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Il Pozzo di
San Patrizio
COSTO BIGLIETTO: € 1
La traccia
Parrocchia di San Giacomo Apostolo
22 maggio 2022 n. 21
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TRASMETTITORI DI AMORE
La pericope di oggi è la parte finale del primo discorso di addio di Gesù.
Dopo aver annunciato la presenza dello Spirito di verità nella vita degli
Apostoli e della comunità, ora promette il dimorare anche del Padre e del
Figlio, in risposta a Giuda Taddeo, che chiedeva spiegazioni sulla
manifestazione di Gesù ai soli discepoli e non al mondo. Un manifestarsi
non in senso “politico”, ma spirituale: le tre Persone della Santissima
Trinità abiteranno nella vita dell’uomo che resta fedele. Il saluto di Gesù,
nell’espressione: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace”, riprende l’inizio
del capitolo 14, e corrisponde al dono promesso dai profeti per il tempo
messianico. Non è una pace effimera, ma sicura e stabile. Nel gioco del
“telefono senza filo”, c’è sempre qualcuno che, durante il “viaggio” della
parola, o non capiva o volutamente travisava; e ci si divertiva a riportare
all’orecchio dell’altro la parola modificata, a volte alterata o cambiata
completamente. Quando penso a questa parola del Vangelo immagino
sempre questo “gioco”. Il Padre manifesta il suo Amore attraverso la
creazione, la liberazione, la salvezza, e comunica Amore all’orecchio e al
cuore del Figlio. Il Figlio accoglie ciò che il Padre ha fatto per amore, e
continua a comunicare amore e a manifestarlo attraverso la Parola, i
miracoli, la Croce e la Risurrezione. Lo Spirito Santo alimenta questo
amore nella comunione indissolubile col Padre e col Figlio, e provoca con
lo stesso Amore il cuore di testimoni e profeti del nostro tempo. In tutto
questo, però, c’è sempre qualcuno che tenta di cambiare le sorti di quella
parola, ascoltata, ma non amata. La Bibbia racconta tanti episodi di rifiuto
assoluto e di ripensamenti e conversioni. E’ il caso di Abramo e Sara, che
dubitano della promessa di un figlio alle querce di Mamre; di Elìa, che
abbandona la missione perché teme più Gezabele che Dio; di Giona, che
decide di andare all’opposto di dove lo vuole Dio; di Paolo, accanito
persecutore di quelli “della Via”. Gente di fede, eppure distratta dal dubbio
e dalla difficoltà a ben udire la Parola. Gente dal cuore buono, che
l’Amore, quando penetra in profondità, rende ancora più docile e disposto
alla conversione. A questo cammino siamo invitati noi pure, ascoltatori
della Parola. A noi il Padre e il Figlio continuano a inviare il Paràclito, lo
Spirito dell’Amore, perché oggi ci insegni ogni cosa, e ci ricordi tutto
quello che il Figlio ci ha detto.
SANTE MESSE DAL 21 AL 29 MAGGIO 2022
Sabato 21 19.00 Per Persona devota
Def.to Da Dalt Mauro
Def.to Canal Franco
Def.to Spinazzè Giovanni ann.
Def.to Bolzan Bruno
Domenica 22
VI^ di Pasqua
S. Rita da Cascia
8.30
10.30
15.00
Lunedì 23 17.00
Martedì 24
B.V.Maria Ausiliatrice
Def.ta Bolzan Assunta
Def.ti De Nadai Francesco ed Erminia
Def.to Altoè Antonio
Def.ti Poser Erminio e Faraon Cristina
In chiesa confessione Bambini 3^ elementare
17.00 Def.ti Cesca Angelo e Zelinda
Mercoledì 25 17.00 Def.to Brunetta Renato
Giovedì 26
S.Filippo Neri
17.00
Venerdì 27 17.00
Sabato 28 19.00 Def.ti Meneghin Sergio e Cenedese Elda
30° ann. di matr. Col Luciano e Bortoluzzi
Francesca
Domenica 29
Ascensione del Signore
8.30
10.30
7° ann. matrimonio De Nardi Gerda e Loris Robassa
Rito del Battesimo
Def.ti Da Dalt Augusto e Di Daniel Leonilda
Def.to Bolzan Giovanni, ann.
Def.ti Poser Erminio e Faraon Cristina
Domenica 29 maggio : Ascensione del Signore
I^ lettura: At 1,1-11 Salmo: 46
II^ Lettura: Eb 9,24-28; 10,19-23 Vangelo: Lc 24,46-53
AVVISI SETTIMANALI
Martedì 24 – ore 20.30 in oratorio incontro CPAE
Il parroco, tempo permettendo, riprenderà la visita alle Famiglie di Via della Seta, Via
Molini, Via del Ponte.
Continua la recita del Rosario in chiesa alle ore 16.30, seguirà poi la Santa Messa alle ore
17.00.
