GEOmedia_1_2022
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Rivista bimestrale - anno XXVI - Numero - 1/<strong>2022</strong> - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma<br />
TERRITORIO CARTOGRAFIA<br />
GIS<br />
CATASTO<br />
3D CITY<br />
INFORMAZIONE GEOGRAFICA<br />
FOTOGRAMMETRIA EDILIZIA<br />
URBANISTICA DIGITAL TWIN<br />
REMOTE SENSING<br />
GNSS<br />
SPAZIO<br />
RILIEVO AMBIENTE TOPOGRAFIA<br />
LiDAR<br />
GEOBIM<br />
LASER SCANNING<br />
BENI CULTURALI<br />
SMART CITY<br />
Gen/Feb <strong>2022</strong> anno XXVI N°1<br />
Geomatica<br />
e Robotica<br />
SENTINEL-2 DATA AND<br />
RENEWABLE ENERGY<br />
VENTI DI GUERRA<br />
NELLO SPAZIO<br />
BIOGIS360 PER IL CONTRASTO<br />
AL CAMBIAMENTO CLIMATICO
Earth Archive o Digital Twin?<br />
Da qualche tempo è partita una corsa verso la digitalizzazione del pianeta guidata da alcuni<br />
gruppi di scienziati in più parti del mondo. Programmi di ricerca che si propongono di realizzare<br />
un modello globale della Terra per vari scopi, che spaziano dalla modellazione del clima alla<br />
analisi dello stato delle foreste. Tutti si basano sulle tecnologie geomatiche e in particolare sul<br />
LiDAR e sui dati satellitari.<br />
Uno dei primi a lanciare un programma del genere fu un archeologo, professore di antropologia<br />
alla Colorado State University, National Geographic Explorer e fondatore dell'Earth Archive.<br />
Christopher Fisher vede l'archeologia come un'impresa di "costruzione futura" proietta ciò che<br />
apprende dal passato nel futuro per scienziati, responsabili politici e cittadini. La tecnologia alla<br />
base della sua attività è il LiDAR ad altissima risoluzione, nella convinzione che scansionando<br />
l’intera superficie terrestre l'Earth Archive creerà un vero gemello digitale tridimensionale<br />
del nostro mondo: una registrazione digitale open data della Terra che rifletterà il paesaggio<br />
esattamente com'era al tempo della scansione. Il progetto ha stimolato un congresso nel 2021 ed<br />
è stato presentato di nuovo nella Geo Week <strong>2022</strong> a Denver in Colorado. Fisher come esempio<br />
porta la scansione laser di Notre Dame a Parigi (vedi dettagli su Archeomatica 4 2021) che è il<br />
documento digitale di cattura della realtà più completa della cattedrale e sarà inestimabile per la<br />
sua ricostruzione. Una scansione del genere, conclude, serve anche per l’Amazzonia.<br />
Due anni fa è partito il programma dell’ESA per la realizzazione del modello gemello digitale<br />
della Terra nell’ambito della corrente definizione di “Digital Twin” e proprio in questi giorni tale<br />
progetto, essenzialmente basato sull’archivio dei dati satellitari della costellazione Copernicus,<br />
ha avuto una spinta decisiva per la sua realizzazione. I dati che vengono acquisiti da Copernicus<br />
ammontano a circa 250 Terabyte / giorno e il progetto DestinE (Destination Earth) della<br />
Commissione europea è distribuire numerose repliche digitali tematiche altamente accurate della<br />
Terra, chiamate gemelli digitali, per monitorare e prevedere le attività naturali e umane, nonché<br />
le loro interazioni, per sviluppare e testare scenari che consentirebbero sviluppi più sostenibili e<br />
sosterrebbero corrispondenti politiche europee per il Green Deal.<br />
DestinE sarà gestito in più fasi, di cui la prima, la fase di implementazione, copre il periodo<br />
da fine 2021 a metà 2024. Sono previste fasi future (soggette a finanziamento) che renderanno<br />
operativi i gemelli digitali, aumenteranno la produzione del sistema e aggiungeranno applicazioni<br />
e nuove opzioni gemelle.<br />
Al momento i maggiori centri di ricerca che si avvantaggeranno di questo progetto stanno<br />
assumendo personale con una call per formare il team di DestinE che svilupperà e implementerà<br />
un modello globale del sistema terrestre con la risoluzione della griglia a 1 km, per rilasciare il<br />
Weather-Induced and Geophysical Extremes Digital Twin.<br />
Il candidato prescelto lavorerà allo sviluppo e alla manutenzione del flusso di lavoro, delle suite di<br />
gestione, degli script e dei file di dati del Digital Twin, sia direttamente che integrando il lavoro<br />
di altri. Avranno un ruolo guida nella gestione del codice sorgente e nella gestione dei rilasci del<br />
sistema DestinE e saranno responsabili dei test tecnici, dei test delle unità, dell'integrazione e<br />
della distribuzione continua e della garanzia del mantenimento della qualità del software.<br />
La presenza della Geomatica in questi progetti è basilare e viene data per scontata nell’ambito<br />
delle conoscenze degli operatori, ricercatori e professionisti che parteciperanno.<br />
Ma c’è un altro mondo che si avvantaggia estremamente di tutte le tecnologie del settore ed è la<br />
Robotica, di cui iniziamo a parlare da questo numero inaugurando una apposita rubrica.<br />
Buona lettura,<br />
Renzo Carlucci
FOCUS<br />
In questo<br />
numero...<br />
FOCUS<br />
REPORT<br />
AR-VR<br />
Mapping onshore<br />
wind turbine<br />
generators in Italy<br />
from Sentinel-2<br />
data<br />
by Martina Aiello, Davide<br />
Airoldi, Elisabetta<br />
Garofalo<br />
6<br />
ASSOCIAZIONI<br />
GEOMATICA E<br />
Robotica<br />
AEROFOTOTECA<br />
ALTRE<br />
RUBRICHE<br />
38 MERCATO<br />
42 AGENDA<br />
12<br />
12 BIOGIS360<br />
uno strumento<br />
per il contrasto ai<br />
cambiamenti climatici<br />
e alla perdita di<br />
biodiversità<br />
di Valerio Caroselli,<br />
Francesca Pretto, Emanuela<br />
De Leo<br />
In copertina il sistema di<br />
mappatura portatile montato<br />
su piattaforma mobile in corso di<br />
sperimentazione presso<br />
l'Università degli Studi di Udine.<br />
Venti di guerra<br />
nello Spazio<br />
di Marco Lisi<br />
15<br />
geomediaonline.it<br />
4 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong><br />
<strong>GEOmedia</strong>, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica.<br />
Da oltre 25 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei<br />
processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,<br />
in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre.<br />
In questo settore <strong>GEOmedia</strong> affronta temi culturali e tecnologici<br />
per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi<br />
geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,<br />
della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e<br />
spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.
INSERZIONISTI<br />
22<br />
AR-VR – Nuovi<br />
approcci al design<br />
Asita 33<br />
Codevintec 41<br />
Epsilon 39<br />
dell’esperienza<br />
Geobusiness 25<br />
di Tiziana Primavera<br />
Geomax 38<br />
GIS3W 40<br />
Gistam 37<br />
Gter 11<br />
Intergeo 2<br />
ISPRS 21<br />
Conferenza<br />
Nazionale di<br />
Geomatica e<br />
Informazione<br />
26<br />
Planetek Italia 29<br />
Stonex 43<br />
StrumentiTopografici 44<br />
Teorema 42<br />
Geografica<br />
di Asita <strong>2022</strong><br />
la valutazione<br />
del rischio<br />
bellico:<br />
NUOVA RUBRICA<br />
34<br />
30<br />
Geomatica e<br />
Robotica: un<br />
connubio vincente<br />
verso l’automazione<br />
del rilievo<br />
di Eleonora Maset,<br />
Lorenzo Scalera<br />
ESA -In questa immagine in<br />
falsi-colori, catturata dalla<br />
missione Copernicus Sentinel-2,<br />
viene mostrata una<br />
parte del lago Nasser, uno dei<br />
laghi artificiali più grandi al<br />
mondo.<br />
Il Lago Nasser, visibile di colore<br />
nero in basso a destra, è<br />
un lago molto vasto e costituisce<br />
una grande riserva idrica<br />
collocata nel sud dell’Egitto<br />
e nel nord del Sudan. Il lago<br />
venne realizzato come effetto<br />
della costruzione della diga<br />
alta di Assuan sulle acque del<br />
Nilo, verso la fine degli anni<br />
’60. L’ambizioso progetto fu<br />
realizzato per consentire l’irrigazione<br />
a nuovi territori agricoli<br />
e per attrarre popolazione<br />
nella regione.<br />
La diga sorge a circa 200 km a<br />
nord-est dell’area qui mostrata<br />
e non è visibile nell'immagine.<br />
Essa raccoglie le acque<br />
alluvionali del Nilo, rilasciandole<br />
quando necessario allo<br />
scopo di massimizzare la loro<br />
utilità nella irrigazione del<br />
territorio, portando acqua a<br />
centinaia di migliaia di ettari<br />
di terreno a valle, ma anche<br />
nelle aree adiacenti. Inoltre,<br />
la diga contribuisce a migliorare<br />
la navigazione attraverso<br />
Assuan e genera al contempo<br />
una enorme quantità di energia<br />
idroelettrica.<br />
Crediti:<br />
ESA - Image of the week.<br />
metodologie<br />
Traduzione: Gianluca Pititto<br />
e innovazione<br />
tecnologica<br />
di Ettore Motti<br />
una pubblicazione<br />
Science & Technology Communication<br />
<strong>GEOmedia</strong>, la prima rivista italiana di geomatica.<br />
ISSN 1128-8132<br />
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Rivista fondata da Domenico Santarsiero.<br />
Numero chiuso in redazione il 10 aprile <strong>2022</strong>.
FOCUS<br />
Mapping onshore wind<br />
turbine generators in Italy<br />
from Sentinel-2 data<br />
by Martina Aiello, Davide Airoldi,<br />
Elisabetta Garofalo<br />
Prompted by public investments,<br />
sustainability issues and<br />
climate change awareness,<br />
recent years have seen rapid<br />
technological advancements<br />
for renewable energy collection<br />
and exploitation. In line with<br />
the most recent European<br />
energy policy (Energy policy:<br />
general principles, 2021)<br />
which provides to reach<br />
at least a 32% Renewable<br />
Energy Sources (RES) share of<br />
Fig. 1 - Simplified representation of the applied methodology.<br />
final energy consumption by<br />
2030, wind energy is going to<br />
play an important role in the<br />
decarbonisation process and is<br />
expected to grow everywhere<br />
in Europe, either through the<br />
repowering of existing plants<br />
and with new constructions. Italy<br />
for instance, following its 2019<br />
National Energy and Climate<br />
Plan (PNIEC 2019) should double<br />
its installed capacity by 2030,<br />
reaching about 19.3 GW by 2030<br />
with only 0.9 GW of offshore<br />
capacity.<br />
Since wind farms installation<br />
requires wide areas,<br />
a big effort in onshore<br />
spatial planning is requested,<br />
especially in those countries,<br />
like Italy, characterized by<br />
complex morphology, high<br />
anthropic exploitation and localized<br />
concentration of good<br />
wind resource.<br />
Effective and conscious spatial<br />
planning cannot be separated<br />
by an accurate and up-to-date<br />
spatial information about<br />
wind turbines generators<br />
(WTGs). WTGs technical and<br />
spatial information can allow<br />
performing geospatial analyses<br />
on installed wind capacity and<br />
wind power densities (Miller<br />
& Keith 2018), land requirement<br />
for future installations<br />
and impacts on ecosystems<br />
(Diffendorfer et al. 2015) or<br />
for planning new wind capacity,<br />
comparing future scenarios,<br />
evaluating renewable energy<br />
penetration in the electric grid<br />
(Johlas, Witherby & Doyle<br />
J.R. 2020) and leading to a<br />
wider public acceptance (Firestone<br />
et al. 2020).<br />
The importance of an accurate<br />
WTGs database is testified<br />
by the virtuous efforts carried<br />
out in many countries<br />
to develop RES atlas that,<br />
together with resources mapping,<br />
try to spatially represent<br />
the actual installed capacity.<br />
A significant example is the<br />
freely accessible and complete<br />
United States Wind Turbine<br />
Database (USWTDB) (Rand<br />
et al. 2020), which provides<br />
location and attributes of more<br />
6 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong>
FOCUS<br />
Data<br />
The application has required the<br />
use of a combination of satellite<br />
images and official thematic<br />
maps provided by national or<br />
regional agencies.<br />
A selection of 10m cloud-free<br />
Sentinel-2A and Sentinel-2B<br />
images (level 2A) has been used<br />
for WTGs mapping, as, among<br />
free satellite data, they offer<br />
a good compromise between<br />
spatial and spectral resolution.<br />
Images have been acquired in<br />
clear sky conditions and minimum<br />
atmospheric interferences<br />
on February 2020. Although<br />
any quantification in terms of<br />
performances has been computed,<br />
empirical comparisons<br />
suggest that it is advisable to<br />
use images in which the targets<br />
are surrounded by a sufficiently<br />
spectrally different land cover.<br />
Thus, winter images have been<br />
selected as they provide higher<br />
contrast between cultivated<br />
agricultural fields and wind turbine<br />
foundation areas.<br />
As the structure of wind turbines<br />
cannot be recognized<br />
from a medium spatial resoluthan<br />
60000 wind turbines in<br />
the US through an interactive<br />
WebGIS interface. Another example<br />
is The Wind Power website<br />
(www.thewindpower.net)<br />
where technical data are available<br />
for wind farms worldwide,<br />
both in operation or under<br />
construction, although in this<br />
case coordinates of the single<br />
wind turbines are not provided.<br />
No examples exist at the whole<br />
European scale, but on a national<br />
scale, an onshore WTGs<br />
database is being developed for<br />
the German Wind Energy Association<br />
without free access<br />
(https://ramboll.com/projects/<br />
re/database-with-all-onshorewind-turbines-in-germany).<br />
In Italy RES plants data are<br />
recorded by Terna (the Italian<br />
Transmission System Operator<br />
- TSO) and GSE (Gestore dei<br />
Servizi Energetici). In particular<br />
GSE publishes the WebGIS<br />
Atlaimpianti (https://atla.gse.<br />
it/atlaimpianti/project/Atlaimpianti_Internet.html)<br />
which<br />
at the moment represents the<br />
most complete source of georeferenced<br />
data regarding the<br />
Italian RES. Alike the examples<br />
reported above, Atlaimpianti<br />
webGIS shows the central<br />
coordinates of the existing<br />
power plants and gives the possibility<br />
to the user to download<br />
some information (mainly the<br />
plant capacity and the municipality<br />
of installation) but<br />
does not provide the number<br />
and the position of the wind<br />
turbines composing the plant.<br />
Although its rich and nationalwide<br />
information, Atlaimpianti<br />
does not thus suffice the need<br />
for precise depiction of the<br />
WTG localization, which, as<br />
above recall, is of great importance<br />
for sustainable spatial<br />
planning.<br />
With this in mind, we explored<br />
the possibility to rapidly and<br />
cost-effectively obtain the position<br />
of the existing Italian<br />
WTGs, by using freely accessible<br />
medium-resolution satellite<br />
images.<br />
Over the last years, Earth Observation<br />
