metropolitane
e ai binari privati. Si tratta di una macchina di medie dimensioni
che soddisfa i requisiti del lavoro ferroviario senza
la necessità di omologazioni costose e complesse. È la
soluzione più semplice ed economica per lavorare su rotaie.
La 216MRail è la macchina più robusta per i lavori più difficili,
e sempre senza compromettere la manovrabilità, l’agilità
e la compattezza. È compatibile con la normativa europea
EN15746, la più severa per il segmento ferroviario. Ha
tutte le opzioni di sicurezza necessarie e il sistema di frenatura
pneumatica per i rimorchi.
Vera compattezza
Questa nuova gamma di escavatori strada-ferrovia combina
prestazioni e agilità, per lavorare con libertà di movimento
nelle aree altamente vincolate dei cantieri ferroviari.
La compattezza delle macchine Mecalac è una vera compattezza.
Non solo nella parte posteriore, ma anche e soprattutto
nella parte anteriore e in altezza. L’equilibrio superiore
degli escavatori è indiscutibile. Il design brevettato
dei bracci fornisce una equilibrata distribuzione del peso e
resistenza. Accoppiandolo con la struttura di Mecalac, il risultato
è una stabilità assicurata per prestazioni di sollevamento
eccellenti. La visibilità completa a 360° è un vantaggio
per la sicurezza sia dell’operatore sia del cantiere.
Sempre in tema di sicurezza: manutenzione da terra, compreso
il rifornimento di gasolio, accesso facile alla cabina,
visibilità diretta. nn
Macchine
Macchine
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Escavatori cingolati
Macchine
Inizia una nuova era
DOPO ANNI D’ATTESA GLI ESCAVATORI CASE PASSANO A MOTORI FPT INDUSTRIAL.
VI PRESENTIAMO IN ANTEPRIMA I PRIMI SETTE NUOVI SERIE E
CASE presenta i nuovi escavatori cingolati Serie E. Efficienza,
economia, esperienza, evoluzione. Si apre
una fase storica fatta di macchine connesse, idraulica
intelligente e regolabile CIHS, costi totali di possesso in
netto calo grazie a intervalli di manutenzione molto più distanti
tra loro. E ancora, cabina nuova con pressurizzazione
ottimizzata, monitor extra-large, bracci rinforzati nelle strutture
e un design che trasmette una sensazione di forza e robustezza
grazie alla doppia nervatura laterale. Al lancio sette
nuovi modelli nella fascia delle 14-30 t di peso operativo.
Sono tutti motorizzati FPT Industrial con emissionamento
Stage V ottenuto senza Egr, ma con soluzione di post-trattamento
dei gas di scarico HI-eSCR2 di FPT che non necessita
di manutenzione. Sempre per contenere le emissioni di
CO2, queste motorizzazioni sono compatibili con carburanti
di tipo HVO. Tra i nuovi modelli, arriveranno nella seconda
parte dell’anno i CX130E, CX160E, CX180E, con motore
4 cilindri da 4,5 litri di cilindrata (già sperimentato in applicazioni
movimento terra), e il CX240E, mentre i CX210E,
CX250E, CX300E, con l’ultra collaudato 6 cilindri da 6,7 litri
che da anni anima il cuore della gamma di pale gommate
della Casa, sono già disponibili così come sono dichiarati
i primi dati tecnici. I CX210E e CX240E hanno una potenza
massima dichiarata di 124 kW erogati a 1.800 giri/min
e una coppia massima di 657 Nm a 1.600 giri/min, mentre
lo stesso motore tarato per il CX250E dichiara 138 kW
a 2.000 giri/min e un valore di coppia di 659 Nm a 1.800
giri/min e per il CX300E arriva a 204 kW a 1.900 giri/min
Testi di Matthieu Colombo
Rispetto ai Serie D,
i nuovi CASE consentono
impostazioni idrauliche
aggiuntive e personalizzabili.
Non mancano tutte
le linee idrauliche
per utilizzo di attrezzature
come i roto-tilt.
Le attrezzature si
memorizzano a sistema.
con una coppia massima di 1.033 Nm a 1.500 giri/min. Riguardo
ai modelli CX210E e CX240E è bene precisare che
le versioni NLC e con braccio triplice arriveranno anche loro
nella seconda parte del 2022. Parlando di sottocarro, i nuovi
modelli montano componenti ridisegnate per ottimizzarne
prestazioni e longevità operativa. Prendendo ad esempio
il CX300E, la forza di trazione massima passa da 233
kN a 247 kN e i rulli d’appoggio di geometria ottimizzata.