Domenica 5 giugno alle ore 20.00 nella nostra chiesa ci sarà il Recital di pianoforte
(musiche di Clementi, Beethoven, Schubert, Liszt, Rachmaninov e Skrjabin) del Maestro
GREGORY GOURESCHIDZE, Già lo abbiamo ascoltato prima della pandemia: è
davvero un’occasione, per chi ama la musica, da non perdere. Invitiamo tutta la Comunità
ad essere presente.
OFFERTE DELLA SETTIMANA
In memoria di De Nadai Antonio, dalla Famiglia € 100, N.N. per la chiesa €
50
Il parroco e la comunità intera ringraziano di cuore tutti coloro che danno
generosamente per le necessità urgenti della parrocchia.
L’INSEGNAMENTO DI LA PIRA E LA VERA RICERCA DELLA PACE
Non è facile parlare di pace quando tutto il mondo sembra fare il tifo per la guerra.
Non lo è mai stato. Giorgio La Pira, membro della Assemblea Costituente, sindaco di
Firenze dal 1951 al 1965, tre volte deputato e ancora molto altro (tra cui anche
“Venerabile” per la Chiesa cattolica, proclamato tale da Papa Francesco nel 2018), era
uno che di pace parlava molto. E, soprattutto, faceva molto. Non fu capito. Siciliano,
antifascista, fu G. B. Montini, all'epoca sostituto della Segreteria di Stato a
nasconderlo quando la polizia fascista lo voleva arrestare. Nel 1958 andò a Mosca
(d'accordo con il Papa, ma non col governo italiano) a parlare di disarmo in un
memorabile discorso davanti al Soviet Supremo. Volle andare ad Hanoi, dove riuscì a
stendere una bozza di trattato di pace insieme al leader nord vietnamita Ho Chi Minh,
e a consegnarlo all'allora presidente Usa L.Johnson, che la respinse (e lo stesso La
Pira, dopo l'accordo del 1973, avrebbe rivelato che le condizioni sottoscritte dagli
Usa erano molto più sfavorevoli rispetto a quelle della sua bozza di otto anni prima.
Non fu mai smentito da nessuno). Questo, e le molte altre iniziative che aveva
promosso in nome della pace, non gli valsero nessun riconoscimento. Nessuno, salvo
Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI, lo incoraggiò mai, né lo sostenne. “Esaltato” era
l'aggettivo più benevolo con cui lo si definiva, anche all'interno della Democrazia
Cristiana, il suo partito. Ma anche “buffone”, o “scemo”, o anche “comunista
bianco”, per le sue iniziative sociali intraprese, da sindaco, a favore dei disoccupati,
degli sfrattati, dei poveri. Su La Pira e le sue “farse devote”, come le definì il
settimanale tedesco Der Spiegel, fiorirono barzellette feroci. Lui lo sapeva, e d'altra
parte, come disse il cardinale Giovanni Benelli durante il suo funerale 1977, «tutto si
può capire di La Pira con la fede, niente si può capire di lui senza la fede». Un
operatore di pace autentico, come lo chiamò Giovanni Paolo II nel messaggio per il
centenario della nascita, nel 2004: «Amiamo pensare G. La Pira definitivamente
immerso nella contemplazione del Volto di Dio, quale cittadino di quella
Gerusalemme del Cielo che tante volte indicò come modello della città terrena».
Lasciando da parte i molti che cercano di tenere il piede in due staffe, di veri
operatori di pace, oggi, se ne vedono troppo pochi. Quasi nessuno. Quando invece ne
servirebbero molti. E ognuno di noi può esserlo, cominciando dal raccogliere l'invito
alla preghiera lanciato da Francesco domenica scorsa, che per questo mese dedicato
alla Madonna ha esortato «tutti i fedeli e le comunità a pregare ogni giorno di maggio
il Rosario per la pace». «Il pensiero va subito alla città ucraina di Mariupol, “città di
Maria”, barbaramente bombardata e distrutta... Soffro e piango, pensando alle
sofferenze della popolazione ucraina e in particolare ai più deboli, agli anziani e ai
bambini. Giungono persino notizie terribili di bambini espulsi e deportati». E mentre
assistiamo, ha aggiunto, «a un macabro regresso di umanità, mi chiedo, insieme a
tante persone angosciate, se si stia veramente ricercando la pace; se ci sia la volontà
di evitare una continua escalation militare e verbale; se si stia facendo tutto il
possibile perché le armi tacciano. Vi prego, non ci si arrenda alla logica della
violenza, alla perversa spirale delle armi. Si imbocchi la via del dialogo e della
pace!». In questa logica Francesco s'è detto pronto a incontrare Putin, a Mosca. Dal
Cremlino finora, nessuna risposta.
Di S. Mazza da l’Avvenire 7/05/2022