(EO) satellites performances<br />
in terms of spatial,<br />
spectral and temporal resolutions<br />
have been progressively<br />
improved, enabling them to<br />
effectively operate as reconnaissance<br />
and monitoring instruments<br />
for a variety of applications.<br />
However, mostly due to the<br />
relatively small dimensions of<br />
WTGs in relation to the image<br />
spatial resolution and the<br />
highly variable morphology<br />
and land cover of the installation<br />
sites, has limited this<br />
type of applications to the<br />
use of high/very high resolution<br />
satellite or aerial images,<br />
mainly processed with machine<br />
learning algorithms for the<br />
automatic identification of<br />
objects in series on the Earth’s<br />
surface (Lee, Goodwin & Biddle<br />
2018). Whilst reliability<br />
and accuracy of these applications<br />
is out of discussion, costs<br />
and working hours can be<br />
quite high and would not possibly<br />
meet the resources availability<br />
of many stakeholders.<br />
The methodology presented in<br />
this work is instead based on<br />
medium resolution Sentinel-2<br />
images. The methodology was<br />
first tested within a feasibility<br />
study on one region and then<br />
extended to the whole Italian<br />
territory. The proposed approach<br />
assumes that the main<br />
wind plants features such as<br />
place of installation, total<br />
capacity, number or size of<br />
wind turbines are known. For<br />
this work, technical data were<br />
mainly provided by ANEV, the<br />
Italian Wind Energy Association.<br />
The feasibility study for wind<br />
turbines mapping on Sentinel-2<br />
images<br />
Study area<br />
The experimental region chosen<br />
for the feasibility study is<br />
Sardinia, where WTGs census<br />
was complete and updated<br />
(December 2019) and could,<br />
thus, be used for calibration<br />
and validation of the methodology.<br />
The data set accounts for<br />
47 power plants with a total<br />
number of 715 WTGs. Each<br />
wind turbine is provided with<br />
coordinates, manually identified<br />
during previous research,<br />
and technical attributes related<br />
to power, dimensions, type of<br />
turbine, constructor and year of<br />
construction.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong> 7
FOCUS<br />
identification. SVM algorithm<br />
is particularly appealing in remote<br />
sensing applications due<br />
to its ability to generalize well<br />
even with limited training samples,<br />
whose acquisition is often<br />
a critical and time-expensive<br />
phase of the supervised classification<br />
methods (Mountrakis,<br />
Jungho & Ogole 2011). In<br />
particular, SVM is a supervised<br />
non-parametric statistical learning<br />
technique, which, differently<br />
from other classification<br />
algorithms, makes no assumption<br />
on the underlying data<br />
distribution, and is thus characterized<br />
by high self–adaptability<br />
(Chi, Feng & Bruzzone 2008),<br />
often providing good results for<br />
spectrally complex images and<br />
higher classification accuracies<br />
than traditional methods (Mantero,<br />
Moser & Serpico 2005).<br />
A multiclass SVM classifier has<br />
been used in this work to classify<br />
the study area in foundation<br />
areas, roads (mainly unpaved)<br />
and vegetated or not vegetated<br />
non-urban surfaces from the<br />
training samples (nearly 10%<br />
of the whole WTGs positions<br />
dataset). Since no established<br />
heuristics exist for SVM pation<br />
image, their positions<br />
are uniquely identified by the<br />
foundation area, which usually<br />
occupies an area comprised<br />
between around 1 and 5 pixels.<br />
Some foundation areas are very<br />
small and are characterized<br />
by a high spectral similarity<br />
with other land use/land cover<br />
features (e.g. bright roofs, unpaved<br />
roads and bare rocks).<br />
To reduce the risk of false positive<br />
detection, we limited image<br />
processing to areas where<br />
wind turbines are likely to be<br />
installed. This can be obtained<br />
by masking all the technically<br />
unsuitable areas (e.g wetlands,<br />
water bodies, urban surfaces<br />
and scattered buildings and<br />
landslide risk areas) but also areas<br />
subjected to environmental<br />
constraints. Technical unsuitable<br />
areas have been retrieved<br />
from Corine Land Cover map<br />
(2018), ISTAT inhabited centers<br />
maps (2011) and Regional<br />
Technical Charts (CTR). As<br />
environmental constraint we<br />
considered only the altitude<br />
threshold set by Italian law to<br />
protect mountain areas (law n.<br />
431, 8th august 1985, known<br />
as Galasso Law), which, while<br />
not completely forbidding the<br />
possibility of building wind<br />
farms, makes the authorization<br />
very unlikely.<br />
Methods<br />
Within the feasibility study, a<br />
semi-automatic supervised classification<br />
approach has been<br />
applied on Sentinel-2 images,<br />
after standard pre-processing.<br />
Image processing has been performed<br />
with the ENVI software<br />
version 5.5.3 (Exelis Visual<br />
Information Solutions, Boulder,<br />
Colorado).<br />
The whole methodology can be<br />
roughly divided in two phases:<br />
i) wind turbine detection<br />
through satellite images processing,<br />
and ii) spatial analysis,<br />
completed by a visual analysis,<br />
to remove false positives and finally<br />
confirm WTGs positions.<br />
A Support Vector Machine<br />
(SVM) (Hsu, Chan & Ling<br />
2003) automatic learning algorithm<br />
has been used as the supervised<br />
classification method.<br />
Although SVM has been widely<br />
used in remote sensing applications,<br />
no previous experience<br />
has been retrieved in literature<br />
about applying it to WTGs<br />
Fig. 2 - a) actual positions (black points) of the wind turbines of a wind field and b) detection results in an example location of the<br />
study area (Villaurbana – OR).<br />
8 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong>
FOCUS<br />
rameters selection (Chi, Feng<br />
& Bruzzone 2008), their values<br />
have been set through a trial<br />
and error approach.<br />
Objects classified as WTGs<br />
have been then processed<br />
through a GIS spatial analysis.<br />
Only polygons having an area<br />
smaller than 4000 m2, considered<br />
as a maximum extension<br />
representative of WTGs foundation<br />
areas, have been retained<br />
for further processing. Due to<br />
the high spectral similarity of<br />
the foundation areas with other<br />
land cover elements, only a portion<br />
of the polygons derived<br />
from classification is actually<br />
representative of WTGs positions,<br />
despite they are dimensionally<br />
filtered out.<br />
Under the hypothesis that wind<br />
field coordinates are available<br />
(e.g. wind turbine centroid or<br />
connection cabin), through a<br />
probabilistic approach polygons<br />
nearer to the centroid can be<br />
retained more representative<br />
of WTGs respect to more distant<br />
polygons, thus reducing<br />
the number of polygons to be<br />
subjected to manual check. The<br />
research area could be further<br />
limited within a buffer centered<br />
on the centroid and having radius<br />
varying with the declared<br />
plant nominal power. Otherwise<br />
WTGs research should be<br />
manually performed by scanning<br />
all polygons belonging<br />
to the municipality where the<br />
wind field is installed.<br />
The whole applied methodology<br />
is summarized in DIDA:<br />
Fig. 1.<br />
Main outcomes<br />
The applied methodology over<br />
the case study area has shown<br />
positive results, with a probability<br />
of detection on the validation<br />
sample of 86%. a shows a<br />
detail of the actual position of<br />
the wind turbines for the Villaurbana<br />
(OR) wind field, while<br />
Fig. 3 - National distribution of database WTGs.<br />
b shows a detail of detection<br />
results.<br />
Missed detections (14% probability)<br />
mainly include wind<br />
turbines located in masked and<br />
cloud shaded areas. Despite the<br />
above described spatial analysis,<br />
the methodology produces a<br />
considerable number of false<br />
positives, which should be removed<br />
by the operator’s manual<br />
intervention by comparison<br />
with high resolution images.<br />
This phase is not particularly<br />
demanding as false detections<br />
are mainly clustered and located<br />
in areas with a prevalence of<br />
uncultivated agricultural areas,<br />
exposed bare rocks, unpaved<br />
roads or small bright roofs.<br />
Extension of the methodology<br />
to the national territory<br />
Given the positive results provided<br />
by the feasibility study,<br />
the proposed approach based<br />
on satellite image processing<br />
has been applied for regions<br />
with a relevant development in<br />
wind power plants (Abruzzo,<br />
Basilicata, Calabria, Campania,<br />
Molise, Apulia, Sardinia and<br />
Sicily), using the most recent<br />
winter/early spring Sentinel-2<br />
images. As the wind field locations<br />
(centroid coordinates)<br />
were not available for the whole<br />
national territory, the spatial<br />
analysis phase only included the<br />
dimensional filtering of polygons<br />
(< 4000 m 2), neglecting the<br />
probabilistic selection based on<br />
distances.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong> 9
FOCUS<br />
Fig. 4 - Regional distribution of database WTGs.<br />
For the remaining regions,<br />
those with a very scarce development<br />
in wind power plants<br />
(i.e. most of Northern and<br />
Central Italy), WTGs have<br />
been manually retrieved from<br />
Google or Bing high spatial<br />
resolution images knowing the<br />
installation municipality of<br />
wind power plants and the occasional<br />
support of OSM.<br />
Currently, the wind turbine<br />
dataset contains 8638 positions<br />
confirmed or newly identified<br />
through the satellite-based approach.<br />
All the new detected<br />
positions have been assigned<br />
technical attributes (e.g. wind<br />
turbine technical characteristics<br />
and power) derived from the<br />
wind plants data base provided<br />
by ANEV.<br />
A regional detail of wind turbines<br />
identification results<br />
is shown in DIDA: Fig. 4.<br />
Besides, more than 900 small<br />
WTGs (power < 200 kW)<br />
have been detected by chance,<br />
but a systematic effort to map<br />
small and micro wind turbines,<br />
which are generally isolated and<br />
scattered throughout the territory,<br />
went beyond the aims of<br />
this work and is left to future<br />
research.<br />
Finally, we evaluated the consistency<br />
of the obtained WTGs<br />
database by comparison with<br />
the statistical regional data yearly<br />
published by GSE (Rapporto<br />
Statistico GSE 2019). This validation<br />
has shown a difference<br />
of nearly -98,4 MW throughout<br />
the whole country, meaning<br />
that nearly 98% of the official<br />
total installed power is represented.<br />
The consistency of the<br />
results highlights the effectiveness<br />
of the proposed methodology<br />
to map wind turbines from<br />
medium resolution satellite<br />
images. Regional overestimations<br />
or underestimations could<br />
be respectively due to small<br />
WTGs, which are not included<br />
in our database, or to missed<br />
identification of dismantled or<br />
repowered wind turbines.<br />
Conclusions and<br />
possible improvements<br />
Resources availability assessment<br />
plays an important role in<br />
renewable energy management<br />
and related development scenarios<br />
for the achievement of decarbonization<br />
objectives. Together<br />
with the more traditional methodologies<br />
for the extraction and<br />
analysis of territorial data useful<br />
for RES management, images<br />
acquired by sensors installed on<br />
board EO satellites are effectively<br />
used as recognition tools and<br />
detailed thematic mapping.<br />
Justified by a lack of homogeneous<br />
geolocalized information,<br />
in this work a methodology<br />
to map onshore wind turbine<br />
positions over the national<br />
territory is described. This aim<br />
has been achieved through a<br />
semi-automatic approach based<br />
on 10m Sentinel-2 satellite images<br />
processing for regions with<br />
a consistent increase in wind<br />
turbines installation, while a<br />
manual identification method<br />
based on high resolution data for<br />
regions with a moderate increase<br />
in wind turbines installations has<br />
been applied.<br />
To the authors’ knowledge at<br />
the time of writing, this work<br />
constitutes the first attempt to<br />
update a geodatabase of all wind<br />
turbines in Italy using EO satellite<br />
products.<br />
Although the methods could<br />
surely benefit from methodological<br />
refinements which could<br />
limit false positive detections,<br />
such as taking into account<br />
wind fields installation technical<br />
requirements (e.g. terrain<br />
morphology, presence of service<br />
roads), and a completely<br />
automatic approach should be<br />
desired for consecutive updates,<br />
positive results obtained within<br />
the methodology validation<br />
phase and the comparison with<br />
GSE data confirm that medium<br />
resolution satellite images considerably<br />
facilitate wind turbines<br />
localization on wide areas even<br />
starting from few geographic information<br />
(e.g. the municipality<br />
where wind farms are installed)<br />
and help pointing out recent<br />
wind turbines repowering operations<br />
using old foundation areas<br />
for new installations.<br />
Acknowledgments<br />
This work has been financed by<br />
the Research Fund for the Italian<br />
Electrical System under the<br />
Contract Agreement between<br />
RSE S.p.A. and the Ministry of<br />
Economic Development - General<br />
Directorate for the Electricity<br />
Market, Renewable Energy<br />
and Energy Efficiency, Nuclear<br />
Energy in compliance with the<br />
Decree of April 16th, 2018.<br />
Disclosures<br />
The authors declare no conflict<br />
of interest.<br />
10 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong>
TELERILEVAMENTO<br />
FOCUS<br />
REFERENCES<br />
Atlaimpianti, https://atla.gse.it/atlaimpianti/project/Atlaimpianti_Internet.html<br />
(retrieved on 22nd December 2021)<br />
Chi, M., Feng, R. & Bruzzone, L. (2008) “Classification<br />
of hyperspectral remote-sensing data with primal SVM for<br />
small-sized training dataset problem.” Adv Space Res, 41 (11),<br />
1793–1799.<br />
Diffendorfer, J.E., Kramer, L.A., Ancona Z. H. & Garrity, C.P.<br />
(2015) “Onshore industrial wind turbine locations for the United<br />
States up to March 2014.” Scientific data, 2(1), 1-8.<br />