Grande economia e “super power”
I nuovi motori FPT Stage V si integrano alla perfezione con
l’innovativo impianto idraulico CASE Intelligent Hydraulic
System in cui l’elettronica la fa da padrone nell’interfaccia
tra operatore, distributore e pompe di lavoro. In questo
modo i Serie E assicurano più controllabilità e precisione
in ogni condizione operativa. Non solo, l’impianto CIHS
è integrato con quattro modalità di lavoro, con impostazioni
idrauliche aggiuntive e personalizzabili, in grado di
regolare la priorità del flusso per i movimenti del braccio,
del bilanciere o di rotazione, il tutto controllabile dall’operatore.
La modalità Super Power (SP) migliora l’efficienza
e offre la massima produttività, la modalità Power (P) fornisce
potenza extra quando serve e la modalità Lifting (L)
ottimizza la movimentazione di materiale. Infine la modalità
Eco (E) che offre risparmi di carburante sostanziali
differenti di modello in modello. I nuovi CASE Serie E arrivano
a consumare fino al 17% in meno di carburante rispetto
ai modelli Serie D.
Silenzio a bordo al top della categoria
In cabina non siamo ancora saliti. Il primo dato che salta ai
nostri occhi è la pressione acustica interna da record della
categoria, visto che per il CX210E sono dichiarati 68 dB(A)
che scendono persino a 67 dB(A) per i modelli più grandi.
Oltre che per le nuove motorizzazioni e la nuova gestione
elettronica dell’impianto idraulico, questi dati sono certamente
ottenuti grazie a una più accurata pressurizzazione
dell’abitacolo. Al riguardo segnaliamo il climatizzatore
automatico ottimizzato per essere ancora più efficiente. I
progettisti hanno poi lavorato per migliorare l’ergonomia
della postazione di comando, hanno ottimizzato le consolle
laterali sospese assieme al sedile e hanno migliorato
l’accesso per incrementare la sicurezza in salita e discesa
dagli escavatori (è la condizione in cui si registrano più infortuni
tra gli operatori di escavatori). Già dalle immagini
spicca il nuovissimo monitor LCD da ben 10 pollici che
propone diversi menu navigabili con i 5 pulsanti sottostanti,
configurabili direttamente dall’operatore. Tutti i modelli
della Serie E offrono le stesse funzionalità della precedente
generazione di escavatori cingolati con una maggiore
attenzione al comfort e alla sicurezza. La visibilità posteriore
è garantita dalla telecamera standard, così come sul
lato destro della macchina. Su richiesta può essere integrata
anche una terza telecamera sul lato sinistro per ottenere
una visione birdview con videocontrollo perimetrale
a 270° (foto a destra). Oltre che ottimizzando la visibilità,
CASE conferma la sua attenzione alla sicurezza passiva
fornendo di serie la griglia superiore di protezione contro
la caduta di oggetti (FOPS) di livello 2.
Macchine
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Costi di manutenzione in calo
La nuova gamma di servizi post-vendita connessi e non connessi,
offerti da CASE si integra a intervalli di manutenzione
più distanti tra loro. È la stessa cura adottata per le pale
gommate CASE Evolution che promettono un TCO inferiore
del 20% rispetto al modello precedente. Come sulle nuove
pale, è ora offerto di serie il modem a trasmissione bidirezionale
che permette di utilizzare CASE SiteConnect e
CASE SiteWatchTM, per la gestione della singola macchina
come di una flotta. La soluzione include redazione di report
di produttività ed efficienza, funzioni di geolocalizzazione,
geofencing con alert impostabili per rilevare utilizzi non autorizzati.
Ora prendete nota: CASE Care è un programma
di manutenzione programmata standard, che comprende
pezzi di ricambio e lubrificanti originali. CASE Protect è un
programma di estensione di garanzia che può avere durata
e caratteristiche variabili. CASE Fluid Analysis serve a prevenire
guasti gravi, ottimizzando l’affidabilità del bene ed
estendendone la durata operativa.
Service proattivo
CASE SiteConnect migliora i dati di telemetria utilizzati dal
team Uptime Center di CASE per fornire ai concessionari
allarmi basati sulle prestazioni della macchina. È possibile
intervenire rapidamente per ridurre al minimo il tempo di
inattività, dal momento che i concessionari possono accedere
ai dati della macchina da remoto e apportare modifiche
in modo tempestivo. Ciò permette ai concessionari di gestire
proattivamente le macchine dei clienti, aumentandone il
tempo di attività. Sia SiteWatch che SiteConnect sono dotazioni
di serie della nuova gamma Serie E. nn
L’allestimento di fabbrica
prevede otto fari di cui
quattro perimetrali
alla torretta (due a lato
della retocamera) e due
frontali sopra la cabina.
Il nuovo monitor
è di dimensioni generose
e si sviluppa in verticale,
per non rubare spazio
alla visuale dell’operatore.
Ai piedi del monitor
si riconoscono i comandi
del climatizzatore.
Le due nuove consolle
sospese assieme al sedile,
con nuovi appoggiabraccia
regolabili in altezza
e inclinazione.
LS
PAGINE
ASSOCIATIVE
n Riduzione del rumore
del traffico stradale
n La pioggia
nel pineto
n Trentennale
e SIIV Arena
n Così italiani e stranieri
pagano la mobilità
Associazione Italiana
della Telematica
per i Trasporti e la Sicurezza
Macchine
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Promozione della mobilità sostenibile
AIIT, nell’ambito dell’EnergyMed 2022, ha proposto due sessioni congressuali
La pioggia nel pineto
La classificazione delle acque e loro canalizzazione, separazione e depurazione
109 LS
AIIT Associazione Italiana
per l’ingegneria
del Traffico e dei Trasporti
Via Solferino, 32
00185 Roma
Tel. 06.58330779
segreteria@aiit.it
www.aiit.it
Francesco Saverio Capaldo
Presidente AIIT Campania
Nel mese di marzo scorso,
AIIT ha contribuito, con una
giornata di approfondimento
sui temi della mobilità sostenibile e
delle energie alternative, nell’ambito
dell’EnergyMed 2022 - Mostra
convegno sulla Transizione Energetica
e l’Economia Circolare nel cui ambito,
l’ANEA (Agenzia Napoletana Energia
ed Ambiente) ha proposto diverse aree
tematiche.
Tra le aree tematiche della fiera di
quest’anno, la Mobility, intesa come
mobilità sostenibile, ha raccolto
interessanti iniziative inerenti al mondo
dei trasporti e le fonti di energia
necessarie alla sua alimentazione. Il
settore dei trasporti è tra quelli che
maggiormente risulta attrattivo per
gli investimenti necessari a proporre
soluzioni di alimentazioni alternative ai
carburanti fossili e capaci di produrre
residui di combustione limitati ed
adatti a ridurre gli inquinamenti
ambientali in aree urbane densamente
congestionate.
L’ Associazione, in coordinamento
con l’Ordine degli Ingegneri della
Provincia di Napoli, ha proposto due
sessioni congressuali che si sono
tenute nella giornata di venerdì 25
marzo. Entrambe le sessioni sono
state articolate con una prima parte
introduttiva sui temi e pratiche tecniche
a cui ha fatto seguito una seconda
dedicata ad una tavola rotonda o un
dibattito. Entrambi gli eventi erano
validi per il conseguimento di 2 CFP
(Crediti Formativi Professionali) per gli
Ingegneri.
Il primo di essi, dal titolo “IL
TRASPORTO RAPIDO DI MASSA E
I PIANI URBANIPER LA MOBILITÀ
SOSTENIBILE”, si è svolto Venerdì 25
marzo 2022 dalle 9.30 alle13.00 e ha
evidenziato in che modo il Trasporto
Rapido di massa è in grado di ridurre
il traffico delle auto private a favore
del trasporto pubblico attraverso la
realizzazione di metropolitane, di
tramvie, ed altri sistemi di trasporto
per diminuire l’impatto sull’ambiente
e la congestione delle strade. E
quello descritto è anche l’obiettivo
della redazione di un PUMS (Piano
Urbano della Mobilità Sostenibile),
un «Piano processo» che individua
obiettivi strategici e obiettivi tattici
misurabili, interventi e tempi
di realizzazione. Un Piano deve
prevedere la costante verifica del
raggiungimento degli obiettivi fissati
e l’eventuale individuazione ulteriori
azioni per perseguirli con maggiore
efficacia, orientando le politiche e la
programmazione della mobilità urbana
nel breve, medio e lungo termine con
un orizzonte di 10 anni.