Energia da Fonti Rinnovabili in Italia, settori Elettrico, Termico<br />
e Trasporti. Rapporto Statistico 2019. Gestore dei Servizi Energetici<br />
(GSE).<br />
Energy policy: general principles, https://www.europarl.europa.<br />
eu/factsheets/en/sheet/68/energy-policy-general-principles (retrieved<br />
on 22nd December 2021)<br />
Firestone, J., Hoen, B., Rand, J., Elliott, D., Hübner, G. &<br />
Pohl, J. (2018) “Reconsidering barriers to wind power projects:<br />
community engagement, developer transparency and place.” J<br />
environ pol plan, 20(3), 370-386.<br />
Germany Windenergy Association, https://ramboll.com/<br />
projects/re/database-with-all-onshore-wind-turbines-in-germany<br />
(retrieved on 22nd December 2021)<br />
Hsu, C.W., Chang, C.C. & Lin, C.J. (2003) A practical guide to<br />
support vector classification. Department of Computer Science<br />
National Taiwan University.<br />
Johlas, H., Witherby, S. & Doyle, J.R. (2020) “Storage requirements<br />
for high grid penetration of wind and solar power for the<br />
MISO region of North America: a case study.” Renewable Energy,<br />
146, 1315-1324.<br />
Lee, L., Goodwin, V. & Biddle, J. (2018) “Wind Turbine Visual<br />
Classification from Overhead Images.” Proc. IGARSS 2018-<br />
IEEE International Geoscience and Remote Sensing Symposium<br />
(2463-2466).<br />
Mantero, P., Moser, G. & Serpico, S.B. (2005) “Partially supervised<br />
classification of remote sensing images through SVM-based<br />
probability density estimation,” IEEE Transactions on Geoscience<br />
and Remote Sensing, 43(3), 559-570.<br />
Miller, M.L. & Keith, D.W. (2018) “Observation-based solar<br />
and wind power capacity factors and power densities.” Environ<br />
Res Lett, 13(10).<br />
Mountrakis, G., Jungho, I. & Ogole, C. (2011) “Support vector<br />
machines in remote sensing: A review.” ISPRS J. Photogramm<br />
Remote Sens, 66, 247–259.<br />
Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, https://www.<br />
mise.gov.it/images/stories/documenti/PNIEC_finale_17012020.<br />
pdf (retrieved on 22nd December 2021)<br />
Rand, J.T., Kramer, L.A., Garrity, C.P., Hoen, B.D., Diffendorfer,<br />
J.E., Hunt, H.E., & Spears, M. (2020) “A continuously<br />
updated, geospatially rectified database of utility-scale wind turbines<br />
in the United States.” Scientific data, 7(1), 1-12.<br />
The Wind Power website, www.thewindpower.net (retrieved on<br />
22nd December 2021)<br />
KEYWORDS<br />
Wind turbines mapping; optical remote sensing; image classification;<br />
renewable energy resources<br />
ABSTRACT<br />
Resources availability assessment is essential for renewable energy<br />
planning and related development scenarios for the achievement<br />
of decarbonisation objectives. As national information about<br />
wind farm projects often lack a geographic connotation, the definition<br />
of a rapid and extensive approach for mapping installed<br />
wind turbines is a priority. The currently available free medium<br />
resolution satellite data considerably facilitate WTGs localization<br />
and represent a valid instrument to retrieve input data to models<br />
and applications for renewable energy sources spatial planning.<br />
AUTHORS<br />
Martina Aiello,<br />
martina.aiello@rse-web.it<br />
Davide Airoldi<br />
davide.airoldi@rse-web.it<br />
Elisabetta Garofalo<br />
elisabetta.garofalo@rse-web.it<br />
Ricerca sul Sistema Energetico RSE S.p.A., via Rubattino 54,<br />
Milan, Italy, 20134<br />
MONITORAGGIO 3D<br />
GIS E WEBGIS<br />
www.gter.it info@gter.it<br />
GNSS<br />
FORMAZIONE<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong> 11<br />
RICERCA E INNOVAZIONE
REPORT<br />
BIOGIS360 uno strumento per il<br />
contrasto ai cambiamenti climatici<br />
e alla perdita di biodiversità<br />
di Valerio Caroselli, Francesca Pretto, Emanuela De Leo<br />
La biodiversità, ovvero la<br />
varietà di tutti gli ecosistemi<br />
e le specie naturali, si sta<br />
perdendo a un ritmo di crescita<br />
senza precedenti. Secondo il<br />
recente rapporto Living Planet<br />
del World Wildlife Fund, le<br />
popolazioni di mammiferi,<br />
uccelli, pesci, rettili e anfibi sono<br />
diminuite in media del 60 per<br />
cento in poco più di 40 anni. Gli<br />
scienziati Gerardo Ceballos,<br />
Paul R. Ehrlich e Rodolfo Dirzo<br />
hanno soprannominato questo<br />
declino e l'imminente ondata di<br />
estinzioni un "annientamento<br />
biologico".<br />
Cambiamenti climatici e<br />
perdita di biodiversità<br />
sono due delle sfide<br />
più importanti che l’umanità si<br />
troverà a fronteggiare nei prossimi<br />
decenni. Tra gli obiettivi<br />
approvati dalle Nazioni Unite<br />
per uno sviluppo sostenibile<br />
(Sustainable Development Goals<br />
SDGs, https://sdgs.un.org/<br />
goals) sono inclusi quelli relativi<br />
all' adozione di misure urgenti<br />
per:<br />
• combattere i cambiamenti climatici<br />
e le loro conseguenze,<br />
• conservare/utilizzare in modo<br />
sostenibile le risorse marine,<br />
• proteggere/promuovere l’uso<br />
sostenibile degli ecosistemi<br />
terresti arrestando il degrado<br />
dei suoli e la perdita di biodiversità.<br />
È ormai evidente che le attività<br />
umane legate all’utilizzo dei<br />
combustibili fossili stanno causando<br />
un rapido aumento della<br />
concentrazione nell’atmosfera<br />
di gas serra, la cui caratteristica<br />
principale è quella di interagire<br />
e assorbire la radiazione solare<br />
provocando surriscaldamento<br />
terrestre. Anche la deforestazione<br />
e il degrado forestale, specie<br />
nelle aree tropicali, sono considerati<br />
concause del rilascio di<br />
anidrite carbonica, il gas serra<br />
per antonomasia.<br />
La comunità scientifica è concorde<br />
sul fatto che i cambiamenti<br />
climatici modificheranno<br />
profondamente la biodiversità<br />
sul nostro Pianeta con molte<br />
specie animali e vegetali minacciate<br />
di estinzione entro il<br />
prossimo secolo. D’altra parte<br />
la perdita di biodiversità amplifica<br />
gli effetti dei cambiamenti<br />
climatici essendo i due processi<br />
intimamente collegati.<br />
Fonti di energia rinnovabile:<br />
un'arma per contrastare i<br />
cambiamenti climatici<br />
L’incremento nell’utilizzo di<br />
fonti di energia rinnovabile,<br />
come quella solare ed eolica,<br />
rappresenta di certo uno dei<br />
principali mezzi per contrastare<br />
i cambiamenti climatici.<br />
La velocità con cui negli ultimi<br />
12 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong>
REPORT<br />
decenni gli impianti di energia<br />
rinnovabile, in special modo eolici<br />
e solari, si stanno diffondendo<br />
ha reso evidente la necessità<br />
di una pianificazione territoriale<br />
strategica a livello nazionale o<br />
addirittura regionale transfrontaliera.<br />
Questa pianificazione<br />
ovviamente deve considerare<br />
anche gli aspetti legati alla biodiversità<br />
e i potenziali conflitti<br />
che si possono generare tra l’installazione<br />
di questi impianti e<br />
gli obiettivi di conservazione di<br />
habitat e specie a rischio (Bennun<br />
et al., 2021)<br />
E’ necessario quindi fornire<br />
ai decision-makers strumenti<br />
che consentano di valutare il<br />
potenziale impatto e la potenziale<br />
perdita di biodiversità e<br />
servizi ecosistemici che ne deriva.<br />
In questo contesto si inserisce la<br />
nostra proposta BIOGIS360.<br />
Che cos'è BioGis360 e il<br />
suo utilizzo nel processo<br />
decisionale<br />
BioGIS 360 è uno strumento<br />
per il monitoraggio della<br />
biodiversità sviluppato da<br />
IPTSAT che offre ricerca di<br />
dati “one-stop shop” per coloro<br />
che cercano informazioni autorevoli<br />
sulla biodiversità a livello<br />
globale o nazionale. BioGIS<br />
360 vuole fornire un supporto<br />
per includere valutazioni su<br />
specie (animali e vegetali) ed<br />
habitat protetti ed aree tutelate<br />
e possibili impatti ambientali<br />
nei processi decisionali che portano<br />
alla progettazione di opere<br />
sul territorio con particolare<br />
riferimento a quelle legate agli<br />
impianti di energia rinnovabile<br />
eolica e solare.<br />
Il progetto BIOGIS 360 punta<br />
a creare un sistema di sostegno<br />
alle decisioni di tipo GDSS<br />
(Geographic Decision Support<br />
System) in grado di fornire<br />
supporto a tutti coloro, responsabili<br />
politici e pianificatori territoriali,<br />
che devono effettuare<br />
analisi complesse sul territorio<br />
e prendere decisioni strategiche<br />
con riferimento particolare alla<br />
componente biodiversità.<br />
Nello specifico il sistema è<br />
stato sviluppato per valutare<br />
l’impatto degli impianti di produzione<br />
elettrica eolici e solari<br />
sul territorio che li dovrebbe<br />
ospitare in modo da ridurre gli<br />
effetti negativi sulla biodiversità<br />
(perdita/frammentazione degli<br />
habitat, posizionamento degli<br />
impianti lungo le traiettorie di<br />
migrazione o in prossimità dei<br />
siti di nidificazione di uccelli e<br />
altre specie di interesse come i<br />
pipistrelli).<br />
In poco tempo e in modo versatile<br />
le informazioni, provenienti<br />
da una rilevante quantità di<br />
fonti, vengono estratte e mostrate<br />
per fornire quadri informativi<br />
territoriali sotto forma di<br />
report, mappe tematiche, presentazioni<br />
supportate da GIS.<br />
Suoi aspetti essenziali sono:<br />
• facilità di utilizzo<br />
• ambiente interattivo<br />
• possibilità di fornire supporto<br />
al processo decisionale<br />
BioGis360 e fonti di dati<br />
Uno dei principali scogli nella<br />
creazione di BIOGIS 360 è stata<br />
la difficoltà di accedere a dataset<br />
affidabili con ampia copertura<br />
e nella loro standardizzazione.<br />
Questa difficoltà iniziale<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong> 13
REPORT<br />
si è poi trasformata in un punto<br />
di forza rendendo BIOGIS 360<br />
una piattaforma unica in grado<br />
riunire tutte le principali fonti<br />
ufficiali. Il sistema è ulteriormente<br />
arricchito dalla copertura<br />
satellitare aggiornata fino a due<br />
volte a settimana.<br />
Una panoramica delle fonti utilizzate<br />
si può visualizzare nella<br />
tabella a pagina successiva.<br />
Come si vede i dataset spaziano<br />
da mappe della copertura<br />
di uso del suolo, dataset sulla<br />
distribuzione di specie, habitat<br />
e biotopi, ubicazione delle aree<br />
protette ad altri dati ambientali<br />
che si riferiscono direttamente<br />
alle principali minacce alla biodiversità.<br />
Ogni dataset ha un<br />
metadato correlato ed è possibile<br />
scaricare anche il dato grezzo.<br />
Un grosso lavoro di standardizzazione<br />
del formato, della struttura<br />
e della risoluzione si è reso<br />
necessario per l’integrazione di<br />
ogni fonte nel sistema.<br />
BioGis360 e il Sensitivity<br />
Mapping<br />
Le caratteristiche di BIO-<br />
GIS360 rendono tra l’altro<br />
possibile il processo di “SENSI-<br />
TIVITY MAPPING” ovvero la<br />
produzione di mappe di sensibilità<br />
delle specie/habitat di interesse<br />
ai fini della conservazione<br />
della biodiversità in funzione<br />
della ipotetica presenza di impianti<br />
di produzione di energia<br />
solare/eolica.<br />
Queste mappe sono considerate<br />
strumento essenziale per<br />
l'identificazione di aree dove lo<br />
sviluppo di nuovi impianti di<br />
energia rinnovabile potrebbe<br />
impattare maggiormente le comunità<br />
animali e vegetali presenti<br />
(European Commission,<br />
2020). Le sensitivity maps definiscono<br />
quindi in modo<br />
chiaro e diretto in quali siti<br />
evitare la progettazione di nuove<br />
wind&solar farm mostrandosi<br />
quindi particolarmente utili<br />
nelle fasi preliminari di analisi<br />
e pianificazione territoriale. Infatti,<br />
tali strumenti e la grande<br />
flessibilità di scelta dei siti di<br />
ubicazione degli impianti che le<br />
energie eolica e solare offrono,<br />
essendo fonti di energia diffusa,<br />
diventano chiavi di lettura<br />
importanti nella scelta di aree a<br />
minor valenza naturalistica. Tale<br />
flessibilità di scelta ovviamente<br />
decade in ambito di impianti<br />
di energia geotermica perché<br />
dipendenti dalle caratteristiche<br />
intrinseche del territorio.<br />
Una volta che una o più località<br />
sono state identificate come<br />
potenzialmente idonee per lo<br />
sviluppo di impianti di energia<br />
rinnovabile, l’utilizzo di BIO-<br />
GIS360 e la produzione di “sensitivity<br />
maps” possono contribuire<br />
in maniera incisiva alla suitability<br />
analysis e quindi alla<br />
selezione di un luogo migliore<br />
di un altro sfruttando la chiave<br />
14 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong>
REPORT<br />
geospaziale. Tutto questo si riflette<br />
anche in vantaggi di tipo<br />
economico e temporale nella<br />
realizzazione di un progetto<br />
perché, fattore non trascurabile,<br />
l'approccio analitico-spaziale<br />
permette di velocizzare i tempi<br />
di analisi e quindi pianificazione<br />
e approvazione progettuali.<br />
La versatilità di BioGis360<br />
In sintesi alcune delle principali<br />
domande a cui BIOGIS360 risponde<br />
riguardano:<br />
• Presenza e localizzazione di<br />
specie/habitat di interesse conservazionistico<br />
• Livello di vulnerabilità e grado<br />
di importanza della specie/<br />
habitat<br />
• Stato di conservazione e principali<br />
minacce alla conservazione<br />
di specie/habitat<br />
• Eventuali servizi ecosistemici<br />
forniti da specie/habitat<br />
• Presenza e localizzazione di<br />
aree già soggette a protezione<br />
• Presenza e localizzazione di<br />
siti di riproduzione/nidificazione/alimentazione<br />
con particolare<br />
riferimento alle rotte<br />
migratorie<br />
• Possibile valore culturale e/o<br />
turistico associato alle caratteristiche<br />
naturali dell’area.<br />
BioGis360 e gli indici Solar &<br />
Wind Potential Areas<br />
IPTSAT, con il supporto dell’Università<br />
di Roma, ha anche<br />
sviluppato per BIOGIS360 due<br />
indici territoriali denominati:<br />
1) SOLAR POTENTIAL<br />
AREA INDEX (SPI)<br />
2) WIND POTENTIAL AREA<br />
INDEX (WPI)<br />
Essi rappresentano le aree<br />
potenzialmente adatte allo sviluppo<br />
di impianti di energia<br />
rinnovabile ovvero laddove ci<br />
sono meno vincoli dal punto di<br />
vista naturalistico e condizioni<br />
favorevoli per la messa a terra di<br />
sistemi solari ed eolico ovvero<br />
aree ad elevata radiazione solare<br />
(informazione tratta da GLO-<br />
BAL SOLAR ATLAS, https://<br />
globalsolaratlas.info/map) ed<br />
aree con maggior presenza di<br />
venti ad elevate velocità (informazione<br />
tratta da WIND<br />
GLOBAL ATLAS, https://glo-<br />
SITOGRAFIA<br />
- Bennun, L., van Bochove, J., Ng, C.,<br />
Fletcher, C., Wilson, D., Phair, N.,<br />
Carbone, G. (2021). Mitigating<br />
biodiversity impacts associated with<br />
solar and wind energy development.<br />
Guidelines for project developers.<br />
Gland, Switzerland: IUCN and Cambridge,<br />
UK: The Biodiversity Consultancy.<br />
- European Commission (2020) The<br />
Wildlife Sensitivity Mapping Manual:<br />
Practical guidance for renewable<br />
energy planning in the European Union<br />
. Available to download at https://<br />
op.europa.eu/en/publication-detail/-/<br />
publication/a3f185b8-0c30-11ebbc07-01aa75ed71a1/language-en<br />
PAROLE CHIAVE<br />
GIS; biodiversità; BIOGIS360; dati;<br />
cambiamento climatico<br />
ABSTRACT<br />
Biodiversity - the diversity of all ecosystems<br />
and natural species - is being<br />
lost at an unprecedented rate<br />
of growth. According to the World<br />
Wildlife Fund's recent Living Planet<br />
report, populations of mammals,<br />
birds, fish, reptiles and amphibians<br />
have declined by an average of 60 percent<br />
in just over 40 years. Scientists<br />
Gerardo Ceballos, Paul R. Ehrlich<br />
and Rodolfo Dirzo have dubbed this<br />
decline and the impending wave of<br />
extinctions a “biological annihilation.<br />
AUTORE<br />
Valerio Caroselli<br />
vcaroselli@gmail.com<br />
Francesca Pretto<br />
Emanuela De Leo<br />
IPTSAT<br />
Via Sallustiana, 23<br />
00187 – Roma<br />
https://www.iptsat.com<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong> 15
REPORT<br />
Venti di guerra nello Spazio<br />
di Marco Lisi<br />
Negli ultimi anni si è più volte<br />
discusso, anche sulle pagine di<br />
questa Rivista, della dipendenza della<br />
nostra società dai sistemi spaziali e<br />
degli attacchi, più o meno evidenti,<br />
operati contro di essi in varie forme.<br />
Particolarmente preoccupanti, per chi<br />
si occupa di geomatica, erano i vari e<br />
spesso ripetuti episodi di “jamming”<br />
e “spoofing” nei confronti dei segnali<br />
GNSS, soprattutto GPS, in varie aree<br />
del mondo, quali Medio Oriente,<br />
stretto di Hormuz, mar della Cina,<br />
Corea. Non meno gravi, anche se<br />
forse meno noti, i tentativi di attacchi<br />
cibernetici contro sistemi satellitari<br />
per l’osservazione della Terra e le<br />
comunicazioni.<br />
Nelle ultime settimane<br />
quelli che sembravano<br />
tuttavia rischi episodici<br />
e molto localizzati, lontani<br />
comunque dal cuore dell’Europa,<br />
sono tragicamente balzati<br />
agli onori della cronaca.<br />
La guerra in Ucraina ha dimostrato<br />
tutta l’importanza e la<br />
vulnerabilità delle infrastrutture<br />
spaziali e l’urgente necessità<br />
di provvedere alla loro difesa<br />
in un quadro più ampio, che<br />
include ovviamente tutte le infrastrutture<br />
critiche europee.<br />
Molto gravi sono anche state<br />
le conseguenze indirette della<br />
guerra, quali la decisione della<br />
Russia di interrompere la cooperazione<br />
in programmi spaziali<br />
con le nazioni occidentali,<br />
includendo la International<br />
Space Station (ISS) ed i lanci<br />
di satelliti europei con lanciatori<br />
russi.<br />
La sospensione dei lanci Soyuz<br />
dalla base di lancio europea in<br />
Guiana francese, con il ritorno<br />
in patria degli ingegneri e<br />
tecnici russi che supportavano<br />
tali lanci, potrebbe avere serie<br />
conseguenze sul programma<br />
spaziale europeo, ad esempio<br />
ritardando il lancio dei due satelliti<br />
Galileo, originariamente<br />
previsto a fine <strong>2022</strong>.<br />
La conclusione evidente è<br />
che i sistemi spaziali, essendo<br />
altamente integrati nelle<br />
infrastrutture critiche della<br />
nostra società, devono essere<br />
garantiti e protetti da attacchi<br />
intenzionali e non, in termini<br />
di riservatezza, disponibilità,<br />
integrità, continuità e qualità<br />
del servizio.<br />
Altrettanto evidente è che la<br />
convergenza tra difesa e spazio<br />
deve essere affrontata con senso<br />
di realismo.<br />
La percezione comunemente<br />
condivisa è che lo Spazio rischia<br />
di diventare lo scenario<br />
di una guerra futura, se non lo<br />
è già diventato (fig. 1).<br />
Sicurezza spaziale e autonomia<br />
strategica dell'UE<br />
Una buona comprensione<br />
dell'attuale piano dell'Unione<br />
Europea per raggiungere<br />
l'autonomia strategica nello<br />
spazio può essere derivata considerando<br />
i quattro pilastri del<br />
programma spaziale europeo,<br />
perseguito dalla Commissione<br />
Europea attraverso la sua<br />
"European Union Space<br />
Program Agency" (EUSPA)<br />
(fig. 2):<br />
• Galileo, sistema di posizionamento<br />
globale, navigazione<br />
e riferimento temporale.<br />
Questo sistema, oltre a costituire<br />
una spina dorsale globale<br />
per tutte le infrastrutture<br />
critiche, fornisce anche servizi<br />
16 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong>
REPORT<br />
governativi e legati alla sicurezza,<br />
come il servizio di ricerca e<br />
salvataggio (SAR) e il servizio<br />
pubblico regolamentato (PRS),<br />
un segnale crittografato resistente<br />
a jamming e spoofing.<br />
A livello regionale europeo,<br />
Galileo è integrato da EGNOS<br />
(European Geostationary<br />
Navigation Overlay Service),<br />
un sistema di potenziamento<br />
basato su satellite (SBAS) utilizzato<br />
per migliorare le prestazioni<br />
di Galileo e GPS;<br />
• Copernicus, “sistema di<br />
sistemi” integrato di osservazione<br />
della Terra, che svolgerà<br />
un ruolo importante<br />
nel monitoraggio ambientale<br />
(cambiamenti climatici, inquinamento),<br />
nella gestione delle<br />
emergenze (calamità naturali<br />
come terremoti, incendi, inondazioni,<br />
ecc.), e nella sorveglianza<br />
di frontiera/costiera.<br />
Copernicus è costituito da un<br />
insieme complesso di sistemi<br />
che raccolgono dati da più fonti:<br />
satelliti per l'osservazione<br />
della Terra e sensori “in situ”,<br />
come stazioni a terra e sensori<br />
aerei e marittimi.<br />
• GOVSATCOM, sistema<br />
europeo di telecomunicazioni<br />
satellitari per uso governativo,<br />
che fa parte della più ambiziosa<br />
“Secure Connectivity<br />
Initiative”. GOVSATCOM<br />
fornirà capacità di comunicazione<br />
garantite, sicure ed economiche<br />
a missioni, operazioni<br />
e infrastrutture critiche per la<br />
sicurezza, adottando tecnologie<br />
quantistiche per la crittografia.<br />
Il sistema GOVSATCOM<br />
presterà inoltre un'attenzione<br />
particolare alla fornitura di<br />
connettività alla sempre più<br />
strategica regione artica;<br />
• Space Situational Awareness<br />
(SSA), un sistema per la sorveglianza<br />
degli oggetti in orbita,<br />
monitorando anche l'uso pacifico<br />
dello “Spazio Esterno”,<br />
come previsto dai trattati inter-<br />
Fig. 1 - Interferenze contro i segnali GPS rilevate dal satellite Hackeye 360 in Ucraina<br />
nazionali (ONU).<br />
È evidente l'obiettivo strategico<br />
perseguito dall'UE nello<br />
sviluppo del suo programma<br />
spaziale e la conseguente necessità<br />
di rafforzare la sicurezza<br />
e la resilienza delle sue risorse<br />
spaziali e terrestri contro gli attacchi<br />
informatici e fisici.<br />
Infrastrutture spaziali: vulnerabilità<br />
e minacce<br />
La sicurezza satellitare è stata<br />
erroneamente limitata in<br />
passato alla crittografia e alle<br />
tecnologie anti-jamming. In<br />
realtà i satelliti fanno parte di<br />
sistemi ibridi, che incorporano<br />
sia componenti spaziali che<br />
terrestri; i loro segmenti di terra<br />
sono quindi esposti allo stesso<br />
tipo di trattamenti (virus,<br />
worm, cavalli di Troia, attacchi<br />
Denial-Of-Service, vulnerabilità<br />
sfruttate, ecc.) tipici dei<br />
Fig. 2 - Il programma spaziale dell'Unione Europea.<br />
sistemi informativi terrestri.<br />
Le vulnerabilità dei sistemi<br />
spaziali possono essere sfruttate<br />
concentrando gli attacchi su<br />
uno qualsiasi dei tre segmenti<br />
che compongono la capacità<br />
spaziale (fig. 3):<br />
• Segmento spaziale: il satellite<br />
o la costellazione di satelliti,<br />
inclusi i carichi utili;<br />
• Segmento di terra: include<br />
tutte le strutture hardware e<br />
software che consentono di<br />
controllare e gestire con successo<br />
gli asset spaziali, dal lancio<br />
alla dismissione. Elementi<br />
tipici di un segmento di terra<br />
sono i centri di controllo (centro<br />
di controllo della missione<br />
e centri operativi dedicati) e le<br />
reti delle stazioni di terra; il<br />
• Segmento utenti: utenti<br />
aziendali e individuali, comprese<br />
le loro apparecchiature e<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong> 17
REPORT<br />
Fig. 3 - Segmenti spazio, terra e utente di un sistema satellitare.<br />
applicazioni software.<br />
Inoltre, i sistemi spaziali, come<br />
i satelliti ei loro segmenti di<br />
controllo, adottano tipicamente<br />
tecnologie sofisticate considerando<br />
gli stringenti requisiti<br />
riguardanti le comunicazioni,<br />
la protezione dalle radiazioni e<br />
la potenza di calcolo richiesta<br />
a bordo.<br />
La crescente preoccupazione<br />
dei governi e delle compagnie<br />
spaziali per il rischio di attacchi<br />
cibernetici alle loro infrastrutture<br />
terrestri ed in orbita è<br />
nota e ben supportata da prove<br />
concrete. Ma altre minacce<br />
incombono sullo Spazio e sul<br />
suo uso pacifico, come mostrato<br />
nelle Tabelle 1 e 2.<br />
Oltre agli attacchi informatici,<br />
principalmente diretti<br />
contro le infrastrutture del<br />
segmento di terra (centri di<br />
controllo, stazioni di terra,<br />
basi di lancio), sono oggi<br />
possibili numerose minacce<br />
fisiche, che vanno dalle "Armi<br />
antisatellite a energia cinetica"<br />
("Kinetic Energy Anti-Satellite<br />
Weapons") alle "Armi ad energia<br />
diretta" (“Direct-Energy<br />
Weapons”) ed ai disturbi a radiofrequenza<br />
(“RF jamming”).<br />
Un'arma cinetica anti-satellite<br />
può essere un missile lanciato<br />
da terra nello spazio fino<br />
a quando non intercetta un<br />
satellite già in orbita e lo distrugge<br />
per impatto, oppure<br />
un satellite "killer" che viene<br />
messo in orbita e rimane lì in<br />
Tab. 1 - Minacce non intenzionali ai sistemi satellitari.<br />
Tab. 2 - Minacce intenzionali ai sistemi satellitari.<br />
attesa di essere utilizzato, modificando<br />
la sua orbita.<br />
In entrambi i casi, un attacco<br />
ad "energia cinetica", basato<br />
sull'impatto fisico con un<br />
satellite "bersaglio" e la sua<br />
distruzione, è seguito anche<br />
dall'inevitabile conseguenza<br />
della produzione di "detriti",<br />
che continuano a rimanere in<br />
orbita, aumentando la già preoccupante<br />
quantità di detriti<br />
spaziali intorno alla Terra.<br />
Le armi ad energia sono solitamente<br />
dirette contro asset in<br />
orbita e possono essere realizzate<br />
come laser ad alta energia<br />
o come fasci di radiofrequenza<br />
generati a terra, in grado di<br />
“accecare” i satelliti e danneggiarne<br />
le apparecchiature<br />
elettroniche. Impulsi molto<br />
dannosi di energia a radiofrequenza<br />
possono essere generati<br />
anche dall'esplosione di<br />
18 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong>
REPORT<br />
Tab. 3 - Tecniche di mitigazione delle minacce ai sistemi spaziali.<br />
Fig. 4 - Potenziali accessi di attacchi cibernetici nel ciclo di vita di un satellite.<br />
piccole bombe nucleari nella<br />
ionosfera ("Electro-Magnetic<br />
Pulse", EMP).<br />
Per i sistemi globali di navigazione<br />
satellitare (GNSS), come<br />
il Galileo europeo, oltre alle<br />
minacce citate, bisogna ricordare<br />
gli specifici attacchi nei<br />
confronti degli utenti, nella<br />
forma di “jamming” (disturbo<br />
del segnale) e “spoofing” (generazione<br />
di un segnale falsificato).<br />
Per tutte le minacce alla sicurezza<br />
discusse finora, possono<br />
essere messe in atto adeguate<br />
strategie di mitigazione e contromisure<br />
specifiche, come<br />
sintetizzato nella Tabella 3.<br />
Per quanto riguarda i sistemi<br />
GNSS, la contromisura adottata<br />
nelle applicazioni militari<br />
e governative è quella di crittografare<br />
i codici dei segnali,<br />
rendendo impossibile la loro<br />
falsificazione. In ambito civile<br />
è da segnalare l'iniziativa della<br />
Commissione Europea che ha<br />
introdotto nel sistema Galileo<br />
l'autenticazione del segnale<br />
civile, la cosiddetta “Open<br />
Service Authentication” (OS-<br />
NMA).<br />
Un'ultima menzione merita<br />
una vulnerabilità molto spesso<br />
sottovalutata: la filiera.<br />
La complessità della filiera<br />
necessaria per realizzare i sistemi<br />
spaziali, infatti, li rende<br />
appetibili anche per gli hacker<br />
(fig. 4).<br />
La maggior parte dei sistemi<br />
satellitari richiede molti produttori/fornitori<br />
con varie specializzazioni<br />
per svilupparne<br />
tutti i componenti, che sono<br />
poi assemblati da un integratore<br />
di sistema. Questi fornitori<br />
offrono numerose opportunità<br />
ad un utente malintenzionato<br />
di accedere alla linea di produzione<br />
satellitare, iniettando<br />
software dannoso (“malware”:<br />
virus, “trojans”) o introducendo<br />
hardware malevolo ("trojan<br />
hardware"). Per queste catene<br />
di approvvigionamento e organizzazione<br />
della produzione altamente<br />
complesse, si dovrebbe<br />
presumere l’applicazione di<br />
protocolli di sicurezza rigorosi,<br />
ma questo è raramente vero,<br />
specialmente nelle industrie<br />
commerciali.<br />
Nonostante le numerose potenziali<br />
minacce descritte,<br />
per molti anni gli standard di<br />
sicurezza degli asset spaziali,<br />
soprattutto commerciali, non<br />
sono stati regolamentati da alcun<br />
ente istituzionale.<br />
Fino a poco tempo non c'erano<br />
agenzie nazionali o internazionali<br />
che limitassero<br />
l'uso dei satelliti e monitorassero<br />
il loro effettivo utilizzo,<br />
a parte l'ONU (“United<br />
Nations Office for Outer<br />
Space Activities”, UNOOSA),<br />
con il mandato specifico di<br />
preservare lo Spazio dagli usi<br />
militari, e l’”International<br />
Telecommunications Union”<br />
(ITU), che coordina principalmente<br />
le orbite dei satelliti e<br />
l'utilizzo dello spettro delle radiofrequenze<br />
al fine di evitare<br />
interferenze.<br />
La mancanza di normative di<br />
sicurezza implica che i satelliti<br />
non abbiano standard di<br />
sicurezza informatica comuni<br />
e potrebbero essere utilizzati<br />
per attacchi informatici impunemente<br />
ed anonimamente, a<br />
meno che le società commerciali<br />
e le agenzie governative<br />
non prendano provvedimenti<br />
per proteggere questi sistemi.<br />
Questa situazione sta diventando<br />
ancora più grave a causa<br />
della proliferazione di satelliti<br />
molto piccoli (da 1 a 20 chili)<br />
a basso costo che utilizzano la<br />