Dopo i saluti istituzionali (ing. Luca
Cascone - Presidente commissione
Urbanistica, Lavori Pubblici, Trasporti
della Regione Campania, Ing. Ada
Minieri, Consigliere Tesoriere
dell’Ordine Ingegneri di Napoli,
Ing. Angelo Valsecchi - Consigliere
Segretario del Consiglio Nazionale
Ingegneri, Ing. Stefano Zampino -
Presidente AIIT) è iniziata la prima
parte della sessione della mattina.
Partendo da una sintetica esposizione
sulla genesi e sullo stato delle attuali
normative relative ai piani di mobilità
(Prof. Ing. Francesco Saverio Capaldo,
già Federico II) con approfondimenti
e riferimenti sullo stato di attuazione
dei PUMS in Italia e i lineamenti
per i futuri sviluppi della normativa
tecnica di settore (Prof. Ing. Matteo
Ignaccolo, Università di Catania),
sono stati trattati i temi di sicurezza
di circolazione delle utenze deboli
(Prof. Ing. Alfonso Montella, Università
Federico II, Napoli) ed illustrate alcune
analisi quantitative che hanno messo
in evidenza i rapporti tra la qualità
dell’aria ed il sistema di trasporto in
un’area di medie dimensioni
(Prof. Ing. Luigi Pariota, Università
Federico II, Napoli).
La seconda parte del Convegno «PNRR
e Trasporti pubblici più veloci, efficienti
nelle aree urbane» è stata animata
da una interessante tavola rotonda,
moderata dall’Ing. Ettore Nardi
(Fondazione Ordine Ingegneri Napoli)
cui hanno partecipato rappresentanti
delle società di trasporto pubblico e
degli sponsor tra cui il Dott. Umberto
De Gregorio, Presidente EAV (Ente
Autonomo Volturno), il Dott. Maurizio
Manfellotto, Presidente Hitachi Rail
STS, Dr. Gaetano Ratto, Presidente
Consorzio Unico Campania, Raffaele
Ingenito, ABB e Mobility, Dott. Aniello
Semplice Gruppo Arriva e l’Ing. Nicola
Pascale, Amministratore Unico ANM
(Azienda Napoletana Mobilità).
Il secondo evento, dal titolo
“R-EVOLUTION: SOLUZIONI
INNOVATIVE PER UNA MOBILITÀ
ELETTRICA E SOSTENIBILE” si è svolto
sempre Venerdì 25 marzo 2022, nel
pomeriggio dalle 14.30 alle 18.00.
Dopo i saluti istituzionali (Ing. Gennaro
Annunziata, Consigliere Segretario
dell’Ordine Ingegneri Napoli, Prof. Ing
Francesco Saverio Capaldo, Presidente
AIIT Campania e Molise) si è dato corso
agli interventi programmati, moderati
dallo stesso Prof. Capaldo.
Le soluzioni alternative per una
mobilità elettrica e sostenibile
riguardano non solo i differenti mezzi
utilizzabili per spostamenti, ma anche
le strategie di gestione di questi
attraverso politiche di sharing che
possano incentivare investimenti che
altrimenti si possono rilevare non
sostenibili (Prof. Ing. Luigi Biggiero,
Università Federico II). Le soluzioni
per la ricarica dei veicoli elettrici
possono essere varie (AC, o DC) e con
prestazioni molto differenti (Antonio
Cucco, Divisione Sviluppo Italia
Emoby). Ad oggi sono anche disponibili
punti di ricarica per micromobilità
elettrica, quali bici o monopattini,
in grado di servire differenti veicoli
(multidevice).
È stato quindi approfondito il tema
della reale possibilità di avere più
motori a combustione interna nel 2035
(Prof. Ing. Adolfo Senatore, Federico
II). In merito, è stata ricordata la nota
diffusa dal Comitato Interministeriale
Per La Transizione Energetica che,
recependo una direttiva europea,
stabilisce che entro il 2035 occorre
completare la fase di transizione, con
il divieto di commercializzazione, in
Italia, di auto con propulsore di tipo
endotermico. Sulla questione sono
stati forniti ragguagli negli interventi
che si successivi (Dott. Giuseppe
Bellomo, Direttore Generale del
Centro Porsche Napoli, Ing. Vincenzo
Triunfo, CEO +39 Energy). Ha chiuso
gli interventi una relazione su un
tema specifico quale a qualità dell’aria
nella città di Napoli e l’inquinamento
prodotto da alcuni tipi di veicoli ed
in particolari condizioni di geometria
ambientale (larghezza delle strade,
altezza degli edifici e reciproche
distanze (Prof. Ing. Fabio Murena,
Università Federico II).
Alle presentazioni sono seguite le
conclusioni sugli interessanti e vari
argomenti trattati ed un breve dibattito,
da parte dei numerosi presenti in
rappresentanza del mondo delle
professioni e di vari enti pubblici. nn
AISES
Associazione Italiana Segnaletica
e Sicurezza
P.zza Cola di Rienzo, 80/a
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Tel 06.45476588 - Fax 06.45476677
E-mail: presidenza@aises.it
www.aises.it
Maria Rosaria Giuzio
Resp. Aises ricerca e documentazione
Avete mai sentito parlare di
acque meteoriche? Qui ve
ne vogliamo parlare per
raccontare cosa sono ma anche
come devono essere trattate.
Si tratta delle acque provenienti da
una precipitazione atmosferica che
sia ad esempio acqua o neve, e che
non vengono assorbite e nemmeno
riescono ad evaporare. Quindi
questo liquido finisce per dilavare
le superfici in cui scola. Stiamo
parlando di un anello importante del
ciclo dell’acqua, delle precipitazioni,
che ne fanno parte proprio come
altri fenomeni ben diversi quali ad
esempio l’evaporazione dell’umidità
dai mari che forma le nuvole
condensandosi e poi cade sulla terra
per poi scorrere verso il mare da cui
il ciclo riprende.
Ultimamente, con un suolo sempre
più abitato e in cui l’uomo non
ha risparmiato costruzione di
strade, case, aziende e città intere,
unitamente ai cambiamenti climatici,
ci troviamo di fronte ad una sua
generale impermeabilizzazione con
le conseguenze che ne derivano
(allagamenti, aquaplaning ecc).
Non sono molte le occasioni in
cui troviamo le acque meteoriche
recuperate, mentre queste
dovrebbero essere raccolte e smaltite
in un sistema di drenaggio apposito.
Tutto questo è previsto dal Codice
dell’ambiente (Dlgs 152/2006) dove
ad una prima classificazione delle
acque (art. 74) parla in particolare
delle acque meteoriche (art. 113);
dal tenore letterale della disposizione
tali acque si presentano come una
tipologia del tutto autonoma e
contrapposta alle altre categorie di
acque reflue industriali e domestiche,
con caratteristiche che appaiono
decisive, per riservare loro una
disciplina di specie e autonoma.
L’attuazione di tale disciplina è
stata dal legislatore affidata alle
Regioni, le quali devono predisporre
un Piano di tutela delle acque (art.
121) comprendente anche le acque
meteoriche. Ai fini della prevenzione
di rischi idraulici ed ambientali, si
devono predisporre gli scarichi di tali
acque provenienti da reti fognarie
separate dagli agglomerati in cui
esse sono immesse, compresa la loro
dovuta depurazione.
Sono trascorsi circa diciassette anni
dall’entrata in vigore del Codice
dell’ambiente e niente si è mosso.
A questa grave inadempienza delle
Regioni, bisogna porre rimedio
usando, se del caso, anche la leva
finale della sussidiarietà dell’azione
dello Stato contro l’inerzia delle
Regioni.
Questo che rileviamo in finale
non è solo un problema di un
gruppo di industriali, per lo più
multinazionali che si occupano di
questo importantissimo quanto
disconosciuto campo di attività,
esercitato in tutta Europa su
standard comunitari (norma
tecnica UNI-En 1433), ma trattasi
di problematica basica che si
colloca al centro della sostenibilità
ambientale nel regime delle acque,
la cui trascuratezza può arrecare
danni catastrofali, segnatamente in
un periodo come l’attuale, di forti
mutamenti climatici.