tecnologia COTS (commer-<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong> 19
REPORT<br />
sulla base delle valutazioni effettuate<br />
dalle autorità nazionali<br />
di accreditamento di sicurezza<br />
competenti, delle verifiche<br />
eseguite dal Dipartimento di<br />
accreditamento di sicurezza<br />
dell'EUSPA e delle raccomandazioni<br />
del suo gruppo tecnico.<br />
In conclusione, vale la pena<br />
di ricordare che il SAB sarà<br />
sempre più coinvolto nelle<br />
tematiche relative alla sicurezza<br />
dei programmi europei<br />
Copernicus e GOVSATCOM.<br />
Fig. 5 - Il centro di eccellenza dell’ESA per i servizi di sicurezza (ESEC) a<br />
Redu, in Belgio.<br />
cial-off-the-shelf). Questi micro<br />
o pico-satelliti, i cosiddetti<br />
“CubeSats”, possono essere<br />
sviluppati e messi in orbita a<br />
costi molto abbordabili (poche<br />
centinaia di migliaia di euro)<br />
e sono quindi molto appetibili<br />
per piccoli imprenditori, istituti<br />
di ricerca e accademie. Il<br />
lato negativo della medaglia è<br />
che i controlli di sicurezza e gli<br />
standard per questa classe di<br />
satelliti sono praticamente inesistenti.<br />
Il rischio allora è che<br />
possano essere hackerati da attori<br />
malintenzionati, per essere<br />
usati come armi contro asset<br />
spaziali più grandi e vitali.<br />
Limitandoci allo scenario europeo,<br />
le uniche due iniziative<br />
europee in materia di sicurezza<br />
spaziale a livello istituzionale<br />
provengono dalla “European<br />
Space Agency” (ESA) e<br />
dalla “European Union<br />
Space Programme Agency”<br />
(EUSPA).<br />
L'ESA sta creando un nuovo<br />
centro per la sicurezza informatica<br />
che proteggerà tutti i<br />
sistemi dell'Agenzia dalle interferenze<br />
esterne, estendendosi<br />
dalle infrastrutture di terra<br />
dell'ESA in tutto il mondo ai<br />
satelliti in orbita.<br />
Entrando in attività nel 2024,<br />
il nuovo Cyber-Security<br />
Operations Center (C-SOC)<br />
dell'ESA fornirà una capacità<br />
di monitoraggio e gestione informatica<br />
a livello di Agenzia,<br />
sotto la responsabilità tecnica<br />
dell'Ufficio di sicurezza dell'E-<br />
SA (fig. 5).<br />
In ambito Unione Europea, le<br />
attività di EUSPA e della “EC<br />
Space Security” sono svolte<br />
principalmente dal “Security<br />
Accreditation Board” (SAB).<br />
Il SAB è l'autorità di accreditamento<br />
di sicurezza per tutte<br />
le componenti del programma<br />
spaziale dell'UE e prende le<br />
sue decisioni in modo completamente<br />
indipendente. È<br />
composto da un rappresentante<br />
di ciascuno Stato membro,<br />
un rappresentante della<br />
Commissione e un rappresentante<br />
dell'Alto rappresentante<br />
per l'Unione per gli affari esteri<br />
e la politica di sicurezza.<br />
Il SAB garantisce che i sistemi<br />
spaziali sviluppati a livello istituzionale<br />
europeo siano conformi<br />
ai requisiti di sicurezza<br />
pertinenti e fornisce dichiarazioni<br />
di autorizzazione per le<br />
operazioni di sistemi e servizi.<br />
Le sue decisioni sono adottate<br />
PAROLE CHIAVE<br />
GNSS; sicurezza spaziele; conflitti;<br />
jamming; spoofing<br />
ABSTRACT<br />
In recent years it has been repeatedly<br />
discussed, even on the pages<br />
of this Magazine, of the dependence<br />
of our society from space<br />
systems and attacks, more or less<br />
evident, worked against them in<br />
various forms.<br />
Particularly worrying, for whom<br />
deals with geomatics, were the<br />
various and often repeated episodes<br />
of "jamming" and "spoofing"<br />
towards signals GNSS, especially<br />
GPS, in various areas of the<br />
world, such as the Middle East,<br />
Strait of Hormuz, China Sea,<br />
Korea. No less serious, though<br />
perhaps less well known, the<br />
attempts at attacks cybernetic<br />
versus satellite systems for Earth<br />
observation and the communications.<br />
AUTORE<br />
Marco Lisi<br />
ingmarcolisi@gmail.com<br />
20 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong>
REPORT<br />
XXIV TH<br />
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<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong> 21
AUGMENTED REALITY<br />
AR-VR – NUOVI<br />
APPROCCI AL DESIGN<br />
DELL’ESPERIENZA<br />
XR 2020:<br />
News & Events<br />
a cura di<br />
Tiziana Primavera<br />
Innovative Tech<br />
Evangelist - AR/VR<br />
senior expert<br />
Siamo giunti al <strong>2022</strong>, si<br />
intravedono nel mondo<br />
XR tendenze di sviluppo<br />
considerevolmente significative,<br />
destinate pertanto a svilupparsi<br />
ed evolvere nei prossimi<br />
anni, e con esse stanno prendendo<br />
forma più concreta i vari<br />
aspetti della ricerca afferente al<br />
settore, soprattutto per quanto<br />
concerne il cosiddetto Design<br />
Esperienziale.<br />
Ciò che si verifica nell’interazione<br />
con i mondi artefatti immersivi<br />
ed interattivi costituisce<br />
una novità nel campo della percezione<br />
umana e pertanto ora<br />
che il sentiero di sviluppo delle<br />
tecnologie abilitanti sembra essersi<br />
stabilizzato e sulla via del<br />
perfezionamento, l’attenzione<br />
della ricerca si rivolge anche<br />
allo studio dei comportamenti<br />
umani nel processo interattivo<br />
con i nuovi ecosistemi.<br />
Le esperienze indotte digitali e<br />
tridimensionali, in scala naturale,<br />
sollecitano di fatto aspetti<br />
sensoriali e comportamenti<br />
istintuali innati per poter definire<br />
l’engagement con i fruitori<br />
delle applicazioni progettate, al<br />
fine di alimentarne la gradevolezza<br />
e tempi di permanenza.<br />
Sino ad oggi la progettazione di<br />
interfacce per siti web di natura<br />
spaziale, attuano la sollecitazione<br />
di istinti primordiali.<br />
L’attenzione ai colori, alla regia<br />
della luce e soprattutto al movimento,<br />
sollecitano la nostra<br />
capacità di comprensione dello<br />
spazio, innata nell’essere umano<br />
per l’approvvigionamento<br />
di cacciagione o per la pronta<br />
difesa in caso di attacco subito.<br />
Numerosi gli espedienti che garantiscono<br />
questo genere di stimolo<br />
visuale-percettivo, effetti<br />
sorpresa come i portali, regia<br />
delle fonti luminose, sound design,<br />
elementi vibranti nell’area<br />
visuale periferica etc.<br />
Il dato esperienziale in precedenza<br />
percepito nella realtà costituisce<br />
il riferimento, l’ancora<br />
cognitiva per comprendere gli<br />
aspetti del nuovo spazio.<br />
In queste tecnologie, il sistema<br />
di tracciamento del capo<br />
(head tracking), che rileva la<br />
direzione e i movimenti della<br />
nostra testa è necessario per determinare<br />
la nostra posizione in<br />
rapporto all’ambiente virtuale<br />
e di conseguenza quale scena<br />
mostrarci tramite i display, ed<br />
in questo senso potrebbe essere<br />
paragonato al nostro sistema<br />
vestibolare, che è responsabile<br />
di trasmettere al cervello le<br />
informazioni relative al movimento<br />
e all’orientamento della<br />
testa nello spazio,<br />
22 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong>
AUGMENTED REALITY<br />
Pertanto, l’interezza dei nostri<br />
sensi, lo stesso nostro sistema<br />
vestibolare, costituente nella<br />
realtà il sistema sensoriale che<br />
fornisce il contributo principale<br />
al senso di equilibrio<br />
e all'orientamento spaziale<br />
allo scopo di coordinare il<br />
movimento con l'equilibrio,<br />
collaborano attivamente per<br />
fornirci le nuove coordinate<br />
per l’azione nelle tecnologie di<br />
natura immersiva/interattiva<br />
come la VR o prevalentemente<br />
interattiva, come la AR.<br />
Risiede nella modalità percettiva,<br />
la qualità dell'esperienza<br />
finale, definibile come spatial<br />
experience.<br />
Essa si articola in uno spazio<br />
sintetico, ma percepito come<br />
estensione del reale, o piuttosto<br />
una sua possibile nuova<br />
declinazione, per quanto immaginifica<br />
e pertanto il coinvolgimento<br />
è comunque completo,<br />
sono sollecitati aspetti<br />
sia biologici che psicologici.<br />
Pertanto, alla luce della complessità’<br />
o, della nuova prospettiva<br />
di declinazione dei<br />
comportamenti, nel delineare<br />
il design di una efficace user<br />
experience, occorre ampliare<br />
il punto di vista in riferimento<br />
ai nuovi contesti d’uso e<br />
ad una più profonda empatia<br />
con le persone.<br />
Chiaramente il dato visuale<br />
e la sensazione indotta costituiscono<br />
da decenni le pietre<br />
miliari di riferimento afferenti<br />
al design dell'esperienza<br />
utente (UX) e nell'Interaction<br />
Design (IxD) per i sistemi<br />
software, siti web e le varie<br />
applicazioni.<br />
Ma il parametro realmente<br />
innovativo quando ci si rivolge<br />
all’ecosistema di Mixed<br />
Reality, secondo l’accezione<br />
di Milgram, i fruitori di ogni<br />
applicazione divengono non<br />
più meri utenti passivi bensì<br />
fruitori attivi, interagenti con i<br />
tools forniti dall’esperienza.<br />
Probabilmente la dicitura di<br />
creazione di Storytelling, non<br />
è più esattamente calzante, in<br />
quanto il designer offre momenti<br />
di esperienze di vita e<br />
non un mero racconto: Insomma,<br />
partecipiamo. E quando<br />
si partecipa, fuori o dentro un<br />
mondo digitale, si vive.<br />
Ed allo scopo, per garantire<br />
la fluidità di momenti di vita,<br />
l’attenzione e la cura devono<br />
concentrarsi sull’evitare qualsiasi<br />
incoerenza percettiva, fra<br />
quanto si sperimenta nel mondo<br />
sintetico e quanto accade al<br />
nostro corpo realmente.<br />
Si specifica che la chinetosi è<br />
provocata dall’esposizione a<br />
moti (fisici o visivi) reali o apparenti,<br />
mentre la VR sickness<br />
rientra nella categoria delle<br />
Simulator sickness, perché è<br />
determinata dai difetti e dai limiti<br />
di simulazione della realtà<br />
virtuale. (sickness).<br />
Sono diversi i parametri di<br />
fruizione da contemplare, se<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong> 23
AUGMENTED REALITY<br />
ne citano solo alcuni a titolo di<br />
esempio quali la Place Illusion<br />
(PI), ovvero “la forte illusione<br />
di trovarsi in uno spazio nonostante<br />
la consapevolezza di<br />
non trovarsi lì», che si riferisce<br />
al “livello di realismo psicologico<br />
che un soggetto esperisce<br />
dall’interazione con il mondo<br />
virtuale, nel rapporto istantaneo<br />
con l’ambiente e nella<br />
coerenza della sua evoluzione<br />
rispetto alle aspettative ed alle<br />
previsioni “e la la Plausibility<br />
Illusion (PSI), letteralmente<br />
“illusione di plausibilità”, ovvero<br />
l’illusione che lo scenario<br />
rappresentato dal visore VR si<br />
stia effettivamente verificando,<br />
inducendo pertanto reazioni<br />
coerenti ad esso.<br />
L'obiettivo finale è il design di<br />
esperienze realmente convincenti<br />
ed appaganti, oltre che<br />
stimolanti e non banali, ma<br />
ciò necessita sicuramente di<br />
competenze interdisciplinari,<br />
incrociando in una sintesi dialettica<br />
discipline artistiche e<br />
scientifiche.<br />
Per poter persuadere la mente<br />
dei fruitori, attivando la Place<br />
Illusion e la conseguente<br />
Plausibility Illusion, oltre che<br />
progettare banalmente esperienze<br />
con la trasmissione di<br />
segnali multisensoriali, curando<br />
l’accuratezza e la verosimiglianza<br />
dell’ambiente virtuale con<br />
quello reale; o ricorrendo ad<br />
un avatar virtuale che sia realistico<br />
e reattivo ai nostri movimenti<br />
e comandi, è fondamentale<br />
il punto di vista progettuale,<br />
concentrare il focus su come<br />
i fruitori dell’applicazione,<br />
abiteranno il nuovo contesto.<br />
Ciò consentirebbe di impiegare<br />
parimenti la percezione umana<br />
naturale, in un flusso costante<br />
senza soluzione di continuità.<br />
I nuovi designer spaziali dovranno<br />
pertanto acquisire<br />
know how cognitivi per la progettazione<br />
non di meri spazi<br />
tridimensionali, ma contesti<br />
di percezione finalizzati sostanzialmente<br />
a garantire la<br />
migliore e più convincente user<br />
experience.<br />
Occorre far riferimento a parametri<br />
progettuali che contemplino<br />
“gli aspetti fisici,<br />
comportamentali, emotivi e cognitivi<br />
della percezione umana<br />
“ per delineare un'esperienza<br />
nello spazio sintetico o misto<br />
di natura intuitiva e quanto<br />
piu’ naturale possibile per<br />
coloro che visitano i suddetti<br />
nuovi spazi .<br />
Ad oggi, allo stato dell’arte i<br />
concetti di Perception Design<br />
(PD) e Spatial Experience (SX)<br />
sono in piena e costante evoluzione.<br />
Siamo agli esordi di un interessante<br />
nuovo percorso.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Augmented reality; Virtual Reality<br />
AUTORE<br />
Tiziana Primavera<br />
Tiziana.primavera@unier.it<br />
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VERDE E DIGITALE<br />
ASITA (Federazione delle<br />
Associazioni Scientifiche per<br />
l’informazione Territoriale e<br />
Ambientale) nasce nel 1997 dal<br />
sodalizio tra SIFET – Società Italiana<br />
di Topografia e Fotogrammetria,<br />
AIC – Associazione Italiana di<br />
Cartografia, AIT – Associazione<br />
Italiana di Telerilevamento e AM/<br />
FM/GIS Italia – Automated Mapping/<br />
Facilities Management/ Geographic<br />
Information Systems/Italia con lo<br />
scopo di realizzare un luogo dove<br />
professionisti, docenti, personale<br />
tecnico di enti territoriali e tutti coloro<br />
che operano nei diversi campi della<br />
Geomatica possano confrontarsi nel<br />
tentativo di delineare le cosiddette<br />
"best practices” utili ad un efficace<br />
trasferimento tecnologico, oggi più che<br />
mai necessario.<br />
Tra le molteplici attività<br />
di ASITA, la<br />
Conferenza costituisce<br />
certamente il più importante<br />
evento scientifico nazionale<br />
del settore in grado di attirare<br />
un ampio pubblico italiano e<br />
straniero fatto di accademici,<br />
professionisti, aziende ed enti.<br />
La sede dell’evento, itinerante<br />
nelle diverse città italiane, favorisce<br />
la contaminazione reciproca<br />
tra i diversi attori di dominio,<br />
ma soprattutto stimola<br />
una più stretta collaborazione<br />
con le istituzioni (Regione,<br />
Provincia e Comune) consentendo<br />
di rispondere puntualmente,<br />
di volta in volta,<br />
a sollecitazioni territoriali<br />
focalizzate sull’area che ospita<br />
l’evento.<br />
L’evento ha assunto, dalla<br />
scorsa edizione, carattere<br />
biennale sostituendo la consolidata<br />
frequenza annuale.<br />
Il nuovo indirizzo nasce non<br />
tanto da esigenze logistiche<br />
quanto strategiche, recependo<br />
le istanze delle Associazioni<br />
scientifiche che di ASITA sono<br />
l’ossatura. ASITA ha cessato di<br />
rivestire un solo ruolo, quello<br />
di Conferenza, per assumere<br />