Bene è vero, in concreto, che
la situazione di partenza per
mancanza di fondi ha impedito
finora l’ammodernamento delle
infrastrutture fognarie praticando
una netta separazione e depurazione
delle acque come previsto dal
Codice dell’ambiente, ma oggi con
l’attuazione del PNRR si possono
attingere risorse economiche e
sviluppare una transizione ecologica
a 360 gradi. nn
AssociAzione AiiT
AssociAzione Aises
12/2015 4/2022 leStrade
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Trentennale e SIIV Arena
I 30 anni della nostra Associazione festeggiati all’Università Federico II di Napoli
111 LS
Così italiani e stranieri pagano la mobilità
Il direttore Valeria Portale racconta i risultati della ricerca dell’Osservatorio Innovative Payments
Società Italiana
Infrastrutture Viarie
SIIV
Sede Legale in via
delle Brecce Bianche
c/o Fac. Ingegneria
Università Politecnica delle Marche
60131 Ancona
Cristina Tozzo
Da questo fascicolo cominiciano
le interviste ai vincitori della
SIIV Arena che sono stati
premiati nel corso dei festeggiamenti
per i 30 anni delll’associazione.
Si riporta di seguito l’intervista a
Leonardo Urbano a cui è andato il
premio di Migliore idea innovativa
per la ricerca “Analisi dell’efficacia
degli additivi rigeneranti del fresato
bituminoso attraverso sistemi
modello”.
Il tema del riciclaggio del fresato
bituminoso nei conglomerati
bituminosi è molto attuale: perché
ha scelto di occuparsi di questo
argomento per la sua tesi di
dottorato?
Oggigiorno, i principi di sostenibilità
ambientale ed economica,
strettamente legati al concetto di
Economica Circolare, rientrano tra i
punti cardine nello sviluppo di tutte le
opere dell’Ingegneria Civile. In virtù
anche del nuovo piano di investimenti
adottato dallo Stato, ossia il Piano
Nazionale di Ripresa e Resilienza,
la ricerca scientifica è chiamata a
dare il suo importante contributo
affinché la realizzazione di nuove
opere strutturali e infrastrutturali sia
coerente con i principi anzidetti. A tal
fine, gli studi e le ricerche inerenti al
mio percorso di dottorato di ricerca
in Ingegneria Civile al Politecnico di
Torino, si fondano anche sul tema
legato allo sviluppo sostenibile delle
infrastrutture stradali. In quest’ottica,
il riciclaggio del fresato bituminoso,
la materia prima secondaria
principalmente riutilizzata nelle
miscele bituminose, fornisce il suo
importante contributo poiché, se
attentamente reimpiegato, garantisce
una notevole riduzione degli impatti
sull’ecosistema e sulle caratteristiche
economiche, non inficiando
particolarmente le prestazioni
meccaniche delle miscele finali.
Quali sono le principali innovazioni
del metodo proposto per la
caratterizzazione dell’efficacia
degli additivi rigeneranti del
fresato bituminoso?
Innanzitutto, mi preme fortemente
ringraziare il Professor Ezio
Santagata, e il gruppo di ricerca
con il quale ho avuto l’onore di
lavorare, per avermi dato tutti gli
strumenti necessari per sviluppare la
metodologia basata sul concetto di
sistema modello per caratterizzare
l’efficacia degli additivi rigeneranti.
Dopo una preliminare analisi della
letteratura scientifica di settore,
abbiamo pensato di introdurre un
nuovo “strumento” con l’obiettivo
di migliorare alcuni aspetti dei
metodi già esistenti in letteratura e
che sia al contempo di semplice ed
economica realizzazione. Il sistema
modello, quindi, basandosi sulla
realizzazione di campioni di fresato
bituminoso di una selezionata frazione
granulometrica premiscelata con
gli additivi rigeneranti, compattati
ad elevato tenore di vuoti, vuole
mettere in evidenza la risposta
della sola fase legante rigenerata.
In questo modo, si evita l’impiego
di solventi per l’estrazione del
bitume dal fresato, successivamente
rigenerato e caratterizzato, e,
contemporaneamente, non si
adottano procedure lunghe e costose
generalmente impiegate per studiare
i conglomerati bituminosi contenenti
fresato rigenerato.
Quali sono le conclusioni
del suo lavoro?