quello che da sempre, neanche<br />
tanto implicitamente, avrebbe<br />
dovuto assumere: e cioè<br />
di luogo sì di incontro, ma<br />
anche promotore di sinergie<br />
che non devono cessare alla<br />
conclusione della Conferenza,<br />
ma assumere carattere continuativo<br />
innescando processi<br />
collaborativi duraturi utili<br />
per i suoi afferenti, certo, ma<br />
anche e soprattutto per il sistema<br />
Italia che, in ASITA, si<br />
esprime attraverso le sue istituzioni<br />
ed enti. E’ per questo che<br />
ASITA, già dallo scorso anno<br />
ha inaugurato eventi mediatici<br />
distribuiti lungo l’anno: (i) “le<br />
pillole di ASITA”, incontri<br />
aperti su piattaforma virtuale,<br />
molto mirati su temi specifici<br />
di dominio, ma a carattere<br />
di indirizzo, in cui le associazioni<br />
federate esprimono la<br />
loro posizione con l’intento di<br />
sollevare questioni o provare a<br />
rispondere a sollecitazioni che<br />
avvertono come prioritarie. (ii)<br />
26 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong>
ASSOCIAZIONI<br />
“ASITA ACADEMY”, una<br />
conferenza “distribuita” virtuale<br />
calibrata su più giornate<br />
in cui vengono convogliate<br />
sessioni tecniche con contributi<br />
che arrivano soprattutto<br />
dal mondo accademico e<br />
che costituisce, al momento<br />
in forma embrionale, una<br />
esperienza di formazione per<br />
professionisti ed enti oltre<br />
che di confronto scientifico<br />
e di divulgazione; (iii) eventi<br />
comunicativi “satellite”, quali<br />
conferenze (possibilmente<br />
in presenza) a carattere tematico<br />
pensate e costruite<br />
attraverso sinergie con altre<br />
associazioni scientifiche<br />
esterne ad ASITA, ma pesantemente<br />
contaminate dalla<br />
Geomatica. Questa nuova<br />
linea d’azione, fortemente voluta<br />
dal precedente Presidente<br />
di ASITA (Prof. Stefano<br />
Gandolfi), e totalmente condivisa<br />
dalla nuova Presidenza,<br />
intende stabilire connessioni<br />
virtuose all’esterno del perimetro<br />
ASITA, da un lato per<br />
governare adeguatamente il<br />
trasferimento tecnologico<br />
della Geomatica nei settori<br />
applicativi che ne facciano<br />
uso, dall’altro recepire nuove<br />
esigenze da quei settori a cui<br />
provare dare una risposta con<br />
gli strumenti che del popolo<br />
di ASITA sono propri.<br />
Con questo spirito ci avviciniamo<br />
ad ASITA <strong>2022</strong> che<br />
si terrà a Genova nei giorni<br />
20-26 giugno <strong>2022</strong>. Sarà<br />
una grande occasione, ancora<br />
una volta, per esplicitare il<br />
contributo che la Geomatica<br />
può fornire al territorio, alle<br />
sue strutture e infrastrutture<br />
spaziando dai contesti marini<br />
e costieri fino ad esplorare<br />
il paesaggio dell’entroterra<br />
per sottolinearne i rapporti,<br />
talvolta conflittuali, con le<br />
aree urbane alla ricerca della<br />
sostenibilità così spesso ricordata<br />
dal Piano Nazionale<br />
di Ripresa e Resilienza.<br />
ASITA <strong>2022</strong> sarà auspicabilmente<br />
il momento in cui la<br />
Geomatica e tutti i suoi attori<br />
proveranno la strategicità e<br />
irrinunciabilità del loro ruolo<br />
all’interno del processo di rilancio<br />
dell’Italia nel transitorio<br />
post-pandemico in cui la componente<br />
territoriale giocherà<br />
un ruolo primario.<br />
La manifestazione avrà una<br />
durata di cinque giorni, in cui<br />
sessioni scientifiche (plenarie,<br />
parallele, poster) si alterneranno<br />
ad una Mostra espositiva<br />
tecnico-commerciale permanente<br />
ed ad eventi satellite: la<br />
2 Giorni di Geomatica (2GG),<br />
momento di condivisione e<br />
formazione organizzata dalla<br />
Associazione Universitari<br />
di Topografia e Cartografia<br />
(AUTeC) dedicato ai dottorandi<br />
di ricerca in ambito geomatico;<br />
il benchmark applicativo,<br />
organizzato dalla Società<br />
Italiana di Fotogrammetria e<br />
Topografia (SIFET) dedicato<br />
al processamento di dati da ca-<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong> 27
ASSOCIAZIONI<br />
mere sferiche (https://sites.google.com/iuav.it/benchmarksifet<strong>2022</strong>/home-page);<br />
l’evento<br />
Demo in the Field, sempre<br />
organizzato da SIFET in cui le<br />
aziende potranno dimostrare<br />
operativamente le potenzialità<br />
dei loro strumenti e/o software;<br />
eventi culturali sostenuto<br />
dagli enti locali ospitanti in<br />
grado di far cogliere, a chi interessato,<br />
l’unicità di Genova.<br />
Nei giorni della Conferenza<br />
scienziati, docenti e studenti,<br />
tecnici e professionisti, aziende<br />
troveranno spazi e momenti di<br />
crescita culturale, di scambio<br />
esperienziale e di formazione.<br />
Sarà un’occasione per avere<br />
una visione aggiornata e completa<br />
delle tecnologie per il<br />
territorio e l’ambiente, dalla<br />
Topografia alla Cartografia,<br />
dalla Fotogrammetria al<br />
Telerilevamento, dai Sistemi<br />
Informativi Geografici e<br />
Territoriali alla Geodesia, dalla<br />
Geologia all’Urbanistica.<br />
ASITA per le aziende e i<br />
Professionisti<br />
Nei giorni 21 e 22 giugno<br />
<strong>2022</strong> si svolgerà, all’interno<br />
della prestigiosa cornice del<br />
Palazzo della Meridiana di<br />
Genova, la mostra tecnico<br />
commerciale con l’allestimento<br />
di stand e postazioni espositive,<br />
di sale per incontri btob, di<br />
aule convegnistiche per workshop<br />
e momenti dedicati.<br />
Sono anche previste per le<br />
aziende forme di sponsorizzazione<br />
di tipo diverso il cui<br />
dettaglio può essere visionato<br />
alla pagina https://www.asita.<br />
it/call-for-expo-asita<strong>2022</strong>/.<br />
I professionisti in particolare<br />
potranno capitalizzare la loro<br />
presenza ad ASITA acquisendo<br />
Crediti Formativi, il cui calendario<br />
e consistenza verrà comunicato<br />
sul sito ASITA prima<br />
della Conferenza a seguito<br />
di accordo con gli Ordini<br />
Professionali.<br />
La gestione dell’esposizione<br />
tecnico commerciale e delle<br />
altre forme di sponsorizzazione<br />
è affidata in via esclusiva<br />
alla segreteria organizzativa<br />
della Federazione ASITA<br />
(GEO Eventi & Servizi S.r.l.<br />
Via Montebello 27 – 20121<br />
Milano rif. diretto conferenza@asita.it<br />
e 347 3851828).<br />
ASITA per l’Accademia<br />
Con la convinzione che ASITA<br />
non potrebbe esistere senza<br />
la mutua sinergia degli attori<br />
che la popolano (Accademia,<br />
Aziende, Professionisti e Enti/<br />
Istituzioni), ed in conseguenza<br />
alle ormai consolidate (e discusse)<br />
prassi bibliometriche<br />
che stanno alla base delle attuali<br />
carriere universitarie, dallo<br />
scorso anno è stata inaugurata<br />
una nuova linea editoriale<br />
spendibile nelle formazione<br />
delle metriche di valutazione<br />
a cui gli accademici sono<br />
sottoposti. ASITA ha infatti<br />
avviato una collaborazione con<br />
la casa editoriale internazionale<br />
Springer per la realizzazione di<br />
Proceedings indicizzati Scopus<br />
all’interno della collana denominata<br />
Communications<br />
in Computer and Information<br />
Science (CCIS). Si tratta di una<br />
scelta editoriale che prevede<br />
contributi in lingua inglese,<br />
sottoposti a referaggio single<br />
blind, e sottoposta a Copyright<br />
(Springer) che affianca quella<br />
più tradizionale degli Atti<br />
ASITA rigorosamente in italiano.<br />
ASITA per gli Enti<br />
In ASITA Enti e Istituzioni<br />
hanno sempre avuto un ruolo<br />
cardine, garantendo l’afflusso<br />
di richieste operative agli<br />
esperti di settore (per averne<br />
risposte all’interno delle<br />
loro procedure di gestione<br />
territoriale) e veicolando le<br />
loro stesse iniziative affinchè<br />
queste potessero essere recepite<br />
dai Professionisti e dagli<br />
Accademici. A loro, oltre a<br />
riservare sessioni tematiche<br />
dedicate, ASITA ha sempre<br />
pensato anche dal punto di<br />
vista editoriale, garantendo da<br />
sempre una linea editoriale (gli<br />
Atti ASITA) che prevede contributi<br />
in lingua italiana con<br />
lo scopo appunto di veicolare<br />
le iniziative istituzionali e al<br />
tempo stesso fornire loro basi<br />
di accrescimento professionale<br />
con cui mantenere aggiornato<br />
il loro personale.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
transizione digitale; geomatica;<br />
asita <strong>2022</strong>; informazione geografica<br />
AUTORE<br />
ASITA<br />
Federazione delle<br />
Associazioni Scientifiche per<br />
l’informazione Territoriale e<br />
Ambientale<br />
www.asita.it<br />
28 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong>
GEOMATICA E ROBOTICA<br />
GEOMATICA E ROBOTICA: UN<br />
CONNUBIO VINCENTE VERSO<br />
L’AUTOMAZIONE DEL RILIEVO<br />
Fig. 1 - Sistema di mappatura mobile portatile trasportato<br />
da un operatore durante il rilievo dell’edificio<br />
dei Rizzi dell’Università degli Studi di Udine.<br />
di Eleonora Maset,<br />
Lorenzo Scalera<br />
Transizione ecologica e<br />
digitale: queste parole<br />
chiave rappresentano oggigiorno<br />
la strada verso<br />
un modello economico<br />
di maggiore sostenibilità<br />
ambientale e sociale, e ci<br />
pongono di fronte a nuove<br />
sfide da intraprendere<br />
grazie anche all’uso e allo<br />
sviluppo delle tecnologie<br />
più avanzate.<br />
Secondo il percorso delineato<br />
dal Piano Nazionale<br />
di Ripresa e Resilienza, il<br />
rilancio dell’Italia nel periodo<br />
post-pandemia da COVID-19<br />
passa da un lato attraverso la<br />
digitalizzazione di prodotti,<br />
processi e servizi, e dall’altro<br />
richiede interventi volti<br />
a migliorare la qualità della<br />
vita e la sicurezza ambientale.<br />
Come già indicato dall’Agenda<br />
2030 dell’Organizzazione<br />
delle Nazioni Unite, infatti,<br />
ci troviamo in un momento<br />
storico in cui la svolta verso<br />
uno Sviluppo Sostenibile non<br />
può essere ulteriormente rimandata.<br />
Tra i 17 Obiettivi<br />
per lo Sviluppo Sostenibile<br />
(Sustainable Development Goals<br />
- SDGs) delineati dall’ONU<br />
(Nazioni Unite, 2015), ricordiamo<br />
in modo particolare<br />
l’Obiettivo 11: Rendere le<br />
città e gli insediamenti umani<br />
inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili.<br />
Migliorare l’urbanizzazione<br />
rendendola inclusiva e<br />
sostenibile, nonché proteggere<br />
e salvaguardare il patrimonio<br />
culturale e naturale mondiale<br />
sono sfide che necessitano di<br />
appropriate tecnologie per essere<br />
affrontate adeguatamente.<br />
In tale contesto, la Geomatica<br />
può giocare un ruolo di primo<br />
piano per la salvaguardia del<br />
territorio, dalle aree costiere<br />
agli ecosistemi montani, per<br />
il monitoraggio di strutture<br />
e infrastrutture, e per la valorizzazione<br />
dei beni culturali,<br />
fornendo gli strumenti per una<br />
conoscenza aggiornata, dettagliata<br />
e precisa dell’esistente.<br />
La disciplina della Geomatica<br />
stessa sta vivendo una fase di<br />
profonda innovazione, derivante<br />
da una sempre maggiore<br />
integrazione con tecnologie e<br />
metodi sviluppati, tra gli altri,<br />
nel campo della Robotica e<br />
dell’Informatica. In riferimento<br />
alle metodologie di rilievo,<br />
tecniche consolidate da decenni<br />
quali la Fotogrammetria ed<br />
il Laser Scanning (terrestre ed<br />
aereo) sono state recentemente<br />
affiancate dai sistemi di mappatura<br />
mobile portatili, che stanno<br />
rivoluzionando in particolar<br />
modo il rilievo di ambienti indoor.<br />
Questi dispositivi possono<br />
essere facilmente trasportati<br />
da un operatore e l’acquisizione<br />
di dati 3D dell’ambiente circostante<br />
avviene semplicemente<br />
camminando nell’area di interesse.<br />
Un esempio è riportato<br />
in Figura 1, dove un sistema di<br />
scansione portatile è trasportato<br />
da una persona durante<br />
il rilievo dell’edificio dei Rizzi<br />
dell’Università degli Studi di<br />
Udine. I sistemi portatili sono<br />
particolarmente adatti a supportare<br />
tutte quelle attività che<br />
richiedono la conoscenza dello<br />
stato di fatto di un edificio,<br />
attraverso un’acquisizione dei<br />
dati rapida ed efficiente.<br />
Nuvole di punti ed ortofoto<br />
ottenute con questa tecnologia,<br />
delle quali si riporta un esempio<br />
in Figura 2, possono essere<br />
impiegate come dato di origine<br />
per creare il modello BIM<br />
(Building Information Model),<br />
fondamentale per manutenzioni<br />
e ristrutturazioni edilizie.<br />
Inoltre, si sono rivelate utili<br />
anche nella gestione di infrastrutture<br />
e nel fornire supporto<br />
30 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong>
GEOMATICA E ROBOTICA<br />
Fig. 2 - Nuvola di punti (in alto) e ortofoto (in basso) del piano terra dell'edificio dei Rizzi dell'Università degli Studi di Udine. I risultati sono stati<br />
ottenuti con strumento laser scanner portatile.<br />
per l’analisi dell’occupazione<br />
di edifici in una situazione<br />
di emergenza come quella<br />
imposta dalla pandemia da<br />
COVID-19 (Comai et al.,<br />
2020). Il grande vantaggio di<br />
tale tecnologia risiede nel fatto<br />
di poterla applicare anche<br />
in assenza di sistemi esterni<br />
di localizzazione basati sul<br />
posizionamento satellitare<br />
GNSS. Il cuore dei dispositivi<br />
di rilievo portatili è infatti<br />
rappresentato dagli algoritmi<br />
di localizzazione e mappatura<br />
simultanea (Simultaneous<br />
Localization and Mapping<br />
- SLAM), metodi nati nel<br />
campo della Robotica grazie<br />
ai quali il sensore costruisce la<br />
mappa 3D dell’ambiente che<br />
lo circonda e al tempo stesso<br />
stima la sua posizione all’interno<br />
di tale ambiente, senza la<br />
necessità di segnale GNSS.<br />
Il proficuo dialogo tra<br />
Geomatica e Robotica ci sta<br />
conducendo verso un futuro,<br />
in parte già presente, caratterizzato<br />
da una sempre maggiore<br />
automazione della fase di<br />
rilievo, con i dispositivi di acquisizione<br />
(come laser scanner<br />
e fotocamere) montati su una<br />
piattaforma robotica che può<br />
essere controllata da remoto<br />
Fig. 3 - Robot mobile equipaggiato con laser scanner, stereo camera e computer di bordo per<br />
eseguire rilievi in modo autonomo.<br />
attraverso l’area di interesse o<br />
eseguire la mappatura richiesta<br />
in modo autonomo sfruttando<br />
metodi di pianificazione<br />
del percorso (path planning)<br />
in ambiente noto o ignoto. Un<br />
esempio di piattaforma mobile<br />
equipaggiata con sensori attivi<br />
e passivi per operazioni di rilievo<br />
in tempo reale è rappresentata<br />
in Figura 3.<br />
Negli ultimi anni, stiamo assistendo<br />
ad una proliferazione<br />
di casi studio in svariati campi<br />
di applicazione che hanno visto<br />
come protagonisti i robot<br />
mobili, utilizzati al posto di un<br />
operatore umano ad esempio<br />
per operazioni di esplorazione<br />
ed ispezione in ambienti accidentati,<br />
di difficile accesso o<br />
pericolosi, garantendo sicurezza<br />
e allo stesso tempo flessibilità.<br />
In agricoltura, sistemi robotici<br />
cingolati o su ruote vengono<br />
proposti come supporto<br />
meccanico alla semina ed alla<br />
raccolta, ma anche per operazioni<br />
di mappatura e monitoraggio<br />
dello stato delle colture,<br />
costituendo così un ausilio<br />
fondamentale alla sempre più<br />
diffusa pratica dell’agricoltura<br />
di precisione. Ultimo ma non<br />
meno importante, il rilievo e<br />
la digitalizzazione di edifici<br />
rappresenta uno dei campi di<br />
applicazione più diffuso dei<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong> 31
GEOMATICA E ROBOTICA<br />
Fig. 4 - Sistema di mappatura portatile montato<br />
su piattaforma mobile. Tale configurazione<br />
è stata utilizzata per valutare i vantaggi della<br />
piattaforma mobile rispetto al rilievo eseguito<br />
manualmente da un operatore.<br />
sistemi robotici mobili, che<br />
possono essere impiegati anche<br />
in flotta per una mappatura<br />
coordinata più efficiente<br />
su grande scala. Un esempio<br />
di utilizzo di una piattaforma<br />
mobile su cui è montato un<br />
sistema laser scanner portatile<br />
(Figura 4) per la mappatura di<br />
ambienti indoor è riportato in<br />
(Maset et al., <strong>2022</strong>). Tale lavoro<br />
mette in luce i vantaggi del<br />
rilievo con piattaforma mobile<br />
rispetto allo stesso realizzato<br />
manualmente da un operatore,<br />
evidenziando anche un ridotto<br />
livello di rumorosità della nuvola<br />
di punti risultante ed una<br />
maggiore uniformità nella distribuzione<br />
spaziale del dato.<br />
Un aspetto fondamentale da tenere<br />
in considerazione nell’uso<br />
dei sistemi di scansione mobile<br />
autonomi è proprio la valutazione<br />
quantitativa di precisione<br />
e accuratezza del modello<br />
3D ottenuto. Infatti, la qualità<br />
della nuvola di punti finale è<br />
il pilastro fondamentale per la<br />
successiva estrazione di informazioni<br />
metriche della scena<br />
e, eventualmente, del modello<br />
BIM. Spesso questa analisi<br />
passa in secondo piano rispetto<br />
alla valutazione delle prestazioni<br />
del robot mobile e del grado<br />
di automazione garantito<br />
dagli algoritmi di navigazione:<br />
nell’immediato futuro è quindi<br />
auspicabile che venga posta<br />
maggiore attenzione nei confronti<br />
di tale aspetto. Le conoscenze<br />
proprie della Geomatica<br />
rimangono dunque imprescindibili<br />
per ottenere un modello<br />
3D attendibile e accurato. La<br />
Robotica non potrà sostituire<br />
la Geomatica, ma tramite una<br />
sempre più accentuata interdisciplinarità<br />
nell’approccio<br />
potranno nascere tecnologie e<br />
sistemi per il rilievo capaci di<br />
garantire un grado di autonomia<br />
e al tempo stesso di accuratezza<br />
del rilievo impensabile<br />
fino a pochi anni fa.<br />
Non resta dunque che attendere<br />
per vedere i futuri sviluppi<br />
ed i risultati che nasceranno<br />
dal connubio tra Geomatica<br />
e Robotica. Nel frattempo,<br />
nei prossimi numeri di questa<br />
rubrica cercheremo di approfondire<br />
alcuni aspetti chiave<br />
dei metodi di mappatura e localizzazione,<br />
e presenteremo<br />
applicazioni e tendenze della<br />
robotica mobile impiegata per<br />
operazioni di rilievo.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
Nazioni Unite, Dipartimento per gli affari<br />
economici e sociali: Gli Obiettivi di Sviluppo<br />
Sostenibile. https://sdgs.un.org/ (2015)<br />
Comai, S., Costa, S., Mastrolembo Ventura,<br />
S., Vassena, G., Tagliabue, L. C., Simeone,<br />
D., Bertuzzi, E., Scurati, G.W., Ferrise, F.,<br />
Ciribini, A.L.C.: Indoor mobile mapping system<br />
and crowd simulation to support school reopening<br />
because of COVID-19: a case study. 13th<br />
GeoInformation for Disaster Management<br />
Conference, vol 44, pp. 29–36 (2020)<br />
Maset, E., Scalera, L., Beinat, A., Cazorzi,<br />
F., Crosilla, F., Fusiello, A., Gasparetto, A.:<br />
Preliminary comparison between handheld and<br />
mobile robotic mapping systems. Proceedings<br />
of I4SDG Workshop 2021. Mechanisms and<br />
Machine Science, vol 108, Springer, Cham,<br />
pp. 290-298 (<strong>2022</strong>)<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Geomatica; robotica; mobile mapping;<br />
SLAM; rilievo automatizzato<br />
ABSTRACT<br />
GEOMATICS AND ROBOTICS: A<br />
WINNING COMBINATION TOWARDS<br />
THE AUTOMATION OF THE SURVEY<br />
The discipline of Geomatics<br />
itself is experiencing a phase of profound innovation,<br />
resulting from an ever greater<br />
integration with technologies and methods<br />
developed, among others, in the field of<br />
Robotics and of IT.<br />
AUTORE<br />
Eleonora Maset<br />
Eleonora.maset@uniud.it<br />
Lorenzo Scalera<br />
Lorenzo.scalera@uniud.it<br />
DPIA – Dipartimento Politecnico di Ingegneria<br />
e Architettura – Università degli<br />
Studi di Udine<br />
Via delle Scienze 206, 33100 Udine<br />
32 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong>
AEROFOTOTECA<br />
L’Aerofototeca<br />
Nazionale<br />
racconta…<br />
LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO<br />
BELLICO: METODOLOGIE E<br />
INNOVAZIONE TECNOLOGICA<br />
di Ettore Motti<br />
In Italia, come in altri Paesi<br />
europei, negli ultimi anni si<br />
sono ripetuti con costanza<br />
ritrovamenti di ordigni bellici<br />
inesplosi in particolare durante le<br />
attività di scavo nei cantieri temporanei<br />
e mobili. Tale circostanza<br />
ha confermato che le attività di<br />
valutazione del rischio bellico e<br />
quindi, ove opportuno, di Bonifica<br />
Bellica Sistematica risultano assolutamente<br />
necessarie e utili per<br />
garantire i lavoratori dei cantieri<br />
dal rischio di esplosione derivante<br />
dall’attivazione accidentale di ordigni<br />
residuati bellici (fig. 1).<br />
In ambito normativo, ai sensi della<br />
legge n. 177/2012 la Bonifica<br />
da Ordigni Bellici (BOB), all’interno<br />
di un cantiere interessato da<br />
attività di scavo, non è più solo<br />
una problematica legata alla pubblica<br />
incolumità, ma anche alla<br />
Sicurezza nei Luoghi di Lavoro e<br />
viene specificamente evidenziato<br />
che tra le prerogative del Coordinatore<br />
per la Sicurezza in fase di<br />
progettazione (CSP) vi sia quella<br />
di individuare, tra i possibili fattori<br />
di rischio riconducibili alle<br />
attività da eseguire nei cantieri,<br />
anche la possibilità di ritrovamento<br />
di ordigni bellici inesplosi e di<br />
conseguenza valutare il livello di<br />
rischio, che nel caso di esito positivo,<br />
deve tradursi in un progetto<br />
di Bonifica Bellica Sistematica<br />
(fig. 2).<br />
Tralasciando quelle che sono le<br />
specifiche competenze ed attività<br />
da svolgere nel caso di Bonifica<br />
Fig. 1 - Foto aerea di un aereo ricognitore Alleato su Casarsa della Delizia (Friuli-Venezia Giulia),<br />
24 aprile 1945. AFN, fondo MAPRW-AAR-USAAF, 5th Photographic Group, Reconnaissance,<br />
sortie 15SG 1528, fotogramma 3113.<br />
Bellica Sistematica e/o Occasionale<br />
andiamo ad approfondire le<br />
attività e le metodologie legate ad<br />
una corretta valutazione dei rischi<br />
di rinvenimento di ordigni bellici.<br />
Tenuto conto, quindi, della scelta<br />
finale sulla metodologia di intervento<br />
richiesta (analisi rischi<br />
preventiva – indagine magnetometrica<br />
o messa in sicurezza complessiva<br />
– bonifica sistematica da<br />
ordigni bellici) a seconda del tipo<br />
di lavorazioni da effettuare, si dovranno<br />
in ogni caso considerare<br />
con il dovuto anticipo la azioni<br />
da intraprendere per minimizzare<br />
i rischi di cui sopra. A supporto<br />
potrà essere utile avvalersi di un<br />
adeguato processo decisionale per<br />
la corretta analisi, valutazione del<br />
rischio bellico e successiva eventuale<br />
messa in sicurezza convenzionale<br />
del sito di intervento. Tale<br />
processo decisionale dovrà svilupparsi<br />
attraverso specifiche attività,<br />
quali: una approfondita analisi<br />
storiografica, una analisi dello stato<br />
di fatto del sito oggetto dello<br />
studio ed una analisi strumentale<br />
per la realizzazione di un piano di<br />
caratterizzazione geofisica del sito<br />
(fig. 3). Il completamento di tutte<br />
le attività di cui sopra consentirà<br />
di poter valutare con precisione il<br />
livello di rischio per un probabile<br />
rinvenimento di residuati bellici<br />
nelle aree di interesse e poter considerare<br />
le giuste operazioni preventive<br />
da svolgere per metterle in<br />
sicurezza.<br />
34 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong>
AEROFOTOTECA<br />
Fig. 2 - Copertura delle strisciate MAPRW conservate in AFN, relative al “corridoio” della Valle<br />
dell’Adige (grafico di M. Cucato, cortesia Provincia Autonoma di Bolzano).<br />
Entrando nel dettaglio delle<br />
singole attività componenti il<br />
processo decisionale, risulta fondamentale<br />
per giungere ad una<br />
corretta valutazione reperire accurate<br />
informazioni di carattere<br />
storico relative ad eventi bellici<br />
avvenuti sull’ambito territoriale<br />
di interesse. In questo l’analisi<br />
di fotografie aeree/documentazione<br />
storica contribuirà in<br />
maniera determinate a configurare<br />
l’intensità e la tipologia dei<br />
combattimenti che si sono svolti<br />
oltre che fornire interessanti informazioni<br />
in merito al tipo di<br />
munizionamento impiegato.<br />
Diversi sono gli archivi storici<br />
nazionali ed esteri ove reperire<br />
idoneo materiale: uno di questi<br />
è l’Aerofototeca Nazionale-<br />
ICCD, del Ministero della Cultura,<br />
con sede a Roma (fig. 4).<br />
Altra attività di fondamentale<br />
importanza per la valutazione<br />
del rischio bellico sono le “Survey<br />
Geofisiche” aventi come scopo<br />
la ricerca di tutte le anomalie<br />
presenti nel sottosuolo che potrebbero<br />
essere assimilate a dispositivi<br />
residuati bellici.<br />
In un luogo in cui il rischio di<br />
presenza di ordigni inesplosi risulti<br />
“probabile” la survey geofisica<br />
rappresenta la prima analisi<br />
tecnica non intrusiva da compiere.<br />
La geofisica applicata alla<br />
valutazione del rischio bellico<br />
residuo utilizza due metodologie<br />
fondamentali: il magnetismo e<br />
l’elettromagnetismo.<br />
La prima ha come obiettivo<br />
l’individuazione di anomalie<br />
del campo magnetico terrestre<br />
create dalla presenza di oggetti<br />
ferromagnetici nel sottosuolo.<br />
La seconda, l’elettromagnetismo,<br />
utilizza la propagazione<br />
delle onde elettromagnetiche in<br />
un mezzo e le loro proprietà per<br />
mappare oggetti, ferromagnetici<br />
e non, presenti nel sottosuolo.<br />
Nell’ambito di questa specifica<br />
ricerca si possono utilizzare due<br />
diverse applicazioni dell’elettromagnetismo:<br />
il TDEM (Time<br />
Domain ElectroMagnetic) ed il<br />
GPR (Ground Penetrating Radar)<br />
(fig. 5).<br />
Queste due metodologie possono<br />
essere utilizzate da sole o abbinate<br />
a seconda delle esigenze specifiche<br />
di ogni survey. Il tipo di terreno<br />
da diagnosticare e il suo contesto,<br />
la profondità di indagine desiderata,<br />
il tipo di munizioni che si<br />
potrebbero potenzialmente trovare<br />
(dato fornito da una accurata<br />
indagine storica), rappresentano i<br />
criteri principali nella scelta della<br />
metodologia più adatta.<br />
Fig. 3 - Ala (TN). Crateri di bombe visibili in una foto MAPRW del 25 agosto 1945, sovrapposti<br />
a una foto del 1993 (da Finotti, Tonelli 1997).<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong> 35
AEROFOTOTECA<br />
Fig. 4 - Area di Cassino (FR): risultato della ricerca di foto aeree della II guerra mondiale tramite<br />
il webgis Sortie dell’AFN (http://afn.beniculturali.it/webgis/).<br />
Fig. 5 - Risultanze di indagini magnetometriche<br />
su aree estese con individuazione di zone<br />
magneticamente anomale, caratterizzate da<br />
differente intensità.<br />
È importante sottolineare come<br />
non esistano dei veri e propri apparati<br />
di ricerca specifici per le<br />
munizioni e che le metodologie<br />
geofisiche attualmente utilizzate<br />
(così come i software di modellizzazione)<br />
non sono, in alcun caso,<br />
in misura di discriminare un oggetto<br />
metallico interrato (di massa<br />
e dimensioni equivalenti) da<br />
un ordigno inesploso. In aggiunta<br />
a ciò, bisogna sempre tenere<br />
presente che non tutti gli ordigni<br />
vengono ritrovati intatti e non per<br />
questo il rischio associato al loro<br />
rinvenimento risulta inferiore.<br />
Per queste ragioni, l’implementazione<br />
dei dispositivi e delle<br />
tecniche utilizzate insieme all’elaborazione<br />
dei dati devono essere<br />
affidate a personale specializzato<br />
in questo settore specifico (geofisica<br />
applicata alla valutazione del<br />
rischio bellico) e in possesso di<br />
esperienza e feedback indispensabili<br />
all’incremento dei dati in<br />
funzione degli oggetti realmente<br />
ritrovati.<br />
I protagonisti delle bonifiche (oltre<br />
che gli ordigni) sono, a seconda<br />
delle epoche storiche, gli uomini<br />
e le apparecchiature utilizzate per<br />
la ricerca e per la bonifica. Con il<br />
passare degli anni, l’importanza<br />
degli uni o delle altre ha avuto<br />
un andamento altalenante dovuto<br />
principalmente ai progressi<br />
tecnologici che, comunque, ha<br />
confermato la necessità di avere<br />
entrambe le componenti sempre<br />
presenti. Ovviamente, l’impiego<br />
delle strumentazioni all’interno<br />
degli scenari attuali e di quelli ad<br />
oggi ipotizzabili (aree fortemente<br />
antropizzate, aree inquinate, etc.),<br />
ci porta necessariamente a considerare<br />
l’utilizzo delle tecnologie<br />
in oggetto non come alternative<br />
bensì come fortemente complementari<br />
tra loro; la grande sfida<br />
attuale appare innanzitutto risiedere<br />
nell’adeguare le tecniche e<br />
procedure alle possibilità che il<br />
progresso tecnologico offre.<br />
Emerge con forza dalla presente<br />
disamina la rilevanza del tema del<br />
“rischio bellico” come elemento<br />
di stimolo allo sviluppo di nuove<br />
tecnologie legate alla ricerca<br />
ed individuazione di ordigni ma<br />
soprattutto l’importanza dell’interazione<br />
tra uomo ed apparati<br />
di ricerca quale connubio inscindibile<br />
per una efficace e definitiva<br />
soluzione del problema.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
F. Finotti, A. Tonelli, Note sull’utilizzo delle foto aeree,<br />
in D. Leoni, P. Marchesoni (a c.), Lo sguardo del sapiente<br />