Attraverso la sperimentazione di
laboratorio, si è visto come differenti
tipologie di fresato bituminoso
interagiscono con i differenti additivi
rigeneranti impiegati. Non tutte le
tipologie di fresato possono essere
rigenerate e, al contempo, gli additivi
utilizzati impattano in modo diverso
sulla capacità di rigenerazione del
fresato. Alcuni additivi sono in
grado di riportare le caratteristiche
viscoelastiche della fase legante verso
una condizione “non invecchiata”,
rigenerando efficacemente il fresato.
Altri additivi, di contro, esercitano
una sola azione di “softening” sul film
di bitume che riveste l’aggregato,
migliorando la lavorabilità ma non
imprimendo alcun miglioramento della
risposta meccanica. In conclusione,
il metodo basato sul sistema modello
ha tutte le potenzialità per individuare
l’additivo rigenerante che più si adatta
al fresato bituminoso a disposizione.
Progetti futuri?
Nel futuro prossimo avrò la possibilità
di mettermi in gioco, dando il mio
contributo per la realizzazione di
infrastrutture sempre più sostenibili,
sicure e performanti. Nel futuro che
verrà, invece, ho come obbiettivo
quello di continuare ad imparare
e crescere professionalmente,
approfondendo i temi più avvincenti
del settore delle infrastrutture,
mettendo anche a disposizione
tutto il mio bagaglio di conoscenze
ai giovani professionisti di questo
affascinante settore. nn
Associazione Italiana
della Telematica
per i Trasporti e la Sicurezza
TTS Italia
Associazione Italiana della Telematica
per i Trasporti e la Sicurezza
Via Flaminia, 388
00196 Roma
E-mail ttsitalia@ttsitalia.it
www.ttsitalia.it
Morena Pivetti
Quanto sono diffusi gli
strumenti di pagamento
digitale nell’acquisto dei
servizi di mobilità? Più in generale,
quando si spostano lungo il Paese
e nelle città, italiani e stranieri
utilizzano in prevalenza il contante o
prediligono le carte di credito, le app,
i wallet? Da questi interrogativi è
scaturita la scelta dei due Osservatori
digitali del Politecnico di Milano
Innovative Payments e Innovazione
digitale del turismo di unire le forze
per scattare una fotografia a largo
raggio sulle diverse modalità di
trasporto. Di breve, media e lunga
percorrenza, con l’aereo, il treno -
Alta Velocità e regionale -, i bus di
lungo raggio, i traghetti, il trasporto
pubblico locale - bus, tram e metro
-, il taxi e l’auto a noleggio, la ZTL,
la sharing mobility, il parcheggio - su
strada e in struttura -, e il pedaggio
autostradale.
A Valeria Portale, direttore
dell’Osservatorio Innovative
Payments, abbiamo chiesto di
guidarci alla scoperta dei risultati
della ricerca, dal titolo “La mobilità
in Italia: valori di mercato e
strumenti di pagamento 2019-
2021”, che è stata presentata a
Milano a metà febbraio.
Qual è stato il primo ostacolo
che avete incontrato sul
percorso?
La difficoltà di quantificare il valore
economico dei diversi mercati di
riferimento - punta il dito Portale
-, quindi di stimare la spesa per
singola modalità usata dai cittadini
italiani e stranieri. Così abbiamo
integrato la metodologia topdown,
con l’utilizzo delle statistiche
dell’Istat, con un approccio bottomup
attraverso una cinquantina di
interviste ai principali operatori.
Determinati questi valori, che
vanno comunque affinati, abbiamo
lavorato per capire quali fossero i
canali con cui si acquistano i servizi
di trasporto e i pagamenti sottesi
e l’evoluzione delle tendenze nel
triennio 2019-2021.
A grandi linee, quale situazione
avere trovato?
Abbiamo riscontrato una forte
attenzione alle modalità di
pagamento, interessate da una
fase di profonda trasformazione.
Gli operatori hanno una maggiore
consapevolezza dell’importanza di
rendere più facile e fluido l’accesso
all’acquisto dei titoli di viaggio. La
situazione è a macchia di leopardo
ma si distinguono due mondi: l’uno
con scontrino medio alto e l’altro con
scontrino medio basso. Il primo è il
mondo della lunga percorrenza, del
trasporto aereo e dell’Alta velocità,
dove la digitalizzazione è già una
realtà e dove prevalgono nettamente
i canali online che favoriscono i
pagamenti digitali. Il secondo è il
mondo con uno scontrino medio che
non supera i cinque euro, dove il
contante è largamente privilegiato
e i pagamenti digitali scontano
una bassa penetrazione. Vale per il
trasporto pubblico locale, la sosta,
i taxi.