glaciale. La ricognizione aerofotografica anglo-americana<br />
sul Trentino (1943- 1945), Trento 1997, pp. 72-75.<br />
E. J. Shepherd, Le foto aeree della II guerra mondiale<br />
conservate in Aerofototeca Nazionale e il loro potenziale<br />
informativo per la sicurezza nazionale, Bollettino di<br />
Archeologia online, VI, 2015, 1, pp. 111-130 (https://<br />
bollettinodiarcheologiaonline.beniculturali.it/wp-content/uploads/2018/12/VI-2015-1-4.-E.-J.-Shepherd-.<br />
pdf).<br />
QUADRO NORMATIVO<br />
Legge 1 ottobre 2012, n. 177, che modifica il decreto<br />
legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di sicurezza<br />
sul lavoro per la bonifica degli ordigni bellici.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Bonifica ordigni bellici (BOB); rilevazione ordigni<br />
bellici; bonifica bellica sistematica; unexploded<br />
ordnance (UXO); fotografia aerea; Time Domain<br />
ElectroMagnetic (TDEM); Ground Penetrating<br />
Radar (GPR).<br />
ABSTRACT<br />
In Italy, as in other European countries, there are constant<br />
discoveries of unexploded war-time ordnance, especially<br />
during excavation activities in temporary and<br />
mobile construction sites. This circumstance has confirmed<br />
that activities of war risk assessment and consequent<br />
Systematic War Remediation, where appropriate,<br />
are absolutely necessary and useful to protect construction<br />
sites’ workers from the risk of explosion resulting<br />
from the accidental activation of explosive ordnance.<br />
This work analyses current methods employed in order<br />
to achieve this result.<br />
AUTORE<br />
Gen.B. (aus.) Ettore Motti<br />
ettore.motti@gmail.com<br />
36 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong>
GISTAM<br />
<strong>2022</strong><br />
8 th International Conference on Geographical Information Systems Theory,<br />
Applications and Management<br />
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27-29 April, <strong>2022</strong><br />
The International Conference on Geographical Information Systems Theory, Applications and Management aims at creating a meeting<br />
point of researchers and practitioners that address new challenges in geo-spatial data sensing, observation, representation, processing,<br />
visualization, sharing and managing, in all aspects concerning both information communication and technologies (ICT) as well as<br />
management information systems and knowledge-based systems. The conference welcomes original papers of either practical or<br />
theoretical nature, presenting research or applications, of specialized or interdisciplinary nature, addressing any aspect of geographic<br />
information systems and technologies.<br />
Our Non-speaker Registration is still open!<br />
Please go to the conference website and check the<br />
page "Registrations Fees" on the left side menu for<br />
more details.<br />
CONFERENCE AREAS<br />
Data Acquisition and Processing<br />
Remote Sensing<br />
Modeling, Representation and Visualization<br />
Knowledge Extraction and Management<br />
Domain Applications<br />
MORE INFORMATION AT: HTTPS://GISTAM.SCITEVENTS.ORG/<br />
Keynote Speakers<br />
Niki Evelpidou<br />
Ahmet C. Yalciner<br />
Dimitri Konstantas<br />
National and Kapodistrian University<br />
of Athens, Greece<br />
Middle East Technical University,<br />
Turkey<br />
University of Geneva<br />
Switzerland
MERCATO<br />
• navigazione e orientamento in tempo reale<br />
• condivisione e monitoraggio della posizione in tempo<br />
reale<br />
• rilevamento della posizione in tempo reale<br />
• acquisizione dei dati sulla posizione e approfondimenti<br />
analitici<br />
• localizzazione e posizionamento in tempo reale.<br />
ESRI HA RILASCIATO ARCGIS IPS UN<br />
SISTEMA DI POSIZIONAMENTO INDOOR<br />
ArcGIS IPS aggiunge un punto blu alle mappe interne,<br />
consentendo agli utenti di localizzare la loro posizione<br />
attuale all'interno di un edificio nello stesso modo in<br />
cui il GPS abilita gli indicatori di posizione all'aperto.<br />
Progettato per consentire di migliorare le esperienze<br />
in interni, le operazioni sul posto di lavoro e l'efficienza.<br />
Utilizza una tecnologia alternativa per consentire il posizionamento<br />
in tempo reale all'interno degli edifici che<br />
sblocca una varietà di casi di utilizzo.<br />
I casi di utilizzo all'interno degli edifici includono:<br />
• localizzazione e posizionamento in tempo reale<br />
ArcGIS IPS è disponibile per gli utenti di ArcGIS<br />
Indoors, un sistema di mappatura per interni per la<br />
gestione intelligente degli edifici, e ArcGIS Runtime<br />
SDK, che abilita la funzionalità di posizionamento per<br />
interni in app personalizzate.<br />
ArcGIS IPS viene fornito con l'app mobile ArcGIS IPS<br />
Setup, che consente la raccolta di segnali radio dai beacon<br />
Bluetooth Low Energy (BLE) all'interno degli edifici<br />
per abilitare un sistema di posizionamento interno.<br />
Può utilizzare un'infrastruttura beacon esistente o nuova<br />
ed è indipendente dal fornitore.<br />
Gli strumenti di geoprocessing di ArcGIS IPS sono inclusi<br />
anche per configurare e creare un ambiente IPS in<br />
ArcGIS Pro.<br />
Gli utenti possono navigare verso specifici punti di interesse<br />
(luoghi, risorse o persone) in tempo reale. Ciò<br />
richiede un'app esistente basata su ArcGIS Runtime per<br />
supportare le reti instradabili. ArcGIS Indoors può<br />
anche visualizzare il percorso verso una destinazione.<br />
( http://www.geoforall.it/kyfu6 )<br />
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X-PAD Ultimate<br />
Tutto in un unico software<br />
X-PAD Ultimate è un software modulare, facile da usare per lavori<br />
topografici e del cantiere, come rilievi, tracciamenti, catasto,<br />
controlli BIM, strade, mappe, batimetria e GIS.<br />
Il software è disponibile sulla piattaforma Android e porta le<br />
migliori tecnologie direttamente in campo nella tua mano: una<br />
completa visualizzazione 3D ed un sistema CAD per visualizzare e<br />
modificare i disegni, integrazione dei tuoi dati con tutte le tipologie<br />
di mappe, supporti per la realtà aumentata e molto altro.<br />
38 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong><br />
XPad Ultimate ti assicura la produttività e ti permette di avere una<br />
perfetta integrazione con tutti gli strumenti.<br />
Disponibile in due versioni, una dedicata a chi lavora nel campo<br />
della topografia ed una dedicata alle imprese di costruzioni,<br />
offrendo ad entrambi delle caratteristiche dedicate.<br />
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MERCATO<br />
CATASTO STRADE DELLA PROVINCIA DI<br />
PIACENZA: NUOVO TOOL PER L’INTEGRA-<br />
ZIONE DI IMMAGINI STREET-LEVEL<br />
Nell’ambito della fruizione di immagini fotografiche<br />
street-level e di servizi come il celebre Google Street<br />
View, Gter si è occupata di una commessa che prevedeva<br />
l’integrazione, nell’esistente Catasto Strade della<br />
Provincia di Piacenza, dei dati derivanti dal rilievo fotografico<br />
di un lotto della rete stradale provinciale.<br />
Nell’esistente servizio Catasto Strade, anch'esso realizzato<br />
e gestito da Gter, è da sempre possibile consultare i<br />
fotogrammi di un precedente rilievo. In questo caso, le<br />
immagini sono associate a singoli punti distribuiti sulla<br />
rete stradale provinciale che, se interrogati, mostrano i 4<br />
fotogrammi (vista fronte, retro, destra e sinistra) relativi<br />
al punto interessato.<br />
Nell'ambito di questa attività, Gter si è occupata dell'intero<br />
workflow, dal rilievo fotografico fino ad arrivare<br />
all’integrazione del webGIS che espone i dati.<br />
Durante lo svolgimento di questo lavoro sono stati rilevati<br />
più di 500 km di rete stradale con una fotocamera<br />
GOPRO Fusion 360 e sono state scattate più di 95.972<br />
foto attraverso le due ottiche speculari presenti sulla fotocamera.<br />
Le coppie di foto, frontale e posteriore, sono<br />
state in un secondo momento processate per ottenere le<br />
foto panoramiche già geo-riferite attraverso il sensore<br />
GPS presente sulla fotocamera GOPRO.<br />
Le immagini sono state caricate sulla piattaforma mapillary.com<br />
dove è possibile filtrare la foto da visualizzare<br />
in base a diversi parametri, tra cui l’organizzazione cui<br />
appartengono (Gter in questo caso).<br />
La seconda parte del lavoro riguardava invece l’integrazione<br />
nell’esistente Catasto Strade delle foto derivanti dal<br />
rilievo e presenti sulla piattaforma mapillary.com.<br />
Il Catasto Strade della Provincia di Piacenza, interamente<br />
basato su software Open Source, utilizza come interfaccia<br />
Lizmap Web Client. Pertanto è stato possibile sviluppare<br />
uno strumento ad hoc che permette aprire una<br />
finestra, integrata nella pagina del webGIS, in cui l’utente<br />
visualizza le immagini derivanti dal rilievo a partire dal<br />
punto "cliccato" sulla mappa.<br />
In questo modo la Provincia può consultare le immagini<br />
rilevate direttamente dal proprio webGIS. Il tool sviluppato<br />
è raggiungibile dalla versione pubblica del Catasto<br />
Strade della Provincia di Piacenza a questo link. Lo strumento<br />
sviluppato per la consultazione delle immagini<br />
caricate sulla piattaforma mapillary.com è attivabile cliccando<br />
il pulsante con l'icona dell'occhio sulla barra degli<br />
strumenti laterale e scegliendo un punto della mappa in<br />
cui sono presenti foto (indicate da un layer puntuale con<br />
vestizione verde).<br />
Fonte: (GTER)<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-2021 39
MERCATO<br />
STRUMENTI TOPOGRAFICI:<br />
PROMOTORE ITALIANO DEL GNSS<br />
CHE NON TEME CONFRONTI!<br />
Tutti i professionisti del rilievo topografico conoscono<br />
le più grandi marche di GNSS e sanno riconoscere<br />
vantaggi e svantaggi di uno strumento. Escludendo, a<br />
priori, i fan di specifiche marche di GPS che, anche<br />
a pari prestazioni, sceglieranno sempre l’azienda amata,<br />
molti tecnici optano per una scelta qualità-prezzo<br />
efficace. È questo il motivo per il quale Emlid Reach<br />
RS2 è, ad oggi, il GNSS più venduto al mondo. Se<br />
poi si aggiunge una soluzione di acquisto rateizzata con<br />
la possibilità di avere il proprio strumento da subito e<br />
iniziarlo a pagare da luglio, questo GPS non può non<br />
essere il più amato.<br />
“Lo uso da 2 anni, mai un problema, acqua, vento, sole<br />
e freddo. Fix veloce e batteria infinita. Insieme a TPad,<br />
è capace di darti grandi soddisfazioni” – Le parole di un<br />
cliente che ha acquistato l’antenna GNSS Emlid Reach<br />
RS2 e il software topografico da campo TPad.<br />
Strumenti Topografici, distributore italiano di Emlid<br />
Reach RS2, garantisce tutto questo ai suoi clienti.<br />
Nessun peso economico: è, infatti, il cliente a scegliere<br />
l’importo e la durata delle sue rate nella piena libertà<br />
e sulla base delle proprie esigenze. Una grande opportunità<br />
per chi utilizza il GNSS tutti i giorni e un buon<br />
investimento per chi si occupa di rilievi in maniera<br />
marginale nella propria attività.<br />
Strumenti Topografici è impegnata da anni nella fornitura,<br />
ai tecnici italiani, di soluzioni funzionali e complete<br />
al giusto prezzo. Un esempio è il fantastico kit<br />
con Emlid Reach RS2, l’unico GNSS L1-L2-L5 e costellazioni<br />
GPS, Glonass, Galileo, Beidou, accoppiato<br />
a TPAD, un fantastico software topografico da campo<br />
perfettamente integrato al GPS e un distanziometro laser<br />
GeoDist®100-TOUCH, dotato di una comodissima<br />
camera a colori con cui è possibile rilevare tutti i punti<br />
nascosti che si desiderano.<br />
Il GNSS Emlid Reach RS2 acquisisce il FIX in pochissimi<br />
minuti e lo mantiene anche se si opera in condizioni<br />
difficili (alberi, edifici…). L’accuratezza centimetrica è<br />
assicurata sia se si rileva con un sistema Base-Rover, sia<br />
quando si utilizza soltanto un ricevitore unito alla rete<br />
internet (mediante modem interno 3.5G), sfruttando<br />
le correzioni fornite dalle basi fisse presenti sul territorio<br />
(Italpos, SPINN GNSS…) in NTRIP.<br />
Emlid RS2 è in grado di lavorare 16 ore con una sola<br />
carica, anche a temperature molto basse. Si sa, infatti,<br />
che la batteria di tutti i dispositivi elettronici, esposti a<br />
temperature molto basse o molto alte, tende a scaricarsi<br />
velocemente ma Emlid Reach RS2 è in grado di lavorare<br />
in un range di temperatura che va dai -20°C ai +<br />
65°C, garantendo sempre le stesse prestazioni.<br />
L’antenna GPS ha una protezione IP67, ovvero resiste<br />
a polveri ed intemperie ed è impermeabile fino ad 1<br />
metro di profondità. La radio LoRa del ricevitore GPS<br />
funziona su distanze fino a 4 volte più lunghe rispetto<br />
alle radio della stessa potenza di altri GNSS, senza però<br />
incidere sulla durata della batteria.<br />
Per rilevare punti in pochi secondi, Strumenti<br />
Topografici ha sviluppato l’applicativo TPad, un vero e<br />
40 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2022</strong>
MERCATO<br />
proprio software di topografia, utilizzabile direttamente<br />
sul campo su qualsiasi dispositivo Android.<br />
Nessun tipo di limite: CAD Topografico integrato, gestione<br />
completa dei layer, sovrapposizione delle mappe<br />
di Google e del Catasto, gestione delle trasparenze delle<br />
mappe, Snap e Zoom su punto topografico, rilievo<br />
continuo, matrici di covarianza, e tutto quello che serve<br />
per garantire rilievi di un’altra portata!<br />
TPad non lascia nulla al caso; grazie alla gestione dei<br />
punti, è possibile rilevare spigoli di fabbricato o punti<br />
nascosti, inaccessibili con il GPS. Collegando il distanziometro<br />
laser GeoDist®100-TOUCH, basterà misurare<br />
le distanze di due Ausiliari A e B per conoscere<br />
l’esatta posizione del punto nascosto.<br />
Nessun errore nelle misure rilevate: il distanziometro<br />
laser GeoDist®100-TOUCH è dotato di una camera a<br />
colori con mirino laser rosso e zoom 4x ed è in grado di<br />
misurare distanze fino a 100 metri senza “défaillance”.<br />
Proprio come il proprio smartphone, il distanziometro<br />
ha un’estrema facilità di utilizzo grazie ai comandi<br />
touch e allo schermo girevole in verticale ed orizzontale.<br />
Per tutte le sue fantastiche caratteristiche tecniche,<br />
GeoDist®100-TOUCH è davvero l’unico vero concorrente<br />
del disto Leica D8!<br />
Emlid Reach RS2, Software topografico da campo<br />
TPad e distanziometro laser GeoDist®100-TOUCH:<br />
non occorre più nulla per avere rilievi topografici precisi<br />
al centimetro.<br />
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<strong>GEOmedia</strong> n°2-2021 41
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Potsdam (Germania)<br />
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Spectroscopy<br />
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