La vostra analisi si è, purtroppo,
inserita in un triennio in cui
a causa della pandemia
di Covid 19 si è registrato
un calo drammatico della
mobilità e di conseguenza
dei ricavi degli operatori.
È così. Nessuno dei settori che
abbiamo analizzato nel 2021 aveva
recuperato i valori del 2019. Il meno
penalizzato è stato il mondo del
pedaggio che ha toccato il 90%, con
la sosta al 74%, i traghetti al 72%,
la sharing mobility al 71% e i treni e
i taxi al 67%. Il settore più colpito è
quello aereo che ha perso il 59% sul
2019, con il mercato precipitato da
14,5 miliardi a 5,9 miliardi e ancora
non si capisce quando tornerà alla
normalità. Tutti i mercati dei trasporti
erano in crescita anno su anno
mentre ora vivono in uno scenario
completamente diverso. Con la
mobilità a medio e lungo raggio che
ha pagato il prezzo più alto.
Qual è lo stato dei pagamenti
digitali nei diversi segmenti, chi
è più avanti, chi più indietro?
Prima di tutto va osservato che
la pandemia ha avuto un effetto
virtuoso perché ha portato ad un
utilizzo maggiore delle modalità di
pagamento più avanzate. Il settore
più digitalizzato è il trasporto aereo.
Anche il treno a lungo raggio è su
percentuali analoghe, con il contante
al 23% e pagamenti online sempre
più rilevanti. Lo stesso vale per i
pedaggi autostradali, dove l’uso del
cash non supera il 20%. La sharing
mobility è nata digitale, vi si accede
con lo smartphone e il pagamento
digitale è l’unico strumento
possibile, il contante proprio non
esiste. Anche per gli ingressi nelle
Ztl abbiamo registrato un forte
impulso ai sistemi più innovativi,
come il telepass.
All’estremo opposto
si colloca la mobilità urbana.
A parte l’eccezione di città
come Roma e Milano, dove la
metropolitana si paga con la carta
di credito, per i biglietti del bus e
del tram si usa il contante, siamo
attorno all’85%. Contante che
domina ancora più pesantemente
la sosta su strisce blu, dove
siamo intorno all’88%. Proprio
nel trasporto pubblico locale e nei
parcheggi su strada riscontriamo
criticità importanti per via del
mancato ingresso delle tecnologie
più avanzate: nel primo caso, in
particolare, ma non solo, per gli
stranieri che visitano le nostre
città e spesso non riescono a
capire dove e come acquistare i
biglietti. Nel secondo caso perché
l’automobilista finisce per fare la
caccia alle monetine e non sempre
le trova. Mentre i parcheggi in
struttura vedono una quota del
44% di pagamenti digitali, via
carte e telepass. Tanto cash anche
per i taxi, attorno al 75%, con
ripercussioni negative soprattutto
per i turisti in arrivo dall’estero.
Cosa ci possiamo aspettare per il
prossimo futuro?
La guerra rischia di bloccare
l’evoluzione verso i pagamenti digitali
che avevamo osservato nel triennio.
È difficile per le imprese, che vivono
un momento particolarmente difficile
tra coda del Covid e guerra in
Ucraina, dare priorità all’innovazione.
Chi ha già investito raccoglierà
i frutti, capitalizzerà sulle scelte
compiute mentre la platea di attori
che non l’ha fatto difficilmente può
recuperare ora, con la drastica
riduzione dei ricavi che ha subito.
Rischia di rimanere inchiodato
al contante e ai canali di vendita
tradizionali. nn
Valeria Portale, Laureata in
ingegneria gestionale nel 2007
è Ricercatrice presso la School
of Management del Politecnico
di Milano da oltre 10 anni. È
Direttore degli Osservatori
Blockchain & Distributed Ledger,
Innovative Payments, Digital
Identity, Quantum Computing &
Communication. Collabora con gli
Osservatori Innovazione Digitale
nel Retail e Fintech & Insurtech
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AssociAzione TTs iTALiA
4/2022 leStrade
4/2022
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N. 1576/ 4 APRILE 2022
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(n. 1576) - Anno CXXIV - N° 4 Aprile 2022
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